9 771593 038008
ISSN 1593-0386
70004
Bimestrale n. 4 - Luglio-Agosto 2017 - e 4,30 - Poste italiane SpA - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1- DCB-BO - Contiene I.P.
Campione del Mondo Field Campione Nazionale USAA Nazionale NFAA
Tira: X10 Protour, X23 e SuperDrive 23
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primo piano
Gioia, curiosità, umanità, presenza… Apriamo questo numero con due importanti manifestazioni dedicate ai diversamente abili, entrambe svoltesi in Italia, una nazionale e l’altra europea. Grazie alla sensibilità e all’ironia del nostro Giggi le cronache dell’European Grand Prix e dei Campionati italiani Targa Para-Archery ci trasmettono emozioni vere, capaci di provocare sorriso o commozione, di grande impatto. Alla fine non rimane molto del risultato sportivo, ma tutto dell’atmosfera e dell’energia di persone davvero speciali, nella loro allegria, nel loro entusiasmo, nella loro autentica passione. Ed è questo che ci piace raccontare. Troppo spesso quando si parla di sport paralimpici siamo influenzati da quella retorica del politically correct, che è ormai così diffusa nella nostra società e che imbriglia sempre più le nostre menti, condizionando la nostra espressività. Così gli atleti paralimpici vengono trasformati in figure quasi mitiche e sentiamo solo parlare dei loro problemi, della loro tenacia, della capacità di praticare uno sport nonostante la disabilità, di confronti con i risultati dei normodotati… Tutte cose apprezzabili, sicuramente eccezionali, ma credo che la vera eccezionalità di questi arcieri sia nella loro grande capacità di saper vivere, nell’aver individuato una strategia vincente per affrontare i piccoli e grandi problemi della vita, nell’aver sposato anche lo spirito del gioco, dell’ironia, nella capacità di ricordare sempre la bellezza dello stare con l’altro. In questi atleti c’è un entusiasmo brillante, che molti adulti, arcieri e non, sembrano aver perso, sopito o forse dimenticato. Davvero, in questo momento non ricordo chi ha vinto che cosa, ma non è importante, perché qualsiasi arciere capace di vivere il suo sport come una risorsa, con gioia, curiosità, umanità e presenza, non può che essere un grande campione. Valeria Bellagamba
in questo numero
4 Manifestazioni
European Grand Prix Para-Archery Giggi Cartoni
8 Manifestazioni
“Im Para-Arco” e poi tira nel parco G.C.
12 Manifestazioni
Dove l’accoglienza è di casa Enrico Rossi
20 L'intervista
I fratelli Noceti, campioni si nasce Francesca Capretta
24 L'intervista
Ivan Marescalchi: dritto nel segno del longbow F.C.
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Settore giovanile
2017, anno di esami Stefano Carrer ANNO XXIX - Numero 4 LUGLIO - AGOSTO 2017
Editori
Greentime S.p.A. Via San Gervasio, 1 - 40121 Bologna Tel. 051223327 www.greentime.it - info@greentime.it Direttore responsabile: Valeria Bellagamba bellagamba@greentime.it In redazione: Francesca Domenichini domenichini@greentime.it
30 Training
50 Cinema
Una spada indistruttibile e tante frecce Arianna Biagi
Il “target panic” nell’olimpico
Vincenzo Scaramuzza
34
Arco olimpico
La valenza del video delay
Origine dell’arco: l'ipotesi africana Alessio Cenni
Filippo Clini
60 Storia
36
Dal mercato
V.B.
38
Medicina sportiva
A proposito di anatomia
Domenico Bonsignore
54 Storia
Il kyudo nell'arcieria giapponese A.C.
