BioGuida 23 - Inverno 2008/09

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Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 CNS TS

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INVERNO 2008

N. 23 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO

ARMONIE D’INVERNO



In un periodo in cui i valori materiali mostrano i segni della crisi, dovremmo imparare a rivolgere l’attenzione verso altre direzioni.

BioGuida

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 23 inverno 2008 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n°1067 del 26/03/03

La BioGuida augura a tutti voi un 2009 molto ricco… di pace, serenità interiore e maggiore consapevolezza.

in questo numero

Testata iscritta al ROC n.16994. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1 CNS TS Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Via F. Denza 4, 34124 Trieste. Tel. 040.302110 - Fax 040.9890285 Cell. 338.8852117 info@bioguida.com - ppbi@bioguida.net

La via della scienza:

I luoghi:

Sito Web: www.bioguida.com Abbonamenti: 040.302110 - 338.8852117 info@bioguida.com CCP 51506707

Seminare paura

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Vibrazioni che guariscono

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Stampa: Grafiche Filacorda, Udine. La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità.

Direttore editoriale: Pierpaolo Bon Direttore responsabile: Mariangela Valentini I nomi di questo numero: Maura Amelia Bonanno, antropologa culturale, esperta di enneagramma. Umberto Carmignani, maestro di reiki, counselor transpersonale e ricercatore spirituale. Donatella De Colle, psicologa musicoterapeuta. Jacopo Fo, scrittore, attore, fondatore della Libera Università di Alcatraz. Roberto Gava, medico specializzato in cardiologia, farmacologia e tossicologia, esperto di agopuntura cinese e omeopatia. Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Paul Kircher e Eleonora Brugger, insegnanti training mentale e interpretazione dei sogni. Diego Kriscak, musicoterapeuta, esperto in terapia vibroacustica. Giacomo Leone, fisioterapista, terapista e docente di cranio-sacrale e di manipolazione viscerale fasciale. Gisella Lochmueller, membro di A.R.E. - Edgar Cayce Italia. Paolo Loss, cantante lirico, insegnante di canto gregoriano e vocalità.

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Pubblicità e Marketing: 338.8852117 - 040.302110 ppbi@bioguida.net Fotocomposizione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste

I luoghi della BioGuida

Gli incontri: La via interiore:

Manipolazione Viscerale Fasciale

“Clinica Verde” di Jacopo Fo

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Il suono del silenzio (2a) Melodia della nascita Che cos’è un sogno?

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Principi Olistici di E. Cayce

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Essenza e distorsione dell’Ego (3a)

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Nuove frontiere del Reiki (3a)

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La via degli animali: Una guida nel buio

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Parole e musica: Recensioni CD

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Recensioni libri

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Disegni e immagini: Cristina Bernazzani, Jacopo Fo, Moreno Tomasetig) In copertina: “Immaginaria 2008 - La Luna nel tempo“ opera di Fulvio Cazzador www.fulviocazzador.it

Natural Point augura Buone Feste a tutti i lettori, regalando il libretto sulla “felicità” in allegato alla rivista.



Sin dai lontani anni ’70, il dott. John Upledger si e’ dedicato all’evoluzione dell’osteopatia cranica ed è stato il pioniere della Cranio-Sacral Therapy (Terapia Cranio-Sacrale), oggi riconosciuto come il massimo esponente mondiale di questa metodica. I suoi testi sono ormai considerati da tutti gli esperti del settore, come libri di riferimento per questa materia e, nel mondo, ci sono più di 90mila terapisti che hanno appreso ed applicano la sua metodica. Nel 2000 il dott. John Upledger è stato citato sia dal “Time Magazine”, che gli ha dedicato la copertina, che dalla rete televisiva “CNN”, come uno dei massimi esponenti mondiali delle medicine alternative (ora chiamate “Bio-Discipline”). Spesso, purtroppo, si diventa maggiori esponenti, riconosciuti globalmente per qualche merito, solo nel momento in cui si viene a mancare… Questo non è il caso del dott. John Upledger. Da tutti gli angoli del globo, chi è genuinamente interessato nelle terapie non convenzionali, ambisce ad un certo punto della propria carriera a poter incontrare il dott. Upledger di persona, per conoscere il terapista ma soprattutto l’uomo che ha sostenuto, a dispetto di tutti i pareri cattedratici ostili, che: “il cranio NON è una struttura ossea calcificata, ma tutte le ossa del cranio si muovono ed assecondano un ritmo che si percepisce attraverso una sua specifica Simmetria - Qualità - Ampiezza e Frequenza” (SQAF) e che “il Ritmo Cranio-Sacrale (RCS) che si percepisce, è la manifestazione tangibile del Sistema Cranio-Sacrale (SCS) che partecipa all’unisono nella nostra vita con tutti gli altri sistemi dell’organismo”. Inoltre il dott. Upledger ha sostenuto e provato che il Ritmo Cranio-Sacrale, nella complessità del proprio movimento, registra ed è esso stesso indice dei fattori emotivi (fattore significativo) che testimoniano la memoria dell’organismo sulla formazione di una somatizzazione fisica e permette così, in molti casi, di poter rilevare le cause che hanno provocato l’insorgere della sintomatologia e della disfunzione fisica. Questa “semplice” scoperta ha messo in evidenza al mondo qualche cosa che prima non si sospettava nemmeno, ha portato alla conoscenza umana un tassello in più nello studio di questa meravigliosa complessità che è l’organismo umano ma, soprattutto, ha permesso di risolvere problemi e disfunzioni che erano considerate irrisolvibili o ignote.

Per altre informazioni: www.upledger.com oppure www.accademiacraniosacrale.it

AGOSTO 2009: ci sarà la possibilità di incontrare in Florida - USA il dott. Upledger, in uno degli ormai rari incontri al pubblico, consentiti dall’età e dagli impegni L’opportunità viene presentata dall’Accademia Cranio Sacrale Metodo Upledger, che ha organizzato questo incontro, aperto a chi ha portato a termine almeno il primo livello di Tecnica e Terapia Cranio-Sacrale (CST 1) Due giorni in agosto in Florida con il dott. Upledger potrebbero essere indimenticabili e darvi modo nel tempo di poterli ricordare come un regalo estremamente prezioso fatto a voi stessi In questi due giorni vedrete di persona il dott. Upledger e potrete assistere ai suoi trattamenti, oltre ad avere l’opportunità di condividere le vostre conoscenze e le vostre esperienze con il dott. Upledger stesso (Per partecipare al corso occorre essere soci della Accademia Cranio-Sacrale Metodo Upledger) Accademia Cranio-Sacrale Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, 34122 Trieste Tel. 040 3476191 - Fax 040 3487121 info@accademiacraniosacrale.it - www.accademiacraniosacrale.it


EDITORIALE

L’enigma del tempo Fiori di ciliegio nella sera anche l’oggi appartiene al passato Eihei Dogen Zenji

O

gni tempo permane oltre sé stesso. Eppure, sul finire dell’anno che incalza, spesso ci si affretta a scorrerne i momenti passati e ad immaginarne di nuovi per il prossimo che sopraggiunge impaziente. Nella poesia “Fine d’anno”, lo scrittore argentino Louis Borges, descrive gli ultimi attimi della mezzanotte, tra l’anno vecchio e il nuovo, e accenna alla minuzia simbolica di sostituire un tre con un due (…) alla metafora inutile di attendere i dodici irreparabili rintocchi. Il poeta Giacomo Leopardi prima di lui, aveva ribaltato questa prospettiva, e nel “Dialogo di un venditore d’almanacchi e un passeggere” ci invitava a superare la grigia attesa del tempo che verrà, immaginando un anno più felice e gaio, perché la vita bella non è la vita che si conosce ma quella che ancora non sappiamo d’essere, aperta alla speranza ed all’illusione. La felicità sta in una gioia ignota, nell’attesa che continuamente risorge, oltre la consapevolezza del vero: la vita è nel mondo e sogna una felicità che la mente riconosce impossibile. Non così nella cultura giapponese, dove pure corre una vena d’inquietudine data dal desiderio di fuggire il tempo circolare. Il pensiero buddista, per esempio, mette in luce questa angoscia perché la morte non è la fine di tutto e nemmeno l’inizio di una vita ultraterrena. L’eternità è un attimo di sé stessa e l’esistenza degli esseri nel mondo è frutto delle eterne rinascite che si compiono nella legge inesorabile delle sue vite innumerevoli. La vita terrena sta nell’impermanenza del samsara: esistenza che pure contiene in sé tutti i valori della verità ultima, perché, come insegnano i maestri del pensiero Zen, ogni forma dell’universo, proprio nella sua transitorietà, è illuminata. “L’impermanenza è nella natura del Buddha” - scrive il maestro Dogen - e la permanenza è la trasformazione non ancora avvenuta dell’erba, delle piante e di tutte le creature. Questo senso del tempo è impermanente, perché la natura stessa del Buddha, va oltre la scansione del tempo circolare e

porta alla sua liberazione, accelerandone il ritmo. Il presente “è” nel momento stesso in cui se ne parla, si sposta nel futuro, e proietta la sua immagine, come in un passato simbolico ed evanescente: la speranza dell’avverarsi di un fatto coincide con il suo rimpianto. Non a caso l’arte giapponese è un continuo gioco di fughe prospettiche, come nei giardini zen, dove il presente è ossessivamente proposto e negato perché l’intensità con cui è vissuto “l’ima (l’adesso)”, concentra nell’istante presente tutte le proiezioni temporali e le dissolve; così come la sofferenza del tempo, anche la liberazione dal suo fardello sta nella vita stessa, nel suo “qui ed ora”, nell’attimo che fugge. L’insegnamento di Dogen ci invita a capire che la buddhità è il tempo, e che colui che vuole realizzare l’illuminazione deve accettarlo così come si manifesta nella sua quotidianità. Anche la natura ultima del Dharma consiste proprio nei fenomeni che si realizzano nell’istante che si vive, nella dimensione di un presente che è fragile e intenso al contempo. E poiché nel tempo siamo immersi, anche la buddhità non va cercata in un futuro indefinito ma si realizza lì dove, e quando, siamo. La buddhità è dunque l’intuizione che la realtà ultima sta nella vacuità e non può essere disgiunta dalle forme relative del mondo, ossia dalla manifestazione assoluta del

suo stesso divenire. La buddhità, dunque, non è nascosta, sono i nostri occhi, piuttosto, a non riuscire a vederla nella sua estrema chiarezza e placida evidenza. Per queste ragioni, lo Zen rivaluta la vita e il corpo, perché nell’illusorietà dei sensi si riconosce uno strumento di salvezza che insegna quanto l’illuminazione sia possibile in questa nostra stessa esistenza, perché, pur nella caducità del nostro apparire, siamo già Buddha. Uomini, natura e divinità sono strettamente uniti nel vincolo di una fratellanza profonda anche nella fede scintoista. Da questa convinzione deriva il senso di un’intensa adesione sprituale dell’uomo alla natura come espressione dell’assoluto, come accettazione ampia del nostro umano cammino nel mondo. Per questo ogni aspetto della vita è sacro, e si manifesta a colui che sa vederlo nella sua natura di assoluta immanenza e, anche per questo, prassi religiosa e ricerca della salvezza nella quotidianità si fondono nei percorsi di tutti coloro che intendano realizzare benefìci concreti e terreni come la buona salute, il benessere economico, il successo nel lavoro e la serenità nelle relazioni sociali: nel corpo come nello spirito. Il tempo non esiste. E’ solo spazio. Il direttore responsabile Mariangela Valentini (marivalentini@libero.it)


LA RIVISTA TRIMESTRALE

• APPROFONDIMENTI su tematiche olistiche, spirituali, filosofiche • La rubrica “I LUOGHI” con gli elenchi aggiornati delle principali associazioni, centri, istituti olistici, terapeuti e professionisti del naturale • Il sito web con links, indirizzi e approfondimenti: www.bioguida.com

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LA VIA DELLA SCIENZA

disegni di Cristina Bernazzani

Seminare paura per guadagnare sulla salute? di Roberto Gava (www.edizionisalus.it)

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n questi ultimi anni stiamo assistendo sempre di più alla diffusione da parte dei mass media di messaggi di paura che, quando vengono adeguatamente analizzati, dimostrano di essere non solo ingiustificati, ma addirittura appositamente creati e amplificati secondo un piano prestabilito. Dopo l’AIDS, la mucca pazza, la SARS, l’influenza aviaria, l’influenza invernale… non possiamo più credere a tutto quello che i media dicono, ma è ovvio che non possiamo neppure avere competenze specifiche per ogni particolare materia: cerchiamo almeno di usare un po’ di saggezza che, in questo caso, corrisponde al semplice buon senso. Come ogni anno, in questo autunno abbiamo assistito silenziosi ad una massiccia propaganda a favore della vaccinazione antinfluenzale, anche pediatrica, basata non certo sui dati scientifici, ma sulla nostra emotività e sulla nostra ignoranza specifica. Ci viene appositamente inculcata la paura di nuove e drammatiche epidemie virali, nuovi e fantasiosi virus (il più delle volte sono virus sempre esistiti, come quello dell’aviaria). Nell’autunno 2006-2007 c’è stata meno pressione ma, quest’anno, già a metà settembre 2008 è ricominciato il tam-tam della paura con in testa il Corriere della Sera (15 settembre 2008) che, nella sezione “Salute” della versione on-line (www. corriere.it), ha iniziato a bombardarci con messaggi terrificanti, ripresi e amplificati addirittura 5 giorni dopo con questi toni: “Strage stagionale. Killer una serie di virus che ‘muta’ ogni anno per eludere gli sforzi degli investigatori… Si parla tanto della temuta pandemia ricordando i 40 milioni di morti dovuti al virus della Spagnola nel 1919… 250-500 mila i morti nel mondo ogni anno (più delle vittime della strada) e un numero di persone infettate compreso fra 300 milioni e un miliardo (515% della popolazione globale). Morti che potrebbero essere evitate (quasi tutte) con la vaccinazione. Purtroppo nel 20062007 le dosi utilizzate in Italia sono state solo 16 milioni… Non certo in linea con la prevenzione “totale” o quasi auspicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità

(OMS). …si vaccina solo un italiano su 4 e il 66% degli italiani non ha mai fatto la puntura anti-influenza… A rischio anche i piccoli tra i 6 mesi (prima è inutile fare vaccini perché il sistema immunitario è immaturo) e i 24 mesi di vita. La novità è la vaccinazione in gravidanza: un mese o anche più prima della nascita del bambino. Quest’anno l’influenza parlerà australiano e sarà più “cattiva”. Colpa di una nuova variante particolarmente aggressiva del virus influenzale ” (20 settembre 2008). È facile criticare scientificamente messaggi come questo Ci spaventano ricordandoci la grave pandemia della Spagnola del 1919, ma la scienza sa che 100 anni fa quelle epidemie erano possibili non perché non esisteva il vaccino, ma solo a causa delle scarse condizioni igieniche e sociali della popolazione. Oggi quelle condizioni non esistono più in Italia e, quindi, non esiste neppure il pericolo di una epidemia di grandi dimensioni. In realtà, forse, un giorno potrebbe essere addirittura possibile, se dovessero crearsi due condizioni concomitanti: che l’intera popolazione diventi immunologicamente estremamente debole, a causa delle numerose vaccinazioni pediatriche e antinfluenzali annuali

e delle sempre più frequenti assunzioni di farmaci, come cortisonici e antibiotici; e che in qualche laboratorio venga “creato” per ragioni sperimentali qualche virus anomalo particolarmente virulento, che poi sfuggirà al controllo dei ricercatori e si diffonderà nella popolazione… Ci spaventano parlandoci di 250-500.000 morti da influenza all’anno, ma dimenticano di ricordare che questa cifra è formata per il 95% dalle morti che avvengono nei Paesi poveri del Terzo Mondo che, come abbiamo detto, sono ad elevato rischio per le complicanze dell’influenza solo perché vivono in condizioni igienico-alimentari molto scadenti. A titolo di esempio, ricordo un documento inerente il vaccino antipoliomielitico diffuso nel 2003 dal dr. Datti Ahmad, presidente del Supremo Consiglio Nigeriano per la Sharia: “In Nigeria abbiamo molte malattie importanti che stanno uccidendo e menomando i bambini molto più della poliomielite, ma chi ci offre gli aiuti non è disposto a pagare nulla per darci qualcosa che combatta queste altre malattie o la fame, mentre è preoccupato solo della poliomielite. Queste persone sono pronte a spendere cifre altissime per combattere la polio, ma nemmeno un soldo per il resto. Questo atteggiamento ha creato sospetto nella gente della comunità nigeriana”.


Ci dicono che le migliaia di morti potrebbero essere quasi tutte evitate con la vaccinazione, mentre non è assolutamente vero che il vaccino antinfluenzale riduca in modo significativo la mortalità, rispetto a quanto accade nei non vaccinati, ed è ancora meno vero che potrebbe far evitare quasi tutte le morti. Una grossa e importante meta-analisi che ha studiato 20 “trial clinici” e che è stata pubblicata nel 2003 ha dimostrato che la vaccinazione antinfluenzale ha una scarsissima efficacia clinica perché: - è necessario vaccinare circa 45 persone per avere un solo caso di influenza in meno; - riduce il tempo di malattia per ogni episodio influenzale di circa 0,3 giorni; - non riduce in modo significativo né le complicanze né i ricoveri ospedalieri da influenza. Questi dati sono scontati se si pensa che il vaccino antinfluenzale, nei casi in cui riesce ad essere efficace, evita ovviamente solo la malattia influenzale causata da quel determinato virus e non le sindromi influenzali causate da altri virus. Infatti, è bene sapere che i virus dell’influenza (ortomixovirus a RNA) sono classificati nei tipi A, B e C, dei quali il tipo A è la causa più frequente della malattia influenzale vera e propria. La sindrome influenzale, invece, è una patologia del tutto sovrapponibile alla malattia influenzale ma causata da virus diversi da quello dell’influenza e, in particolare, da: paramixovirus, adenovirus, pneumovirus, rhinovirus, coronavirus, echovirus e anche vari batteri. Studi epidemiologici molto ben documentati insegnano che solo il 9% di quelle che vengono chiamate “influenze” sono causate dal virus influenzale vero e pro-

prio e, quindi, solo queste (anzi, solo una loro parte) potrà essere prevenuta dalla vaccinazione antinfluenzale. Infatti, la pubblicità che alcune ditte produttrici di vaccini antinfluenzali mandano ai medici di base, parla dei grandi danni dell’influenza ma di pochi effetti dei loro vaccini e non accenna minimamente alla possibilità che il vaccino riduca la mortalità, semplicemente perché non è vero e non lo potrebbero dimostrare. Ci dicono di vaccinare anche le donne in gravidanza, però va ricordato che le stesse ditte farmaceutiche poi riportano nella scheda tecnica dei vaccini questa frase che si commenta da sola: “nell’uomo, fino ad oggi, i dati sono inadeguati per valutare il rischio teratogeno e fetotossico durante la gravidanza. In gravidanza, nelle pazienti ad alto rischio, i possibili rischi dell’infezione devono essere valutati rispetto ai possibili rischi della vaccinazione”. Ci dicono che, quest’anno, l’influenza sarà più “cattiva” e io rimango molto scettico su tale affermazione ma sono invece convinto che, continuando a spingere in ogni modo la gente a vaccinarsi, qualche problema prima o poi emergerà, perché il virus influenzale è un virus a RNA e quindi soggetto a molte e facili mutazioni (è per questo che ogni anno ci sono sempre nuovi ceppi virali). Una delle principali cause che inducono le mutazioni è la circolazione del virus in un ambiente ‘ostile’ che, in questo caso, è rappresentato dagli individui che sono già stati vaccinati contro alcuni genotipi del virus influenzale, costringendo così il virus alla mutazione per semplici meccanismi darwiniani di “adattamento” (a causa della presenza di anticorpi). Più si vaccina, più si creano ceppi virali mutati e, quindi, maggiore sarà la probabilità di selezionare prima o poi alcuni ceppi

virali particolarmente patogeni e, pertanto, sempre più ostili. La pericolosità dell’influenza, allora, crescerà e l’industria farmaceutica coglierà l’occasione per spaventare sempre di più e indurre a vaccinarsi ulteriormente, e questo produrrà un circolo vizioso sempre più deleterio per noi e sempre più redditizio per l’industria farmaceutica. Cosa possiamo fare? 1. Non credere a tutto quello che ci viene detto, specie se è un messaggio di paura che mira a toccare l’emotività e se si coglie che viene promosso dall’industria farmaceutica (che oggi supera per potenza politico-economica l’industria bellica). 2. “Perdere” un po’ di tempo per leggere libri e articoli indipendenti, specie nel campo sanitario, perché non si può demandare ad altri il compito di salvaguardare la nostra salute, altrimenti un giorno perderemo molto più tempo a rimpiangere la salute che avevamo prima... 3. Non vaccinarsi indiscriminatamente e, in particolare, non dobbiamo vaccinare i nostri figli, perché sono particolarmente sensibili ai danni dei vaccini, avendo un sistema immunitario non completamente sviluppato. 4. Aprirsi al mondo delle medicine naturali e in particolare all’Omeopatia, perché in questo modo non si “insegna” all’organismo a difendersi specificatamente e per pochi mesi verso un solo virus (come il vaccino antinfluenzale), ma si stimolano e rinforzano le difese immunitarie aspecifiche, che sono in grado di combattere contro tutti i virus, i batteri e i germi in genere, e continuano a farlo per molto tempo. Anche qui basta ragionare e usare un po’ di buon senso: se l’industria farmaceutica, che possiede tutto il potere sanitario mondiale, si scomoda e si affanna in tutti i modi per attaccare l’Omeopatia, significa che è disturbata da questa scienza in grado di sottrarle potere e denaro. Infatti, è esperienza comune di tutti coloro che si curano con la medicina omeopatica quella di utilizzare molto raramente i farmaci chimici e godere di una qualità di vita migliore di prima.


