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ANTONELLA LAGANÀ

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Tracce d’Acqua alla base delle Civiltà: Etruria, sintesi della Civiltà Etrusca

Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere [33ª puntata] rvieto li accolse tra le sue mura e mentre scendevano a visitare la scala elicoidale del pozzo della Rocca di San Patrizio (un capolavoro d’ingegneria rinascimentale, progettato da Antonio da Sangallo), appresero che si ispirò ai lavori architettonici delle Scale Vaticane di Donato Bramante e da quelle del Castello di Chambord di Leonardo da Vinci. Scale che si avvolgono senza mai incontrarsi e linee incrociate in una perfetta geometria rotante con codici nascosti. Giunti alla Basilica di Santa Maria Assunta , entrarono in quel capolavoro di architettura gotica del 1300, ultimata nel 1500 d.C., sul pavimento una serie di ottagoni li condussero nel transetto di destra, la cappella di San Brizio . Essa contiene un ciclo di affreschi insoliti per una cattedrale: “Le Storie degli ultimi giorni” . A una prima visione si presentano esseri plasmatici con le ali, simili a robot che, lanciando dardi di fuoco dal cielo, feriscono esseri umani e rapiscono le donne. Gli autori furono il Beato Angelico e Benozzo Gozzoli (nel 1447), ma vennero completati da Luca Signorelli tra il 1499 ed il 1502: quelle scene raffigurano il Mito . Così Orvieto gli introdusse i suoi tesori e gli riservò ulteriori sorprese, nella rupe tufacea trovarono immensi labirinti, cisterne sotterranee, fossili vegetali di 250 mila anni fa, le necropoli del Crocifisso del Tufo e della Venere di Cannicella. Dal VIII al IV sec. a.C. Velzna (questo il suo antico nome) comprendeva i Monti Cimini, Viterbo, Bolsena, Montefiascone, sino alla Val Chiarone . Da visitare anche i Santuari del Belvedere, del Fanum Voltumnae : qui il giovane allievo Etzel Sbart iniziò ad aggirarsi attorno agli scavi alla ricerca dello scomparso tesoro della Lega Etrusca.

“ Era il 10 gennaio 2020: mentre si allontanavano dai territori delle antiche vie cave dell’Etruria, trasportati dal Velimana, Eleda continuava a ripetersi: “La scienza insegna che il bene o il male sono una questione biologica e sono le esperienze di vita ad attivare i meccanismi ormonali che ci inducono a essere pacifici o aggressivi, quindi è difficile stabilire una linea netta di separazione”.

Il 23 gennaio 2020, Wuhan (Cina) fu posta in quarantena, una drammatica influenza stava per bloccare le ricerche del team. Il 28 gennaio si registrarono più di 4600 casi nel mondo e per non restare a Parma, dove si trovavano temporaneamente per l’inaugurazione della Capitale della Cultura Italiana, decisero di ripartire immediatamente per Orvieto. Da quel giorno, sino al 20 gennaio 2021, il gruppo di ricerca restò a soggiornare laggiù ed ebbero il tempo di riassumere la Storia della prima Civiltà Italica: Gli Etruschi, i mitici Rasna.

Il Tempio di Voltumnae, rintracciato ai piedi di Orvieto, era il centro in cui si compivano le riunioni confederali d’Etruria . Era dedicato alla primaria entità degli Etruschi: Voltumna, dal nome non latinizzato Urcla, la dea dell’acqua, dell’oltretomba, dalla doppia entità e biforme, a cui venne associato il dio Veltha, sua controparte solare e maschile.

Emiri ricordò che nel mito polinesiano Urcla si chiamava Varima-te-takere , l’essere con le gambe serpentiformi che diede vita (con la scissione di un elemento Dhatu-IAO-Ta’aro) al maschile “Rangi” ed al femminile

Atuana “Papa”. Da questi nacquero Vatea, Tane e Atarapa: Rangi spartì tra loro alcuni territori in Terra di madre “Papa”, ma Tane, accecato dal potere sul Mana, eliminò Atarapa ed evirò il padre Rangi rimandandolo nell’aldilà. Dalla fecondità tranciata “aldiquà”, prese vita l’immortale Tangir. Tangir nel tempo fu chiamata con altri nomi dalle varie culture: Inmah, Istar, Iside, Turan, Astarte, Afrodite, Venere . Prima che continuasse nel discorso, Arivle lo fermò con decisione: non era ancora tempo per approfondire il Mito e portare un’ipotesi sulle origini ai ragazzi.

