Preview Arco numero 6

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ISSN 1593-0386

Bimestrale n. 6 - Novembre-Dicembre 2015 - e 4,30 - Poste italiane SpA - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1- DCB-BO - Contiene I.P.



primo piano

Il bello che resta In questo numero vi proponiamo una ricca carrellata di cronache sportive e non poteva che essere così, vista la mole di manifestazioni importanti che si sono svolte in questi mesi, a livello nazionale ed internazionale, dal test Event di Rio ai Mondiali Ifaa, dai Mondiali World Archery ai diversi Campionati Italiani. Eppure parlare di cronache sportive è un po’ riduttivo. In realtà, al di là del racconto di un evento e delle performance di grandi campioni, in queste “cronache” si parla anche di altro: dell’atmosfera, delle emozioni, dell’arricchimento culturale e umano. E questo ci ha fatto pensare a quanto sia importante, per ogni arciere, quel bagaglio di ricordi con il quale si torna a casa dopo la partecipazione ad una manifestazione arcieristica. È il bello che resta e per ognuno sarà diverso, chi ricorderà di aver tirato la freccia più bella di tutta la sua vita, chi una vittoria memorabile, chi un aneddoto divertente, chi un momento di amicizia e convivialità, chi quel bersaglio che proprio non è riuscito a colpire e a capire... Andando ancora più a fondo, immergendoci nel nostro universo interiore, il bello che resta è fatto anche da quelle emozioni che il tiro con l’arco, come solo pochi sport sanno fare, è capace di far affiorare. Emozioni espresse in un’ampia gamma, che vanno dal positivo al negativo, attraversando e interfacciandosi con ricordi, abilità, autostima e paure: il ricordo, magari, di essere riusciti recuperare una gara, dopo una serie di brutte frecce; il volto ancora indelebile alla memoria del compagno di piazzola che ci ha fatto coraggio; il bosco meraviglioso; l’aria tersa che accarezza la nostra pelle; l’emozione della prima medaglia; la commozione o l’angoscia per un risultato. Non è certo possibile citare tutto ciò che rimane nelle nostre menti dopo aver partecipato ad una gara o anche dopo una sessione di tiro, siamo tutti arcieri ma tutti diversi, possiamo solo tracciare qualche pennellata qua e là, più utile a dare l’idea del disegno che a ritrarlo in tutta la sua veridicità, ma questo ci basta ad avere l’idea del bello che resta. È un’esperienza dell’anima e dei sensi, che ci cambia, che ci può anche peggiorare ma che la maggior parte delle volte ci migliora. Il bello che resta è qualcosa che accomuna tutti gli appassionati di tiro con l’arco, è ciò che ognuno porta con sé alla fine di una manifestazione e in parte, forse, il motivo stesso per il quale vi ha partecipato. Valeria Bellagamba

in questo numero

4 Manifestazioni

Divertimento mondiale Valeria Bellagamba

10 Manifestazioni

Mondiali 3D World Archery, unici ed irripetibili Francesca Capretta

58 Eventi

Donatella Rizzi e la sua rivincita d’oro F.C.

60 Eventi

43 Training

Pesaro apre le porte all’evento dell’anno Letizia Giorgini

Padroni del proprio gesto Vincenzo Scaramuzza

Ibhc 2016, made in Scarlino Alberto Tosi

62

14 Manifestazioni

46

Arco olimpico

Il test event olimpico Andrea Gabardi

Il posizionamento del busto Filippo Clini

Conoscere le zecche Domenico Bonsignore

17 Manifestazioni

48

Tecnica compound

66 Psicologia

20 Manifestazioni

50

Mastri arcai

Adriano Alberti V.B.

52

Dal mercato

V.B.

54

Prova tecnica

Una Copenaghen d’argento Ardingo Scarzella Indimenticabile Bevagna Enrico Rossi

32 Manifestazioni

Sul Monte Livata scontro tra titani F.C.

