BioGuida 27 - Inverno 2009/2010

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INVERNO 2009

N. 27 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO




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ITINERARI DELLO SPIRITO n° 27 inverno 2009 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n° 1067 del 26/03/03

in questo numero

Testata iscritta al ROC n.16994. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1 CNS TS Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Piazza Vico 7 B, 34131 Trieste Tel. 040.302110 - Fax 040.9890285 Infoline: 338.8852117 info@bioguida.com - ppbi@bioguida.net Sito web: www.bioguida.com Abbonamenti: 040.302110 - 338.8852117 info@bioguida.com CCP 51506707 Pubblicità e Marketing: 338.8852117 - 040.302110 ppbi@bioguida.net

La via interiore:

I luoghi della BioGuida

Cosa vuol dire “amore”?

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Crisi reale o suggestione?

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Stampa: Mosetti Tecniche Grafiche, Trieste. La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità.

Direttore editoriale: Pierpaolo Bon Direttore responsabile: Mari Valentini I nomi di questo numero: Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Diego Kriscak, musicoterapeuta e terapista in vibroacustica. Marco Pizzi, psicologo, sessuologo, psicoterapeuta. Maurizia Lenardon, terapista della riabilitazione. Laura Mullich, psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico. Maddalena Nardi, giornalista e storico dell’arte, vicepresidente Centro Studi Cenresig, Bologna. Giorgio Rivari, personal trainer e insegnante Nia. Walter Pansini, giornalista scientifico. Marina Tonini, perita grafologa psicodiagnostica Matt Traverso, esperto di salute e benessere. Marco Pizzi, psicologo, sessuologo, psicoterapeuta.

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La Musica e l’Uomo

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La via della scienza: La verità sui germi

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Influenza, vaccini e fertilità

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La scrittura rivela l’anima

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La via delle origini L’alchimia del corpo: le reliquie del Buddha

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Gli incontri:

Vitalità e benessere con l’Erba d’Orzo

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Libretto di manutenzione del corpo umano

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Impaginazione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste

I luoghi:

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La Vita come una Danza

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Parole e musica: Recensioni CD

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Recensioni libri

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Disegni e immagini: Cristina Bernazzani, Moreno Tomasetig, Leonardo Vecchiarelli (quando non diversamente specificato) In copertina: “Frammenti di sogno” di Elisa Giacomini

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EDITORIALE

Tra uomini e dèi Siate padroni delle vostre parole e delle vostre menti così non commetterete del male neanche con il corpo. (Buddha)

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ornare a descrivere i soprusi del regime cinese in Tibet è un gesto di presenza ed indignazione dovuto e, soprattutto, di speranza non tradita. Non solo un richiamo a cura di Amnesty International, il 10 dicembre scorso, con iniziative che hanno attraversato l’Italia e il mondo intero, per irrompere sull’attenzione di tutti e celebrare il sessantunesimo anniversario della tutela dei diritti umani inviolabili, ma un mònito tutt’altro che superfluo, che tende la mano e la mente di quegli uomini, di ogni credo e civiltà, che non vogliano farsi distrarre dai fasti facili del Natale che sopraggiunge, sfavillante di forma e spesso diafano di contenuti, alle porte dell’Occidente. Nell’ultimo anno infatti tante cose sono accadute, ma le violenze perpetrate ai danni della popolazione e dei monaci tibetani continuano ad essere efferate ed insensate da parte del potere cinese. Di oltre 1000 persone arrestate dopo i fatti dello scorso anno non si hanno notizie, continuano gli arresti arbitrari, le torture, i rifiuti delle cure; continua l’ottuso ostracismo ad ogni forma di spiritualità, ad ogni pacato e pacifico cammino dello spirito. Le ultime Olimpiadi in Cina, passate nella memoria dei paesi che vi hanno partecipato, come presunta occasione di comunione e riscatto di pace tra i popoli, sono oramai relegate nel cono d’ombra dei media. Ogni riflettore del mondo è di nuovo spento, eccetto le parole sempre ferme del Dalai Lama, paladino instancabile del suo popolo, così ingiustamente piegato da tanta violenza. In un appello, tra i suoi tanti, del-

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l’aprile dello scorso anno, e rivolto alla Comunità Internazionale, il massimo leader tibetano aveva chiesto una soluzione negoziata e pacifica della questione, non solo nella Regione Autonoma del paese ma anche di tutte quelle aree comprese nella zona del Qinghai (Gansu, Sichuan e Yunnan) abitate da una consistente etnia tibetana. Ed ancora, rivolgendosi al popolo cinese per esprimere la sua solidarietà alle famiglie dei cinesi, feriti e coinvolti negli scontri del marzo 2008, il Venerabile aveva invocato l’impegno di tutti alla cooperazione e alla fine dei conflitti. Singolari e straordinarie, in questo contesto, sono state le parole di Tenzin Gyatso riguardo al fatto che a lungo Tibet e Cina siano stati vicini di casa in reciproche ed amichevoli relazioni e che il buddismo stesso sia nato e fiorito in Cina prima di giungere in Tibet dall’India per cui i “fratelli e sorelle cinesi”- come li ha definiti- siano più anziani nel Dharma. Anche in occasione

del capodanno tibetano, ricorso la scorsa primavera (17° ciclo Rabjung dell’anno regale tibetano 2136), il Dalai Lama ha denunciato l’ingiustizia della “rieducazione patriottica” da parte cinese con restrizioni fortissime imposte persino ai turisti stranieri. L’appello, in quell’occasione rivolto al suo popolo è stato “l’esercizio della pazienza e di non cedere alle provocazioni” nonostante le vessazioni e le sofferenze subite, e si è chiuso con un augurio di gioia e libertà in nome di tutti gli esseri senzienti. Il Tibet che echeggia nelle nostre cronache d’altronde, non è più solo un luogo mitico che conserva monasteri intatti di storia sacra e preziosa, tra percorsi d’eremitaggi sperduti, ma è cuore pulsante in cui s’affacciano piccole e grandi contraddizioni. Come a Lhasa, dove i pellegrini si prostrano senza posa sui sagrati dei templi millenari e dove questa stessa carismatica città, intatta per la luce del suo dio che sorride, soffoca all’incombere della nuova debordante presenza cinese: i minuscoli negozi si mischiano agli hotel di lusso, ai centri commerciali, persino alle grigie caserme, alle brutture del ferro e del cemento volute da Pechino. Il Tibet delle campagne solitarie, delle montagne superbe, dei villaggi in cui la vita è straordinariamente circolare, percorsa da paesaggi lunari incorniciati da ghiacciai, non è più solo quella degli uomini semplici che le abitano da sempre ma diviene, suo malgrado, un potente ingranaggio economico che ne stritola le tradizioni e le abitudini più autentiche. In nome di un nuovo ed ottuso gigante che avanza. Il direttore responsabile Mari Valentini marivalentini@libero.it



LA VIA INTERIORE

Cosa vuol dire “amore”? di Marco Pizzi (psicologo e psicoterapeuta) www.psicologoonline.it

emotivi. Questi concetti guideranno anche il presente articolo. Per prima cosa, è bene distinguere cosa si intende per innamoramento e cosa si intende per amore.

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L’innamoramento corrisponde ad un particolare momento nella vita di una persona. Questo momento, contrariamente a quanto si crede, non è né casuale né improvviso. Non è casuale poiché una persona che si innamora era già predisposta a questo evento. In altri termini viveva all’interno di se stesso un bisogno (raramente un desiderio, ma lo capiremo meglio più

ntrando in una libreria può stupire l’enorme mole di volumi che trattano il tema dell’amore. Per non parlare dei vari programmi televisivi. Si va dall’amore romantico, all’amore violento, dalle delusioni d’amore, alle varie differenze di genere maschile/femminile, del tipo marte/venere, dall’amore sessuale, che è sicuramente il più gettonato, sino al patetico e ipocrita concetto di amore “diverso” (neanche ci fosse l’inquisizione a decidere che cosa uno debba amare o meno). Insomma, l’importante è che faccia scalpore, che sia sensazionalistico, che attiri il consumatore, che sia, in una sola parola, sufficientemente stupido e banale. Per tutte queste varianti, si usa sempre il termine amore. Forse anche al lettore sarà venuto qualche volta il dubbio: “ma cosa significa amore?”. Sembra faccia “audience” usare questo termine. La cosa più curiosa è che, in comune, tutte queste sfaccettature del termine hanno l’idea che sia un sentimento profondo e genuino…. Ma è proprio così? È un sentimento profondo e duraturo oppure, per esempio, esiste un “inizio dell’amore” e una “fine dell’amore”? A detta dei molti, può avere un inizio e una fine. Ma allora perché non chiamarlo semplicemente “momento d’amore?” Perché dare una connotazione di profondità a qualcosa che non è diverso dal mangiare un sandwich o guidare un’automobile? In cosa consiste la differenza? Nel piacere che questo produce? Non mi sembra, a veder le facce spente delle persone. Anzi, a dire il vero, vedo facce molto più allegre all’uscita di una boutique o di un concessionario di automobili che non quelle delle coppie a spasso. È dunque un problema di “finanziamento”? Nelle precedenti pubblicazioni su questa rivista si è parlato del significato dell’Io, dell’attaccamento, della dipendenza e sulla differenza tra soggetti razionali e soggetti

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tardi) di condivisione, di contatto con (più frequentemente) un esponente del sesso opposto. Questo bisogno non nasce nell’incontro, ma covava già dentro da tempo. Ecco perché non è improvviso. Era un proprio bisogno. Un esempio per tutti: chi tradisce, giustificando l’evento come casuale, inatteso e improvviso, in realtà mente. La verità, in questi casi, è che il tradente si stava già guardando in giro, era già stanco della relazione che stava vivendo ed era disponibile a nuovi contatti. Non è più innamorato/a del/la partner (innamo-

rato nel vero senso della parola, perché di certo non si trattava di amore). Sono le morali sociali a portarlo a giustificare, ma è solo una balla. Viveva una frustrazione interna che l’incontro con l’altra/o allevia (ma non elimina, sia chiaro). Per un innamorato questo non è possibile. Quando si è innamorati null’altro esiste se non l’altro/ a. E così deve essere. È una legge di natura. L’obiettivo (naturale) è di permettere ai due di dedicarsi interamente a loro senza distrazioni, di conoscersi, di ri-conoscersi. Per molti questa estasi dovrebbe essere eterna e viene spesso confusa con l’amore “romantico”. Ma questo non è l’amore. Questo è l’innamoramento. Un momento magico e bellissimo nella vita di una persona. Ma è bene che rimanga un momento. L’innamoramento si distingue per una serie di aspetti: prima di tutto si fonda sull’ideale di partner che ognuno ha nella propria mente. L’altro/a farà di tutto per assomigliare all’ideale richiesto. Si dà il meglio di sé stessi. In sostanza si proiettano le proprie aspettative sull’innamorato/a, che dovrà garantire le aspettative stesse, pena la fine dell’unione. Queste aspettative possono essere le più incredibili e varie. Non è assolutamente detto che siano aspettative di lunga relazione o di “amore eterno”. Anzi. Queste aspettative, che sono inconsce, ricalcano allegramente le proprie paure, i bisogni irrisolti. Per quanto il lettore possa fare fatica ad immaginarlo, è frequente che l’aspettativa (inconscia) sia, per esempio, legarsi a qualcuno che non potrà mai garantire un vero legame. L’”uomo misterioso” o la “donna impossibile” (cioè persone anaffettive, in termini psicologici) sono solo due piccoli esempi di come si cerca costantemente ciò che non si ha, e, contemporaneamente, qualcosa che sia gestibile poiché conosciuto nelle proprie esperienze (se si ha la percezione di non essere stati amati a sufficienza dai propri genitori si tenderà a confermare questo aspetto, cercando qualcuno/a che non darà amore. Curioso, non trovate?). Sono questi i motivi che spingono alcu-


ne donne a legarsi a uomini palesemente violenti (giustificandoli magari) o uomini a donne inaffidabili e speculative. Nulla accade per caso. Si chiama bassa autostima e spinge una persona a fare in modo di non accrescerla mai, tramite l’illusione che qualcosa cambierà grazie all’altro/a (ecco perché è un’illusione). Viceversa due persone con una buona autostima, saranno molto più disposti a impegnarsi in una relazione costruttiva e duratura. Ma torniamo al tema principale. Il periodo dell’innamoramento prevede ancora un’altra fondamentale caratteristica: non ha un esame della realtà dell’altro/a. Sono le proiezioni, le aspettative di corrispondenza all’ideale a farla da padrona. Gli esperti sostengono che un periodo congruo di innamoramento oscilli tra i sei mesi e un anno. Oltre questo periodo significa che la relazione è immatura. Superato un certo periodo, in senso evolutivo, c’è la necessità di confrontarsi veramente, di rompere cioè con l’illusione e di vedere l’altro/a per come effettivamente è, e non più come lo si vorrebbe vedere. Arriva l’esame di realtà. Questo momento di crisi è fondamentale. Se l’esame di realtà è positivo, la coppia avrà modo di conoscersi veramente, di iniziare cioè una storia d’amore. Se l’esame di realtà è negativo, significa che non si riesce a tollerare la realtà dell’altro. Si vorrebbe rimanere incantati nelle proprie fantasie di relazione. Ecco perché “immaturo”. Perché è un sentimento infantile, quel bisogno di essere amati che non corrisponde alla capacità di amare. Nel precedente articolo su BioGuida sono stati spiegati i concetti di Edipo, di attacccamento e di dipendenza. A questo punto risulterà più chiaro quanto l’innamoramento corrisponda ad una regressione, cioè a quel meccanismo che fa mettere in atto comportamenti e pensieri corrispondenti ad un’età molto precoce della propria infanzia. Ecco allora aprirsi le porte per tutti quei discorsi attorno alla gelosia, al possesso, per non parlare di alcuni detti ridicoli quali “l’amor non è bello se non è litigarello”. Tutte forme di regressioni infantile che nulla hanno a che fare con il concetto di amore. Hanno a che fare con le proprie carenze affettive e i modelli infantilizzati che si continua a portare avanti nell’età adulta sottoforma di nevrosi varie. Da questo punto di vista non può che essere preoccupante il dila-

gare di programmi televisivi trash , molto seguiti peraltro, che usano le persone per creare situazioni “strappalacrime” e che fanno della nevrosi e dell’infantilizzazione i propri cavalli di battaglia, riempiendosi la bocca di concetti che, paradossalmente, non conoscono neanche. Amare è una questione di maturità psicoaffettiva, qualcosa di molto più complesso di quanto comunemente si vuol far credere. Amare è prima di tutto la capacità di tollerare che l’altro/a sia qualcosa di diverso da se stessi, qualcosa di libero e unico e non un oggetto su cui riversare le proprie angosce o un pupazzo da colpevolizzare ogni volta che non si tollerano le proprie frustrazioni. Amare è una percezione interna, corrisponde ad una crescita emotiva sino al raggiungimento di una buona autostima di sé. Ciò produrrà un senso di benessere e di amor proprio. A partire da queste basi (frutto, si ribadisce, di una lenta trasformazione interiore del singolo) una persona potrà comprendere e concepire la possibilità di condividere qualcosa con qualcun altro/a. Implicitamente si escludono gli adolescenti, i quali vivono stati di innamoramento, poiché manca ancora in loro quella maturazione psicoaffettiva ed esperenziale che porterà alcuni a conoscere una dimensione di sentimento più profonda e solida. In sintesi potremmo distinguere in: • Amore come richiesta d’amore. Corrisponde al bisogno di essere amati, un vuoto mai colmato che nasce nel rapporto con le figure accudenti nei primi anni di vita, inteso come una carenza di attenzioni ricevute. In questi casi non si è ancora sviluppata una capacità di amare, confondendo amore con scambio di attenzioni (che si manifestano in gelosie, colpevolizzazioni, ricatti emotivi, l’essere possessivi, vittimismo, ecc..). In questi casi il sentimento di amore è sconosciuto. Si tratta di un vuoto affettivo da colmare. La persona è a bassa autostima. • Amore quale sentimento egoistico, ovvero quale capacità di amarsi. Corrisponde al percepire se stessi al centro del proprio mondo. Non si è più vittima dei sensi di colpa, liberi nelle scelte e nel pensiero. Amare se stessi è un passaggio fondamentale per la comprensione di questo sentimento. Manca ancora l’empatia. L’autostima è buona.

