Fucil i
S. & W. M&P15
Smith & Wesson M&P15 calibro .223
D
i solito, quello che tutti ricordiamo della naja sono gli anfibi, che mordevano come un cane rabbioso, l’elmetto che non stava mai a posto e il fucile. Poiché la naja è uguale per tutti nell’universo mondo, non c’è da meravigliarsi che gli americani, che a differenza di quanto accade da noi hanno una politica più liberale in materia d’armi, siano affezionati al loro fucile d’ordinanza. Che è stato variato in tutti i possibili modi, senza contare che colà le personalizzazioni dipendono solo dall’ampiezza del portafogli; ce ne sono per tutti i gusti. Ogni tanto, è interessante leggere gli articoli sugli accessori del Black Rifle: ci sono soluzioni di ogni genere, al punto che a volte non si riesce a capire quale fosse il problema. Certo che a molti di noi un fucile di plastica, che spara la cartuccia della Barbie, suscita strane sensazioni, almeno a quelli che desiderano legno, acciaio e possibilmente un Garand (il FAL BM59 è un sogno proibito), ma va dato atto che il Black Rifle, ad onta della non tenera età che lo ha già visto protagonista in Vietnam, con qualche aggiornamento è tuttora validamente sulla breccia e in poligono è capace di dare grandi soddisfazioni, anche con le mire metalliche o con un red-dot. Il tiro in full-auto, purtroppo, per noi resterà un sogno, anche se devo dire di aver provato l’arma tirando a raffica negli Usa ed essere rimasto piacevolmente sorpreso; in effetti l’ergonomia dell’arma è eccellente, il tiro è ben dominabile e il rinculo… cos’è il rinculo? Non lo si avverte proprio, specialmente se a fianco c’è un Barrett. L’onda d’urto che giunge
L’ennesimo clone del Black Rifle? Non esattamente, perché vi sono differenze importanti che migliorano la già buona ergonomia e contribuiscono ad una maggiore durata utile dell’arma di Roberto Allara
dal freno di bocca è decisamente più avvertibile del rinculo. Ecco perché mi sono accinto ad esaminare con interesse questo M&P 15 proposto da Smith & Wesson. Si tratta dell’arma, introdotta sul mercato nel 2006, con la quale la Casa americana è rientrata nella produzione di armi lunghe; l’obiettivo era quello di poter fornire al settore del Law Enforcement, che già adottata le sue pistole semiauto, anche un
fucile. E’ meccanicamente un clone dell’M16 militare, a sua volta clone dell’originario AR15. Ma con una vistosa differenza subito percepibile: mentre l’M16A1 aveva una maniglia tutt’altro che pratica per il trasporto, mentre qui c’è una lunga slitta Picatinny in alluminio alla quale, nell’esemplare provato, è applicata una diottra a doppia finestra che ho trovato eccellente, come la rosata ha poi dimostrato. Altra immediata
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Fucil i
Il caricature con lo strano coperchio
Il coperchio è stato rimosso, si può iniziare ad inserire le cartucce
Sotto la pistola, un vano coperto da uno sportellino
Lo sportellino, purtroppo, non è incernierato
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S. & W. M&P15
La manetta di armamento parzialmente retratta; la diottra è abbattuta
E’ prevista un’impugnatura anteriore staccabile
La diottra è stata rialzata in posizione; si nota la doppia foglietta
Il piccolo foro della foglietta posteriore
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Fucil i Il caricatore pieno; la presentazione è bifilare
Il mirino è quello dell’ M4-A2
Il verso di spostamento del mirino per la regolazione è chiaramente indicato
Il Follower assist è stato mantenuto
Il rompifiamma è di disegno proprietario della Smith & Wesson
Una lunga slitta Picatinny con posizioni segnate copre la parte superiore del castello
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differenza: il calcio è regolabile in lunghezza, mentre l’M16A1 presentava un calcio fisso. Inoltre, nella pistola del calcio è stato ricavato un vano, chiuso da uno sportellino, in cui inserire alcuni accessori. Purtroppo lo sportellino non è incernierato ma completamente rimovibile, per cui è facile perderlo; per la legge di Murphy cadrà nell’erba, in quel caso, anche il contenuto del vano. Ultima differenza visibile è il caricatore di plastica, coperto da un elemento anch’esso di plastica sul quale il costruttore avvisa che