LA VIA INTERIORE

La “Clinica Verde” di Jacopo Fo Il malato che guarisce

A

lcune malattie guariscono da sole. Perché curare un’influenza? Che senso ha abbassare la febbre? La febbre è la cura che il corpo ha scelto. Serve per uccidere i batteri. Il corpo ha fatto un sacco di fatica per provocare la febbre e tu bestia, pigli l’aspirina! Prendere medicinali ha senso solo se sopravvengono complicazioni gravi, o se il paziente ha meno di 3 anni, o più di 80, o è già gravemente debilitato. In questi casi, l’influenza e la febbre oltre i 38° può essere pericolosa (ed è meglio consultare il medico). Discorso sui farmaci L’aspirina non cura l’influenza. Abbassa la febbre e attenua i sintomi. Ma se attenui anche i sintomi dell’influenza, come fa il tuo corpo a capire che cosa ha? Pigliare l’aspirina è un insulto alle tue capacità di autocura. Certo, se uno soffre in modo insopportabile, è giusto che prenda antidolorifici. Ma l’influenza non dà sintomi così terribili. Certo, magari sei costretto ad andare lo stesso al lavoro, oppure non sopporti neppure l’idea di avere un piccolo malanno... ma se pigli l’aspirina non agisci in modo sensato. Tra l’altro, ancor oggi, nessuno sa percheccavolo l’aspirina funzioni e come funzioni realmente. Lo so che pare incredibile, ma è così. Questo mistero sui reali meccanismi attivati dai principali farmaci dovrebbe consigliare tutti a usarli con molta parsimonia. Le medicine vanno prese solo se c’è pericolo Sennò ci si può curare con metodi non aggressivi. Ad esempio, un bel bicchiere di latte caldo con il miele e il cognac, o seppellirsi sotto le coperte per sudare, sono rimedi che valorizzano lo sforzo del corpo nel combattere l’influenza. Oppure potete scegliere il metodo macrobiotico: riso integrale biologico bollito, poco sale e poco olio e qualche spicchio d’aglio. I raffinati che amano le erbe possono consumare propoli e pastiglie d’aglio deodorato. I duri, uno spicchio d’aglio sbucciato unto d’olio d’oliva a mo’ di supposta. L’influenza durerà comunque quei 3 o 4 giorni. Ci si

cura più che altro per rassicurarsi e alleviare i sintomi, ma in realtà tutti questi sistemi fanno poco. Né più né meno dell’aspirina, o degli antibiotici. Gli antibiotici vanno presi con le pinze L’influenza è provocata da un virus, gli antibiotici uccidono i batteri. I virus non sono batteri. Checcavolo serve prendere gli antibiotici? A niente. È utile solo nel caso ci sia il rischio di complicazioni gravi (polmonite, ecc.). Cioè nel caso che l’indebolimento, causato dalla malattia, permetta lo sviluppo di gravi infezioni batteriche. Ormai anche gli organismi medici internazionali si sono accorti del rischio enorme provocato dall’uso indiscriminato degli antibiotici. Infatti, ogni strage di batteri comporta un passo avanti nella selezione genetica di questi microrganismi, che stanno diventando sempre più immuni agli antibiotici. Insomma, nel vano tentativo di evitare qualche giorno di malessere, stiamo selezionando nuove razze di batteri antibioticoresistenti e muniti di laser incorporato. Diventeranno alti due metri, mangeranno piombo e cagheranno tempesta. Saremo noi i loro virus e ci massacreranno a martellate. Non mitizziamo la medicina: il nostro corpo è ancora il medico migliore Ci sono molte idee sbagliate intorno alla medicina (a tutti i tipi di medicina). I medici sono meno bravi di quel che vorrebbero farci credere. È opinione diffusa che sia stata la medicina moderna a elevare così tanto il livello di sopravvivenza e longevità. Questo è falso. La grande riduzione della mortalità in Europa e Nord America è avvenuta prima

che le medicine moderne arrivassero alle popolazioni. Fu provocata non dall’abilità dei medici, ma dall’aumento della quantità di cibo, dall’arrivo dell’acqua corrente dalle fognature, dai servizi di nettezza urbana, dall’uso dei disinfettanti, degli insetticidi e del sapone, dal miglioramento generale delle condizioni igieniche, dovuto alla maggior ricchezza e alla scolarizzazione di massa. La penicillina, il primo antibiotico, inventato nel 1936, arrivò sul mercato soltanto negli anni ‘40. Ancor oggi dobbiamo la crescente longevità alla qualità dei cibi, al riscaldamento delle case, alla disponibilità di vestiti, alla migliore situazione dei posti di lavoro, alla progressiva razionalizzazione dell’alimentazione e alla crescita della cultura della salute fisica, più che alle medicine. E, ovviamente, sono convinto che l’enorme proliferare di spettacoli comici e la crescita della cultura del ridere abbia dato un notevole contributo alla salute dei popoli. Oggi circa il 50% degli spettacoli (film e TV) e dei libri “consumati” sono comici. Le opere ridicole sono in testa a tutte le classifiche. Basta andare a vedere a che livello stavano agli inizi del 1900 per capire quanta strada sia stata fatta. Raccontavano delle barzellette che non si sa come potessero far ridere! D’altra parte, bisogna osservare che i benefici delle medicine sono stati in parte vanificati da un consumo esagerato di pillole e iniezioni che spesso provocano effetti collaterali pessimi. Lo stesso vale per i ricoveri ospedalieri, che statisticamente generano una certa percentuale di malattie contratte proprio in ospedale. La “bambola” o massaggio a cinque L’unico modo per guarire dall’influenza in 45 minuti e ottenere altri prodigi… Cinque persone massaggiano il paziente. Due si occupano delle mani, due dei piedi e uno della testa. Il massaggio deve essere il più delicato possibile. Soprattutto quello alla testa deve essere quasi impercettibile. Il massaggiato deve stare comodo e va mosso con estrema cura senza far assumere alle sue articolazioni posizioni scomode o tese. Anche i massaggiatori devono stare a loro agio. Dopo 35 minuti si verifica una sintonizzazione delle onde cerebrali tra massaggiatori e massaggiato (il che è piacevole anche per i “terapisti”). Inoltre la


sollecitazione contemporanea di zone così sensibili come gli arti e il cuoio capelluto fa sì che (se il massaggio è sufficientemente armonizzato e delicato) arrivi una miriade di segnali al cervello, tanto simili da mandare in tilt la mente razionale e provocare uno stato di abbandono molto profondo. I monaci orientali impiegano anni di esercizi per arrivare a questo. Restare una decina di minuti in questo stato è sufficiente per liberare energia e ottimizzare le funzioni biologiche. Dopo 45 minuti di trattamento, si lascia che il paziente si addormenti in compagnia di qualcuno che gli stia vicino. Infatti la delizia che ha provato è talmente intensa da rendere consigliabile una presenza amica nella fase di uscita da questo vero e proprio “bagno di affetto”. Per fare un ottimo “massaggio a 5” è sufficiente essere dotati di buona volontà e di senso della lentezza. L’errore più diffuso è massaggiare troppo velocemente o con troppa forza. I movimenti devono essere davvero lentissimi e quasi impercettibili. È strano che molta gente trovi così difficile praticare un movimento veramente lento. Abbiamo sperimentato questa terapia centinaia di volte, e sempre le reazioni sono state entusiastiche. Ciò avviene perché, fin dalla prima volta, si sperimenta uno stato di coscienza del tutto diverso e profondamente appagante. L’abbiamo provata per curare piccoli malanni. Si è dimostrata assolutamente risolutiva in casi di influenza, sinusite, dolori mestruali (se s’interviene immediatamente prima dell’inizio del periodo), mal di testa, tonsillite. Non abbiamo avuto ancora occasione di sperimentarla su altre malattie ma sono convinto che si tratti di una cura veramente efficace e spero che altri si convinceranno a condurre ricerche specifiche per verificare le nostre esperienze. Intanto possiamo dire che un metodo analogo, con 5 massaggiatori che frizionano il corpo del paziente con oli particolari, da secoli fa parte dei rimedi della medicina tradizionale indiana (l’Aiurvedica). E in America, Doman ha sperimentato per trent’anni l’iperstimolazione di gruppo su bambini cerebrolesi e persone in coma. Quattro-cinque operatori massaggiano il paziente con materiali di diverso tipo: legno, stoffe, pietre, spazzole, carta, ecc. Poi muovono il corpo del paziente, infine usano la voce e la musica. Così, attraverso i canali percettivi, riescono a stimolare il cervello del paziente. Si tratta di terapie che durano fino a 8 ore al giorno, per anni. Ma i risultati sono sconvolgenti. Si arriva fino a un 30% di bambini che ripren-

dono a camminare e un 20% che riacquistano la vista. E sono tutti casi nei quali la medicina moderna non vedeva possibilità di miglioramento. Curare i segni della vecchiaia in modo naturale La chirurgia può molto, ma è seccante farsi sbucciare come un’arancia. Creme e altri intrugli fanno ben poco. Il movimento rallentato permette invece di cancellare le rughe, togliere il doppio mento, rassodare il seno, dare più luminosità alla pelle e, alla lunga, rimodellare i muscoli della faccia sciogliendo le contrazioni e quindi rendere più armonioso il viso. È difficile credere che sia così semplice. Ma prova. Un giorno che sei a pezzi, con le borse sotto gli occhi che ti arrivano all’ombelico, mettiti lì a fare le smorfie al rallentatore. Ripeti ogni smorfia fino a che la zona non si è scaldata, poi passa a un altro gruppo di muscoli. In 15 minuti otterrai un risultato strabiliante. Funziona anche con il seno, ma ci vuole un po’ di impegno. Prova a muovere al rallentatore prima le fasce muscolari della parte alta di ogni mammella finché non si scalda. Poi prova con la parte laterale. Poi con la parte sotto (è un po’ più difficile). Quindi passa al lato interno e infine all’area intorno ai capezzoli. Se non riesci a produrre nessun movimento non ha importanza. Dopo qualche minuto sentirai comunque che la parte si scalda; continua per un altro paio di minuti prima di passare a un’altra zona. I primi risultati li noterai sorprendentemente dopo una decina di giorni. Per quanto riguarda la pancetta e i glutei invece è necessario camminare molto e farlo in posizione corretta.

la capacità di parlare con gli altri. Decine di ricerche hanno dimostrato che si tratta di attitudini che allungano la vita. È ormai certo che chi non ride mai è pessimista, rabbioso, solitario, musone e vive molto ma molto meno. Se poi è pure povero perde mediamente 20 anni di vita. Insomma ridere in una Rolls Royce fa benissimo. E si poteva capirlo anche senza che ce lo dicessero gli scienziati.

Ridere 3 volte al dì prima dei pasti! Ridere è una delle attività umane più complesse: si muovono più di 50 muscoli, per piangere ne bastano meno di 20. Ridere scatena incredibili reazioni psicofisiche. Ridere galvanizza le difese dell’organismo proteggendoci dalle infezioni. Provoca, come lo sbadiglio, un’ossigenazione profonda dei polmoni, il rilassamento dei muscoli addominali, l’aumento della circolazione sanguigna, consumo di calorie, ci regala una generosa dose di endorfine che ci danno meravigliose sensazioni inebrianti. Così i neonati crescono di più e i malati guariscono più in fretta. Un medico spiritoso e ottimista guarisce il 30% di casi in più. Ridere sviluppa in modo eccezionale l’elasticità mentale, fertilizza l’ottimismo e


LA VIA INTERIORE

Il suono del silenzio

(parte seconda)

di Paolo Loss (www.paololoss.it) “La meditazione di una mente che sia totalmente in silenzio è la benedizione che l’uomo sempre cerca. In questo silenzio ogni qualità del silenzio è.” Jiddu Krishnamurti

C

hi abbia letto l’articolo sul silenzio, nello scorso numero di BioGuida, sa che nelle ultime righe c’era una promessa e cioè quella di proseguire il discorso appena iniziato. Si era parlato del silenzio esteriore; ora pare opportuno affrontare l’altra parte dell’argomento: il silenzio interiore. Il silenzio prima della parola Mi piace iniziare da quanto afferma il testo biblico sulle condizioni necessarie perché Dio si manifesti a noi. Con una visione meno dualistica leggo nei due episodi che seguono, un suggerimento su come dobbiamo vivere (nel silenzio) perché la parola di Dio possa essere percepita. Nella terza parte del libro biblico della Sapienza, attribuito al re Salomone, è descritta l’opera di Dio nella storia, dalla creazione alla liberazione dall’Egitto del popolo Ebreo. Nel punto in cui parla della punizione degli Egiziani, mediante l’uccisione dei primogeniti (la decima piaga), descrive così la notte in cui ciò è avvenuto: “Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo ordine inesorabile. Fermatasi, riempì tutto di morte; toccava il cielo e camminava sulla terra”. L’autore, con grande intuizione poetica, sintetizza alcuni degli elementi di quella notte: per primo il silenzio, in cui ogni parola umana cessa e la stessa natura si ferma, in attesa dell’avverarsi di un destino sconosciuto e imprevisto; solo a questo

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punto la parola di Dio, come una spada, scende sulla terra e su di essa cammina toccando nella sua immensità lo stesso cielo. Il silenzio è mostrato qui come la condizione necessaria perché Dio manifesti la sua potenza con la parola. Il secondo brano biblico lo lascio raccontare a Dietrich Bonhoeffer (da “La vita comune” 1906 - 1945, pastore luterano, dalla cattedra universitaria di Berlino alla forca del campo di sterminio di Flossenbürg all’età di 39 anni): “Nella storia del profeta Elia (I Re 19, 9 13) si racconta che, essendo egli, per ordine di Dio alla ricerca del suo successore, fosse arrivato in una grotta per riposarsi in attesa degli ordini di Dio. La narrazione ci dice che la presenza di Dio non fu annunciata ad Elia né dal vento impetuoso, né dal terremoto né dal fuoco ma dalla brezza leggera. Solo al sussurrare della brezza Elia uscì dalla grotta e copertosi il capo si mise all’ascolto della parola di Dio”. “La giusta parola nasce dal silenzio, ed il giusto silenzio nasce dalla parola. Il silenzio del cristiano è un silenzio intento ad ascoltare, un silenzio umile, che, per amore di umiltà, può anche essere interrotto in qualunque momento. Spesso siamo così oppressi e sopraffatti da altri pensieri e immagini e preoccupazioni che passa parecchio tempo prima che Dio riesca a spazzare via tutto e a penetrare nel

nostro intimo”. Chiudo questa parte con un’esperienza personale. Quando da ragazzo, più di cinquant’anni fa, iniziavo a parlare in pubblico, mi ero accorto che gli oratori di successo inserivano grandi pause nei loro discorsi, non solo per prendere fiato ma quasi per percepire l’onda di ritorno delle emozioni del pubblico a cui si rivolgevano. Gli stessi attori di teatro sanno che una parola importante ha bisogno di essere annunciata da una pausa di silenzio; lo spettatore ne ricaverà un forte senso di partecipazione emotiva. Si sentirà vivere con intensità all’interno della “finzione scenica”. Il silenzio interiore La situazione di ascolto che viviamo seguendo uno spettacolo o leggendo un libro ci suggerisce che, per seguire lo spettacolo o per comprendere un testo, dobbiamo raggiungere un certa pace e tranquillità interiori. Molte emozioni lasciano tracce nel nostro corpo che non riusciamo a togliere in fretta. Le gambe e le mani ci tremano per molto tempo, anche dopo la fine dell’episodio scatenante dal punto di vista emotivo (ne è causa l’adrenalina, che si diffonde nel sangue in una situazione di pericolo e vi permane a lungo). Ci chiediamo quali possono essere le strade che permettono all’irrequietezza di prendere


possesso della nostra mente per tempi più o meno lunghi. La più banale è quella delle “chiacchiere interiori”, attraverso le quali completiamo, in forma ossessiva, colloqui interrotti, diamo e ci diamo spiegazioni su fatti avvenuti, anticipiamo discorsi ancora non avvenuti. Invece di progettare “con ordine” il nostro tempo e le nostre azioni future, ci lasciamo sommergere da un flusso ininterrotto di vaniloqui che tengono acceso il braciere della nostra ansia. Simile a questa è l’abitudine di pensare sempre al passato o al futuro spostando in una zona di scarsa consapevolezza quanto stiamo facendo. Ci muoviamo e non ricordiamo la strada percorsa, appoggiamo gli oggetti e non ricordiamo dove, parliamo o ascoltiamo discorsi che poi giuriamo di non aver fatto o sentito mentre agivamo pensando ad altro. Ben più dirompente nei confronti del silenzio interiore è l’esprimere e proiettare emozioni negative verso noi stessi come commiserazione o disprezzo o verso gli altri, in forma di giudizio o di condanna con parole (anche solo pensate) pesanti, violente o volgari. Chi ci sta accanto è vissuto come avversario o nemico e come tale tenuto lontano da noi. In questo modo facciamo finta di essere migliori ed inattaccabili dai giudizi degli altri. Per quanto tempo un giudizio negativo lascia traccia nel nostro corpo

e, quindi, nella nostra mente, creando un rumore di sottofondo che ci impedisce di prendere contatto con noi stessi? Se poi i giudizi non cessano di essere espressi, legandosi gli uni agli altri in una catena di negatività che esce in continuazione da noi verso gli altri, ci potrà essere un momento in cui questa tensione psichica e fisica cesserà, dando tranquillità alla nostra mente? Come spezzare almeno un anello di questa catena? La risposta è una: dobbiamo riprendere contatto con il nostro corpo attraverso il silenzio esteriore e l’immobilità accompagnati dal respiro profondo. In questo modo e confortati da una guida saggia, sapremo, un po’ alla volta, come viviamo e a che punto siamo della nostra strada di progresso interiore e di crescita umana. I pensieri guida Ogni pratica di crescita individuale deve essere ordinata e costante altrimenti il lavoro personale porterà poco frutto. Ce lo dice in termini drastici il M° Omraan Mikhaël Aïvanhov: “E’ inutile che aspiriate a grandi realizzazioni spirituali se prima non riuscite a interrompere il corso rumoroso e disordinato dei vostri pensieri e dei vostri sentimenti, perché sono essi ad impedire che si stabilisca in voi il vero silenzio , quello che ripara, calma, armonizza e ristora”. E la grande ricercatrice, Vimala Thakar, allieva di Jiddu Krishnamurti: “La tenerezza, la duttilità, liberano molte energie latenti – muscolari, nervose, ghiandolari, cerebrali e non cerebrali – che erano incatenate e bloccate dalla rigidità della coscienza dell’io. Esse si liberano nel momento in cui si è teneri nello spirito della ricerca e si desidera conoscere, scoprire, imparare attraverso occhi, orecchie, naso, attraverso ogni nervo del proprio essere”. Il pensiero della partecipazione totale del corpo ad ogni esperienza era già noto al poeta (probabilmente S. Ambrogio, morto nel 397 d.c.) autore dell’inno “Nunc Sancte nobis Spiritus”. Egli scriveva che, nella proclamazione cantata della fede, devono partecipare “la bocca, la lingua, la mente, i sensi e tutto il vigore vitale”. Che cosa ci spinge nella ricerca di un sapere più ampio e più vero? Molto probabilmente l’intuizione che, superate le prime difficoltà, scopriremo ad un livello più profondo il nostro vero essere, la sua matrice divina. Ma anche l’insufficienza

delle risposte che ci arrivano dalla vita quotidiana. Ancora Aïvanhov ci suggerisce: “A sua insaputa, ogni essere umano è il depositario di tutto il sapere dell’universo. Questo sapere, che è depositato molto profondamente in lui, non si muove, non vibra, perché non gliene sono offerte le condizioni; esso gli rimane dunque inaccessibile per molto tempo”. “Se voi parlate interiormente col cuore, con l’anima, persino le piante, gli uccelli, gli insetti, i pianeti, le stelle, vi comprenderanno, poiché il linguaggio del cuore e dell’anima è compreso universalmente. Anche se non parla la vostra lingua, un essere sensibile, ricettivo, capirà i vostri pensieri e i vostri desideri; li sentirà”. Ecco i cinque gradini che egli ci suggerisce di salire nel percorso di ricerca: • cercare il silenzio esteriore ed interiore • praticare il canto • praticare il digiuno • ringraziare con il respiro • perseverare Accanto e prima di queste pratiche, molti Maestri suggeriscono di aggiungere la meditazione ma questo discorso ha bisogno di altri spazi che non le poche righe di conclusione di un articolo. Per ora ci accontentiamo di questo breve apologo: prima della predica di un maestro buddista, un uccellino iniziò a cantare, il maestro tacque e tutti ascoltarono in rapito silenzio, quando smise, il maestro annunciò che la predica era finita e se ne andò. Bibliografia: Omraam Mikhael Aivanhov, “Il senso del silenzio”, Edizioni Prosveta. Vimala Thakar, “Il mistero del silenzio”, Ubaldini editore.