66
68 Panorama
44 Psicologia
Lavoriamo sulla prestazione
46
Scienze motorie
Uno sport dai benefici effetti
a cura di Francesca
Domenichini
75 Aica
Annalisa Avancini
Danilo Rosini
76 Lega Arcieri Medievali L.V.
78 I professionisti dell’arceria
Alan Marin Segreteria generale: Valentina Pezzoli, Miriam Serotti, Danila Tartarini Progetto grafico e impaginazione: Maria Della Rocca Periodicità: Bimestrale Tiratura: 36.000 copie Stampa: MIG srl - Bo Distributore: ME.PE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 - Milano Pubblicità: Greentime SpA - Tel. 051/223327 danila@greentime.it In copertina: foto Virginia Claudio
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e 24,00 e 30,00 e 10,00 e 45,50 e 51,50 e 39,00 e 4,30 e 3,00 e 5,50
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manifestazioni
Arcieri Ugo di Toscana: da sinistra Filippo Dolfi, Vincenzo Condrò e Vittorio Bartoli.
in occasione di questa gara, da subito ha previsto trasporti ad hoc per chi aveva deciso di muoversi in treno o in aereo. Una trentesima edizione, quindi, ottimamente organizzata da questo gruppo di arcieri emiliani, accompagnata da un sole caldissimo che ha riscaldato le polveri dei 77 arcieri che si sono sfidati senza esclusione di colpi, battute, grandi risate e chi più ne ha più ne metta. Da segnalare che si trattava della prima volta all’aperto per le due nuove categorie dei non vedenti, modificate in V1 e V2/3, entrambe senza alcuna distinzione di sesso. Una fase di piccola crescita per il movimento, con numeri che, anche se lentamente, tendono sempre più all’incremento. Non poteva mancare, ad una manifestazione di questo genere, una rappresentativa di Ability Channel,
il portale che si autodefinisce “per una disabilità positiva”, che ha inviato sul campo quattro rappresentanti. In questi due giorni di gara hanno fatto interviste, scattato immagini, partecipato alla divulgazione della competizione nei modi maggiormente a loro conosciuti. Ma soprattutto non poteva mancare quello che viene considerato da tutti il testimonial per antonomasia di questo movimento paralimpico, il sempiterno Oscar De Pellegrin, reduce dal fresco ritrovamento della sua medaglia d’oro di Londra appena riconsegnata. Il bellunese, ex atleta di punta della nazionale, oggi consigliere federale della Fitarco e responsabile del mondo paralimpico dell’arcieria, ha avuto parole di elogio sia per l’impianto che per la conduzione della competizione, oltre ad evidenziare i grandi progres-
La storia più bella La storia più bella di questa trentesima edizione dei Campionati Italiani Para, che il destino decide di raccontarci, ha come protagonista un ragazzo di poco più di 30 anni, Daniele Cassiani, figlio di quel Sergio Massimo Cassiani, che più volte ha scritto il suo nome in cima alle classifiche sia nazionali che internazionali nelle gare Campagna. Scomparso per un infarto domenica 6 novembre 2016 mentre, di fronte alla propria abitazione, era ancora dentro la sua auto, il padre del nostro azzurro ha sicuramente creato un enorme vuoto nel figlio, affetto da una tetraparesi spastica fin dalla nascita. Ma questo gravissimo lutto, dopo una comprensibile iniziale reazione negativa, ha generato nel ragazzo anche una voglia di rivalsa che ha conosciuto la sua migliore interpretazione proprio qui, in questa cittadina della provincia di Bologna, Castenaso. Dopo la partecipazione al Campionato di classe in cui si era classificato terzo (come a Suzzara nell’Indoor in inverno) ha prepotentemente imposto la propria classe andando a vincere gli Assoluti contro uno dei maggiori rappresentanti della categoria, Fabio Azzolini. Grande soddisfazione per una persona che alle Olimpiadi di Atene