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ISSN 1593-0386
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Bimestrale n. 2 - Marzo-Aprile 2017 - e 4,30 - Poste italiane SpA - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1- DCB-BO - Contiene I.P.
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primo piano
Le arciere mamme Molto spesso i nostri buoni propositi sportivi - di allenarci di più per migliorare, di seguire un programma di allenamento, di raggiungere i nostri piccoli o grandi obiettivi - si scontrano con la realtà della nostra vita extra-arcieristica, che ci richiama a sé, con una forza di attrazione a cui è quasi impossibile resistere. Il lavoro, gli impegni familiari, la quotidianità con i suoi mille imprevisti ci portano via da quello che ci siamo ripromessi di fare, allontanandoci dai nostri obiettivi sportivi. Lo sanno, meglio di ogni altro, le mamme arciere, perché, nonostante la parità dei diritti in famiglia sia oggi una realtà, è pur sempre vero che alla biologia non si comanda. Certo oggi le mamme ricevono più supporto in famiglia, ma è innegabile che una gravidanza porta dei cambiamenti fisici, uno stop dell’attività, per non parlare del rapporto di totale simbiosi tra mamma e bambino nei primi anni di vita. Quanto può essere difficile, allora, portare avanti la propria passione o ricominciare a tirare con l’arco dopo una pausa? Difficilissimo, tanto che alle neo mamme a volte sembra quasi impossibile poterlo fare. Eppure ce la fanno, arrivano in gara durante la gravidanza fin quando la loro forma fisica lo consente, dopo il parto riprendono in mano l’arco appena hanno il primo minuto libero, si rimettono in pista e in gioco, con tanta fatica, ma senza mollare mai, spesso più forti di prima. E tutto questo continua negli anni, quando ci si organizza in ogni modo possibile, pur di essere presenti agli appuntamenti arcieristici importanti. Ecco, i nostri buoni propositi a volte sono difficili da seguire, ma per alcuni, come per le mamme arciere, lo sono sicuramente di più. È a tutte loro che dedichiamo la copertina di questo numero, con la nostra ammirazione più sincera. Valeria Bellagamba
in questo numero
4 Manifestazioni
30 Regolamenti
49 Eventi
8 Manifestazioni
34 Istruzione
50 Psicologia
Nîmes Archery Indoor Ardingo Scarzella
Gli Indoor Para Archery A.S.
10 L'intervista
Ioana Batin, campionessa-mamma Francesca Capretta
Eleonora Sarti, classe e dolcezza A.S.
18
Settore giovanile
Educarsi al ruolo di educatore Sergio Della Valle
36
Dal mercato
52 Psicologia 56
Medicina sportiva
40 Manifestazioni
60 Storia
Per essere in stabile equilibrio Domenico Bonsignore
Il buon volo di Labodinamico Roberto Bigolotti
L'allineamento della corda Vincenzo Scaramuzza
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Arco olimpico
44 Eventi
Il Mondiale è in dirittura d'arrivo Arcieri della Concordia
Analisi delle immagini: un aiuto per il tecnico Filippo Clini
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Tecnica compound
46 Eventi
Greentime S.p.A. Via San Gervasio, 1 - 40121 Bologna Tel. 051223327 www.greentime.it - info@greentime.it
Progetto grafico e impaginazione: Maria Della Rocca Periodicità: Bimestrale Tiratura: 36.000 copie Stampa: MIG srl - Bo Distributore: ME.PE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 - Milano Pubblicità: Greentime SpA - Tel. 051/223327 danila@greentime.it
Apache, gli ultimi ribelli Alessio Cenni
66 Cinema
Arcieri da sempre, samurai fino all'ultimo Arianna Biagi
70 Panorama
a cura di Francesca
Domenichini
75 Aica
Danilo Rosini
76 Lega Arcieri Medievali
Pesca con l'arco tricolore a Revetta Paolo Pasquini Segreteria generale: Valentina Pezzoli, Miriam Serotti, Danila Tartarini
Schilpario verso gli Italiani Fiarc Arcieri del Lago
ANNO XXIX - Numero 2 MARZO - APRILE 2017
In redazione: Francesca Domenichini domenichini@greentime.it
Preadolescenza: fucina di espressività Sara Cappelletto
38 Manifestazioni
42 Eventi
Direttore responsabile: Valeria Bellagamba bellagamba@greentime.it
A segno con L'Arc Associazione L'Arc
Lo stress nello sport Annalisa Avancini
22 Coaching
Splendidamente soli T.X.
