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IL RISCHIO ELETTRICO


L’ impianto elettrico Un impianto elettrico è definito come un insieme delle costruzioni e delle installazioni destinate ad uno o più delle seguenti funzioni: •Produzione •Conversione •Trasformazione •Regolazione •Smistamento •Trasporto •Distribuzione •Utilizzazione dell’energia elettrica.


L’ impianto elettrico Gli impianti elettrici devono essere costruiti, installati e mantenuti in tutte le loro parti in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti accidentali con elementi sotto tensione nonché i rischi di incendio e scoppio derivanti da anomalie che si possono verificare nel loro esercizio. A questo scopo, esistono prescrizioni per la progettazione e regolare manutenzione degli impianti (Legge 46/90 e relativi decreti di attuazione), contenenti le necessarie specifiche tecniche Infatti gli impianti devono essere corredati da dichiarazione di conformità rilasciata da personale autorizzato ai sensi della Legge 46/90, art. 4; questo documento certifica che l’impianto è stato eseguito secondo le norme UNI (Ente Italiano Unificazione) e CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), nonché le prescrizioni della legislazione tecnica vigente. L’impianto deve inoltre essere dotato di impianto di messa a terra, denunciato all’ISPESL e verificato ogni 2/5 anni a cura dell’USL.


Unità di misura Volt ( Simbolo V) Il volt è l'unità di Misura derivata dal S.I. del potenziale elettrico e della differenza di potenziale Si dice che tra due punti A e B, appartenenti ad una regione di spazio sede di un campo elettrico di tipo conservativo, c'è una differenza di potenziale di 1 V se per portare una carica positiva di 1 C dal punto A al punto B è necessario compiere un lavoro positivo di 1 J.


Unità di misura Ampere ( Simbolo A ) è l'unità base SI usata per misurare l'intensità della corrente elettrica.

L'ampere esprime l'intensità di corrente in un conduttore attraversato in qualunque sezione dalla carica di un coulomb nel tempo di un secondo. Per analogia, l'intensità di corrente è paragonabile alla quantità di acqua che passa per un tubo misurata in kg/secondo


Watt (simbolo W) è l'unità di misura della potenza del Sistema Internazionale. Un watt equivale a 1 joule al secondo (1 J/s) ed è equivalente, in unità elettriche, a un volt per ampere

W=V A


Wattora (simbolo Wh) è una misura di energia Un Wattora corrisponde all'energia prodotta da una potenza di un watt per un'ora


La Tensione elettrica Legge di Ohm U=R*I -U = Differenza di potenziale -I = Tensione (V) -R = Resistenza Ohm ( Ω ) Esprime la relazione di proporzionalità tra la differenza di potenziale elettrico ai capi di un conduttore elettrico e l'intensità della corrente elettrica che lo attraversa. La costante di proporzionalità è la resistenza elettrica


Classificazione dei sistemi elettrici Sistemi di Categoria 0: tensione nominale 50 V, se corrente alternata, o 75 V, se corrente continua; Sistemi di Ia Categoria: tensione nominale da 51 V a 1.000 V, se corrente alternata, o da 76 V a 1.500 V, se corrente continua; Sistemi di IIa Categoria: tensione nominale da 1.001 V a 30.000 V, se corrente alternata, o da 1.501 V a 30.000 V, se corrente continua; Sistemi di IIIa Categoria: tensione nominale > 30.000 V, in entrambi i casi.


Componenti di un impianto elettrico Cavi Elettrici

Quadri elettrici

Apparecchi di Comando


Componenti di un impianto elettrico Prese a spina

Lampade


Componenti di un impianto elettrico

Cavi Elettrici Nei cavi si possono distinguere i seguenti principali componenti: conduttore (la parte metallica percorsa da corrente - 1), isolante (parte che circonda il conduttore in PVC o gomma - 2), anima (insieme di conduttore e isolante – 1 e 2), guaina (rivestimento protettivo esterno - 3).


I colori distintivi secondo la norma CEI 64-8/5 sono: - giallo giallo/verde per i conduttori di terra, di protezione ed equipotenziali, se isolati; - blu per il conduttore di neutro; - nessuna prescrizione per i conduttori di fase.


