FAMIGLIA SALESIANA P. B.
Abitare il mondo L’ottava Assemblea Generale dell’Istituto Secolare delle Volontarie di Don Bosco ha eletto un medico slovacco come nuova responsabile maggiore. «La nostra vocazione secolare consacrata è un grande dono di Dio per il mondo di oggi».
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ello scorso mese di luglio si è svolta a Roma l’ottava Assemblea Generale dell’Istituto Secolare delle Volontarie di Don Bosco. Un centinaio di rappresentanti provenienti da tutto il mondo hanno riflettuto sul tema della missione delle vdb e hanno anche eletto la nuova responsabile maggiore che guiderà, con il suo Consiglio, l’Istituto nei prossimi sei anni. Noi abbiamo voluto conoscerla da vicino.
Potresti presentarti brevemente e raccontarci qualcosa di te? Mi chiamo Dagmar K. e sono slovacca. Prima di tutto: sono felice per tutte le chiamate/vocazioni e per i doni che ho ricevuto: la vita, la fede, la famiglia, la consacrazione, l’impegno in campo medico, l’esperienza missionaria… Quando penso a tutti i doni ricevuti da Dio sento profondamente la mia indegnità: Lui mi ha dato se stesso e io, per quante volte durante il giorno possa dire ‘grazie’, sento sempre che non è sufficiente. Sono grata per tutte le belle amicizie profonde che ho ricevuto da Lui, per i santi che ho potuto incontrare, per le gioie e problemi che ho potuto sperimentare e che mi hanno formato; ho scoperto l’importanza di essere umili, come Maria,
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Marzo 2020
e di lasciarsi educare dalle vicende quotidiane: quello dell’umiltà è un dono per cui prego ogni giorno.
Come hai conosciuto la spiritualità salesiana? A undici anni ho incontrato per la prima volta i salesiani e ho iniziato a conoscere la spiritualità di don Bosco. Mi è subito piaciuto lo stile di famiglia che si viveva in quegli ambienti, l’attenzione nel cogliere la realtà di ciascuno, la delicatezza nell’offrire il proprio aiuto nelle situazioni di povertà, una povertà che era spesso più umana e relazionale che materiale. In particolare il parroco, don Giuseppe, è stato una vera ‘scuola di educazione’ all’attenzione, alla vicinanza, all’umiltà. Tutto questo nasceva dal loro stile di preghiera: intensa, profonda, legata alla vita.
Perché hai scelto le VDB? Un salesiano mi ha parlato dell’Istituto. Mi ha detto che avrei potuto consacrarmi e restare nel mondo, svolgendo la mia professione. Mi ha detto pure che le Volontarie di Don Bosco nel loro ambiente mantenevano un riserbo sulla loro appartenenza ad un Istituto di vita consacrata; nessuno sapeva della loro scelta vocazionale: tutti vedevano in loro delle persone comuni, ma nello stesso tempo straordinarie per i valori che testimoniavano nel loro quotidiano.