BioGuida 6 - Autunno 2004

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BioGuida

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 6 autunno 2004 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica Aut. Reg. Trib. Trieste n° 1067 26/03/03. Editore: PPBì - BioComunicazione di Pierpaolo Bon Via Denza 4, 34124 Trieste. Tel/Fax 040.302110 - info@bioguida.net Abbonamenti: www.bioguida.net Pubblicità: PPBì - Tel. 040.302110 Cell. 338.8852117 - ppbi@bioguida.net Fotocomposizione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste Stampa: Artigraficheriva, Trieste Stampato su carta ecologica Fedrigoni Free-Life La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. Direttore responsabile: Mariangela Valentini marivalentini@libero.it I nomi di questo numero: Dario Blasich, biologo, erborista, naturopata, floriterapeuta. Roberta Benini, medico veterinario, esperto di medicine alternative. Stefano Cattinelli, medico veterinario, esperto in omeopatia, floriterapia, kinesiologia applicata. Luigi Caricato, giornalista, esperto oleologo, direttore del settimanale www.luigicaricato.net Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Paolo Loss, cantante lirico, insegnante di canto gregoriano e vocalità. Maurizio Pelos, geometra, esperto in bioedilizia e bio-arredamento. Elena Rojac, geo-biologa, naturopata, radioestesista professionista e ricercatrice. Erica Savioli, psicologa, floriterapeuta. Stefano Stefani, coordinatore ed insegnante nella Scuola di Medicina Tradizionale Occidentale (Spagiria), studioso e insegnante di Canto Armonico. Marco Vittori, geologo, naturopata, insegnante di Medicina Tradizionale Occidentale (Spagiria ). Enzo Ziglio, esperto di ottica, di esercizi per la vista e cromoterapia. Vision Coach© e naturopata. Manuela Zippo, biologa. Disegni e immagini: Moreno Tomasetig, Alfio Scarpa (quando non diversamente specificato). In copertina: La chioma della sirena, di Ugo Pierri In allegato: opuscolo I.P. NaturalPoint (MI)

in questo numero La via della scienza: La quinta stagione Ritmi ayurvedici

I luoghi:

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Preparazione spagirica 16 .....

La via della Terra: Dolce sonno...

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Dall’oliva all’olio

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La via del cibo: Polvere di curcuma

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La via degli animali

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La voce cantata

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La via delle piante Fiori australiani

La via interiore: Qi Gong

I luoghi Speciale Autunno

La civetta e i quattro elementi Scienza e vivisezione

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Parole e musica ....................

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Recensione CD e libri

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EDITORIALE

Divenire Molteplice

Aiace e Achille giocano, anfora attica, Essechia da Vulci. Città del Vaticano, Musei.

“Una e la stessa è la via all’in su e la via all’in giù” Eraclito, DK fr. B60

vasta ed universale. Negli stessi anni (500 a.C. circa, perché la sua biografia è assai incerta) in cui “fiorì” (espressione che i greci usavano per designare la piena maturazione di un uomo) il pensiero del filosofo di Efeso, dall’altra parte del mondo, in Cina, il Vecchio Maestro Laozi tracciava nel libro del Tao (via, norma, ragione, dunque anche logos) i solchi di un altro caposaldo del nostro sentire. La sua metafisica è basata anch’essa su sistemi contrapposti (uomo e natura, principio femminile e maschile, notte e giorno, buio e luce, vita e morte) e su una serie infinita di cambiamenti che generano e disfano senza sosta le matasse dell’universo umano e naturale. Ma l’etica di Laozi, diversamente da Eraclito, predica, in conformità del Tao, il “wu-wei”, la via del non agire e del non desiderare, che non vuol significare affatto passività, ma capacità per l’uomo di aderire al flusso del divenire. I due specchi della mente, da Oriente ad Occidente, erano perfettamente conformi, solo la sciocchezza storica umana li ha poi, nel tempo, separati. Il direttore responsabile, Mariangela Valentini

