BioGuida 31 - Inverno 2010/11

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INVERNO 2010

N. 31 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO

CAMBIO DI PASSO



BioGuida Edizioni presenta:

SABATO 22 GENNAIO 2011 Hotel Savoia Excelsior Palace - Trieste ore 10.00 - 19.00

DIEGO MAGGIO

- IL CERVELLO PARLA: un affascinante viaggio nella rete di comunicazione interna tra cervello, organi e cellule

MARCO PIZZI

- NEL LABIRINTO DELLA MENTE: quanto siamo realmente consapevoli dei condizionamenti che ci influenzano in ogni istante della vita quotidiana?

EDOARDO AMATO KOFLER

- LA VIA DEL CUORE NELL’ERA DELLA FISICA QUANTISTICA: una via di liberazione per l’armonia e la saggezza

MAURIZIO PELOS

- RITORNO A CASA: il riposo dopo un lungo viaggio… quali inside si possono nascondere tra le mura domestiche? Un simpatico incontro con il “Diavolo della Casa”

DONATELLA DONATI

- IL PERCORSO ESOTERICO: la via di conoscenza interiore secondo la tradizione delle scuole di formazione esoterica

PAOLO LOSS

- LA VOCE COME STRUMENTO INTERIORE: il Canto Gregoriano, un viaggio nei fondamenti della spiritualità europea e uno strumento ancora attualissimo di crescita interiore

LUCIANO RIZZO

- L’ACQUA CHE GENERA BENESSERE: l’importanza dell’equilibrio acido/basico per il funzionamento del sistema corpo-mente

MARIO E DOMENICA GRILLI

- LA CRONOGENETICA: un viaggio lungo la linea temporale che collega le nostre memorie passate al presente e al futuro

LAURA MULLICH

- SOGNO, DELIRIO E INTERIORITÀ: dai sogni una via per la comprensione e la consapevolezza

INGRESSO LIBERO E GRATUITO CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE: 338.8852117 - 040.3229773 - info@bioguida.com

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BioGuida

a Mari, per il contributo straordinario e insostituibile dato finora, e per quello che è ancora tutto da dare...

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 31 inverno 2010 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n° 1067 del 26/03/03

in questo numero

Testata iscritta al ROC n.16994. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1 CNS TS

Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Piazza Vico 7 B, 34131 Trieste Tel. 040.3229773 - Fax 040.9890285 Infoline: 338.8852117 info@bioguida.com - ppbi@bioguida.net Sito web: www.bioguida.com Abbonamenti: 040.3229773 - 338.8852117 info@bioguida.com CCP 51506707 Pubblicità e Marketing: 338.8852117 - 040.3229773 ppbi@bioguida.net Impaginazione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste

La via interiore: La vita è complicata

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La mente che sbaglia Senza far rumore

La via del cibo:

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La paura fa spavento Il paradosso sessuale Il panico da traffico

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L’acqua alcalina

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La via delle piante:

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Aglio e meditazione

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Guaranà, gingseng e tè verde

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Stampa: Mosetti Grafiche, Trieste. La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità.

La via delle stelle: Le occasioni evolutive

La via degli animali:

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Direttore responsabile: Pierpaolo Bon I nomi di questo numero: Jacopo Fo, scrittore, attore, regista. Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Roberta Giurissevich, astrologa. Luigi Mastronardi, psicologo. Elena Rojac, radioestesista, consulente ambientale. Marco Pizzi, psicologo, sessuologo, psicoterapeuta. Luciano Rizzo, medico odontoiatra, posturologo, kinesiologo, naturopata. Elena De Rogatis, giornalista. Cristina Scopetta, naturopata. Andrea Sergiampietri, medico veterinario, omeopata. Mari Valentini, giornalista. Monica Zaulovic, educatrice e operatore sociale.

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Parole e musica:

I luoghi: I luoghi della BioGuida Fiere ed eventi

Arte medica, arte della guerra 38

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Recensioni CD Recensioni libri

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Disegni e immagini: Cristina Bernazzani, Sandro Ramani, Moreno Tomasetig, Jacopo Fo, Leonardo Vecchiarelli. (quando non diversamente specificato) In copertina: Here you are! di Cristina Bernazzani

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EDITORIALE

Le vie del cuore di Mari Valentini

Ogni evento d’amore è sempre voluto dal cielo

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ell’età della tecnica, nella nostra epoca, l’amore e la ricerca dell’altro coincidono. L’amore è l’unica dimensione in cui si può esprimere se stessi nell’amato/a e diviene il luogo simbolico in cui gli uomini e le donne cercano fuori da sè il proprio io profondo. Eppure, rispetto al passato in cui le unioni erano spesso decise e imposte dall’esterno, si tratta di una crescita solo apparente perché talvolta, di fatto l’amore diviene il sentimento in cui la soggettività realizza fuori da sè “se stessa”. Tutti cercano nel “tu” il proprio “io” e, dunque, non tanto una relazione con l’altro come dono reciproco e scambio (uscita e smarrimento di sé come li definiva il filosofo Friedrich Nietzsche) ma realizzazione del proprio ego. Per effetto di questa singolare combinazione il sentimento d’amore diviene dunque espressione e autocompiacimento della propria egoità. E se nelle epoche che ci hanno anticipato le scelte del singolo avevano ben poca importanza nella ricerca ed espressione della propria identità, per cui la relazione tra due persone rappresentava, di fatto, l’unione tra due famiglie, per ampliare relazioni di potere reciproco, oggi il legame tra due individui avviene nel nome dell’amore, slegato dalle famiglie, i patrimoni, i patti tra gruppi sociali. L’amore è ab-solutus, sciolto da ogni condizionamento esteriore e sociale, libero di essere vissuto tra “due”. Tra intimità e società dunque non vi è più alcuna relazione, ed ognuno dei 4

protagonisti del sentimento amoroso è libero di vivere ed agire con estrema libertà d’emozioni e vissuti. L’amore diviene il senso della vita, fondamento in sé stesso, apparentemente slegato dal calcolo e dagli interessi, apparentemente sincero, autentico, libero di essere. Tra chi si sceglie, esso rifiuta l’interesse, il raggiungimento di uno

scopo, persino la responsabilità che l’agire sociale richiede: è un sentimento nuovo, fatto di immediatezza, spontaneità, autenticità. Eppure c’è un contraltare in questa apparente forma di libertà, perchè l’amore può divenire il semplice esercizio della propria espressione, l’unica situazione in cui si manifestano le esigenze più impersonali e imprevedibili. Svincolato da ogni principio e condizionamento sociali a cui la tradizione storica l’aveva connesso, nell’età del consumismo, l’amore sta nell’irrazionalità di chi lo vive: unica risposta alla frammentazio-

ne di tutti i legami, ai meccanismi che lo relegano a rifugio unico ed ultimo dalle convenzioni sociali ed economiche. Amore diviene dunque essere trascinati oltre la propria soggettività, che non sa che fare di sé stessa, culto esasperato di un “tu” funzionale dell’“io”. In questa prospettiva l’amore si pone come sovvertimento radicale della stabilità, dell’ordine, dell’identità. A slegare l’idea d’amore tra l’anima e il corpo in Occidente è stato per primo Platone. Il filosofo greco aveva spezzato quell’unione per allontanarci dal corpo ed elevarci oltre il cielo: “dove dimora la verità”. E’ stato poi il Cristianesimo a recidere, ulteriormente, i mandala dell’antica unità e separare lo spirito dalla carne. Ma anche quando il Cristianesimo ha cominciato a declinare questa scissione non si è più ricomposta nel sentire degli uomini della nostra civiltà. Così seppure ogni sentimento d’amore si dà solo dove sia possibile proiezione, invenzione, ideazione… il rischio della cultura occidentale è divenuto quello di non amare l’altro in quanto tale ma ciò che si è creato con la materia dell’altro. L’ultimo capitolo di un bel libro su quest’argomento (Le cose dell’amore di Umberto Galimberti), riguarda il nesso amorepudore, intimità-sessualità: categorie che la spudoratezza del nostro tempo offre in modo indistinto e confuso attraverso tutti i mezzi di comunicazione di massa. Ed è da questo punto forse, che è necessario ripartire per rientrare negli orizzonti di un ritrovato pudore, non del conformismo e del delirio consumistico, ma dalla volontà di sottrarre gli individui ai processi dell’omologazione, in cui ognuno rischia di smarrire la propria identità e il desiderio autentico d’amare.



LA VIA INTERIORE

La vita è complicata di per sè di Jacopo Fo www.jacopofo.it

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e cose andrebbero comunque molto meglio se evitassimo di utilizzare sistemi sbagliati per ottenere quel che desideriamo. Riuscire ad agire in modo assennato non è facile perché nessuno te ne parla. L’educazione che ci viene impartita è incentrata sull’insegnare a comportarsi bene, a non cadere preda del “demonio”, essere onesti, non scoreggiare davanti a tutti. Poi ci imbottiscono di informazioni che dovrebbero esserci utili nella vita: chi era Napoleone, dov’è la Giordania, la funzione dell’epiglottide. Non ci si occupa per nulla di come impegnarsi in modo tale che i nostri sforzi raggiungano dei risultati. Un vuoto pazzesco! In passato ho cercato di dimostrare che esiste un metodo preciso che usiamo quando abbiamo successo e che non usiamo quando non abbiamo successo. Non si tratta di un sistema che dà la certezza di un risultato positivo, però aumenta notevolmente le probabilità di arrivare dove desideriamo. Non ha a che fare tanto con quello che facciamo ma con lo stato d’animo che sperimentiamo mentre agiamo. Funziono molto meglio se desidero intensamente una cosa ma, contemporaneamente, ne sono in un certo qual modo distaccato. Ho cercato anche di argomentare il fatto che è possibile sviluppare questo atteggiamento positivo, questa attitudine produttiva, riflettendo su cosa desideriamo veramente e come lo desideriamo. Se desidero trovare la donna giusta e non solo fare sesso, sarò piu’ disposto a prendere alla leggera un rifiuto, perché posso ben capire che nella mia ricerca della donna giusta dovrò fare molti tentativi a vuoto. Quindi sono piu’ distaccato, meno angosciato dal risultato di quella particolare serata di corteggiamento. E questo distacco mi rende estremamente seduttivo e amplifica le probabilità che quando incontrerò la donna giusta riuscirò a entrare in empatia con lei e non

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me la lascerò sfuggire. Questo stesso meccanismo, legato alla determinazione profonda con la quale agisco, è connesso con la capacità di cogliere l’attimo, intuire istintivamente cosa posso fare o dire in una data situazione. Essere profondamente determinati ci porta a volte a compiere azioni delle quali ci stupiamo noi per primi, azioni capaci di destabilizzare un rapinatore, scioccare un aggressore, fare uscire un poliziotto dal suo ruolo. Ad esempio, mia nonna Pina Rota, quando mio padre disertò, decise di andare dal podestà di Luino e chiedergli di nascondere suo figlio in casa sua. Che

probabilità aveva una donna minuta, non appariscente e seduttiva, di convincere un fascistone con il quale non aveva rapporti di amicizia a nascondere suo figlio disertore? Eppure lui accettò. Forse sospettava la verità, che mia nonna faceva parte della resistenza e che forse in futuro questo avrebbe potuto salvarlo, come poi successe. Ma in quel momento mia nonna non aveva niente di concreto da offrire. Aveva solo una disperata assoluta convinzione di essere nel giusto. Ed era talmente determinata da compiere un’azione apparentemente insensata ma effettivamente vincente. Ma come succede che a volte prendiamo decisioni fuori da ogni logica corrente? Come succede che in un certo momento siamo assolutamente certi che quell’azione è quella giusta anche se la nostra razionalità abitudinaria ci dice che non può funzionare? Credo che

possiamo ricordare qualche episodio nel quale abbiamo deciso di compiere un’azione fuori dagli schemi, ottenendo un risultato tanto positivo quanto improbabile. E per farlo delle volte abbiamo dovuto rovesciare convinzioni ben radicate. Spesso la gente mi racconta storie incredibili. Forse perché mi piace molto ascoltare. Se ascolti, le persone prendono gusto a raccontare e ti raccontano anche fatti che sarebbe meglio tacessero. Un signore, un vecchio comunista coriaceo, mi raccontò di un grande scontro con un suo amico e socio d’affari. A un certo punto questo socio lo denuncia per vendetta, tirando fuori dei pagamenti in nero che lui aveva incassato e consegnando la documentazione alla finanza, dando la colpa al comunista coriaceo. Questi è all’oscuro di tutto quando la finanza irrompe nel suo ufficio. Sono uno squadrone e iniziano a perquisire ovunque. Un ufficiale lo affronta a quattrocchi. Gli mette davanti i documenti che provano l’incasso in nero. Un disastro, rischia 3 miliardi di lire di multa. Il finanziere gli spiega la situazione e poi gli dice: “Io adesso le metto davanti dei fogli e lei firma tutto senza discutere.” I due si guardano in faccia. Il vecchio comunista ha in testa un’idea certa, inculcata da anni di esperienza politica e di battaglie di piazza: “mai e poi mai devi firmare qualche cosa!” Una legge, un assioma, un comandamento primario. Lui guarda il finanziere, il finanziere lo guarda. Lui prende la penna e firma tutto. Solo dopo scopre che il suo ex socio, dopo averlo denunciato, era entrato in fibrillazione e siccome la finanza tardava a intervenire aveva denunciato i finanzieri per omissione di atti di ufficio. Quindi i finanzieri erano intervenuti per dimostrare che l’ex socio è un isterico e loro se l’erano presa comoda solo perché avevano capito che le irregolarità erano minime. Quindi avevano ricostruito tutto in modo da smontare le accuse contro il comunistaccio. Quindi firmare tutto era l’unica cosa sensata che lui poteva fare anche se andava contro idee ben radicate. A questo punto la domanda essenziale è: c’è un metodo per capire quando una mia intuizione repentina e istantanea è


giusta e mi salverà la pellaccia e quando invece è una stronzata assoluta che mi rovinerà? La risposta è che (ahimè) non c’è nessun sistemino sicuro…! Le idee più idiote che ci vengono in mente assomigliano molto a quelle più geniali. E quando sei lì che devi decidere, generalmente sei pure sotto stress e hai solo due secondi di tempo per dire sì o no. Molto difficile. Però ci sono due pratiche che ti possono aiutare ad aumentare la capacità di distinguere quando ti vengono in mente idee idiote da quando le idee sono intelligenti. Innanzi tutto è la mente istintiva quella che ha le idee geniali che appaiono improvvisamente nel cervello già belle e confezionate. E questa mente non razionale, infantile, è onirica, è molto sensibile alle contraddizioni interne. Se sei una brava persona, cerchi di aiutare gli altri, rispetti la gente, desideri un pò di benessere, amore e amicizia non vivi mostruose contraddizioni. Se invece fingi di essere una brava persona e sei sempre lì a rubare, imbrogliare, mentire, c’è una parte di te, quella infantile e sognatrice, che è disgustata e la devi tenere legata e imbavagliata in qualche scantinato della tua anima per continuare a comportarti come un pezzo di merda. Queste contraddizioni creano interferenze e ostacolano la capacità della mente irrazionale di cogliere e connettere correttamente le informazioni raccolte dalla mente razionale. Hitler aveva una vocina che gli diceva che invadere la Russia era un’impresa intelligente. Era la sua mente irrazionale umiliata e sconvolta che delirava. Per questo essere malvagi è una stronzata

pazzesca: perdi la capacità di ragionare in modo sensato. Ma c’è un secondo aspetto essenziale della questione. La mente razionale lavora analizzando, soppesando, catalogando, confrontando. È molto abile a identificare ma non è capace di salti creativi. Invece la mente non razionale, quella creativa, lavora sulla base di associazioni, visualizzazioni, assonanze, somiglianze ed è capace di rovesciare l’immagine, digerirla, digitalizzarla e farla ruotare in modo tale da farti vedere la sua faccia nascosta. È da questo cambio di prospettiva che nasce il salto creativo. Succede continuamente mentre parliamo quando siamo emozionati. Le parole sgorgano spontanee senza che la mente razionale sia coinvolta. La mente razionale fa da spettatore del discorso e a volte si stupisce addirittura per quel che stiamo dicendo. Ma per costruire il suo modello solistico della realtà la mente irrazionale deve raccogliere una serie di informazioni che sfuggono alla mente razionale. Il nostro inconscio legge i linguaggi corporei, i toni e i ritmi della voce, i piccoli movimenti incontrollati, le variazioni espressive, la lunghezza del respiro. Altre informazioni arrivano dalla scelta delle parole e dalle strutture linguistiche, un altro aspetto della comunicazione che è impossibile contraffare. Mentre dico una bugia istintivamente contraggo alcuni muscoli perché il mio irrazionale infantile odia mentire e segnala in questo modo il suo disagio. Contrae muscoli che sono fuori dal controllo razionale. È una specie di valvola di sfogo. Ugualmente quando dico una bugia sono costretto a usare formule verbali diverse da quelle che uso quando dico la verità. È come se i concetti uscissero un pò attorcigliati. Proprio perché la natura umana profonda è essenzialmente onesta e altruista. So che qualcuno storcerà il naso di fronte a questa mia affermazione. Io credo che la natura umana sia essenzialmente buona e che solo contesti disastrosi possano far deragliare questa indole trasformando addirittura alcuni esseri umani in mostri. Ci sono molte prove in questa direzione e mi sembra essenziale citarle brevemente: Sarah Brosnan e Frans de Waal, ricercatori presso lo Yerkes National Primate Research Center dell’Emory University, mediante esperimenti comportamentali con un gruppo di scimmie cappuccine

hanno dimostrato che esse possiedono un innato senso della giustizia. Se si distribuisce a tutte le scimmie un biscotto per un lavoro svolto, non ci sono problemi e le scimmie collaborano volentieri. Ma se a una scimmia viene dato un chicco d’uva e all’altra il solito biscotto, allora la scimmia che ha ottenuto il premio inferiore si arrabbia e smette di collaborare. Il che significa che non viene solo percepita la mancanza di imparzialità, ma viene messa in atto una vera e propria azione di protesta. Il senso di giustizia a più alto livello è poi presente tra i bonobo, gli scimpanzè geneticamente più simili a noi. È stato osservato che una femmina rifiuta le migliori leccornie se le vengono offerte alla presenza di altri bonobo ai quali non viene dato cibo. Essere egoisti è contronatura. James Surowiecki nel libro “La saggezza della folla” cita esperimenti compiuti presso varie popolazioni che mostrano la disposizione diffusa a rifiutare un piccolo guadagno quando non si giudica equo il comportamento di chi ci offre

questo guadagno. Questo meccanismo funziona anche con le scimmie. Se si abitua un macaco a ricevere una fetta di cetriolo in cambio di un sassolino e poi si premia un altro macaco con un ricco grappolo d’uva, il primo macaco smette di accettare il baratto sassolino-cetriolo. Preferiscono mangiare nulla piuttosto che accettare una transazione ingiusta. Si tratta di un meccanismo comportamentale che contraddice frontalmente la credenza che gli esseri umani agiscano solo seguendo interessi immediati. Al contrario, siamo in grado di sacrificarci per ottenere un miglioramento complessivo dei rapporti. La capacità di rifiutare un baratto non

