SALESIANI NEL MONDO
Alberto López Herrero (da Misiones Salesianas)
Haiti, dieci anni di emergenza
Sono le 16:53. Gli allarmi suonano. Haiti sta tremando. Quarantacinque secondi nel crollo del paese. Più di 300 000 persone sono morte, un milione e mezzo di persone sono state colpite, il 90% delle scuole e il 60% degli ospedali sono stati distrutti o gravemente danneggiati, strade, infrastrutture... e persino il Palazzo Presidenziale di Port-au-Prince è crollato.
E
ra il 12 gennaio 2010 e Haiti ha subito il terremoto più grave degli ultimi 250 anni. Le case salesiane hanno subito la stessa sorte. Tre salesiani e 250 studenti ed educatori hanno perso la vita e le loro opere sono state colpite in varia misura. Quest’anno ricorre il decimo anniversario di quella tragedia. “Haiti porta ancora le cicatrici delle ferite e continua a soffrire le conseguenze di quella tragedia”, spiega don Jean Paul Mesidor, il responsabile dei salesiani di questo Paese. Haiti era uno dei Paesi più poveri del mondo. Più dell’80% della popolazione viveva al di sotto della soglia di povertà, il 40% dei bambini in età scolare non era iscritto a scuola, metà della popolazione non sapeva leggere o scrivere. La distruzione del Paese a causa del terremoto ha aperto, nel 2010, porte di speranza. Era tempo di trasformare la sofferenza e la
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Maggio 2020
devastazione in opportunità. Tuttavia, oggi Haiti è più povera e più instabile rispetto al 2010. «C’è un futuro, ma le cose devono cambiare» afferma Sonise Durand, una giovane insegnante di formazione professionale nel settore alberghiero e della ristorazione. Lavora in una delle zone più difficili della capitale, La Saline, dove è stata fondata la prima casa salesiana, con giovani dalle risorse limitate. Crede che ciò che insegna abbia opportunità professionali concrete per i suoi studenti, ma la realtà del Paese non la rende ottimista.
Un paese bloccato
Haiti sta vivendo una delle situazioni più gravi della sua storia a causa dei disordini politici. Dall’inizio del 2019, le manifestazioni e le violenze scatenate non consentono una vita quotidiana normale. Ad esempio, le scuole sono rimaste chiuse per più di