IMPIANTI TERMICI CIVILI Generalmente un impianto termico si compone di tre sottosistemi: il sistema di produzione del calore per uso termico Il sistema di distribuzione e di utilizzazione (tubazioni e corpi scaldanti) il sistema regolazione e di controllo (il termostato) Terminali del sistema
IMPIANTI TERMICI CIVILI
Gli impianti termici negli edifici civili assolvono fondamentalmente due compiti: a)
riscaldamento invernale;
b)
produzione di acqua calda sanitaria (ACS).
Con riferimento all’esempio riportato precedentemente, per mantenere nel locale (sia esso isolato o meno) la temperatura ambiente di progetto, l’energia Qh dispersa deve essere reintegrata dall’impianto di riscaldamento. Affinchè io riesca ad immettere nell’ambiente l’energia Qh, devo consumare una Energia Primaria Qc dove Rendimento medio stagionale globale
Rendimento medio stagionale globale
Rendimento medio stagionale di produzione Il rendimento di produzione medio stagionale è il rapporto fra il calore utile prodotto dal generatore nella stagione di riscaldamento e l’energia fornita nello stesso periodo sotto forma di combustibile ed energia elettrica.
DA QUALI FATTORI DIPENDE, E COME SI PUÒ MIGLIORARE ? il miglioramento del rendimento medio stagionale di produzione non dipende solo da fattori costruttivi dei generatori, ma è influenzato anche dalle scelte progettuali, dal tipo di regolazione e dal modello di conduzione. Qfbs Qpre Qd rappresenta le perdite per trasmissione, dal mantello verso l’ambiente di installazione; Qf rappresenta le perdite di combustione; Qfbs rappresenta le perdite al camino durante i periodi di inattività del bruciatore; Qpre rappresenta le perdite di prelavaggio del circuito dei fumi.
Qd
Perdite per trasmissione, dal mantello verso l’ambiente di installazione Qd Queste perdite sono presenti quando la caldaia è attiva (attraversata da acqua calda), indipendentemente dal fatto che il bruciatore sia acceso o spento.
Perdite per trasmissione, dal mantello verso l’ambiente di installazione Qd Le perdite dal mantello si possono ridurre con il concorso di più espedienti, costruttivi e progettuali: 1. con un efficace isolamento termico del mantello; 2. mantenendo bassa la temperatura media dell’acqua nel Generatore (ciò comporta l’adozione di impianti a bassa temperatura); 3. dimensionando il generatore per l’effettivo fabbisogno (un sovradimensionamento non giustificato genera un inutile aumento di costi ed un deprecabile aumento delle dispersioni passive); 4. installando i generatori in ambiente protetto (all’interno dell’involucro riscaldato o in apposita centrale termica).
Perdite per trasmissione, dal mantello verso l’ambiente di installazione Qd
Qf perdite di combustione Le perdite di combustione sono presenti durante i periodi in cui il bruciatore è acceso e sono costituite dal calore sensibile contenuto nei prodotti della combustione, che vengono scaricati all’esterno. Anche le perdite di combustione si possono ridurre con il concorso di più espedienti, costruttivi e progettuali: 1. migliorando la combustione, ossia riducendo l’eccesso d’aria, con assenza di incombusti; 2. abbassando la temperatura dei fumi mediante l’adozione di un sistema di scambio più efficiente
Qfbs perdite al camino durante i periodi di inattività del bruciatore Le perdite al camino a bruciatore spento sono dovute al tiraggio del camino che, durante i periodi di inattività del bruciatore, aspira aria dall’ambiente. Il flusso così aspirato, passando attraverso il generatore, asporta calore dalle sue strutture interne e lo convoglia al camino.
Qfbs perdite al camino durante i periodi di inattività del bruciatore Le perdite al camino a bruciatore spento possono essere ridotte con i seguenti criteri: 1. adottando bruciatori muniti di serranda in grado di chiudere accuratamente l’ingresso dell’aria comburente durante i periodi di fermata del bruciatore; 2. sigillando accuratamente ogni possibile ingresso d’aria nel generatore; 3. abbassando la temperatura dei fumi, in modo da limitare il tiraggio; 4. inserendo regolatori di tiraggio, nel caso di tiraggio eccessivo.