Come ottocenteschi esploratori, percorsero la Necropoli Etrusca di Crocifisso del Tufo, tra le tombe a camera-Dhatu, poste ortogonalmente e con nomi incisi in lingua etrusca sugli architravi delle porte dell’al - dilà . Cercavano la famiglia degli Aranthia , per vedere la testa a cippo del figlio di Aranth, che tanto ricordava il nome dell’antica Aratta.

Bloccati dalla pandemia, in questi luoghi soggiornarono a lungo, con il giusto spazio ed il tempo per sintetizzare le fasi di esistenza storica della prima unità della civiltà italiana, quella etrusca

Nella Prima fase, la cultura del Rinaldone fece la sua comparsa in Italia tra i 5000 e i 4000 a.C, sino al 1000 a.C. , integrandosi con gli indigeni italici ed in seguito con gli ibridi Proto Villanoviani del nord. La penisola si stava delineando fornendo le fondamenta all’Etruria. Erano in parte Giganti del mare provenienti dal Mediterraneo e dalla Sardegna. Il ritrovamento di scheletri molto alti è un mistero mondiale , ma in particolare lo è per l’isola sarda, con le sue tombe e le statue di Mont’e Prama che, se accostati ai più recenti Rinaldoniani ed al guerriero di Capestrano centro Italico, suggeriscono una storia sepolta e ancora tutta da raccontare. Le loro sepolture erano inumazioni, rannicchiate e a contatto con la Terra di madre “Papa”. I siti megalitici Italici si pensa fossero stati eretti dagli stessi, poi ereditati da Etruschi, Minoici, Latini, Greci e in ultimo assorbiti dai Romani; mentre quelli Mesopotamici, Egizi, Amerindi restavano una stretta parentela . Questa prima fase condusse il team di ricerca alla visita dei megaliti di Poggio Rota: la loro maestosità li avvolse e capirono che erano in un avanzato osservatorio astronomico, un antenato di quelli anglosassoni. Emiri aggiunse: “Già nell’antico passato, i popoli preistorici intuirono che solo in prima approssimazione i corpi celesti compiono un’orbita circolare, ma in realtà hanno un movimento spiraliforme, come le conchiglie che conservavano nelle sepolture. Loro conoscevano le leggi fondamentali della vita e li trasmisero oracolando, con graffiti, pitture rupestri e simboli, facendoli giungere all’epoca gotica e rinascimentale, dando origine al ‘Mestiere’”

Nella Seconda fase, il Periodo Antico del 900-820 a.C. a cavallo dell’età del bronzo e dell’inizio del ferro , gli Etruschi vivevano all’interno di villaggi collinari agricoli e pastorali, come la loro tradizione indigena e Proto-Villanoviana. Soprattutto dediti alla raccolta di minerali vicino ad approdi costieri ( Populonia, Vetulonia e Cerveteri ), ma anche collinari e fluviali ( Chiusi, Orvieto, Veio e Vulci ) e lacustri, come Bisenzio . Le necropoli si trovavano fuori dall’abitato, ed in questo periodo coesisterono due riti, l’incinerazione e la sepoltura in fossa a pozzetto, anche se la prima predominava. Culture diverse convivevano pacificamente, fuse in una sola, ed i semplici corredi delle necropoli delineavano una struttura sociale del tutto egualitaria.

Nella Terza fase, nell’età del ferro del 820-770 a.C., vi furono le fasi di passaggio verso la struttura a Federazioni indipendenti tra loro, idearono così il concetto di città, nelle quali svolsero tante attività. Furono abili inventori, creando i forni a due camere per fondere a più alte temperature, ottenendo il ferro, un metallo molto più duro e resistente dei precedenti. Erano artisti, realizzarono sarcofaghi pregiati, vasi in bucchero che imitava il metallo di colore nero e lucido. Sono stati eccelsi commercianti e navigatori, chiamati per questo i popoli del mare, fortemente collegati con la Sardegna. In questo periodo intensificarono i contatti con i Latini, già presenti sul territorio con una migrazione da est, poi con Greci e Fenici, dando vita ad un nuovo processo di Orientalizzazione. Nella civiltà etrusca, a partire dall’VIII secolo a.C. le raffigurazioni indigene dall’aspetto antropomorfo del Pantheon Etrusco con a capo Voltumna, influen - zarono la definizione dell’Olimpo dell’Antica Grecia , e quando gli

