BioGuida 4 - Primavera 2004

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BioGuida

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 4 primavera 2004 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica Aut. Reg. Trib. Trieste n°1067 26/03/03. Editore: PPBì - BioComunicazione di Pierpaolo Bon Via Denza 4, 34124 Trieste. Tel/Fax 040.302110 - info@bioguida.net Abbonamenti: www.bioguida.net Pubblicità: PPBì - Tel. 040.302110 Cell. 338.8852117-ppbi@bioguida.net Fotocomposizione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste Stampa: Artigraficheriva, Trieste Stampato su carta ecologica Fedrigoni Free-Life La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. Direttore responsabile: Mariangela Valentini marivalentini@libero.it I nomi di questo numero: Dario Blasich, biologo, erborista, naturopata, floriterapeuta. Maddalena Bolognesi, naturopata, esperta di riequilibrio alimentare, fiori di Bach e tecniche antistress. Roberta Benini, medico veterinario, esperta di medicine alternative e cucine non convenzionali. Stefano Cattinelli, medico veterinario, esperto in omeopatia, floriterapia, kinesiologia applicata. Luigi Caricato, giornalista, esperto oleologo, direttore del settimanale on-line TeatroNaturale. Francesco Giordano, critico musicale. Paolo Loss, cantante lirico, insegnante di canto gregoriano e vocalità. Elena Rojac, geo-biologa, naturopata, radioestesista professionista e ricercatrice. Rossana Serpo, operatrice shiatsu. Marco Vittori, geologo, naturopata, insegnante di Medicina Tradizionale Occidentale (Spagiria ). Stefano Stefani, coordinatore ed insegnante nella Scuola di Medicina Tradizionale Occidentale (Spagiria), studioso e insegnante di Canto Armonico. Enzo Ziglio, esperto di ottica, di esercizi per la vista e cromoterapia. Vision Coach © e naturopata. Manuela Zippo, biologa. Disegni e immagini: Moreno Tomasetig, Alfio Scarpa (quando non diversamente specificato). In copertina: “Orizzonti Perduti” di Manuela Marussi.

in questo numero

La via della scienza: Dolore

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Astra Pendent Ayurveda

I luoghi: 4

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6

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16

Fiere, Luoghi

Cibi e allergie

I numeri delle Piramidi 10 ....

La via delle piante ..............................

CD e libri

Bio-Spese

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L’Extravergine

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42

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46

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52

La via dell’acqua:

14

La via del cibo: ...................................................................................

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Parole e musica:

Idroterapia

Il Thè

26

La via degli animali: Fiore dell’addio

La via delle origini:

Fiori di Primavera

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56

La via interiore:

18 22

La Voce

24

Le Dee interiori

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EDITORIALE “Sedendo tranquillo senza fare nulla “arriva la primavera e cresce l’erba” Pensiero Zen

L

a primavera non è tanto palingenesi del mondo, quanto parte dell’esistere universale: luce fiorita che si manifesta dalle ombre dell’inverno. È da questa dualità oscillante della natura di ogni vita, che gli orizzonti della BioGuida si fanno vie: progetto di raccordo tra sapienze e gradi di coscienza., abbraccio di alcuni passaggi fondamentali dei percorsi umani ed animali, racconto e consapevolezza della nostra storicità terrena e da cui sono possibili salti di spiritualità più alti. La scansione resta la stessa: gli approfondimenti, gli appuntamenti, i luoghi, con importanti novità come le recensioni di musiche e parole. Ma alla carta e all’inchiostro si aggiungono nuove materie su cui tracciare i nostri itinerari: bit, modem e link diventano le “strade principali e secondarie” che d’ora in poi accompagneranno la rivista. P. Klee “Strada principale e strade secondarie” (1929) Ludwig Museum, Colonia. A un anno esatto dall’uscita le strade scelte: indirizzi, dati, nomi, persodel primo numero, infatti, nasce il sito www.bioguida.net. Navigandolo ed esploran- naggi, avvenimenti... saranno sempre benvedolo si potranno scoprire le nuove idee messe nuti i sussurrii dei viaggiatori dello spirito, su a disposizione dei lettori e degli utenti, a carta come su bit. Inoltre, sono state studiate cominciare dalla possibilità di inserire gratui- alcune formule di abbonamento vantaggiose tamente, on-line, gli appuntamenti delle pro- per singoli e associazioni, in modo da ricevere comodamente la rivista cartacea e utilizzare prie associazioni. La struttura del sito è stata concepita in modo pienamente i servizi web: a pag. 39 e a pag. da offrire ai fruitori, anzi chiedere, suggeri- 64 un esempio di come usufruirne. menti e informazioni, non col solito “chattare” Buon viaggio! Mariangela Valentini ma mediante indicazioni precise su come direttore responsabile arricchire la propria ricerca e proseguire lungo 2



LA VIA DELLA SCIENZA

Metafisica del dolore di Mariangela Valentini

morfina, se non per alcune patologie oncologiche terminali, rispetto alle culture sassoni, così come nel nostro paese non vi sia un vero e proprio corso di terapia del dolore all’interno del percorso universitario di medicina, se non ridotto a soli sei mesi di studio per la specializzazione in anestesia e rianimazione. E’ stato il dottor Fabio Burigana, invece, a sottolineare il dolore come dimensione interiore ed a segnalare quanto il limite della medicina occidentale sia la sua riduzione a tecnica esecutiva meccanicistica, piuttosto che concentrazione sui bisogni propri dei pazienti. Spessissimo, ha spiegato Burigana, il dolore è spia psicologico-esistenziale di un disagio profondo, ed il medico deve essere in grado di percepire queste valenze. Anche perchè ci sono dimensioni più sottili ed interessanti di ogni patologia, più difficilmente spiegabili ma altrattanto vitali per il paziente: quella “spirituale”, richiamo del corpo che ci chiede un’occasione di cambiamento o una dimensione “provvidenziale” della sofferenza, che può essere vissuta legittimamente anche in un’ottica “divina” e trascendente. In ogni caso la malattia assume una dimensione globale dell’individuo ed al medico si impone l’accoglienza di questa pluralità di significati. Uscire dalla gabbia del meccanicismo può essere utile, in definitiva, a patto di non abbracciare in modo equivalentemente dogmatico altre strategie di cure “non convenzionali”, poichè solo il confronto di una pluralità di paradigmi scientifici può essere utile all’autentica crescita di ogni sapere medico. L’uomo stesso, daltronde, come ha sottolineato il dottor Bruno Rupini, è insieme imprescindibile di corpo ed energia e la malattia diviene spesso l’insieme dei segni che ne rappresentano le contraddizioni. Nella Medicina cinese ogni dualità è ricondotta a Yin e Yang( principio maschile e femminile), in una visione più ampia ed armonica che tesse assieme i cinque elementi sostanziali dell’universo (legno, fuoco, terra, metallo e acqua) e la sofferenza si sviluppa ogni qualvolta tra tutti questi aspetti umani e naturali non si realizzi

I

l dolore è ancora un tabù oscuro dell’Occidente. La sua inviolabile insondabilità spesso si traduce, tuttora, nell’incapacità storica per la nostra medicina accademica di risolverne la drammatica emergenza. Di questo dilemma scientifico e non solo, che coinvolge tanto gli aspetti fisici che psicologici ed emozionali di ogni sofferenza, si è occupato un convegno organizzato dai Lions Miramar, presieduto da Enzo Ziglio, a Trieste intitolato “Utilità ed inutilità del dolore”. Raccogliendo relatori di matrice formativa ed inclinazioni terapeutiche differenti, gli incontri hanno spaziato dalle forme più istituzionali di indagine, individuazione e cura del dolore, ad interpretazioni che si aprono alle medicine cosiddette complementari (omeopatia e medicina cinese), senza tralasciare, infine, le letture mitiche, antropologiche e psicanalitiche del pensiero occidentale su questo tema capitale dell’esistere. E’ stato il dottor Guido De Paoli a sottolineare quanto sia importante, per esempio, che il medico ascolti ed accompagni la sofferenza del paziente mettendo in gioco la sua stessa vulnerabilità e sappia confrontarsi anche col silenzio come forma estrema ed empatica di comunicazione, vicinanza e comprensione al dolore del paziente. L’Università non insegna questi principi ed il medico si trova costretto ad apprenderli sul campo, dove risulta fondamentale un approccio olistico alla malattia, che è sempre prodotto delle infinite variabili della vita di ognuno e non solo spiegabile in termini scientifici paradigmatici. Sapere ascoltare la storia del paziente, definirne il contesto, riconoscere il sintomo ed individuare i suoi margini di obiettività, risultano componenti essenziali per saper differenziare le componenti del dolore e dunque attuare opportune strategie di risoluzione. Risulta a questo proposito interessante, ha spiegato De Paoli, come nei paesi mediterranei permanga una riserva maggiore nella somministrazione della 4


LA VIA DELLA SCIENZA

equilibrio. Non a caso nella medicina cinese gli squilibri dei meridiani del corpo equivalgono allo squilibrio dei suoi organi e della persona nella sua interezza. Ed è su questo punto nodale ed epistemologico che le medicine occidentale ed orientale si divaricano: lì dove l’una ha scelto e sceglie lo specialismo e la focalizzazione dell’attenzione che prescinde dall’insieme, l’altra mantiene sempre globalità di analisi e valutazione. Le tecniche di cura cinesi dell’agopuntura, della maxibustione e della auriculomedicina, per esempio, hanno come obiettivo primario quello di restituire ogni paziente ad uno stato di benessere armonico con l’universo ed alle relazioni che lo circondano. A chiudere il ciclo di incontri sono stati lo psichiatra Antonio Riolo e lo stesso Enzo Ziglio, con una carrelata di riferimenti estremamente suggestivi sui significati che il dolore ha assunto nella storia millenaria dell’Occidente. Del dolore come fatalità e come forma di alfabetizzazione si può leggere nei testi biblici(Genesi, 3,16-17; Isaia, 53,3), del dolore come sventura della personalità, come anelito, bisogno e contraddittorio iato tra algos e patos, anima e psichè com’è stato ricorrentemente

letto dalla cultura greca, e poi ancora alle radici della scienza moderna nelle elaborazioni di Cartesio e Pascal, fino al pensiero contemporaneo in cui il dolore ha assunto valori di disincantamento del mondo e di “dissonanza della modernità”(Remo Bodei) o ancora di “rivelazione”, a gettare nuova luce sui ritmi dell’esistenza (Salvatore Natoli), fino a quella fenomenologia del dolore, che lo consacra come “tributo della colpa del congedo dell’uomo dagli dei”(A. Plaguol). A sollevare il valore “critico-maieutico” del dolore, come occasione per comprendere sè stessi in una condizione di mutamento è stato Enzo Ziglio. Il dolore può essere letto come questione di coraggio, come pretesto prezioso per capire il proprio “se” e scavalcare l’ego che specchia la sua ansia sul fondo del corpo proprio attraverso la sofferenza. In quest’ottica ardita e seducente il dolore si fa strumento per elevare, il proprio grado di coscienza ed accettare la malattia fino in fondo, piuttosto che rimuoverla e narcotizzarla; può voler dire accettare la dimensione duale e fluente dell’esistenza, assecondandone la sua solenne ed ancestrale sacralità.


LA VIA DELLA SCIENZA

Astra pendent non movent (Gli astri inclinano non muovono) di Marco VIttori e Stefano Stefani

L

a storia dell’Uomo è cosparsa di false interpretazioni e mistificazioni che riguardano gli antichi e le loro tradizioni. Chi non ricorda a scuola schiavi costretti a costruire piramidi? Il buon senso prima e l’archeologia poi ci hanno dato una versione di tutt’altra fatta. Questi “abbagli” coinvolgono anche quelle scienze, che attualmente non sono ritenute più tali, sconvolte da un tentativo di evoluzionismo e di ammodernamento che altro non è che una forma di di ammiccamento, per tentare di ottenere un “riconoscimento” improbabile da parte della scienza aristotelica. L’Astrologia subisce ed ha subito tale mistificazione, a cominciare dalla sua etimologia:

MAK

R. Magritte “Il maestro di scuola” (1954) Collezione privata, Ginevra.

Che viene scritto, anche, nella variante:

movimento genera campi magnetici. Magnetismo richiama l’egizio mak-nes che vuol dire “fuoco che brucia”; una descrizione molto realistica di un campo magnetico. L’ignoranza e la presunzione di molti operatori del settore, spesso con l’aggravante di interpretare in maniera “fantasiosa” aspetti legati alla salute umana e lo scopo di sfruttare le disgrazie altrui, porta al risultato di infangare memorie, un tempo sacre. Diversa è la realtà di chi legge o tenta di leggere con l’umiltà del vero ricercatore le funzioni, che coinvolgono determinate “tendenze”, o, per dirla con le parole di antico filosofo arabo, raggi (cfr. De radiis di Al Kindi ed. Mimesis). Queste realtà sono ben spiegabili e giustificano l’esistenza dell’ Astrologia, che chiamiamo egizia; andia-

NeS

origina dal termine Astro (dal greco a, alfa privativo o “non” e da stereon=fisso, non mobile: quindi non fisso, mobile) e logia (dal greco logos=discorso, il parlare). Questa etimologia nasconde una verità scientifica, ossia, che il 6


LA VIA DELLA SCIENZA

mo con ordine con i seguenti punti. Primo: gli antichi sapevano perfettamente che la Terra girasse intorno al Sole. Oggi diremmo in termini relativistici, che l’osservatore antico, come quello moderno, sperimenta che il Sole sorge, culmina, tramonta e ripete ciclicamente questi tre periodi ogni giorno (in realtà quattro, ma il sole di mezzanotte non è visibile). Secondo: a seconda del periodo dell’anno il sorgere e il tramontare del Sole avviene in punti diversi dell’orrizzonte terrestre. Terzo: questo avveniva, avviene e, quanto a Dio parrà, continuerà ad avvenire. Questi tre punti furono sperimentati e verificati ampiamente dagli antichi che lo “scrissero” sui loro monumenti con l’inclinazione di 23° e alcuni primi, inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano di rivoluzione intorno al Sole e provato dal dissassamento di strade e portali rispetto alla simmetria dei templi( così perfetti, da non poter dubitare sulla volontarietà ripetuta di questi “errori”). Quarto: gli antichi hanno posto l’accento su sette funzioni che appellavano con i nomi dei sette pianeti visibili a occhio nudo. Ma mai è stato detto che questi sette influenzassero gli eventi. Bensì fosse una forma di riconoscimento che, nell’alto dei cieli, vi fossero e vi siano delle ipostasi chiamate divinità o pianeti (neter per gli egizi) che con il loro movimento abbiano determinato ritmi che “analogicamente” si compiono sulla Terra in

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maniera diversa, ma sempre coerente (la famosa legge dell’Alchimia recita: “...così in alto come in basso..”). Ovvero le sette funzioni, a seconda di dove queste si manifestino, prendono un habitus ed obbediscono alle leggi di quell’ambito, ma sempre con i ritmi dei sette, così sono sette i colori dell’Iride, sette sono le classi di cristallizzazione del mondo minerale e sette sono le tipologie degli orbitali atomici, ecc... Sette, infine, sono le ghiandole endocrine dell’uomo: epifisi, ipotalamo-ipofisi, tiroide e paratiroidi, cuore (la

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LA VIA DELLA SCIENZA

soli giorni all’anno (nei due equinozi appunto) in cui la durata della luce e del buio sono equivalenti. Dodici sono le ore diurne e notturne, dodici sono gli elementi atomici che costituiscono il 99,98% del corpo di tutti gli esseri viventi: idrogeno, carbonio, azoto, ossigeno, fosforo, sodio, magnesio, silicio, cloro, zolfo, potassio e calcio. Dodici sono pure i vasi energetici nell’uomo secondo la più famosa medicina antica cinese e quella egizia, altrettanto antica e, vogliate crederci, autorevole. Non paia assurdo dunque che combinando i sette con i dodici sia possibile determinare la direzione di un evento in quanto espressione di interazioni energetiche: le prime dinamiche (sette) le altre apparentemente statiche (dodici) - altro non sono che quei “luoghi o campi” ove queste forze si manifestino in una determinata maniera. Non stupisca neppure che il tema natale o meglio tema del primo respiro di un individuo, in quanto principio di esistenza indipen-

scienza moderna da poco ha dato a questo “muscolo” una dignità di ghiandola, gli antichi lo hanno sempre sottolineato chiaramente), surreni, pancreas endocrino (isole di Lagerhans) e apparato riproduttivo. (cfr. Il Serto di Iside volI&II Angelo Angelini ed. Kemi Milano-Il volo dei sette ibis Angelo Gentili ed. Kemi Milano) Quinto: l’eterna diatriba circa i dodici segni, chiamati zodiacali, che, chiariamo una volta per tutte, non hanno a che fare per nulla con le costellazioni, che sono ben di più di dodici, e che per effetto della precessione equinoziale non possono coincidere con i dodici segni. I dodici segni sono, invece, in relazione con il diverso grado di irraggiamento elettromagnetico del Sole sulla superficie terrestre che, a causa della sua inclinazione dell’asse di rotazione, surnominata, cambia giornalmente dando giornate in cui c’è più luce che buio e periodi in cui vi è un aspetto contrario (almeno alle nostre latitudini) e con due

Relazione tra Segni zodiacali e Meridiani cinesi Segni

Simboli

Ariete

A

Toro

Meridiani

Sigla Fr.

Sigla It.