S. & W. M&P15 Lo sportellino di espulsione in posizione chiusa
Lo sportellino aperto; buona la presentazione della cartuccia
esso deve essere rimosso per riempire il magazzino. Meno male che ce l’hanno detto, altrimenti non ce ne saremmo mai accorti. La cooperazione tra Smith & Wesson e Magpul si evidenzia anche nell’insieme di guardia, impugnatura verticale, peraltro non preassemblata, diottra abbattibile regolabile in deriva e il calcio allungabile in sei posizioni di cui si è già detto. Per andarci al poligono non servono ulteriori customizzazioni, anche se la sete di accessori degli appassionati sembra inestinguibile. Il mirino è quello dell’M4-A2, regolabile in altezza; il senso della regolazione è riportato sulla sua base; per chi preferisce un’ottica la slitta Picatinny numerata lo consente senza problemi, ma i montaggi bassi, specialmente con ottiche a basso ingrandimento, sono da evitare perché il mirino, in questo caso, darebbe fastidio. Resta il forward assist che fu richiesto al tempo del Vietnam e che non incontrò il favore di Stoner. Se il colpo non va in canna – ebbe a dire – c’è un motivo. Ragionamento ineccepibile, ma che non ebbe seguito in quanto fatto da un progettista e non da un militare. L’arma in esame ha la canna corta da 16 pollici, pari a 406 millimetri. Si è molto discusso su questa lunghezza di canna, scelta non solo da Smith & Wesson. C’è chi sostiene
Il calcio ritratto ed esteso
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Fucil i L’astina ha numerose aperture di ventilazione
Il selettore non è ambidestro, ma è riportata la posizione
Pulsante di sgancio del caricatore
Con qualche incongruenza per un’arma civile, c’è l’attacco della baionetta
La presenza di Magpul è evidente
Il selettore ha solo due posizioni
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che l’efficacia dell’arma migliori, in quanto il rinculo (se esistesse) sarebbe minore, aumentando le possibilità di colpire l’obiettivo anche al secondo colpo. Certamente è difficile parlar male dell’M4, che adotta la stessa lunghezza di canna; l’effetto è comunque quello di avere una ridotta velocità alla volata rispetto ad una canna più lunga; prezzo che è necessario pagare per un’arma più compatta. In effetti la canna corta porta ad un’arma dalla maneggevolezza estrema, visto che la lunghezza totale con calcio ritratto fino alla minima
estensione è di soli 846 millimetri. Anche se per l’uso in poligono questo parrebbe poco importante, se destinata a un personale che debba salire e scendere da automezzi si tratta di una caratteristica auspicabilissima, in effetti irrinunciabile. La rigatura ha in passo di un giro in 9 pollici (228 millimetri) che è sufficiente a stabilizzare anche i proiettili pesanti ma consente anche l’uso di munizioni varmint con palla leggera senza perdita di precisione. In effetti, il passo di rigatura di un giro in 14 pollici, o in dodici, sembra essere stato causa della leggendaria im-
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I perni di unione dei sue semicastelli sono prigionieri
Il cane interno è davvero massiccio; percussione assicurata
Il comando dell’hold open, identico a quello militare
Il marchio del produttore è impresso sul bocchettone del caricatore
precisione - ma anche dell’efficacia terminale - dei primi esemplari di M16-A1. In volata c’è un rompifiamma di disegno proprietario che nelle intenzioni del costruttore dirige anche i gas e il rumore in avanti, allontanandoli dal tiratore. Devo dire che allo sparo questa affermazione si è rivelata corretta. Stranamente per un’arma civile, è presente un poco congruente attacco per la baionetta. Sull’M&P 15 anima della canna, presa di gas e portaotturatore hanno ricevuto un trattamento interno di cromatura che ne prolunga la vita utile. Se l’uso dell’arma in batta-