Componenti di un impianto elettrico

Cavi Elettrici In base al comportamento nei confronti del fuoco i cavi sono classificati in: •non non propaganti fiamma; •non propaganti l’incendio; •non propaganti l’incendio e a ridotta emissione di fumo e gas tossici; •resistenti al fuoco; •per ambienti ad elevate temperature.


Quadri elettrici In ogni impianto elettrico, a valle del contatore, si trova un quadro di distribuzione, costituito da materiale plastico autoestinguente a doppio isolamento, nel caso di piccole dimensioni, e da materiale metallico negli altri casi. Tale quadro alloggia gli interruttori che hanno due funzioni: protezione e sezionamento.


Apparecchi di Comando Gli apparecchi di comando sono quegli organi di un circuito elettrico che consentono di aprire o chiudere un circuito o di isolare parte dello stesso. Tali apparecchi si dividono essenzialmente in interruttori e sezionatori. I primi servono per stabilire o interrompere la corrente di esercizio in qualunque condizione di carico o di eventuale sovraccarico. Il sezionatore è un organo elettromeccanico di manovra inserito in un circuito elettrico al fine di sezionare, cioè di aprire un circuito o una linea, con corrente trascurabile, in modo fisico e visibilmente evidente.


Apparecchi di Comando Interruttore automatico mognetotermico L’interruttore magnetotermico è costituito da due componenti sensibili accoppiati. Uno è il dispositivo magnetico, l’altro è quello termico. I componenti sensibili, al verificarsi di una condizione anomala, (sovracorrenti) causano l’apertura dell’interruttore in modo automatico, senza quindi l’intervento dell’operatore. L’apertura dei contatti avviene su tutti i poli. In genere l’interruttore automatico assicura anche la funzione di sezionatore.


Apparecchi di Comando Il tempo di intervento di apertura del circuito è proporzionale all’intensità del sovraccarico di corrente elettrica. L’ intervento della componente magnetica è invece causato da un innalzamento particolarmente elevato dello corrente, che si manifesta a causa di un corto circuito.


Apparecchi di Comando Interruttore magnetotermico differenziale L'interruttore differenziale, comunemente detto salvavita , è un dispositivo di sicurezza in grado di interrompere il flusso elettrico di energia in un circuito elettrico in caso di guasto verso terra (dispersione elettrica) o folgorazione fase-terra



Prese di corrente Tipo A - Standard italiano - può sopportare una corrente di 10 ampere (~ 2000 watt). Nel suo uso bisogna evitare il sovraccarico con prese multiple o con adattatori che permettono l’inserimento di spine da 16 A (adatte per le prese di tipo B). Il morsetto di terra è quello centrale. Tipo B - Standard italiano - Può sopportare massimo una corrente di 16 ampere (~ 3500 watt). Si trova solo in alcuni punti ove è previsto un maggiore assorbimento di corrente. Il morsetto di terra è quello centrale.


Prese di corrente Tipo C - Presa bivalente - unisce i due tipi precedenti permettendo l’inserimento sia delle spine da 10 A, sia di quelle da 16 A. Il morsetto di terra è quello centrale. Tipo D - Standard tedesco - si può trovare per l’uso di alcuni utensili. La corrente può al massimo raggiungere 16 A. I morsetti di terra sono posti lateralmente.


COS’ È IL RISCHIO ELETTRICO Il rischio che deriva per le persone in seguito a contatto con parti in tensione, il rischio che deriva dall’innesco di incendi in seguito a scariche elettriche o surriscaldamento dei cavi.


EFFETTI CORRENTE ELETTRICA Correnti elettriche esterne, esterne, sommandosi alle piccole correnti fisiologiche interne, possano alterare le funzioni vitali dell’organismo,, fino a provocare effetti letali dell’organismo letali.. Il passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano può determinare numerose alterazioni e lesioni, temporanee o permanenti. La corrente elettrica produce un’azione diretta sui vasi sanguigni, sul sangue, sulle cellule nervose; Può determinare alterazioni permanenti nel sistema cardiaco (aritmie, lesioni al miocardio, alterazioni permanenti di conduzione), nell’attività celebrale (modificazione dell’elettroencefalogramma) e nel sistema nervoso centrale.