• Amore quale desiderio di amare. È la fase più evoluta, anzi questo, si potrebbe dire, è amore. Corrisponde al dono d’amore. Si ama in fondo la vita in quanto tale. Si è in grado di amare veramente. Questa corrisponde anche alla posizione che sarebbe necessaria per essere buoni genitori. Si può amare senza chiedere niente. Non è più uno scambio, ma è basato sulla libera iniziativa. Il riconoscimento e la distinzione tra sé e altro da sè è completa. Non ci sono più oggetti, tanto meno sessuali ma, se così si può dire, un incontro di vibrazioni. Sono poche le persone che raggiungono questo livello. L’autostima è sempre elevata. Per chiarezza, non è un problema di intelligenza, ma di profondità emotiva. Il raggiungimento di questo livello corrisponde a diverse fasi di crisi attraversate, di morti e rinascite interiori e di una lenta evoluzione. Penso sia comprensibile la differenza tra questo stato, frutto di lunga e costante elaborazione, e l’innamoramento, che è un semplice processo istintuale programmato dalla natura. L’amore, quel sentimento unico, che faticosamente si è cercato di esprimere in queste righe, non è neanche esprimibile con le parole per la sua profondità. Si potrebbe semplicemente chiamarla bellezza. Un grande saggio una volta scrisse: “due amici passeggiavano in un parco, chiacchierando. Ad un certo momento uno si ferma in estasi ad ammirare una rosa. Si avvicina a questa e l’annusa profondamente. Anche l’altro si avvicina e la contempla. Ad un certo punto, quest’ultimo estrae un coltellino e recide la rosa; ‘la voglio studiare’, disse. Qualche tempo dopo si reincontrano e, quello che aveva reciso la rosa, disse all’altro: ‘ti ho portato un regalo’. L’altro incuriosito, riceve il dono, lo scarta e vede che è un libro intitolato “tutto ciò che c’è da sapere sulle rose”. ‘In queste settimane ho studiato approfonditamente la rosa’, disse il primo, ‘ho calcolato l’acqua giornaliera di cui necessita, la composizione chimica del suo colore, la composizione chimica del suo profumo, ecc…’. Il secondo, ringraziandolo, lo guarda e gli chiede: ‘ma è spiegata anche la sua bellezza?’. ‘La bellezza non è spiegabile, la puoi solo ammirare. È una emozione’, disse il primo. ‘Allora questo libro mi è inutile’ rispose l’altro…”.

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LA VIA INTERIORE

Crisi reale o suggestione? di Laura Mullich (psicoterapeuta)

L’

anno che si sta concludendo sarà sicuramente ricordato come l’anno della prima grande crisi mondiale del ventunesimo secolo, ed è indubbio che realmente l’economia internazionale sta attraversando un momento a dir poco delicato nella sua complessità, con le inevitabili complicazioni che dalla crisi di grandi realtà aziendali derivano: aumento della disoccupazione, diminuzione del potere d’acquisto, bilanci nazionali in bilico, aumento della domanda di assistenza sociale, e via dicendo. A questo aggiungiamo il complicato fenomeno rappresentato dai flussi migratori nelle varie parti della terra e i vari conflitti di carattere bellico sparsi nel mondo. Certamente una realtà difficile da vivere e da gestire. Non mi azzardo ad affrontare un discorso in tema di economia, dal momento che non ne ho assolutamente le competenze. Ciò che mi preme offrire alla riflessione di chi avrà la pazienza di leggere queste righe è invece un fattore che, nello svolgimento della mia professione, mi stimola nella direzione di una maggiore conoscenza dei meccanismi psicologici che regolano la vita quotidiana di tutti noi. E’ indubbio che la crisi esista realmente, così com’è sotto gli occhi di tutti il fatto che, spesso, il concetto di povertà non coincide affatto, o ha a che fare relativamente poco, con la necessità reale di sopravvivere, nel senso stretto del termine. Molte persone lamentano situazioni di sofferenza finanziaria, ma non rinunciano a uno o più apparecchi televisivi di ultima generazione, o al cellulare che permette una serie infinita di operazioni che con le prerogative di un telefono hanno poco a che fare, o a una salutare vacanza magari approfittando di un’offerta per una località esotica, e via di questo passo. Ora, lungi dal criticare le scelte delle persone, comunque lecite e insindacabili. Ma allora la crisi dov’è? Ebbene, viene da credere che la crisi sia più interiore che realmente collegata a un fattore economico. Certamente la povertà esiste, ma non è quella di cui si parla

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così frequentemente: i poveri sono ancora quelli che fanno fatica a sopravvivere, a fare la spesa, a scaldarsi. E’ la storia di sempre. E quelli sono i poveri di sempre, spesso dimenticati perchè non fanno clamore, a volte invisibili a meno che non si voglia proprio cercarli. Ma in questa nostra società dove si cerca di sfuggire all’angoscia rifugiandosi in un mondo virtuale, finto, fatto di grandi fratelli e di isole dei famosi, di fattorie dorate e di paradisi artificiali, è scomodo guardare ciò che non vogliamo vedere, toccare con mano la sofferenza, quella vera, di chi soffre e che dalla sera fa fatica ad arrivare alla mattina dopo. Credo che la crisi sia dentro di noi, nella sempre più vistosa carenza di certezze e di punti di riferimento, nel vuoto lasciato dai valori abbandonati, nella mancanza di rispetto ormai generalizzata, che crea dinamiche selvagge e violente dove il principio del “mors tua vita mea” regna sovrano. Nel secondo dopoguerra la miseria era reale: non c’era da mangiare, tanti la casa l’avevano perduta perchè era stata distrutta dalle bombe o dal fuoco, non c’erano vestiti di marca, e già la radio era un lusso. Ma c’era la speranza. C’era il desiderio di riscatto e l’ottimismo di chi è disposto a sacrificare certe comodità in nome di un progetto non immediato ma percepito come sicuro di una vita miglio-

re. Il desiderio non è un sogno. Il sogno è fantasia. Il desiderio è un progetto, per il quale possono essere necessari più o meno tempo, più o meno fatica, ma che si ha la volontà di realizzare, con costanza, con la disponibilità a modificare modi e strumenti in funzione degli elementi reali della vita vera, e con la consapevolezza della propria personale responsabilità. Ognuno deve essere il protagonista della sua vita. Adesso sembra quasi che nello scorrere del nostro tempo ci sentiamo solamente delle comparse su una scena che non ci appartiene e che non sentiamo di poter modificare. Ma se nessuno prova a modificare qualcosa nella sua sfera vitale, il cambiamento diventa impossibile. La parola “crisi” deriva da un vocabolo greco, “crisis”, che significa cambiamento. Non catastrofe. Cambiamento. E il cambiamento comporta il rischio di sbagliare, di inciampare. Ma se abbiamo la capacità di adoperare le risorse di cui siamo dotati per rispettare il principio di realtà e migliorare l’assetto del nostro progetto, gli errori possono essere corretti e l’obiettivo può continuare ad essere perseguito. Si tratta di accettare la sfida di una vita che dobbiamo intendere come opportunità, come occasione di crescita e di miglioramento. Nostro, e, perchè no?, degli altri.



LA VIA DELLA SCIENZA

La verità sui germi di Matt Traverso www.matttraverso.com

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el corso della storia le teorie sulle cause delle malattie sono mutate profondamente. Nell’antichità erano attribuite a dèi arrabbiati o ad incantesimi e maledizioni di potenti nemici. La moderna medicina occidentale vede la malattia come un invasore straniero che deve essere combattuto fino alla morte. Ogni malattia viene vista come un fenomeno causato dall’invasione di determinati germi. Questa visione risale alla metà del 1800 quando Louis Pasteur affermò che tutte le malattie erano causate da un solo particolare germe. Questa era la teoria dei germi. L’intero sistema della medicina moderna si basa su questa teoria dei germi, concetto peraltro errato. Secondo questa teoria quindi il modo migliore di sconfiggere la malattia è trovare una cura adatta (farmaco) per ogni germe. Come puoi immaginare, questo concetto è stato sfruttato dai giganti farmaceutici che ora dominano la medicina moderna. La “risposta” tipica è la prescrizione di farmaci, un rimedio veloce che soffoca i sintomi. Se non sono i germi a causare le malattie, quali sono le cause ? Al tempo in cui Pasteur diffondeva la sua “teoria dei germi”, altri due uomini stavano indagando sulle cause delle malattie, giungendo a diverse conclusioni. Erano Claude Bernard e Antoine Bechamp, i quali credevano che le malattie fossero causate da organismi già presenti nel corpo SOLO nel caso in cui ne venisse alterato l’equilibrio (intossicazione). In altre parole, non era un microbo a mettere l’individuo a rischio di malattia, ma la sua debolezza fisica (“carenza di forza”). Bechamp puntualizzò chiaramente che determinati organismi (chiamati “microzimi”) prendono vita e diventano attivi solo in condizioni di decadimento. Bechamp ne concluse che le malattie hanno origine all’interno e non all’esterno del corpo: “La causa principale delle malattie è in noi, sempre in noi”(Antoine Bechamp). Analogamente, Bernard credeva che la capacità di guarigione del corpo dipendesse dal suo ambiente interno, quindi che la malattia

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si manifestasse solo quando l’ambiente interno del corpo diventava terreno fertile per i germi. Ecco un buon esempio: immaginiamo di sigillare lo sportello del nostro freezer, poi staccare la presa, e dopo due settimane tornare e riaprire lo sportello. Cosa troveremmo? Muffa, batteri, germi, organismi che crescono e si moltiplicano. Da dove sono arrivati? Non si sono certo infilati dentro, dato che la porta era sigillata. La risposta è: “sono sempre stati là”. Semplicemente l’ambiente è cambiato diventando più invitante e adatto alla vita di questi “esseri”. Il risultato finale è che non bastano i germi a causare le malattie. Per esempio, 10 persone possono essere esposte allo stesso germe, ma non tutti si ammaleranno. Perché? Perché i germi non sono la causa delle malattie, ci sono molti altri fattori coinvolti, quali lo stress e le cose che fai per mantenere il tuo corpo in equilibrio. I germi possono vivere nei nostri corpi all’infinito senza causare alcuna malattia, anzi svolgono una funzione molto importante, ovvero consumano le sostanze morte. Questa è la loro funzione. Non è mai successo che un germe proliferasse in tessuti normali in laboratorio, poiché i germi non possono vivere nei tessuti vivi, infatti solo quando il tessuto muore entrano in azione e svolgono il proprio compito. Sono le zanzare a rendere l’acqua stagnante o è l’acqua stagnante che attira le zanzare? Riporto qui l’esempio pratico che Anthony Robbins fa nel suo seminario “Living Health”: “Sei mai stato a New York, o hai mai visto delle foto di New York durante uno sciopero dei netturbini? Se la risposta è no, per darti un’idea, questa è la situazione in ogni strada: montagne di spazzatura accatastate, un odore disgustante, e orribili ratti giganti ovunque! A questo punto quanto intelligente pensi che sarebbe da parte tua esclamare: “Accidenti! Guarda quanti ratti ha portato la spazzatura! Uccidiamo i ratti per liberarcene!”? Hai ragione, probabilmente non lo sarebbe per niente! Eppure questo è il modo con cui quasi tutti si rapportano alla propria salute al giorno d’oggi! Si cercano i germi, i “ratti” che causano malattia e malessere.

La realtà è che l’unica ragione per cui questi germi invadono il tuo corpo è che sei tu ad aver creato la spazzatura con cui i germi si nutrono e si moltiplicano. Per liberarti dai ratti devi prima liberarti della spazzatura, per essere totalmente sano devi eliminare l’immondizia che c’è nel tuo corpo e creare un ambiente in cui possa essere mantenuta una condizione di perfetta salute! ” Quindi non sono i germi a causare le malattie, è l’individuo stesso che, con le sue cattive abitudini di vita, rende il proprio corpo un terreno fertile per la malattia. I germi sono i tuoi migliori amici, sono degli “spazzini” che si nutrono di rifiuti e che perciò vengono attratti dalla malattia, non ne sono la causa. Sono nel nostro corpo per smaltire le sostanze di scarto e ripristinare una condizione di salute. Questa è la loro funzione. Quando le cellule si indeboliscono e si ammalano, la funzione dei germi è quella di consumare e smaltire il tessuto morto e gli scarti organici. I germi sono vitali per l’eliminazione delle scorie. I germi vivono in perfetta armonia con le cellule del nostro corpo per tenerci in buona salute. “Se potessi rivivere la mia vita, la dedicherei a provare che i germi cercano il loro habitat naturale, i tessuti malati, e non causano la malattia dei tessuti, così come le zanzare cercano l’acqua stagnante, ma non sono loro che la rendono tale” (Dr. Rudolph Virchow, il padre della patologia moderna). In definitiva, la teoria secondo cui i germi provocano le malattie ha senso come l’idea che siano le mosche a produrre la spazzatura. I germi esistono perchè le condizioni dell’ambiente interno sono adatte alla loro crescita e proliferazione, e queste condizioni sono, per dirla in breve, putride. Ironicamente e forse tragicamente, lo stesso Pasteur in punto di morte confessò: “Bernard aveva ragione. I microbi non sono niente. Il terreno è tutto” (Hume Ed. Pasteur espose: le false basi della medicina moderna. Australia: Bookreal, 1989). Questa ammissione, sfortunatamente, non venne ascoltata… e non vi fu nessun cambiamento. Ora chiediti perchè l’ultimo pensiero del creatore della “teoria dei germi”, ovvero il pensiero che riconosce l’ambiente interno (il “terreno”) come il fattore più importante per evitare le malattie, è passato sotto silenzio? Vorrei che tu capissi che


ci guadagnano molto di più a tenerti dipendente dai farmaci per eliminare i sintomi piuttosto che a risolvere il problema alla radice. Tuttavia c’è un’altra ragione per cui non si è voluto prendere in considerazione il fatto che la teoria dei germi fosse sbagliata. Pensaci, non è molto più semplice dare la colpa delle malattie ai germi piuttosto che assumersi le proprie responsabilità riguardo alla propria salute? Certo! Secondo la teoria dei germi non ci si deve assumere nessuna responsabilità per i problemi che creiamo quando violiamo le leggi della salute; piuttosto, la colpa è invece dei germi che hanno invaso il proprio corpo. La teoria dei germi in effetti mette la responsabilità per la propria salute sulle spalle della professione medica, che presumibilmente sa come sterminare questi germi dannosi. Questo significa anche che ogni malato è una vittima… poiché sei stato attaccato da organismi “cattivi”… e così perdi il controllo della tua salute. “Non metto in discussione l’esistenza di micro-organismi, ma questi sono l’effetto della malattia, non la causa. Sono organismi che si nutrono di scarti, il loro compito è quello di ripulire le fogne del nostro corpo. Laddove c’è decadimento, puss, o sostanze in decomposizione, ci sono anche questi piccoli spazzini che svolgono il loro lavoro di neutralizzazione, depurazione e purificazione. Per loro gli scarti organici sono un vero e proprio banchetto. Quindi questi micro-organismi sono aiutanti essenziali per uno scopo importante” (Dr. Alexander Ross). Che tu ti ammali o meno ha davvero poco a che fare con i germi, ma dipende interamente da quello che fai per mantenere il tuo corpo libero dalle sostanze tossiche con cui i germi si nutrono. L’unico problema è che se inquini il tuo ambiente, i germi si moltiplicheranno a dismisura, creando ulteriori scarti a loro volta e di conseguenza sempre più problemi. Ma questo succede solo se crei un ambiente a loro “favorevole”. Se sei sano, se il tuo ambiente interno è in equilibrio, non ti ammalerai, nemmeno se entrerai in contatto diretto con quei germi. Infatti, le persone sane solitamente hanno all’interno del loro corpo tantissimi di questi germi, eppure continuano ad essere sani. Non è che ti succede, piuttosto sei “tu” che lo fai succedere… Per cui non preoccuparti dei germi, quello di cui dovresti avere paura è uno stile di vita non sano!

