BioGuida 19 - Inverno 2007/08

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INVERNO 2007

Anno IV - n. 19 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO



Finché esisterà lo spazio E finché vi saranno esseri viventi, Fino ad allora possa io rimanere Per scacciare la sofferenza dal mondo

BioGuida

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 19 inverno 2007 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n°1067 del 26/03/03

in questo numero

Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Via F. Denza 4, 34124 Trieste. Tel. 040.302110 - Fax 040.9890285 Cell. 338.8852117 info@bioguida.net - ppbi@bioguida.net Web: www.bioguida.com Abbonamenti: Infoline: 347.7704556 - 040.302110 info@bioguida.net CCP 51506707 Pubblicità e Marketing: Infoline: 338.8852117 - 040.302110 ppbi@bioguida.net Fotocomposizione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste

Gli incontri: Il Dalai Lama in Italia Jing Tao®

Filosofia del camminare

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Storia del Tibet

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Malato o... malattia?

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Il metodo Huber

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La danza senza il danzatore Il metodo Calligaris

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La via delle stelle:

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La forza dell’irrazionale

La formazione Cranio-sacrale

Vaccinazioni e conseguenze

La via interiore: Suono Puro

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La via della scienza:

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Ayurveda: origini e filosofia

I luoghi della Bioguida

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La via delle origini:

Direttore responsabile: Mariangela Valentini I nomi di questo numero: Cristina Bassi, dipl. astro-psicologia Huber, Transformation Game, nutripuntura, rimedi vibrazionali Monica Bossi, medico chirurgo, spec. Medicina Interna; medicina olistica e omeopatia, nutrizione biologica. Antonella Gaeta, giornalista de “La Repubblica”, sceneggiatrice. Annamaria GyoEtsu Epifanìa, monaca Zen e danzatrice professionista, insegnante di meditazione e danzaterapeuta. Maria Rosa Fimmanò, naturopata, kinesiologa. Simone Fanciullo, insegnante di massaggio ayurvedico, alimentazione, kinesiologia, master Reiki. Jacopo Fo, scrittore, attore, fondatore della Libera Universtià di Alcatraz. Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Paolo Loss, cantante lirico, insegnante di canto gregoriano e vocalità. Walter Pansini, scrittore, tra i fondatori del Movimento per la Libertà di Vaccinazione (Alister-Comilva) Adriano Violato, libero ricercatore, presidente dell’Associazione Culturale “Polaris 9.9.9.”

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Stampa: Grafiche Filacorda, Udine. INTERAMENTE STAMPATO SU CARTA ECOLOGICA SBIANCATA SENZA CLORO La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità.

I luoghi:

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Parole e musica: Recensioni CD e libri

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Disegni e immagini: Moreno Tomasetig, Jacopo Fo, Manuela Frisone, Manuela Marussi, Cristina Bernazzani (quando non diversamente specificato). In copertina: “Appunti primitivi” di Elisa Vidussi.

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EDITORIALE

Percorsi d’amore I

nchina il capo, congiunge le mani, sorride, saluta con lo sguardo amorevole. E’ la forza altissima, la comunicazione essenziale e disarmante del Lalai Lama, i gesti a cui questo “semplice monaco buddista”, come ama spesso definirsi, affida il suo messaggio di pace e giustizia in tutto il mondo e per la causa del popolo tibetano, prima ancora che alle sue parole, agli auspici e agli appelli alla pace interiore come responsabilità di tutti gli uomini. Sua Santità è intervenuto in una conferenza stampa, tenutasi al Castello di Udine il 10 dicembre scorso e, oltre alle visite di Milano, Roma e Torino, ha voluto onorare della sua presenza la città, nell’ambito di una serie di incontri che vogliono ricordare il suo continuo impegno a difesa di tutti quei diritti civili negati, non solo nel suo paese. Sono passati diciotto anni da quando il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso ha ricevuto il premio Nobel per la pace ed in tutto questo tempo - ha ricordato - non ha smesso di considerare questo riconoscimento per migliorare le condizioni di tutti i popoli oppressi dalla violenza con la denuncia e con metodi non-violenti, con la semplicità delle parole. “Fino alla mia morte mi propongo di promuovere la compassione tra gli uomini e migliorare la comunicazione tra differenti credi religiosi”, poiché, è un interesse reciproco e globale dell’umanità vivere secondo valori condivisi e amore, affetto, tolleranza, compassione sono universalmente condivisi e condivisibili, ha aggiunto. “Ognuno di noi è chiamato a sviluppare sentimenti di gentilezza verso gli altri, nella pratica quotidiana prima ancora che nei pensieri e nelle parole e solo questo sforzo individuale e costante può essere esteso globalmente nel mondo”. Ma non solo chi possiede una fede ha la possibilità di sviluppare i sentimenti del perdono e dell’amore reciproco, perché questi valori vanno oltre ogni religione, sono “elementi biologici” della nostra vita, così come l’amore filiale, così come i sentimenti e l’affetto che proviamo per chi ci è più caro. Sono sentimenti necessari per la nostra esistenza, naturali per

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la realizzazione della bellezza e della salute della nostra vita. Anche la scienza e la medicina vanno scoprendo che chi si nutre di questi sentimenti quotidiani vive in uno stato di benessere e, viceversa, chi si nutre di rabbia e rancore, tende ad ammalarsi nel corpo e nella mente. La crescita interiore – aggiunge il Dalai Lama – è uno sviluppo laico di ogni coscienza. Anche la situazione tibetana è una questione di coscienza civile, è una questione morale, è una questione di giustizia, non politica e, come in tutte le terre del mondo in cui si verificano le più esecrabili violazioni dei diritti inalienabili, va portata alla conoscenza di tutti perché se ne possa discutere, perché si possano trovare soluzioni non violente.” Alla domanda se siano proprio religioni differenti a portare conflitti, Sua Santità risponde che non è una considerazione estensibile, che in ogni gruppo umano e religioso ci sono persone “malevoli” ma ciò non toglie che la maggior parte dei credenti sia ispirato dai principii positivi che ogni credo comporta. E’ l’amore il sentimento a cui tutta l’umanità si ispira ed in questo bisogna fermamente sperare: “Viviamo e ci nutriamo di speranza”, dice Sua Santità, ”nella fiducia delle nostre azioni e parole future”. Infine, se le Olimpiadi possano essere un’occasione di felicità per tutti gli uomini, Sua Santità rispon-

de che è giusto che la Cina, essendo tra i paesi più popolati e con una storia lunghissima alle spalle, ospiti i giochi olimpici, ma anche come questa sua storia non sia “eccelsa ed esemplare” nel rispetto dei diritti umani, il che porta a sperare che il gover-

no cinese colga l’occasione per migliorare il suo atteggiamento in tal senso e che gli intellettuali e gli imprenditori abbiano un ruolo rilevante per la promozione della libertà degli uomini (queste parole sono state pronunciate poche ore prima che la Cina escludesse il Tibet dalla partecipazione alle Olimpiadi 2008). Questo augurio ha chiuso l’incontro e ci ha fatto pensare a quanto la sottile trascuratezza della stampa nazionale e la significativa assenza di gran parte dei politici, rispetto alla visita di “un semplice monaco buddista”, siano stati, purtroppo per loro, una mancata occasione d’amore. Il direttore responsabile Mariangela Valentini (marivalentini@libero.it)


GLI INCONTRI

La carezza dell’Oceano di Pierpaolo Bon

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elecamere, flash, giacche e cravatte… Brusio, orologi, battute… Il solito scenario di una conferenza stampa, per giunta con l’ospite più atteso in ritardo, a causa del volo che ha subito un rinvio. Occorre pazientare. Si scambiano quattro chiacchiere, ci si raccoglie in concentrazione: diamine, non è certo un incontro qualunque! “Manca poco”… “Sta arrivando”… “E’ in auto”… “Questione di minuti”…”Eccolo”… E’ lui. Esattamente come lo si è sempre visto sulle foto o in televisione. Sorridente, sempre. Non invidio i politici che devono fare i loro interventi di rito: sembra di essere al cinema davanti a una sequela di trailers prima del film tanto atteso. Poi, finalmente, prende la parola. Quello che sorprende di più a sentir parlare Sua Santità è la capacità di comunicare in modo profondo e amorevole, a prescindere dalle domande o dagli argomenti. E la sua presenza. In ogni attimo, in ogni gesto, la sua presenza è totale, persino quando guarda gli affreschi sul soffitto della sala o raddrizza la bandierina tibetana che si è inclinata sul tavolo, con una sonora risata. Tutto scorre placidamente, ogni frase nutrita di una saggezza semplice e incontestabile. L’amore, la pace, la compassione, la non-violenza, il rispetto, l’apertura mentale, trovano spazio in ogni spunto di discussione. Non esiste eccezione. “Finchè avrò vita mi impegnerò sempre in questa direzione”. Non sono parole, sono fatti. “Non sono valori propri di una religione, sono dei fattori biologici, innati in ognuno di noi… Perché ognuno di noi ha conosciuto l’energia della compassione, dal momento che tutti siamo stati generati e nutriti da una madre. E’ quello il primo incontro che abbiamo con la compassione”. Lo si capisce solo guardandolo in volto… “Occorre sviluppare la pace interiore in ognuno di noi, individualmente, per poi sperare di diffonderla anche a livello collettivo”… E ancora: “Ringrazio tutti voi per il vostro apporto, perché sostenere la causa del Tibet non significa adoperarsi per i diritti di un popolo, ma per quelli di ogni singolo uomo”. Finchè si arriva alla conclusione e i saluti, anche per recuperare il ritardo iniziale. Guardiamo gli orologi: stentiamo a crederci, un’ora e mezza! Volata. Le persone si fanno avanti per stringere la mano o cercare un contatto con Sua Santità: giornalisti, fotografi, addetti ai lavori. Difficile dire cosa accade in noi durante un incontro con una grande personalità… Da un lato il suo magnetismo che ci avvolge e conquista, dall’altro il nostro istinto a cercare un riferimento, una guida. Forse il desiderio di ricevere un riconoscimento, un segno di empatia che ci gratifichi ed onori, proprio perché giunge da qualcuno ritenuto molto importante. In fondo è sempre stato così: la folla in ogni epoca

ha acclamato sovrani, papi, imperatori ma anche, similmente, tiranni, despoti e dittatori. La fascinazione del carisma probabilmente è incastonata nel nostro DNA, richiamo di antichi comportamenti di branco. Questo ho sempre pensato. Finchè, nel prendere la via di uscita tra giornalisti e addetti alla sicurezza, Sua Santità il Dalai Lama si è fermato e mi ha rivolto una carezza… Continuo a non sapere cosa scatti dentro di noi davanti a un grande personaggio. Però adesso so cosa prova una conchiglia sulla spiaggia, quando viene lambita dolcemente dalle onde dell’Oceano…

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ua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet, è il capo temporale e spirituale del popolo tibetano. Nato con il nome di Lhamo Dhondrub il 6 luglio 1935 in un piccolo villaggio nel nordest del Tibet, da una famiglia di contadini, all’età di 2 anni fu riconosciuto come la reincarnazione del suo predecessore, il XIII Dalai Lama e, secondo la tradizione buddista tibetana, come reincarnazione di Avalokitesvara (Cenresig in tibetano), il Bodhisattva della Compassione che scelse di tornare sulla terra per servire la gente. Normalmente i tibetani si riferiscono a lui come Yeshe Norbu, cioè “La Gemma che esaudisce i desideri”, o semplicemente Kundun, “La Presenza”. Il Dalai Lama iniziò la sua educazione all’età di 6 anni e conseguì il diploma di Geshe Lharampa (o Dottorato in Filosofia Buddista) all’età di 25 anni, nel 1959. A 24 anni, sostenne gli esami preliminari in ciascuna delle 3 università monastiche di Drepung, Sera e Ganden. L’esame finale ebbe luogo a Lhasa. Il 17 novembre 1950, dopo l’invasione del Tibet da parte dell’Esercito di Liberazione Popolare, fu chiesto a Sua Santità di assumere i pieni poteri politici come capo di Stato e di Governo. Nel 1954 si recò a Pechino per avviare un dialogo pacifico con Mao Tse-Tung e altri leader cinesi. I suoi tentativi di soluzione pacifica furono vanificati dalla spietata politica perseguita da Pechino nel Tibet Orientale, che scatenò la sollevazione popolare e la resistenza. Il 10 marzo 1959 nella capitale Lhasa esplose la più grande dimostrazione della storia tibetana: il popolo chiese alla Cina di lasciare il Tibet e riaffermò l’indipendenza. La sollevazione fu brutalmente repressa dall’esercito cinese. Il Dalai Lama fuggì in India dove ottenne asilo politico. Dal 1960 risiede a Dharamsala, una cittadina dello stato indiano dell’Himachal Pradesh, sede del Governo Tibetano in esilio. Nel 1963, Sua Santità promulgò una costituzione democratica, che servisse da modello per un futuro Tibet libero, basata sui principi del Buddismo e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Oggi i membri del parlamento sono eletti direttamente del popolo che, dalla primavera 2001, elegge anche il Kalon Tripa, o Primo Ministro, del governo tibetano. A partire dal 1967, Sua Santità ha intrapreso una serie di viaggi che lo hanno portato in circa 46 nazioni. Il Dalai Lama ha incontrato Papa Paolo VI in Vaticano nel 1973, Papa Giovanni Paolo II per 5 volte, tra il 1980 e il 1990, oltre all’Arcivescovo di Canterbury e altri leader della Chiesa Anglicana, i massimi rappresentanti della Chiesa Cattolica Romana e delle Comunità Ebraiche. Sin dalla sua prima visita in Occidente, del 1973, numerose Università ed Istituzioni occidentali hanno conferito al Dalai Lama Premi per la Pace e Lauree ad Honorem, in segno di riconoscimento per i suoi approfonditi testi sulla filosofia buddista e per il ruolo svolto nella soluzione dei conflitti internazionali, nella questione dei diritti umani e in quella dei problemi ambientali. La decisione di assegnargli il Premio Nobel per la Pace il 10 dicembre 1989 è stata accolta in tutto il mondo, con applausi e consensi unica eccezione la Cina. Sua Santità dice spesso: “Sono un semplice monaco buddista, niente di più e niente di meno”. Conduce la stessa vita dei monaci buddisti. Vive in casa a Dharamsala, si alza alle 4 del mattino per meditare, prosegue con un ininterrotto programma di incontri amministrativi, udienze private, insegnamenti religiosi e cerimonie. Prima di ritirarsi, conclude la giornata con altre preghiere. Quando vuole spiegare quali sono le sue più importanti fonti di ispirazione, spesso cita i suoi versi preferiti, tratti dagli scritti di Shantideva, celebre santo buddista dell’VIII secolo: Finché esisterà lo spazio E finché vi saranno esseri viventi, Fino ad allora possa io rimanere Per scacciare la sofferenza dal mondo (Biografia ufficiale tratta dal sito del governo tibetano in esilio: www.tibet.com)

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LA VIA DELLE ORIGINI

Breve storia del buddhismo tibetano di Pierpaolo Bon Le origini storiche La storia documentabile del Tibet viene fatta iniziare nel VII sec. d.C. con Re Srong-Tsen Ganpo. Fino ad allora è difficile risalire a fonti storiche precise e riconosciute. Di certo la religione autoctona diffusa sul territorio era il Bön, accanto ad altre credenze di tipo sciamanico. Sposando due principesse di religione buddhista, una cinese e una nepalese, il Re permise l’introduzione da Cina e Nepal delle prime immagini di Buddha. Il sovrano si convertì al Dharma, la dottrina buddhista, e decise di introdurlo in Tibet facendo costruire diversi templi. Codificò l’alfabeto e la grammatica tibetana, utilizzando come modello il sanscrito e invitò molti maestri eruditi dall’India e dal Nepal. Fece tradurre i Sutra (i discorsi di Buddha) e i Tantra (i testi per la pratica della meditazione), cominciando la costruzione del “Potala” a Lhasa. Re Tritson Detsen (VIII sec.) decise di dare un ulteriore impulso alla diffusione degli insegnamenti buddhisti in Tibet, invitando i più eminenti maestri indiani dell’epoca a lavorare in collaborazione con i maestri tibetani, noti storicamente come i “108 traduttori”. Grazie a questo sforzo, l’intero corpo degli insegnamenti del Canone buddista nelle sue tre suddivisioni (Tripitaka) divenne accessibile in lingua tibetana. La “Prima Diffusione della Dottrina” Giunto in Tibet su invito di Re Trisong Detsen, Padmasambhava, il cui nome significa “nato dal loto”, è la figura che introdusse il buddismo tantrico in Tibet (Vajrayana) e diffuse significativamente la dottrina buddista nel periodo noto come l’epoca della “Prima Diffusione della Dottrina”. La leggenda vuole che egli nacque da un fiore di loto sulla superficie di un lago in una mitica terra di maestri tantrici e dakini (“danzatrici del cielo”). Come sempre in questi casi, è difficilie distinguere il personaggio storico dalle leggende: in Tibet è conosciuto con il nome di Guru Rimpoche (“maestro prezioso”) e viene ovunque venerato. La rapida diffusione del buddismo in Tibet dopo il VII secolo incontrò però resistenze, soprattutto da parte della nobiltà e del clero Bön, la religione tibetana preesistente. Il successore di Trisong Detsen, il figlio Ralpa Chen, continò l’opera di diffusione del Dharma iniziata dal

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padre, costruendo monasteri e perfezionando il lavoro di traduzione dei testi buddhisti. Fu però ucciso dal fratello Langdarma, che divenne Re e si oppose alla diffusione degli insegnamenti buddisti, dando inizio a una crudele persecuzione. Il lignaggio di Padmasambhava fu mantenuto in vita da meditatori eremiti nascosti tra i monti, che trasmisero ai discepoli l’insegnamento tantrico. Molti praticanti allora si rifugiarono in India per ricevere gli insegnamenti direttamente dai grandi maestri. Finchè anche Re Langdarma venne ucciso: con la sua morte ebbe inizio una guerra civile per la successione, le diverse province si divisero in stati autonomi e il Tibet rimase privo di un sovrano legittimo riconosciuto dalle grandi famiglie feudali. La “Seconda Diffusione della Dottrina” Tra il IX e l’XI secolo i pochi monasteri rimasti dopo la persecuzione si riorganizzarono dando inizio alla cosiddetta “Seconda Diffusione della Dottrina”. Vennero tradotti dal sanscrito alcuni testi buddisti conosciuti come i Nuovi Tantra. Il grande maestro indiano Atisha si recò in Tibet e diffuse in modo significativo il Dharma anche nelle regioni che non erano mai state toccate dall’insegnamento. Il buddismo divenne per la prima volta la religione di tutto il popolo tibetano. A partire dall’XI secolo, cominciarono ad organizzarsi e a formarsi delle vere scuole che, pur concordi sul fine ultimo della ricerca spirituale, il raggiungimento dell’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri, differivano sui metodi della pratica. I monasteri iniziarono ad essere centri di potere sia spirituale che politico delle diverse regioni in cui sorsero. I Mongoli Nel XIII secolo i Mongoli intervennero direttamente nella vita tibetana. Il grande sovrano Gengis Khan convocò alla sua corte i rappresentanti delle maggiori religioni e confessioni (confuciani, taoisti, cristiani, musulmani, buddisti, sciamani), rendendo i suoi onori ai maestri tibetani e al buddhismo Vajrayana. Successivamente il sovrano Kublai Khan affidò il governo del Tibet al suo maestro, l’abate del monastero di Sakya (Sakya Pandita - 1253), a cui faceva capo la scuola Sakyapa. Mongoli e Tibetani si accordarono per la gestone del potere: mentre i secondi si prendevano cura del benessere spirituale, i primi garantivano al Tibet la sicurezza tem-

porale. Nel 1349 il dominio dei Sakya venne rovesciato da altri feudatari, dando inizio a lotte intestine tra i signori feudali, portando a interminabili conflitti tra le diverse famiglie aristocratiche, nuovamente in mancanza di una forte autorità centrale. Tra il XV ed il XVII secolo, nelle diverse scuole si sviluppò una ricca e profonda esperienza spirituale ma anche conflitti tra fazioni in lotta per il potere, sfociando persino in vere ostilità militari. L’Epoca moderna e contemporanea Nel 1642 ancora l’esercito mongolo intervenne in Tibet, imponendo ai tibetani il governo temporale di un Lama, questa volta della scuola Gelugpa, chiamato “Dalai Lama” (maestro-oceano o oceano di saggezza). Lobsang Gyatso, già alla sua quinta incarnazione (il Dalai Lama è considerato un’incarnazione di Avalokitesvara, la divinità della compassione universale), divenne così il V° Dalai Lama detto “il Grande Quinto”. Politico raffinato e grande diplomatico, riuscì ad esercitare piena autorità sul Tibet, si adoperò per realizzare l’equilibrio tra le scuole, promulgando un ordinamento con cinque posti riservati ai capi delle principali scuole Bön, Nyingma, Kagyu, Sakya e Gelugpa, ancora applicato. Da allora la storia tibetana è stata caratterizzata dalla guida del Dalai Lama che, pur appartenendo alla scuola Gelugpa, ha sempre governato come rappresentante di tutto il popolo: la sua autorità temporale e spirituale è sempre stata riconosciuta da tutte le scuole che hanno potuto svilupparsi liberamente. Nel corso dei secoli si alternarono vari momenti di influenza, più o meno intensa, di Mongoli, Cinesi e Nepalesi, fino al ‘800, con l’entrata in gioco delle strategie diplomatiche dell’Impero britannico che, attento nel consolidare la propria egemonia in India, appoggiò le ingerenze cinesi sul Tibet,


come freno alla spinta espansionistica Russa. Alla fine della II Guerra Mondiale, con l’indipendenza dell’India, la Gran Bretagna perse il proprio interesse diretto in quelle zone e aumentarono le pressioni della Repubblica Popolare di Mao. Finchè, nel 1950, ebbe inizio l’invasione del Tibet da parte dell’esercito cinese. Le drammatiche persecuzioni civili e religiose, le violazioni dei diritti umani, le sistematiche distruzioni di templi e simboli religiosi, causarono un genocidio e la fuga in esilio di decine di migliaia di tibetani tra cui, nel 1959, Sua Santità il XIV Dalai Lama. Dal 1965 il Tibet viene considerato dalla Cina una sua Regione Autonoma.