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LA VIA DELLA SCIENZA

Vibrazioni che guariscono di Diego Kriscak

I

l nostro corpo è uno strumento musicale, il più sofisticato che ci sia, e interagisce coi suoni e le vibrazioni del mondo circostante, non concedendo spazio a mediazioni di nessun tipo. Interagisce e basta. Esiste uno stretto legame tra l’espressione soggettiva e il mezzo sonoro. L’uomo ha da sempre trovato nel suono un potente intermediario, il veicolo portante per ogni genere di comunicazione. Presso i popoli primitivi, la prepotenza del tuono ha simboleggiato molto spesso la voce della divinità, così come il fischiare del vento o l’assordante violenza dell’uragano. La divinità è sempre comparsa agli uomini attraverso il suono e attraverso il suono si è poi allontanata. Il silenzio rappresenta il vuoto, il nulla. Le divinità rifuggono il silenzio, perché il silenzio assoluto è la negazione stessa dell’esistenza. Ogni suono può essere interpretato come espressione di qualcosa di ben preciso. Ogni suono diventa, attraverso la mediazione della simbologia, ben definito, chiaro, efficace. Nel “Faust”, l’arrivo di Mefistofele è preceduto dal suo sgraziato e assordante fischio, tanto che durante la prima rappresentazione della trasposizione musicale di Arrigo Boito dell’opera di Goethe, i fischi del demonio hanno offerto al pubblico il pretesto per replicare amplificandoli, trasformando la rappresentazione in un fiasco colossale. Il fischio, quindi, come raffigurazione del maligno, ma anche come indice di malcontento, di disapprovazione. E comunque lo si guardi, in ogni caso, il fischio diventa simbolo di espressioni violente, così come, per altri versi, il suono dell’oboe può essere goffo, triste o patetico, o quello del clarinetto, allegro e appassionato. E ancora, in nessun caso la rappresentazione musicale di un “Gloria” si muoverà verso il basso, con timbri cupi, ma ci sarà sempre un’ascesa verso note particolarmente brillanti, tanto più brillanti alla comparsa dell’excelsis. In definitiva, attraverso il mezzo sonoro, l’espressione si presenta senza bisogno di intermediari. La difficoltà sta nel giusto grado di compren-

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sione di chi è deputato all’interpretazione del messaggio. Cenni sulla musicoterapia Avendo evidenziato il valore simbolico del suono, vediamo ora, scendendo nel particolare, come si possa effettivamente definire la musicoterapia, dapprima sotto il profilo generale ed in un secondo momento entrando nel campo specifico della vibroacustica intesa come metodo terapeutico specifico che agisce attraverso le vibrazioni direttamente sul corpo umano. La musicoterapia è uno strumento che mira alla cura di alcune patologie facendo uso del suono in tutte le sue forme ed espressioni. Questa sorta di definizione non può che far sorgere, in chi legge, una catena di dubbi legata al come, al perché e al quando, anche se non in quest’ordine stretto. L’intervento in musicoterapia nei Paesi occidentali segue a grandi linee due grosse correnti di pensiero e, relativamente, di prassi. Se da un lato c’è chi sostiene che il paziente deve subire passivamente la somministrazioni di suoni, sia creati preventivamente ad hoc che ideati al momento, dall’altro, in particolar modo nei Paesi anglosassoni, si è sviluppata una tendenza all’interazione effettiva tra paziente e terapeuta, con l’esecuzione spesso improvvisata di quelli che vengono definiti col termine di “dialoghi sonori”. Se ogni individuo è inglobato in una struttura esterna e al tempo stesso inglobante una struttura interna, l’improvvisazione definita come “dialogo sonoro” costituisce il mezzo più efficace per aprire un varco attraverso le strutture del paziente e quelle del terapeuta, per raggiungere un buon grado di comunicazione tra i due. Considerando la relazione come il punto primario di qualsiasi intervento di musicoterapia, il buon grado di comunicazione ne è la logica conseguenza. Usando i parametri del linguaggio, molto spesso la comunicazione ne risulta inquinata. Da un lato parlare può essere più difficile che percuotere un tamburo e, in secondo luogo, le parole hanno molteplici significati e non sempre quello che si inten-

de affermare corrisponde a quello effettivamente detto. Attraverso la libera improvvisazione, qualsiasi asserzione non ammette discussioni e l’espressione dei sentimenti è palpabile e precisa. Per comunicare attraverso il suono i mezzi sono molteplici, dall’uso del corpo e della voce, primaria fonte sonora, a quello degli strumenti nati, se vogliamo, come imitazione degli elementi naturali. In questo caso è fondamentale per il terapeuta comprendere la genesi degli strumenti musicali e come, attraverso le varie culture, si siano evoluti, ricoprendo il loro ruolo attuale. La terapia vibroacustica La terapia vibroacustica nasce intorno ai primi anni ‘70 a seguito di un incontro tra i terapeuti Olav Skille e Juliette Alvin. Dall’incontro emerge qualcosa di semplice ma fondamentale per gli sviluppi futuri della materia: dato per scontato che la musica, tramite tutti i suoi parametri, influisce sugli esseri umani, si rende necessario uscire dai canoni qualitativi fino a quel momento adottati, per passare a delle valutazioni di carattere quantitativo. In questo modo vengono identificati tre parametri, punto di partenza di qualsiasi valutazione futura: • le basse frequenze possono produrre rilassamento; • la musica ritmica può rinvigorire; • la musica a forti volumi può ingenerare aggressività. La prima grossa novità è la creazione del cosiddetto “bagno di musica”, atto a ridurre l’ipertono muscolare dei muscoli estensori e flessori di pazienti con paralisi cerebrale che interagiscono in musicoterapia di tipo tradizionale (da un lato si assiste alla rispondenza a carattere emotivo, ma questa inevitabilmente porta con sé delle conseguenze fisiche, quali lo spasmo muscolare con relativo ipertono). La semplice vibrazione meccanica prodotta da un generatore si rivela un efficace seppur ancora pionieristico sistema. Ma, confrontando questo accorgimento con il primo dei tre parametri sovracitati, ci si rende conto che, in effetti, il lavoro va sviluppato nell’ambito delle basse frequenze. A partire dai primi anni ‘80, gli studi in tal senso diventano una vera e propria disciplina, cadenzata da una continua ricerca. Vengono testate frequen-


ze che agiscono su determinati problemi o danni fisici. In Norvegia il “bagno di musica” prende il nome di “massaggio sonoro a bassa frequenza”. Lo scopo è quello di immergere simbolicamente il corpo umano in un ambiente sonoro e vibrazionale. Gli sviluppi sono costanti ed efficaci e la terapia vibroacustica si ritaglia velocemente il suo spazio nei paesi anglosassoni, in Finlandia in Germania e in Estonia. Quello di cui si tratta, in effetti, è l’applicazione molto semplice di una teoria che si basa sul tentativo di somministrare vibrazioni a bassa frequenza: un lettino con tre coppie di altoparlanti collegate ad alcuni registratori a cassette mediante un amplificatore. Lo scopo è quello di trasmettere più suoni simultaneamente, che il paziente riceve in parte attraverso il canale uditivo e in parte attraverso il corpo. Le vibrazioni emesse dalle basse frequenze vanno ad interagire a seconda degli Hertz somministrati, su specifiche parti del corpo, agendo nel contempo sul sistema nervoso autonomo. Come possiamo notare, di base, il tipo di trattamento appartiene a quel settore della musicoterapia solitamente definito “passivo”. In effetti questo è vero solo in parte, in quanto la cosiddetta interazione con il terapeuta, a prima vista molto ridotta, si rivela in un secondo momento come qualcosa di fondamentale per due motivi molto semplici: da un lato, alla somministrazione della terapia, molto spesso segue un bisogno di comunicazione, che va a spalancare le porte di quanto prima definito come “dialogo sonoro”; in secondo luogo l’adozione della terapia vibroacustica prevede l’uso innovativo di microfono e cuffie. In tal modo paziente e terapeuta sono a stretto contatto sonoro e la voce può diventare lo strumento principale attraverso cui instaurare un rapporto di improvvisazione sonora partendo dalla percezione degli Hertz somministrati. Il nostro corpo sotto molti aspetti è come la cassa armonica di uno strumento musicale che risuona se viene stimolato da determinate frequenze la cui frequenza stessa non è altro che la ripetizione della forma d’onda prodotta dal suono e misurata in Hertz. Una frequenza bassa agirà sui tessuti molli nella zona centrale del corpo e salendo, inciderà principalmente nella zona della testa. Proviamo allora ad immaginare di

poter produrre artificialmente una determinata gamma di suoni (o di frequenze) con lo scopo preciso di stimolare alcune zone specifiche del corpo umano. Attualmente il sistema più efficace si è rivelato il cosiddetto “lettino vibroacustico”, una sorta di grande cassa acustica in grado di riprodurre senza difficoltà frequenze molto basse. Con questo termine si intendono quelle che generalmente vanno dai 20 hz agli 80/90 hz. Queste particolari frequenze possiedono la capacità di agire in maniera piuttosto precisa. Ad oggi, dopo migliaia di ore di prove e di verifiche, si può stabilire senza tema di smentita che le frequenze comprese tra gli 80 hz e i 60 hz, agiscono nella fascia superiore del corpo, diciamo dalla nuca ai polmoni, scendendo, tra i 60 hz e i 50 hz, la zona colpita è quella che dai polmoni scende allo stomaco. Scendendo ancora, pressappoco tra i 40 hz e i 20 hz si manda in risonanza la zona compresa tra lo stomaco e il bacino. È piuttosto evidente che grazie alla sollecitazione vibroacustica il corpo reagisce producendo una sorta di automassaggio che, a differenza di quello tradizionale, agisce dall’interno verso l’esterno. Le applicazioni della terapia vibroacustica sono innumerevoli: per fare qualche esempio, si sono potuti appurare risultati benefici su casi di autismo, asma, dolori addominali o da colica, paralisi cerebrale ed altre condizioni spastiche, stipsi intestinale, dolori del collo, delle spalle, e della parte inferiore della schiena, dolori mestruali, cistofibrosi, depressione indotta da stress, lesioni da attività sportive, insonnia, poliartrite, deficit circolatori e polmonari, fibromialgie, sclerosi multipla e morbo di Parkinson. L’uso della VAT (vibroacoustic therapy) è frequente nei paesi nordici e in quelli baltici; in Canada, ad esempio, viene utilizzata con molto successo nel trattamento delle bronchiti in quanto, come si può intuire, la bassa frequenza che agisce sulla zona dei bronchi facilita l’espettorazione. In Finlandia e in Norvegia i fisioterapisti utilizzano ormai regolarmente il lettino

vibroacustico e in molti altri paesi questa apparecchiatura è di uso comune presso ospedali e cliniche private. La situazione italiana è in una fase di tiepida attesa. La ricerca è limitata a un paio di centri, perlopiù nel Nordest, nella zona di Trieste e Udine. Ma, nonostante il vuoto che la circonda, la ricerca italiana nel settore è indirizzata su canali ben specifici, in particolare quelli relativi agli effetti legati all’uso simultaneo della vibrazione in bassa frequenza con l’ascolto mirato. Si sta infatti studiando come la vibrazione indotta dalla produzione di una bassa frequenza possa essere supportata da suoni costruiti sulle armoniche generate da quest’ultima. Ciò che si vuole dimostrare è che la somma delle due stimolazioni (quella vibrazionale e quella uditiva) agiscono in commistione, influendo una sull’altra, sommandosi e andando a lavorare sui due tipi diversi di percezione. Ricordo che qualche anno fa era molto in voga il dibattito relativo alle funzioni della musica: questa doveva servire da stimolo al corpo o alla mente? Doveva aiutare l’introspezione, oppure lo sfogo puramente fisico? E quale delle due funzioni doveva avere, in effetti, la priorità? Oggi, ripensando a quel dibattito e avendo la possibilità di sperimentare ogni giorno le due specifiche funzioni,, grazie alle apparecchiature a disposizione, mi rendo conto che sono strettament collegate. Che l’applicazione delle leggi armoniche sul tappeto vibrazionale creato dalla bassa frequenza, aumenta in maniera esponenziale la percezione fisica di quest’ultima e al tempo stesso, la persona sottoposta alla vibrazione in bassa frequenza ha la possibilità di percepire la musica non soltanto a livello epidermico e superficiale, ma con una capacità di concentrazione difficilmente riscontrabile in altre occasioni. Le potenzialità della terapia vibroacustica sono piuttosto vaste e si muovono verso due direzioni ben precise: da un lato la vibrazione in bassa frequenza induce, per risonanza, l’automassaggio, con benefici, come visto sopra, nel trattamento di particolari patologie; dall’altro la commistione tra vibrazione e percezione uditiva permette un alto grado di concentrazione e il libero fluire della musica può aprire canali introspettivi di grande rilevanza.

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LA VIA INTERIORE

Melodia della nascita di Donatella De Colle

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erchè iniziare a parlare di suoni nel periodo della nascita? Anche se in passato non c’era tecnologia per dimostrare che il feto avesse già la capacità di fare esperienze ed apprendere, alcuni citazioni di Leonardo da Vinci e alcuni brani tratti dai Vangeli (cit. Vangelo di Luca 1,41) asseriscono che il feto è già dotato di un’anima, di un sé primordiale ed interagisce con la madre in relazione alle esperienze che ella fa. Il suono probabilmente è uno fra gli stimoli più importanti per la formazione e lo sviluppo del piccolo e la sua comunicazione con la madre. La ricchezza nello sviluppo di ciò che il bambino percepisce, dipende dalla ricchezza degli stimoli ricevuti. Ciò accade perchè viene stimolata la congiunzione sinaptica dei neuroni e cioè la forza dei collegamenti fra le cellule celebrali. E’ è la madre che è fornitrice e filtro di stimoli sensoriali, sonori, vibratori che sono dotati di una carica emotiva e cioè del nutrimento fisico che diviene allo stesso tempo psico-emotivo. Il bambino viene quindi nutrito organicamente ed affettivamente allo stesso tempo e sviluppa così gli organi e la struttura psichica. Già a partire dalla 7a settimana di gravidanza si forma l’organo del tatto o sensibilità cutanea; il piccolo cioè comunica e sente prima di tutto con la pelle ( la pelle è il nostro primo contatto con il mondo e i suoi problemi hanno a che fare con le relazioni con gli altri). Il sistema vestibolare, responsabile dell’equilibrio e di ciò che si riferisce alla percezione del movimento anche del ritmo si forma intorno all’ottava settimana di gravidanza e verso la decima inizia a formarsi il sistema uditivo con la nascita della coclea (la cui completa formazione completa avverrà intorno alla ventiquattresima settimana ). Si può dedurre quindi che il bambino inizia a sentire attraverso il tatto e a percepire vibrazioni non attraverso l’orecchio ma attraverso il suo stesso corpo. Al piccolo arrivano quindi stimoli sotto forma di vibrazioni e la sua prima esperienza è quindi di “movimenti” (onde sonore) che passano nel suo corpo. Come si possono trasmettere i suoni? La

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voce della mamma arriva al piccolo? E i suoni esterni, sia belli e piacevoli che brutti e stridenti? Il suono si propaga sia attraverso il liquido amniotico ( si pensi a cosa si sente quando si è sott’acqua) sia attraverso l’aria; ma il mezzo più veloce è per via ossea e cioè nel nostro caso attraverso lo scheletro della mamma giungono al bambino tutti i suoni. Ad esempio il bacino, la coppa in cui è contenuto, è la zona di massima risonanza, soprattutto della voce della madre rispetto a tutti gli altri suoni sia interni al corpo di lei, che esterni. E perchè allora i suoni della madre, il suo parlare, il suo cantare divengono così importanti per il bambino? Sembra che il sistema uditivo interagisca con dei sistemi molto importanti: c’è un collegamento fra la membrana timpanica e dei nervi (Il V e il X cranico) che sono mezzi di senso e motori che presiedono alle attività delle viscere. Il feto riceve quindi lo stesso stimolo da più parti, come se fosse immerso in un bagno sonoro. Gli stimoli sensoriali caricati quindi della tonalità affettiva, costituiscono la base del ponte comunicativo fra madre e bambino e sono alla base della sua evoluzione.

sente il rumore dei borborigmi intestinali, il rumore prodotto dalla pulsazione ritmica, il flusso e il reflusso respiratorio della madre, i rumori che lui stesso emette nel liquido amniotico. I rumori però che prevalgono sono il battito cardiaco materno e la voce della mamma. Il bambino impara a riconoscere la voce materna, a distinguerla ed a preferirla: nell’organismo di entrambe vi è la predisposizione ad ascoltare e a farsi ascoltare e queste sono le basi per la comunicazione fra madre e bambino. Il bambino apprende anche le caratteristiche di intonazione della voce materna; il modo in cui parla la madre, le intonazioni della sua voce e il suo tono affettivo, le caratteristiche vocali della lingua materna, passano e vengono apprese e riconosciute anche dopo la nascita. Le esperienze fatte in epoca prenatale possono quindi venir ritrovate “in seguito,” nella vita postnatale; ciò che la mamma costruisce con il suo bambino prima, è un ponte, un percorso che viene poi ripreso dopo la nascita.

Cosa sente il bambino nell’utero e perchè è così importante la voce della madre?

Il bambino risente molto dello stress della madre durante il periodo della gestazione. Ad esempio gravidanze estremamente turbate a causa di fattori ambientali, si correlano con disturbi del sonno, dell’alimentazione, della digestione del bambino

Il piccolo in utero è protetto dai suoni molto gravi che vengono filtrati dall’ambiente uterino e dal suo sistema uditivo;

Perchè sono importanti il benessere e la serenità della madre durante la gestazione?


e del suo carattere. L’esposizione del bambino a forti dosi di stress materno comporta infatti l’esposizione a quantità ingenti di ormoni come il cortisolo e le catecolamine che alterano il paesaggio biochimico in cui cresce il bambino. Mamme ansiose, irritabili, angosciate per la propria e l’incolumità del nascituro, favoriscono un ambiente uterino instabile, rendendo l’attività contrattile del miometrio irregolare, disarmonica e inefficace. Per contro offrire al bambino emozioni positive, coltivando la calma, la tranquillità, lavorando sul corpo con le giuste posture favoriscono un imprinting emozionale sano e positivo. Questi sentimenti ovviamente non nuocciono al bambino se limitati nel tempo ed eleborati successivamente attraverso la consapevolezza e l’accettazione di sé e del nascituro. Anche il bambino nella pancia influenza però la sua mamma: in senso chimico si è visto che egli può sopperire ad eventuali carenze ormonali della madre, o in casi di mamme molto disturbate (schizofrenia, depressioni, etc.), aiutarne l’immagine e le relazioni con gli altri. Il concetto delle strutture psichiche nel feto. La medicina parla di embrione nei primi quaranta giorni, per poi passare alla definizione di feto che diviene poi Persona, essere civile e identificabile, nel momento in cui nasce. La Chiesa parla di anima già come propria dell’embrione e, secondo questa posizione, già al momento del concepimento l’anima è nella materia del corpo. Secondo l’ipotesi della reincarnazione e del karma, invece, l’anima abita vari corpi in varie vite e “decide” in che corpo incarnarsi. Psicologi e psicofilosofi parlano di frammenti del sé che si costituiscono in base alle esperienze intruterine e si compattano poi nella formazione di un sé primordiale e pre-psichico. Molti dati suffragano l’ipotesi che il feto ricordi...alcuni autori dicono che ciò accade a partire dalla ventottesima settimana di gravidanza, momento in cui i circuiti raggiungono un livello di maturazione. Comprendere e riflettere su questi dati consente di vedere, sentire e trattare i bambini nel grembo materno già come esseri umani con i quali si può comunicare e che comunicano con noi. La loro presenza cambia profondamente la madre, che conosce parti nuove di sé ed anche parti

già presenti ma non note; la gravidanza non modifica quindi unicamente in una prospettiva fisica ma anche è soprattutto un momento di incontro fra due anime, una che contiene ed ospita e l’altra che si sta preparando alla vita. Non si forma un bambino ma si formano le relazioni. Quando si forma l’Io del bambino cioè quella parte della mente che intrattiene i rapporti con la realtà e che presiede alla coscienza di sé come essere? Il bambino già dalle primissime settimane di gestazione si muove e questi suoi movimenti, la sua presenza, vengono percepiti dalla madre che, a seconda dei momenti, darà una risposta di gioia, piacere, stupore, indifferenza e fastidio. Queste risposte arrivano al feto all’inizio con risposte ormonali e poi con la percezione della voce della madre, dei suoi movimenti, del suo corpo. Questi comportamenti tra il bambino e la risposta materna, vengono appresi ed associati dal bambino e diventano esperienza psichica, cioè momenti particolari della vita psichica che insieme andranno a formare quello che si dice “Io Prenatale”: la nascita diviene quindi momento evolutivo di cambiamento di stato che ha inizio in realtà nove mesi prima a seguito delle relazioni fra il piccolo e le risposte materne. Questi scambi comunicativi non avvengono ovviamente a parole o attraverso la vista ma attraverso dei parametri tipici del musicale che sono il timbro, il ritmo, l’intensità. Il bambino cioè non capisce le parole della voce materna ma riconosce la sua voce, cioè il suo colore, il suo timbro appunto. Mamma e bambino si sintonizzano sullo stesso ritmo, la madre ha un ritmo che la definisce come persona, ritmo che si modifica in seguito alla gravidanza e in seguito alla presenza del bambino. L’intensità si riferisce alla forza degli stimoli: ogni atto può essere realizzato in maniera più o meno forte, più o meno diretta, accentuata, decisa. E’ la dimensione energetica dei nostri comportamenti. Generalmente tutti gli scambi comunicativi non verbali avvengono sulla base di energia , spazio e tempo, ed è su questo parametri specificamente musicali che si realizza la comunicazione e quindi la relazione fra madre e bambino e sui quali si basa l’uso del suono in gravidanza e nel dopo parto. Anche Freud diceva che l’esperienza sonora è l’elemento garante

la continuità fra la vita intrauterina e la vita neonatale, proprio perché il bambino nasce concepito nel movimento, nel ritmo, nel suono. Cos’è un percorso di musicoterapia preparto? Grande rilevanza viene data al corpo, che è trasmettitore di messaggi e vibrazioni e al corpo che cambia, che ingrossa, che perde la sua centratura interiore, che si annulla per dar posto ad una altra vita. Attraverso la produzione attiva con gli strumenti musicali che vengono suonati intuitivamente e scelti per le caratteristiche più consone a quanto la donna vuole percepire, si riacquista potere su stesse, presenza, centratura, pur nel turbine del cambiamento, in quanto si lavora sull’unione fra mente, corpo, cuore attraverso la possibilità di espressione senza limiti e nella creazione attraverso il canto la danza e l’ascolto (si lavora infatti molto sul canto come veicolo privilegiato per la comunicazione con il feto, la danza per l’espressione e l’armonizzazione di sé nel corpo, e l’ascolto di brani appositamente studiati per l’accompagnamento alla nascita). Grande lavoro viene svolto sui modi per favorire la comunicazione prenatale... per conoscere il proprio bambino, per accoglierlo e perché il tutto possa essere il più armonioso possibile, perché possa ricordare le esperienze intrauterine e perché il benessere della mamma e il benessere del bambino sono consequenziali... Il lavoro viene svolto da sole, nel gruppo e in coppia con il partner. Il massaggio sonoro con gli strumenti suonati insieme dai genitori per il nascituro, la voce della mamma che canta per lui e/o le voci di entrambe i genitori consentono alla coppia di pensare al proprio bimbo, di creargli uno spazio psichico ancor prima che si faccia vedere, di farsi sentire, di consentirgli un bagno sonoro che diventa anche cascata di emozioni. Attenzione viene data anche nel post parto. Si recuperano gli elementi sonori già utilizzati e creati come filastrocche, canti, musiche del cuore, momenti del fare musica insieme, che consentono di superare il cambiamento di stato e di dargli un senso: nulla si è perso , nessuna magia rotta, si inizia una vita, insieme. I brani proposti negli ascolti, per la loro struttura musicale, non agitano madre e bambino e, per contro, distendono, rilassano, favoriscono i buoni pensieri.