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LA VIA INTERIORE

equo rinunciando a un vantaggio in nome di un principio è la chiave del progresso umano. Ed è questo senso della giustizia genetico che ci garantisce che la società umana continuerà a migliorare. Lentamente. Ci sono voluti millenni prima che si affermassero il concetto di valore dell’onestà e la coscienza della sua convenienza a lungo termine. “La saggezza della folla” cita altri esempi di comportamenti che hanno come scopo quello di sanzionare chi si approfitta troppo. E cita anche un buffo esperimento nel quale si è dimostrato che il 50% dei viaggiatori sulla metropolitana di Londra sono disposti a cedere il posto a sedere a una persona che si limita a chiederlo gentilmente, senza neppure domandare spiegazioni. Una generosità difficile da immaginare. E sempre parlando dei bonobo, che sono i primati che più condividono con noi esseri umani il dna, c’è da osservare che la base del loro comportamento sociale è basata sulla solidarietà, la condivisione e il piacere. Sgombrato il campo dalla questione della bontà umana istintiva, torniamo al nostro discorso sull’empatia. Stavo dicendo che, siccome l’essere umano è essenzialmente buono, gli dà fastidio comportarsi male e questo danneggia il buon funzionamento della mente irrazionale e la sua capacità di intuizione. Quando il comunistaccio e il finanziere si sono guardati negli occhi la mente non razionale del comunista ha analizzato decine di parametri comportamentali inconsci del finanziere, ha costruito un’immagine emotiva della situazione e ha determinato in un solo istante che non c’erano tracce di doppiezza, che il finanziere emanava segnali empatici positivi e che questi segnali costituivano un contesto talmente forte e chiaro che era meglio andare contro tutti i principi acquisiti e scegliere un comportamento assurdo. Ne risulta quindi che l’elemento essenziale che determina la capacità della mente irrazionale di analizzare correttamente i segnali empatici dipende dalla tranquillità mentale e dalla sensibilità al linguaggio corporeo e al meta linguaggio verbale. Il comunistaccio, di fronte al finanziere, era profondamente convinto di essere dalla parte della ragione e di essere stato incastrato, quindi non c’era in lui nes-

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suna doppiezza, nessun ostacolo alla corretta interpretazione dei segnali corporei. Con questo non voglio dire che i malvagi non siano capaci a volte di brillanti intuizioni. Dico soltanto che, tendenzialmente, tanto più una persona si sente in pace con sè stessa (non ha problemi a guardarsi alo specchio) tanto è più probabile che interpreti correttamente i segnali subliminali e partorisca una soluzione sensata ai problemi. Ma c’è un secondo aspetto della questione: per infliggere dolore agli altri devi diventare insensibile. Devi riuscire a non ascoltare le sensazioni empatiche. Quindi, essere malvagi deteriora rapidamente la sensibilità alle sensazioni. Uccidi la tua sensibilità per non sentire il dolore che infliggi. Quindi le capacità

di sentire diminuiscono, e non sei più in grado di percepire le micro sensazioni che sperimenti. Il tuo cervello è chiuso, non è in ascolto. È piu’ difficile costruire un modello corretto della realtà e la mente non razionale non riesce a sintetizzare idee geniali. A questo punto è il caso di chiarire che cosa intendo per sensazioni sottili. Si tratta innanzi tutto di un livello percettivo che tutti sentiamo chiaramente. Non serve nessuna particolare sensibilità. Ne facciamo esperienza e usiamo anche dei modi di dire per indicarle: • • • • • • •

avere il latte alle ginocchia un tuffo al cuore non stare nella pelle prudere le mani un nodo alla gola o allo stomaco il sangue agli occhi un blob alla pancia

• i gattini nella pancia • un peso sui polmoni • avere lo sbiro (i veneti chiamano una particolare sensazione di irrequietezza alle gambe “sbiro”). Questi modi di dire si riferiscono a sensazioni che tutti sperimentiamo ma di cui parliamo poco. Non sono identificati dalla nostra cultura. Tutto l’auto-ascolto è trascurato. Non esistono neppure parole specifiche per indicare queste sensazioni emotive. Questa censura di un aspetto essenziale della nostra vita è talmente forte che viene censurata un’intera branca dell’esperienza. Un fenomeno di censura tale che se io chiedo a mille persone per strada quanti sono i sensi mi rispondono quasi tutti cinque. Poi c’è qualcuno che dirà che sono sei perché crede alla telepatia e al paranormale. Ma, se faccio un esame di psicologia o medicina e dico che i sensi sono cinque mi bocciano. Dal punto di vista scientifico i sensi sono indiscutibilmente sei. Quello che comunemente chiamiamo sesto senso, quello paranormale, dovrebbe essere considerato in effetti il settimo senso. E il sesto senso che abbiamo tutti incontrovertibilmente è la “propriocezione”, cioè il senso che azioniamo quando ascoltiamo le sensazioni interne. Un senso che è talmente importante da essere suddiviso in 21 sottosensi: dentro di noi percepiamo caldo, freddo, dolore e piacere, il senso dell’equilibrio rispetto alla forza di gravità eccetera. Tutto un mondo percettivo che, nel parlare corrente, non ha nome proprio perché è un’area dell’esperienza non identificata, della quale non si parla quasi mai. Una delle grandi scoperte della controcultura post ’68 è stato l’ascolto delle sensazioni del corpo. Può sembrare un’affermazione azzardata. Qualcuno obietterà che gli esseri umani hanno ascoltato sempre le proprie sensazioni. E questo è sicuramente vero. Ma solo la cultura degli ultimi decenni ha messo al centro di tutto l’ascolto di sè. Per provare questo mi basta far notare che nella nostra lingua manca addirittura una parola forgiata dal linguaggio comune, che indichi l’azione di ascoltarsi, tanto che si sono coniati solo recentemente goffi neologismi come propriocezione o autoascolto. Sono assolutamente convinto che la capacità


di ascoltare se stessi sia un elemento essenziale del benessere psicofisico e della crescita interiore. Sono 30 anni che traggo piacere e informazioni preziose da questo ascolto. E piu’ ascolto, piu’ conosco il mio corpo, i miei movimenti, il mio respiro. E, in effetti, l’ascolto di sè è la porta di tutta l’esperienza umana, tutto ciò che percepisco dell’esterno mi arriva non direttamente ma ricostruito attraverso le sensazioni interne. Io sento il mondo esterno attraverso i sensi che sono allocati internamente. Io non vedo il mare. I miei occhi trasformano l’ineguale rifrarsi della luce sul mondo in segnali elettrici che attraverso il nervo ottico giungono al cervello. Qui vengono trasformati in un modello del mondo esterno. E io aggiungerei che questa ricostruzione in effetti è solo parzialmente un’immagine. La mente crea un insieme di segni intimamente legati a sensazioni: guardo il mare e vedo impastate nelle onde le sensazioni di tutti i bagni che ho fatto. Si tratta di un aspetto centrale della nostra percezione che finora non è stato tenuto nella giusta considerazione. Quando guardo il mare e mi emoziono, ciò avviene perché io ri-sento “tridimensionalmente”, con tutti i sensi, tutto ciò che è associato alla mia esperienza con il mare. Le persone che non si emozionano davanti al mare sono molte e solo recentemente si sta diffondendo l’idea che questa frigidità emotiva sia una disfunzione della percezione di sè. Queste persone che non si emozionano, non si innamorano, non riescono a trarre piacere dalla contemplazione nelle sue mille forme (arte, amore, gioco, cooperazione) soffrono di mancanza di autoascolto. Se non sei capace di ascoltarti profondamente, ti sfugge tutto un livello delle percezioni. Non hai identificato l’immensa diversificazione delle sensazioni minute, sottili, del tuo corpo. Non guardi in quella direzione (verso il centro di te) e quindi non identifichi i microtuffi al cuore, i piccoli blob allo stomaco, i fruscii irregolari del cuore. Classifichi tutto questo minuto fiorire di piccole sensazioni come un rumore di fondo privo di interesse e quindi ignori tutto tenendo basso il volume delle percezioni. Milioni di esseri umani non hanno mai messo tutta la loro attenzione nell’ascolto totale della sensazione della mano che

semplicemente sta appoggiata, ferma, morbida, in ascolto sulla pelle calda della persona amata. Perché questa sensazione prenda corpo nella tua mente è necessaria una scelta, un interesse, la comprensione della centralità di questa esperienza nella vita. Io voglio ascoltare la sensazione che il corpo della persona mi dà a prescindere dalla sequenza dell’atto sessuale. Voglio ascoltare il suo corpo perché sono curioso della magica unicità della sensazione che lei mi trasmette. E so che, ascoltando e crogiolandomi in questa sensazione, amplifico addirittura il volume della vita che vivo in ogni istante. Più ascolto, più vivo! Ma queste sensazioni sottili sono anche uno strumento essenziale per ottenere informazioni dalla realtà. Quando sento che una persona mi è simpatica, percepisco tutta una serie complessa di micro sensazioni che vanno a migliorare il mio stato d’animo. Mi sento bene e dico: percepisco buone vibrazioni. Dicendo questo mi riferisco proprio all’insieme delle micro sensazioni che sento dentro di me stando in compagnia di una persona simpatica. Se invece la persona mi è antipatica sento una serie di micro sensazioni negative. Questo livello percettivo è molto importante perché è il nostro metodo naturale per tradurre in messaggi emotivi, riconoscibili dalla mente razionale, tutti i segnali che il nostro cervello inconscio riceve. Solo i narratori e i poeti si occupano di raccontare questa parte fondamentale delle relazioni sociali. Ogni persona è per noi una specie di odore, sapore, colore. A ogni persona associamo le esperienze che abbiamo vissuto con lei, le sensazioni che abbiamo ascoltato. La nostra mente memorizza unendo indissolubilmente la memoria delle sensazioni con la memoria dei fatti e dei pensieri. Se dico la parola fragola, sentiamo anche fisicamente questa parola in modo diverso da quello che provoca la parola banana. Il cervello non si limita a capire il significato della parola fragola, sente anche delle sensazioni legate al ricordo. E quando dico che una persona mi sta simpatica mi riferisco all’insieme delle sensazioni che ha risvegliato in me. Comprendere che esiste questo livello percettivo e che è essenziale per agire con maggiore efficacia vuol dire acquisire uno strumento efficiente per indagare la realtà così come essa mi appare veramente, con tutte le

sfumature sensoriali che risveglia nella mia mente inconscia. Quindi, ottengo un formidabile strumento per acquisire informazioni (sotto forma di sensazioni) che non sono grado di ricavare in altro modo che ascoltando le sensazioni emotive. Per questo è così importante ascoltare molto.

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LA VIA INTERIORE

La mente che sbaglia di Luciano Rizzo (medico, kinesiologo, naturopata) www.biospazio.it

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ual è la cosa più importante nella vita?” Chiedo usualmente quando incontro un paziente la prima volta. A questa domanda ho ricevuto le risposte più disparate: la salute, la libertà, la famiglia, la felicità, la saggezza, l’armonia con il proprio ambiente. Una volta una paziente mi ha risposto, con voce sognante: “L’Amore”, e mentre lo diceva i suoi occhi erano pieni di luce. “Bella risposta” replico ogni volta, “Ma la cosa più importante è un’altra”. In genere a questo punto faccio una pausa ad effetto e poi, guardandoli negli occhi con aria misteriosa dico: “Respirare”. Tutti invariabilmente sorridono, senza respirare il nostro corpo muore, e ogni altra cosa scompare al confronto di questa necessità primaria. Senza dar loro il tempo di spiegarmi che si tratta di una cosa ovvia, continuo: “E poi subito dopo le cose più importanti sono mangiare, dormire e pensare”. Anche qui ricevo sempre sorrisi di conferma, queste cose le sanno anche i bambini. “Il fatto è”, spiego a questo punto, “che su questi quattro pilastri, su queste quattro fondamenta costruiamo la nostra vita. Se abbiamo fondamenta solide, se conosciamo a menadito questi quattro aspetti, avremo una vita piacevole e in salute. Se queste quattro basi sono poco conosciute avremo sempre una vita traballante, precaria, ci ammaleremo facilmente”. Chi ho di fronte ora non sorride più, comincia a capire il senso del discorso… “Nella nostra società questi aspetti sembra siano noti a tutti ma, se torniamo indietro nel tempo, chi ci ha mai insegnato, a scuola o in famiglia, come dobbiamo respire, come-cosa mangiare e, soprattutto, come pensare? (Dormire ne è una conseguenza, in fondo). Lei sa come funzionano i suoi processi mentali, ha studiato gli effetti del cibo sul suo fisico? In altre parole, conosce come funziona il corpo che la trasporta in questa vita?” La percentuale di dinieghi si aggira intorno al novanta per cento. “Eppure quando compra un elettrodome-

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stico si premura di leggere le istruzioni, vero?” Tutti annuiscono. “Ma non ha letto il ‘suo’ di libretto d’istruzioni. Ebbene, questo è il motivo per cui lei è qui. Nessuno le ha insegnato come mangiare (l’aria in fondo è una specie di cibo), né come pensare, e per questo io devo fare il suo istruttore. Se glielo avessero insegnato probabilmente lei non sarebbe qui e, forse, io farei qualcos’altro. Saper mangiare e saper pensare sono i due problemi più importanti che la gente deve affrontare nella sua vita, e siccome la sua alimentazione dipende dalla sua capacità di informarsi, in realtà il suo problema (e quello di tutta l’umanità) è uno solo: imparare come funziona la mente,

il nostro sistema di guida”. La nostra mente è forse la parte di noi più misteriosa per gli scienziati. Di certo però si sa che è fatta di almeno due parti: una cosciente e una subconscia. La parte cosciente è quella che state utilizzando per leggere quest’articolo. Se però il tema non vi coinvolge abbastanza, probabilmente continuerete a scorrere le parole senza rendervi conto di cosa c’è scritto, e nel frattempo comincerete a vivere un vostro film interiore fatto di ricordi, voli pindarici, sensazioni e pensieri più o meno slegati. Questo film è creato dalla mente subconscia, la parte del cervello che prende le redini dei nostri pensieri ogniqualvolta la nostra coscienza divaga. La mente suconscia segue una logica


completamente diversa da quella consapevole. È molto importante conoscerla perché essa guida le nostre azioni per gran parte della nostra vita, secondo certi autori fino al novanta per cento. La sua predominanza per noi esseri umani può diventare un serio problema, in quanto rende molto frequenti quelli che vengono definiti “errori ironici”. Secondo un aneddoto, il più famoso degli errori ironici riguarda Fëdor Dostoevskij: egli sfidò uno dei suoi fratelli a non pensare a un orso bianco, provocando così nell’altro il pensiero ossessivo dell’animale. Questo aneddoto nel 1987 ha ispirato un esperimento di psicologia noto con il nome “don’t think of a white bear”. Nell’esperimento i soggetti erano istruiti a non pensare a un orso bianco per cinque minuti, mentre raccontavano i pensieri che liberamente attraversavano la loro mente; ogni volta che affiorava alla loro coscienza l’immagine di un orso bianco dovevano suonare un campanello. I trilli erano sempre molto frequenti, poiché tutti avevano grande difficoltà a non pensare all’orso. Lo psicologo Daniel Wegner, autore dell’esperimento, ha definito questi effetti paradossali “processi

ironici”. In pratica la nostra mente, in certe particolari condizioni, si sforza di sopprimere un’informazione ma basta un po’ di pressione emotiva perché questa emerga contro la nostra volontà. Così al primo appuntamento chiamiamo l’altra persona come la nostra ex o confessiamo candidamente al nostro capo il vero motivo per cui abbiamo fatto tardi sul lavoro. Gli errori ironici possono essere anche molto seri. Ad esempio siamo a conoscenza di un segreto molto importante, che non possiamo assolutamente rivelare, ma la nostra mente subconscia può esercitare una pressione così forte che, in una conversazione, senza ben capire come accada ci ritroviamo a dire all’altra persona “non dirlo a nessuno, ma devi sapere che…”. Perché il nostro subconscio ci fa sbagliare in maniera così plateale, anche contro la nostra volontà? Secondo Wegner questo accade perché quando dobbiamo prendere una decisione una parte del nostro cervello è associata con la ricerca cosciente della cosa giusta da fare, mentre un’altra pone attenzione alla cosa sbagliata, quella da cui teoricamente bisogna difendersi (il famoso bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto). Quando

siamo sotto stress gli impulsi incosci spingono verso una marcia più alta (chiamata “iperaccessibilità”) e pongono i nostri sforzi consci in svantaggio. “Anche se la nostra mente cosciente si sforza di fare la cosa più appropriata, la mente incoscia va in cerca del peggio,” racconta lo scienziato. Come possiamo ovviare agli errori ironici? Secondo Wegner la prima cosa da fare è evitare lo stress: inibendo il controllo della mente conscia si facilita l’iperaccessibilità e quindi la rivelazione del segreto. Un’altro modo per mettere sotto controllo la mente inconscia è scrivere, annotare, mettere le nostre idee nero su bianco. Gli esperimenti hanno evidenziato che esprimere l’ostacolo mentale con la scrittura elimina il potenziale di un processo ironico. “Verba volant, scripta manent”.