Qpre Perdite di prelavaggio del circuito dei fumi Le perdite di prelavaggio sono dovute al flusso d’aria generato dai bruciatori prima di ogni accensione, allo scopo di assicurare l’assenza in camera di combustione di possibili miscele esplosive. La durata del prelavaggio è fissata dalla normativa in funzione della potenza termica bruciata e del tipo di combustibile.
TIPI DI GENERATORI GENERATORI AUTONOMI A GAS GENERATORI DI CALORE A TEMPERATURA COSTANTE GENERATORI A TEMPERATURA SCORREVOLE GENERATORI DI CALORE A CONDENSAZIONE CALDAIEA PELLET POMPE DI CALORE
Il sistema di produzione del calore I generatori di calore sono costituiti da un bruciatore, un corpo caldaia dove circola il fluido, un vaso di espansione (se il fluido è liquido) dalle pompe di circolazione e dalla strumentazione. Il percorso dei fumi della combustione all’interno della caldaia può avvenire per effetto del tiraggio del camino ed allora si ha una caldaia a tiraggio naturale o invece avviene per spinta del ventilatore dal bruciatore ed allora si ha una caldaia con focolare pressurizzato.
TIPI DI GENERATORI GENERATORI AUTONOMI A GAS Tipo A: a camera aperta senza canna fumaria: non è più a norma; Tipo B: a camera aperta con canna fumaria a tiraggio naturale: deve essere collocata in locali aerati, con assoluta esclusione di bagni, camere da letto e di locali dove siano presenti camini privi di autonoma presa d'aria; Tipo C: a camera chiusa con canna fumaria a tiraggio forzato: poiché è stagna l'aria comburente viene prelevata dall'esterno attraverso una tubazione: la caldaia può quindi essere collocata in qualsiasi locale, eccetto l'autorimessa, purché ventilato ;
GENERATORI AUTONOMI A GAS Il rendimento del generatore di calore Il rendimento di combustione misura l'efficienza del generatore di calore, esprimendo il rapporto tra energia ottenuta (calore trasferito al fluido termovettore) ed energia spesa (quantità di combustibile utilizzato). Il rendimento di combustione è un dato che il tecnico al quale si affida la manutenzione dell'impianto deve necessariamente determinare nel corso dell'intervento previsto dalla normativa. Tale dato viene riportato sul libretto di centrale o di impianto.
GENERATORI AUTONOMI A GAS ATTRIBUZIONE DELLE MARCATURE DI RENDIMENTO ENERGETICO Requisiti di rendimento da rispettare contemporaneamente alla potenza nominale e a carico parziale di 0,3 Pn. Requisito di rendimento alla potenza nominale Pn e ad una temperatura media dell'acqua della caldaia di 70째 C: rendimento % >= 84 + 2 log Pn Marcatura * (1 stella)
rendimento % >= 87 + 2 log Pn Marcatura * * (2 stelle)
rendimento % >= 90 + 2 log Pn Marcatura * * * (3 stelle)
rendimento % >= 93 + 2 log Pn Marcatura * * * * (4 stelle)
GENERATORI AUTONOMI A GAS Requisito di rendimento a carico parziale di 0,3 Pn e ad una temperatura media dell'acqua della caldaia di %>= 50 째C:
rendimento%>= 80 + 3 logPn
Marcatura * (1 stella)
rendimento%>= 83 + 3 logPn
Marcatura ** (2 stelle)
rendimento%>= 86 + 3 logPn
Marcatura *** (3 stelle)
rendimento%>= 89 + 3 logPn
Marcatura **** (4 stelle)
TIPI DI GENERATORI GENERATORI DI CALORE A TEMPERATURA COSTANTE I generatori di calore a temperatura costante sono stati molto utilizzati negli ultimi anni. La valvola miscelatrice ha lo scopo appunto di mantenere il generatore ad una temperatura costante piuttosto elevata, per assicurare l’assenza di problemi di condensazione. Per contro, la temperatura elevata è causa di notevoli dispersioni di calore dall’involucro e di incremento delle perdite a bruciatore spento. Il rendimento di produzione stagionale può risultare quindi molto basso .
TIPI DI GENERATORI GENERATORI A TEMPERATURA SCORREVOLE I generatori a temperatura scorrevole, grazie al loro funzionamento che è caratterizzato da una temperatura variabile, in funzione della richiesta del carico dell’impianto e quindi rapportata alle condizioni climatiche, consentono il raggiungimento di elevati valori del rendimento medio stagionale.