EFFETTI CORRENTE ELETTRICA Gli effetti pi첫 frequenti e pi첫 importanti che la corrente produce sul corpo umano sono fondamentalmente quattro: 1. TETANIZZAZIONE 2. ARRESTO DELLA RESPIRAZIONE 3. FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE 4. USTIONI


TETANIZZAZIONE Se uno stimolo elettrico è applicato ad una muscolo, esso si contrae, per poi ritornare allo stato di riposo. Se al primo stimolo ne segue un secondo, prima che il muscolo sia tornato allo stato di riposo, i due effetti possono sommarsi. Più stimoli opportunamente intervallati contraggono ripetutamente il muscolo in modo progressivo (contrazione tetanica). La “tetanizzazione dei muscoli” è la contrazione involontaria dei muscoli interessati al passaggio della corrente. Donne: 10 mA (50Hz); Uomini: 15 mA (50 Hz)


ARRESTO DELLA RESPIRAZIONE Correnti superiori ai 15 mA producono nell’infortunato difficoltà di respirazione e segni di asfissia: il passaggio della corrente determina una contrazione dei muscoli addetti alla respirazione e una paralisi dei centri nervosi che sovrintendono alla funzione respiratoria; se la corrente perdura, l’infortunato perde conoscenza e può morire soffocato. Circa il 6% delle morti per folgorazioni è dovuto ad asfissia.


FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE All’attività elettrica normale corrisponde il pulsare ordinato e ritmico del muscolo cardiaco; quando giunge l’azione perturbatrice esterna le fibrille ricevono segnali elettrici eccessivi ed irregolari, vengono sovrastimolate in maniera caotica e iniziano a contrarsi in modo disordinato, l’una indipendentemente dall’altra, sicchè il cuore non riesce a svolgere più la sua funzione.

La fibrillazione ventricolare è responsabile di oltre il 90% delle morti per folgorazione


USTIONI Il passaggio di corrente elettrica su una resistenza è accompagnato da sviluppo di calore per effetto Joule; il corpo umano non fa eccezione a questa regola generale. Le ustioni peggiori si hanno sulla pelle, perchè questa presenta una resistività maggiore rispetto agli altri tessuti. Inoltre la densità di corrente è maggiore in corrispondenza dei punti di entrata e di uscita della corrente.



CAPO III – IMPIANTI ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE Art. 80. Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati dai tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione ed, in particolare, da quelli derivanti da: a) contatti elettrici diretti; b) contatti elettrici indiretti;


CAPO III – IMPIANTI ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni; d) innesco di esplosioni; e) fulminazione diretta ed indiretta; f) sovratensioni; g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.


FATTORI DI RISCHIO Dal punto di vista infortunistico, e dunque delle conseguenze derivanti da incidenti di natura elettrica, le principali tipologie possono essere ricondotte a: -elettrocuzione, dovuta al passaggio di corrente nel corpo umano, per contatto diretto o indiretto. -incendio, dovuto alla contemporanea presenza di materiale infiammabile e fenomeni elettrici (archi, scintille, punti caldi superficiali) atti ad innescare l’incendio; - esplosione, dovuta alla contemporanea coesistenza di atmosfera pericolosa (presenza di sostanza miscela gas, vapore o polvere potenzialmente esplosivi) e fenomeni elettrici (archi, scintille, punti caldi superficiali) atti ad innescare l’esplosione.


Elettrocuzione L’elettrocuzione, più comunemente conosciuta come scossa, consiste nell’attraversamento del corpo umano da parte della corrente elettrica. Affinché si possa verificare tale passaggio la corrente deve avere un punto di entrata e un punto di uscita aventi differente potenziale.


DANNI DELL’ ELETTROCUZIONE La condizione di elevato pericolo è direttamente proporzionale: all’intensità di corrente attraverso il corpo umano; umano durata del contatto con parti in tensione (msec (msec.). .). Inoltre anche il percorso della corrente è un fattore importante e concorre a determinare l'entità del danno per la salute.