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I Luoghi della BioGuida Percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

Associazioni, scuole, istituti, centri, terapeuti, seminari, corsi, conferenze ed altre proposte Per informazioni su come venire inseriti nella rubrica: info@bioguida.com - 040.302110 - 338.8852117

PIEMONTE TORINO Accademia Shiatsuinsieme Via A. Goito 12, Torino. Tel. 011.6680958, cell. 320.8382303, www.shiatsuinsieme.it info@shiatsuinsieme.it Centro Buddha della Medicina Via Cenischia 13, Torino. Tel. 011.3241650, 011.355523. Centro Cultura Ayurvedica Abhaya Dana Via Massena 8, Torino. Tel. 011 5096521, www.medicina-ayurvedica.it Centro Milarepa Largo Beato Umberto 8, Avigliana (TO). centro.milarepa@tiscali.it Centro Studi Maitri Buddha Via A. Guglielminetti 9, Torino. Tel. 011.359649.

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IL CERCHIO VUOTO associazione religiosa per la pratica e lo studio del Buddhismo Zen Soto (responsabile spirituale rev. Dai Do Massimo Strumia) Via Massena 17, Torino. Tel. 333.5218111. www.ilcerchiovuoto.it dojo@ilcerchiovuoto.it DOJO ZEN MOKUSHO Via Principe Amedeo 37, Torino (TO). Tel. 011.883794. ISTITUTO ITADO Via Goito 12, Torino. Tel. 011.6698482, istituto.itado@tiscalinet.it www.itado.org Libera UniversitĂ Europea A.E.ME.TRA. Associazione Europea di Medicine Tradizionali Direttore dott. Valerio Sanfo. Via Principessa Clotilde 77, Torino. Tel. 011.4375669, info@aemetra-valeriosanfo.it www.aemetra-valeriosanfo.it

Scuola di Yoga Kalpa Vriksha Satyananda Str. Campetto 43, Piossasco (TO) Tel/Fax: 011.9042534, yogasatyananda@virgilio.it

ALESSANDRIA Buddhadharma Center Via Galimberti 58, Alessandria. Tel./ Fax 0131.226322, penpa.tsering@tin.it

NOVARA AURA - Associazione per la ricerca e lo studio delle filosofie orientali. Centro studi terapie naturali, Scuola di massaggio Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Tel. 0322.846011, www.aurauniversalmente.com CENTRO AKADEMIA AYURKIMA (sede centrale) Scuola di massaggio secondo la filosofia ayurvedica e non solo. Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Tel. 0322.846011, www.aurauniversalmente.com


STONE THERAPY ITALIA Scuola di massaggio con le pietre calde con i maestri di massaggio ayurveda e autori del libro “Stone Therapy” Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Tel. 0322.846011, www.aurauniversalmente.com ASS. AMICI DEL VILLAGGIO VERDE Località San Germano - Cavallirio (NO). Tel. 0163.80447, 333.7639262 www.villaggioverde.org info@villaggioverde.org

SONDRIO CENTRO STUDI TIBETANI SANGYE CIOELING Associazione culturale per la pace, l’armonia e lo sviluppo interiore, per la pratica del Buddismo Mahayana Vajrayana Via Vanoni 78/B, Sondrio. Tel 0342.513198, sangye@libero.it

LIGURIA LA SPEZIA ON ZON SU SCHOOL Via Gaggiano 24, Arcola (SP). Tel. 0187.955456, 347.5826327, riflessologia@onzonsu.com www.riflessologiaplantare.org Ass. NATURALMENTE Via D. Manin 35, La Spezia (SP). Tel. 0187.20218 , Fax 0187.29547 natural.mente2006@libero.it www.naturalmente-sp.it Comunità Bodhidharma Eremo Musangam, Monti San Lorenzo 26, Lerici (SP). Cell. 339.7262753.

GENOVA CENTRO MANDALA Viale Pio VII 41/a, Genova. Tel. 010.391674, 010.3992979, mandalagenova@tiscalinet.it www.centromandala.it

CENTRO MUDRA Yoga e Danza Indiana. Via Ponterotto 90/A, Genova. Tel. 010.8394229, cell. 338.3385219. www.centromudra.it ENNEAGRAMMAINTEGRALE Consulenza individuale, seminari, laboratori e ritiri per esplorare chi siamo. Tel. 333.8477054, www.enneagrammaintegrale.it info@enneagrammaintegrale.it Ass. FIUME AZZURRO ARTI PSICOFISICHE Studio pedagogico olistico per la crescita personale. Responsabile Didattico: Anna Mango Via W. Fillak 6, Genova. Tel/Fax: 010.413721, cell. 349.8096336, www.artipsicofisiche.it info@artipsicofisiche.it SCUOLA SUPERIORE DI NATUROPATIA Scuola di formazione in Naturopatia e Floriterapia, corsi monografici e di approfondimento. Via Pisa 23/13, Genova. Tel/fax: 010.366494, www.scuolasuperioredinaturopatia.it scuola.naturopatia@libero.it

Accademia Ayurveda Yoga Ananda Ashram Milano Via Prandina 25, Milano. Tel. 02.2590972, www.yogamilano.it ACCADEMIA DI KINESIOLOGIA Via Rutilia 22, Milano. Tel. 02.533634, info@accademiadikinesiologia.it www.accademiadikinesiologia.it AMALA MASSAGGIO INFANTILE FORMAZIONE CORSI Formazione per operatori in massaggio infantile e corsi mamma-bimbo A Milano e Firenze. Dott.ssa Sara Oberhauser, cell. 339.2709294, www.amala-italia.it info@amala-italia.it Ass. ASPIC - COUNSELING E CULTURA Via San Gallo 41, Milano. Tel. 02.70006555, aspicmilano@libero.it www.aspicmilano.com Associazione culturale Onyhana Via Venezian 18, Milano. Tel. 02 70127984, www.assonyhana.it

SAVONA

Associazione Culturale VEGA Via della Repubblica 16, Paullo (MI). Tel. 335.7065167, vega@vega2000.it www.vega2000.it

Zen Savona Piazza del Popolo 5/7, Savona. Pratica Zazen: tel. 019.484956, www.zensavona.it

Associazione Essere Pace (Maestro Ven. Thich Nhat Hanh) Via Tertulliano 30, Milano. www@esserepace.org

IMPERIA Centro Kalachakra Via Verrando 75, Bordighera (IM). Tel. 0184.252532.

LOMBARDIA MILANO ABYANGAM - MASSAGGIO AYURVEDICO Corso teorico-pratico di massaggio ayurvedico Milano, Firenze e in altre città italiane Cell. 328.1928818, www.abyangam.it info@abyangam.it

BioBi - laboratorio di architettura bioecologica Via Rombon 33, Milano. Tel.02.2151059, fax. 02.700410149, www.biobi.it spirab@iol.it Buddismo Zen Soto - Ufficio Europeo (Imamura Genshu Roshi) Via San Martino 11/C, Milano. Tel. 02.58327569. CENTRO AYURKIMA Terapie naturali e corsi di formazione di matrice Ayurvedica, con l’obiettivo di indirizzare le proprie energie verso il benessere di corpo, mente ed anima. Corso Vercelli 18, Milano. Tel. 349.7904392, ayurkima@tiscali.it www.ayurkimamilano.it

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I LUOGHI

Centro Del Benessere Via Pacini 46, Milano. Tel. 02.26681272, www.centrodelbenessere.it Centro Dharmadhatu, Via Venezuela 3, Milano. Tel. 02.38005575, www.dharmadhatu.it

OIPA Org. Intern. Protezione Animali. Via Passerini 18, Milano. Tel. 02.6427882, www.oipaitalia.com info@oipaitalia.com

Centro “il Fiore Del Tao” Via Felice Casati 8, Milano. Tel. 02.29537223, www.fioretao.com

Syt - Scuola di Yoga Terapeutico Via Bocconi 9, Milano. Tel. 02.89303404, www.syt.it

CIRCOLO OM SHANTI Via Piave 23, Motta Visconti (MI). Tel / fax 02. 90001188 lucilla.disomma@tin.it

TRAINING AUTOGENO FORMAZIONI E CORSI Formazione in training autogeno per operatori Milano - Firenze. Dott.ssa Sara Oberhauser, cell. 339.2709294, www.trainingautogeno.eu info@trainingautogeno.eu

COUNSELING BODYWORK SCUOLA DI COUNSELING Formazione in counseling bodywork, corsi triennali e monografici A Milano, Firenze, Roma. Dott.ssa Sara Oberhauser, cell. 339.2709294, www.counselingbodywork.it info@counselingbodywork.it

BERGAMO Centro Giang Ciub Via Del Colletto 7, Paladina (BG). Tel./Fax: 035.637060.

PAVIA Ass. Scuola Soto Zen Centro Studi Zen Komyoji Loc. Costapelata-Fortunago Fortunago (PV). Tel. 0383.875584. ASSOCIAZIONE ZERO Associazione per il recupero e la trasmissione della tradizione interiore nello Hata Yoga. Sede sociale: via C. Marx 3, Voghera. Sedi di pratica: Pavia e Voghera. Tel. 328.4833411. Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Argonne 6, Pavia. Tel. 0382.29300.

VARESE Associazione Maggio Centri di formazione e divulgazione discipline bionaturali Via Sanvito Silvestro 40, Varese. Tel. 0332.235555, 347.2601015, maggio@area336.net

CRANIOSACRALE - FORMAZIONE Formazione completa in Tecnica Craniosacrale a Milano e Firenze. www.cranio-sacrale.it info@cranio-sacrale.it

CENTRO YOGA MANDALA Via Borgo Palazzo 3, Bergamo (BG). Tel. 035.215395, 333.4576099.

Dott. GERMANA PONTE Trainer di Focusing, riconosciuta dal Focusing Institute di NewYork. Cell. 338.7812626, germana.ponte@libero.it www.focusing-consapevolezza.org

GRUPPO ZEN BERGAMO Pratica di zazen c/o Centroyogamandala Via Borgopalazzo 3, Bergamo. Tel. 333.4400313, zazenbg@yahoo.it

PADOVA

Kunpen Lama Gangchen Via Marco Polo 13, Milano. Tel. 02.29010263.

BRESCIA

Centro Tara Cittamani Via Lussemburgo 4, Padova. Tel. 049.8705657.

Mandala - Centro Studi Tibetani Via Martinetti 7, Milano. Tel. 02.70128088.

Karma Cio Ling Centro Buddhista della Via di Diamante V.le Venezia 198, Brescia. Tel. 030.301515. www.buddhism.it

Monastero Zen Il Cerchio Via dei Crollalanza 9, Milano. Tel. 02.8323652 cerchio@monasterozen.it www.monasterozen.it

IKSEN Via F.lli Bianchi 3, Toscolano - Maderno (BS). Tel 0365.641898, www.iksen.it

THE NEW YUTHOK INSTITUTE PER LA MEDICINA TIBETANA Corsi, meditazioni e seminari. Prof. dr. Pasang Yonten Arya T. Sherpa. Viale Spagna 77, Sesto S. Giovanni, (MI). Tel. 02.2536266, www.newyuthok.it

CREMONA

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I.E.A.U. - ISTITUTO PER L’EVOLUZIONE ARMONICA DELL’UOMO Via Carso 2, Cremona. Tel. 0372.433239, www.ieau.it

VENETO

METODO CALLIGARIS Ass. Culturale “STELLA POLARE 9.9.9” Tel. 348.3027711, www.metodocalligaris.com info@metodocalligaris.org

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TREVISO ISTITUTO OLISTICO Via Savallon 15, Anzano di Cappella Maggiore (TV). Tel. 0438.941457, info@istitutolistico.it www.istitutolistico.it Osho Meditation Center Via Cavour 7/A, Ponzano Veneto (TV). Tel. 0422.968485, www.oshotreviso.com SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borso del Grappa (TV). Tel. 0423.910304, cell. 349.8834096. www.kinesiologiaviva.it info@kinesiologiaviva.it

VENEZIA CENTRO YOGA DHARMA Via Genova 16, Venezia. Tel. 041.5311954. METODO CALLIGARIS Ass. Cult. “STELLA POLARE 999” Via Val Pusteria 9, San Donà di Piave (VE). Cell. 348.3027711, info@metodocalligaris.org , www.metodocalligaris.org

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VERONA Centro Ming Men Corte Convento 28, Verona. Tel. 045.8921109, www.centromingmen.com Centro Studi e Meditazione Buddista Karma Tegsum Tasci Ling Contrada Morago 6, Mizzole - Cancello (VR). Tel. 045.988164.

VICENZA Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444.922682, assocsyn@tin.it ERBERIA Prodotti eroboristici selezionati. C.so SS. Felice e Fortunato 5, Vicenza. Tel 0444.322814. Ass. Cult. Sorgente di Luce Via Dalmazia 3/3, Lonigo (VI). Tel. 0444.835586, www.sorgentediluce.it Associazione “YOGA e SALUTE” Kundalini Yoga, massaggio energetico, riflessologia plantare e terapie naturali. Via Verdi 3, Trissino (VI) Tel/Fax 0445.963764, cell. 380.7284724 assoyogaesalute@libero.it

TRENTINO ALTO-ADIGE BOLZANO Associazione Iridologia Italiana Via A. Hofer 12/B, Bolzano. Tel. 0473 623565. Centro Studi Attività Motorie Via Ralser 3/B, Vipiteno (BZ). Tel 0472 649028, cell. 347 1877727. CreativEvolution - Walter Sebastiani Frazione Albes 50, Bressanone (BZ). Per informazioni: tel. 0472.851163. ISTITUTO PER L’INTUIZIONE E LA CREATIVITÀ Dott. Eleonora Brugger & Dott. Paul Kircher S. Pietro Mezzomonte 40, Velturno (BZ). Tel. 0472 802228, info@eleonorapaul.com www.creativpower.it www.eleonorapaul.com

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I LUOGHI

coraggio non è “non avere paura”, uanto piuttosto valutare che quala è più importante della paura stes… Possiamo raccontarci e credere ana, ai nostri tempi, che il coraggio è senza di paura”? O illuderci che posessere sperimentato collettivamente? oraggio è qualcosa che possiamo speentare solo dentroVia noi stessi, soli, del da Lavoro 18 - Tel./Fax 0438.777236 na vittoria “privata”, non pubblica. CODOGNÈ (TV) - Z.I. Cimavilla hiamare

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La filosofia di Bioliving è riportare la naturalità al centro dell’abitare, per ricreare ambienti sani e in armonia con la Natura in cui l’uomo possa sentirsi a suo agio.

Associazione Armonia Via Tartarotti 20, Rovereto (TN). Cell. 320 5710251, 347 8172640. ASSOCIAZIONE PRANIC HEALING Trentino Alto Adige Via Perini 43, Trento. Tel 328 7065165, cell. 348 2399999 ASSOCIAZIONE SAMTEN CHÖLING ONLUS L’isola del Dharma per gli esseri di buon cuore Centro Buddhista nelle 10 Direzioni Corso Alpini 4, Trento. Tel e Fax 0461.038510, Cell. 348.2601969 samtencholing@virgilio.it Casa di Salute RAPHAEL Piazza De Giovanni, Roncegno (TN). Tel. 0461.772000, mail.info@casaraphael.com www.casaraphael.com Centro Darshan Via Paradisi 15/3, Trento. Cell. 347.7603015. Centro Sattva Via S. Pietro 66, Trento. Tel 046.1981695. Centro Vajrapani Piazza San Giuseppe 5, Bosentino (TN). Tel. 0461.848153.

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ReikiUsui e Karuna®Reiki Vivation® Massaggio Ayurvedico Massaggio Olistico Cranio-Sacral Teraphy Yoga - Riflessologia plantare Shiatsu - Meditazione - Grafologia Piazza Benco 4, Trieste. Tel. 040.0642281, cell. 328.5629546, lamilsentiero@fastweb.it

STUDIO SOLARIS Corsi individuali e/o collettivi di Tarocchi per esercitare ed accrescere la propria intuizione. Tel 347.1098771, Trieste Ass. Int.le SWAMATEH ® a.s.d. Seminari, incontri e trattamenti per il benessere della mente e del corpo. Tel. 040.350114, 333.7229821. A Trieste. info@swamateh.org www.swamateh.org

Ass. Regionale Cranio Sacrale Metodo Biodinamico Dott.ssa Leonarda Majaron ATTIVITà Corsi di formazione Cranio Sacrale Integrato metodo biodinamico con riconoscimento A.CS.I. (Ass. Cranio Sacrale Italia)

TRATTAMENTI

SEDI CONFERENZE a Trieste presso la sala riunioni di “Therapeia”, in Viale XX Settembre 24 (2° piano) presso il Circolo delle Assicurazioni Generali, Piazza Duca degli Abruzzi 2

...cervicale, emicrania, mal di schiena, ansia, depressione, insonnia, colite, allergie... sono solo alcuni dei disturbi che possono essere dolcemente risolti con l’applicazione dei metodi: Cranio sacrale integrato, Cromopuntura, Fiori di Bach, Dieta psicosomatica, Test Intolleranze Alimentari PER INFORMAZIONI: VIA SAN LAZZARO 7, TRIESTE Tel. 347 6910549 - www.bcstrieste.it

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“Il Dragone esce dallo stagno mentre giaceva addormentato“

RINO CORTIGIANO

Operatore Sei-Taj (assestamento strutturale) Shiatsu Terapist professionista FIS Insegnante di Shiatsu & massaggio Consulente di Feng-Shui

Associazione IZANAMI “Pratiche per il benessere della persona”

LE PRATICHE DEL CENTRO: Per-Corsi di Shiatsu professionali (primo incontro 19-20 settembre), Corsi di massaggio con olii balsamici, Incontri propedeutici di Feng-Shui, Conferenze su tematiche varie, Gruppo di ascolto.

Via A. Diaz 3, Trieste. Tel. 040.9899258 - 328.8746032 - info@izanami.it INSTITUTE OF YOGIC CULTURE Via San Francesco 34, Trieste. Tel. 040.635718 (segr. tel. 24 h.), yogaway@tin.it JOYTINAT YOGA AYURVEDA “Scuola ayurveda massaggi, yoga, trattamenti.” Via Felice Venezian 20, Trieste Tel.Fax 040.3220384 Cell. 339.1293329 www.joytinat-trieste.org joytinat.trieste@yahoo.it

LA NOCE Ginnastica Tradizionale, Yoga, Personal Trainer, Difesa Personale, Aikido, Ginnastica Posturale. Via degli Artisti 7/A, Trieste. Tel. 040.637650, cell. 347.1312034, 348.4978098 associazionelanoce@yahoo.it

GORIZIA ALABATH Via Duca D’Aosta 45, Monfalcone (GO). Tel. 0481.43164.

JING TAO® Essenza in movimento di Sonia Rizzi fondatrice ed ideatrice del metodo. Tel. 338.7592945 www.jingtao.it info@jingtao.it

CENTRO STUDI E RICERCHE OLISTICHE di Maurizio Battistella Shiatsu, Kinesiologia, Reiki ed altro ancora. Via Palestrina 8, Trieste. Cell. 338.7592945. www.riversintooceans.it www.inochi.it - bat@riversintooceans.it

Ass. Culturale LA DANZA DELL’ARCOBALENO E’ un centro dove poter ritrovare i colori che ci sono dentro di noi Via S. Vito 103, Ronchi dei Legionari (GO) Tel. 346.1626320, danzadellarcobaleno@alice.it

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I LUOGHI

V.A.T. (VibroAcoustic Therapy) TERAPIA VIBROACUSTICA Il nostro corpo è uno strumento che risuona se stimolato dalla vibrazione in bassa frequenza. Risuonando il corpo crea una sorta di automassaggio che dall’interno si propaga verso l’esterno.