del 2004 già vestiva la casacca azzurra e che ha fatto di alti e bassi una costante delle sue prestazioni e del suo amore/passione per il tiro con l’arco. La sua categoria, il W1, è quella che racchiude le persone con le difficoltà maggiori, con l’arco limitato a 45 libbre, senza l’uso di visette, bolla, né lente e che tirano su visuali da 80 centimetri, ma con punteggi fino all’1. Quindi, il nostro pratese, è riuscito, a Castenaso, quasi a ripetere quanto di buono aveva fatto l’anno precedente a Padova, quando si era imposto in entrambe le competizioni, sia quella di classe che quella individuale. Grande forza di volontà, quindi, dietro questo titolo, che ha superato le avversità della vita, tra cui quella, oltre alla perdita del genitore, del furto del motorino elettrico che gli permetteva una deambulazione facilitata. Tanto per dare un po’ di brio e di colore alla situazione. Al quale si aggiunge la nostra burocrazia, notoriamente lentissima in talune occasioni, che è riuscita a fargli avere un nuovo motorino solo dopo molti mesi di attesa. “È un mondo difficile e vita intensa” diceva Tonino Carotone nel 2000. Ma sarebbe interessante conoscere la persona che ha rubato il motorino elettrico di un tetraplegico. Personalmente, ma è un pensiero totalmente mio, mi induce mentalmente ad avvicinarmi, fortunatamente solo con il pensiero, a qualcuna delle tristi torture medievali riservate agli eretici. Ma con un malefico sorriso sulle labbra. Ma ecco la lettera di Daniele Cassiani al padre… “Caro Babbo, ti dedico alcune parole, non so se ti arriveranno, ma perlomeno potrò far capire la persona che sei. Tutti i figli e i genitori litigano, come in ogni buona famiglia, ed io spesso lo facevo con te. Abbiamo passato mesi senza parlarci, ed ora sono mesi che rimpiango, anche se spesso non andavamo d’accordo posso dire che io ho sempre cercato di dimostrare quanto valgo, quanto sono cresciuto, assomigliando sempre più a te. Non te lo dicevo, non te l’ho mai detto, entrambi troppo orgogliosi e stupidi per dimostrarci il nostro affetto, ma sapevo in cuor mio che mi volevi bene, come io ne volevo a te. Sei e sarai per sempre un esempio da seguire, il mio eroe, il mio campione del mondo, e con questa immagine vorrò ricordarti per sempre. Ti immagino sopra il podio, sul posto più alto di tutti, il primo… Accanto a te il nostro cane Gigio, e Astro, il tuo fedele compagno di una vita passata… Ti immagino con tantissime persone ad ammirarti, con la musica che suona forte e ti accompagna nelle tue conquiste, e nei tuoi successi, la canzone che ti ha sempre contraddistinto: “We are the Champions”… Non solo il campione nel tiro con l’arco, ma il campione del mondo nella vita, il campione dei tuoi figli, perché serve un vero campione a crescere dei figli e farli essere persone buone come te. Sempre pronto a proteggerci in ogni circostanza, un campione pronto a farci sorridere, un esempio per tanti, un esempio per molti… Un esempio per tutti. Vorrei lasciare un consiglio a chi mai leggerà queste parole: mettete l’orgoglio da parte. Litigate, offendetevi, discutete, fatevi i dispetti, ma non dimenticate poi di fare pace, e di dirvi quanto vi volete bene veramente, perché un 'ti voglio bene' è la frase più bella che si possa dire a qualcuno, un vero regalo per chi ha un cuore grande come il nostro, ed io avrei voluto solo capirlo prima. Ti voglio bene Babbo, te ne vorrò sempre, per sempre… grazie per avermi dato la vita, di avermi fatto crescere così. Quello che ho di bello lo devo soltanto a te. Vienimi a trovare nei miei sogni, perché mi manchi moltissimo, così da abbracciarti e stringerti. Un abbraccio forte dai tuoi figli e da chi ti vuole bene”. G.C.