TIPI DI GENERATORI GENERATORI A TEMPERATURA SCORREVOLE Gli elevati valori del rendimento medio stagionale, ottenuti con l’impiego di generatori progettati espressamente per il funzionamento a temperatura scorrevole, sono dovuti principalmente ai seguenti motivi: 1. l’adeguamento automatico del carico alle condizioni climatiche stagionali e giornaliere, che si realizza nel funzionamento del generatore a temperatura scorrevole, copia quanto più possibile, la curva dell’energia richiesta dall’impianto; 2. la bassa temperatura che ne deriva mediamente, nell’arco di funzionamento del generatore, consente una drastica diminuzione delle perdite verso l’ambiente dall’involucro esterno ed al camino a bruciatore spento;
TIPI DI GENERATORI GENERATORI A TEMPERATURA SCORREVOLE 3. le perdite al camino, per calore sensibile, sono notevolmente ridotte a vantaggio del rendimento di combustione; 4. il rendimento istantaneo risulta anch’esso sensibilmente migliorato grazie alla riduzione di tutte le perdite di calore. Altro importante vantaggio derivante dall’impiego dei generatori a temperatura scorrevole è il comfort e l’igiene ambientale perche, come detto sopra, funzionano per lunghi periodi ad una temperatura relativamente bassa.
TIPI DI GENERATORI GENERATORI DI CALORE A CONDENSAZIONE Nei sistemi tradizionali di generatori di calore esistono due limiti all’aumento del rendimento medio stagionale: a. la temperatura dei fumi non può scendere sotto determinati valori, se deve essere garantito il corretto funzionamento del camino; b. la temperatura dell’acqua non può scendere sotto determinati valori indicati dal costruttore, per evitare pericoli di condensazione; nei normali generatori la condensazione sarebbe infatti causa di gravi inconvenienti, quali incrostazioni nel circuito dei fumi e corrosione dei materiali dovuti all’acidità delle condense stesse.
TIPI DI GENERATORI GENERATORI DI CALORE A CONDENSAZIONE I generatori di calore a condensazione sono progettati per superare questi limiti, grazie alle seguenti particolarità: - uno scambiatore di calore fumi-acqua molto abbondante abbassa la temperatura dei fumi fino a valori di poco superiori a quelli della temperatura dell’acqua di ritorno; -il vapore d’acqua contenuto nei fumi condensa abbondantemente, se pure in misura variabile con l’eccesso d’aria e con la temperatura dell’acqua di ritorno, cedendo all’acqua del generatore il suo calore latente di vaporizzazione;
TIPI DI GENERATORI GENERATORI DI CALORE A CONDENSAZIONE - i materiali di costruzione sono tali da resistere all’azione del condensato, che ha reazione acida (ciò comporta un maggior costo del generatore); - l’immissione dell’aria comburente e l’evacuazione dei prodotti della combustione avviene tramite un ventilatore, in quanto la temperatura di scarico dei fumi preclude ogni possibilità di tiraggio naturale del camino.
Potere calorifico superiore (> 110%)
CONFRONTO INDICATIVO TRA I RENDIMENTI MEDIAMENTE OTTENIBILI CON DIVERSI TIPI DI GENERATORE
FC
CALDAIE A PELLET La Stufa a pellet è un prodotto simile alla stufa a legna, adibita al riscaldamento di ogni tipo di ambiente, che utilizza come combustibile solido il pellet . È considerato un prodotto ecologico poiché per ottenere il pellet vengono di norma utilizzati gli scarti di lavorazione del legno (segatura, ecc.). In altri termini non è quindi necessario l'abbattimento di nuovi alberi per la produzione del pellet.
CALDAIE A PELLET Le differenze principali rispetto alla stufa a legna sono le seguenti: •necessita di un collegamento alla rete elettrica come un comune elettrodomestico; •funziona in maniera automatica, accendendosi tramite una resistenza elettrica ed ha una autonomia di funzionamento in base alla capacità del proprio serbatoio di pellet; •funziona a tiraggio forzato cioè una ventola situata all'interno della stufa provvede ad estrarre verso la canna fumaria i fumi o residui di combustione prodotti dalla combustione stessa.