Sigla OEM

Ministro del Cuore

MC

MC

PC

B

Triplice Riscaldatore

TR

TR

TE

Gemelli

C

Polmone

P

P

LU

Cancro

D

Stomaco

E

S

ST

Leone

E

Cuore

C

C

HT

Vergine

F

Intestino Tenue

IG

IT

SI

Bilancia

G

Rene

RN

R

KI

Scorpione

H

Vescica Urinaria

V

V

BL

Sagittario

I

Fegato

F

F

LR

Capricorno

J

Vescica Biliare

VB

VB

GB

Acquario

K

Milza/Pancreas

RT

MP

SP

Pesci

L

Intestino Crasso

GI

IC

LI

N.B.: le dizioni e i simboli sono di derivazione latina. 8


LA VIA DELLA SCIENZA

dente dalla madre (una volta uscito dal grembo), sia l’espressione energetica di un fatto assolutamente fisiologico: la separazione della circolazione sanguigna, fino a quel momento indifferenziata, in circolazione arteriosa e in circolazione venosa, nonchè la personalizzazione di una parte del “respiro” universale, che gli antichi indu chiamano “Prana” e noi chiamiamo magnetismo. Quegli influssi determineranno specifici comportamenti psico-fisiologici peculiari: specifici non determinati, quindi in astrologia non si può e non si deve fare prevenzione! Si rifiuta qualsiasi fatalismo che toglie, tra l’altro, qualsiasi gerarchizzazione dell’individuo in quegli aspetti di fortuna o di minor fortuna che tanto piacciono ai “mercanti di oroscopi” via etere e non. I dati che si possono trarre da un tema natale, e ci fermiamo al solo fatto di lettura salutistica, è conoscere le forze che sono state in gioco, al momento della nascita, in quella persona e giustificano, in quel momento, un determinato problema, sia esso fisico o psicologico. Dalla lettura di quello verranno allora dati consigli di origine “naturale”, legati alla tradizione occidentale, chiamata “Spagiria” 1), che altro non sono se non quelle funzioni, presenti in squilibrio nel tema della persona, cristallizzate armonicamente in piante, in minerali, in colori, in suoni e in azioni concrete che possano “insegnare” a chi voglia a reagire di fronte alle avversità di qualsiasi tipo. L’intervento, sarà da parte del terapeuta, ma anche della persona stessa che voglia intervenire senza intermediari, solo sul riassestamento del disequilibrio, sempre che Dio lo voglia. Si voglia credere che ci sono persone che hanno vissuto molti anni in ottima salute e hanno terminato la loro vita in pace ed “ebbri” di anni con temi di nascita definiti assolutamente non “armonici” ed altri hanno avuto una vita difficile, corta e travagliata da fatti infausti e da malattie che viceversa hanno temi “apparentemente” armonici. Allora, direbbero i detrattori di questa antica scienza, è tutto una presa in giro; rispondiamo a costoro come quel tutto sia “relativo”

Le Sette Funzioni: relazione Cielo-Ghiandole endocrine W

Saturno

Epifisi

V

Giove

Ipofisi

U

Marte

Tiroide

Q

Sole

Cuore

T

Venere

Surreni

S

Mercurio

Pancreas

R

Luna

Gonadi

N.B.: le dizioni e i simboli sono di derivazione latina. agli individui; poichè analogamente nella vita quotidiana il fatto di essere ricchi e poter comprare ciò che si desidera, non voglia dire essere felici. Le vicende umane non sono certamente comprensibili con lo strumento statistico, che dà una direzione dei fenomeni nella loro globalità, ma difficilmente può prevedere singolarmente ciascuno di essi con assoluta precisione. Per questo forse possiamo affermare che la scienza statistica sia un imbroglio? Diremmo proprio di no, se rimaniamo nell’ambito corretto in cui ha senso utilizzarla. La via della comprensione delle leggi naturali, come bene sanno gli scienziati, è una via che esige perseveranza e pazienza. Così come l’Astrologia non può e non deve diventare uno strumento che si pone innanzi alla Volontà dell’individuo; invece tanto quest’ultima sarà potente tanto più egli si servirà delle forze presenti nel suo tema e non ne sarà vincolato. Astra pendent non movent! 1)

Spagiria, ovvero la scienza antica di estrarre la “forza vitale” da un individuo di natura attraverso manipolazioni che operano un cambiamento di forma, seguendo i ritmi naturali del Cielo (in senso completo), affinchè tale Forza venga ad essere preservata per esercitare le virtù proprie, una volta assunto dalla persona che si ritiene ne abbia bisogno. 9


LA VIA DELLE ORIGINI

I numeri delle Piramidi di Elena Rojac

Forme geometriche e risonanze energetiche

M

olto spesso parlando d’Energie le nostre menti cartesiane e newtoniane legano queste espressioni (energetiche) alle funzioni spazio-tempo. Ma accanto a queste forze fisiche (potentissime se pensiamo all’Elettrosmog) ce ne sono altre, più sottili e altrettanto intense (riferendoci alle particelle tachioni che viaggiano nello spazio ad una velocità maggiore delle energie fisiche). In sostanza esiste un campo energetico che è in grado di manifestarsi attorno ad alcune strutture con forme precise ed è indipendente dalla natura e dal colore della struttura considerata. Queste energie di forma sono generate da figure geometriche lineari, piane e volumetriche, da architetture antiche (chiese, monumenti e piramidi) e moderne, da forme singolari (numeri di forma) e non sono emissioni d’ordine cosmo-telluriche. Le forme geometriche sono influenzate dal magnetismo terrestre, infatti captano questa energia e la irradiano successivamente, in base alla loro struttura, a seconda dell’influsso del vento solare che, come si sa, genera forti campi magnetici: ne segue che l’orientamento di alcune strutture (es. Piramidi) rispettando il nord magnetico terrestre, diventi basilare. Se consideriamo forme geometriche a due o tre dimensioni, che fanno parte del mondo fisico come le piramidi suddette, si deduce che esiste in natura un’articolata tipologia di energie di forma che variano in base alla loro frequenza vibratoria: infatti si è ipotizzato uno spettro di vibrazioni dette “vibrazioni colore” che vibrano alle stesse frequenze dello spettro visibile, seppure la vibrazione non abbia nulla a che fare con la cromaticità; e per con-

tro, considerando lo spettro completo, le “vibrazioni colore non visibili” a frequenze più elevate. Lo spettro completo, con le proprie “vibrazioni”, racchiude in sé la suddivisione di altre due fasi: Elettrica e Magnetica, quindi le vibrazioni-colore, essendo di natura elettromagnetica, contengono in esse una fase elettrica ed una magnetica. La peculiarità di entrambe le fasi consta nel fatto che le vibrazioni colore a fase magnetica sono energie altamente benefiche per gli organismi viventi mentre quelle a fase elettrica sono totalmente dannose: maggiore è la frequenza vibratoria più intenso è il potere sull’individuo. Considerando il verde negativo, tra le vibrazioni colore non visibili, chiamato così per la sua posizione opposta al verde dello spettro visibile, ha la sua fase magnetica che è la più salubre che esista, favorendo al massimo la condizione di “bioticità” (e che si configura con l’energia positiva che esce dalla base e che si genera all’interno della piramide, nei semi nei frutti, nei corpi celesti). Viceversa, l’altra fase, il verde elettrico negativo è la più potente energia nefasta che esista nell’universo e va considerata come abiotica (e si identifica sia come energia accumulata dentro la “camera del re” che della piramide, favorendo la mummificazione della sostanza organi10


LA VIA DELLE ORIGINI

L’onda di forma più potente in natura che rientri tra le strutture architettoniche è la piramide : costituita, generalmente, da quattro triangoli equilateri su base quadra. La figura geometrica quadrata, definita anche microcosmo, è una figura attiva in quanto preserva la sua energia al suo interno impedendo l’emissione energetica all’esterno, inoltre essendoci tensione tra i due angoli è in grado di emettere un campo magnetico. La base quadra rappresenta, all’interno della piramide, la conoscenza ovvero tutto ciò che è materia. I triangoli equilateri costituiscono figure passive, che fungono da stabilizzatori nel mantenimento energetico, creando un campo chiuso in assenza di tensione angolare. La figura geometrica triangolare, all’interno della piramide, simboleggia il nirvana (quiete) e la spiritualità (Dio). La piramide quindi, simbolo perfetto tra micro e macrocosmo / spiritualità e materia, simboleggia l’energia divina che discende sulla sua cima e che viene disseminata (la conoscenza) lungo i lati dell’edificio per dispensare le scienze e le arti. Interessante riflessione riguarda l’orientamento della piramidale, che se posizionata a nord di un suo lato di base, si chiude a scrigno, disponendo l’energia entrante in due punti particolari che successivamente la emetteranno all’esterno: dalla cima piramidale e dalla base quadra. Mentre dalla cima (verso l’alto) ne esce un’emissione positiva, dalla base invece deriva

ca e come energia emessa dalle centrali nucleari, potenti campi elettromagnetici e forme artistiche schizoidi). Avendo valutato come tutte le forme geometriche emettano radiazioni di forma, si deve aggiungere che le forme geometriche regolari, inscrivibili cioè in un cerchio o in una sfera, emettono radiazioni positive facenti parte della fase magnetica delle radiazioni di forma, mentre quelle irregolari emettono onde prevalentemente dannose, se non compensate da altre forme di cui vi siano immagini speculari delle prime, e ne costituiscono la fase elettrica. Tra le forme geometriche tridimensionali la sfera è il solido che rappresenta il massimo della perfezione a livello d’emissione di energie in forma positiva; in natura troviamo spesso la forma sferica, utilizzata da un’infinità di organismi, quali protozoi, cellule singole e integrate in tessuti e frutta al fine di mantenere inalterata la loro carica energetica interna. Viceversa, se la sfera viene tagliata, il punto centrale non trattiene più energia, irradiandola nell’ambiente sottoforma di raggio concentrato. Nelle figure geometriche piane, il discorso si riconduce a quelle tridimensionali per ciò che concerne il cerchio e le forme emisferiche. Le energie di forma vengono spontaneamente generate da tutto ciò che esiste in natura e quelle create volontariamente sono più controllabili potendo agire sulla loro fase, potenza, polarità orientamento ed altri parametri.

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Saremo presenti alla Fiera BIO CASA di Trieste dal 6 al 9 maggio 2004 con uno stand dedicato al recupero e restauro degli edifici nel rispetto della loro storia, delle forme e dell’ambiente


LA VIA DELLE ORIGINI

ritorno al nulla, alla quiete o Nirvana, infatti la tensione, dentro le figure geometriche, significa attrazione e tendenza al punto d’origine: a Dio. Ovviamente la resistenza della materia, ad esempio nel quadrato, si oppone al ritorno del suo complementare, ossia il ritorno al nulla. Anche l’attrazione sta alla base della vita: dove essa esiste allora esiste energia. Molti numeri si possono esprimere sottoforma di figure geometriche: il numero tre lo si può disegnare simile a tre linee di un triangolo equilatero, al cui interno si ottiene il numero quattro, perché ogni forma contiene in sé il germe per la creazione della successiva e così per il resto dei numeri. Già col numero cinque c’è tensione tra gli angoli dei due lati che simboleggia l’inizio della materia e della creazione. Mentre col numero quattro si ha ancora una manifestazione incompleta della materia, passando al cinque (manifestazione completa della materia) ed in cui subentra la spirale di Fibonacci, che dà energia e si basa sulla sezione aurea del numero d’oro 1,618. Anche il numero d’oro o “phi” è uno stato energetico in sintonia con le leggi universali ed è in grado di creare una struttura architettonica in perfetto equilibrio nel tempo, se la costruisco considerando la sua sezione aurea ad elementi in proporzione tra loro. Le piramidi egiziane, oltre ad essere l’esempio eccellente della sezione aurea del phi, racchiudono in sé il segreto dei numeri di forma, contenendo tutti e sette i numeri reali, l’infinito e tutto ciò che non è stato tuttora scoperto. Anche l’uomo, non di meno dalla perfezione piramidale, conserva dentro il proprio corpo il numero d’oro-spirale di materia, in armonia col numero pi greco-costante universale di Dio; detto altrimenti l’uomo è assoggettato ai numeri sacri e quindi alla legge dell’espansione spiralata.

un’energia complementare (essendo opposta) e rivolta verso il basso, incompatibile con il programma di vita, si tratta infatti di verde negativo in fase elettrica; qualora non risulti posizionata a nord: allora l’unica energia benefica rimane quella all’interno della “stanza del re”. Il rimanente dell’energie emesse all’esterno sono abiotiche. L’orientamento piramidale fa supporre un’analogia tra costellazioni ed un allineamento in serie delle piramidi, come una forma di risonanza energetica in perfetto equilibrio. Il punto focale dell’energia si trova a un terzo inferiore dell’altezza piramidale, questo piano di massima concentrazione di energia consente alla piramide di disidratare tutta la zona innescando il processo di mummificazione ed impedendo così la sopravvivenza dei batteri deputati alla decomposizione. Alla base di tutto ciò che esiste in natura ci sono i numeri di forma , parti di antiche sapienze (immagini e numeri). Quest’ultimi esprimono uno stato energetico con alcune valenze fisse, come ad esempio le operazioni 2+3=5, quindi un numero fisso è una legge in natura. Anche il pi-greco 3,14 è rappresentativo di una legge dell’energia circolare di estensione del cerchio. Ad ogni numero, quindi per ogni stato energetico, è associato un simbolo (la terminologia significa traccia che unisce) in cui, nel caso del cerchio, al numero si associa una forma circolare che rappresenta la Genesi (o scopo nella vita) dove non c’è presenza di tensione ma solo quiete senza forma ed energia. Dal nulla, o cerchio, o numero zero, nasce la materia semplice ed organizzata che, per “dimostrare la sua esistenza”, si deve staccare dal nulla creando il concetto del complementare che definisce il fatto di esistere. Il complementare si manifesta quando ciò che vediamo scompare. Il principio di base alla vita rimane il 12


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LA VIA DELLE PIANTE

La stella di primavera di Dario Blasich

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gni anno con il ritorno delle Primule e delle Viole, annunciatrici dei primi tepori della primavera, si risveglia in noi il desiderio di conoscere lo sconosciuto nella natura che ci circonda. Sul “nudo” Carso, definito così da chi non lo frequenta, troviamo addirittura migliaia di specie variopinte concentrate nei suoi pascoli. Guardiamo attentamente non solo la Viola o la Primula, apprezzate per la loro bellezza, ma anche tutte le piante che sbocciano nel susseguirsi delle stagioni, talvolta chiamate anonimamente erba o fiori, visitate da innumerevoli animali denominati comunemente uccelli ed insetti, ricordando che nei prati tra la musica degli animali e il profumo dei fiori impariamo ad ascoltare il loro linguaggio e ad amare. Basta portare con sé un pò di curiosità, per provare la gioia del guardare e dell’osservare, cercando di capire l’essenza della natura, per quanto ci è possibile e permesso conoscere attraverso il “visibile”. Con il procedere della primavera nei prati e nei pascoli risalta la Genziana primaticcia dal fiore azzurro, mentre nei prati aridi e rupestri fiorisce il Giaggiolo celeste. Entrambe le specie fanno parte di quel folto gruppo di piante endemiche, che caratterizzano la flora carsica, la prima è molto comune nelle zone aride e rupestri, mentre la seconda ha una diffusione limitata in certe aree del Carso triestino. Molto rara è la Fritillaria un’altra pianta endemica dal bellissimo fiore dipinto a scacchiera. Nell’immaginario collettivo, parlando di prato, si visualizza una distesa di fiori dai vivaci colori e dalle forme più strane. Ma, oltre a questi, nei prati troviamo una grande varietà di specie, che talvolta passano inosservate ed anonime, per lo più appartenenti alla grande famiglia delle Graminacee.

Molte di queste erbe crescono tra rupi e sassi, vecchi simboli di quel nudo tavolato, che era l’altopiano carsico di vecchia memoria. Nel pascolo su terreni aridi, tra le tante Graminacee, sono diffusi in tutto il Carso il Forasacco comune, dalla pannocchia contratta e il fusto eretto, che resiste in condizioni di altissima siccità e il Lino delle Fate, che crea suggestive immagini con le flessuose pannocchie piumose insieme alle code piumate del frutto della Pulsatilla, durante il giorno ma soprattutto al tramonto. Il prato si anima delle voci dei suoi abitanti, fra tutti il più intenso è sicuramente il canto dell’Allodola, mentre sul terreno ricompare la Lucertola adriatica con il Rospo smeraldino che, uscito dal letargo invernale, sente un’attrazione vitale per l’acqua. Tra le comunissime piante dei prati magri, come il Trifoglio pratense e l’Avena maggiore fioriscono il Giglio da prato e l’Orchidea screziata dai colori viola rosacei. Con l’arrivo della stagione estiva aumenta la temperatura e si riduce di molto la già scarsa presenza d’acqua. Così la prateria naturale carsica a carattere steppico, formata da piante che si sono 14


LA VIA DELLE PIANTE

tro il dolore, le paure e rimuove i blocchi energetici responsabili del persistere di manifestazioni psicosomatiche. Ha un ruolo base nel Rescue Remedy, vero e proprio “soccorso terapeutico d’emergenza” in floriterapia. Insieme a “Rock rose” toglie gli incubi e le paure, conseguenze di shock. E’ importante per tutti noi vincere “Barbablù”, ovvero tutti le nostre paure subite e tutte quelle riversate nell’inconscio, per passare dal buio inverno alla luminosa primavera, dalle tenebre della paura alla luce che emana la Stella di Betlemme nel prato. Se questi ha l’ultima parola, ciò significa che la vita è una giungla spietata dove prevale sempre la legge del più forte. Qualsiasi possibilità di benessere e piacere viene negata, qualsiasi libertà viene impedita: che terribile visione dell’esistenza! E ciò significa che la vita è ingiusta e che a tale ingiustizia si può solo rispondere con il cinismo, la paura o la disperazione. La fiaba di Barbablù ci invita a liberarci dalla “paura dell’oscuro”, a vivere pienamente e senza restrizioni le avventure che ci stanno più a cuore e tentare l’esperienza dello “sconosciuto” selvaggio. Qui è il tema del predatore ingannato, in cui l’eroe riesce a liberarsi dalla trappola di Barbablù o, in altre fiabe, dalla figura del diavolo o del lupo. In realtà è una fiaba di vita, una fiaba d’amore, una fiaba di primavera che ci sollecita ad allargare all’infinito il nostro campo di esperienza e a liberarci dai nostri stessi impedimenti.

