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CATALOGO 2010
libri ntichi.it rare and old books
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Libreria Antiquaria Xodo Via Eusebio Bava, 2, 10124 Torino Tel. +39 011 835411 Fax: +39 011 19701194 Mobile: 338 5037996 e-mail:libriantichi.xodo@libero.it Studio Bibliografico Atlantis di Fulvio Audibussio C.so Peschiera 255 - 10141 Torino (Italy) Tel. +39 011 33.23.952 Mobile 339 3645182 e-mail: atlantisbooks@alice.it
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Studio Bibliografico Simonetta Gribaudi C.so Turati 25/7 - 10128 Torino Tel./Fax +39 011590438 Mobile 347 4798147 e-mail:libriantichi@libriantichi.it
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Galleria Ai Tre Torchi Largo Montebello, 38a - 10124 TORINO Tel. +39 011 839 54 58 Fax +39 011 581 72 17 Mobile 333 8561306 e-mail: aitretorchi@libero.it
CATALOGO
Mostra Internazionale del Libro Antico 24-26 settembre 2010- Bologna Stand 68-69
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Mostra Internazionale del Libro Antico Bologna 24-26 Settembre 2010
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¢ PRESENTAZIONE In occasione di un evento di tale importanza culturale quale il Congresso Internazionale del Libro Antico, siamo felici di presentare in questa sede una nuova realtà che nasce dall’unione di tre librerie torinesi iscritte all’ALAI (Libreria Xodo, Studio Bibliografico Atlantis di Fulvio Audibussio, Studio Bibliografico Simonetta Gribaudi) e la Galleria d'arte Ai Tre Torchi che hanno deciso, pur mantenendo la propria fisionomia individuale, di unire i propri sforzi e i propri mezzi per offrire un servizio sempre più accurato e competente. Vi invitiamo a visitarci anche su www.libriantichi.it in cui, oltre ad una scelta di libri selezionati, verranno meglio dettagliati ed aggiornati i servizi da noi proposti.
¢ Nota per il lettore: I titoli che di seguito verranno elencati sono stati ordinati per ordine alfabetico di Argomento. I prezzi e l'indice per Autore saranno forniti su un foglio a parte.
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CATALOGO 1. (Agricoltura - Coltivazione) (ESTIENNE Charles) - Seminarium sive Plantarium earum Arborum, quae post hortos conseri solent. quarum nomina, fructus, item etiam conserendi vocabula apud authores bene recepta hoc libello declarantur. In puerorum gratiam atque utilitatem ut post ipsas herbas, etiam arbores cognoscere facilem possint. Lugduni, Haredes Simonis, Vincentii, MDXXXVII (1537). In-8 (cm. 16,5 x 10,5), pp. 96, (8 cc. di indice in latino e in francese) [segnatura a-g8], legatura piena pergamena floscia antica riadattata, sul dorso titolo calligrafato su etichetta di carta. Con tre piccoli schemi xilografati nel testo, bella marca tipografica incisa al frontespizio. Minimo alone di umido al margine esterno di poche carte. Opera in buone condizioni. Seconda edizione (prima lionese) di questo trattato dedicato agli alberi da frutto dell’agronomo, medico e stampatore Charles Estienne (1504 1564), proveniente dalla celebre dinastia di tipografi. L’edizione originale fu pubblicata a Parigi nel 1536. Quest’opera, dedicata all’educazione dei fanciulli, è divisa in brevi capitoli consacrati alla coltivazione degli alberi da frutto, la cura, la nomenclatura, lo sfruttamento dei frutti. Uno di questi è interamente dedicato alla coltura dell’olivo ed alla preparazione dell’olio di oliva. (♫) 2. (Agricoltura - Vigne - Gastronomia) LIGER Louis - Oeconomie Générale de la campagne, ou Nouvelle Maison Rustique Paris, Charles de Sercy, 1700. 2 volumi in-4 (cm. 19,5), 12 cc. nn., pp. 500, 9 cc.nn.; 4 cc.nn., 70 pp. 7 cc.nn.; legatura tutta pelle coeva, titolo e fregi in oro al dorso. Opera illustrata da 94 xilografie nel testo. Buon esemplare, qualche arrossatura e lieve gora ad alcune pagine. Rara edizione originale di questo trattato che al suo apparire ebbe un tale successo da essere considerato per tutto il secolo un classico nel settore. Si tratta di una vera e propria enciclopedia
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del mondo rurale; si trovano capitoli dedicati all’economia rurale, al giardinaggio, all’arboricoltura, all’apicoltura, all’allevamento di cavalli; la coltura della vigna e la fabbricazione di prodotti alcolici sono ampiamente trattati. La seconda parte dell’opera si apre con una descrizione dei piaceri che si uniscono alla campagna come la buona cucina e la caccia. (§) 3. (Album) ALBUM della Società Promotrice delle Belle Arti in Torino dedicato a S.S.R.M. il Re Vittorio Emanuele II ed offerto a tutti i Benemeriti che contribuirono all’erezione dell’edificio per le esposizioni di Belle Arti. Torino, 1864. In-folio (cm 31,5x43,5) brossura editoriale, contenente 8 incisioni originali fuori testo tra cui due acqueforti (Il Frontespizio, tratto da un soggetto di Fontanesi e La Fonte) di Ferdinando Di Breme Duca di Sartirana (Milano 1807 -1869); un bulino ed un’acquaforte (Cervo assalito dai lupi, da un soggetto di Gauermann e Il Torrente) di Agostino Lauro (Torino, 1806 – 1878) e un’importante incisione di Antonio Fontanesi (Reggio Emilia, 1818 – Torino 1882) LA PESCA, acquaforte di mm 225x158 stampata su carta “Cina” applicata (n. 78 del catalogo Dragone), stato II/III. (®) 4. (Album) DELLA BELLA Stefano - JEU DE LA GEOGRAPHIE (1644).
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In-8 (cm 16,5x9) legatura moderna in mezza pelle. Serie di 52 acqueforti (manca il frontespizio) di mm 88x53 (numeri dal 543 al 594 del catalogo De Vesme – Massar), stato IV/IV, stampate su bella carta seicentesca con filigrana non identificata. Tra il 1644 ed il 1645 Stefano Della Bella incide quattro giochi di carte pedagogici, ideati dallo scrittore Desmarests de Saint-Sorlin (15951676), dietro richiesta di Mazarin, per insegnare al giovane Luigi XIV la storia ,la geografia e la mitologia, si tratta del Jeu des fables , Jeu des rois
de France, Jeu des reines renommées e Jeu de la géographie. Stefano Della Bella (Firenze, 1610 – 1664) erede di una famiglia di artisti ed orafi si indirizza presto verso il disegno e l’incisione influenzato dalle acqueforti di Jacques Callot. Sotto la protezione dei Medici ha occasione di compiere viaggi a Roma dove conosce diversi editori francesi che lo spingono a trasferirsi a Parigi, rientrato a Firenze continuerà comunque per tutta la vita a collaborare con i suoi editori parigini. (®) 5. (Album) DELLA BELLA Stefano - CACCE A DIVERSI ANIMALI (1654 circa). In-4 (cm 23,5x34) legatura moderna in mezza pergamena. Serie completa di 9 acqueforti di mm 135x230 circa (numeri dal 732 al 740 del catalogo De Vesme – Massar), stato unico stampate su carta coeva con filigrana “scudo con banda diagonale”. Bella serie di cacce realizzate dopo il suo rientro a Firenze. (®) 6. (Album) CALLOT Jacques - CAPRICCI DI VARIE FIGURE (1622). In-8 (cm 17,5x21,5) legatura posteriore in tutta pergamena con titolo e fregi in oro al dorso. Serie completa di 50 acqueforti di mm 55x80 circa (numeri dal 428 al 477 del catalogo Lieure), stato I/II, rifilate lungo la linea di contorno ed incollate su carta antica. Si tratta di una delle serie più famose del Callot, ispirata al teatro, al costume popolare ed al carnevale, qui presentata nella seconda versione incisa a Nancy 5 anni dopo la prima incisa a Firenze. Questo venne reso necessario dal deteriorarsi delle lastre di questa prima serie probabilmente a causa della cattiva qualità del rame utilizzato. Jacques Callot (Nancy, 1592 - 1632), di origine nobili
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giunge giovanissimo in Italia, a Roma prima e successivamente a Firenze dove apprende la tecnica dell’acquaforte che diventerà il suo mezzo espressivo prediletto. Autore molto personale con uno stile a metà tra l’elegante ed il grottesco raggiungerà una fama enorme con il solo utilizzo del disegno e dell’incisione fino a diventare uno degli autori più copiati già alla sua epoca. (®) 7. (Alimentazione - Dietetica - Medicina) DONNOLI Francesco Alfonso - De iis, qui semel in die cibum capiunt. Liber. In quo demonstratur quibus corporibus, talis viuendi ratio possit esse idonea. Venetiis, apud Benedictum Milochum, 1674. In-12, pp. (20), 340, legatura piena pergamena floscia dell’epoca con legacci. Antiporta calcografica con stemma mediceo sostenuto da due putti, frontespizio inquadrato con marca tipografica incisa. Dedica al granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici. Esemplare molto buono. Curioso e raro trattato in forma di dialogo riguardante la medicina dell’alimentazione. Capitoli sono dedicati alla necessità dell’alimentazione, alla fame naturale, alla cottura degli alimenti, alle controindicazioni di alcuni cibi, delle applicazioni nelle cure mediche e dei vantaggi di alimentarsi una sola volta al giorno. Francesco Alfonso Donnoli (1636-1724) medico nativo di Montalcino, studiò all’università Siena. Fu poi professore all’università di Padova, dove acquisì una grande reputazione. (♫)
Vinciana, Aut. it. del ‘600, n.1896 riferisce che il testo è sconosciuto alle principali bibliografie.
8. (Architettura - Teatri) DUMONT (Gabriel-Pierre-Martin) - Parallele du Plans des plus Belles Salles de Spectacles d’Italie. Et de France. Avec des détails de machines théatrales, au nombre de 54 planches. A Paris, Rue des Arcis, dans la Maison occupée par un Commissaire, (1774). In-folio grande (cm. 53,5 x 38,5), 57 tavole incise fuori testo (compresa la pagina di titolo, num. 9), legatura mezza pelle con titoli in oro, dorso rifatto in epoca recente, piatti con carta a mano dell’epoca. Un alone di umidità al margine superiore di alcune pagine. Buon esemplare.
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Opera rarissima a trovarsi completa di tutte le tavole, in questo caso 3 in più di quelle annunciate nel titolo. Raffigurano piani e progetti, macchinari di scena, planimetrie di sale teatrali, profili e decorazioni. Antichi e moderni, il teatro di Capua, il Colosseo, Il teatro di Vicenza disegnato da Andrea Palladio, quello di Parma, Il teatro Reale S. Carlo di Napoli, l’Argentina di Roma, Il Teatro Regio di Torino, quelli di Madrid, di Berlino, il teatro dell’Opera e il Covent Garden di Londra, e molti altri. Una delle più belle opere dedicate all’architettura teatrale (♫) 9. (Architettura) (MILIZIA , Francesco) Del teatro. In Venezia, presso Giambattista Pasquali, 1773. In-8 (cm.24,5 x 18,5), pp. VIII, 100, 6 tavole f.t. più volte ripiegate, legatura in pergamena con titolo in oro al dorso. Macchie sparse al bordo superiore della legatura ma nel complesso esemplare in ottimo stato di conservazione. La prima edizione di questo testo, che apparve nel 1771, venne immediatamente ritirata per ordine del Maestro del Sacro Palazzo Pontificio senza che se ne fosse venduto alcun esemplare a causa delle sue idee politiche. In questa seconda edizione, corretta e censita dallo stesso autore, togliendo alcune parti e aggiungendone di nuove, F. Milizia (1725-1798), il cui nome compare solo nella terza edizione del 1794, fornisce un’ introduzione alla storia del teatro, con una precisa descrizione del teatro antico e moderno. Numerosi i paragrafi in cui Milizia respinge i concetti più tradizionali dell’architettura teatrale considerando i difetti del teatro ‘e i mezzi per ristabilirlo’ Di particolare interesse la parte ralativa all’Idea d’un Teatro Nuovo su disegno di Vincenzo Ferrara (architetto al servizio del re di Napoli e di Sicilia nato a Londra nel 1741), un teatro a forma circolare coperto da una cupola e diviso a metà tra gli spettatori e il Palco scenario. (¤)
Cicognara 764
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10. (Architettura - Arte) TROILI Giulio - Paradossi per praticare la Prospettiva senza saperla, Fiori, per facilitare l’intelligenza, Frutti, per non operare alla cieca. Cognitioni necessarie a Pittori, Scultori, Architetti, ed a qualunque si diletta di Disegno. Bologna, Gioseffo Longhi, 1683. 3 parti in un vol. in-4, pp. (8), 120 (per le prime due parti); (4) 64 (per la terza parte), cartonatura rustica dell’epoca, frontespizio con stemma xilografico dei baroni Rangoni, ai quali è dedicata l’opera. Al verso grande xilografia raffigurante una lezione di prospettiva (ripetuta a p. 13), 68 belle tavole xilografiche a piena pagina n. t. racchiuse in cornice con motivi floreali e vegetali, con il testo esplicativo al verso di ognuna. Al frontespizio della terza parte marca tipografica xilografata con Eracle che uccide l’Idra con la clava. Qualche leggera fioritura, per il resto esemplare in stato di conservazione molto buono. Seconda edizione delle prime 2 parti, e prima edizione della terza parte (spesso mancante). Giulio Troili di Spilamberto (1613-1685), fu soprannominato “Paradosso” per le sue scoperte innovative nel campo della prospettiva. La prima parte si occupa della Prospettiva nei suoi aspetti generali. La seconda della Prospettiva Pratica con particolare attenzione alle scenografie teatrali, e la terza tratta delle ombre e dell’Architettura Militare. (♫)
Schlosser-Magnino, p. 620 - 626; Berlin Katalog, 4722; Cicognara, 866; Fowler, 347; Riccardi, II, 561-2; Graesse,VII, p. 205.