CALDAIE A PELLET Le caldaie alimentate con policombustibile possono utilizzare come materiale le pi첫 svariate Biomasse Legnose e Vegetali provenienti da scarti e residui della lavorazione del legno e del settore agroalimentare. PELLET
CIPPATO
SANSA DI OLIVE
GUSCI DI MANDORLE
POMPE DI CALORE Principio di funzionamento Le pompe di calore sono macchine termiche che operano trasferendo calore da un ambiente a temperatura pi첫 bassa (sorgente fredda) ad un altro a temperatura pi첫 alta (sorgente calda), utilizzando energia elettrica. Esse operano con lo stesso principio del frigorifero e del condizionatore d'aria. Le pompe di calore possono essere classificate in base alla natura della sorgente fredda (primo termine) e di quella calda (secondo termine), che possono essere aria oppure acqua
POMPE DI CALORE acqua-acqua: dove verrà riscaldata acqua trasferendo calore da altre acque acqua-aria: dove verrà riscaldata aria attingendo calore da acqua. aria-aria: dove verrà riscaldata aria trasferendo calore da altra aria. aria-acqua: dove verrà riscaldata acqua attingendo calore da aria.
Va tenuto conto inoltre che la potenza termica resa dalla pompa di calore dipende dalla temperatura a cui la stessa assorbe calore. Al di sotto di una temperatura compresa tra -2째C e 2째C la pompa di calore si disattiva in quanto le sue prestazioni si ridurrebbero significativamente.
Rendimento medio stagionale globale
Rendimento medio stagionale di emissione Il rendimento di emissione medio stagionale è definito come il rapporto fra il calore richiesto per il riscaldamento degli ambienti con un sistema di emissione teorico di riferimento, in grado di fornire una temperatura ambiente perfettamente uniforme ed uguale nei vari locali ed il sistema di emissione reale, nelle stesse condizioni di temperatura ambiente e di temperatura esterna. Il rendimento di emissione individua quindi l’influenza del modo di emissione del calore sulle perdite di calore dovute a trasmissione localizzata, stratificazione dell’aria, movimenti dell’aria, ecc.
Rendimento medio stagionale di emissione
COME SI PUÒ MIGLIORARE IL RENDIMENTO DI EMISSIONE ? La verifica del rendimento di emissione non è agevole, per cui conviene adottare tutti quegli accorgimenti in grado di migliorarne il valore quali: - bassa temperatura media di progetto del fluido termovettore; - buon isolamento termico della parete retrostante; - strato riflettente sulla parete retrostante; - mensole atte a deviare i flussi convettivi verso l’interno del locale; - taglio termico delle mensole stesse; ed inoltre, negli ambienti industriali, installazione di destratificatori di temperatura.
RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Il rendimento di regolazione medio stagionale è il rapporto fra il calore richiesto per il riscaldamento degli ambienti con una regolazione teorica perfetta ed il calore richiesto per il riscaldamento degli stessi ambienti con un sistema di regolazione reale.
RENDIMENTO DI REGOLAZIONE Il regolatore teorico perfetto è quello in grado di ridurre immediatamente l’emissione del corpo scaldante in presenza di un apporto di calore proveniente da fonte diversa dall’impianto di riscaldamento.
TIPI DI REGOLAZIONE REGOLAZIONE MANUALE REGOLAZIONE CENTRALE REGOLAZIONE CON SONDA ESTERNA REGOLAZIONE PER SINGOLO AMBIENTE VALVOLE TERMOSTATICHE
LE VALVOLE TERMOSTATICHE La valvola termostatica è un sistema di regolazione per singolo ambiente: posta sul corpo scaldante modula il flusso del fluido all'interno di esso in funzione della temperatura esterna. E' perciò dotata di un sensore che rileva la temperatura dell'ambiente: automaticamente il flusso di calore viene chiuso quando la temperatura arriva a quella preimpostata.
LE VALVOLE TERMOSTATICHE L'apertura è funzione della differenza di temperatura tra dell'ambiente e temperatura a cui la valvola è stata impostata. Quando la temperatura dell'ambiente è uguale a quella a cui è stata impostata, la valvola rimane chiusa per aprirsi progressivamente se la temperatura dell'ambiente scende sotto il livello impostato. La valvole termostatiche sono quindi veri e propri regolatori di Potenza che permettono di calibrare il rilascio di calore dell'ambiente in cui sono poste.