Etruschi furono sottomessi al dominio di Roma, questa poi ne assorbì la mitologia, ma non solo. Le città Etrusche erano organizzate su due strade maestre, poi identificate dai Romani con i nomi di Cardo e Decumano. Con lo sviluppo sociale il rituale funerario iniziò ad arricchirsi di oggetti di prestigio e l’inumanazione riprese il posto dell’incinerazione. Un’iniziale classe gerarchica iniziò a erigere tombe monumentali, inoltre si svilupparono quelle a camere plurime. Con l’orientalizzazione, l’aspetto sociale egualitario che aveva caratterizzato gli esordi, si scompose Nella Quarta e nella Quinta fase (dal 770 al 246 a.C) si riafferma la classe degli ancestrali Principi, iniziando ad assorbire una delle ultime culture Gilaniche , o meglio, la civiltà egualitaria che si era diffusa in tutto il globo nel passato preistorico e che con gli Etruschi giunse alla sua maturità. Nel 600 l’arte etrusca era all’apice della sua espressione. Nelle necropoli compare la tomba a camera coperta da un grande tumulo circolare come quelle Kurgan, destinata ad accogliere le dinastie ed il concetto di “potere” rifece la sua comparsa, innestando la leggendaria fondazione di Roma . Nel 616 a.C. Lucio Tarquinio Prisco, Etrusco da parte di madre, è il quinto Re di Roma: fu uno dei testimoni del cambio di marcia sociale. Il declino della civiltà Etrusca ebbe inizio nel 474 a.C. con la sconfitta inflitta dai Greci nella battaglia di Cuma, perdendo così il dominio del Mar Tirreno. Poi nel 395 a.C. i Romani conquistarono la città etrusca di Veio sul Tevere, dando inizio all’espansione partendo dalla stessa civiltà che gli aveva dato la culla. Nel 246 a.c. con la presa di Orvieto, si concluse la loro storia . La loro capacità di comunicazione li portò ad essere i primi globalizzatori pacifici, ma li condusse di nuovo a fidarsi e ad innescare l’ennesimo tentativo di annullamento. Della letteratura e del linguaggio, poco è sopravvissuto, se non sulle porte delle sepolture. La lingua etrusca resta un mistero , ma il team aveva qualche possibilità di risolverlo, sapevano delle tavolette enigmatiche di Cavriana… I superstiti, fuggendo a nord, incontrarono i cugini Galli, che avevano invaso le loro terre e li costrinsero a ritirarsi sui promontori di Tellaro, Qui costruirono le loro ultime abitazioni, i Cavanei . Finirono i loro giorni a guardare il tramonto del sacro golfo di Lerici e a ricordare il tempo dell’Età dell’Oro, il mito narrato dagli antichi greci, in cui i primi popoli Italici, regnavano insieme agli Dei. apPunto 25_00: “Ormai segretamente i ricordi stavano tornando ad Eleda, comprendeva che la Storia era da rivedere e riscrivere, partendo dai primi appPunti, in particolare da dove tutto era riniziato, l’apPunto 00”.

Il 20 gennaio 2021, il Team di Ricerca comprese che era giunto il momento di tornare alla sede a Parma, i vaccini per il terribile Virus erano pronti ed era ormai evidente il perché del mutamento delle pratiche funerarie di questa civiltà. Dopotutto le Origini, restano nelle Tracce e nel Suono

Adele Arati artiStà <Art’è by adele.aRaTI.ram: aaRTI>

Matematico dell’Acqua

[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO

Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale, le parti culturali sono vere e il reale si unisce all’intreccio del Filo virtuale della Fantasia Crea_R_ Evolutrice. Una Linea aKa, presente in ogni mia opera, dove tutto ebbe un 00_R_Inizio, in questa saga artistica Fanta-ma-Scientifica, per il bene comune Finito-ma-Infinito, in memoria del Popolo_00. Testi liberamente tratti dai miei futuri Romanzi Artistici Fanta-ma-Scientifici. <Opere d’art’è di Scrittura CreAttiva, aaParole con apPunti, Tavole AlgoRitmiche d’artiStà>

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