Vitalità e benessere con l’Erba d’Orzo

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icerche e sperimentazioni hanno dimostrato che la più ricca fonte di nutrienti sulla terra sono le giovani piantine d’orzo, il cui succo contiene la maggior quantità di componenti attivi rispetto a tutte le altre piante analizzate. Si tratta di una combinazione concentrata di nutrienti che agiscono congiuntamente per il benessere dell’organismo nella sua totalità, in un alimento realmente olistico: il dr. Hagiwara lo ha definito il “latte di madre natura”. La forza e la vitalità del succo in polvere ricavato da una speciale qualità di foglie d’orzo “Akashinriki”, originario del Giappone, viene prodotto ad Ooita, una zona collinare del sud Giappone, dalla Green Foods Corporation. La delicata tecnica di estrazione e il complesso processo produttivo, con sofisticati macchinari messi a punto e brevettati dal dr. Hagiwara, conservano intatti gli oligoelementi, le vitamine, i minerali e gli enzimi contenuti nelle foglie d’orzo, raccolte all’apice del loro valore nutrizionale. Il concentrato del succo delle foglie d’orzo è realizzato sotto vuoto e trasformato in polvere in pochi secondi tramite un’apparechiatura che essicca a spruzzo d’aria, a temperatura ambiente. La rapidità della procedura assicura che le sostanze nutrienti siano mantenute intatte nella verde polvere naturale. Il procedimento garantisce una lunga durata di conservazione (3 anni). Il prodotto così ottenuto viene commercializzato come “Green Magma”. Le foglie di erba d’orzo contengono elementi nutrizionali come minerali, vitamine, aminoacidi essenziali, enzimi e oligoelementi. Inoltre sono presenti un concentrato di antiossidante come l’S.O.D (superossido dismutase), selenio, vitamina E, betacarotene, vitamina C, clorofilla, catalane, perossidase. Il flavonoide 2-O-GIV contenuto nelle giovani foglie d’orzo è considerato l’antiossidante naturale più potente, isolato nel 1992 dalle ricerche pubblicate dallo scienziato giapponese Dr.Shibamoto, risultato efficace nell’inibizione dell’ossidazione in vitro del colesterolo LDL, il tocotrienolo e gli acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6. E’ quindi un potente disintossicante, perché la clorofilla e gli enzimi impediscono l’accumulo e favoriscono l’eliminazione delle sostanze inquinanti delle tossine distruttive (quali i metalli pesanti come mercurio e piombo). Ma le proprietà del “Green Magma” sono molteplici: grazie al forte contenuto di potassio e clorofilla favorisce l’equilibrio acido-basico, stimolando una veloce ripresa energetica e un notevole incremento alla resistenza e forza fisica. L’azione degli antiossidanti sinergici contenuti nelle foglie d’orzo sono la migliore difesa contro il processo d’invecchiamento del corpo. In Italia il Green Magma viene distribuito dalla Royal Green Products, Via Vittorio Veneto 127/A S.Cesario s/p Modena, sito web: www.royalgreen.it.

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LA VIA INTERIORE

Libretto di manutenzione del corpo umano di Maurizia Lenardon (terapista della riabilitazione)

Q

uando comperiamo una lavatrice, un frigorifero, un’automobile o una caldaia, vengono consegnate assieme alle istruzioni d’uso anche quelle per la manutenzione. Per il corpo umano, invece nessuno ci ha pensato! … Come possiamo mantenere la salute? In genere ci accorgiamo di avere un corpo quando stiamo male e, solo in quel momento, ci mettiamo in moto per cercare un medico, un rimedio: diamo attenzione al nostro stato di salute soltanto quando lo perdiamo o, nella migliore delle ipotesi facciamo qualche esame preventivo. Al giorno d’oggi si parla tanto di prevenzione… Ma cosa significa realmente prevenire? E’ un termine che presuppone che “mi debba per forza venire qualcosa” e allora mi controllo prima che mi venga quella malattia… Le parole hanno un loro potere intrinseco, quindi stiamo attenti, questo è un monito, a che parole usiamo e cosa vogliamo ottenere. Pre-venire = prima che venga, anticipare. Ma perchè mi deve venire qualcosa? Chi lo ha detto? La prevenzione presuppone che mi debba difendere o controllare, prima che capiti, da una malattia, come accade per esempio per le vaccinazioni o per gli innumerevoli esami a cui ci si sottopone, “preventivamente”, appunto. Ma come faccio sapere a priori se ne ho bisogno? Probabilmente nella stragrande maggioranza delle situazioni facciamo molte cose inutili, esami inutili, vaccinazioni inutili, prevenzione inutile, solo per la paura che ci “venga” qualcosa. La paura delle malattie ci ha reso deboli e sempre meno responsabili del mantenimento della nostra salute. Si, perchè siamo noi i responsabili, ognuno di noi è responsabile della propria salute e ce ne possiamo prendere cura. Siamo diventati deboli perchè il nostro sistema ce lo impone. Come? Ammettiamo di doverci sottoporre ad un pap test o ad una mammografia, se sono una donna, o ad un esame prostatico per l’uomo. A parte la spiacevolezza dell’esame… quante persone saranno già in ansia prima di sottoporvisi, rispet12

to alle poche che sono invece serene? Andremo così a sottoporci all’esame con l’ansia e la paura che sia positivo. E, pensiamo all’assurdità, è un’esame per cercare la malattia, per questo se è positivo, c’è la conferma: è fatto per quello! Ciò che in realtà preme ad ognuno di noi è mantenerci in salute e non andare a caccia di malattie nel nostro corpo. Quello che sto cercando di dire è che il termine prevenzione ha già insito in sè il concetto di malattia e quindi è un termine negativo, che mette ansia e non ci fa bene. Altra cosa è puntare sul mantenimento della salute. Per mantenere la salute è necessario fare una manutenzione, non meno accurata che per la nostra caldaia, automobile o barca a vela che sia, per assicurarci un funzionamento regolare. Per fortuna il nostro organismo ha in dotazione la funzione di “automantenimento” di se stesso in salute! Mantenimento della salute è un termine positivo che non prende minimamente in considerazione la malattia. Anzi, di più: noi siamo fatti per vivere in salute. Etimologicamente la parola “disgrazia” (dis-grazia) indica un’alterazione, una perdita della grazia altrui, della fortuna. Una malattia sarebbe più corretto chiamarla, se a noi sta a cuore la salute, “dis-salute”, dissalute e cioè un’alterazione, una perdita della salute. Tra l’altro come la disgrazia è passeggera, almeno si spera, così lo è la dis-salute. E’ uno stato passeggero di perdita della salute come l’altro è uno stato passeggero di perdita della grazia altrui, della fortuna, dalla cui esperienza spesso impariamo

qualcosa di utile e saggio per la nostra vita. Quello che è certo, è il cambiamento. Tutto in questo mondo cambia, si trasforma continuamente, dal tempo, alle stagioni, alla “fortuna”, alla salute e tant’altro. L’equilibrio è un attimo perchè nell’attimo successivo sarà già cambiato e l’avremo già perso, per poterlo ristabilire in un’altra maniera. La qualità che più ci dovrebbe stare a cuore nella nostra esistenza è la fluidità, la morbidezza e l’elasticità. Praticamente l’equilibrio non esiste, ma esiste la continua ricerca dell’equilibrio, esternamente rispetto a noi e internamente. Mantenersi in salute significa imparare a essere plastici, modellarsi a seconda delle situazioni che affrontiamo nella vita. Come abbiamo riflettuto sui termini prevenzione e mantenimento della salute, due modi, uno negativo e uno positivo di mantenersi sani, così c’è sempre un lato positivo e uno negativo per affrontare le cose e per quanto qualcuno possa sentirsi addolorato, deluso, timoroso e sofferente, una soluzione dentro di noi c’è sempre. La plasticità ci aiuta a trovare le soluzioni, perchè la nostra mente è più “sveglia” a cogliere informazioni ed elaborarle in maniera nuova e più adatta a quel preciso istante. Tutto continuamente si trasforma, all’esterno e all’interno di noi stessi. Diventa interessante cercare di iniziare a lavorare sul proprio fisico, con esercizi mirati che ci permettano di scoprire innanzi tutto come è il nostro stato di salute. E’ una nostra responsabilità


sapere come stiamo e non è affatto scontato che noi ne siamo coscienti! Del resto, se non lo sappiamo noi come stiamo, come possiamo pretendere che lo sappia il nostro medico? Un corpo in salute funziona perfettamente, con le sue specificità per ognuno di noi, come ogni volto è diverso da un altro. Dunque, per prima cosa prendiamo coscienza di come stiamo fisicamente, andando a “visitare” ogni parte del nostro corpo e facendo “conoscenza” con noi stessi attraverso l’ascolto. Poi ci prenderemo cura delle piccole cose che abbiamo scoperto essere diverse da come pensavamo. Ad esempio, abbiamo scoperto che non riusciamo a rilassarci, o che facciamo più difficoltà a sentire e muovere certe zone del corpo piuttosto che altre, o che non troviamo una posizione comoda, o che la respirazione non è regolare. Già dando attenzione al corpo e prendendoci cura di esso, lo mettiamo in condizione di modificarsi per stare bene, sostenendo la funzione di automantenimento della salute. E’ un atto di amore verso se stessi. Spesso certe situazioni ci costringono ad adattarci, e poi ri-adattarci ancora, e poi ancora fino a che ci ammaliamo, semplicemente perchè ci siamo allontanati troppo da noi stessi al punto che, per non creare problemi a chi ci circonda, li abbiamo creati a noi stessi! Stiamo male

e la responsabilità è nostra, e abbiamo pure paura di perdere la salute e di ammalarci. Non facciamo niente per cambiare la situazione che ha generato il malessere, ci ammaliamo e deleghiamo la responsabilità di “guarirci” al medico. L’unica strada che non percorriamo è proprio quella di prenderci la responsabilità di noi stessi. Siamo bravi, in questo caso, soltanto di delegare agli altri. In realtà ci siamo soltanto allontanati da noi stessi, da ciò che intimamente siamo; spesso abbiamo tradito noi stessi per seguire e soddisfare chi ci sta accanto… Penso che sia logico che ora stiamo male! Stiamo male nel cuore, nella mente e nel fisico e la loro integrità è a rischio. Si viene così a creare un distacco tra quello che siamo nel mondo “sociale” e ciò che siamo veramente

nella nostra interiorità. Se vogliamo, possiamo liberarci da queste costrizioni lavorando sul nostro corpo, rendendolo più fluido, armonico e coordinato. Possiamo liberarci dagli impedimenti che indeboliscono il nostro organismo e inibiscono il suo naturale potere autocurativo. E’ possibile fare tutto ciò attraverso una migliore e più profonda conoscenza di noi stessi, cercando di essere sempre più simili a ciò che siamo realmente. L’intenzione e la perseveranza ci permetteranno di raggiungere qualsiasi obiettivo utile per la nostra crescita e guarigione, permetteranno di sostenerci, senza perdersi d’animo, anche nei momenti più difficili. Un lavoro sul corpo è diretto a liberarsi dalle cattive abitudini per inserire buone abitudini, eliminando ciò che non serve più e trattenendo ciò di cui abbiamo effettivamente bisogno: un po’ come si fa nella nostra casa con gli oggetti e i vestiti… Così facendo ci alleggeriremo dei fardelli che ci appesantiscono e miglioreremo la comunicazione con noi stessi. Il corpo ritornerà ad essere più armonioso e a funzionare meglio. Saremo più rilassati e meno stressati, il nostro sistema immunitario funzionerà meglio e le nostre difese saranno adeguate. Decisamente un’altra qualità di vita! Anche il viso cambierà, più disteso, più luminoso, e come potremo verificare, anche gli altri se ne accorgeranno.

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LA VIA DELLA SCIENZA

Influenza, vaccini e fertilità di Walter Pansini www.alister.it

L’

influenza suina è un problema logicamente irrilevante ma emotivamente coinvolgente per il bombardamento di paura che viene diffuso da troppi giornali e TV. Cosa c’è di vero? Perché i dati citati da molti esperti tranquillizzano, mentre “il potere” spaventa e propone una vaccinazione universale? Ma non basta. L’ordinanza ministeriale sull’argomento prevede per la prima volta anche la vaccinazione antinfluenzale normale alle donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. Eppure Giorgio Vittori, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia invita alla cautela sulla vaccinazione anti suina, affermando: “è necessaria una grande prudenza, anche in ragione del fatto che la sperimentazione sul nuovo vaccino è solo all’inizio” (24/09/09). Dobbiamo ritenere che non si stia solo proponendo un vaccino inutile ma si stia attuando un esperimento su tutta la popolazione, compresa la parte più sacra, i bambini che devono ancora nascere. La questione è rimarcata dai pediatri dell’Associazione Culturale Pediatri, che affermano: ”la nuova influenza A/H1N1 non può essere al momento considerata pericolosa, né si può prevedere se lo diventerà”. L’appello è lanciato dall’Associazione in una lettera aperta pubblicata online sul sito www.acp.it e sul numero di Autunno della BioGuida, rivolta a politici, professionisti della salute e mass-media. Vi si afferma che “su vaccini e farmaci antivirali benefici e rischi sono ancora da dimostrare”. I vaccini, in particolare, “sono ancora in fase di sperimentazione, nessuno è in grado oggi di sapere se e quanto saranno efficaci”. (1/09/09). Sul “vaccino inutile” ci confortiamo con l’opinione di Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, che il 24 luglio scorso diceva: “al momento c’é, certamente, una grande pressione da parte delle industrie, che da tale corsa trarranno molte risorse economiche e non c’é la necessità di vaccinare tutta la popolazione”, inoltre: “il virus ha una virulenza mite”. Quanto ai farmaci antivirali da utilizzarsi in caso di contagio, come il Tamiflu, Garattini rileva che ”in realtà l’attività del farmaco è poca. Nell’influenza normale si risparmia un giorno di malattia su cinque

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o sei. Però ci sono effetti collaterali. Non è che si faccia un grande affare a prenderlo”. Riguardo all’“influenza A suina”, la stessa OMS afferma che la mortalità, è enormemente inferiore a quella dell’influenza normale. A completamento della situazione ricordiamo che questi vaccini sono privi del cosiddetto “bugiardino”, ossia il foglietto che spiega le controindicazioni e pericoli, come in tutti gli altri farmaci, proprio perché non sono stati provati secondo le norme codificate e quindi non si sa quali malattie possano produrre. A questo punto occorre forse domandarci: perché vaccinare il 40 % degli italiani (in altri paesi anche il 60 % e più della popolazione), comprese le donne in gravidanza e tutti i giovani dai sei mesi ai 27 anni, tralasciando gli anziani? Anche se li colpisce meno, questi sono comunque più delicati. Ci nascondono qualcosa? Ci sono troppe stranezze… Si tratta solo di venderci qualche vaccino in più o c’è di peggio? Si mira alla fertilità dei giovani? Nel 2011 arriveremo a 7 miliardi, un anno prima del previsto, di cui un miliardo saranno “teenager”, ma in Occidente nel 2005 erano solo il 13,7%. In pratica siamo cresciuti di un miliardo negli ultimi 12 anni. (Population Reference Bureau di Washington – Il Piccolo, 14/8/09). I vaccini possono veicolare qualcosa? Ricordiamo un articolo de “Il Manifesto” del 23/09/94 che riporta notizie di un Convegno Internazionale al Cairo su “Popolazione e Sviluppo”. Circa i nuovi sistemi di controllo della sovrappopolazione dice: “Si tratta di un’iniezione di ormoni della gravidanza agganciati a un agente batteriologico o virale, per esempio il tetano. La miscela stimola il sistema immunitario ad aggredire l’ormone della gravidanza che viene scambiato per agente tossico. Si provoca cioè una reazione autoimmunitaria, all’ormone HCG”. Lo si propone solo alle donne tra i 15 ed i 45 anni, in particolare se gravide nel secondo trimestre. Proprio in quell’anno (1994) si è avuta notizia di tale esperimento tramite l’Associazione Cattolica Human Life International. Questa ha accusato l’OMS di aver iniettato, in milioni di donne gravide del Messico, delle Filippine e del Nicaragua un vaccino che procura l’aborto, spacciandolo per antitetanico, proponendolo solo alle donne tra i 15 e 45 anni,

in particolare se gravide al secondo trimestre. In Messico sono così state vaccinate 3,4 milioni di donne che forse non potranno più avere figli. Allora, a seguito delle polemiche, il Tribunale Regionale di Manila (Filippine), ha ordinato la sospensione della vaccinazione. Si tratta di un antigene del tetano, al quale hanno “legato” una molecola di gonadotropina (HCG), un ormone naturale che sostiene la gravidanza. È importante notare che, quando questa molecola naturale viene iniettata con un vaccino, non è più riconosciuta come tale, tanto che viene attaccata dagli anticorpi insieme a quella umana, provocando l’aborto e la sterilità. La polemica si è sviluppata sul bollettino di quell’associazione nel giugno del 1995 e di fronte alle certificazioni mediche le “autorità internazionali” hanno prima negato, poi ammesso che c’erano piccole quantità di ormoni, infine che questa presenza fa parte del normale processo produttivo del vaccino. La questione dell’esplosione demografica su un pianeta in “difficoltà” è uno storico tema d’impegno per i potenti, fin dai tempi di Kissinger, negli anni ’70. Possono farlo. Esperimenti e studi sono ben precedenti, con una bibliografia che risale almeno al 1976. Ritornando alle stranezze, potremmo citare il fatto che il 27/4/09 gli USA hanno proclamato lo stato di emergenza per soli 20 casi sospetti. Un altro segno del gioco pesante è che, per la stampa, già il 26/4/09 i casi di contagio in Messico sarebbero stati 1.004 e i morti 70. Ma il 27 aprile l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) affermava nel suo sito ufficiale, che le vittime accertate in Messico erano 7. A coronamento di questo discorso preoccupante, negli USA il Governo ha emanato un decreto, già nell’agosto 2009, che concede ai produttori di vaccini la totale immunità giuridica da ogni azione legale che risulti da qualsiasi nuovo vaccino contro l’influenza suina. Inoltre, il programma del Governo statunitense concede 7 miliardi di dollari per velocizzare l’entrata sul mercato dei vaccini, in tempo per la stagione influenzale autunnale, ed è in corso di attuazione senza effettuare nemmeno i normali test di sicurezza. In Italia non siamo arrivati ancora a questo, ma se lo Stato e le vittime accettano liberamente di essere cavie, difficilmente potrebbero ottenere risarcimenti, per quello che i soldi possano valere.