11. (Arte - Ceramiche) ANONIMO - Raccolta manoscritta in-folio di 32 tavole acquerellate (risalenti con ogni probabilità alla seconda metà del ‘700) con esempi di decorazioni e ceramiche di lavorazione savonese raccolta in un album con legatura mezza pergamena primi Novecento. Sul retro dei fogli sono segnate tre marche identificate come le iniziali di Andrea Levantino (con globo crocifero), la Lanterna di Genova ed una marca e stemma sconosciuta ma di derivazione savonese. Raccolta di indubbia rarità e curiosità. (§)
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12. (Arte - Libro d’Artista) CAROLRAMA - Cartella di arte concreta. Milano, Libreria A. Salto, 1955. In-folio (cm. 33 x 23), cartella a fogli sciolti, settima della serie Arte Concreta, contenente 5 litografie originali eseguite dalla pittrice Carolrama e un testo di Albino Galvano; la stampa è stata affettuata dall’ufficio “Moderno” di Milano; ne sono stati tirati centoquattro esemplari di cui venti, numerati da I a XX, firmati dall’artista su ciascuna litografia, e ottantaquattro, numerati da 1 a 84, firmati dall’artista sul risvolto della cartella. La nostra è la cartella n. 4. Ottima copia. Olga Carolina Rama, in arte Carol Rama o Carolrama, nasce a Torino il 17 aprile del 1918. Inizia a dipingere nei primi anni Trenta, non attraverso studi regolari alla Reale Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, bensì frequentando assiduamente Felice Casorati (1883-1963), che è, a quell’epoca, l’artista più noto e influente a Torino e il cui atelier è un effervescente cenacolo artistico e culturale. Inizialmente
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subisce l’influenza espressionista di Egon Schiele e quella dadaista di Marcel Duchamp, Man Ray e Hans Bellmer, con la differenza, però, che in Carol Rama prevale un interesse per il corpo, le sue amputazioni, le mutazioni e per una sessualità di “genere” precocemente femminista, che nell’estrema durezza e rabbia sardonica delle scelte iconografiche e dello stile pittorico supera ogni citazionismo dadaista o surrealista, anticipando di quarant’anni tendenze proprie dell’arte d’oggi, come il Postorganico e il Post Human... Terminata la seconda guerra mondiale, il suo lavoro cambia. Si dedicata alla ricerca astratta, entra a far parte del Movimento Arte Concreta, il MAC, che anche a Torino ha molti sostenitori, da Albino Galvano, artista e filosofo, a Paola Levi Montalcini, Adriano Parisot e Filippo Scroppo. “Quando ho aderito al MAC (Movimento Arte Concreta), negli anni Cinquanta, credevo di dover guarire da quell’eccesso di libertà che mi era stato rimproverato. Lì avevo trovato un rigore, una possibilità di riordinare il mio lavoro.” (¤) 13. (Arte - Libro d’Artista) CAROLRAMA - Venticinque Acqueforti originali. Edizione Galleria Sprovieri, Roma 1998. In-folio (cm. 49,5 x 34,5), venticinque acqueforti su zinco, stampate con fondino in carta bibbia su carta al tino Alcantara, stampato da Franco Masoero, Torino. Tiratura di 30 esemplari numerati più dieci in numero romano. Nel 1993, su sollecitazione di Franco Masoero, Giancarlo Salzano e Paolo Fossati, Carol Rama torna all’incisione. Le prime lastre che realizza trasferiscono una composizione di quel momento, due gambe divaricate a metà del foglio che costruiscono un asse, un piano, un altare al centro del quale è esibito un sesso femminile (nelle tre Dedicata) o alternativamente maschile o femminile (nelle cinque seduzioni); sopra e sotto e attorno stanno, dialogano, si muovono teste corpi mani femminili e maschili, seni, altre mani, altri sessi, girotondi di desideri. Seguono quindici remake di invenzioni precedenti, dai teatrini del 1937 alle allegorie degli anni Ottanta, in sucessione non cronologica né tematica per finire, a chiusura, con un nuovo ed inedito doppio ritratti di Achille (Bonito Oliva). (¤) 14. (Astronomia) MICALORI Iacomo - Della Sfera Mondiale. Libri quattro. In Urbino, Marc’Antonio Mazzantini, 1626. In-8, pp. (8)-139-(5), legatura tutta pelle moderna con piccoli fregi a secco, frontespizio bicromo con sfera armillare con motto “Con questa in Ciel si spatia”, con fig. astronomiche nel testo. Fresco esemplare in barbe. L’A. (1570-1645) fu vicario generale della diocesi di Urbino, formatosi a
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Roma presso i gesuiti e perfezionatosi poi in filosofia a Bologna. (§) Riccardi I/col. 155; Vinciana 1583; sconosciuto a Lalande, Poggendorff, Weidler. 15. (Diritto) BURLAMAQUI Jean Jacques - Principes du Droit Naturel UNITO: Principes du Droit Politique Genève, Chez Barrillot & fils, 1747-1754. 2 opere in un volume in-8 grande (cm. 25), pp. XXIV-352; VI-305, legatura tutta pelle coeva, titolo in oro su tassello al dorso con fregi (cerniere allentate), marca tipografica ai due frontespizi. Buon esemplare con lievi arrossature. Si tratta della prima edizione dei Principi di Diritto Naturale e la seconda (la prima è del 1751) dei Principi di Diritto Politico. L’ A. (1694-1748), celebre giurista svizzero di famiglia italiana trapiantata a Ginevra alla fine del XVI secolo, fu cattedratico di Diritto Naturale presso L’Università di Ginevra tra il 1723 e il 1740; in seguito entrò nel Consiglio Sovrano e vi rimase fino alla morte. Fu importante per l’approfondimento e lo sviluppo delle teorie filosofiche di Grozio e di Pufendorff. (§) 16. (Diritto Criminale - Eresie - Sortilegi - Streghe) ZILETTI Giovanni Battista Volumen praeclarissimum ac in primis omnibus iurisperitis pernecessarium ac vtilissimum. Omnium tractatuum criminalium... Venetiis, Comin da Trino, 1563. In-8, pp. 68 cc.non num., 416 cc. num., legatura tutta pergamena floscia, mancanza di pergamena restaurata al dorso, marca tipografica raffig. una fontana con un vaso sorretto da putti, 32 ritratti incisi (cm. 4x5) dei più
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celebri giureconsulti, capilettera ornati, titolo manoscritto al taglio inferiore, testo su due colonne. Buon esemplare, con rare fioriture e macchioline, firma di appartenenza con cancellatura antica. Ricco repertorio Cinquecentesco contenente una raccolta di trattati di giurisprudenza di vari autori raccolti ed emendati dallo Ziletti, famoso giureconsulto veneto: de accusationibus, de crimine laese maiestatis, de persecutionibus, de lamiis, de sortilegiis, de haereticis, de fuga, de carceribus, de indiciis et tortura, de quaestionibus et tortura ecc. (§) 17. (Enologia) DANDOLO Vincenzo - Istruzioni Pratiche sul modo di ben fare e conservare il Vino tratte dall’Enologia del Conte Senator Dandolo e dal medesimo indirizzate ai parochi e agli agricoltori del Regno. Opera stampata e diffusa per ordine del governo. Milano, dalla Stamperia Reale, 1812. In-8, pp. (16), 178, (2), legatura mezza pelle di epoca posteriore, titolo su tassello al dorso. Con 5 tavole incise in rame ripiegate fuori testo (raffiguranti 88 strumenti per la coltura della vite e la vinificazione). Ottimo esemplare molto fresco, a pieni margini. Edizione Originale di questo celebre trattato enologico del Conte Dandolo, valente chimico e agronomo veneziano, opera che affronta tutti gli aspetti della produzione, invecchiamento, conservazione e distribuzione dei vini. Con una tabella di ragguaglio tra i pesi vecchi milanesi ed i pesi nuovi italiani e francesi. (♫) B.IN.G. 650; Niccoli, 1902, p. 512; Sormanni p. 39; Paleari Henssler, p. 237; Westbury, p. 75; Oberlé 956. 18. (Esoterismo - Profezie) AA.VV. - Raccolta di testi profetici. Manoscritto su carta. Italia, prima metà del XVIII secolo. In-folio (cm. 34 x 23), 205 carte, legatura piena pergamena dell’epoca. Illustrato con 8 disegni ad inchiostro, colorati all’epoca.
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Le figure sono una serie di rappresentazioni profetiche di cui la prima è quella del XIII Vaticinio di Gioacchino da Fiore che recita: Questo solo aprirà il Libro scritto co’l dito di Dio Vino. A questa ne seguono alcune relative al Libro di Daniele, contenuto nella Bibbia; nella prima, tratta dal capitolo 2, è raffigurata la grande statua che il re Nabucodonosor vide in sogno (Daniele, 2, 31-49 “La testa di questa statua era d’oro puro; il suo petto e le sue braccia erano d’argento; il suo ventre e le sue cosce di bronzo; le sue gambe, di ferro; i suoi piedi, in parte di ferro e in parte d’argilla”), dove la testa rappresentava lo stesso Re Nabucodonosor e gli arti i regni che gli sarebbero succeduti. Seguono poi le rappresentazioni delle quattro bestie viste in sogno da Daniele (cap. 7, 1-8) : il leone Alato (Babilonia); l’orso (regno di Persia), il leopardo (Grecia), la quarta bestia (Roma), e la battaglia tra il montone e la capra (Dan. 8, 1-27). Un altra immagine, tratta dal Libro dell’Apocalisse (12, 4) mostra il “dragone rosso, che aveva sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi.”, che con la coda “trascinava la terza parte delle stelle del cielo”. La serie dei testi contenuti nel manoscritto si apre con la traduzione italiana delle Centurie di Nostradamus, scritte nella parte sinistra del foglio in modo da lasciare la parte a fianco disponibile per i commenti (molte quartine non sono state trascritte, sembra volutamente, e gli spazi lasciati vuoti). Seguono nell’ordine i testi: Nostradamus vaticinia: de futuris Pontificibus; Prophetie N. Arabi; Ex oraculis Sibillinis lib. II - III - V - VII - VIII; Esdre lib. IV cap. XV; Oracolo della Sibille Eritrea fatto ad Instanza de Principi Greci qundo le addimandarono consiglio sopra l’impresa di Troia. Tradotta dal greco in latino e dal latino in vilgare da Gio. Garinzio; Ex revellationibus Divi methodij episcopi Barensis et Martiris (de nativitate Antichristi, de miraculis Antichristi, …); Niersis Patriarche Armeni Vaticinium. De armeni Vastatione eiusq futura redemptione e manibus Turcarum; Ex Prognosticis Vincentij Viterbij repertis in libro antiquissimo; Oraculum Turcicum; Antonij Torquati Astrologi ferrariensis vaticinium; Ex sepolcrali inscriptione Constantini Magni Vaticinium; Maometis de duratione iniquissime eins lepis vaticinium; Divi Angeli Carmelitae revellatio ex ore; Divi Francisci Paulani De Sancta congregatione crucigerorum; Fr. Roberti ord. Predicatorum vaticinium; M:S: Petr. Palatini de Regno Galliae vaticinium; De Leopoldo Caesare vaticinium; De Aquarum diluvio et pluvia ignita futuris in eunte
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seculo XVIII vaticinia; De nativitate Christi vaticinium Card. Baronius; De adventu Christi salvatoris Prophetia ex orac. Sibillinis; De fine mundi prophetia ex oraculo Heliae apud Hebreos; De futura Universali Monarchia; Visio Aquilae ascendentis de Mari Esdras lib. IV.C.XI.XXII; De Xpianis prophetia; De signis venturis ante consumationem seculi; Jeena in qua
figuratum; Monarchia Assiriorum Daniel cap. VII (con ill.); Ursa in qua figuratur Monarchia Medorum & Persarum (con ill.); Pardus in quo figuratur Monarchia Graecorum (con ill.); Bestia IIII magna in qua representatur Monarchia Romanarum (con ill.); Pugna Arietis cum Hirco Caprarum (con ill.); Prophetia Sibille Tiburtine Olimpiade XLVII. (♫) 19. (Esoterismo) AGRIPPA Heinrich Cornelius. De occulta philosophia libri tres. (Cologne, Johan Soter ?), July 1533. In folio (cm. 30 x 20), pp. (12),CCCLXII,1 c. b., legatura in pergamena, dorso a quattro nervi. Bel ritratto in xilografia al frontespizio dell’Agrippa, capilettera istoriati, numerose illustrazioni xilografiche n.t. raffiguranti simboli, proporzioni umane, ecc... Buon esemplare fresco e marginoso. Prima edizione contenente tutti i tre libri di uno dei più noti e famosi manuali di magia del Rinascimento. Heinrich Cornelius Agrippa di Nettesheim (Colonia, 15 settembre 1486 – Grenoble, 18 febbraio 1535) è stato un alchimista, astrologo, esoterico e filosofo tedesco. Divenne medico
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personale di Luisa di Savoia nonché storiografo di Carlo V; ritenuto principe dei maghi neri e degli stregoni, riuscì tuttavia a sfuggire all’Inquisizione. Il suo pensiero risiede essenzialmente nella sua opera più importante, il De occulta philosophia, scritta nell’arco di circa venti anni, dal 1510 al 1530: la filosofia occulta è la magia, considerata «la vera scienza, la filosofia più elevata e perfetta, in una parola la perfezione e il compimento di tutte le scienze naturali». Già nei primi due capitoli del I libro intitolato La magia naturale, Agrippa stabilisce l’intento dell’opera: premesso che esistono tre mondi, l’ Elementare, il Celeste e l’Intellettuale, investigati rispettivamente da tre scienze, la Fisica o Magia naturale - che svela l’essenza delle cose terrene - la Matematica o Magia celeste - che fa comprendere il moto dei corpi celesti - e la Teologia o Magia cerimoniale - che fa comprendere “Dio, la mente, gli angeli, le intelligenze, i demoni, l’anima, il pensiero, la religione, i sacramenti, le cerimonie, i templi, le feste e i misteri, la Magia racchiude queste tre scienze traducendole in atto. La magia è la vera scienza, è la filosofia occulta nel senso di essere scienza esoterica , una scienza che può essere appresa ma non da tutti.
Gli elementi che costituiscono tutte le cose «terrene» sono quattro, sostiene Agrippa, seguendo le conoscenze del tempo: fuoco, terra, acqua e aria,
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nessuno dei quali si trova in natura allo stato puro. Due sono le qualità specifiche di ogni elemento, delle quali una è propria dell’elemento, l’altra è invece condivisa con un altro: «il fuoco è caldo e secco, la terra è secca e fredda, l’acqua è fredda e umida e l’aria è umida e calda». L’opposizione delle qualità rende opposti fra loro, a due a due, gli elementi: così, sono opposti il fuoco e l’acqua, e la terra e l’aria. Oltre ai poteri derivati dagli elementi alle cose, queste hanno poteri occulti, i quali derivano alle cose dalle idee - platonicamente intese come forme pure ed eterne - che vengono infuse nelle cose dall’Anima del Mondo: la sua virtù si comunica a tutte le cose cosicché «tutte le qualità occulte si diffondono sulle erbe, sulle pietre, sui metalli e sugli animali attraverso il sole, la luna, i pianeti e le stelle. E tale spirito ci sarà tanto più utile, quanto più sapremo separarlo dagli altri elementi e quanto meglio sapremo servirci delle cose in cui sarà penetrato più abbondantemente». È l’operazione tentata dagli alchimisti, che cercano di estrarre dall’oro il suo spirito per infonderlo agli altri metalli, «come noi abbiamo fatto e abbiamo visto fare, pur non potendo produrre una quantità maggiore di oro da quella originaria». (¤) Adams A 386; Caillet 93 20. (Esoterismo - Alchimia) CROLL Oswald - Basilica Chymica, Pluribus Selectis et Secretissimis propria manuali experientia approbatis descriptionibus, & usu remediorum Spagyricorum aucta a Johan. Hartmanno... Edita a Iohanne Michaelis. Ginevra, Apud Petrum Chovet, 1643. 3 parti in un volume in-8, pp. (16), 220 (Praefatio Admonitoria); (12), 419, (11) (Basilica Chymica) (1 carta bianca); 114, (38) (De signaturis Internis Rerum, seu de vera et viva Anatomia maioris et minoris mundi), legatura dell’epoca piena pergamena floscia con titolo calligrafato sul dorso. Con due figure xilografate nel testo e 4 pp. con i simboli degli elementi. Buon esemplare con qualche lieve brunitura. Oswald Croll, professore di medicina e chimica all’università di Marburg in Germania, fu uno dei più celebri allievi di Paracelso. Convinto sostenitore dell’alchimia e dell’uso della chimica in medicina, pubblicò la sua opera più importante, la Basilica Chymica nel 1609, un sommario delle sue ricerche e studi sulla medicina chimica, con descrizione delle erbe e metodi di preparazione dei rimedi, molti di questi secondo le teorie di Paracelso. insieme alla “Basilica” si trova sempre il trattato “De signatura rerum” dove, secondo Eliphas Levi (Histoire de la Magie, Livre V, chapitre V) “Crollius cherchait à établir que Dieu et la nature ont en quelque sorte signé
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tous leurs ouvrages, et que tous les produits d’une force quelconque de la nature portent, pour ainsi dire, l’estampille de cette force imprimée en caractères indélébiles, en sorte que l’initié aux écritures occultes puisse lire à livre ouvert les sympathies et les antipathies des choses, les propriétés des substances et tous les autres secrets de la création”. (♫) Caillet, 2702; Casanatense 335;. Dorbon, 945; Ferguson I, 187. 21. (Esoterismo - Astrologia) FLISCO (Mauritius de) (FIESCHI, Maurizio de’) - Decas de Fato, annisque fatalibus tam hominibus quam regnis mundi. Frankfurt, Johann Baptist Schonwetter, 1665. In-4, pp. (12), 259, legatura piena pergamena rigida dell’epoca. Antiporta con il ritratto dell’autore inciso da Philippe Thelott (rifilato al margine esterno). Grande vignetta sul frontespizio, numerose figure astrologiche nel testo. Edizione Originale di questo curioso trattato astrologico sul fato e sugli anni fatali, per uomini e regni. L’autore, nella prefazione, elenca numerose altre sue opere precedentemente pubblicate sugli stessi argomenti. L’opera contiene anche un gran numero di oroscopi di personaggi celebri (Savonarola, Pico della Mirandole, Enrico IV di Francia, Gustavo Adolfo di Svezia, i Papi Paolo terzo e Urbano ottavo). Venne inserito nell’indice dei libri proibiti. (♫) Caillet 4019: “Curieux et très rare”; Graesse, II, 596; Dorbon, 5791. 22. (Esoterismo - Geomanzia) FLUDD Robert - Fasciculus Geomanticus, in quo varia variorum opera Geomantica continentur... Editio Secunda auctior et correctior UNITO: Tabulae Geomanticae seu Liber Singularis... Verona, s.i., 1704. In-8, pp. 647; 197, legatura tutta pergamena rigida, con numerose tavole fuori testo ripiegate. Esemplare con diffuse arrossature e bruniture per la qualità della carta, restauri ad alcune carte con velina, per il resto in buone condizioni. Robert Fludd, detto anche Robertus de Fluctibusm (1574-1637) fu medico e alchimista inglese, esperto di teosofia e come filosofo ermetico
