BioGuida 39 - Inverno 2012/13

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INVERNO 2012/13

N. 39 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO



BioGuida

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 39 inverno 2012/13 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n° 1067 del 26/03/03

in questo numero

Testata iscritta al ROC n.16994. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1 CNS TS

Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Piazza Vico 7 B, 34131 Trieste (TS) Tel. 040.3229773 - Fax 040.9890285 Info-line: 338.8852117 info@bioguida.com - ppbi@bioguida.net Sito web: www.bioguida.com Abbonamenti: 040.3229773 - 338.8852117 info@bioguida.com CCP 51506707 Pubblicità e Marketing: 338.8852117 ppbi@bioguida.net Impaginazione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste Stampa: Mosetti Grafiche, Trieste. La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in abbonamento postale o in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità.

Direttore responsabile: Mari Valentini

La via interiore:

La via del cibo:

Il Cerchio della Vita 2013

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L’arte dell’agguato: Nagualismo e Sciamanesimo Tolteco

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La via delle stelle:

Marco Baston, nagualista.

Manuela Gatti, consulente di salute naturale. Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Roberta Giurissevich, astrologa.

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I transiti del nuovo anno sul Sole

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La via della scienza:

Le Costituzioni Iridologiche

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La via degli animali: Gli incontri: L’anima tra le mani

Omeopatia: come esercitare un sincero scetticismo

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I luoghi: I luoghi della BioGuida

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Parole e musica: Intervista a Nossa Alma Canta

Rodolfo Carone, ass. Gendai Reiki Italia. Elisabetta Conti, antropologa, iridologa.

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Un innovativo test del DNA

Direttore editoriale: Pierpaolo Bon I nomi di questo numero:

La purezza del digiuno

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Nasce a Trieste la prima scuola per mamme e papà

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Recensioni CD Recensioni libri

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Roberto Sancin, TRE-GI s.a.s. Andrea Sergiampietri, medico veterinario, omeopata. Disegni e immagini: Cristina Bernazzani, Manuela Frisone, Gianni Maran, Moreno Tomasetig (quando non diversamente specificato)

In copertina: “Questa è la vita” di Gianni Maran

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EDITORIALE

Il quinto sole I

calendari, si sa, sono le ancelle del tempo. Sipari che scandiscono con meticolosa ed inconsapevole pazienza il nostro umano cammino nel mondo. Ci donano la sicurezza placida di un divenire molteplice, ci promettono accoglienza e pluralità di prospettive che accomunano tutte le civiltà e i popoli, oltre le loro apparenti differenze, e soprattutto, definiscono la nostra vita terrena in un luogo e uno spazio preciso. Di solito, tuttavia, gli orizzonti troppo nitidi ci annoiano, e allora ci aspettiamo con ciclicità martellante l’evoluzione e il cambiamento delle nostre geometrie interiori: non ci basta la linearità delle situazioni, abbiamo bisogno di credere che tutto cambi perchè nulla cambi, e attendiamo con aspettative sempre nuove e, sempre in fondo identiche, la nostra costellazione personale alla mezzanotte del 31 dicembre di ogni anno. Ci piace ascoltare, come per una magia che si ripete e come le favole ascoltate ed imparate da bambini, la confortante e insensata litania dei dodici irreparabili rintocchi, ridurre un “tre” con un “due”, un “due” con un “uno”, fino allo scoppio simbolico di tappi di bottiglie che ci traghetta verso un futuro “ulteriore”, purchè sia un altro futuro, diverso dal presente e dal passato, purchè sia speranza d’ignoto, un oroscopo rassicurante. E soprattutto quest’anno, ci aspetta, con grande mistero, l’arrivo di una nuova era da vivere, come un almanacco di sorprese individuali e collettive che la tradizione Maya annuncia d’auspicio di una trasformazione epocale ed un inizio che non è senza precedenti, è solo un inizio, ma che invece i media traducono come catastrofe e banale fine per tutta l’umanità. Il Quinto Sole, il 21 dicembre prossimo, dopo ventiseimila anni sorgerà congiungendosi all’intersezione tra la via Lattea 2

e il piano dell’ellittica. Nella spiritualità Maya, il calendario sacro intreccia individui e Natura in un cerchio comune, non ci sono differenze tra gli uomini e le stelle, vi è un unico grande abbraccio con il maestoso padre Cosmo. Ogni frammento d’esistenza è geloso custode della propria e preziosa trascendenza. D’altronde, seppure ci aspettasse un qualche disastro, di grandi catastrofi l’umanità è intrisa fin dalla notte dei tempi. Il più antico di cui la memoria storica ci ha lasciato traccia fu una gigantesca alluvione che sconvolse la Mesopotamia, terra dei Sumeri, tra il

Tigri e l’Eufrate attorno al 3000 a.C. Noto come Diluvio Universale ci è stato tramandato tanto dalla Bibbia che dalle antiche saghe sumeriche. Unico a scampare fu il principe-sacerdote Ut Naphishtim, il Noè biblico, che assieme alla sua famiglia e ai suoi animali sopravvisse su una barca che aveva costruito su comando divino, fino ad arenarsi tra i contrafforti montuosi dell’Urartu o Ararat, l’attuale Kurdistan. Noè, proprio per essere riuscito a sopravvivere a tale disastro venne considerato una divinità della tradizione babilonese e profeta di Dio dai testi biblici, per cui da lui discesero una serie di popoli da cui scaturirono le civiltà del Medio Oriente, tra cui quella ebraica che costituisce una delle radici

della civiltà europea ed occidentale. Naturalmente questa discendenza non va intesa in senso biologico quanto culturale e dunque è metafora dell’estensione della civiltà del ricco e raffinato Sud sumerico alle più “barbare” contrade della Mesopotamia settentrionale e dell’Ararat, com’è documentato dalle scoperte archeologiche di Ebla e Mari, antichissimi regni semitici dell’Alta Mesopotamia. Qui le campagne militari dell’imperatore Sargon (2350 a. C.) unificarono i paesi del Golfo persico al Mediterraneo orientale favorendone appunto l’estensione e la comunione di tradizioni e ritualità. Lo stesso Abramo, progenitore del popolo d’Israele, era discendente di Noè e proveniva da quell’Urartu o Ararat, chiamato dalle popolazioni indigene Caldea o Caldia, in cui si era arenata l’arca dell’antichissimo patriarca. Anche per Abramo si può ipotizzare che la discendenza da Noè fosse di carattere culturale, e questo confermerebbe che il popolo caldeo, nucleo del futuro Israele, avesse origini mesopotamiche, come affermato dalla Bibbia stessa. Dunque da un epocale disastro naturale accaduto all’alba della nostra storia sono derivate conseguenze positive nell’estensione delle civiltà dell’antico Medio Oriente e di conseguenza delle radici della nostra stessa cultura d’appartenenza. Così anche oggi, in questo passaggio che ci apprestiamo a vivere, tra curiosità laica e mistero spirituale, possiamo nutrire fiducia in un arcobaleno nuovo, di benevolenza e fratellanza condivisa, così come quello apparso sull’Ararat fu segnale di una nuova epoca, dopo un diluvio purificatore. Il direttore responsabile Mari Valentini marivalentini@libero.it


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LA VIA INTERIORE

Il Cerchio

Perchè Modena?

T

utto nella vita è Cerchio: la Vita stessa è un Cerchio, nel suo modo di esprimersi con le stagioni, i cicli lunari, le nascite e le morti. Il Cerchio è onnipresente in Natura... la struttura fisica dell’Universo, dalle particelle più piccole ai pianeti, è un Cerchio e tutto partecipa al grande Cerchio dell’esistenza. Il Cerchio è la figura dell’Armonia e non ha lati deboli: la sua forza sta nell’uguaglianza di tutti i punti che lo compongono nell’equidistanza dal centro. In Giappone, la parola Cerchio si dice Enso e significa, tra le altre cose, Illuminazione, Forza, Universo. La sua caratteristica è quella di aiutarci a connetterci con la vita, con tutto il creato. Ogni volta infatti che ci troviamo a formare un Cerchio con altre persone, in realtà siamo interconnessi tra noi. E, con la forza stessa della creazione, rappresentiamo non solo la somma dei singoli individui, ma tutta la vita nella sua manifestazione. Ciò che tiene unito un Cerchio, che lo rende coeso, è la sua forza centripeta, la sua intenzione, che è l’armonia di cui l’essenza, alla fine, è l’Amore. Questo è da sempre retaggio dell’umanità, che usava questa forma per ritrovarsi e condividersi attorno ad un fuoco, per scaldarsi e prendersi cura di se stessi e degli altri. La Vita non chiede altro che Vita, di essere più Vita, nella sua massima manifestazione. Noi siamo Vita, ne siamo pervasi e, quando ci riuniamo, la condividiamo, manifestiamo e portiamo all’esterno ciò che siamo, le nostre qualità e le nostre potenzialità, siamo con essa. E’ importante avere attorno a noi persone che ci rappresentino, che ci riflettano come uno specchio, in modo che basti guardarle, o pensarle, per ri-conoscere chi siamo veramente, come vogliamo sentirci connessi con la Vita, soprattutto nella nostra quotidianità rumorosa, fatta di pensieri e caos, paura, divisioni. La malattia della società moderna è l’alienazione, la sensazione di essere 4

divisi dal tutto. Il grande e unico problema dell’uomo è un problema di identità. Come dice Neale Donald Walsch, autore di Conversazioni con Dio, “dare trasforma l’avere in Essere”. Non c’è niente che ci faccia evolvere e crescere più velocemente come persone, quanto mettere ciò che siamo a servizio degli altri. La Vita non ci chiede altro che essere realmente ciò che siamo, così come a un fiore non viene chiesto altro che essere un fiore, e questo lo mette nel suo esatto posto al centro del Ciclo della Vita.

Il Cerchio della Vita 2013 Giunto alla sua terza edizione (le prime due si sono tenute a Trieste nel marzo 2010 e nell’ottobre 2011) si svolgerà a Modena, presso il Forum Guido Monzani, in Via Aristotele 33, dal 22 al 24 marzo. Il Cerchio della Vita ha uno scopo preciso: mettere in connessione tra loro rappresentanti di antiche tradizioni e filosofie con relatori di fama mondiale che abbiano in comune l’intento di mettere attenzione su ciò che ci unisce come umanità, in modo tale da rispondere alla domanda che fa da sottotitolo a questo evento: “Dove possiamo andare tutti assieme, con la coscienza che siamo un Unità chiamata Umanità, mettendo in coerenza i nostri cuori e le nostre menti in un intento comune di armonia e pace?” Dalla risposta che sapremo darci, vedremo il mondo che lasceremo ai nostri figli… Saranno presenti tra gli altri, Lynne McTaggart, Howard Martin e Roger Nelson, responsabili dei tre progetti più importanti al mondo sullo studio dell’intenzione di massa e sull’effetto di quest’ultima sull’ambiente. Per la prima volta saranno assieme e per la prima volta al mondo si svolgerà un esperimento e uno studio con il pubblico presente in sala e collegato via web.

Nella fase progettuale del programma, abbiamo assistito al dramma del recente terremoto, che ha visti coinvolti e ha colpito molte persone care, i loro amici o le loro famiglie. Vista la natura dell’evento, i valori di umanità, comunità e coscienza della vita che perseguiamo, ci sembrava doveroso portare l’attenzione alle zone e alle persone che tuttora soffrono dopo il recente sisma. E’ necessario sviluppare un intento comune, una coscienza condivisa, quella di essere tutti appartenenti ad un’unità e, in questa ottica, è fondamentale far seguire le azioni concrete alle parole. L’idea è quindi di portare la presenza di relatori internazionali nelle terre emiliane, promuovere per quello che è possibile l’economia locale, attirare un buon numero di persone a riempire alberghi, ristoranti, negozi, ecc. Dare la possibilità alle persone interessate o segnalate dalle organizzazioni, che versano in difficoltà gravi dovute al terremoto, di partecipare gratis alle giornate dell’evento. Destinare parte degli incassi a progetti che si occupino attivamente e concretamente dell’aiuto e del sostegno del popolo e dell’economia emiliana. In questo progetto si vogliono coinvolgere associazioni, gruppi, enti locali e nazionali, per creare una rete di connessione, dare supporto, visibilità e creare un evento che non sia solo fatto di relazioni significative, ma anche un momento di incontro e partecipazione attiva. Marzo 2013 sembra un periodo perfetto perché, come spesso accade, dopo la generale attenzione che si dà ad eventi drammatici, inevitabilmente essa diluisce nel tempo, anche se non si può dire altrettanto delle difficoltà di chi ne è coinvolto. E sono questi i momenti più importanti per esserci, invece. Per ulteriori informazioni:

Gendai Reiki Italia

Via Beccaria 7, 34133 Trieste (Italy) Tel. 333.7240918 (Rodolfo Carone) www.gendaireiki.it - info@gendaireiki.it


I relatori:

ANGAANGAQ Nato nel 1947, porta il titolo onorario “Angakkorsuaq”, Grande Sciamano Eschimese Kalaallit della Groenlandia occidentale. Nel suo lavoro combina le conoscenze scientifiche moderne con la conoscenza tradizionale degli eschimesi, trasmettendo la saggezza millenaria della sua cultura agli uomini dell’occidente. Angaangaq è delegato alle Nazioni Unite e all’UNESCO. Tiene conferenze, seminari, cerchi di guarigione e corsi di formazione intensivi in tutto il mondo. È membro del World Wisdom Council, del World Council of Elders, del Club di Budapest e fondatore di IceWisdom International lcc, un’organizzazione che si basa sugli insegnamenti e sulle pratiche tradizionali degli eschimesi Kalaallit. Il suo sito web: www.icewisdom.com

ROGER NELSON Ricercatore emerito dell’Università di Princeton, è capo del Global Consciousness Project (GCP), Progetto di Coscienza Globale, nato da alcuni esperimenti condotti dallo stesso dr. Nelson del Princeton Engineering Anomalies Research Institute. Tale progetto è iniziato nel 1998: attualmente sono utilizzati più di 75 computer collegati in rete, in circa 30 paesi, inclusi Stati Uniti, Inghilterra, Russia, Fiji, Cuba e la Romania. I ricercatori di questo istituto hanno studiato se la coscienza umana, le menti individuali, possano realmente influenzare i processi meccanici dei computer e provocare deviazio-

ni dai risultati che sarebbe invece logico aspettarsi. Nelson ha quindi esaminato cosa accadeva ad un network generatore di eventi casuali (REG: Random Event Generators) quando diverse persone si concentravano su un singolo evento. I risultati furono impressionanti: incredibilmente, la collocazione fisica del generatore/computer era irrilevante, e gli effetti erano presenti ovunque indipendentemente dalla distanza. Allo stesso modo, sono state registrate le “impressioni” ricevute dai REG, ossia le loro “risposte” in relazione agli eventi in corso ed anche il questo caso le “scelte” dei computer risultarono sensibilmente influenzate.

BOB RANDALL E’ un anziano della tribù Yankunytjatjara in Australia, custode ufficiale della tradizione di Uluru (la più grande formazione rocciosa del mondo da noi conosciuta con il nome di Ayers Rock). Nato nella regione centrale del deserto del Territorio del Nord, è stato uno degli oltre 100.000 bambini aborigeni allontanati con la forza dalle loro famiglie tra il 1910 e il 1970, per essere rieducati e cresciuti secondo la cultura dell’uomo bianco. Il popolo aborigeno chiama questi bambini “La Generazione Rubata”. A metà degli anni ‘60 divenne un assistente sociale e sentì il desiderio di fare qualcosa per proteggere la cultura aborigena. Nel 1970 ha contribuito alla creazione della “Adelaide Community College”, una comunità di aborigeni, dove ha tenuto le sue prime conferenze. È stato riconosciuto per la sua musica nei primi anni ‘70, quando la sua canzone “My Baby Brown Skinned (They Took Him Away)” ha catturato l’attenzione di un giornalista della ABC appassionatosi alla questione della “Generazione Rubata”. E’ nato così uno sconvolgente documentario capace di portare alla ribalta internazionale la causa aborigena e di vincere il Premio di Bronzo al Festival

di Cannes. Randall appare anche nei documentari “Buried Country” e “Secret Country”. Egli opera in diversi modi per le comunità aborigene: è stato direttore del North Australian Legal Aid Service e altri centri per aborigeni e isolani dello Stretto di Torres, nella Australian National University, l’Università di Canberra e l’Università di Woolon-gong. Continua a presentare i suoi programmi di sensibilizzazione culturale nelle scuole, istituzioni e luoghi di lavoro. Ha scritto due libri: la sua autobiografia, “Songman”, e un libro per bambini, “Tracker Tjginji”.

hOWARD MARTIN Ideatore e fondatore del progetto HeartMath e del Global Coherence Project LLC. È autore di libri, formatore, conferenziere, business executive, e musicista. E’ un uomo dinamico e appassionato che porta un messaggio vitale sul ruolo del Cuore nella trasformazione delle nostre vite e del mondo. La sua autenticità unita alla sua straordinaria capacità di informare e ispirare fanno di ogni suo seminario un’esperienza speciale che si ricorda per sempre. Ha ispirato migliaia di persone nel mondo a sviluppare un miglior controllo delle proprie vite. Il suo lavoro aiuta le persone a cambiare il proprio stato di salute, a potenziare le risorse mentali, a controllare la chimica interna nella risposta allo stress ad aprire il cuore ad un futuro più ricco.

