Red waltherppq 2012

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ARMI CORTE

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Walther Ppq A tre lustri dalla sua presentazione, la diffusa e apprezzata pistola Walther P99 si veste a nuovo dentro e fuori, portando a compimento un percorso evolutivo perseguito con attenzione alle soluzioni meccaniche e volontà di offrire alla clientela un prodotto sempre più funzionale di Francesco Battista

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a P99, presentata nel 1997, rappresenta un punto di svolta per la filosofia costruttiva della Carl Walther Sportwaffen nel segmento delle armi corte: essa fu infatti la prima pistola costruita dalla storica firma di Ulm in base alle più moderne tendenze del settore, ovvero sicurezza e semplicità d’uso e impiego di moderne tecnologie costruttive. Dopo aver osservato e analizzato l’impatto sul mercato della nuova generazione di pistole semiautomatiche d’ordinanza principiata con la Glock nei primi anni Ottanta, la Walther comprese quindi che doveva scendere nell’agone, ma non certo limitandosi a replicare moduli tecnici ed estetici già visti; nel 1994 iniziò quindi il programma di sviluppo di una nuova pistola di grosso calibro che avrebbe portato tre anni dopo alla comparsa della P99 e segnato l’uscita dalla scena di modelli di impostazione tradizionale come la P88 e, in breve, di leggende quali le costose PP e PPK. I parametri costruttivi e stilistici della P99 furono infatti ripresi nelle P22 e PK 380, che andarono a coprire la fascia di pistole di piccolo e medio calibro in sostituzione dei due modelli suddet-

ti, nati durante la Repubblica di Weimar (nel catalogo dell’azienda compaiono ancora la PPK e la PPK/S, prodotte però su licenza in altri paesi). La P99 ottenne in breve tempo una buona accoglienza sia da parte del mercato civile sia in ambito professionale: il successo di un’arma si desume anche dal suo impiego cinematografico e la P99 raccolse l’eredità della PPK nei film di James Bond/007, mentre fu adottata da alcuni dipartimenti regionali di polizia tedeschi, dalle forze dell’ordine polacche e da diversi reparti dell’esercito finlandese. I tecnici della Walther non si misero però a dormire sugli allori e, nonostante il gradimento accordato alla P99, si impegnarono in un costante programma di perfezionamento che è giunto sino a oggi: Il modello originale con scatto in azione mista tramite percussore a lancio inerziale fu seguito nel 2004 dalla cosiddetta Seconda Generazione caratterizzata, oltre che da aggiornamenti afferenti l’estetica e la tipologia della slitta anteriore del fusto per il montaggio di congegni di designazione e illuminazione del bersaglio (passata da una configurazione dedicata a specifici acces-

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La tacca di mira ha un profilo arrotondato per favorire l’estrazione dell’arma e presenta due visibilissimi riferimenti circolari bianchi tipo Superluminova. La cifra 2 si riferisce all’altezza della tacca medesima

Il mirino è trattenuto nella sua sede dalla vite mostrata in precedenza e può essere sostituito con altri di altezza diversa per le correzioni sul piano verticale

Il numero di iscrizione al Catalogo Nazionale delle Armi da Sparo, oramai vestigia di un tempo che fu

La Walther PPQ denuncia a prima vista la sua filiazione dalla serie P99, rispetto alla quale presenta un carrello dal disegno più semplice e lineare

Il grilletto è munito della oramai consueta leva di sicurezza che viene automaticamente esclusa dalla pressione del dito. La leva di svincolo del caricatore è perfettamente ambidestra e di impiego comodissimo

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Lo storico cartiglio Walther è sempre garanzia di funzionalità e raffinatezza tecnica

A differenza di quanto avviene in altri modelli della serie P99, nella PPQ la coda del percussore non sporge dal carrello, la cui estremità posteriore è chiusa da un semplice tappo

Il perno trasversale cavo che trattiene la sezione dorsale dell’impugnatura (qui è montata quella di misura media) può accogliere il capo di un correggiolo

Le ampie scanalature di presa ricavate sui fianchi del carrello garantiscono un’ottima manipolazione dello stesso e sono state impiegate per la prima volta nella P99 RAD polacca