adattate ad ambienti aridi e soleggiati, si colora all’improvviso, soprattutto delle tonalità cromatiche del giallo, che è il colore prevalente nella landa del Carso, dalla primavera all’estate. Lentamente il prato è invaso da insetti multiformi che a seconda delle loro caratteristiche, lo abitano per tutta la sua ampiezza ed altezza. Al di sopra delle erbe volano appariscenti farfalle, che posandosi da un fiore all’altro, sembrano curiosare entro le fragili corolle. Questa frenesia di vita attira temibili predatori, gli uccelli, che non danno tregua alle loro vittime braccandole giorno e notte. Nelle formazioni più aride caratterizzate da terreno meno ricco e di rocce affioranti si sviluppano tra le dominanti Graminacee, piante prostate al suolo nei prati a struttura discontinua. In questi prati sassosi e rupestri troviamo la Ginestra , dai fiori gialli e striscianti al suolo, come difesa dal caldo. Nei luoghi aridi aperti tra la tipica Erba da spazzole e il Fiordaliso carsico ondeggiano al vento i fiori della Campanella pallida. I prati più grassi e più esigenti in fatto di umidità, ma scarsemente presenti, composti da Avena maggiore e Bambagione pubescente dalle ampie pannocchie setose, ci regalano i fiori a forma di stelle del Latte di gallina comune. Il suo fiore è caratterizzato dalla forma di una stella regolare a sei punte. E’ conosciuto nella floriterapia di Bach con il nome di “Stella di latte dorata” o “ Star of Bethlehem”, che fa riferimento al luogo di origine della pianta e alla leggenda, secondo cui questa pianta nella stalla di Betlemme formò una corona di fiori attorno al capo di Gesù. Bach osservando questo fiore nei prati lo considera come il rimedio che conforta l’anima e placa il dolore. È utilizzato in floriterapia con-

Testo, notizie, disegni e foto sono tratti da: “Il Prato” di Dario Blasich e Alfio Scarpa; “Erbe per la salute” di Dario Blasich e Alfio Scarpa; edizioni Lint. 15


LA VIA DELLA SCIENZA

L’Armonia del tempo a cura del Centro Lakshmi econdo l’Ayurveda l’universo vivente e non vivente sono governati da tre energie, i Dosha, manifestazione dei cinque elementi. Essi sono: VATA composto da aria ed etere, ed è il principio della creazione e del movimento. PITA composto da acqua e fuoco ed è il principio della trasformazione e del mantenimento. KAPA composto da acqua e terra, ed è il principio della coesione e della resistenza. La parola “Dosha” significa “ciò che tende ad uscire dall’equilibrio”. Perciò se i tre Dosha sono in armonia si avrà benessere, se non si è in armonia si avrà la malattia. Tutto ciò che esiste, dal più piccolo atomo all’universo nel suo intero, compreso l’essere umano, segue questi tre principi. Anche le stagioni, date dal fluire del tempo, sono governate dai Dosha: infatti questo continuo movimento influisce sulla qualità dell’ambiente, (freddo, caldo, chiaro, scuro,...). Rispettare i cicli della natura, e seguire le leggi dei Dosha che li regolano, vuol dire essere in armonia con essa e con sé stessi.

Per vivere secondo natura, l’Ayurveda ci dice di rispettare le routine di vita stabilite secondo i principi. La primavera è governata da Kapa Dosha, in quanto è una stagione piovosa e fredda: non c’è ancora il forte caldo estivo. Inoltre c’è un accumulo di freddo dato dall’inverno appena trascorso. Kapa governa tutti i processi anabolici che includono la crescita e lo sviluppo del corpo, dà energia a cuore e polmoni. Governa inoltre il sistema immunitario ed è presente in tutti i tessuti del corpo. In particolar modo alla base del cervello, nella pelle e nei canali respiratori e digestivi. Durante tutto l’inverno il corpo ha rallentato le sue funzioni: per far fronte al clima rigido si tende ad accumulare riserve di grasso, ci si muove di meno e si tende ad assumere cibo maggiormente calorico. La vita di oggi, inoltre, tende ad esasperare alcuni di questi aspetti: spesso si mangia in fretta e in modo pesante, il nostro stomaco perciò fatica ancora di più a digerire. La pesantezza, caratteristica di questo Dosha, si manifesta nella digestione lenta, porta pigrizia, apatia, aumento di peso, ritenzione idrica. Vista la sua influenza sul sistema immunitario, può dare difficoltà di respiro, tosse con muco, asma, allergie, sinusite. Tutte e tre queste energie agiscono,

LE STAGIONI IN ITALIA

LE STAGIONI SECONDO L’AYURVEDA

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LA VIA DELLA SCIENZA

oltre che sul piano fisico, anche a livello mentale, emozionale e spirituale. Un accumulo di Kapa porta ad avere poca fiducia in se stessi, si è possessivi, ci si aggrappa alle persone, si mangia troppo per riempire vuoti affettivi. Gli squilibri, o le malattie, dati da Kapa hanno un decorso molto lento: impiegano parecchio tempo a manifestarsi, ed analogamente la loro eliminazione è molto laboriosa. È importante, perciò, prevenire tali disturbi piuttosto che curarli. Un regime di vita corretto è fondamentale per raggiungere tale scopo. Bisognerà introdurre quotidianamente un po’ di attività fisica e stimolare la mente impigrita, i cibi da assumere saranno caldi e leggeri, verdure crude e pungenti (es. ravanello), tutte le spezie, pollo e tacchino, pesce magro, miele. Da evitare assolutamente cibi grassi, fritti, latticini ed in particolare lo yogurt. I gusti più adatti sono amaro, pungente, astringente, cattiva circolazione, colon infiammato e stitichezza che portano pesantezza alle gambe, obesità, sono disturbi causati da un accumulo di tossine che il corpo non è riuscito ad eliminare. Per farlo devo aggiungere alla dieta delle pratiche di purificazione.

La cosa più semplice da fare è aggiungere ai cibi spezie piccanti per stimolare il metabolismo e bruciare i grassi, ma da sole bastano: se ogni mattina, a digiuno, si assume una tisana depurativa calda, o acqua calda con limone e zenzero, si favorire l’evacuazione e l’eliminazione delle tossine create durante la notte. Un massaggio vigoroso e riscaldante, seguito da un drenaggio linfatico ogni settimana sarà utile per sciogliere e sgonfiare, e per aiutare ad espellere le tossine smosse dall’attività fisica e dalle depurazioni.

Centro Benessere Ayurveda

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I benefici della scienza Ayurvedica attraverso le tecniche del massaggio L’Ayurveda, antica scienza indiana, è un sistema di medicina olistica adatta a chiunque desideri ritrovare o mantenere il proprio equilibrio psicofisico. I nostri Trattamenti e Massaggi Ayurvedici (Abyangam) ristabiliscono l’armonia tra corpo, mente ed anima, attraverso un approccio olistico di nutrimento, fortificazione e rilassamento. Serenella, Cristiana e Siro sono operatori diplomati “Abyangam” (Massaggio Ayurvedico) e “Nidan e Chikitsa” (Diagnosi e Terapia Ayurvedica).

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LA VIA DEL CIBO

Tè: il gusto della contemplazione di Manuela Zippo

armonia e lo stesso ordine che regnano in tutto l’universo. Ancora più appassionante è la leggenda circa l’origine della bevanda del tè. “You want a Tea? Si narra che nel 2737 a. C. l’imperatore Shen No, I want romance. Nung, studioso ed erborista stando seduto I want music. all’ombra di un albero di tè selvatico, vide I want love and beauty. cadere nell’acqua che faceva bollire, alcune But not tea, eh?... Amazing...” foglie dell’albero. Assaggiato quell’infuso l’im(Woody Allen) peratore lo trovò delizioso ed euforizzante e così fu scoperto il tè. -Vuoi un tè? Secondo un’altra leggenda, Bodhidharma, No, io voglio storie romantiche, ventottesimo patriarca dopo il Buddha, vissuto voglio la musica, voglio l’amore e la bellezza. nel VI sec.d.C., dopo aver trascorso anni nella Ma non vuoi del tè eh??.. Sorprendente….meditazione cedette al sonno. Per questa sua manchevolezza si tagliò le palpebre in forse proprio questo il motivo modo da non incorrere più in queper cui noi oggi sentiamo sta debolezza. Le palpebre cadute la necessità di bere una buona a terra si trasformarono nella tazza di tè, sebbene in Italia pianta del tè che possiede la non si vanti una tradizione virtù di tenere desta la di tè. facoltà intellettiva e le cui Forse vorremmo contrapporre foglie a mandorla ne ramalla tazzina di caffè presa di mentano l’origine. corsa al bar, un momento di Camelia sinensis, questo è il relax per abbandonarci alla nome botanico della pianta magia, a quel gusto un po’ “retrò” del tè, è una pianta sempreche ci dona la facoltà di contemplare. verde con foglie coriacee e Tè e contemplazione per riprendere le dentate che può raggiungere i redini del tempo, per godere dell’at10 metri di altezza. I fiori sono grantimo, per farci avvolgere dall’amdi e bianchi e odorano di gelsomaliante storia orientale, dalla mino. L’habitat ideale è a clima lentezza degli antichi rituali, caldo e umido con temperatudall’armonia e dal fascino di re tra i 10 e 30 gradi e quote lontani paesi. comprese tra 300 e 2000 L’incanto di una tazza di tè metri s.l.m. Molti dei tè inizia già durante la fase di famosi sono tè di alta quota, preparazione. sopra i 1200 m. (Ceylon e i Nel secolo VIII, Lu Yu, poeta migliori Darjeeling). cinese scrisse l’opera “Ch’a Il tè è un po’ come il vino Ching”, ossia il Canone del Tè, rosso, ossia il gusto e la qualità del prodotto finale dipendono in cui formulò il primo codice per dal clima, suolo, altitudine, nonla bevanda trovando nel gesto di ché i metodi di lavorazione, prepararlo e servirlo la stessa (Ho Chin) Tè verde

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miscelazione, imballaggio e conservazione. In effetti tè bianco, verde, oolong, nero, aromatizzato o profumato e pressato sono il prodotto della stessa pianta che ha subito metodi di produzione diversi. Il tè bianco è rappresentato dai germogli strappati prima che si schiudano e fatti appassire per far evaporare l’umidità. Rimangono di color argento. Il tè verde ha foglie che appena colte vengono essiccate e sottoposte a trattamento termico per bloccare la fermentazione. Nel tè oolong le foglie vengono fatte appassire alla luce diretta del sole. Iniziano a fermentare ma la fermentazione viene bloccata dopo circa due ore. Il tè oolong è sempre a foglia intera.

Tè bianco

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Le foglie del tè nero vengono lasciate appassire e poi arrotolate. Vengono successivamente srotolate in ambiente freddo e umido per quattro ore per assorbire ossigeno e scatenare la reazione chimica che fa colorare la foglia da verde a rosso ramato. La foglia ossidata (fermentata) viene messa sul fuoco per arrestare la naturale decomposizione e quindi diventare nera. Alcune regole per preparare una buona tazza di tè. Per quanto riguarda la teiera, la terracotta, l’argento, e la ghisa sono particolarmente adatti a i tè forti (Ceylon, Assam, tè africani). La porcellana invece è l’ideale per i tè più leggeri, come quelli verdi e l’Oolong. La teiera va riscaldata prima di versarvi le foglie e l’acqua bollente in modo da permettere alle foglie di sprigionare tutta la loro


LA VIA DEL CIBO

fragranza. Le foglie andrebbero poste nella Considererò il tè verde per il motivo che nelle teiera prima di versarvi l’acqua e lasciate libe- sue foglie la teina (alcaloide eccitante), anche re. Come la caffettiera, la teiera non va mai se presente, non è disponibile biologicamente lavata con detersivi, né asciugata all’interno: e pertanto la sua assimilazione è fortemente solo così potrà formarsi quella patina bruna ridotta consentendo di non avere uno stato di che permette la preparazione di una buona eccitazione anche bevendone più tazze al giorno. tazza di tè. I componenti più importanti preGli Inglesi assicurano che il recisenti in questa bevanda sono i piente migliore per bere il tè è polifenoli che hanno una la loro mug perché in essa il tè resta caldo a lungo. potente attività antiossidanI cinesi preferiscono piccote. Questo si esplica in una le tazze in porcellana. protezione di tutti i tessuti Ci sono tè da mattina, da dai danni derivanti dai radipomeriggio, da sera o per cali liberi (molecole la cui tutta la giornata In linea di azione permette l’invecmassima i tè verdi sono da chiamento di tutti i tessuti) evitare da sera, ma perfetti che costantemente si formano dopopranzo e nel pomeriggio. in seguito a stati infiammatori, Gli Oolong non si addicono alla prima all’esposizione alle radiazioni, al fumo, colazione. all’inquinamento atmosferico, in Bisogna fare attenzione a che seguito a errata alimentazione l’acqua dell’infusione non (priva di sostanze protettive abbia sapori particolari alla quali vitamine). partenza. Il tè verde può recare benefiLa temperatura dev’essere cio anche a chi soffre di intorno ai 90-95 gradi per i allergie stagionali. tè neri e gli Oolong, varia Svolge un’azione drenante e da 70 a 85 per i tè verdi. In favorisce l’eliminazione effetti ogni tè ha la sua temdelle tossine apportando oliperatura ideale goelementi e vitamine e recanIl tempo di infusione per i tè do giovamento a quel senso di neri indiani e di Ceylon è di 3-4 affaticamento e nervosismo interiominuti, salvo per il Darjere che alcuni accusano in prieling first flush per cui ne Miscela di fiori di loto dorato e tè verde mavera. bastano 2-3, come pure per i tè neri africani. I tè neri cinesi, restano in infusione da 5 a 7 Bibliografia: minuti. Riguardo ai tè verdi: i cinesi vanno “Tè, guida al tè di tutto il mondo” lasciati nella teiera 3-4 minuti. Jane Pettigrew Ed. Idea Libri Per gli Oolong sono previsti 5-7 minuti, mentre i tè bianchi a volte devono restare in infu- “Florario” Alfredo Cattabiani ed. Mondatori “ Il tè verde” Sophie La coste ed. Tea pratica. sione fino a 15 minuti. E che dire delle innumerevoli proprietà beneImmagini trate da “The Way of Tea”, fiche del tè? Avvicinandoci alla primavera è interessante Master Lam Kam Chuen, sottolineare le caratteristiche di questa bevan- Caia Books Ltd. London, ed. italiana Corbaccio - Milano da per depurare l’organismo. 20


TESTATINA

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Bio-spese a confronto di Maddalena Bolognesi

accrescimento è triplo o quadruplo rispetto alla norma, con spazi più grandi lasciati alle passeggiate, cure omeopatiche o fitoterapiche ed antibiotici solo se si tratta dell’unico modo di salvare la vita dell’animale: ossia costi superiori rispetto alla logica dell’industria di accrescimento carni che è l’allevamento intensivo. Ma tornando alla nostra lista della spesa, ecco i risultati di due città campione del Nord-Est, Udine e Pordenone, nello specifico. Intanto, all’interno del negozio specializzato, un senso di “rilassatezza” nei confronti delle etichette. I prodotti contengono effettivamente quel che promettono. Per farvi un esempio, quando si cerca pasta integrale bio, si legge accuratamente se si sta vendendo un prodotto a base di farina bianca e crusca o tritello aggiunti (succede, ed è perfettamente legale) o un derivato dalla macinazione del chicco di grano integrale. Nelle fascette attorno alle cassette dell’ortofrutta sono segnate la provenienza dei prodotti ed il percorso di tracciabilità, che in qualche negozio si trova segnato vicino al cartellino del prezzo. Dove non c’è scritto si può interrogare la commessa per ottenere risposte e, se si è una cliente rompiscatole, si può far notare che piacerebbe sapere sempre cosa si stia comprando (rispondono che fanno di tutto per sapere che cosa acquistino anche loro...). Bene, verificato che la passata contiene effettivamente solo pomodoro, si passa alla cassa. La spesa ad Udine varia da un minimo di € 11,23 ad un massimo di € 13,51 A Pordenone da € 10,15 ad € 13,46 Semmai è la differenza del distributore scelto che incide tantissimo: il prezzo dei finocchi al chilo per il consumatore passa di mano in mano, e di provincia in provincia va da un minimo di €1,89 ad un massimo di € 4,33. Controllando sul sito www.prezzibio.it, un

Un’indagine sui prezzi del biologico in Friuli Venezia-Giulia.

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i sono preconcetti sul mondo del biologico che ormai vengono ripetuti così spesso da essere accettati come dati di fatto. Uno di questo, forse il principale, è che il biologico costa. “Non compro biologico perché non posso permettermelo” Una frase che ha in sé qualcosa di inquietante, aprendo scenari sociali in cui solo chi è ricco si preoccupa della propria salute e compra ciò che crede migliore. Da un lato è vero, ma anche in Italia possiamo ancora permetterci di scegliere la qualità a prezzi accessibili. Nasce così la curiosità di sapere quanto effettivamente costi una spesa biologica. E così, cestino della spesa alla mano e campionando i prezzi dei capoluoghi di provincia si possono scoprire dati interessanti. Spesa tipo? Una confezione di pasta da gr.500, una bottiglia di passata di pomodoro da 75 cl, 1/2 kg. di finocchi, 1/2 di carote e di limoni, 1 kg.di patate ed uno di mandarini, un pacco di riso ed un litro di latte fresco intero. Da massaia oculata si scelgono: frutta e verdura per lo più di stagione (i mandarini lo erano al momento della ricerca...) perché è più economico rispetto alla primizia, ci sono più possibilità che siano di provenienza locale e che quindi, non essendo state portate da lontano, siano rimaste più a lungo sulla pianta assorbendo e producendo nutrienti e perdendone meno con il trasporto. È una spesa vegetariana e la carne biologica non si può paragonare con quella convenzionale, i metodi di produzione sono troppo diversi: seguendo il ritmo fisiologico ed etologico di crescita dell’animale, il tempo di 22


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borsino prezzi gestito dall’azienda dei mercati generali di Roma e dall’AIAB, si vede che la tendenza è in linea con il mercato che indica un prezzo da € 1,78 ad € 4,44. Il problema della distribuzione non riguarda solo il biologico: la tendenza dei mercati è quella di risparmiare sul produttore per ammortizzare il costo della catena distributiva. Una volta fatta la nostra spesa, con cosa la si può confrontare? Non certo con il “convenzionale” che troviamo al supermercato o nei discount, che proviene da linee distributive (e qualità) diverse, ma con i negozi specializzati di ortofrutta... Tenere sempre d’occhio la provenienza dei prodotti, acquistando i prodotti nazionali e regionali (tranne il latte che, nel test, era di provenienza tedesca poichè era il prodotto più comparabile....): le cose cambiano moltissimo se si sta comprando un aglio italiano o uno cinese, o un mandarino calabrese ed uno marocchino. Dal fruttivendolo “convenzionale” sottocasa si trovano differenze esigue per alcuni prodotti (carote ad € 1,40 contro € 1,47 per il bio) e differenze sino ad € 1,30 per altri prodotti. In realtà non ha molto senso un confronto del genere, mettendo a confronto metodologie agricole diverse che offrono al consumatore garanzie e certificazioni ben differenti, ma il gioco è quello di verificare la “sostenibilità” dell’acquisto. Il risultato è che anche nel “convenzionale” la

qualità costa: un prodotto italiano, fresco, se non nostrano, ha un prezzo che si avvicina, se non uguaglia il biologico. Il problema diventa dunque una scelta individuale ma anche politica: investire sul reale prezzo del cibo o speculare chiedendo un prodotto apparentemente a poco prezzo, i cui costi nascosti (scandali alimentari, emergenze sanitarie, inquinamento delle falde acquifere, energia, imballaggi...) vengono poi pagati da tutta la collettività. Si può cercare la qualità tentando di risparmiare. Comprando, per esempio, direttamente dai produttori o richiedendo l’elenco degli spacci aziendali nella propria regione, formare un gruppo di acquisto per i prodotti base (pasta, cereali, legumi, passate...) o stipulare una convenzione anche con gli stessi negozi specializzati. Alcune associazioni di genitori che gestiscono le mense biologiche dei figli possono comprare come gruppo d’acquisto anche per le proprie famiglie, in modo da aumentare la quantità degli acquisti ed ottenere più sconti. È lo stesso andamento del mercato ad imporre di essere consapevoli e di difendere le proprie scelte: se si continua a chiedere qualità, il mercato la metterà a disposizione; se si subisce passivamente, si darà il proprio silenzioassenso a produzioni sempre più scadenti, che compensino con la scarsa qualità il limitare del potere di acquisto.