Le principali scuole religiose La Tradizione Bön Il Bön costituisce l’originaria e autentica tradizione tibetana di insegnamenti, diffusa e sviluppata in Tibet sin dalle origini della sua storia. Le dottrine del Bön, secondo tradizione, sono state trasmesse da Tonpa Shenrab, maestro spirituale totalmente realizzato. Nel corso del settimo e dell’ottavo secolo, dopo l’adozione del Buddhismo quale religione di Stato, la tradizione fu in genere osteggiata e vi furono tentativi per sradicarla. Molti maestri e praticanti Bönpo dovettero fuggire, dopo aver occultato testi e scritture per evitare la loro distruzione. Gli insegnamenti comunque sopravvissero, in particolare tra la gente comune, che aveva seguito la pratica per generazioni. Dall XIII all XI secolo mancano notizie storiche sugli sviluppi di questa tradizione: solo dopo la scoperta di alcuni testi importanti nel 1072 d.C. da parte di Schenchen Luga, venne effettuata una strutturazione degli insegnamenti Bönpo come sistema completo, avviandone la sua successiva rinascita. Lo Dzogchen Lo Dzogchen appartiene all’antica tradizione spirituale del Bön, di cui è la parte più esoterica e viene praticato e trasmesso nell’ambito della scuola Nyingmapa. Significa letteralmente “grande perfezione” e il suo scopo è il riconoscimento dello stato primordiale di illuminazione presente in ogni essere. Concettualmente viene suddiviso in tre aspetti: base, sentiero e frutto. Secondo l’insegnamento Dzogchen, l’essenza della Base di tutto l’esistente, lo stato primordiale dell’essere, è all’origine vuota e pura. La sua natura è la “chiarezza spontaneamente perfetta” (rigpa). L’unità inseparabile dell’essenza originariamente pura e della sua natura

spontaneamente perfetta è un libero flusso di energia, definito “compassione”. Il Sentiero (lam), la via diretta e immediata alla realizzazione, consiste nel praticare per riconoscere la vera natura della base dell’esistenza, integrando lo stato “rigpa” ottentuto durante la meditazione nella vita quotidiana. Il Frutto, la fruizione stessa dell’illuminazione, culmina al termine della vita con l’ottenimento del “Corpo di Luce”, grazie al quale, al momento della morte, l’individuo si dissolve nella propria vera natura luminosa. La Scuola Nyingmapa Il corpo degli insegnamenti appartenuti alla “Prima diffusione della dottrina” costituisce il fondamento della scuola Nyingmapa. E’ la “Scuola degli Antichi” e si richiama agli insegnamenti introdotti in Tibet da Guru Padmasambhava (Rimpoche). Fu fondata nel XIV sec. da Long Chenpa che riunì in un corpo unico tutte le diverse tradizioni dell’originario buddismo Vajrayana di Guru Rimpoche. Gli insegnamenti furono trasmessi dai primi maestri ai loro discepoli attraverso un ininterrotto lignaggio orale e sono raccolti in due sistemi: i Kama (trasmissione del canone buddista) e i Terma (testi nascosti da Padmasambhava in attesa di essere scoperti). Il più conosciuto di questi ultimi è il “Bardo Thodol”, il “Libro Tibetano dei morti”. La scuola non ha visto un imponente sviluppo monastico, essendo più diffusa la figura del Lama laico che riuniva attorno a sé un piccolo gruppo di discepoli. La Scuola Kagyupa La scuola Kagyupa lega la sua origine ai grandi mahasiddha (maestri) tantrici dell’India, in particolare alla discendenza di Tilopa, a cui sono seguiti Naropa, Marpa e Milarepa. La scuola è molto simile alla Nyingmapa nell’attribuire grande importanza allo yoga ed alle pratiche di meditazione, tuttavia per i testi fa riferimento principalmente alle traduzioni di Marpa. Pur se divisa in due principali correnti e relative sottoscuole, in genere l’autorità principale Kagyupa è il Karmapa che, come avviene per il Dalai Lama, viene riconosciuto fin da bambino. La Scuola Sakyapa La scuola prende il nome dal monastero di Sakya e riconosce cinque maestri fondatori. L’insegnamento della tradizione Sakyapa è il Lamdre (Il Sentiero e il Frutto) che risale al mahasiddha indiano Virupa. E’ suddivisa in due sottoscuole che differiscono leggermente nei rituali. I Sakyapa enfatizzano molto lo

studio filosofico ed il rituale liturgico. Il capo della scuola è un maestro laico, Sua Santità Sakya Trinzin. Le reincarnazioni dei Sakya Trinzin vengono identificate sempre da due famiglie già designate che, alternativamente, si succedono alla guida della scuola. La Scuola Kadampa - Gelugpa La scuola Kadampa è stata fondata nell’XI secolo dal maestro indiano Atisha, una delle figure più importanti della “Seconda diffusione della dottrina buddista” in Tibet. I maestri Kadampa erano noti per la segretezza della loro pratica tantrica e famosi per la loro erudizione. Nel XIV secolo la scuola venne riformata e ristrutturata da Lama Tzong Khapa che ne cambiò il nome in Gelugpa

(la “Scuola dei Virtuosi”). La strutturò solidamente, accentuandone il carattere monastico, fino a farla diventare la scuola più diffusa del Tibet. I monasteri erano spesso popolati da migliaia di monaci, come le tre grandi università monastiche si Drepung, Sera e Ganden, tutte appartenenti all’ordine dei Gelugpa. Sua caratteristica è l’insegnamento del Lam Rim (il sentiero graduale) che unisce la via dei Sutra a quella dei Tantra. La scuola si concentra molto sullo studio della psicologia e della filosofia, in particolare la corrente “Madhyamika” del grande maestro buddhista indiano Nagarjuna. Il Dalai Lama viene tradizionalmente istruito da tutori Ghelugpa ma egli non è il capo della scuola, poichè viene diretta da un Lama eletto in conclave con il titolo di Gaden Tripa (detentore del trono di Tzong Khapa), dopo il superamento di rigorosi esami monastici.

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LA VIA INTERIORE

Suono Puro di Paolo Loss (www.paololoss.it) “Se vogliamo credere agli antichi basta ascoltare l’universo perché questo si sveli”. (Alfred Tomatis, “Ascoltare l’Universo”)

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he l’Universo sia nato come una parola divina o come l’esplosione primordiale del Big-Bang, preceduti sia l’una che l’altro dal silenzio più assoluto, ce lo dicono l’intuizione dei poeti, le ‘scritture’ delle religioni, ma anche le ultime ricerche della fisica. Il divenire del creato è un fenomeno acustico di dimensioni superiori ad ogni immaginazione. Basti pensare che dal Big-Bang al primo “suono”, debole come il vagito di un neonato, sono passati ben 380 mila anni di silenzio. La nostra storia personale in qualche modo ripercorre questi sentieri. L’esperienza che ci avvicinerà di più alla realtà in cui viviamo e ci farà comprendere meglio il divenire dell’universo e il nostro sarà quella di ripercorrere la storia della nostra personale educazione all’ascolto. Essa ha origine nei primissimi mesi della nostra vita, all’interno di quel paradiso terrestre che era per noi lo spazio intrauterino. Ancor prima della formazione completa dell’orecchio la nostra pelle vibrava al passaggio dei suoni del corpo di nostra madre (come il battito cardiaco, il soffio della respirazione e i borborigmi dello stomaco e dell’intestino) o dei suoni passati attraverso il corpo di nostra madre e provenienti dall’esterno (come la voce dei familiari, la musica ascoltata o i rumori ambientali provenienti dalle fonti più disparate). Tutto veniva memorizzato e rielaborato in vista di un dialogo da apprendere, per prima cosa con noi stessi e poi, una volta cresciuti, con gli altri. Con il tempo abbiamo imparato ad ascoltare, fin da bambini, altri suoni ed altre melodie.

L’universo come suono

Il giorno cantava per noi con il vibrare del sole, l’alitare delle brezze, con il suono dei lavori e dei lavoratori. Il vociare dei giochi infantili ci faceva vibrare di 6

gioia. Gli uccelli e gli altri animali ci sorprendevano e ci spaventavano. La notte ci preparava ad altri ascolti con i suoi silenzi ed i suoi misteriosi respiri rivelandoci il tintinnio delle stelle ed il variare profondo e lento della luna, velata e svelata. Alla luna si rivolgevano la terra e gli animali prima del sonno profondo, ad essa cantavano i veglianti di ogni genere in attesa di una risposta che tacitasse le ansie di un tempo senza risposte. E noi eravamo lì ad ascoltare, spinti dal desiderio di capire di che cosa eravamo fatti e perché questi suoni ci facevano vibrare e vivere. Cantavano per noi tutte le creature: dal bosco al mare, dai monti ai deserti, dalla pioggia alle nevi. Ogni fiore, ogni granello di sabbia, ogni goccia di rugiada ci parlava con la sua lingua. Nei pomeriggi d’estate persino la calda polvere delle strade senza asfalto cantava un inno ai nostri piedi scalzi; e nel corpo si sviluppava la voglia di una vita piena e primitiva. Il gorgoglio del torrente e lo scrosciare della pioggia in autunno ci facevano vibrare nel ricordo velato della vita prenatale e la voglia di immergerci nei piccoli gorghi o di far schizzare l’acqua delle pozzanghere era per noi un inno senza limiti alla vita che sentivamo nei nostri corpi.

Persino le notti invernali ci parlavano mentre le pozzanghere gelate scricchiolavano sotto le nostre scarpe e tutto il paesaggio attorno pareva intonare un salmo sotto la luce della luna piena. Attraverso questi ascolti abbiamo affinato la nostra sensibilità e i suoni hanno cominciato a parlarci di cose e di avvenimenti più complessi: della pace e della guerra, dell’amore e dell’odio, di tensioni e di rilassamenti, di carezze e di percosse. La vita ci faceva conoscere realtà incomprensibili e confuse e il brontolio del tuono poteva sembrare tanto simile al rombo dei bombardieri che volavano alti sopra le nostre teste. Lo stesso marciare ritmico dei soldati era per noi un gioco e ci spingeva all’imitazione e il ritmo dei nostri piedi sulla terra pareva fruscio d’ali angeliche sulla strada sassosa.. La vita era per noi canto e suono e le esperienze vissute diventavano musica nelle nostre bocche, nel ricordo dei misteriosi canti imparati nell’oscurità mattutina delle chiese all’alba o nelle canzoni intonate senza fine con gli amici.

Il corpo come armonia

Il corpo iniziava a risuonare, pronto ai ritmi e ai giochi della vita di cui era diventato il fruitore fin dai primi respiri, dai primi gridi e dalle prime poppate. Tutto era vibrazione nelle nostre esperienze vi-


tali e lo dimostravano la nostra perenne irrequietezza, l’incessante curiosità e la continua ricerca del gioco. Il movimento, le pulsazioni e il suono erano alla base del nostro sentirci vivi. Tutto si muoveva e vibrava dentro di noi. Le cellule pulsavano con i loro ritmi biologici nel dare e ricevere sostanze nutritive e suoni. Ogni organo vibrava, secondo i suoi bisogni. La bocca, l’esofago e lo stomaco svolgevano il loro servizio suggerendo informazioni a vari livelli: la bocca riceveva nelle sue mucose centinaia di pressioni nell’elaborare il cibo ma nello stesso tempo vibrava dei suoni della masticazione e dei primi borbottii; lo stomaco ci parlava di appetiti insaziabili e di abbuffate golose. Il doppio ascolto interno ed esterno dei suoni nutriva il cervello, attraverso l’orecchio, con innumerevoli informazioni vibrazionali. I polmoni e il cuore si esprimevano con il loro ritmo binario e ci dicevano quanto alto era il livello della nostra vitalità. Il fegato, i reni, l’intestino e tutti gli organi, presenti e funzionanti nel nostro corpo avevano il loro suono e il loro ritmo, solo che il nostro orecchio non poteva percepirlo, ma il nostro cervello ne era continuamente informato. Nessun movimento avveniva nel nostro corpo senza che ne fossimo informati; questo ascolto sottile e, fino ad un certo livello, consapevole, avrebbe potuto diventare con il tempo e l’esercizio una fonte di godimento di incredibile bellezza, mentre di solito è percepito come sorgente di preoccupazioni. Questa è la vita con i suoi alti e bassi e con le sue promesse non mantenute. Tutto è ritenuto funzionante finché non se ne percepisce il rallentamento o la mancanza. Sarebbe bello poter essere

protagonisti attivi di ogni nostra vibrazione. I grandi maestri dello Yoga ci insegnano che, attraverso il respiro profondo e consapevole (Pranayama) e le corrette posizioni, possiamo crescere in vitalità a livelli veramente inimmaginabili. Le ricerche e le scoperte del dottor John E. Upledger, che sono alla base della terapia craniosacrale, ci dicono molte cose dei ritmi che costituiscono la base del nostro vivere e di come si possa restituire al corpo un’armonia dimenticata.

L’aria si fa suono

Tra i fenomeni vibrazionali, generati all’interno del nostro corpo, assume una importanza eccezionale quello prodotto dalla sinergia respiro – laringe. Lo scopo di questa vibrazione, che, se ben condotta diventa con l’esercizio parola e canto, è quello di raccogliere i vissuti dell’intero corpo e farne, con il suono, uno strumento di comunicazione dall’interno all’esterno e viceversa. Le informazioni che attraverso il suono possiamo ricevere e dare sono di tale portata che ad un orecchio e ad un corpo allenato e consapevole niente sfugge di quanto succede ed è percepibile contemporaneamente da orecchio, occhio, pelle, ossa e sistema nervoso. Su tali principi si fonda il fenomeno dell’empatia. Tra due persone l’ascolto reciproco, portato a livelli profondi ed in modo continuativo, produce effetti di strabiliante portata come la comprensione senza parole, l’anticipo dei desideri e, in caso di coabitazione, la progressiva trasformazione dei lineamenti fino a creare forti rassomiglianze. Non mancano testimonianze di fenomeni come la sensibilità a distanza (ne sono significativi esempi la percezione a distanza tra madre e figlio o tra gemelli) ed, ai massimi livelli di purificazione, la capacità di percepire lo stato di salute di singoli organi e lo stato energetico dei chakra con la possibilità di fenomeni di visualizzazione. A questo livello sono assimilabili: la capacità di portare pace tra persone o nei gruppi e la capacità di mediare tra strati sociali e nazioni.

Incominciare dal silenzio

In tutte le religioni la ricerca di un contatto più profondo con sé stessi e con Dio inizia con l’esperienza del silenzio. Se vogliamo avere un idea di cosa sia il silenzio dobbiamo ripercorrere simboli-

camente la strada del deserto che i padri antichi percorrevano per fuggire dalle città. Si tratta di una strada di progressiva purificazione delle abitudini del vivere quotidiano legate alla ricerca di un sottofondo di rumori che ci distraggano dalle nostre preoccupazioni. Ne ripercorro alcuni esempi: la radio o la televisione accesa in continuazione, anche senza necessità il chiacchierare in continuazione con sé stessi e con gli altri l’uso di volumi eccessivi negli ascolti musicali, specialmente con gli auricolari il frequentare luoghi e situazioni in cui la base di rumore presente sia eccessiva (sale da ballo o concerti ‘Rock’) Accanto a questo elenco di ascolti da evitare aggiungo qualche indicazione sugli ascolti da ricercare: • l’ascolto del proprio respiro • l’ascolto delle parole delle persone con cui viviamo, senza interromperle • l’ascolto della musica adatta a livelli sonori moderati • la pratica del canto • la lettura, in ambiente adatto, di qualche testo che ci aiuti a trovare il nostro spazio interiore Se il silenzio seguito al Big Bang è durato 380 milioni di anni, prima di dare origine al primo suono, quanto dovrà durare il nostro silenzio prima di far uscire un suono che sia veramente l’espressione di tutto ciò che abbiamo dentro? Bibliografia: Amedeo Balbi, “La musica del Big Bang”, ed. Springer Alfred Tomatis, “Ascoltare l’universo”, ed. Baldini &Castaldi Jean-Yves Leloup, “L’esicasmo”, Piero Gribaudi editore. 7


LA VIA INTERIORE

La forza dell’irrazionale di Jacopo Fo

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utti noi abbiamo una risorsa eccezionale di cui non sappiamo niente: il nostro cervello irrazionale. Si tratta di un circuito mentale che lavora a grande velocità e controlla particolari fasce muscolari: la “muscolatura profonda”. Ecco un esperimento: farà capire immediatamente come funzionano questi muscoli. Il braccio si muove da solo Appoggia il dorso di una mano contro un mobile o a un muro. Inizia a spingere con forza il braccio come se volessi spostare l’ostacolo. Continua per un minuto. Poi spostati dall’ostacolo e rilassa il braccio. Incredibile ma vero, il braccio si alza da solo come per magia. È strano vedere il braccio muoversi senza che il cervello lo stia coscientemente ordinando. Mentre succede senti una strana sensazione di fresca leggerezza… Non senti che i muscoli lavorano perché quelli profondi agiscono fuori dal controllo del cervello razionale. Perché succede? Mentre spingevi la mano contro l’ostacolo, i muscoli volontari superficiali (comandati dal cervello razionale), si sono stancati rapidamente. Questa stanchezza è stata segnalata al cervello inconscio che ha attivato la muscolatura di sua competenza (la muscolatura profonda), che serve tra l’altro per sostenere i muscoli volontari quando questi sono stanchi. Quando, alla fine dello sforzo, hai rilassato i muscoli del braccio, l’ordine, espresso dal cervello razionale, non ha raggiunto il cervello inconscio e quindi non è stato ritrasmesso alla muscolatura profonda, che perciò non ha ricevuto l’ordine di smettere di spingere. Così, mentre credi di aver cessato lo sforzo, il braccio si alza da solo. Non siamo in grado di sentire consciamente la fatica fatta dai muscoli profondi proprio perché il segnale che essi emettono lavorando si ferma al cervello inconscio. Quindi la mente razionale non sente il lavoro della muscolatura “irrazionale”. Questa muscolatura la usiamo comunemente, ad esempio, andando in bicicletta, quando, pur facendo sempre lo stesso movimento, non