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Il responsabile della nazionale Italiana Willy Fuchsova con Oscar De Pellegrin.
classifica a squadre arco olimpico assoluta. Ugo Ercoli, dopo aver assistito al secondo posto del sabato a pochissimi punti di distacco dai fortissimi Trinacri della Diamond Archery di Palermo, ci ha salutato ed è tornato a Firenze “per scaramanzia, hai visto mai che domani arrivino buone notizie?”. Dopo poche ore ecco l’exploit inatteso, o forse sperato, o forse anche atteso, ma sicuramente molto gradito di Filippo Dolfi, Vincenzo Condrò e Vittorio Bartoli, con alle loro spalle Roberto Farolfi in veste di coach. Primo posto nella classifica assoluta, con un perentorio 6 a 0. Alla fine delle due giornate di gara, ottime indicazioni per il tecnico Willy Fuchsova, soprattutto in vista degli appuntamenti più importanti dell’anno, i Mondiali di Pechino di metà settembre (purtroppo in concomitanza con gli Italiani Targa di Oderzo, dove in
Non vedenti V1: la finale di Matteo Panariello contro Loredana Ruisi.
si che sta facendo, da un punto di vista qualitativo, la nostra nazionale, ed i timidi segnali di incremento numerico per i non vedenti. La gara, imperniata come al solito sul doppio scontro, dapprima di classe, e la domenica con gli Assoluti, ha evidenziato, oltre all’exploit di Daniele Cassiani, di cui parliamo a parte, la novità degli Arcieri Ugo di Toscana nella
Il consigliere federale della Fitarco e responsabile del mondo paralimpico, De Pellegrin, intervistato dal portale Ability Channel.
molti avrebbero ben figurato), e gli European Para Youth Games di Genova a metà ottobre. Ma subito l’appuntamento di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente e che è iniziato immediatamente dopo la chiusura degli Italiani, ovvero l’European Grand Prix di Olbia. Alla fine, anche i festeggiamenti. Pierluigi Lodi, in arte e per tutti “Pier” (chissà se perché foneticamente riproduce il P.R. di Pubbliche Relazioni), ha festeggiato, insieme a tutti i partecipanti, i suoi 51 anni, scoccati proprio nella giornata degli Assoluti. Subito dopo la chiusura dei Campionati decretata dal presidente Mario Scarzella, una serie di torte alla frutta non solo molto belle a vedersi, ma posso assicurarvi anche a mangiarsi, hanno incontrato il gradimento di atleti, tecnici, accompagnatori e cani al seguito con grandissima facilità, andando a chiudere, è proprio il caso di dirlo, questi giorni di gara con la classica ciliegina sulla torta. G.C. Foto di Stefano Marino Fransoni 11
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© Foto Fitarco
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l’intervista
Nel palmares di Alessio Noceti, 20 anni, solo per citare alcuni prestigiosi traguardi sportivi… campione italiano Hunter&Field, ancora titolo italiano nel circuito 3D a cui si aggiungono il titolo italiano Indoor e due record personali sui 25 e 25+18.
Appuntamenti per la nuova stagione? “Campionati Europei Campagna e Mondiali 3D da Senior. Oltre agli Italiani naturalmente. Un’altra stagione impegnativa ma interessante”. Ma la fidanzata arriva o no? “Per ora non ho tempo. Intanto sono refrattario ai legami e ai guinzagli in genere e poi francamente ora come ora non avrei il tempo da dedicare ad un rapporto. Credo ci vorrà per forza un’arciera e dotata di molta pazienza”. Il segreto del successo? “Determinazione e passione, non mollare mai, malgrado tutto e tutti”. Potremmo parlare per ore di Alessio, fra aneddoti e racconti, ma abbiamo
“Gli Arcieri del Tigullio mi hanno cresciuto come una seconda famiglia. L’amicizia di Alfredo Dondi, Davide Vicini, Marilena e gli altri è stata determinante, in termini di crescita, divertimento e condivisione”.