V.B.
La magia degli Indoor Mimmo Raffo
Gruppi nazionali giovanili compound 2017 Tiziano Xotti
Editori
14 L'intervista
Regolamento Ifaa: le ultime modifiche Sara Migliorelli
Carlos Alberto Owen
78 I professionisti dell’arceria
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manifestazioni
NĂŽmes Archery Indoor
Alla più celebre kermesse agonistica europea per arcieri di Club, nell’olimpico splendida affermazione di Claudia Mandia e tra gli Juniores del compound oro per Manuel Festi e argento per Elisa Roner.
C
ome ogni anno torna la più grande manifestazione europea per arcieri di Club, la gara Indoor di Nîmes (Fra) che raccoglie circa mille partecipanti da ogni angolo del continente e, grazie alla formula dell’Indoor World Cup, anche del mondo. Bisogna subito dire che l’aumento dei costi di partecipazione, dovuto all’insostenibilità dei precedenti prezzi, ha comportato un drastico calo dei partecipanti, “solamente” 895 quest’anno, ma non certo del livello della competizione come vedremo. Un aspetto comprensibile ma curioso, soprattutto se raffrontato con l’omologa manifestazione d’oltreoceano, il Las Vegas World Archery Festival che, a fronte di prezzi quasi raddoppiati negli ultimi 5 anni (si è arrivati a 500,00 dollari di iscrizione per i “pro”), è salita da 1400 a 3500 partecipanti. La maggior parte delle defezioni in terra d’Oltralpe si è però avuta nei partecipanti “amatoriali”, ossia quelli non interessati al circuito mondiale della World Cup, che invece ha visto la consueta partecipazione di americani, coreani, messicani, russi e così via. La gara, comunque, offre, come ben risaputo, oltre alla parte più strettamente agonistica, anche un interessante angolo commer-
ciale, con tutti i più importanti produttori e distributori mondiali ben interessati a presentare prodotti e novità in quello che rimane in ogni caso l’appuntamento più frequentato del Vecchio Continente. Un’occasione quindi, anche per il pubblico arcieristico occasionale e gli arcieri non professionisti, di scoprire un mondo di novità accrescendo il valore di una trasferta sempre interessante. Se nella passata edizione erano stati Luca Melotto e Guendalina Sartori ad emozio-
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tecnica compound canimento è cosa negativa per cui, rispetto a traguardi che intendete porvi nel prossimo futuro, sarebbe opportuno ricordaste che gli stessi dovranno essere ragionevoli e fattibili. Non staccatevi dalla realtà con voli pindarici tutt’altro che costruttivi. Colpire la “X” con questa freccia, registrare un punto in più della gara precedente, acquisire una categoria superiore alla fine della stagione, qualificarsi ai campionati italiani…, insomma, più che volare basso… siate graduali e realistici, arriverete più lontano di quel che credete.
Alta competenza, quindi grande intensità.
evidenziare delle incongruenze sulle quali lavorare in seguito. Andando avanti
Senza uno scopo nulla si ottiene e questo riguarda anche la singola freccia scoccata. Dare un titolo alla seduta d’allenamento è quindi molto importante. Lavorate per zone e solo su di un problema alla volta. Non cadete nell’errore di sovrapporre il lavoro o, peggio ancora, le intenzioni. Seguite la vostra sequenza programmata e, se vi accorgete improvvisamente di non averne mai avuta una beh, fate in fretta a costruirvela perché, senza di essa, ovvero, in assenza di un programma preciso, dettagliato e ben conosciuto, di arrivare a “tirare come una macchina”, non se ne parla proprio. Anche qui le riprese video potrebbero essere utili per realizzare quanto la sequenza pianificata eseguita sia compatibile con la realtà dei fatti. Come in gara?