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sentiamo più lo sforzo. La utilizziamo anche nei momenti di paura, quando le adrenaline liberano tutto questo tipo di potenza muscolare. A volte, invece, tale processo si inceppa: mentre un’auto ci sta venendo addosso, può succedere che non si riesca a disattivare il cervello razionale e a far partire quello irrazionale. Così ci troviamo a essere perfettamente coscienti che l’auto ci sta venendo addosso, ma siamo incapaci di muovere un passo. E intanto annotiamo diligentemente, fra noi e noi: “Ecco, l’auto mi sta venendo addosso. Non riesco a muovermi, l’auto si avvicina, mi spiaccicherà, mi farà malissimo! Finirò all’ospedale. Ahi che male, cazzo!”. È quel che si dice farsi prendere dal panico. Come raddoppiare la forza in un istante Non sarebbe meglio imparare a usare questi muscoli inconsci? È facilissimo, perché è naturale saperli usare. Innanzi tutto, respirare profondamente. Poi ripetere quattro o cinque volte l’esperimento del braccio che si alza da solo. Respira profondamente e, assaporando questa strana leggerezza, sentirai, per frazioni di secondo, anche una lieve freschezza: è una sensazione molto lieve ma concreta. Occorre ascoltarla, identificarla, “fotografarla” (per così dire). Ora devi provare a fare una “sciocchezza”. Immagina di sentire questa sensazione fresca nelle braccia mentre sollevi un peso. Pensa solo a questo e a sollevare il peso, non contrarre le braccia (è un evidente controsenso). Uno si sente idiota a farlo, ma se prova ci riesce. Bisogna fingere di provare quella sensazione lieve come la si ricorda. Si sentirà pochissima fatica, non si sentirà lo sforzo. Ripetendo l’esercizio due o tre volte al giorno per una settimana, verrà ripristinata la possibilità di controllare volontariamente la muscolatura profonda. Potrai attivarla in un istante a tuo piacimento, basterà ordinare ai muscoli di rilassarsi e diventare freschi mentre si compie uno sforzo. È come se si comunicasse con il cervello inconscio “di rimbalzo”, riproducendo nella mente razionale la sensazione che accompagna il risultato che si vuole ottenere. La muscolatura profonda provoca freschezza: pensando alla freschezza provochiamo l’attivarsi della muscolatura profonda. Sorprendente, vero? Ma c’è ben altro! Moltiplichiamo per 4 la velocità dei riflessi usando le reazioni istintive. Questa è una tecnica che permetterà di vincere un mucchio di

soldi scommettendo col solito cugino o zio che crede di saper fare tutto (ce n’è uno in ogni famiglia…). Si può fare con una banconota da 5 euro, ma puoi usare anche banconote da 10, 20, 50, 500 a seconda delle possibilità…. Uno tiene la banconota e l’altro deve stare con il pollice e l’indice distanti un centimetro dalla banconota. Chi ha la banconota la lascia cadere e l’altro la deve prendere chiudendo le dita, senza spostare la mano verso il basso. Sei capace di prendere la banconota al volo? Per riuscirci non devi pensare! Sembra facile ma è difficilissimo, prova a farlo e verifica di persona. In realtà il problema è che ci si impegna troppo nel fare attenzione a quando l’avversario lascia cadere la banconota. Così si fa lavorare il cervello razionale che verbalizza tutto e quindi è lentissimo. Se vuoi, puoi moltiplicare la velocità dei tuoi riflessi: anche in questo caso, si tratta soltanto di attivare la mente inconscia e la muscolatura profonda (che quando vuole è fulminea). Come si fa? Anche qui useremo un trucco. Bisogna pensare, come al solito, a una cosa assurda... cioè bisogna pensare di avere già preso la banconota. Non devi pensare ad altro. Non ordinare alle dita di afferrare i soldi. Fai finta di averli già presi. Immagina le tue dita che stringono già la banconota, il contatto dei polpastrelli sulla carta. Vedrai che dopo uno po’ ci riuscirai, acquistando una velocità sorprendente. Arriverai a prendere la banconota lasciandola cadere solo per 2 cm. Per riuscire non devi pensare. Come funziona Sembra strano che le dita si chiudano automaticamente, ma non lo è poi tanto. Ritorniamo all’esempio già fatto. Se un’auto ci sta investendo, non ci mettiamo a pensare che dobbiamo muovere prima la gamba destra o quella sinistra. Altrimenti l’auto ci stritola. La paura che ci prende quando il mezzo sta per travolgerci modifica il normale modo di funzionare del cervello. Non pensiamo più a cosa dobbiamoevi fare ma a dove spostarci per salvare la pelle. Cioè l’attenzione si sposta sull’obiettivo che vogliamo raggiungere. Come raggiungerlo è un compito che viene trasferito naturalmente dal cervello razionale a quello istintivo. Se ti è capitato di salvarti da un pericolo attraverso un’azione rapida, avrai notato dopo che ti ricordi solo il momento precedente e quello successivo all’azione. Il momento


dell’azione non l’hai registrato. Proprio perché il tuo cervello razionale, durante l’azione, era disattivato e perciò non ha potuto registrare gli avvenimenti. Le dita si chiuderanno, se tu lo desideri, automaticamente. La difficoltà sta nel crederci! Soltanto quando il tuo cervello è spento ottieni il massimo della velocità del tuo corpo. Perché possiamo avere difficoltà a prendere una banconota al volo? Comunemente usiamo il nostro cervello razionale per comandare le azioni. Guardiamo la banconota. Questa inizia a cadere. Il cervello identifica quello che succede. Ordina alle dita di chiudersi. Le dita si chiudono. Tutto questo procedimento è troppo lento. Infatti la banconota cade, per questo bisogna agire usando i riflessi istintivi. Siamo troppo abituati a pensare che si dominano tutti i movimenti e che nulla può accadere fuori dal nostro controllo razionale. Ma, come si è visto, non è così. Ripeti questo esercizio fino a che non arrivi a prendere al volo la banconota. Se non ti riesce di pensare che l’hai già presa prova semplicemente a rilassarti e insisti con i tenta-

tivi. Prima o poi riuscirai. Quando finalmente sarai riuscito, continua ancora. Cerca di “fotografare” la sensazione che hai nel cervello mentre la acchiappi e prova a riprodurla. Usa questo sistema quando ti lanciano un paio di chiavi o ti cade un bicchiere. Dopo i primi tentativi riusciti, vedrai che diventa facilissimo. Esercitati per qualche giorno e, quando ti capita, usa lo stesso sistema (pensare di esserci già riuscito). Oppure usalo mentre giochi a freccette, a tennis o a pallavolo. Anche in questo caso, nel tempo, assisterai a una mutazione. Via via ti viene spontaneo usare questa tecnica per prendere un oggetto al volo o per mirare. Gli arcieri giapponesi lo impiegano da secoli. Mirano immaginando che la freccia abbia già colpito il bersaglio, o immaginando la freccia conficcata nel centro, oppure pensando di essere tutt’uno con la freccia e il paglione del bersaglio. È solo un trucco attraverso il quale si attiva la mente inconscia. È “lei” a prendere la mira. Questa capacità non ha niente a che vedere con “i poteri della mente” che spingono la freccia... Infatti il cervello inconscio è in grado di mirare solo dopo che ha imparato tutto sulla traiettoria della freccia e questo avviene solo dopo centinaia di ore passate a scagliare frecce con l’arco. Non è un miracolo, è solo una tecnica elementare per sviluppare appieno

le nostre potenzialità. Però funziona talmente bene che ormai anche gli arcieri occidentali che praticano il tiro rapido la utilizzano. Seguendo questo metodo ti accorgerai di essere in grado di riafferrare al volo gli oggetti che ti cadono di mano senza neppure averlo deciso. Ciò accade quando si è concluso il processo di riattivazione dei circuiti inconsci della muscolatura profonda e dei riflessi istintivi. Perché accada, ripeto, non occorrono mesi di noiosa pratica quotidiana. Basta ripetere l’esperimento per alcuni giorni per fissare l’esperienza e ricordarsi poi, quando serve, di usare questi circuiti. Il processo di perfezionamento è automatico. Infatti non si tratta di imparare qualche cosa di nuovo o di creare nuove capacità ma soltanto di riattivare un sistema operativo naturale che ci siamo dimenticati di usare. È come per i neonati, se li butti in acqua subito appena nati nuotano ma se non hanno più occasione di farlo, in seguito non ne sono più capaci. Solo quando si è imparato a stare a galla ridiventa istintivo muoversi nel modo giusto (ovviamente imparare a nuotare “con stile” richiede l’apprendimento di una particolare tecnica, ma questo è un altro paio di maniche). Il discorso sulla riscoperta dei processi naturali è molto importante ed è centrale per spiegare meglio perché il cambiamento rapido è possi-

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LA VIA INTERIORE

bile, proprio seguendo questa politica dei piccoli passi che propongo. Se ti è stato possibile sollevare una valigia senza sforzo e prendere la banconota al volo, hai già ottenuto un cambiamento profondo del tuo modo di essere. La soddisfazione del risultato raggiunto ti ha fatto piacere e avrai voglia di riutilizzare questi sistemi per ottenere altri risultati positivi, che ti gratificheranno e ti motiveranno a continuare ulteriormente a sperimentare. E questo avverrà

senza sforzo, senza doverti autoimporre una disciplina. La soddisfazione di cambiare senza sforzo ti darà allegria e incomincerai ad apprezzare questo cervello inconscio che, poverino, quando gli spieghi bene cosa vuoi, usando un linguaggio che lui capisce, ti ubbidisce fedelmente, regalandoti performance strabilianti. Così, la riscoperta di un piccolo elemento della tua personalità diventa un piccolo cambiamento, un modulo, un frattale che si auto riproduce. Alla fine la concezione di te stesso sarà modificata. Davanti a un problema, prima di tutto, sceglierai quale circuito mentale utilizzare. Così come quando ti siedi davanti al computer decidi quale programma usare, a seconda del lavoro che vuoi svolgere (è ovvio che anche il cervello razionale ha i suoi vantaggi, se devo compilare la dichiarazione dei redditi e cerco di farlo usando la mente inconscia ottengo risultati spaventosi…). Chiedersi quale circuito usare porta inevitabilmente a riscoprire, identificare finalmente un mondo che fa parte di noi ma che non guardiamo mai. Avete riflettuto su quante cose facciamo usando almeno in parte il circuito istintivo? Lo stato di flusso Se, mentre balli, pensi a quali movimenti fare i gesti risultano senza grazia. Devi spegnere la mente razionale e lasciar fare all’inconscio se vuoi muoverti con armonia. Ti è mai capitato di scrivere qualche cosa “di getto”? Hai notato che sembra di scrivere sotto dettatura e le parole vengono fuori soltanto un istante prima che la penna le scriva? Da dove escono? Proprio dal cervello inconscio. È come quando hai una parola proprio sulla punta della lingua ma non riesci a dirla. Continui a cercarla con il cervello razionale sforzando la volontà. Ma non ottieni nessun risultato. Trovare le parole giuste non è un’attività razionale. È l’inconscio che va a cercarle negli archivi della memoria. Non riesci a ricordare perché sei troppo impegnato razionalmente. Per ritrovare la parola perduta devi distrarti. Se lo fai, il processore inconscio riprende a lavorare correttamente e poco dopo la parola scomparsa ti torna magicamente alla mente.Lo stesso vale per le intuizioni, che non vengono se ti sforzi e arrivano da sole mentre ti lavi i denti o fai una passeggiata. Costruire nella nostra mente un cassetto e metterci dentro tutte queste attività che compiamo in uno stato “di flusso” sposterà ulteriormente il tuo punto di vista. Identificare questi momenti vuol dire valorizzarli, riconoscerli, averne coscienza. Tirarli fuori da quella zona d’ombra dove stanno gli

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avvenimenti che non hanno valore e ai quali non si pensa mai: vuol dire valorizzare risorse dimenticate. Così poi, quando non riesci a scrivere qualche cosa o non riesci a lasciarti andare alla musica, ti ricordi che non ne sei capace perché stai usando la mente razionale invece di lasciarti andare al “flusso”. Cioè a quello stato rilassato nel quale tutto fluisce senza sforzo, quando razionale e irrazionale lavorano in sinergia. E sai che per raggiungere questo stato puoi entrare in uno stato di coscienza lento.

Conscio e inconscio uniti nella lotta (la sinergia della freschezza mentale) Lo stato di flusso lo potrai evocare con lo stesso metodo “sciocco” già usato: immaginare, prefigurare, proiettare la sensazione di quel che vuoi ottenere. Una volta fotografata quella sensazione, la puoi rivivere a piacimento fingendo di sentirla. Comunichi alla mente irrazionale quel che vuoi “visivamente”, facendole “sentire” il tuo desiderio. E lei ubbidisce. Respira, rilassati e vai: dopo poco ritrovi le parole che ti sfuggivano. Se ancora non ci riesci, lascia perdere, dormi o fai dell’altro. L’ordine l’hai dato, la tua servizievole mente inconscia ha ricevuto il comando giusto. Abbi fiducia e vedrai che “ritornerà l’ispirazione”. E quando arriverà potrai abbandonarti al suo flusso. Tutti i grandi artisti, da che l’arte esiste, ci hanno detto mille e mille volte che l’arte sboccia così. Sembra che si faccia da sé. Devi aver pazienza e attendere che arrivi e poi limitarti a farti possedere da lei. Michelangelo diceva che le statue erano già dentro ai blocchi di marmo. Lui si limitava a farle uscire. Ma come accade questo? L’idea è che sotto la superficie della cose scorre l’energia che sostiene il mondo. Un’energia che, se ascoltiamo, possiamo vedere. Essa ci guida, se ci lasciamo trasportare dalla sua armonia. Se ci fidiamo della sua armonia le permettiamo di guidare la nostra esistenza nel modo migliore. E da chi altro potremmo farci guidare se non dal ritmo naturale degli elementi? Inizia a dialogare con la forza vitale, ascolta il tuo inconscio: inizierai un viaggio diverso. Sì, questa è magia, la magia della vita. Basta rendersi conto che un braccio si può alzare da solo, e in pochi minuti ti ritrovi a ragionare sulla scintilla vitale che puoi percepire lasciando spazio alla tua parte inconscia. Così puoi toccare con le dita il miracolo dell’essenza del mondo…



LA VIA INTERIORE

La danza senza il danzatore di Annamaria GyoEtsu Epifanìa “Quando la nostra azione proviene dal profondo della vita, è danza” Dainin Katagiri, Maestro Zen

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re 7 del mattino: il mio piede nudo varca la trave di legno che delimita l’entrata alla piccola sala di meditazione. Nella semi oscurità offro l’incenso al Buddha, e mi inchino di fronte all’altare a mani giunte. Mi sistemo sul cuscino, respiro consapevole del mio essere seduta , della presenza del mio corpo, dei muscoli tesi nella postura, ma non rigidi, del cuore che batte e degli organi interni che impercettibilmente pulsano. La mente si fonde con il corpo nella concentrazione, a volte si perde nei ricordi, nei progetti, il suono della campanella mossa dal vento nel giardino mi riporta alla presenza mentale, è un andare e venire, come le onde del mare… Ore 19,00 sera, il mio piede nudo entra nella sala della danza, gli allievi attendono ridendo e chiacchierando, la musica parte e il mio corpo si tende, respira, i muscoli sono presenti e pronti all’azione. Velocemente tutti siamo concentrati. Dal nulla i nostri corpi creeranno la danza, un momento effimero che nel suo nascere già scompare, ma che ci porta ad essere completamente presenti alla nostra vita, al nostro cuore che batte, al respiro che si fa più ampio nella fatica. A volte siamo leggeri come l’aria di montagna, a volte ci sentiamo rigidi e scomposti, è un andare e venire, come le onde del mare… Quando ero danzatrice classica era facile cadere nell’errore di vivere il proprio corpo come un continuo ostacolo da affrontare e sentire lo sforzo estremo come mezzo per separare l’errore dal virtuosismo; ogni gesto era finalizzato alla ricerca di una presunta naturalezza attraverso l’artificio, i modelli da riprodurre erano sempre più in là, inesorabilmente ! La motivazione nel profondo per me era, attraverso la danza, quella di allontanarmi il più possibile da ciò che mi trovavo ad essere, da ciò che mi circondava e mettere a

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tacere un disagio dalle antiche radici. Diventare altro mi avrebbe riscattata e …finalmente mi avrebbe portato “ la felicità “. Ma anche essere una danzatrice solista accanto a Rudolf Nurejev, non produceva cambiamenti, solo brevi attimi di grande soddisfazione. Decisi un taglio netto con la danza che conoscevo e mi misi in viaggio alla ricerca di quella vera danza che nel mio immaginario coincideva con la leggerezza, con la spiritualità. La solitudine e la disperazione di aver toccato la futilità di tutto ciò per cui avevo vissuto, segnarono il punto di svolta, avevo fallito… ma questo fallimento in realtà era la mia occasione: non potevo più evitarmi. La tazza era stata svuotata. Furono anni di viaggi e incontri fondamentali con mondi a me prima sconosciuti. Si fece spazio in me. Iniziai ad insegnare a chi non aveva mai danzato, come incontrare la danza attraverso sé stessi e gli altri senza paura, a lasciare che i conflitti e le contraddizioni trovassero un territorio per esistere e trasformarsi. Tutti, insegnante e allievi, eravamo felicemente delle persone ordinarie, non eravamo obbligati a produrre niente di speciale e questo danzare non doveva risolvere la nostra sofferenza. E’ stato a questo punto che la danza ha incominciato ad accadere e a far coincidere l’accoglienza di sé con la leggerezza… era il semplice danzare. Vent’anni fa l’incontro con lo Zen e in seguito con il mio Maestro, Roland Yuno Rech. Questa tradizione spirituale, che mi ha visto prendere i voti come monaca ha impregnato così profondamente ogni aspetto della mia vita da rivelarsi una sorgente inesauribile di ispirazione anche per la danza. Nella sua storia millenaria il Buddhismo Zen fin dalla sua comparsa in Cina e successivamente in Giappone, ha influenzato profondamente le arti dell’estremo oriente (Ikebana, Cerimonia del Tè, Calligrafia, Arti Marziali, Poesia Haiku, Pittura, Architettura) e, da alcuni decenni anche numerosi artisti occidentali subiscono l’influenza delle sue caratteristiche

estetiche e filosofiche: semplicità, essenzialità, completezza e sobrietà. Nello Zen, pratica religiosa che vive e si radica nell’esperienza personale, la meditazione seduta: zazen, è solo zazen, l’espressione del vero sé, così come pratica ed illuminazione sono tutt’uno. Oltrepassando parole e logica in zazen, si può toccare la dimensione profonda dell’esistenza, la nostra vera natura di Buddha che è non dualità e che permea tutto l’universo. Zazen mi ha triturato spesso parole e logica, lasciandomi in uno spazio inquietante da vivere, fuori dal conosciuto. Un po’ come quando sola, al centro della sala di danza, mente e corpo sono come sul bordo di un precipizio: può accadere tutto. Zazen è per me la danza che contiene tutte le danze. Nella verità della danza, la nuda azione, anche un solo gesto, basta a se stesso, senza aggiungere nulla. Colgo ispirazione dalle attività quotidiane, dalle emozioni, dalla Natura. Divento erba, divento vento… e quando accade senza separazione è l’inevitabile, impermanente, irripetibile. E’ la Natura stessa che danza. Si può scoprire l’esistenza di un rapporto infinito, costante e dinamico tra noi e tutto ciò che c’è.


“Raccogli un poco d’acqua e avrai la luna nelle tue mani. Giocherella con un fiore e sarai avvolto dalla sua fragranza.” (Dogen Zenji, Zuimonki) E poi si incontrano i condizionamenti, le abitudini, le reattività, le paure. Si ha a che fare fisicamente, incontrando l’altro, con ciò che ci troviamo ad essere e con delicatezza si impara a dare spazio all’osservazione, riducendo l’attitudine al giudizio. L’azione non sottoposta all’influenza discriminante della mente ma semplicemente lasciata essere così come è, risulta viva, vera, danzante. Danzare al di là dei concetti e delle parole, ciò che un pittore zen può racchiudere in un cerchio, tradotto nell’infinito scorrere di un respiro dopo l’altro, di un gesto dopo l’altro, può restituirci il senso dell’essere goccia e dell’essere mare senza separazione, come le onde del mare... Il vero cuore viene così espresso in ogni gesto e questo si traduce in apertura, libertà, intuizione, senza aggiungere altro a ciò che siamo, come il sorriso senza scopo di un bambino. Il nostro corpo che danza è la danza stessa, non c’è distanza tra noi e la danza, né separazione. Completamente immersi non possiamo vedere la danza, né riflettere sul suo significato, possiamo solo danzarla. Zazen è solo zazen e la danza è solo la danza. “Sin dal lontano passato vi sono state persone che hanno compreso chiaramente la modalità di essere del vero sé vedendo lo sbocciare dei fiori di pesco, udendo il suono del saltellio dell’acqua del torrente, altri ancora (…) prendendo in mano della sabbia, un sasso.” (Dogen Zenji, Bendowa) La danza può essere un abile mezzo per trasmettere gli insegnamenti del Buddha, per accompagnare nei primi passi di consapevolezza attraverso il corpo tutti coloro che sono curiosi di fare esperienza di sé al di là del conosciuto. Un modo per toccare saggezza e compassione anche in un solo gesto. I seminari sullo Zen e la Danza con Annamaria GyoEtsu Epifanìa si tengono attualmente presso il Centro Muni Ghyana di Palermo e l’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, Pisa. Corsi regolari si svolgono a Roma presso il Centro Tara Bianca (www. centrotarabianca.it).