LE VALVOLE TERMOSTATICHE
LE VALVOLE TERMOSTATICHE
LE VALVOLE TERMOSTATICHE
LE VALVOLE TERMOSTATICHE Vantaggi Risparmio costi riscaldamento fino al 30%. Controllo della temperatura in ogni singolo ambiente. Non sono richiesti cablaggi o interventi speciali. permettono di adeguare le modalità di riscaldamento alla effettiva presenza in casa, spegnendo i caloriferi durante i periodi di assenza (lavoro, vacanza, ecc.).
LE VALVOLE TERMOSTATICHE Costo 40€ Casa 4 persone ( 80-100 mq ) Spesa annua riscaldamento a Gas 1000€ Impiego di 5 Valvole Spesa prevista 200€ Risparmio conseguibile 150€ Tempo di ritorno ~ 16 mesi
Quali sono le detrazioni fiscali di cui posso usufruire? Potete usufruire della detrazione IRPEF del 55% in 10 anni per interventi gli interventi di:  sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione;  contestuale messa a punto del sistema di distribuzione tramite valvole termostatiche, installate una per ogni corpo scaldante. Detrazione IRPEF del 50% in 10 anni per le ristrutturazioni edilizie (art.4, commi 1, della legge 201/2011), che non richiedono la sostituzione della caldaia; si può quindi semplicemente utilizzare un sistema di valvole termostatiche (una per ogni corpo radiante).
Il sistema di distribuzione Esistono vari metodi di distribuzione dell'acqua negli impianti termici per il collegamento tra la caldaia come generatore di calore e i terminali di utilizzo come utilizzatori. La scelta della tipologia distributiva è legata in parte alla tipologia dei terminali di utilizzo (radiatori, ventilvonvettori, convettori etc) ed in parte alle evoluzioni tecnologiche che in particolar modo negli ultimi decenni hanno caratterizzato il settore impiantistico termico. La scelta piÚ opportuna da adottare sui singoli impianti spetta senza dubbio al Progettista Termotecnico, che, in base a quelle che sono le caratterisiche complessive dell'impiantitica richiesta andrà di volta in volata a proporre la tipolgia piÚ idonea.
1) impianti centralizzati con distribuzione a colonne montanti
2) impianti centralizzati con distribuzione orizzontale
3) impianti individuali con generatore autonomo
A collettore
Monotubo
RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE Il rendimento di distribuzione è il rapporto fra la somma del calore utile emesso dai corpi scaldanti e del calore disperso dalla rete di distribuzione all’interno dell’involucro riscaldato dell’edificio ed il calore in uscita dall’impianto di produzione ed immesso nella rete di distribuzione. Il rendimento di distribuzione medio stagionale caratterizza l’influenza della rete di distribuzione sulla perdita passiva di energia termica (quella non ceduta agli ambienti da riscaldare).
RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE
RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE
RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE
RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE
COME SI PUÒ MIGLIORARE IL RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE ? il calore Qd disperso da una tubazione è inversamente proporzionale alla resistenza termica del suo isolamento termico e direttamente proporzionale al diametro, alla lunghezza e alla differenza di temperatura fra fluido ed ambiente. Per ridurre le suddette dispersioni occorre pertanto: - preferire tipologie impiantistiche che prevedano una rete di distribuzione tutta interna all’involucro riscaldato, in modo che le dispersioni siano recuperate per il riscaldamento degli ambienti; - prevedere reti di lunghezza il più possibile contenuta, evitando percorsi tortuosi e non necessari;
COME SI PUÒ MIGLIORARE IL RENDIMENTO DI DISTRIBUZIONE ? - ove non sia possibile evitare percorsi esterni all’involucro riscaldato, prevedere un congruo ed accurato isolamento termico delle tubazioni, prevedere spessori minimi di materiale isolante che sono funzione della temperatura del fluido e della conduttività del materiale isolante impiegato; - prevedere salti termici elevati e portate modeste in modo da ridurre le dimensioni (i diametri) della rete di distribuzione; - prevedere temperature di progetto il più possibile basse
Terminali del sistema I terminali pi첫 diffusi sono: - radiatori (alluminio, ghisa, acciaio); - Termoconvettori e ventilconvettori (esterni e da incasso); - pannelli radianti (a pavimento o soffitto)
radiatori (alluminio, ghisa, acciaio) ALLUMINIO una vita utile più breve rispetto a quelli in ghisa. Si caratterizzano per la leggerezza e la resistenza alle corrosioni esterne; Sono leggermente più costosi rispetto ai radiatori in acciaio e possono essere soggetti a corrosioni interne nel caso in cui l’acqua sia troppo addolcita; hanno un’inerzia termica molto bassa.