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Buono e ricco di nutrienti: si chiama “extra vergine” di Luigi Caricato Nella dieta quotidiana per il benessere fisico e spirituale

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i fa un gran parlare di olio extra vergine di oliva. Anche in luoghi lontanissimi dal Mediterraneo. Nell’Estremo Oriente le attenzioni per l’olio che si ricava per semplice spremitura delle olive sta oramai catturando un pubblico sempre più vasto. Crescono i consumi nell’universo mondo, come risulta dai dati forniti dal Consiglio oleicolo internazionale, la massima istituzione in materia, un organismo intergovernativo che fa capo all’Onu. Ma cresce sensibilmente soprattutto l’interesse per il prodotto in sé, in quanto ritenuto diverso dagli altri grassi alimentari disponibili sul mercato. A questo punto, considerando il fatto che non si tratta più di una semplice moda, ma di un’esigenza forte e reale, concreta e per nulla aleatoria, ci siamo posti alcune domande: cosa ha di così speciale quest’olio? Perché, tra tutti, è ritenuto il grasso più sano e salubre? E perché, infine, il suo impiego nella dieta fa così bene all’organismo? La risposta è immediata e non lascia spazio a dubbi: l’olio extra vergine di oliva è un olio da frutto e non da seme. Per come si presenta, è un po’ come immaginare una spremuta di frutta. È ricco di nutrienti ed è molto salutare. La frutta sappiamo bene quanto sia importante, proprio per le preziose sostanze che contiene. Qualcuno ha mai pensato di mangiare il seme al posto di un frutto? Non mi pare. Per questo la differenza tra un olio ricavato dal frutto per via di una semplice operazione di spremitura dell’oliva, rispetto a un olio che si estrae invece dal solo seme (con interventi

oltretutto invasivi, visto che si ricorre alla rettificazione del prodotto in raffineria per il tramite di solventi) diventa sostanziale. In più c’è anche da dire che il frutto contiene preziose sostanze al suo interno, opportunamente fornitegli dalla natura perché possa meglio difendersi dagli agenti esterni. Tali sostanze posseggono peraltro virtù antiossidanti, e non solo, che favoriscono da una parte una lunga vita al frutto, dall’altra una maggiore resistenza agli inevitabili processi degenerativi tipici della sostanza grassa. Si tratta di effetti positivi che si trasferiscono ovviamente anche all’organismo, il quale appunto ne assimila le proprietà salutari attraverso l’assunzione dell’olio, sia in quanto alimento all’interno di una dieta, sia in quanto componente di preparati cosmetici attraverso la pelle. Si può forse rinunciare a una simile opportunità? Non credo. Si tratta oltretutto di una via facile e piacevole, visto che bontà e appetibilità degli extra vergini sono garantite. Cosa fa dunque una brava madre per i propri bambini? Desidera vederli crescere sani e in forma. Provvede perciò a nutrirli bene, seguendo ogni possibile accortezza. I pediatri riconoscono oltretutto all’extra vergine una composizione simile al latte materno. E’ qualcosa di meraviglioso. La natura ha provveduto a for24


LA VIA DEL CIBO

nire quest’olio di un ricco patrimonio di sostanze che rispecchiano il medesimo apporto lipidico di una poppata. In questo modo lo svezzamento può avvenire in piena sicurezza quando si ricorre all’olio extra vergine di oliva. E’ l’alto contenuto in acido oleico, in particolare, a favorire una buona crescita del bambino e un ampliamento dei poteri immunitari. L’olio extra vergine di oliva è un toccasana, non ha la capacità di guarire, sia chiaro. Sbagliano, eccedendo, coloro che ne sostengono il potere curativo, ma di certo si può affermare che l’assunzione di quest’olio così pregiato permette di dotare l’organismo di una sorta di presidio preventivo. Assumere pertanto l’olio di oliva fa star bene perché previene ogni forma di patologia, anche se ciò in verità è possibile soltanto nel caso in cui si mantenga una condotta generale improntata a una vita sana. Con un’alimentazione corretta e regolare, equilibrata nella scelta dei nutrienti, si possono prevenire le patologie metaboliche e degenerative caratteristiche della modernità, fronteggiando così alcuni tra i mali oggi più diffusi, dal diabete all’ipertensione, all’aterosclerosi. Seguire una dieta sana e preventiva significa per l’esattezza ricorrere a cereali, legumi, frutta, ortaggi, pesce e in particolare all’olio extra vergine di oliva. L’assunzione dei grassi è comunque importante e non può essere in alcun modo temuta; anzi diventa fondamentale per il benessere stesso dell’organismo, che non può farne a meno. A bambini e adolescenti è necessario garantire un apporto lipidico di almeno il 30 per cento, agli adulti è sufficiente una quota inferiore al 25 per cento. I grassi non possono dunque essere in nessun caso banditi. Occorre semmai evitare gli eccessi, questo sì, e scegliere in particolare i grassi buoni, da qui l’olio per eccellenza, l’extra vergine. Al contrario, dovranno essere in modo categorico evitati i cosiddetti grassi “invisibili”, che si formano nei cibi elaborati attraverso trattamenti industriali piuttosto invasivi. La salute è un valore importante, conservarla integra assume una valenza altamente socia-

le, dal momento che le spese sanitarie sono in gran parte a carico della collettività. Ma, senza voler qui elencare la lunga serie di indicazioni utili che ci portano a preferire un buon extra vergine ad altri grassi vegetali o animali che siano, ecco, in breve, le virtù tipiche di un prodotto che effettivamente esprime qualcosa di speciale, tale da consentire il mantenimento di un buono stato di salute generale, necessario per il raggiungimento di uno stato di benessere fisico e spirituale insieme. Un buon extra vergine fa la differenza proprio in quanto si tratta di un alimento “funzionale” all’organismo stesso. Si potrebbe definire “fisiologico”. I nutrizionisti lo ritengono d’altra parte un functional food, un alimento ch’è la piena espressione di una serie di componenti naturali. Questi determinano, scientificamente, gli effetti positivi che vanno al di là del nutriente classico. L’olio extra vergine di oliva possiede quel qualcosa in più che fa la differenza. E’ dotato per l’esattezza: – di un alto grado di digeribilità; – di una più alta capacità di assorbimento da parte dell’intestino; – di un’azione protettiva contro l’eccesso di acidità dello stomaco; – di un’elevata capacità antiossidante; – di un’azione lassativa blanda, tale da regolare gli intestini; – di una forte capacità nel contrastare le malattie epato-biliari; – di un’azione preventiva nei confronti dell’osteoporosi; – di un’azione preventiva verso le malattie cardiovascolari; – di un’azione protettiva nei confronti dell’insorgenza di formazioni tumorali L’elenco dei benefici sarebbe lunghissimo, non si esaurisce in pochi aspetti. Importa solo sapere che si tratta di un prodotto ch’è tutto natura. È l’oliva tal quale che si trasforma in olio, conservando integre e pressoché inviolate le preziose sostanze, tra nutrienti e antiossidanti, contenute in abbondanza nel frutto. 25


I LUOGHI

Il salone delle terapie naturali e del benessere psicofisico II Edizione: 2 - 5 aprile 2004 - Pordenone Fiere Organizzata da Istituto Olistico, Vittorio Veneto (TV)

Il Salone per il benessere “sostenibile” Un Salone dedicato alle terapie naturali, agli alimenti biologici, e al benessere psicofisico, realizzato per offrire al visitatore e agli esperti di settore una panoramica approfondita di prodotti, tecniche e ricerche. Peculiarità di Olystyca è l’ubicazione nel Nord Est, area culturalmente e geograficamente legata ai paesi della Mitteleuropa. Al salone è stato affiancato un nutrito programma di appuntamenti congressuali ed eventi collaterali: dimostrazioni, esibizioni e concerti, per offrire un panorama particolareggiato del mondo del “benessere sostenibile”. Quest’anno di particolare peso sarà il Convegno ”Progetto Benessere”, che gode del Patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione dell’Assessorato alla Salute della Regione Friuli Venezia Giulia. Le tematiche del Salone sono suddivise in base ai quattro elementi fondamentali: la terra, l’accoglienza, la sicurezza, il sostegno, la solidità. L’acqua, perché il pianeta, il nostro corpo e ogni più piccola cellula vivono in sua presenza, importante mezzo per i processi biochimici. Il fuoco, che riscalda, dà conforto e trasforma le cose. Infine l’aria, che è spazio e respiro, indispensabile nei processi della vita.

piuti in questi ultimi anni nei settori del benessere. In esclusiva assoluta infatti l’opportunità di osservare e sperimentare da vicino due opere architettoniche e di design, realizzate secondo i principi del feng-shui e della polisensorialità: il percorso del vento e dell’acqua e la stanza sensibile (verrà inoltre allestita nella sua completezza una vera Casa Ecologica). La Bioarchitettura, non a caso, negli ultimi anni ha fatto progressi notevoli, paradossalmente recuperando dal passato antichissime tecniche cinesi, come il Feng Shui, cioè l’arte di arredare lo spazio, per comunicare benessere proprio attraverso gli arredi ed i materiali per essi impiegati. Feng Shui, l’antica arte cinese del Vento e dell’Acqua, significa comprendere la natura, tutelare gli ecosistemi naturali, imparando anche a situare correttamente edifici e strutture; una disciplina che consente di trasformare un luogo attraverso i cosiddetti rimedi “naturali” (vegetazione, materiali naturali, studio dell’orientamento, arredo ecologico, utilizzo di architetture d’acqua: fontane, cristalli, luci e colori). Invece la polisensorialità nasce come strumento per agevolare il pensiero positivo, quindi per accompagnare sul piano emotivo qualsiasi altra terapia che agisca sul piano fisico. Un approccio nuovo che, con la collaborazione di musicoterapeuti, esperti in cromoterapia, domotica olfattiva, naturopati, ha il fine ultimo di realizzare ambienti “sensibili”. Il Percorso del vento e dell’acqua, progetto a cura dell’architetto padovano Stefano Parancola, in collaborazione con Paolo Fasolato e Simona Paniati, per la prima volta offre una panoramica applicativa di ampio respiro nell’ambito dell’architettura e del design, con richiami e riferimenti alle recenti scoperte ed innovazioni della medicina e all’ali-

Ricerca e sperimentazione: il meglio della progettualità del settore Olystyca è soprattutto ricerca all’avanguardia con grande attenzione alla bioedilizia ed alla biorachitettura, che applicano i principi necessari per stabilire, tra l’uomo e gli ambienti in cui vive e lavora, un rapporto armonico e naturale. All’interno del Salone un percorso parallelo a quello espositivo introdurrà gli studi e le ricerche tecniche com26


I LUOGHI

mentazione biologica e alla disciplian Feng Shui. Un percorso obbligato che vuole dare risposte, sottolineare la ricerca dell’armonia nell’abitare. L’architettura è sempre più innovativa grazie ad una continua ricerca orientata a riscoprire la natura come elemento di complemento e di arricchimento del manufatto edilizio. Uno spazio inteso come integrante di una configurazione fondata su elementi appartenenti al mondo naturale ed artificiale quali colline, montagne, corsi d’acqua, edifici ed infrastrutture che si influenzano vicendevolmente. Un percorso Feng Shui viene proposto ad Olystyca, con gli oggetti di arredamento più innovativi nell’ambito della bioedilizia e con gli spazi abitativi pensati e abbinati ai 5 elementi della natura. Attraverso l’ingresso, il primo e immediato impatto che abbiamo dell’ambiente, si accede alla Cucina-Elemento fuoco: nel Feng Shui anche la posizione del fornello è importante per una buona qualità del cibo, non si dovrebbero dare le spalle alla porta o alla finestra, ma avere invece una visione totale della stanza; verrà presentata una cucina ecologica con assaggio di cibi naturali. Giardino-Elemento terra: una sorta di stanza all’aperto per meditare e rilassarsi, immergendosi nei profumi delle essenze e nei giochi d’acqua. Studio-Elemento metallo: la posizione della scrivania, secondo i principi e i consigli del Feng shui dovrebbe situarsi nell’angolo più lontano dalla porta d’entrata, permettendo una visione totale della stanza, non dando le spalle alla porta. Verrà esposto un ufficio realizzato con legno ecocertificato e schermature contro i campi elettromagnetici. Bagno-Elemento acqua: è fondamentale il suo posizionamento nella planimetria della casa. Aperta la porta principale, non dovrebbe, infatti, vedersi; l’acqua uscirà dai rubinetti come da una cascata: verranno infatti presentati nuovi rubinetti che riprendono lo scorrere dell’acqua in un ruscello. Camera da letto-Elemento legno: anche la posizione del letto è estremamente importante. Secondo i principi del Feng Shui andrebbe posizionato nell’angolo più lontano dalla porta, sempre per motivi di sorveglianza conscia e inconscia della stanza e una “visione” completa della camera da letto ci permette di godere sonni tranquilli. Nella Stanza Sensibile, progetto realizzato dall’architetto vicentino Filippo De Franceschi, il benes-

Domenica 4 Aprile alle 15.00 A Olystyca uno dei più grandi fitoterapeuti italiani, il Prof. Fernando Piterà. Laureato in Medicina e Chirurgia, docente di Medicine Non Convenzionali e Tecniche Complementari all'Università di Milano. Esperto in Bioterapie, Omeopatia e Fitoterapia, autore di numerose pubblicazioni tra cui il "Compendio di Gemmoterapia Clinica", giunto in Italia alla sua quarta edizione.

Lunedì 5 Aprile alle 9.30 Il Prof. Fernando Piterà terrà una lezione di aggiornamento per erboristi e addetti ai lavori dal titolo: “la Gemmoterapia nella pratica erboristica.” sere è in primo piano. Nasce dalla considerazione che la qualità dell’ambiente in cui viviamo è determinante sulle nostre emozioni, sul nostro benessere mentale e fisico. Trova una collocazione ideale negli ambienti finalizzati al relax, soprattutto nei luoghi “temporanei” come le stanze d’albergo, i centri benessere e di medicina naturale, le terme e beauty-farm. La Stanza abbina suoni colori, odori e immagini in movimento, con lo scopo di risvegliare le emozioni per accompagnare i momenti del sonno, del risveglio, delle attività che richiedono concentrazione. Gli effetti benefici sono dimostrati da studi scientifici relativi agli intrecci fra i sistemi neurocerebrale, endocrino e immunitario. Fin dalla fase prenatale, infatti, la musica può intervenire in modo positivo sullo sviluppo del feto, fornendo un vero nutrimento al cervello in formazione attraverso gli stimoli vibrazionali. La Stanza si serve di scenari di base associati ad esigenze quali “vitalità, energia, passione, letizia, meditazione, armonia, relax”, oppure a scenari finalizzati a situazioni mirate, come quelle legate a determinate malattie, alla gravidanza, all’armonia e crescita dei piccoli. Per informazioni e contatti: Tel. 0438/941457 Fax 0438/943512 - www.olystyca.it 27


I LUOGHI

I Luoghi della Bioguida: percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

ACTIS

Associazione Culturale Teatro Immagine Suono Via Corti 3/A Trieste. Tel 040/3480225. L’ACTIS è presente nel mondo della ricerca artistica, dal teatro alla danza e nella ricerca del benessere, sia nella formazione che nelle manifestazioni. Venerdì 2 aprile, ore 20.30 prosegue all’ACTIS con il III happening, la 3 a edizione del Danceproject, dove la ricerca è anche interazione tra diversi linguaggi artistici. Sabato 17 domenica 18 aprile, corso intensivo di Visualizzazione Energetica (9.00-12.00 e 14.30-18.30) con Manlio Verchi (inf. 340/5397019); seguiranno 10 appuntamenti, il primo venerdì 30 aprile (20.45).

FRIULI VENEZIA-GIULIA TRIESTE L’ARNIA

Libera Associazione per la Ricerca in Naturopatia, Igienismo e Autoterapie Piazza Goldoni 5, Trieste. Tel./fax: 040/660805, e-mail: larniats@libero.it

Centro Buddista Tibetano Sakya Via Marconi 34, Trieste. Tel. 040/571048.