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LA VIA INTERIORE

Il metodo Calligaris di Adriano Violato

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fondamenti essenziali per la comprensione del metodo, del sistema e delle tecniche del Prof Giuseppe Calligaris si evincono dalla lettura, dallo studio e, soprattutto, dalla sperimentazione di ciò che è contenuto in tutti i suoi testi. Per questo si è pensato di riportare una breve descrizione di alcuni di essi, di cui si consiglia la lettura a chi si vuole avvicinare al suo pensiero, avvisando nel contempo di non scoraggiarsi per le difficoltà di comprensione del lessico utilizzato e per le varie ripetizioni di nozioni che, ogni tanto, si incontrano. Accanto a ciò, una piccola biografia per rendere l’idea delle grandezza accademica, umana e spirituale dell’illustre neuro-fisiologo italiano, ancora sconosciuto ai più ma oggetto di una grande lavoro di re-interpetazione e ri-abilitazione. Alla base di tutti gli studi del Calligaris è la scoperta di una fittissima rete di linee ipersensibili verticali ed orizzontali che avvolgono interamente il corpo umano e che, incrociandosi, formano un vero e proprio sistena di riferimenti cartesiani che consente di trovare agevolmente la posizione della placca e del campo cutaneo corrispondente. Le placche, secondo il professore, sono luoghi di passaggio delle irradiazioni umane, quasi delle rappresentazioni geometriche in cui avviene scorre la trasmissione, che devono venir sollecitate per produrre gli effetti richiesti. Nel primo libro “Le catene lineari del corpo e dello spirito”, del 1928, il Prof. Calligaris dimostra che in ogni “banda longitudinale” (assiali delle dita e interdigitali) è rappresentato un viscere con il suo concatenato sentimento generale. Egli dice: “…alla scienza importa mostrare il necessario rapporto che intercede fra un determinato interno sentimento e il fisiologico significato dell’organo in cui quella si incarna. I visceri e gli organi figurano anche un sistema d’incarnazione di ciò che è spirituale.” Ecco che il testo “Le catene lineari del corpo e dello spirito” sembra dare buon fondamento al pensiero di Hegel, riportato nel suo libro “La filosofia dello Spirito”. Nel 1930 Calligaris, con “Le catene lineari secondarie del corpo e dello spirito”, dimostra che c’è del pari la rappresentazione di ogni segmento viscerale e di ogni sentimento speciale. Nel suo terzo volume “La fabbrica dei sentimenti sul corpo dell’uomo”, composto di tre tomi, del 1932, fa un passo in avanti nel dimostrare che la “carica”, vale a dire la compressione adeguata e precisa di alcuni determinati sistemi cutanei (punti, linee, placche, campi, dermatomi, ecc.),

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cioè di alcune sedi prefisse della superficie del nostro corpo o di alcuni determinati segmenti viscerali, è possibile richiamare, per via riflessa, nel cervello umano i diversi sentimenti. Nel libro “Le meraviglie dell’autoscopia”, del 1933, studia e spiega, anche con i suoi sempre presenti esperimenti, che lui stesso esegue in prima persona, i metodi con i quali si può indurre un soggetto esaminato a “vedere” gli organi di senso, i diversi tessuti, le viscere del proprio corpo, nonché le sue diverse cellule e le differenti fibre proiettate nello spazio, con un ingrandimento enorme. Corrispondente a questo libro è “Le meraviglie dell’Eteroscopia”, del 1934, nel quale Calligaris indica i modi per vedere le stesse cose, non già appartenenti all’organismo proprio come nel caso precedente, ma appartenenti all’organismo di un altro individuo che ci sta di fronte. Un altro libro fondamentale per la comprensione del metodo Calligaris è “Telepatia e Radio-onde cerebrali”, del 1934, dove intraprende lo studio delle radiazioni umane e non umane, considerando il nostro corpo come un’antenna ultrapotente di trasmissione e ricezione. “Telepatia e la Telediagnosi”, del 1935, il testo successivo, si dedica allo studio della diagnosi delle malattie a distanza. “Le immagini dei vivi e dei morti”, sviscera l’argomento del pensiero-vibrazione e nel libro del 1936, “L’Universo rappresentato sul corpo dell’uomo”, il maestro estende il campo di esplorazione per dimostrare che il corpo umano è una stazione ultrasensibile che capta radioestesicamente i messaggi, cioè le vibrazioni provenienti da tutto il mondo, e non solo dal nostro, ma anche dai mondi extra terrestri. In “Nuove meraviglie del corpo umano”, del 1938, ma anche in tutti gli altri suoi libri, continua il viaggio per nuove esplorazioni, ricordandoci fortemente che non c’è argomento più vasto da esaminare della meravigliosa struttura del corpo umano e di non arrendersi mai in questo, anche perchè i ”fenomeni sconosciuti che si incontrano, si rivelano nel mondo dell’ultravisibile-dell’ultraudibile-dell’ultrasensibile-ecc.” Per Calligaris, la cute dell’uomo diventa uno strumento minuzioso di indagine delle sue memorie spazio-temporali, dei disagi o traumi, dei talenti, dei sentimenti e del sistema energetico. Inoltre, nelle sue prove e “scoperte” utilizza il corpo come antenna di risonanza per collegarsi a quel patrimonio collettivo disponibile a tutti ma che, con difficoltà sempre maggiore, è possibile intuire, percepire e far proprio in questo nostro mondo così frenetico. La meraviglia dei suoi studi che ora, ai giorni nostri, possiamo

Piccola biografia del Dott. Prof. Giuseppe Calligaris Nasce il 29 Ottobre 1876 a Forni di Sotto (Udine). Nel 1901 si laurea in Medicina all’Università di Bologna con una Tesi dal titolo “Il pensiero che guarisce”. Nel 1902 si trasferisce a Roma e diventa assistente del famoso Prof. Mingazzini, direttore dell’Istituto di Neuropatologia della Facoltà di Medicina. Nel 1908 compaiono i primi studi sulla sensibilità cutanea dell’uomo. Nel 1909 viene nominato segretario del primo congresso dei neurologi italiani, ottiene la libera docenza a Roma e pubblica la sua prima opera scientifica: “Le mieliti sperimentali”. Ritorna ad Udine, dove fonda, con l’aiuto del padre, una clinica per malattie nervose, non trascurando di tenere i corsi alla Facoltà di Medicina di Roma fino al 1939. Nel 1914, allo scoppio della I guerra mondiale, si arruola come capitanomedico a un reparto della III Armata. Nel 1927 pubblica “Il sistema motorio extrapiramidale”, un’opera fondamentale di neuropatologia, che fu per circa vent’anni uno dei libri ufficiali di testo degli studenti di medicina italiani. Di seguito, in soli 12 anni pubblica ben 16 volumi, con i risultati delle sue ricerche, procurandosi durissimi attacchi soprattutto dall’accademia medica. Deve subire inoltre l’umiliazione di vedere diradare i pazienti che frequentano la sua clinica, tanto da venderla al principio della II guerra mondiale. Si ritira così nella sua villa di Magredis, a 20 km da Udine, dove scrisse la maggior parte dei suoi libri (alcuni pubblicati a proprie spese), e il 31 Marzo 1944 si spegne.

leggere e considerare con mente aperta, è data dal fatto che hanno scientificamente dimostrato l’esistenza stessa di questo patrimonio personale e collettivo, di come il nostro corpo sia un “tempio” depositario delle conoscenze/esperienze del MicroCosmo contenute nel MacroCosmo: “Così in basso, così in alto”. Quindi, l’eredità di ricerche e sperimentazioni che ci ha lasciato è realmente a larga gamma: dall’equilibrio del sistema energetico personale, alla possibilità di spaziare nelle varie esperienze di metafisica e metapsichica, quali la chiaroveggenza, la telepatia, il collegamento con gli astri e i pianeti (ad esempio “camminare sulla luna”), i “viaggi” nel tempo e nello spazio, l’autoscopia, l’eteroscopia. Tale metodo, negli ultimi tempi si sta diffondendo con successo in vari campi, sia in quello terapeutico, attraverso l’utilizzo in cure che si fondano sulla crono-riflessologia sia, ad esempio, in quello dell’archeologia, per il ritrovamento e datazione di siti archeologici. (www.metodocalligaris.org)



GLI INCONTRI

I.P.

L’essenza in movimento C

omprende i migliori aspetti delle attività fisiche occidentali e delle discipline orientali, includendo anche i principi spirituali in esse coinvolti. Comprendendo una forte componente psico-motoria, il metodo favorisce: flessibilità, coordinazione, organizzazione motoria. In cosa consiste il metodo? A differenza di altri metodi di allenamento fisico fondati sullo sviluppo della forza e della resistenza, il Jing Tao® privilegia lo sviluppo graduale e armonioso del corpo tramite movimenti naturali, che diventano schemi motori assimilati a livello mentale poiché basati sulla percezione e sulla sensazione, ovvero sul rapporto fra corpo e mente. Insegna a riacquistare consapevolezza del proprio corpo, a individuare e correggere posture errate, a raggiungere il massimo dell’esperienza attraverso il movimento compiuto nel rilassamento, nella concentrazione e nell’allungamento muscolare, in armonia con una corretta respirazione. Come funziona? Il metodo lavora sul concetto che possiamo partire sempre dal punto e dalla situazione in cui ci troviamo, indipendentemente dalla nostra età, struttura e peso. Prendendoci cura del “momento attuale” possiamo avere risultati strabilianti. Nella prima fase di “apprendimento”, sotto la guida costante dell’ insegnante, l’allievo impara a ricevere informazioni riguardanti non solo la parte fisica dell’esercizio ma anche il significato posturale ed emozionale di ciò che il corpo esprime in quel momento. Esistono in questo senso una serie di esercizi/movimenti basilari sviluppati per entrare in contatto con se stessi ed il proprio stato di benessere/energia. Solo da questo contatto possiamo migliorare il nostro stato fisico ed energetico, poiché nessun altro può “sentire” per noi.. Attraverso la pratica di questo semplice metodo possiamo imparare molto e recuperare un enorme quantitativo di energia “inutilizzata”. Le parti rigide infatti racchiudono dolori che chiedono di trasformarsi in potenziale attivo. Attraverso la conoscenza dei messaggi e della memoria del corpo raggiungiamo la consapevolezza del movimento naturale, ottenendo salute fisica, psichica ed emozionale. Lo spazio vuoto che ci avvolge rac-

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chiude la forma della vita nella quale possiamo felicemente “danzare”. Come si sviluppa il metodo? Gli esercizi possono essere eseguiti da tutti, indipendentemente dall’età, sesso o condizione fisica. Come in ogni disciplina prima di affrontare le pratiche più evolute è indispensabile padroneggiarne bene i fondamenti; successivamente, dopo che l’apprendimento e l’allenamento delle singole tecniche hanno raggiunto un livello soddisfacente, l’allievo viene introdotto all’ allenamento delle sequenze, ovvero all’ esecuzione di un certo numero di tecniche collegate fra di loro ed aventi un fine propedeutico ben preciso. Nel caso della “prima sequenza”, ad esempio, l’ allievo viene portato ad allenarsi su alcune tecniche base precedentemente apprese, eseguendole senza interruzioni dall’inizio alla fine, in sequenza. Lo scopo è quello di creare nel praticante un movimento fluido e circolare che venga memorizzato ed eseguito in maniera armoniosa e naturale, ottenendo una buona coordinazione motoria ed una padronanza discreta del proprio corpo, acuendo la percezione dello spazio e della propria collocazione, consapevoli dei propri confini e limiti. Dal punto di vista “energetico” la prima “sequenza” sortisce un effetto di riequilibrio generale, armonizzando il sistema dei meridiani. Come si impara? È possibile imparare il metodo sia attraverso lezioni individuali che di gruppo. Purchè eseguito con la guida di una persona qualificata ed esperta, non è mai doloroso, spiacevole o invasivo. Le lezioni di gruppo si articolano in lezioni generalmente bisettimanali ed in seminari della durata di mezza giornata o più. Una volta apprese le basi del metodo è possibile eseguire anche da soli alcuni degli esercizi appresi: dedicandosi a movimenti mirati anche solo per 15 minuti è possibile ottenere risultati inaspettati. Quanto dura una sessione? Dura generalmente circa un’ora, e si conclude con un rilassamento che permette al corpo di “assorbire” e metabolizzare i benefici degli esercizi appresi durante la lezione .

A chi si rivolge e chi può trarne maggiori benefici? Si rivolge a tutte le persone, di qualsiasi età, sesso e preparazione fisica, purchè in possesso di una salute “normale”. Trattandosi di una attività non agonistica le doti fisiche richieste sono infatti limitate, salvo patologie dove il medico abbia esplicitamente proibito questo tipo di attività fisica. Tali casi vengono comunque discussi ed affrontati personalmente con il praticante, caso per caso. A tal proposito è giusto sottolineare che, all’atto dell’ iscrizione, viene comunque richiesto un certificato di buona salute. Il metodo è essenzialmente facile e naturale e consente di mantenersi in forma senza troppa fatica e senza troppo tempo. In generale, è indicato per la tonificazione del corpo e l’incremento di tutte le funzionalità fisiche: il corretto funzionamento dei vari organi e un aumentata eliminazione delle tossine sono alcuni degli effetti più facilmente riscontrabili. E’ inoltre efficace per combattere stress, stanchezza e dolore. Utile per mantenere la linea e una buona forma fisica senza troppa fatica, offre grandi soddisfazioni a chiunque desideri entrare in contatto con le proprie percezioni corporee e rendersi “padrone” del proprio movimento.

JING TAO®

Essenza in movimento di Sonia Rizzi, fondatrice ed ideatrice del metodo. Cell. 338.7592945 www.jingtao.it info@jingtao.it


I Luoghi della BioGuida Percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

Associazioni, scuole, istituti, centri, terapeuti, seminari, corsi, conferenze ed altre proposte Per informazioni su come venire inseriti nella rubrica: info@bioguida.net - 040.302110 - 338.8852117

TORINO

Dojo Zen MOKUSHO Via Principe Amedeo 37, Torino (TO). Tel. 011.883794.

YOGA EDUCATIVO SATYANANDA Via Cantalupo 3/A, Torino. yogasatyananda@virgilio.it

Accademia SHIATSUINSIEME Via A. Goito 12, Torino. Tel. 011.6680958, cell. 320.8382303, www.shiatsuinsieme.it info@shiatsuinsieme.it

ISTITUTO ITADO Via Goito 12, Torino. Tel. 011.6698482. istituto.itado@tiscalinet.it www.itado.org

ALESSANDRIA

Centro Buddha della Medicina Via Cenischia 13, Torino. Tel. 011.3241650, 011.355523.

ISTITUTO DI SHIATSU INTEGRALE Via Alessandria 26/B, Torino. Tel. 011.2476380. info@isishiatsu.it www.isishiatsu.it

PIEMONTE

Centro Milarepa Largo Beato Umberto 8, Avigliana (TO). centro.milarepa@tiscali.it Centro Studi Maitri Buddha Via A. Guglielminetti 9, Torino. Tel. 011.359649. IL CERCHIO VUOTO associazione religiosa per la pratica e lo studio del Buddhismo Zen Soto (responsabile spirituale rev. Dai Do Massimo Strumia) Via Massena 17, Torino. Tel. 333.5218111. www.ilcerchiovuoto.it dojo@ilcerchiovuoto.it

Libera Università Europea A.E.ME.TRA. Associazione Europea di Medicine Tradizionali Direttore dott. Valerio Sanfo. Via Principessa Clotilde 77, Torino. Tel. 011.4375669, info@aemetra-valeriosanfo.it www.aemetra-valeriosanfo.it SCUOLA DI YOGA KALPA VRIKSHA SATYANANDA Str. Campetto 43, Piossasco (TO) Tel/Fax: 011.9042534, yogasatyananda@virgilio.it

Centro Buddhadharma Via Varza 1/H, Valle San Bartolomeo (AL). Tel. 0131.59268, penpa.tsering@tin.it

NOVARA Ass. Amici del Villaggio Verde Località San Germano - Cavallirio (NO). Tel. 0163.80447, 333.7639262 www.villaggioverde.org info@villaggioverde.org

SONDRIO Centro Studi Tibetani - Sangye Cioeling Associazione culturale per la pace, l’armonia e lo sviluppo interiore, per la pratica del Buddismo Mahayana Vajrayana Via Vanoni 78/B, Sondrio. Tel 0342.513198, sangye@libero.it 17


I LUOGHI

LIGURIA Ass. ANTHEIA Stelle e miti: yoga, fiori di bach e vela. Loc. Mesco - Parco delle 5 Terre, Levanto (SP). Tel. 339.5667107, www.antheia.org Ass. cult. IL CERCHIO Piazza del Popolo 5/7, Savona. Corsi di Yoga: tel. 019.813557. Ginnastica Eutonica e Naturopatia: tel. 019.812055. Pratica Zazen: tel. 019.484956, www.zensavona.it Ass. NATURALMENTE Via D. Manin 35, La Spezia (SP). Tel. 0187.20218 , Fax 0187.29547 natural.mente2006@libero.it www.naturalmente-sp.it Centro Kalachakra Via Verrando 75, Bordighera (IM). Tel. 0184.252532. CENTRO MANDALA Viale Pio VII 41/a, Genova. Tel. 010.391674, 010.3992979, mandalagenova@tiscalinet.it www.centromandala.it CENTRO STUDI E RICERCHE SHIATSU Via XX settembre 34/12, Genova. Resp. Didattico: Alberto Roti. Tel/Fax 010.593414 - cell. 335.8050307 www.studiericercheshiatsu.com info@studiericercheshiatsu.com CENTRO JOYTINAT Yoga Ayurveda Sede nazionale: Via Balbi 33/29, Genova. Tel. 010.2469338, 348.3852353, Tel/Fax: 010.2758507, www.joytinat.it FIUME AZZURRO - Arti Psicofisiche Studio pedagogico olistico per la crescita personale. Responsabile Didattico: Anna Mango Via Anfossi 1, Genova. Tel/Fax: 010.413721. www.artipsicofisiche.it info@artipsicofisiche.it Comunità Bodhidharma Eremo Musangam, Monti San Lorenzo 26, Lerici (SP). Cell. 339.7262753. 18

LOMBARDIA MILANO ABYANGAM - MASSAGGIO AYURVEDICO Corso teorico-pratico di massaggio ayurvedico Milano, Firenze e in altre città italiane Cell. 328.1928818 www.abyangam.it info@abyangam.it Accademia Italiana Shiatsu Do Sede Nazionale: Via Settembrini 52, Milano. Tel. 02.29404011. ACCADEMIA DI KINESIOLOGIA Via Rutilia 22, Milano. Tel. 02.533634. info@accademiadikinesiologia.it www.accademiadikinesiologia.it ACCADEMIA AYURVEDA YOGA ANANDA ASHRAM MILANO Corsi di formazione per insegnati di Yoga e Meditazione, corsi di Massaggio Ayurvedico con il docente Vaidya, medico ayurvedico indiano: a fine corso vacanze-studio e tirocinio facoltativo a Kerala in India per ottenere il rilascio dell’attestato finale (diploma) in India. Corsi serali e trattamenti individuali Via Prandina 25, Milano. Tel. 02.2590972, Cell. 329.7210347. www.yogamilano.it www.ayurvedam.it info@yogamilano.it AMALA MASSAGGIO INFANTILE - FORMAZIONE CORSI Formazione per operatori in massaggio infantile e corsi mamma-bimbo A Milano e Firenze. Dott.ssa Sara Oberhauser, cell. 339.2709294, www.amala-italia.it info@amala-italia.it ASD Parsifal Via Gorizia 6, Milano. Tel. 02.89423673. www.parsifal-mi.it Associazione Culturale VEGA Via della Repubblica 16, Paullo (Milano). Tel. 335.7065167, vega@vega2000.it www.vega2000.it

Associazione Essere Pace (Maestro Ven. Thich Nhat Hanh) Via Tertulliano 30, Milano. www@esserepace.org Ass. Nazionale Insegnanti Yoga Via Villoresi 11, Milano. Tel. 02.8361288. BioBi - laboratorio di architettura bioecologica Via Rombon 33, Milano. Tel.02.2151059, fax. 02.700410149, www.biobi.it spirab@iol.it Buddismo Zen Soto - Ufficio Europeo (Imamura Genshu Roshi) Via San Martino 11/C, Milano. Tel. 02.58327569. CENTRO AYURKIMA Terapie naturali e corsi di formazione di matrice Ayurvedica, con l’obiettivo di indirizzare le proprie energie verso il benessere di corpo, mente ed anima. Corso Vercelli 18, Milano. Tel. 349.7904392, ayurkima@tiscali.it www.ayurkimamilano.it Centro Italiano Zen Sôtô Via G. Agnesi 18, Milano. Tel/Fax 02.58306763. Centro Meditaz. Siddha Yoga Viale Monza 129, Milano. Tel. 02/26145189 . Centro Rabten Ghe Pe Ling Via Euclide 17, Milano. Tel. 02.2576015. Centro Yoga Satyananda Via G. B. Pergolesi 9, Milano. Tel. 075 8521714, 347 2200567, www.centroyogasatyananda.it COUNSELING BODYWORK SCUOLA DI COUNSELING Formazione in counseling bodywork, corsi triennali e monografici A Milano, Firenze, Roma. Dott.ssa Sara Oberhauser, cell. 339.2709294, www.counselingbodywork.it info@counselingbodywork.it CRANIOSACRALE - FORMAZIONE Formazione completa in Tecnica Craniosacrale A Milano e Firenze. www.cranio-sacrale.it info@cranio-sacrale.it


Kunpen Lama Gangchen Via Marco Polo 13, Milano. Tel. 02.29010263. International Meditation Center Via Borsieri 14, Milano. Tel. 02.9956732. Mandala - Centro Studi Tibetani Via Martinetti 7, Milano. Tel. 02.70128088. MONASTERO ZEN IL CERCHIO Via dei Crollalanza 9, Milano. Tel. 02.8323652 cerchio@monasterozen.it www.monasterozen.it THE NEW YUTHOK INSTITUTE PER LA MEDICINA TIBETANA Corsi, meditazioni e seminari. Prof. dr. Pasang Yonten Arya T. Sherpa. Viale Spagna 77, Sesto S. Giovanni, (MI). Tel. 02.2536266, www.newyuthok.it . Nirava T. Dainotto Sciamanesimo, meditazioni sociali, bodywork, terapie naturali: tel. 338.7926563, 02.48027474 www.nirava.org info@nirava.org OIPA Org. Intern. Protezione Animali. Via Passerini 18, Milano. Tel. 02.6427882, www.oipaitalia.com info@oipaitalia.com Olistica Salus Via S.Martino della Battaglia 14, Milano. Tel. 02.58300910. Pratica-Mente Via Osti 2, 20122 Milano (MI). Tel. 02.878346, praticamenteit@yahoo.it Sahaja Yoga Milano Via Vetere 9, Milano. Tel. 02.8360692. www.sahajayogamilano.it Shambala Shiatsu Via Jean Jaurés 9, Milano. Tel. 02.26141690. Shakti Centro Studi Yoga Via Villoresi 11, Milano. Tel. 02.8361042.