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ella cosmologia eraclitea il fuoco rappresenta l’immagine del mondo. Esso è per sua natura in continua trasformazione e dà vita a diversi stati di natura: raffreddandosi diventa acqua e poi terra, che si fa di nuovo acqua ed ancora fuoco. Capace di distruggere e mutare ogni cosa, nelle modalità della sua essenza, è l’elemento divino, animico e dinamico che esprime il principio cosmico che tutto governa, comprende ed abbraccia. Il fuoco è per Eraclito radice fondante dell’esistenza e della natura, logos che traduce una straordinaria ed anticipatrice visione ciclica e naturalistica dell’universo, è espressione ultima della verità interiore. Saggio è infatti chi si impadronisce di sé stesso ed impara a guardare con spietato nitore la propria anima, superando la fallacia delle realtà apparenti. Saggio è chi sa accogliere la razionalità profonda che si stabilisce tra tutti gli elementi e le forze che scandiscono e duellano nella vita quotidiana di ogni essere vivente e che, oltre lo sforzo dei contrasti, si ritrovano in un orizzonte di armonia più 2



LA VIA DELLA SCIENZA

La Quinta Stagione di Enzo Ziglio

dello Yin. Quando lo scorrere dell’energia vitale viene meno, inizialmente avremo una manifestazione di disagio di tipo emozionale, poi una carenza energetica ed in fine una turba funzionale degli organi associati ad ogni coppia dei meridiani.

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l ciclo delle stagioni è in accordo con il vivere dell’uomo: per millenni siamo vissuti sotto il sole e abbiamo imparato ad adattarci al suo lento fluire nel cielo, a percepire la potenza di questa stella, rossa e nana, che durante il suo ciclico cammino nello spazio acquista potenza per poi perderla lentamente ed infine per riacquistarla nuovamente. Quando finisce l’estate, prima dell’arrivo dell’autunno, la cosmogonia cinese, legata al numero cinque, ha inserito una quinta stagione o “Fine estate”. Volendo essere più precisi, calendario alla mano, è il periodo che va dal 15 agosto al 21 settembre. Le ultime due settimane di ogni stagione vengono chiamate interstagione e servono a preparare l’organismo alla stagione successiva. La fine estate attiva le correnti vitali della famiglia Stomaco - Milza/Pancreas, che, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, MTC, corrispondono all’elemento Terra e governano il senso del Gusto: gusto dell’azione, gusto di generare e di costruire per realizzarsi. La persona dominata dalla famiglia Stomaco Milza/Pancreas ha un temperamento autoritario e iperattivo, è legata al bisogno di provare la propria esistenza. Ciò induce ad un comportamento di esclusione dagli altri o da se stessi. È l’orgoglio sotto tutte le forme, cerca di mettersi in evidenza davanti agli altri, anche a costo di ammalarsi per ottenere i suoi obiettivi. Per godere di una buona salute psicofisica l’energia vitale, che è in noi, deve scorrere liberamente attraverso i 12 meridiani e le 365 giunzioni del nostro corpo. Dall’esterno verso l’interno, dal profondo verso la superficie, seguendo la legge dell’alternanza dello Yin e dello Yang, perché lo Yin è attivo all’interno ed agisce come guardiano dello Yang, mentre lo Yang è attivo all’esterno ed agisce come regolatore