Associazione Internazionale

“Il centro dell’armonia, della forza e del benessere del corpo, dello spirito e dell’anima”. Le vie e le ampie possibilità olistiche per la stabilizzazione, l’armonizzazione e l’equilibrio del proprio sé per aumentare il benessere psicofisico. m Trattamenti per il benessere e la crescita psicofisici: MASSAGGI e RIFLESSOLOGIA - BIOPRANOTERAPIA - REIKI - CHAKRA GUARIGIONE OLISTICA - AROMATERAPIA 2012 - CONSULENZE PERSONALI m Corsi: comunicazione interpersonale - iniziazioni REIKI - incontri regolari con esercizi meditativi, respirativi ed altre tecniche armonizzanti ed equilibranti. L’Associazione promuove lo sviluppo e l’integrazione di una nuova forma di coesistenza e convivenza.

Ronchi dei Legionari - tel. 0481 776597 - cell. 333 7229821 Trieste - (ogni giovedì su appuntamento) - cell. 333 7229821 28

www.swamateh.org

SWAMATEH

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I LUOGHI

Delfino Blu Via Geppa 4, Trieste. Tel. 338/8144318.

Reiki.. la via del cuore Corso Italia 10, Trieste. Tel. 040/660991.

Espande Trieste Trieste: 040/575648 - 380/7385996. Udine: 0432/44772 - 348/7404470. trieste@espande.it

Scuola Shiatsu Trieste Via del Pesce 4, Trieste. Tel. 329/2145214 Yoga Integrale Via Stuparich 18, Trieste. Tel. 040/365558.

Il Giardino - Shiatsu Via Torbandena 1, Trieste. Tel. 040 366568

Zeleni Center Vrpholje (Kozina), Slovenia. Tel. 339/7248645 e-mail: zeleni_center@hotmail.com

Istituto Superiore Arti Marziali “D.Brecevaz” - Trieste Tel. 0481/777255, cell. 339/3170762.

IZANAMI Scuola di Shiatsu e Medicina Cinese Galleria Protti 4, Trieste. Tel. 040/660898, www.izanami.it.

Ass.Internaz. Swamateh A Trieste e a Ronchi dei Legionari. Tel. 0481/776597, 333/7229821, www.swamateh.org

GORIZIA

Osho Anandita Località Banne 99, Opicina (TS). Tel. 349/0981408, 349/5448214, mail: anandita@spin.it.

Aletheia Via S.Giacomo 34, Monfalcone (GO). Tel. 333/2858588.

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I LUOGHI

IZANAMI

Scuola di Shiatsu e Medicina Cinese Galleria Protti, 4 - Trieste - Tel. 040.660898 www.izanami.it

MARZO: Sabato 27 e domenica 28 marzo

MAGGIO: Sabato 8 e domenica 9 maggio

LE MASCHERE Comunicare con se stessi e con gli altri Con Rino Cortigiano e il dott. Renato Toffanin.

SHIATSU E MOXA PER PROBLEMI GINECOLOGICI, GRAVIDANZA E PARTO Con il dott. Renato Toffanin e Rino Cortigiano

La nostra infelicità, la disistima, il malessere su cosa si basano? Certamente sul rimanere costantemente calati in schemi rigidi, nello standard della “Persona” che recitiamo quotidianamente, bloccati spesso dai sensi di colpa e di inadeguatezza. Spesso siamo orgogliosi di autodefinirci come individui monolitici che non si contraddicono mai. Ma allora, siamo noi stessi o un altro personaggio? Dice C.G. Jung: “Chi guarda nello specchio dell’acqua vede per prima cosa, è vero, la propria immagine. Chi va verso se stesso rischia l’incontro con se stesso. Lo specchio lusinga; mostra fedelmente ciò che in esso si riflette e cioè il volto che non esprimiamo mai al mondo, perché lo vediamo per mezzo della persona, la maschera dell’attore”.

– Storia della ginecologia nella medicina tradizionale cinese – Fisiologia e patologia dell’apparato genitale femminile – Eziologia e diagnosi energetica – Irregolarità mestruali e problemi collegati alle mestruzioni – Fisiologia energetica della gravidanza e stadi di svoluppo dei meridiani – Patologie della gravidanza e del post-partum – Menopausa – Metodi di trattamento

MAGGIO: Sabato 22 e domenica 23 maggio SHIATSU ADVANCED TRAINER Seminario intensivo per operatori Shiatsu, su tecniche di sblocco dei tre cancelli Con Rino Cortigiano e il dott. Renato Toffanin

APRILE: Sabato 17 e domenica 18 aprile CONOSCERE LO SHIATSU Seminario di Shiatsu di 10 ore aperto a tutti. Con Rino Cortigiano Quota di partecipazione: 90 euro.

Per informazioni ed iscrizioni: tel. 040/660898 - www.izanami.it

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I LUOGHI

CALICANTO DUEMILA Via Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 0481/475545.

ALABATH Via Duca D’Aosta 45, Monfalcone. Tel. 0481/43164 Organizza il ciclo di conferenze: “Medicina Energetica” presso la Casa Albergo di Via Crociera a Monfalcone (GO), con inizio ore 20.30 Giovedì 1 aprile “Numerologia ed energia dei luoghi sacri” con Vittorio Pez, radiestesista. Giovedì 8 aprile “La nutriterapia naturale e le patologie degenerative” con Stefano Scoglio, medico. Giovedì 15 aprile “Donna e Depressione” con Giovanni Masè, neurologo. Giovedì 22 aprile “Le musiche e il silenzio dell’anima: il percorso di cura ed evoluzione psicospirituale collettiva” con Marco Bertali, psichiatra. Giovedì 29 aprile “Le potenzialità nascoste dei Chakra” con Manlio Verchi, facilitatore One Brain.

Programma di conferenze: Sala Consiliare del Municipio di Ronchi dei Legionari (GO). Inizio alle ore 20.30

“Vincere Barbablu: ovvero tutte le nostre paure” Giovedì 25 marzo “Celebrando la vita attraverso la danza”: come togliere i blocchi emozionali e la paura del giudizio riscattando l’autostima Relatore: Gilson Cordeiro, professore di danza latina (Brasile). Giovedì 1 aprile “Il mondo è una nostra creazione”: cosa stai creando? Relatrice: Anna De Lucia, operatrice olistica (Brsile). Giovedì 8 aprile “Massaggio Thailandese”: una tecnica per la salute Relatore: Duilio La Tegola, insegnante di massaggio. Giovedì 15 aprile “Stress e Autostima”: un legame stretto per tutta la vita Relatore: Gianfranco Vendruscolo, insegnante PNL. Giovedì 27 maggio “L’acqua informata”. Ovvero la purificazione dell’acqua attraverso l’informazione.

Om Shanti Via dei Grabizio 7, Gorizia. Tel. 0481/21138, 347/7195065, omshantih@libero.it Ass.Internaz. Swamateh A Ronchi dei Legionari e a Trieste. Tel. 0481/776597, 333/7229821, www.swamateh.org

UDINE L’Albero Magico Viale Mazzini 32, Tarcento (UD). Corsi, seminari, conferenze, teatro. Tel. 0432/782004.

Venerdì 28 giugno “Trattamenti Luce, Colore, Vibrazione”. Con Andreas Korte.

Animali di Città Via Ampezzo 33, Udine. Tel 0432/486004, adcudine@tin.it

Seguirà un seminario di approfondimento con Andreas Korte il 29 e 30 giugno.

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I LUOGHI

Associazione l’Alba Scuola di shiatsu, cranio-sacrale e yoga Via J.Augusta Bueriis Magnano in Riviera (UD) Tel. 340/1456671 - www.associazionealba.it info@associazionealba.it Associazione L’Aurora Via Piave 17, Versiola di Sesto al Reghena (PN) Tel. 0434/688591 - cell. 347/1432562 La Bioteca Via Villa Glori 41, Udine. Tel. 0432/231143, bioteca@adriacom.it

JONATHAN PROJECT Via Canada 8, Udine Tel. 0432/523386

Il Centro del Cuore Via Leonacco 19, Udine Tel. 0432/482215, 347/2526281 info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it

Rakesh OMC via Costantini 8, Tricesimo. Tel. 0432/854031, rakesh.omc@libero.it Ricerche di Vita Borgo Tramontins 4, Faedis (UD) Tel. 0432/728071 ricerchedivita@hotmail.com

Il Centro di Integrazione Via del Carbone 1, Udine. Tel. 0432/21023. Centro Shiatsu-Do Via G. da Udine 26 San Giorgio di Nogaro (UD). Tel. 0431/621585, 335/6033463 centroshiatsudo@virgilio.it

Il Sorriso del Cerbiatto Via San Rocco 2/A, Udine. Tel. 0432/282454, 0432/44788 . Spazio Armonico Viale Tricesimo 172, Udine. Tel. 0432/470163, spazioarmonico@libero.it

GRUPPO RICERCA METODO FELDENKRAIS Viale Venezia 12, Udine. Tel. 328/9580419 (Monia), 0432/854454 - 347/8188431 (Angela).

Tecniche Arti Orientali (associata C.R.T. Italia ) Via Biella 92, Udine. Tel. Mario Antoldi: 0432/478149, www.t-a-o.it info@t-a-o.it YOGA CLUB LIBERTAS

OIPA - Org. Int. Protezione Animali. Laura Pontini: Vicepresidente. Via Ellero 5/9D, Santa Maria la Longa (UD) Tel. 349/2886751 - 0432/995452 info@lamentorumeno.com

Udine, Palazzolo dello Stella (UD) e Rivignano (UD). Tel. 0432/547594. 33


I LUOGHI

PORDENONE

Scuola Internazionale di Shiatsu Corso Milano 29, Padova. Tel. 049/8762464

Associazione L’Aurora Via Piave 17, Versiola di Sesto al Reghena (PN). Tel. 0434/688591 - cell. 347/1432562.

Scuola di Shiatsu Tradizionale Via Monte Sirottolo 16/18, Padova. Tel. 049/8685965 seve.maistrello@tin.it

Osho Information Center Via Sauro 2/B, Pordenone. Tel. 0434/43164.

VICENZA

Osho Pratyahar M.C. Via Casarsa 9, Arzene (PN) Tel. 0434/89714, 340/2840698.

Area Yoga Via D. Manin 23, Schio (VI). Tel. 0445/512020.

Il Soffio Via Rotate 10, Pordenone. Tel. 0434/978466 - 347/5102713.

Ass. Cult. Yoga & Ben-Essere Via Stella 9, Verona. Tel. 045/8039107. Bioenergetica Triveneta sas & C. Via M. D'Azeglio 7/5/A, Verona. Tel. 045/8010871.

VENETO PADOVA

Circolo Yoga e Benessere Viale del Progresso 25 - Cavazzale, Monticello Conte Otto (VI). Tel. 0444/945266.

Centro Yoga Kurma Via A. Lanari 16, Padova (PD). Tel. 049/8644757.

Centro Studi Shiatsu Naga-Iki Via Quattro Martiri 10, Arzignano (VI), Via F. Filzi 11, Olmo di Creazzo (VI). Tel. 0444/676600, cssng@albaclick.com

Centro Yoga Shakti Via Trieste 26, Padova (PD). Tel. 049/8753903. Centro Studi Syn Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049/8979333.

Istituto Yoga Contrà S. Faustino 21, Vicenza. Tel. 0444/542642.

Ass. Cult. Centro Studi Yoga Corso Milano 29, Padova. Tel. 049/8762464.

New Age Thermal Center Piazza Don G. Zambon 3, Bassano Del Grappa (VI). Tel 0424/566627.

Istituto Harmonie Via Jappelli 14, Abano Terme (PD). Tel. 049/8668489. Laboratorio di Yoga e Cultura Via Rogati 54, Padova. Tel. 049/657863.

Scuola di Medicina Tradizionale Cinese Jiangsu ® via Quattro Martiri 10, Arzignano (VI), Tel. 0444/676600 jiangsu@albaclick.com

Sepy&A Educazione prenatale yoga e ayurveda Via Eraclea 12, Padova. Tel. 049/684187.

Zen D’Occidente - Centro di Vicenza Via De Amicis 11, Vicenza. Tel. 0444/569784, 347/4844925. 34


I LUOGHI

VENEZIA Accademia di Aikido Via G. Rizzardi 85, Venezia. Tel. 041/932850.

Istituto Olistico Viale della Vittoria 307, Vittorio Veneto (TV). Tel 0438/941457 info@istitutolistico.it

Ass. Island of Future Yoga Torcello 6, Venezia. Tel. 041/735080.

Osho Meditation Center Via Cavour 7/A, Ponzano Veneto (TV). Tel. 0422/968485, info@oshotreviso.com www.oshotreviso.com

Centro Andromeda Corso del Popolo 67, Mestre (VE). Tel. 041/971230. Centro per lo Studio delle Bioenergie San Polo 1056, Venezia. Tel. 349/283 7638, 347/5386600.

TRENTINO ALTO ADIGE Centro Cult. Oasi di Shiatsu Via Celepina 75, Trento. Tel. 046/1982781.

Circ. Cult. Diffusione Reiki Via G.Felisati 69, Venezia. Tel. 041/974459

Centro Int. Discipline Orientali Via Glorenza 80/A, Bolzano. Tel. 0471/912260.

Centro Ricerche Tai Chi Italia Campo del Grappa 10, Venezia. Tel 041/2770051.

TREVISO

Centro Te Hara Via Bonporti 17, Rovereto (TN) Tel. 0464/556772.

Ass. Cult. Centro Il Cigno Piazza Caduti 26, Mogliano Veneto (TV). Tel. 041/5901461.

Helianthus Via Trieste 12, Levico Terme (TN). Tel. 0461/706677.

Centro Culturale Estrada Via A.Zezzos 9, Treviso. Tel. 0422/420708

Oasi del Benessere Via Glorenza 80/A, Bolzano. Tel. 0471/912260.

Centro Espande Treviso Via E. Mattei 2, Dosson di Casier (TV) Tel. 0422/490523.

Shiatsu Recherche Via Della Roggia 17, Bolzano. Tel. 0471/974727.

Centro Lama Tzong Khapa Via General Pennella 12, Treviso. Tel. 349/3270081, 0422/444711, cltktreviso@tin.it

LOMBARDIA MILANO

La Sorgente Via Risorgimento 34, Treviso. Tel. 0422/412844.

Accademia Italiana Shiatsu Do Sede Nazionale: Via Settembrini 52, Milano. Tel. 02/29404011. 35


I LUOGHI

Ananda Ashram Via Prandina 25, Milano. Tel. 02/2590972.

Centro Yoga Satyananda Via G. B. Pergolesi 9, Milano. Tel. 02/6693896.

Ass. Nazionale Insegnanti Yoga Alzaia Naviglio Grande 12, Milano. Tel. 02/8361288.

Dojo Ko Sen Corso Lodi 74, Milano. Tel. 02/66221654 .

Bem Vivir Via dei Tigli 2, Arese (MI). Tel. 02/93580260.

Hara Yoga Dojo Sheegana Via Savona10, Milano. Tel. 02/89422500 info@harayoga.it

Centro meditaz. Siddha Yoga Viale Monza 129, Milano. Tel. 02/26145189 .

Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Cascina del Sole 44/46, Novate Milanese (MI). Tel. 02/3541029.

Centro Studi Naturali Via Giulio Romano 1, Milano. Tel. 02/58306825.

Majinai Via Caccialepori 18/a, Milano. Tel. 02/48709114.

Centro cult. Ray Via Monfalcone 4, Milano. Tel. 02/2619070.

MONASTERO ZEN IL CERCHIO Via dei Crollalanza 9, Milano. Tel. 02/8323652 cerchio@monasterozen.it www.monasterozen.it

Centro Rondò dei Pini Via Casanova 7, Monza (MI). Tel. 039/320918. Centro Yoga Bhadra Via G. Bruno 11, Milano. Tel. 02/347939.

Il Mosaico Via G. Romano 11, Milano. Tel. 02/58317962.

Centro di Yoga Integrale srl Via Gadda 5, Cernusco Sul Naviglio (MI). Tel. 02/9243893.

OIPA - Org. Int. Protez. Animali. Via Passerini 18, Milano. Tel. 02/6427882, www.oipaitalia.com info@oipaitalia.com

Centro cult. Yoga Maya Via Jacopo Palma 5, Milano. Tel. 02/48704202.

Olistica Salus Via S.Martino della Battaglia 14, Milano. Tel. 02/58300910.

Centro Yoga Raggio di Sole Via E. Morosini 16, Milano. Tel. 02/55016558.

Il Piccolo Amrit Via Tagiura 25/26, Milano. Tel. 02/48954095.

Centro Yoga Sadhana Via Toscana 11, Monza. Tel. 039/2003516.

Sahaja Yoga Milano Via Vetere 9, Milano. Tel. 02/8360692.

Centro Yoga Satyam Via Don L. Milani 6, Desio (MI). Tel. 0362/303898.

Shambala Shiatsu Via Jean JaurĂŠs 9, Milano. Tel. 02/26141690.

Centro Yoga Satyam Via S. Francesco 10, Seregno (MI). Tel. 0362/328113.

Shakti Centro Studi Yoga Alzaia Naviglio Grande 12, Milano. Tel. 02/8361042. 36


I LUOGHI

PAVIA

SHIATSU E NATURA Via Einstein 4, Monza (MI). Tel. 039/2848533 - Cell. 338/4030662 b.allegrezza@homegate.it www.zenshiatsu.it

Maha Deva Cascina Orologio - Boschi 2, Travaco' Siccomario (PV). Tel. 0382/482809.

Shiatsu Xin Via Maiocchi 18, Milano. Tel. 02/29510029.

Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Argonne 6, Pavia. Tel. 0382/29300. Via F.Busca 55, Mezzanino (PV). Tel. 0385/716104.

Spazio Vallisa Yoga G. Del Maino 16, Milano. Tel. 02/4815105. Shen Ass. Culturale Via Padre G. B. Martini 30, Milano. Tel. 02/28510617.

VARESE Il Sole la Via del Respiro Centro Studi Yoga Via Monte Tabor 7, Varese. Tel. 0332/237179.

La Valle di Ren Riequilibrio energetico naturale Via Aristotele 67, Milano. Tel. 02/27080753.