ASSOCIAZIONE SATYA Corsi di Yoga e QiGong Presso Palestra Spazio, Lucinico. Via Arcadi 4/B, Gorizia. Tel. 0481.32990. Emporio Erboristico “IL FIORE DELL’ARTE” Via G. Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 0481.475545.

ORA ANCHE IN ITALIA La terapia vibroacustica, largamente in uso nei paesi anglosassoni, baltici, e dell’area nord-europea, utilizza la commistione tra vibrazioni in bassa frequenza e l’ascolto mirato in stretta relazione alla frequenza emessa. Nello studio che troverete a Trieste, in Salita della Trenovia, potrete immergervi in un ambiente sonoro e vibrazionale, lasciando semplicemente che il vostro corpo, in risonanza con le vibrazioni emesse dal lettino, massaggi se stesso. Il trattamento innovativo, coadiuvato dall‘ascolto in cuffia di musiche specifiche, farà sì che l‘immersione nel “bagno sonoro” sia totale. Più di 4.000 ore di test hanno dimostrato l‘efficacia della terapia vibroacustica nel trattamento delle seguenti patologie:

• Autismo • Asma/cistofibrosi • Dolori addominali/dolori causati da colica • Paralisi cerebrale ed altre condizioni spastiche • Stipsi intestinale • Algie del collo e delle spalle • Dolori mestruali / tensione premestruale • Dolori alla parte inferiore della schiena

• Depressione indotta da stress • Lesioni dovute ad attività sportiva • Insonnia • Malattia di Bechterev • Poliartrite • Deficit circolatori e polmonari • Fibromialgie • Sclerosi multipla e morbo di Parkinson

Il dottor DIEGO KRISCAK, musicoterapeuta e ricercatore presso il centro di ricerca CARMA di Feletto Umberto (UD), iscritto all’Ordine “Specialistes in Disciplines Psychologiques” presso la Federation Europeenne des Ordres Professionnels, socio dell’ISVA (International Studies for Vibroacoustic), riceve per appuntamento a:

TRIESTE - Salita Della Trenovia 1/A cell. 320.6007066

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TAOENERGYCENTER

Massaggi bioenergetici, cervicalgie, lombosciatalgie, linfodrenaggio. Kinesiologia, riequilibrio energetico, sedute di rilassamento e meditazione Corsi di massaggio Valutazioni GRATUITE del benessere Via Carducci 26, Udine. Cell. 349.0677039.

ISENRò Ist. Sup. Europeo di Naturopatia e Reflessologia Olistica Via Duca D’Aosta 50, Gorizia. Tel. 0481.536232, isenro@email.it

UDINE LA BIOTECA Via Villa Glori 41, Udine. Tel. 0432.237221. www.bioteca.org bioteca@bioteca.org IL CENTRO DEL CUORE Associazione di promozione sociale Via Leonacco 19, Udine. Tel. 0432.482215, 320.3265696, info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it IL CENTRO DI INTEGRAZIONE Via Stiria 36/A, Udine. Tel. 0432.602530, info@centrodintegrazione.it Centro Studi DANZA DEL VENTRE MA-ALILAT - DANZA DELLA DEA di Giulia Mion Via Maniago 4/A Udine. Tel, 347.3365063, 0432.548832 www.danzadelladea.it ma-alilat@danzadelladea.it


DEBORA SBAIZ Master in Danza/Movimento Terapia e Professional Counselor. Udine, Portogruaro e Lignano. Tel. 0431.422147 www.deborasbaiz.it info@deborasbaiz.it EMPORIO BIOEDILE Strada Prati S. Martino 2, Remanzacco (UD). Tel. 0432.648002, www.emporiobioedile.it Dott. GERMANA PONTE Trainer di Focusing, riconosciuta dal Focusing Institute di NewYork Cell. 338.7812626, germana.ponte@libero.it www.focusing-consapevolezza.org

TECNICHE ARTI ORIENTALI asd Tecniche e pratiche della tradizione cinese per vivere meglio Via Cormor Alto 218, Udine. Mario Antoldi: 338.5074523, www.t-a-o.it info@t-a-o.it

THE EXPRESSIVE HEALING ARTS STUDIO Counseling a mediazione artistica, arteterapia, ricerca interiore. Consulenze individuali e corsi. Via Cividale 622, Udine. Tel. 340.3706330, mariacanci@interfree.it IL FORNO ARCANO Via del Cristo 8, Rive d’Arcano (UD). Tel. 0432.809348, forno.arcano@libero.it GRUPPO ZEN UDINE Via Cormor Alto 218, Udine. Ogni mercoledì alle 21.00 appuntamento di meditazione Za-Zen. Per informazioni: Maurizio KoGyo Florissi, cell. 348.3071667. Arrigo Plozzer Naturopata - Kinesiologo Via Del Gelso 3, Udine. Tel. 335.6253344, mandiarry@libero.it

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I LUOGHI

CENTRO STUDI CENRESIG Centro per lo studio e la meditazione Buddista Mahayana Via Meucci 4, Bologna. Telefoni: Emanuela 392.5712783, Maddalena 347.2461157, Giovanni 349.6068534. www.cenresig.org info@cenresig.org CENTRO YOGA “LE VIE” Via M. D’Azeglio 35, Bologna. Tel. 051.19982056, www.yogalevie.it info@yogalevie.it

PORDENONE ASSOCIAZIONE MIRA Corsi e seminari yoga, attività di sostegno umanitario. Pordenone, Via della Ferriera 22. Tel. 347.9455220, info@associazionemira.org www.associazionemira.org

Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Francesco Baracca, 12/4 S.Vito al Tagliamento (PN) Tel. 0434.833019, assocsyn@tin.it Coop. LE RISORGIVE Piazzale San Lorenzo 14, Pordenone. Tel. 0434.551424.

Ass. IL SOFFIO - Scuola di Shiatsu Via Rotate 10, Pordenone. Tel. 347.5102713, 338.9075470, ilsoffio@yahoo.it

Dott.ssa Doriana Mimma DE VIDO Naturopatia & Bilanciamento Somatico. Riceve per appuntamento a Sacile (PN): Tel. 0434.72782, Cell. 329.2399184.

Ass. Culturale NASHIRA Via Cavour - interno 34/C, Conegliano (TV). Tel. 0438.22530, info@centronashira.it www.centronashira.it

GAIA Via Mestre 7, Pordenone. Tel. 0434.28043.

Ass. TERRAUOMOCIELO Qi Gong e Percorsi di salute Tel. 0434.20389 (Laura Guerra), info@terrauomocielo.it www.terrauomocielo.it BIOEDILIZIAITALIA Segreteria organizzativa corsi: Tel/fax 0434.958100, 347.0391971, corsi@bioediliziaitalia.org www.bioediliziaitalia.org CENTRO “TESIS” Centro Olistico e Culturale Sessioni individuali, Corsi e Seminari Yoga, Shatzu, Ayurveda, Reiki, Cranio Sacrale, Cromoterapia, Foto Kirlian, Floriterapia, Cristalloterapia; Comunicazione e Relazione, Costellazioni Familiari e Organizzative, Etica e Sviluppo. Tel. 0434.72782, Cell. 329.2399184.

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OLOS - Centro Olistico Integrato Discipline olistiche, trattamenti e formazione. Via F.lli Bandiera 17, Pordenone. Tel. 334.9161209, www.centrolos.it SANITARIA Del PUP Via Molinari 38/40, Pordenone. Tel. 0434. 28897.

EMILIA ROMAGNA BOLOGNA Ass. Spazio Interiore e Ambiente Via Riva di Reno 124, Bologna. Tel. 051.225588, www.associazioneasia.it Associazione Melograno Via Lombardia 36, Bologna. Tel. 051.6241125, www.centromelograno.it

Istituto Himalayano di ricerca in Ayurveda Via De Leprosetti 2/A, Bologna. Tel. 051.262823, www.ayurveda.bo.it Scuola/Fondazione Matteo Ricci Via A. Canova 13, Bologna. Tel. 051.531595, www.fondazionericci.it SCUOLA DI YOGA CENTRO NATURA Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051.223331, 051.235643, www.centronatura.it sport@centronatura.it

PARMA Ass. LA GROTTA DI CRISTALLO Shiatsu, Tai Ji, Danze Orientali, Voice Dialogue, Reiki, Diapason Terapia, Naturopatia., Meditazione Guidata. Fidenza (PR). Tel. 0524.84450, 0524.62315. freeweb.supereva.com/grottadicristallo Ass. NAMASTE - Parma Per la promozione e la diffusione della meditazione. Via Mascagni 25, Rivarolo di Torrile (PR). Tel. 0521.810138, cell. 335.6713405. www.oshonamaste.it maprem@libero.it LIBERA ACCADEMIA SCIENZE UMANE Scuola di counseling professionale accreditata Cncp Incontri di crescita e formazione in ambito umanistico e transpersonale Via Sella 31/A (laterale Via Orlando), Parma. Tel. 0521.944410, www.lasu.it www.alchimia.org


Monastero Zen Fudenji Bargone 113, Salsomaggiore Terme (PR) Tel. segreteria: 0524.565667. Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525.60296. Associazione di promozione sociale SPAZIO SHIATSU Corsi di shiatsu professionali e amatoriali, meditazione za-zen, seminari di approfondimento. Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521.533831, www.studishiatsu.it info@studishiatsu.it

MODENA CENTRO YOGA SHIVA Via Silvati 12, Modena. Tel. 059.364625, Cell. 338.5332728, yogash00@centroyogashiva.191.it www.centroyogashiva.191.it

RIMINI Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia Via Cà Baldone 62, Trarivi di Montescudo (RN). Tel. 0541.984710.

FERRARA ISHVARA NIKETAN, Associazione Culturale e di Promozione Sociale Via San Giuseppe 5, Renazzo (FE) Tel. / Fax 051.6850317, info@ishvaraniketan.org www.ishvaraniketan.org

UMBRIA, MARCHE, ABRUZZI ANCONA Ass. Cult. “LA CITTÀ DELLA LUCE” Via Porcozzone 17, Ripe (AN) Tel. 071.7959090, www.reiki.it SOAM Scuola Olistica Via Pergolesi 64, Chiaravalle (AN). Tel. 071 7450892, www.risoessenza.it

MACERATA

FIRENZE

TARA CENTER C.da Ricciola, Recanati (MC). Tel. 071.7575847, cell. 393.9755533, www.taracenter.it info@taracenter.it

Ass. Cult. “L’ALBERO DELLO YOGA “ L’associazione si occupa della diffusione dello Yoga e di alcune delle principali discipline olistiche attraverso incontri, trattamenti, corsi. Via della Libertà 61/65, Matassino - Reggello (FI). Cell.333.3807726, www.lalberodelloyoga.it info@lalberodelloyoga.it

PERUGIA ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, www.ananda.it CASAYOG (Yogi Gyanander) Per l’armonia del corpo, della mente e dello spirito. Insegnamenti: “yoga così com’è”, yama-niyama, shat-karma, asana, pranayama, meditazione, mudra, kundalini, tantra. Strada San Marino 21, Perugia. Tel 075.5899339, www.casayog.com

URBINO Istituto di Medicina Naturale (Urbino) Tel. 0722.351420, www.naturopatiaitaliana.it

TOSCANA AREZZO A.M.O - ACCCADEMIA MASSAGGI OLISTICI c/o La Dea del Centro Via T. Torri 22/28, Arezzo. Resp. Andrea Marini, cell. 388.9334692, tel. 0575.1821330, fax 0574.362133. www.massaggiohotstone.it www.ladeadelcentro.it info@ladeadelcentro.it MAITHUNA srl ISTITUTO DI TANTRA E COUNSELING Località Upacchi n. 51, Anghiari (AR). Tel. 0575.749330, info@maithuna.it www.maithuna.it

GROSSETO Comunità Dzog-Chen Merigar, Arcidosso (GR). Tel. 0564.966837.

Ass. Light On Yoga Italia Via Fra Paolo Sarpi 8/A, Firenze. Tel. 055 674426, www.iyengaryoga.it Centro Terra di Unificazione Ewam Via R. Giuliani 505/A, Firenze. Tel. 055.454308.

CENTRO ZEN FIRENZE TEMPIO SHINNYO-JI Via San Domenico 77, Firenze. Cell. 339.8826023, centro@zenfirenze.it www.zenfirenze.it SCUOLA DI AGOPUNTURA TRADIZIONALE DI FIRENZE del dott. Nello Cracolici. Via San Giusto 2, Firenze. Tel. 055.704172. Himalayan Yoga Institute Via Faentina 33/R, Firenze. Tel. 055 472015, www.himalayaninstitute.it

LUCCA Centro internaz. Operatori Metodo Grinberg Via San Francesco 57, Viareggio (LU). Tel . 0584 1941409, http://home.tiscalinet.ch/metodo

MASSA Ass. Sentiero Armonioso Via Formentini 17, Massa. Tel. 347.3120533, www.sentiero-armonioso.it

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I LUOGHI

FLORITERAPIA DI BACH La Cediflor annuncia il Corso di Formazione in Floriterapia di Bach TENUTO in anteprima in Italia dal Dr. Eduardo Grecco il più grande Maestro ed esperto a livello mondiale. Il Corso, di altissimo livello, verrà strutturato come svolto in Messico, nell’ambito della “Escuela de Terapeutas Florales” ed è la prima volta che il Dr. Grecco esporta in Europa la Formazione nella sua interezza. Il Diploma, alla fine del Corso di Formazione, è anche riconosciuto dalla “Asociacion Iberoamericana de los Terapeutas Florales”. Per informazioni e iscrizioni:

Cediflor - Centro Diffusione e Didattica Floriterapia di Bach Tel. 333.4243663 - www.cediflor.it - info@cediflor.it

PISA ISTITUTO LAMA TZONG KHAPA Via Poggiberna 15, Pomaia (PI). Tel. 050.685654, 050.685009, info@iltk.it segreteria@iltk.it www.iltk.it PUNDARIKA CENTRO RITIRI MEDITAZIONE Loc. Cordazingoli 18, Riparbella (PI) Tel. 0586.699077, 338.6759340 (Erica).

LAZIO ROMA AMRITA CENTRO YOGA E AYURVEDA Via C. Colombo 436, Roma. Tel. 06.5413504, 06.5081202, www.amritayoga.it ASSOCIAZIONE ERBAMOLY Centro Kundalini Yoga secondo gli insegnamenti di Yogi Bhajam Trattamenti di Sat Nam Rasayan Yoga in gravidanza. Via C. Baronio 90, Roma. Tel. 333.3236981, associazioneerbamoly@libero.it http://digilander.libero.il/Erbamoly/ Ass. cult. L’ALBERO E LA MANO Via della Pelliccia 3 (Trastevere) , Roma. Tel. 06.5812871, 339.8818866 www.lalberoelamano.it

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ASSOCIAZIONE SHAKTI Centro di Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan Via dei Brusati 30, Roma. www.kundaliniyoga.it BRAINBALANCE STUDIOS Via Ludovico di Vartema’ 3, Roma. Tel. 06.57302836, www.brainbalancestudios.com BUPPO DOJO praticare il Buddhismo Zen Soto Via Ferento 5, Roma. Tel. 06.70032127, buppodojo@gmail.com www.buppodojo.it Centro di Meditazione Zen “Hui - Neng” Via Giuseppe Di Vittorio 30, Roma. Tel. 06.2576139, cell. 338.8658246. CEDIFLOR - Centro Diffusione e Didattica Floriterapia di Bach Via R.Fauro 82, Roma. Tel. 06.8074385, 333.4243663 www.cediflor.it info@cediflor.it CENTRO NIRVANA Associazione Spirituale per la Meditazione Chan e Zen Via Ostiense 152/B, Roma. Tel. 338.7021800, 328.6848780, www.centronirvana.it centronirvana@libero.it SCUOLA DI RESPIRO Via Carlo Alberto 39, Roma. 06.4462523, www.scuoladirespiro.com

CENTRO YOGA ED OLISTICO VIPASHYANA Channelling, regressioni karmiche, yoga, meditazione, cristalloterapia, mass. ayurvedico, riflessologia plantare, pranoterapia, reiki. Via Venezia 48/50, Ciampino – Roma. Tel. 347.8360990 www.vipashyanayoga.com Centro Olistico Take Off Via L.Perna 51, EUR-Montagnola, Roma. Tel. 06.54225603, 347.3706437. www.floriterapia.com CENTRO TARA BIANCA Danza Creativa, Arti Terapeutiche, Meditazione. Via Ettore Rolli 49, Roma. Tel. 06.5811678, 328.0829035, www.centrotarabianca.it guglielmo1@interfree.it Fondazione Maitreya Via della Balduina 73, Roma. Tel 06.35498800, www.maitreya.it Istituto Samantabhadra Via Di Generosa 24, Roma. Tel. 06.6531777. Monastero Santacittarama Loc. Brulla, Frasso Sabino (RI). Tel. 0765.872186, www.santacittarama.org PIACERI UNICI EcoShop per appassionati di prodotti biologici, tipici, del commercio equo e solidale e dell’agricoltura sociale. Via Orvieto 30/34 (San Giovanni), Roma. Tel. 06.45443234, www.piaceriunici.it

CAMPANIA Ass. Cult. Italiana Arti e Filosofie Orientali “Siddharta” Via S. Maria della Neve 18, Napoli. Tel. 081.668426, www.siddharta.scuola.org CENTRO SHANTI - SHANTI ASHRAM Scuola di Yoga e Discipline Orientali Via Erbagaudi, Contrada Grotte 3, Baia e Latina (Caserta) Tel. 0823.980099, www.centroshanti.it info@centroshanti.it


CENTRO DI RICERCA OLISTICA “TAO” - SCUOLA ITALIANA REIKI Via F. Cilea 91, Napoli. Tel. 081.5790306, 338.8495996 taocenter@tiscali.it - www.taocenter.org

PUGLIA Centro Buddhista della Via di Diamante c/o Nuovo Aleph Via Gaetano Postiglione 14/E, Bari. Tel 349.7751145, 368.575880, bari@diamondway-center.org CENTRO YOGA RATNA Via Diaz 7, Maglie (LE). Tel. 0836.342759. Scuola Arti Orientali Il Sole Via Taranto 40, Lecce (LE). Tel. 0832.243015.

Associazione Culturale La Città della Luce Via Porcozzone 17- 60010 - Frz. Passo Ripe - Ripe (AN) Tel. 071.7959090 www.reiki.it

Discipline Olistiche

Sulle colline marchigiane, a pochi passi dal mare, in un’antica dimora del X secolo d.C. ha sede La Città della Luce Associazione di Promozione Sociale, che si dedica allo studio ed all’insegnamento delle discipline olistiche. In questo splendido scenario naturale si organizzano seminari di Reiki Sistema Usui, antico metodo di guarigione naturale, per chi sceglie un percorso di ricerca e di benessere interiore. Il programma formativo prevede seminari di Costellazioni Familiari, il Laboratorio Permanente di Comunicazione ed Espressione Artistica, il Laboratorio sulla Relazione di Coppia. Inoltre si tengono corsi base ed avanzati di Ayurveda, dedicati alle varie tecniche di massaggio, automassaggio e trattamenti specifici, corsi di Yoga, Mantra e Meditazione, corsi di Riflessologia, corsi di Alimentazione Bioenergetica e corsi di Fiori di Bach e Himalayani.

Laboratori Artistici

Presso i Laboratori Artistici dell’Associazione si tengono corsi di ceramica al tornio e ceramica Raku; corsi per realizzare creazioni in ago e filo con tessuti naturali; corsi e consulenze di comunicazione bio-etica, informatica, grafica e servizi d’informazione, per una coscienza olistica più profonda.

Calendario Corsi: www.reiki.it

SICILIA Centro di Cultura Rishi Via S. Bono 19, Palermo. Tel. 091.6254135, www.centroculturarishi.it Associazione Vidya Cultura Yoga Via Dominici 19, Palermo. Tel. 091.6888180. Associazione Culturale YOGA SAMAJ Via Nuovalucello 25, Catania. Tel. 095.336488, cell.340.9030005, www.yoganaturopatia.it info@yoganaturopatia.it

Vacanza Olistica. Benessere e tempo libero tra terra, mare e sapori marchigiani

La Vacanza Olistica, dedicata al benessere ed al relax, è organizzata da La Città della Luce in collaborazione con l’albergo di campagna Solea. Propone vari percorsi della durata di una settimana per imparare le tecniche che fanno stare bene, dedicati alle discipline bionaturali e ad antichi mestieri, alimentandosi naturalmente, immersi nell’autenticità di questi luoghi. Un diverso concetto di vacanza pensato per ristabilire il contatto con se stessi e con la natura circostante. Il programma prevede inoltre la “Settimana Benessere e Relax” con la proposta di trattamenti e consulti personalizzati. Le attività si svolgono presso la sede della Città della Luce e l’ospitalità trova spazio da Solea, a 15 minuti dalla spiaggia di Senigallia e dal suo centro storico animato di vita e di iniziative. Indimenticabili borghi medievali e le più belle città d’arte marchigiane si raggiungono viaggiando lungo strade panoramiche uniche per la loro bellezza paesaggistica.

Imparare a prendersi cura del corpo e dello spirito I programmi della Vacanza Olistica

Settimana Benessere Reiki Settimana Benessere Ayurveda Yoga Settimana Benessere Costellazioni Familiari Settimana Benessere di Arte Terapia Settimana Benessere per la Relazione di Coppia Settimana Benessere Fiori di Bach Settimana Benessere e Relax Settimana Antichi Mestieri e Spiritualità www.reiki.it

Garuda Yogashram Via G. Giusti 6/I, Tremestieri Etneo (CT) Tel. 095.7415822, www.garudayogashram.com

I dati raccolti sono stati forniti o individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art.13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore.