SOBONFU E. SOMÈ E’ una donna appartenente alla tribù dei Dagara, del Burkina Faso, uno dei 5


LA VIA INTERIORE

paese più povero del mondo, è uno dei più ricchi a livello spirituale e tradizionale. Dalla sua nascita Sobonfu è stata designata a portare i riti del suo popolo nei paesi occidentali. Infatti, il suo nome significa “custode dei riti”. Gli anziani della tribù Dagara le hanno insegnato dalla prima infanzia i vari riti d’iniziazione e le hanno dato il compito di insegnare a sua volta l’antica saggezza, i rituali e le tradizioni. Oggi vive in California e viaggia il mondo per conferenze e seminari. I Dagara considerano i bambini quale l’anima di un villaggio ed i rituali servono ad aprire la strada spirituale della vita. La nascita, l’entrata nella comunità vengono festeggiati con riti. Quelli Dagara guariscono e preparano la mente, il corpo e l’anima a ricevere la spiritualità che ci circonda. Sobonfu E. Somé dice che è una sfida il portare i riti nel mondo materialistico, ma è l’unico modo per mettere le persone di nuovo in contatto con la terra ed i loro propri valori. Ha scritto due libri: “the Spirit of Intimaci” e “Welcoming Spirit Home”, in cui propone rituali e pratiche per la comunità, per gli aborti spontanei e i bambini. Sito web: www.sobonfu.com

MASARU EMOTO Nato in Giappone nel 1943, è un ricercatore internazionale che ha ottenuto fama mondiale per aver mostrato come l’acqua sia profondamente connessa alla nostra coscienza individuale e collettiva. Il suo messaggio è semplice, profondo, e lungimirante. Laureatosi all’università di Yokohama, sua città natale, Emoto ha fondato l’IHMCo nel 1986 e ha conseguito il dottorato in medicina alternativa presso l’Open International University nel 1992. Dopo aver studiato il fenomeno degli ammassi di stelle sparse, i suoi studi si sono orientati sui misteri dell’acqua, dall’uso quotidiano all’acqua presente sulla Terra o al l’interno del corpo umano (da un punto di vista più personale che scien6

tifico) convinto che i cristalli d’acqua ne riflettano l’essenza. Il sito ufficiale del Dottor Masaru Emoto è www.masaruemoto.net

ERVIN LASZLO E’ un filosofo e pianista ungherese. Esperto di filosofia della scienza è considerato il fondatore della “teoria dei sistemi”. Ha pubblicato circa 75 libri tradotti in 19 lingue e oltre 400 pubblicazioni scientifiche. È stato candidato due volte (2004 e 2005) al premio Nobel per la pace, nel 2001 ha ricevuto il Goi Award e nel 2005 il Mandir of Peace Prize. László, bambino prodigio, suonava 60 concerti di pianoforte all’anno, e nella sua adolescenza dedicò il suo genio allo studio della Fisica, del cosmo e della coscienza. Nel 1993 fonda il Club di Budapest (Club of Budapest). È stato direttore dello United Nations Institute for training and Research (UNITAR). Attualmente è consulente del Direttore Generale dell’UNESCO e membro di numerose associazioni scientifiche tra cui la World Academy for Arts and Science. Oggi vive in Toscana, ma continua a tenere conferenze in tutto il mondo. È autore o coautore di una cinquantina di libri.

MAKA’ALA YATES Chiropratico, è un Kanaka Maoli (Stirpe Hawaiiana) specializzato in Medicina Hawaiiana. Pratica ed insegna i concetti di guarigione hawaiiana tra cui l’Ho’oponopono (appreso direttamente da Mornah Simeona la

stessa insegnante del dottor Hew Len) da oltre 25 anni ed è il fondatore di Botaniche Autoctone e Mana Lomi®. Il Dr. Maka’ala ha ricevuto il Premio Kaonohi Award nel 2005 dallo Stato di Hawaii per la sua eccellenza nella Medicina Hawaiiana e nel supporto comunitario. Sta attualmente terminando il suo primo libro sulla Guarigione Hawaiiana.

LYNNE MCTAGGART E’ una giornalista e scrittrice di fama internazionale. Tratta principalmente di tematiche riguardanti la medicina complementare e delle ultime scoperte delle scienze di frontiera. Il suo libro “Il Campo del Punto Zero” ha ispirato il film “What the Bleep Do We Know?”. E’ direttore dell’associazione “Ciò Che i Dottori Non Dicono”. Vive assieme al marito e alle sue due figlie in Inghilterra. Fu quando le venne diagnosticata una malattia, incurabile per la medicina allopatica, che Lynne esasperata, decise di prendersi la responsabilità della sua condizione di malata, iniziando ad interessarsi a forme di cura alternative. Un suo amico omeopata e una dieta adeguata la portarono dopo alcuni mesi alla remissione del male. Fu questo il movente che la spinse a dimostrare l’inefficienza della medicina ufficiale. Il libro “Ciò Che i Dottori Non Dicono” è stato tradotto in molte parti del mondo e ha ottenuto un grande successo. Il suo ultimo “La Scienza dell’Intenzione” è il risultato di una grande domanda che Lynne si è posta: “Possono i nostri pensieri condizionare le nostre vite?” Assieme ad alcuni scienziati e con la partecipazione di migliaia di volontari da tutto il mondo, Lynne McTaggart ha condotto degli esperimenti che hanno avuto come risultato che il pensiero umano e le intenzioni sono energie tangibili ed hanno il potere in fluenzare il mondo reale.


PROGRAMMA VENERDI 22 MARZO 2013 ANGAANGAQ Ore 9.30-11.00 - Il viaggio più importante della Vita: dalla testa al cuore ROGER NELSON Ore 11.30-13.00 - L’influenza dell’intenzione collettiva sulla realtà BOB RANDALL Ore 14.30-16.00 - Kanyini: amore incondizionato con responsabilità hOWARD MARTIN Ore 16.30-18.00 - La coerenza tra cuore e cervello SOBONFU SOME Ore 18.30-20.00 - La visione spirituale africana della vita

SABATO 23 MARZO 2013

LYNNE McTAGGART Ore 16.30-18.00 - Il potere dell’intenzione collettiva MASARU EMOTO Ore 18.30-19.30 - Amore e gratitudine come essenza della Vita

DOMENICA 24 MARZO 2013 MASARU EMOTO Ore 8.00 - Cerimonia dell’acqua ANGAANGAQ, MAKA’ALA YATES, BOB RANDALL Ore 9.30-11.00 - La preghiera come connessione alla Vita BARBARA RANDALL, SOBONFU SOME, RENEE DUVAL YATES Ore 11.30-13.00 - Le coscienza delle donne per una nuova visione del mondo

MASARU EMOTO Ore 9.30-11.00 - La memoria dell’acqua

hOWARD MARTIN, LYNNE McTAGGART, ROGER NELSON-ERVIN LASZLO Ore 14.30-16.00 - Esperimento collettivo in sala con il pubblico

ERVIN LASZLO Ore 11.30-13.00 - Una nuova visione per un nuovo mondo

TUTTI I PARTECIPANTI Ore 16.30 - Cerchio di chiusura

MAKA’ALA YATES Ore 14.30-16.00 - Pehea ka la? La visione hawaiana della Vita Per informazioni, prenotazioni e iscrizioni: www.circle-of-life.org - www.bioguida.com - cell. 333.7240918 – 349.3604929 Per partecipare come espositori all’evento: ppbi@bioguida.net - info-line: 338.8852117

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LA VIA DELLE STELLE

I transiti del nuovo anno sul Sole di Roberta Gurissevich (astrologa)

I

l tema natale, o oroscopo genetliaco, è un insieme molto complesso di elementi che ne compongono la struttura, motivo per il quale, per quanto frutto di seria elaborazione, non è possibile fornire dei pronostici precisi e accurati senza disporre dei dati personali e, dunque, della posizione dei pianeti al momento della nascita della persona. In astrologia, quando si fanno delle previsioni attraverso lo studio dei transiti, si prende in considerazione il passaggio dei pianeti nel cielo in relazione con i punti e i pianeti del tema di nascita, esaminando gli angoli che formano tra loro. Tale operazione considera quindi i rapporti tra almeno venti variabili (i dieci pianeti di nascita e i dieci di transito), tralasciando di menzionare l’analisi delle posizioni dei pianeti tra loro e i significati relativi ai vari settori che occupano nell’oroscopo, le cosiddette Case. Tenendo conto di quanto appena esposto, è evidente la ragione per cui

un pronostico fatto su un giornale o una rivista possa essere quanto meno parziale, quando non addirittura inesatto. Le tante rubriche che trattano delle sorti degli appartenenti ai vari segni prendono in realtà in esame la sola posizione del Sole in relazione ai transiti dei pianeti. Come già evidenziato, l’oroscopo si compone di un numero infinitamente maggiore di elementi e di combinazioni di significati. Sia dunque chiaro che le previsioni segno per segno altro non sono che l’elaborazione dell’influsso dei pianeti sul Sole di nascita. Delle miriadi di ulteriori simbologie contenute nell’oroscopo non vi è considerazione di sorta. Il Sole di una persona può inoltre trovarsi in un raggio da 0 a 30° di orbita in un segno; se il pianeta di transito si trova dunque spostato di oltre 6° - 10° (i pareri degli esperti variano sull’ampiezza di questa distanza) rispetto al grado del Sole, non esercita su quest’ultimo alcuna influenza. Per questo si chiamano in causa le tre decadi (ovvero la suddivisione di ciascun segno in 3 settori di 10° ciascuno). Specificare che un transito influenza una particolare deca-

de conferisce alla previsione maggiore precisione e serietà. Prima di procedere all’elaborazione dei pronostici per il 2013 vale la pena esorcizzare ogni timore relativo alla profezia sulla fine del mondo che era prevista per il 21 dicembre 2012, giorno che coincide con l’azzeramento del calendario Maya. Ciò che si verifica molto semplicemente è che il calendario Maya, chiamato il “Lungo Computo”, cioè un conteggio dei giorni iniziato il 9 agosto 3114 a.C., si azzera appunto il 21 dicembre 2012. In tale data quindi si registra solo un cambio di calendario, paragonabile a quanto avvenuto per il nostro calendario gregoriano nel 2000, al volgere del millennio. Fatte le premesse di cui sopra e considerando soltanto l’influsso dei vari pianeti sul Sole di nascita, i transiti più importanti del 2013 coinvolgeranno in modo più intenso i nativi delle prime decadi dei segni, poiché tutti “pianeti lenti”, vale a dire Saturno, Urano, Nettuno e Plutone transitano quasi esclusivamente entro i primi dieci gradi del segno.

Disegno di Cristina Bernazzani

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LA VIA DELLE STELLE

Il primato di segno “fortunato” potrebbe essere assegnato al segno dei GEMELLI, poiché Giove, il pianeta “della fortuna”, vi transita fino a giugno 2013, Urano fa con il terzo segno un bell’aspetto di sestile portando situazioni nuove e la capacità di affrontare gli avvenimenti in modo deciso e innovativo, mentre i pianeti “negativi” non esercitano influssi significativi, eccezion fatta per Nettuno che “quadra” con il segno dei Gemelli, apportando una nota di confusione, scarsa praticità, carenza di senso organizzativo e mancanza di aderenza alla realtà al nativo del segno che già, di per sé, non brilla per queste qualità.

visto il suo mondo messo a soqquadro dalle vicende degli ultimi anni e si troverà a dover affrontare questo influsso ancora per tutto il 2013. Da luglio a dicembre il nativo del decimo segno dovrà stare ulteriormente in campana a causa del transito negativo di Giove che lo costringerà a limitare le spese e ad essere ancora più misurato e contenuto di quanto egli non sia già per natura. Fortunatamente il Capricorno si trova agevolato grazie all’ispirazione conferitagli da Nettuno e al buon aspetto di Saturno che, dallo Scorpione, gli dona la forza e la capacità di affrontare le prove con grande determinazione.

Ai nativi (della prima decade) dello SCORPIONE non mancherà l’ispirazione data da Nettuno e la capacità di affrontare le sfide e di trovare soluzioni insperate grazie a Plutone, che transitano entrambi in buon aspetto, per quanto lo Scorpione dovrà affrontare sfide faticose, in quanto vi transita Saturno, considerato il pianeta delle prove. Questi attraversa la prima decade fino a metà ottobre quando il suo influsso andrà a toccare i nativi della seconda decade. Saturno porta limitazioni e ritardi su vari piani e un periodo di introversione durante il quale l’individuo è costretto a fare dei bilanci sulla propria vita, trovandosi costretto a eliminare quanto vi sia di superfluo. Va sottolineato che in chiave evolutiva Saturno viene definito “il grande maestro” perché solo attraverso le prove che è costretto ad affrontare durante i suoi transiti, ciascuno ha la possibilità di entrare in contatto con la propria essenza più profonda, riuscendo ad attingere alle risorse più nascoste. Giove correrà in aiuto dei nativi dello Scorpione a partire da luglio, poiché entrerà nel segno del Cancro dove continuerà a transitare fino alla fine del 2013. In estate dunque chi appartiene all’ottavo segno potrà tirare un sospiro di sollievo e vedere allentate le tensioni che ha dovuto affrontare nella prima parte dell’anno.

Chi ha il Sole entro i primi dieci gradi del segno dell’ArieTe sta affrontando delle prove simili a quelle del Capricorno, poiché anche il primo segno subisce gli influssi combinati di Urano e Plutone. L’Ariete della prima decade ha già dovuto affrontare grandi sconvolgimenti sia sul piano delle vicende umane che su quello interiore. Anche per quest’ultimo il vento del cambiamento continuerà a soffiare per tutto il 2013. L’astrologia evolutiva ci insegna che, durante questi transiti, è meglio disporsi positivamente invece che opporre resistenza alle trasformazioni, poiché, soprattutto con i transiti di Urano, quanto più gli si resiste, tanto più l’elemento della novità entra nella vita della persona in maniera dirompente e incontrollata.

Profondi cambiamenti continueranno a interessare i nativi della prima decade del CAPRICORNO, che da anni stanno sostenendo il passaggio combinato di Plutone e di Urano, entrambi apportatori di trasformazioni e mutamenti sia sul piano esteriore che psicologico. Il Capricorno della prima decade ha 10

I nativi della prima decade dei PESCI dovranno trovare un forte ancoraggio a terra nel corso del 2013 poiché con Nettuno di transito nel segno, del quale è governatore, la natura sognante e poco concreta del dodicesimo segno sarà alla sua espressione massima. Il consiglio è di dirottare le proprie energie nel campo artistico o assistenziale, vale a dire nei due settori dove l’energia di Nettuno si esprime al meglio. Se fino a giugno i Pesci dovranno moderarsi notevolmente anche nel campo delle spese, visto il transito negativo di Giove, da luglio la situazione economica avrà modo di migliorare e anche l’umore e la vita sociale risentiranno positivamente del bel trigono di Giove dal Cancro. Durante il transito positivo di Giove è consigliabile evitare gli eccessi a tutti i livelli, soprattutto quello alimentare.