Bibliografia: “How to Think, Say, or Do Precisely the Worst Thing for Any Occasion.” Daniel Wegner. Science, Vol. 324 Issue 5936, July 2, 2009. “I Segreti del Subconscio”, Luciano Rizzo Il Punto d’Incontro, 2005, 2010.

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LA VIA INTERIORE

Senza far rumore di Monica Zaulovic (educatrice e operatrice sociale)

I

l trillo di un campanello all’interno della scuola... Movimenti rapidi. Rumore, panini e sigarette nelle mani. Uno spintone tra due ragazzi... Il primo si volta sorpreso. Si ritrova davanti due coetanei. Solo qualche parola detta e la sua ultima sigaretta del pacchetto, lui la cede a loro, ad occhi abbassati. Un gesto banale qualunque, addirittura frequente. Nessuno se ne accorge. Nessuno ha sentito quelle poche parole che gli son state dette e, forse, nessuno in questo mondo così distratto coglie quegli occhi inzuppati di vergogna, umiliazione e rabbia. Il ghiaccio gli ha invaso le vene, in un respiro sospeso. Tutto, senza fare rumore. Umiliazione. Nella criminologia anglofona l’umiliazione, la vergogna e la rabbia definiti “moral emotions”, sono oggetto di grande attenzione. Nel nostro paese, ma purtroppo anche in parecchi altri, nei dibattiti televisivi o giornalistici questi termini sono praticamente assenti. Non vengono presi in considerazione. Si parla di situazioni familiari o della violenza espressa nei film o, meglio ancora , nei videogiochi. Quanta influenza ha un’immagine di un video gioco in un adolescente e quanta ne ha “l’essere deriso“? In pedagogia il sentimento di vergogna ha valenza positiva, la sua induzione invece risulta negativa. Perchè? C’è chi dichiara che il processo della vergogna non è un processo di condizionamento, bensì il risultato di interazioni reciproche, nelle quali ci si sente amati e considerati per quello che si è, in modo vero, umile, libero. Umiltà e umiliazione. Interessante riflessione. Due dimensioni diverse ma collegate. Corrado Pensa citava in un suo articolo intitolato “Umiltà e Libertà”: “la parola ‘umiltà’ ha un profondo legame con la parola ‘libertà’. Questo legame non è così evidente, perché spesso noi parliamo di ‘umiltà’ in un senso diverso dal vero significato di questa parola. Ne parliamo troppo, ne parliamo a

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sproposito e, a forza di parlarne, logoriamo questa parola delicata e la facciamo diventare inutile e consunta. Essere umili significa ‘stare con i piedi per terra’, sull’humus. Questa dimensione appartiene alla stessa area indicata da parole come ‘accettazione’, ‘equanimità’, ‘oltrepassamento dell’io’, perché in una modalità umile di vita si impara pian piano ad andare oltre l’egocentrismo e si acquista una nuova libertà. Qualsiasi sofferenza ci umilia. E ciò accade per il semplice motivo che essa ci costringe ad ammettere che non siamo onnipotenti. Fa cadere il nostro io da un piedistallo. In un regime in cui l’io prevale, anche un piccolo disagio, anche una minima contrarietà minacciano la presunta onnipotenza dell’io. L’io scopre di avere dei limiti, e questo è percepito come umiliante. La pratica consiste nel non seguire ciecamente l’impulso a fuggire lo spiacevole a tutti i costi, bensì di abitare con calma l’umiliazione che tale spiacevole sensazione suscita”. Il fulcro sta nella capacità di elaborare mentalmente gli stati d’animo. Le emozioni devono intersecarsi alla completa immagine del sé. La vergogna, se non elaborata, porta al controllo, prima, e al crollo, dopo, del proprio mondo interiore, della propria autostima, delle proprie aspettative. Mediamente e statisticamente il genere femminile a questo punto tende alla fuga, il genere maschile invece all’aggressione (violenza). Il primo passo è la progressiva riduzione di potere che permettiamo all’ego di avere nelle nostre vite. L’imparare ad essere umili non significa affatto essere

deboli o sottomessi. L’umiltà può essere considerata come la capacità importantissima di sottrarre potere e controllo alla nostra parte egoica, lasciandoci andare con fiducia ad un flusso di cui facciamo parte per natura. Paradossalmente parlando, è proprio grazie alla conoscenza e al buon uso dell’umiltà che non si cade nell’umiliazione, con tutto ciò che ne consegue. Tornando all’episodio citato a inizio articolo, la speranza è che nel dare l’esempio, fornendo indicazioni chiare e parlandone con chi ci sta accanto, permetteremo progressivamente la riduzione del numero di umiliatori e umiliati. Questo dovrebbe accadere fin dalla tenera età, e continuare vita natural durante. Un’educazione tenuta “sempre in allenamento”, permettendo di evolvere e crescere nella reciprocità. L’umiliato sente un deserto dentro, nel quale ricerca sorgenti e pozzi, ma sempre senza fare rumore. Ognuno di noi si può trasformare in un ruscello, in una sorgente, in una fonte per l’altro.


LA VIA DELLE STELLE

Le occasioni evolutive offerte dagli astri di Roberta Giurissevich (astrologa)

L

a violenza espressa dall’uomo è una manifestazione della componente più primitiva e densa della natura umana, riconducibile alla sfera animale. L’astrologia umanistica considera l’universo in continua evoluzione. L’essere umano esprime le proprie pulsioni su livelli sempre più mediati in rapporto al livello evolutivo raggiunto dalla propria coscienza individuale. Anche se gli astri inclinano, sta all’individuo esprimersi con modalità consapevoli e su piani via via più sottili. Il pianeta per antonomasia associato alla pulsionalità e all’aggressività in senso fisico è Marte, governatore del segno dell’Ariete. Un individuo caratterizzato nel suo oroscopo da una forte presenza di questo pianeta, collocato magari in aspetti “dinamici”, cioè critici, con altri pianeti, può effettivamente tendere alla collera, ad avere reazioni inconsulte, aggressive e violente in varie circostanze. Questo pianeta può essere alla base dell’oroscopo di un serial killer, può anche trovarsi più banalmente nel tema natale di un macellaio, destinato ad occuparsi di carne e coltelli senza per questo avere istinti aggressivi, ma, per dare un esempio della possibilità evolutiva di qualunque energia, un Marte in posizione forte può anche essere alla base dell’oroscopo di un abile chirurgo, capace di utilizzare al meglio strumenti affilati, ma che si fa guidare dalla conoscenza per esprimere la propria vocazione a salvare vite umane. I pianeti lenti, come Saturno e i cosiddetti “transaturniani”, chiamati così perché lo seguono nel cielo, possono essere anch’essi messi in relazione alla tematica in esame. Saturno, governatore del segno del Capricorno, può essere correlato nella sua valenza negativa alla figura del capo autoritario che per soddisfare la propria necessità di esercitare il suo controllo sulle situazioni e sulle persone mette in campo un’energia dominatrice fredda e razionale ponendo sempre al centro gli obiettivi prefissati. Chi è dominato da Saturno in senso negativo reputa che il fine giustifichi i mezzi e che ogni strategia sia valida pur di raggiungere l’obiettivo. A questa fredda razionalità

al limite dell’umano, tipica dei soggetti fortemente caratterizzati da Saturno, fa da contraltare la figura del grande saggio che è la rappresentazione dell’energia di Saturno nella sua forma evoluta. L’astrologia umanistica considera SaturnoCronos “il Grande Maestro”, il pianeta che indica all’uomo dove eliminare tutto ciò che è superfluo per sgomberare la strada verso la vera essenza. Nettuno, governatore del segno dei Pesci, è il primo pianeta cosiddetto “transpersonale”. I pianeti dopo Saturno rappresentano per l’uomo i livelli di coscienza più elevati e contemporaneamente le prove più ardue in quanto agiscono e si esprimono soprattutto sul piano inconscio. Nettuno può essere associato con la violenza in senso autoindotto; questo pianeta nella sua forma più bassa rappresenta la necessità di fuggire dalla realtà anche con mezzi estremi e comportamenti autolesivi. Chi è fortemente caratterizzato da un Nettuno con aspetti dissonanti può ricercare l’oblio attraverso abitudini (quali l’uso di sostanze che alterano la coscienza) in grado di minare la propria salute o il proprio equilibrio psicofisico. Nella sua forma evoluta Nettuno rappresenta l’artista, il mistico o il maestro spirituale, un individuo dotato di una sensibilità e di un livello di percezione tali da riuscire a spingersi oltre le maglie della razionalità per cogliere l’universale. Urano, il governatore del segno dell’Aquario, è collegato con l’esplosione dell’energia, viene quindi chiamato in causa ogniqualvolta si verifichino incidenti, rivoluzioni, cambiamenti improvvisi ed eventi dirompenti. A livello individuale questo pianeta rappresenta l’espressione irrazionale dell’energia. Comunemente associato all’imprevedibilità di azioni e avvenimenti, Urano è anche il pianeta che rappresenta il genio nella sua accezione più pura e spontanea. Esso caratterizza infatti gli oroscopi delle personalità più innovative e dei pensatori più originali della storia umana. Si comprende quindi come, se espresse su un piano elevato di coscienza, le energie più dirompenti a livello cosmico perdano le loro valenze negative per favorire , attraverso i loro influssi benefici, il progresso del genere umano. Infine Plutone, il più lento dei pianeti, governatore del segno

dello Scorpione, può essere associato alla violenza sul piano fisico ma soprattutto su quello psichico. Una persona fortemente connotata dall’ultimo pianeta, soprattutto se coinvolto in aspetti dinamici (o dissonanti), può presentare tratti sadici o perversi della personalità. Plutone a livello simbolico rappresenta la morte e si trova spesso in posizione evidenziata negli oroscopi di persone violente. Nella sua forma più evoluta questo astro è collegato con la psicologia del profondo. Oltre che nei temi natali di persone violente o psicologicamente disturbate, Plutone si trova spesso evidenziato nelle carte natali di psicologi, psicoanalisti, criminologi e in generale di studiosi e operatori che si cimentano a vari livelli nel campo della malattia mentale o del crimine, a riprova del fatto che, come già affermato, qualsiasi energia può esprimersi su piani più o meno densi a seconda del livello evolutivo di coscienza del soggetto in questione. La violenza più sottile che può infliggere il cosmo, tuttavia, si esprime per ciascuno di noi sul piano “destinico” sotto forma di eventi fuori dal controllo umano capaci di costringerci ad abbandonare le nostre certezze per andare incontro al “nuovo”. L’autorevole studioso Dane Rudhyar ha affermato che Urano “porta alla coscienza ciò che sta immediatamente sotto la soglia”. Analogamente i pianeti (soprattutto quelli lenti) ci inducono a guardare in faccia i nostri desideri nascosti, quelle pulsioni inconsce che si palesano sotto forma di eventi inattesi, che hanno l’effetto iniziale di piegarci in due e metterci in ginocchio fino a quando non ci accorgiamo che senza tali eventi, per quanto dolorosi e traumatici, la nostra coscienza sarebbe rimasta sopita e privata della spinta necessaria al successivo passaggio evolutivo.

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LA VIA INTERIORE

La paura fa spavento di Gianluigi Giacconi (psicologo e psicoterapueta)

Se chiediamo alle persone direttamente: “ma tu di cosa hai paura?”, molti risponderebbero “di niente” e riferirebbero di qualche specifica paura o fobia (dei ragni, dei topi, delle altezze, di volare) o di qualche generica paura esistenziale (la fine del mondo, la guerra, i terroristi, un brutto male, la morte). Probabilmente l’elenco delle paure emerse da un’indagine superficiale sarebbe, generalmente, scarso e breve. Questo perché gran parte delle paure che ci condizionano sono spesso inconsapevoli ed inconsce. La cosa più difficile per un pesce è sapere cos’è l’acqua, perché vi è immerso in maniera permanente. In realtà la maggior parte delle persone vive quasi perennemente in uno stato psicologico di paura, timore, ansia, apprensione, atteggiamento sospettoso e di difesa, nel dubbio, nella sfiducia, nell’incertezza, percependo uno stato di fondo di continua precarietà, pericolo ed insicurezza. La paura è uno dei più grossi problemi dell’umanità, tra le principali cause di malattie fisiche e psichiche, è la base di tutti i disturbi ansioso/depressivi nelle loro varie manifestazioni. Abbiamo tutti spesso paura di qualcosa o siamo alleati delle nostre strategie nevrotiche di difesa: stato di allerta, tendenza alla lotta, all’attacco, alla fuga, alla rinuncia, all’ipercontrollo, alla repressione di sé, delle proprie emozioni ed istinti, alla tendenza all’inautenticità ed all’ipervigilanza. La paura è sempre in relazione a qualcosa. Conoscete le vostre paure? La paura di perdere il lavoro, di arrivare in ritardo, di essere rimproverati, di non “avere abbastanza” (cibo, soldi, successo, stima, fascino, ecc). Paura di cosa pensano gli altri di voi, del giudizio, della derisione, della critica, di 14

fare brutta figura, di non essere all’altezza, o di non essere i migliori, o di perdere la posizione e l’immagine acquisita. La paura che il corpo vi tradisca, del dolore, delle malattie, della morte nostra o dei cari. Temiamo l’ira di Dio e le sue infernali punizioni dell’aldilà! Temiamo

la colpa, di sbagliare, di non essere perfetti. Abbiamo paura di essere dominati, manipolati dalla sofferenza che nasce dalla confidenza e dall’intimità, o la paura contrapposta di rimanere soli e di non arrivare mai a conoscere l’amore. C’è la paura del rifiuto, dell’abbandono, della sofferenza emotiva, della


solitudine, del tempo che passa, della decadenza senile. Siamo spesso suggestionati dai media a temere per la nostra incolumità, dei ladri, dei terroristi, dei comunisti che mangiano i bambini e dei Rom che li rapiscono. Paura che il destino trami negativamente alle nostre spalle, che il futuro sia spiacevole, della povertà e mille altre ancora. Proprio ai giorni nostri, in cui le tecnologie e le civiltà moderne ed i sistemi di sicurezza hanno garantito, almeno nei paesi più sviluppati, condizioni di sopravvivenza e di protezione come mai prima d’ora, paradossalmente abbiamo sviluppato sempre maggiori paure e timori, la gran parte inutili, irrazionali, ma ugualmente tossici e dannosi. Produciamo circa 70.000 pensieri ogni giorno e diversi studi confermano che due terzi di questi sono connessi con paure, preoccupazioni e paranoie. Ma vediamo di comprendere cos’è la paura, questa emozione così pervasiva nella nostra esistenza, come si attiva ed agisce sul piano semantico e su quello psichico e quali sono gli aspetti utili e proficui e quali quelli disfunzionali, nevrotici, distruttivi. La paura può essere definita come una reazione specifica di allarme in relazione a qualche pericolo specifico (ad esempio un cane che ringhia) reale o immaginario. Infatti, poichè la nostra coscienza non distingue un’esperienza reale da una fortemente immaginata, la reazione neuro-endocrina di allarme, di “lotta o fuga” viene attivata a livello organico sia per esempio, dalla vista di un serpente velenoso, se li temo, sia dal fatto di credere che qualcosa di lungo ed indefinito trovato per terra possa essere un serpente, e magari poi è solo una cintura, sia immaginando un serpente nella fantasia o in sogno. Questo aspetto sarà fondamentale per comprendere gli aspetti nevrotici dell’autosuggestione ansiogena e paranoica legata al vizio della preoccupazione. Inoltre la paura è una reazione di ipervigilanza e allerta connessa all’affrontare l’ignoto, lo sconosciuto o situazioni dove viene a mancare la percezione di avere il controllo.