Esempio in corrente alternata : La resistenza media del corpo umano bagnato (Ohm) è di circa 2000 OHM; contatto con un impianto a 220 Volt; Volt La corrente continua è normalmente meno pericolosa della corrente alternata: infatti il valore di corrente continua ritenuto potenzialmente in grado di innescare il fenomeno della fibrillazione ventricolare è circa 4 VOLTE piÚ elevato di quello corrispondente in corrente alternata


•Zona 1: nessuna reazione (al di sotto della soglia di percezione) •Zona 2: limite di pericolosità convenzionale •Zona 3: effetti fisiopatologici reversibili e tetanizzazione •Zona 4: probabilità di fibrillazione ventricolare (c1:5%, c2:50%, c3:>50%) Nel caso della corrente continua si ha un diagramma simile anche se con livelli superiori


Percorso della corrente I tragitti piÚ pericolosi sono nell’ordine: 1. mani-torace 2. mano sinistra-torace 3. mano destra-torace 4. mani-piedi 5. mano-mano


ORIGINE DELL’ELETTROCUZIONE L’elettrocuzione può avvenire per contatto diretto, contatto indiretto ed arco elettrico.

Il contatto indiretto avviene quando si entra in contatto con parti metalliche normalmente non in tensione. Tali parti metalliche possono risultare inaspettatamente in tensione a causa di guasto della macchina o di qualche suo componente. Un esempio sono le carcasse metalliche degli elettrodomestici. L’arco elettrico si manifesta in caso di guasto o di manovre su apparecchiature elettriche, e si manifesta come una sorgente intensa e concentrata di calore con emissione di gas e vapori tossici, particelle incandescenti e radiazioni.


Il contatto diretto è ritenuto il più pericoloso, essendo il soggetto sottoposto alla piena tensione verso terra del sistema elettrico. Il contatto indiretto è però molto più subdolo


ESEMPI DI CONTATTI DIRETTI: TOCCARE UN FILO SCOPERTO. TOCCARE LA MORSETTIERA DI UN MOTORE ELETTRICO. TOCCARE LA GHIERA METALLICA DI UN PORTALAMPADE. TOCCARE LA VITE DI UN MORSETTO. ECC… ESEMPI DI CONTATTI INDIRETTI: TOCCARE CUSTODIE O CARCASSE METALLICHE DI APPARECCHI ELETTRICI CHE SONO IN TENSIONE A CAUSA DI UN GUASTO INTERNO


Protezione contro i contatti diretti Finalità: Impedire qualsiasi contatto con parti attive Modalità •Parti attive completamente ricoperte con un isolamento che possa essere rimosso solo mediante distruzione •Le parti attive devono essere protette con involucri o barriere tali da assicurare un grado di protezione minimo IPXXB (inaccessibilità al dito di prova) •ostacoli che impediscano l’avvicinamento non intenzionale del corpo a parti attive




GRADO DI PROTEZIONE “IP” Nel progettare gli impianti elettrici è necessario considerare la tipologia degli ambienti in cui saranno installati. Il grado di protezione “IP” (tabelle 3 e 4) rappresenta attraverso due numeri il livello di protezione. Il primo numero, che varia da 0 a 6, indica il grado di protezione contro l’introduzione di corpi solidi, mentre il secondo numero, che varia da 0 a 8, indica il livello di protezione contro l’ingresso di corpi liquidi. Oltre questi due numeri è possibile la presenza di un’altra lettera (A-B-C-D), che indica l’inaccessibilità dell’involucro alle dita di una mano.





Protezione contro i contatti indiretti Collegamento all’impianto di messa a terra delle masse e masse estranee Interruzione automatica del circuito (es. tramite interruttore differenziale)


Protezione contro i contatti indiretti Per evitare i contatti indiretti di cui si è parlato prima, è necessario collegare le parti metalliche normalmente non in tensione con il terreno circostante: tale collegamento è denominato impianto di messa a terra. Quando l’utilizzatore è alimentato dalla rete a bassa tensione, è utilizzato il sistema TT. Tale tipo di sistema è presente nelle normali abitazioni. In questo caso tutte le masse metalliche devono essere collegate al proprio impianto di terra.


Tale impianto è costituito da conduttori di protezione (con diametro dettato dalla normativa), collegati a nodo equipotenziale, collegato a sua volta, tramite un conduttore di terra, ai dispersori che rappresentano la parte terminale dell’impianto di messa a terra.