L’estrattore è di proporzioni veramente abbondanti e funge anche da segnalatore di cartuccia in camera, sia al tatto che alla vista per mezzo della colorazione rossa della sua parte sporgente

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La PPQ in smontaggio da campagna. Il sistema di chiusura è basato su una diffusa modifica dello schema a corto rinculo di canna Browning Ogni esemplare della PPQ è corredato di due dorsalini di ricambio e di un utile attrezzo per riempire il serbatoio caricatore

sori al disegno Weaver), dalla comparsa di due varianti del sistema di scatto denominate Anti Stress, Double Action Only e Quick Action: la prima rappresentava una ottimizzazione del sistema SA/DA, la seconda sparava solo in doppia azione (come la precedente P990) mentre la terza era munita di un congegno di armamento parziale del percussore attivato dalla traslazione del carrello, secondo il diffuso schema Glock. Ulteriori modifiche del disegno del carrello e della guardia del grilletto portarono poi in tempi più recenti a una serie ulteriori, a volte definita come Terza Generazione.

L’ultima nata

La parte anteriore del fusto reca una guida integrale a norma MIL-STD 1913, ovvero quella che comunemente viene denominata Picatinny, per l’interfaccia con sistemi di designazione e illuminazione del bersaglio

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Nel corso dell’edizione 2011 dello SHOT Show la Walther svelò al pubblico la nuova PPQ, che potremmo definire - con locuzione mutuata dal linguaggio televisivo anglosassone - uno spin off della serie P99 e che va ad affiancarsi ai modelli AS e QA di quest’ultima. Naturalmente anche PPQ è una sigla, che si riallaccia idealmente alla tradizione delle pistole Walther: essa infatti sta per Police Pistol- o Polizei Pistole - Quick Defense, a sottolineare la sua precipua vocazione operativa.


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Davanti alla leva di arresto del carrello si trova il tasto zigrinato, presente anche sul lato opposto del fusto, che permette di liberare il carrello stesso dopo averlo arretrato leggermente

Le guide posteriori. Lo sviluppo di queste e delle loro omologhe anteriori è generoso e garantisce una efficace traslazione del carrello

La canna presenta lo zoccolo inferiore provvisto di una fresatura a piano inclinato che provvede al suo abbassamento durante la fase di apertura, dopo un primo tratto rettilineo di traslazione

La PPQ si presenta, sotto il profilo estetico, come una rivisitazione della P99 da cui differisce per la nuova configurazione del carrello, più lineare e provvisto di fresature di presa di grandi dimensioni sia nella porzione posteriore sia in quella anteriore, per il disegno della guardia del grilletto e per la finitura superficiale dell’impugnatura; queste modifiche sono state mutuate dal modello P99 RAD, prodotto su licenza in Polonia sin dal 2008 dalla famosa Fabrika Brony Radom nelle versioni DAO e QA e offerta per il mercato interno e internazionale. Altra caratteristica comparsa nella RAD e adottata dalla PPQ è la guida MIL-STD 1913, ovvero la oramai immancabile Picatinny, ricavata nella sezione anteriore del fusto. La novità più importante introdotta nella PPQ è però il sistema di scatto Quick Defense, che è diverso da tutti quelli precedentemente impiegati nella serie P99, anche se sotto il profilo tipologico può essere apparentato alla categoria del Quick Action: il percussore lan-

Il fusto in polimero presenta due coppie di guide per lo scorrimento del carrello. Qui è mostrata quella anteriore ed è visibile anche il blocchetto metallico che viene impegnato dallo zoccolo della canna

Il carrello è realizzato in acciaio e protetto dal trattamento superficiale Tenifer. Da destra si notano il dente di aggancio del percussore, la sicura automatica dello stesso e la vite che trattiene il mirino

La molla di recupero è stabilmente vincolata alla propria asta di guida, accorgimento che evita inopportuni smarrimenti durante lo smontaggio dell’arma

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La particolare finitura Hi-Grip dell’impugnatura si rivela estremamente efficace nell’assicurare una presa sempre salda