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LA VIA INTERIORE

Che cosa è un sogno? di Eleonora Brugger e Paul Kircher www.comprendereisogni.it

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n sogno è un altro piano di realtà. Ad esser precisi: ogni cosa, e quindi anche ogni uomo, ogni idea o invenzione proviene dal tempo dei sogni. Il sogno è, per così dire, il preludio della nostra realtà fisica. Nel sogno viviamo in un mondo psichico. Esistono innumerevoli mondi psichici ed ognuno di essi possiede l’opzione di dar seguito ad una conseguenza fisica, allo stesso modo in cui noi abbiamo la possibilità di materializzare un’invenzione innanzitutto psichica (che si compone quindi solo di una forma mentale) per concretizzarla poi nella realtà fisica. Durante il sogno non siamo più soggetti a vincoli spazio-temporali, perciò vi è la possibilità di ottenere informazioni dal nostro stesso futuro fisico. Il sogno è un’importante forma di terapia in cui possono venir elaborati e risolti traumi del passato, nonché un ottimo strumento da cui attingere informazioni su ogni ambito della nostra vita, in funzione della forza del nostro intento. In quest’ultimo caso il sogno assume la funzione di un prezioso consigliere. In sogno, tuttavia, abbiamo identico accesso anche ad altri mondi della psiche, compresi dunque i loro corrispondenti fisici che, sostanzialmente, sembrano non avere nulla a che fare con il nostro punto di vista terreno. Questo tipo di impressione però vale per tutte quelle persone che tendono ad identificarsi unicamente con il corpo che possiedono in questa nostra realtà terrena e che non riescono ad immaginare che unità o particelle consapevoli del nostro Se possano esistere anche in altri mondi ed in altre forme; questo è il senso infatti, in cui intendere la multidimensionalità del Se. Vantaggi ottenibili dai sogni Attraverso il sogno è possibile entrare in collegamento con la memoria collettiva e ciò significa che per suo tramite abbiamo la possibilità di acquisire miglior consapevolezza di noi stessi, in relazione alla nostra unicità ed interezza. Parallelamente, il sogno ci permette di entrare in contatto con la nostra multidimensionalità e quindi di visitare, se vogliamo, ogni particolare dell’intero creato. Il sogno è una fine-

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stra aperta verso l’origine dell’universo. Ciononostante purtroppo, in questa nostra società il sogno non occupa un posto di grande rilievo. Per questa ragione è bene motivare ogni lettore a ricordarsi dei propri sogni, a trascriverli ed analizzarli, per poi integrarne l’esperienza acquisita nella propria vita quotidiana. Ecco i prinicpali vantaggi ottenibili: • Accesso all’inconscio • Risoluzione di paure e blocchi emozionali • Esperienze emotivo-spirituali profonde • Esperienze nuove che nella vita normale non siamo in grado di fare: ad es. volare • Soluzioni a domande irrisolte • Invenzioni • Ricognizioni precognitive e grazie ad esse: possibilità di non farsi cogliere impreparati in situazioni future nonché di salvaguardare la propria vita • Acquisizione di nuove capacità • Contatto con altre dimensioni • Collegamento con il creato • Contatto con trapassati • Crescita personale Comprendere il messaggio del sogno Il linguaggio usato nei sogni è quello delle metafore e dei simboli, che analizzati insieme comportano una ricchezza inestimabile di informazioni. Anche la comunicazione verbale è meritevole di considerazione, pur se in misura minore. Il linguaggio dei sogni viene definito anche “ universale”, perché più completo rispetto al nostro abituale modo di comunicare. Il messaggio contenuto nei sogni possiede un’enorme profondità: un immagine infatti può dirci molto di più di 1000 parole. Spesse volte durante il sogno vengono rappresentate situazioni già vissute nella fase diurna (magari viste alla televisione, al cinema, ecc.) che ci hanno toccato a livello emozionale. Il nostro inconscio elabora dunque queste informazioni durante la notte attraverso i sogni. Ecco cosa possiamo comprendere dai sogni: • messaggi nuovi • soluzioni a problemi • avvisi ed avvertimenti (previsioni del futuro) • esperienze spirituali ed insegnamenti

Ed ecco come interpretare i sogni per ricavare le informazioni che ci interessano: • per prima cosa, dobbiamo cercar di comprendere il sogno attraverso ciò che abbiamo percepito emozionalmente durante le diverse esperienze della visione. • In successione confrontiamo il sogno con lo stato di veglia. Ad esempio: se durante il sogno proviamo una sensazione di paura, cerchiamo di ricordare in quali situazioni del quotidiano si ripropone questo tipo di sensazione. Un’ipotesi potrebbe essere che questa paura venga vissuta ogniqualvolta si prospetti un colloquio di lavoro o un esame. • Persone, luoghi, oggetti ed altro, sono simboli che vanno sempre interpretati personalmente e non possono mai accomunarsi a spiegazioni standardizzate. Ognuno di noi infatti possiede un proprio linguaggio e deve essere perciò capace di interpretarne il messaggio in prima persona. Per questa ragione anche i manuali che associano spiegazioni uniformate ad immagini e simboli onirici, risultano poco affidabili. Se sogniamo delle persone, molto spesso queste ci stanno mostrando un aspetto del nostro essere. Per questo è sempre bene chiedersi: ”Cosa voleva mostrarmi il sogno e che parte di me mette evidenzia la persona che ho sognato?” Se, ad esempi,o sogniamo una persona che esprime aggressività nei nostri confronti, la domanda che dovremmo porci è: “In quali occasioni sono aggressivo?” e “Con chi sono aggressivo? Con gli amici, con la famiglia, con i colleghi o addirittura con me stesso?” Dedicate ogni mattina 10 minuti a voi ed ai vostri sogni. Se ben considerate, è una gioia sapere come la notte non sia solamente un tempo “perso”, ma bensì un’opportunità di elaborare concetti ed esperienze nuove che arricchiranno la vostra vita.


Plasma di Quinton La talassoterapia si avvale delle risorse del mare. L’acqua viene semplicemente filtrata e riscaldata, per preservare tutte le qualità originarie. I fanghi marini e le alghe sono utilizzate per applicazioni locali o impacchi su tutto il corpo, dagli effetti rivitalizzanti o snellenti. Il sale marino entra nei trattamenti per le sue proprietà esfolianti. L’acqua di mare si può considerare la più completa acqua minerale, in quanto in essa sono contenuti quasi tutti gli elementi esistenti in natura. Utilizzata in combinazione con il clima marino può curare diversi disturbi e svolgere un’azione rivitalizzante, detergente e antibatterica. L’acqua di mare è in commercio, con il nome di plasma di Quinton, appena modificata per le esigenze dell’organismo e resa sterile, permettendo così di rimineralizzare l’organismo, ristabilendo il metabolismo minerale alterato e l’equilibrio ionico. Una cura con acqua di mare moltiplica fino a 10 volte il tasso di magnesio, con notevole miglioramento delle manifestazioni allergiche, dell’assimilazione e diminuendo le fermentazioni gastriche. Il Plasma di Quinton è acqua di oceano pura, sterilizzata a freddo. È in vendita in farmacia, sotto forma di fiale. L’acqua di mare è ricca di oligoelementi e sali minerali, elementi che entrano nel nostro corpo attraverso la pelle riattivando in questo modo la circolazione, stimolando il metabolismo e le attività d’assimilazione e d’eliminazione. Queste sostanze hanno più efficacia se la temperatura dell’acqua è tra i 30 ed i 32 gradi. L’acqua di mare è inoltre raccomandata per curare le artrosi, le infiammazioni dei tendini, dei muscoli e dei nervi, delle prime vie respiratorie e per combattere l’obesità e la cellulite. Il plasma di Quinton bevuto a stomaco vuoto, può guarire numerosi disturbi: dermatiti, psoriasi, allergie alimentari, riniti e sinusiti, osteoporosi, dolori reumatici, astenia e sindromi depressive. “Il mare guarisce le malattie degli uomini” (Euripide)

Boswellia Nella Fitoterapia occidentale si utilizzano spesso estratti di piante extra-europee, derivanti nella maggior parte dei casi dalla medicina tradizionale di molte popolazioni. E’ ad esempio il caso della Boswellia (Boswellia serrata Roxb), della famiglia delle Burseraceae, un albero originario dell’India, forse più conosciuto per il fatto che dalla sua corteccia si estrae una resina chiamata “incenso”, certamente conosciuto per l’uso che ne è sempre stato fatto durante le cerimonie religiose. Recentemente l’attività antireumatica degli estratti di Boswellia è stata confermata anche sull’uomo, con particolare riferimento all’artrite reumatoide: i pazienti affetti da artrite reumatoide sono stati trattati con estratto di Boswellia, da solo o in associazione ad altre piante antireumatiche, valutando la variazione della velocità di eritrosedimentazione (VES) e di alcuni parametri clinici. Gli autori hanno concluso che si trattava di un trattamento sicuro, ben tollerato anche nella terapia a lungo termine, capace di modificare l’andamento clinico della malattia, utilizzabile anche in associazione ad altri farmaci, efficace nella riduzione del dolore e del gonfiore articolare e nel ristabilire un buona funzione articolare. Alcuni acidi boswellici hanno dimostrato sperimentalmente un’importante attività antitumorale, dimostrata tuttavia soltanto in vitro su cellule leucemiche, ma non ancora sull’uomo. Estratti di Boswellia possono essere prescritti nella terapia di numerose patologie dell’apparato osteoarticolare e non: dolori artritici, artrosi, artrite reumatoide, fibromialgie, miositi, tendiniti, periartriti, flogosi delle parti molli, reazioni allergiche bronchiali o rinosinusali, malattie infiammatorie croniche o allergiche della pelle, colite ulcerosa, morbo di Crohn, epatopatie croniche. In certi casi è possibile giungere anche alla riduzione di farmaci antiinfiammatori, cortisonici e non, abitualmente utilizzati.

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LA VIA INTERIORE

I Principi Olistici di Edgar Cayce a cura di Gruppo A.R.E.-Edgar Cayce Italia

www.edgarcayce.it

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dgar Cayce (1877-1945), sensitivo americano da molti ritenuto il padre della “medicina olistica”, lasciò in eredità un’enorme quantità di informazioni riguardo al corpo umano, le malattie e i mezzi con cui riacquistare la salute. Due terzi dell’opera della sua vita, oltre 9000 “letture” in stato medianico, sono stati destinati ad individui malati. Le premesse di tutte le informazioni trasmesse da Edgar Cayce si basano su alcuni principi fondamentali su salute e guarigione, qualunque sia la malattia o il disturbo. Nella cartella d’archivio intitolata “Principi di Guarigione” sono esposte, in modo essenziale, tutte le sue idee. La prima, fondamentale, sostiene che si debba mantenere un equilibrio creativo tra due principi: 1. La guarigione viene dall’infinito, cioè dalla sintonia e armonia con la nostra fonte spirituale. L’infinito è altrettanto accessibile e a disposizione nel mondo fisico, visibile, come lo è nell’ambito dell’invisibile. 2. Allo stesso tempo, ognuno di noi deve prendersi la responsabilità per il proprio processo di guarigione. Nessuno può permettersi di restare semplicemente ad aspettare in modo passivo che essa arrivi. Questo secondo principio, l’esigenza di prendersi le proprie responsabilità, può assumere varie forme. Per esempio, la guarigione richiede sintonia e nessuno conosce meglio di noi stessi cosa ci ha condotto fuori strada in passato. Spesso, se guardiamo attentamente le nostre vite, possiamo notare qual è la causa della nostra malattia. Ancora, sappiamo che il corpo umano possiede un meraviglioso slancio innato a guarirsi, ma noi dobbiamo fare la nostra parte. Un osso rotto cercherà naturalmente di aggiustarsi; tuttavia, la frattura ha bisogno di essere sistemata nel modo dovuto per raggiungere una guarigione completa ed effettiva. Un altro importante principio fa riferimento alla “medicina dell’energia”, un nuovo campo del quale Edgar Cayce fu un pioniere. Le sue “letture” parlano insistentemente del ruolo giocato dalle vibrazioni o forze vibratorie, fino al livello dei singoli atomi. Secondo Cayce, c’è un tipo di consapevolezza che è presente in ogni atomo.

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Sebbene la maggior parte dei passaggi sulla fisica della guarigione sembrino piuttosto esoterici, potrebbe essere più semplice usare un’analogia con l’accordatura di uno strumento musicale. Un violino o un pianoforte non accordati suonano una musica aspra e discordante, simbolo di malattia e disagio nel nostro caso. Proprio come un abile musicista può riaccordare lo strumento, noi sperimentiamo la guarigione quando le nostre vibrazioni, fino al livello atomico, sono armonizzate correttamente. Essenzialmente, la guarigione è un cambiamento di vibrazione che avviene dall’interno. L’equilibrio tra corpo, mente e spirito è un’altra chiave per entrare nella filosofia della guarigione di Edgar Cayce. Per far si che essa sia completa e duratura, dobbiamo riconoscere e soddisfare i bisogni di ognuno di questi tre livelli: nessuna malattia può essere curata efficacemente da uno soltanto. Inoltre, Cayce afferma che il corpo umano resterà naturalmente in salute, addirittura ringiovanirà, se potrà essere mantenuto una sorta di equilibrio interiore. Il “disagio” comincia quando una parte del corpo assorbe energia da un’altra parte. Una porzione di un organismo si può sovraccaricare di forza vitale creativa, mentre un’altra porzione ne rimane denutrita. Il risultato è il graduale disgregarsi del corpo e l’inizio della malattia. L’opposto di questo processo di disgregazione è il ringiovanimento. Le sue “letture” affermano che noi stiamo continuamente ricostruendo i nostri corpi:

ogni sette anni tutte le cellule vengono rimpiazzate. Se lo permettiamo, i nostri corpi trasformeranno ogni problema e rianimeranno qualsiasi condizione. Ma, le nostre abitudini acquisite, di solito bloccano questo potenziale di guarigione: le abitudini nell’agire e, in modo ancora più marcato, quelle mentali. Che ruolo hanno i farmaci e la medicina nel processo di guarigione? La filosofia di Edgar Cayce scorge chiaramente un posto per loro, ma ci invita a stare molto attenti a non fraintendere il modo in cui funzionano e a non aspettarsi da essi più di quanto sia ragionevole. Ogni metodo di cura cerca di creare un’esperienza di unità, nella speranza di stimolare di conseguenza un’analoga risposta nel corpo. Per certe persone, in certe situazioni, un farmaco può essere il modo migliore di ottenere tale risultato; proprio come, in altri casi, la chirurgia potrebbe essere il modo migliore per stimolare la guarigione. Le medicine possono essere un’applicazione pratica della forza vitale unica. Occasionalmente devono essere molto potenti nelle loro reazioni, per permettere al paziente di superare una fase di acuto malessere. Edgar Cayce ripetutamente incoraggiò a considerare le formule erboristiche che lui raccomandava come tonici e stimolanti, piuttosto che medicine. Il lato pericoloso delle medicine è il loro potenziale di far diminuire il lavoro di guarigione che è proprio del corpo. A questo alludeva quando metteva in guardia contro i “palliativi” che “ingannano l’anima” con mezze verità e sollievo momentaneo. È anche ciò che voleva dire quando avvertiva che non ci dovremmo affidare a nessuna circostanza al di fuori di noi stessi, che possa essere assimilata dal corpo dall’esterno. Questo a significare che si possono prendere le medicine, tenendo però bene a mente che queste sostanze chimiche possono offrire temporaneamente, in qualche modo artificialmente, al nostro corpo un esperienza di maggiore unità. La guarigione che fa veramente presa e dura nel tempo deve arrivare dal cambiamento della propria consapevolezza e vibrazione interiore. Ciò avviene più efficacemente per mezzo di un consistente e persistente sforzo umano (cioè impegnando i propri desideri, scopi e volontà), cosa che le


pillole rischiano di consentirci di eludere troppo facilmente. La filosofia della guarigione di Edgar Cayce comprende altre intuizioni che possono aiutarci ad evitare incomprensioni. Per esempio, un principio afferma che le migliori procedure di cura, qualche volta, provocano un temporaneo peggioramento delle condizioni. Se non riconoscessimo questa possibilità, potremmo essere portati a lasciar perdere appena ancor prima che i benefìci comincino a presentarsi. Un principio strettamente correlato afferma che, quando un corpo ristabilisce la sua sintonia, tende ad essere più sensibile. Ancora, se noi fraintendiamo questa accresciuta sensibilità, potremmo non accorgerci dei miglioramenti che lentamente vengono procurati. La mente è un punto focale di altri processi di guarigione, l’inconscio gioca un ruolo in molte malattie e disturbi. Un esempio è il fattore karmico nei problemi di salute: ricordi di incarnazioni precedenti, conservati nella “mente dell’anima”, possono scatenare problemi corporei. Di certo non dovremmo spingerci fino a supporre che qualsiasi problema di salute abbia radici nelle vite precedenti; nondimeno, la prospettiva della reincarnazione può aiutarci a comprendere ciò con cui probabilmente stiamo interagendo mentre cerchiamo la guarigione. Il familiare assioma di Edgar Cayce “è la mente che costruisce”, porta a chiederci con precisione quali atteggiamenti ed emozioni meglio favoriscano la guarigione. Le sue “letture medianiche” ne mettono in evidenza alcuni: • L’accettazione di se stessi. Nel momento

in cui ci sbarazziamo dell’autocondanna, facciamo spazio alle forze della guarigione perché entrino. • Ottimismo e speranza. Siamo incoraggiati ad aspettarci la guarigione. • Pazienza. È molto più veloce distruggere la salute che ricostruirla. Dobbiamo avere la volontà di investire pazientemente il tempo richiesto. Insieme a questi atteggiamenti ed emozioni specifiche, siamo invitati ad usare il potenziale creativo della visualizzazione per stimolare la nostra stessa guarigione. La capacità di produrre immagini può venir indirizzata in modo tale da poter “vedere” la trasformazione della guarigione in svolgimento. Questo non si può raggiungere in una sola sessione di visualizzazione: come tutti gli approcci salutisti di Edgar Cayce, richiede perseveranza e funziona meglio insieme ad altri metodi di cura. Forse il principio più importante della relazione della mente con la guarigione riguarda la “finalità”. Una persona può temporaneamente sperimentare una guarigione esteriore, cioè soltanto nel corpo fisico e tuttavia essere ancora “spiritualmente” malata. Cos’è che cura l’anima? Un impegno per una vita “finalizzata”. Non uno scopo qualunque ma piuttosto qualcosa che rifletta l’interesse per il prossimo. Edgar Cayce avrebbe fatto questa domanda ad un malato durante una delle sue letture: “che faresti della tua vita se tu fossi guarito?”. L’opinione della sua fonte medianica era semplice: “perché correggere la condizione fisica a meno che non abbia luogo anche una correzione interiore?”. Le persone che cercano la guarigione sia interiore che esteriore sono i migliori candidati

per ritrovare la salute e vitalità. Nella filosofia di Edgar Cayce, la guarigione dovrebbe renderci idonei ad essere più utili per il prossimo. Con questo ideale di servizio in mente, potremmo anche chiederci come adoperarci per divenire “canali” di guarigione per il prossimo. Che princìpi governano i nostri sforzi di portare guarigione a coloro che amiamo? Uno di questi si basa sulle connessioni spirituali che esistono tra tutte le persone, affermando che nel momento in cui portiamo l’esperienza di unità nella propria consapevolezza, questo può aiutare profondamente anche qualcun altro a sperimentare unità, sintonia e guarigione. Il modo di esprimersi di Edgar Cayce era: “... innalzare la Coscienza di Cristo in te stesso ad un tale livello che essa possa fluire al di fuori, verso chi tu la indirizzeresti”. Perché ciò sia più efficace, chi riceve deve desiderare tale aiuto ed aver richiesto delle preghiere per la guarigione. Certamente, possiamo sempre pregare per qualcuno anche se quell’individuo non l’ha chiesto, ma è importante che noi non presumiamo mai di sapere cosa può servire alla vita degli altri. Per qualcuno che non ha chiesto specificatamente un nostro aiuto, possiamo offrire semplicemente protezione e benedizione, invece di cercare di orientare energie di guarigione per una condizione specifica. In sintesi, le letture di Edgar Cayce ci rammentano che il nostro stato naturale è l’integrità e la salute. Una saggezza innata dentro di noi sa ciò che serve per la guarigione. Dovremmo aspettarci di stare bene e voler fare la nostra parte per renderlo possibile.