Incendi di origine elettrica •Sovracorrenti nei cavi •Dispersioni e correnti di guasto verso terra •Cattivi contatti •Guasti nelle apparecchiature •Archi elettrici


Sovracorrenti nei cavi I cavi e le linee devono essere protetti con organi di protezione da sovracorrenti per evitare un eccessivo riscaldamento, che può verificarsi sia per sovraccarico d'esercizio sia per via della completa protezione da cortocircuito. La protezione dal sovraccarico consiste nel dotare gli organi di protezione che interrompono le correnti di sovraccarico nei conduttori di un circuito elettrico prima che possano causare una situazione dannosa per l'isolamento dei conduttori, i punti di allacciamento e collegamento e l'ambiente circostante le linee e i cavi.


d) innesco di esplosioni; e) fulminazione diretta ed indiretta; f) sovratensioni; g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.


fulminazione


Sovratensioni La sovratensione è un aumento anomalo della tensione di rete che può avere carattere impulsivo, transitorio o oscillatorio smorzato che si sovrappone alla stessa tensione di rete.


Una tipica rappresentazione di una forma d'onda impulsiva (Fig. 2) è caratterizzata da: - tempo di salita T1, espresso in µs: intervallo di tempo compreso tra gli istanti in cui l'impulso è al 10% e al 90% del valore di picco; - tempo all’emivalore T2, espresso in µs: intervallo di tempo compreso tra gli istanti in cui l'impulso è al 10% e al 50% del valore di picco; - il valore di picco (Vmax).



Protezioni primarie Compito della protezione primaria è quello di proteggere gli impianti dalla caduta diretta di un fulmine. Questo tipo di protezione consente di scaricare a terra l’eventuale corrente di fulmine e basa il suo funzionamento sulla presenza di una struttura metallica piĂš alta delle strutture da proteggere


I dispositivi di protezione dalle sovratensioni (SPD, Surge Protective Device), detti comunemente “scaricatori�, sono progettati per salvaguardare i sistemi e le apparecchiature elettriche contro le sovratensioni transitorie e impulsive quali, ad esempio, quelle causate da fulmini e da manovre elettriche.


PAUSA


Art. 81. Requisiti di sicurezza 1. Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonchĂŠ le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d'arte. 2. Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si considerano costruiti a regola d'arte se sono realizzati secondo le pertinenti norme tecniche


Si considerano norme di buona tecnica le specifiche tecniche emanate dai seguenti organismi nazionali e internazionali: UNI (Ente Nazionale di Unificazione); CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano); CEI 64/8 - CEI 17/13 – CEI 81/1 CEN (Comitato Europeo di normalizzazione); CENELEC (Comitato Europeo per la Elettrotecnica); IEC (Commissione Internazionale ); ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione).


Art. 82. Lavori sotto tensione 1. E' vietato eseguire lavori sotto tensione. Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quanto previsto dallo stato della tecnica secondo la migliore scienza ed esperienza, nonchĂŠ o quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti condizioni: a) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme tecniche di buona tecnica; b) per sistemi di categoria 0 e I purchĂŠ l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di lavoro come idonei per tale attivitĂ secondo le indicazioni della pertinente normativa tecnica;


Art. 82. Lavori sotto tensione c) per sistemi di II e III categoria purchĂŠ: 1) i lavori su parti in tensione siano effettuati da aziende autorizzate, con specifico provvedimento del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ad operare sotto tensione; 2) l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratori abilitati dal datore di lavoro ai sensi della pertinente normativa tecnica riconosciuti idonei per tale attivitĂ


2. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, da adottarsi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, sono definiti i criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui al comma 1, lettera c), numero 1). 3. Hanno diritto al riconoscimento di cui al comma 2 le aziende giĂ autorizzate ai sensi della legislazione vigente.




