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Noi e voi

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Certificato ADS n. 8855 del 05/05/2021 Codice ISSN online 2499-0833 N. 37 - ANNO LXVII - 18 SETTEMBRE 2022

U LT I M A C E N A , D O V ’ È L O S C A N D A L O

RISPONDE STEFANIA ROSSINI [ STEFANIA.ROSSINI@ESPRESSOEDIT.IT ] Cara Rossini, non sono un bigotto, tutt’altro, però non posso trattenermi dal giudicare vergognoso lo spot che da giorni viene trasmesso in tv. Mi riferisco ad una pubblicità che propone le polizze assicurative più convenienti usando indebitamente una versione animata dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci e presentando Gesù e gli apostoli come av ventori da strapazzo in una degradata bettola riducendoli al ruolo di scadenti comparse. Strano che i pubblicitari non abbiano insozzato ancora di più la scenografia dello spot usando suore e sante che girano per i tavoli in minigonna mescendo vino. E allora? Viva la volgarità e la blasfemia e si brindi al dio-denaro... tanto, qua, Allah non ci sta! Se è questo lo specchio dei tempi siamo proprio nella più puzzolente cloaca che cerca di coprirci anche gli occhi. Io non ci sto! C’era una volta sulla bocca di tutti il detto “Scherza con i fanti ma lascia stare i santi!” Personalmente ai pubblicitari offro “l’altra mia guancia”: è un fallimento per voi e per la società che pubblicizzate e ricordatevi che “Dio non paga il sabato”! Naturalmente, senza rancore!

Raffaele Pisani Si è proprio offeso il nostro lettore per quello spot che prende a prestito uno dei momenti fondativi della cristianità per farne un messaggio pubblicitario. Tanto offeso da usare un proverbio “Dio non paga il sabato” che, per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, è quasi una maledizione. Infatti è legato all’usanza di pagare i lavoratori di sabato e indica che la punizione di Dio può forse arrivare in ritardo, ma sarà inevitabile e terribile. Ho guardato lo spot e devo riconoscere che colpisce per la voluta malagrazia: i personaggi sono sciatti nell’aspetto, rozzi nel linguaggio con una cadenza pesantemente romanesca e parlano solo di pasta alla carbonara. Ma non l’ho trovato scandaloso come il signor Pisani, che è cattolico e se ne sente doppiamente colpito. In quanto all’uso disinvolto di un capolavoro artistico come “L’Ultima Cena”, è giusto ricordare che l’opera di Leonardo, ritoccata e deformata secondo necessità, è da sempre uno dei testimonial più usati dalla pubblicità. Un veloce giro sulla rete ne mostra a decine: uno con Gesù rimasto solo perché tutti gli apostoli sono corsi a vedere i programmi di Fox tv, uno con i più famosi supereroi del cinema e dei fumetti seduti intorno a un Cristo-Batman (con Wonder Woman al posto di San Giovanni), un altro ancora con Giuda che parla al cellulare per pubblicizzare un gestore telefonico, fino a quello in cui tutti e tredici i commensali hanno musi da topo e sono stati invitati alla loro ultima cena da un produttore di ratticidi. In fondo da quando l’arte è entrata nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, per citare un po’ impropriamente Walter Benjamin, è inevitabile accettare che l’aura di un lavoro artistico si svaluti se viene riprodotta, figuriamoci se viene deformata e ridicolizzata per usi commerciali. Ma come è accaduto anche per la Gioconda dello stesso Leonardo, neanche rendere i suoi capelli lisci, gassati o altro, ne ha intaccato la misteriosa magia.

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