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appartenne alla tradizione ermetico-cabalistica del Rinascimento sviluppatasi da Marsilio Ficino e da Pico della Mirandola. Formatosi ad Oxford, viaggiò lungamente attraverso l’Europa ed infine si stabilì a Londra, dove esercitò la professione di medico. Membro del Royal College of Physicians e ammiratore di Paracelso, si appassionò ai saperi occulti, utilizzandoli anche nella sua attività di medico: critico dell’opera di Keplero e Marin Mersenne, fu a sua volta attaccato da Pierre Gassendi. Nelle sue opere mescola esoterismo cristiano, cabala e osservazioni sperimentali. Questo trattato in seconda edizione (prima ed. 1687) si occupa di geomanzia, un antico sistema divinatorio, che Fludd definì “Astrologia terrestre”. (§) Caillet, III/p. 88 Ouvrage fondamental de Geomanzie ; Dorbon 5792: Très rares ouvrages sur un sujet peu étudié, la géomance 23. (Esoterismo - Letteratura cortese - Alchimia - Ermetismo) LORRIS Guillaume de - Jehan de MEUNG - Le Roman de la Rose. Revu sur plusieurs Editions & sur quelques anciens Manuscrits. Accompagné de plusieurs Ouvrages, d’une Preface historique, de Notes & d’un Glossaire. Amsterdam, Jean Fred. Bernard, 1735. 3 volumi in -12, pp. LXVIII, 362; (2) 424; (2), 384, legatura dell’epoca piena pelle, dorsi a nervetti con titoli e fregi oro (piccolo difetto ad una cuffia). Tagli decorati a spruzzo. Buon esemplare. Edizione curata da Lenglet-Dufresnoy, che riporta anche la prefazione di Clément Marot, che accompagnava le edizioni del 1527, 1529 e 1537. “Le Roman de la Rose” fu composto da Guillaume de Lorris tra il 1225 e il 1230, e poi da Jehan Clopinel de Meung che lo continuò a partire dal 1269 per terminarlo verso il 1278. Si tratta dell’arte di amare, espressa attraverso un sogno ricco di simboli dove si narra della conquista, in un giardino strettamente sorvegliato, di una rosa contenuta in un vaso di cristallo, nascosto all’interno di una fontana. Secondo gli studiosi dell’arte Alchemica, nella parte composta da Clopinel sono nascoste le chiavi dei misteri della filosofia ermetica (novanta versi sono dedicati all’Alchimia). Jehan de Meung credeva alla possibilità della trasmutazione e questo interesse gli provocò
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una reputazione di Alchimista. Ancora all’inizio del XVI sec. Bernard Palissy, uno dei più illustri scienziati del tempo, non esitava ad associare il nome di Jehan de Meung a quello di Geber e Arnaldo da Villanova. (♫) Caillet, 6802; Dorbon-Ainé, 2760. 24. (Esoterismo - Astrologia) MANZOLLI Pier Angelo - Marcelli Palingenii Stellati poetae Zodiacus vitae, id est de hominis vita, studio, ac moribus optime instituendis, libri XII... Rotterdam, apud Joannem Hofhout, 1722. In-8, (cm. 10,4x15,3), pp. 16,407, 47, frontespizio in rosso e nero e una bella antiporta allegorica figur. incisa all’acquaforte, legatura tutta pergamena coeva con tassello in oro al dorso, tagli colorati. Trattasi di una stimata edizione di questo celebre poema latino in esametri, suddiviso in 12 libri come i segni zodiacali, ma in cui l’astrologia riveste un ruolo marginale, essendo oggetto principale della poesia, l’esoterismo, lo studio della pluralità dei mondi e soprattutto la condanna degli abusi ecclesiastici della curia papale e romana con un’evidente simpatia per le tesi di Lutero e di Erasmo. L’opera, dedicata ad Ercole II d’Este, al suo apparire ebbe un rapido successo e fu molto conosciuta ed apprezzata negli ambienti protestanti e del Nord Europa. L’autore, umanista, medico e poeta, nato a Stellata, Ferrara nel 1500 e morto nel 1543, pubblicò quest’opera sotto lo pseudonimo di Marcellus Palingenius Stellatus, anagramma del suo nome, con lo scopo di nascondere la propria identità. Curioso è il fatto che le iniziali dei primi 29 versi del libro I ci danno proprio l’acrostico di questo nome. Dopo la sua morte, nel 1549, Paolo III istituì un processo contro la sua memoria e a seguito della sua condanna postuma, le sue ossa furono riesumate e arse al rogo. Nel 1558 questo lavoro fu messo all’Indice. (§) Brunet, IV, 318; Graesse, V, 106; Caillet 7096; Dorbon Ainé 2929; Melzi, II/304305 25. (Esoterismo - Ermetismo - Alchimia) (QUERCETANUS) DUCHESNE Joseph de la Violette - Le Grand Miroir du Monde. Deuxième Edition, reueue,
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corrigée & augmentée en divers endroits, & d’un livre entier, par l’Auteur. A la fin de chaque livre sont des nouveau adjoustees amples annotations & observations sur le texte...par S. G. S. Lyon, Heritiers d’Eustache Vignon, 1593. In -8 (cm. 16 x 10,5), (12 cc.), pp. 654, legatura del XVIII secolo piena pergamena. Seconda edizione (dopo la prima del 1587), nella quale compare per la prima volta il sesto libro. Opera divisa in sei libri con testo stampato in carattere corsivo, ad ogni libro segue un capitolo di annotazioni ed osservazioni stampate su due colonne in carattere romano. Leggermente rifilato al margine superiore. Joseph Duchesne (1544 - 1609), medico e alchimista francese, seguace di Paracelso, completò i suoi studi in medicina nel 1573 a Basilea. Nel 1593 si trasferì a Parigi e divenne fisico del Re Enrico IV. Per Duchesne la chimica era la chiave per accedere ai segreti della creazione, allo stesso modo la vera anatomia delle malattie dell’uomo va cercata “nella luce della Natura del Mondo Maggiore, del quale l’uomo è l’immagine”, secondo la dottrina dell’Arte Spagirica, da lui definita “Imitatrix Naturae”. In seguito alle sue dottrine entrò spesso in conflitto con la facoltà di medicina dell’Università di Parigi. Molti dei suoi libri vennero condannati. Questo poema alchemico, Le Grand Miroir du Monde, tratta lungamente la costituzione e le proprietà della materia, molte volte poste in relazione all’arte alchemica. (♫) Brunet, II, 855; Duveen, p. 492 (per la prima edizione 1587). 26. (Esoterismo) REUCHLIN Iohannis De arte cabalistica libri tres, iam denuo adcurate revisi. Hagenau, apud Iohannem Secerium, 1530. In-4 (cm.27 x 17), cc. 4, XC, legatura moderna in piena pergamena tit. su tassello al dorso. Bella marca tip. al front. Numerose citazioni in carattere greco ed ebraico. bei capilettera istoriati in xilografia di Holbein. Seconda edizione, raro. Buon esemplare.
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Ispirato dal lavoro di Pico della Mirandola, Reuchlin divenne uno dei fondatori della Cabala cristiana con la pubblicazione di De verbo mirifico (1494) e il De arte cabalistica (1517). Quest’ultimo lavoro, che è dedicato
a Leo X, è un dialogo socratico. Gli interlocutori sono Filolao (un pitagorico) Marranus (un maomettano di Costantinopoli). Questi due uomini erano giunti a Francoforte per incontrarsi con Simone, famoso cabalista ebreo; questi, invitati gli ospiti a casa sua, aveva illustrato loro i rudimenti della Cabala, spiegando i motivi per cui il mago, conoscendola, poteva operare miracoli. La Cabala era una teologia simbolica, nella quale non solo le lettere e i nomi, ma le cose stesse erano segni divini. Essa non poteva“essere ricercata né attraverso il contatto rozzo dei sensi, né attraverso gli argomenti inoppugnabili della logica. Il suo fondamento si trova nella terza regione delle conoscenze, dove non esiste prova evidente, né sillogismo dotato di forza dimostrativa. L’arte del cabalista è il mezzo per giungere alla conoscenza simbolica ed il cabalista è il tramite con cui Dio può compiere miracoli. Senza la Cabala sarebbe impossibile per l’uomo arrivare alla comprensione delle realtà divine, che non sono soggette alle argomentazioni razionali dei mortali, né ai sofismi irti di spine delle dispute, né ai sillogismi umani, proprio in virtù della loro natura divina”. Reuchlin situava l’uomo a metà fra il mondo fisico ed il mondo soprasensibile; egli poteva conoscere il primo con i sensi e con la ragione, il secondo con la mente; la mente era quindi considerata superiore alla ragione, perché era l’occhio dell’anima e poteva vedere il divino. (¤) Adams R-381; Caillet 9333 27. (Esoterismo - Steganografia Tecniche combinatorie) SCHOTT Gaspar (Caspar) Schola Steganographica, In Classes Octo Distributa quibus, praeter alia multa, ac jucundissima, explicantur Artificia Nova, Queis quilibet, scribendo Epistolam qualibet de re, & quocunque idiomare, potest alteri ablenti, eorundem artificiorum conscio, arcanum animi sui conceptum, sine ulla secreti latensis suspicione manifestare & scriptam ab aliis eadem arte,quacunque lingua, intelligere & interpretari. Norimberga, Sumptibus Johannis Andreae Endteri & Wofgangi Junioris Haeredum. Excudebat
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Jobus Hertz, 1665. In-4, pp. (36), 346, (10 indici e catalogo dei libri dell’autore), bella legatura in piena pelle dell’epoca, piatti con doppia cornice a motivi ornamentali impressi, dorso a 4 nervi, restauri alle cuffie. Frontespizio allegorico inc., front. in rosso e nero, al verso stemma di Ferdinando Massimiliano di Baden - Baden al quale è indirizzata l’epistola dedicatoria. Con 4 tavole ripiegate e 7 tabelle steganografiche fuori testo e numerose figure nel testo. Buon esemplare, con un leggero alone di umido al margine esterno delle prime 20 cc. Prima Edizione di uno dei più curiosi trattati sulle scritture segrete e sulle loro numerose combinazioni. La tecnica di nascondere un messaggio segreto all’interno di un testo fu teorizzata verso il 1500 dall’abate Tritemio che nella sua “Steganographia” illustrava la maniera di inviare messaggi tramite l’uso di linguaggi magici. Dopo Tritemio anche Caspar Schott si occupò di steganografia. Nella “Schola Steganographica” l’autore spiega, tra le altre cose, come occultare un testo in uno spartito musicale facendo corrispondere ogni nota ad una lettera. Propone, inoltre una variante del codice Ave Maria descritto da Tritemio. (♫) Caillet, III, 10007; Rosenthal, Bibliotheca Magica Casanatense, 1105; Bibliotheca Esoterica, 4442; Poggendorff, vol. II, p. 838. 28. (Farmacia - Medicina) BORGARUCCI Prospero - La Fabrica de gli Spetiali, partita in 12 distintioni. Doue s’insegna di comporre perfettamente tutte le sorti de Medicamenti, che più si costumano nella Medicina: ... Tratti da diuersi Antidotarij di Medici antichi, & moderni; & ampliati con belli, & utili discorsi. Con tutte le regole, & modi di preparargli, & conseruargli. Con la dichiaratione di molti semplici, che nelle compositioni de medicamenti sono compresi. Con la correttione delle Dosi, Pesi, Misure, & Succedanei: ... Nuouamente composta dall’Eccellente Medico, & Filosofo, Prospero Borgarucci. Con la tauola de’ Summarij di tutte le compositioni. In Venetia, appresso Vincenzo Valgrisio, 1566. In -4, pp. (32), 899, (1), legatura del XVIII secolo mezza pelle (cuffie
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restaurate), titoli oro sul dorso, angolo alto delle prime 9 cc. restaurato, con ricostruzione di alcune parole nelle prime 7. Marca tipografica incisa sul frontespizio e sul verso dell’ultima carta. Prima edizione, molto rara di questa farmacopea, nella quale, come indicato sul frontespizio, si insegna a produrre: “Conditi, Conserve, Sape, Giulebbi, Siroppi, Lambitivi, Decottioni, Infusioni, Elettuarij, Pilole, Trocisci, Collirij, Polveri, Olij, Unguenti, Ceroti, & Empiastri”. Prospero Borgarucci, medico di gran fama nato a Canziano nell’Umbria, conosciutissimo per le sue opere di anatomia, medicina e botanica, nel 1564 venne nominato professore di anatomia all’univèrsità di Padova. Nel 1567 ottenne il titolo di archiatra alla corte di Caterina de’ Medici, moglie di Enrico II re di Francia, e, cosa che lo rese ancora più famoso, ritrovò il manoscritto della Chirurgia Magna di Andrea Vesalio, del quale era stato allievo, lo acquistò e lo fece pubblicare a Venezia nel 1569. (♫) De Renzi, “Storia medicina italiana”, III/78. 29. (Filosofia) BRUNO Giordano - Jordani Bruni Nolani. De triplici minimo et mensura ad trium speculativarum scientiarum & multarum activarum artium principia, libri V ...Francofurti : Apud Ioannem Wechelum & Petrum Fischerum consortes, 1591. In-8 (cm. 15,5 x 9), pp.(8)],218,(2), bella legatura seicentesca in pelle di scrofa con motivi ornamentali impressi a secco ai piatti e al dorso, con fermagli funzionanti illustrazioni xilografiche in chiaroscuro nel testo disegnate e incise dall’autore stesso. Restauro alla cerniera inferiore. Firma d’appartenenza di mano seicentesca al centro del frontespizio vicino alla marca tipografica dell’editore. Leggere macchie di umidità e di muffe trattate ai margini esterni inf. Fori di tarlo restaurati con alcune lettere riprese a china. Nel complesso e, vista la rarità dell’opera, il libro si trova in più che buone condizioni e in una veste di gran pregio. Rara ed interessante edizione originale del noto trattato filosofico ‘De triplici minimo’, facente parte della trilogia latina delle opere stampate a Francoforte nell’anno 1591 presso l’editore Johan Wechel. L’opera, dedicata al duca Heinrich Julius, è strutturata in cinque libri nei quali il filosofo
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spiega attraverso la matematica concreta e qualitativa la tesi secondo cui nell’unità dell’infinito gli opposti si uniscono trapassando l’uno nell’altro, dunque in questo universo l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo coincidono, così la generazione e la corruzione, l ’ a more che unisce e l’odio che divide. Per il filosofo, il minimo rappresenta una precisa unità di misura che ha già in se tutte le caratteristiche della figura finale. Si tratta di una matematica con forti accenti metafisici poiché i profondi contenuti della natura sono accessibili proprio attraverso il ragionamento matematico. (¤)Adams, B-2951; Haywood, 23; Salvestrini, 197; Sturlese, 24; Zinner, 3428. 30. (Filosofia naturale - Immortalità dell’anima) DIGBY Kenelm - Two treatises: In the one of which, the nature of bodies; In the other, the nature of mans soul; is looked into: in the way of discovery of the immortality of reasonable souls. London, Printed for John Williams, 1658. 2 parti in 1 volume (la seconda con proprio frontespizio) in-4 piccolo (18,5 x 14) pp. (48), 429; 1 b. (10), 143 (1 b. - 3 privilegio in francese), legatura inglese dell’epoca in piena pelle, filetti e fregi a secco impressi sui piatti, dorso con titolo su tassello. Parte alta di una cerniera ottimamente accomodata, porzione del margine alto di 3 carte asportata, senza mancanze. Ottimo esemplare. Terza edizione della più importante tra le opere filosofico - scientifiche di Digby. Pubblicati per la prima volta a Parigi nel 1644 questi “Due trattati” mostrano una combinazione tra l’Aristotelismo e l’Atomismo. Vengono trattati argomenti quali l’identificazione cartesiana di spazio e materia, la teoria della caduta dei gravi di Galileo, le esperienze con i magneti, la luce, la gravità, sul pensiero e la conoscenza. Kenelm. Digby (1603 - 1665) personaggio eccentrico dai molteplici interessi, scienziato eccentrico, filosofo, cortigiano, corsaro, fu celebre per i suoi scritti relativi alla cosiddetta polvere simpatica, che applicata su un pezzo di benda che fosse venuto a contatto con una ferita, avrebbe causato dolore alla persona malata, ovunque essa si trovasse. (♫)
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31. (Filosofia) MORO Tommaso - L’Utopie. Idee ingenieuse pour remedier au malheur des Hommes; & pour leur procurer une felicite complette. Cet Ouvrage contient le Plan d’une Republique dont les Lois, les Usages, & les Coutumes tendent uniquement à faire fire aux Societes Humaines le passage de la Vie dans toute la doucer imaginable. Republique, qui deviendra infalliblement reelle, de que les Mortels se conduiront par la Raison. Traduite nouvellement en François par M. Guedeville. Leide, Pierre Vander A., 1715. In-12, pp.(146), 372, 48: ‘Catalogue de livres, de cartes geographiques, des villes, chateaux &c. de l’univers, ...’ legatura in piena pelle dell’epoca, dorso a 5 nervi con fregi e titolo su tassello incisi in oro, usura alle cuffie e alla cerniera superiore, bel frontespizio allegorico, frontespizio in rosso e nero, testatina con stemma, 16 belle tavole incise in rame f.t. , presente anche la tavola che rappresenta un uomo e una donna nudi, spesso mancante o censurata. Ottimo esemplare fresco e ad ampi margini. Interessante prima traduzione di Nicola Guedeville che afferma che l’opera del More è ‘un’idea ingegnosa per rimediare ai mali degli uomini e per procurare loro una felicità completa’ e che sarà realizzabile ‘quando i mortali si comporteranno secondo ragione’. (¤)