36 Manifestazioni

Un “campagna” molto bucolico Giggi Cartoni ANNO XXVII - Numero 6 NOVEMBRE - DICEMBRE 2015 Greentime S.p.A. Via San Gervasio, 1 - 40121 Bologna Tel. 051223327 www.greentime.it - info@greentime.it Editori

40 L’intervista

Direttore responsabile: Valeria Bellagamba bellagamba@greentime.it In redazione: Francesca Domenichini domenichini@greentime.it

Il training autogeno Annalisa Avancini

Rilasci meccanici a pollice Tiziano Xotti

68 Storia

Gli arcieri della guerra gallica Alessio Cenni

72 Panorama

a cura di Francesca

Domenichini

76 Aica

Danilo Rosini

Il primo arco Gabriele Mazza Segreteria generale: Valentina Pezzoli, Miriam Serotti, Danila Tartarini Progetto grafico e impaginazione: Maria Della Rocca Periodicità: Bimestrale Tiratura: 36.000 copie Stampa: Grafica Veneta - Pd Distributore: ME.PE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 - Milano Pubblicità: Greentime SpA - Tel. 051/223327 danila@greentime.it In copertina: immagini di Carpe Diem

Medicina sportiva

77 I professionisti dell’arceria Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Tutti i diritti sono riservati. Vietata la riproduzione non autorizzata. Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Bologna n. 5636 del 23.09.1988. Abbonamento I versamenti si possono effettuare tramite assegno bancario, vaglia postale o sul c/c postale n. 12229407 intestato a Greentime S.p.A. - Bo. Associato all’Uspi Unione Stampa Periodica Italiana

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manifestazioni

Divertimento mondiale I Campionati del mondo Bowhunter Ifaa, svoltisi lo scorso agosto in Ungheria, hanno regalato anche agli arcieri italiani partecipanti indimenticabili giornate di amicizia, competizione e sportività.

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ödöllő, Ungheria. Tanti arcieri italiani si sono messi in viaggio, lo scorso agosto, per partecipare ai Campionati del mondo Bowhunter Ifaa. Il binomio arco-turismo anche questa volta si è dimostrato vincente e dal primo incontro con gli altri erano già tante le storie da raccontare. Chi aveva fatto tappa a Vienna, chi al lago Balaton,

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chi a Budapest, chi si era fermato a fare qualche giorno di allenamento a Waidring prima di arrivare, chi invece parlava di progetti vacanzieri post Mondiale e chi, pur di non perdere questo appuntamento, non aveva fatto tappe e, appena finito di lavorare, si era catapultato in auto con “armi” e bagagli per affrontare un lungo viaggio. Ecco la prima cosa affascinante di una ma-

nifestazione come il Wbhc, la possibilità di unire la partecipazione ad una competizione internazionale con quella di ampliare i propri orizzonti, cogliendo l’opportunità per visitare un Paese o una città d’arte. E una trasferta ad una manifestazione internazionale ha sempre il sapore dell’avventura. Già da sabato 22 agosto si potevano leggere i primi commenti postati su Facebook da


chi era già arrivato, sul viaggio, sull’autostrada, sul tempo, sulla location, sui classici imprevisti che poi ricordiamo con un sorriso. I commenti sulla situazione che c’era a Gödöllő erano tutti positivi e al nostro arrivo non abbiamo potuto che constatarlo anche noi. Gli ungheresi avevano messo in piedi una macchina organizzativa titanica e perfetta, pronta per accogliere l’orda dei

1253 arcieri che avrebbero partecipato ai Campionati. Ad ospitarci è stato il campus universitario della città, dove erano disponibili alcuni alloggi per gli arcieri e un’area sosta camper. Nel campus era stato allestito, all’interno di una delle costruzioni, il quartier generale dell’organizzazione, invaso dai mille colori degli arcieri partecipanti durante i giorni del controllo materiali

e, nei giorni successivi, luogo di ritrovo, assieme al pub all’esterno e alla tensostruttura allestita per l’occasione. Lì, a due passi, il practice range, enorme e impressionante, soprattutto la mattina, quando, la marea di appassionati lo popolava in massa, prima della partenza per i percorsi. Già, i percorsi. Ben sette quelli allestiti, tutti pieni, neanche a dirlo. Ogni arciere ne avrebbe fatti “solo” quattro e così a qualcuno è rimasta la curiosità su quel tiro del percorso viola o su quell’altro del percorso argento, curiosità solo speculativa, perché dopo quattro giorni di gara la classica “voglia di tirar frecce” era stata più che appagata. Ma torniamo ai primi giorni. Il lunedì abbiamo sfoderato per la prima volta le magliette del Team Italy e, capitanati dal nostro delegato Ifaa Davide Grossi, ci siamo diretti verso il centro della città, dove si sarebbe svolta la cerimonia di apertura del Campionato, un momento che è rimasto nel cuore di tutti noi. Vedere tante nazioni, arcieri, colori e bandiere, un vero e proprio mare umano che solo il parco e la piazza di Gödöllő potevano contenere, è stata un’emozione indimenticabile. La seconda cosa affascinante di un Mondiale Ifaa è che, essendo Open, tutti gli arcieri, senza distinzione, hanno la possibilità di vivere e partecipare ad una manifestazione nella quale si respira aria internazionale, si rappresenta il proprio Paese, si creano o consolidano amicizie oltre confine, amicizie che anno dopo anno si ritrovano e che crescono, rendendo davvero speciali questi momenti. E ciò che si può toccare con mano, così come accade durante le gare Fiarc, è che, al di là delle diver5