Shen Ass. Culturale Via Padre G. B. Martini 30, Milano. Tel. 02.28510617, 347.7892791 www.shen.it TRAINING AUTOGENO FORMAZIONI E CORSI Formazione in training autogeno per operatori Milano - Firenze. Dott.ssa Sara Oberhauser, cell. 339.2709294, www.trainingautogeno.eu info@trainingautogeno.eu La Valle di Ren Riequilibrio Energetico Naturale Via Aristotele 67, Milano. Tel. 02.27080753.

BERGAMO Centro Giang Ciub Via Del Colletto 7, Paladina (BG). Tel./Fax: 035.637060. CENTRO YOGA MANDALA Via Borgo Palazzo 3, Bergamo (BG). Tel. 035.215395, 333.4576099.

BRESCIA Accademia Maharishi Sathyananda Via F.lli Ugoni 4, Brescia. Tel. 030.294947. Karma Cio Ling Centro Buddhista della Via di Diamante V.le Venezia 198, Brescia. Tel. 030.301515. www.buddhism.it IKSEN – Istituto di Kinesiologia Specializzata e Naturopatia Via F.lli Bianchi 3, Toscolano Maderno (BS). Tel 0365.641898, Tel/fax 0365.641553 www.iksen.it info@iksen.it

CREMONA I.E.A.U. - Istituto per l’Evoluzione Armonica dell’Uomo Scuola di formazione umana e interiore per lo sviluppo delle potenzialità individuali. Seminari mensili, corsi collettivi e personal training. Via Carso 2, Cremona. Tel. 0372.433239, info@ieau.it www.ieau.it

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PAVIA Ass. Scuola Soto Zen Centro Studi Zen Komyoji Loc. Costapelata-Fortunago Fortunago (PV). Tel. 0383.875584. Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Argonne 6, Pavia. Tel. 0382.29300. Via F. Busca 55, Mezzanino (PV). Tel. 0385.716104.

VARESE ASSOCIAZIONE MAGGIO Centri di formazione e divulgazione discipline bionaturali Via Sanvito Silvestro 40, Varese. Tel. 0332.235555, 347.2601015, maggio@area336.net

VENETO PADOVA ASS. CULTURALE “POLARIS 9.9.9” METODO CALLIGARIS Via Moschine 13, Baone (PD). Tel. 348.3027711, www.metodocalligaris.com info@metodocalligaris.org

Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049.8979333, assocsyn@tin.it www.centrostudisym.it 19


I LUOGHI

Centro Tara Cittamani Via Lussemburgo 4, Padova. Tel. 049.8705657. CENTRO YOGA SHAKTI Via Trieste 26, Padova (PD). Tel. 049.8753903. CENTRO MANIPURA Viaggiare dentro se stessi Centro yoga, shiatsu, ayurveda e filosofie orientali Via Citolo da Perugia 26, Padova. Tel. 049.651601, www.manipura.135.it centro_manipura@yahoo.it MAHAMUDRA Istituto di ricerca per lo sviluppo dello spirito. Via del Progresso 12, Peraga di Vigonza (PD). Tel. 348.7621710, www.mahamudra-pd.org segreteria@mahamudra-pd.org info@mahamudra-pd.org

TREVISO Centro Studi Manjushri Loc. Prapian di Tarzo 36 /B, Tarzo (TV). Cell. 349.3270081. OSHO MEDITATION CENTER Via Cavour 7/A, Ponzano Veneto (TV). Tel. 0422.968485, info@oshotreviso.com www.oshotreviso.com SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borso del Grappa (TV). Tel/Fax 0423.910304, 349.8834096. www.kinesiologiaviva.it info@kinesiologiaviva.it

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VENEZIA Ass. prom. soc. Energy Darshan OSHO YATRILAND VENEZIA Via Alberoni 41, Lido di Venezia (VE). Tel. 041.5261853, 339.1199317, info@oshoyatrilandvenezia.com www.oshoyatrilandvenezia.com CENTRO PER LO STUDIO DELLE BIOENERGIE Cannaregio 5396, Rio TerĂ dei Biri, Venezia. Tel. 041.5261348, cell. 349.2837638, 347.5386600, www.centrostudiobioenergie.it info@centrostudiobionenergie.it Centro Yoga Dharma Via Genova 16, Venezia. Tel. 041.5311954.

VERONA Ass. cult. Yoga & Ben-Essere Via Stella 9, Verona. Tel. 045.8039107.

Centro Ming Men Corte Convento 28, Verona. Tel. 045.8921109, www.centromingmen.com Centro Studi e Meditazione Buddista Karma Tegsum Tasci Ling Contrada Morago 6, Mizzole - Cancello (VR). Tel. 045.988164. Yoga Rebirthing Il Mosaico Via Zeila 4/D-E, Verona. Tel. 045.972652.

VICENZA Area Yoga Via D. Manin 23, Schio (VI). Tel. 0445.512020. Circolo Yoga e Benessere Viale del Progresso 25 Cavazzale, Monticello Conte Otto (VI). Tel. 0444.945266.



I LUOGHI

Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444.922682, assocsyn@tin.it

CreativPower - Walter Sebastiani Frazione Albes 50, Bressanone (BZ). Per informazioni: tel. 0472.851163 info@creativpower.bz.it www.creativpower.bz.it

Ass. Cult. Sorgente di Luce Via Dalmazia 3/3, Lonigo (VI). Tel. 0444.835586, www.sorgentediluce.it

Istituto CreativPower Dr. Paul Kircher Schrambach S. Pietro Mezzomonte 40, Velturno (BZ). Tel. 0472 802228.

Associazione “YOGA e SALUTE” Kundalini Yoga, massaggio energetico, riflessologia plantare e terapie naturali. Via Verdi 3, Trissino (VI) Tel/Fax 0445.963764, cell. 380.7284724 assoyogaesalute@libero.it Istituto Yoga Contrà S. Faustino 21, Vicenza. Tel. 0444.542642. Zen D’Occidente - Ko Shin Do Via De Amicis 11, Vicenza. Tel. 0444.569784, 347.4844925.

TRENTINO ALTO-ADIGE BOLZANO

TRENTO MEDITAZIONE ZAZEN condotta da Maria Luisa GinGetsu Coppa, discepola del maestro Taisen Deshimaru e membro della Sotoshu giapponese. A Fiera di Primiero (TN), per informazioni: cell. 335.5412173, 347.1636967, 349.8060253. Associazione Armonia Via Tartarotti 20, Rovereto (TN). Cell. 320 5710251, 347 8172640. Associazione Pranic Healing Trentino Alto Adige Via Perini 43, Trento. Tel 328 7065165, cell. 348 2399999

Ass.IR.I. Associazione Iridologia Italiana Via A. Hofer 12/B, Bolzano. Tel. 0473 623565.

Centro Darshan Via Paradisi 15/3, Trento. Cell. 347 7603015.

Centro Pranic Healing Bressanone Via Bastioni Maggiori 7, Bressanone (BZ). Tel. 0472 852076.

Centro Sattva Via S. Pietro 66, Trento. Tel 046 1981695, cell. 340 3561200

Centro Studi Attività Motorie Via Ralser 3/B, Vipiteno (BZ). Tel 0472 649028, cell. 347 1877727.

Centro Vajrapani Piazza San Giuseppe 5, Bosentino (TN). Tel. 0461.848153.

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Scuola di Iridologia e Naturopatia “LUIGI COSTACURTA” dell’Accademia Nazionale Scienze Igienistiche Naturali “Galileo Galilei” Largo Nazario Sauro 11, Trento. Tel e Fax 0461.985102, info@scuolanaturopatia.org www.scuolanaturopatia.org

FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE ACCADEMIA CRANIO SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040.3476191. ACTIS - Associazione Culturale Teatro Immagine Suono Via Corti 3/A Trieste. Tel 040.3480225. L’ARNIA Libera Associazione per la Ricerca in Naturopatia, Igienismo e Autoterapie Piazza Goldoni 5, Trieste. Tel. 040.660805, larniats@libero.it Ass. Sportiva e Culturale “ENOSIS” Corsi di Yoga. Info: 340.2768293, 347.0149218, 328.4717996, enosis@tiscali.it Ass. Culturale INFINITA ESSENZA DELL’AMORE Via Mazzini 30, Trieste. Cell. 347/1404116 (Ylenia Harrison) Cell. 328/2160210 (Paola Bernetti) www.infinitaessenzadellamore.it


L’ARMONIA TRA MENTE E CORPO COME GARANZIA DI SALUTE B.C. S. - CENTRO FORMAZIONE BIODINAMICA CRANIO-SACRALE Dott.ssa Leonarda Majaron Via San Lazzaro 7, Trieste. Tel. 347.6910549, info@bcstrieste.it FABIO BRUSINI CHABAS Trattamenti: circolazione, lombosicatalgie, cervicale, nevralgie, rilassamento, cellulite, ansia, con il beneficio della Micropuntura cinese Tchen Studio: lun- ven. ore 16.00 - 19.30. Via Limitanea 14, Trieste. Tel. 040.391652.

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CENTRO BUDDISTA TIBETANO SAKYA KUNGA CHOLING Corsi gratuiti di introduzione al buddhismo tibetano e programmi di adozione a distanza. Via Marconi 34, Trieste. Tel. 040.571048, sakyatrieste@libero.it

16 gennaio 2008 Sala Conferenze “Salus Alpe-Adria”, Via G. D’Annunzio 29, Tavagnacco (UD) 17 gennaio 2008 Studio Tognon-Mullich,Via Romana 93, I piano, Monfalcone (GO)

BUQI INSTITUTE TRIESTE Discipline praticate: Taijiwuxigong, Taiji37, Massaggio Buqi, Meditazione. Via Del Veltro 43,Trieste. Tel. 340.6535664, www.buqi.net info@buqi.net info@motoptg.it

18 gennaio 2008 Studio Therapeia, Viale 20 settembre 24, II piano, Trieste Per informazioni: Dott.ssa Mullich: cell. 349 7158808 Dott.ssa Tognon: cell. 340 2961317 mltognon@libero.it

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Inochi® A.R.T.

Alcune persone trovano che la via per una vita migliore si trovi dentro se stessi, ed anche tu potresti voler indagare in questa direzione. Si potrebbe infatti presupporre che le capacità per ottenere una vita migliore risiedano dentro di noi. Come sarebbe se effettivamente possedessimo capacità latenti che, prima o poi, ci portassero a decodificare i segreti dell’Universo e le leggi che governano il nostro destino? Puoi immaginarti come sarebbe la tua esistenza con minor stress, più chiarezza, maggior fiducia e migliori capacità? Potrei dirti che sarebbe fantastico, ma probabilmente lo sai già.

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I LUOGHI

I.P.

La formazione in tecnica Cranio-sacrale di Thea Keber

L’

Accademia Cranio-Sacrale Metodo Upledger si è prefissa, tra i propri obbiettivi, di offrire ai suoi studenti ed a tutte le persone che intendono intraprendere la professione di operatore cranio-sacrale, la possibilità di avere un riconoscimento formale ed ufficiale per l’esercizio della CranioSacral Therapy, o Tecnica e Terapia Cranio-Sacrale (Tecnica Cranio-Sacrale intesa per i non Professionisti e Terapia Cranio-Sacrale intesa per i Professionisti). La mancanza di una normativa nazionale che regolamenti e tuteli le Bio-Discipline e coloro che le praticano, determina un vuoto legislativo che le singole regioni sono spesso determinate a colmare con la promulgazione di una legislatura a carattere elusivamente regionale. L’auspicio è che la crescente richiesta da parte degli utenti di rivolgersi ai trattamenti non convenzionali, e la domanda degli operatori a favore di una maggior tutela nel settore degli Operatori del Benessere, porti ad una legge nazionale per i Professionisti non-Ordinistici di Bio-Discipline. Nel frattempo, l’Accademia ha preso contatto con la Regione Friuli Venezia Giulia per dare un riconoscimento a coloro che praticano la Terapia e Tecnica Cranio-Sacrale, e dopo una collaborazione durata più di un anno, ha formato il 21 dicembre 2006, nel solstizio d’inverno, la nuova Associazione Cranio-Sacrale FVG ed ha ottenuto per essa l’iscrizione all’Albo delle Associazioni di Prestatori di Attività Professionali Non Ordinisti-

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che (si veda la legge regionale 13/2004, al sito web: www. regione.fvg.it). Una volta ottenuta l’approvazione della Regione Friuli Venezia Giulia, l’Accademia ha istituito un percorso per facilitatori cranio-sacrali, che garantisce a tutti gli operatori cranio-sacrali (siano essi professionisti medici o paramedici, o semplicemente operatori del benessere non iscritti a nessun Albo nazionale) di poter essere riconosciuti come professionisti cranio-sacrali ed in questo riconoscimento si è voluto definirli: Facilitatori. Il termine “Facilitatore” è stato adottato dal dott. John E. Upledger per identificare l’Operatore Cranio-Sacrale in quella che può essere definita la funzione più importante del suo lavoro: facilitare la capacità del sistema auto-correttivo del paziente. Ora il Facilitatore è la nuova figura professionale che rappresenta la Cranio-Sacral Therapy, attraverso l’Associazione Cranio-Sacrale FVG, nell’Albo della Regione Friuli Venezia Giulia (che è solo una tra le altre regioni italiane che regolamentano l’attività delle Associazioni Professionali). La formazione del Facilitatore, sarà sempre di competenza della Accademia Cranio-Sacrale Metodo Upledger e delle Associazioni, scuole, enti da essa riconosciuti. L’intero “percorso formativo” del Facilitatore Cranio-Sacrale è adeguato alle normative Europee e prevede 700 ore di formazione da completarsi al massimo in 5 anni. Il percorso è strutturato sulla base dei cinque corsi cardine (cst1, cst2, ser1, ser2, adv) e dei due esami fondamentali (certificazione e diploma) dell’ Upledger Institute, arricchito sia con i corsi correlati dell’Istituto Upldger (es. csp-corso pediatrico, tbs-sistema nervoso centrale, ecc.), sia con corsi di nuova istituzione. Questi ultimi, (es. esercitazioni guidate, Gestalt & ser, ecc.) sono ritenuti ugualmente di fondamentale importanza per fornire agli studenti (specialmente ma non esclusivamente, a coloro che non

provengono da una formazione medica o paramedica) delle basi formative che offrano maggior sicurezza nell’applicazione della tecnica Cranio-Sacrale e nel Rilascio Somato-Emozionale. Inoltre sono stati istituiti corsi per i quali è stata affidata la docenza alla competenza di medici che abbiano nel contempo ultimato il percorso della Terapia CranioSacrale (es. anatomia, fisiologia, ecc.). L’aspetto davvero innovativo del percorso consiste nel fatto che al termine di questo iter formativo, lo studente sarà ammesso a far parte della Associazione Cranio-Sacrale FVG ed iscritto all’Albo dei Professionisti non-Ordinistici della Regione Friuli Venezia Giulia, quale “facilitatore”, un riconoscimento finora mai ottenuto per gli Operatori Cranio-Sacrali. Nonostante la richiesta dell’Accademia sia stata quella di poter offrire questo riconoscimento agli studenti dell’intero territorio nazionale, attualmente, esso è garantito solo ai residenti nella Regione Friuli Venezia Giulia. Ci auguriamo che questa possibilità, offerta per la prima volta agli studenti di Terapia Cranio-Sacrale, costituisca un ulteriore arricchimento professionale per gli operatori ma, soprattutto, un maggior beneficio per tutti gli utenti che si rivolgono alle Discipline del Benessere. Per qualsiasi informazione, siamo a vostra disposizione: info@accademiacraniosacrale.it www.accademiacraniosacrale.it


SINERGIE Centro Shiatsu, CranioSacrale, movimento e tecniche posturali Via Lazzaretto Vecchio 9, Trieste. Tel. 339.1998074, 040.631398, gianspes@libero.it STUDIO SOLARIS Corsi individuali e/o collettivi di Tarocchi per esercitare ed accrescere la propria intuizione. Tel 347.1098771, Trieste.

Ass. Int.le SWAMATEH 速 a.s.d. Seminari, incontri e trattamenti per il benessere della mente e del corpo. Tel. 040.350114, 333.7229821. A Trieste. info@swamateh.org www.swamateh.org INSTITUTE OF YOGIC CULTURE Via San Francesco 34, Trieste. Tel. 040.635718 (segr. tel. 24 h.), yogaway@tin.it

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I LUOGHI

JING TAO® Essenza in movimento di Sonia Rizzi fondatrice ed ideatrice del metodo. Tel. 338.7592945 www.jingtao.it info@jingtao.it JOYTINAT YOGA AYURVEDA Via F. Venezian 20, Trieste. Tel. 040.3220384, http://arte.triesteincontra.it/joytinat

GORIZIA ALABATH Via Duca D’Aosta 45, Monfalcone (GO). Tel. 0481.43164. Ass. Culturale LA DANZA DELL’ARCOBALENO E’ un centro dove poter ritrovare i colori che ci sono dentro di noi Via S. Vito 103, Ronchi dei Legionari (GO) Tel. 346.1626320, danzadellarcobaleno@alice.it

ISENRÒ Ist. Sup. Europeo di Naturopatia e Reflessologia Olistica Via Duca D’Aosta 50, Gorizia. Tel. 0481.536232, isenro@email.it

UDINE Associazione L’ALBA Via J.Augusta 2, Bueriis Magnano in Riviera (UD). Tel. 340.1456671. 26


IL CENTRO DEL CUORE Associazione di promozione sociale Via Leonacco 19, Udine. Tel. 0432.482215, 320.3265696, info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it Centro Studi BENESSERE NATURALE e DISCIPLINE OLISTICHE Via Costantini 8, Tricesimo (UD). Tel. 0432.884626, 329.8543963 centrostudi@rakesh.it www.rakesh.it Centro Studi DANZA DEL VENTRE MA-ALILAT - DANZA DELLA DEA di Giulia Mion Via Maniago 4/A Udine. Tel, 347.3365063, 0432.548832 www.danzadelladea.it ma-alilat@danzadelladea.it DEBORA SBAIZ Master in Danza/Movimento Terapia e Professional Consuelor. Udine, Portogruaro e Lignano. Tel. 0431.422147. www.deborasbaiz.it info@deborasbaiz.it THE EXPRESSIVE HEALING ARTS STUDIO Counseling a mediazione artistica, arteterapia, ricerca interiore. Consulenze individuali e corsi. Via Cividale 622, Udine. Tel. 340.3706330, mariacanci@interfree.it Gruppo Ricerca Metodo Feldenkrais Viale Venezia 12, Udine. Tel. 328.9580419 (Monia), 347.8188431 (Angela). OIPA - Org. Int. Protezione Animali (Laura Pontini) S. Maria La Longa (UD) Tel. 349.2886751, 0432.995452, www@lamentorumeno.com

JONATHAN PROJECT Via Canada 8, Udine. Tel. 0432.523386. www.jonathan-project.it info@jonathan-project.it

Insonnia, depressione, stanchezza mattutina, stress. Mal di testa, difficoltà di digestione, intestino pigro. Intolleranze alimentari, allergie. Sono tutti segnali che il corpo ci invia per comunicarci che qualcosa al suo interno non è in equilibrio…prima che si manifesti come malattia. Sta alla nostra consapevolezza prestare attenzione a questi “disturbi” ed intervenire per eliminarne tempestivamente le cause. Queste possono essere relative al momento attuale, cioè ad uno stile di vita inadeguato o ad un conflitto oggettivo presente nella nostra vita. Altre volte le cause sono da ricercare nel passato, come blocchi energetici che ci tengono legati a situazioni di shock o tensioni vissute e non elaborate. Attraverso uno studio personalizzato viene proposta una consulenza orientata alla scoperta del problema e allo sviluppo di un programma di recupero delle normali condizioni di reazione e protezione caratteristiche di quel elaborato sistema vivente che è il corpo umano. Le tecniche utilizzate fanno parte delle discipline di orientamento olistico, dove l’essere umano è percepito nella sua totalità come un organismo complesso e riconosciuto nella sua interezza solo se visto nell’insieme che lo rappresenta: corpo-mente-spirito.

Rappresenta una tecnica semplice, rapida e indolore. Nasce dall’unione di cromoterapia e agopuntura e utilizza sottili fasci di luce colorata senza ricorrere agli aghi. Con l’utilizzo di una penna luminosa viene irradiata la pelle del corpo secondo una precisa tecnica che sfrutta le proprietà fisiche proprie della luce e del colore andando ad agire a distanza su quelle parti del corpo (organi riflessi) che, secondo l’antica medicina cinese, risultano esserne in relazione diretta.

Appartengono alla non psicologia; permettono all’individuo di entrare nei propri modelli mentali attraverso i modelli familiari acquisiti in modo automatico. Andando oltre le idee e i concetti personali si ha la possibilità di influenzare in modo positivo alcuni aspetti della coscienza individuale e di riconoscere i veri fini della propria vita.

E’ il rimedio degli stati d’animo e delle emozioni che provocano squilibri e disarmonie all’interno del nostro corpo. Sviluppata nel secolo scorso dal dott. Bach, oggi viene offerta in diverse formule: Australiani, Tibetani, Italiani, di Bush. Ogni rimedio porta in sé l’energia intrinseca propria del “carattere” specifico del singolo fiore e viene utilizzata per influenzare gli aspetti positivi del “carattere” della persona, secondo il principio omeopatico di similitudine.