Il Melograno (emporio naturale) Via Roma 5, B. Arsizio (VA). Tel. 0331/624516.

Yoga Darsana Path Via A.Banfi 19, Vimercate (MI). Tel. 039/6918222.

PIEMONTE

BERGAMO

Istituto Itado Via Goito 12, Torino. Tel. 011/6698482.

Centro Yoga Dalmine Via Don Rocchi 22, Dalmine (BG). Tel. 035/370216.

Scuola Integrale di Shiatsu Via Alessandria 24, Torino. Tel. 011/2476380. Scuola Italiana Ki Shiatsu C.so Francia 4, Rivoli (TO). Tel. 011/9581463.

Centro Yoga Mandala Via Borgo Palazzo 3, Bergamo (BG). Tel. 035/215395, 333/4576099.

Scuola di Shiatsu Arche' Via Vanchiglia, 30, Torino. Tel. 011/8178100.

BRESCIA

Sinestesi V.le Beretta ang.V. Piave, Casalemonferrato (AL). Tel. 014/2921448.

Accademia Maharishi Sathyananda Via F..lli Ugoni 4, Brescia (BS). Tel. 030/294947.

LIGURIA

Scuola Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Iseo 12, Erbusco (BS). Tel. 030/7702450. Via Brescia 22, Montichiari (BS). Tel. 030/962932. Via Paolo VI 1, Sarezzo (BS). Tel. 030/802438.

Joytinat Centro Yoga Ayurveda Sede nazionale: Via Balbi 33/29, Genova. Tel. 010/2758507. Sedi locali: Milano, Torino, Como, La Spezia, Belluno, Sondrio, Gorizia, Udine, Trieste, Palermo. 37


I LUOGHI

Oki Do Italia Via Nazionale 238/a, Colbordolo (PU). Tel. 0721/495117.

CENTRO MANDALA Viale Pio VII 41/a, Genova. Tel. 010/391674, 010/3992979, mandalagenova@tiscalinet.it

SHIBUMI SHIATSU SCHOOL Via L. Manara 134, San Benedetto del Tronto (AP). Tel. 0735/591071, www.shiatsuschool.it shibumiyang@libero.it

Centro Studi e Ricerche Shiatsu Via XX Settembre 34/12, Genova. Tel. 335/8050307.

EMILIA ROMAGNA

TOSCANA

Accademia Italiana Medici e Farmacisti Omeopatici Piazza Malpighi 7, Bologna. Tel. 051/228356

Centro Zen Firenze Via San Domenico 77, Firenze. Cell. 339/8826023.

Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525/60296.

Findhorn Foundation Isabella Popani, isa.popani@spaziosol.it

CENTRO NATURA Palestre, ristorante e centro massaggi. Via degli Albiari 6, Bologna. Tel. 051/235643, 051/223331, info@centronatura.it www.centronatura.it

Istituto Maithuna srl Villaggio Upacchi 51, Anghiari (AR). Tel. 0575/749330. Istituto Europeo di Shiatsu a Milano e Firenze Via Lucignano 39, Montespertoli (FI). Tel. 0571/670 269.

Istituto Shiatsu Integrato Piazza F.D. Roosevelt 4/F, Bologna. Tel. 051/220848.

Pundarika LocalitĂ Cordazingoli 18, Riparbella (Pisa) Telefoni di riferimento: cell. 338/6759340 (Erica), tel. 050/694063 (Dino).

La Terra degli Incantesimi VIa Idice 30, San Lazzaro di Savena (BO). Tel. 348/8146621, isabellafonsati@libero.it SpazioShiatsu Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521/533831.

Scuola Italiana Yoga-Shiatsu Via S .Pertini 12, Monteriggioni (SI). Tel. 057/750414.

UMBRIA, MARCHE, ABRUZZI

Shiatsu-Ki Via Turr 21, Firenze. Tel. 055/5001280.

Ananda Assisi Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742/81.36.20 Fax 0742/81.35.36

LAZIO

Centro Adhara Via Porta Pescara 20, Chieti. Tel. 0871/331606.

Ananda Marga Yoga Via delle 7 Chiese 120, Roma. Tel. 06/55268912. 38


Ananda Roma Largo della Gancia 5, Roma. Tel. 06/37516057, 06/6292016. Ass. Cult. Armonia Via Prati Farnesina 29, Roma. Tel. 06/3341003. Amrita Centro Yoga e Ayurveda Via C. Colombo 436, Roma. Tel. 06/5081202. Centro di Meditazione Zen “Hui - Neng” Via Giuseppe Di Vittorio 30, Roma. Tel. 06/2576139, cell. 338/8658246. Centro Zen L’Arco Piazza Dante 15, Roma. Tel. 06/70497919. Centro Olistico Take Off via L.Perna 51, EUR-Montagnola, Roma. Tel. 06/54225603, 347/3706437. Corsi di gruppo per smettere di fumare con l'aiuto della Floriterapia, divisi in 10 sedute secondo la metodologia dei GFT www.floriterapia.com

Istituto Europeo di Shiatsu V.le Don P.Borghi 200, Roma. Tel. 06/5290743. Meiso Shiatsu Via dei Dalmati 37, San Lorenzo, Roma. Tel. 06/4451244, 06/4456372, okidoroma@okido.it Scuola Keiraku Shiatsu Via Veglia 31, Roma. Tel. 06/87189101, 06/8170747.


I LUOGHI

Biocasa: il futuro dell’edilizia

U

na città che si guarda intorno, per ricostruirsi seguendo criteri, regole e impostazioni di carattere bioedile. Ecco Trieste, che pensa al suo futuro e lo fa attraverso Biocasa, l'esposizione dedicata alla bioedilizia e all'eco-architettura, giunta alla quinta edizione, in programma nel comprensorio fieristico cittadino dal 6 al 9 maggio. La rassegna diventa quest'anno una vetrina internazionale per programmare il futuro della città: Trieste, infatti, è chiamata a ricovertire e ristrutturare entro breve tempo per 650mila metri quadrati del suo territorio; si tratta del Porto Vecchio, grande comprensorio in riva al mare, nel pieno centro cittadino, a oggi praticamente inutilizzato. Le amministrazioni locali, d'accordo con l'Autorità Portuale, hanno deciso di riconvertire a città questo enorme spazio (1 milione di metri cubi di edificato) e hanno deciso di farlo diventando una città modello: così Biocasa diventa la prima, importante occasione per riflettere sui temi della bioedilizia, per toccare con mano i materiali, per analizzare le principali innovazioni del settore, e per riflettere sui principali temi relativi all'ecoarchitettura. L'esposizione diventa indirettamente anche un'occasione di riflessione per l'intero settore, che ha l'opportunità, con il recupero del Porto Vecchio di Trieste, di proporre soluzioni e innovazioni su larga scala, visibili a livello internazionale. Da sempre Biocasa si propone anche l'obiettivo di far crescere questo settore, partendo da una seria riflessione tecnica e tecnologica: in quest'ottica si perpetua da cinque edizioni anche il Premio per l'edilizia sostenibile, che ogni anno viene assegnato a una pubblica amministrazione che ha portato avanti importanti progetti di carattere bioedile: nel 2003 una trentina di amministrazioni pubbliche

sono state valutate, una trentina di progetti di edilizia pubblica hanno dimostrato come sia possibile, e auspicabile, “pensare bio”. E nel 2004 a “pensare bio” è la città di Trieste, con il grande progetto per il recupero del Porto Vecchio (strettamente legato alla realizzazione, in città, dell'Expo internazionale del 2008) e con i non meno importanti progetti bioedili ideati per la città dalla Regione FriuliVenezia Giulia, con i convegni per i tecnici, organizzati nell'ambito di Biocasa, e con la mostra di progetti bio di giovani architetti del Nord Est e della vicina Slovenia e Croazia. Nel clima dell'allargamento dell'Unione Europea, infatti, la manifestazione guarda con particolare interesse al coinvolgimento delle vicine repubbliche per attivare una sinergia e una collaborazione in questo settore. La manifestazione, come ogni anno, non trascura il pubblico appassionato di questi temi: accanto alla parte tecnica, ai convegni, non manca il “Salone del sano abitare”, con una rassegna di prodotti di arredo, oggettistica, abbigliamento e tessile realizzati per chi intende abitare e vivere all'insegna della sostenibilità. L'appuntamento per tutti, quindi, è fissato a Trieste, nel comprensorio fieristico di Montebello, dal 6 al 9 maggio, con orario: feriali 09.30-19.00, sabato e domenica 09.3020.00. 40



LA VIA DEGLI ANIMALI

Il fiore dell’addio (Parte seconda)

di Stefano Cattinelli

Mai, mai e poi mai, si affrontarono argomenti simili all’università. Nessun professore, mai, mi raccontò la sua prima esperienza con la morte di un animale, né tantomeno si tentò in qualche modo di sviluppare l’argomento. Che ne so... si poteva parlare della sofferenza animale; anche semplicemente dal punto di vista scientifico, se proprio non si voleva affrontare l’aspetto emozionale della faccenda; ma niente: mai affrontata neppure di striscio la questione. “La vitamina T” veniva chiamato il farmaco per l’eutanasia, dall’iniziale del nome del farmaco: unico goffo e appiattente tentativo per sdrammatizzare una situazione emozionale che non si era mai voluta affrontare. Così senza grossi preamboli, la fine del rapporto uomo animale, di quel rapporto incredibilmente ricco e arricchente per entrambi, di quel rapporto che aveva resistito a tutti traslochi e agli innumerevoli conflitti che 13-14 anni di convivenza all’interno di un nucleo famigliare inevitabilmente portano, la sua fine, dicevo, veniva decretata da un quanto mai ironica “vitamina T”. Senza nemmeno provare a cercare una qualche risposta alle mille domande che nascevano, dal momento che il veterinario, non solo era l’artefice materiale della fine di questo rapporto, ma possedeva anche il peso professionale per far spostare il piatto della bilancia della vita o della morte, da una parte o dall’altra.

Il mondo scientifico

I

l fiore dell’addio, parla di un passaggio chiave del rapporto uomo - animale, parla di una fine e di un inizio, e come tutti i fiori di Bach, parla di un’esperienza. Mi ricordo molto bene quando feci la mia prima eutanasia: fu in Irlanda, ad un capra. La mastite, da tanto tempo trascurata e cronicizzata, l’avevano ridotta ad uno scheletro; l’allevatore, non potendo recuperare nulla dalla macellazione dell’animale, un giorno decise che era giunto il momento di sospendere l’ennesimo ciclo di antibiotico e di dare infine sollievo all’animale sofferente. Non so perché accadde quello che sto per raccontarvi, non avevo molta esperienza né con l’eutanasie né tanto meno con le capre, ma successe che, quando all’animale si praticò l’iniezione letale, nonostante sembrasse che la precedente inoculazione di anestetico avesse pienamente sortito l’effetto desiderato, l’animale emise un lungo e rauco lamento. Tutti si stupirono di quella reazione così, diciamo, “animalesca”; “Sembra quasi che l’anestetico non abbia fatto effetto” commentò semplicemente il collega che mi aveva aiutato a prendere la vena. “Mah... vai tu a sapere; comunque adesso è morta e almeno non soffrirà più. ” Le cose da fare, le altre innumerevoli incombenze che una clinica veterinaria imponevano di svolgere, presero rapidamente il sopravvento su quello stupore e insieme all’immediato trasferimento dell’animale all’inceneritore, si allontanò, piuttosto rapidamente dalla coscienza, anche il forte impatto emotivo che sperimentai in quel frangente.

Attraverso gli animali Non mi ricordo bene il suo nome... Remo, mi pare... o forse Nemo... si proprio così Nemo si chiamava quel gatto tigrato che non poteva mai venire in ambulatorio perché il veterinario di prima lo aveva “shockato”. 42


LA VIA DEGLI ANIMALI

Nemo, proprio lui. È passato abbastanza tempo da dovermi proprio sforzare a mettere a fuoco i dettagli; la ragazza mi chiamò al telefono per chiedermi se potevo aiutarla a salvare il suo micio da una diagnosi categorica ”Mi hanno detto che sia insufficienza renale, non c’è via d’uscita; però so che lei si occupa di medicina alternativa... e magari riuscirà a trovare un’alternativa a questa situazione?” “L’insufficienza renale è una brutta malattia, però qualche volta si riesce se non altro a modificarne il rapido percorso. Puoi venire domani pomeriggio, almeno con gli esami che Nemo ha fatto?”. Il giorno dopo, io e la ragazza, valutammo insieme gli esami del sangue e la situazione clinica del gatto. - “Eh... non è che la situazione sia delle migliori” - dissi sfogliando il lungo papiro degli esami ematologici “Quanti anni ha Nemo?”. “Undici” mi disse la ragazza. ”Pensa che si può fare qualcosa?”. ”Beh, intanto iniziamo a lavorare, poi vedremo”. Passò l’inverno e poi l’estate; e ancora un inverno e ancora un estate. Quando Nemo stava per compiere 14 anni la sua energia vitale subì un duro scossone e entrò in una fase di non ritorno. In tutti questi anni, la ragazza e il suo fidanzato, nel frattempo diventato marito, avevano accudito Nemo meglio che potevano; ogni tanto facevamo insieme il punto telefonico della situazione; seguivamo Nemo nei cambi di stagione e durante le inevitabili vicissitudini emozionali che la malattia comportava. Poi, un giorno, lo stoppino della candela incominciò a vacillare, e anche se inizialmente decidemmo che qualche fleboclisi e una rivalutazione della terapia avreb-

be potuto ancora rialzare la sua flebile voglia di vivere, ben presto ci rendemmo conto che Nemo aveva già preso la decisone di abbandonare l’esperienza terrena. Consigliai ai ragazzi di seguire gli ultimi giorni di vita di Nemo con una miscela di fiori di Bach, come terapia di supporto, e di elaborare, nella loro interiorità, dei sentimenti di ringraziamento e di amore nei confronti di quell’anima - animale, che aveva deciso di trascorrere un così lungo periodo al loro fianco. Non ebbi più notizie dei ragazzi e di Nemo per tutta la settimana successiva; poi, una mattina la ragazza venne a farmi visita; questo è il suo racconto: ”Non pensavo di riuscire a farcela; sinceramente non pensavo di riuscire ad accudire Nemo fino all’ultimo. No, non che ci fosse niente di grave dal punto di vista clinico, perché lui è sempre stato tranquillo e non ho mai percepito in lui alcuna sofferenza... solo che è così... strano da raccontare... dentro di me sono successe talmente tante cose che è veramente difficile descriverle. Quando Nemo è morto non ero a casa, stavo lavorando; improvvisamente ho sperimentato una sensazione molto intensa di leggerezza; era come se mi fossi liberata di un peso; non un peso come impegno, intendiamoci, perché accudire Nemo non è mai stato un peso, piuttosto come una leggerezza interiore, come se una parte di me si fosse liberata. Dopo ogni giornata trascorsa ad accudirlo e a ringraziarlo per tutti i bellissi43


LA VIA DEGLI ANIMALI

mi giorni trascorsi insieme, sentivo che diventavo sempre più forte. Non avrei mai pensato di riuscire a farcela, perché il solo pensiero che stesse morendo davanti ai miei occhi, mi terrorizzava; ma ogni volta che gli somministravo la miscela di fiori, era come se una parte di quelle essenze agissero anche su di me; e dentro di me qualcosa cambiava. Anche con mio marito le cose sono molto cambiate, perché la condivisione di una tale esperienza ha rafforzato enormemente il nostro rapporto; è la prima volta che veniamo coinvolti insieme in un esperienza di vita così intensa.”

una guarigione per entrambi, o per meglio dire, per tutti e tre. Il delegare la morte del proprio animale ad un veterinario che manualmente inietta il farmaco letale, significa rinforzare quel solido muro di separazione, già presente da tempo immemorabile, tra l’uomo e il regno animale. Ma come, l’animale è stato al mio fianco per più di un decennio, vivendo nel mio spazio emozionale, e quindi sperimentando tutto quello che ho vissuto nella mia interiorità, e nel momento di dirgli “Ciao“ non ho il coraggio di affrontare la situazione e coinvolgo una terza persona (in questo caso il veterinario) che si deve accollare l’esperienza al posto mio? Onestamente non capisco dov’è la guarigione in tutto ciò. Capisco invece il caso opposto, e cioè quando il veterinario, avendo fatto molte esperienze in tal senso, ha la capacità e la conoscenza di guidare la persona affinché lei faccia quella determinata esperienza con il suo animale; si questo lo capisco; questo ha senso. Questa può essere considerata una guarigione; per tutti. Per la persona innanzitutto, che riesce a superare i propri limiti in nome dell’amore che ha nei confronti del suo animale; per l’animale che sente e vive i sentimenti che la persona sperimenta; e per il veterinario, perché è riuscito a donare quella libertà necessaria affinché la persona e l’animale vivano, per l’ultima volta, una tale esperienza, che rappresenta la sintesi del loro rapporto. Il fiore dell’addio, parla quindi di un passaggio chiave del rapporto uomo - animale, parla di una fine e di un inizio, e come tutti i fiori di Bach, parla di un’esperienza. E anche se il veterinario di fiducia non sarà sufficientemente preparato a sostenervi durante questo percorso, ricordatevi che il dottor Bach ha messo a disposizione dell’umanità intera un sistema di guarigione che ha lo scopo proprio di aiutare l’uomo a vivere più consapevolmente certi importanti passaggi che la Vita richiede di fare. Il cammino di libertà incomincia proprio dalla propria autonomia terapeutica.