manifestazioni

Il test event olimpico Rio De Janeiro ha già cominciato a “riscaldarsi” per i Giochi 2016. Come tutte le discipline olimpiche, anche il tiro con l’arco ha effettuato il proprio evento prova per far capire agli organizzatori lo stato di avanzamento dei lavori e per far provare agli atleti le condizioni che si troveranno ad affrontare.

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ondon Prepares” era il nome simpaticamente affibbiato dagli organizzatori al test event di Londra 2012, a simboleggiare che la capitale britannica si stava preparando ad ospitare i Giochi Olimpici. Manca ormai meno di un anno al grande evento successivo, che si aprirà ufficialmente il 5 agosto 2016, e per il test event 14

di Rio de Janeiro il nome scelto è stato “Aquece Rio”, ad indicare che la città si sta riscaldando in attesa dei prossimi Giochi. In effetti, l’atmosfera che si respira inizia a riempirsi dello spirito olimpico che da sempre contraddistingue i Giochi, grazie ai moltissimi sport che di volta in volta organizzano il loro evento di prova, per far capire agli organizzatori lo stato


Gli azzurri durante il test event. Gli organizzatori si sono trovati a dover affrontare alcuni problemi di non immediata soluzione, come quello della pavimentazione, perché il fondo del Sambodromo non è del tutto piano.

soprattutto, con una luminosità molto particolare, visto che il sole in quel periodo svanisce all’orizzonte verso le 16.30. Sambodromo

di avanzamento dei lavori e per far provare agli atleti le condizioni che si troveranno ad affrontare. Per quanto riguarda il tiro con l’arco, si può affermare con orgoglio che il test è stato ben superato, nonostante molte cose siano ancora da rivedere. Proviamo a fare il punto della situazione. Giochi Olimpici

L’edizione numero 31 delle Olimpiadi estive sarà il più grande evento sportivo di sempre, con 10.500 atleti provenienti da 206 nazioni, che animeranno ben 42 discipline sportive, suddivise in 32 location differenti distribuite all’interno della tentacolare città di Rio de Janeiro: impressionante! In più, per la prima volta l’America del Sud ospiterà i Giochi Olimpici estivi. Meteo

Sarà proprio il clima la principale incognita dei Giochi. Agosto, per chi vive nell’emisfero boreale, vuol dire “estate” e, solitamente, fa rima con “caldo”, ma in Sud America sarà già inverno, con temperature variabili tra i 15 e i 25 gradi e,

Il tiro con l’arco è riuscito ad ottenere una delle location più ambite e conosciute di tutta Rio: il Sambodromo, il luogo in cui culminano i festeggiamenti del Carnevale più pazzo e variopinto al mondo. Questo lunghissimo corridoio di circa 700 metri, con grandi tribune ai lati, termina in uno slargo, simile ad una piazza, chiuso da un arco: qui ogni anno viene premiata la scuola di samba che vince il Carnevale, dopo una lunga parata. La gara di qualifica si svolgerà proprio in questa “piazza”, in uno spazio adatto a contenere 128 arcieri e relativi accompagnatori presenti, mentre la parte finale del corridoio del Sambodromo ospiterà tutti i match che porteranno all’assegnazione delle pregiate medaglie olimpiche. Il Sambodromo accoglierà anche l’arrivo della maratona, l’ultima medaglia ad essere assegnata per tradizione nell’atletica leggera. Verde/oro

Questi i due colori che rappresentano il Brasile e, ovviamente, Rio 2016. Il Sambodromo sarà completamente circondato e ricoperto di muri, drappi, teli, pavimentazioni verdi e arancioni (il colore che più ricorda l’oro), per un risultato finale che sarà a dir poco mozzafiato, vedendo il Master Plan del progetto. Problemi