Plasma di Quinton

Boswellia

La talassoterapia si avvale delle risorse del mare. L’acqua viene semplicemente filtrata e riscaldata, per preservare tutte le qualità originarie. I fanghi marini e le alghe sono utilizzate per applicazioni locali o impacchi su tutto il corpo, dagli effetti rivitalizzanti o snellenti. Il sale marino entra nei trattamenti per le sue proprietà esfolianti. L’acqua di mare si può considerare la più completa acqua minerale, in quanto in essa sono contenuti quasi tutti gli elementi esistenti in natura. Utilizzata in combinazione con il clima marino può curare diversi disturbi e svolgere un’azione rivitalizzante, detergente e antibatterica.

Nella Fitoterapia occidentale si utilizzano spesso estratti di piante extra-europee, derivanti nella maggior parte dei casi dalla medicina tradizionale di molte popolazioni.

L’acqua di mare è in commercio, con il nome di plasma di Quinton, appena modificata per le esigenze dell’organismo e resa sterile, permettendo così di rimineralizzare l’organismo, ristabilendo il metabolismo minerale alterato e l’equilibrio ionico. Una cura con acqua di mare moltiplica fino a 10 volte il tasso di magnesio, con notevole miglioramento delle manifestazioni allergiche, dell’assimilazione e diminuendo le fermentazioni gastriche. Il Plasma di Quinton è acqua di oceano pura, sterilizzata a freddo. È in vendita in farmacia, sotto forma di fiale. L’acqua di mare è ricca di oligoelementi e sali minerali, elementi che entrano nel nostro corpo attraverso la pelle riattivando in questo modo la circolazione, stimolando il metabolismo e le attività d’assimilazione e d’eliminazione. Queste sostanze hanno più efficacia se la temperatura dell’acqua è tra i 30 ed i 32 gradi. L’acqua di mare è inoltre raccomandata per curare le artrosi, le infiammazioni dei tendini, dei muscoli e dei nervi, delle prime vie respiratorie e per combattere l’obesità e la cellulite. Il plasma di Quinton bevuto a stomaco vuoto, può guarire numerosi disturbi: dermatiti, psoriasi, allergie alimentari, riniti e sinusiti, osteoporosi, dolori reumatici, astenia e sindromi depressive. “Il mare guarisce le malattie degli uomini” (Euripide)

E’ ad esempio il caso della Boswellia (Boswellia serrata Roxb), della famiglia delle Burseraceae, un albero originario dell’India, forse più conosciuto per il fatto che dalla sua corteccia si estrae una resina chiamata “incenso”, certamente conosciuto per l’uso che ne è sempre stato fatto durante le cerimonie religiose. Recentemente l’attività antireumatica degli estratti di Boswellia è stata confermata anche sull’uomo, con particolare riferimento all’artrite reumatoide: i pazienti affetti da artrite reumatoide sono stati trattati con estratto di Boswellia, da solo o in associazione ad altre piante antireumatiche, valutando la variazione della velocità di eritrosedimentazione (VES) e di alcuni parametri clinici. Gli autori hanno concluso che si trattava di un trattamento sicuro, ben tollerato anche nella terapia a lungo termine, capace di modificare l’andamento clinico della malattia, utilizzabile anche in associazione ad altri farmaci, efficace nella riduzione del dolore e del gonfiore articolare e nel ristabilire un buona funzione articolare. Alcuni acidi boswellici hanno dimostrato sperimentalmente un’importante attività antitumorale, dimostrata tuttavia soltanto in vitro su cellule leucemiche, ma non ancora sull’uomo. Estratti di Boswellia possono essere prescritti nella terapia di numerose patologie dell’apparato osteoarticolare e non: dolori artritici, artrosi, artrite reumatoide, fibromialgie, miositi, tendiniti, periartriti, flogosi delle parti molli, reazioni allergiche bronchiali o rinosinusali, malattie infiammatorie croniche o allergiche della pelle, colite ulcerosa, morbo di Crohn, epatopatie croniche. In certi casi è possibile giungere anche alla riduzione di farmaci antiinfiammatori, cortisonici e non, abitualmente utilizzati.

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I LUOGhI

GRUPPO ZEN BERGAMO Pratica di zazen c/o Centroyogamandala Via Borgopalazzo 3, Bergamo. Tel. 333.4400313, zazenbg@yahoo.it

BRESCIA Karma Cio Ling Centro Buddhista della Via di Diamante V.le Venezia 198, Brescia. Tel. 030.301515. www.buddhism.it IKSEN Via F. Bianchi 3, Tosc. Maderno (BS). Tel 0365.641898.

CREMONA Istituto per l’Evoluzione Armonica dell’Uomo Via Carso 2, Cremona. Tel. 0372.433239.

PAVIA Ass. Scuola Soto Zen Centro Studi Zen Komyoji Loc. Costapelata-Fortunago Fortunago (PV). Tel. 0383.875584. ASSOCIAZIONE ZERO Associazione per il recupero e la trasmissione della tradizione interiore nello Hata Yoga. Sede sociale: via C. Marx 3, Voghera. Sedi di pratica: Pavia e Voghera. Tel. 328.4833411.

VARESE Associazione Maggio Via Sanvito Silvestro 40, Varese. Tel. 0332.235555.

VENETO PADOVA METODO CALLIGARIS Ass. Culturale “STELLA POLARE 9.9.9” Tel. 348.3027711, www.metodocalligaris.com info@metodocalligaris.org Centro Tara Cittamani Via Lussemburgo 4, Padova. Tel. 049.8705657.

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I LUOGhI

Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049.8979333, assocsyn@tin.it

ASS. ENERGY DARShAN OShO YATRILAND VENEZIA Via Alberoni 41, Lido di Venezia (VE). Tel. 041.5261853, 339.1199317, info@oshoyatrilandvenezia.com www.oshoyatrilandvenezia.com

Erboristeria VERDEACQUA Dott.ssa Marinella Camera Iridologia, Naturopatia, Fiori Di Bach, Alimenti, Intolleranze Alimentari, Bio-Oggettistica, Cosmesi Naturale. Via Scapacchiò 32B 35030 Selvazzano Dentro (PD) Tel. 049.8056956, cell. 348.4417556 www.verdeacquaerboristeria.com info@verdeacquaerboristeria.com

ROVIGO INTEGRAZIONE BIO-ENERGETICA aps Via Giolo 12, Porto Tolle (RO). Tel. 0426.81611, info@integrazionebioenergetica.it www.integrazionebioenergetica.it

TREVISO ASSOCIAZIONE LE QUERCE BIANChE Via Toti dal Monte - Cal del Bosco Barbisano di Pieve di Soligo (TV) Tel. 0438.987178, info@lequercebianche.org Fabio: 347.6202071, fabio@lequercebianche.org ISTITUTO OLISTICO Via Savallon 15, Anzano di Cappella Maggiore (TV). Tel. 0438.941457, info@istitutolistico.it www.istitutolistico.it

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VERONA Centro Ming Men Corte Convento 28, San Michele ex. (VR). Tel. 045.8921109, www.centromingmen.com

ASSOCIAZIONE CULTURALE NAShIRA Discipline bio naturali dal 1990 - Shiatsu, Yoga, Fiori di Bach Via Cavour int. 34/C, Conegliano (TV). Tel./Fax 0438.22530, cell. 346.0346404 centro.nashira@libero.it

Centro Studi e Meditazione Buddista Karma Tegsum Tasci Ling Contrada Morago 6, Mizzole - Cancello (VR). Tel. 045.988164.

SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borso del Grappa (TV). Tel. 0423.910304, cell. 349.8834096. www.kinesiologiaviva.it info@kinesiologiaviva.it

VICENZA

VENEZIA

ERBERIA Prodotti eroboristici selezionati. C.so SS. Felice e Fortunato 5, Vicenza. Tel 0444.322814.

CENTRO YOGA DhARMA Via Genova 16, Venezia. Tel. 041.5311954. METODO CALLIGARIS Ass. Cult. “STELLA POLARE 999” Via Val Pusteria 9, San Donà di Piave (VE). Cell. 348.3027711, info@metodocalligaris.org www.metodocalligaris.org

Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444.922682, assocsyn@tin.it

Associazione “YOGA e SALUTE” Kundalini Yoga, massaggio energetico, riflessologia plantare e terapie naturali. Via Verdi 3, Trissino (VI) Tel/Fax 0445.963764, cell. 380.7284724 assoyogaesalute@libero.it


TRENTINO ALTO-ADIGE BOLZANO CreativEvolution - Walter Sebastiani Frazione Albes 50, Bressanone (BZ). Per informazioni: tel. 0472.851163. ISTITUTO PER L’INTUIZIONE E LA CREATIVITÀ Dott. Eleonora Brugger & Dott. Paul Kircher S. Pietro Mezzomonte 40, Velturno (BZ). Tel. 0472 802228, www.creativpower.it

TRENTO ASSOCIAZIONE PRANIC hEALING Trentino Alto Adige Via Perini 43, Trento. Tel 328 7065165, cell. 348 2399999. ASSOCIAZIONE SAMTEN ChÖLING ONLUS L’isola del Dharma per gli esseri di buon cuore Centro Buddhista nelle 10 Direzioni Corso Alpini 4, Trento. Tel e Fax 0461.038510, cell. 348.2601969 www.samtencholing.eu info@samtencholing.eu CASA DI SALUTE RAPhAEL Piazza De Giovanni, Roncegno (TN). Tel. 0461.772000, mail.info@casaraphael.com www.casaraphael.com Centro Vajrapani P. S. Giuseppe 5, Bosentino (TN). Tel. 0461.848153, www.vajrapani.it

FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE CRANIO SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040.3476191. www.accademiacraniosacrale.it

Studio IZANAMI “Pratiche per il benessere della salute” Massaggio Antistress, Massaggio Classico, Linfodrenaggio, MasMassaggio Tai, Shiatsu-do, Bioterapia. In Via S. Francesco 15 a Trieste, presso StudiOmniaction. Per appuntamento: tel. 328.8746032 info@izanami.it - www.izanami.it Associazione IL GIARDINO Scuola di Shiatsu eTuina Via Lazzaretto Vecchio 19, Trieste. Tel. 040.3223500 cell. 333.4691092 www.shiatsuilgiardino.it

NEW AGE CENTER Via Nordio 4/C, Trieste. A disposizione la Saletta Argondia per seminari, conferenze, presentazioni, mostre ed altre iniziative. Tel 040.3721479, www.newagecenter.it

Associazione Culturale e Sportiva ALMA PSICOCORPOREA Via Tor San Piero 16/A, Trieste. Tel. 040.412304 www.psicocorporea.it

SINERGIE Centro Shiatsu, CranioSacrale, movimento e tecniche posturali. Via Lazzaretto Vecchio 9, Trieste. Tel. 339.1998074, 040.631398, gianspes@libero.it

Ass. Culturale INFINITA ESSENZA DELL’AMORE Via Mazzini 30, Trieste. Cell. 347/1404116 (Ylenia Harrison) Cell. 328/2160210 (Paola Bernetti) www.infinitaessenzadellamore.it BUQI INSTITUTE TRIESTE Discipline praticate: Taijiwuxigong, Taiji37, Massaggio Buqi, Meditazione. Via Del Veltro 43,Trieste. Tel. 340.6535664, www.buqi.net CENTRO BUDDISTA TIBETANO SAKYA KUNGA ChOLING Corsi gratuiti di introduzione al buddhismo tibetano e programmi di adozione a distanza. Via Marconi 34, Trieste. Tel. 040.571048, www.sakyatrieste.it sakyatrieste@libero.it IZANAMI di Rino Cortigiano Massaggi e trattamenti shiatsu. Per appuntamento: cell. 328.8746032, info@izanami.it www.izanami.it

Ass. Regionale Cranio Sacrale Metodo Biodinamico Dott.ssa Leonarda Majaron ATTIVITà Corsi di formazione

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...cervicale, emicrania, mal di schiena, ansia, depressione, insonnia, colite, allergie... sono solo alcuni dei disturbi che possono essere dolcemente risolti con l’applicazione dei metodi: Cranio sacrale integrato, Cromopuntura, Fiori di Bach, Dieta psicosomatica, Test Intolleranze Alimentari PER INFORMAZIONI: VIA SAN LAZZARO 7, TRIESTE Tel. 347 6910549 - www.bcstrieste.it

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Dott. Maria Luisa Tognon Medico Chirurgo Tel. 340.2961317 e-mail: mltognon@libero.it

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I LUOGhI

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LAM IL SENTIERO ReikiUsui e Karuna®Reiki Vivation® Canto Armonico Cranio-Sacral Therapy Yoga Riflessologia plantare Shiatsu - Meditazione - Grafologia Piazza Benco 4, Trieste. Tel. 040.0642281, cell. 328.5629546, lamilsentiero@gmail.com

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I LUOGhI

Centro Benessere

AYURVEDA di Tiziana Roselli

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Trattamenti personalizzati su valutazione dei Dosha e della Tipologia della persona. Trattamenti con oli erborizzati, Shirodara e Swedana. Si riceve su appuntamento. Corso Italia 7, Trieste. Tel. 040.3721824 cell. 329.8423544

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Tecniche e pratiche della tradizione cinese per vivere meglio Via Cormor Alto 218, Udine. Mario Antoldi: 338.5074523, www.t-a-o.it info@t-a-o.it

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PORDENONE ASSOCIAZIONE MIRA Corsi e seminari yoga, attività di sostegno umanitario. Pordenone, Via della Ferriera 22. Tel. 347.9455220, www.associazionemira.org

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I LUOGhI

Coop. LE RISORGIVE Piazzale San Lorenzo 14, Pordenone. Tel. 0434.551424. Dott.ssa Doriana Mimma DE VIDO Naturopatia & Bilanciamento Somatico. Riceve per appuntamento a Sacile (PN): Tel. 0434.72782, Cell. 329.2399184. OLOS - CENTRO OLISTICO INTEGRATO Discipline olistiche, trattamenti e formazione. Via F.lli Bandiera 17, Pordenone. Tel. 334.9161209 www.centrolos.it SANITARIA Del PUP Via Molinari 38/40, Pordenone. Tel. 0434. 28897.