GHISA Modulari con elementi a colonne o piastre di conseguenza si possono realizzare corpi scaldanti di potenzialità adeguata alle esigenze dell’ambiente in cui devono essere installati; resistenti alla corrosione con una vita utile molto lunga. Sono molto pesanti e e hanno un’ elevata inerzia termica: da un lato, l’ambiente si mantiene caldo per un certo periodo di tempo dopo lo spegnimento dell’impianto, dall’altro, la temperatura interna dell’ambiente si porta a regime con un ritardo superiore rispetto al caso in cui si impieghino radiatori in acciaio o alluminio.
ACCIAIO Sono costituiti da elementi saldati (piastre, lamelle, colonne), pertanto non sono componibili ma le proprietà meccaniche dell’acciaio permettono la realizzazione di radiatori di forme e dimensioni tali da risultare più leggeri e meno costosi rispetto a quelli in ghisa. Lo svantaggio principale è che sono soggetti a corrosione.
Termoconvettori (esterni e da incasso); Il termoconvettore è un terminale che per il suo funzionamento sfrutta il meccanismo della convezione. In riferimento al mezzo utilizzato per riscaldare l'aria, si possono individuare tre tipologie: •termoconvettore ad acqua •termoconvettore elettrico •termoconvettore a gas
Ventilconvettori (esterni e da incasso);
Ventilconvettori (esterni e da incasso); Lavorano con temperature dell’acqua inferiori rispetto ai radiatori, dell’ordine di 40-60 °C. Vantaggi: • possono essere alimentati con acqua calda dai collettori solari; • le perdite di calore lungo la rete di distribuzione sono più basse; • non si ha formazione di zone nere sulla superficie della parete; • possono essere impiegati per il raffrescamento estivo; • a volte sono meno costosi rispetto ai radiatori
PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO Pregi: • Maggior benessere a parità di temperatura dell’aria • Minori vincoli per l’arredamento • Temperatura del pavimento ottimale • Risparmio energetico se abbinati a caldaie a condensazione • Taglio termico nei confronti del terreno o di zone non riscaldate (autorimesse, cantine)
PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO Difetti: • Elevata inerzia termica • Maggiore spessore massetto • Interferenza con altri impianti a pavimento
PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO
Serpentina semplice Sono necessari giunti di dilatazione sul pavimento
PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO Da utilizzare preferibilmente se debbono fare anche il raffrescamento. Esiste anche la versione a secco (controsoffitto). Possibili problemi di stratificazione in riscaldamento (si perde il contributo convettivo). In raffrescamento è necessario controllare l’umidità (temperatura di rugiada) (osservazione valida anche per pavimento e parete)
PANNELLI RADIANTI SU PARETI Tutelano dalle pareti fredde(da installare quindi preferibilmente sulle pareti esterne) Problemi di arredabilitĂ degli ambienti (anche quadri, mensole, armadi) Interferenze con altri impianti (elettrici soprattutto)
STRISCE RADIANTI A SOFFITTO Simile al pannello radiante ma operante con temperature piÚ elevate. Estensione ridotta. Installazione a soffitto. Costituiti da piastra sagomata in acciaio o alluminio (s=1-1,5 mm). Ad essa sono collegati i tubi in cui scorre il fluido termovettore. Nella parte superiore il pannello è isolato termicamente.
AEROTERMI Corpi scaldanti costituiti da una batteria alettata su cui un ventilatore fa circolare una determinata portata d’aria. Dimensioni ridotte e grandi portate d’aria: locali ampi, quali magazzini, palestre, autorimesse, officine, ed ambienti industriali in genere. Alimentati ad acqua calda e vapore (raramente).
AEROTERMI
AEROTERMI •Installati a soffitto (lancio verticale) ed a parete (lancio orizzontale); per ambienti molto alti si ha solo lancio verticale con batteria che avvolge il ventilatore. •Controllo effetti di galleggiamento dell’aria trattata: angolo apertura getto (diffusore). •Collocazione: evitare di investire l’occupante con l getto d’aria (TMAX= 45-50°C). •Rumorosità. •Versione solo ricircolo o anche con aria esterna di ricambio (servocomando . termostato).