La scelta del Sambodromo è stata accolta con estrema esultanza dal mondo del tiro con l’arco, nell’ottica del grande impatto visivo che susciterà, tuttavia gli organizzatori si sono trovati a dover affrontare alcuni problemi di non immediata soluzione: l p avimentazione: il fondo del Sambodromo non è del tutto piano, poiché l’area centrale è stata sopraelevata per facilitare il drenaggio dell’acqua piovana. Per ovviare al problema, che sorgerebbe davanti all’incurvamento della 15


manifestazioni

Un “campagna” molto bucolico

Il posto è di quelli che non si dimenticano. Una spianata enorme, a poco più di 1000 m d’altezza, in cui si affaccia un piccolo lago che sembra una pozzanghera, ma che d’inverno quadruplica la sua dimensione. Un posto in cui la sera conviene tenere pronto il classico maglioncino. Ma anche uno dei punti maggiormente battuti dal turismo sciistico della zona, sia per i suoi alberghi, le piste e le sue montagne, assalite d’estate da passeggiatori, cercatori di funghi e ciclisti. Non a caso il tartufo nero di Bagnoli è un prodotto tipico, e non a caso il Giro d’Italia è passato proprio qua, pochi mesi prima. Non distanti dalla zona dell’accreditamento degli atleti, dove si è svolta anche la cerimonia di apertura, due seggiovie - la prima delle quali posta perfettamente nel punto in cui si sono svolte le finali - che, una in coda all’altra, permettono di arrivare fino a I percorsi sviluppati all’interno di una boscaglia fitta avevano pendenze interessanti e bersagli divertenti.


1700 m e di vedere il Golfo di Salerno e il Mar Tirreno. Siamo convinti che, se anche le piste, per ragioni geografiche, saranno sicuramente più corte di quelle offerte dal turismo alpino, il poter sciare guardando il mare, quando il cielo è terso, sia un’emozione che non possano provare in tanti. Qui, d’inverno, è possibile. Poco più in alto, la cima del Monte Cervialto, triste testimone del terremoto Irpino del 1980 (quasi novemila feriti e tremila morti), che per anni, nel passato, ha assistito all’arrivo delle orde che tentavano di conquistare queste terre e che fecero scegliere queste località come baluardo di difesa. Proprio in queste zone - Lago Laceno di Bagnoli Irpino (Av) - dove trionfa e pascola la mucca “Podolica”, un bovino sempre in movimento che per questa sua caratteristica non ha una stalla e produce un latte molto richiesto, si è svolta la 47ª edizione dei Campionati Italiani Tiro di campagna della Fitarco. L’arrivo delle orde arcieristiche si è consumato intorno a metà settembre, per l’esattezza nel fine

La 47ª edizione dei Campionati Italiani di specialità della Fitarco si è svolta a Lago Laceno in quel di Bagnoli Irpino (Av). Un contesto suggestivo dove a fare gli onori di casa sono stati gli Arcieri del Vecchio Castello con il supporto degli Arcieri della Stella e degli Arechi.

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City Pack Zaino della gamma Next è il prodotto ideale per il trasporto di tutta l’attrezzatura da parte di nuovi arcieri.

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formato da Francesco Fusco, presidente regionale “operaio”, uomo di campo, tanto per usare delle terminologie di recente “convenienza politica”, e i rappresentanti degli Arcieri del Vecchio Castello, con il supporto degli Arcieri della Stella e degli Arcieri Arechi. Insieme hanno confezionato un prodotto considerato dai più di ottima fattura. Percorsi sviluppati all’interno di una boscaglia fitta che arginava ogni forma di comunicazione, ma che hanno permesso ai partecipanti di esprimere chiaramente tutte le loro qualità “robinuddesche”, con pendenze interessanti e bersagli divertenti. Peppe Fiore, disegnatore del tutto, è stato il vero punto di riferimento dell’organizzazione di questi giorni, salendo, scendendo, correndo, andando avanti e indietro con quel pick up che ogni tanto ci trovavamo davanti. Lui era la parte tecnica, Michele Ferraro, con la sua tipica calata campana quasi strascinata ma sempre perfettamente lucida, quella organizzativa. La giornata delle finali, poi, è stata davvero da ricordare. Studiata accanto alla seggiovia, nel ripido caLa macchina organizzativa ha confezionato nalone da cui d’inverno snowun prodotto considerato dai più di ottima fattura. board e curving arrivano a velocità pazzesche, offriva un colpo settimana del 19 e 20 settembre. Invad’occhio davvero indimenticabile, con il sori provenienti da tutta Italia, che hancampo di prova immediatamente acno saccheggiato le scorte casearie della canto e lo spazio dedicato al cerimoniazona e quelle limitrofe, fortemente inle su un pratone con uno sfondo alberatenzionate a “massacrare” tutti i cerchi to in cui le macchine fotografiche hanno gialli che avessero incontrato durante il prodotto scatti come fabbricanti di coproprio cammino. Per loro, consci dell’arrivo, un comitato d’accoglienza riandoli a carnevale. In questo insieme