32. (Fisica - acustica - scienze) CHLADNI Ernst F.F. - Traité d’Acoustique. Paris, Courcier, 1809. In-8, pp. (4), XXVIII, 375, buona legatura dell’epoca mezzo marocchino rosso, dorso con titoli e filetti oro, e fregi a secco. Con 8 tavole fuori testo ripiegate alla fine del volume. Buon esemplare. Prima Edizione Francese, tradotta dallo stesso autore sulla originale tedesca del 1802. Edizione che comprende anche Programme de l’Institut de France dans lequel un prix est proposé pour la théorie
mathématique des plaques vibrantes, e due Rapports sur le Clavicylindre et sur les recherches acoustiques de l’auteur, pubblicati dallo stesso istituto negli anni 1808 e 1809. Ernst Chladni diede un grande contributo alla fisica
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moderna con le sue ricerche sull’acustica e sulla velocità del suono attraverso diversi tipi di gas. Studiando le vibrazioni impartite a lastre di vetro ricoperte di sabbia finissima (poi definite “Lastre di Chladni”), dimostrò che a uguali figure corrispondevano uguali suoni, ma che non accadeva l’effetto contrario. A lui sono stati intitolati un cratere lunare e un asteroide. (♫) Poggendorf I, 430; cf. Dibner, 150. 33. (Gastronomia) MASSIALOT M. - Le Nouveau cuisinier royal et bourgeois, ou cuisinier moderne. Paris, Didot, 1751. 3 volumi in-8, pp. (X)-544-(30); (6)-520-(38); (8)-400-(30), belle legature coeve in piena pelle a 5 nervi, con doppio tassello con titolo in oro e fregi al dorso, tagli colorati in rosso, sguardie marmorizzate. Buoni esemplari, qualche arrossatura. Rara edizione in 3 volumi (la prima ed.1691 in un solo vol.) illustrata da 9 tavole al I vol. di cui 5 ripiegate e 14 tavole al III vol. di cui 13 ripiegate, più alcuni disegni di piatti e portate nel testo. Grande classico della cucina francese sotto Luigi XIV quest’opera conobbe un duraturo successo durante tutto il XVIII sec. Massialot (1660 -1733) “chef de cuisine” di Philippe, duca d’Orleans, del duca di Chartres, del cardinal d’Estrées e di altri nobili francesi, fu il primo scrittore di cose gastronomiche che mise le ricette in ordine alfabetico e non in ordine di servizio come avevano fatto fino allora La Varenne, Pierre de Lune o L.S.R., e indicò, con appositi disegni, come apparecchiare le varie tavole per i suntuosi banchetti che allora erano di norma e la maggior parte di questi menu sono stati inventati e preparati nella corte del Re. Alla ns. ediz. sono state aggiunte numerose altre ricette di una altro famoso cuoco, il Signor de la Chapelle. Raro e introvabile lavoro. Questa edizione non è presente in nessuna biblioteca italiana e, inspiegabilmente, nemmeno alla Bibliothèque Nationale di Parigi che possiede altre edizioni. (§) Vicaire, p. 574-576 e Bitting, p. 314-315 34 (Gastronomia) NELLI Giovanni - Il re dei cuochi. Trattato di gastronomia universale contenente le migliori ricette per la preparazione di ogni sorta di vivande secondo i metodi della cucina milanese, napoletana, piemontese, toscana, francese, svizzera, tedesca, inglese, russa,... Milano, Lesgros Felice, 1868. In-8, pp.(4),XX,1008, doppio frontespizio, di cui uno inciso da Nelli e disegnato da Borgomai, antiporta incisa riportante nuovamente il titolo, 16 tavole fuori testo numerose ill. nel testo, legatura in tutta tela con titolo in oro al dorso. Prima edizione di questo famoso trattato che venne più volte ristampato,
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contenente quasi duemila ricette prese dalle migliori cucine tradizioni europee, ricchissimo di figure esplicative. (¤) Paleari, p. 519 35. (Gastronomia) DUBOIS Urban - Cuisine Artistique études de l’école moderne. Troisième edition. Paris, Dentu, 1888. 2 volumi in-4, pp. VIII-303; 427, legatura mezza pelle coeva, titolo in oro al dorso. Edizione riccamente illustrate da 75 tavole fuori testo nel primo volume e 91 tavole nel secondo volume; per un totale di 166 splendide incisioni di R. Werner y H. G. Brinckmann. Buoni esemplari. L’A. (1818 -1901), cuoco francese, fu stimato e apprezzato soprattutto per le sue opere che divennero dei classici nell’arte culinaria. Dopo il suo apprendistato presso la famiglia Rothshild egli lavorò presso tre grandi locali parigini: il cafè Tortoni, il caè Anglais, e le Rocher de Cancake. Prestò poi servizio in Russia presso il principe Alexi Fedevotich, cui dedicò la sua ricetta del « veau Orlov », e poi divenne cuoco di Guglielmo I re di Prussia e imperatore di Germania per vent’anni. Egli diffuse in Francia il servizio alla russa. Ottenne grande fama per le sue creazioni architettoniche e per l’ornamentazione dei suoi piatti che sono finemente riportati nelle tavole. La «cucina artistica», con le sue pompe, mirava a provocare un entusiasmo collettivo come avveniva durante i banchetti di militari, di
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cacciatori, di musicisti, eccetera, ognuno con i suoi apparati mastodontici gremiti dei simboli appropriati. (§) Vicarie 290, no in Bitting 36. (Geologia - Gran Bretagna) AA.VV. - Transaction of the Geological Society, established November 13,1807. Volume the third. London, Philipps, 1816. In-4, pp. (8)-444-(8), legatura mezza pelle moderna, titolo in oro su tassello al dorso, con 27 tavole (10 e 10bis) di cui una mappa geologica dell’Irlanda e una mappa di una parte del Southwestern del Somersetshire e 15 delle quali in cromolitografia. Tra gli autori Mac Culloch, Phillips, Seymour, Berger, Skey...
Terzo volume di questa importante pubblicazione edita dalla Geological Society of London, associazione scientifica del Regno Unito che nacque con lo scopo di studiare la struttura della Terra. È la più antica società di geologia del mondo, e anche la più grande in quanto oggi conta oltre novemila soci. La società, basata in parte sulla Società Askesian, fu fondata nel 1807. Tra i suoi membri fondatori si trovano, fra gli altri, William Babington, Humphry Davy e George Greenough. Ottenne il suo statuto reale da Giorgio IV nel 1805. Nel 1831 istituì un premio annuale, la medaglia Wollaston considerato il più importante premio conferito agli studiosi di Scienze della Terra. (§)
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37. (Gioco d’azzardo - Scacchi) ROSIGNOLI Carlo Gregorio - Il giuoco di fortuna, overo il bene, e ‘l male de’ giuochi. Modona, per Antonio Capponi, 1703. In-16, pp. 236, legatura tutta pergamena coeva con quattro nervi, finalini ornati. Buon esemplare leggermente rifilato con lievi arrossature. L’A. (1631-1707), padre gesuita e predicatore, noto per le sue opere teologiche di carattere moraleggiante atte ad emendare gli uomini dai “cattivi costumi”, in questo caso si scaglia contro quella serie di giochi quali i dadi e le carte che portano alla rovina dello spirito e anche… del portafoglio. A tale fine riporta una svariata serie di esempi, anche molto sollazzevoli, di casi disperati. Spazio è dedicato anche ai giochi “d’innocente ricreatione” come quello degli scacchi. (§) Vinciana, 155 “curiosa operetta nella quale l’A. offre curiosi esempi e novellette”. 38. (Gnomonica) BRUNI Theofilo Veronese - Armonia Astronomica, e Geometrica… Divisa in quattro Trattati ne’quali s’insegna la ragione e formatione di tutti gli Horologi… In Venetia, Varisco Varischi, 1622. In-8, pp. (12)-64-55-(1)-54-60-(8), legatura tutta pergamena coeva, con numerose fig. nel testo parte in legno e parte in rame, 3 tavole nel testo. Buon esemplare, qualche macchia. Seconda edizione (la prima è del 1621) di questa opera che si colloca tra le prime grandi imprese gnomoniche stampate in Italia nel XVII secolo. L’autore, frate cappuccino di Verona, esperto geometra, espone qui per la prima volta un modo pratico per la costruzione degli orologi solari rivolto a quattro categorie di persone: gli esperti nel calcolo teorico, gli abili nell’applicare il metodo geometrico, quelli che cercano solo l’ausilio delle tabelle e infine coloro che vogliono utilizzare solo strumenti. A tale proposito il primo trattato introduttivo spiega i mezzi necessari alla comprensione di “queste scienze” che sono una “particella” dell’Aritmetica, della Geometria e dell’Astronomia; il secondo trattato insegna la proporzione dei circoli celesti con nuove regole e brevi computi astronomici per trovare le altezze e distanze dei pianeti, delle città e per la formazione degli orologi a qualsiasi latitudine, in ogni piano e secondo le usanze del mondo; il terzo è dedicato alla descrizione degli orologi solari con metodi geometrici, e si insegna la
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costruzione di un “horologio universale”, un orologio ad una sola latitudine ed infine un metodo semplice per la fabbricazione di orologi solari piccoli e grandi, nei piani e concavi irregolari. Il quarto studio è dedicato agli orologi
portatili per il Sole, Luna e Stelle (alcuni degli orologi qui presentati sono inediti, almeno nella loro forma artistica e pare non siano stati mai più visti o ripresi in opere postume di gnomonica); segue la descrizione dei due orologi d’altezza, il primo dei quali è di invenzione dell’A., il secondo è invece il cilindro orario. (§) Riccardi, I/col. 196 (ritiene erroneamente questa la prima ed.) ; Vinciana, 1634; Olschki, 6220. 39. (Idrologia - Inghilterra) BRINDLEY James - The History of inland navigations, particularly those of the Duke of Bridgwater in Lancashire and Cheshire... The second edition wth additions London , Lowndes, 1769. In-8 (cm. 23), pp. (6),111, (1), legatura tutta pergamena rimontata. Con tre tavole f.t. ripiegate raffig. le carte topografiche dei canali navigabili che uniscono Liverpool ad Altrincham, a Hull e a Leeds. Buon esemplare in barbe, lieve arrossatura per la qualità della carta. (§)
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40. (Idraulica) CARDINALI Francesco (a cura) - Nuova raccolta d’autori italiani che trattano del moto dell’acque. Bologna, Jacopo Marsigli, 1823-45. Importante raccolta di 7 volumi in-4 (cm. 26,8) legatura mezza pelle ottocentesca, titolo in oro e numerazione su doppio tassello al dorso, piatti marmorizzati coevi. Buoni esemplari con larghi margini, fioriture sparse anche se non gravi. Numerose tavole fuori testo ripiegate. Fondamentale e rara raccolta che contiene opere idrauliche di scrittori italiani, pubblicate dal 1774 in poi. Nei primi sei volumi si trovano opere di: Bonati, Bruschetti, Carrara, Ferrari, Fossombroni, Lecchi, Lorgna, Marsigli, Masetti, Mengotti, Tadini, Zuliani. Nel settimo sono raccolti opuscoli di Corsini, Humboldt, Tadini, Fossombroni, Manetti, Libri, Guasti. (§)
41. (Illustrati dell’800) GRANDVILLE, J.J. Les étoiles, dernière féerie. Texte par Méry. Astronomie des dames par le C.te Foelix. Paris, G. De Gonet, éditeur, (1849) Due parti in un volume in-8, front. pp. XVI, 252, (1), 186, (1) cartonatura editoriale in percallina blu, con titolo e fregi in oro al dorso, ai piatti cornice a decori geometrici impressi a secco, al centro decoro floreale impresso a secco rialzato in oro, molto sbiadito. 15 tavole acquerellate f.t. disegnate da Grandville e incise da Geoffroy. Opera divisa in due parti, la prima comprende il testo di Méry sur les étoiles , la seconda parte fornito di un proprio frontespizio porta il sottotitolo Astronomie
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des dames sul testo di Foelix. Edizione originale. Jean - Isidore Gérard, detto ‘ Grandville’ (Nancy, 1803 - Parigi, 1847). Figlio di un miniaturista, nel 1825 si trasferì a Parigi, collaborò a numerose riviste tra cui ‘ L’Artiste’, le ‘Chiarivari’, la ‘Caricature’, le ‘ Magazin Pittoresque’.... La celebrità raggiunta soprattutto come caricaturista mise in ombra le altre varie sfaccettature di questo genio, la cui visione cosmica attraverso immagini esaltanti, effervescenti e fantastiche resta sempre tuttavia molto legata alla realtà. La sua vera poesia è l’Altrove, di là della moralità o dell’aneddoto, nei suoi ‘fleurs animés’ nelle sue étoiles’ verso cui lo portano gli slanci cosmici della sua visione, una visione ampia, penetrata da un senso acuto d’appartenenza organica dell’uomo al mondo. L’uomo è sempre posto al centro del mondo , perché è il solo che possa abbracciarne coscientemente la visione. Grandville ha saputo cogliere ‘ l’insolito’ della sua epoca, senza mai distaccarsi dal suo contesto organico, anzi al contrario Egli ha chiarito la sostanza realista, il fondamento naturale delle contraddizioni e delle antinomie, analizzando in maniera molto precisa le strutture del fantastico, raccogliendo gli elementi di una poesia esuberante e sana, risolutamente ottimista, perché ricca del senso di accordo umano e impeccabile nella sua autenticità. La conquista dell’Altrove costituisce ormai il fine ultimo delle nostre scienze e tecniche: degli uomini sono scelti, formati per un’esclusiva funzione: l’esplorazione sempre maggiore del possibile, pianeta dopo pianeta, di questo altrove che costituisce la realtà della nostra psicosi collettiva, ma per questi cosmonauti la situazione, una volta giunti nello spazio, è inversa l’altrove è sulla terra. Per Grandville l’Altrove è già una realtà. (¤)
42. (Illustrati moderni) BOCCACCIO Giovanni - Il Decamerone a cura di Fernando Palazzi con 101 tavole a colori di Gino Boccasile Milano, A la chanche du Bibliophile, 1955. 2 volumi in-4 (35,5), pag. 601, 542 + 101 tavole a colori, legatura tutta pelle blu scuro, con restauri alle cerniere, impressioni a secco sui piatti, titolo in
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oro al dorso. Edizione speciale su carta Fabriano di 500 copie numerate (la nostra è la n. 387). Le gustose tavole per il primo volume furono disegnate dal famoso grafico e illustratore Boccasile; a causa però della sua prematura scomparsa l’opera e’ stata completata con tavole di Sante Albertarelli, Giulio Bertoletti, Giorgio De Gasperi e Walter Molino. (§) 43. (Illustrati moderni) BUCCI Anselmo - CROQUIS DU FRONT ITALIEN. 50 pointes sèches documentaries. Paris, 1917. 4 album in-folio (cm 36x28) brossure originali contenenti le 54 incisioni alla puntasecca firmate a mano dall’artista più le due prefazioni (in italiano e francese) che portano a loro volta 3 incisioni non firmate di cui una ripetuta. Tiratura di 125 esemplari. Questo è uno dei 100 su carta Hollande con filigrana “Delatre”. Ogni album porta una numerazione differente riportata a matita su ogni foglio e rispettivamente: Album N° 1 24/100 (con il primo foglio firmato a matita rossa), Album N° 2 15/100, Album N° 3 2/100, Album N° 4 5/100. Nel 1915 Bucci appena rientrato da Parigi si arruola volontario nel
Battaglione Lombardo Ciclisti al fianco dei futuristi Martinetti, Boccioni e Sant’Elia. In queste incisioni racconta la propria esperienza, ed invece di soffermarsi sugli aspetti spettacolari o drammatici della guerra si dedica alla rappresentazione dei momenti di riposo e di quiete, visti con l’occhio dell’artista e del camerata in una serie di poetici bozzetti in cui anche il nemico è rappresentato con ammiccante, umana ironia. Anselmo Bucci (Fossombrone , 1887 – Monza, 1955) segue i corsi dell’Accademia di Brera prima di recarsi a Parigi dove inizia ad interessarsi
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all’incisione. In patria fu uno dei fondatori del movimento Novecento. Fu anche scrittore e giornalista. (®) 44. (Illustrati moderni) (Nielsen Kay) GRIMM - Fleur de neige et d’autres contes. Illustrations de Kay Nielsen. Paris, H. Piazza, L’Edition d’Art, 1929. In-4 gr., pp. 117, brossura editoriale figurata, 12 tavole f.t. di Kay Nielsen, iniziali e finalini disegnati da Pierre Courtois. Tiratura limitata su carta Giappone a 2400 esemplari, il nostro è il n. 743 Kay Rasmus Nielsen (Kobenhavn, 1886- Hollywood, 1957). Figlio di noti attori del teatro di prosa danese, coltiva fin da bambino il disegno dando espressione grafica alle suggestioni derivantigli dalla lettura delle fiabe. Componente fondamentale della sua arte d’illustratore è l’assimilazione della lezione di grafica orientale, con la quale aveva familiarità. Ma è soprattutto alla scuola delle miniature persiane e indiane che si è formato il suo gusto di illustratore, che con le opere di esordio della prima metà degli anni ’10 è stato l’antesignano di una linea di gusto che incontrerà larga fortuna negli anni’20. Nel 1917 tiene la prima esposizione negli Stati Uniti. Dal 1918 al 1922 lavora in Danimarca. Nel 1926 torna a Londra e nel 1928 emigra negli Stati Uniti. Lavora anche per l’industria cinematografica: uno dei suoi primi lavori è rappresentato dalla collaborazione a Fantasia di Walt Disney. (¤) 45. (Illustrati moderni) (MAILLOL Aristide) - Virgile. LES GEORGIQUES. Texte Latin et version Française de l’Abbé Jacques Delille. Paris, Philippe Gonin Editeur 1937-1950.