Lavori elettrici in generale Art. 83. Lavori in prossimitĂ di parti attive 1. Non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette, o che per circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, e comunque a distanze inferiori ai limiti di cui alla tabella 1 dell'allegato IX, salvo che vengano adottate disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi. rischi 2.. Si considerano idonee ai fini di cui al comma 1 le disposizioni contenute nella pertinente normativa di buona tecnica nelle pertinenti norme tecniche. tecniche


Nei cantieri Art. 117 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, Lavori in prossimitĂ di parti attive Fermo restando le disposizioni di cui all'art. 83, quando occorre effettuare lavori in prossimitĂ di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette o che per circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, ferme restando le norme di buona tecnica, si deve rispettare almeno una delle seguenti precauzioni:


a) mettere fuori tensione ed in sicurezza le parti attive per tutta la durata dei lavori; b) posizionare ostacoli rigidi che impediscano l'avvicinamento alle parti attive; c) tenere in permanenza, persone, macchine operatrici, apparecchi di sollevamento, ponteggi ed ogni altra attrezzatura a distanza di sicurezza. La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano avvenire contatti diretti o scariche pericolose per le persone tenendo conto del tipo di lavoro, delle attrezzature usate e delle tensioni presenti e comunque la distanza di sicurezza non deve essere inferiore ai limiti di cui all'allegato IX o a quelli risultanti dall'applicazione delle pertinenti norme tecniche.




Distanza del carico sospeso dalla gru a torre rispetto alla linea elettrica con tensione pari a 132 kV secondo la Tabella 1 dell’All. IX al D.Lgs. 81/08.


Generalità degli impianti elettrici di cantiere Gli impianti elettrici di cantiere vengono realizzati seguendo degli accorgimenti particolari che li distinguono da quelli utilizzati negli ambienti ordinari. Il cantiere è un luogo di lavoro caratterizzato dalla temporaneità, quasi sempre all’aperto, con condizioni climatiche variabili, con una alta concentrazione di polveri ed acqua, dove i componenti sono ad elevato rischio di urti o schiacciamenti. Inoltre bisogna considerare l’elevata presenza di utilizzatori e di eventuali ambienti a maggior rischio in caso d’incendio o con pericolo di esplosione.


Diversamente per quanto avviene negli ambienti ordinari, l’impianto elettrico di cantiere non termina con le prese a spina, ma una parte importante della distribuzione elettrica è situata a valle di queste ultime, basti pensare ai tratti di impianto compresi tra il quadro generale ed i quadretti di piano. Pertanto nei cantieri tutti i componenti elettricamente dipendenti posti all’interno dell’area delimitata dalla recinzione, costituiscono l’impianto elettrico comprendente sia la parte fissa che quella mobile


Normalmente nei cantieri l’energia elettrica viene fornita direttamente in bassa tensione (sistema TT) dall’Ente distributore. In tal caso il materiale elettrico utilizzato per la realizzazione dell’impianto deve essere conforme alla “direttiva bassa tensione” (direttiva 2006/95/CE) e riportare la marcatura CE. La marcatura CE può essere accompagnata dal marchio IMQ indicante la conformità alle norme di qualità certificate dall’Istituto Italiano del Marchio di Qualità. Il marchio IMQ non è obbligatorio.


Punto di consegna ed interruttore generale, automatico e differenziale.


La potenza contrattuale normalmente impiegata è pari a: - 6 kW per cantieri di piccole dimensioni, - 25 kW per cantieri di medie dimensioni, - 50 kW per cantieri di grandi dimensioni.

Ăˆ indispensabile che immediatamente a valle del misuratore venga istallato un interruttore generale, automatico e differenziale, con potere di cortocircuito determinato in base alla corrente di cortocircuito presunta indicata dal Distributore.


La scelta delle soluzioni tecniche da adottare per la realizzazione dell’impianto di cantiere ricade in capo all’installatore il quale dovrà dichiararne la conformità ai sensi del D.M. 37/08. 37/08 Con riferimento alla norma CEI 64-8 deve essere prevista e verificata un'adeguata protezione contro le sovracorrenti e contro i contatti diretti ed indiretti. La protezione contro i contatti diretti può essere attuata mediante l'isolamento delle parti attive e attraverso l'uso di involucri e barriere, mentre la protezione contro i contatti indiretti viene realizzata tramite interruzione automatica del circuito, con l'impiego di componenti di classe II o mediante separazione elettrica.


Scelta dei cavi e loro posa. Per quanto attiene alla scelta del tipo di cavo da utilizzare per gli impianti elettrici di cantiere, le norme CEI distinguono tra: -cavi adatti alla posa fissa e cioè quelli destinati a non essere spostati durante la vita del cantiere, ad esempio il tratto che va dal misuratore Enel a quadro generale di cantiere; -cavi per posa mobile soggetti a spostamenti, come ad esempio il cavo che alimenta un apparecchio trasportabile.





