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MAURO FERRI Tina Modotti
Fotografia della modernità di daniela Malabaila
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“Avventurosa, nomade e misteriosa, la personalità artistica di Tina Modotti è permeata da un talento ricco e plurale, ma è soprattutto caratterizzata da uno sguardo acuto e lenticolare capace di raggiungere l’essenza dei singoli e delle cose. Donna e artista moderna ante-tempore, la Modotti ha esercitato un’influenza tangibile, decisiva e duratura sullo sviluppo dell’arte fotografica in Messico e a livello internazionale”, così introduce la mostra “Tina Modotti. La genesi di uno sguardo moderno” la curatrice (insieme a Héctor Manuel Orozco Velázquez ed in collaborazione con Daria Jorioz) Dominique Lora Al Centro Saint-Bénin di Aosta, fino al 12 marzo di quest’anno, sono esposti più di 100 scatti della fotografa, provenienti dalla collezione dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) e dal-
Tina Modotti
La genesi di uno sguardo moderno 12 novembre 2022 - 12 marzo 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto)
Centro Saint-Bénin, Aosta
INFO
T. +39 0165 272687
Da martedì a domenica 10.00 - 13.00 14.00 - 18.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.regione.vda.it la Fototeca Nazionale di Città del Messico, con l’intento di ripercorrere le fasi salienti del suo percorso professionale. Lungo il percorso espositivo, ammirando le fotografie, possiamo notare come si siano trattati i diversi temi ai quali si è dedicata nella sua vita, i suoi studi sulle tradizioni popolari, sull’architettura urbana, i famosi reportage sulle classi lavoratrici e sui movimenti rivoluzionari che raccontano di uomini, donne e territori, i ritratti ed i celebri studi sulle mani, che creano e che lavorano.
I suoi scatti incuriosiscono, sia per i temi trattati che per lo sguardo con cui vengono immortalati. Per chi non la conoscesse, la storia di Tina Modotti inizia nel 1896, quando nasce ad Udine. Nel 1913, ad appena 17 anni, emigra a San Francisco e pochi anni dopo si lega al fotografo Edward Weston, da cui impara le tecniche della fotografia e viaggia in Messico, Paese che diventerà la sua patria di adozione. Il suo attivismo fu indissolubilmente legato alle sue vicende sentimentali, e sembra possa aver giocato un ruolo cruciale anche nella sua precoce scomparsa, avvenuta nel 1942 a Città del Messico. Pur non essendoci prove tangibili, sembrerebbe che l’antifascista e membro del Comintern Vittorio Vidali (suo compagno di vita e di partito), sia stato coinvolto nel suo ipotetico omicidio, a causa di informazioni sulla politica spagnola di cui Tina era a conoscenza. La versione ufficiale racconta che la fotografa ebbe un infarto dopo una cena con alcuni amici. Resta di lei la storia che ci ha raccontato con la macchina fotografica, e che continua a raccontare in quegli attimi fissati per sempre s l
In alto: Gigli, 1925, Città del Messico
Sopra: Pannocchia, chitarra e cartucciera, 1927, Fondazione Archivio Manuel Alvarez Bravo
Gli scatti di Robert Capa al Mudec di Milano
di lucia Garnero
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In occasione dei 110 anni dalla nascita di Robert Capa (1913 - 1954), il Mudec – Museo delle Culture di Milano gli rende omaggio con la personale intitolata “Robert Capa. Nella Storia”. Curata da Sara Rizzo, realizzata in collaborazione con l’agenzia Magnum Photos e prodotta da 24 ORE Cultura, la mostra ripercorre i principali reportage di guerra e di viaggio di Capa, in un lungo percorso nella memoria e nella storia del Novecento.
L’esposizione milanese propone al pubblico oltre 80 stampe fotografiche originali - alcune delle quali visibili per la prima volta in Italia - cui si accompagnano documenti d’epoca relativi ai grandi conflitti bellici e alle grandi trasformazioni economiche, sociali, culturali e politiche che coin- volsero l’Europa e l’intero mondo nei vent’anni a cavallo del secondo conflitto mondiale.
L’intera carriera di Robert Capa è illustrata attraverso sette sezioni dedicate ai suoi più importanti reportage in bianco e nero, dagli esordi a Berlino e Parigi negli anni Trenta fino all’ultimo incarico in Indocina nel 1954. Dopo i primi lavori per l’agenzia tedesca Dephot, Capa si interessa alle
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