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GLI INCONTRI

La Manipolazione Viscerale Fasciale di Giacomo Leone Il metodo

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a manipolazione viscerale fasciale è una metodica di terapia manuale, sviluppata partendo dall’osteopatia viscerale, che integra e coadiuva l’azione della terapia cranio-sacrale. Rappresenta un tipo di trattamento che non si effettua fisicamente sull’organo ma sulla fascia o “guaina” che lo avviluppa e avvolge, permettendone il movimento; questo tipo di manipolazione consiste nell’applicare forze leggere e accuratamente localizzate per favorire una normale e buona mobilità degli organi. In Occidente si parla di manipolazione viscerale da poco più di 130 anni: il dott. A.T. Still (1828-1917), il pioniere, colui che viene definito padre dell’osteopatia, scrisse nel suo trattato “Filosofia dell’Osteopatia”: “…il mio primo trattamento osteopatico dell’appendicite risale al 1877, scoprii in una paziente una torsione laterale delle ossa lombari, effettuai la correzione, rimontai gli intestini, tutto andò bene.” Successivamente, altri autori e ricercatori hanno sviluppato tecniche e studi che hanno portato a sviluppare conoscenze specifiche sui sistemi e sui meccanismi che agiscono in ambito viscerale. Nella manipolazione viscerale fasciale viene data importanza sia all’attività funzionale che alle strutture somatiche: viene osservata la loro qualità e la loro attività, facendo riferimento a come siano correlate in un quadro generale armonioso, definito “stato di salute”. Il punto più importante è la valutazione della qualità del movimento. Quando questo è libero si manifesta con un’espressione di “facilità” a trasmettere un senso di energia, quando il movimento non è libero si notano fenomeni di congestione e di difficoltà a trasmettere energia. Il movimento normale sembra favorire e stimolare le cellule specializzate nel secernere piccole quantità di liquidi che agiscono da lubrificante tra le superfici di scivolamento degli organi e delle strutture circostanti. Il movimento anormale può creare invece uno stato di irritazione in grado di influenzare sfavorevolmente la qualità e la quantità di tali secrezioni.

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Il movimento normale degli organi interni sembra, inoltre, trasmettere uno stimolo al cervello, che lo riconosce e utilizza come parte di un sistema di comunicazione più ampio; l’assenza di questo stimolo sembra influenzare sfavorevolmente questo scambio, pertanto si ritiene che un’opportuna manipolazione influenzi positivamente il sistema e porti la comunicazione cervello-organi a livelli normali. E’ importante considerare che nel corpo esistono strutture con forme e funzioni differenti, che sviluppano anche pressioni variabili: queste, all’interno delle cavità, sono delle vere e proprie forze che hanno la funzione di “tenere sospesi” gli organi interni. In generale, nel tronco si evidenzia una pressione negativa a livello della cavità toracica, una lievemente positiva a livello dell’addome superiore e una più positiva a livello dell’addome inferiore. La pressione negativa della cavità toracica permette di “attirare” gli organi situati sotto al diaframma, aiutandone la “sospensione”. Varie condizioni, come ad esempio un tono anomalo del diaframma, gli stati fibrotici del tessuto connettivo e la “ptosi” (abbassamento) degli organi, possono contrastare l’attrazione della pressione negativa sulle varie strutture. La pressione all’interno degli organi cavi e la pressione vascolare e gassosa all’interno delle pareti tessutali degli organi stessi creano una forza dall’interno verso l’esterno che permette l’espansione dell’organo, contribuendo così a mantenerne la forma. Entrambe le pressioni favoriscono la tendenza di ciascun organo ad occupare il massimo spazio e a cercare la massima superficie di scivolamento rispetto alle altre strutture, effetto definito abitualmente come “turgore”. Per potere effettuare una valutazione e, conseguentemente, il trattamento, è necessario fare chiarezza proprio sul modo in cui muovono gli organi e stabilire qual è la loro mobilità e il loro movimento fisiologico. I movimenti viscerali dipendono dalle membrane sierose che avvolgono l’organo, dalle connessioni legamentose e da tutte le strutture che lo connettono alle altre parti dell’organismo, seguendo direzioni particolari e lungo assi ben definiti. Il concetto di movimento è ritenuto basilare: il movimento è vita, la sua assenza è la morte.

Il movimento viscerale Il movimento viscerale si classifica in categorie, secondo l’apparato che lo influenza o lo controlla: 1. Il sistema nervoso somatico 2. Il sistema nervoso autonomo 3. Il ritmo cranio-sacrale 4. Il movimento fisiologico viscerale Il movimento viscerale influenzato dal sistema nervoso somatico è il più intuibile ed evidente. I visceri che, con i loro legamenti e le loro strutture fasciali sono direttamente connessi al sistema muscolare, scheletrico e legamentoso, sono influenzati dallo spostamento meccanico di queste strutture. Il fegato, ad esempio, in una flessione anteriore del busto si muoverà in avanti scivolando sopra al duodeno sulla flessura epatica del colon sottostante. Il movimento influenzato dal sistema nervoso autonomo è dato direttamente dal movimento diaframmatico, dal movimento cardiaco e dal movimento peristaltico. Il diaframma, che effettua circa 16.000 contrazioni durante le 24 ore, attira e respinge durante la sua attività il cuore e i polmoni, nonché i visceri addominali. Il movimento cardiaco, che si ripete per circa 100.000 volte al giorno, influenza direttamente polmoni, esofago e mediastino, diaframma. Il movimento peristaltico, anche se in forma minore rispetto ai precedenti, con le sue grandi onde contrattili, interessa gli organi cavi. Il movimento cranio sacrale induce, con i suoi ritmi di flessione ed estensione attraverso il sistema fasciale, un movimento armonico e continuo. Il movimento fisiologico viscerale è un movimento “proprio” degli organi, indipendente da fattori esterni ma correlato al ritmo cranio sacrale. Questo è percepibile


al tatto affinato da un’adeguata sensibilità. Non vi sono spiegazioni scientifiche per quest’affermazione e gli operatori di terapia manuale la percepiscono solo attraverso una fine esperienza palpatoria. Bisogna ricordare che in fisiologia, ogni organo si muove in direzioni particolari e lungo assi ben definiti. Concettualmente, il movimento viscerale si divide in due elementi: la mobilità viscerale è il fenomeno in risposta al movimento volontario (ad esempio rispetto al movimento del diaframma), intendendo per mobilità il movimento di scivolamento che l’organo compie sugl’altri in base a come si muove l’intero corpo; il movimento fisiologico è proprio di ogni organo, cioè la possibilità del viscere di muoversi autonomamente attorno ad un proprio asse di rotazione. Il movimento fisiologico si può osservare nelle due fasi di “espansione” (allontanamento dalla linea mediana del corpo e verso l’alto) e compressione” (oscillazione inferiore e verso il basso). Questo è un movimento delicato e più difficile da percepire, avendo un’ampiezza inferiore alla mobilità ma, nonostante tutto, nella manipolazione viscerale fasciale non può essere trascurato. Questi due elementi del movimento viscerale devono integrarsi in fisiologia e compensarsi; quando una sola di queste due componenti subisce un’alterazione, la funzionalità del viscere si modifica.

I cambiamenti nel movimento Quando si verificano dei cambiamenti nelle condizioni e qualità di movimento degli organi interni, si potranno verificare le seguenti circostanze: - patologia locale definita con sintomi - inizio di patologia locale, asintomatica - postumi locali di una vecchia patologia a cui il soggetto si è ben adattato - patologia a distanza in un organo che

ha relazioni “ articolari” con esso - patologia in una struttura che ha relazioni vascolari, nervose o fasciali A causa delle relazioni tra gli organi all’interno dell’organismo, a volte capita di assistere a delle vere e proprie “reazioni a catena” che possono essere costituite da ogni combinazione possibile di legami tra organi, muscoli, fascia e ossa. Il peritoneo rappresenta il collegamento primario tra tutti gli organi e le strutture interconnesse ed agisce da membrana di tensione reciproca. Attraverso di esso le tensioni modificate in un organo si distribuiscono e si sviluppano in altri settori, concatenandosi. Quando si riscontra una diminuzione del movimento del viscere, si instaurano le condizioni di “fissazione” che si dividono in: - fissazioni articolari o viscerali (aderenze e restrizioni) - fissazioni legamentose o “ptosi” - fissazioni muscolari o “viscerospasmi” Le fissazioni viscerali hanno come conseguenza una perdita della mobilità e del movimento fisiologico a causa dell’ insufficiente scorrimento dell’organo sulle strutture contigue. Se vi è solo una riduzione del movimento fisiologico si definiscono aderenze, se sono influenzate sia dal movimento fisiologico che dalla mobilità, restrizioni. Queste possono essere totali o parziali e sono in genere esiti di patologie infettive o di interventi chirurgici. Le fissazioni legamentose raggruppano tutti i disturbi dei visceri causati da grave “lassità” dei mezzi di unione, che comporta “ptosi” (abbassamento) dell’organo. Le fissazioni muscolari o “viscerospasmi” interessano quasi esclusivamente gli organi cavi dotati di una doppia muscolatura liscia con fibre longitudinali e trasversali. Le tecniche di manipolazione viscerale Tecniche dirette con braccio di leva corto - influiscono sulla mobilità e vengono effettuate con i polpastrelli delle dita di

una o di entrambe le mani. Consistono nell’applicazione di una leggera forza di trazione per mettere l’organo o parte si esso in tensione e poi mobilizzarlo, mantenendo sempre la tensione. Tecniche indirette con braccio di leva lungo: influiscono sulla mobilità e viene utilizzato un appoggio diretto sulla struttura esterna all’organo che viene messo sotto tensione. In genere, la leva lunga viene utilizzata in caso di organi che non possono essere raggiunti dalla tecnica diretta (es. polmoni e mediastino). Tecniche di induzione: hanno lo scopo di ripristinare il movimento fisiologico. L’induzione è un movimento esercitato dalla mano dell’operatore che, entrando in contatto energetico con l’organo, aiuta un ripristino più armonico del movimento fisiologico. Ogni trattamento viscerale deve terminare con una tecnica di induzione perché è questa che rilancerà la vitalità dell’organo trattato.

Nei corsi di formazione e specializzazione vengono insegnate e proposte tecniche di manipolazione viscerale opportunamente riviste mediante il concetto della Terapia Cranio-Sacrale. Lo scopo è quello di fornire ai terapisti cranio-sacrali una conoscenza più dettagliata delle fasce e degli organi viscerali, in modo da arricchire l’intervento con tecniche più precise, in grado di favorire la velocità di risposta dei tessuti e l’azione del meccanismo auto-correttivo del paziente. La differenza principale tra la manipolazione viscerale fasciale con l’osteopatia viscerale è rappresentata dal concetto di base con cui viene proposta; per questo motivo, la visione d’insieme della Terapia Cranio-Sacrale abbraccia ed integra alla perfezione tale metodica, creando così una sorta di indissolubilità nel trattamento che permette di ottenere maggiori risultati grazie alla natura delicata e spesso molto reattiva dei tessuti viscerali.

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LA VIA INTERIORE

Dall’Essenza alla distorsione dell’Ego di Maura Amelia Bonanno (www.enneagrammaintegrale.it)

ciò che sembra intrinsecamente migliore. Questo punto ci invita all’amore per il sacro e a riconoscere che ogni cosa non è altro che l’Essere stesso che si differenzia attraverso il fenomeno dell’esperienza. Ricorda che è nella nostra vera natura perdonare, lasciare andare il passato ed essere rinnovati da ogni nostra esperienza.

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e cose non sono come appaiono. Questo è uno dei più antichi insegnamenti spirituali, molti dei quali descrivono il mondo come illusione, regno di apparenza e inganno. L’angolo destro dell’Enneagramma, osservando il simbolo come uno specchio, il punto Tre e le sue due ali punti Due e Quattro, definisce ciò che riguarda apparenza e presentazione, l’immagine che abbiamo di noi stessi e quella che proiettiamo sugli altri. Ognuno di questi tre punti si riferisce a diversi aspetti del nostro vivere organizzati attorno alla forma e alla facciata delle cose, in un mondo in cui la confezione diventa più importante della sostanza. Il PUNTO TRE descrive l’aspetto dinamico dell’Essere, la creazione continua dell’universo che opera in base a leggi intrinseche, la percezione che tutti i cambiamenti sono interconnessi e armonici. Le qualità essenziali di valore, interdipendenza e accettazione raccontano che l’Essere si materializza in ciò che produciamo con amore nel fluire dell’energia. Senza il riconoscimento di questi aspetti, nasce l’illusione che ci sia bisogno di prendere in mano le cose per farle accadere. La distorsione dell’ego avviene quando il valore si trasforma in ricerca dell’immagine vincente. Non sentiamo più il nostra ricchezza intrinseca. Ciò porta vuoto interore, senso di essere indegni e l’identificazione con l’immagine descritta dalla passione rappresentata da questo punto, l’inganno. Inganno significa credere di essere l’apparenza che si propone agli altri. Si esprime nella coazione a esibirsi continuamente e nello sforzo per ottenere attenzione e riconoscimenti per ciò che si fa. Questo punto ci ricorda che è nella nostra vera natura trarre piacere dal nostro esistere, stimare gli altri e dar loro valore. Ci invita a svilupparci e proporci come esempio per il mondo. Il PUNTO DUE descrive il riconoscimento che nell’operare globale dell’universo c’è una volontà unificata con un’intelligenza specifica e una forza propria in cui noi siamo cocreatori. Le qualità essenziali di generosità, servizio e devozione rivelano la libertà di utilizzare il libero arbitrio per allineare le nostre

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(parte terza)

azioni con la volontà dell’universo. Senza la coscienza di questi aspetti nasce l’illusione di poter ottenere ciò che si vuole. La distorsione dell’ego avviene quando la dimenticanza della libertà si trasforma in manipolazione. Ci sentiamo non amati e dipendenti, ci adattiamo agli stati emotivi degli altri e ci fingiamo diversi da come siamo, alimentando la falsa umiltà e il falso senso di sé descritti dalla passione di questo punto, l’orgoglio. Orgoglio è imitazione del senso di pienezza dell’essenza e si esprime attraverso la repressione dei bisogni e la proiezione di un’immagine di abbondanza molto seducente. Questo punto ci invita a nutrire noi stessi e gli altri. Ci ricorda che è nella nostra vera natura essere buoni e compassionevoli con noi stessi e gli altri, e che è Dio, il principio creatore, a scegliere cosa accade attraverso di noi. Il PUNTO QUATTRO descrive la percezione che ogni cosa origina nell’Essere e ritorna all’Essere. Le qualità essenziali di bellezza, originalità, creatività raccontano che l’Essere si manifesta tramite l’espressione creativa originale e l’arte e rivelano il senso di equilibrio e unicità di tutto il creato. Senza la coscienza di questi aspetti dell’Essere nasce l’illusione di possedere un’identità separata. La distorsione dell’ego avviene quando la dimenticanza della propria unicità si trasforma in ricerca dell’immagine differente. Sentiamo di essere sconnessi e alienati dagli altri e da noi stessi e il tenore emotivo che sorge da ciò è descritto dalla passione rappresentata da questo punto, l’invidia. Invidia è il desiderio della soddisfazione emotiva che gli altri sembrano avere, la non accettazione della posizione, della felicità e del valore altrui. Si esprime nella coazione al paragone di se stessi con

Questi tre punti presi insieme formano l’angolo immagine, le distorsioni dell’ego qui rappresentate sono fondamentali per tenere le nostre coscienze identificate con l’aspetto esteriore. Racconta tre diversi modi di ingannare noi stessi e il senso di vuoto e vergogna più o meno cosciente che ne deriva. Riconoscere le illusioni e riscoprire le visioni oggettive e le qualità dell’essenza rivelate, considerare che ciò che vediamo attorno a noi e le emozioni che proviamo dentro di noi sebbene ci sembrino realtà, potrebbero non essere la verità ultima, è importante per il risveglio e la scoperta della nostra identità reale e del senso di valore, una parte importante del nostro essere creature divine. L’Enneagramma è uno strumento spirituale, che sebbene possa essere utilizzato in numerosi ambiti, nel lavoro psicologico, gli affari, i problemi personali e altro, ha come scopo fondamentale di sostenere gli individui nel cambiamento e la trasformazione della coscienza. E’ una mappa che può aiutarci a comprendere la realtà e armonizzarci a essa, ma da solo non serve a nulla. Per trasformare veramente il punto di vista cognitivo fissato sulla realtà e la distorsione energetica della passione emotiva, la lettura di libri e la partecipazione a seminari non sono sufficienti. L’informazione, per quando interessante sia, non ha alcun effetto se non è sostenuta dall’esperienza. Per questo è importante la presenza di un’intenzione profonda e forte a scoprire chi siamo, a riconoscere e guardare con onestà i veli che ci oscurano la visione, ad abbracciare con compassione tutto ciò che si presenta ad andare con coraggio contro l’attitudine del carattere. Con il tempo, a Dio piacendo, ci si sposta da un senso di sé stessi e da un’identità basati su reazioni dell’ego, alla profonda e vera natura, integrando una conoscenza empirica degli aspetti che ci compongono e delle dimensioni della realtà in modo che la vita quotidiana esprima e manifesti proprio la molteplicità di questa profonda natura divina.



LA VIA INTERIORE

Le nuove frontiere del Reiki

(parte terza)

di Umberto Carmignani (www.reiki.it) Continua la terza parte del lungo trattato sul Reiki e le sue vere origini e radici culturali, nel tentativo di riportare un po’ d’ordine in una disciplina fin troppo abusata e, allo stesso tempo, eccessivamente semplificata, banalizzata e commercializzata da parte dei suoi “divulgatori” occidentali.

Dallo “Shinto Kanjo”, l’iniziazione shintoista, al “Reiki Kanjo” Passaggio attraverso tre Torii (livelli) e purificazione Nei principali templi Shinto, si deve passare attraverso tre Torii (o cancelli) prima di arrivare alla stanza principale. Il primo stadio delle iniziazioni Shinto è presentato come un passaggio attraverso i tre Torii, durante il quale avvengono varie purificazioni del corpo e della mente. I tre si riferiscono, rispettivamente, al Paradiso, all’Uomo e alla Terra. Al primo Torii il discepolo esegue un rituale di protezione (goshinpo) per difendere se stesso durante il contatto con il divino; ad ogni Torii il Maestro versa acqua sul discepolo; insieme cantano dei mantra e delle invocazioni al Kami. L’accesso all’altare principale Per prima cosa l’iniziato purifica il suo corpo con i fumi dell’incenso e acqua benedetta profumata, mentre intona le formule, canta i mantra e visualizza le lettere sanscrite. Poi, con gli occhi bendati da un panno bianco o rosso, entra nello spazio rituale principale. Per fare questo, deve passare sopra un incensiere ed esporre il proprio corpo al fumo dell’incenso. Il fumo dell’incenso Il fumo dell’incenso sta a significare l’eliminazione finale delle afflizioni, il raggiungimento del bodhicitta (stato mentale di purezza - ndr) e l’acquisizione della mente del bodhisattva. L’iniziato sta di fronte ad un altare che ha la forma di un fiore di loto con otto petali, di chiara derivazione esoterica buddhista, al centro si trova “Tensho Daijin” (la Dea Amaterasu) circondata dalle immagini dei Kami (divi-

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nità della religione shintoista). L’iniziato getta un fiore sull’altare del mandala, stabilendo in tal modo un rapporto karmico con un Kami. Il panno gli viene quindi tolto dagli occhi; egli può vedere il mondo vero delle divinità e rendere loro omaggio. Altri oggetti sono presenti nello spazio sacro (ad esempio ghirlande di fiori, copie del “Sutra del cuore”) in una combinazione complessa di motivi presi dal Buddhismo esoterico e culti Kami. La struttura metaforica del rituale è il passaggio dal profano al sacro, dall’ignoranza alla saggezza, dal regno umano a quello delle divinità ed è chiaramente un adattamento del rituale del Buddhismo esoterico (il lancio del fiore, lo svelare il regno delle divinità, il mandala ecc.), con la sostituzione dei simboli relativi al Kami shintoista. L’incarnazione del sacro spazio del “Kami” Quando l’iniziato entra nello spazio sacro del Kami egli incarna la cosmologia del sistema che rappresenta. Entrare in questa sala rituale e ricevere l’iniziazione fanno si che egli separi se stesso dalla delusione della vita e della morte e raggiunga la mente di Mahavairocana Tathagata. Tutto questo è espresso per mezzo di una formula recitata per l’occasione: “il mio corpo è il Sacro Spazio del Kami (kami no yashiro); il mio respiro è nei templi esterni ed interni (di Ise). Questo Tempio

è il vuoto; il vuoto è la determinazione. Questa è la Terra Pura. Questa Terra Pura è dove dimora il Kami”. L’ altare del perfetto risveglio Il passo seguente del rituale ha luogo presso “l’altare del perfetto risveglio”. Il


Maestro ed il discepolo siedono ai lati dell’altare rettangolare, su cuscini decorati da fiori di loto dagli otto petali, simbolizzando che entrambi i partecipanti all’iniziazione sono già dei Buddha pienamente realizzati. Il discepolo, ancora una volta, si purifica con il fumo dell’incenso e il maestro gli consegna i tre “doni imperiali” (il gioiello, la spada e lo specchio) insieme ai mantra ed alle spiegazioni segrete. Infine l’iniziato, a conferma dell’esito raggiunto, intona un poema segreto e dice che, da quel momento in avanti, tutti i suoi pensieri ed azioni saranno volti a operare per il Kami. Il Kami è inteso come una forza vitale nell’essere umano.