Analogamente ai Pesci, i nativi della VERGINE avranno Giove sfavorevole fino alla fine di giugno, ma poi da luglio alla fine del 2013 il pianeta della fortuna darà anche al sesto segno la possibilità di concedersi uno strappo alla regola, sia in senso economico che in termini di progetti e apertura sociale. Anche i nativi del segno della Vergine, solitamente molto razionali e ponderati, risentiranno dell’influsso ottenebrante di Nettuno e, in certe occasioni, non riusciranno a ritrovare la loro proverbiale precisione e metodicità, ma si sentiranno confusi e meno capaci di quell’inquadramento mentale che garantisce loro ordine e stabilità. Al segno del CAnCro andrebbe il secondo posto in quanto a prosperità poiché, come già indicato, Giove vi transita nella seconda parte dell’anno e, questa affermazione, può ben riguardare i nativi della seconda e terza decade che il pianeta attraversa rispettivamente nei mesi da metà agosto a fine ottobre e negli ultimi due mesi di novembre e dicembre. Purtroppo il discorso non è applicabile ai nativi della prima decade, che sopportano da tempo i transiti sfavorevoli combinati di Urano e Plutone. Anche per questi ultimi da anni sono in corso cambiamenti di ampia portata, vissuti con la difficoltà data dal fatto che il segno del Cancro è per la sua natura un pò lento e tendente ad aggrapparsi alle situazioni del passato. Il suggerimento è di lasciar andare il vecchio per il nuovo, per quanto possibile, e di cercare di scorgere il lato positivo dei cambiamenti che si sono verificati e che stanno accadendo, oltre che ad approfittare del bel passaggio di Giove nei mesi estivi per staccare la spina e rilassarsi. Il Toro gode del bel trigono di Plutone che gli fornisce energia, determinazione e la capacità di attingere alle risorse più profonde per affrontare le prove determinate da Saturno. Il secondo segno, al pari dello Scorpione, ha iniziato dagli ultimi mesi del 2012 ad attraversare una fase pesante con situazioni faticose, limitazioni e possibili perdite, anche a livello economico. Al secondo segno non spaventa di certo il fatto di lavorare duramente né di doversi assumere pesanti responsabilità per migliorare


la propria condizione, ciò non toglie che il 2013 non sarà un anno leggero, in particolare per i nativi della prima decade. Saturno smetterà di esercitare il proprio influsso sulla prima decade a metà ottobre del 2013 e, negli ultimi mesi dell’anno, interesserà le persone il cui Sole cade nel secondo decano del segno. Le sorti per i nativi della BILANCIA sono molto alterne a seconda della decade a cui appartengono, in quanto chi ha il Sole nei primi dieci gradi del segno deve fare i conti con i transiti di Urano e Plutone e dunque attraversa da anni una fase di cambiamenti a 360 gradi, mentre chi fa parte della seconda e soprattutto della terza decade, può finalmente tirare il fiato, in quanto Saturno è definitivamente uscito dal settimo segno, dopo avervi transitato lungamente ed aver messo a dura prova la capacità di tenuta dei bilancini. Gli appartenenti alla prima decade possono trarre vantaggio dal buon aspetto del transito di Giove, che allevierà la situazione tumultuosa che stanno da tempo attraversando fino a marzo del 2013, poi il pianeta della fortuna andrà a espandere le possibilità dei bilancini della seconda decade fino a metà aprile, infine toccherà a quelli della terza decade che saranno interessati da una fase di prosperità che durerà fino a metà giugno. Da luglio a dicembre il transito di Giove in Cancro porterà un’inversione di tendenza rispetto a quanto appena affermato. Il nativo del SAGITTARIO è interessato dal transito sfavorevole di Giove dai Gemelli per tutta la prima metà dell’anno e, più precisamente, la prima decade da gennaio a marzo, la seconda tra marzo e la metà di aprile e la terza da metà aprile a fine giugno. In questi periodi sarà difficile trovare pezze d’appoggio e occasioni propizie per realizzare i propri progetti sia sul fronte

delle risorse che a livello di contatti. I Sagittari della prima decade, più in particolare, stanno attraversando una fase difficile, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione dei propri obiettivi, poiché il quadrato di Nettuno li induce a confrontarsi con situazioni confuse e persone poco affidabili, il che diventa anche più problematico in considerazione dell’alto livello di ingenuità, che spesso contraddistingue l’idealista e fiducioso nato nel nono segno. In occasioni di questi transiti il consiglio è di alzare la guardia, moderare il tiro rispetto ai progetti che si desidera rea-

lizzare e restare il più possibile ancorati alla realtà, poiché con i transiti di Nettuno è facile perdere l’orientamento e trovarsi completamente spaesati. Non mancherà comunque la capacità di trovare soluzioni anche molto originali ai problemi, soprattutto a chi appartiene alla prima decade, grazie al bel trigono di Urano. I nativi della prima decade del LEONE saranno in grado di cogliere le occasioni più propizie con Giove favorevole da gennaio a marzo, mentre Urano li renderà attenti ad affrontare le situazioni con intelligenza, originalità e voglia di cambiamento. I nati nella prima decade

del segno attraverseranno peraltro un anno un po’ faticoso, l’istanza di frugalità, sobrietà e moderazione avanzata dal transito di Saturno metterà infatti a dura prova la natura solare e spontaneamente maestosa del quinto segno. Sarà un anno di sacrifici e assunzione di responsabilità, durante i quali chi ha il Sole in Leone dovrà maturare, sviluppando la virtù della pazienza e migliorando la propria capacità di riflessione. Quanto appena affermato per il quinto segno vale anche per chi è nato con il Sole nella prima decade dell’ACquArio, il quale a sua volta deve fare i conti con i freni e le limitazioni poste da Saturno. A differenza del Leone, però, l’Acquario, segno freddo e razionale, è maggiormente armonizzato con le energie di Saturno, che l’astrologia tradizionale gli assegna come governatore. Si intende con ciò che per l’Acquario sarà meno oneroso affrontare le privazioni e le rinunce imposte da Saturno, poiché troverà le risorse necessarie sul piano che gli è più congeniale, quello intellettuale. Nella prima metà dell’anno beneficerà dell’influsso positivo di Giove che favorisce i viaggi e l’espansione in tutti i campi, nonché del potenziale propositivo e decisionale teso al cambiamento tipico di Urano in transito favorevole. Per quanto esistano varie teorie riguardo all’influsso dei pianeti sulle vicende umane, è impossibile conoscere integralmente l’origine e il meccanismo che determina tale influenza. E’ sicuramente utile tuttavia essere coscienti del fatto che esista un disegno nel cosmo del quale noi partecipiamo e in base al quale, in conformità con l’antico assioma “come sopra così sotto”, l’infinitamente grande si riflette nell’infinitamente piccolo. L’astrologia può aiutarci a favorire il riconoscimento e l’integrazione delle energie che fluiscono al nostro interno, come nel resto dell’universo. 11


LA VIA INTERIORE

L’arte dell’agguato: Nagualismo e Sciamanesimo Tolteco di Marco Baston (nagualista) (teotlalli@libero.it)

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el Messico precolombiano si sviluppò un sistema che oggi conosciamo come “Nagualismo” o “Sciamanesimo Tolteco”. Questa tradizione prosegue ancora, profondamente modificata rispetto all’epoca degli antichi veggenti, ed è stata portata alla luce da Carlos Castaneda. In tempi precedenti alla conquista spagnola gli sciamani Toltechi impararono a percepire il mondo come energia. Nel loro stato di consapevolezza intensificata “videro” l’universo e gli esseri che lo popolavano come insieme di campi energetici. Si resero conto di vivere immersi, circondati dalla pura consapevolezza. Si accorsero anche che, ciò che mantiene coesi gli esseri viventi, è un particolare aspetto dell’energia stessa che chiamarono “aspetto vibratorio dell’energia”, ma, soprattutto, compresero che tutto ciò che noi siamo e facciamo (sia come sciamani che come persone comuni) dipende dalla nostra disponibilità energetica. In sintesi tanto più disponiamo di energia, tanto maggiori saranno la nostra forza vitale e l’intensità della nostra consapevolezza, fino a giungere a spezzare la barriera della percezione, dell’interpretazione, della socializzazione, e liberare finalmente il nostro collegamento con l’infinito. Quindi i Toltechi si adoperarono con ogni mezzo per incrementare la loro disponibilità energetica. Gli antichi veggenti ricorsero a sistemi che prediligevano il “movimento dall’esterno”, quindi utilizzando apporti energetici oltre la propria disponibilità: piante di potere, interazione con forze di varia natura, complessi procedimenti rituali finalizzati alla coercizione dell’attenzione. Questo approccio si rivelò però catastrofico perché, invece di sviluppare la sobrietà e la disciplina che sarebbero state necessarie per canaliz-

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zare correttamente l’energia disponibile, diede loro l’illusione di impadronirsi dell’energia stessa. Oggi, i moderni veggenti, prediligono il “movimento dall’interno”, quindi mettono in atto un processo di trasformazione strategica che li conduce al “non fare del sè”. Durante questo processo il praticante si rende conto che le barriere energetiche sono mantenute dalle nostre convinzioni personali e dall’idea di noi stessi, che costringono la nostra attenzione a scorrere entro cicli reiterativi predeterminati. La convinzione genera la qualità della percezione. E’ la convinzione ciò che sostiene il sistema di interpretazione, ma le convinzioni, a loro volta, derivano dalle conoscenze dirette acquisite. Se riusciamo a fare nostro un nuovo ordine di conoscenza, allora possiamo modificare l’interpretazione o perfino eliminarla del tutto. Per fare questo però abbiamo bisogno di concepire una nuova forma di conoscenza. Nei gruppi che seguono questo percorso nasce prima o poi inevitabilmente una domanda: “dove trovo il tempo da dedicare alle pratiche? Quanto tempo devo dedicarci?”. La risposta è semplice: un guerriero tolteco

applica la propria strategia all’intera esistenza, il tempo per fare questo è lo stesso della nostra vita. La questione non è ciò che si fa, ma come lo si fa, cioè come le nostre azioni orientano l’attenzione e quindi l’energia. Le tecniche che si imparano dovrebbero servire solo ad incrementare la propria energia e consapevolezza fino al punto in cui il praticante si renda conto, da solo, che il segreto sta in ogni piccola cosa. Le pratiche servono a dare una pausa nella continuità della propria esistenza per modificare il punto di vista riguardo alla quotidianità. Una volta ottenuto questo, allora l’energia diventa disponibile e ogni impresa è possibile. L’energia stessa trova la strada per preservarsi, una volta avviato il processo. A tale scopo i “nuovi veggenti” svilupparono una nuova parte delle loro pratiche magiche alla quale diedero il nome di “arte dell’agguato”. Molto in sintesi questa arte consiste in un processo di rieducazione culturale, percettiva e comportamentale applicato alla vita quotidiana che, alla fine, genera la nuova disponibilità energetica. Questo processo determina una totale trasformazione di se stessi, è un lavoro a tempo pieno; non si tratta di eseguire


qualche tecnica per un paio d’ore al giorno. I Toltechi si basano su di un presupposto: tutto ciò che facciamo nella nostra vita quotidiana (inclusi i nostri pensieri e sentimenti, anzi specialmente quelli) non serve per il suo scopo apparente, ma per mantenere il mondo e noi stessi nello stato di fatto, mettendo in atto un meccanismo rituale di consumo energetico finalizzato alla stabilità del processo interpretativo. In pratica, noi siamo tutti maghi che attuano continuamente un rituale per rimanere intrappolati nel nostro incantesimo sociale. Tutta l’energia disponibile è impiegata nelle faccende quotidiane: di conseguenza è solo partendo dal mondo di ogni giorno che possiamo avviare il processo di ricanalizzazione dell’energia. Questo meccanismo si fonda principalmente sul “dialogo interno”. Quando un bambino nasce, egli percepisce il mondo come energia, sono i suoi simili umani ad insegnargli come interpretare il flusso energetico e trasformarlo nel mondo che conosciamo. Ogni elemento del mondo viene descritto, catalogato e messo in una sorta di “inventario umano”, che include tutto ciò che compone il mondo degli uomini (inclusi se stessi). Una volta imparato l’inventario, il bambino diventa un membro del consorzio umano. Da quel momento in poi egli continuerà a rinnovare l’inventario stesso per dare continuità al mondo attraverso la pratica del dialogo interiore, cioè ripetendo continuamente le caratteristiche di tutto ciò che lo circonda e di se stesso. Tale processo avviene in tutti gli esseri viventi, ma nell’uomo assume una caratteristica più inquietante. I campi energetici di tutti gli altri esseri si “allineano”, orientandosi insieme a quelli che compongono l’universo. Nell’uomo questo allineamento subisce una distorsione; i campi di energia interni degli umani, invece di allinearsi con quelli cosmici si girano, si ritorcono e riflettono se stessi. In una metafora, noi uomini ci poniamo di fronte ad uno specchio e

poi ci rimiriamo per tutta la vita, senza minimamente renderci conto di quello che ci circonda. La gran parte delle tecniche messe in atto dai Toltechi cerca di modificare questo orientamento innaturale. I guerrieri, per prima cosa, concepiscono la possibilità di conoscere anche in altro modo, in assenza di linguaggio. La conoscenza dei toltechi esclude il linguaggio, esula dal pensiero, esautora il pregiudizio del suo potere. Dunque i primi passi necessari sono: interrompere il dialogo interiore e ricanalizzare “l’attenzione a se stessi”. Non è possibile però affrontare questa impresa di petto, senza energia sufficiente non siamo in grado di ottenere nulla. Se invece disponiamo di energia, allora ogni impresa diventa accessibile, ma l’energia disponibile è totalmente impiegata nel sostenere l’immagine del mondo e di noi stessi… I Toltechi partono dal presupposto che noi siamo esseri fatti di pura attenzione e che questa canalizza l’energia, la orienta, ne determina l’applicazione pratica. Da questo deriva una questione fondamentale: i nostri sentimenti e pensieri fungono da guida per l’energia attraverso la fissazione dell’attenzione. C’è un motivo molto semplice per cui i toltechi decidono di desistere dal giudicare: il giudizio altera la percezione (per i guerrieri il giudizio coincide con l’interpretazione del mondo). Se consideriamo ogni nostro atto come un atto magico ci sono due modi di compierlo: come facciamo normalmente e cioè come gesto inconsapevole,

ritualizzato, finalizzato al mantenimento dello stato di fatto, oppure come un gesto che sprigiona dal dispiegamento consapevole della nostra attenzione e che conduce al cambiamento. I guerrieri cercano il cambiamento attivamente e continuativamente. Il vero mutamento infatti è quello che porta ad ulteriori cambiamenti. I Toltechi considerano l’agguato come una serie di indicazioni per arrivare a svincolarci dai nostri legami, tutto deve essere applicato con estrema immaginazione. Senza immaginazione e conseguente capacità di improvvisazione, non esiste agguato, non esiste sogno; anzi non esiste alcun guerriero. Ciò che i guerrieri della conoscenza fanno non ha alcuno schema preordinato. Torniamo al concetto che non conta “ciò che si fa” ma “come lo si fa”... per un guerriero non esiste un atto più importante di un altro, perchè qualunque cosa egli faccia, ogni azione (interiore od esteriore) è compiuta con la finalità di salvaguardare la propria disponibilità energetica. Ciò significa compiere quell’atto con la maggiore intensità possibile, in totale consapevolezza, privi di obiettivi legati all’immagine di se stessi. Ogni gesto, ogni azione dovrebbe essere un atto di potere, un atto per l’infinito. Ricordandosi però che l’infinito (o l’intento come lo chiamano i Toltechi) è del tutto impersonale, diciamo “sopra le parti”.

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GLI INCONTRI

L’anima tra le mani a cura di Mari Valentini

tro dell’attenzione del terapeuta, non il contrario. Per Upledger la chiave di tutto, come avviene nelle grandi religioni, di ogni tempo e cultura, era, come ho detto, la semplicità. Essere senza nascondersi dietro paroloni, stare nella propria posizione di uomini su questa terra, al proprio posto, aiutare chi ha bisogno di cura, accudimento, terapia.

R

iafforano i ricordi, si fermano tra la pelle e il cuore, come un battito d’ali di farfalla che non imprigiona il futuro, ma lo libera in una direzione conosciuta da sempre. La morte del biologo Jhon Upledger, attesa purtroppo da tempo, lo scorso ottobre ha raccolto commozione ed emozione attorno alla sua figura ed al suo insegnamento di medico, pioniere della terapia cranio sacrale in tutto il mondo. Ci siamo fermati a ricordarne la lezione straordinaria ed irripetibile con il suo erede privilegiato ed amato, il dottor Diego Maggio, un osteopata dal cuore d’oro, un uomo semplice come il suo maestro, di poche parole e grandi gesti, che crede nelle sue mani, nella terapia appresa, che vuole far star bene ogni paziente che arrivi da lui, con le sue paure, i traumi emotivi e corporei, le sue contratture, le sue contraddizioni e debolezze umane. Quando vi siete conosciuti e perché? Eravamo agli inizi degli anni ’90. Il dottor Upledger era venuto a Dublino, dove vivevo e lavoravo, a curare un paziente di 32 anni, un giovane pilota in coma vegetativo. Era stato chiamato dagli Stati Uniti da una mia collega che lo seguiva e con cui avevo iniziato il percorso di cranio sacrale.