Le coppie d’organo: Elemento Fuoco: Cuore - Intestino tenue stagione: Estate Elemento Terra: Stomaco - Milza/Pancreas stagione: Fine Estate Elemento Metallo: Polmone - Colon stagione: Autunno Elemento Acqua: Rene - Vescica stagione: Inverno Elemento Legno: Fegato - Vescica Biliare/Corteccia Cerebrale stagione: Primavera Secondo la MTC il gusto dominante dell’elemento Terra è il dolce. Quando la famiglia Stomaco - Milza/Pancreas incomincia ad accusare delle turbe funzionali verrà colpito inizialmente il metabolismo degli zuccheri. Lo stomaco e la milza/pancreas sono gli organi più importanti della famiglia chiave di fine estate, ma ad essi sono collegati anche i seguenti organi: l’utero, la prostata, i nuclei grigi centrali e le ossa. Lo stomaco permette di sintonizzare la propria azione sul proprio gusto. A livello digestivo assicura il frazionamento degli alimenti. A livello emozionale sostiene l’azione, dinamizzando il gusto per il lavoro, la capacità di intraprendere e di realizzare: il gusto per il lavoro nella propria professione. Attenzione: lo stress si ripercuote spesso su quest’organo. 4


LA VIA DELLA SCIENZA

La milza-pancreas governa la trasformazione del bolo alimentare e partecipa al rinnovamento dei tessuti, governa l’equilibrio degli zuccheri, il carburante necessario ai muscoli per il movimento. A livello emozionale esprime il gusto di nutrirsi, di agire, di realizzare e di realizzarsi, il gusto di generare e di manifestare la vita. L’utero, organo chiave della sessualità femminile, è un luogo di vita, permette la nidazione dell’ovulo fecondato e il suo successivo sviluppo. A livello emozionale esprime il gusto di esistere e di generare, d’inserirsi in un luogo, di mettere radici. La prostata, organo che partecipa all’espressione della sessualità maschile, esprime il gusto di esistere e di generare. A livello emozionale corrisponde al gusto di manifestare la vita, di diventare padre, di assumere la paternità o di realizzarsi nel lavoro. Rappresenta anche l’inserimento in un luogo, l’atto di mettere radici. I nuclei grigi centrali, corrispondono al sistema nervoso centrale, guidano l’azione e il movimento, rappresentano il polo Terra. A

livello emozionale questo sistema permette di inserirsi nella vita, di agire, di realizzarsi. Le ossa, la struttura più densa dell’organismo, garantiscono la verticalità, sia fisica che psichica, dell’individuo. Nella MTC tutto viene schematizzato nella legge del Tao, che si manifesta attraverso la rappresentazione dello Yin e dello Yang e la loro continua evoluzione e trasformazione espresse dai cinque elementi e dagli schemi che illustrano le varie concordanze e quanto i concetti della struttura del corpo umano siano connessi con le teorie cosmogoniche. Il risultato di questo grande lavoro di schematizzazione è una rappresentazione dell’anatomia umana altamente stilizzata e dallo scarso significato pratico, così distante dall’anatomia della medicina occidentale. Per ragioni proprie del procedimento intellettuale dei medici tradizionali cinesi dell’antichità, nozioni anatomicamente errate coesistono con nozioni fisiologiche esatte. Lo Stomaco è stato considerato dall’antichità come l’origine dell’Energia alimentare,