È il solito, falso problema. L’allenamento come la gara o la gara come l’allenamento? Bubbole, mi si permetta, un sacco di bubbole. La realtà, a mio modesto avviso, è che ogni freccia andrebbe scoccata con il 110% dell’impegno, sia fisico che mentale. Se infatti ci si prepara già durante il training a tirare ogni freccia al massimo ci si allenerà meglio e, logicamente, tutto andrà meglio anche in gara. L’allenamento non è mai una passeggiata. L’allenamento vero è concentrazione, sacrificio, applicazione e, soprattutto, diversificazone. Non si 28
tira per vizio, mai! Per sapere quanto siete diventati abili non usate le sedute di training ma la competizione, quella non mente mai! Preparate bene ogni singolo scocco. Rilassatevi e recuperate adeguatamente le energie fra un tiro e l’altro. Se non avete tempo da perdere non sprecatene altro tirando in tempi e ritmi che non siano quelli della competizione che state preparando, almeno per quanto è nelle vostre possibilità del momento. Il replicare le condizioni agonistiche ovviamente implica anche l’aspetto meteorologico ed ambientale, per cui si tira sotto il solleone, la pioggia e, guai se non fosse così, con qualsiasi tipo di vento.
Problemi
Strategie
Così muovendovi riuscirete, una volta sulla linea di tiro di una gara, ad avere qualcosa da fare. Ad avere un lavoro da svolgere che niente ha a che vedere con le prestazioni degli altri tiratori impegnati nella competizione. Fate ciò che sapete con lo stesso impegno che avete messo in allenamento. Per evolvervi agonisticamente dovrete sapervi trasformare in un essere analitico, astuto, organizzato, preparato e presente a se stesso. La vera e propria macchina da punti che avrete sempre sognato di essere. Le macchine però, lo sappiamo bene, si muovono grazie a dei programmi: voi il vostro lo avete scritto? Ricordate: una gara perfetta nasce da un allenamento perfetto. Un consiglio da coach? Rimanete maniacalmente aderenti al concetto di “buon lavoro”, qualsiasi senso abbia al momento per voi. T.X.
Mantenere la concentrazione per un tempo sufficiente significa anche prendere coscienza in maniera reale di dove fosse il vostro riferimento di mira al momento dello scocco della freccia. Annotate i tiri anomali per esecuzione e mira ed il relativo impatto sul bersaglio. Costruitevi il vostro personalissimo data base, magari registrando in tempo reale le impressioni e l’accaduto, freccia dopo freccia, seduta dopo seduta. Poi, con tutta calma, analizzerete il tutto pianificando le soluzioni che ritenete più adeguate a tavolino e quindi programmerete la vostra prossima seduta. Questo è un buon modo per rendersi consapevoli, degli errori certo, ma anche dei successi. Mai forzare
Esagerare nel perseguire un obiettivo prestazionale è sempre sbagliato. L’ac-
Stanchezza, malanni di varia natura od altro vi impediscono la giusta motivazione? Chiudete baracca e burattini e sospendete la seduta. Non potete permettervi di perdere il vostro focus tirando in fretta ed a caso. Cinquanta frecce scoccate con anima e corpo fanno certo meglio che trecento sparacchiate senza convinzione. I grandi carichi di lavoro? Il tempo ricordate? Se non ne avete o se la saltuarietà non vi permette continuità è proprio meglio lasciar perdere tabelle e numeri “pesanti”. Se non altro è sicuramente più serio. La gara
La biblioteca “storica”
LETTURE PER iL TEmPo LibERo
Toxophilus - La scuola del tiro
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Posizione, incocco, trazione, mantenimento, rilascio. Così Roger Ascham scrisse nel 1545 sul Toxophilus, e così è, ancor oggi, per chiunque voglia eseguire un tiro corretto. Toxophilus, il primo manuale di tiro con l’arco in tempo di guerra e di pace mai redatto, ma anche la prima opera accademica mai pubblicata in lingua volgare, e scritta dall’arciere più colto di un regno dove l’arco ha “fatto” la storia.
Jill Victoria Brazier raccoglie in questo suggestivo volume le pluriennali ricerche di Franco Di Donato, Douglas Elmy e Bruno Bonora. Di Donato indaga la possibile genesi ed evoluzione dell’arco. Elmy commenta i versi del Dhanur-Veda e altri testi sacri dell’induismo. Bonora presenta in maniera meticolosa le diverse teorie che si sono proposte negli ultimi due secoli su uno strumento risalente a circa 2000 anni fa.