EMILIA ROMAGNA BOLOGNA CENTRO NATURA Discipline psico-fisiche, Centro benessere, Formazione, Ristorante BioVegetariano. Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051. 235643, 051.223331 www.centronatura.it CENTRO STUDI CENRESIG Centro per lo studio e la meditazione Buddista Mahayana Via Meucci 4, Bologna. Telefoni: Maddalena 347.2461157, Giovanni 349.6068534. www.cenresig.org info@cenresig.org CENTRO YOGA “LE VIE” Via M. D’Azeglio 35, bologna. Tel. 051.19982056, www.yogalevie.it info@yogalevie.it Istituto himalayano di ricerca in Ayurveda Via De Leprosetti 2/A, Bologna. Tel. 051.262823, www.ayurveda.bo.it

Istituto Lama Tzong Khapa Via Poggiberna, Pomaia (PI) tel. 050.685654 www.iltk.it iltk@iltk.it

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Scuola/Fondazione Matteo Ricci Via A. Canova 13, Bologna. Tel. 051.531595, www.fondazionericci.it SCUOLA DI YOGA CENTRO NATURA Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051.223331, 051.235643, sport@centronatura.it www.centronatura.it

PARMA Ass. LA GROTTA DI CRISTALLO Shiatsu, Tai Ji, Danze Orientali, Voice Dialogue, Reiki, Diapason Terapia, Naturopatia., Meditazione Guidata. Fidenza (PR). Tel. 0524.84450, 0524.62315. freeweb.supereva.com/grottadicristallo Ass. NAMASTE - Parma Per la promozione e la diffusione della meditazione. Via Mascagni 25, Rivarolo di Torrile (PR). Tel. 0521.810138, cell. 335.6713405. www.oshonamaste.it maprem@libero.it LIBERA ACCADEMIA SCIENZE UMANE Scuola di counseling professionale accreditata Cncp. Incontri di crescita e formazione in ambito umanistico e transpersonale Via Sella 31/A (laterale Via Orlando), Parma. Tel. 0521.944410, www.lasu.it www.alchimia.org Monastero Zen Fudenji Bargone 113, Salsomaggiore Terme (PR) Tel. segreteria: 0524.565667. Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525.60296. Associazione di promozione sociale SPAZIO ShIATSU Corsi di shiatsu professionali e amatoriali, meditazione za-zen, seminari di approfondimento. Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521.533831, www.studishiatsu.it info@studishiatsu.it

MODENA CENTRO YOGA ShIVA Via Silvati 12, Modena. Tel. 059.364625, Cell. 338.5332728, yogash00@centroyogashiva.191.it www.centroyogashiva.191.it

RIMINI Ass. Culturale MANAGER ZEN Via San Giovenale 86, Rimini. Tel. 0541.736362, www.managerzen.it


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PERUGIA

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ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, www.ananda.it

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I LUOGhI

Ass. Cult. “L’ALBERO DELLO YOGA” L'associazione si occupa della diffusione dello Yoga e di alcune delle principali discipline olistiche attraverso incontri, trattamenti, corsi. Via della Libertà 61/65, Matassino - Reggello (FI). Cell.333.3807726, www.lalberodelloyoga.it info@lalberodelloyoga.it ShINNYO-JI TEMPIO ZEN FIRENZE Via Vittorio Emanuele II 171, Firenze. Tel. 339.8826023, www.zenfirenze.it SCUOLA DI AGOPUNTURA TRADIZIONALE DI FIRENZE del dott. Nello Cracolici. Via San Giusto 2, Firenze. Tel. 055.704172.

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ASSOCIAZIONE ERBAMOLY Centro Kundalini Yoga secondo gli insegnamenti di Yogi Bhajam. Trattamenti di Sat Nam Rasayan - Yoga in gravidanza. Via C. Baronio 90, Roma. Tel. 333.3236981, associazioneerbamoly@libero.it digilander.libero.il/Erbamoly/ ASSOCIAZIONE ShAKTI Centro di Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan Via dei Brusati 30, Roma. www.kundaliniyoga.it BUPPO DOJO praticare il Buddhismo Zen Soto Via Ferento 5, Roma. Tel. 06.70032022 buppodojo@gmail.com www.buppodojo.it CEDIFLOR Centro Diffusione e Didattica Floriterapia di Bach Via R.Fauro 82, Roma. Tel. 06.8074385, 333.4243663 www.cediflor.it info@cediflor.it CENTRO NIRVANA Associazione Spirituale per la Meditazione Chan e Zen Via A. Bono Cairoli 15, Roma. Tel. 338.7021800, 328.6848780, www.centronirvana.it centronirvana@libero.it CENTRO YOGA ED OLISTICO VIPAShYANA Channelling, regressioni karmiche, yoga, meditazione, cristalloterapia, mass. ayurvedico, riflessologia plantare, pranoterapia, reiki. Via Venezia 48/50, Ciampino – Roma. Tel. 347.8360990 www.vipashyanayoga.com Centro Olistico Take Off Via L.Perna 51, EUR-Montagnola, Roma. Tel. 06.54225603, www.floriterapia.com CENTRO TARA BIANCA Danza Creativa, Arti Terapeutiche, Meditazione. Via Ettore Rolli 49, Roma. Tel. 06.5811678, www.centrotarabianca.it CENTRO ZEN ANShIN Buddhismo Zen Soto. Sotto la guida di Annamaria Gyoetsu Epifanìa e Guglielmo Doryu Cappelli. Via Ettore Rolli 49, Roma Tel. 328.0829035, 320.9671624, www.anshin.it guglielmo1@interfree.it

Associazione Sportiva Dilettantistica DhARMA - SPORT E DISCIPLINE BIONATURALI (Coni Fijlkam Uisp) Via Cimone 12 , Roma. Tel 339.1286955 www.asddharma.ning.com asddharma@alice.it Fondazione Maitreya Via della Balduina 73, Roma. Tel 06.35498800, www.maitreya.it PIACERI UNICI EcoShop per appassionati di prodotti biologici, tipici, del commercio equo e solidale e dell’agricoltura sociale. Via Orvieto 30/34 (San Giovanni), Roma. Tel. 06.45443234, www.piaceriunici.it YOGA, SCIENZA E ARTE Ass. Culturale Yoga-Meditazione-Medicina integrata Viale A. Magno 192, Roma. Cell. 339 1279335 www.albertacorsiyoga.it info@albertacorsiyoga.it

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PUGLIA Centro Buddhista della Via di Diamante Via Gaetano Postiglione 14/E, Bari. Tel 349.7751145, 368.575880, bari@diamondway-center.org

SICILIA Dott. RENATO IUDICA Rappresentanze Prodotti Naturali Via G. Arimondi 48, Palermo. Tel. 392.6893370, 347.6215339. I dati raccolti sono stati forniti o individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art.13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore.



LA VIA DELLE ORIGINI

L’alchimia del corpo: le reliquie del Buddha di Maddalena Nardi (giornalista, storica dell’arte)

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adova, Milano e Bologna: queste le città italiane toccate nel 2009 dal tour mondiale delle Reliquie del “Santuario del cuore” del Maitreya Project, così dette perché in futuro verranno riposte all’altezza del cuore dell’avveniristica statua di Buddha Maitreya in costruzione. Prodigiosamente simili a gioielli preziosi, le oltre mille reliquie del Buddha storico Shakyamuni e di alcuni suoi discepoli sono state esposte in Italia per mostrare la loro benefica bellezza. Un grande altare dalla forma rettangolare, lucente di centinaia di candele, luci intermittenti e oro: quello delle ciotole piene d’acqua e zafferano e quello della statua di Buddha Maitreya che sta assiso al centro del tavolo. Ai quattro angoli, in piccole teche illuminate, stanno delle ampolle contenenti un migliaio di reliquie: pietre ambrate, formazioni cristalline simili a perle e fili di rame raccolti dalle ceneri dei maestri spirituali buddhisti dopo la loro cremazione. Tutt’attorno nella sala, dove risuona un tenue canto che sembra venire da lontano, un diffuso senso di pace e beatitudine, visitatori che girano silenziosi attorno all’altare, ne ammirano le preziosità e procedono facendo offerte di suoni, di preghiere e letture… alcuni su dei cuscini a terra, meditano. Su un lato una monaca dà benedizioni ripetendo a bassa voce un mantra e toccando piano la testa di chi le si avvicina con un piccolo stupa contenente le reliquie di Buddha Shakyamuni. Questo è lo spettacolo che ci siamo trovati davanti nel visitare l’esposizione delle perle reliquie del Buddha. Quando pensiamo alle reliquie immaginiamo qualcosa di morto, inanimato e forse non molto attraente. Queste reliquie buddhiste non sono niente di tutto ciò. Quando

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un maestro spirituale viene cremato, tra le sue ceneri si rinvengono splendidi cristalli simili a perle. I tibetani le chiamano Ringsel. Queste sono speciali perché contengono l’essenza delle qualità del maestro spirituale. La sua purezza interiore appare sotto forma di reliquia. I veri maestri spirituali in genere non parlano delle proprie realizzazioni, ma le reliquie ne sono la prova evidente, tangibile, del fatto che il maestro aveva sviluppato in questa vita le qualità della compassione e della saggezza. Questi piccoli oggetti preziosi rappresentano materialmente ai nostri occhi la purezza dello spirito che i maestri hanno raggiunto e nutrito durante la loro vita terrena. Una vera e propria alchimia che, durante la combustione del corpo di questi esseri illuminati, si condensa in preziosi reperti dal valore inestimabile, che continuano a diffondere il loro messaggio di pace ed equanimità. Oltre mille quelle che compongono la raccolta di Lama Zopa Rinpoce, donate da maestri buddhisti viventi di diverse tradizioni e provenienza, tra cui Burma, Indonesia, Thailandia, Taiwan e Tibet. Presenti anche otto reliquie di Buddha Shakyamuni, offerte da Sua Santità il Dalai Lama. Questo tour delle reliquie del “Santuario del cuore” del Maitreya Project è uno dei principali progetti della F.P.M.T. (Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana di cui Lama Zopa Rinpoce è direttore spirituale), organizzazione internazionale che comprende oltre 150 centri sparsi in tutto il mondo, tra i quali: centri di ritiro, di assistenza ai malati terminali, di ospitalità ai senza tetto, monasteri e case editrici. Lo scopo della Fondazione, nata nel 1975 ad opera del Ven. Lama Thubten Yesce (1934 1984) è quello di mantenere vivo ed integro il patrimonio di spiritualità del Buddhismo Mahayana in tutti i suoi aspetti religiosi, etici, filosofici, psicologici ed umanitari, così che tutti ne possano attingere liberamente secondo il proprio grado di interesse. L’obiettivo del Maitreya Project è di portare il massimo beneficio possibile al maggior numero di persone per un periodo di tempo il più lungo possibile. Questo si ottiene attraverso la pratica dell’amorevole gentilezza verso sé stessi e verso gli altri. L’idea del Progetto è quella di costruire una grande statua di Buddha Maitreya (Buddha dell’amorevole gentilezza, il Buddha del

futuro) alta 152 metri in un'area depressa dell'India, con l'impegno del governo del'Uttar Pradesh per far diventare questo colosso un motivo di rinascita culturale e rivalutazione turistica di tutta l'area. Lama Zopa Rinpoce ha detto: “La statua stessa non è lo scopo ma è il metodo per realizzare lo scopo. Lo scopo ultimo del progetto è creare pace e armonia in tutto il mondo. Per realizzarlo, offriamo uno stile di vita fondato da un’attitudine di amorevole gentilezza. Il punto principale ed essenziale che rappresenta questa amorevole gentilezza è la meravigliosa statua dorata di Maitreya con all’interno le reliquie sacre”. In attesa che la statua sia pronta, le mille perle di cristallo, che troveranno poi dimora all’altezza del suo cuore, girano il mondo diffondendo i loro benefici. Le esposizioni delle reliquie sono aperte al pubblico anche non praticante e sono gratuite, per dare a tutti la rara opportunità di trovarsi alla presenza di tali oggetti sacri dal valore inestimabile, solitamente custodite e raramente esposte. La visione delle reliquie equivale a una benedizione in grado di infondere un profondo senso di pace e di benessere, offrendo un’occasione unica di entrare personalmente in contatto con gli esseri illuminati, di toccare il divino che c’è in noi. Accade molto spesso che le persone entrino in contatto diretto con la potente energia amorevole emanata dalle reliquie: buddhisti e non buddhisti hanno detto di essersi sentiti ispirati, guariti ed in pace, restando semplicemente al cospetto di questa particolarissima collezione. Per maggiori informazioni: www.maitreyaproject.org.


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INCONTRI

La Vita come una Danza di Giorgio Rivari (personal trainer)

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Trieste, nel centro OmNiaction di Via San Francesco, incontriamo NIA - azione integrativa neuromuscolare - la gioia di muovere. “Un corpo che danza ha una mente libera” “In silenzio l’energia muove tutte le cose e tutto rende possibile, i colori, i suoni ed il movimento. E’ una forza senza fine che attinge all’energia primordiale che è l’Energia della Vita. Dolce è abbandonarsi al suo flusso che accompagna tutti gli esseri, ovunque siano, là dove non ci sono né domande né risposte e tutto ha inizio”. Nuovi orizzonti e progetti per la danza ed il suo recupero. La danza ci mette in grado di liberare la nostra energia fisica e spirituale, ci sintonizza con i ritmi e con l’armonia del nostro corpo e dell’universo di cui esso è parte,ci permette di attingere ad una fonte infinita di energia e armonia. La danza è meditazione in movimento: può essere preghiera, contemplazione, estasi, passione, amore, catarsi. Danzando ci liberiamo:possiamo viaggiare attraverso il nostro corpo fin dentro il nostro cuore, oltre alla mente, in un’altra dimensione dell’esistenza, nell’estasi, in comunione totale con lo spirito. La danza è linguaggio vivente, linguaggio del movimento, che racconta ciò che muove interiormente l'uomo. E il corpo, attraverso il movimento, narra la sua storia. I nostri corpi sono prigionieri,rigidi e ripetitivi. Le spalle infossate dalla vergogna o erette per l’orgoglio, le voci stridule per la rabbia o soffocate dalla paura: il corpo non mente. Con la meditazione in movimento pos-

siamo imparare ad essere completamente presenti nel qui e ora e non vivere nel passato o nel futuro, alleggerendo ogni esperienza da bagagli emotivi. Entrare in contatto con le nostre parti interne ci insegna ad aspettare e quindi ad ascoltare, sentire e capire come muoversi nella situazione presente, rispettando le resistenze, rispettando le difese. Il corpo è fonte di sapere e memoria, forma quello che è chiamato l’“IO corporeo”: la meditazione in movimento permette lo sviluppo del senso del corpo e libera la memoria emotiva. Il corpo e il suo movimento sono gli strumenti principali nella danza, e portano verso la consapevolezza e unità del proprio io. Il Nia nasce più di venticinque anni or sono negli USA: è un metodo mente, corpo e spirito basato su 52 forme di movimento provenienti dalla danza (moderna, Duncan e Jazz), dalle arti marziali (Aikido, Tai Chi e Tae Kwoon Do) e da tecniche di autoguarigione (Yoga, Feldenkrais e Alexander). Si pratica a piedi nudi su tracce musicali di tuttii generi e promuove il contatto con il corpo attraverso la gioia del movimento, l'espressione del Sè a il movimento espressivo:offre una occasione di sviluppo e crescita interiore e di scoperta delle capacità di autoguarigione insite in ogni persona. Nia è non solo una forma di fitness corpo-mente-spirito ma anche uno stile di vita. Attraverso il movimento espressivo, la Via del Corpo, Nia offre la possibilità di raggiungere il benessere fisico, mentale, emotivo e spirituale. La filosofia base del Nia consiste nell’integrazione armonica del corpo con la mente, le emozioni e lo spirito. Nia ha come obiettivo il rispetto della Via del Corpo mentre si entra in contatto con le emozioni, le immagini, i pensieri, i sentimenti

e l’espressione unica dello spirito di una persona. La coscienza cognitiva, simbolica e sensoriale sono metodi che utilizzati per imparare, incorporare e condividere le informazioni della Via del Corpo. Il raggiungimento della vera conoscenza del proprio corpo è parte integrante della metodologia didattica Nia. Esercitando il Nia ci si focalizza sulle proprie sensazioni corporee e si incrementa la propria coscienza relativamente ai concetti e idee preesistenti sul proprio corpo. Con tale conoscenza e coscienza risulta possibile adattare Nia per offire al proprio corpo, mente, emozioni e spirito una sessione di esercizio individualizzata al meglio per rispondere alle esigenze personali. Per questo motivo Nia è una tecnica così potente - lavora prima con la Via del Corpo personale per guidare verso lo stato ottimale di salute e benessere della Via del Corpo. Con Nia si intraprende un viaggio verso l’autoconoscenza attraverso auto aggiustamenti e prese di coscienza di se stessi come unità. La filosofia, “raggiungiamo la salute attraverso il movimento”, significa credere nel potere della auto conoscenza attraverso il movimento. Praticando il Nia si entra in contatto con “l’essere” e il ”muoversi” nel proprio corpo, sperimentando così in modo diretto il potere dell’auto guarigione. Nia