PROTEZIONE MECCANICA



ERRATA POSA DEI CAVI




Contatti con linee elettriche aeree Particolare attenzione deve essere posta per evitare il contatto diretto con linee elettriche aeree. TRANSITO VIETATO AI VEICOLI AVENTI ALTEZZA SUPERIORE A ......... METRI:


QUADRI ELETTRICI ASC DA CANTIERE Tra i vari componenti che costituiscono l'impianto elettrico di cantiere assume un ruolo fondamentale il quadro elettrico che deve rispondere a specifica normativa ed essere costruito in serie (quadri AS). Si tratta di quadri che devono essere conformi ad un prototipo provato e presentare particolari caratteristiche secondo quanto prescritto dalla norma CEI EN 60439-4. La norma, pubblicata in seconda edizione nell'ottobre 2005, è stata recepita in Italia come CEI 17/13-4 "Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri bt) Parte 4: prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate per cantieri (ASC).


In base alla mobilità l'ASC (Quadro di cantiere) può essere: • trasportabile (o semi-fissa) - l'apparecchiatura trasportabile assume una collocazione che può cambiare con il progredire dei lavori nello stesso cantiere, ma lo spostamento avviene solo dopo che è stata scollegata dall'alimentazione; • mobile - l'ASC mobile può essere spostata nell'area del cantiere senza essere scollegata dall'alimentazione


Prese a spina e avvolgicavi

Immagine tratta dal volume TuttoNormel –Impianti a norme CEI - Linee Guida Blu n 3 – Cantieri Edili

Le prese a spina utilizzate in cantiere devono essere in grado di resistere alle condizioni di impiego che si possono verificare durante l’uso in cantiere, e quindi devono essere adeguatamente protette contro gli effetti dannosi dell’acqua ed avere adeguata resistenza meccanica.


Le prese a spina di tipo mobile, cosiddette volanti, devono essere ad uso industriale, conformi alla norma CEI 23-12/1. È importante che il cavo in ingresso alla spina o presa sia ben stretto dal pressa cavo al fine di evitare il distacco dei conduttori dai morsetti, a causa delle sollecitazioni a trazione a cui può essere soggetta la linea. Quanto sopra descritto è spesso causa d’incidenti anche mortali: ad esempio quando il conduttore di protezione giallo/verde si distacca dal morsetto e va in contatto con il conduttore di fase. Se il cavo alimenta una betoniera come nella figura, la stessa non è più collegata a terra ed assume la tensione.



Sempre per le prese a spina volanti che possono essere soggette a getti d’acqua o trovarsi accidentalmente in pozze d’acqua è necessario adottare un grado di protezione IP67. Le prese fisse istallate all’interno dei quadri devono avere un grado di protezione minimo pari a IP44 e devono essere protette contro le sovracorrenti da un interruttore magnetotermico (o da fusibile) di corrente nominale non superiore alla corrente nominale delle prese stesse.



Le prese a spina per uso domestico o similare (anche tipo SCHUKO) non sono adatte per essere utilizzate nei cantieri perché non hanno l’adeguato grado di protezione, a meno delle seguenti specifiche: 1) per uso temporaneo e cioè per alimentare utensili portatili solo in ambienti in assenza di polvere e di acqua come nel caso di lavori di finitura interni in cantieri in fase di completamento 2) per uso temporaneo e per collegamento attraverso idoneo adattatore, all’interno di quadri di cantiere che lavorano a porta chiusa e garantiscono adeguata protezione da urti e acqua; L’adattatore che permette l’inserimento della spina di uso domestico nella presa industriale deve riportare la scritta “SOLO PER USO TEMPORANEO” (CEI 23-64).



Gli avvolgicavo di tipo industriale devono essere conformi alla norma CEI EN 61316 e sono dotati di una o piÚ prese a spina anch’esse di tipo industriale. Devono essere protetti contro il surriscaldamento mediante protettore termico di corrente incorporato. Il cavo deve essere del tipo H07RN-F e la presa a spina deve essere IP67. La targhetta deve indicare nome del costruttore, tipo, sezione e lunghezza del cavo, potenza massima con cavo avvolto e completamente svolto e tensione nominale.


