SALESIANI
Alberto López e Cristina Bermejo
Settemila gli devono la vita Robert Ocan ha 33 anni, ha studiato Informatica in Sud Sudan ed è stato professore di Chimica e Matematica nella sua città, Pajok, a 15 chilometri dal confine con l’Uganda. Quando è arrivata la guerra ha guidato i suoi concittadini per due giorni attraverso la foresta.
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In alto: Robert Ocan. È stato eletto tra i leader del campo di Palabek.
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obert Ocan ha 34 anni e ha sempre conosciuto la guerra: prima quella dell’indipendenza del Sudan e, negli ultimi anni, quella del Sud Sudan. È diventato un rifugiato da bambino quando è rimasto orfano e ha vissuto in diversi campi profughi. Nel 1999 la sua città è stata attaccata dai ribelli e i suoi genitori sono stati uccisi. Rimase orfano e fu affidato a un’amica di famiglia che perse anche i suoi figli. Entrambi sono fuggiti in Uganda e si sono stabiliti nell’insediamento di rifugiati di Kiryandongo. “È stata la mia prima esperienza come rifugiato e mi hanno insegnato a pescare. Così ho potuto pagarmi gli studi”, ricorda Robert. Un trattato di pace firmato in Sudan nel 2005 lo ha inAprile 2020
coraggiato a tornare nella sua città natale per iniziare una nuova vita. Completò gli studi e iniziò a lavorare come insegnante in una delle scuole di Pajok. Si è sposato ed è diventato un leader della comunità cattolica. Il Sud Sudan ha ottenuto l’indipendenza nel 2013 ed è diventato la nazione più giovane del mondo, ma la guerra ha cominciato a diffondersi dalle grandi città alle città più piccole. La violenza è arrivata a Pajok il 3 aprile 2017: “I ribelli erano accampati molto vicino alla città da tempo e quel giorno il governo ha deciso di attaccarli, ma lo ha fatto considerando tutti i cittadini di Pajok come ribelli e uccidendo tutti” spiega Robert Ocan. Quello che è successo dopo lo ricorda in dettaglio: «Erano le 8 del mattino e mi stavo preparando per andare a scuola. Ero con i miei figli, che allora avevano 2 e 5