I.P.

permette alle persone di eseguire le proprie scelte di movimento offrendo una struttura flessibile che può essere personalizzata e adattata ai bisogni individuali, si basa sulla pratica e l’esperienza e si focalizza sulla guida interiore per cambiare e sviluppare la coscienza. Nia (Azione Neuromuscolare Integrata), insegna a interpretare fisicamente e a dirigere internamente le azioni e le scelte, ad ascoltare la "voce del corpo" nel processo di crescita personale e di autoguarigione - responsabilità della propria salute: Nia utilizza il corpo per sviluppare le capacità di autoguarigione, focalizzando la mente sull'ascolto attento in modo da coinvolgere l'aspetto emotivo, integrandolo nei movimenti, nelle sensazioni e nelle libere espressioni di sé. Un corpo danza in una mente libera. Nia individua e agisce contemporaneamente sul corpo, la mente, le emozioni, lo spirito e li porta allo stesso livello. Utilizza l’attività fisica per integrare la componente neurologica (inclusa la mente, le emozioni e lo spirito) con il corpo fisico, o muscolatura. Il Nia è adatto a tutti, persone di qualsiasi età e livello di forma fisica che amano muovere e percepire il proprio corpo in armonia e sono interessati a incontrare il cambiamento su tutti e tre i livelli di corpo-mente-spirito (emozione). Nia è un metodo che viene sperimentato, percepito, elaborato ed integrato attraverso il corpo e le sue fasi di sviluppo attivo. E’ come la cioccolata: bisogna assaggiarla per capirne la dolcezza, assaporarla fino in fondo a se stessi per incontrare ed integrare quello che ognuno di noi, in un momento della propria vita, ha interrotto o lasciato in disparte - magari giudicandosi non capace, non all' altezza, non abbastanza bravo o non sufficientemente adatto - situazioni che ci portano ad interagire e reagire con quello che è un intimo rapporto con noi stessi.

Progetto hPh health Promoting hospitals - salute psicofisica emotiva per operatori. E sono questi presupposti a far nascere il progetto “Nia stili di vita e wellness” dell’azienda sanitaria locale di Gorizia seguendo le orme del HPH - progetto europeo - di salute psicofisica emotiva per operatori sanitari. Molta soddisfazione infatti ha dato questo progetto sviluppato nell’ambito sanitario, tanto da essere stato capace di coinvolgere gli operatori stessi in maniera così incisiva da riuscire ad organizzare veri e propri spettacoli di danza nei teatri di zona. La danza, come si sa, accomuna gli esseri ed accende gli animi ma il Nia ha la peculiarità di riuscire ad entrare in contatto anche con le persone meno motivate e più introverse, in modo diretto e semplice. La persona si trova così a riscoprire le proprie risorse sia fisiche che psichiche vincendo soprattutto le false credenze mentali che creano ostacoli ed impedisco di contattare il proprio sé profondo, fonte a cui attingere far manifestare la propria arte. Progetto di recupero della danza in arte ed in percorsi interrotti. A proposito di arte e di danza il progetto si rivolge anche al recupero di quelle ballerine che, avendo danzato per molti anni, si trovano a venir per cosi dire accantonate dalle scuole di danza intente solo alla scoperta di grandi talenti dimenticando e soffocando le risorse profonde di ognuna di esse . E’ così che si trova la danzatrice o ballerina, dopo anni di studio e di fatiche senza trovare più uno spazio o uno stimolo nuovo, per continuare e perfezionare la propria arte. Offrire un alternativa a queste artiste del corpo e fare in modo che il loro talento e la loro arte continui a vivere anche dopo un età agonistica, rappresenta un integrazione alla vita. In effetti è assolutamente demoralizzante osservare che una ragazza dopo un lungo e faticoso ed impegnativo percorso corporeo, debba sminuire la sua maestria e ridurla magari a qualche allenamento in una qualunque palestra di quartiere. D'altronde le classiche scuole di danza non vogliono investire in tali attività perché considerate di scarso interesse e non valorizzate come immagine. Citiamo una testimonianza diretta di questa realtà: “Ho iniziato i primi passi a quattro anni,

e, anno dopo anno, quest’arte diventava indispensabile come l’aria che respiro. Scoprivo un mondo nuovo, una fiamma interiore che illuminava il mio corpo dall’interno. Ogni arto danzava in armonia con i ritmi musicali. Passati quindici anni rimanevano solo i ricordi e una profonda lacerazione psico fisica. Nia mi ha concesso di respirare profondamente e ricordare chi sono. Mi ha ridato il coraggio di ascoltare, sentire, amare, sperare, fremere… di tornare alla vita. L’arte ha inizio solo quando si rivela la profonda verità dell’essere all’individuo stesso che si riconosce. E allora diviene tutta l’umanità. Ogni arte è portatrice di luce spirituale che illumina i nostri cuori di pura sincerità.“ (Barbara, ballerina, logopedista, 45 anni) Il centro omNIAction offre un servizio di riequilibrio psico-fisico-emotivo, corporeo e muscolare attraverso metodi di processo quali NIA, PeakPilates e ProcessTraining. Ispirandosi al concetto centrale del Process Counseling : “scoprire la ricchezza del sé profondo e trovare il coraggio di manifestarlo” :ascoltare i messaggi attraverso il nostro corpo praticando metodi di processo che associano un lavoro di profondo riequilibrio muscolare e strutturale, attingendo a una base psicologica di recupero delle proprie risorse, permette la ricerca della consapevolezza del sé profondo. Studio

Om

ction The Tecnique

Via San Francesco 15 34100 Trieste - Italy +393480140407 +393331086622 mailto:giorgio.nia@hotmail.it giorgio.nia@hotmail.it www.omNiaction.org

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LA VIA DELLA SCIENZA

La scrittura rivela l’anima di Marina Tonini (grafologa psicodiagnostica) www.lascrittura.net

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nizia così il nostro viaggio alla scoperta di una delle espressioni vitali dell’essere umano: la scrittura. Essa si rivela come lo studio del linguaggio in codice di un onda complessa. Una encefalografia che la punta della penna registra sulla carta nell’atto dello scrivere. Realizza dei “contenuti dinamici” intesi come significati legati ad una dinamica del movimento. Il linguaggio interiore si traduce sia nella comunicazione verbale che in quella non verbale, e nei codici della comunicazione scritta. Ciò può avvenire attraverso le funzioni periferiche neuromuscolari che registrano i ritmi, gli impulsi e le aritmie. L’individualità che rivela la scrittura non mostra solo la struttura biotipologica, cioè di costituzione, ma ogni aspetto dell’essere: - modalità di sentire e rappresentarsi le cose - modalità di sentire se stesso - il modo di essere presente e muoversi nello spazio esistenziale - il modo di operare e stabilire rapporti E’ in sintesi la “rappresentazione energetica” di noi stessi realizzata attraverso il movimento grafico che registriamo sul foglio nell’atto dello scrivere. Ma come definire l’energia? Anche se non è possibile sapere cos’è, si può far riferimento ad essa indirettamente e dire intanto che è qualsiasi agente capace di produrre lavoro. Fin qui restiamo nei termini e nei canoni della conoscenza occidentale. Ma dovendoci riferire alla conoscenza totale, per quanto ci sarà possibile, dovremo anche includere e far uso di concetti e assiomi che solo la conoscenza orientale autorizza. Pur avendo un carattere prevalentemente filosofico, non sono per questo meno reali ed importanti. Le principali culture d’Oriente definiscono l’energia come un principio. E questo fin dalla più remota antichità; cosa che l’Occidente non fa altro che approvare e confermare. Tuttavia, in Oriente, si va

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oltre: la denominano “Prana“ e la identificano con uno dei principi fondamentali dell’Universo. Partendo da tale principio, tutte le manifestazioni energetiche diventano espressioni della forza intrinseca di tutte le cose. Nell’atto dello scrivere imprimiamo sul tracciato dello scritto la rappresentazione energetica che ci appartiene, identificando precise caratteristiche di riferimento. Con il termine “pressione” quindi s’intende la forza di tracciato del grafismo, il livello di capacità di produrre e consumare dinamicamente energia. Vi corrisponde il grado di forza e di profondità degli istinti, delle tendenze, della volontà, dell’impulso creativo e, in genere, anche dello stesso sentimento. Con l’altezza grafica, e la larghezza, la pressione costituisce la terza dimensione della scrittura: la profondità. Il grafismo registra il grado della pressione nei tratti discendenti chiamati anche pieni. Essi infatti registrano il grado di energia che il muscolo tensore dell’indice della mano libera e scarica sul portapenne. In termini di neurofisiologia, il fenomeno registra l’intensità dei potenziali di azione e di placca; in altri termini il tono vitale di uno scrivente. Al contrario, e in condizioni fisiologiche normali, i tratti trasversali e quelli ascendenti (detti anche “filetti”), sono tendenzialmente fini o sottili, in quanto a esercitare la

spinta non è più il muscolo tensore dell’indice ma del pollice, e tale movimento non è contro la superficie della carta, bensì parallelo ad essa. L’analisi di questi due sensi del movimento grafico è di rilevante importanza anche sotto un altro profilo: quello della scioltezza o elasticità con cui si succedono le fasi antagoniste di tensione-estensione del ritmo grafomotorio o, al contrario, la presenza di forze parassite che contraggono e congestionano l’energia vitale, ovvero anche una costituzione del tutto carente di elasticità. L’importanza della pressione è data anche dal fatto che essa registra non soltanto l’intensità del tono vitale, ma anche le soglie di recettività nervosa. In neurofisiologia si parla di irritabilità della membrana della cellula nervosa. Nel complesso dunque lo stesso modo in cui lo scrivente canalizza l’energia in in senso scrittorio ci informerà sul grado di equilibrio nell’uso delle energie vitali. In combinazione con i segni delle categorie grafologiche si potranno stabilire le eventuali cause legate ad una scorretta canalizzazione energetica e studiarne gli effetti, le dinamiche comportamentali, le loro cause e le loro conseguenze. La comprensione della propria dimensionalità umana ci porta più facilmente a poter modificare



LA VIA DELLA SCIENZA

meccanismi che oramai automatizzati si rendono irriconoscibili. La canalizzazione energetica personale lavora sul temperamento di base (acquisito), sul carattere e sulla personalità. Che cosa si intende per personalità? Questo termine esprime la totalità di un essere, quale appare agli altri e a se stesso, nella sua unità, singolarità e continuità. Ognuno possiede una personalità che risulta insieme dal suo temperamento, dalla sua costituzione e dalle molteplici impronte che lascia la propria storia individuale. Rappresenta un modo abituale di reagire in un dato momento dell’evoluzione. I nostri atti ci seguono e operiamo secondo l’immagine che ci formiamo di noi stessi o secondo quella che vorremmo dare. La personalità è il nostro essere globale: comprende la coscienza e l’inconscio nella sua relazione con il mondo esteriore ed interiore, una relazione con l’organizzazione che un soggetto ha dovuto o saputo o non saputo realizzare nel suo contatto evolutivo con l’ambiente. Non va confusa con il carattere, in parte il carattere ci viene dato mentre si costituisce la personalità. Alla radice del carattere è il temperamento che pur essendo immutabile, risente degli adattamenti agli stimoli dell’ambiente evolutivo e adulto. In altri termini il carattere è l’espressione sia della reattività che degli adattamenti del temperamento e degli apprendimenti del vissuto. Ciò dice che il carattere è passibile di variazioni nel tempo. Le due coppie universali del carattere umano sono definite come: l’assaltoattesa, la resistenza-cessione. In senso positivo, l’assalto è inteso come capacità di evolversi, realizzare e costruire a favore proprio e dell’ambiente, affrontando e superando contrasti e ostacoli. In quanto funzione opposta all’assalto, in senso positivo, l’attesa è intesa come capacità di riflettere, ponderare e organizzare ogni tipo di attività. In senso positivo la resistenza sul piano esteriore, è intesa come capacità di contrastare l’azione invadente e distrutt iva d e g l i a g e n ti ambientali; sul 36

piano interiore, invece, come capacità di opporsi all’indebita pressione degli istinti. In quanto funzione opposta alla resistenza, in senso positivo, la cessione va intesa come istanza che porta all’apertura, al dono di sé e al servizio dell’espansione e difesa della vita. Solo per devianza queste forze assumono valore negativo: l’assalto può diventare aggressività distruttiva; l’attesa può mutarsi in insicurezza di un pensiero incapace di arrivare a decisioni ed efficaci programmazioni dell’attività; la resistenza può ridursi in ottusa chiusura nei confronti dell’esterno e in arroccamento nell’Io. Perdendo la sua nota di amore costruttivo, la cessione, sul piano esteriore, può diventare viltà e cedimento di fronte alle pressioni dell’ambiente. Sul piano interiore, può diventare passivo cedimento alle pressioni delle pulsioni e degli appetiti. Ogni comportamento umano si articola all’interno della loro funzione sistemica, sicchè l’irripetibilità del carattere individuale è il risultato delle infinite variabili di queste costanti. IDENTITÀ PERSONALE Il termine “identità personale” viene specificato come “L’insieme dei caratteri fisici e psicologici che rendono una persona quella che è, diversa da ogni altra”. L’identità personale consiste in un processo di assimilazione all’Io delle istanze sia conscie che inconscie della persona, in una continua ricerca di equilibrio e di consapevolezza di sé e degli altri. Di seguito, la percezione che ogni individuo raggiunge, nell’integrazione armoniosa o meno della propria totalità, conduce al concetto del Sé. L’individuo coglie necessariamente la propria complessità: l’unitarietà o la contradditorietà, la chiarezza o la confusione del proprio essere, la soddisfazione o l’in-

soddisfazione dell’esperienza dei singoli momenti; queste percezioni interiori si traducono lentamente in esperienza totale di sé positiva o negativa. Se la persona è in armonia con se stessa, il risultato sarà essere in identità con sé, con i benefici che tale condizione reca, di conseguenza, alla persona stessa e ai suoi sistemi di relazione. La non identità con se stesso di contro, recherà alla persona una serie di disarmonie che si rifletteranno sulle condizioni fisiopsichiche della persona e sui suoi rapporti con l’ambiente. Oggi si tende a considerare il Sé non come una proiezione-immagine che la persona possiede del proprio essere e sentire, quasi come “altro da sé”, ma il Sé come coincidente con l’Io, Io che sente e valuta se stesso nella sua globalità, che percepisce se stesso adeguato o meno alle proprie attese, nell’armonia o meno delle proprie capacità e potenzialità e, di riflesso, nel consenso o meno di se stesso e dell’ambiente. IDENTITÀ DI GENERE Un aspetto dell’identità personale è l’identità di genere. Per sé la distinzione è quasi fittizia, poiché l’identità personale è strettamente collegata all’identificazione con i ruoli esistenziali, tra i quali ci sono quelli della differenziazione tra i sessi. IDENTITÀ DI RUOLO Dall’Identità di genere deriva l’identità di ruolo. Si intende con ciò, che l’identità di genere si esprime, all’esterno, in un “ruolo di genere”. Esso sta ad indicare “tutto quello che una persona fa o dice per indicare agli altri o a se stesso il grado della sua mascolinità, femminilità o ambivalenza”. Il ruolo di genere è l’espressione esteriore della identità di genere e quest’ultima è l’esperienza personale del ruolo di genere. Si può sostenere che l’identità di ruolo consista in una differenziazione dell’identità di genere, nel senso che l’identità di genere va assumendo uno specifico “colore” relativamente al ruolo, a sua volta strettamente in funzione del