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2 volumi in-folio (cm 33x25) più 2 cartelle contenenti le doppie suites (in nero ed in bistro) delle oltre 100 illustrazioni realizzate in xilografia e stampate su 144 fogli recanti ognuno timbro dell’artista e numerazione 59/100. Edizione di 750 esemplari su carta con filigrana “Mailloil Gonin” e legatura in mezza pergamena. Questo è l’esemplare numero 545 ulteriormente arricchito da una camicia contenente 10 prove di stampa di primi stati delle
incisioni stampate su carta “Cina”. Maillol inizia a lavorare alle incisioni nel 1937, nel 1939 esce un prospetto dell’editore che annuncia l’imminente pubblicazione dell’opera che invece non vedrà la luce che molti anni più tardi, dopo la morte dello stesso Maillol. Aristide-Jean Bonaventure Maillol (Banyuls-sur-mer 1861 – 1944) arriva a Parigi ventunenne e si iscrive all’Ecole des Beaux-Arts nel 1885. Dopo un iniziale interesse per le arti decorative, arazzi, ceramiche, pannelli in legno inizia a dedicarsi alla scultura ed anche all’incisione. La sua opera è caratterizzata dallo studio della figura umana e dall’armonia delle sue forme. (®) 46. (Illustrati moderni) MUCHA – FLERS. Ilsée, Princesse de Tripoli. Paris, H. Piazza, 1897. In-4 (cm. 32 x 25), pp. 152, 132 litografie a colori (di cui 5 fuori testo) tirate dalla stamperia Champenois su torchio a braccia, rialzate in oro ed argento. Legatura in mezza pelle dell’epoca con titolo e ricchi fregi in oro al dorso, conservate all’interno la brossura editoriale una seconda brossura impressa in rilievo “gauffré” e i piatti del contenitore. Esemplare arricchito dalla sottoscrizione composta da una brossura e 4 pagine litografiche. Tiratura di 252 esemplari numerati. Uno dei capolavori di Mucha e dell’Art Nouveau. Alfons Mucha(Ivancice, Moravia,186o Praha, 1939)E’ stato attivo come pittore, cartellonista, illustratore, disegnatore di mobili, elementi di arredo, vetrate, oggetti d’uso, gioielli , costumi teatrali. Pertanto la sua produzione artistica è molteplice e svariata comprende manifesti, ex libris, calendari, menù, programmi, stampe decorative, grafica commerciale e pubblicitaria, carta moneta, francobolli. Riscuote un gran successo tanto da deteminare la nascita dello ‘Style Mucha’. Lo ‘style Mucha’ diventa a Parigi sinonimo di moderno, l’iris è
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chiamato “fleur Mucha”. Nella fase matura dell’opera di M. l’intelligente interpretazione dei mezzi tecnici, come la fotocromolitografia, e l’eccezionale fantasia decorativa gli consentono di creare lavori ricchi di implicazioni tipologiche e formali per l’evoluzione della decorazione e illustrazione del libro. La carica di simbolismo e mistero orientale esotico che egli introduce sia nei contenuti figurali sia negli elementi decorativi, e la carica di sensualità che sa attribuire al tipo femminile, protagonista di tutta la sua arte., esercitano un’attrattiva particolare sui contemporanei. (¤) 47. (Illustrati moderni) NICHOLSON William - AN ALMANAC OF TWELVE SPORTS. Words by Rudyard Kipling. London, William Heinemann 1898. In-folio (cm 32x25), cartone editoriale illustrato, serie di 12 litografie a colori (tratte con procedimento di riporto dalle xilografie originali dell’artista) raffiguranti uno sport per ogni mese cui è abbinato un sonetto di Kipling. Sir William Nicholson nato nel Nottinghamshire nel 1872, visse fino alla rispettabile età di 77 anni. E per quasi mezzo secolo si dedicò alla pittura di ritratto. I suoi soggetti erano soprattutto personaggi della nobiltà inglese, compresa la famiglia reale, e per questa attività nel 1936 fu elevato al rango di baronetto. Ma il suo contributo più originale all’arte britannica è nell’attività di illustrazione cui si dedicò soprattutto all’inizio della carriera. In particolare sono straordinarie le serie di litografie e xilografie che incise per l’editore William Heinemann. In queste serie è irresistibile il contrasto tra la forza del tratto e la sottile ironia che pervade le scene. Nell’Almanacco di dodici sport pubblicato nel 1898, l’editore ebbe l’idea di completare le illustrazioni con «parole di Rudyard Kipling», come si legge sulla copertina. L’autore di riferimento dell’era vittoriana (Il libro della giungla è la sua opera più nota) compose per l’occasione dodici piccoli capolavori di umorismo sotto i baffi. Non facili da rendere in italiano perché, a volte, giocati su riferimenti di immediata comprensione per il pubblico colto dell’Inghilterra di fine Ottocento ma del tutto oscuri oggi. (®)
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48. (Illustrati moderni) SCHMIED François - Louis. Ruth et Booz. Traduction littérale des textes semitiques par le docteur J. C. Mardrus. Paris, chez F. L. Schmied, 1930. In folio (cm. 35,2 x 23,5), brossura editoriale camicia e custodia, pagine a fogli sciolti, 16 illustrazioni incise in xilografia a colori di cui 12 a doppia pagina. Tiratura limitata di 155 copie su “Papier de Madagascar”, il nostro è l’esemplare n. 133, firmata a matita dall’artista. Tra i capolavori di Schmied nei quali si evidenzia la sua capacità oltre che di illustratore anche di curatore editoriale. Nella prefazione scritta dal figlio dell’artista si trova un inno al sole e alle sue più occulte qualità, l’elogio del poeta Mardrus, il quale è riuscito a cogliere la spontaneità e semplicità dei testi orientali che ha tradotto, quelle qualità che rendono l’uomo capace di essere felice della vita. François-Louis Schmied (Ginevra 1873 - 1941)Figlio di un ex colonnello dell’esercito francese in Algeria e di madre originaria del Vaud. Studiò nella scuola municipale di Arti Industriali come apprendista di incisione su legno. Dopo 5 anni si trasferì a Parigi , dove lavorò per la ditta George Auber di intagli su legno. Gli venne affidato l’incarico di incidere le illustrazioni di
Jouve per il Libro della Giungla di Kipling e riscosse molti apprezzamenti per la precisione con la quale era riuscito a riprodurre i bozzetti di Jouve. Questa precisione era dovuta all’impianto per la stampa e all’acquisto di un torchio al quale lavorava Pierre Bouchet. Dopo la guerra Schmied si dedicò alla produzione globale di edizioni di lusso delle quali lui stesso curava l’illustrazione, la parte tipografica sia la composizione dei caratteri e il progetto grafico della pagina nonché la stampa stessa. Partecipò a diverse
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mostre ed esposizioni, a volte da lui stesso organizzate ed allestite presso la Galleria George Petit, assieme a Dunand, Goulden e Jouve. Nel 1927 tenne una personale di dipinti e di rilegature a New York (alcuni volumi erano prezzati intorno a $ 10.000 ). Il collasso dell’economia mondiale ebbe per Schmied effetti drastici, infatti la richiesta di edizioni di lusso diminuì notevolmente. Iniziarono a girare sul mercato le sue opere di seconda mano. Al fine di proteggerne il valore cercò di acquistarne il più possibile accelerando in questo modo la propria bancarotta. Nel 1935 chiuse lo studio e molti dei suoi libri vennero venduti all’Hotel Druot di Parigi. Schmied andò in esilio in Marocco. Durante il suo esilio tornò ancora diverse volte a Parigi per curare l’esecuzione di incarichi eccezionali per libri come il Faust e Le tapis de prière. (¤) 49. (Illustrati moderni) (SCHWABE Carloz) - Catulle Mendés. Hespérus. Paris, Société de Propagatione des livres dìart, 1904. In-4 (cm. 28,5 x 20), pp. 96, bella brossura edit. litografica a colori, con cartella custodia in m. pelle con tit. in oro al d. e cofanetto. Illustrato da un frontespizio rialzato in argento e 12 stupende tavole f.t. colorate a mano di Schwabe, ciascun capitolo è inoltre corredato da un’illustrazione floreale f.t., una testatina e un finalino, il tutto col. a mano. Tiratura di 350 esemplari. Il nostro esemplare è il n. 229 impresso per Monsieur F. Renon. Esemplare fresco e a buoni margini. Carlos Schwabe. (Altona 1866 - Davon 1926). “...Dotato di uno straordinario magistero del disegno, si distingue per l’estrema cura del dettaglio delle sue composizioni. E’ soprattutto nella rappresentazione dei fiori e di diafane femminili, le cui sembianze angeliche lasciano tuttavia trasparire il latente erotismo, che l’artista consegue i suoi risultati migliori, evocando atmosfere di un misticismo intriso di mistero e di sensualità.” Diz. degli illustratori Simbolisti e Art Nouveau p. 181-182. (¤) 50. (Illustrati moderni) (TOULOUSE-LAUTREC Henri de) - Georges Clemenceau. AU PIED DU SINAI. Paris, Henri Floury 1898. In-4 (cm 27,5x21) legatura in mezza pelle blu con titolo in oro al dorso,
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illustrato fuori testo da 10 litografie dell’artista (Wittrock 189-198) più la copertina a colori (Wittrock 188) cui si aggiunge un’altra suite delle 10 litografie stampata con colori diversi su carta “Cina”. Edizione di 380 esemplari. Questo è l’esemplare n° 185, uno dei 355 su carta “Arches”. Sarà proprio nel 1897 studiando la fisionomia semita per questo libro che Toulouse Lautrec si appassionerà al soggetto utilizzandolo dopo questa data per molte altre illustrazioni. Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec (Albi, 1864 – Saint André-du-Bois 1901) fu uno dei più importanti e noti artisti dell’800, pittore ma soprattutto disegnatore, illustratore e cartellonista ha segnato profondamente l’arte di fine secolo con il suo tratto espressivo ed ironico capace di rendere in modo magistrale la Parigi dei caffè-concerto, teatri, circhi e postriboli. (®) 51. (Inquisizione) CARENA Cesare - Tractatus de Officio Sanctissimae Inquisitionis, et modo procedendi in causis fidei, in tres partes diuisus. ...His accesserunt quindecim quaest. ad inquisitores D. Guidonis Fulcodij,.. Hac nouissima Editione addita fuit Praxis Inquisitorum Francisci Pegnae Sacrae Theologiae, ac I.V.D. cum additionibus Carenae & Tractatus de Strigibus eiusdem Carenae, cum indicibus copiosissimis. Lugduni, sumptibus Laurentij Anisson, 1669. In-folio, pp (28), 501, 65, (manca l’ultima bianca). Segn.: *4 e6 i4 A-2Z6 3A8. - Ultima c. bianca, legatura dell’epoca piena pergamena floscia con laccetti, titolo calligrafato sul dorso. Front. stampato in rosso e nero con marca tipografica incisa (giglio in cornice figurata). Capilettera e fregi xil. nel testo. Margine alto del frontespizio rifilato, carte di guardia sostituite. Importante e raro manuale inquisitoriale di Cesare Carena, giureconsulto, teologo e alto funzionario del Santo Uffizio a Cremona, in quegli anni sotto
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la giurisdizione spagnola. L’opera è divisa in tre parti, la prima riguarda la potestà del Pontefice Romano, e descrive l’istituto della Santa inquisizione romana e spagnola, i suoi ministri e la loro elezione. La seconda tratta delle Eresie e di tutti i reati spettanti al Tribunale della Santa Inquisizione. La terza parte riguarda la teoria e la pratica criminale relativa al Sacrosanto Tribunale. Segue il trattato Quaestionem quindecim ad Inquisitores del Card. Guido Fulcodio (che divenne Papa Clemente IV), Una Praxis Inquisitorum del teologo Francesco Pegna ed un trattato finale sulle streghe e i loro malefici “ Annotationes ad modo procedendi in causis Strigum, & Maleficorum dello stesso Cesare Carena. (♫) 52. (Inquisizione - Tortura) GUAZZINI Sebastiano - Tractatus ad defensam Inquisitorum, Carceratorum, Reorum & Condemnatorum super quocunque crimine | Sebastiani Guazzini | de civitate Castelli I.C. et in Romana curia advocati | Opus novum, summo studio digestum, omnibus Magistratibus, & Judicibus, tam sæcularibus, quàm Ecclesiasticis ad evitandas nullitates, & injustitias Advocatis, Procuratoribus, causarum criminalium Defensoribus, atque excusatoribus ad Reos tuendos, etiam in unaquaque processus parte maximè utile, & necessarium | IN QUO plura STATUTA, DECRETA, BULLÆ SUMMORUM pontificum, & præsertim Gregorii XIV. Super Immunitate Ecclesiastica, Constitutiones, Pragmaticæ, Ritus, & Consuetudines diversorum locorum, & Provinciarum declarantur, ac referuntur quam plurimi casus in contigentia. Samuelis Chouët, 1654. Due parti in un volume in- folio, (6 cc.) 363; 303 (22 cc) legatura in piena pergamena, titolo manoscritto al dorso. Frontespizio stampato in rosso e nero, marca tip. incisa ai frontespizi. Leggere tracce di umido al margine bianco della seconda parte del volume, lieve lavoro di tarlo al margine inferiore e interno delle pp. 123-142 del I vol. Leggere bruniture dovute alla consistenza della carta dell’epoca. Fondamentale opera del giurista umbro nato a Città di Castello, dedicata interamente alla difesa degli inquisiti e dei carcerati. Tra gli argomenti trattati figurano: cattura, carcerazione, inquisizione, tortura, confessione, sentenza, appello, esecuzione e pena capitale. (¤) 53. (Letteratura francese - Figurati ‘700) [CHODERLOS DE LACLOS PierreAmbroise-François] - Les liaisons dangereuses. Lettres recueillies dans une société et publiées pour l’instruction de quelques autres par C*** de L***. Londres, 1796. 2 volumi in-8, pp. 415; 398, legatura vitello coevo, dorso liscio con dorature, titoli e numerazione dei tomi su tasselli di marocchino verde, piatti inquadrati da filetti dorati (usure alle cuffie e in alcuni punti delle cerniere). Figurato
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con 2 antiporta e 13 tavole fuori testo (in prima tiratura) di Monnet, M.lle Gérard e Fragonard fils, incise in rame da Langlois, Le Mire, Bertaux et Dupréel ,Godefroy, Trière, Patas, Masquelier, Baquoy,et Simonet. Rara edizione, stampata nel 1796 con il tratto doppio sotto la data (caratteristica che la distingue, insieme ad alcune altre differenze tipografiche dalla contraffazione). Con le belle illustrazioni che segnano il passaggio dell’estetica del XVIII secolo a quella del XIX. Cohen 235. Pierre-Ambroise-François Choderlos deLaclos, scrittore ed ufficiale francese (Amiens, 1741 - Taranto, 1803) entra a diciotto anni come aspirante alla scuola d’artiglieria di La Fère, celebre per il suo insegnamento delle discipline matematiche. Ne esce tenente a ventidue anni dopo aver compiuto studi brillanti. Diventa capitano nel 1771, aiutante-maggiore nel 1772, ed infine Capitano comandante (generale) nel 1780. Nel 1781 Laclos ha quarant’anni, concepisce allora la scrittura de Le relazioni pericolose. Chiede un congedo di sei mesi, si chiude a La Rochelle e scrive di getto uno dei capolavori della letteratura del XVIII° secolo. Agli antipodi dello stile preromantico della sua epoca ma ancora intriso delle atmosfere galanti e libertine del primo Settecento, Le relazioni pericolose è un’opera amara, lucida, ironica: il libertinaggio vi è messo in scena quanto denunciato. Ma è anche un romanzo d’amore, nel quale Choderlos de Laclos esamina con forza i dettagli del cuore umano, pur condannando i difetti del suo secolo. Laclos morirà in Italia, a Taranto, al seguito dell’armata napoleonica. (♫) 54. (Letteratura francese) DE LA MOTTE Antoine Houdar (ou Houdart) - Fables nouvelles dedie’es au roy... Avec un discours sur la fable. Quatrième Edition. Amsterdam, chez R. & J. Wetstein, &vG. Smith, 1727 Due volumi in -8, pp. 210, 153, (3), legatura in piena pelle dell’epoca
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con fregi e titolo in oro su tassello al dorso, antiporta incisa in rame firmata C.A. Coypelino, 99 tavole f.t. , ogni vignetta è incastonata in una ricca cornice a motivi a volte geometrici a volte floreali sempre diversa. Alla carta bianca dedica cancellata da antico inchiostro. (¤) Brunet III, 801 “jolie édition”; Graesse p. 90. 55. (Letteratura francese- Illuminismo) MERCIER Louis Sebastien - L’AN DEUX MILLE QUATTRE CENT QUARANTE. Reve s’il en fut jamais a Londres, S.L., 1775. In-8 (cm. 17,7 x 10,5), pp. VIII,472,III, legatura in piena pelle dell’epoca, dorso a cinque nervi, titolo su tassello e fregi in oro, cuffie e angolo inferiore leggermente usurati. Tagli rossi. Buon esemplare, fresco di questo celebre romanzo utopistico, apparso originariamente nel 1771. Il romanzo, un immaginario viaggio nella Parigi del XXV secolo, delinea il profilo della società francese, e parigina in particolare, in un futuro in cui siano stati realizzati i progetti dei philosophes, anticipando in un certo modo le trasformazioni rivoluzionarie. (¤) 56. (Letteratura francese) RABELAIS François - Le Rabelais Moderne, ou Les Oeuvres de François Rabelais, Docteur en Medecine, Mises a la portée de la plupart des Lecteurs, avec des Eclaircissements historiques, pour l’intelligence des allégories contenues dans le Gargantua, & dans le Pantagruel. Amsterdam (Paris), chez Frederic Bernard, 1752. 6 tomi in 8 volumi in -12, pp. (4) 247; (4) 417 (1); 431; 288; (2) 326; 270; (4) 290; (4) 445 (1), legatura piena pelle dell’epoca, dorsi lisci con fregi in oro, titolo e numerazione su tasselli di marocchino, tagli decorati a spruzzo. Ottimo esemplare. Edizione Originale di questa versione “modernizzata” delle opere di Rabelais curata da François-Marie de Marsy che si proponeva di rendere più accessibile uno dei testi più importanti della storia letteraria francese, rispetto alle versioni più erudite pubblicate fino ad allora. (♫) 57. (Letteratura gaelica - Poesia - Saghe celtiche) (MACPHERSON, James) - Le poesie di Ossian figlio di Fingal, antico poeta celtico. Ultimamente scoperte, e tradotte in prosa Inglese da Jacopo Macpherson, e da quella trasportate in verso Italiano dall’ab. Melchior Cesarotti. Padova, Giuseppe Comino, 1763.