Il mondo spirituale Ogni situazione che la Vita porta innanzi può diventare una guarigione, basta semplicemente cercare di capirne il suo significato unitario. Nella morte di un’animale ci sono tre protagonisti principali: l’animale che muore, la persona che accudisce l’animale e il veterinario. Tre princìpi, tre parti; come di tre parti è composto questo articolo. La guarigione, la vera guarigione, si muove sempre attraverso tre principi. C’è il momento della malattia, dello squilibrio; c’è il momento in cui l’essere, nella sua totalità, supportato dal rimedio che catalizza il cambiamento, percorre all’interno della sua malattia; e c’è la guarigione, obiettivo ultimo di ogni terapia spirituale. Tra la malattia, come nel caso della ragazza che aveva paura di affrontare la morte del proprio gatto, perché come dice anche Bach, la paura è una delle principali cause di malattia, e il superamento di questa paura, deve necessariamente trascorrere un certo periodo di tempo; il tempo necessario affinché la persona si renda conto di quello che sta vivendo e decida di superarlo volontariamente. Anche la morte del proprio animale, dunque, può diventare un’esperienza di guarigione: 44



LA VIA DEGLI ANIMALI

Allergie ed intolleranze negli animali “post-moderni” di Roberta Benini

dell’aspetto nonché della sua conservabilità. Le sostanze ingerite producono una sollecitazione del sistema immunitario che può reagire in modo inteso con una allergia che può essere esterna, come una dermatite, oppure più interna, come una colite od una otite. Gli alimenti contengono un elevato numero di molecole con capacità antigenica (oltre 6000) ma, fortunatamente, solo in alcuni individui queste inducono una sensibilizzazione. In condizioni normali, il sistema immunitario associato alle mucose, l’acidità del succo gastrico, gli enzimi del pancreas e dell’intestino, la motilità intestinale e la flora batterica enterica, evitano che molecole alimentari attive come antigeni attraversino la parete intestinale, oltrepassino il fegato ed entrino in circolo. Le intolleranze, invece, non sono mediate dal sistema immunitario ma sono il risultato di carenze di enzimi necessari a metabolizzare alcune sostanze presenti negli alimenti, sono solitamente correlate alla quantità ingerita e spesso si sviluppano con l’età – es. intolleranza al lattosio nei mammiferi adulti. Queste sono le premesse generali che valgono per tutti, lettori e pets, ma nel caso dell’alimentazione degli animali domestici sopraggiungono altre cause ad aggravare il problema. L’alimentazione di casa è stata quasi completamente sostituita dal cibo industriale, crocchette e scatolette, così irresistibile che spesso sembra insostituibile (“non mangia altro” viene detto con apprensione dai proprietari). Nella maggioranza dei casi il cibo industriale è un alimento adatto a soddisfare i fabbisogni perché apparentemente bilanciato ma fornisce proteine di scarso valore, viene molto elaborato e quindi necessita di additivi. Senza soffermarsi sulla provenienza delle carni e dei sottoprodotti utilizzati nei cibi

“A

llergia vuol dire che ti ammali quando c’è qualcosa che non vuoi fare” affermava uno dei protagonisti di Sweet Thursday di John Steinbeck. Era il 1954 e forse aveva ragione, la manipolazione del cibo era solo accennata. Negli anni seguenti l’industria si produsse in una infinita serie di elaborazioni degli alimenti che, se da una parte ne hanno aumentato la disponibilità e la varietà , hanno anche creato i presupposti per le allergie e le intolleranze alimentari. Da decenni l’uomo utilizza antiparassitari, pesticidi, anticrittogamici e concimi chimici nelle coltivazioni, ormoni e antibiotici per gli animali allevati per la carne. Queste sostanze si ritrovano poi nei prodotti finali dell’industria alimentare oltre ai vari additivi che vengono utilizzati per migliorare le caratteristiche del prodotto, sia dal punto di vista della consistenza che

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LA VIA DEGLI ANIMALI

industriali, senza sottolineare che spesso sono aziende multinazionali che non hanno mai smesso di fare sperimentazione con animali, senza scendere in noiosi dettagli sugli additivi permessi dalla normativa vigente voglio solo far seguire un breve percorso. I nostri amici gatti e cani sarebbero dei carnivori: il gatto lo è sicuramente, il cane ha una dieta più ampia. I gatti si sono adattati a mangiare carboidrati ma il loro metabolismo preferisce utilizzare le proteine ed i grassi per produrre energia: nonostante ciò i cibi confezionati prevedono sempre alte percentuali di carboidrati uniti a proteine di scarso valore, perché di tessuti poco digeribili. E ci stiamo sempre riferendo ad animali sani, senza nessuna patologia debilitante. Ma basta poco per infrangere questo apparente equilibrio: una forte emozione, un lutto, una vaccinazione di troppo, una terapia antibiotica non razionale, magari senza prescrizione, e subito si scatena l’allergia, anche con una piccola quantità di cibo (“era un pezzetto piccolissimo...”). Il prurito rende la vita insopportabile, per chi si gratta e per chi non riesce a bloccare il prurito, seguono infezioni secondarie, ulteriori terapie... Si parla di allergia ma sintomi simili si possono avere con le intolleranze: in fondo non è tanto importante dare un nome preciso, la cosa fondamentale è guarire, qualora non sia stato possibile prevenire. E’ intuitivo affermare che ciò che mangiamo e diamo da mangiare è di fondamentale importanza per corpo e mente: per i nostri animali, poi, il momento del pasto è sempre una gioia. Quali sensazioni ci trasmette aprire una scatoletta dall’odore nauseante? Una intolleranza si può manifestare dopo anni di dieta e questo è difficile da far capire. In ogni caso la soluzione è quella di identificare ed eliminare il cibo responsabile delle reazioni, così da

lasciare tranquillo l’organismo. Purtroppo non è sempre facile identificare il responsabile e, spesso sono più di uno, specialmente quando si sono sommate più cause di squilibrio. Senza approfondire le tematiche relative alla terapia mi permetto una considerazione ed una raccomandazione. La prima riguarda la prevenzione dei fenomeni allergici: una dieta che preveda alimenti semplici, cioè poco elaborati, variati per origine e composizione, quanto più simili alle diete “originali”, sarà il miglior modo per prevenire patologie di origine alimentare e mantenere uno stato di salute ottimale. Non è difficile approntare e seguire una dieta corretta, che sia non solo equilibrata ma anche “gioiosa” per i sensi, di chi mangia e di chi prepara. Ora la raccomandazione: osservate il vostro animale quando mangia e subito dopo. Spesso i segnali di uno squilibrio sono visibili ad uno sguardo attento prima che si manifestino sintomi più imponenti. Nutrire i vostri amati animali nel modo migliore é possibile, a volte cambiare dieta richiede molta pazienza e molto amore, ma sarete ripagati da pelliccette lucide, orecchie pulite e cute rosea, come minimo. 47


I.P.

Green Magma medicina tradizionale cinese e della medicina occidentale, hanno portato a soffermarsi sull’utilizzo dei cosiddetti “succhi verdi” vegetali. I più comuni cibi crudi idonei per ricavare succhi verdi sono per esempio l’amaranto, il trifoglio, il kudzu, i piselli, l’acacia, l’ortica giapponese, la lattuga, il cavolo cinese, la cipolla, il sedano, il pepe verde, le foglie d’ebano e gli aghi di pino. Alcuni di essi, però, presentano grandi svantaggi dal punto di vista degustativo. Le giovani foglie d’orzo, invece, anche se consumate sotto forma di succo, rimangono eccezionalmente gustose. Ecco il segereto del Green Magma: foglie d’orzo, anche se in realtà poi, la forma del prodotto è solida, sia come polvere che come tavolette. Entrambe sono stabili e non vanno in decomposizione durante l’immagazzinamento: sono così esenti dal capitale difetto dei succhi verdi ordinari, che raramente durano più di un giorno, anche se refrigerati. Una volta disciolto nell’acqua, il Green Magma diventa sostanzialmente identico al succo verde fresco. Questo risultato è stato realizzato disidratando a temperatura ambiente ed in un tempo brevissimo (circa 2 o 3 secondi) il succo verde delle giovani foglie d’orzo in una polvere molto fine, utilizzando un procedimento di liofilizzazione a getto d’aria che è stato brevettato in Giappone e in molti altri paesi. Il Green Magma è ricco di vitamina C e ferro, contiene una grande quantità di clorofilla naturale, molti enzimi utilizzati dal metabolismo umano e sostanze attive. Inoltre possiede un effetto purificante che permette al corpo di eliminare molte tossine che sarebbero altrimenti accumulate, causando senza dubbio svariate malattie.

Il cibo per il XXI Secolo del Dr. Hagiwara

L

e foglie verdi sono il luogo centrale della creazione nella vita delle piante. Ma la forza di creazione delle foglie verdi è sempre stata anche la fonte della vita e del benessere del corpo umano. La continua diminuzione di questa forza naturale nella dieta umana e la sua sostituzione con altri nutrimenti di dubbio valore, possono costituire grave pericolo per la buona salute di tutti. Le malattie sono causate da uno sbilanciamento di minerali, enzimi e vitamine. Questo sbilanciamento può essere causato direttamente, per via di radiazioni, sostanze chimiche, farmaci inorganici ed altri fattori inquinanti presenti nel mondo moderno, oppure può avvenire indirettamente, a causa di una carenza nella dieta. Più sovente, tutte e due le cause agiscono in combinazione tra loro. La dipendenza alla tecnologia come sostituto di una buona nutrizione e le attitudini mentali riguardo la salute, rinforzano questo sbilanciamento, creando così un circolo vizioso. Il punto iniziale, per essere rotto, sta nell’impegnare le abitudini fisiche e mentali, che contribuiscono alla buona salute ed ai processi di auto guarigione. Oltre a ciò occorre utilizzare alcuni strumenti che abbiamo a disposizione per eliminare le tossine dal corpo e mantenere gli ingredienti essenziali alla vita e al loro corretto equilibrio. Forse il migliore strumento per raggiungere entrambi gli obiettivi consiste in un programma bilanciato di nutrizione, basato sul potere di creazione della foglia verde, una meravigliosa espressione di vitalità del pianeta in cui viviamo. Intense ricerche ispirate ai fondamenti della 48



I.P.

I nove fiori delle vette

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ell’Himalaya, da sempre, si specchia l’anima del mondo. I suoi luoghi simbolici, non a caso, sono montagne inviolabili e monasteri di luce ambrata: volto arcaico ed incontaminato di un’idea di natura e sacralità che si fa meta di pellegrinaggi “senza meta”. E’ qui che, nel 1990, il ricercatore e naturalista australiano M. Tanmaia è approdato con l’idea di abbandonare il suo paese d’origine per scegliere l’India. Tuttavia i suoi programmi hanno mutato rotta e, come si legge nel suo diario di viaggio, egli non riusciva a sostare in alcun luogo, se non in una valle dove, ad attrarre la sua attenzione furono fiori singolari, che hanno catturato le sue energie. Memore della ricerca del dottor Edward Bach, l’avventuriero Tanmaia ha deciso di sperimentarne l’effetto, scoprendo che questi fiori misteriosi rinvigorivano le energie psicofisiche del corpo e per questa ragione divenivano “stimolatori dei plessi”. Dapprima restio a divulgarne la scoperta, Tanmaia decise solo in un secondo tempo di renderne note l’efficacia, e per distinguerli dai fiori scoperti da Bach, identificò le proprietà terapeutiche piuttosto che riferirsi alla loro origine botanica. I nove fiori erano innazitutto collegati ad i sette chakra, ad un catalizzatore generale ed ad un fiore particolamente indicato per i bambini. I fiori himalayani potevano e possono essere associati a quelli di Bach per rimuovere più velocemente i blocchi energetici e vengono preparati con un liquido alcolico di rose bianche selvatiche ed acqua sorgiva, puri. La terapia prevede l’assunzione di due gocce per cinque volte al giorno. Se si vuole potenziarne l’azione, all’assunzione orale può aggiungersi un massaggio nella zona del chakra relativa al fiore con qualche goccia del rimedio, o aggiungerlo al bagno: così alle proprietà terapeutiche possono esse-

re beneficiate le qualità energizzanti e tonificanti di queste misteriose essenze floreali. Ed ancora seguire un ciclo, assumendone uno alla volta, dal primo al settimo “fiore-plesso”, abbinandoli di volta in volta al fiore catalizzatore ed evocando il significato archetipico dei chakra, che è quello del percorso stesso dell’universo e di tutti gli esseri che ne rappresentano la vitalità in divenire. Riecheggiare queste forme di energia riposte vuol dire poter accedere all’illuminazione e riassestare l’equilibrio psicosmatico umano animale e vegetale, il loro corretto ed armonioso funzionamento nei plessi. I fiori himalayani appartengono, come lo Yoga, l’agopuntura ed i fiori di Bach a quegli strumenti in grado di riportare ogni oganismo vivente ad uno stadio di equilibrio e vigore salutare. 50



PAROLE E MUSICA

a cura di Francesco Giordano

Moya Brennan

Tony O’Connor

(Universal)

TWO HORIZONS

SUMMER RAIN

M

oya Brennan ha legato il suo nome principalmente all’esperienza artistica maturata al fianco dei Clannad, la storica formazione irlandese che, attraverso un’abile miscela di folk e rock, è divenuta una delle icone della musica celtica, vantando oltre 10 milioni di dischi venduti fra il 1973 e il 1986. Moya è legata ai Clannad, oltre che dal punto di vista artistico, anche dalla parentela: sua sorella, che della formazione ha fatto parte ai suoi albori, è la celebre Enya... Da par suo Moya ha collezionato numerosi successi oltre che con i Clannad anche attraverso le collaborazioni pop con Bono degli U2, Michael Mc Donald, Joe Jackson, Russell Watson e numerosi altri. Il più recente lavoro, “Two Horizons”, narra la storia della ricerca di un’antica arpa ed è un album che, pur mantenendo intatto lo spirito della tradizione celtica, riesce a mediarla con il moderno attraverso un utilizzo dosato dell’elettronica. Nella musica della Brennan si intravedono le immagini legate ad antiche leggende, cui fa spesso riferimento la secolare cultura nordica: quell’aurea avvolta di magia creata dal suono dei Clannad prosegue nel canto e nelle atmosfere create dai paesaggi sonori di Moya. I due orizzonti cui fa riferimento il titolo del CD si riferiscono a un’alba vissuta nella contea di Tara, quando al sorgere del sole faceva da contrappunto ottico la luna, che brillava nel cielo: sole e luna a disegnare nel contempo due orizzonti per un paesaggio suggestivo che è stato fonte d’ispirazione per il suo progetto. “Two Horizons” rappresenta inoltre l’incontro fra due dimensioni sonore legate alla musica celtica, tra antico e moderno, tradizione e innovazione che, attraverso la voce eterea e l’arpa magica di Moya, disegnano mondi suggestivi che l’ascoltatore può raggiungere volando con la propria fantasia.

(Studio Horizon/New Age Center)

T

ony O’Connor è uno dei più noti artisti nell’ambito della musica New Age e che, nel suo Paese natio, l’Australia, vanta una popolarità enorme. Con oltre 3 milioni e mezzo di copie vendute dei suoi album, infatti, è uno degli artisti del continente australe maggiormente amato e apprezzato dal grande pubblico. La sua passione per la musica affiora sin da piccolo quando, giovanissimo, comincia a suonare il piano, circondato dai fratelli chitarristi e dalla madre pianista. Nella sua adolescenza ha modo di innamorarsi del suono della chitarra acustica, che studia con particolare passione. Dopo il matrimonio si trasferisce a 25 anni con la moglie e la primogenita sulle colline antistanti Blachall Range: qui ha modo di comporre musica per il relax grazie anche al lavoro condotto con uno psicologo che studia le reazioni della musica sulla psiche dell’uomo. Nascono così i primi lavori, nel 1987 “Journey” e, nel 1988 “Because we fly” e “Childlight” salutati da un immediato riscontro di pubblico e di vendite. Nella sua ricca discografia Tony O’Connor ha realizzato ben 26 album, a testimonianza di una fertilità compositiva davvero ricca. “Summer Rain” è un lavoro realizzato nel 1997 con il talentuoso chitarrista Paul Clement e che giunge finalmente anche in Italia: si tratta di una serie di acquerelli molto delicati e di particolare intensità che rievocano immense distese, paesaggi sospesi a metà fra sogno e realtà, luoghi dove l’immaginazione di ognuno può migrare condotta per mano dalla musica avvolgente e tenue come i petali di un fiore che sboccia. 52


PAROLE E MUSICA

AA VV

dei suoni elettronici; i Wolfstone, pure scozzesi, che fanno confluire elementi rock nella loro cultura tradizionale creando atmosfere molto originali; i nord irlandesi Deanta che, attraverso la cristallina voce della loro cantante Mary Dillon, propongono un repertorio rigorosamente legato alla tradizione più autentica; il polistrumentista e cantante irlandese Mick Moloney, attivo da oltre trent’anni e figura di riferimento in USA, dove risiede. Per la tradizione irlandese non poteva mancare John Whelan, uno degli artisti di successo di tali proporzioni da renderlo una star non solo del mondo celtico... e la lista potrebbe proseguire a lungo, considerata la portata numerica e qualitativa dei nomi selezionati per la compilation. Le 6 ore abbondanti di musica accontentano il cultore più esigente della musica celtica che, fra paesaggi immaginifici e richiami di una tradizione millenaria, ritroverà i sapori di una musica vivente con intatta attualità attraverso i secoli.

THE BEST CELTIC COLLECTION EVER (Universal)

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ra le numerose raccolte in tema di musica celtica è di assoluto rilievo questo cofanetto di ben 5 CD edito dai compilatori italiani della Universal che hanno realizzato una raccolta sulla musica celtica a dir poco esaustiva e completa. “The best Celtic Collection ever” propone, a un prezzo estremamente contenuto, 90 tracce estratte da alcune fra le incisioni che meglio rispecchiano la tradizione e la cultura del mondo celtico. Fra i tantissimi nomi basta citare i nord irlandesi Altan, uno dei gruppi più rappresentativi del settore e vincitore di numerosi riconoscimenti; gli scozzesi Capercaillie, una delle formazioni che meglio ha saputo fondere la tradizione con la modernità

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PAROLE E MUSICA

a cura di Mariangela Valentini

EUGENIO BUCCIOL

“ANIMALI AL FRONTE” La Nuova Dimensione Edizioni

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l volto degli orrori di guerra è sempre quello degli uomini. Difficilmente si pensa, invece, quanto, in ogni conflitto che la storia dell’umanità intesse ai suoi percorsi, siano coinvolte la vita e la morte degli animali. È un bel libro dello scrittore trevigiano Eugenio Bucciol, intitolato “Animali al fronte (protagonisti oscuri della grande guerra)”, con la prefazione di Margherita Hack, per quelli de La Nuova Dimensione, a ricordarci quanto elefanti, cavalli, muli, delfini, buoi, otarie, cammelli, cani, piccioni e galline abbiano pagato un ingiusto tributo di sangue in gran parte delle guerre antiche e moderne, ed, in particolare nel corso del primo conflitto mondiale. Ricco di foto, spietate nel loro nitore, il libro di Bucciol ricorda ulteriormente l’assurdità oscura delle guerre rovesciando gli antropocentrismi più consueti e sottolinea il valore straordinario di quelle truppe ausiliarie e silenziose che furono gli animali al fronte. L’autore racconta, per esempio di un’orrenda carneficina accaduta nel maggio del 1944, quando tremila cavalli dell’armata tedesca furono uccisi perchè non se ne impossessassero i sovietici. Gli stessi ufficiali avrebbero dovuto uccidere, ognuno, il proprio cavallo: alcuni non ebbero il coraggio di farlo ed affidarono quest’ingrato compito al personale del servizio sanitario. A questa tristissima antologia vanno aggiunti quegli animali, come gli orsi, che venivano impiegati in teatrini circensi improvvisati per sollevare l’animo dei soldati e, naturalmente mucche, pecore, maiali e quantaltri, destinati alla macellazione per sfamare le retrovie.