percorso sociale dell’individuo. Riassumendo, il temperamento è il fondamento delle tendenze sortite da natura. Lo si può definire l’insieme delle qualità psichiche e somatiche individuali per cui un individuo è distinto da un altro individuo ed indistinto da se stesso. In tutte le trasformazioni ed evoluzioni fisiche, psichiche e somatiche, il temperamento che si trova nel fondo di ciascun individuo rimane immutato, sia pure lacerato, ferito, mutilato, ridotto ad avere uno spiraglio soltanto di vita. Esso rimane sempre il principio indistruttibile dell’individualità dell’uomo. Il carattere viene improntato dal temperamento che serve da fondamento allo stesso carattere. Esso è il frutto dell’esperienza vissuta e forgiata sulla base di una costituzione innata o insieme di fattori biodinamici di base. Il concetto di personalità assomma in sé, globalmente e dinamicamente, le varie sfaccettature dell’individuo come “sistema organizzato”. Schemi comportamentali, motivazioni, interessi, modalità di percezione, di pensiero e di azione, tendenze, convinzioni, ideali, sentimenti, atteggiamenti e disposizioni affettive: tutto confluisce in una struttura più o meno integrata che chiamiamo appunto “personalità” e che comprende quelle caratteristiche e attributi che distinguono una persona dalle altre. La personalità è l’insieme delle caratteristiche e delle modalità di comportamento che determina gli speciali adattamenti di un individuo all’ambiente. IL SIMBOLO La simbolica investe ogni aspetto e settore dell’umano. Tutto, compreso il linguaggio e la creatività è simbolo nella vita dell’uomo e tutto è animato dal simbolo. Nell’atto dello scrivere esiste una provocazione simbolica legata allo stesso spazio grafico. Nell’atto di scrivere il soggetto affronta uno spazio fisico, quello del foglio. Nel momento stesso in cui egli comincia a muoversi in questo spazio, subisce le sollecitazioni delle sue componenti e dimensioni spaziali: dimensioni e componenti acquistano per lui forza evocatrice, ossia diventano simboli. Nella scrittura è possibile determinare quale sia il movimento della psiche a seconda della maniera con cui questa risponde alle sollecitazioni dei vettori simbolici dello spazio grafico: di progressione, regressione, ambivalenza.

Abbiamo così le grafie progressive che semplificano le forme e accentuano il movimento verso destra (dinamismo, espansione, estroversione, altruismo) le grafie regressive che complicano le forme e accentuano il movimento verso sx (regressione, introversione, egoismo, narcisismo, primitività). ESTROVERSIONE/INTROVERSIONE I termini sono Junghiani e indicano l’atteggiamento di ogni individuo nei confronti della vita. Vengono perciò chiamati atteggiamenti vitali. Essendo pure istanze dell’essere umano, mancando uno di essi, insorgono compensazioni istintive di stampo infantile. Sono costanti del carattere con basi in parte innate e in parte acquisite. L’estroversione fa prevalere le istanze dell’inconscio collettivo, mentre l’introversione tende a privilegiare l’inconscio individuale. L’estroversione porta l’individuo a orientare l’energia psichica (libido) verso l’esterno, l’ambiente; perciò determina: • bisogni e facilità nell’espandersi verso l’ambiente e il futuro senza preoccupazioni • facilità di contatti, di adattamento e di inserimento sociale • atteggiamenti concilianti, aperti e disponibili, almeno apparentemente, infatti negli eccessi provoca compensazioni egocentriche e di impronta isterica • fiducia nell’ambiente e nell’avvenire • ampiezza e intensità della vita esteriore e del bisogno di vivere. Vi corrispondono i soggetti attivi, dall’intensa vita collettiva, sociale, politica. All’opposto si ha l’atteggiamento introversivo che fa prevalere, a gradi più o meno intensi, la vita interiore, l’esperienza soggettiva (che porta con facilità a soggettivare la realtà). Perciò determina: • il naturale contenuto riflessivo che evita il contatto immediato e ampio con l’ambiente, quasi temendo di essere coinvolto • tendenza alla ritirata e all’atteggiamento difensivo • culto della vita interiore • scarso spirito di lotta e di intraprendenza • accentuazione della sensibilità con tendenza a ripiegarsi sopra se stesso Essendo gli opposti di un continuum di

istanze della natura umana, ognuno di essi, se portato agli estremi, crea rischio patologico: l’introversione diventa isolamento angoscioso; l’estroversione perdita dell’Io, dispersione, superficialità, vuoto interiore. Un vero equilibrio esige perciò la presenza integrata delle due istanze. LA GESTIONE ENERGETICA (vitalità) E’ il presupposto organico e funzionale che consente all’individuo non solo di sopravvivere ma di evolvere il proprio essere, di impegnare le energie psicofisiche in una vita dinamica e operosa. Dalla vitalità derivano l’energia, la forza dell’essere, del volere, del sostenere lo sforzo, del controllo nell’attività. Dalla vitalità derivano il movimento, il calore, l’aggressività (capacità di affrontare le lotte della vita), la capacità di resistere opponendo forza a forza senza soccombere. La vitalità è sinonimo di vigore, di dinamismo, di robustezza, di fiducia, di sicurezza, di senso di benessere (ottimismo). Essa riguarda il fisiologico, lo psichico, il mentale. In Grafologia, la categoria che riguarda più direttamente la vitalità è quella della pressione. Indirettamente vi rientra quella della dimensione grafica in quanto espressione dell’ampiezza in cui può e deve operare l’energia vitale. All’opposto della vitalità si colloca la debolezza vitale che va a configurare l’individuo debole, influenzabile, troppo sensibile, facile a stancarsi e a desistere, incapace di lottare sul piano esistenziale, dipendente, insicuro, facile vittima dell’invadenza e dell’oppressione dall’esterno, non fiducioso in se stesso e nella vita. 37


LA VIA INTERIORE

La Musica e l’Uomo di Diego Kriscak (musicoterapeuta, terapista in vibroacustica)

U

n ricordo. Saranno trent’anni. Disteso a letto. Occhi alla finestra su una fredda serata invernale e musica. Tanta musica. Potente musica. Dolce e dolorosa musica. Enorme musica che spazza via ogni tentativo di ritorno alla realtà della bora e delle ombre dei rami degli alberi sbattuti all’esterno. In questa specifica occasione: Karajan con i Berliner. La Nona sinfonia di Anton Bruckner. Per chi se la ricorda, quella della serie con l’ala in copertina. Ogni sinfonia della serie, un’ala d’angelo a simboleggiare la profonda vicinanza, o l’ascesa, a Dio. In questa specifica occasione: le note mi salgono lungo il filo della spina dorsale e tutto il resto viene cancellato, accantonato, consapevolmente messo da parte. È talmente potente ciò che la musica riesce a sviluppare in questa specifica occasione, da ridurre ogni altra cosa a una fastidiosa e periferica presenza. È l’annientamento. Quello che Leopardi definiva chiaramente come un “dolce naufragare”. Trent’anni fa, in quella serata di bora invernale, mi sono ridotto gradualmente di dimensioni, fino all’annientamento totale. Infinitamente piccolo. Infinitamente grande. Infinitamente parte della musica che era infinitamente parte di me. Qualcosa che per altri versi potrei definire con il termine di compenetrazione. Stasera, mi sono detto quella sera di trent’anni fa, sono diventato parte di quella musica e allo stesso modo, stasera, ho continuato a ripeter-

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mi tra l’incredulo e il soddisfatto, ho avuto una rivelazione, e mentre il piatto del giradischi girava e girava e le casse ripetevano a intervalli regolari il toc della puntina, ho capito che soltanto il silenzio totale che segue può rendere giustizia all’esplosione sonora che in determinate circostanze e solo in particolari condizioni riesce a entrare così profondamente dentro di noi. Non è automatico. La somma di condizioni necessarie affinché l’effetto catartico si ripeta va costruita con profondo e meticoloso rigore: bisogna porre il nostro corpo e il nostro cervello in una condizione di ricettività tale da spalancare le cosiddette “porte della percezione”. È indubbio che determinate musiche possano agire molto in profondità, ma preventivamente bisogna segnare il posto, inciderlo, o come si dice, preparare il terreno, renderlo molle, affinché la vanga del suono non incontri difficoltà di sorta. Questa condizione si può raggiungere seguendo un procedimento automatico finalizzato, quindi in base a movimenti e gesti preparatori che rispondono a un preciso e rigoroso andamento sequenziale, del tutto simile, per certi versi, ai riti scaramantici. Si tenta di ricreare, in un certo qual modo, le specifiche circostanze che in precedenza hanno portato il nostro stato ricettivo alle condizioni ottimali. Procedimento questo, che deve tener conto di una disciplina ferrea e che non sempre conduce all’effetto desiderato. D’altra parte, essendo il rapporto con la musica, con i suoni, qualcosa di assolutamente soggettivo, ciò di cui sto parlando ha un valore legato essenzialmente a un mio sentire. Potrebbe essere del tutto privo di logica affermare che, ad esempio, la Nona sinfonia di Bruckner, nella specifica edizione diretta da Karajan con i Berliner, produca automaticamente un effetto analogo in qualsiasi ascoltatore messo nelle medesime condizioni fisico/spaziali. Non è però questo il punto. Il discorso soggettivo potrebbe scomparire dinnanzi a un’oggettività legata al termine stesso di ricezione sonora. Che il suono arrivi è indubbio. Che lavori allo stesso modo su

tutti è assolutamente da dimostrare. La casualità però in musica non esiste. Di conseguenza, ogni singola nota scritta o soltanto pensata, ha lo scopo neanche tanto mascherato di condurre l’ascoltatore verso direzioni specifiche. Il compositore intende trasmettere un messaggio, che a volte, anche se travestito, se camuffato, non lascia alcun dubbio. Attraverso il suono il compositore, ma anche l’esecutore, sotto altri aspetti, ci racconta della sua vita, ci racconta di lui, dei suoi sogni e della sua realtà. Dei desideri, degli appagamenti, delle delusioni, dei lutti e delle gioie. Ci racconta, in fondo, di cose che appartengono anche alla nostra vita. La vita di ognuno segue percorsi analoghi che si possono differenziare nella forma, non certamente nella sostanza. Anche la musica che può sembrare assolutamente casuale, in realtà segue dei percorsi inconsci molto stretti, quasi obbligati. Come scrivevo in precedenza, l’effetto prodotto dalla musica sull’ascoltatore può variare, le suggestioni legate alla ricezione possono differenziarsi, ma sempre secondo percorsi formali. La sostanza del messaggio sonoro arriva inequivocabilmente precisa e non può essere altrimenti. E cosa, se non la comprensione, o l’interpretazione che in fondo porta a un’autocomprensione, ancora più importante a pensarci bene, può indurci a raggiungere uno stato come quello che definivo all’inizio? Uno stato di grazia, che ho voluto definire come annientamento. La scomparsa graduale di tutte le sovrastrutture che ci circondano fino al magico momento della comprensione, o dell’autocomprensione. Si rimane come increduli di fronte a ciò che la musica ha strappato a forza dai nostri angoli più nascosti. Una sorta di rivelazione di cui si percepisce la grandezza e che per qualche istante risulta chiarissima, per poi scomparire anch’essa, lasciando però dietro a sé come una coda di sensazioni, ben ancorate queste ultime, fissate a fondo. Per sempre. Ciò che rimane: un profumo, una sensazione impalpabile e rivelatoria. La percezione netta e precisa che qualcosa di molto importante ci sia stato rivelato.


Viene, a questo punto, da chiedersi, come ricreare artificialmente le condizioni necessarie affinché ciò avvenga automaticamente. Dal mio punto di vista, o almeno per quanto mi riguarda, il rapporto tra l’individuo e la musica è esclusivo. La concentrazione necessaria e l’apertura totale nascono da una chiara e precisa volontà individuale. Entrare metaforicamente nel suono e far sì che il suono entri completamente dentro di noi non prevede condivisioni di sorta. Vale lo stesso discorso che si può fare, ad esempio, per la religione, o meglio, per il sentire religioso. Entrare in comunicazione con la divinità significa entrare profondamente in comunicazione con noi stessi. Da sempre la musica ha giocato un ruolo fondamentale in tal senso. Ora, potrei citare innumerevoli studi a tal riguardo, ma mi limiterò a usare la logica. È palese che per porsi nella giusta condizione di apertura al divino vengano utilizzate varie tecniche, dallo yoga, all’ipnosi, con tutto quello che ci può stare nel mezzo. Le differenze sono essenzialmente legate a educazione, età, luogo di provenienza, sesso e a qualsiasi altra condizione che differenzi individuo da individuo, cultura da cultura. Ma sempre la musica è presente. Sempre il suono, in qualche maniera, compare e anche il silenzio, che forse della musica è l’espressione più alta, diventa veicolo trainante nella ricerca della condizione ottimale e non si pensi al suono come a qualcosa di necessariamente artificiale, riprodotto da strumenti o dalla voce. Mi riferisco pure, ma è abbastanza ovvio, al suono della risacca, o al fischiare del vento in alta montagna, o al frusciare dell’erba nelle sere d’estate. Non ci sono gerarchie nella produzione sonora, ciò che conta è la sua funzionalità. Se le mie caratteristiche mi portano all’ascolto della Nona di Bruckner, e nella specifica edizione che citavo prima, mia figlia, ad esempio, potrebbe avere bisogno dei Modena City Rambler e mia madre della Boheme di Puccini, interpretata da Beniamino Gigli. Tutto ciò è assolutamente ininfluente e non va a toccare minimamente l’uso funzionale del suono. Ritornando a quello che scrivevo precedentemente, quella sera mi sono chiesto: perché non pensare di sistematizzare il rapporto tra emozioni e musica?

