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L’Antologica di Mario Zammit-Lewis

Vittorio Sgarbi presenta a Malta la mostra antologica nel Palazzo del Parlamento progettato da Renzo Piano

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La realizzazione di un sogno! Per un artista poter esporre le proprie opere all’interno della sede del Parlamento Nazionale, è motivo di profondo orgoglio, una firma nella propria biografia. Fino al 28 febbraio, sarà infatti possibile visitare la mostra antologica di Mario Zammit-Lewis nel Palazzo del Parlamento a La Valletta. La critica della mostra è stata affidata a Vittorio Sgarbi e a Leonarda Zappulla.

La sua personalità è caratterizzata da forza di volontà e amore per la vita, nell’essere ogni giorno attivo e produttivo. Esposto al Carrousel du Louvre, a Parigi, ed in altri contesti importanti, pubblicato da Mondadori sul catalogo “ARTISTI 22”, narrato dalle voci più importanti del panorama artistico, ha cominciato ad esporre nella Galleria Cassiopea a Torino diversi anni fa. Mario Zammit-Lewis è stato in qualche modo influenzato dalle correnti artistiche degli anni ‘70; ha conosciuto le evoluzioni, le avanguardie e l’arte cinetica programmata, che possiamo ritrovare nei suoi lavori geometrici, poi riprodotti in argento. L’arte è sempre stata la sua compagna di vita, ammirando le sue opere è come se sfogliassimo il suo diario, trovando i ritratti delle sue figlie: Zammit-Lewis è narratore del nostro tempo, ma anche narratore della sua stessa vita e questo ci induce a conoscerlo per comprendere le sue esperienze. Ha studiato in Italia, trasferitosi a Malta ha saputo trovare l’Italia anche lì, grazie ad un grande artista calabrese, Mattia Preti, e con i capolavori del Caravaggio, uno dei quali è possibile rivedere oggi grazie al lavoro del collega e amico Angelo Farrugia che è riuscito a recuperare il “San Gerolamo” che è conservato nel museo della Cattedrale. Sul catalogo della mostra antologica sono presenti molte opere, la sua produzione è rappresentata cronologicamente di anno in anno partendo dal 1964, e documenta il coraggio di non cedere a quello che è stato un obbligo per tutte le avanguardie, per tutti gli artisti che hanno avuto la sua esperienza negli anni ‘60-’70 e ‘80, ma non potevano non essere informali, astratti, sperimentatori di ricerche spesso esterne, come se la pittura fosse un tradimento. Mario Zammit-Lewis ha vissuto e superato quel periodo con una pausa, da cui si è ripreso lavorando con rinnovata passione nel nuovo millennio. Ora la sua pittura è una pittura di luce, una pittura di paesaggi, una pittura di racconto della propria vita

C’è una sezione che diventerà una mostra a sè: parla dei suoi viaggi nei luoghi dell’Oriente e dell’Occidente, l’espressione di quello che ha visto con riferimenti alla pittura Caravaggesca, come nell’omaggio a “Narciso”, oggi attribuito allo Spadarino ma lungamente riferito al Caravaggio. Nel video possiamo vedere che Mario Zammit-Lewis fa riferimento ad una tradizione Europea, quella di Freud, ovvero quella di una figurazione che non si è mai fermata. Lui in qualche modo è stato compagno di strada di quegli autori, ha sicuramente sentito la forza di Francis Bacon e di Freud come un conforto. Ecco, la parola che rappresenta meglio la carriera (e in quanto maltese forse ancora di più), è “resistenza”, una forma di resistenza come qualità e impegno, ma anche un confrontarsi continuo nella tradizione classica (Monet, Rembrandt). C’è l’idea che l’arte si rigenera, che l’arte può consumarsi e che non deve diventare una “cosa”, non deve diventare il “rifiuto” come molta arte italiana (pensiamo ad esempio a Burri)

Mario Zammit-Lewis ha proceduto tenendo la testa alta con l’orgoglio di chi sente la tradizione, soprattutto considerando il fatto che, alla fine di questo percorso sessantennale, l’artista ha potuto esporre tutte le sue opere presso il Parlamento Maltese, sempre con il consueto rispetto e attenzione, fino alla devozione, verso l’arte italiana, che ha visto lavorare Caravaggio in tempi difficili, ma anche per più di quarant’anni, Mattia Preti Non si può conoscere l’arte italiana senza conoscere Malta. Quindi non si può dare un giudizio assoluto sulle opere del Mario Zammit-Lewis senza dire che in queste opere si sente il “suo cuore”, la sua passione nel documentare i passi dell’esistenza, l’esistenza che diventa un luogo, custode di cose viste e sentimenti provati. Un allestimento, quello della mostra, in cui si nota che l’Artista ha cercato di non fare mancare nulla della sua vita: si mostra nudo davanti a noi, è nudo attraverso le sue opere e manifesta le sue emozioni, la sua dolcezza umana, la sua passione, la sua determinazione, i suoi affetti, la sua memoria.Questo “memorial di vita” è un documento importante, è l’omaggio che il Parlamento Maltese rende ad un Artista maltese, un omaggio reso all’arte occidentale ed all’arte italiana.

Attraverso di lui ed il rapporto stabilito tra Malta, l’Italia ed i suoi Artisti, la storia continua diventando qui un punto di arrivo. Ci auguriamo che il Parlamento Maltese abbia in futuro altre iniziative per documentare altri artisti maltesi che sono passati per l’Italia e che hanno tratto ispirazione dalla grande arte italiana. s l alimarcpb@gmail.com mariozammitlewis

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