Dott. Doriana Mimma De Vido Esperto in Medicina Naturale Riceve su appuntamento a Sacile e San Vito al Tagliamento (PN) Tel. 0434 72782 cell. 329 2399184

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I LUOGHI

DISCENDENZE ANIMICHE

come l’anima “anima” l’essere umano nella vita quotidiana Seminario di Viviana S. L’anima non è un concetto filosofico astratto, ma un aspetto della nostra interiorità che, quotidianamente, interferisce con le consapevolezze attuali acquisite attraverso vari percorsi. E’ un livello della nostra coscienza più profonda, al di là del tempo e dello spazio, che “anima” letteralmente la nostra vita. Il seminario propone un metodo innovativo di lavoro su tale livello. Non utilizza regressioni ipnotiche o coscienti perché, spesso, tali strumenti possono non essere accettati dall’interiorità degli individui ma, attraverso tecniche di visualizzazione, specifiche meditazioni ed altri strumenti, si può creare un approccio con l’anima finalizzato a riallinearla con le consapevolezze della vita attuale. Non è un andare a curiosare in quelle che venivano definite “le cronache della Akasha”, ma è una ricerca finalizzata a rendere ogni individuo cosciente della provenienza da un gruppo d’anima a cui ogni essere appartiene. Gruppi d’anime, ognuno dei quali ha uno specifico anelito, compito, percezione della vita e tradizioni risalenti a tempi antichi. E’ un po’ come passare dalle “costellazioni familiari” a delle vere e proprie “costellazioni animiche”. In questo metodo innovativo

vengono altresì rispettati i cosiddetti “guardiani della soglia”, di cui tutte le tradizioni anticamente parlano, ai fini di tutela del proprio percorso interiore. Si valuta cioè se lavorare su un certo aspetto dell’anima possa essere funzionale affinchè alcune memorie non vadano ad interferire eccessivamente nell’attuale vita. Si rispetta così amorevolmente e pietosamente, in linea con una volontà divina benevola, tutto ciò che deve rimanere definitivamente archiviato nelle suddette “cronache”. Si procede quindi a lavorare su quelle memorie che echeggiano dall’anima, rendendoci coscienti di come esse vengano utilizzate nella vita quotidiana. Altro obiettivo di questo seminario è quello di chiarire le confusioni secolari createsi su concetti quali anima, spirito e corpo inteso come attualità incarnazionale, con un proprio corpo mentale, emozionale, fisico ed energetico. Infine si procederà a riallineare queste tre entità fondamentali dell’interiorità umana affinchè possano collaborare in maniera più armonica con l’evoluzione della vita individuale apportando i benefici dall’interiorità alla quotidianità.

Prossimo seminario in programma: sabato e domenica 16/17 febbraio 2008 Per informazioni: tel. 040.381401 - 333.9766538 dal lunedì al venerdì, dalle 20.00 alle 21.00.

ARRIGO PLOZZER Naturopata - Kinesiologo Via Del Gelso 3, Udine. Tel. 335.6253344, mandiarry@libero.it RAKESH OMC Via Costantini 8, Tricesimo. Tel. 0432.854031, info@rakesh.it

PORDENONE ASSOCIAZIONE MIRA Corsi e seminari yoga, attività di sostegno umanitario. Pordenone, Via della Ferriera 22. Tel. 347.9455220, info@associazionemira.org www.associazionemira.org

Dott. Doriana Mimma De Vido Esperto in Medicina Naturale Riceve su appuntamento a Sacile e San Vito al Tagliamento Tel. 0434.72782, cell. 329.2399184. BIOEDILIZIAITALIA Segreteria organizzativa corsi: Tel/fax 0434.958100, 347.0391971, corsi@bioediliziaitalia.org www.bioediliziaitalia.org Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Francesco Baracca, 12/4 S. Vito al Tagliamento (PN) Tel. 0434.833019, assocsyn@tin.it

STUDIOCORPOMENTE Massaggio, Reflessologia, Yoga, Trucco semipermanente. Da gennaio ci troverete nella nuova sede di ESTETICA-mente in Via San Giuliano 37 a Pordenone. Rita Maccapani, cell. 347.8702249. THE LIFE CENTRE Centro di medicina alternativa e complementare. Corso Vittorio Emanuele 48/5, Pordenone. Tel. 0434 522937, info@thelifecentre.it www.thelifecentre.it

Ass. IL SOFFIO - Scuola di Shiatsu Via Rotate 10, Pordenone. Tel. 347.5102713, 338.9075470, ilsoffio@yahoo.it

OLOS - Centro Olistico Integrato Discipline olistiche, trattamenti e formazione. Via F.lli Bandiera 17, Pordenone. Tel. 334.9161209, www.centrolos.it

BOLOGNA

Associazione TERRAUOMOCIELO Qi Gong e Percorsi di salute Tel. 0434.20389 (Laura Guerra), info@terrauomocielo.it www.terrauomocielo.it

ARRIGO PLOZZER Naturopata - Kinesiologo Vicolo Ospedale Vecchio 3, Pordenone. Tel. 335.6253344, mandiarry@libero.it

ASIA – Ass. Spazio Interiore e Ambiente Via Riva di Reno 124, Bologna. Tel. 051.225588, www.associazioneasia.it info@associazioneasia.it

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EMILIA ROMAGNA


A SCUOLA DI SOGNI ED INTUIZIONI Imparare ad interpretare i propri sogni in base agli insegnamenti delle antiche saggezze Seminario di Viviana S. Nel corso dei secoli l’umanità è stata indotta ad una sorta di “analfabetizzazione” dei propri sogni, incapace dunque di una propria autonoma lettura del sogno, vera e propria “posta” recapitata da parte della Saggezza Superiore, insita in ogni essere umano, indipendentemente dal livello di cultura, razza, tradizione o iter scolastico. Obiettivo del corso è quello di cercare di restituire tale capacità autonoma di lettura. Il corso si articola in quattro livelli di apprendimento per l’auto-interpretazione dei sogni (un week-end al mese). Nei primi due week-end vengono affrontati i seguenti temi: - “sogno ma non ricordo… perché?”: resistenze all’auto-interpretazione dei propri sogni - il sogno non come elaborazione della vita quotidiana ma come “posta” inviata dall apropria Saggezza e dall’Universo - diverisficazioni dei sogni: sogni allegorici, sogni premonitori, sogni di visione lucida e sogni di guarigione - l’arte del sognare ed il viaggio astrale: divenire coscienti mentre si dorme dei propri sogni

Con tale programma di lavoro s’intendono offrrire strumenti con cui i sogni diventano mezzi di auto-conoscenza e di comunicazione con l’Universo Divino, nonché aiutanti nel suggerire una visione più approfondita di ciò che accade nella propria vita quotidiana e, talvolta, suggeriscono quale via intraprendere e quale no nelle scelte di vita, affinhè i propri sogni diventino realtà. Negli altri due week-end si avrà modo di affrontare i dubbi e le difficoltà d’interpretazione che possono essere sorti nel praticantato dei precedenti mesi. Il tutto si scolgerà in un clima di apprendimento tipico di antiche e perdute scuole e tribù, con un approccio diverso rispetto ad un approfondimento nozionistico, vivendo l’intensità del messaggio dei sogni con la profondità della mente-cuore, scintille divine in ogni essere umano. sabato e domenica 26/27 gennaio 2008 sabato e domenica 23/24 febbraio 2008 sabato e domenica 22/23 marzo 2008 sabato e domenica 26/27 aprile 2008 orario 9.30-13.00 e 15.00-19.00

Per informazioni: tel. 040.381401 o 333.9766538 dal lunedì al venerdì, dalle 20.00 alle 21.00.

Associazione Melograno Via Lombardia 36, Bologna. Tel. 051.6241125, www.centromelograno.it centromelograno@libero.it CENTRO STUDI CENRESIG Centro per lo studio e la meditazione Buddista Mahayana Via Meucci 4, Bologna. Telefoni: Emanuela 392.5712783, Maddalena 347.2461157, Giovanni 349.6068534. www.cenresig.org info@cenresig.org Centro Natura Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051.235643. ISTITUTO SHIATSU INTEGRATO Piazza F.D. Roosevelt 4/F, Bologna. Tel. 051.220848, www.shiatsubologna.it Istituto Himalayano di ricerca in Ayurveda Via De Leprosetti 2/A, Bologna. Tel. 051.262823, http://web.tiscali.it/nch Scuola/Fondazione Matteo Ricci Via A. Canova 13, Bologna. Tel. 051.531595, www.fondazionericci.it

Shotokan Club Via Signorini 16, Bologna. Tel. 051.6192353, www.shotokanclub.it

PARMA Ass. LA GROTTA DI CRISTALLO Shiatsu, Tai Ji, Danze Orientali, Voice Dialogue, Reiki, Diapason Terapia, Naturopatia., Meditazione Guidata. Fidenza (PR). Tel. 0524.84450, 0524.62315. http://freeweb.supereva. com/grottadicristallo Ass. NAMASTE - Parma Per la promozione e la diffusione della meditazione. Via Mascagni 25, Rivarolo di Torrile (PR). Tel. 0521.810138, cell. 335.6713405. www.oshonamaste.it maprem@libero.it Monastero Zen Fudenji Bargone 113, Salsomaggiore Terme (PR) Tel. segreteria: 0524.565667. Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525.60296. Studio e pratica dello Yoga Via Bixio 102, Parma. Tel. 0521.806449, info@yogaparma.it

Associazione di promozione sociale SPAZIO SHIATSU Corsi di shiatsu professionali e amatoriali, meditazione za-zen, seminari di approfondimento. Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521.533831, www.studishiatsu.it info@studishiatsu.it

MODENA CENTRO YOGA SHIVA Via Silvati 12, Modena. Tel. 059.364625, Cell. 338.5332728, yogash00@centroyogashiva.191.it www.centroyogashiva.191.it

RIMINI Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia Via Cà Baldone 62, Trarivi di Montescudo (RN). Tel. 0541.984710.

FERRARA Assoc. FERRARA TERZO MONDO C.P. 109, 44100 Ferrara. Via Darsena 170, Tel. 0532.774811, www.ferraraterzomondo.it ftm@ferraraterzomondo.it 29


I LUOGHI

ISHVARA NIKETAN, Assoc. Culturale e di Promozione Sociale Via San Giuseppe 5, Renazzo (FE) Tel./Fax 051.6850317, info@ishvaraniketan.org www.ishvaraniketan.org

Associazione Culturale La Città della Luce Via Porcozzone 17- 60010 - Frz. Passo Ripe - Ripe (AN) Tel. 071.7959090 www.reiki.it

Discipline Olistiche

Sulle colline marchigiane, a pochi passi dal mare, in un’antica dimora del X secolo d.C. ha sede La Città della Luce Associazione di Promozione Sociale, che si dedica allo studio ed all’insegnamento delle discipline olistiche. In questo splendido scenario naturale si organizzano seminari di Reiki Sistema Usui, antico metodo di guarigione naturale, per chi sceglie un percorso di ricerca e di benessere interiore. Il programma formativo prevede seminari di Costellazioni Familiari, il Laboratorio Permanente di Comunicazione ed Espressione Artistica, il Laboratorio sulla Relazione di Coppia. Inoltre si tengono corsi base ed avanzati di Ayurveda, dedicati alle varie tecniche di massaggio, automassaggio e trattamenti specifici, corsi di Yoga, Mantra e Meditazione, corsi di Riflessologia, corsi di Alimentazione Bioenergetica e corsi di Fiori di Bach.

Laboratori Artistici

Presso i Laboratori Artistici dell’Associazione si tengono corsi di ceramica al tornio e ceramica Raku; corsi per realizzare creazioni in ago e filo con tessuti naturali; corsi e consulenze di comunicazione bio-etica, informatica, grafica e servizi d’informazione, per una coscienza olistica più profonda.

Calendario Corsi: http://calendario.reiki.it Vacanza Olistica. Benessere e tempo libero tra terra, mare e sapori marchigiani

La Vacanza Olistica, dedicata al benessere ed al relax, è organizzata da La Città della Luce in collaborazione con l’albergo di campagna Solea. Propone vari percorsi della durata di una settimana per imparare le tecniche che fanno stare bene, dedicati alle discipline bionaturali e ad antichi mestieri, alimentandosi naturalmente, immersi nell’autenticità di questi luoghi. Un diverso concetto di vacanza pensato per ristabilire il contatto con se stessi e con la natura circostante. Il programma prevede inoltre la “Settimana Benessere e Relax” con la proposta di trattamenti e consulti personalizzati. Le attività si svolgono presso la sede della Città della Luce e l’ospitalità trova spazio da Solea, a 15 minuti dalla spiaggia di Senigallia e dal suo centro storico animato di vita e di iniziative. Indimenticabili borghi medievali e le più belle città d’arte marchigiane si raggiungono viaggiando lungo strade panoramiche uniche per la loro bellezza paesaggistica.

Imparare a prendersi cura del corpo e dello spirito I programmi della Vacanza Olistica Settimana Benessere Reiki Settimana Benessere Ayurveda Yoga Settimana Benessere Costellazioni Familiari Settimana Benessere di Arte Terapia Settimana Benessere per la Relazione di Coppia Settimana Benessere Fiori di Bach Settimana Benessere e Relax Settimana Antichi Mestieri e Spiritualità www.reiki.it

UMBRIA, MARCHE, ABRUZZI Ass. Cult. “LA CITTÀ DELLA LUCE” Via Porcozzone 17, Ripe (AN) Tel. 071.7959090, www.reiki.it SCUOLA ITALIANA DI NATUROPATIA Istituto di Medicina Naturale (Urbino) Tel. 0722.351420, www.naturopatiaitaliana.it ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, Fax 0742.813536 info@ananda.it www.ananda.it TARA CENTER C.da Ricciola, Recanati (MC). Tel. 071.7575847, Cell. 393 9755533 www.taracenter.it info@taracenter.it Oki Do Gudo Jkkokai Mikko Yoga Via Nazionale 238/A, Colbordolo (PU). Tel. 0721.495117. Shibumi Shiatsu School Via L. Manara 134, San Benedetto del Tronto (AP). Tel. 0735.591071, Tempio Buddhista ZenShinji di Scaramuccia Loc. Pian del Vantaggio 64, Orvieto Scalo (TR). Tel. 0763.215054.

TOSCANA Ass. Light On Yoga Italia Via Fra Paolo Sarpi 8/A, Firenze. Tel. 055 674426, www.iyengaryoga.it Ass. SENTIERO ARMONIOSO Osho Information Center Meditazione, Trance Dance, Sessioni individuali di Consueling Olistico e Tachyon (riequilibrio energetico). Via Formentini 17, Massa. Tel. 347.3120533, www.sentiero-armonioso.it surdar@libero.it 30


Centro Studi Bhaktivedanta Via Livornese Est 172, Perignano (PI) Tel. 0587.618448, cell. 320.3264838. Centro Terra di Unificazione Ewam Via R. Giuliani 505/A, Firenze. Tel. 055.454308.

CENTRO ZEN FIRENZE Via San Domenico 77, Firenze. Cell. 339.8826023, centro@zenfirenze.it www.zenfirenze.it Comunità Dzog-Chen Merigar, Arcidosso (GR). Tel. 0564.966837. Himalayan Yoga Institute Via Faentina 33/R, 50100 Firenze. Tel. 055 472015, www.himalayaninstitute.it MAITHUNA srl ISTITUTO DI TANTRA E COUNSELING Località Upacchi n. 51, Anghiari (AR). Tel. 0575.749330, info@maithuna.it www.maithuna.it ISTITUTO LAMA TZONG KHAPA Via Poggiberna 15, Pomaia (PI). Tel. 050.685654, 050.685009 info@iltk.it segreteria@iltk.it www.iltk.it PUNDARIKA CENTRO RITIRI MEDITAZIONE Loc. Cordazingoli 18, Riparbella (PI) Tel. 0586.699077, 338.6759340 (Erica).

LAZIO ROMA

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I LUOGHI

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PUGLIA Centro Buddhista della Via di Diamante c/o Nuovo Aleph Via Gaetano Postiglione 14/E, Bari. Tel 349.7751145, 368.575880, bari@diamondway-center.org CENTRO YOGA RATNA Via Diaz 7, Maglie (LE). Tel. 0836.342759. Scuola Arti Orientali Il Sole Via Taranto 40, Lecce (LE). Tel. 0832.243015.

SICILIA Centro di Cultura Rishi Via S. Bono 19, Palermo. Tel. 091.6254135, www.centroculturarishi.it Associazione Vidya Cultura Yoga Via Dominici 19, Palermo. Tel. 091.6888180. Associazione Culturale YOGA SAMAJ Via Nuovalucello 25, Catania. Tel. 095.336488, cell.340.9030005, www.yoganaturopatia.it info@yoganaturopatia.it Garuda Yogashram Via G. Giusti 6/I, Tremestieri Etneo (CT) Tel. 095.7415822, www.garudayogashram.com I dati raccolti sono stati individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art.13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore.


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LA VIA DELLE ORIGINI

Ayurveda: origini e filosofia di Simone Fanciullo www.salutenatura.com

Le origini L’Ayurveda è forse il più antico sistema di medicina naturale. La tradizione narra in forma epica che Brahma, autore della creazione, formulò i principi dell’Ayurveda che rivelò alle divinità del cielo. Molte migliaia di anni fa, alcuni saggi furono mossi a compassione nel vedere l’umanità in preda a sofferenze e malattie, così si raccolsero in meditazione sui monti dell’Himalaya, nel posto più vicino al cielo, per chiedere a Brahma di rivelare agli uomini i segreti della scienza della salute. Brahma, colpito dalla loro determinazione, inviò sulla terra il suo messaggero Indra. Brihaspati, rappresentante degli uomini, scelto perché era il più puro di essi, interrogò Indra ricevendo la conoscenza che avrebbe alleviato i dolori dell’umanità. Nacquero così università e centri di cultura in India dove era possibile apprendere l’arte sacra della guarigione naturale. Alcune ipotesi sostengono che il grande Ippocrate, padre della medicina tradizionale, abbia ispirato molte delle sue teorie dall’Ayurveda. Si suppone che i consigli sull’alimentazione e l’igiene che forniva ai suoi pazienti fossero già scritti nei più antichi testi ayurvedici. Nel corso dei secoli le dominazioni straniere che occuparono l’India, confusero l’antica conoscenza mescolando culture differenti. L’Ayurveda perse la sua purezza originale e con essa la sua efficacia al punto da apparire al mondo intero come una pratica folkloristica. Fortunatamente, in alcuni luoghi poco conosciuti la conoscenza restò viva attraverso tradizioni orali di padre in figlio i quali preservarono anche alcuni testi originali. Quando si avvertì l’esigenza di un sistema di guarigione che fosse completo ed efficace, l’attenzione venne posta di nuovo sull’Ayurveda. Comparvero nuovamente università e centri di studio di prestigio e di fama e la diffusione dell’Ayurveda nel mondo riprese con fervore. Negli anni sessanta Maharishi Mahesh Yogi, dal sanscrito, saggio, iniziò il suo percorso della ricostruzione della scienza che ai tempi appariva tuttavia a tratti frammentata e un insieme di confuse prescrizioni erboristiche. Maharishi radunò attorno a sé validi esponenti dell’Ayurveda con i quali

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ricostruì sapientemente i fili spezzati dell’antica filosofia che oggi appare ai nostri occhi una scienza perfettamente in grado di fornire aiuto all’uomo nel suo percorso di guarigione.

La filosofia Ayurveda significa ‘’conoscenza della vita’’. Essa considera l’uomo in maniera olistica, integrale. E’ un modo di vivere, che include la medicina, la dieta, il comportamento e pratiche di meditazione per elevare lo spirito. L’Ayurveda pone le sue origini teorico-pratiche nei Veda, le più antiche documentazioni in forma scritta, Le pratiche descritte nei testi Vedici sembra risalgano addirittura al 8000 a.C. I Veda sono patrimonio degli Arya un popolo di tribu barbare, seminomadi che invase l’India nel secondo millennio a.C. Studi glottologici, della linguistica storica, mostrano collegamenti tra greco, latino, germanico e sanscrito ipotizzando quindi una comune matrice linguistica indoeuropea. Alcuni studiosi indiani sostengono che non ci furono invasioni e che gli Arya fossero autoctoni, altri menzionano diverse zone di origine. In uno dei quattro scritti, il Rig Veda,il pilastro centrale, il più antico tra i testi, si fa riferimento a tre grandi dei, Indra, Agni, Soma che si riferiscono ai tre umori biologici dell’Ayurveda, Vata, Pitta, Kapha. In un’altro dei quattro testi, l’Atharva Veda, il principale e il più recente dei quattro, si fa menzione a trapianti d’organi, fattori anatomici e fisiologici, trattamenti di malattie e altri argomenti dell’Ayurveda considerati in maniera sorprendentemente dettagliata, considerata la totale assenza di strumenti per la diagnosi quali radiografie, analisi del sangue, ecografia. La filosofia Ayuvedica è stata tratta principalmente dall’Atharva Veda.