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Ma che vi siete detti? Alla fine di questa terapia lui mi ha detto che eravamo amici già dall’antica Grecia... Io sono rimasto perplesso ma ho cominciato a lavorare con lui, l’ho raggiunto negli U.S.A. nella clinica dove operava e nella sua stessa casa dove praticava le terapie. Collaborare con lui è sempre stato semplice. L’agettivo unico e assoluto che mi viene in mente, che raccoglie tutta la nostra esperienza e collaborazione decennale sta in questo. Nella facilità, nell’immediatezza, nella realizzabilità delle terapie ai pazienti, nella cura e nel loro benessere. Perché è importante il suo insegnamento? Conoscerlo è stato un evento importante della mia esistenza perché mi ha insegnato che tutto ciò che viviamo può essere facile da apprendere e vivere. Al contrario nel mondo della medicina spesso emergono difficoltà e reverenzialità nei confronti dei medici terapeuti, visti quasi come inaccessibili “sacerdoti” che detengono nel loro sapere la verità della cura dei pazienti, facendo perdere invece il vero senso della loro missione, che dovrebbe essere d’aiuto e disponibilità, non di distacco come accade nella cultura occidentale. Il paziente deve essere non a caso ‘paziente’, sottomesso e subordinato al medico, ma è un principio sbagliato perché il malato dovrebbe stare al cen-

C’è stato un momento in cui hai capito che Upledger stava diventando fondamentale nella tua vita? No. Dall’inizio della nostra collaborazione ho capito che con lui ho preso tra le mani una materia complessa e non bisogna aver paura del futuro, dei collaboratori, della vita che fluisce... L’Istituto di terapia cranio sacrale oramai conta 190 sedi in tutto il mondo, è una realtà planetaria, fluida, aperta, disponibile a cambiamenti, e, allo stesso tempo, legata alla tradizione del Maestro Upledger. Le sedi dei corsi di terapia craniosacrale sono presenti dalla Russia alla Romania, dall’Albania alla Danimarca, dal Giappone e la Cina alla Corea, solo per citare qualche esempio. Qual’è stata l’esperienza più straordinaria che hai vissuto con lui? L’esperienza più straordinaria è stata lavorare con lui, i pazienti venivano accolti come amici, erano vicini al cuore e alla mente di noi terapeuti. “C’è più intelligenza nelle nostre mani che nella nostra mente razionale”, amava ripetere. Basta ascoltare il corpo dei pazienti e la via della guarigione troverà nelle nostre mani di terapeuti una sua naturale risposta. Bisogna seguire ciò che si sente, ascoltare e avere fiducia. Questo era Upledger. Quando vi siete incontrati per l’ultima volta? Era malato da tempo di demenza senile, del morbo di Alzhaimer, l’ho incontrato e trattato due anni fa, quando era ancora vigile. Poi ad aprile scorso, ma non era più realmente cosciente, l’ho salutato con emozione e affetto, con amicizia profonda e fratellanza, sentimenti che d’altronde mi legano a tutta la sua famiglia.


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l 26 ottobre 2012 si è spento il Dott. John E. Upledger, fondatore della CranioSacral Therapy (Tecnica e Terapia Cranio-Sacrale) e co-fondatore del Upledger Institute Inc. e direttore medico della clinica Upledger. Anche se gran parte della sua esperienza è stata ottenuta attraverso la pratica clinica privata, il dottor Upledger ha lavorato dal 1975 al 1983 come ricercatore clinico e docente di Biomeccanica presso la Facoltà di Medicina Osteopatica della Michigan State University. Fu in quegli anni che il suo team di anatomisti, fisiologi, biofisici e bioingegneri aveva il compito di eseguire gli esperimenti a prova dell’esistenza e l’influenza del sistema cranio-sacrale. I risultati di tali studi scientifici hanno spiegato il funzionamento di tale sistema e il suo uso nella valutazione e nel trattamento di disfunzioni e problematiche, fino allora poco comprese, del cervello e del midollo spinale. Nel campo della Medicina Complementare il dott. Upledger è stato membro attivo del Consiglio Direttivo e della Commissione per l’Ufficio della Medicina Alternativa presso il National Institutes of Health di Washington DC. Upledger ha continuato a sviluppare la Terapia Cranio-Sacrale e altre modalità complementari, che attualmente sono insegnate in tutto il mondo, attraverso i programmi educativi dell’Upledger Institute International. Ad oggi oltre 100.000 professionisti addestrati in più di 100 paesi hanno seguito corsi “Upledger”. L’Upledger Institute International è dedicato ad un metodo naturale di miglioramento della salute, l’Istituto è riconosciuto in tutto il mondo per i suoi programmi innovativi di formazione continua, per la ricerca clinica e per i servizi terapeutici. Nel corso della sua carriera di medico chirurgo specializzato in osteopatia, il dott. Upledger è stato riconosciuto come un innovatore e principale promotore nella ricerca di nuove terapie. Il TIME Magazine, nel 2001, lo ha nominato uno degli americani “Next WaveInnovator” (Nuova Ondata di Medicina)

per aver dimostrato l’efficacia delle sue applicazioni cliniche di Terapia CranioSacrale. Estratto dell’articolo di TIME MAGAZINE: “Il suo trattamen to affronta una sorprendente gamma di disturbi, utilizzando una palpazione delicata per ripristinare la normale circolazione del liquido cerebrospinale che irrora e nutre il cervello e il midollo spinale. John Upledger non ha mai evitato di affrontare dei rischi. Come medico della Guardia Costiera negli anni attorno al 1950, ha eseguito un appendicectomia nell’occhio di un uragano, con l’aiuto di un chirurgo che da terra lo ha guidato via radio: ‘Per quanto ne so’ - dice - ‘Nessuno l’ha mai fatto né prima, né dopo’. Oggi Upledger, osteopata di formazione, è il fondatore di una terapia non convenzionale chiamata Terapia CranioSacrale che sta rapidamente acquisendo seguaci. … Per liberare le restrizioni, Upledger applica una leggera resistenza alle parti del corpo che sembrano essere bloccate. ‘Queste parti interessano spesso le ossa del cranio che’, Upledger dice, ‘rimangono mobili per tutta la vita’ questo è un punto controverso per molti medici. Durante una sessione craniosacrale, il terapeuta mobilizza delicatamente le ossa del cranio del paziente, per permettere che il fluido possa riprendere uno scorrimento normale. Quanto è efficace? Upledger dice che ‘i trattamenti hanno alleviato le problematiche che vanno dal: mal di testa, al mal di schiena cronico, all’autismo e difficoltà di apprendimento nei bambini’ e non vi è alcuna carenza di testimonianze. Attualmente sta lavorando con i veterani del Vietnam che soffrono di disturbi post-traumatici da stress, nella sua clinica a Palm Beach Gardens, in Florida, una struttura che ha formato circa 60.000 terapisti cranio-sacrali. E mentre molti medici rimangono scettici rispetto alla terapia, altri hanno seguito l’esempio dei centri di riabilitazione fisica e di cliniche del controllo del dolore, inviando i loro pazienti dal Dott. Upledger.

‘Quello che facciamo è togliere gli ostacoli’, dice Upledger, ‘come togliere le pietre da una strada’. E questo, si potrebbe aggiungere, si è rivelato molto più facile che un’appendicectomia eseguita nel centro di un uragano…”.

26 ottobre 2012. Noi dell’Istituto Upledger Italia con tutti i suoi docenti ed i suoi Partner e principalmente con la voce del Dott. Diego Maggio, amico e allievo del Dott. John Upledger, assieme a tutti i “satelliti” internazionali Upledger ed a tutti gli operatori e terapisti che applicano la Tecnica e Terapia Cranio-Sacrale in Italia e nel mondo, ci uniamo al dolore dei famigliari e degli amici del Dott. John E. Upledger e continuando quotidianamente il nostro lavoro onoreremo sempre il Terapista, lo Scienziato e l’Uomo. Istituto Upledger Italia Srl Accademia Cranio-Sacrale Metodo Upledger Associazione Cranio-Sacrale FVG

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I Luoghi della BioGuida Percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

Associazioni, scuole, istituti, centri, terapeuti, seminari, corsi, conferenze ed altre proposte Per informazioni su come venire inseriti nella rubrica: info@bioguida.com - 040.302110 - 338.8852117

PIEMONTE Torino Centro Buddha della Medicina Via Cenischia 13, Torino. Tel. 011.3241650, 011.355523. Centro Milarepa Largo Beato Umberto 8, Avigliana (TO). centro.milarepa@tiscali.it CENTRO STUDI CLOROPhYLLA Associazione Tecniche Naturali Via Settimo 1, San Mauro Torinese (TO) Tel. 338.5979532 www.centrostudiclorophylla.org csc.clorophylla@virgilio.it Centro Studi Maitri Buddha Via A. Guglielminetti 9, Torino. Tel. 011.359649. IL CERChIO VUOTO associazione religiosa per la pratica e lo studio del Buddhismo Zen Soto (responsabile spirituale rev. Dai Do Massimo Strumia) Via Massena 17, Torino. Tel. 333.5218111. www.ilcerchiovuoto.it dojo@ilcerchiovuoto.it

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DOJO ZEN MOKUShO Via Principe Amedeo 37, Torino (TO). Tel. 011.883794. Scuola di Yoga Kalpa Vriksha Satyananda Str. Campetto 43, Piossasco (TO) Tel/Fax: 011.9042534, yogasatyananda@virgilio.it

ALESSANDRIA

SONDRIO CENTRO STUDI TIBETANI - SANGYE CIOELING Associazione culturale per la pace, l’armonia e lo sviluppo interiore, per la pratica del Buddismo Mahayana Vajrayana Via Vanoni 78/B, Sondrio. Tel 0342.513198, sangye@libero.it

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Centro “il Fiore Del Tao” Via Felice Casati 8, Milano. Tel. 02.29537223 www.fioretao.com CIRCOLO OM ShANTI Via Piave 23, Motta Visconti (MI). Tel. 02.90001188 lucilla.disomma@tin.it Kunpen Lama Gangchen Via Marco Polo 13, Milano. Tel. 02.29010263. Monastero Zen Il Cerchio Via dei Crollalanza 9, Milano. Tel. 02.8323652, www.monasterozen.it ThE NEW YUThOK INSTITUTE PER LA MEDICINA TIBETANA Corsi, meditazioni e seminari. Prof. dr. Pasang Yonten Arya T. Sherpa. Viale Spagna 77, Sesto S. Giovanni, (MI). Tel. 02.2536266, www.newyuthok.it . OIPA - Organizzazione Internazionale Protezione Animali Via Passerini 18, Milano. Tel. 02.6427882, www.oipaitalia.com info@oipaitalia.com ROBERTO FACINCANI Naturopatia Aura-Soma® Cranio-Sacrale PMT e Intolleranze Alimentari A Milano, Como e Bergamo. Cell. 340.3641193, www.astrobenessere.net info@astrobenessere.net SOCIETà ITALIANA AGOPUNTURA VETERINARIA S.I.A.V. - It. V.A.S. www.siav-itvas.org segreteria@siav-itvas.org

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BRESCIA Karma Cio Ling Centro Buddhista della Via di Diamante V.le Venezia 198, Brescia. Tel. 030.301515. www.buddhism.it

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I LUOGhI

IKSEN Via F. Bianchi 3, Tosc. Maderno (BS). Tel 0365.641898.

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CREMONA Istituto per l’Evoluzione Armonica dell’Uomo Via Carso 2, Cremona. Tel. 0372.433239.

PAVIA Ass. Scuola Soto Zen Centro Studi Zen Komyoji Loc. Costapelata-Fortunago Fortunago (PV). Tel. 0383.875584. ASSOCIAZIONE ZERO Associazione per il recupero e la trasmissione della tradizione interiore nello Hata Yoga. Sede sociale: via C. Marx 3, Voghera. Sedi di pratica: Pavia e Voghera. Tel. 328.4833411.

VARESE Associazione Maggio Via Sanvito Silvestro 40, Varese. Tel. 0332.235555.

VeneTo PADOVA ASSOCIAZIONI PROGETTO BENESSERE Viale Stazione 134 . Montegrotto Terme (PD), Tel. 049.8910706 – 335.6745856 www.associazioniprogettobenessere.it www.gioiabertha.it Centro Tara Cittamani Via Lussemburgo 4, Padova. Tel. 049.8705657. Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049.8979333, assocsyn@tin.it

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Erboristeria VERDEACQUA Dott.ssa Marinella Camera Iridologia, Naturopatia, Fiori Di Bach, Alimenti, Intolleranze Alimentari, Bio-Oggettistica, Cosmesi Naturale. Via Scapacchiò 32B 35030 Selvazzano Dentro (PD) Tel. 049.8056956, cell. 348.4417556 www.verdeacquaerboristeria.com info@verdeacquaerboristeria.com SCUOLA MEKONG Ayurveda e Massaggi Orientali Via Monte Cengio 26 B, Padova. Tel. 049.8716235, www.mekong.it

TREVISO ASSOCIAZIONE LE QUERCE BIANChE Via Toti dal Monte - Cal del Bosco Barbisano di Pieve di Soligo (TV) Tel. 0438.987178, info@lequercebianche.org Fabio: 347.6202071, fabio@lequercebianche.org ISTITUTO OLISTICO Via Savallon 15, Anzano di Cappella Maggiore (TV). Tel. 0438.941457, info@istitutolistico.it www.istitutolistico.it ASSOCIAZIONE CULTURALE NAShIRA Discipline bio naturali dal 1990 - Shiatsu, Yoga, Fiori di Bach Via Cavour int. 34/C, Conegliano (TV). Tel./Fax 0438.22530, cell. 346.0346404 centro.nashira@libero.it SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borso del Grappa (TV). Tel. 0423.910304, cell. 349.8834096. www.kinesiologiaviva.it info@kinesiologiaviva.it

VENEZIA CENTRO YOGA DhARMA Via Napoli 52, Mestre (VE). Tel. 041.5311954. www.yogadharmamestre.it info@yogadharmamestre.it METODO CALLIGARIS Ass. culturale “STELLA POLARE 999” Via Val Pusteria 9, San Donà di Piave (VE). Cell. 348.3027711, info@metodocalligaris.org www.metodocalligaris.org

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VeronA Centro Ming Men Corte Convento 28, San Michele ex. (VR). Tel. 045.8921109, www.centromingmen.com Centro Studi e Meditazione Buddista Karma Tegsum Tasci Ling Contrada Morago 6, Mizzole - Cancello (VR). Tel. 045.988164.

VICENZA Centro Studi Syn Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444.922682, assocsyn@tin.it erBeriA Prodotti eroboristici selezionati. C.so SS. Felice e Fortunato 5, Vicenza. Tel 0444.322814.

TRENTINO ALTO-ADIGE BOLZANO CreativEvolution - Walter Sebastiani Frazione Albes 50, Bressanone (BZ). Per informazioni: tel. 0472.851163. ELEONORA BRUGGER & PAUL KIRChER S. Pietro Mezzomonte 40, Velturno (BZ) Ttel. 0472 802228 info@eleonorapaul.com www.eleonorapaul.com


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FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE ACCADEMIA CRANIO SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040.3476191. www.accademiacraniosacrale.it

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Associazione culturale NATURALMENTE Oli Essenziali, Fiori di Bach, Cosmesi fai da te, le Ferite dell’Anima e Sentire l’Intuito (Metamedicina), Chakra e Numerologia Via Cumano 4, Trieste. Info: 347.9842995, http://digilander.libero.it/naturalmente.it naturalmente.it@libero.it Associazione Culturale e Sportiva ALMA PSICOCORPOREA Via Tor San Piero 16/A, Trieste. Tel. 040.412304 www.psicocorporea.it Ass. Cult. INFINITA ESSENZA DELL’AMORE Via Mazzini 30, Trieste. Cell. 347/1404116 (Ylenia Harrison) Cell. 328/2160210 (Paola Bernetti) www.infinitaessenzadellamore.it

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I LUOGhI

Buqi Center Trieste c/o Moto Perpetuo Trajno Gibanje Via del Rivo 13, Trieste. Tel. 335.5751544 CENTRO BUDDISTA TIBETANO SAKYA KUNGA ChOLING Corsi gratuiti di introduzione al buddhismo tibetano e programmi di adozione a distanza. Via Marconi 34, Trieste. Tel. 040.571048, www.sakyatrieste.it sakyatrieste@libero.it GENDAI REIKI ITALIA Via Beccaria 7, Trieste Tel. 333.7240918 349.3604929 www.gendaireiki.it info@gendaireiki.it LAM - Il Sentiero Piazza Benco 4, Trieste. Tel. 040.0642281, cell. 328.5629546 lamilsentiero@gmail.com NEW AGE CENTER Via Nordio 4/C, Trieste. A disposizione la Saletta Argondia per seminari, conferenze, presentazioni, mostre ed altre iniziative. Tel 040.3721479, www.newagecenter.it Ass. Int.le SWAMATEh ® a.s.d. Tel. 040.350114, 333.7229821. A Trieste. www.swamateh.org

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Associazione

I nostri corsi professionali: Scuola di Shiatsu, Scuola di Tuina (massaggio cinese), Scuola di Qigong. Tel. 040.3223500 cell. 333.4691092 www.shiatsuilgiardino.it Emporio Erboristico “IL FIORE DELL’ARTE” Via G. Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 0481.475545.

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I LUOGhI

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I.P.