AA.VV.

“NATURALMENTE BIMBO” AAM Terra Nuova Edizioni

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icette, suggerimenti e consigli pratici per uno svezzamento tutto naturale. Il libro collettaneo “Naturalmente bimbo”, edito da AAM TerraNuova è un pratico manuale per la salute ed il benessere dei bambini da zero a tre anni, con menu settimanali supportati dai contributi e l’esperienza nel settore di medici, nutrizionisti, giornalisti e genitori, pionieri dell’alimentazione naturale, per seguire passo passo i momenti essenziali della gravidanza e lo sviluppo dei bambini dall’allattamento allo svezzamento. I lettori troveranno indicazioni pratiche anche per gli ambienti più consoni ai neonati, per l’uso di detergenti e pannolini, dei tessuti ecologici. Interessante e documentata anche tutta una parte dedicata alle vaccinazioni, obbligatorie e non, ed alle prime malattie più diffuse, con utili raffronti e consulenze per valutarne rischi e vantaggi. Infine, tutta una serie di indirizzi utili, in tutta Italia, per chi voglia ricevere informazioni ulteriori e precise su tutto concerne il mondo dei bambini nella primissima infanzia.

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LA VIA DELL’ACQUA

L’acqua come amica

J.S. Sargent - “Letto di un torrente di montagna in Tirolo”. Sargent e l’Italia, Ed. Ferrara Arte.

di Giorgio Minca

abitudini. L’acqua nutre le cellule, lava, purifica, contribuisce all’afflusso di sangue in un organo poco irrorato, sblocca, riscalda e raffredda, sia tramite ingestione sia attraverso il contatto più o meno prolungato con quel meraviglioso organo che è la nostra pelle. L’idroterapia è divenuta una vera e propria scienza con le metodiche ideate dall’abate Kneipp (1821-1897), applicate con successo da oltre cento anni. I benefici effetti del metodo Kneipp sono confermati non solo dall’esperienza empirica ma anche dalla ricerca scientifica. Nei paesi di lingua tedesca è molto praticata sia a livello domestico che in moltissimi ospedali e cliniche ed è applicata nelle malattie della nostra civiltà e nelle cosiddette malattie funzionali, ovvero quando non ci sono ancora disturbi e alterazioni organici. È dunque un ottimo rimedio preventivo, ma è utile pure alle persone che sono già afflitte da malattie: in tali casi spesso l’idroterapia si rivela un ottimo coadiuvante, in quanto rafforza le difese immunitarie dell’organismo e lo tempra, fornisce stimoli per la guarigione, riduce un uso eccessivo di farmaci. Vogliamo stendere un elenco di disturbi trattabili con “nostra sorella acqua”? Eccone uno sommario: disturbi cardiocircolatori (ipo e ipertensione, vene varicose); disturbi nervo-

IL METODO KNEIPP PER IL BENESSERE QUOTIDIANO

L’

acqua è vita, siamo in gran parte fatti di acqua, è dunque naturale che questo prezioso elemento sia uno dei più importanti - unitamente all’aria, alla luce e agli alimenti fornitici dalla terra, per il mantenimento della salute psicofisica e sia di valido aiuto per ripristinare l’equilibrio naturale compromesso. Da queste considerazioni basilari nasce l’idroterapia ( idro = acqua ), quindi curarsi con l’acqua. Essa viene “ da lontano”, da millenni di esperienze e di pratiche vive nelle tradizioni di tutti i popoli. Ricordiamo il semplice rimedio del clistere per lavare e liberare l’intestino, raffreddare una temperatura corporea interna eccessiva; da sempre, dopo uno spavento, si beve un bicchiere d’acqua; oppure ci è familiare l’espressione “dare una lavata di capo” quando si vogliono smorzare le passioni troppo veementi; oppure dobbiamo “rinfrescarci le idee” per mettere in moto l’attenzione e la memoria… ecco dei modi di dire , e di operare, che testimoniano l’uso dell’acqua e l’efficacia di questo uso nelle nostre 56


LA VIA DELL’ACQUA

si ( stress, depressioni, apatia, esaurimento, disturbi psicosomatici, del sonno); malattie dell’apparato locomotore (artrite e artrosi, reumatismo articolare, osteoporosi, gotta); disturbi addominali, della vescica, del rene e della prostata; disturbi ginecologici e della menopausa ; malattie respiratorie e da raffreddamento. Esistono oltre un centinaio di applicazioni idroterapiche, calde e fredde, tra spugnature e lavaggi, bagni totali e parziali, docce , impacchi, compresse , vapori. L’efficacia è subordinata alla corretta applicazione; è necessario conoscere alcune regole di base, avere al fianco un istruttore competente almeno nella prima fase della “scoperta dell’acqua”. Infatti il “fai da te” senza conoscenza è sempre un insuccesso in tutti i campi. E’ necessario sapere ad esempio che le applicazioni non vanno mai fatte in un ambiente freddo su pelle fredda; mai a stomaco pieno; il capo non va mai riscaldato; i tempi di contatto con l’acqua devono essere tassativamente quelli indicati e rispettati scrupolosamente; la temperatura dell’acqua va misurata e controllata. Dopo ogni applicazione il corpo va riscaldato per ottenere la giusta reazione. Inoltre, ognuno deve tener conto della sua costituzione psicofisica: la persona longilinea e magra necessita di applicazioni terapeutiche diverse dalla persona muscolosa e da quella tarchiata e sanguigna. Il parametro più importante dopo una idroapplicazione è il benessere (esempi di reazione errata possono essere il cardiopalmo o ipotensione dopo un bagno completo, sensazione di freddo prolungato dopo una applicazione fredda su cute

fredda). L’acqua calda di solito ha effetto calmante, la fredda stimolante. Ma quanto calda e quanto fredda? Il naturopata conduce a scoprire le meravigliose virtù dell’acqua, rendendo consapevoli che la ricerca della salute sta nella volontà, nella conoscenza e nella costanza. Certo, di fronte a gravi malattie infettive o di forme che necessitano un intervento chirurgico l’idroterapia non può essere applicata. Nei restanti casi, essa ci aiuta a rilassarci, a prevenire e ad alleviare il dolore, a risolvere fasi infiammatorie, ci restituisce un sorriso e migliora la qualità della nostra vita. L’idroterapia, quando non consigliata da un medico a scopo curativo, può essere utilizzata come una formidabile pratica igienistica. Fra gli scopi che si prefigge l’associazione L’A.R.N.I.A. di Trieste, vi è quello di divulgare l’idroterapia e di aiutare a praticarla. All’inizio di Aprile, presso la sede de L’ARNIA in Piazza Goldoni 5 a Trieste, inizierà un corso di idroterapia Kneipp teorico-pratico. Lo scopo del corso è quello di fornire gli strumenti affinchè ognuno sia in grado da solo di mettere in pratica con profitto queste pratiche igienistiche. Per informazioni: tel. 040/660805.


LA VIA INTERIORE

La voce nella vita quotidiana di Paolo Loss

mi occupo o preoccupo della mia voce, forse faccio caso o mi preoccupo di quella degli altri? Dovrò convenire che in un modo o nelgnuno di noi ha un certo rapporto con la l’altro, la voce, o la mia o quella degli altri propria voce. costituisce un costante punto di riferimento Con la nostra voce ci identifichiamo oppure nella mia giornata. Gli argomenti e gli esempi no, viviamo in pace con essa oppure essa è che seguiranno ci aiuteranno a farcene un’ipresente nella nostra giornata come un pundea. golo o come un problema. In pace o in guerAl mattino, quando uso la voce per la prima ra, la nostra voce ci segnala in continuazione volta, ho la sensazione che durante la notte quale è la consistenza delle nostre emozioni e sia successo qualcosa. Una delle prime sensain fondo comprendiamo, attraverso l’autozioni è quella di parlare molto più in basso ascolto, di quali emozioni siamo preda. del solito, come se avessi la voce raffreddata. Ci adattiamo alle varie situazioni emotive atSe il risveglio è avvenuto con una telefonata, traverso la percezione l’interlocutore mi chieche di esse ci da l’ascolderà: scusami ti ho sveto della stessa voce, l’agliato? La mia voce mi scolto del nostro corpo. sta tradendo. Oppure L’ascolto dei suoni è sarò io stesso a scusarmi stato una delle primissidella voce che non esce me esperienze della e dirò: scusa sai, mi sono nostra esistenza, ancora appena alzato, non ho durante la vita intra-uteavuto occasione di parlarina, nel grembo di re ancora. Che cosa è nostra madre. successo alla mia voce L’ascolto fa parte dei durante la notte? controlli (a volte nevrotiIl primo fatto, ed è il più ci) che facciamo per sencomune, il sonno ha tirci tranquilli. rilassato i miei muscoli; Imparando ad ascoltarci tra gli altri quelli della Lorenzo Costa (1459-1535) “Concerto” C. N° 1114 in modo nuovo attingererespirazione assieme a National Gallery Publications Ltd. mo ad una fonte molto quelli della fonazione e ampia di informazioni su moltissimi aspetti questo fatto permette al mio corpo di respirare della nostra vita quali la salute, i rapporti con più liberamente ed alla mia voce di risuonare gli altri, le variazione emotive. più profondamente. Attraverso l’ascolto della nostra voce impareÈ esperienza comune, per chi si occupa della remo a vivere in modo più consapevole e a voce, accorgersi di persone senza voci eccenon “lasciarci vivere”. zionali che riescono a cantare con voci molto Durante una giornata tipo quali sono i profonde dopo esercizi di rilassamento. momenti e le circostanze in cui posso dire, sì, Durante alcuni seminari di Yoga uno studente, mi sto occupando della mia voce? Oppure, pur non avendo una voce particolarmente sono proprio convinto che della mia voce non profonda e colorita, durante le sue esecuzioni mi preoccupo affatto? In questo caso, se non riusciva a scendere verso il basso (e salire

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LA VIA INTERIORE

verso l’acuto) tanto da lasciar meravigliati: coscienza e avrò adattato la mia voce allo sicuramente una delle componenti della sua stato d’animo del momento o, al caso, a quelstraordinaria tecnica di canto è la estrema lo della sera precedente; se ho litigato e capacità di rilassarsi. voglio ancora mostrarmi arrabbiato, bloccherò Un altro fatto molto comune al risveglio è il mio respiro e parlerò freddo e asciutto, se, quello di trovare la propria voce un po’ arro- invece, voglio far la pace cercherò dei suoni chita. Forse, durante la morbidi e forse un po’ notte, qualche occlupiagnucolosi. sione occasionale o Gli esempi potrebbero cronica al naso mi ha continuare. fatto respirare con la A questo punto è necesbocca aperta e mi ha saria un’informazione seccato faringe e larinsu qual è il messaggio ge. Che cosa mi dice che passa quando ci dunque, la mia voce al mettiamo in comunicamattino? Mi dice come zione con gli altri. sto. Se mi sono portato Ne Il linguaggio segreto del corpo di Anna durante la notte le Guglielmi, (dati simili si preoccupazione del trovano in vari testi che giorno precedente ed il trattano lo stesso argomio sonno non è stato mento) si descrive il linprofondo e rilassante guaggio non verbale. avrò una voce un po’ “Studi molto approfontremolante ed assieme J. Vermeer “Signora seduta alla spinetta” (1670 ca.) diti hanno calcolato che alla voce saranno treNational Gallery, Londra. in una comunicazione molanti anche le gambe e le braccia. Se invece ho riposato bene la inter-personale il messaggio viene trasmesso mia voce mi dirà che sto bene e se ne accor- solo per il 7% dalle parole, per il 38 % dal tono della voce e addirittura per il 55 % viene geranno anche gli altri. comunicato attraverso il linguaggio del Se ho occasione di parlare con qualcuno in casa prima di uscire e sono abbastanza consa- corpo.“ Ad occhi e ad orecchi ben attenti pevole di cosa faccio, mi accorgerò che prima siamo trasparenti. di parlare avrò fatto un breve esame di Esco di casa e vado a lavorare, la mia testa,

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LA VIA INTERIORE

chiuse ed inespressive. Dopo tutte queste osservazioni sulla voce durante la giornata e le emozioni relative può venir spontaneo chiedersi che cosa fare per essere più consapevoli di quanto succede nella nostra voce e quale frutto trarne per la nostra salute. Gli elementi fondamentali della fonazione sono il respiro, la postura e la risonanza della voce. Due autori che più degli altri colpiscono per le loro intuizioni: Alfred Tomatis e Serge Wilfart concordano nell’affermare (anche se in modo leggermente diverso) che una voce è libera di risuonare quando la spinta del fiato verso le corde vocali è debole, quando cioè, non c’è un gesto muscolare volontario per far uscire il fiato, ad esempio la contrazione della muscolatura addominale o della muscolatura toracica. A chi sia curioso di provare suggerisco di saggiare, con alcune respirazioni nasali, la permeabilità respiratoria dei vari strati del proprio tronco, dalle spalle al pube, l’addome, la fascia intercostale e la zona alta del torace. Sicuramente chi respira prevalentemente nella zona alta del torace avrà in genere poco fiato, voce debole ed un suono poco espressivo.

fisicamente in auto o in autobus, è già sul posto di lavoro; immagino i colleghi o il capo e ne sento già le voci. Passato il tempo del viaggio sono pronto per la nuova situazione: la mia voce si atteggerà a seconda di chi avrò davanti: scherzosa con i colleghi simpatici, seducente con la collega giovane e graziosa, timorosa con il capo che mi intimorisce... Ma immaginiamo che quella mattina ho deciso di cambiare atteggiamento e di continuare a tenere la voce che ho usato a casa, quando mi mostravo arrabbiato, allora sarò scorbutico con tutti e come minimo mi sentirò dire: “Che cos’hai? Hai forse litigato con qualcuno?“. Certamente non mi sono chiesto come fare per cambiare la voce e nemmeno come fare a mantenerla. La mia voce si adatta quasi istantaneamente agli atteggiamenti del corpo richiesti dalle emozioni che sto vivendo. Finito il lavoro passo al bar con i colleghi, l’atmosfera cambia, ognuno si sente più libero di atteggiarsi come più gli aggrada. Se uno del gruppo non partecipa al momento di rilassamento gli altri si accorgono della sua difficoltà ad assumere l’umore di circostanza. È come se in un corteo mascherato uno si rifiutasse di indossare la maschera. In questo caso può essere anche solo una maschera vocale che si mette o toglie a comando? Anche in questo caso la voce e tutto il corpo sono soltanto la spia di una situazione emotiva. Chi non partecipa, fa fatica a staccarsi dalle emozioni precedenti. Un’esperienza concreta, a questo proposito, può chiarire quanto si va descrivendo: il lavoro frequente con voci di cantanti e non, per portare a livello di coscienza quanto avviene tra respiro, postura e voce; anche per liberare voci parlate troppo

Bibliografia essenziale: A. Guglielmi: Il linguaggio segreto del corpo, Piemme, Casale M. 1999. A. Lowen: Il linguaggio del corpo, Feltrinelli, Milano1991. G. Giuliani: La voce, l’ascolto; Bulzoni, Roma 1990. A. Tomatis: L’orecchio e la voce, Baldini & Castaldi, Milano 1993. S. Wilfart: Il canto dell’essere, Servitium, Sotto il Monte (BG.) 1999. 60



LA VIA INTERIORE

Le dee interiori di ogni donna

A. Botticelli “La primavera” (1482 ca.) Uffizi, Firenze.

di Rossana Serpo

di poter di nuovo “uscire” dalla tana o dalla casa, la percezione di un’energia che nasce piano e che poi improvvisamente si manifesta in tutta la sua magnificenza e le emozioni e le sensazioni che ne derivano sono una percezione universale, indipendentemente dalla collocazione storica, sociale o geografica. L’inconscio collettivo di cui si è occupato C.G. Jung sta ad indicare proprio tutto questo. Le esperienze di vita vengono assimilate, elaborate, tramandate e fanno parte di un “bagaglio comune ed universale” appunto nel quale gli uomini si identificano, si ritrovano anche se distanti, attraverso valenze simboliche e modelli di comportamento. Questo inconscio collettivo è necessario all’individuo per formare la propria personalità e per riuscire a dare significato alle pulsioni, agli affetti, alle emozioni e quelle strutture apparentemente estranee risa-

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on l’avvicinarsi della Primavera incominciamo a sentire un’euforia nuova e vitale, che ci fa partecipi di qualcosa di speciale e al quale apparteniamo da sempre. È il risveglio della Natura, la Vita ha iniziato un nuovo ciclo. Non che prima si sia fermata: la terra ha comunque ben custodito i suoi semi, gli alberi hanno fatto da scudo alla loro linfa per nutrire le future foglie ed i frutti, il freddo ci ha semplicemente costretto a risparmiare energia ma il risveglio è evidente e la sua conseguenza è la volontà di ricominciare, di ricostruire, di risbocciare a nuova vita. È un avvenimento che si ripete da sempre ed ovunque e presenta caratteristiche comuni in ogni parte della Terra. Le sensazioni di vitalità, 62




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