un’altra campionessa da presentarvi. Sara, sua sorella, coinvolta quasi a forza da lui, che aveva piacere di averla accanto per il forte legame che li unisce. Lei comincia nel 2012 la stagione agonistica e non manca di stupire conquistando subito l’oro nel Campagna e l’argento nell’Indoor fra le ragazze. L’anno successivo, oro nell’Indoor, oro nel Campagna, oro nel 3D e record italiano a 25 metri, sempre fra le ragazze
e sempre spinta da Alessio, perché lei, malgrado l’evidente talento, ancora indugia ad impegnarsi seriamente, del resto a 14 anni è anche comprensibile. Nel 2015 a stimolarla arriva l’ingresso in nazionale per la partecipazione agli Europei Hunter&Field e Sara c’è. Oro italiano Allieve Indoor e sesto assoluto, oro italiano 3D Junior, oro al Grand Prix, oro e subito oro agli Europei Campagna individuale e a squadre. Nel 3D riserva a casa. Qui direi che parte la sua personale determinazione perché nel 2016 spinge decisamente sull’acceleratore. Agli Italiani Indoor, prima a squadre e seconda assoluta. Altro record italiano Allieve. Prima al Campionato Hunter&Field Allieve e quarta assoluta. Prima classificata al Grand Prix Girone B fase finale Senior. Argento al 3D fra le Seniores e oro a squadre. Settimo piazzamento all’EuroSara comincia nel 2012 la stagione agonistica e non manca di stupire conquistando subito l’oro nel Campagna e l’argento nell’Indoor fra le ragazze. L’anno successivo, oro nell’Indoor, oro nel Campagna, oro nel 3D e record italiano a 25 metri.
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peo 3D sempre Seniores e campionessa del mondo individuale e a squadre nell’H&F. Il 2017 lo ha aperto con un bronzo al Challenge Mixed Team e il titolo italiano di Società e la stagione è ancora tutta da disputare: anche per lei, a 17 anni, niente male davvero! Nel frattempo, papà Marco ha cominciato a tirare a sua volta e mamma Enrica combatte le crisi d’ansia, osservando da lontano, molto lontano i suoi gioielli alle finali. Tu frequenti ancora il liceo, almeno lì ottieni crediti e comprensione verso la tua fulminante carriera? “Assolutamente no. Frequento il liceo scientifico tecnologico e non solo non ricevo crediti scolastici ma non sono mai riuscita ad ottenere comprensione. Non avrei preteso interrogazioni programmate ma almeno un po’ di comprensione se magari sono rientrata alle due di notte da un Campionato. Invece, sembra quasi che sia un difetto da scontare, piuttosto che un pregio da sostenere”. Tu come gestisci gli allenamenti? “Finora mi dovevano accompagnare i miei, mentre adesso ho preso la patente per lo scooter e posso gestirmi da sola, benché lo studio assorba molto del mio tempo libero”. È vero che Alessio ha dovuto insistere molto per farti proseguire? “Sì, in effetti la passione in me tardava a comparire ma, dato che fra noi c’è un rapporto molto forte e lui insisteva, ho bypassato le fasi di demotivazione trascinata da Alessio, che peraltro mi aiuta molto e benché Fabio Bibiani sia stato il mio primo insegnante, in realtà penso che il merito della mia carriera vada proprio a mio fratello, sia per il sostegno morale che per il miglioramento tecnico”.