I bambini chiedono: a Trieste la prima scuola per mamme e papà O

ccupazione primaria dell’essere umano è, o dovrebbe essere, occuparsi della vita, occuparsi della nascita. Per stare nella Vita, qui si vuole porre l’attenzione su quanto di più vitale e prezioso essa sappia esprimere: sulla generazione e nascita di un bambino, di una bambina. Osserviamo insieme il nostro quotidiano adulto: le nostre corse affannose, gli ingranaggi avvolgenti, il mito della giovinezza, la frenesia dell’acquisto, la sofferenza del non riconoscimento, il tuffo nel lavoro ad oltranza. Qualcuno ci guarda con occhi vividi e scrutatori: non fingono allegrie forzate, non mentono, non sfuggono, non tremano: sono gli occhi del bambino. Sono gli occhi del bambino invisibile. Sorge la domanda: “Ma come? Nella cosiddetta società della conoscenza, dei dibattiti, della progettualità, dei proclami, delle nuove tecnologie... quale bambino invisibile?” Il bambino invisibile è il bambino naturale: il “nostro” bambino, quello che soffochiamo di baci e bacetti, quello che vestiamo alla moda (nostra), quello che ci corre dietro nei negozi e nelle strade, quello che impara ad essere sempre in ritardo con il nostro ritardo, quello che sopravvive tra adulti che lo sovrastano incuranti della loro Essenza e della loro originaria capacità di giocare, apprendere, intuire, comprendere, sapere, gioire, soffrire. Non possiamo più pensare di poter crescere i bambini come una proprietà plasmabile secondo i nostri tempi, le nostre aspirazioni, le nostre mancanze o la nostra idea di bene e di priorità. Quando qualcuno, maestro, educatore o professore, inizia a parlarci di iperattività, di disagio, di introversione, di disgrafia, di disturbi dell’attenzione, di bullismo, di aggressività, scatta l’allarme e l’attivazione di colloqui, riunioni, interrogatori più o meno velati, indagini specialistiche. Inizia la delega di responsabilità: gli insegnanti ai genitori, i genitori agli insegnanti, i dirigenti a entrambi, ma il bambino/giovane rimane invisibile, nonostante indichi chiaramente e con tutti i mezzi comportamentali ed espressivi di cui dispone, ciò di cui semplicemente e potentemente ha necessità. Dobbiamo e possiamo imparare a leggere queste ne-

cessità; dobbiamo e possiamo imparare un nuovo modo di occuparci della vita, dobbiamo e possiamo aprirci alla conoscenza delle vite bambine. I nuovi bambini chiedono: Ascolto, Presenza Presente, Adultità, Verità, Pace, Gioco. L’ascolto diviene reale quando una creatura umana sa porsi in contatto empatico con il bambino e non avverte l’ansia di trasferire in lui/lei ciò che ha acquisito nel tempo, quasi in una sorta di sfoggio nozionistico/esperenziale. Essa è nutrita dalla disponibilità al gioco, all’invenzione simbolica, alla magia della narratività, all’intuizione di quando siamo presenti con il cuore e con la mente e impariamo ad assecondare e implementare le scelte e le proposte del bambino nel suo condurre la situazione ludica/espressiva. Diviene reale quando assumiamo il suo parlato e lo riproponiamo confermandogli la nostra propensione a capirlo ed interpretarlo nel suo alto valore comunicativo. La presenza presente diviene palpabile quando la nostra mente si libera dalle sollecitazioni esterne e ci dedichiamo al bambino in un assetto stabile, apprezzandone gli sguardi, le smorfie e gridolini, la parola nuova, il gesto che si fa sempre più affinato: si realizza nei momenti semplici di vita quotidiana, quando siamo ad essi dedicati nella cura della persona, nel offrirgli l’alimentazione, nell’incoraggiarlo nelle nuove imprese. L’adultità si afferma grazie ad una nostra crescita interiore, alla capacità di offrire sicurezza e serenità. Essa si esprime nella nostra capacità di essere veritieri e portatori di pace, di saper riflettere sulle nostre parole e sulle nostre azioni senza riversare sui bambini la rabbia di una giornata o la stanchezza incontenibile. Possiamo imparare ad essere veritieri con parole e gesti adeguati al mondo bambino: linguaggi e modi semplici attraverso i quali egli possa conoscerci nella nostra naturalità, ma nel contempo possa sentirsi tranquillo, accompagnato e sorretto dalla nostra saggezza di mamma o papà, di nonna e nonno, di maestro o educatore. Il senso della verità e senso di pace si possono affermare così, naturalmente, in modi consapevoli e auto-

riflessivi di essere e fare. E infine il gioco: cosa ci chiedono o mostrano attirandoci in questa sfera della vita? Ci chiedono di contribuire alla relazione, di rappresentare la realtà, di misurare e confrontare, di creare nuove situazioni possibili o migliori, di inventare soluzioni o strategie. Ci mostrano ciò che vorrebbero, ciò che non amano, ciò di cui hanno paura o da cui sono attratti. Ci indicano i loro talenti e le ricchezze interiori. Ci raccontano di energie di quiete o di massima vivacità. Ci comunicano che sanno decodificare simboli e inventarne nuovi. E noi adulti abbiamo imparato davvero a vedere e sentire tutto ciò? Siamo disposti a riflettere sui nostri modi, e mondi, per migliorarci? Per rispondere a queste urgenti istanze di comprensione della preziosità bambina e di prevenzione dell’in-sofferenza e del disagio, proprio in questo tempo di nascita e ri-nascita, l’Associazione BIMBI NUOVI fra le altre attività e proposte, ha ideato e realizzato i primi spazi educativi dedicati ai genitori: la prima Scuola per Mamme e Papà. Una scuola davvero innovativa in cui è possibile trovare strumenti e metodi per occuparsi, in amorevolezza e consapevolezza, della Vita Bambina che giunge a noi in nuove potenzialità e modalità tutte da scoprire e che ancora non siamo preparati ad accogliere, accompagnare, salvaguardare.

Associazione BIMBI NUOVI Educare nelle Nuove Relazioni Sede legale: Via G. Grimani 13, Trieste (TS) bimbinuovi@yahoo.it www.vivianasossiessenya.it Tel. 333.9766538 040.946716 - 040.381401

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I LUOGhI

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CENTRO STUDI CENRESIG Centro per lo studio e la meditazione Buddista Mahayana Via Meucci 4, Bologna. Telefoni: Maddalena 347.2461157, Giovanni 349.6068534. www.cenresig.org info@cenresig.org CENTRO YOGA “LE VIE” Via M. D’Azeglio 35, Bologna. Tel. 051.19982056, www.yogalevie.it info@yogalevie.it Istituto himalayano di ricerca in Ayurveda Via De Leprosetti 2/A, Bologna. Tel. 051.262823, www.ayurveda.bo.it Scuola/Fondazione Matteo Ricci Via A. Canova 13, Bologna. Tel. 051.531595, www.fondazionericci.it SCUOLA DI YOGA CENTRO NATURA Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051.223331, 051.235643, sport@centronatura.it www.centronatura.it

PARMA Ass. LA GROTTA DI CRISTALLO Shiatsu, Tai Ji, Danze Orientali, Voice Dialogue, Reiki, Diapason Terapia, Naturopatia., Meditazione Guidata. Fidenza (PR). Tel. 0524.84450, 0524.62315. Ass. NAMASTE - Parma Per la promozione e la diffusione della meditazione. Via Mascagni 25, Rivarolo di Torrile (PR). Tel. 0521.810138, cell. 335.6713405. www.oshonamaste.it maprem@libero.it LIBERA ACCADEMIA SCIENZE UMANE Scuola di counseling professionale accreditata Cncp Incontri di crescita e formazione in ambito umanistico e transpersonale Via Sella 31/A (laterale Via Orlando), Parma. Tel. 0521.944410, www.lasu.it www.alchimia.org Monastero Zen Fudenji Bargone 113, Salsomaggiore Terme (PR) Tel. segreteria: 0524.565667. Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525.60296.


Associazione di promozione sociale SPAZIO ShIATSU Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521.533831, www.studishiatsu.it info@studishiatsu.it

MODENA CENTRO YOGA ShIVA Via Silvati 12, Modena. Tel. 059.364625, Cell. 338.5332728, centroyogashiva@ Centro Culturale L’Albero Cultura, spiritualità e opere sociali Strada Statale Romana 135, Fossoli di Carpi (MO) Tel. 335 6684108, www.centroculturalelalbero.org

UMBRIA, MARChE, ABRUZZI AnConA LA CITTÀ DELLA LUCE Associazione di Promozione Sociale Via Porcozzone 17, Ripe (AN). Tel. 071.7959090, www.reiki.it

MACERATA TARA CENTER C.da Ricciola, Recanati (MC). Tel. 071.7575847, cell. 393.9755533, www.taracenter.it info@taracenter.it

PESARO ASD LIBERA UNIVERSITÀ OKI DO MIKKYO YOGA Oki do Yoga, Meiso Shiatsu, Naturopatia Sede Legale: Via Nazionale 238/ A, Colbordolo (PU), www.okido.us Sede Corso Naturopatia: Viale Monza 16, Milano c/o www.naturopatiaokido.it

PERUGIA ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, www.ananda.it CASAYOG (Yogi Gyanander) Strada San Marino 21, Perugia. Tel 075.5899339, www.casayog.com

TOSCANA AREZZO AMO Accademia Massaggi Olistici Via Teofilo Torri 22-28, Arezzo (AR). Responsabile: Andrea Marini: 388.9334692 www.massaggiohotstone.it andrea.marini@teletu.it

GROSSETO Comunità Dzog-Chen Merigar, Arcidosso (GR). Tel. 0564.966837.

FIRENZE Ass. Cult. “L’ALBERO DELLO YOGA “ L’associazione si occupa della diffusione dello Yoga e di alcune delle principali discipline olistiche attraverso incontri, trattamenti, corsi. Via della Libertà 61/65, Matassino Reggello (FI). Cell.333.3807726, www.lalberodelloyoga.it info@lalberodelloyoga.it

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I LUOGhI

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LUCCA ASS. CULT. OLISTICA OMSAIRAM CENTRO VILLA DELLE ROSE B & B - CASA VACANZE Via della Pergola 2 - Località Palleggio Bagni di Lucca Terme (LU) Tel 0583 85599 - 3476011312 centrovilladellerose@alice.it www.associazioneomsairam.it

PISA ISTITUTO LAMA TZONG KhAPA Via Poggiberna 15, Pomaia (PI). Tel. 050.685654, 050.685009, info@iltk.it segreteria@iltk.it www.iltk.it PUNDARIKA CENTRO RITIRI MEDITAZIONE Loc. Cordazingoli 18, Riparbella (PI) Tel. 0586.699077, 338.6759340 (Erica).

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LAZIO ACCADEMIA DI YOGA Via XX Settembre 58 A, Roma. Tel. 06.4742427, accademiayoga@tiscali.it www.accademiayoga.it ASSOCIAZIONE ShAKTI Centro di Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan Via dei Brusati 30, Roma. www.kundaliniyoga.it BUPPO DOJO praticare il Buddhismo Zen Soto Via Ferento 5, Roma. Tel. 06.70032022 buppodojo@gmail.com www.buppodojo.it CEDIFLOR Centro Diff. e Didattica Floriterapia di Bach Via R.Fauro 82, Roma. Tel. 06.8074385, 333.4243663 www.cediflor.it info@cediflor.it CENTRO NIRVANA Associazione Spirituale per la Meditazione Chan e Zen Via A. Bono Cairoli 15, Roma. Tel. 338.7021800, 328.6848780, www.centronirvana.it CENTRO YOGA ED OLISTICO VIPAShYANA Channelling, regressioni karmiche, yoga, meditazione, cristalloterapia, mass. ayurvedico, riflessologia plantare, pranoterapia, reiki. Via Venezia 48/50, Ciampino - Roma. Tel. 347.8360990 www.vipashyanayoga.com CENTRO TARA BIANCA Danza Creativa, Arti Terapeutiche, Meditazione. Via Ettore Rolli 49, Roma. Tel. 06.5811678, www.centrotarabianca.it

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LA VIA DEL CIBO

La purezza del digiuno di Manuela Gatti (www.corposophia.it)

I

l mese di dicembre è un mese particolare: si celebra la festa più importante dell’anno, si chiude con il vecchio e ci si appresta al nuovo, brindisi e riunioni familiari davanti a tavole imbandite, un mix di tradizione e trasgressione alla ricerca di antichi sapori ormai dimenticati, rispolverando ricordi e aneddoti. Pranzi e cene interminabili dove, spesso, si finisce per esagerare e, dopo i quali, ci si ritrova inevitabilmente con il poco entusiasmo e la scarsa vitalità del dopo-sbronza, a festa finita. Soprattutto per evitare di arrivare a livelli di rendimento e stanchezza disastrosi, il nostro corpo e l’istinto ci indicano di correre ai ripari prima possibile, approfittando anche dell’inizio del nuovo anno che, di solito, si accompagna a buoni propositi e voglia di dedicarsi seriamente a prenderci cura di noi stessi. Oltre al sano esercizio fisico, possiamo scegliere di assecondare le esigenze del nostro organismo che, a seguito delle libagioni, sembra prediligere cibi più salutari, leggeri e meno conditi del solito. Se decidiamo di ascoltare il nostro corpo, questo può essere il periodo più adatto per sperimentare una pratica antichissima, naturale e rigenerativa, purificatrice e rivitalizzante, oltreché guaritrice, quale è il digiuno. Cosa si intende per digiuno Per digiuno si intende un periodo di tempo variabile, che va da pochi giorni sino a qualche settimana, durante il quale ci si alimenta delle proprie riserve nutritive, assumendo solamente liquidi. Tali riserve non sono solo l’adipe: infatti le riserve nutritive di un individuo vanno ben oltre il grasso stesso, comprendendo sali minerali, vitamine, proteine e zuccheri. Ad esempio, esistono riserve di vitamine del gruppo B che coprono il fabbisogno di svariati mesi. Durante il digiuno, quindi, ci si alimenta con sostanze nutritive endogene, cioè interne al nostro organismo, invece di utilizzare il cibo che prendiamo dall’esterno. Va ricordato che l’organismo 28

umano così come quello animale, ha una capacità innata di adattarsi a questa condizione, anzi, il digiuno costituisce per l’organismo un potentissimo alleato per prevenire le malattie e per guarire. Chi non conosce il digiuno è convinto di una serie di luoghi comuni al riguardo, come ad esempio la questione riguardante le proteine e i corpi chetonici: sostenendo che il cervello ha bisogno di zuccheri e che l’organismo li può produrre solo utilizzando le proteine, non si è al corrente degli studi scientifici che dimostrano come il cervello è dotato di un complesso enzimatico in grado di trasformare gli scarti del grasso in zuccheri. L’altra obiezione da parte di chi non conosce il digiuno è che il peso che si perde sia soprattutto costituito da acqua ma, in realtà, il digiuno produce un’imponente reidratazione cellulare, similmente al processo di “osmosi inversa” utilizzato per depurare le acque, quasi una pratica salvavita messa in atto dalla natura spontaneamente durante i periodi di carestia e durante la malattia. Il digiuno invece può essere una vera e propria terapia, che consente al corpo di liberarsi delle tossine acquisite per

cause diverse ed accumulate nel tempo: poiché durante il digiuno ci si nutre solo di liquidi, è evidente che si perda anche del peso ma questo effetto non tende a perdurare. Digiunare ci offre l’opportunità di “resettare” le istruzioni che abbiamo dato al nostro organismo fino a quel momento e di ripartire, terminato il digiuno, con altre regole nutritive, personalizzate e consone alla propria specie. Per mezzo del digiuno si determinano quindi non solo un dimagrimento reale ma, soprattutto, una purificazione dell’intero organismo e, in caso di malattia, spesso si verifica la guarigione: evento che dovrà essere supportato nel tempo da uno stile di vita idoneo, a partire dalla corretta alimentazione. Come praticare il digiuno In realtà non ci sono regole fisse, né per quanto riguarda la durata, né per quanto riguarda la tipologia dei liquidi che si possono assumere, né per quanto riguarda l’opportunità di accompagnare questo periodo di astensione dal cibo con delle pratiche naturali atte a favorire e velocizzare l’eliminazione delle tossine. Diciamo che, se non sussisto-


no in partenza problemi seri di salute, chiunque è in grado di decidere da sé per quanto tempo protrarre il digiuno e cosa bere, dall’acqua ai centrifugati freschi di frutta e verdura, dalle tisane ai brodo vegetali filtrati, magari documentandosi un pò (es. i testi del prof. Arnold Ehret). Un altro discorso è quando la persona soffre di una patologia grave in atto, non perché in questo caso non sia consigliabile digiunare, ma perché la digiunoterapia e il conseguente processo di disintossicazione vanno attentamente monitorati e supportati da pratiche per favorire l’eliminazione delle tossine che, altrimenti, per effetto del processo di auto-pulizia e di svuotamento dell’intestino, potrebbero essere dismesse nel circolo ematico e peggiorare lo stato di acidosi. Per portare alla guarigione il digiuno deve andare di pari passo con un programma alimentare strettamente vegetariano, così come la scienza ha ormai riconosciuto nella pubblicazione del più grande studio mondiale sulle relazioni tra salute, malattia e alimentazione (“The China Study”, C.Campbell). L’interazione fra digiuno e alimenti vegetali (che non producono muco) è determinante nel processo di guarigione e porterà inizialmente la persona attraverso un processo di purificazione che viene chiamato “malattia”. Va da sé che in caso di una patologia grave precedentemente in atto, l’effetto della disintossicazione potrebbe essere più intenso

e quindi la dieta e la pratica del digiuno andranno monitorate con attenzione da parte di operatori esperti. Vantaggi del digiuno Il digiuno, soprattutto se accompagnato dalla pratica del lavaggio intestinale mediante idrocolonterapia o anche da semplici clisteri di pulizia, offre diversi benefici: 1) favorisce il riposo degli organi. 2) permette agli organi preposti all’eliminazione delle tossine di terminare e completare il lavoro di disintossi-

cazione, e ne favorisce le funzioni. 3) libera il tubo digerente dalle tossine e favorisce lo svuotamento del colon dal materiale di ristagno, soprattutto dal muco 4) favorisce la disintegrazione e il riassorbimento di grasso, tessuti malati, cisti, tumori, ascessi. 5) ringiovanisce le cellule e i tessuti 6) migliora le funzioni di tutto l’organismo e ne aumenta la vitalità 7) decondiziona la mente dall’attaccamento al cibo 8) fortifica e chiarifica lo spirito.