La paura sul piano organico

La paura sul piano psicologico

La paura istintiva è uno schema di sopravvivenza che, in relazione ad una situazione percepita pericolosa, fa scattare una reazione emotiva e neuro-endocrina di allarme. Si allertano i sensi, il corpo produce sostanze eccitanti e le distribuisce velocemente dove è necessario al fine di favorire la lotta, la fuga, l’allerta ed il mimetismo, per la difesa propria e della specie. In tempi brevi si attiva una reazione di emergenza che può essere utile e congruente - se ci troviamo sull’ orlo del precipizio, veniamo aggrediti, entriamo in un banco di nebbia con la macchina o un cane ci rincorre. Il nostro sistema di paura istintiva può salvare la nostra vita e quella di altre persone e lo ha fatto fin dall’origine dei tempi dell’ umanità. Siamo tutti dotati di questo equipaggiamento ma alcune persone lo attivano più di altre, spesso in maniera inutile e disfunzionale a causa di un eccesso di preoccupazione o paura psichica. Anche il livello di stress accumulato, l’alimentazione, la cattiva respirazione, portano un elevato livello di stress nervoso e di tensione muscolare, che ci porta a reagire anche al minimo allarme ed alle più lievi sollecitazioni esterne (es. trasalire per lo squillo del telefono). Quando questa reazione di allarme viene attivata ripetutamente per motivi sbagliati o totalmente virtuali tende a diventare uno stato di allerta e ansia cronica generalizzata, provocando tormento, agitazione, ipereccitabilità, cattivo rendimento, confusione e degenerando spesso in patologie psicosomatiche a carico di diversi organi interni (stomaco, intestino, cuore, ecc.). È una reazione quindi che va gestita correttamente al fine di permetterci di richiamare importanti risorse psicofisiche che ci rendono attivi, determinati, forti e combattivi se usate e direzionate consapevolmente; oppure può essere un vero e proprio sistema di sabotaggio ed autolimitazione, con diversi e sgradevoli effetti collaterali, sia relativamente alla salute psicofisica che alla qualità delle prestazioni.

Nell’ambito virtuale del nostro dialogo interno siamo spesso concentrati su pensieri di paura e preoccupazione. La cosa che è importante comprendere è che le preoccupazioni sono totalmente virtuali ma creano emozioni e reazioni biologiche reali. È un pensiero che attiva una carica emotiva che può essere usata per progettare, pianificare, ricercare soluzioni a problemi potenziali, stimolando all’azione con determinazione. Se viene staccata correttamente quando il lavoro è finito, questa reazione diventa una risorsa preziosa. È quell’ abilità che ha portato l’umanità a evolversi. Molte delle più importanti scoperte dell’essere umano sono state create sotto la spinta dell’esigenza di sicurezza e di superamento della paura. In questo modo la tendenza a preoccuparsi va vista come una spinta creativa, una sfida all’esistenza tesa al miglioramento della qualità di vita ed al “problem solving”. Il problema è che, spesso, la preoccupazione diviene una forma di fissazione, di ossessione, di paranoia o una forma mentis, un modo di guardare il mondo con gli occhi della paura, del dubbio, del sospetto, della sfiducia. Questo porta stress autogeno, diffidenza, cinismo, la tendenza ad un ipercontrollo ansiogeno, un’intossicazione da eccesso di stress, pessimismo, tendenza al giudizio, alla critica, alla colpa, uniti a un senso di fragilità e debolezza, propensione alla chiusura, all’isolamento. Ecco perché è importante imparare a conoscerla e ad acquisire mezzi e strumenti adatti a gestire al meglio le nostre paure. Per fare ciò è fondamentale incominciare a prendere confidenza e studiare le nostre paure con coraggio, amorevolmente. Perché più fuggiamo, temiamo e combattiamo le paure, come ogni emozione, più le potenziamo. C.G. Jung ammoniva “ciò a cui resisti, persiste”. Spesso rifuggiamo dal guardare, dall’osservare, dallo studiare e conoscere le nostre paure più profonde, perché la maggior parte di noi non sa come risolverle. Per questo può essere utile un percorso di addestramento se non una terapia specifica. 15


I Luoghi della BioGuida Percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

Associazioni, scuole, istituti, centri, terapeuti, seminari, corsi, conferenze ed altre proposte Per informazioni su come venire inseriti nella rubrica: info@bioguida.com - 040.302110 - 338.8852117

PIEMONTE TORINO Centro Buddha della Medicina Via Cenischia 13, Torino. Tel. 011.3241650, 011.355523. Centro Milarepa Largo Beato Umberto 8, Avigliana (TO). centro.milarepa@tiscali.it CENTRO STUDI CLOROPHYLLA Associazione Tecniche Naturali Via Settimo 1, San Mauro Torinese (TO) Tel. 338.5979532 www.centrostudiclorophylla.org csc.clorophylla@virgilio.it Centro Studi Maitri Buddha Via A. Guglielminetti 9, Torino. Tel. 011.359649. IL CERCHIO VUOTO associazione religiosa per la pratica e lo studio del Buddhismo Zen Soto (responsabile spirituale rev. Dai Do Massimo Strumia) Via Massena 17, Torino. Tel. 333.5218111. www.ilcerchiovuoto.it dojo@ilcerchiovuoto.it

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DOJO ZEN MOKUSHO Via Principe Amedeo 37, Torino (TO). Tel. 011.883794. ASSOCIAZIONE EUROPEA DI MEDICINE TRADIZIONALI A.E.ME.TRA. Istituto di Alta Formazione Via Principessa Clotilde 77, Torino. Tel. 011.4375669, www.aemetra-valeriosanfo.it Corsi professionali: Naturopatia, Reflessologia, Operatore Ayurvedico, monotematici brevi. Scuola di Yoga Kalpa Vriksha Satyananda Str. Campetto 43, Piossasco (TO) Tel/Fax: 011.9042534, yogasatyananda@virgilio.it

ALESSANDRIA Buddhadharma Center Via Galimberti 58, Alessandria. Tel./ Fax 0131.226322, penpa.tsering@tin.it

NOVARA AURA - Associazione per la ricerca e lo studio delle filosofie orientali. Centro studi terapie naturali, Scuola di massaggio Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Tel. 0322.846011, www.aurauniversalmente.com ASS. AMICI DEL VILLAGGIO VERDE Località San Germano Cavallirio (NO). Tel. 0163.80447, 333.7639262 www.villaggioverde.org info@villaggioverde.org

SONDRIO CENTRO STUDI TIBETANI SANGYE CIOELING Associazione culturale per la pace, l’armonia e lo sviluppo interiore, per la pratica del Buddismo Mahayana Vajrayana Via Vanoni 78/B, Sondrio. Tel 0342.513198, sangye@libero.it


I LUOGHI

LIGURIA LA SPEZIA ON ZON SU SCHOOL Via Gaggiano 24, Arcola (SP). Tel. 0187.955456, 347.5826327, riflessologia@onzonsu.com www.riflessologiaplantare.org Ass. NATURALMENTE Via D. Manin 35, La Spezia (SP). Tel. 0187.20218 , Fax 0187.29547 natural.mente2006@libero.it www.naturalmente-sp.it Comunità Bodhidharma Eremo Musangam, Monti San Lorenzo 26, Lerici (SP). Cell. 339.7262753.

GENOVA CENTRO MUDRA Yoga e Danza Indiana. Via Ponterotto 90/A, Genova. Tel. 010.8394229, cell. 338.3385219. www.centromudra.it ENNEAGRAMMAINTEGRALE Consulenza individuale, seminari, laboratori e ritiri per esplorare chi siamo. Tel. 333.8477054, www.enneagrammaintegrale.it info@enneagrammaintegrale.it Ass. FIUME AZZURRO - ARTI PSICOFISICHE Studio pedagogico olistico per la crescita personale. Responsabile Didattico: Anna Mango Via W. Fillak 6, Genova. Tel/Fax: 010.413721, cell. 349.8096336, www.artipsicofisiche.it info@artipsicofisiche.it SCUOLA SUPERIORE DI NATUROPATIA Scuola di formazione in Naturopatia e Floriterapia, corsi monografici e di approfondimento. Via Pisa 23/13, Genova. Tel/fax: 010.366494, www.scuolasuperioredinaturopatia.it scuola.naturopatia@libero.it

SAVONA Zen Savona Piazza del Popolo 5/7, Savona. Pratica Zazen: tel. 019.484956, www.zensavona.it

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LOMBARDIA MILANO ABYANGAM - MASSAGGIO AYURVEDICO Corso teorico-pratico di massaggio ayurvedico Milano, Firenze e in altre città italiane Cell. 328.1928818, www.abyangam.it info@abyangam.it Accademia Ayurveda Yoga Ananda Ashram Milano Via Prandina 25, Milano. Tel. 02.2590972, www.yogamilano.it

CIRCOLO OM SHANTI Via Piave 23, Motta Visconti (MI). Tel. 02.90001188. lucilla.disomma@tin.it Kunpen Lama Gangchen Via Marco Polo 13, Milano. Tel. 02.29010263. Monastero Zen Il Cerchio Via dei Crollalanza 9, Milano. Tel. 02.8323652, www.monasterozen.it THE NEW YUTHOK INSTITUTE PER LA MEDICINA TIBETANA Corsi, meditazioni e seminari. Prof. dr. Pasang Yonten Arya T. Sherpa. Viale Spagna 77, Sesto S. Giovanni, (MI). Tel. 02.2536266, www.newyuthok.it . OIPA - Organizzazione Internazionale Protezione Animali Via Passerini 18, Milano. Tel. 02.6427882, www.oipaitalia.com info@oipaitalia.com ROBERTO FACINCANI Naturopatia Aura-Soma® Cranio-Sacrale PMT e Intolleranze Alimentari A Milano, Como e Bergamo. Cell. 340.3641193, www.astrobenessere.net info@astrobenessere.net

ACCADEMIA DI KINESIOLOGIA Via Rutilia 22, Milano. Tel. 02.533634, info@accademiadikinesiologia.it www.accademiadikinesiologia.it

SOCIETÀ ITALIANA AGOPUNTURA VETERINARIA S.I.A.V. - It. V.A.S. www.siav-itvas.org segreteria@siav-itvas.org

Associazione culturale Onyhana Via Venezian 18, Milano. Tel. 02 70127984, www.assonyhana.it

BERGAMO

Associazione Culturale VEGA Via della Repubblica 16, Paullo (MI). Tel. 335.7065167, vega@vega2000.it www.vega2000.it Buddismo Zen Soto - Ufficio Europeo (Imamura Genshu Roshi) Via San Martino 11/C, Milano. Tel. 02.58327569.

CENTRO YOGA MANDALA Via Borgo Palazzo 3, Bergamo (BG). Tel. 035.215395, 333.4576099. GRUPPO ZEN BERGAMO Pratica di zazen c/o Ho Sha Do Via San Bernardino 18, Bergamo. Tel. 333.4400313, zazenbg@yahoo.it

BRESCIA

Centro Dharmadhatu Via Venezuela 3, Milano. Tel. 02.38005575. www.dharmadhatu.it

Karma Cio Ling Centro Buddhista della Via di Diamante V.le Venezia 198, Brescia. Tel. 030.301515. www.buddhism.it

Centro “il Fiore Del Tao” Via Felice Casati 8, Milano. Tel. 02.29537223. www.fioretao.com

IKSEN Via F. Bianchi 3, Tosc. Maderno (BS). Tel 0365.641898.

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I LUOGHI

COMO EDOARDO AMATO KOFLER Nel cercare l’Armonia e la Saggezza ho percorso vari sentieri, usando diverse tecniche per realizzarmi come Bioterapeuta, Radiestesista, Attivatore Quantico-Spirituale, permettendo alla Potenza dell’Energia/Luce ed alla Forza Magnetica di fluire in me, diventando Creatore della mia Realtà e Ambasciatore del Cuore.

Tel. 338.9310834 x1idea@hotmail.com www.armoniaesaggezza.com

CREMONA Istituto per l’Evoluzione Armonica dell’Uomo Via Carso 2, Cremona. Tel. 0372.433239.

PAVIA Ass. Scuola Soto Zen Centro Studi Zen Komyoji Loc. Costapelata-Fortunago Fortunago (PV). Tel. 0383.875584. ASSOCIAZIONE ZERO Associazione per il recupero e la trasmissione della tradizione interiore nello Hata Yoga. Sede sociale: via C. Marx 3, Voghera. Sedi di pratica: Pavia e Voghera. Tel. 328.4833411.

VARESE Associazione Maggio Via Sanvito Silvestro 40, Varese. Tel. 0332.235555.

VENETO PADOVA METODO CALLIGARIS Ass. Culturale “STELLA POLARE 9.9.9” Tel. 348.3027711, www.metodocalligaris.com info@metodocalligaris.org

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Centro Tara Cittamani Via Lussemburgo 4, Padova. Tel. 049.8705657. Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049.8979333, assocsyn@tin.it Erboristeria VERDEACQUA Dott.ssa Marinella Camera Iridologia, Naturopatia, Fiori Di Bach, Alimenti, Intolleranze Alimentari, Bio-Oggettistica, Cosmesi Naturale. Via Scapacchiò 32B 35030 Selvazzano Dentro (PD) Tel. 049.8056956, cell. 348.4417556 www.verdeacquaerboristeria.com info@verdeacquaerboristeria.com SCUOLA MEKONG Ayurveda e Massaggi Orientali Via Monte Cengio 26 B, Padova. Tel. 049.8716235 info@mekong.it www.mekong.it

ROVIGO INTEGRAZIONE BIO-ENERGETICA aps Via Giolo 12, Porto Tolle (RO). Tel. 0426.81611, info@integrazionebioenergetica.it www.integrazionebioenergetica.it

TREVISO ASSOCIAZIONE LE QUERCE BIANCHE Via Toti dal Monte - Cal del Bosco Barbisano di Pieve di Soligo (TV) Tel. 0438.987178, info@lequercebianche.org Fabio: 347.6202071, fabio@lequercebianche.org ISTITUTO OLISTICO Via Savallon 15, Anzano di Cappella Maggiore (TV). Tel. 0438.941457, info@istitutolistico.it www.istitutolistico.it ASSOCIAZIONE CULTURALE NASHIRA Discipline bio naturali dal 1990 Shiatsu, Yoga, Fiori di Bach Via Cavour int. 34/C, Conegliano (TV). Tel./Fax 0438.22530, cell. 346.0346404 centro.nashira@libero.it

SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borso del Grappa (TV). Tel. 0423.910304, cell. 349.8834096. www.kinesiologiaviva.it info@kinesiologiaviva.it

VENEZIA CENTRO YOGA DHARMA Via Napoli 52, Mestre (VE). Tel. 041.5311954. www.yogadharmamestre.it info@yogadharmamestre.it METODO CALLIGARIS - Ass. Cult. “STELLA POLARE 999” Via Val Pusteria 9, San Donà di Piave (VE). Cell. 348.3027711, info@metodocalligaris.org www.metodocalligaris.org ASS. ENERGY DARSHAN OSHO YATRILAND VENEZIA Via Alberoni 41, Lido di Venezia (VE). Tel. 041.5261853, 339.1199317, info@oshoyatrilandvenezia.com www.oshoyatrilandvenezia.com USHIDA REIKI CLINIC Tel. 347 5386600 ushida@centrostudiobioenergie.it

VERONA Centro Ming Men Corte Convento 28, San Michele ex. (VR). Tel. 045.8921109, www.centromingmen.com Centro Studi e Meditazione Buddista Karma Tegsum Tasci Ling Contrada Morago 6, Mizzole - Cancello (VR). Tel. 045.988164.

VICENZA Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444.922682, assocsyn@tin.it ERBERIA Prodotti erboristici selezionati. C.so SS. Felice e Fortunato 5, Vicenza. Tel 0444.322814.



I LUOGHI

Associazione “YOGA e SALUTE” Kundalini Yoga, massaggio energetico, riflessologia plantare e terapie naturali. Via Verdi 3, Trissino (VI) Tel/Fax 0445.963764, cell. 380.7284724 assoyogaesalute@libero.it

Ass. Regionale Cranio Sacrale Metodo Biodinamico Dott.ssa Leonarda Majaron

TRENTINO ALTO-ADIGE

ATTIVITà Corsi di formazione

BOLZANO

Cranio Sacrale Integrato metodo biodinamico con riconoscimento A.CS.I. (Ass. Cranio Sacrale Italia)

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TRATTAMENTI

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TRENTO ASSOCIAZIONE PRANIC HEALING Trentino Alto Adige - Via Perini 43, Trento. Tel 328 7065165, cell. 348 2399999. ASSOCIAZIONE SAMTEN CHÖLING ONLUS L’isola del Dharma per gli esseri di buon cuore Centro Buddhista nelle 10 Direzioni C.so Alpini 4, Trento. Tel e Fax 0461.038510, cell. 348.2601969 www.samtencholing.eu info@samtencholing.eu

JING TAO® Essenza in movimento di Sonia Rizzi fondatrice ed ideatrice del metodo. Tel. 338.7592945 www.jingtao.it info@jingtao.it

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CASA DI SALUTE RAPHAEL Piazza De Giovanni, Roncegno (TN). Tel. 0461.772000, www.casaraphael.com mail.info@casaraphael.com CENTRO KUSHI LING Centro di meditazione residenziale, organizza ritiri di gruppo e individuali Laghel 19, Arco (TN). Tel. 347.2113471 www.kushi-ling.com Centro Vajrapani P. S. Giuseppe 5, Bosentino (TN). Tel. 0461.848153, www.vajrapani.it

FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE CRANIO SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040.3476191. www.accademiacraniosacrale.it Associazione Culturale e Sportiva ALMA PSICOCORPOREA Via Tor San Piero 16/A, Trieste. Tel. 040.412304. www.psicocorporea.it

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“La malattia è il segnale che l’anima ci dà sul fatto che non siamo in risonanza con la nostra missione di vita. Con fiducia, puoi comprendere anche tu quale sia la tua strada”

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I.P.

Il cervello “parla” con i nostri organi interni anche ad un livello più ampio, andando a toccare aree considerate ancor oggi troppo avanguardistiche. Proprio per questa sua peculiarità, però, è stata a lui dedicata nel 2001, dalla rubrica americana “Time”, la copertina e la prima pagina nella quale gli è stato conferito il titolo di “leader” nel mondo delle medicine non convenzionali.