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l’intervista La “Dona”, come viene amichevolmente chiamata, ha cominciato a gareggiare nel lontano 1996, iscritta alla Fiarc con gli Arcieri della Rupe di Sasso Marconi (Bo), per diversi anni si è accontentata di divertirsi senza troppe velleità né di vittoria, né di virtuosismo stilistico.

Donatella Rizzi: “Quest’anno ho lavorato tantissimo, mi sono impegnata a fondo con tutta me stessa e quando è arrivata la vittoria agli Italiani mi sono detta che ero pronta, che questo poteva davvero essere il mio Mondiale e così è stato”.

gap shooting in modo consapevole, tiro con l’arco dritto e ho anche scoperto di essere decisamente competitiva. Così quest’anno ho lavorato tantissimo, mi sono impegnata a fondo con tutta me stessa e quando è arrivata la vittoria agli Italiani mi sono detta che ero pronta, che questo poteva davvero essere il mio Mondiale e così è stato. Il termine vincere si abbina anche alla schedina del totocalcio o al gioco d’azzardo: ebbene, io non penso di aver ‘vinto’ il titolo ma di essermelo guadagnato, freccia dopo freccia. Non pensavo alle altre, né speravo che le buttassero fuori per passar 42

loro davanti, pensavo solo a tirare bene, a fare quello che faticosamente avevo imparato a fare. Devo anche dire che non soffro particolarmente la tensione da finale, anzi, una volta arrivata a quel punto mi rimane molto più facile non pensare e isolarmi dal resto del mondo. Non sono emotiva e non ho mai sofferto di target panic, quindi la difficoltà maggiore è stata arrivarci a quella finale, poi tutto è andato liscio. Sentivo solo la voce del giudice di gara e rivedendo il filmato mi sono stupita davvero di non aver colto né il tifo che c’era intorno, né niente altro, solo il bersaglio e la voce

del giudice, fino all’ultima freccia, senza neppure far caso ai punteggi. Una bellissima esperienza, penso che si tratti di quella trance agonistica di cui si legge sui libri”. Dopo aver vinto il titolo del mondo, che progetti si possono fare? “Intanto adesso ricomincerò a fare le gare Indoor che sono utilissime per ‘pulire’ e consolidare la tecnica e poi sarà un anno di riflessione su cosa fare in futuro. Ho continuato sempre a partecipare alle gare Fiarc perché mi diverto, là ho tanti amici e al mio compagno piacciono molto, ma quando faccio quelle devo tornare alla presa infradito della cocca e cambiare arco, riprendendo quello vecchio, più corto, nervoso, insomma più adatto a quel tipo di tiro. Però tutti questi cambiamenti mi stravolgono e quindi devo decidere. Potrei dedicarmi al circuito Hunter & Field visto che il longbow è introdotto anche lì e continuare solo in Fitarco. Insomma non lo so, ci devo riflettere a fondo”. Quindi Vincenzo Scaramuzza e Giorgio Botto sono stati determinanti nella tua crescita, le due “fatine” che ti hanno regalato tecnica, percezione delle sensazioni e consapevolezza. Ma c’è qualcun’altro da ringraziare? “Devo tutto al mio compagno Marco Morara, senza di lui non solo non avrei vinto il Mondiale ma forse non tirerei neanche più, mi ha cambiato la vita, mi ha resa una donna felice e realizzata. Anche lui è arrivato nel 2009, l’anno di ingresso in nazionale e da allora mi ha motivata, scarrozzata, assistita, supportata e seguita sempre, anche alla finale del Mondiale. Senza di lui tutto questo non sarebbe mai stato possibile. Voglio anche ringraziare Iuana e Umberto per avermi trascinato in Fitarco e infine un ringraziamento anche agli organizzatori di questo splendido Campionato del mondo. Non solo ho vinto, ma ho potuto prendere parte ad un evento veramente straordinario”. F.C. Foto Ferruccio Berti


training

Padroni del proprio gesto

Non è sempre facile coordinare i propri movimenti al fine di ottenere il risultato voluto. Con alcuni esercizi specifici potremo però ottenere notevoli miglioramenti.