LA VIA DELLA SCIENZA

I.P.

Un innovativo test del DNA per riconoscere l’aggressività del cancro alla prostata a cura di R. Sancin

Il tumore Come è noto, il cancro alla prostata (CaP) è il tumore maschile più diffuso. Le statistiche più aggiornate indicano che 17 maschi su 100 sviluppano un CaP, per lo più dopo i 60 anni. In Europa, vengono diagnosticati circa 300.000 CaP ogni anno. Ma non tutti i CaP sono uguali per gravità e velocità di crescita: alcuni hanno una crescita molto lenta e vengono definiti “dormienti” e mostrano una bassa probabilità di divenire una minaccia per la vita del paziente. Altri invece (circa il 23% del totale) mostrano una crescita e diffusione molto rapide e vengono definiti perciò “aggressivi”, in quanto possono portare, se non curati adeguatamente, alla morte del paziente. I limiti della diagnosi attuale del CaP Il test di screening più comune e diffuso per identificare il CaP è il PSA (Prostate Specific Antigen) che viene eseguito sul siero del paziente: valori alti del PSA vengono associati ad una elevata probabilità di CaP, valori bassi ad una assenza di CaP. I limiti di una diagnosi basata sul PSA sono però notevoli: la sensibilità del test è di circa il 25% e la specificità del 94%, il che significa che il 75% dei pazienti con il CaP potranno avere un valore del PSA nei limiti e che 6 pazienti sani potrebbero essere sospettati di avere il CaP. Ancora, altri fattori come l’ipertrofia benigna della prostata, la prostatite e l’infezione delle basse vie urinarie possono portare a valori elevati di PSA e quindi a falsi postivi. Inoltre il test PSA non sembra in grado di distinguere tra il CaP a crescita molto lenta e quello “aggressivo”. I limiti del test PSA appaiono quindi evidenti e possono determinare importanti ricadute negative sui pazienti: un eccesso di cure radicali su pazienti sani o non a rischio, con effetti collaterali spesso invalidanti (disfunzioni erettili, incontinenza urinaria, impotenza, etc). In pratica, per salvare un paziente, sipotrebbe essere indotti a trattarne inutilmente 48 che non

sono a rischio reale. Per limitare questi danni “collaterali” al paziente, con valori alti di PSA, andrebbero eseguite delle biopsie alla prostata ad intervalli regolari per valutare se il CaP è di tipo “aggressivo” e decidere il momento più opportuno per iniziare la cura. Ma questo metodo richiede molto tempo, è costoso, invasivo e mal tollerato dal paziente. L’innovativo test del DNA della Prolife (DK) Si pone quindi la necessità di un metodo diagnostico affidabile, non invasivo, rapido e ben tollerato, che possa dare al medico indicazioni precise se il paziente con un valore elevato di PSA sia ad alto rischio di sviluppare un CaP oppure no. I recenti studi in campo genetico hanno dato delle indicazioni utili in questo senso: si è visto che alcuni soggetti maschili sono geneticamente predisposti a sviluppare un CaP aggressivo e sono state identificate delle variazioni genetiche specifiche associate al CaP aggressivo. Su queste basi, la Prolife, società danese leader nel settore della ricerca genetica applicata, ha sviluppato e brevettato un test diagnostico molecolare molto affidabile per la diagnosi precoce dei biomarkers responsabili dello sviluppo del CaP aggressivo. Il test identifica nel DNA

della saliva del paziente le 3 mutazioni genetiche nel SNPs che sono prevalenti nei casi di CaP aggressivo. Il test molecolare è estremamente affidabile, non invasivo, con una sensibilità e specificità del 99,9% ed è indipendente da altri fattori ereditari di rischio. Il test Prolife integra in modo decisivo e con una diagnosi affidabile i valori solo indicativi del PSA e consente al medico di trattare con sicurezza e tempestivamente solo i pazienti realmente a rischio di CaP aggressivo, evitando agli altri inutili e dannose terapie. Inoltre, poichè non identifica un parametro derivante da un tumore in essere ma una predisposizione genetica del paziente, può essere considerato un valido test predittivo anche molti anni prima che si sviluppi un eventuale CaP. Come si esegue il test Prolife (DK) Il test viene eseguito nei laboratori di genetica della Prolife sulla saliva del paziente spedita in un contenitore speciale certificato. Potete contattarci per informazioni dettagliate sull’esecuzione del test, le modalità di spedizione del campione e invio dei risultati del test: TRE-GI sas di P. Grubissa - Trieste. Distributore per l’Italia di Prolife (DK). Tel. 040.942347 - info@tregitrieste.com

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LA VIA DELLA SCIENZA

Le Costituzioni Iridologiche di Elisabetta Conti (iridologa) www.adacqua.net

L’

iridologia costituzionale è una particolare attività iridologica molto utile nella medicina preventiva: è finalizzata ad evidenziare i motivi di eventuali squilibri energetici, il livello tossinico e le risorse psicofisiche del nostro organismo: di conseguenza ci rivela a quali malattie possiamo essere più facilmente predisposti. Biotipologia Cromatica Abbiamo già brevemente preso in considerazione nei numeri precedenti due dei tre pilastri dell’analisi iridologica: le mappe degli organi e i segni morfologici dell’iride (lacune, cripte ecc.). Il terzo “pilastro” è costituito dal colore. L’iride si forma tra la quattordicesima e la sedicesima settimana di vita fetale. I neonati hanno sempre gli occhi chiari perché non si è ancora formato il pigmento degli strati superficiali. Col passare del tempo le cellule cromatofore iniziano a produrre il pigmento dell tessuto e l’iride cambia colore fino al raggiungimento del suo colore definitivo attorno ai due anni di vita (in alcuni casi anche fino ai sette anni). In realtà comunque il colore dell’iride cambia fisiologicamente in modo impercettibile sino circa al cinquantesimo anno di vita (è importante però rilevare che alcune colorazioni non sono imputabili a pigmenti specifici, ma a sostanze con proprietà opposte ai pigmenti, cioè alla loro possibile “perforabilità” dalla luce). Esiste una grande varietà di sfumature per ogni colore, di iridi policrome ed eterocromiche. Infatti a determinare il colore dell’iride concorrono la pigmentazione del suo strato profondo e il pigmento che può essere presente negli strati superficiali. Nell’albinismo, per mancanza o riduzione genetica del pigmento, l’iride è quasi trasparente: appare il colore rosso del fondo dell’occhio e dei vasi sanguigni. Hauser (iridolodo della scuola tedesca 32

“Felke Institute”) sottolinea che le iridi scure - come del resto la pigmentazione scura della pelle - caratterizzano le popolazioni che devono difendersi dal caldo, mentre le iridi chiare , corrispondenti a pigmentazione chiara della pelle, quelle che devono difendersi dal freddo. L’incontro delle due “razze” ha generato individui con iridi miste. La classificazione secondo le costituzioni abbraccia tutte le iridi: vale a dire che si appartiene sempre a un certo tipo o sottotipo e ognuno di questi presenta predisposizioni specifiche e persino un modo specifico di guarire. Vi sono, secondo questa classificazione, tre grandi gruppi che possono essere definiti: • costituzione linfatica (iride azzurra), • costituzione ematogena (iride scura) • costituzione mista L’iride azzurra comprende azzurro chiaro, azzurro scuro, azzurro-grigio, grigio di varie tonalità , verde, giallo. L’iride scura i colori dal nocciola al mogano, le iridi miste sono apparentemente scure, ma ad un esame attento mostrano che sotto il colore scuro traspare il colore chiaro. A queste si può aggiungere la costituzione eterocromica (più rara), quando appare una variazione del colore dell’iride rispetto al resto: è particolar-

mente significativa quando non consiste semplicemente in una variazione di tonalità ma in un cambiamento sostanziale del colore: scura in occhi chiari, chiara in occhi scuri. Diversa lettura degli occhi chiari e scuri Gli occhi chiari e scuri si mostrano in modo diverso a chi li osserva. Gli occhi scuri (iride ematogena) presentano una superficie non trasparente, perché pigmentata: i pigmenti formano come un tappeto che copre tutta la superficie in modo più o meno omogeneo e non fa trasparire la struttura sottostante se non in corrispondenza di lacune o in corrispondenza di zone depigmentate che permettono alla zona sottostante di trasparire. Dalle iridi chiare (con poco o senza pigmento superficiale, tanto è vero che affiora il colore fondamentale azzurro o grigio - iride linfatica -) vediamo le strutture sottostanti: le “fibre” bianchicce che normalmente non si vedono negli occhi scuri, altro non sono che i vasi sanguigni (arterie) che hanno nell’iride un decorso superficiale e si rendono visibili per la trasparenza del tessuto. Josef Deck ha definito i tipi costituzionali come genotipi, ovvero


caratteri legati all’ereditarietà e non modificabili nel corso della vita. Questo fatto non rappresenta comunque una novità, dato che già i primi studi sui caratteri ereditari di Mendel riguardavano, tra gli altri, il colore degli occhi. La facilità di lettura di alterazioni iridologiche è dunque determinata anche dalla costituzione dell’iride nella sua colorazione. Le linfatiche o miste sono, per loro natura stessa, chiare e quindi più facilmente interpretabili rispetto ad un’iride ematogena. disintossicazione, in quanto è il fegato l’organo adibito a captare le sostanze tossiche, trasformarle e in seguito eliminarle. Questa costituzione iridologica dovrebbe quindi stare molto attenta all’assunzione di alcool, farmaci, cibi non molto sani (come quelli da fastfood) e quant’altro sia dannoso per il fegato. Secondo Ippocrate sono di origine ematogena le malattie derivanti dal sangue o disturbi epatobiliari: vene varicose, disturbi circolatori di vario genere come l’ipertensione arteriosa e iperlipidemia, malattie metaboliche come la gotta e il diabete. La costituzione linfatica (azzurra) La costituzione mista I linfatici soffrono tendenzialmente di dolori articolari, dovuti a problemi di cartilagine. Punti deboli: le mucose (congiuntiviti), le sierose (pleura, pericardio, peritoneo, meningi); il sistema immunitario (ad esempio allergie). Per i soggetti linfatici vengono consigliati rimedi naturopatici quali il Ribes nigrum o la Boswelia. Malattie che si possono considerare legate al sistema linfatico (alcune già secondo Ippocrate) sono adenoidi, polipi nasali, tonsilliti, rigonfiamenti linfonodali sul collo e a livello intestinale, disturbi respiratori, dismetabolismo dell’acido urico, problemi reumatici con sofferenza di cuore e reni. La costituzione ematogena (scura) I punti deboli di questa tipologia di iride sono riconducibili al metabolismo intermedio dell’organo fegato e alle anemie. Si hanno per questa tipologia di costituzione iridologica una serie di problematiche relative, ad esempio, alla

L’ultima tipologia di iride è formata dal colore marrone più quello azzurro. La componente di color marrone può interessare un solo occhio, entrambi, alcuni settori o solo la parte centrale. L’iride mista somma problemi di origine linfatica ed ematica. Ottima struttura muscolare. Principalmente si tratta di disfunzioni della sfera biliare e digestiva: scarsa produzione di bile e di succo pancreatico, scarsa produzione di bicarbonato e ipertrofia della flora

batterica. Sono queste tutte problematiche che, come ben si intuisce, causano cattiva digestione, fermentazione del cibo che rimane più a lungo nello stomaco, produzione di gas intestinali e alterata produzione da parte della flora batterica intestinale delle vitamine del gruppo B (causa di astenie) e vitamina K (causa di emorragie). Può essere efficace l’assunzione di Tarassaco, Carciofo e Bicarbonato. I soggetti con costituzione iridologica mista dovrebbero seguire una monodieta, introdurre enzimi digestivi e semi di papaia nell’alimentazione ed evitare fermenti lattici e lieviti. Aspetti psichici nella biotipologia cromatica - L’occhio chiaro è trasparente e lascia affiorare la struttura sottostante: è incline alla razionalità , alla coerenza, alle scelte chiare, alle distinzioni (presenta una vasta gamma di colori). Si riversa verso l’ambiente e il gruppo sociale . - L’occhio scuro nasconde la struttura ed è quindi più uniforme. E’ associabile ad una personalità più insondabile e profonda. E’ incline al dubbio, alla complessità , ad una comprensione che cerca di andare oltre la superficie della ragione con l’intuizione e la meditazione. E’ polarizzato verso l’istintualità, l’emotività, il gruppo familiare, il clan. - L’occhio eterocromatico presenta originalità, talento, eclettismo, variabilità, superficialità, incostanza, narcisismo, esibizionismo, talvolta sregolatezze di vita, difficoltà sociali, atteggiamenti provocatori. Spesso a questo tipo appartengono gli artisti. Aspetti vibrazionali La medicina quantistica studia l’aspetto energetico-elettromagnetico della fisiologia e interviene su questo piano. Ogni essere vivente pulsa ed ha una propria frequenza ed energia. Si conoscono le frequenze vitali degli occhi, dei tessuti epidermici, della bocca, ogni organo ha una sua frequenza. Le cellule staminali, ad esempio, sono nate per vivere a 22.000 kilohertz. Se un organo non è sano perde cicli di energia e pulsa 33


LA VIA DELLA SCIENZA

ad una frequenza inferiore rispetto alla sua. Il concetto di energia vitale di cui hanno parlato mistici, saggi, artisti letterati di ogni epoca e cultura, è oggi emerso nella fisica moderna: Plank scoprì i Quanti, studiò la dualità onda-particella, Einstein con la sua teoria indicò l’equivalenza tra energia e massa. Anche Wilhelm Reich individuò la presenza e l’influenza sulla vita materiale di particelle di energia vitale da lui chiamate Orgoni. Possiamo affermare che la Medicina dei Quanti, oltre a scoprire la malattia, consente di individuare la causa dialogando con il corpo attraverso il linguaggio frequenziale. L’energia nei suoi infiniti aspetti, corrispondenti a diversi gradi di densificazione, dai piani materiale, eterico, emozionale, mentale, causale, si esprime e manifesta attraverso effetti riscontrabili quali calore, luce, quindi colore, movimento, suono. Nel nostro corpo, o meglio nel nostro essere, come del resto in tutto l’Universo, pulsano incessantemente tutte queste attività energetiche, che reagiscono agli stimoli esterni ed interni

e si esprimono continuamente a seconda degli stati d’animo della persona che si relaziona con il mondo, generando correnti emozionali che spesso l’individuo avverte: per esempio, si pensi a come uno scatto d’ira possa produrre nel corpo fisico vampate di calore con relativo rossore che compare a livello di epidermide. L’iride pare accentuare attraverso l’incontro/scontro dei suoi colori i flussi energetici di cui è centro ricettore e propulsore, “drammatizzando” le pulsazioni ritmiche della pupilla (iridochinesi) L’iridochinesi (motilità pupillare) è stata approfondita in particolare dal dott. Magnano, che affermava già negli anni ‘90 (“Iridologia Psicologica”, 1994): “L’insieme delle stimolazioni che provengono dall’ambiente esterno e interno si ripercuotono sul sistema nervoso viscerale - a volte direttamente, a volte indirettamente attraverso l’azione iniziale sul sistema nervoso centrale che poi si ripercuote su quello viscerale - che prontamente modifica la motilità pupillare, dei visceri, del sistema circolatorio, ecc. Nessuna modificazione è però così pronta e facilmente misurabile come la dinamica pupillare, che può quindi essere il mezzo ideale per studiare la

reattività dell’intero organismo. Quello della pupilla è un vero e proprio linguaggio inconscio… per comunicare disponibilità o chiusura nelle relazioni interpersonali, suscitando risposte pupillari negli interlocutori e inducendo fenomeni empatici: disponibilità. attrazione ecc. Possiamo ora ipotizzare, conoscendo la sensibilità pupillare a tutti gli stimoli interni ed esterni, che l’analisi delle variazioni del suo diametro e delle sue caratteristiche cinetiche possa dare indicazioni precise sulla reattività del soggetto a eventi non solo psichici, ma anche biologici”. Invito i lettori interessati a guardare un video da noi realizzato anni fa sulla Motilità Pupillare, archiviato nel nostro sito w w w. adacqua.net : suggestivo per l’interazione tra le pulsazioni pupillari, i colori dell’iride e i suoni “input” a cui abbiamo sottoposto i soggetti analizzati. “Il suono è l’essenza e il colore è il suo manifestarsi. Quel che percepiamo come colore è suono, e ciò che percepiamo come suono è colore a un altro livello. Si può dire che il colore è suono visibile. Il colore che lo colora è vibrazione vivente”. (Bhola Nath Banstola ).