Il serbatoio caricatore è prodotto dalla nota azienda italiana Mec-Gar e può ospitare quindici cartucce calibro 9x21 IMI

ciato della PPQ non viene infatti caricato parzialmente dalla fase finale del movimento di traslazione del carrello, bensì completamente armato durante il primo tratto di arretramento del carrello stesso. Agendo sul grilletto il tiratore non deve quindi completare la compressione della molla del percussore e determinare poi il rilascio dello stesso, ma semplicemente indurre la leva di trasmissione collegata al grilletto a impegnare il disconnettore che, a sua volta, causa la disattivazione del dente di ritegno del percussore che è quindi libero di scattare in avanti; lo sforzo di trazione deriva quindi solo dalla resistenza offerta dalla molla del grilletto e da quella del disconnettore, essendo la molla del percussore già completamente compressa. Il risultato è uno scatto dalle caratteristiche assolutamente piacevoli, in assoluto e il particolare per una pistola dell’ultima generazione: il suo peso infatti è di 2.500 g, un valore assennato per un’arma destinata alla difesa e al servizio, mentre la corsa totale del grilletto è contenuta in 9 mm e quella di reingaggio in 2,5 mm. Essendo il percussore sempre in stato di armamento la sua coda non protrude dalla faccia posteriore del carrello, come avviene nella P99, né è presente il tasto di disarmo che compare nelle versioni con scatto in azione mista. E’ peraltro interessante notare come la Walther offra in Germania la PPQ come pistola per reparti speciali e non per l’equipaggiamento delle normali forze di polizia: onde omologare un’arma corta a questo fine, infatti, le autorità di pubblica sicurezza richiedono un peso dello scatto non inferiore a 3.000 per il primo colpo e almeno 10 mm di corsa del grilletto e 4 mm di reingaggio. Le altre caratteristiche meccaniche e costruttive della PPQ ricalcano quelle basilari della P99, compresa la possibilità di sostituire la parte posteriore dell’impugnatura montando tre dorsalini di diversa misura, che vengono forniti a corredo dell’arma. Nuova è invece la

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finitura HI-GRIP che interessa i fianchi e le facce dell’impugnatura, al fine di assicurare la migliore presa anche con la mano sudata. Il fusto è realizzato in polimero per stampaggio a iniezione e reca due coppie di guide in acciaio, una in corrispondenza del ramo anteriore della guardia e una nella parte posteriore, su cui scorre il carrello; quest’ultimo e le altre parti in acciaio dell’arma sono finite mediante il noto trattamento Tenifer, applicato per uno spessore di 4-5 mm al fine di assicurare la migliore protezione nei confronti dell’usura meccanica, della corrosione e degli agenti esterni. Il Tenifer conferisce al metallo una durezza superficiale pari a 64 Rockwell e una resistenza del 99% all’azione dell’acqua salata, battendo così l’acciaio inossidabile. L’organizzazione meccanica della PPQ è identica a quella della P99 - e di moltissime altre pistole semiautomatiche dell’attuale generazione - e ripropone quindi la chiusura geometrica a corto rinculo di canna basata sulla modifica del sistema Browning di cui abbiamo più volte parlato. Il complesso dei sistemi di sicurezza è altrettanto usuale e garantisce la massima tranquillità nel porto e nel maneggio dell’arma: sono presenti infatti la sicura al grilletto tipo Glock, sotto forma di una leva incernierata nella porzione superiore dello stesso che viene automaticamente disinserita allorché il dito del tiratore vi esercita pressione, nonché il blocco automatico del percussore.