glia ammette un rapido consumo e la necessità di sostituzione vi vari componenti da parte dell’armaiolo di reparto, l’uso in condizioni meno stressanti, per Law Enforcement o in poligono, richiede una durata significativa dell’arma. Per facilitare il cambio rapido del caricatore la sua superficie anteriore è corrugata e il bocchettone, che è un tutt’uno con il guardamano, presenta un invito. Certo che chi desidera il caricatore tradizionale da 30 colpi non sarà entusiasta dell’italica soluzione, ma ormai il caricatore non è più considerato parte d’arma e vi sono
produttori che offrono caricatori da 60 o anche da 100 colpi, benché probabilmente la loro esportazione fuori dagli States sia soggetta ad end-user certificate, la dichiarazione di destinazione finale dell’oggetto. Il cuore meccanico dell’arma resta identico ai modelli militari, con otturatore a otto alette, portaotturatore cilindrico e presa di gas identica a quella dell’AR15-M16; le uniche differenze sono dovute alle cromature, che i militari non avevano voluto per risparmiare sui costi. Anche i comandi sono nella stessa posizione ed hanno lo stesso azionamento di
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Fucil i Un momento della prova a fuoco
quelli dell’M16; chi ha usato l’arma militare si troverà immediatamente a suo agio con questa. Lo smontaggio da campagna avviene sfilando il perno prigioniero che unisce nella loro parte posteriore i due semicastelli; a questo punto è possibile rimuovere la manetta d’armamento e l’insieme otturatore-portaotturatore. Sfilando anche il perno anteriore di unione dei semicastelli, questi si separano completamente. La pulizia dell’arma deve essere altrettanto complessa di quella del prodotto militare; portare il fucile in condizioni di pulizia totale è un lungo lavoro che coinvolge scovoli, pezzuole, spazzolini e liquidi speciali. Non semplice da effettuare sul campo, ma meno importante per usi civili che da noi si concretizzano nel tiro da divertimento. Non restava che passare alla prova a fuoco, che si è svolta nel balipedio di Bignami con munizioni
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Gruppo otturatore e portaotturatore rimosso dall’arma insieme all’astina di armamento
S. & W. M&P15
La rosata ottenuta con mire metalliche
Le munizioni usate, piuttosto buone
Hornady Zombie, confezionate in una buffa scatola. In effetti, fatico a credere che vi siano così tanti Zombies negli States, ma quella è la moda del momento. Tuttavia, le munizioni si sono rivelate davvero precise e rappresentano una buona scelta. Il tiro è avvenuto con mire ottiche, diottra e mirino. La collimazione in altezza era già precisa, per quella in deriva c’eravamo quasi ed è stato necessario solo un piccolo aggiustamento. Ho tirato utilizzando il foro della diottra di diametro minore, che si è rivelato eccellente per le condizioni di tiro. Anche se dico-
no di far raffreddare la canna tra un colpo e l’altro nel tiro di precisione, ho tirato un po’ di colpi consecutivi con la canna che si riscaldava progressivamente per prendere confidenza con lo scatto, che è un po’ duro, come si addice a un’arma di origine militare, ma pulito e netto. Dopo di che ho effettuato la rosata, che sicuramente beneficerebbe di una canna fredda e di mire ottiche. Tuttavia la foto, scattata con il telefono in condizioni di luce deplorevoli, testimonia di una rosata che per le condizioni del tiro è pienamente soddisfacente. Sono fermamente
La testina dell’otturatore ha otto alette di tenuta
convinto che nelle condizioni ideali, a canna fredda e con cannocchiale, l’arma potrebbe decisamente far meglio di così. Con questo fucile la Casa americana offre a chi vuole un AR15 un prodotto che dà soddisfazione e può affrontare compiti che vanno dal Law Enforcement al tiro di precisione; il tutto ad un costo che rimane accettabile.
Scheda tecnica Costruttore: Smith & Wesson, Usa Distributore: Bignami, via Lahn 1 Ora (BZ) www. bignami.it Modello: M&P15 Calibro: 5.56x45 mm NATO (.223 Rem) Azione: A presa diretta di gas Lunghezza canna: 16” (406 mm) Passo di rigatura: 9” Materiale del castello: Alluminio Mire: Diottra abbattibile MBUS, mirino tipo M4-A2 Calcio: regolabile in 6 posizioni Lunghezza totale: 846 mm (calcio retratto) Capacità caricatore: 10 colpi Prezzo al pubblico suggerito: 1554 Euro
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