L’ARREDO ECOLOGICO

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nche per questa estate è prevista una nutrita serie di appuntamenti con la musica. Rassegne rock, jazz e di musica d’autore si alternano lungo tutta l’Italia. Per gli

Con l’esperienza acquisita negli anni produciamo su progettazione e su misura L’ARREDAMENTO NATURALE. Il nostro obiettivo è di creare ambienti alimentando il fluire dell’energia positiva, ottimizziamo gli spazi e soprattutto ascoltiamo le esigenze delle persone che abiteranno i locali da noi arredati. Adoperiamo solo legno massiccio, certificato, le lavorazioni e gli assemblaggi vengono fatte ad incastro, senza uso di colla, i trattamenti sono fatti solo con olio e cere naturali, i colori sono ottenuti con ossidi sciolti nell’olio, otteniamo superfici satinate e piacevoli al tatto. Evitiamo tutte le finiture con spigoli, otteniamo così forme morbide e arrotondate. Dedichiamo una particolare attenzione ai bambini e ragazzi... curando in modo particolare le loro camerette. Adoperando solo LEGNO, OLIO E CERA si evitano tante forme di allergia... non si creano cumuli di cariche elettrostatiche, gli ambienti sono sani, piacevoli, armoniosi... il legno ha la caratteristica di essere termoregolatore: assorbe l’umidità in eccesso per ridarla quando l’ambiente ne ha bisogno. Progettazione per noi vuol dire anche: curare i particolari come il colore delle pareti, la posizione del letto, l’illuminazione data dalle lampade ionizzanti con la loro luce vivificante... Cerchiamo di seguire il nostro cliente con la massima premura e con la nostra professionalità... Via Roma 129 - 31043 Fontanelle (Tv) - Tel./fax 0422.509013 - bioliving@libero.it - www.bioliving.it


LA VIA DEGLI ANIMALI

Omeopatia: come esercitare un sincero scetticismo di Andrea Sergiampietri (medico veterinario omeopata) www.homeocode.info

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uando si sceglie di parlare di Omeopatia è inevitabile, presto o tardi, trovarsi a discutere con chi avversa questa medicina. Anche cercando un dialogo, in poco tempo si organizzano pronti allo scontro, due schieramenti, favorevoli e contrari. Non ha alcuna importanza se l’argomento è la composizione di lattosio o saccarosio dei globuli omeopatici oppure se è meglio prenderli secchi o sciolti in acqua o ancora i km percorsi da Hahnemann nei suoi 88 anni di vita: apri una piccola finestra nominando il termine omeopatia e immediatamente s’accenderà una diatriba senza confini in cui l’obbiettivo, pare, è solo quello di sopraffare l’avversario, che sia contro o a favore. Ciò che anima i sostenitori così come gli oppositori ha qualcosa di irrazionale, qual cosa che va oltre alla definizione dell’effetto placebo oppure al concetto di numero di avogadro o ancora alla valutazione secondo criteri di ripetibilità dei risultati dell’omeopatia. C’è molta animosità e, chiedo venia, a fronte di poca conoscenza della materia. Poco tempo fa ho fatto un esperimento rivelatore. Mentre preparavo materiale per un libro ho presentato una piccola ricerca storica sulla diffusione nel ‘800 della medicina omeopatica nel mondo. L’argomento era chiaro, non si parlava di come, se e perché l’omeopatia funziona, ma solo di “in quanto tempo” si era diffusa e “in che nazioni” era praticata alla fine del 1800. Ero animato dallo stupore nel constatare che la diffusione mondiale era stata rapida, poche decine di anni, in un mondo dove trasporti e modi di comunicazione erano molto limitati. Mi sarei aspettato di trovare che gli interessati alla ricerca esprimessero opinioni sull’argomento storico e, invece, rapidamente i commentatori si sono divisi tra quelli per cui l’omeopatia “funziona anche se non sappiamo perché” e quelli per cui non 36

funziona, è solo acqua o effetto placebo. L’impressione che ne traggo è che dibattendo di questo argomento prevale l’emotività sulla razionalità ed è molto più gustoso scontrarsi e poter urlare “abbiamo ragione noi e voi non capite nulla!” ; il pregiudizio prevale su ogni argomentazione. Scetticismo metodologico o rifiuto paradossale Essere scettici non significa essere in disaccordo o rifiutare. Il termine scettico viene dal greco skeptikòs ovvero sottile osservatore! Recita il dizionario: modo di ragionare appoggiato soltanto alla scrupolosa osservazione e al personale convincimento. Lo scetticismo diventa anima portante del metodo scientifico con Cartesio, cui si fa risalire la paternità dell’approccio conoscitivo maggiormente diffuso ai nostri giorni ovvero il riduzionismo. Maggiormente diffuso quando si tratta di divulgazione di massa ma profondamente in crisi, come modello, da 85 anni a questa parte (si veda il “Principio di indeterminazione” di Heisenberg 1927). Comunque, per essere scettici, bisogna prima conoscere, osservando scrupolosamente senza

entrare nel giudizio e poi giungere ad un proprio convincimento. E’ una sana posizione quella dello scettico, la posizione da cui osservare senza pregiudizi un fenomeno per formare una propria opinione. Ed è un modo di ragionare che, chiunque sposi il riduzionismo, la scienza basata sui fatti e le evidenze, non può che apprezzare e, per coerenza, onorare. Potersi definire scettici in merito alla medicina omeopatica è qualcosa che comporta maggiore impegno, studio e attenzione che rifiutarla totalmente con un “non ci credo” o anche accettarla totalmente. Quello che scrivo è dedicato a chi ciecamente crede o non crede all’omeopatia, indossando argomentazioni che ormai vestono un pò strette; e soprattutto lo scrivo per rispetto all’intelligenza umana e alla posizione dello scettico. Per poter proseguire nella lettura di questo articolo è consigliabile assumere l’atteggiamento del 5° esercizio di Rudolf Steiner: “Assenza di pregiudizi, di prevenzioni, percezione del nuovo. Scoprire qualcosa di nuovo in ogni intervento, qualcosa che prima non si conosceva.



LA VIA DEGLI ANIMALI

a) Non si pensi subito ‘Questo lo sapevo già”. Si rimanga aperti a tutto ciò che arriva, disposti a credere anche a ciò che di primo acchito appare inverosimile. b) Si osservi come ogni pregiudizio che cresce in noi blocchi nuove esperienze. (Athys Floride, “I sei esercizi complementari applicati agli incontri di gruppo, I sei esercizi”- R. Steiner - ed. Antroposofica Milano) Samuel hahnemann per scettici curiosi Sulla figura di Samuel Hahnemann sono stati scritti diversi libri. Credo che alcuni aneddoti della sua vita, come l’aver cacciato i propri pazienti dallo studio perché non sapeva come curarli con la medicina del suo tempo, siano noti ai più. Ci sono aspetti però della sua biografia che normalmente non ricevono l’attenzione che meriterebbero, specialmente al di fuori delle cerchie di omeopati. C’è una certa tendenza a sorvolare sulla sua figura e sull’importanza che ha avuto in numerosi campi scientifici. Conoscendo meglio la vita di Hahnemann è difficile affermare che fosse un impostore o un folle visionario oppure un ciarlatano dedito a pratiche magiche. Egli non proveniva da una famiglia nobile o benestante e gran parte della sua istruzione fu pagata da uomini influenti della sua epoca. Al tempo di Hahnemann nell’ambito della medicina esistevano i dottori, che quasi mai si occupavano direttamente dei malati ma costruivano teorie mediche sulle malattie attraverso lo studio di altri libri, la dissezione dei cadaveri e i primi esperimenti sugli animali, e i praticanti, che avevano contatto diretto con i malati e su questi applicavano i suggerimenti terapeutici scritti dai primi. Ai giorni nostri è chiaro che questa divisione, i ricercatori da una parte (con poco o nullo contatto con i pazienti) e i medici dall’altra (in contatto con i pazienti ma privati di poter far altro che applicare i protocolli dei ricercatori), non può operare favorevolmente verso la guarigione del malato. Hahnemann comprese la necessità di unire teoria e pratica e, durante gli studi di medicina presso la facoltà di Lipsia, si dedicò alla pratica ospedaliera a Vienna, laureandosi poi con il massimo dei voti nel 1779 a 24 anni. Brillante studente venne accolto sotto l’ala del rettore della facoltà 38

di medicina di Lipsia che, conosciute le sue ristrette possibilità economiche, lo fece assumere come medico personale dell’allora governatore della Transilvania. Traducendolo ai giorni nostri, sarebbe come se il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, riconoscendo le capacità di un suo studente poco abbiente, mettesse a rischio la propria credibilità proponendo lo studente come medico personale di un’alta personalità dello stato. Hahnemann a 24 anni non solo è medico ma anche abile traduttore. Conosce bene un certo numero di lingue antiche e moderne imparate da autodidatta: inglese, italiano, greco, latino, oltre che arabo e caldeo. Sufficientemente bene da potersi guadagnare da vivere come traduttore di testi scientifici. Traduce circa una ventina di trattati medici e scientifici ed è autore del “The Farmaceutical Lexicon” un’ opera in 4 volumi utilizzata dai farmacisti della sua epoca come testo di riferimento per la preparazione dei medicinali. Ancor prima di scoprire o riscoprire l’omeopatia si “diletta” come chimico. Uno dei principali test di laboratorio attualmente usati per individuare i metalli pesanti in soluzione è stato messo a punto proprio da Samuel Hahnemann. Si deve a lui il primo metodo preciso di preparazione del mercurio solubile. Anche l’idea di tenere i medicinali tossici chiusi in un armadietto e di un “registro dei farmaci vidimato” è di Hahnemann, esposta in “Avvelenamento da arsenico. Trattamento e medicina legale”. I suoi lavori di chimica gli valgono circa 70 citazioni nel Dizionario di Chimica del francese Pierre Joseph Macquer (1788).

Tutto questo già basterebbe per annoverare Samuel Hahnemann tra le più brillanti menti del XVIII e XIX secolo, o comunque stimolare in uno scettico una sana curiosità. Diffusione dell’omeopatia nel XIX secolo e cause di arresto Se la vita di Hahnemann osservata da vicino è di per sé straordinaria, ancor più stupefacente è osservare la diffusione della medicina omeopatica nei 90 anni successivi alla sua nascita ufficiale (1810). La diffusione planetaria di questo sistema terapeutico è un altro aspetto su cui riflettere almeno un minuto prima di dire “bah non ci credo!”. Nel 1810 non esiste televisione (John Logie Baird 1925 ), telefono (Antonio Meucci 1871), cellulare (Martin Cooper 1973), autostrade (Piero Puricelli 1923), automobili (1883 prima fabbrica di automobili), pubblicità come la conosciamo noi, internet (1991), ferrovie che collegano stati diversi, servizio postale adeguato (1840 introduzione del francobollo). Ci sono le carrozze, la stampa, un servizio postale rudimentale. Insomma nulla che favorisca una diffusione capillare delle idee e delle scoperte. Inoltre, la maggior parte della popolazione sa a mala pena firmare, figuriamoci leggere un trattato di medicina. Le idee di Hahnemann devono essere non solo entusiasmanti e contagiose ma anche efficaci, contrariamente non si può spiegare la diffusione planetaria della medicina omeopatica in 44 anni dalla pubblicazione della prima edizione dell’ 2Organon della Guarigione Razionale”. Facendo un confronto ardito con una delle principali invenzioni del 1900, la telefonia mobile, osserviamo che il


“cellulare” conquista il mondo nel 2007 ovvero 34 anni dalla sua invenzione (2007: il 50% della popolazione mondiale possiede un telefonino e l’altro 50% forse vorrebbe averlo). Al principio del ‘900 solo negli Stati Uniti ci sono: 20 scuole mediche di omeopatia, più di 100 ospedali omeopatici e più di 1000 farmacie omeopatiche. Ma come viene fermata questa espansione spettacolare della medicina omeopatica? “Dovremmo ammettere che mai abbiamo combattuto l’omeopatia a causa dei suoi principi; la combattemmo perché entrando nella comunità medica conquistò il mercato”. (Dichiarazione di un membro dell’Associazione Medica Americana). L’arresto dell’Omeopatia avviene non attraverso la messa in discussione del sistema terapeutico, ma attraverso leggi e norme corporative. Senza citarle tutte ne riporto due significative: “Flexner Report” del 1910 e l’arresto di Hahnemann a Lipsia nel 1820. Egli venne arrestato in seguito alla denuncia della corporazione dei farmacisti che già all’epoca erano gli unici autorizzati a preparare i medicamenti. Hahnemann aveva riscontrato che spesso i farmacisti disattendevano le sue prescrizioni preparando in modo difforme le medicine omeopatiche o sostituendole con altre sostanze. Per questo motivo aveva iniziato a prepararle da solo, conquistandosi le antipatie di una corporazione potente che, con l’avvento dell’omeopatia, vedeva una perdita economica (piccole quantità di sostanza, una sola sostanza prescritta ogni volta). Inoltre, essendo gli omeopati prima di tutto medici laureati, era difficile screditarli, come avveniva con gli erboristi, accusandoli di pratiche magiche. Il Flexner Report invece è un documento emesso dalla Carnegie Foundation negli Stati Uniti, attraverso il quale furono discriminate le facoltà di medicina che insegnavano omeopatia e gli Ordini dei medici che avevano all’interno. Le conseguenze di questo rapporto sono la deviazione di fondi pubblici e privati verso le facoltà di medicina ortodosse e l’espulsione dei medici omeopati dagli ordini di appartenenza con conseguente revoca della licenza di esercizio della

professione. Il risultato è la chiusura di quasi tutti gli ospedali omeopatici e dei college di medicina omeopatica. L’arresto e l’involuzione dell’omeopatia nel mondo, durante il 900, avviene quindi per provvedimenti legislativi. Una strategia che si dimostra ancora valida dato che, se non verrà modificato l’articolo 13 del Decreto Balduzzi, a partire dal 31 dicembre 2014, verranno decimati gli elenchi di prodotti omeopatici disponibili sul mercato come conseguenza del fatto che i produttori di rimedi difficilmente disporranno ogni anno di centinaia di migliaia di euro da versare allo Stato per mantenere le licenze di commerciabilità dei rimedi stessi (mille euro per ogni rimedio ogni anno). Si osservi come ogni pregiudizio che cresce in noi blocchi nuove esperienze All’omeopatia così come all’omeopata si chiede sempre tanto. Se il pregiudizio è a favore, spesso c’è la pretesa che sia la soluzione più rapida e indolore per ogni malattia, che conceda l’eterna giovinezza o l’immortalità, che sia infallibile già al primo colpo. Oppure, quando il pregiudizio è sinonimo di rifiuto, la medicina omeopatica viene contrastata con i soliti cliché come effetto placebo (non dimostrabile negli animali e in ogni caso non è un atto psicomagico – si veda l’articolo sul BioGuida n. 35), memoria dell’acqua e numero

di Avogadro (consultare pubblicazioni di Emilio del Giudice), la non ripetibilità dei risultati (fatto contraddetto da “Testing homeopathy in mouse emotional response models: Pooled data analysis of two series of studies” www.hindawi.com/journals/ecam/2012/954374). Conoscere per confrontarsi costa fatica e leva sicurezza, almeno in principio. Un prezzo interessante da pagare per fare esperienza, per la libertà di scelta e l’autodeterminazione.

Bibliografia “The Life and Letters of Dr Samuel Hahnemann” by Thomas Lindsley Bradford, M.D. www.homeoint.org/books4/bradford/ index.htm “Storia dell’Omeopatia - Biografia di Samuel Hahnemann” - Prima Parte di Pietro Gulia (fonte: il granulo) “A Condensed History of Homeopathy”, Dana Ullman MPH , Discovering Homeopathy: Medicine for the 21st Century, North Atlantic Books.