Impianto di terra. L’impianto di terra è costituito dai seguenti componenti: •dispersore, •nodo principale di terra, •conduttori di protezione, •conduttori di terra, •conduttori equipotenziali •principali.


Il dispersore è quel corpo che realizza un collegamento elettrico con la terra; può essere sia un profilato infisso nel terreno per il quale le norme fissano le dimensioni minime allo scopo di garantire la resistenza nel tempo alla corrosione, ma può essere costituito dagli stessi ferri di fondazione di un edificio.


Il nodo principale di terra è costituito da una barra di rame alla quale fanno capo: - i conduttori di protezione che collegano a terra le masse, - i conduttori equipotenziali che collegano a terra le masse estranee, - il conduttore di terra che arriva ai dispersori. Il conduttore di protezione ha lo scopo di convogliare la corrente di guasto dalle masse al collettore principale di terra e quindi al dispersore.



I conduttori equipotenziali principali sono quelli che collegano il nodo di terra alle masse estranee dove per massa estranea si intende un corpo metallico non facente parte dell’impianto elettrico, come un ponteggio, una baracca in lamiera metallica, etc. Ciò si rende necessario per garantire la protezione dal contatto dei lavoratori con una massa estranea che può trovarsi in tensione a causa del cedimento dell’isolamento di utensili o macchinari utilizzati. Il collegamento a terra della massa metallica deve essere realizzato se si verifica la condizione Re<200 Ω e cioè quando la resistenza verso terra è inferiore a 200 ohm. Infatti se le masse estranee risultano perfettamente isolate da terra non è necessario realizzare il collegamento equipotenziale.




Apparecchi elettrici portatili. La norma CEI 64-8/2 suddivide gli apparecchi elettrici che non necessitato di posa fissa in: - apparecchi trasportabili che dotati di apposite maniglie possono essere spostati facilmente all’interno dell’ambiente di lavoro (ad es. una piccola sega circolare); - apparecchi mobili che sono destinati ad essere spostati durante l’uso (ad es. una macchina per lucidare i pavimenti), - apparecchi portatili destinati ad essere sorretti dall’operatore durante l’impiego ordinario (ad es. trapano, smerigliatrice, martelletti demolitori). Per motivi di sicurezza gli apparecchi portatiti devono essere costruiti con doppio isolamento e riportare il simbolo del doppio quadrato. Tali apparecchi sono detti di classe II.


Ciò significa che oltre all’isolamento principale esiste un isolamento supplementare che ha lo scopo di evitare il pericolo di contatto diretto o indiretto nel caso di cedimento dell’isolamento principale.


Luoghi conduttori ristretti Un luogo si definisce conduttore ristretto quando si presenta delimitato da superfici metalliche o conduttrici, e con dimensioni tali da limitare il movimento dell’operatore e da provocare un provabile contatto con ampie parti del corpo, diverse da mani e piedi. Sono luoghi conduttori ristretti, ad esempio, cisterne e cunicoli metallici o umidi, scavi ristretti nel terreno. Il concetto è estensibile anche a quelle circostanze lavorative in cui l’operatore è a stretto contatto, su larga parte del corpo, con superfici conduttrici, come ad esempio il caso di chi lavora con la cintura di sicurezza su di un traliccio metallico.


Luoghi conduttori ristretti Gli apparecchi elettrici portatili utilizzati nei luoghi conduttori ristretti devono essere: 1) alimentati a bassissima tensione elettrica (SELV), oppure 2) protetti per separazione elettrica cioè un apparecchio deve essere collegato ad un trasformatore di isolamento.



Dichiarazione di conformità A partire dall’emanazione della legge 46/1990, tutte le operazioni d’installazione e manutenzione degli impianti tecnologici per gli edifici adibiti ad uso civile (rete elettrica, distribuzione del gas e d’acqua, riscaldamento, ascensori, ecc.) devono essere affidate ad imprese accreditate. Tali imprese devono possedere determinati requisiti e devono essere inscritte all’interno di un apposito albo, e dal termine dei lavori hanno l’obbligo di rilasciare una “Dichiarazione di conformità” dell’impianto eseguito alle norme di buona tecnica.



FINE DELLA LEZIONE


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