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In-8, pp. XLVII, (2), CCCXXV, (1), CCCLXXXVI (6 con privilegio e catalogo editoriale), legatura dell’epoca piena pergamena, dorso liscio con titoli su tassello e filetti oro, tagli marmorizzati, antiporta incisa da Ant. Baratti e vignetta al frontespizio del tomo I, finalini e qualche fregio tipografico. Prima Traduzione Italiana, a cura dell’abate padovano Melchiorre Cesarotti. I Poemi di Ossian, resi famosi dal poeta scozzese James Macpherson (che fra il 1760 e il 1765 ne pubblicò varie raccolte, presentandole come traduzioni degli stessi), esercitarono un notevole influsso sulla poesia del Romanticismo, influenzando poeti come Johann Wolfgang von Goethe, che ne fu grande ammiratore, e Ugo Foscolo, che ne riportò alcuni spunti nei suoi Sepolcri. I Poemi di Ossian, che egli fece passare come una rielaborazione dei testi di un leggendario bardo gaelico, da lui raccolti nelle Highlands, attraverso il racconto delle gesta di Fingal e di un altro leggendario eroe irlandese, Chú Chulainn, esprime nostalgia per l’eroico passato pagano. (♫) Gamba, n. 2631; Graesse, V, 60; Salimbeni, n. 183. 58. (Letteratura italiana - Figurati del’500) ARIOSTO Lodovico - Orlando Furioso. Tutto ricorretto, et di nuove figure adornato. Con le annotazioni di Ieronimo Ruscelli La vita dell'Autore descritta dal sig. Giov. Batt. Pigna di nuovo aggiuntovi li cinque canti del medesimo Autore. Venetia, Felice Valgrisi, 1587. In-4° (cm. 25.7 x 17.6), pp. (8), 654, (17),. legatura del XIX secolo in mezza pergamena con angoli, tit. in oro su tass. Frontespizio in bella cornice architettonica xilografica, testo su due colonne, 51 illustrazioni a piena pagina incise in xilografia. di G.Porro da disegni di Dosso Dossi. Capilettera, testatine, finalini e cornici xilografiche agli “argomenti” dei canti. Questa edizione contiene i 5 canti aggiunti non presenti nell'edizione originale del 1556 con proprio frontespizio. Bella copia fresca e ad ampi margini. Ristampa dell’edizione di Valgrisi del 1580 a spese di Valerio Bonelli la cui sottoscrizione si trova in fine del volume. Agnelli -Ravegnani I, 161
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59. (Letteratura italiana) DANTE (Alighieri) - La Divina Commedia di Dante Alighieri nobile fiorentino. Ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca, seconda impressione Accresciuta degli argomenti, allegorie, e spiega de’ vocaboli oscuri. In Napoli, nella stamperia di Francesco Laino, 1716. In -16, pp. (8), 570, legatura dell’epoca piena pergamena rigida, titoli calligrafati sul dorso. Vignetta con impresa dell’Accademia della Crusca (il “frullone”con il motto del Petrarca “il più bel fior ne coglie”) sul frontespizio. Ottimo esemplare. Buona edizione della Divina Commedia, la seconda pubblicata nel XVIII secolo, dopo quella rarissima e pressochè sconosciuta del 1702. Si tratta della ristampa dell’edizione di Firenze del 1595, ma più corretta per la revisione di Cellenio Zacclori (anagramma di Lorenzo Ciccarelli). Gli argomenti e le allegorie provengono dall’edizione Giolitiana del 1555. (♫) Mambelli, n. 57. 59 bis. DANTE (Alighieri). La Divina Commedia di Dante Alighieri Nobile Fiorentino. Ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca. Con Privilegio. In Firenze per Domenico Manzani 1595. Napoli. In -8, pp. (7, manca 1 bianca) 493 (29). Vignetta con impresa dell'Accademia della Crusca (il “frullone”con il motto del Petrarca “il più bel fior ne coglie”) sul frontespizio, marca tipografica del Manzani al colophon e una terza figura che raffigura la gatta che aziona il frullone. Con una incisione fuori testo: “Profilo, e misvre dell Inferno di Dante secondo la descrizione d’Antonio Manetti Fiorentino.”. Leg. piena pergamena. Pregiata edizione della commedia curata da Bastiano de’ Rossi, segretario dell'Accademia della Crusca, dedicata a Luca Torrigiani. Il de’ Rossi usò come testo di riferimento l’edizione aldina del 1502, consultando, nel contempo, oltre 100 codici antichi. Mambelli, 51; Gamba, 392. Fond. Besso, Ed. delle Opere di Dante, p. 37; De Batines, I, 116. (♫)
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60. (Letteratura italiana) MACHIAVELLI Niccolò - Tutte le opere di Niccolò Machiavelli cittadino et secretario fiorentino, divise in due parti, et di nuovo con somma accuratezza ristampate. S.l., 1550. In-8, pp. (4), 8, 351, 116, 304, 168,170, legatura in piena pelle posteriore con titolo in oro su tassello al dorso. Sei frontespizi con alla marca tipografica il ritratto del Machiavelli. Lavori di tarlo interessano il testo con maggiore evidenza dalle pp.143 alle pp. 155, altri piccoli fori di tarlo si trovano ai margini. Nell’ultima pagina si trovano due rinforzi cartacei che non interessano in alcun modo il testo. Bella edizione detta dalla Testina, per il ritratto del Machiavelli che si trova al frontespizio e che si era posto già nell’edizione dei Discorsi del 1540. Il Gamba riferisce di 5 diversi esemplari della edizione dalla testina, la nostra stando alle sue minuziose descrizioni è la num. 2 quella cioè che riporta il frontespizio con il ritratto del Machiavelli e la data MDL nelle prime quattro opere e solo nell’Asino d’oro riprende l’antiporta come nella precedente edizione. (♫) Gamba 623 n.2 61. (Letteratura italiana) PETRARCA, Francesco. Il Petrarcha con l’espositione d’Alessandro Vellutello e con più utili cose in diversi luoghi di quella novissima da lui aggiunte. Venezia, Per Bartolomeo Zanetti ad istantia di Messer Vellutello e Messer Giovanni Giolito da Trino, 1538 In- 4 (210 x 146.), pp. 1 c.b., (10), 160 numerate III-160, (44), 1 c.b. legatura in piena pelle del XVIII sec., dorso a cinque nervi con tit. su tassello e fregi in oro, restauri alle cuffie. Ritratto dell’autore al frontespizio, mappa della Valchiusa a doppia pagina in xilografia, note a matita ai margini. Leggero alone di umidità da pag. 71 a pag. 91 e da pag. 145 a pag. 158 al margine inferiore bianco.
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Una delle migliori edizioni con il commento del Vellutello, che dà al canzoniere un ordine diverso dalla maggior parte dei codici e delle antecedenti edizioni, dividendo l’opera in tre parti anziché in due...la prima raccoglie le poesie amorose a Laura in vita, la seconda le poesie amorose a Laura dopo la sua morte e la terza le poesie non amorose (Bongi). (¤) Adams p. 804; Bongi p. 7-8; Essling 100. 62. (Letteratura Latina - Vino - Gioco) OBSOPOEUS Vincentius - De Arte Bibendi, lib. quatuor, et Arte Jocandi, lib. quatuor, accedunt Artis Amandi, Dansandi practica; item Meretricium Fides: aliaque Faceta Lugduni Batavorum, Ex Typographia rediviva, 1648. In-16, (12,5), pp. (8), 135, (1), 280, legatura mezza pergamena con tassello in oro al dorso (bordi della leg. usurati). Frontespizio bicromo con marca xilogr. raffigurante la verità ignuda. Opsopoeus è lo pesudonimo classico di Vinzenz Heidecker poeta latino tedesco che studiò a Wittemberg e dal 1524 visse a Lipsia godendo dell’amicizia di Melantone e del “Camerarius”: di formazione classica fu docente di varia umanità esercitando ad Ansbach, dove esercitò anche l’incarico di Rettore. Egli raggiunse sorprendente celebrità con questo lavoro (Norinberga 1536) ad imitazione dell’Ars amandi ovidiana sull’arte di bere senza divenir ebbri. L’opera comprende anche l’elegia “In Ebrietatem” di Nicodemo Frischlin, i “Variorum auctorum practica artis amandi et declamationes” di Philip. Beroaldi, con proprio titolo e paginazione e testi faceti e maccheronici di Antonino Arena. Per la sua bellezza e qualità quest’opera fu ritenuta per molto tempo stampata dagli Elzeviri, per venir poi attribuita dal Willems allo stampatore di Leida, Abr. Commelin. Acclusi anche i quattro libri di Matth. Delio di Amburgo, “De arte jocandi”, la storia di Lucrezia e Eurialo di Enea Silvio e molti altri opuscoli. (§) Vicaire 637; Bitting 348; Simon, Bibl. Bacchica, II, 476; Willems 1650, “Volume peu commun et d’une belle exécution”. 63. (Letteratura spagnola - Barocca) GRACIAN, Lorenzo. Il Criticon overo regole della vita Politica Morale di Don Lorenzo Gracian. Tradotte dallo Spagnuolo in Italiano da Gio. Pietro Cattaneo. Divisa in tre parti: la prima la primavera della fanciullezza. La seconda l’estate della gioventù. La terza
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l’inverno della vecchiezza. Venezia, Appresso Nicolò Pezzana, 1685. In-4 (cm. 21,6 x 15), pp. (4), 312, legatura in pergamena dell’epoca con titolo manoscritto al dorso, marca tip. sul front. con giglio fiorentino in cornice, testo su due colonne. Bell’esemplare, fresco. Prima edizione italiana. Baltasar Gracián y Morales (1601-1658), è stato un gesuita, scrittore e filosofo spagnolo. Tra le sue opere spicca El Criticón – allegoria della vita umana – che costituisce una delle opere letterarie più importanti della letteratura spagnola, comparabile per qualità con il Don Chisciotte di Miguel Cervantes o La Celestina di Fernando de Rojas. La produzione letteraria di Gracián si può ascrivere alla corrente letteraria chiamata concettismo. Egli creò uno stile basato su frasi brevi, molto personale e denso, concentrato e polisemico, nel quale domina il gioco di parole e l’associazione ingegnosa fra parole e idee. Il risultato è un linguaggio laconico, pieno di aforismi e capace di esprimere una ricca gamma di significati. Il pensiero di Gracián è pessimista, come è tipico del barocco spagnolo. Il mondo è uno spazio ostile e ingannevole nel quale prevalgono le apparenze invece che la virtù e la verità. L’uomo è un essere debole, interessato e malevolo. Buona parte delle sue opere si occupano di fornire al lettore i mezzi e le risorse che gli permettano di districarsi nelle trappole della vita. Tutto ciò è valso a Gracián la fama di precursore dell’esistenzialismo e addirittura del postmodernismo. Ha influenzato pensatori come La Rochefoucauld e più tardi anche Schopenhauer. (¤) 64. (Letteratura spagnola - Don Quichotte) Le desespoir amoureux avec les nouvelles visions de Don Quichotte. Histoire espagnole. Amsterdam, chez Josué Steenhouwer & Hermanus Uytwerf, 1715 In-8 , pp. (6),399, 7 tavole incise in rame fuori testo, legatura in piena pelle coeva con fregi e titoli in oro al dorso. Curiosa e rara prima edizione di quest’opera anonima, sconosciuta alle principali bibliografie. Nelle avvertenze l’autore dice di essersi ispirato all’opera ‘Homicidio de la fidelitad y la defensa del honor’ stampato a Parigi, presso Jean Richer, nel 1609. (¤) 65. (Letteratura per l’infanzia) PERRAULT Charles - Histoires ou Contes du temps passé, avec des moralités par Charles Perrault. Nouvelle édition augmentée d’une nouvelle à la fin. La Haye (Paris), Coustellier, 1742. In-12 (cm. 16 x 9,2), pp.(10),137, legatura in piena pelle dell’epoca, titolo e fregi in oro al dorso. Antiporta inc. in rame, front. in rosso e nero e 9 vignette disegnate da De Séve e inc. in rame da Fokke. La legatura presenta delle abrasioni al d. e agli angoli, restauro alla pag. 1 con ricostruzione del margine
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bianco della metà inferiore, integrazione di alcune lettere. Esemplare a grandi margini. Rarissima e celebre edizione, dove appaiono per la prima volta le bellissime vignette e la favola “Adroite princesse”. “Celebre et rare èdition, trés recherchée, où paraissant pour la première fois les jolies vignettes entéte de De Sève utilisée à nouveau en 1781 par Lamy.” Gumuchian. (¤) Cohen 448; Gumuchian I, 4410. 66. (Letteratura per l’infanzia - Libri animati) Meggendorfer Lothar. Hus dem leben. Munchen. Verlag von Braun & Schneider, s. d. ( 1882). In-folio (cm. 33 x 24), dorso in tela , cartonatura editoriale a colori, 8 tavole a soggetti mobili con testo nella pagina a fronte, funzionanti e in buone condizioni Illustrazioni in litografia colorate a mano. Le tavole rappresentano: Il richiamo della campanella della scuola -Il cuoco - bambina con uccellini - fantino a cavallo - mamma che culla il bambino - il bambino e il tacchino - il domatore dell’orso - la scimmia. Tracce di ruggine sulle pagine di testo dovute ai ferretti che permettono i movimenti, tela sfessurata in prossimità della cerniera anteriore.