Le otto branche dell’Ayurveda Successivamente i Veda vennero riassunti in quelli che oggi conosciamo come i testi Samhita, in sanscrito ‘’raccolta’’. Solo tre di questi testi hanno superato la prova del tempo, Charaka Samhita, Sushruta Samhita, Ashtanga Hridaya Samhita. Dagli

antichi trattati si rilevano otto branche dell’Ayurveda: Medicina Interna (Kayachikitsa), Chirurgia (Shalvatantra), Oftalmotorinolafingoiatria (Shalakia Tantra), Pediatria (Kaumabarabhritya), Tossicologia (Agadatantra), Psichiatria (Bhutavidya), Scienza del Ringiovanimento (Rasayana), Scienza degli Afrodisiaci (Vajikarana). Due scuole trattavano le otto branche dell’Ayurveda, dirette da due saggi, Atreya e Dhavantari. La scuola di Atreya seguiva i principi del Charaka, che trattava principalmente di medicina interna del corpo e della mente e la scuola di Dhavantari quelli della chirirgia. La conoscenza e le tecniche di applicazione della chirurgia trattate nel Sushruta andarono perse perché con la morte del Buddha queste pratiche vennero abbandonate. Questi due testi apparvero per la prima volta intorno al primo millennio a.C. Nel 500 a.C.il saggio Adi Ankara ricavò dai Veda una sintesi contenente l’essenza dei testi chiamata ‘’Vedanta’’. La preziosa stesura contenente gli elementi di unione tra il Sè e il Supremo, o potremmo dire tra microcosmo e macrocosmo, venne scritta su foglie di palma. Le terapie di ringiovanimento e virilizzazione conosciute come Rasayana e Vajikarana vennero introdotte nel medioevo. Per migliorare le prestazioni dei primi guerrieri, i quali venivano addestrati secondo l’arte marziale del Kalari, si sviluppò il massaggio Ayurvedico che teneva conto allora come oggi della specificità e unicità dell’individuo che vibra in armonia con le forze della natura. L’Ayurveda, il più antico metodo di autoguarigione naturale dove ogni pratica sapientemente applicata, contribuisce a ristabilire l’unione tra il Sé e lo Spirito, tra l’Uno e il Tutto, Atman e Brahman.


LA SILICE ORGANICA

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LA VIA DELLA SCIENZA

Vaccinazioni: quali conseguenze di Walter Pansini Quanti sono a rischio? In Italia un’equipe di ricercatori guidata dal Premio Nobel, Renato Dulbecco, ha dimostrato che un bambino su 30.000 soffre di una immunodeficienza combinata grave, mentre nel quadro più ampio delle immunodeficienze si arriva ad un neonato su 600 (quindi, rispettivamente, 19 e più di 800 l’anno in Italia - “Il Giornale” 13.09.1995). Resi pubblici i primi risultati, il Ministero ha tagliato i fondi…. Comunque, lo stesso manuale più usato dai medici in occidente, il “Manuale Merck” (edizione 1984, la prima in italiano), afferma: “Il vaccino Sabin (zuccherino) a virus vivo è controindicato per i soggetti immunodeficienti, che dovranno quindi ricevere quello a virus uccisi (Salk)”, mentre in Italia fino al 2003, lo hanno somministrato senza riguardi. Nel Centro-Sud Europa, Italia compresa, tra il 1964 ed il 1999 - 2003 si è usato il Sabin, senza minimamente tentare di capire se il bambino fosse immnodepresso in quel momento, “tanto ne morivano pochi”, e nel caso, “si negava” la relazione per non creare timori, assicurandosi così delle statistiche “confortanti”. Perché sulle statistiche non risultano danneggiati? Ad esempio, la dott.ssa Marzia Zorzetto è il Presidente della Sezione di Treviso dell’ANMIC - Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili - ed ha affermato: “Tra i nostri assistiti ce ne sono molti lesi dalle vaccinazioni. I genitori lo avevano ben capito già negli anni’50, ma per sfiducia verso ospedali e Magistratura, non tentavano neanche la lunga e costosa strada

della giustizia, per un riconoscimento ed un risarcimento. Finalmente in questi anni la cosa è stata resa possibile per la semplice via amministrativa e per una cifra che arriva a 150.000 euro, anche per fatti avvenuti anche negli anni ’50. Le richieste sono ancora pochissime solo per la mancata pubblicità della legge 210/92. Solo le persone con handicap a scuola sono oltre 150.000 pari a 1 su 40? Secondo l’On. Pietro Squaglia della Margherita, nella scuola pubblica siamo passati dai 138.000 casi del 2001/2002, ai 145.000 del 2002/2003, fino ai 151.000 del 2003/2004, con un incremento annuale di circa lo 0,40,5%. Pertanto dall’asilo alle scuole medie superiori su sette milioni di soggetti il rapporto risulta (allora), essere 1 su 47 individui. Oggi in Veneto ci sono 12.000 disabili a scuola su 485.000 studenti, cioè 1 su 40! (“Il Gazzettino” 11.09.2007). Ha senso rifiutare i vaccini? Il dott. Massimo Montinari, barese, sostiene di avere in cura 1.200 danneggiati e che è possibile individuare i soggetti più a rischio di malattie moderne prima di vaccinarli, anche se il metodo è un po’ troppo costoso (300,00 euro?), per estenderlo a tutta la popolazione infantile, quindi lo Stato “risparmia” andando alla cieca, sulla pelle dei bambini. La Federazione del Comilva (www.comilva. org), sostiene che i vaccini costituiscono il tentativo inutile di evitare malattie estremamente improbabili, ottenendo un danno da vaccino estremamente probabile, almeno un’allergia in più di 1 su 3 soggetti. In oltre 20 anni di Movimento di rifiuto, nessuno delle loro migliaia di figli ha avuto alcuna malattia per le quali ci si vaccina, nemmeno il “probabile” tetano, mentre in 30 anni, sui soli giornali italiani si sono visti gli elenchi di 60 morti e 80 gravemente ammalati da vaccino .

Un danno da vaccino? Ad esempio l’autismo Il fenomeno è apparso inizialmente negli USA nel 1943 e si è quadruplicato negli ultimi 10 anni. Ad affermarlo è il dott. John Hopkins dell’Università di Baltimora. Non solo, dal 1988 sono quasi triplicate le vaccinazioni entro i 24 mesi di vita ed i casi di autismo sono aumentati del 1700%, di fronte ad un incremento del 30% delle patologie in genere (Yazbak, “Journal of American Phisicians and Surgeons”, volume 8 number 4, Winter 2003). …e peggiora velocemente… (ANSA) - Verona, 21 gennaio 2006. E’ una correlazione di fattori di ambito genetico, biologico, ambientale (come le infezioni) a provocare l’autismo, malattia segnalata in crescita esponenziale negli ultimi anni (in America ne è colpito un bambino su 250) e caratterizzata dalla disarmonia dello sviluppo delle funzioni cerebrali che, di conseguenza, interagiscono male tra loro. L’indicazione è emersa al Congresso Internazionale “La terra di mezzo - Autismo: una sfida alla scienza”, organizzato dal Servizio di Neuropsichiatria Infantile e Psicologia dell’Età Evolutiva dell’U.S.L. n. 20 di Verona. “. “Tra le cause che trasformano una predisposizione genetica e immunologica allo sviluppo dell’autismo in conclamazione della malattia”, ha detto Federico Balzola, dirigente medico presso l’Unità Ospedaliera di Gastroepatologia dell’A.S.L. San Giovanni Battista di Torino, “Si ipotizza ci siano i metalli pesanti, in particolare il mercurio usato nella composizione dei vaccini, per veicolare i principi attivi”. Il mercurio Solo negli anni ’90 si sono dimostrati gli effetti letali delle dosi di mercurio contenute nei vaccini. Dopo aver avvelenato due generazioni giurando che questi erano innocui, nel 2003 le “autorità” di tutto il mondo, hanno vietato il mercurio nei vaccini per bambini, ma resta l’alluminio che ha un effetto molto simile sul sistema nervoso centrale. Chi si fida è perduto? “Vaccinazioni? Forse No” di Francesco Walter Pansini (www.kailashedizioni.it)


LA VIA DELLA SCIENZA

Esiste il malato o… la malattia? di Monica Bossi

S

pesso, nella pratica clinica nel nostro ambulatorio, il paziente ci riferisce che la medicina assunta non è servita a farlo stare meglio. E accanto a un sentimento di sconforto ed arrendevolezza, subentra quello di timore e delusione, per l’essersi affidato a una cura, che non ha portato al risultato sperato. Perché accade che la medicina non sempre funziona o funziona in modo comunque insoddisfacente? Perché l’Uomo, così meravigliosamente semplice non risponde in maniera altrettanto semplice e ripetitiva a quel farmaco, benché giusto per quella malattia? Perché una giovane ragazza, cui è fatta diagnosi di epilessia (per esempio) arriva al punto in cui, sbagliando, rinuncia a prendere quel farmaco e a seguire la terapia, perché oppressa dal sentimento di paura per una vita che, così, da malata non riesce a gestire, timorosa di fare qualsiasi cosa? E’vero che l’uomo è semplice nel suo modo di esprimersi, solo però se considerato nella sua complessità e totalità, che lo fa unico, diverso da ogni altro Uomo, con i suoi modi di reagire, di soffrire, di ammalarsi e...di guarire. Dimenticando questo si rischia, da un lato, di “banalizzare” l’individuo prendendo in considerazione solo la malattia e non il Malato e, dall’altro, di “appiccicare l’etichetta” di malato ad una persona, privandola della sua normale e fisiologica capacità di reazione al farmaco somministrato e al decorso stesso della malattia condizionandone così la vita. Ciò che rende l’uomo unico è l’insieme tra mente, corpo e spirito, in un butano che è solo Suo; un solo elemento che in ogni istante della vita si manifesta in modo unico e irripetibile. Spesso nella Medicina (convenzionale) si tende a vedere l’uomo come la somma di piccole parti (la cute, le ossa, l’intestino, l’apparato respiratorio, ecc) dimenticando che invece esso è una totalità. L’insieme di tutti gli apparati che interagiscono sinergicamente tra loro e con la mente, scambiandosi stimoli diversi, bidirezionali, finalizzati a mantenere l’equilibrio fisiologico…fino a quando accade qualcosa di più forte, in questo meraviglioso gioco di compensi e sottrazioni, che priva l’organismo di quella sua capacità, innata e viscerale, di riportare tutto alla “normalità”, alla sua omeostasi.

Ecco che insorge la Malattia, che è uno stato di disordine per l’organismo, in cui fattori tanto diversi quanto egualmente importanti, concorrono a generarlo e a mantenerlo. O a destabilizzarlo subito dopo, con l’aiuto di un intervento esterno (farmaco tradizionale o rimedio non tradizionale…) riportandolo all’equilibrio, e cioè a quell’imprescindibile unione tra mente e corpo, che sta alla base del concetto “olistico” di salute e di benessere. Già S. Hanneman, il fondatore dell’Omeopatia, o C.G. Yung nelle sue dissertazioni di natura psicologica, e lo stesso Ippocrate, nostro “padre professionale”, la vedevano e la interpretavano, questa unione, con un approccio olistico al malato. Curare un soggetto significa allora interpretarlo ed affrontarlo in modo più completo possibile, tenendo conto di cosa fa star meglio o peggio quell’individuo, anche nella manifestazione di un sintomo, quali fattori ambientali, infettivi, alimentari o psicologici-emotivi, hanno contribuito insieme a generare e a mantenere lo stato di malattia, sia esso di tipo acuto, che cronico-degenerativo. Impostando di conseguenza, un programma terapeutico che tenga conto di tutti questi aspetti, con un approccio multidisciplinare (dal farmaco, se necessario, al rimedio omeopatico, fitoterapico o di correzione nutrizionale o psicoterapeutico) in grado di affrontare non solo la malattia in sé, ma il malato nella sua tendenza e predisposizione ad ammalare di nuovo o a non guarire completamente. Va da sé che in questo contesto l’azione terapeutica è importante anche e soprattutto per la sua implicita funzione di “rispolverare”o, per contro di camuffare definitivamente la capacità di autoguarigione di quell’individuo. Accade spesso, infatti, che questa innata possibilità di interagire con le proprie sensazioni di benessere o di malessere venga, in diversi momenti della vita, modulata: il nostro corpo ci invia continuamente dei segnali, percepibili soggettivamente ancora prima che obiettivamente, di disagio, sia psichico che fisico ( che diventa comunque conseguente al primo). La frenesia del vivere quotidiano, secondo certi ritmi costantemente elevati, cosi come la necessità di “andare avanti” nella nostra quotidianità o nel raggiungimento di obiettivi lavorativi o di altro tipo, ci porta però a perdere, via via, questa

“L’aurora” - opera di Manuela Marussi.

capacità di percezione, di noi stessi, e dei nostri limiti. Altre volte invece, questa consapevolezza del proprio corpo, e della sua capacità di “farsi sentire” in modo chiaro ed efficace, è persa, a volte precocemente, quando, è posta una diagnosi di malattia: certi soggetti, spesso ragazzi giovani o adulti particolarmente “fragili” (nel senso più ampio del termine) perdono, di fronte a questa definizione loro data, la capacità di attingere alle proprie risorse di rigenerazione e di guarigione, e prima ancora di percezione del proprio stato di salute, affidando ogni “responsabilità” in questo senso, al farmaco o al terapeuta o a un ennesimo approfondimento diagnostico. Subentra così il rischio, a volte, di frammentare ulteriormente il malato, allontanandolo da quella visione di insieme e di completezza, e di considerazione di tutti quei fattori persistenti che invece, continuano a mantenere, nonostante quel farmaco o quella cura, lo stato di disequilibrio. Se, nel normale e nello stesso straordinario percorso che il malato fa con il proprio medico cui si affida, è ritrovata quella autoconsapevolezza, il risultato che si ottiene è massimo.

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GLI INCONTRI

Filosofia del Camminare di Antonella Gaeta

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l tempo deve essere il Medioevo, la strada sterrata e i pensieri (come la musica) altissimi. Giovannangelo de Gennaro è polistrumentista, suonatore di viella e flauti, cantante e cofondatore con Nicola Nesta dell’ensemble Calixtinus che da dodici anni si occupa di musica medievale. Il nome del gruppo è lo stesso del codice firmato da papa Callisto II nel XII secolo e conservato nella chiesa di Santiago de Compostela, miniatura che contiene testi del culto compostelliano. Tutto, dunque, molto tempo prima del suo accadere, si andava preparando. “Ho sempre amato il Medioevo e, anzi, sono convinto che continuiamo a viverlo perché non è mai finito. Mangiamo ancora cibi di allora come le lasagne o le cartellate, dolce tipico della mia terra, la Puglia”. Di medievale c’è la musica, oltre che con i Calixtinus, anche con gli spagnoli Mudejar e con i francesi Organum diretti da Marcel Pérès. C’è il sapere costruito con passione su centinaia di testi e, a un certo punto della sua vita, il Cammino. Quello per eccellenza. Indicato nell’813 da una pioggia di stelle su quel “campus (stellae)”, dove fu ritrovata la tomba dell’apostolo Gacomo e fu eretto un tempio. Per raggiungerlo i cammini sono numerosi e il più delle volte conducono alla propria anima. Antichissima metafora del Pensiero. “Il viaggio è stato da sempre una necessità per me ma al Cammino di Santiago non avevo mai pensato. Ti conducono forti eventi e il camminare stesso è legato al senso del cambiamento, della rinascita, della scoperta del contatto in armonia con la natura. Il cammino ti chiama”. Il primo sussurro viene proprio dal diario romanzato di Paolo Coelho, Il cammino di Santiago. Ma non basta. “A un certo punto della mia vita mi sono accorto di non avere più nulla, di non creare nulla. Vedevo solo il vuoto e ho pensato che un’esperienza potesse provare a colmarlo. All’alba del 27 dicembre del 2001 sono partito. Ho indossato mantella, scarponi e zaino e sono uscito. Da Saint Jean Pièd de Port mi sono messo in cammino”. Solo, seguendo le frecce “amarillas”, di tappa in tappa, di ricovero in ricovero. Circa 20 chilometri al giorno per trentacinque giorni del cammi-

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no “reale” che in tutto conta 800 chilometri, tra salite irte e discese ripide, facendo i conti con la fatica e l’inevitabile dolore fisico. “Ho imparato a conoscere la gente del cammino, persone che altrove non riconosceresti. Gente che ti aiuta, che ti da consigli. Alcuni ti derubano anche. Va così dal Medioevo e ho fatto incontri che, tuttora mi appaiono inspiegabili. Ero sui Pirenei in mezzo alla neve su un passo altissimo nei pressi di Roncisvalle, il vento era contrario e avanzare difficilissimo. Due camminatori e con loro un bambino procedevano senza alcuna difficoltà. Mi hanno avvicinato per chiedermi un cerotto per il piccolo. Ho chiesto indicazioni perché le frecce erano sommerse dalla neve e così, in poco tempo, sono arrivato a Roncisvalle ma dei tre neanche l’ombra. Stremato, ho raggiunto la chiesa deserta e mi sono inginocchiato senza avere più la forza di alzarmi, semisvenuto. Mi hanno svegliato due preti che, spente le luci e permettendo alla luce del tramonto di filtrare dalle finestre di alabastro, mi hanno dato la loro benedizione. Una sensazione fortissima”. E una serie di attitudini che Giovannangelo impara come sdraiarsi sulla terra per ascoltarne il respiro, incantarsi davanti a un arcobaleno o a un campo di grano e, soprattutto, ad ascoltare tutti i propri pensieri che, inevitabilmente, vengono amplificati. “Diventano pesatissimi, ti fanno male, combatti con i tuoi fantasmi come don Chisciotte che, prima di tutto, era un viaggiatore. Impari a conoscerti dentro ed entri in contatto con te stesso”. L’arrivo è la parte più triste “perché sai di dover lasciare qualcosa di straordinario per tornare alla tua vita normale. Alcuni dicono che il cammino comincia quando arrivi al santuario. Ti rendi conto che, se sei stato capace di questa impresa da solo, vuol dire che hai abbastanza forza per tutto il resto”. Lo status di camminatore non l’ha più abbandonato. Ha coltivato il suo medioevo errante, ritornando a Santiago nel 2003 e, da allora, una volta l’anno si mette sulla strada. Ha fatto quattro volte il pellegrinaggio micaelico, a piedi da Molfetta - la sua città in provincia di Bari- a Monte Sant’Angelo sul Gargano. Ha raggiunto Benevento, Santa Maria Di Leuca, San Michele di Bari. Adesso vuole arrivare a piedi a Roma, nel più classico

Gianni Mujedar.

dei pellegrinaggi italici. Si sposta chiedendo ospitalità ai monasteri, ai conventi o alla gente che è disposta ad aprire le porte della propria casa. Passa le sue giornate in giro per il mondo con la la sua musica o, a Molfetta, nel centro studi Torre della Rosa, in uno stabile del XIV secolo. Medievale è, infine, l’ultimo gesto compiuto a ottobre con la registrazione del prossimo album dei Calixtinus, “Gofteman”, che in persiano si traduce con “dialogo”. Tutti quantomeno interessanti gli incroci che hanno portato all’incisione. A partire dal produttore, il francese Henry de’ Pazzi, diretto discendente di quei Pazzi della celeberrima congiura contro i Medici a Firenze. Con i Calixtinus hanno registrato gli iraniani Avinar e il cantante catanese Toni Sorano che, tuttavia, cantava in persiano e in turco. Il tutto registrato all’interno di Castel del Monte, il più misterioso dei manieri federiciani. “Abbiamo, in fondo, ricreato un quadro interculturale e multisciplinare molto vicino a quello della corte illuminata di Federico II. A Castel del Monte sono arrivati da Persia, Sicilia e, naturalmente, Puglia”. Il castello magico li ha accolti, regalando una straordinaria acustica ma anche aprendo vette e abissi. “E’ un luogo inquieto, che amplifica le sensazioni. Non ci abita nessuno, lo si deve percorrere sempre in tondo e ha stanze identiche. L’effetto è straniante ed incredibile”. Ancor più quando torna in cammino per una retta via.


Via del Lavoro 18 - Tel./Fax 0438.777236 - CODOGNÈ (TV) - Z.I. Cimavilla bioliving@libero.it

La filosofia di Bioliving è riportare la naturalità al centro dell’abitare, per ricreare ambienti sani e in armonia con la Natura in cui l’uomo possa sentirsi a suo agio. Dal 1996 realizziamo mobili dalle linee pulite e armoniose per tutti gli ambienti, con progettazioni personalizzate e su misura. Le varie fasi di costruzione vengono realizzate nel nostro laboratorio di falegnameria, garantendo così un’accurata finitura di tutti i particolari; la nostra attenzione è rivolta anche ai materiali di scarto delle lavorazioni, che vengono tutti recuperati. Tutti i nostri mobili sono completamente naturali e realizzati con legno massiccio, senza uso di impiallacciature, compensati, multistrati e loro derivati. Impieghiamo solamente legni massicci provenienti da taglio controllato e certificato: questo significa che le essenze utilizzate non provengono da zone a rischio di disboscamento, ma da foreste dove l’obiettivo è di mantenere l’equilibrio del sistema boschivo. Nelle tecniche di assemblaggio dei letti abbiamo eliminato completamente le parti metalliche; i mobili vengono assemblati ad incastro, tecnica che ci consente di lavorare il legno senza uso di colla, rendendo i prodotti facilmente scomponibili e completamente riciclabili al termine del loro ciclo di vita. Per proteggere il legno non usiamo vernici all’acqua o loro derivati ma esclusivamente olii e cere naturali, che consentono al legno le necessarie traspirazioni e ne esaltano la bellezza, con una sensazione positiva e piacevole al tatto. Infatti il legno, essendo un materiale VIVO, quando non viene trattato con vernici riesce ad assorbire l’umidità in eccesso per rilasciarla quando l’ambiente ne è privo (termoregolatore).