Il dott. John Upledger è considerato dal mondo della medicina l’evolutore dell’Osteopatia cranica. Infatti, come medico chirurgo e osteopata, ha affinato ed evoluto questa tecnica al punto da divenire il fondatore della Terapia Cranio Sacrale. Il suo maggior contributo in questa nuova metodica è quello di aver introdotto il concetto di consapevolezza riguardo alla capacità del corpo di trattenere l’emotività. Se l’emotività viene a lungo trattenuta può accadere che il nostro organismo non sia più armonioso e che tale assenza di armonia si manifesti con svariati sintomi. Al giorno d’oggi è sempre più accettato dal mondo della medicina convenzionale, oltre che da quella olistica, il fatto che la guarigione di diverse patologie può avvenire anche attraverso l’autoconsapevolezza da parte del paziente. Dai primi anni ’70 ad oggi, il dott. Upledger ha continuato la sua ricerca nel corpo umano, non soltanto ad un livello puramente anatomico/fisiologico, ma

Le sue ultime ricerche sono rivolte alla plasticità del cervello e, di conseguenza, delle sue funzioni. Oltre a quelle già ben note e documentate, dalle sue ultime ricerche e applicazioni si rileva l’affermazione che la funzione di ogni parte individuale del cervello, nell’interazione con ogni parte del nostro organismo e nel controllo delle informazioni trasmesse o rilevate dai nostri organi, è anche quella di registrare l’armonia o la “discordia” tra essi. Il rapporto disarmonico tra i vari organi può essere confrontato, ad esempio, con quello di un nucleo famigliare dove a volte l’incapacità di dialogare, di confrontarsi o esprimersi può creare situazioni di discordia tali da sfociare persino nell’abbandono della relazione. Il lavoro che si può affrontare in questi casi è quello di dialogare con le varie parti del cervello, in modo da poterle aiutare ad individuare una posizione di mediazione, sia tra loro sia con le varie componenti dell’organismo ad esse collegate (sistemi, organi, cellule, ecc.) e si possa stabilire un rapporto comune di solidarietà e comprensione reciproca, interrompendo un conflitto creato dalla “permalosità” di ogni componente. Cosi facendo, creando quella che sarà un’armonia generale, si migliorerà il benessere del paziente. Tutto questo sembra assurdo? Eppure esiste già… Una splendida frase del dott. Upledger ci può rendere molto semplice quello che può essere di difficile comprensione: “Le esperienze maturate nella mia vita, mi hanno costretto ad abbracciare un concetto radicale: tessuti, cellule, e perfino le molecole del DNA sono tutti singolarmente dotati della loro individuale consapevolezza. Se su questa affermazione state ricercando una solida documentazione scientifica, potreste sentirvi disorientati. D’altra parte, quando vi ritroverete coinvolti nella discussione con l’ippocampo di un’altra persona, potrete affascinarvi nel percepire l’indimostrato.”



I LUOGHI

Kung Fu Bambini: martedì-venerdì 16.45-18.15 Tai Chi: lunedì-giovedì 19.30-21.00 / martedì-venerdì 13.30-15.00 Mattina in Forma: martedì-venerdì 10.00-11.30

Associazione Sportiva Dilettantistica

Trieste - Via Carducci 12 (4° p.) - Tel. 338.8704978 info@avvolgere.it - www.avvolgere.it Emporio Erboristico “IL FIORE DELL’ARTE” Via G. Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 0481.475545.

BIODANZA Corso settimanale per principianti aperto a tutti. A Collalto di Tarcento (UD). Giovanni Ceschia, cell. 349.3314962, Centro “ES”, tel. 0432.791619, 339.8907819.

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IL CENTRO DEL CUORE Associazione di promozione sociale Via Leonacco 19, Udine. Tel. 0432.482215, 320.3265696, info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it

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IL CENTRO DI INTEGRAZIONE Via Stiria 36/A, Udine. Tel. 0432.602530, info@centrodintegrazione.it


DOTT. SSA LAURA MULLICH PSICOTERAPEUTA AD ORIENTAMENTO PSICOANALITICO Associazione IL GIARDINO

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I LUOGHI

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Nia è un programma fitness corpomente-spirito e una crescita personale. E’ un “sistema di vita” che lavora con la saggezza naturale e l’intelligenza del corpo, della mente, dello spirito e delle emozioni. Nia si fonda sul principio del piacere: se ti fa sentire bene fallo , se fa male smetti. Il piano di azione Nia si basa sulla pratica e l’esperienza, si focalizza sulla guida interiore per cambiare e sviluppare la coscienza. Il metodo, orientato verso il processo, è facilitante nei confronti dell’utente. Nia mette in grado gli studenti e gli insegnanti di effettuare le proprie

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scelte di movimento offrendo una struttura flessibile che può essere adattata e modificata secondo le esigenze individuali. Nia combina tra di loro sistemi di movimento orientali ed occidentali, concetti e filosofie che appartengono alle arti di guarigione (amore), alle arti marziali (presenza) e alla danza (tecnica). Nia raggiunge le persone sul piano emotivo, nei loro cuori, motivandole al conseguimento della forma fisica e della salute inducendo un profondo desiderio personale di esplorazione del proprio potenziale e di crescita.

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I LUOGHI

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PERUGIA ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, www.ananda.it CASAYOG (Yogi Gyanander) Strada San Marino 21, Perugia. Tel 075.5899339, www.casayog.com

TOSCANA AREZZO AMO ACCADEMIA MASSAGGI OLISTICI Via Teofilo Torri 22-28. Arezzo. Presidente: Andrea Marini, cell. 388 9334692 www.massaggio-hotstone.it andrea.marini@massaggio-hotstone.it

Istituto Lama Tzong Khapa Via Poggiberna, Pomaia (PI) tel. 050.685654 www.iltk.it iltk@iltk.it

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GROSSETO Comunità Dzog-Chen Merigar, Arcidosso (GR). Tel. 0564.966837.

FIRENZE Ass. Cult. “L’ALBERO DELLO YOGA “ L’associazione si occupa della diffusione dello Yoga e di alcune delle principali discipline olistiche attraverso incontri, trattamenti, corsi. Via della Libertà 61/65, Matassino Reggello (FI). Cell.333.3807726, www.lalberodelloyoga.it info@lalberodelloyoga.it Centro Terra di Unificazione Ewam Via R. Giuliani 505/A, Firenze. Tel. 055.454308. SHINNYO-JI TEMPIO ZEN FIRENZE Via Vittorio Emanuele II 171, Firenze. Tel. 339.8826023, www.zenfirenze.it SCUOLA DI AGOPUNTURA TRADIZIONALE DI FIRENZE del dott. Nello Cracolici. Via San Giusto 2, Firenze. Tel. 055.704172.

PISA ISTITUTO LAMA TZONG KHAPA Via Poggiberna 15, Pomaia (PI). Tel. 050.685654, 050.685009, info@iltk.it segreteria@iltk.it www.iltk.it PUNDARIKA CENTRO RITIRI MEDITAZIONE Loc. Cordazingoli 18, Riparbella (PI) Tel. 0586.699077, 338.6759340 (Erica).

PRATO CRONOGENETICA di Mario e Domenica Grilli Via Compagnetto da Prato 37, Prato. Tel e fax 0574 33306. Cell. 331 9724607 prenota@cronogenetica.it www.cronogenetica.it

SIENA AGRITURISMO GLI ARCANGELI Azienda Agricola Podere Avere Azienda biologica con 5 camere con bagno, sauna, jaccuzzi, saletta meditazione, piscina all’aperto. Località Pievescola, Casole d’Elsa - Siena. Cell. 335.7072131, 338.1402493. www.gliarcangeli.com info@gliarcangeli.com


LAZIO ACCADEMIA DI YOGA Via XX Settembre 58 A, Roma. Tel. 06.4742427, accademiayoga@tiscali.it www.accademiayoga.it AMRITA CENTRO YOGA E AYURVEDA Via C. Colombo 436, Roma. Tel. 06.5413504, 06.5081202, www.amritayoga.it ASSOCIAZIONE ERBAMOLY Centro Kundalini Yoga secondo gli insegnamenti di Yogi Bhajam Trattamenti di Sat Nam Rasayan Yoga in gravidanza. Via C. Baronio 90, Roma. Tel. 333.3236981, associazioneerbamoly@libero.it http://digilander.libero.il/Erbamoly/ ASSOCIAZIONE SHAKTI Centro di Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan Via dei Brusati 30, Roma. www.kundaliniyoga.it BUPPO DOJO praticare il Buddhismo Zen Soto Via Ferento 5, Roma. Tel. 06.70032022 buppodojo@gmail.com www.buppodojo.it CEDIFLOR Centro Diffusione e Didattica Floriterapia di Bach Via R.Fauro 82, Roma. Tel. 06.8074385, 333.4243663 www.cediflor.it info@cediflor.it CENTRO NIRVANA Associazione Spirituale per la Meditazione Chan e Zen Via A. Bono Cairoli 15, Roma. Tel. 338.7021800, 328.6848780, www.centronirvana.it centronirvana@libero.it CENTRO YOGA ED OLISTICO VIPASHYANA Channelling, regressioni karmiche, yoga, meditazione, cristalloterapia, mass. ayurvedico, riflessologia plantare, pranoterapia, reiki. Via Venezia 48/50, Ciampino - Roma. Tel. 347.8360990 www.vipashyanayoga.com

Centro Olistico Take Off Via L.Perna 51, EUR-Montagnola, Roma. Tel. 06.54225603, 347.3706437. www.floriterapia.com CENTRO TARA BIANCA Danza Creativa, Arti Terapeutiche, Meditazione. Via Ettore Rolli 49, Roma. Tel. 06.5811678, www.centrotarabianca.it CENTRO ZEN ANSHIN Buddhismo Zen Soto. Sotto la guida di Annamaria Gyoetsu Epifanìa e Guglielmo Doryu Cappelli. Via Ettore Rolli 49,(Stazione Trastevere), Roma. Tel. 06.5811678, 328.0829035, 320.9671624, www.anshin.it guglielmo1@interfree.it CHICZA L’unico chewing-gum al mondo naturale e biodegradabile al 100% Viale dei Promontori 50, Ostia - Roma Info: 330.626511, www.chicza.com gino_digiacomo@virgilio.it Associazione Sportiva Dilettantistica DHARMA - SPORT E DISCIPLINE BIONATURALI (Coni Fijlkam Uisp) Via Cimone 12 , Roma. Tel 339.1286955 www.asddharma.ning.com asddharma@alice.it Fondazione Maitreya Via della Balduina 73, Roma. Tel 06.35498800, www.maitreya.it PIACERI UNICI EcoShop per appassionati di prodotti biologici, tipici, del commercio equo e solidale e dell’agricoltura sociale. Via Orvieto 30/34 (San Giovanni), Roma. Tel. 06.45443234, www.piaceriunici.it SCUOLA YOGA ROMA Via Cechov 83 - F6, Roma. Tel. 06.51530068, cell. 335.6571924 segreteria@scuolayogaroma.it eleonora.fiorini@scuolayogaroma.it www.scuolayogaroma.it YOGA, SCIENZA E ARTE Ass. Culturale Yoga-Meditazione-Medicina integrata Viale A. Magno 192, Roma. Cell. 339 1279335 www.albertacorsiyoga.it info@albertacorsiyoga.it

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I LUOGHI - FIERE ED EVENTI

DOTT. GIOVANNI MONTANARO ODONTOIATRIA E TERAPIE NATURALI Omeopatia, Posturologia, Agopunutra, Test e rimozione dei metalli pesanti. Via Vitruvio 70, Formia (LT). Tel. 0771.24831, cell. 340.1495053 Omeo57@hotmail.it

CAMPANIA TAO - CENTRO DI RICERCA OLISTICA SCUOLA ITALIANA REIKI Via F. Cilea 91, Napoli (NA). Tel. 338.8495996 taocenter@tiscali.it www.taocenter.org DOTT. GIOVANNI MONTANARO ODONTOIATRIA E TERAPIE NATURALI Omeopatia, Posturologia, Agopunutra, Test e rimozione dei metalli pesanti. Via A. Scarlatti 126, Napoli Tel. 081.5786956, cell. 340.1495053 Omeo57@hotmail.it

Sabato 22 gennaio 2011 - Trieste IL VIAGGIO INTERIORE CONVEGNO/EVENTO: ore 10.00 - 19.00. Hotel Savoia Excelsior Palace Relatori: Diego Maggio - presidente Accademia Cranio-Sacrale Metodo Upledger Donatella Donati - insegnate scuola esoterica Energheia Luciano Rizzo - medico odontoiatra, posturologo, natuoropata, Marco Pizzi - psicologo, sessuologo, psicoterapeuta Edoardo Amato Kofler - radiestesista, bioterapeuta Paolo Loss - cantante lirico, insegnante di vocalità, maestro di canto gregoriano Laura Mullich - psicologa, psicoterapeuta Mario e Domenica Grilli - consulenti eticoaziendali, divulgatori della tecnica Cronogenetica Maurizio Pelos - geometra, esperto di bioedilizia, feng shui, abitare naturale Ingresso libero e gratuito, è consigliata la prenotazione. Info-line: 338.8852117. Segreteria: tel. 040.3229773. www.bioguida.com

PUGLIA Centro Buddhista della Via di Diamante Via Gaetano Postiglione 14/E, Bari. Tel 349.7751145, 368.575880, bari@diamondway-center.org

SICILIA Dott. RENATO IUDICA Rappresentanze Prodotti Naturali Via G. Arimondi 48, Palermo. Tel. 392.6893370, 347.6215339. I dati raccolti sono stati forniti o individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art.13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore.

www.bioguida.com

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25-27 febbraio 2011 - Forlì NATURAL EXPO 2011 Uno stile di vita naturale, ecologico e consapevole delle azioni e delle scelte fatte è la chiave per non distruggere la vita, la nostra vita personale e quella degli altri esseri e sistemi viventi. Rappresenta nel panorama italiano una valida alternativa per poter esporre e presentare i nuovi prodotti del benessere e i diversi trend della salute. Offre agli operatori del settore una vetrina espositiva dove poter far cultura ed innovazione. E’ un luogo dove poter incontrare un pubblico pronto ed interessato, alla continua ricerca di qualità di vita nello star bene seguendo i principi di benessere e di stili di vita naturali. Giunta alla 5a edizione, Naturalexpo si conferma come una delle vetrine più attente a quei principi che stanno alla base del benessere olistico della società e dell’individuo. Intende offrire agli espositori e ai visitatori un nuovo modo di stare insieme e fare informazione legato ai rapporti umani e ai reciproci scambi. La manifestazione ricerca principi che portano al sentirsi bene con se stessi, a vivere in armonia

con l’ambiente circostante, a condividere con l’altro il piacere dello stare insieme, cercando di creare quelle giuste sinergie ed empatie per dar vita ad un concetto diffuso di qualità di vita Apertura al pubblico: venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00 Forlì Fiera Segreteria: tel. 0543.777410. Referente: Elena Della Godenza, cell. 346.5050333. www.romagnafiere.it

3-6 marzo 2011 - Reggio Emilia ECOCASA & ECOIMPRESA EXPò In ogni settore dell’edilizia: civile, sociale, industriale, terziario, l’attenzione verso il risparmio energetico, la salubrità degli edifici, gli accorgimenti costruttivi e le tecnologie che favoriscono il comfort, la sicurezza, l’accessibilità, la qualità complessiva, è in costante crescita. Da alcuni anni è in atto una vera e propria rivoluzione nel mondo edile, impensabile sino a qualche tempo fa, ed il modo di costruire, i materiali e le tecniche utilizzate acquisiscono un’importanza fondamentale. Ecocasa & Ecoimpresa è ormai un appuntamento di riferimento, un importante momento di incontro tra le aziende protagoniste di questo cambiamento e Progettisti, Tecnici, operatori edili e quei cittadini, in costante aumento, interessati a queste tematiche. Per informazioni: Keymedia Group, tel. 0522 52.10.33 Fiere di Reggio Emilia www.fierereggioemilia.it

27-30 gennaio 2011 - Bolzano KLIMAHOUSE 2011 6° fiera internazionale specializzata per l’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia. Klimahouse è la fiera leader del settore per l’efficienza nell’edilizia sostenibile. Nasce dall’esigenza sempre crescente di costruire in maniera sostenibile, risparmiando energia e così rispettando l’ambiente. Klimahouse si svolge in Alto Adige, territorio all’avanguardia per quanto riguarda costruzioni sostenibili e risparmio energetico. Fiera Bolzano. Segreteria: tel. 0471 516000. www.klimahouse.it


LA VIA DEL CIBO

I.P.