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Archi e frecce nell’antico Egitto
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L’avvincente volume di Franco Di Donato guida il lettore alla scoperta dell’arceria bellica e venatoria sulle rive del Nilo, dove si diffuse una vera “civiltà dell’arco”. Affascinante argomento viene affrontato con sorprendente ricchezza di documentazione: numerosi disegni, belle foto ed un dizionarietto dei termini. Il grande merito del libro, tuttavia, non sta solo nell’esplorare la materia con competenza, ma anche nel restituirci tutto il fascino della millenaria storia dell’antico Egitto.
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Foto 6a e 6b. Minime variazioni dell’appoggio: immediatamente si può migliorare la stabilità e aumentare la forza degli arti, riuscendo a resistere più facilmente alla spinta applicata dall’esaminatore. Sinistra
Media Distribuzione Forze
Parametri
dati fornivano un quadro importante dell’equilibrio dei soggetti testati. Tutto ciò di cui abbiamo parlato finora può essere usato per determinare quale potrebbe essere il nostro equilibrio, la nostra stabilità e pertanto la capacità di gestire in maniera efficiente il nostro gesto tecnico. E se scopriremo che forse il nostro equilibrio non è proprio simile a quello di una medaglia olimpica (box relativo), ricordiamoci sempre che pure l’equilibrio può essere allenato. Pertanto, anche il miglioramento di questa qualità con dei semplici esercizi potrebbe rendere la nostra azione più sicura, più fluida e, seppure non riusciremo a fare il record del mondo, più performante. Ma questa è un’altra storia! Si ringrazia l’Ortopedia Giuliani per la collaborazione prestata e per la concessione del materiale iconografico utilizzato a corredo dell'articolo. Domenico Bonsignore Specialista in Ortopedia, Traumatologia e Medicina dello sport Butterfly
Destra
28-12-2016 Analisi statica
Figura 1. I colori indicano le diverse pressioni esercitate dal piede e ne mostrano anche eventuali differenze, misurando allo stesso tempo il punto di equilibrio.
Figura 2. La cosiddetta “farfalla” è la media ponderata della valutazione dinamica del passo per un certo periodo di tempo, mostrando pertanto l’andamento dell’equilibrio in fase dinamica.
tura a misurare le oscillazioni del baricentro corporeo durante l’azione di tiro di un arciere, dal sollevare l’arco sino al mantenimento dell’ancoraggio per alcuni secondi, cosa da me sperimentata anni fa presso un centro specializzato su atleti di livello nazionale quando ero medico federale Fitarco. Sempre su questi atleti furono valutate le pressioni di appoggio dei piedi mediante un esame baropodometrico statico che mostrava se queste fossero distribuite in maniera idonea tra piede destro e sinistro e avampiede e retropiede (Figura 1) e mediante un esame baropodometrico dinamico (Figura 2) che valutava la stabilità dinamica durante la deambulazione. Tutti questi
Un episodio “olimpico” Mi fa piacere talvolta accennare nei miei articoli ad episodi di cui sono stato testimone e questo che sto per raccontare è proprio uno di quelli. Eravamo al centro di preparazione olimpica di Tirrenia presso Livorno, in vista delle Olimpiadi di Sidney e io seguivo la nazionale di tiro con l’arco in qualità di medico federale. Uno degli allenatori escogita una prova: mette due grossi cilindri di legno cavi, di più o meno un metro di diametro, su dei sacconi, quelli su cui atterrano i saltatori e poi invita due arcieri a salire ognuno su un cilindro e a tirare su due bersagli posti a 18 metri. Per curiosità sono salito anch’io, senza arco, su quei cilindri, ma dopo pochi secondi ho cominciato ad oscillare e sono dovuto scendere. I due atleti nazionali, invece, sono saliti con l’arco, hanno aspettato che si interrompessero le oscillazioni, hanno sollevato l’arco senza alterare la posizione del baricentro sulla base di appoggio (altrimenti sarebbero caduti) e hanno tirato ognuno una freccia, mandandola tutti e due nel giallo. Non credo ci sia migliore dimostrazione di come un ottimo equilibrio permetta un’azione fluida e precisa. D.B.
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