AEROTERMI AEROTERMI
AEROTERMI
AEROTERMI Pannelli a bassa temperatura, 30- 45°C la temperatura dell’acqua all’interno, sono usati per impianti di riscaldamento, ma ultimamente anche per il raffrescamento estivo, facendo circolare nello stesso impianto acqua fredda. Questi ultimi possono essere: •A pavimento (i più diffusi) •A parete •A soffitto (soprattutto per raffrescamento)
TUBI RADIANTI Operante con temperature piÚ elevate. Sono alimentati a gas, nei tubi girano i fumi della combustione i quali scaldano il tubo stesso fino a temperature molto elevate (superiori a 150°C). Estensione ridotta. Nella parte superiore il pannello è isolato termicamente e dotato di riflettore. Installazione a soffitto a grande altezza (min 5m) Basso costo.
TUBI RADIANTI PossibilitĂ di trattare solo le zone con presenza di persone
ESEMPIO: DIAGNOSI ENERGETICA DI EDIFICIO CONDOMINIALE E POSSIBILI INTERVENTI: STATO ATTUALE E RENDIMENTI L’esempio (Fonte Assotermica) si riferisce ad uno stabile di medie dimensioni (26 appartamenti), costruito nei primi anni 70 in provincia di Milano. Impianti: unico generatore adibito alla produzione combinata di calore, per il riscaldamento e per la produzione ACS, mediante scambiatore istantaneo a piastre. Stato attuale dell’involucro edilizio. Involucro edilizio: dispersione di energia utile per riscaldamento, nelle condizioni di esercizio, di 561.500 MJ/anno, pari a 66,7 MJ/(m3 anno).
ESEMPIO: DIAGNOSI ENERGETICA DI EDIFICIO CONDOMINIALE E POSSIBILI INTERVENTI: STATO ATTUALE E RENDIMENTI
Stato attuale dell’impianto. L’impianto esistente, di tipo centralizzato, è così costituito: - emissione del calore: corpi scaldanti statici dimensionati secondo UNI 7357; - regolazione: climatica centrale con sonda esterna, agente sulla valvola miscelatrice; - distribuzione: impianto a due tubi con distribuzione dal basso (a sorgente) con montanti nei muri esterni; - produzione: la produzione del calore è affidata ad un unico generatore da 570 kW che provvede al riscaldamento ed alla produzione dell’acqua calda sanitaria mediante scambiatore istantaneo a piastre.
ESEMPIO: DIAGNOSI ENERGETICA DI EDIFICIO CONDOMINIALE E POSSIBILI INTERVENTI: STATO ATTUALE E RENDIMENTI
ESEMPIO: DIAGNOSI ENERGETICA DI EDIFICIO CONDOMINIALE E POSSIBILI INTERVENTI: STATO ATTUALE E RENDIMENTI
ESEMPIO: DIAGNOSI ENERGETICA DI EDIFICIO CONDOMINIALE E POSSIBILI INTERVENTI: STATO ATTUALE E RENDIMENTI
POSSIBILI INTERVENTI •Miglioramento del rendimento di produzione mediante generatori ad alto rendimento a temperatura costante •Sostituzione del generatore unico con due generatori adibiti al riscaldamento ed alla produzione dell’acs mediante scambiatore ad accumulo
ESEMPIO: DIAGNOSI ENERGETICA DI EDIFICIO CONDOMINIALE E POSSIBILI INTERVENTI: STATO ATTUALE E RENDIMENTI
ESEMPIO: DIAGNOSI ENERGETICA DI EDIFICIO CONDOMINIALE E POSSIBILI INTERVENTI: STATO ATTUALE E RENDIMENTI
ESEMPIO: DIAGNOSI ENERGETICA DI EDIFICIO CONDOMINIALE E POSSIBILI INTERVENTI: STATO ATTUALE E RENDIMENTI
-14%
-43,5%
-25,6%
Esempio : carico termico per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria Appartamento di 120 m2 riscaldato con generatore autonomo (impianto installato prima dell’entrata in vigore della legge 373/76, senza tubazione di ricircolo) 120 m2/25 persone/m2 = 4,8 persone Fabbisogno di energia utile : 3.000 MJ/anno . persona . 4,8 persone = 14.400 MJ/anno Fabbisogno annuo di produzione : 14.400/0,95 . 0,88 = 17.220 MJ/anno
Esempio : carico termico per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria
Il British thermal unit (BTU o Btu) è un'unità di misura dell'energia . 1 BTU = 252 cal. = 1055,06 joule