LA VIA DELLE STELLE

L’orologio delle stelle: il metodo Huber di Cristina Bassi

l’Ariete, è l’età della prima espressione, della manifestazione personale ed egocentrica: il bambino si sente Orologio Cosmico a al centro del mondo. La vita cui alludiamo ha delgli sta chiedendo di diventale “strane” lancette, che si re una entità fisica e psichifermano a 72 anni. Questo ca definita, per questo è alto non significa che la vita è il livello di concentrazione predestinata ad essere lunBruno Huber. su se stesso. “Eccomi, sono ga “solo” qual tanto, ma che qua!”, è la tipica espressione poi, secondo i calcoli di Brudel bambino. Di solito, fino al 4° anno no Huber, oltre quella età…si ricomincia di vita non percepiamo completamente il da zero: non diciamo infatti che invecmondo esterno, dato che tutte le energie chiando…si ritorna bambini? sono dirette allo sviluppo dell’io. In questo orologio astrologicio, le case astrologiche rappresentano 6 anni della 2a casa, da 6 a 12 anni: vita personale. Partendo dall’ascendente immaginiamo un ipotetico punto dell’età l’OSTINAZIONE che cammina nello zodioco e che ci acEcco che ora scopriamo il nostro spazio compagna nella vita anagraficamente... vitale: abbiamo bisogno di un nostro terConsiderando la propria età e seguendo ritorio, per questo prendiamo possesso questo punto immaginario ci si può così di spazi, affetti e a volte persone. Qui il collocare in uno spazio del proprio orobambino impara che esiste un mondo scopo, ovvero una casa, in cui è presente circostante, con il quale deve entrare in unn segno zodiacale specifico, che può relazione. Per questo, si confronta con gli essere conosciuto solo con il proprio oroaltri, vuole essere il migliore, avere più scopo personale (che nel metodo Huber degli altri, sperimenta stratagemmi per calcoliamo con il sistema Koch). imporsi o raggiungere i suoi obbiettivi. Nel seguito, invece, consideriamo dei Scopre i limiti posti dalla società e si conparametri generali per tutti, relativi alle fronta così con le regole. case astrologice e alla fascia di età che esse rappresentano. Per essere chiari: tutti 3a casa, da 12 a 18 anni: la PUBERTÀ coloro che hanno per esempio 40 anni Il mondo circostante stimola il nostro insaranno “sensibili” alla tematica espressa teresse: cresce la nostra capacità di apdalla 7a casa... e così via. prendere, vogliamo accumulare il massiSe avete più di 36 anni, e quindi siete mo possibile di conoscenze sul mondo e interessati ad una fascia di età dalla 7a questo ci mette sempre più a confronto casa in poi,non dimenticate di “ricordacon l’ambiente circostante. E’ l’epoca re” anche la fase della vita “opposta” a degli innamoramenti (ideali amorosi) quella che state vivendo ora e quindi a dei castelli in aria…Difficile sopportare quegli anni dell’infanzia o gioventù che la critica o i rimproveri in questa fase e la rappresentano. Per esempio dai 36 ai i conflitti scolastici sono frequenti…si 42 anni, la fascia di età opposta è quella vorrebbe sapere di più e tutto. La pubertà della 1a casa: da o a 7 anni. cambia il nostro corpo infantile in quello Questo “ricordare”, ricollegarsi alla fascia adulto, la sessualità diventa una esperiendi età corrispondente alla casa opposta a za fisica e cominciamo a costruire legami quella in cui si è ora, può far emergere emozionali. tematiche non risolte e/o fornire chiavi di lettura ad attuali stati d’animo. 4a casa, da 18 a 24 anni: l’IDEALISMO E’ questo il tempo di conflitti con l’amLe tematiche delle 12 case astrologiche biente, con la famiglia e la collettività. e 12 fasi della vita: Sentiamo il bisogno di tagliare le radici famigliari. La vita ci chiede di diventare 1a casa, da 0 a 6 anni: La NASCITA esseri liberi e di costruire in autonomia la nostra identità in una famiglia, che Questa, che corrisponde al segno del-

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non sia quella di origine, in un gruppo , in un ambiente. Sentiamo importanti gli ideali che vanno oltre il proprio io personale. Proviamo simpatia verso coloro che hanno i nostri stessi ideali: speriamo di ricreare con loro una nuova atmosfera di intimità. 5a casa, da 24 a 30 anni: AUTOAFFERMAZIONE La vita ci chiama all’espansione in modo avventuroso, ci chiede di metterci alla prova, di sperimentare, di mostrarci. Di nuovo (come nella fase da 0 a 6 ani) c’è una grande enfasi sull’io, sulla manifestazione di sé. Cresce dentro l’impulso a controllare o a dirigere altre persone e questo vale anche per la vita professionale. Tendiamo a mitizzare gli eroi e a creare modelli di comportamento che li rappresentino. La sessualità e l’erotismo si rafforzano in intensità ed interesse. 6a casa, da 30 a 36 anni: la PROFESSIONE L’esistenza materiale e l’espansione economica ci chiamano e con loro spesso arrivano le crisi esistenziali. Può accadere che ci si senta inefficienti professionalmente e non abbastanza affermati: “Sto facendo la giusta cosa per guadagnarmi da vivere?”- è la domanda che si affaccia spesso alla nostra mente in questa fase della vita. Sentiamo il bisogno di chiederci con attenzione se svolgiamo una professione con piena convinzione, se essa è in armonia con le nostre capacità e caratteristiche. Ma non è cosa facile: difficoltà, errori, depressioni, possono assalirci fintanto che non troviamo il nostro “posto” nella vita, che da un lato deve corrispondere ad una esigenza concreta della società in cui viviamo e dall’altro esprimere la nostra unicità. 7a casa, da 36 a 42 anni: la RELAZIONE Ora è forte il bisogno di obiettività e di costruzione di un rapporto solido con il partner oppure di chiarirlo “definitivamente”, non di rado sono anni in cui avvengono separazioni e divorzi. . I legami- soprattutto quelli legali - (relazioni o rapporti d’affari) occupano buona parte dei nostri pensieri: vorremmo che fossero equi, vantaggiosi, a lungo termine e du-


raturi. Non solo non dovremmo ripetere ora gli stessi errori di ieri, ma ci rendiamo conto che possiamo utilizzare ciò che abbiamo imparato in precedenza. Ci troviamo immersi in un processo di comunicazione cosciente con il mondo circostante: vogliamo sapere con chi abbiamo a che fare. Siamo meno istintivi e impulsivi nei rapporti, al contrario usiamo più considerazione, valutazione, selezione. Spesso è anche un periodo di “disillusione”. Inoltre come in un eco, “torna indietro” ciò che in precedenza abbiamo causato. Chiarezza e verità sono i compiti di ora. 8a casa, da 42 a 48 anni: TRASFORMAZIONE La società ci chiama a confronto. La vita ci chiede di andare oltre la superficie e di capire lo scopo profondo dell’ambiente in cui viviamo, della comunità e se necessario di lavorare per questa realizzazione. Se ci fermiamo alla forma esteriore, all’apparenza, allo status sociale, non troveremo né l’energia, né il tempo per concentrarci sui valori interiori. Questo è il tempo di trasformazione, di morte e rinascita. Molti degli ideali che ci hanno animato nella nostra gioventù, ora si confrontano con la realtà nel modo più crudo, portando spesso a galla crisi di notevole entità. Se ancora ci portiamo dentro vecchi stereotipi, questi devono essere rinnovati, rigenerati oppure appassiranno e dovranno scomparire. Ecco la crisi della mezza età che avanza: la vita ci chiede di cambiare radicalmente le abitudini di pensiero. Fino ad ora avevamo una spiegazione della vita solo in chiave personale, ora è tempo di una filosofia globale che consideri tutti. 9a casa, da 48 a 54 anni: NASCITA SPIRITUALE Lo spirito ci chiama a raccolta, l’esistenza deve essere rivista. Le grandi domande (“che senso ha la vita”?) devono essere approfondite ed esaminate. Se ci rifiutiamo di farlo arriva la frustrazione e la ben nota crisi per la mancanza di significati. Sta diventando troppo tardi per raggiungere degli obiettivi che siano solo personali: se insistiamo in questo comportamento, rischiamo di isolarti nell’ambiente. Se an-

cora siamo attaccati agli impulsi egoistici e caparbi che chiedono gratificazione personale, corriamo il rischio di comportarci in modo infantile. La vita ora chiede partecipazione al gruppo, alla comunità, alla società e dovremmo farlo mostrando originalità di pensiero e di filosofia, che deve tener conto di valori che vanno oltre i nostri egoismi. 10a casa, da 54 a 60 anni: l’AUTORITÀ Autorità o autoritarismo? Ecco la prova del fuoco: fino ad ora abbiamo accumulato conoscenze, capacità e veri valori spirituali, oppure esercitato potere con arroganza, violenza coercizione?

che aspettarsi qualcosa dal mondo. Il punto più alto della visibilità esteriore è dietro di noi, nel ciclo precedente: ora è saggio ritirarci dalla febbrile attività pubblica. Sentiamo i ricordi delle molte e ricche esperienze degli anni precedenti: ci può venire voglia di scrivere una autobiografia. La vita ci chiede ora di trasferire la nostra comprensione del mondo a coloro che sono più giovani e che possono farne tesoro. Le amicizie diventano più selettive , il numero dei contatti diminuisce, ma chi resta è veramente un amico. E’ tempo di calma ed obiettività per considerare i problemi dell’umanità al di fuori degli interessi personali. I grandi ideali dovrebbero diventare più chiari davanti a noi stessi e spesso coloro che sono tra i 24 e 30 anni, sono affascinati ed interessati alle grandi mete che sappiamo far loro intravedere. 12a casa, dai 66 ai 72 anni: SAGGEZZA L’ interiorità ci chiama: il mondo ci lascia soli e dovremmo abituarci a conoscere il nucleo più profondo della nostra umanità. Non dobbiamo fraintendere questo messaggio della vita e quindi non dobbiamo non vivere chiusi nel dolore. La solitudine che ora sovente ci accompagna, non è colpa o cattiva volontà del mondo più giovane che ti circonda, ma un naturale decorso della vita che ci chiede pieno distacco dagli impulsi dell’esterno, per prepararci ad un nuovo inizio…

Nel primo caso è giunta l’ora di esprimere vera autorità, quella che poggia sulla competenza e sul distacco dall’obiettivo da raggiungere. Il tempo è perciò maturo per raccogliere riconoscimento pubblico, maggiori responsabilità e anche funzioni di guida nella comunità a cui appartieniamo, sia essa una famiglia, un gruppo, una città, un’azienda. Ma se fino ad ora abbiamo rincorso solo potere personale e sviluppato predominio e coercizione, cadremo vittima dell’autoritarismo, la conseguenza più triste e deleteria del cattivo uso del potere nella vita.

Dopo i 72 anni… Ricomincia il ciclo, che può portarci ad una esplosione vitale. Possiamo sentirti meglio, anche fisicamente, che nel periodo precedente. Ora possiamo risperimentare situazioni e sensazioni famigliari, ma a differenza di prima, abbiamo dentro una maggiore esperienza di vita. Ora ci è davvero possibile capire le radici profonde dell’esistenza: la vita così ci può apparire come un fenomeno molto più grande del nostro piccolo mondo personale. Solo così “l’ultimo respiro” potrà non farci più paura…

11a casa, dai 60 ai 66 anni: l’EVOLUZIONE SPIRITUALE E’ tempo di donare al mondo piuttosto

Da “Altersprogression”, di Bruno Huber, traduzione e sintesi di Cristina Bassi 41


PAROLE E MUSICA a cura di Francesco Giordano

Antonio Onorato

TUDO AZUL (Wide Sound)

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distanza di circa un anno dal precedente “Quatro linguas, uma alma”, torna il talentuoso chitarrista Antonio Onorato con un album dal titolo “Tudo azul”, titolo mutuato dal linguaggio brasiliano e che significa ‘tutto bene’. Il disco infatti trasmette sensazioni positive attraverso emozioni sempre nuove e intense: nella sua musica confluiscono, come in un caleidoscopio, tradizione mediterranea, sonorità brasiliane, jazz e fusion e, per l’occasione, anche canzone d’autore con due importanti riletture in chiave strumentale di classici della tradizione napoletana come “Dicintencello vuje” e “Chi tene ‘o mare” di Pino Daniele. Reduce da una tournee

Elis Prodon

SAMBA E AMORE (Philology)

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lisabetta Prodon inizia l’attività professionale nel 1988 con esibizioni dal vivo in ambito jazzistico, attraverso diverse formazioni a suo nome. Spazia dal jazz al gospel, studiando canto lirico e pianoforte e si appassiona di musica brasiliana. Attualmente affianca l’attività del canto all’insegnamento. In “Samba e Amore”, dedicato al samba e alla bossa nova brasiliana, riletti per l’occasione in italiano con classe ed eleganza, recupera alcuni classici della musica brasiliana a cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70 tradotti in italiano a suo tempo da firme illustri, fra le quali Giorgio Calabrese e Sergio Bardotti. Quest’ultimo, recentemente scomparso, è

Kavi

UNCONDITIONAL LOVE (New Earth/Evolution)

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avi Jezzie Hockaday è uno degli artisti di ultima generazione in ambito di “musica spirituale”. Il suo album di debutto è il recente “Unconditional love”, realizzato per la New Earth, lavoro nel quale confluiscono le molteplici influenze musicali dell’artista britannico: dall’amore di-

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di successo negli USA che sta bissando con lusinghieri risultati, Antonio Onorato firma i restanti 11 pezzi del disco avvalendosi del contributo di Giorgio Mellone che, peraltro, cura gli archi del cd, per l’iniziale “Tudo azul strings” e per “Reflection”, mentre nella solare “Viaggia con noi” il pezzo è stato firmato a quattro mani con Joe Amoruso. Lo stesso Amoruso interviene nel disco alternadosi al pianoforte e alle tastiere con Piero De Asmundis e Giorgio Savarese, nomi che da tempo affiancano Onorato, mentre l’impianto ritmico è affidato al basso di Diego Imparato e alla batteria di Gianluca Brugnano. Antonio Onorato con “Tudo Azul” mostra tutta la maturità artistica e la sua energia vitale, meritandosi il palcoscenico internazionale conquistato.

Michel Pepé

JOYAUX ET MERVEILLES (MP Production/Evolution)

M

stato uno dei maggiori artefici della diffusione della musica brasiliana in Italia, attraverso le collaborazioni con Vinicius de Moraes, Toquinho, Chico Buarque e che, in “Samba e Amore”, regala un testo inedito proprio su “Samba do grande amor” di Buarque. Il disco è stato realizzato fra Natal, in Brasile, e Venezia e vede la partecipazione di Flavio Brio, chitarrista e marito della raffinata interprete, Renato Greco che ha arrangiato, suonato e registrato le tracce a Venezia, Eduardo Taufic che invece ha curato la parte dell’album realizzata in Brasile. Il progetto prosegue brillantemente dal vivo con l’apporto dello stesso Flavio Brio, del percussionista Luciano Ali’, del sassofonista Valerio Signetto e del bassista Enrico Ciampini.

ichel Pepé è nato a Parigi nel 1962 ed è considerato uno dei più importanti e talentuosi compositori di musica spirituale. Inizia gli studi di pianoforte all’età di 7 anni per poi intraprendere lo studio di chitarra e composizione. L’amore per la musica ellettronica lo porta nel 1990 a creare le sue prime composizioni attraverso la stesura del primo album, inciso in uno studio di Parigi e che, quasi per caso, lo proietta nel mondo della musica terapeutica. Nel suo stile si apprezza immediatamente la convergenza di universi musicali dilatati che si aprono ad armonie sinfoniche, dove strumenti legati alla tradizione classica, suoni della natura ed elettronica si fondono fra loro in un processo di amalgama costante. La sua musica è spesso accompagnata in ambito Yoga, Tai chi, Qi gong, Reiki ed è stata utilizzata a supporto di numerose serie televisive e documentari dedicati alla natura e all’ecologia. Il suo nuovo “Joyaux et Merveilles” che segue a circa un anno dal precedente “Splendeur d’Eternité” è un lavoro nel quale è possibile rileggere ancora una volta lo spirito della natura. L’attento utilizzo di violini, violoncello, pianoforte, arpa, chitarra, flauto traverso e flauto pan, che si intrecciano con le sonorità dei cristalli, i suoni della natura e cori dai toni aurei, crea un tappeto sonoro avvolgente e ricco di magia.

chiarato per i Pink Floyd e i richiami psichedelici degli anni ’60, fino ai riferimenti ad ad alcune band tedesche che, nella decade successiva, hanno percorso la via dell’elettro-rock “cosmico”. Lo stesso artista, che si definisce poeta e musicista mistico, afferma che l’amore è il sentimento supremo che fa muovere tutto e la musica stessa è nient’altro che l’espressione dell’amore in azione. Unconditional love” è un lavoro nel quale confluiscono atmosfere downtempo e psichedeliche in

un percorso musicale dove la stessa voce è strumento che scandisce i tempi, lunghi e dilatati, che ispirano un profondo relax. Per la sua realizzazione si è avvalso del contributo della vocalist Amoda, amica e compagna nella vita. L’intreccio vocale e strumentale crea un tappeto armonioso e mistico, sensuale e onirico, ideale per la meditazione e discipline come Tai Chi e Yoga. Kavi afferma che l’unica via per salvare il mondo dalla follia della guerra e della violenza è diffondere l’amore e ricongiungerci con la nostra natura divina: concetti che confermano quanto la filosofia di vita si rispecchi nella sua musica.



PAROLE E MUSICA a cura di Mariangela Valentini

Diego Dalla Palma

Per amarsi un po’ (Sperling&Kupfer Editori)

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corrono come morbide carezze sull’anima le pagine di questo libro. Scorrono maliose, ma sanno anche essere tocchi sferzanti, talvolta, come sonori schiaffi, a ricordarci che l’amore è la nostra unica via, a patto che sappia essere una verità nitida, alta e stellare nel nostro breve cammino di uomini. L’autore osserva, annota, mette in scena sé stesso, senza vergogna ed esitazione: ci racconta come amare senza eccessi e come l’eccesso possa travolgerci quando meno ci aspettiamo accada, fino a piegarci e spezzarci negli amori in cui amiamo troppo e male, con dolore contorto invece che con gioia chiara; ci insegna come voler bene senza esitare, come rispettare le scelte di chi ci circonda anche se non riusciamo a comprenderne le ragioni fino in fondo, anche se capire ed amare, spesso, sono cammini tanto differenti e inconciliabili, che è sciocco tentare di congiungerli in un orizzonte comune. Le considerazioni di Diego Dalla Palma si snodano lungo numerosi e brevi capitoli, dedicati a temi vicini al suo cuore ed alle tracce della sua vita. Gli errori e le debolezze, le delusioni e le ebbrezze del suo quotidiano ci arrivano dritti in volto senza filtri e mediazioni, con la speranza e la forza

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d’animo di chi sa vivere il dolore e la solitudine come il naturale contraccolpo della felicità, come il cono d’ombra che si annida oltre ogni nostro cerchio di luce. Un percorso difficile e doveroso, che ci riannoda alla forza della vita. Per amarsi un po’non è un manuale d’amore ma uno specchio di vita vissuta, qualche nota in margine alle vicende alterne che la nostra esistenza amorosa ci riserva.

S. Parancola e P. Ros

Feng Shui della forma (Editoriale Delfino)

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sentimenti stanno nelle curve” recita un detto cinese con cui si apre questo volume, poichè è dalla volontà di raccordo tra le linee interiori dell’uomo e quelle dell’ambiente che nasce il Feng Shui. Esso è l’equilibrio delle forze del Cielo e della Terra, l’arte del Vento e dell’Acqua, è un sapere antichissimo cinese evolutosi nel corso dei millenni con nuove teorie e modelli. E’ nata come una scienza applicata alla difesa degli imperatori e delle dimore imperiali, all’utilizzazione delle risor-

se del territorio dal punto di vista insediativo ma si è poi, man mano, arricchita di concetti legati alla cultura e alla filosofia dell’abitare comune, in armonia coi luoghi che ci circondano. Consente di comprendere le relazioni tra l’ambiente domestico e lo spazio esterno, tra l’uomo che abita uno spazio e l’armonia di quello spazio. La triade Uomo-Cielo-Terra, che era rispettata e applicata nelle architetture antiche, è andata poi smarrendosi e con essa il forte legame tra la natura e le sue più profonde energie vitali. La corretta applicazione della metodologia Feng Shui, invece, prevede un’attenta valutazione di queste tre variabili, unendo quindi lo studio dello spazio a quello del tempo - come precisa nella premessa l’architetto australiano H. Choy. Oltre le facili mode giunte in Occidente, questa “disciplina olistica” dell’abitare ha modelli teorici analoghi non solo in Cina ma è un elemento pulsante di ogni sentire e civiltà umana (Ne sono esempi gli schemi del Fudo in Giappone, della Geometria Sacra della terra in Perù, in Vietnam, in India e gli studi di Geomanzia in Occidente). Il progetto dei due autori è proprio quello di far conoscere in Italia e all’estero le applicazioni del Feng Shui su varie scale progettuali ed il volume è il primo di una serie in cui vengono approfondite tutte le più importanti Scuole del Feng Shui secondo il modello classico.




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