Perché non cercare un nesso tra i parametri sonori e le risposte emotive? Dare forma, insomma, a un aspetto della musica che forse viene dato per scontato, ma che di fatto è talmente poco studiato da rappresentare un terreno quasi del tutto inesplorato. Cercare quindi di analizzare i suoni non più secondo le leggi canoniche dei parametri musicali, ma bensì seguendo un percorso emozionale. È ovvio, a questo punto, che un’analisi emozionale di un determinato brano andrà a tener conto di numerosi fattori nel tentativo di comprendere perché in determinate condizioni, alcuni particolari rapporti sonori inducano il cervello a rispondere in maniera pressoché analoga su soggetti dalle caratteristiche simili, quali età, cultura e provenienza geografica. Qualche anno fa, nel corso di una ricerca effettuata su bambini di età compresa tra i cinque e i sei anni, ho proposto il terzo movimento della sesta Sinfonia di Gustav Mahler, chiedendo loro di utilizzare i colori per trasferire sul foglio ciò che la musica in qualche modo poteva suggerire. La cosa più evidente, tralasciando qualsiasi giudizio estetico, è stato osservare una prevalenza cromatica del viola e del nero. Riporto questo esempio soltanto come spunto di riflessione, non certamente per un’analisi, che richiederebbe tutto lo spazio della rivista soltanto per l’introduzione. Lo spazio di riflessione mi

porta ad affrontare un passo successivo, vale a dire l’uso terapeutico del suono. La percezione vibroacustica Da quanto scritto finora, risulta piuttosto ovvio come la musica, ovvero il suono, possa indurre o veicolare stati d’animo ed emozioni, agendo attraverso il canale uditivo che trasmette il messaggio sonoro al cervello. Ciò che forse è meno ovvio è il fatto che il suono possa giungere al cervello anche attraverso l’epidermide, le ossa e gli organi interni. La famosa percussionista Evelyn Glennie, sorda dalla nascita, risulta essere una delle musiciste più interessanti degli ultimi anni. In questo caso la sordità ha costretto Glennie ad acuire la percezione sonora attraverso l’uso delle vibrazioni che, dalla pedana di legno, si trasmettono ai suoi piedi. La percezione vibratoria è forse meno evidente di quella uditiva, ma gli effetti, in particolare delle basse frequenze, sono altrettanto e forse più significativi. Pensiamo al rombo di un treno in corsa, o al “pompare” dei bassi in una discoteca. Percepiamo questi suoni attraverso l’orecchio, certamente, ma anche il nostro corpo nella sua interezza riceve il messaggio. Lo studio sugli infrasuoni, vale a dire di quei suoni dalla frequenza inferiore all’udibile, dimostrano che molte situazioni di malessere fisico, quali nausea o dolori di testa sono stret-


LA VIA INTERIORE

tamente legate alla loro presenza nelle immediate vicinanze dei soggetti testati. La visione di figure immaginarie e fantasmatiche sono anch’esse connesse alla presenza di infrasuoni. Poco da fare, il suono, a tutti gli effetti, lavora profondamente su di noi. Lo studioso Olav Skille afferma: “La Vita è vibrazione, la Materia è vibrazione. Gli atomi vibrano, l’Universo vibra. Il Suono è vibrazione. La Luce è vibrazione. La Temperatura è vibrazione. Il Massaggio è vibrazione. La differenza tra tutte queste vibrazioni è dato soltanto dalla velocità di ogni ciclo di impulsi (vale a dire dalla frequenza)”. Ciò che negli ultimi anni si è cercato assiduamente è una sistematizzazione dell’effetto terapeutico della vibrazione sonora. Quello che si è potuto fissare con certezza matematica, a seguito di migliaia di ore di test, è che a determinate frequenze, alcune specifiche parti del nostro corpo entrano in risonanza, producendo, in questo modo, un sorta di automassaggio, che dall’interno si propaga verso l’esterno. Dal punto di vista fisico i risultati terapeutici sono enormi. La vibroacustica interviene efficacemente su moltissime patologie e anche se purtroppo in Italia la situazione è in ritardo, va detto che nei paesi anglosassoni questo tipo di intervento

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affianca ormai stabilmente le terapie più tradizionali. Le novità riguardano, piuttosto, una sorta di commistione tra gli effetti della percezione uditiva e di quella vibrazionale per poter agire con efficacia su problematiche legate alla sfera delle nevrosi e delle fobie. Se il semplice ascolto, pur a determinate condizioni, può agire profondamente, andando a veicolare specifici stati d’animo, la somma delle due percezioni ha la facoltà di muoversi in maniera esponenziale con risultati che vanno ben al di là di ogni più rosea previsione. Percezione e vibrazione Usando una metafora, si può affermare che in qualche maniera la terapia vibroacustica induce le nostre porte percettive allo spalancamento senza bisogno di nessun supporto chimico, come invece sosteneva Aldous Huxley nel saggio a cui faccio riferimento (Le Porte della Percezione). Il motto del centro di ricerca dove lavoro è “no blood no drugs” e, fedele a questo motto, le mie ricerche procedono in tal senso. Io mi occupo di musica e di vibrazioni, ma presso il centro si studia anche l’applicazione della realtà virtuale e molto spesso l’uso in commistione dei vari interventi produce dei risultati piuttosto interessanti. Voglio spendere ancora un paio di parole su quelle che oggi vengono definite con il termine di brainwaves, che potremmo tradurre alla lettera come onde cerebrali. Il collegamento con l’uso della terapia vibroacustica, che a prima vista può sembrare molto lontano, in pratica è effettivo. Il nostro cervello produce

sistematicamente delle onde elettromagnetiche a seconda della sua attività. Se siamo profondamente addormentati, le onde prodotte sono molto basse, se viceversa il nostro cervello è in piena attività le onde saranno sostanzialmente più alte. La suddivisione generica porta a quattro tipi diversi di onde, dal sonno profondo (delta) alla fase r.e.m. (theta), dallo stato di rilassamento (alpha) a quello di piena attività mentale (beta). Oggi, attraverso l’uso dell’elettronica si riesce a indurre il cervello a produrre il tipo di onda desiderata, semplicemente tramite l’ascolto in cuffia di due suoni leggermente diversi, in modo tale che la differenza tra i due canali produca il tipo di frequenza corrispondente. Sollecitato in questo modo il cervello comincia a produrre per risonanza lo stesso tipo di onda. Voi capite che in questo modo, l’applicazione della vibroacustica sommata a quella della produzione di onde sonore e alla musica è in grado di influire in maniera piuttosto evidente sul veicolamento dello stato mentale, andando ad agire su problematiche quali l’insonnia o la depressione. Musica, vibrazioni, brainwaves, sono riconducibili a un denominatore comune: la percezione. Il nostro sentire è un qualcosa di assolutamente individuale, ma anche, allo stesso modo, di comune. Il momento in cui l’oggettività e la soggettività si stringono la mano e il punto in cui le differenze tra individuo e individuo vengono ridotte ai minimi termini.


PAROLE E MUSICA a cura di Francesco Giordano

Sting

If on a Winter’s Night (Universal)

I

Susan Mckeown & Lorin Sklamberg

Saints & Tzadiks (World Village)

Medwin Goodall

OM 2 (MG Music)

C

cona del rock, Sting non ha mai disdegnato l’incursione in altri territori musicali, dalla musica sacra a quella tradizionale irlandese. Nel suo ultimo “If on a winter’s night” emergono meditazione, spirito introspettivo, per un viaggio nell’anima di ognuno. Ideale continuazione di “Songs from the labyrinth”, del 2006, il lavoro è ispirato all’inverno, la stagione che più di tutte ha ispirato attraverso i secoli i più grandi artisti. Registrato nella villa di Sting in Toscana il cd vede tra le collaborazioni di Robert Sadin, Dominic Miller e Kathryn Tickell, mentre la produzione è affidata a Robert Sadin con il quale l’ex Police è riuscito nell’impresa di rivisitare con freschezza e originalità celebri brani della tradizione anglosassone, tra cui la celebre “Gabriel’s Message”, “The Snow it melts the soonest” e “Now winter come slowly”di Purcell.

a fusione di musica yiddish e musica irlandese è un esperimento originale che si può apprezzare in questo lavoro firmato dalla cantante irlandese Susan McKeown e Lorin Sklamberg, leader della band Klezmatics. “Saints & Tzadiks” offre canzoni yiddish, canzoni popolari irlandesi e alcuni brani dove i due stili musicali si fondono. “Saints & Tzadiks” che fa seguito a “Wonder Wheel”, vincitore di un Grammy come Best Contemporary World Music Album del 2006, racconta delle passioni umane e divine lungo un percorso musicale che attinge in egual misura a mistica ebraica (uno tzadik è una persona giusta, con una connessione particolarmente potente alla divinità) e ad antica tradizione gaelica, offrendo un caleidoscopio espressivo e canoro multicolore. Il disco riesce perfettamente nell’intento di creare un vero legame tra due popoli migranti che sono alla base dell’identità culturale americana.

ompositore fra i più amati e apprezzati nel campo della musica new age e celtica, Medwyn Goodall ha firmato nella sua carriera oramai ventennale, importanti e significativi lavori come la trilogia dedicata ai druidi e alla celtica, o il disco d’oro conquistato con “Way of the dolphin” e “Great spirit” o quello d’oro e di platino in occasione di “Medicine woman”. Medwyn è nato e vive vicino Stonehenge e senza dubbio quel posto circondato da leggenda e mistero deve avere influito non poco sulla vena creativa del musicista. Seguito naturale del precedente bestseller “Om”, il nuovo “Om2” vede la collaborazione di Goodall ed Aroshanti, che per l’occasione hanno chiamato eccellenti musicisti come Guy Sweens, Runestone, Paul Sills, Threefold e Simon Lovelock. La morbida chitarra di Medwyn Goodall e le sognanti note del flauto di Aroshanti creano un’atmosfera incantata dove si inseriscono a turno gli altri artisti coinvolti nel progetto.

Jean Michel Jarre

Will Downing

Deuter

Equinoxe+Oxygene+Les Chants Magnetiques

Classique

Celebration Of Light

(Concord/ Universal)

(New Earth)

(Dreyfus/Egea)

V

ero pioniere della musica elettronica, considerato uno dei precursori della musica new age, Jean Michelle Jarre, con “Oxygène”, firmò uno dei dischi più innovativi della musica dello scorso secolo, autentica pietra miliare nella musica elettronica contemporanea. Oggi la francese Dreyfus ripropone in un cofanetto tre capolavori di Jarre: proprio “Oxygene”, “Equinoxe” e “Les Chants Magnetiques”. “Oxygene” fu registrato da Jarre nel 1977 nella cucina della sua abitazione utilizzando un gran numero di sintetizzatori analogici, strumenti elettrici ed effetti e raggiunse ben 15 milioni di copie vendute in tutto il mondo. “Equinoxe” vendette 10 milioni di copie mentre “Les Chants Magnetiques”, terzo album della carriera di Jarre, segnò per l’artista un parziale distacco dai suoi due lavori precedenti iniziando una nuova evoluzione musicale.

L

W

ill Downing possiede una delle più belle voci fra gli interpreti soul e R&B in circolazione. Vanta un credito con il successo, avendo raccolto in carriera meno di quanto meritasse. Attivo a livello discografico dalla fine degli Ottanta è stato comunque in più occasioni proposto al Grammy Award come interprete soul-jazz. Nel suo nuovo “Classique”, secondo lavoro inciso per la Peak Records, emerge sovrana ancora una volta la sua voce baritonale, morbida, sofisticata e avvolgente. Nelle sue canzoni Downing esprime se stesso e i suoi sentimenti e proprio attraverso le sue interpretazioni, come afferma lo stesso interprete di colore, è possibile avere un’immagine ben definita dell’uomo oltre che dell’artista. Traendo spunto dal termine francese Classique, Will Downing offre 14 brani che omaggiano la grande tradizione soul e R’n’B affiancato alla produzione e all’arrangiamento del disco da Rex Rideout con il quale collabora da anni.

N

uova idea per Deuter, polistrumentista e compositore di musica spirituale da molti ritenuto un vero precursore dello stile new age. Nativo di Falkenhagen, villaggio della Germania, autodidatta nell’apprendere lo studio della chitarra, del flauto e dell’armonica, e ‘di ogni altro strumento che capita per le mani’, Deuter oggi vive e lavora tra le montagne di Santa Fe in New Mexico, dove nascono le sue melodie. “Celebration of Light - Music for Winter and the Christmas Season” è un viaggio nelle sonorità di alcuni classici dedicati al Natale e risalenti alla tradizione dei secoli XIII, XIV, XV e XVI. Per l’occasione il musicista tedesco affianca a composizioni di autori poco conosciuti, ma particolarmente interessanti, un brano di Johann Sebastian Bach, uno tratto dalle “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi ed una canzone di Michael Praetorius, maestro del rinascimento musicale tedesco oltre all’inedita “Frozen Waters” da lui firmata.

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PAROLE E MUSICA a cura di Mari Valentini

Dalai Lama

Conosci te stesso (Mondadori)

percorso interiore spinto da una consapevolezza autentica e radicata e da un sentimento di tenerezza sempre aperto al mondo.

A cura di Jeffrey Hopkins, Ph.D.

U

n titolo che evoca un auspicio. Che ci ricorda il filosofo greco Socrate e che vira dritto al cuore di tutti gli uomini, di ogni civiltà e cultura. Come sua consuetudine il XIV Dalai Lama, eléva questa massima ad una dimensione di altissima spiritualità, con un’immagine d’esordio di grande suggestione: come le ali di un uccello l’amore e l’intuizione agiscono assieme per condurre all’illuminazione. Secondo Sua Santità, infatti, questo spunto fornisce l’occasione per riflettere su alcuni aspetti della natura umana e, soprattutto, sulle ragioni profonde del male dell’infelicità che sembra affliggere il nostro tempo. Il Venerabile ritiene che ogni uomo possa vivere un’esistenza felice e piena, a patto però che giunga ad un’autentica visione di sé e non resti prigioniero di una prospettiva distorta del proprio io. Le passioni e gli attaccamenti, la nostra mente stessa, spesso, possono annebbiare la percezione che si ha del mondo e delle realtà che ci circondano, inducendoci in errore e sofferenza. Attingendo al pensiero buddhista e proponendo una serie di esercizi graduali, questo Conosci te stesso aiuta a guardare con più lucidità e distacco utile i modi in cui spesso il nostro e l’altrui “apparire” prevalga sul nostro ed altrui “essere” più autentici. Ripercorrendo una domanda su cui si sono interrogati molti filosofi sia d’Occidente che d’Oriente, l’autore sviluppa tutta una serie di considerazioni che spingono alla ricerca di una conoscenza della propria persona basata sull’amore e sulla compassione e non viziate dall’inutilità di emozioni distruttive. Tramite la riflessione e la meditazione dunque, e grazie anche ad aneddoti personali, in questo ennesimo richiamo al bisogno d’amore e solidarietà, si guarda ad un 42

Aa.Vv.

Di prodigi segreti Presenze e visioni di beneandanti nel monfalconese (Centro Leopoldo Gasparini edizioni & More Music) A cura di Tullio Angelini

autori (Ivan Crico, Franco Fabbro, Luigi Gervaso, Gian Paolo Gri, Maurizio Puntin e Giancarlo Toniutti e i documenti a cura di Andrea De Col) ci portano per mano a conoscere le vicissitudini di Toffolo di Buri, “armentaro” di Pieris, di Caterina Domeneatta, “ostetrice di filiolini”, di Giovanna di Summagotta e di tutti quei personaggi popolari ancora troppo poco studiati e raccontati dopo lo studio pionieristico di Carlo Ginsburg sull’argomento. La raffinata copertina (“Battaglia notturna”, particolare) e le illustrazioni a colori al suo interno di Oriana Cocetta impreziosiscono ulteriormente un lavoro di grande cura e pregio.

Aa.Vv.

Le più belle storie sui gatti Dai più grandi scrittori di ogni epoca (Edizioni L’età dell’Acquario)

U

È

un bel libro questo, che tocca le anime sotterranee del nostro cuore sacro. Un filo che porta a ritroso nel tempo, oltre le vicende dei diavoli e degli angeli che vuole raccontare. Storie di streghe e beneandanti di casa nostra, che tracciano con semplicità e nitore disarmanti un Carso inedito di quattrocento anni fa, in volo, di notte, come scrive il curatore del libro, Tullio Angelini, quando in tutta Europa accadevano strane cose, coincidenza o casualità muovevano i fatti della Storia, di inquisizioni e processi, d’eresie e magie, di sogni spezzati dai dogmi impietosi di una Chiesa sorda e ostile all’inquietudine di ogni esistenza magica. Questo progetto editoriale è nato in parallelo ad una ricerca musicale approdata al Cd, allegato al libro, “Extasis”, di David Shea e Tullio Angelini con Nuestra Signora Ensemble, e che avrà una sua continuazione con un video prodotto da Cristiano Carloni e Stefano Franceschetti della “Socìetas Raffaello Sanzio”. Gli

n’antologia per celebrare il felino più malioso della nostra quotidianità di umani. Racconti ora comici e fiabeschi, ora grotteschi e gotici, ora surreali e fantastici, di autori di ogni tempo e tradizione letteraria: da Honoré de Balzac ad Edgar Allan Poe, da Théophile Gautier a Gottfried Keller, da Bram Stoker a Edith Nesbit, da Anton Checov a Rudyard Kipling e Saki, fino ad Alfredo Ciabattini e Silvana De Mari, sono raccolti in questo libro collettaneo che attraversa situazioni e generi differenti ma tenuti assieme da un soggetto d’eccezione. Gatti proposti in un’ampia galleria di comportamenti e vizi, gatti parlanti e pasticcioni, gatti filosofi e spioni, gatti rubacuori e innamorati, gatti domestici e gatti selvatici. Straordinariamente intelligenti e indomabili, continuamente ruffiani ed egoisti, amabilmente sornioni ed oziosi, superbamente alteri e sfuggenti, questi animali non smettono di stupire ed animare fantasie di artisti e uomini comuni, di accompagnarne il cammino e muovere opere d’arte, scritte e figurative, sempre straordinarie.






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