Reiki Kanjo, Iniziazione al Reiki Il prossimo passo del rituale è l’iniziazione al Reiki. Rappresenta l’incorporamento della “mente del Kami”, simbolizzato dai tre “doni imperiali” e dal “tempio esterno di Ise”. Iniziazione al significato segreto del mito della “caverna celeste” Il mito alla base di questa parte del rituale è quella in cui Tensho Daijin, ossia la dea del sole Amaterasu, stanca del comportamento malvagio del fratello Susanoo, va a nascondersi in una caverna. La rivelazione della natura Buddha dell’iniziato La caverna rappresenta l’atrio sacro del “tempio interno”; Tensho Daijin dentro la caverna è vista come una metafora del Tathagatagarbha, la natura del Buddha che è presente in tutti gli esseri ma nascosta. L’iniziazione al significato segreto di questo mito rivela all’iniziato la sua propria natura-Buddha e la presenza dentro di sé della mente di Tensho Daijin-Amaterasu. Secondo Livello: diventare come l’Imperatore Abbiamo visto precedentemente la descrizione del primo livello del rituale di iniziazione Shinto. Alcuni documenti descrivono anche un secondo ed un terzo livello

d’iniziazione. La loro struttura è essenzialmente la stessa del primo livello mentre i mantra e i mudra relativi sono differenti. Durante la cerimonia il maestro dice al discepolo: “Il sigillo (jinji) è il simbolo di chi governa questo paese, è conservato nel palazzo imperiale e consegnato all’imperatore durante la cerimonia d’incoronazione; ora io lo do a te. L’entrare in questa sala dell’iniziazione all’incoronazione significa che i cittadini comuni sono sullo stesso livello dell’imperatore, così come i monaci stanno allo stesso livello del Buddha, quando i cittadini comuni guardano questo altare essi raggiungono il trono imperiale. Ciò dimostra che le persone comuni sono dei Buddha”. Nel “raggiungere il trono imperiale”, cioè diventando imperatori, ci si trova ad un grado intermedio nel processo del diventare dei Buddha. Il terzo livello: diventare monaci Per diventare direttamente dei Buddha, occorre “abbandonare” il mondo profano e diventare monaco; ecco perché viene detto: “i monaci sono allo s t e s s o l ive l l o d e l Buddha”. Le persone comuni devono passare attraverso uno stadio intermedio, quello dell’ “Imperatore”, che, in Giappone, era visto come una manifestazione del Buddha. La parte essenziale del Terzo Livello recita: “io sono Tensho Daijin-Amaterasu. Kami e Buddha non sono esterni a noi. Io sono Mahavairocana, il Tathagata dell’illuminazione originaria. Per coloro che si ingannano, Tensho Daijin-Amaterasu è differente dagli esseri ordinari. Per coloro che sono illuminati, gli esseri ordinari e Mahavairocana sono la stessa cosa”. In altre parole, il secondo e il terzo livello approfondiscono la consapevolezza dell’iniziato di identificarsi rispettivamente con l’imperatore e con Tensho DaijinAmaterasu. La segretezza dei rituali I rituali Shinto Kanjo, come altre iniziazioni esoteriche, sono rituali segreti. Solo un numero ristretto di discepoli selezionati

hanno accesso ad essi; molti testi relativi al Reiki Kanjo specificano, in particolare, che solo un discepolo poteva ricevere l’iniziazione da ciascun maestro. La “scomunica” dalla discendenza La segretezza era enfatizzata da formule di maledizione alla fine dei testi. Ad esempio, un documento dice: “chi viola le regole (concernenti il segreto di trasmissione) non è un discendente di Amaterasu Omikami”, stabilendo, in tal modo, una specie di “scomunica” dalla progenie di Amaterasu (e forse anche dalla stirpe Giapponese). La punizione divina Altri testi avvertono che le istruzioni contenute “non devono essere trasmesse neppure per un migliaio di pezzi d’oro”; e ancora “devono essere tenute nel massimo segreto e chi ne viola la regola, riceverà una punizione dal Kami o una punizione divina in generale”. Da qui l’origine del grande rispetto che viene portato ancora oggi per i simboli e per i procedimenti delle iniziazioni. Per la lettura delle altre parti finora pubblicate (prima e seconda) si possono richiedere le copie arretrate della BioGuida n. 21 - Estate ’08 e n.22 Autunno ’08 direttamente alla e-mail: info@bioguida.com oppure alla info-line: 338.8852117 sempre attiva. La quarta ed ultima parte verrà pubblicata sul prossimo numero di Primavera ’09.

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LA VIA DEGLI ANIMALI

Una guida nel buio di Pierpaolo Bon

La storia L’uso del cane guida come sostegno morale e aiuto nei movimenti per i non vedenti è antichissimo. I l libro “Breve Storia del cane guida per ciechi” di N. Coon si riferisce di un disegno scoperto sulle pareti di una grotta risalente all’era paleolitica raffigurante un cieco con il suo cane e di un affresco proveniente da una villa di Pompei custodito al Museo Nazionale di Napoli. Inoltre viene citato un dipinto cinese del XIII secolo esposto al Metropolitan Museum di New York dove, fra molte figure, spicca quella di un cieco aiutato da un cane, oltre a numerose altre testimonianze in disegni e scritti a partire dal 1260. La storia moderna del cane guida passa attraverso varie fasi, seguendo l’intuizione Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi La Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi nasce nel 1929 per iniziativa dell’Unione Italiana Ciechi. Nel 1979 la gestione della scuola venne attribuita alla Regione Toscana. La struttura svolge la funzione di assicurare ai non vedenti un’adeguata autonomia di movimento fornendo cani addestrati alla guida. Cura l’approvvigionamento, l’allevamento, la selezione e l’addestramento dei cani, provvede all’istruttoria formale delle domande e organizza corsi d’istruzione per l’apprendimento della loro corretta tenuta. Sede: Via dei Ciliegi 26, 50018 Scandicci - Firenze. Tel. 055.4382850 Fax 055.4382851 http://www.rete.toscana.it/sett/polsoc/scuolacaniguida scuola.cani.guida@regione.toscana.it Servizio cani guida per ciechi Onlus - Lions Il Servizio nasce nel 1959 per iniziativa di Maurizio Galimberti, ingegnere aeronautico e pilota che, nel 1948, rimase vittima di un gravissimo incidente di volo che lo rese totalmente cieco. Avendo constatato che l’unica Scuola di addestramento italiana di Scandicci non era sufficiente al fabbisogno nazionale, si adoperò per la fondazione di un nuovo centro con l’aiuto dei Lions Club Milano. Nel 1986 venne riconosciuto al Servizio lo status di “ente morale” e, nel 1991, venne festeggiato il simbolico traguardo della consegna del cane guida numero 1000. Segreteria: Viale Abruzzi 92, 20131 Milano. Tel. 02.29414202, www.caniguidalions.it info@caniguidalions.it Centro addestramento: Via M. Galimberti 1, 20051 Limbiate (MI) Tel .02.9964030, limbiate@caniguidalions.it È importante ricordare che tutti i cani guida sono consegnati gratuitamente.

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che un’istrizuione opportuna possa farlo diventare un eccezionale strumento di aiuto nella deambulazione. La cronologia dei tentativi di adattare l’animale ad una disciplina sistematica e metodica riporta precisi riferimenti storici, come ad esempio il 1780 per l’Ospedale per Ciechi di Parigi. In Germania, nel 1920 vennero aperte nove scuole in altrettante città per assegnare i cani guida ai reduci della I Guerra Mondiale. Una di queste, a Postdam, venne visitata nel 1927 da Dorothy Harrison Eustis, una signora svizzera proprietaria di un allevamento di cani, molto nota per l’addestramento di soggetti impiegati in azioni di guerra e polizia. La signora rimase estremamente colpita da questo nuovo impiego del “Pastore Tedesco” e pubblicò su un giornale americano un entusiastico articolo. La notizia giunse per caso a Morris Frank, un giovane divenuto cieco a causa di un incidente di boxe che lavorava come assicuratore: per visitare i clienti si faceva aiutare da un ragazzo, talmente poco disciplinato da fargli rischiare di perdere il posto. Iniziò quindi una fitta corrispondenza con la signora Dorothy, che porterà quest’ultima a cedere alle sue supplcihe e intraprendere l’addestramento specifico di un cane. Dalla Svizzera Morris tornò finalmente a casa con il proprio cane guida “Buddy”, il primo cane guida, le cui gesta conquistarono l’America e furono raccontate in un libro e in un film. All’inizio del 1929, Frank e la signora Eustis fondarono la scuola americana “Seeing Eye” (“occhio che vede”), ancora oggi una delle più grandi al mondo, dando impulso e aiuto all’apertura di altri centri: nel 1929, infatti, nacque in Italia la Scuola Nazionale di Scandicci, nel 1931 quella inglese e, via via, tutte le altre.

L’addestramento Nel corso degli anni lo studio del comportamento del cane ha permesso l’applicazione di nuovi concetti, tecniche educative e di addestramento idonee al raggiungimento degli obiettivi del servizio e al rispetto delle peculiarità delle razze impiegate. Queste sono solitamente tre: il Pastore Tedesco, il Labrador Retriever e il Golden Retriever. I principali requisiti del lavoro del cane guida possono essere riassunti nell’apprendimento di concetti base quali: il principio di linea retta, la stima del traffico, la capacità di evitare gli ostacoli, iniziativa ed obbedienza (e “disobbedienza intelligente”), comportamento sociale. L’addestramento di base

inizia attorno ai 12 mesi e dura circa 5 mesi; al termine di questa fase il cane viene sottoposto ad un ulteriore periodo di addestramento personalizzato secondo le esigenze di mobilità del non vedente cui sarà assegnato. Le difficoltà nell’addestramento sono date dal fatto che non esiste una specifica predisposizione genetica del cane per “aiutare i non vedenti”, mentre in altri campi vengono sfruttate proprio le caratteristiche della razza canina in funzione dell’impiego previsto. L’addestramento, pertanto, viene interamente costruito sulle doti caratteriali dell’animale, mirando ad insegnargli un crescente “senso di responsabilità” nei confronti del proprio partner. Le situazioni utili per sviluppare la “configurazione mentale” del cane vengono così “selezionate” fra quelle esistenti (marciapiedi, rumori, traffico, salita e discesa dai mezzi di trasporto, strade sconnesse, altri animali, ecc.), oppure vengono “simulate” secondo le esigenze. Il fine è quello della completa assimilazione da parte dell’animale del concetto base che la responsabilità dell’incolumità del suo partner è affidata esclusivamente al suo grado di concentrazione durante il percorso. Una volta giunti a destinazione e tolti i finimenti, il cane torna ad essere come tutti gli altri, voglioso di coccole, di giocare e correre in libertà. Esiste la possibilità di dare in affidamento per circa un anno i cuccioli di Labrador per inserirli in un contesto “familiare”, che consenta loro di assimilare le corrette regole comportamentali, abituandoli alla socializzazione. Il cucciolo che vive in famiglia impara le regole di comportamento e il rispetto dei principi di convivenza (dove dormire, quando e dove mangiare, fare i bisogni, camminare al guinzaglio con una corretta andatura, comportarsi in un locale pubblico o su un mezzo di trasporto, accettare i rumori della città, ecc.). Il cucciolo viene così sottoposto ad un vero e proprio addestramento di base, sfruttando il gioco, la sua naturale vitalità e curiosità.



PAROLE E MUSICA a cura di Francesco Giordano

Enya

Gandalf

Hossam Ramzy

And Winter Came

Live in Vienna

Hafla Bellydance Party

(Warner)

(Prudence/Evolution)

(Arc Music)

distanza di tre anni dal precedente lavoro, la cantante irlandese Enya torna sulla scena discografica con il nuovo “And Winter Came”, progetto che l’ha vista impegnata attraverso due anni di lavorazione. Inciso all’Aigle Studios di Killiney, un pittoresco borgo collocato a 20 minuti da Dublino, è un lavoro che inizialmente doveva essere legato al Natale e che nel corso della realizzazione si è espanso abbracciando un progetto più ampio legato all’intera stagione invernale. Il disco propone nella scaletta anche due brani tradizionali come “O come”, o come “Emmanuel” e una versione tutta gaelica di “Silent Night”, “Oìche Chiuìn”. “And Winter Came” è stato prodotto e arrangiato da Nicky Ryan con la collaborazione di Roma Ryan, che ha curato i testi.

I

l polistrumentista austriaco Gandalf è uno dei nomi più apprezzati in ambito new age. Si alterna con pari disinvoltura alle chitarre, ai sintetizzatori, all’organo, al mellotron, al sitar, alle tampura, al pianoforte a coda, alle percussioni e a tastiere elettroniche. Attivo a livello discografico dal 1980, torna ora con “Live in Vienna” un lavoro dove attraverso un cd e un dvd, è possibile rivivere il concerto tenuto all’Etablissement Ronacher di Vienna, per celebrare i suoi primi venti anni di carriera in uno spettacolo intenso e coinvolgente. Nel dvd oltre al concerto al centro Ronacher (fra gli ospiti l’ex chitarrista dei Genesis, Steve Hackett) apprezziamo anche sequenze del concerto del 2000 a Zell am See e imperdibili interviste.

H

Jean Michel Jarre

Jim Brickman

Josè Padilla

Equinoxe+Oxygene+ Chronologie

Unspoken

Bella Musica 3

(Savoy Jazz)

(Cool D:Vision/Energy)

(Dreyfus/Egea)

J

G

A

“O

xygène” di Jean Michel Jarre è uno dei dischi più innovativi della musica dello scorso secolo, vera pietra miliare nella musica elettronica contemporanea. Oggi la francese Dreyfus ripropone in un cofanetto tre capolavori di Jarre: “Oxygene”, “Equinoxe” e “Cronologie”, originariamente editi nel 1977, 1978 e 1993. “Oxygene” fu registrato da Jarre nella cucina della sua abitazione utilizzando un gran numero di sintetizzatori analogici, strumenti elettrici ed effetti, e raggiunse ben 15 milioni di copie vendute in tutto il mondo. “Equinoxe” vendette 10 milioni di copie mentre “Cronologie”, dedicato al libro di Stephen Hawking, riassume la capacità di Jarre di miscelare classica, pop, elettronica e dance.

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im Brickman è uno dei nomi più apprezzati e conosciuti in fatto di pianisti contemporanei. Il suo inconfondibile tocco romantico lo ha fatto diventare uno degli artisti di riferimento nel ricco panorama new age. Ha studiato musica classica a Cleveland e ha poi composto anche motivi per spot pubblicitari, oltre che per Sesame Street e per i Muppets Show. “Unspoken”, il suo nuovo album, è il primo lavoro dove figura da solo con il piano lungo tutte le tracce del cd. L’inconfondibile tocco delle dita di Brickman si esprime con la consueta capacità senza regalare nulla di nuovo, ma riesce sempre a deliziare l’ascoltatore con momenti musicali morbidi e riflessivi, intimi e intensi arrivando dritti al cuore.

ossam Ramzy, è nato al Cairo e nella sua carriera ha collaborato con nomi che spaziano dal pop, alla new age, al rock, al jazz: basta citare Andy Sheppard, Geoff Williams, Peter Gabriel, Joan Armatrading, Chick Corea, Claudio Baglioni, Luciano Pavarotti, oltre agli ex Led Zeppelin Robert Plant e Jimmy Page. E’ apprezzato per la sua capacità di interpretare attraverso la musica lo spirito del medioriente, avendo studiato per anni quella cultura musicale ed è diventato un vero e proprio maestro delle percussioni. Il suo “Hafla - Bellydance Party” è un intrigante e incandescente mix di suoni tratti dalla tradizione e dalla new age più avvolgente e sensuale che si accompagnano al meglio con la danza del ventre.

iunge al terzo capitolo il percorso musicale che José Padilla ha battezzato con il termine, indubbiamente appropriato, di “Bella Musica”. Padilla è uno dei nomi che per antonomasia sono affiancati al termine chill out, di cui è considerato uno dei padri, avendo ‘inventato’ un genere attraverso la creazione delle compilation “Cafè del Mar”, le cui prime sei edizioni della rinomata serie sono appunto state selezionate da lui. In questa nuova raffinata selezione di brani troviamo affiancati nomi più o meno noti al grande pubblico ma tutti accomunati da sonorità calde e positive che caratterizzano le 16 tracce prescelte. Atmosfere gitane, bossa, new age, lunge, nu-jazz, vintage, house perfettamente accostate fra loro.


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PAROLE E MUSICA a cura di Mariangela Valentini

Aude Lancelin, Marie Lemonnier

I filosofi e l’amore L’eros da Socrate a Simone de Beauvoir (Cortina Editore)

L’

amore è una malattia dell’anima, affermava una massima di Epicuro e la sofferenza d’amore non si cura, se non con la presenza della “sua figura”, scriveva il mistico San Giovanni della Croce. Ragione per cui non sembra essere stata mai questione da “filosofi”, quella dell’amore. Eppure il discorso su questo sentimento di passione non ha mai smesso di affascinare e sedurre il pensiero occidentale, come un filo rosso ininterrotto da Platone ai nostri tempi: grandissimi tra i pensatori e romanzieri di ogni tempo sono stati travolti dal sentimento dell’amore, senza che sulla questione vi sia mai, tuttavia, stato consenso d’opinioni. La magia bianca dell’eros si è alternata a quella nera delle sue radici profonde, fino a trasformarne la sua essenza in un commercio di liquidi, come lo ha definito il poeta francese Paul Valery . Il pensiero dell’amore è sempre stato scritto e vissuto col sangue dai filosofi della nostra tradizione e questo libro delle due giornaliste del Nouvel Observateur ne esemplifica alcuni percorsi.

David Anzalone

Handicappato e carogna (Mondadori)

P

rofessione handicappato: segni particolari nessuno. Con questa singolare carta d’identità, rilasciatagli da qualche anno, David Anzalone, detto Zanza, ha saputo trasformare la sua grave malattia spastica in uno strumento narrativo e comico di forza straordinaria, scrostando in questo libro e negli spettacoli che ne sono seguiti, tutti i luoghi comuni e la retorica che aleggiano attorno al mondo dell’handicap. L’autore è un giullare dei nostri tempi, un comico di straordinario talento, e si diverte a trasformare in ogni battuta pregiudizi e falsi perbenismi su abilità e disabilità, normalità e diversità. Zanza va per teatri e trasmissioni televisive e non nasconde tutte le occasioni

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in cui il suo handicap gli consente di barcollare indisturbato nei pub perché beatamente ubriaco, o di toccare con disinvoltura il sedere delle ragazze col pretesto dei movimenti inconsulti dei suoi muscoli scoordinati… Il libro ripercorre la sua infanzia, le esperienze della fisioterapia, della scuola, dell’oratorio fino all’età adulta, non esitando a stupirci con dissacrante ironia.

Marco Pizzi, Alessandro Spreafichi

Traumi e Malattie Guida alla Risoluzione dei Conflitti a partire dal metodo Hamer (Macroedizioni)

C

onflitti e malattie come trame intrecciate. Questo libro tenta di chiarirne i legami a partire dalle intuizioni elaborate dal medico tedesco Hamer, che per primo le studiò e tradusse in ipotesi di cura. I due autori, entrambi psicologi e psicoterapeuti, integrano quei primi indirizzi terapeutici fornendo indicazioni nuove e note tecniche sulle origini e i condizionamenti che spesso le nevrosi generano nella mente e nel corpo: utilizzando l’osservazione di un elevato numero di casi clinici, delineano i percorsi e le risorse interiori che i pazienti possono mettere in atto per superare i conflitti e intraprendere un percorso di guarigione. Non a caso questo manuale è arricchito da una sezione che propone il metodo Hamer in relazione alla fisica quantistica e consigli di terapia familiare, medicina naturale e riflessioni filosofiche che possano favorire i lettori nel difficile compito di emancipazione da tutte quelle relazioni e legami conflittuali che condizionano, e talvolta minacciano, la nostra salute ed esistenza.

Monika Bulaj

Genti di Dio

Viaggio nell’altra Europa (Frassinelli)

I

l Baltico, il Mar Nero e i Balcani. Un mondo che l’autrice, narratrice e fotografa dichiara di irresistibile fascino sacro. Universi “minori” e spesso vuoti di ombre, bisognosi di racconto e di voce. Il viaggio di Monika Bulaj si riempie di tappe

difficili e amare, di pagine che a raccontare esigono forza e crudezza. Un viaggio lungo e impervio, tra foreste e pianure innevate, abitate da confini fatti di nulla, da riti cruenti, spesso ignettati di sangue. Su un orlo esile, che si snoda tra cristianesimo, islam ed ebraismo, il racconto del suo viaggio ne attraversa i fondamentalismi e gli stereotipi e ci mostra musulmani che sgozzano capre, pecore e galli su un’imprecisata ara di una collina dell’Albania, dove ogni anno si compie una mattanza che appare come l’ultimo sacro macello d’Europa e che non è un posto per turisti; dove si arriva tra mandrie e pastori: una montagna cupa, di tre consonanti, che, non a caso, vuol dire “paura”. Fotografie di mondi viscerali, che ci mostrano ebrei che leggono il Corano, musulmani che pregano la Madonna, feste di primavera a cui partecipano islamici e macedoni, turchi e zingari. Il bisogno del sacro si snoda per mille vie, tra le periferie dell’Europa dell’est.

Roberto Gava

La sindrome influenzale in bambini e adulti

Inefficacia e danni della vaccinazione. Prevenzione e cura con rimedi naturali e omeopatici (Salus Infirmorum )

O

gni autunno ci porta un’influenza che arriva da lontano. Ed ogni anno siamo chiamati, nostro malgrado, a farne i conti, attraverso messaggi mediatici allarmistici ed inviti sistematici alla vaccinazione. La sindrome influenzale è una patologia oramai comune, consuetudine stagionale della nostra vita e proprio per queste ragioni l’Industria Farmaceutica ha abilmente imparato ad utilizzare questa malattia per avvantaggiarsi di un mercato ampio che favorisce l’uso di vaccini. Questo libro aiuta a capire le caratteristiche dell’influenza, i vantaggi e gli svantaggi della vaccinazione e ci invita ad un approccio più sereno alle malattie infettive in generale, non mancando di fornire indicazioni preziose anche dal punto di vista omeopatico. L’autore, cardiologo e farmacologo, è infatti un esperto studioso di agopuntura cinese ed omeopatia classica, ed è un profondo assertore della necessità di un approccio vario delle tecniche terapeutiche e di applicazione dellle strategie curative più consone ai bisogni che, di volta in volta, il paziente richiede.




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