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PAROLE E MUSICA

Nossa Alma Canta: “i colori del brasile dipinti da musicisti italiani”

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ati nel 1998 a Venezia i Nossa Alma Canta hanno sviluppato sin dall’esordio con “Bossa Nuova” un sound che nel rispetto di grandi maestri come Antonio Carlos Jobim o Joao Gilberto si è contraddistinto per una continua ricerca musicale. Anche nel più recente “Racionalidade tropicalizada”, sesto lavoro della brillante formazione, vi è un gran rispetto della tradizione della bossa nova a cui si affiancano elementi nuovi e autoctoni. A fianco dell’abile chitarrista Renato Greco e della superba vocalist Rosa Bittolo Bon intervengono Luca Bortoluzzi alla batteria, Leo Di Angilla alle percussioni, Bebo Best Baldan al basso che firma anche il remix di “Ela è carioca”, oltre a graditi ospiti come Nicola Sorato al basso in 3 pezzi, Luma Heloisa

Lourenço che duetta in tre brani e la carioca Zanna, che firma e canta uno dei brani originali oltre a Paolo Vianello al piano, David Boato a flicorno, Anna Maria Dalla Valle al flauto, Enrico Pagnin ai sax, Giuseppe Sorato agli arrangiamenti orchestrali e Daniele al cavaquinho e 7 corde. Abbiamo incontrato l’eccellente chitarrista e compositore Renato Greco per saperne di più sui progetti attuali della formazione. Avete passato un anno con un’intensa attività live. Renato ci vuoi raccontare delle esperienze maturate negli scorsi mesi e che tipo di sperimentazioni avete fatto. Il live è sempre stato il nostro motore creativo, mi piace sorprendere anche 40

intervista di Francesco Giordano

i miei amici musicisti direttamente su palco, proponendo chiavi di lettura diverse dei brani che già suoniamo. Non abbiamo una sala prove, ormai sperimentiamo direttamente on stage le novità e questo fa si che le idee si sviluppino in sinergia tra le varie menti che vi partecipano. Insomma credo che sia importante che si percepisca che anche noi vogliamo un feedback da quello che facciamo, e per questo bisogna uscire dai solchi già tracciati e osare; certo è rischioso, ma per me viene prima della ricerca del perfezionismo. Anche se poi per la nostra versione “incisa” siamo molto esigenti sotto tutti gli aspetti, ma è un piano diverso secondo me. C’è un interesse sempre diffuso per la bossa nova: come vedi certe produzioni lounge che prendono alcuni riferimenti tipici della musica brasiliana per ‘rivestire’ cover appartenenti al pop o al rock? E’ solo ‘make up’? Eviterò di generalizzare, ma sicuramente c’è una linea di base in questi approcci che definirei semplicistica, in mezzo ad alcune realtà interessanti, si intende. Il punto è che molti prendono spunto da lavori già fatti da altri mentre la strada secondo me è quella di scavare nelle radici di quello che si vuole affrontare. Il rischio è che manchi una vera consapevolezza di quello che si fa e che il linguaggio finale si svuoti del vero senso che può avere una rilettura. Insomma il mio consiglio è quello di leggere, leggere moltissimo prima di scrivere, musicalmente parlando naturalmente, e questo porterà a consapevolezze diverse quando si dovrà affrontare un’idea, consentirà anche di negare delle cose sapendo che saranno comunque percepibili, renderà possibile fare in modo che le proprie decisioni musicali siano una conseguenza dei temi che si vogliono rivisitare e non semplice parodia. Nella vostra produzione avete all’attivo 6 album: siete al lavoro per un nuovo progetto discografico? Ci puoi anticipare qualcosa? Dopo 14 anni di progetto portato avanti con tanti sacrifici, credo sia ora di darsi delle nuove prospettive, rivedere delle scelte e magari guardarsi indietro e riprendere in mano alcune delle cose che sono rimaste nel passato. Non so in cosa si tradurrà questo approccio,

ma non mi sono mai dato un obiettivo chiaro e limpido, ho lasciato che le cose seguissero la propria natura e che i punti di arrivo potessero sorprendere anche noi, essere qualcosa di nuovo. Vedremo se questo si tradurrà in nuovi lavori o semplici punti di partenza per altro, non lo so. Il periodo è piuttosto difficile per chi vuole proporsi e nonostante la nostra esperienza e storia, restiamo sempre con i piedi per terra, non facciamo parte dei circuiti mainstream nonostante all’estero la nostra musica sia sempre piaciuta. Mi scrivono da tutto il mondo per chiedermi come mai non andiamo a suonare nei loro paesi, e questo mi aiuta molto a continuare a credere in quello che faccio, ma per il resto, nonostante tutto, vedo poco futuro in questo settore se si è fuori dai parametri industriali o se si sceglie di fare la propria musica senza troppi compromessi, spero di essere smentito prima o poi.


a cura di Francesco Giordano

Peter Cincotti

Metropolis (Heads Up/Egea)

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distanza di 5 anni dal precedente e apprezzatissimo East Of Angel Town, torna sulle scene Peter Cincotti, artista affermatosi giovanissimo, a soli 18 anni nel 2003, sulla scia dei ‘crooner’ più affermati e apprezzati come Michel Buble o Harry Connick Jr. Ma questo quarto album dell’artista, pianista e compositore, abbandona definitivamente la veste swing-jazz con cui si era inizialmente affermato per proporsi in chiave pop-rock. Cincotti, che ha firmato tutti i 12 pezzi di Metropolis, vede questo suo lavoro come una naturale evoluzione del suo percorso musicale. L’artista con il suo album di debutto e con il successivo On the Moon ha esplorato una parte del proprio bagaglio musicale mentre con il successivo East of Angel del 2007 si è allontanato dal jazz per pappropriarsi di sonorità più rock oriented. La produzione del disco è stata affidata a John Fields. “Ho incontrato un sacco di persone” spiega Cincotti «ma non appena ho incontrato John, siamo subito andati d’accordo. Ha prodotto una così ampia varietà di musica - da The Jonas Brothers e Miley Cyrus, a Switchfoot e altri gruppi rock - e una volta che ho avuto modo di conoscerlo, ho scoperto che c’era questo lato completamente diverso di lui che era immerso nel sound blues-funk di Minneapolis. Tutti questi diversi elementi sono stati fondamentali per questo disco, ed è stato entusiasmante collaborare con qualcuno che parla così tanti diversi linguaggi musicali». Anche se l’omonima traccia Metropolis è stata l’ultima ad essere registrata, essa esprime il tema dell’album, che esplora le gioie e i mali dell’esperienza urbana contemporanea da diverse prospettive. Per Cincotti l’album vuole rispecchiare il modo attuale di vivere: nel disco troviamo sviluppati temi sociali e collettivi (Graffiti Wall, World Gone Crazy, My Religion) e momenti più introspettivi (Take a Look Good, Before I Go). Tutti i 12 brani dimostrano la crescente abilità di Cincotti e la sua maturità come autore, che si esprime a pieno in un progetto compiuto e coerente. Non a caso lo stesso Cincotti invita gli ascolta-

tori ad ascoltare non solo i singoli brani, ma l’intero album. “Spero che la gente prema il tasto ‘pausa’ sulla follia della propria vita quotidiana e apprezzi pienamente l’intero album. È una richiesta non da poco ai nostri giorni, ma questo album è incentrato tutto sulla creazione di un altro mondo, quello quasi mitico di Metropolis, e io voglio che tutti sentano di aver effettivamente esplorato questo altro universo”.

Banda Elastica Pellizza

Oggi No (Incipit/Egea)

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a BEP (Banda Elastica Pellizza) si costituisce nel 2004 grazie a Daniele Pelizzari e Alessandro Aramu. Dopo numerose partecipazioni a concorsi e rassegne e un mini CD dal titolo Goganga, nel 2007 c’è la partecipazione a Sanremoff e alla finale del festival di musica d’autore L’isola che non c’era. Arriva così il primo album La parola che consola che ottiene consenso di critica e di pubblico e che permette alla formazione di assicurarsi la Targa SIAE/Club Tenco come miglior autore emergente dell’anno durante la prestigiosa Rassegna della Canzone d’Autore Premio Tenco a novembre 2008. Il 2009 è contrassegnato da importanti apparizioni e vede la BEP ottenere “Targa Bigi Barbieri” al festival “Dallo sciamano allo showman” e il premio MEI Rivelazione Indie 2009. Morgan ne ha steso pubblicamente le lodi in Tv. Caterpillar di Rai Radiodue l’ha scelta come protagonista del concerto di chiusura 2009. Bollani e Riondino l’hanno voluta per una tra le più esilaranti puntate di “Il Dottor Djembè” a Rai RadioTre.. Dopo una preparazione intensa arriva ora il secondo disco della BEP, nuovamente sponsorizzato da FolkClub e Maison Musique, dal titolo ‘Oggi No’. Con Daniele Pelizzari (chitarra e voce), Alessandro Aramu (basso e voce), Paolo Rigotto (batteria e voce), Bati Bertolio (fisarmonica e voce) e Andrea Sicurella (chitarra e clarinetto) la formazione assembla una canzone d’autore originale e innovativa caratterizzata da un tessuto sonoro raffinato sul quale si stendono testi originali e a momenti surreali.

Lee Ritenour

Rhythm Sessions (Universal)

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l nome di Lee Ritenour è legato a quello dei più popolari e amati chitarristi in circolazione, in grado di spaziare dal pop al jazz attraverso una serie di varianti che hanno messo in luce negli anni una straordinaria duttilità e indiscutibili capacità. Influenzato da Wes Montgomery, Joe Pass e Barney Kessel, Ritenour appare giovanissimo con i Mama’s & Papa’s, e successivamente con con Tony Bennett, diventando così uno dei session man più richiesti e lavorando, tra gli altri, con musicisti del calibro di Herbie Hancock, Steely Dan, Dizzy Gillespie, Sonny Rollins e Pink Floyd. “Nel 2010 erano 50 anni che suonavo la chitarra – afferma l’artista – e per celebrare quell’evento ho chiamato al mio fianco alcuni grandi chitarristi come B.B. King, George Benson, Slash and Steve Lukather, oltre a giovani talenti come Andy Mckee e Guthrie Govan per realizzare in studio’6 String Theory’ . In tale circostanza è nata l’idea di avere al mio fianco nuovi talenti. E’ nata così l’iniziativa legata al ‘6 String Theory Competition’ coinvolgendo il Berklee College of Music” . Ma in questo nuovo capitolo discografico Ritenour è affiancato, oltre che dai quattro giovani vincitori del 6 String Theory International Rhythm Section Competition, anche da straordinari musicisti all’altezza del suo nome: Chick Corea, George Duke, Stanley Clarke, Marcus Miller, Dave Grusin, Christian McBride, Dave Weckl, Vinnie Colaiuta, Sonny Emory, Melvin Davis, Larry Goldings, Patrice Rushen, Oscar Seaton, Peter Erskine, Alan Pasqua, Wil Kennedy, Tal Wilkenfeld, e poi ancora i cantanti Kurt Elling e Zamajobe (dal Sud Africa). Non a caso il titolo del CD è proprio “Rhythm Session” a testimoniare, attraverso una incredibile sezione ritmica, un album vario e che offre un jazz gradevolissimo che, a tratti, sconfina nel blues. 41


PAROLE E MUSICA

a cura di Mari Valentini

Margherita hack

I gatti della mia vita Illustrazioni di Nicoletta Costa (Scienza Express)

spiega la ricercatrice delle stelle. Toscana di nascita e triestina d’adozione, la Hack in questo libretto delizioso, torna ad un’amabile antologia sui gatti, quelli incontrati nelle passeggiate mattutine, quelli abbracciati senza preavviso e portati a casa d’istinto, quelli appollaiati sulle ginocchia nelle lunghe ore di studio, quelli dalla fierezza selvaggia che non si sono mai lasciati sfiorare, ma che si sono fatti amare da lontano, con discreto ed amabilissimo rispetto.

Ester Molinaro

Fiabe giuridiche, volume 1 e 2 Come spiegare ai piccoli le cose dei grandi Illustrazioni di Lorenzo Terranera

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a bambina Margherita Hack è sempre stata allegra ed ha amato gli animali. In questo bel libro per l’infanzia, racconta, non più da bambina ma da frizzante ottantottenne, in forma di favola, tutti i gatti indispensabili della sua vita, disegnati dal tocco irresistibile di Nicoletta Costa. Gatti strambi, gatti impauriti, gatti che si sono tramandati pregi e difetti, piccole manie ed abitudini condivise con l’astrofisica più simpatica e schietta d’Italia. Ciompa, Cirilla, Poppona, Pussy, Cicino, Smeraldina, Fiocchino, Checca, Melchiorre, Fricchettina, Geppetta, Genny, Sissi, Fabiola, Topina e Trappola, Celestino, e Dick, il cane, ringraziano. L’infaticabile autrice, daltronde, ha sempre descritto nei suoi libri “il suo zoo sotto le stelle”, e non ha mai fatto mistero che tutto ciò che esiste per la sua vita, dedita alla ricerca scientifica ed alla difesa per gli animali, hanno lo stesso grandissimo, irrinunciabile valore. Questa sua passione comprende i felini, creature che definisce talmente perfette da non avere avuto bisogno di evoluzione nella storia genetica della specie, ma anche cani ed altri animali, incrociati più o meno per caso nel corso della sua vita. Tutto è, e diviene, della stessa natura e dalle nostre antiche “nonne” di materia quali sono le creature luminose del nostro cielo, 42

(Arena editore)

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l folletto Ius è l’amabile protagonista di queste fiabe. E con l’aiuto della piccola Petra e degli uccellini Gius e Tizia insegna ai suoi vispi ed allegri lettori “cose da grandi” ed utili ai più piccoli. Questo felicissimo secondo volume raccoglie deliziose fiabe in cui gli articoli che tutelano l’infanzia del mondo si presentano, dialogano, raccontano la loro incredibile storia. Il Viaggio si svolge alle volte del Palazzo dell’ONU dove sono stati sanciti i diritti per i più piccoli, quelli di sacra ed inviolabile verità che rappresentano un dovere assoluto perchè i più grandi e tutti i cittadini se ne occupino a loro modo, e i più piccoli crescano in consapevolezza di divenire molteplice. E’ questo un viaggio fondamentale, tra i diritti ed i doveri di ogni cittadino del mondo, le carte internazionali, il dramma dei bambini soldato, conflitti etnici e religiosi che ne minano in pro-

fondo la storia personale, la memoria, il diritto alla felicità. Con creatività ammirevole gli autori ci spingono in un universo fantastico ricco d’esercizi pratici e speranza di mutamento, verso una scuola che non sia solo garanzia di noiosa ripetizione di saperi ma gioco d’apprendimento creativo.

Bertold Ulsamer

Senza radici non si vola La terapia sistemica di Bert hellinger (Edizione Crisalide)

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a casa è il luogo da cui si parte e la nostra famiglia d’origine è la terra da cui muoviamo i primi passi nel mondo, il riferimento imprescindibile a cui siamo radicati, talvolta nostro malgrado. Solo a partire da questo recinto sacro possiamo riconoscere le nostre rappresentazioni familiari e le nostre modalità di relazione con chi ci sta attorno. In questo senso, conoscere le dinamiche di chi ci ha preceduto è un insostituibile mezzo per scoprire le nostre stesse radici e liberarle. Solo a partire da esse possiamo pensare di volare oltre. L’autore ci guida in questo delicato passaggio, a partire dal nostro destino di figli ai legami con la famiglia d’origine, dai rapporti dimenticati dell’infanzia alla trasmissione dei sentimenti, dalle tracce e dai tratti comuni al movimento ininterrotto con i genitori: silenzioso e, talvolta, inascoltato legame d’amore. E’ questa la lezione del libro, che ci accosta innanzi tutto con forza tenace e sottile alle matrici della nostra interiorità e non smette di ricondurci a quelle pareti dell’infanzia che abbiamo talvolta dismesso e accantonato per misteriosa difesa. Seguendo l’insegnamento di Hellinger, Ulsamer ci porta per mano alla ricerca delle nostre costellazioni familiari per accogliere e custodire la via da cui proveniamo e sospingerci nel futuro assegnatoci.



noViTà EDITORIALI BioGuida Edizioni

ANATOMIA DELLA MENTE ESPLORANDO LA NASCITA E LO SVILUPPO DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE L’EDIZIONE ORIGINALE INTEGRALE IN ITALIANO DEL LIBRO

A Brain is Born di JOhN UPLEDGER

A BREVE IN USCITA L’ATTESISSIMA RISTAMPA DI

TERAPIA CRANIOSACRALE di J. Upledger e J. Vredevoogd

MENTE E CELLULE IL DIALOGO INTERIORE CON IL DNA

Mente e Cellule Il dialogo interiore con il DNA

L’EDIZIONE ORIGINALE INTEGRALE IN ITALIANO DEL LIBRO

Cell Talk - Transmitting

Mind into DNA John E. Upledger

di JOhN UPLEDGER

www.bioguida.com - www.accademiacraniosacrale.it




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