R

iuscire istintivamente a coordinare i movimenti del proprio corpo è una sensazione piacevole e non tutti hanno questa facoltà innata. In età giovanile è tutto più semplice, ma è comunque possibile acquisire tutto questo attraverso un allenamento specifico. Nell’articolo precedente ho puntato l’attenzione, sperando di aver stimolato il vostro interesse in merito, su un argomento che a me sta molto a cuore e che, ogni volta, data l’importanza, tratto con molta severità. Parliamo del posizionamento del nostro corpo nelle situazioni, anche imprevedibili, che si incontrano e che dobbiamo affrontare nei percorsi dell’Hunter&Field o del 3D. A tal proposito mi sembrava utile dare qualche indicazione in merito, rammentando, pur senza presunzione e in generale, che è bene applicare alcune semplici regole sul posizionamento del proprio corpo. Dopo questa parentesi puramente informativa, riprendiamo ad esporre ancora alcuni esercizi che ritengo altrettanto importanti, come quelli già pubblicati in precedenza. È d’obbligo cogliere l’occasione e trarre qualche insegnamento dagli esercizi presentati in questo articolo, che trattano la

coordinazione di certi movimenti, al fine di potenziare alcuni distretti articolari preposti al mantenimento della posizione durante e dopo il tiro. Quando eseguiamo l’esercizio “Tiro con mini trazioni” è importante prestare attenzione a cosa stiamo facendo realmente, consapevoli dell’utilità di quest’ultimo. Pertanto durante la trazione e lo scarico della corda, così come lo si vede sulla figura, stiamo eseguendo almeno 4 o 5 operazioni importanti: stiamo potenziando i muscoli e avremo coordinamento del movimento, se durante la trazione manterremo la punta della freccia o la diottra dentro la visuale (per i più bravi nel giallo). Dopo un po’ di tempo vedremo scomparire quel tremolio dovuto a sofferenza muscolare, acquisiremo l’abitudine a tenere la punta o la diottra nel giallo. Nel tempo questo ci toglierà il timore dello stesso. In ultimo, impareremo a intravedere la corda in avvicinamento al viso e sarà questo un ulteriore controllo per capire se il movimento è veramente coordinato e fluido. L’altro esercizio preso in esame è il “Tiro con mini piegamenti del braccio” e, come si vede chiaramente nella figura, non dobbiamo piegare troppo il gomito, altrimenti diverrà faticoso ed inutile, mentre se eseguito correttamente, consente di migliorare la stabilità del braccio dell’arco, il potenziamento del tricipite, ma soprattutto ci consentirà di essere più reattivi, dinamici, insomma più esplosivi, e indirizzeremo il nostro arco sempre verso il bersaglio. Poi proponiamo l’esercizio “Tiro con contromira”, molto importante se eseguirete un allenamento adeguato e cioè convinti e determinati a mirare, ad esempio, come si vede nella figura, a ore 9, a ore 3, oppure a ore 6 o a 43


ELITE

SARA LOPEZ WORLD RECORD 150-10X AND 708/720

MICHAEL SCHLOSSER WORLD RECORD 600/600

UN ARCO, TRE TIRATORI, QUATTRO RECORD DEL MONDO. Il Team Hoyt di Sara Lopez, Mike Schloesser e Reo Wilde continua a provare che PODIUM X ELITE è all’altezza del suo nome occupando il podio e frantumando Record del mondo sia indoor che outdoor. Schloesser ha iniziato la sua corsa al Record Mondiale con un perfetto 600/600 alla Coppa del Mondo Indoor Stage 2, un record che non potrà mai essere superato. Wilde ha battuto il suo stesso precedente record del mondo di 150-10X, realizzando un 150-12X alla Coppa del Mondo Outdoor di Shanghai e riaffermando la sua posizione nella massima classifica. Lopez, non contenta di avere infranto un Record del Mondo, ha realizzato un 150-10X e un 708/720, stabilendo due nuovi record mondiali nel giro di qualche settimana. Non è stata una pura coincidenza. I migliori usano il meglio e quando lo fanno i Record vanno in frantumi. Tirate per il successo. Tirate con HOYT.

SERIES

REO WILDE WORLD RECORD 150-12X


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