Lothar Meggendorfer, nasce a Monaco di Baviera nel 1847, a quindici anni Lothar si iscrive all’Accademia d’Arte. Nel 1880 fonda un suo giornale il “meggendorfer blatter”. Ma è nel libro animato che trova un linguaggio espressivo molto personale, nel quale riversa il suo amore per gli animali e l’ironia, il sarcasmo per una “fauna” umana di bellimbusti e borghesucci ritratti in atteggiamenti ridicoli. Il suo primo libro animato si tratta di un regalo al figlio, con otto tavole
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animate, dal titolo Lebende Bilder. A quel primo libro ne seguirono decine, tradotti quasi ovunque, ogni nuovo libro veniva reclamizzato come un avvenimento editoriale. Lothar seguiva personalmente ogni fase della pubblicazione: a partire dal momento creativo, egli seguiva i suoi disegni fino alla realizzazione conclusiva del volume. Sulle parti dei meccanismi in carta si leggono ancora le indicazioni sull’ordine di montaggio. Altri realizzeranno edizioni più complesse, più grandi, più strane ma nessuno saprà fondere l’arte del racconto e l’illustrazione mobile come Meggendorfer. (¤) Pietro Franchi, Apriti Libro p. 35-37 67. (Manoscritti - Gesuiti - Cortona) MONETI Francesco - La Cortona Convertita del P. Moneti. Manoscritto, s. d. (fine XVII secolo). Manoscritto su carta in -8 (cm. 18 x 13) di 85 carte non numerate (3 bianche). Composto da diverse mani, perfettamente leggibile. Legatura coeva piena pergamena. L’opera, divisa in 6 canti venne composta nel 1677 ed ebbe una grande diffusione circolando manoscritta. La prima edizione a stampa venne pubblicata postuma solamente nel 1759. Contenente una mordace satira rivolta contro il Padre Petruccioli e i Gesuiti durante la predicazione delle Missioni, questa opera gli valse la contrarietà dei superiori costringendolo a ritrattare con la composizione “Cortona nuovamente convertita” del 1709. Padre Francesco Moneti (Cortona, 1635 - Assisi 1712) fu ecclesiastico coi Frati Minori, celebre anche per i suoi interessi in Astronomia e Astrologia. (♫) 68. (Marina - costruzioni navali) BOUGUER Pierre - Traité du Navire, de sa construction et de ses mouvemens. Paris, Jombert, 1746. In-4 grande (cm. 26 x 19), pp. XL, 682, (2), legatura piena pelle dell’epoca, dorso a cinque nervi diviso a scomparti con fregi dorati e titoli su tassello, tagli rossi. Con 12 tavole fuori testo ripiegate e 4 vignette incise in rame da Chedel.. Minime bruniture, antica macchia di inchiostro alle tavv. 9 e 11. PrimaEdizione di questo trattato di architettura navale concepito per su basi
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scientifiche. L’opera si divide in tre parti, nella prima vengono descritti gli aspetti generali delle imbarcazioni, il secondo riguarda il galleggiamento e la distribuzione dei pesi, e il terzo è dedicato alla manovra e al movimento dei vascelli. Pierre Bouguer (1698 - 1758) fu uno dei più dotti viaggiatori e scienziati del XVIII secolo. Accompagnò La Condamine nel suo viaggio in Perù, dove fu autore di difficili operazioni per la misura di un grado del meridiano. Fu il primo scienziato a studiare l’applicazione dei principi matematici alle costruzioni navali. Polak, 1050 Poggendorf, I, 254 Maggs, Bibl. Nautica I, 269 69. (Medicina - Esoterismo) DE GASPARIS Stehano - Liquoris artificialis Pro Opobalsamo Orientali in conficienda Theriaca Romae adhibiti physica oppugnatio Roma, Landini, 1640. In-16, 22 cc.nn., pp. 287-(1), 14 cc.nn., legatura tutta pergamena rimontata, frontespizio figurato. Esemplare con segni d’uso ma in buone condizioni. Edizione originale estremamente rara, uscita alle stampe lo stesso anno di altri trattati sull’uso dell’opobalsamo (Donzelli, Castelli, Baldi, Lalli); l’opera si inserisce infatti nell’ambito della polemica sorta tra aromatari e chimici del ‘600 per identificare la resina del balsamo d’Arabia che costituiva un ingrediente per la formazione della Therica. Quest’ultimo era un antico rimedio, il cui nome deriva dal vocabolo greco “therion” (usato per indicare la vipera o gli altri animali velenosi in genere), dotato di virtù magiche e capace di risolvere ogni tipo di male, prescritto ininterrottamente dai medici per diciotto secoli. Nell’immaginario alchemico la Teriaca era dunque un alter ego dell’Elixir Vitae. In origine la sua invenzione si fa risalire a Mitridate, re del Ponto; fu poi Andromaco il Vecchio, medico di Nerone, che perfezionò la ricetta. Ad eleggere il composto a rimedio contro tutti i veleni fu Galeno (130-201 d.C.), nel XIV secolo in seguito con l’avvento di nuove droghe dall’Oriente la preparazione della Teriaca subì notevoli variazioni, per cui si passò dai 62 componenti citati da Galeno, fino ai 74 utilizzati dalla farmacopea spagnola. Il successo esplose nel XVI secolo, quando presso le “spezierie” di Bologna,
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Napoli, Venezia e Roma la Teriaca veniva preparata in notevole quantità, diventando presto una voce importante per l’economia delle città che la producevano. La Teriaca era il rimedio sovrano per un’infinità di malattie che spaziavano dalle coliche addominali alle febbri maligne, dall’emicrania all’insonnia, dall’angina ai morsi delle vipere e deicani, dall’ipoacusia alla tosse. Veniva utilizzata per frenare la pazzia e per risvegliare gli appetiti sessuali, per ridare vigore ad un corpo indebolito, nonché per preservare dalla lebbra e dalla peste L’ Opobalsamo (xilobalsamo o carpobalsamo) era il succo ottenuto incidendo il Balsamo un arbusto, simile alla ruta, che nasceva in Giudea, nella valle di Gerico, ed in Egitto. Lo xilobalsamo è il legno ed il carpobalsamo il frutto (seme) della stessa pianta. L’opobalsamo, molto raro e prezioso, veniva spesso falsificato già al tempo di Andromaco con noce moscata. Gli veniva attribuita atività antitussiva, diuretica, antiepilettica, antiasmatica etc. (§) 70. (Medicina) EUSTACHI Bartolomeo - Tabulae Anatomicae novis explicationibus ab Andrea Maximino... Romae, ex. Typ. Pauli Junchi, 1783. In-folio, pp. LX,130,(2), legatura mezza pergamena coeva, titolo in oro al dorso, frontespizio bicromo in rosso e nero con vignetta raffigurante un intervento di dissezione anatomica in pubblica sede. Edizione riccamente illustrata da 47 magnifiche tavole a piena pagina fuori testo tratte dai rami originali che al tempo andarono perduti e furono ritrovati soltanto nel 1714 dal Lancisi che le pubblico’ con un adeguato commento. L’ A. (1520-1574), medico italiano, fu tra i fondatori della medicina moderna.
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Studiò medicina all’Archiginnasio della Sapienza di Roma e divenne medico alla corte del Duca di Urbino. In seguito si trasferì nuovamente a Roma per seguire il Cardinale Giulio della Rovere, fratello del Duca. A Roma fu protomedico ed ebbe la licenza di sezionare cadaveri provenienti dagli ospedali di S. Spirito e della Consolazione. Adottò la tecnica dell’iniezione di liquidi colorati per lo studio dei vasi sanguigni. Condusse una serie di ricerche sulla struttura anatomica di denti, orecchi, reni, ghiandole surrenali, utero, nervi del cranio e muscoli del capo e del collo. È noto soprattutto per la descrizione della tromba uditiva, denominata in suo onore tromba di Eustachio. (§) 71. (Medicina - Rimedi - Dietetica) HOFFMANN Friedrich - Opuscola medico-pratica seu dissertationes selectiores. Legato con: Opuscula phisicomedica antehac seorsim edita jam revisa, aucta, emendata & delectu habito recusa. Venetiis, Coleti, 1738. 2 opere legate in un volume in -4, pp. (8), 311, (1 b.); XII, 412, legatura ottocentesca in mezza pelle, dorso liscio con titoli e filetti oro. Carta marmorizzata ai piatti (una parte mancante sul piatto post.), testo su due colonne. Buon esemplare. La prima opera, dedicata alla medicina pratica, con molti accenni alle qualità delle acque minerali, del latte di asina, dei Sali e con l’indicazione di numerosi rimedi curativi. La seconda, gli “Opuscula phisico-medica, raccolgono esperienze su vari argomenti: Osservazioni meteorologiche in relazione con l’epidemia del 1700 ad Halle, sua città natale, commenti sui Sali, Dietetica, alcuni capitoli sulle proprietà curative delle acque minerali e sulle terme. Otre a questi i due opuscoli: “De Atheo convincendo ex artificiosissima machinae humanae structura” e “De diaboli potentia in corpori”. Friedrich Hoffmann (1660 - 1742), medico e fisico tedesco, introdusse l’uso dell’etere in medicina. Fu anche autore del trattato di stregoneria presente in questa raccolta. (♫) 72. (Medicina - Cuore - Scienze) LANCISI (Giovani Maria) - De Motu Cordis et Aneurysmatibus. Roma, Salvioni, 1728. In-folio, pp. 160, legatura piena pelle dell’epoca, dorso a scomparti con fregi oro e titolo su tassello (piccoli restauri alle cuffie). Ritratto dell’autore e 7 tavole inc. fuori testo, vignetta incisa al frontespizio. Un leggero alone di umido nella parte bassa di alcune carte. Buon esemplare. Opera postuma, pubblicata in continuazione del De subitaneis mortibus, la prima opera del Lancisi sulle patologie cardiache. Nel De Motu Cordis mostra
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come molte lesioni del cuore possono essere di natura sifilitica. Nota anche come tra le cause più frequenti dell’aneurisma cardiaco ci siano la sifilide, l’asma, le palpitazioni, le emozioni violente e gli eccessi. (♫) Garrison-Morton, 2793; Norman, 1275; Osler, 3152; Wellcome III, p. 441. 73. (Medicina spagirica - alchimia - ermetismo) QUERCETANUS Josephus (Duchesne de la Violette, Joseph) - Ad Veritatem Hermeticae Medicinae, ex Hippocratis veterumque decretis ac therapeusi: necnon viuae rerum anatomiae exegesi, ipsiusque naturae luce stabiliendam, adversus cuiusdam Anonymi phantasmata responsio. Paris, Abraham Saugrain, 1604. 2 parti in un volume in -8, pp. (8 carte), 312 (ma 316 per errata numerazione), 68 (10 carte, le ultime 2 bianche), legatura coeva piena pergamena semifloscia, sul dorso titoli calligrafati in rosso in epoca posteriore. Antica annotazione gesuitica di appartenenza al frontespizio. Qualche annotazione manoscritta coeva. Buon esemplare, molto genuino. Prima edizione di una delle opere più importanti del medico e alchimista francese, Joseph Duchesne (1544 - 1609). Divisa in XXIV capitoli la maggior parte dei quali tratta dell’uso medico dei minerali e dei metalli. La seconda parte, che contiene considerazioni di carattere alchemico (Oro Potabile, Quinta Essenza, Pietra Filosofale) è una replica alla “Apologia pro Hippocratis et Galeni Medicina” attribuita a Jean de Riolan. Secondo Quercetano la vita dell’uomo è inseparabile da quella dell’universo dove, in sostituzione dei quattro elementi fondamentali di Aristotele, regnano i tre “principi ipostatici”: Mercurio, Zolfo e Sale, denominati “Ipostatici” per distinguerne lo stato ideale, le qualità profonde della materia da quello reale che noi conosciamo. Per Duchesne la chimica era la chiave per accedere ai segreti della creazione, allo stesso modo la vera anatomia delle
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malattie dell’uomo va cercata “nella luce della Natura del Mondo Maggiore, del quale l’uomo è l’immagine”, secondo la dottrina dell’Arte Spagirica, da lui definita “Imitatrix Naturae”. (♫) Krivatsy 7924; Wellcome, I 1884 74. (Medicina) VAN HELMONT Jean Baptiste - Ortus Medicinae id est initia Phisicae Inaudita Progressus medicinae novus, in morborum ultionem ad vitam longam. Edente authoris filio Francisco Mercurio Van Helmont. Editio Quarta. Lugduni, sumptibus Joannis Baptistae Devenet, 1655. Due tomi in un vol. in -folio, (12 cc.), pp. 487 (1 b.) - 192 pp. (30 cc. ultima b.). Elaborato frontespizio allegorico inciso in rame. in. da N. Auroux. Legatura dell’epoca piena pelle, dorso a nervi con titolo su frammento in pelle, piatti inquadrati da filetto oro, cuffie e cerniere restaurate. Leggero alone di umido al margine alto del volume. Importante raccolta delle opere del famoso medico e alchimista belga, raccolte e pubblicate dal figlio, François Mercure. La seconda parte, Opuscula Medica Inaudita, è divisa in quattro parti: I. de Lithiasi. II. de Febribis. III. de Humoribus Galeni. IV. de Peste. Jean Baptiste Van Helmont nacque a Bruxelles nel 1577. Studiò filosofia all’Università di Lovanio dove seguì i corsi di Martino del Rio sugli arcani della magia. Viaggiò attraverso l’Europa per istruirsi e, conosciuto un discepolo di Paracelso si entusiasmò per la chimica e l’alchimia. Dal 1605 consacrò i suoi studi alla Pirotecnia, la Medicina, l’Alchimia e la Filosofia. Autore di svariate opere, una di queste, De magnetica vulnerum curatione viene pubblicata a sua insaputa a Parigi nel 1621, suscitando la gelosia di alcuni medici tra cui François de Paz medico del Granduca, Thomas Fienus e Gerard de Villers, professori a Lovanio che, con le loro critiche attirarono l’attenzione dei teologi sul le sue teorie, considerate false e diaboliche. Nel 1625 l’Inquisizione spagnola istruì un procedimento contro Van Helmont, sospettato di essere un filosofo ermetico. Incarcerato, fu costretto a ritrattare le sue proposizioni. Morì a Bruxelles nel 1644. (♫)
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75. (Metallurgia - Miniere) AGRICOLA Georgius - De Re Metallica Libri XII. Quibus officia, instrumenta, machinae, ac omnia denique ad metallicam spectantia, non modo luculentissime describuntur; ...Quibus accesserunt hac ultima editione, tractatum ejusdem argumenti, ab eodem conscripi, sequentes. De Animantibus Subterraneis Lib. I; De Ortu & Causis Subterraneorum Lib. V; De Natura eorum quae efflunt ex terra Lib. IV; De Natura Fossilium Lib. X; De Veteribus & Novis Metallis Lib. II; Bermannus sive de Re Metallica, Dialogus Lib. I. Basilea, Sumptibus & Typis Emanuelis Konig, MDCLVII (1657). Un volume in -folio, pp. (14), 708, (92), legatura dell’epoca in piena pergamena con titolo su tassello, tagli blu. Illustrato con 2 tavole unite in una fuori testo e 270 xilografie (67 a piena pagina) che illustrano lo sviluppo delle tecniche minerarie e metallurgiche raggiunto in quei tempi in Europa.. Bruniture diffuse in alcune parti anche intense dovute alla qualità della carta. Margini ampi. Quarta edizione latina, la più completa collezione delle opere comprendenti il “De Re Metallica”. La prima edizione fu pubblicata nel 1556. (♫) Cfr. Caillet 79; Ferguson I,10; Brunet I, 113. 76. (Militaria - Fortificazioni) DUFOUR Guillaume Henry - De la Fortification permanente. Genève/Paris, Paschoud, 1822. In-4, pp. 455, legatura mezza pelle bazzana. + un album oblungo di 24 tavole. Rara edizione originale. L’A. (1787-1875), ufficiale dell’armata svizzera, celebre topografo ed ingegnere di ponti, prestò servizio negli eserciti napoleonici fino al 1815, tornato in patria fondò e diresse da 1819 al 1830 la scuola militare di Thun. Nominato capo di Stato
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maggiore nel 1831, durante la guerra del Sounderbound comandò l’esercito federale che sconfisse nel giro di poche settimane gli insorti cattolici. Nel 1864 presiedette la conferenza di Ginevra che diede vita alla Croce Rossa. Autore di vari trattati militari diresse anche i lavori per la realizzazione della carta topografica della Svizzera che da lui prese nome. (§) 77. (Musica - Canto corale) TETTAMANZI Fabrizio - Breve metodo per fondatamente e con facilità apprendere il Canto Fermo diviso in tre libri Milano, Agnelli, 1706. In-8 (cm. 22), pp. 154, legatura tutta pergamena antica rimontata. Con la “mano musicale” di Guido d’Arezzo incisa a piena pagina n.t. e numerose pagine di musica gregoriana. Buon esemplare con alcuni segni d’uso e qq. strappetto. Seconda edizione (la prima apparve nel 1686) di opera didattica sul canto corale della Chiesa o gregoriano, composta dal frate Minore Osservante Francesco-Frabrizio Tettamanzi nato a Milano intorno al 1650. (§) Fétis, VIII/206; Eitner, IX/P. 386; Hirsch, I/p. 574.