L’acqua alcalina: una fonte di benessere I

l corpo umano è costituito da più del 70% di acqua, ciò di cui non tutti siamo consapevoli è che essa è il tramite con cui avvengono tutte le funzioni biochimiche che lo fanno funzionare. L’organismo umano è il luogo di passaggio di un flusso ininterrotto di acqua. Questo passaggio comporta tre tappe: gli apporti di acqua, il suo assorbimento da parte dei tessuti e delle cellule, la sua eliminazione. Nell’uomo e nella maggior parte degli animali, gli apporti di acqua avvengono principalmente attraverso il tubo digerente. L’acqua attraversa il tubo digerente, lo stomaco, per arrivare nell’intestino la cui funzione principale è l’assimilazione. La mucosa dell’intestino tenue è tappezzata di capillari sanguigni, quindi l’acqua e le sostanze nutritive sono assorbite essenzialmente a questo livello. Bastano pochi minuti perché l’acqua penetri nel sangue attraverso i capillari. Più del 95% dell’acqua entrata nel corpo a partire dal tubo digerente si ritrova nel sangue. Il volume di quest’ultimo tuttavia non aumenta all’infinito, viene soltanto diluito per permettere una riduzione della pressione e facilitare lo scambio osmotico cellulare. Il trasporto avrà luogo dal sangue verso il siero extracellulare durante l’assimila-

zione dei nutrienti, e dal siero extracellulare verso il sangue per l’eliminazione delle tossine. Passando attraverso gli ingranaggi del motore cellulare, l’acqua si “deteriora” e deve lasciare la cellula per essere espulsa dall’organismo. Quest’acqua deteriorata è devitalizzata, ma al tempo stesso carica di tossine prodotte dalle cellule. Per lasciare l’organismo, l’acqua risalirà nel compartimento sanguigno, per essere in seguito trasportata dal sangue agli organi emuntori incaricati dell’eliminazione (reni, polmoni, pelle). Il ciclo dell’acqua è così completato. Data la grande sensibilità delle cellule alla qualità e ai difetti del loro ambiente, è necessario un rinnovamento costante dei liquidi organici. Il liquido che meglio risponde a tutte queste esigenze è senza dubbio l’acqua, infatti è la bevanda di base dell’essere umano, perché è la natura che gliela offre. L’importanza del liquido interstiziale, il nostro terreno biologico Il liquido interstiziale (parte del tessuto connettivo) è praticamente il “brodo” nel quale sono immerse tutte le cellule, diverse tra loro con funzioni diverse. Tre sono i fattori che caratterizzano il liqui-

do interstiziale di una persona: il ph, che indica la maggiore o minore acidità del sistema; r, è la resistenza elettrica; l’orp, è il potenziale di ossido-riduttività del sistema. Il ph è quel fattore chiave in tutte le reazioni chimiche che devono avvenire, coordinate dagli enzimi e da altri catalizzatori come gli oligoelementi, che quando sia corretto, leggermente alcalino, ottimizza il sistema e non permette lo sviluppo di flore batteriche patogene o di reazioni indesiderate. La corretta resistenza elettrica consente il passaggio dei messaggi di tipo elettromagnetico ed il movimento degli ioni che dai suddetti campi vengono attivati e movimentati. Sta alla base della comunicazione e del movimento dei soluti. Il potenziale ossido-riduttivo (orp) del sistema è forse il fattore più importante dei tre. Qualsiasi reazione chimica che non sia andata a termine in modo corretto produce una serie di radicali liberi: questi elementi sono delle mine vaganti, perché sono dotati di grande reattività nei confronti di tutte le molecole. Appare quindi evidente l’importanza che deve essere data alla qualità dell’acqua ingerita.

Lo ionizzatore per acqua ALKA MED Gli ionizzatori AlkaMed producono acqua con PH alcalino senza utilizzare nessun additivo chimico. Mediante l’elettrolisi separano i minerali acidi da quelli alcalini. Utilizzandola al consumo, l’acqua alcalina ionizzata aiuta a neutralizzare ed espellere i residui acidi accumulati. Quest’acqua, grazie alle sue molteplici proprietà che la rendono l’unica, svolge, bevuta regolarmente, diverse funzioni: scioglie i residui acidi depositati nei tessuti, idrata velocemente il corpo, neutralizza i radicali liberi, ossigena il sangue, aumenta l’energia, pulisce il colon, migliora la resistenza allo stress, favorisce il mantenimento del peso ideale e la riduzione del grasso e della cellulite, regolarizza le funzioni intestinali, aumenta l’assorbimento delle vitamine e dei minerali. Tutti possono trarre benefici nel bere l’acqua ionizzata Alka Med: i bambini dopo l’anno di vita, gli adulti, gli sportivi (nell’atleta abbiamo notato dei miglioramenti notevoli della perfomance e della capacità di recupero dopo lo sforzo), gli anziani, i malati, infatti negli ospedali giapponesi viene usata per accelerare i tempi di guarigione dei pazienti ricoverati, (in questo caso raccomandiamo di farsi seguire dal medico). Tutti hanno notato un miglioramento dello stato di salute e dell’energia, infatti è considerata da molti scienziati e terapeuti tra le migliori acque che esistono al mondo. Maggiore idratazione, la ridotta struttura molecolare esagonale derivante dall’elettrolisi è ciò che rende l’acqua trattata con lo ionizzatore, più “bagnata” dell’acqua di fonte od imbottigliata. Questi piccoli grappoli di molecole d’acqua sono circa un terzo di quelli normali. La minore dimensione dei grappoli dona all’acqua eccellenti proprietà idratanti, alta solubilità ed ottima permeabilità cellulare. L’acqua ionizzata alcalina è una delle conquiste più importanti della medicina preventiva fatte dalla nostra generazione.

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LA VIA INTERIORE

Il paradosso sessuale: tra sessuofobia e sessopatia di Marco Pizzi (psicologo, sessuologo, psicoterapeuta)

I

n ogni discorso, in ogni programma TV, in ogni pubblicità (o se preferite in quasi “ogni”), si trova sempre qualche riferimento sessuale. Si parla soprattutto per doppi sensi e tramite una volgarizzazione dell’argomento stesso. Tutto viene dato per scontato. Ma siamo tutti così esperti in materia? Cerchiamo di capirne di più, a partire dai giovani. A partire dall’educazione sessuale. Cosa e quanto ne sanno i giovani italiani sull’argomento? In quasi tutti i paesi del mondo, e sicuramente nei paesi industrializzati, esistono programmi di educazione sessuale a livello scolastico. In Italia no. Non esiste alcuna legge in materia. Al limite, per buona volontà di alcuni istituti scolastici, vengono attivati dei programmi definiti “progetti di educazione alla salute”. Pensate: non si può neanche chiamarla educazione sessuale. Guai. È un tabù. Si educa alla salute. Vige un’idea da parte dei genitori e da parte delle istituzioni scolastiche: “basta non parlarne e il problema non esiste”. Infatti sono ben pochi i genitori che affrontano il tema con i propri figli. Nel senso di affrontare seriamente il tema. In ogni caso prevederebbe una certa conoscenza in materia da parte degli adulti. Nessuno dubita che conoscano l’atto sessuale, ma forse non è sufficiente parlare esclusivamente di atti sessuali. Eppure i mass media ci vanno a nozze. Non parlano di altro. È possibile che sia l’unico argomento interessante? È possibile inoltre che si tenda a parlare di ciò che più si ignora, quasi a voler esorcizzare la paura stessa, una specie di vergogna nell’ammettere un proprio limite? È possibile che sia proprio l’uso dei doppi sensi e la volgarizzazione a funzionare da scarico delle proprie angoscie legate ad una realtà sessuofobica e sessuopatica? Ma i giovani che ne sanno veramente? Secondo una ricerca della SIGO 32

(Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), risulterebbe che i primi approcci sessuali tra i giovani avvengono mediamente a 12 anni, mentre circa il 17% delle ragazze di 14 anni avrebbero avuto un rapporto sessuale. Per contro, in Italia, i genitori (intesa comunque come una minoranza), inizierebbero a parlare di sesso con i figli quando questi hanno circa 15 anni. In altri paesi europei la tendenza è di parlarne verso gli 11 anni. Tradotto: mentre in altri paesi c’è la tendenza alla prevenzione, in Italia si preferisce il non detto, il silenzio, lasciando i ragazzini allo sbando e parlandone dopo, quando oramai hanno spesso già iniziato ad avere contatti sessuali. Si preferisce curare anziché prevenire. Proprio un bel quadro. Ma come funziona tutto questo? Intanto degli esempi. Da anni curo il sito web www.sessuologoonline.it e sono infinite le richieste di consulenza giunte nel tempo. Alcune sono particolarmente indicative della situazione che stiamo trattando. Ho ricevuto tante lettere di giovani ragazze che si trovavano in difficoltà perché volevano avere delle informazioni o perché desideravano ottenere la pillola anticoncezionale tramite il consultorio familiare. Il loro problema è che il consultorio è un servizio di zona e quindi avevano paura di essere viste da conoscenti e familiari, con il rischio di venir “scoperte” dai propri genitori (pensate: si devono vergognare di desiderare). Vorrebbero quindi potersi rivolgere ad un altro consultorio, fuori zona, dove non sono conosciute… ma questo non è permesso. Non si viene accettati da un consultorio fuori zona. Bisogna rivolgersi al proprio. E così cercano altre strade. Ci sarebbe la possibilità di farlo con la propria ginecologa.

Altro problema: nella maggioranza dei casi, sono le madri ad accompagnare le prime volte la figlia dalla propria ginecologa, che godrà certemente della fiducia della madre, ma non necessariamente delle figlie. Così tante ragazze non si fidano della ginecologa. Hanno paura che possa rivelare qualcosa alla madre (se poi sono minorenni questo è scontato). Ma minorenni o no, molte iniziano ad avere dei rapporti sessuali verso i 14 anni e non a 18 compiuti. Cosa pensate che faranno queste giovani? Che rinunceranno? Si limiteranno ad agire una sessualità a rischio di gravidanza. Lo strumento per eccellenza diventa il preservativo o il coito interrotto. Anche riguardo la sicurezza del preservativo le richieste giunte sono infinite. Tipicamente viene chiesto quanto è sicuro e portano un’idea (sentita dai propri coetanei) di un margine


di rischio oscillante tra il 3 e il 15%. Ma che direbbero queste cifre? Niente. Dicono solo che, statisticamente, dalle 3 alle 15 ragazze che hanno avuto rapporti sessuali con il preservativo nell’arco di un anno, sono rimaste incinte. E che altri sistemi anticoncezionali conoscono? Nessuno. Perché non riescono a parlare con un adulto informato, proprio un bel meccanismo perverso. La stessa SIGO porta precise indicazioni: in termini generali, ovvero il quadro complessivo delle ragazze giovani dai 14 anni in su, solamente il 15% usa il preservativo mentre ben il 20% di loro non usa alcun contraccettivo (un quinto della popolazione giovanile, una cifra non indifferente). E se fosse un ragazzo a volerne capire di più? Se volesse conoscere i meccanismi che portano alla riproduzione e ai tipi di contraccettivi esistenti? A chi può rivolgersi? Per un ragazzo non esiste niente (ma neanche per un adulto a dire il vero). Non sono neanche presi in considerazione. C’è una profonda e diffusa ignoranza per cui un giovane uomo “sa”, “sa tutto” senza bisogno di alcun chiarimento. Ma ci si rende conto in che razza di barbarie si sta vivendo? Almeno nella preistoria esistevano i riti di iniziazione a cui i giovani e le giovani venivano preparati per entrare nel mondo degli adulti. Oggi non esiste più niente. Salvo naturalmente il diffuso e profondo disagio che i giovani vivono, abbandonati a se stessi in un mondo di omertà e silenzio, dove ci si deve vergognare se non si sa, dove si deve fingere di essere degli esperti amatori. Un mondo di magia e miracoli. Accade tutto così, incredibilmente. E le istituzioni scolastiche? Come si muovono rispetto a questo pressante problema? Niente, non fanno proprio niente, salvo appunto la buona volontà di singoli istituti che si assumono la responsabilità di fare dei corsi integrativi per i giovani. Sapete qual è l’ostacolo maggiore da superare? La sessuofobia di molti genitori, che si oppongono a questi progetti. I giovani no. Ne sono sempre entusiasti. Ecco perché non viene chiamata educazione sessuale ma educazione alla salute. Per non ferire la sensibilità di genitori sessuofobi. Ma perché questa disinformazione? Come funziona e a chi giova? E chi ne

avrebbe la responsabilità? Possiamo riflettere su due aree che, insieme, creano il danno. La prima riflessione che si può fare è semplice: è un marketing. Lasciare le persone nella disinformazione equivale al generare ansie e paure. Una persona in ansia è sempre profondamente indecisa, in difficoltà. Che farà? Si baserà sui messaggi che gli giungono… e acquisterà infiniti feticci per sentirsi più sicuro (automobili nuove, vestiti, profumi, abbigliamento, ecc..). Ci pensa la moda. Credo sia evidente che una persona serena necessita di ben poche cose per essere felice… talvolta gli basta se stesso. Allora si può realizzare che mantenere uno stato di ignoranza e di paura produce un mercato molto fertile (è lo stesso meccanismo di migliaia di anni fa). Questo è il mercato dell’usa e getta. Tutto ciò che è vecchio o semplicemente superato dalle nuove tendenze della moda, va sostituito. Ma il mondo delle azioni ha un influsso pari anche nel mondo delle emozioni. E così anche le relazioni vanno sostituite, cambiate e mai riparate; è più semplice. E rende molto. Per mantenere questo stato di cose è necessario mantenere un alto grado di condizionamento sociale. Con chi iniziare? Chi sono i soggetti più manipolabili? I bambini naturalmente. E questa è la seconda riflessione. Come mai diventano sempre più precoci? Pensiamoci un attimo: i bambini sono dei grandi osservatori e sono come la carta assorbente. Introiettano tutto ciò che osservano. E cosa pensate introiettino in questo momento storico? Esattamente quello che accadde: rapida sostituzione, relazioni che non durano, adulti che rimangono eterni teen agers, troppo presi dal lavoro e dalla ricerca dell’eterna giovinezza. Adulti infantilizzati che guidano bambini. Ma gli adulti di oggi non hanno scampo. Devono lavorare sempre e anche di più, oppure preoccuparsi di trovare un lavoro. Senza lavoro niente feticci. In questa perversa spirale non hanno (oggettivamente) la possibilità di seguire i propri figli. Così i genitori vengono

sostituiti dalle nuove figure di riferimento. Ma non sono delle vere figure; sono virtuali. Sono la televisione, internet, videogiochi. Tutto l’apparato mass mediatico si occupa e si preoccupa di inviare segnali sessuali. Non informazione, sia chiaro, ma segnali pieni di doppi sensi, segnali di confusione. Così questi nuovi genitori insegnano l’arte della confusione sessuale ai loro adepti, bambini, giovanissimi e adolescenti. I futuri consumatori. Meglio ancora se si generano situazioni di scontro tra sessi. Ecco formarsi modelli di pensiero omofobi da inculcare nelle donne, a cui seguono pensieri misogini da inculcare nei ragazzi. Sta sotto i vostri occhi: sono anni che l’essere umano è stato abolito, non esiste più. Esistono solamente donne perfide da temere e uomini violentatori da evitare. Punto. Questo è quanto avete insegnato ai vostri figli… anche grazie al silenzio – assenso. Come dire: tanto fumo e poco arrosto, utile a lasciare tutto com’è. E nel silenzio i vostri figli stanno vivendo un dramma le cui conseguenze saranno ben più drastiche di quanto ci si possa immaginare.


LA VIA INTERIORE

Il panico da traffico di Luigi Mastronardi (psicologo)

Cause generali Le cause esatte del disturbo da panico sono ancora in fase di studio. Alcune teorie attribuiscono il problema sostanzialmente all’ingigantirsi dei sensi di colpa. Infatti la paura più grande di un essere umano, insieme alla paura della morte cui è spesso associata, è di non valere agli occhi degli altri e di essere considerato in modo negativo o con ostilità. Oppure si può ingigantire il timore di aver commesso atti riprovevoli agli occhi delle persone che ci sono care. Quando però si prova questa sensazione vuol dire che agiscono ricordi emotivi di ferite che ha subito la propria autostima durante la nostra formazione. Traumi dovuti molto spesso all’inadeguatezza psicofisica rispetto agli adulti con i quali conviviamo e ci confrontia-

mo, ma anche a episodi che avrebbero potuto essere evitati, come abbandoni, mancanza di affetto, critiche cattive, ferite all’amor proprio. Disturbi che non sono però considerati malattie o anormalità, ma sofferenze legate alle caratteristiche del processo evolutivo della specie umana. Sofferenze inevitabili, che possono essere combattute e, in maggiore o minor misura, attenuate. Riconoscere i sintomi A scatenare le prime crisi possono essere lo stress o un fatto molto doloroso come un lutto, un incidente o una separazione: ciò manda in tilt il nostro equilibrio. E così la mente comincia a reagire in modo esagerato a qualsiasi pericolo, anche il più piccolo. Per questo oggi gli attacchi di panico vengono curati con la psicoterapia, con i rimedi naturali, o nei casi più gravi, con farmaci di nuova concezione. I sintomi di

un attacco sono quasi sempre gli stessi. Iniziano con un improvviso senso di oppressione e di soffocamento, poi il cuore comincia a battere fortissimo, si suda e si comincia a tremare. Infine arriva il terrore: senza alcun motivo, si prova un’invincibile paura di svenire e poi di morire. Il tutto dura circa un’ora, poi passa, ma lascia esausti e senza forze. In Italia 3 persone su 100 soffrono di attacchi di panico. Ciò significa che nel nostro paese i “malati” sono almeno 1 milione e mezzo. E le donne sono in numero doppio rispetto agli uomini. I sintomi premonitori, come detto, appaiono improvvisamente, senza alcuna causa apparente e possono includere: • aumento della frequenza cardiaca e/o palpitazioni • sudorazione • dolori al petto • vertigini, stordimento, nausea • difficoltà di respirazione (dispnea)