“Benché Fabio Bibiani sia stato il mio primo insegnante, in realtà penso che il merito della mia carriera vada proprio a mio fratello, sia per il sostegno morale che per il miglioramento tecnico”
Quale vittoria ricordi con maggior piacere? “Sicuramente il primo titolo europeo che arrivò dopo una rimonta inattesa. Bello ed istruttivo. Mi ha emozionata e mi ha insegnato che la gara finisce all’ultima freccia e non bisogna abbattersi o mollare mai”. Quale circuito di gare ami di più? “Io preferisco l’Hunter&Field, segue il 3D e poi l’Indoor”. Che attrezzatura utilizzi attualmente? “Riser Zenit e flettenti Uukha da 32 libbre. Come frecce uso le Ace 850”. Ti ho avuta vicina in diverse gare e ho potuto osservarti alle finali: appari molto tranquilla. “In realtà fingo di esserlo, mi aiuta molto l’atteggiamento e con il tempo si aggiunge l’esperienza. Di carattere sono tranquilla, ma le finali sono sempre un bello scoglio da superare”. Oltre allo studio e agli allenamenti riesci a ritagliati un po’ di tempo per la vita sociale che alla tua età generalmente assorbe molte energie? “Non molto in realtà. I ragazzi che praticano sport seriamente devono abituarsi a responsabilità e rinunce. In questo mi allineo a quanto ha dichiarato Alessio. È molto importante che la Compagnia sia anche un luogo di ritrovo fra amici e che trasferte e gare diventino anche momenti di divertimento e condivisione, altrimenti il carico sarebbe forse insopportabile”. Immagino che i tuoi con due figli tanto talentuosi siano soddisfatti e vi sostengano. “Assolutamente. Anzi in questi anni si sono dovuti anche sacrificare molto per seguirci, ma lo hanno fatto con piacere. Mia madre si emoziona tanto e alle finali sta sempre lontana per meglio sopportare la tensione. L’appoggio della famiglia e della Compagnia, oltre a quello degli amici, è un fattore indispensabile per andare avanti e, anzi, ne approfitto per ringraziarli tutti con grande affetto”. Che dire di fronte a tanto talento? Alessio e Sara sono davvero due ragazzi che vale la pena conoscere e forse meriterebbero maggior spazio. Certo questa non sarà l’ultima intervista e le occasioni non mancheranno per fare il punto della situazione visto che, pur essendo sulla vetta, sono solo all’inizio e le cime da scalare non finiscono mai. Auguri di tutto cuore a questi due ragazzi straordinari, che continueremo a seguire con grande interesse. Francesca Capretta 23
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training
Il “target panic” nell’olimpico
C
apita spesso di vedere l’arciere che compie la trazione e che, una volta con la punta nel centro del bersaglio, lascia andare la corda ancor prima di aver effettuato quantomeno l’ancoraggio al viso. Un tecnico che si accorge di questo problema, non è un tecnico attento. Dico questo perché quando il problema è così evidente vuol dire che ce ne siamo accorti tardi. Si è già instaurata una buona dose di insicurezza, determinata dal timore di sbagliare, un cattivo controllo dell’attrezzo, insomma una gran confusio-
Disegno 1
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Riflessioni e consigli su uno dei più grossi problemi per molti arcieri. Iniziamo a mettere a fuoco la questione, partendo dallo stile olimpico.
ne. Il problema è sicuramente mentale, ma anche legato alla tecnica. Viene comunemente definito “target panic”, ma che significa esattamente? In questo articolo e in altri che seguiranno, tenterò di dare qualche spiegazione. Trovare la soluzione a tutti i problemi non sarà facile, ma ci proveremo. Quando si instaura nella mente questa difficile situazione, si ha la netta sensazione che prima di arrivare ai contatti ci sia qualcuno che ci toglie la freccia dalle mani e da parte nostra la voglia di sbarazzarcene al più presto. Oppure abbiamo la sensazione di non
riuscire ad aprire l’arco, come se incontrassimo un muro che non ci consente di proseguire l’azione (disegno 1). La costruzione di una buona sequenza, invece, ci induce ad essere tranquilli e determinati (disegno 2). Qualcosa di analogo, succede all’olimpico, vediamo molti tiratori arrivare ad un millimetro dallo scatto del clicker e bloccare l’azione perché consci che qualcosa è andato storto nella preparazione, a
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L A S C E LT A M I G L I O R E LE ASTE OLD TIME Disegno 2
quel punto, pur di non provocare danni allo score, rinunciano al tiro e fin qui ci può stare. Se mancano la percezione del proprio allungo e la sensazione di espansione del proprio corpo, fino ad arrivare alla completezza del gesto tecnico, sarà necessario e fondamentale ricostruire la corretta postura, poiché da questa scaturisce il corretto allungo e conseguentemente, il corretto posizionamento del clicker. Possiamo farlo attraverso un’asta millimetrata (disegno 3). Per questa operazione sarà meglio farci
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