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Moderna e confortevole

Impugnando la PPQ ci si rende subito conto di quanto cammino abbiano percorso le pistole semiautomatiche negli ultimi tre decenni: oltre a essere perfettamente bilanciata essa palesa, infatti, una rimarchevole ergonomia grazie alla confortevole impugnatura e alla possibilità di adattarsi a pressoché tutte le mani in virtù dei dorsalini intercambiabili, qualità esaltata dalla finitura superficiale antiscivolo che si rivela tanto gradevole al tatto quanto efficace nella presa. Delle qualità dello scatto abbiamo già detto e non ci rimane quindi che confermare un giudizio di eccellenza: a nostro parere la PPQ è sotto questo profilo una delle migliori pistole tra quelle provate di recente, se non la migliore in assoluto. Del tutto appezzabile anche la disposizione dei comandi esterni, rappresentati dalla lunga leva di arresto e sblocco del carrello e da quella di svincolo del serbatoio caricatore (di tipo bifilare, questo contiene quindici cartucce calibro 9x19/9x21 mm ed è prodotto dall’italiana MEC-GAR); la prima è ambidestra e acquisibile con istintiva facilità, mentre la seconda è integrata al paragrilletto e può essere azionata con la stessa naturalezza sia dal pollice destro sia dal sinistro, oltre a essere praticamente impossibile da premere accidentalmente. Infine qualche parola sui congegni di mira: la PPQ viene offerta con tacca e mirino in materiale sintetico o in acciaio e questi ultimi equipaggiavano l’esemplare da noi provato. La tacca è in entrambi i casi regolabile in scostamento, ma ciò avviene con metodi diversi: il tipo in polimero è infatti munito di un’apposita vite, mentre quello in acciaio deve essere traslato nella sua sede dopo aver sbloccato la sua spina interna di fermo. A tal fine la tacca è provvista di un’ apertura laterale in cui occorre inserire uno specifico attrezzo o un cacciaspine di acconcia misura. Per le regolazioni sul piano orizzontale sono invece disponibili mirini in quattro diverse altezza e, per completezza, anche la tacca viene La PPQ è perfettamente a suo agio in una modernissima fondina in Kydex della Uncle Mike

Scheda tecnica Produttore: Carl Walther GmbH Sportwaffen – Ulm (Germania) www.carl-walther.de Importatore: Bignami Spa – Via Lahn 1 – 39040 Ora (BZ) Tel. 0471 803000 - www.bignami.it Modello: PPQ Tipologia: pistola semiautomatica Calibro: 9x21 IMI Sistema di Funzionamento: chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Browning modificato Scatto: sistema Quick Defense Alimentazione: serbatoio caricatore bifilare amovibile, capacità 15 cartucce Congegni di Mira: tacca di mira e mirino in sedi a coda di rondine su dorso carrello Congegni di Sicurezza: blocco automatico del percussore, leva di sicurezza imperniata al grilletto Lunghezza Canna: 102 mm Lunghezza Totale: 180 mm Peso: 615 grammi scarica Materiali: carrello in acciaio, fusto in polimero Finitura: trattamento superficiale Tenifer Numero di Catalogo: 19386 Prezzo: euro 650

offerta in due altezze; su tutti gli elementi compaiono i riferimenti circolari bianchi, realizzati con una vernice estremamente visibile e dalle ottime caratteristiche anche in condizioni di luce scarsa (probabilmente si tratta di una sostanza affine alla Superluminova, oggi impiegata anche per gli indici degli orologi militari al posto di materiali radioattivi). La Walther offre comunque anche vere e proprie mire notturne al trizio, oltre a tacche di mira sportive regolabili tramite viti micrometriche e mire a fibra ottica.

Conclusioni

La Walther si rivela ancora una volta all’altezza della propria fama e con la PPQ offre un’arma moderna e sicura, che rappresenta lo stadio evolutivo attualmente più avanzato della fortunata serie P99, coniugando sicurezza, affidabilità e facilità d’impiego. Prodotta in 9x19 mm Parabellum, 9x21 mm IMI e .40 S&W, la PPQ viene proposta anche nelle speciali versioni Tactical Navy e Tactical Navy SD, in cui il sistema di percussione è stato modificato al fine di garantire adeguata funzionalità anche sott’acqua; la SD presenta inoltre una canna modificata per l’impiego dello specifico silenziatore di bocca Impuls – IIA costruito dall’azienda elvetica Brugger & Thomet. Naturalmente canna e soppressore di suono sono impiegabili anche sulle PPQ normali e, altrettanto naturalmente, questi particolari accessori sono destinati a clienti di natura istituzionale. n

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