• sensazioni di sogno o distorsione percettiva (derealizzazione) • dissociazione, la percezione che non si è connessi al corpo o perfino che si è disconnessi dal tempo e dallo spazio (depersonalizzazione) • terrore, una sensazione che qualcosa di orribile stia per succedere e si è impotenti per prevenirlo • paura di perdere il controllo e fare qualcosa di imbarazzante o diventare matti • sensazione di morte imminente • pianto • sensazioni di rivissuto (deja-vu) Non è semplice capire subito che a scatenare questi attacchi è un problema psicologico. Molti pensano di essere colpiti da una crisi cardiaca o di asma. Anche i medici possono sbagliare: uno studio americano ha stabilito che un malato di attacchi di panico viene visitato, in media, da almeno 6 specialisti prima di riuscire ad avere la diagnosi giusta. E questo significa che, nella grande maggioranza dei casi, si viene curati troppo tardi. Se non si interviene subito, infatti, tenere la situazione sotto controllo diventa molto difficile. Dopo le prime crisi, scatta la cosiddetta ansia anticipatoria, cioè si ha continuamente paura che l’attacco si ripeta. Per questo si evitano le situazioni, o i luoghi, in cui si è già stati male. Diventa impossibile salire sui tram, sui treni, sulle auto. O anche entrare in ascensore. Nei casi più gravi, la sola idea di uscire di casa scatena un attacco. Perché nel traffico Crisi di panico in aumento sono quelle che si verificano all’improvviso in mezzo al traffico. I pazienti raccontano che, in auto, avvertono arrivare senza segni riconoscibili: una paura inspiegabile che blocca le capacità di guida, i riflessi si appannano e sembra di perdere il controllo di se stessi. E’ più frequente in autostrada in mezzo ad automezzi pesanti e sulla corsia centrale, laddove si possa avere l’impressione di essere bloccati e di non avere vie d’uscita che consentano un controllo delle proprie volontà. Analogamente si può scatenare prima o durante un percorso in galleria, maggiormente se la galleria è lunga e

non si vede l’uscita. Le forze sembrano mancare con conseguente paura del pericolo imminente per sé e per gli altri, e l’unica cosa che si vorrebbe fare è cedere il volante ad un altro autista. Il panico del traffico può iniziare anche giorni prima dei viaggi, o appena ci si mette alla guida. Un consiglio pratico è quello di mettersi, in autostrada, sulla corsia di destra a minore velocità: questo consente di controllare una via di fuga (sosta di emergenza, piazzole, ecc.) e quindi di avere la sensazione di una maggiore tranquillità. Altro consiglio è quello di sorseggiare una bottiglietta d’acqua, in modo da calmare l’arsura e distrarre l’attenzione. Inoltre può essere utile masticare chewingum, per fare movimenti ritmici che consentano di bruciare l’adrenalina. Terapie su misura Se viene diagnosticato efficacemente però, questo disturbo è curabilissimo. Se il vostro medico non ha trovato alcuna malattia e i sintomi si ripetono, chiedete aiuto ad uno psicoterapeuta. O ai centri ospedalieri per la cura dei disturbi d’ansia. Nella maggior parte dei casi è efficace una “terapia integrata” che prevede l’eventuale uso di rimedi o farmaci congiuntamente ad un aiuto psicologico. Le prime sedute servono soprattutto per conoscere meglio gli

attacchi. Il paziente impara a individuare i sintomi e a tenerli sotto controllo con semplici tecniche di rilassamento. Ma lo psicoterapeuta aiuta anche a spezzare il circolo vizioso dell’ansia e a capire che non esistono legami tra i posti che si frequenta e la malattia. In questo modo, dopo qualche tempo, il malato sa controllare meglio le crisi e può ricominciare gradualmente a condurre una vita normale. Ecco cosa fare subito Come bisogna comportarsi se arriva un attacco di panico? Ecco i consigli degli specialisti: - durante la crisi, il corpo produce adrenalina. Per bruciarla occorre camminare, o fare esercizio fisico, oppure tendere e rilassare i muscoli delle braccia, delle cosce, gli addominali, i pettorali, le mascelle. - respirare in modo profondo e ben ritmato. - contare, cantare, parlare ad alta voce o leggere: è un buon metodo per evitare di concentrarsi troppo sulla paura. - distrarre il cervello, focalizzando l’attenzione su altri pensieri più forti, di maggiore piacere e/o di maggiore impatto (ricordi, fantasie, anche sessuali, progetti imminenti, problemi familiari…). 35


LA VIA DELLE PIANTE

Primi freddi: aglio e meditazione battono i farmaci di Elena De Rogatis - Nextpress

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astiglie e sciroppi addio! Gli italiani preferiscono i rimedi naturali: aglio e meditazione al primo posto delle preferenze tra rimedi e discipline alternative. È quanto riferito dal portale www.cure-naturali.it che ha prodotto uno studio intervistando circa 1.000 utenti della propria community, chiedendo loro come prevengono e curano i più comuni raffreddori, mal di gola e disturbi stagionali. Con l’autunno arriva il freddo e, nel solo mese di ottobre, più di 70mila italiani sono stati costretti a letto da tosse, raffreddore e mal di gola (secondo la Società Italiana di Medicina Generale, 2010). Unitamente alla medicina ufficiale, sono molti gli italiani che scelgono cure alternative, in particolare gli uomini (72% del campione) generalmente meno attenti alle novità in tema di benessere. Ma cosa rispondono gli italiani interpellati sul tema? Quasi il 42% degli intervistati dichiara di utilizzare rimedi naturali e discipline non convenzionali, oltre il 31% rimane fedele alle tradizionali medicine e un’esigua parte del campione -forse per essere sicuri di non sbagliare- aderisce a entrambe le scuole di pensiero (20,16%). Divisi tra rimedi e articolate discipline naturali, è l’aglio in testa alla top 5 dei nuovi naturofili. Ben 3 intervistati su 10 (34,70%), infatti, ammettono di utilizzare questa pianta più che per soffritti o per scacciare i vampiri, come toccasana per prevenire o curare il raffreddore. Antibatterico e antinfettivo, l’aglio proteggere il cuore e aumenta le difese immunitarie in vista dell’inverno. Al secondo posto troviamo la propoli, largamente diffusa e commercializzata, è nota per le sue proprietà immunostimolanti e antiinfiammatorie.

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Seguono al terzo e quarto posto agrumi e argilla. Non solo rimedi officinali, ma anche intriganti discipline esotiche come meditazione (65,25%), idroterapia (25,42%) e moxibustione (7,62%). In particolare le discipline alternative come la meditazione sono utili per bilanciare e favorire l’armonia dell’organismo. L’uso degli elementi naturali come l’acqua, applicata con le giuste proporzioni di temperatura e pressione, aiuta l’organismo

migliorando -per esempio- la circolazione sanguigna. Come indicato nello studio del portale www.cure-naturali.it, tra le discipline citate dagli intervistati, troviamo anche fitoterapia, oligoterapia e aromaterapia. Moda o suggestione, gli italiani sono sempre più affascinati dal nuovo e non si tirano indietro di fronte ai cambiamenti. Ma quali sono i motivi che li spingono a scegliere le cure naturali? Il 47,93% del campione ne è convinto:

ritengono efficaci rimedi e discipline. L’approccio naturalista (26,52%) poi li spinge a preferire essenze ed elementi naturali rispetto a prodotti lavorati industrialmente. Solo una piccola parte del campione (22,87%) pensa al risparmio indicandolo tra i motivi della scelta. Valerio Sanfo Presidente della CONDIB (Coordinamento Nazionale delle Discipline Bio-Naturali) dichiara commentando lo studio: “Oggi, più che mai, la gente ha capito che la prevenzione è la punta di diamante della salute e che farmaci di sintesi presentano un alto numero di controindicazioni. Ciò che sta accadendo è un ritorno intelligente alla natura. Non esiste più la contraddizione tra medicina ufficiale (biomedicina), medicina non convenzionale e discipline naturali; gli ultimi sviluppi sono rivolti verso una medicina olistica, all’interno della quale, finalmente, tutti gli operatori del benessere collaborano”. Internet (85,40%) è la fonte principale attraverso quale gli intervistati sono venuti a conoscenza delle cure, mentre passaparola e pubblicità sono segnalati dal 14,59% del campione. Ancora poco diffuse soprattutto nei piccoli centri, le essenze più particolari sono acquistate tramite shopping on-line, mentre per le discipline ci si affida a professionisti di fiducia o centri specializzati. I numeri degli operatori confermano, infatti, questa tendenza: se le farmacie italiane si attestano sulle 22.874 unità, le erboristerie sono solo 5.407, le parafarmacie 2.245, 1.742 gli shop macrobiotici e 676 i punti vendita omeopatici (fonte SEAT Pagine Gialle 2010). Se l’aglio sarà il portentoso amuleto che ci aiuterà a contrastare tosse e starnuti, è anche vero che avremo di fronte un lungo e freddo inverno senza malanni, ma forse con meno baci...!


LA VIA DELLE PIANTE

Guaranà, gingseng e tè verde: fanno sempre bene davvero? di Cristiana Scoppetta (naturopata)

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l guaranà scientificamente può essere considerato una droga. E’ un arbusto rampicante originario della parte settentrionale del Rio delle Amazzoni e considerato da sempre dagli indios un “elisir di lunga vita”. Dal frutto essiccato, macinato ed elaborato si ottiene una farina ed una pasta scura e amara, anche se gradevole, molto ricca di caffeina (la guaranina). La concentrazione nei chicchi di quest’ultima è dell’ 8% contro il 2% dei chicchi di caffè. In poche parole il guaranà è un concentrato di caffeina. La caffeina è un alcaloide (xantina) che viene assorbito interamente nello stomaco e nella parte alta dell’intestino in meno di un’ora e poi distribuito in tutto il corpo attraverso i liquidi che lo attraversano, mentre la metabolizzazione avviene attraverso il sistema enzimatico del fegato. Si è sempre sostenuto che la caffeina migliori le prestazioni in genere perchè sveglia e sostiene il cuore, anche se non esistono prove scientifiche che dimostrino la sua capacità di aumentare le potenzialità di un atleta. Da qualche anno il guaranà è diventato una moda grazie alla sua immagine di “antico rimedio” ma per noi “nuova”, una sostanza miracolosa che sembra andar bene come soluzione per quasi tutti i disturbi. Spesso viene consigliato alle persone che hanno un calo vitaminico, ma il guaranà è un energizzante; questo significa che è uno stimolante con il potere di alterare la percezione della stanchezza e della potenza ritardando la sensazione di affaticamento, ma non integra alcuna vitamina, sale o oligoelemento. Essendo uno psicotropo, se assunto entro una certa dose, permette la manifestazione di sensazioni piacevoli come l’aumento dello stato di veglia e lo stato di concentrazione. Il guaranà ha potere astringente, aumenta la frequenza cardiaca, ha un effetto sulla termogenesi e sulla diuresi

cioè favorisce lo scioglimento dei grassi nei tessuti e l’eliminazione dell’accumulo di liquidi; ha proprietà che bloccano la produzione di stamine quindi è efficace sull’asma allergica e sulle allergie in genere. Al contrario, dosi maggiori possono compromettere lo stato di salute di chi lo assume a causa dell’ effetto che la caffeina ha sull’ inibizione dei recettori benzodiazepinici. Una dose sbagliata può scatenare agitazione, tremori, ansia, nausea, vomito, stress, ed insonnia, aumento dei succhi gastrici con conseguenti gastriti fino alla perforazione della parete dello stomaco, disturbi intestinali di tipo colitico, aumento della pressione arteriosa, ipertiroidismo con interferenza sull’assorbimento di ferro e calcio ed aumentare la concentrazione plasmatica del sangue. Di conseguenza il guaranà molto facilmente interferisce sull’assunzione di farmaci aumentandone o riducendone la loro efficacia. In caso di abuso, che può avvenire o perchè assunto in grandi dosi o per lunghi periodi, la conseguenza è l’insorgere di depressione, difficoltà di concentrazione e demotivazione psico-fisica fino a gravi crisi emicraniche. La caffeina sempre ed in qualunque dose venga assunta ha il potere di attraversare la placenta ed è assorbita in dosi elevate dal latte materno. Per aumentarne l’effetto, soprattutto a sostegno delle diete e dell’ attività fisica, il guaranà è associato al tè verde, al gingseng e/o similari. Questi ultimi, anch’essi ricchi di caffeina, hanno le stesse proprietà e controindicazioni. La cosa più sbagliata da fare è quella di sostituire il guaranà ad una delle altre due sostanze se l’intolleranza deriva dalla caffeina stessa. Un altro errore che si commette è quello di sostituire il tè verde con il tè bianco poichè, nonostante il nome diverso, la sostanza è la stessa: cambia solo il

periodo di raccolta ed il tipo di essiccatura. In commercio troviamo molti cosmetici che contengono caffeina, tè verde o estratti di guaranà, e le precauzioni usate devono essere le stesse che se assunti per bocca. Una crema viene assimilata nello stesso modo di una compressa, infatti, sempre più spesso, si trovano in commercio farmaci sotto forma di cerotto cutaneo, molti non credono alla loro completa efficacia, ma allora non esisterebbero prodotti tipo anticoncezionali in forma di cerotto, perchè risulterebbero poco sicuri. Ogni periodo segue una “moda” del momento; spesso è una riscoperta di qualcosa che esiste da sempre e che gli antichi usavano prima di noi. Questo è un mito legato alla credenza che un popolo antico agisse secondo una coscienza, una conoscenza ed una saggezza “migliore” di quelle di oggi. Non si vuole screditare ciò, ma non per questo è lecito credere che per forza qualcosa debba andare bene sempre e per forza anche a noi. Naturalmente ognuno è libero di assumere sostanze ricche di caffeina, ma sarebbe sempre meglio agire secondo un buon senso, e forti di un’appropriata conoscenza. 37


LA VIA DEGLI ANIMALI

Arte medica, arte della guerra di Andrea Sergiampietri (medico veterinario)

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a natura è matrigna! Su questo i fatti parlano da soli: epidemie di peste, colera, tubercolosi hanno piegato, nei secoli, città, regni e nazioni. La violenza della natura con potente indifferenza non risparmia nessuno! Con la furia di terremoti, esondazioni, tsunami, nuove e vecchie malattie, magari veicolate dagli animali, virus e prioni può mettere in ginocchio l’economia delle nazioni seminando morte e distruzione. Dall’origine dei tempi l’uomo, dotato di solo raziocinio, si è trovato a fronteggiare i pandemici violenti attacchi, finché, procedendo per tentativi e fallimenti, si udirono i primi vagiti di una nuova mirabile creatura: la medicina moderna, scientifica e affidabile. L’uomo, autoproclamatosi sapiens, fece squadra con se stesso distinguendo tra ciò che era umano e il resto da ordinare e classificare: il regno minerale, vegetale e animale..regni da cui difendersi, da utilizzare, usare... essendone l’incontrastato Re. Difendersi dalla natura matrigna e usarne i suoi figli per conquistare sicurezza, benessere e ancor più benessere nei secula seculorum. Tra i primi vi fu Galeno, il medico dei romani che iniziò a dissezionare e vivisezionare animali per carpirne i segreti anatomici e fisiologici, da trasferire, per analogia, al funzionamento dell’uomo. Nell’arena dei gladiatori a Roma (162 dc.) attraverso le finestre del corpo, aperte a colpi di spada, Galeno ebbe il primo contatto con l’anatomia umana. Le sue scoperte rimasero verità assolute per centinaia d’anni finché, con la caduta del tabù della dissezione di cadaveri umani, vennero per lo più confutate. I posteri si liberarono della sua eredità con facilità, l’ingenuo Galeno aveva con troppa fretta trasferito le scoperte dal corpo dell’animale a quello dell’uomo! Per secoli la medicina rimase puerilmente affascinata dalle arti magiche di ciarlatani, poeti romantici, rimedi della nonna e superstizioni alchemiche, insomma perditempo di varia natura che, pare incredibile, si limitavano ad 38

osservare la natura, come se fosse possibile apprenderne qualcosa di utile in modo pacifico, senza doverla torchiare ai ceppi per strappare alla sua indifferente reticenza il segreto della vita e della morte.. o meglio con la morte! Tra questi ingenui annoveriamo Hahnemann, Goethe, Steiner, Bach, Haushka. Senza perdere ulteriore tempo e senza farsi fuorviare dai panteisti, sempre in agguato, o dagli immanentisti, mai

dimenticati, arrivarono Virchow con la sua teoria cellulare, Lister e l’antisepsi, Pasteur e Koch con la scoperta dei microrganismi, causa di malattie infettive, per giungere a Flemming (1928) con la scoperta casuale della penicillina. Da questo momento in poi vennero scoperte nuove medicine potenti, affidabili, con risultati ripetibili e sicuri ..tutto sotto la promettente luce del metodo sperimentale. Finalmente l’uomo poteva disporre di un arsenale terapeutico. Certo “arsenale terapeutico” è un po’ come dire “bombe della salute”. Dal gladio di Galeno arriviamo dunque all’elettro-bisturi e al bisturi laser, insomma: cose da guerre stellari! Ora, mi rendo conto che questa introduzione potrebbe apparire come un’esagerata generalizzazione della storia della medicina. Però, a ben vedere, una correlazione tra arte della guerra e arte della salute non mi pare così impensabile, né a livello lessicale (effetti collaterali del farmaco, danni collaterali delle bombe, target biologico, linfonodo

sentinella per es.) e tanto meno a livello strutturale: la visione polare tra uomo sano e malattia, come lotta del primo contro la seconda. Tutti gli altri punti di vista presentatosi nei secoli, anche in Ippocrate, sono stati via via scartati e classificati come superstizioni o romantiche idee di un’umanità adolescente capace di nient’altro che stupore innanzi alla natura. La guerra della salute, antitetico accostamento di termini che richiama la guerra per la pace, abbisogna di fondi, campi di battaglia, nuove terapie per vecchie o nuove malattie e vittime sacrificali in abbondanza. Vittime sacrificali, talvolta umane, ma prevalentemente e inesorabilmente animali. La chiamano sperimentazione animale ma altro non è che una voluta edulcorazione del termine vivisezione, ovvero tortura di esseri viventi. Si fa anche in guerra, serve ad ottenere informazioni dai prigionieri, il nemico. A questo proposito come non accennare alla famosa Direttiva UE del 9 novembre 2010 in materia di sperimentazione animale recante un titolo ancora una volta antitetico al contenuto: “Sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici”? Molto dibattuta e contrastata presenta, secondo alcuni, migliorie sul tema del benessere animale rispetto alla precedente: maggiori controlli su stabilimenti ed esperimenti, l’obbligo di accettare i risultati di sperimenti già effettuati in altri stati membri, un maggior impegno a ricercare metodi di ricerca che risparmino vite animali. Per contro, ricompare la possibilità di usare animali randagi e la possibilità di riutilizzare gli stessi animali nel caso che il già subito esperimento non abbia comportato danni ingenti (invito vivamente a consultare le tabelle di classificazione della sofferenza della direttiva). Quello che si nota di più nel testo è però la gran abbondanza del uso del condizionale (dovrebbero..) e di frasi che iniziano con “se” e che lasciano porte aperte a scenari di sofferenza fisica ed emotiva per gli animali usati. Inutile farsi illusioni sul riferimento alla “protezione animale” del titolo, nella seconda pagina la