78. (Numismatica) GOLTZIUS, Hubert - Icones Imperatorum Romanorum. Antuerpiae, Ex Officina Plantiniana Balth. Moreti, 1645 In-folio (cm. 33,5), pp. XIV-(2)-423-(3 di indice)+(1 marca tipografica), solida legatura tutta pergamena coeva, titolo in oro su tassello al dorso. Splendido frontespizio figurato intagliato da Corn. Gallé su disegno di Rubens raffig. gli Imperatori Giulio Cesare (al centro), Costantino (a sinistra), Rodolfo I (a destra), iniziali ornate. Magnifica collezione di 160 medaglioni in chiaroscuro lumeggiati in nero e orcra con i ritratti degli imperatori romani e tedeschi da Giulio Cesare a Ferdinando III (8 medaglioni si presentano vuoti perché non sono stati completati). Esemplare molto fresco, qualche leggera arrossatura per la qualità della carta, qq. lavoretto di tarlo restaurato alle ultime pagine. L’A. (1526-1587) olandese si guadagnò la fama di essere il primo numismata del suo tempo. Disegnò ed incise lui stesso le medaglie; anche se venne accusato di aver ammesso nelle sue raccolte un gran numero di medaglie sospette. (§)
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Cicognara, 2868 “è fra le opere di Golzio da tenersi di maggior pregio d’ogni altra”; Graesse, III/114 78bis. (Ottica - Scienza) Newton Isacii - Optices libri tres: accedunt ejusdem Lectiones opticae, et Opuscula omnia ad lucem & colores pertinentia sumpta ex Transactionibus philosophicis. Patavii, typis Seminarii, apud Joannem Manfrè, 1749. In-4 (cm 24 x 14), pp. (20), 166, 1 c.b., 12 tavole rip. , (4), 110, 1 c. b. , 28 tavole rip., 93, (3), 2 tavole rip., legatura in mezza pelle, titolo in oro su tassello, tagli a spruzzo. Frontespizio in rosso e nero con marca tip. incisa rappresentante la Fenice, testatine, capilettera e finalini incisi. Leggere abrasioni alla legatura, timbro di biblioteca estinta al frontespizio. Quarta edizione latina stampata a Padova. Contiene i 3 libri dell’Ottica e le lezioni di Ottica che Newton tenne tra il 1669 e 1671. (¤) Babson, 152 79. (Scienza - Medicina - Galvanismo) ALDINI Giovanni - Précis des Expériences Galvaniques Faites Récemment a Londres et a Calais. Suivi d’un Extrait d’Autres Expériences, détaillées dans un ouvrage sous presse du même auteur, et qui ont été publiées a Londres par M. Nicholson. Paris,
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de l’imprimerie de P. Didot, Levrault & Barrau, an XI - 1803. In-8 (cm. 18,5 x 11,5), pp. 48, cartonatura rigida con carta marrone, tagli marmorizzati. Studio diviso in due parti, la prima, Expériences galvaniques faites a Londres le 17 janvier 1803 sur un pendu (p. 1 - 39) , è pubblicata per la prima volta. La seconda, Extrait du journal du professeur Nicholson. Concernant les dernieres expériences faites a Londres par le professeur Aldini (p. 40 48), è alla sua prima pubblicazione separata. Giovanni Aldini, studiò, seguendo le teorie dello zio, Luigi Galvani, l’applicazione dell’elettricità in campo medico. Molti dei suoi esperimenti erano delle vere e proprie dimotrazioni-spettacolo, spesso raccapriccianti, eseguite sui condannati subito dopo le esecuzioni. Nel 1803 a Londra eseguì l’esperimento pubblico descritto in questo saggio, producendo movimenti spasmodici sul cadavere di un impiccato mediante stimoli elettrici. Da questi esperimenti nacque l’ispirazione di Mary Shelley per la scrittura del suo celebre Frankenstein, che nel romanzo prende vita in seguito a scariche elettriche. 80. (Scienze - Meteorologia moderna) COTTE Louis - Traité de Météorologie Paris, Imprimerie Royale, 1774. In-4, pp. XXXVI,635, (1), solida legatura tutta pelle maculata coeva, titolo in oro su tassello al dorso con fregi e 5 nervi, edizione illustrata da 14 tavole (di cui una ripiegata) in fine raffiguranti termometri, barometri, bussole, anemometri, elettrometri. Fresco esemplare su carta croccante, sporadiche e lievi gore d’umidità ai margini di alcune pagine. Il Padre L. Cotte (1740-1815) può essere considerato uno dei primi meteorologi moderni; la sua opera infatti costituì una rete di osservazioni meteorologiche in cui furono introdotti i concetti di misura o ora fissa e furono affrontati i problemi legati alla confrontabilità degli strumenti e dei siti di installazione. Scrisse quest’ opera dopo trent’ anni di osservazioni condotte
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a Montmorency analizzando e raccogliendo dati strettamente meteorologici (temperature, precipitazioni, variazioni climatiche) ed elementi naturali quali il passaggio degli insetti, la crescita della vegetazione, i passaggi migratori, la resa delle colture. Grazie a questi prelievi sul terreno egli scoprì le virtù delle acque sulfuree del lago d’Enghien oggetto di studio dell’ultima parte del testo. (§) 81. (Sepoltura - Esoterismo - Storia) GYRALDI Lilio Gregorio - De Sepultura ac vario sepeliendi ritu libellus quem variis suis animadversionibus illustratum ac locupletatum Helmestadi, Muller, 1676. In- 8 (cm. 19), pp. (8),426, 56 (di indice ed errata), legatura tutta pelle maculata con lievi mende alle cuffie e ad un angolo, tagli dorati, alcuni capilettera e testatine ornate, note manoscritte al verso dell’errata. Esemplare in buone condizioni con leggera arrossatura uniforme per la qualità della carta, lieve gora d’umido al margine laterale delle prime pagine. L’A. (1479 -1552), letterato ferrarese, studiò greco ed ebbe come maestro il Guarini. Si trasferì poi a Napoli, dove venne a contatto con Pontano e Sannazaro, e successivamente a Modena, in qualità di precettore di Ercole Rangoni. Con quest’ultimo passò a Roma nel 1514, dove fu nominato da Adriano VI canonico della cattedrale di Ferrara e protonotario apostolico. La sua situazione economica decadde gravemente dopo il Sacco di Roma del 1527, cosicché riparò definitivamente a Ferrara. L’edizione originale di questa opera risale al 1539, la nostra ed. è la successiva arricchita dal commento di J. Faes che curò anche l’opera omnia. Sono da rilevare numerosi riferimenti storici e citazioni in carattere greco, latino e aramaico. E’ un’ampia trattazione sull’origine e le cause della sepoltura, l’utilizzo materiale e spirituale dei sepolcri seguito da un excursus sui riti di sepoltura in uso presso gli Egizi, Assiri, Indi Etiopi, Traci, Galli, Ebrei e Cristiani. Le opere letterarie sul tema della morte e quindi della sepoltura sono il riflesso di un processo storico giuridico che fu al centro dell’attenzione di tutte le società in tutti i tempi. Libro di indubbia curiosità e poco comune, presente in una sola biblioteca italiana. (§) Caillet, 4909.
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82. (Spiritualità - Escatologia) (VLIEDERHOVEN, Gerardus de) - Liber quatuor novissimorum, seu memoria mortis. Venalis (Paris), apud Joannes Parvum reperitur in vico divi Jacobi sub lilio aureo (Jean Petit), (ca. 1510). In -8 piccolo (cm. 12,7 x 9), 48 carte, segn. a – f8. Grande marca tipografica xilografata al frontespizio. Legatura pergamena semifloscia del XVIII secolo. Tagli rossi. Ottimo esemplare. Gerardus de Vliederhoven teologo olandese membro fu dell’Ordine Teutonico. Coltivò le pratiche della Devotio Moderna, un movimento di rinnovamento spirituale diffusosi tra Quattrocento e Cinquecento dai Paesi bassi in Germania, Francia, Spagna e Italia. Alla fine del xv secolo scrisse il Cordiale quatuor novissimorum, o Liber quatuor novissimorum, opera escatologica sulle 4 ultime cose, morte, giudizio, inferno e paradiso. Il testo, estremamente popolare nel XV secolo era intessuto di meditazioni sulla morte che dovevano spingere i discepoli a una vita di umiltà e penitenza, dove la paura del Giudizio di Dio e le pene dell’inferno erano bilanciate dalla gioia infinita del Paradiso. (♫) 83. (Storia - Risorgimento) BOGGIO Pier Carlo - Storia politico-militare della Guerra dell’Indipendenza italiana (1859-1860) compilata su documenti e relazioni autentiche Torino, Franco, 1860-67.
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3 volumi in-4 (cm. 28), pp. (6),618; (4),611; (4),440, solida cartonatura originale illustrata ai piatti e al dorso con cornici ornamentali (le legature presentano alcune mancanze di carta e alcune mende restaurate). Opera riccamente adorna da 20 ritratti dei principali protagonisti dell’epoca (Napoleone I, Napoleone III, Cavour, Garibaldi, Ricasoli, Lamarmora,
D’Azeglio, Cavour, Farini, Farey...) e di 6 suggestive tavole a doppia pagina f.t. in litografia a due tinte illustranti le battaglie di Montebello, Palestro, Magenta, S. Martino e altri episodi. Inoltre l’esemplare è provvisto delle 46 belle cartine più volte ripiegate al fondo dei volumi che si trovano molto raramente. Edizione originale. Fondamentale opera risorgimentale per la copiosità di documenti, la precisione ed il dettaglio della narrazione. L’A. (Torino, 1827- nella battaglia di Lissa, 1866) fu avvocato, giornalista, fondatore del Risorgimento, deputato, collaboratore di Cavour, e professore di diritto costituzionale all’Università di Torino. (§) Ghisalberti, I/157; Bertarelli, 7339 84. (Storia - Crociate - Cavalleria) JOINVILLE Jean de. - Histoire et chronique du treschrestien Roy Sainct Loys, IX du nom, et XLIIII Roy de France. Escrite par feu messire Ian Sire, seigneur de Ionuille, seneschal de Champagne, familier & contemporain dudit Roy S. Loys. Auec la Genealogie de la maison Bourbon. A Geneve, Pour Iaques Choüet, 1596. In-12, 12 cc. (la prima bianca), pp. 320, (6 cc., mancano 2 cc. bianche), legatura piena pergamena semifloscia antica. Edizione curata da Antoine Pierre, il cui nome appare nella prefazione. Con una epistola al lettore di Guillaume La Perriere. Leggeri aloni di muffa al margine delle ultime 30 carte, per il resto buon esemplare. Jean de Joinville (1224 - 1317) fu uno dei più importanti cronisti della Francia medioevale. Nel 1241 fu presentato alla corte del Re Luigi IX (futuro San Luigi) dal Conte di Champagne. Nel 1244, quando Luigi organizza la settima crociata, Joinville decide di seguire il suo Re ed unirsi ai Cavalieri Cristiani. Durante la crociata fu confidente e consigliere del Re. Le sue cronache costituiscono una importante testimonianza sulla figura di S. Luigi e sugli eventi della crociata, narrati con stile semplice ma ricco di dettagli umani e psicologici. La prima edizione di questa cronaca venne pubblicata nel 1547. (♫) Brunet, III, 557.
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85. (Storia - Concili) ZONARES Ioannis - In canones veterum Conciliorum commentarij, nunquam antea Graeco in latinum transalati. Interprete Antonio Salmatia sacrae theologiae, et collegij Ambrosiani doctore... Mediolani, Melchiorem Tradatum, 1613. In-8, pp. (24), 323, cartonatura rustica, marca tipografica xilografica al frontespizio raffigurante una salamandra tra le fiamme e il motto latino “Virtuti sic cedit invidia”. Interessante opera del noto storico e canonista bizantino Ioannis Zonares, nella quale si trovano i commenti a moltissimi concili, primo e secondo concilio di Nicea, concilio di Costantinopoli, concilio cartaginese, ecc...(¤) Graesse VI, p.517 86. (Teatro XVII sec. - Manoscritto autografo - Foligno - Umbria) UNTI Ovidio - La S. Messalina vergine e martire. Dramma musicale. Foligno, Antonio Mariotti, 1677. Legato con altre opere manoscritte dallo stesso autore: Il Tradimento per l’Honore, Capriccio Tragico di Ovidio Unti da Foligno per la Musica. 7 agosto 1677 - il sonetto: Amori - L’Inocenza Difesa cioè il Gioseppe in Egitto dramma musicale di Ovidio Unti da Foligno. 7 agosto 1677. 3 opere in un volume in -16 (cm. 14,5 x 9,5), pp. 128; cc. 85; 3; cc.nn. 35, legatura dell’epoca piena pergamena, dorso con titolo su tassello. Buon esemplare. Prima Edizione della “S. Messalina”. Le altre opere sono manoscritte dall’autore stesso che ne scrive la presentazione ai committenti, e ne firma la prima. Ovidio Unti, poeta umbro del XVII secolo, apparteneva ad una delle famiglie più in vista di Foligno. Santa Messalina fu una vergine e martire cristiana umbra. Fu martirizzata per avere assistito San Feliciano, del quale era discepola, imprigionato per ordine dell’imperatore Decio (♫). 87. (Viaggi fantastici - Utopie) (BORDELON, Laurent) Mital Ou Avantures incroyables, et toute-fois & caetera. Ces Avantures contiennent quinze Relations d’un voyage rempli d’un tres-grand nombre de differentes sortes de Prodiges, de Merveilles, d’Usages, de Coutumes, d’Opinions, & de Divertissemens. Segue: Suite de Mital, contenant la clef, deux lettres, plusieurs scènes, une table alphabétique des noms des plus de cent quatrevingts autheurs, citez sur ce qu’il y a de plus incroyable dans ces aventures.
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A Paris, chez Charles Le Clerc, 1708. In-12 (cm. 17 x 10), pp. XIV, (2), 438; (2), 118, legatura vitello dell’epoca, dorso a nervetti con fregi oro e titolo su tassello (cuffie restaurate). Buon esemplare. Opera molto rara a trovarsi completa della “Suite”, nella quale l’autore elenca i riferimenti relativi ai fatti più o meno incredibili citati nel suo “Mital”. L’esemplare è anche completo delle XII scene del “Clam et Coram” e delle IX dei “Grands et Petits”, che secondo “Quérard” sono spesso mancanti. (¤) 88. (Viaggi - Gesuiti - Missioni) DE MARINI Giovanni Filippo - Delle Missioni de’ Padri della Compagnia di Giesu nella Provincia del Giappone e particolarmente di quella di Tunkino. Parte Prima e seconda. Venezia, Storti, 1665. In-16, pp. XXIV, 640 (mal numerate, salti di pagina), legatura tutta pergamena coeva rimontata, antiporta figurata. Buon esemplare con qualche macchiolina. L’A. (1608-1682), missionario gesuita, nel 1625 s’imbarcò per le Indie e predicò il vangelo per 14 anni nel Tongking e ricoprì la prestigiosa carica di Rettore del Collegio Gesuitico di Macao. Ritornato a Roma nel 1660 riesaminò letterariamente le sue esperienze missionarie e nel 1674, riprese la via dell’Oriente. Questo suo resoconto (ed. orig. 1663, in-4) conserva un’indubbia piacevolezza ed è tuttora fruibile per le pregevoli descrizioni geografiche, ambientali e socio-culturali. Il De Marini si avvicinò infatti alla civiltà giapponese con occhio scevro da condizionamenti culturali o freni retorici tipicamente occidentali; egli valutò gli eventi attraverso la lente spregiudicata di un ottica mentale aperta e per questo profondamente cristiana; il suo è un modo semplice e vibrante di narrare. Si tratta di una delle poche e delle più stimabili relazioni sulla regione del Tongking. (§) 89. (Viaggi) IL FORESTIERO ILLUMINATO intorno le cose più rare, e curiose antiche e moderne della città di Venezia e dell’isole circonvicine. Con la descrizione delle Chiese, Monasteri, Ospedali, Tesoro di San Marco, Arsenale… Opera adornata di molte bellisime vedute in rame delle fabbriche più cospicue di questa metropoli. In Venezia, presso Girolamo Albrizzi, 1784. In-12 (cm. 15,5 x 9,8), pp. XVI-439, legatura in mezza pelle dell’800 con titolo in oro al dorso,
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qualche abrasione alla carta del piatto sup. All’antiporta lo stemma di Fed. Cristiano Principe di Polonia sorretto da 3 putti, pianta della città e 72 vedute inc. in rame di cui molte a doppia pagina. Purtroppo in questo esemplare per un errore editoriale è stata inserita due volte la tav. che raffigura la Chiesa di San Giorgio maggiore e l’isola delle Vergini delle Grazie ed omessa la tav. dell’isola del Lazzaretto e di San Lazzero de Padri Arimeni. Bella copia, fresca. Importante e celebre guida veneziana che ebbe numerose edizioni, preziosa per le belle illustrazioni. Morazzoni: “La guida che tutte le altre supera per praticità, copia di notizie e soprattutto per ricchezza di tavole... Albrizzi costituisce un mezzo infallibile per celebrare Venezia”. (¤) Fossati Bellani 2277; Morazzoni p. 230 e 64. ADDENDA 90. (Esoterismo – filosofia) CAMPANELLA Tommaso - De Sensu Rerum et Magia, libri quatuor, Pars Mirabilis Occultae Philosophiae, ubi monstratur, Mundum esse Dei vivam statuam, beneque cognosentem. Omnesque illius partes... Francofurti, apud Egenolphum Emmelium, impensis Godefridi Tampachij, 1620. In-4°, pp. (8), 371, frontespizio allegorico inciso in rame, legatura in piena pergamena con titolo manoscritto al dorso. Gora all'angolo int. e sup. del volume, maggiormente estesa alle ultime 50 carte. Restauro ai margini del frontespizio. Edizione originale, rara. Il De sensu rerum et magia è il frutto degli studi che il Campanella fece a Napoli con il Della Porta sulla magia naturale e l’occultismo. Fu inizialmente scritto in latino, in seguito a causa del sequestro del manoscritto da parte del Sant’Uffizio, fu riscritto in italiano nel 1604, tradotto in latino nel 1609 e solo nel 1620 pubblicato a Francoforte.L’opera è suddivisa in quattro libri, di cui l’ultimo è dedicato alla magia che si distingue in magia divina, naturale e diabolica. La tesi fondamentale del Campanella è l’onnipresenza del senso, inteso come conoscenza vera. Da questa tesi di chiara influenza telesiana, con la quale tenta di dimostrare l’infinità dei mondi, l’anima immortale del mondo, la presenza di vita negli altri pianeti, e altro ancora, il filosofo va oltre sfociando in una concezione del senso come attività, che prelude alle moderne dottrine idealistiche, avvicinandosi al principio dell’autocoscienza. Firpo n.7. - Caillet 1984 - Vinciana 2162 "Opera rarissima scritta durante la prigionia…"
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