I NOSTRI PADRI B.F.
Il “piccolo don Bosco”
Don Albera
Visse con la mente e il cuore di don Bosco e di don Rua
Don Bosco doveva sceglierne uno che prendesse posto sull’inginocchiatoio in atto di fare l’accusa. Si guardò intorno e sorridendo chiamò: «Paolino, vieni qui. Mettiti in ginocchio ed appoggia la tua fronte alla mia, così non ci muoveremo!». Sotto l’apparenza mite e riservata di don Paolo Albera si celavano un animo adamantino e una volontà d’acciaio.
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utti sentivano un affetto sconfinato per don Bosco ed erano preoccupati per la sua salute. Inoltre la sua vena dinamica pareva inesauribile. Notte e giorno non si fermava mai e la sua forte fibra sembrava indebolita. Ma mancava una cosa! Una cosa che la tecnica moderna permetteva anche se era ancora largamente sperimentale: una fotografia. Dovevano assolutamente avere un ritratto “vero” del loro don Bosco. La vera difficoltà fu convincere don Bosco, ma dopo mille insistenze ci riuscirono. Il grande giorno fu il 21 marzo 1861. In quel tempo, i soggetti da ritrarre dovevano restare immobili per un tempo lunghissimo. Don Bosco chiese di posare fra un gruppo di chierici e semplici alunni, lui in atto di confessare, questi inginocchiati devotamente. Don Bosco doveva sceglierne uno che prendesse posto sull’inginocchiatoio in atto di fare l’accusa. Si guardò intorno e sorridendo chiamò: «Paolino, vieni qui. Mettiti in ginocchio ed appoggia la tua fronte alla mia, così non ci muoveremo!» GENNAIO 2021
Paolino era Paolo Albera e rimase a lungo con la sua testa appoggiata a quella di don Bosco. Il risultato fu qualcosa di magico. Don Bosco qualcosa intuiva e volle questo ritratto, nella versione ritoccata a matita, appeso nella sua anticamera. Quel ragazzino gentile con la testa appoggiata alla sua, Paolino Albera, sarà il suo secondo successore. Don Bosco lo aveva incontrato nell’autunno del 1858 a None, un paesino della pianura torinese, perché il parroco, suo buon amico, gli aveva detto di aver un piccolo parrocchiano di tredici anni che desiderava diventare prete. Don Bosco lo volle vedere e si trovò davanti un ragazzetto delicato, dall’aria mite e serena e lo sguardo vivo e curioso.