LA VIA DEGLI ANIMALI

prima considerazione sulle motivazioni che hanno reso necessaria la normativa recita: esistono norme diverse nei paesi dell’unione e tali disparità rischiano di costituire degli ostacoli agli scambi di prodotti e sostanze per lo sviluppo dei quali sono effettuati esperimenti su animali. Quindi la nuova direttiva ha una

forte finalità commerciale che nulla ha a che fare con il benessere degli animali... quest’ultimo è di fatto in secondo piano già negli intenti introduttivi! Quindi la medicina ufficiale, figlia del pensiero scientifico razionale, è la potente alleata dell’uomo nella sua

lotta per la sopravvivenza e la conquista della libertà dalle malattie. Per sviluppare nuovi farmaci è necessario fare ricerca, una strada molto lunga e costosa. Le molecole candidate a diventare farmaci devono dimostrare, in primis, di non essere nocive per l’uomo. E dunque i test su colture cellulari, le molecole vengono somministrate agli animali, in questo modo si capisce qualcosa di più sugli effetti della sostanza. Solo dopo il superamento di questa fase sperimentale (fase zero) il potenziale farmaco (dal greco Pharmakon: medicina, veleno) viene somministrato a volontari umani. Se tutto va bene avremo una nuova cartuccia nel nostro arsenale farmacologico. In Italia nel periodo 1995-2003 sono stati usati per la sperimentazione dei farmaci quasi 9 milioni di animali e nemmeno investiamo molto in ricerca, immaginiamoci i numeri degli altri Paesi (Dati del Ministero della Salute, GURI 12/9/98 n.213, 30/11/01 n.279, 4/1/2005 n.2). Nove milioni di vittime di un approccio alla vita che ha rinunciato alla possibilità di un dialogo con la natura esteriore e interiore, che costringe a vivere in difesa, che percepisce ogni stimolo esterno come un potenziale attacco e ha quasi perso la capacità di rimanere ai bordi di un bosco in semplice silenzio, con stupore e riconoscimento. E’ giusto che la sofferenza venga curata con farmaci ottenuti con altra sofferenza? “Mi oppongo alla violenza perché, quando sembra produrre il bene, è un bene temporaneo; mentre il male che fa è permanente. (Mahatma Gandhi)” Esiste per chi lo desidera un modo diverso di entrare in contatto con la Vita, un modo non violento né nel pensiero né nelle azioni; ed è anche molto concreto. Possiede strumenti terapeutici, ottenuti con l’intuizione, l’osservazione e non sperimentati su animali. Tra questi l’omeopatia, la floriterapia, i rimedi antroposofici, citando solo quelli che conosco, e soprattutto gli strumenti principe: ascolto, comprensione, riconoscimento e perdono. Questi stessi strumenti possono essere usati per gli animali, le piante, la terra; non appartengono all’Arte della Guerra e possono portare la Pace in noi e di riflesso a tutto ciò che ci circonda.

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PAROLE E MUSICA a cura di Francesco Giordano

Annie Lennox

A Christmas Cornucopia (Decca/Universal)

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nnie Lennox ha inciso il suo primo lavoro solista nel 1992 con il titolo “Diva”. La cantante britannica, fondatrice e membro degli Eurythmics dopo il distacco dal duo con l’ex-compagno Dave Stewart, dal 1992 ha portato avanti una carriera solista di successo. Non a caso Annie Lennox ha venduto oltre 78 milioni di dischi, e ha ottenuto riconoscimenti di spicco fra cui l’Oscar per la migliore canzone per “Into The West” dal film ‘Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re’. Oggi l’artista si ripresenta con il suo sesto album solista, una collezione di 11 tradizionali canzoni di Natale reinterpretate e riarrangiate con particolare classe e senso dell’armonia. A Christmas Cornucopia contiene anche un nuovo brano della Lennox, dal titolo Universal Child, i cui ricavati di vendita saranno devoluti alla “Fondazione Annie Lennox”, che raccoglie fondi per operazioni umanitarie che sostengono cure ed educazione di donne e bambini in Africa colpiti dal virus HIV. La maggior parte dei pezzi proposti, oltre che interpretata è anche suonata dalla stessa Lennox, in collaborazione con il coproduttore Mike Stevens, e i brani sono stati incisi presso il suo studio londinese. Nell’album inoltre partecipano 34 differenti cori che interpretano brani tradizionali natalizi inglesi, francesi, tedeschi a testimonianza del linguaggio universale del quale questa straordinaria interprete è da molti anni portavoce.

Fourplay

Let’s touch the Sky (HeadsUp/Egea)

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Fourplay sono un tipico esempio di come il jazz possa essere reso godibile e fruibile senza cadere nello scontato: nel 1991 quattro formidabili solisti come il tastierista Bob James, il bassista Nathan East, il batterista Harvey Mason e il chitarrista Lee Ritenour, decisero di realizzare un progetto comune, dopo aver collaborato all’album Grand Piano Canyon di Bob James. Da allora hanno affiancato alla carriera solista la preziosa collaborazione comune che li ha portati, come Fourplay, a diventare uno dei nomi di riferimento nel panorama contemporary jazz internazionale. L’unica doppia staffetta vissuta dalla formazione arriva nel 1998 quando Larry Carlton prende il posto alla chitarra di Lee Ritenour e oggi con il nuovo album “Let’s touch the sky”, con Carlton che a sua volta passa il testimone a Chuck Loeb, altro grande maestro delle sei corde. Il nuovo lavoro, dodicesima fatica discografica del super-

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gruppo, vanta tantissimi nomi di spicco in ambito di smooth e contemporary jazz. La formazione brilla come sempre negli episodi squisitamente strumentali, ma questo lavoro è ulteriormente impreziosito grazie all’apporto di alcuni vocalist di assoluto spessore come Anita Baker e Ruben Studdard che interpretano le due cover del disco: rispettivamente “You’re my thrill” e “Love TKO” di Cecil e Linda Womack. Ma in tutti gli 11 brani contenuti nel CD si apprezza il perfetto interplay fra i musicisti e sotto questo aspetto l’innesto di Loeb (autore peraltro di due pezzi) da nuova linfa e vitalità alle esecuzioni. Per i Fourplay un gradito ritorno con uno dei migliori album di smooth jazz ascoltati in questo 2010.

João Bosco

Senhoras do Amazonas (Yellobird/Egea)

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ativo di Ponte Nova nello stato del Minas Gerais in Brasile, il sessantaquattrenne João Bosco è uno dei rappresentanti più autorevoli della MPB, la musica popolare brasiliana. Segue sin da piccolo gli studi della chitarra; laureato in ingegneria abbina alla professione tecnica quella di musicista e cantante quando, a cavallo fra i Sessanta e i Settanta, si trasferisce a Rio de Janeiro e le sue composizioni sono portate al successo da Elis Regina, una delle più belle voci della storia Bossa Nova. In quegli anni Bosco si afferma grazie alla sua capacità di fusione fra jazz, Bossa Nova, musica afro americana e araba e in virtù delle sue capacità di vocalist capace di grandi virtuosismi vocali. Il nuovo “Senhoras do Amazonas” vede l’artista brasiliano affiancato dalla NDR Big Band di Amburgo, formazione orchestrale tedesca nata nel 1945 e che ha ospitato fra gli altri Dusko Goykovich, Dexter Gordon, Slide Hampton ed Horace Parlan. La collaborazione in studio è stata preceduta da un tour di successo in Brasile che ha visto sul palco João Bosco e la NDR Big Band. Fra i brani presenti nel disco troviamo alcuni omaggi alla Bossa Nova come in “Desafinado”, “Angela” o “Chega de Saudade”, altri a firma dello stesso Bosco con Aldir Blanc come “Nacao”, “A Nivel de…”, “Bodas de Prata” o la ‘title track’ firmata da Bosco con Antônio Carlos Gomes Belchior, anch’egli musicista e raffinato autore brasiliano. “Senhoras do Amazonas” è la migliore occasione per conoscere le straordinarie qualità di questo grande interprete, autore e musicista brasiliano.

Esperanza Spalding

Chamber Music Society (HeadsUp/Egea)

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speranza Spalding è una delle più sorprendenti bassiste apparse sulla recente scena internazionale: già prodigio del contrabbasso all’età di quindici anni, a venti era la più giovane insegnan-

te del Berklee College of Music, lavorando a fianco di Pat Metheny, Joe Lovano e Patti Austin, solo per citarne alcuni. L’artista abbina una tecnica sopraffina al contrabbasso a una voce a dir poco incantevole: passa con disinvoltura dal bebop al flamenco, dall’inglese al portoghese. Il nuovo lavoro, dal titolo “Chamber Music Society”, la vede affiancata dalla batterista Terri Lyne Carrington e dal pianista Leo Genovese. Originalissima e singolare la scelta della Spalding di creare un moderno ensemble di musica da camera unendo l’improvvisazione cardine del jazz con morbidi e sofisticati arrangiamenti per trio d’archi: ne deriva un sound nel quale è facile rinvenire elementi tratti da jazz, folk, world music e richiami alla musica classica. “Ho trascorso buona parte della mia prima esperienza musicale suonando musica da camera al violino”, afferma la giovane artista. “Sono affascinata dal concetto di opere intimistiche che si possono suonare e condividere tra amici in un ambiente intimo. Così ho deciso di creare la mia versione di musica da camera contemporanea e ho aggiunto un ulteriore capitolo alla sua ricca storia”. Obiettivo perfettamente raggiunto.

John Scofield

New Morning The Paris Concert DVD BluRay (Inakustik/Egea)

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l cinquantanovenne chitarrista e compositore statunitense dell’Ohio John Scofield è uno tra i più famosi e rinomati artisti jazz internazionali, che nella sua luminosa carriera ha inanellato collaborazioni con i più grandi jazzisti di sempre, da Miles Davis a Charles Mingus, Chet Baker, Gerry Mulligan, Gary Burton, George Duke, Billy Cobham, Pat Metheny, Bill Frisell, Charlie Haden, Jack DeJohnette, Joe Henderson e che in più occasioni ha saputo trovare nuove soluzioni musicali toccando molti mondi musicali, dal jazz più sperimentale, al rock, al funky, al rhythm&blues. Questo DVD in formato BluRay è la splendida testimonianza del concerto tenuto il 23 aprile 2010 al New Morning Club di Parigi, dove per l’occasione Scofield si è esibito con il supporto del batterista Bill Stewart, il bassista Ben Street, e il pianista Michael Eckroth che per la prima volta ha avuto modo di calcare un palco francese. In oltre due ore di performance ‘Sco’, come viene chiamato da molti, si esibisce con la sua band attraverso i territori del jazzfunk, per poi improvvisare in numerosi passaggi e fraseggi fino a spingersi nel post-bop a lui caro. Non mancano pezzi a firma dello stesso chitarrista come “The Guiness Spot” o la rivisitazione di uno dei pezzi preferiti di Gil Evans, “My Foolish Heart”. Nella sua carriera il chitarrista ha saputo toccare con intelligenza territori sonori come blues, r’n’b, soul, rock, jazz, funky, fusion, psichedelia e gospel in un percorso di costante ricerca e in questo DVD ne apprezziamo i risultati.



PAROLE E MUSICA a cura di Mari Valentini

Duccio Demetrio

Concita De Gregorio

L’Interiorità maschile

Malamore

Le solitudini degli uomini

Esercizi di resistenza al dolore Le donne, i loro uomini e la violenza.

(Raffaello Cortina Editore)

(Mondadori)

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n che cosa consiste la vita interiore? E se l’interiorità è il luogo segreto e profondo della propria coscienza, uomini e donne sono simili nell’abitarlo? O no? Se l’interiorità è una categoria dell’anima, una propensione all’ascolto ed alla cura, per sé stessi e gli altri, se vuol dire propendere all’indagine dei desideri, propri e di chi ci sta attorno, cosa ne è di quella degli uomini? E’ un cammino difficile, questo, proposto dall’autore nell’universo della sensibilità maschile, e nei meandri di quei copioni appresi fin dall’infanzia, che li costringono al destino dell’esteriorità, al rifiuto di ogni dimensione magica che sappia scendere nel nostro essere, senza avvertirlo come pungente e fastidioso, come una limacciosa minaccia. Nelle donne, al contrario, questa attitudine sa specchiare la loro personalità in una dimensione lunare, di immutabile e consapevole riflesso rispetto a quel “maschile”, che le pervade da sempre. L’importanza di riscoprire il valore antico della solitudine, senza la quale non si educa la propria interiorità, è il tema di questo libro coraggioso, e l’autore, docente di Filosofia dell’educazione dell’Università Bicocca di Milano, ne suggerisce vie nuove, che conducano ad un’idea di virilità più problematica e profonda, più generosa ed eroica, che sappia affidarsi, senza esitazioni, alle donne, come complici di questo percorso di speranza e di crescita. 44

erché le donne hanno più confidenza con il dolore? Perché esso finisce col divenire loro compagno di vita, come un nemico sotterraneo, o piuttosto, come un amico, con cui convivere, a cui abituare pian piano l’animo e la mente… fino a farlo divenire l’orologio inconscio e complice della propria esistenza? Ribellarsene non serve, disperde le energie: trasformare piuttosto la tolleranza e la sofferenza nella forza, è questa la lezione antica. Le storie raccontate in questo libro dall’autrice sono un’antologia sferzante di racconti sul tema delle relazioni tra uomini e donne, varianti che ci spiegano perché da parte delle donne non si sa respingere la violenza, perché la si sopporta di giorno in giorno, per una vita intera, che sia fisica o mentale, esercitata sul corpo o sulla personalità, sul modo d’essere e manifestarsi al mondo. E poi quant’è alta la posta in palio? Molte donne soccombono, alcune muoiono dentro, alcune vivono quest’esperienza come un puro esercizio di stile, di quotidiana penitenza. Le storie raccontate da Concita De Gregorio sono scie luminose, talenti femminili talvolta sbocciati da uno sfregio, talvolta umiliati e spenti per sempre da uno sfregio, in fondo sono gesti ordinari, quelli degli uomini, che educano le donne all’obbedienza silenziosa. Eppure non è un libro sulla violenza domestica questo, quanto una raccolta di vicende che ruotano attorno ad un’altra domanda, speculare ed opposta: come mai, ancora oggi, le donne che non hanno bisogno degli uomini, di vent’anni o quaranta, che non necessitano della tutela dei loro compagni e mariti sono disposte a sopportare? Perché non si ribellano? Per vergogna e paura… ma di cosa? Nel nome, spesso, di una consapevolezza, di una presunta consapevolezza delle debolezza maschile… di un eccesso di considerazione di

se…del saper accettare l’ira, la fragilità, la vulnerabilità del proprio compagno? Gli uomini come i neonati non trovano le parole, non trovano i gesti…bisogna insegnarglieli.

Pascal Boyer

E l’uomo creò gli dei Come spiegare la religione (Odoya edizioni)

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utte le teorie sull’origine della religione sono riconducibili a due cose semplici: le menti umane sono assediate da spiegazioni ed il cuore degli uomini ha bisogno di consolazione. L’intelletto è incline all’illusione. Adorare le divinità rafforza nelle comunità un sentimento di coesione. In questo libro, tradotto per la prima volta in italiano, l’autore spiega come mai gli uomini abbiano creato i loro concetti in materia di religione, con un approccio che associa antropologia culturale, scienze cognitive, psicologia

e biologia evoluzionista. L’autore giunge a una spiegazione naturalista della religione senza tralasciare alcun aspetto, dal sovrannaturale agli spiriti e gli dei, dal culto dei morti, ai rituali. Attraverso esempi provenienti da varie regioni del mondo, l’autore cerca di dimostrare l’ipotesi secondo cui le credenze religiose esisterebbero a prescindere dalla loro utilità sociale. A suo avviso, le forme di credenza appartengono a un insieme di sistemi cognitivi immutati nel nostro cervello, nei secoli. In questo senso, la religiosità viene indagata rispetto alle sue ragioni evolutive e rispetto a quell’insieme di sistemi concettuali che li scandiscono nel tempo.



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