LA VIA DELLA SCIENZA

la vita con un forte senso del dovere e manifestarsi nell’ambito professionale con una mancanza di idee innovative: quando creiamo un progetto attiviamo il gusto. L’alimentazione diventa un dovere, i ragionamenti logici sulla quantità e sulla qualità del cibo assimilato e sul tempo da dedicare al “dover alimentarsi, perché bisogna farlo!” tenderanno ad uccidere il gusto del piacere di sedersi a tavola e di gustare il cibo che mangiamo. In questo caso si parlerà di stress durante il pasto, ma in realtà lo stress sarà dovuto ad uno squilibrio interiore e non ad un’azione esterna, perché precedentemente i pasti sono stati programmati in modo scientifico, dando troppa importanza al calcolo del tempo e delle giuste calorie. Generalizzando, il gusto della persona sarà dettato dal ragionamento, frutto di una logica implacabile che sorregge la vita dell’individuo. La vita diventa un dovere, qualunque ruolo interpretiamo si ragiona sul modo migliore di esserlo, fino a che non sopraggiunge un’ulcera allo stomaco... Nelle relazioni umane un uomo e una donna che si trovano entrambi condizionati dalla chiusura della coppia Stomaco Milza/Pancreas, sono vittime dell’orgoglio e cercheranno incessantemente di avere ragione, instaurando presto un rapporto di dominatore/dominato. La loro relazione evolve verso una separazione o verso una sofferenza insopportabile, dovuta all’orgoglio e alla mancanza di rispetto accresciuti giorno dopo giorno, che in un rapporto intimo può degenerare nel sadomasochismo. La parola dominante della coppia Stomaco Milza/Pancreas, quando è chiusa, è Orgoglio, ma il suo contrario è Umiltà. Quando la coppia è aperta e l’energia scorre libera lungo i meridiani non abbiamo bisogno di dimostrare nulla. Siamo anzi liberi di esprimere l’Amore, l’Umiltà, la Fede e l’Allegria che scorre in noi e si manifesta attraverso i nostri sensi, liberi da costrizioni emozionali, liberi di espandersi in tutte le nostre fibre e fuori dal nostro corpo, avvolgendo tutte le persone che ci circondano.

che produce la trasformazione di alimenti e bevande in Energia. Lo stomaco è un organo officina, l’officina delle trasformazioni. La Milza/Pancreas ha una duplice azione digestiva ed ematica. L’antica medicina diceva che la milza serviva ad aiutare lo stomaco nella digestione degli alimenti, ad armonizzare e a trasformare il sangue per restituirlo agli altri organi e favorire la crescita e la forma, intesa come carne, dell’individuo. Quante volte diciamo “Mi stai proprio sul piloro”: il piloro è una valvola che regola il deflusso del cibo a fine digestione dallo stomaco verso l’intestino. Oppure un “Non lo digerisco proprio”, riferito ad una persona, ad un lavoro o ad una materia scolastica, ecc. per esternare la nostra difficoltà a “digerire” un particolare stato d’animo. Quando la coppia Stomaco - Milza/Pancreas è aperta e libera di esprimere le emozioni ci sarà umiltà nei confronti della vita, creatività nella pienezza delle azioni che svolgiamo, coscienza della propria esistenza, rispetto di se stessi e degli altri, equilibrio e calma nell’azione. Viceversa se la coppia è chiusa, le emozioni non si possono esprimere e quindi le azioni che svolgiamo sono improntate dall’orgoglio, da una eccessiva razionalità, dalla sete di potere: saremo vittime di un complesso di superiorità o inferiorità. Come può interferire la coppia Stomaco Milza/Pancreas con il gusto? Ad esempio una coppia chiusa ci può spingere a gustare 6



LA VIA DELLA SCIENZA

Il battito delle stagioni

a cura del Centro Lakshmi

secca, semi, olio, burro, spezie carminative e gusti dolci, aspri, salati. Se fuori equilibrio porta un’eccessiva mobilità di pensieri, la testa sempre tra le nuvole, nervosismo, paura, ansietà. La miglior cosa per riequilibrarlo, perciò, è dare stabilità. Questo avviene soprattutto attraverso un regime di vita corretto e stabile nel tempo. Secondo l’Ayurveda tutti dovremmo seguirlo, a prescindere dalla costituzione, ma per il Vata è fondamentale!

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on l’arrivo dell’Autunno è giusto parlare del terzo Dosha, il Vata che è dato dall’etere e dall’aria, infatti l’aria si muove nello spazio. Perciò è il principio della creazione e del movimento e governa tutto ciò che è movimento: il battito cardiaco e tutto ciò che è espansione e contrazione: il respiro, i movimenti di muscoli, del citoplasma e delle membrane cellulari, le pulsazioni nervose, il battito delle ciglia. Vata governa il sistema nervoso, anche se non è il Dosha più importante, è quello che comanda perché dà il movimento agli altri due e comanda gli impulsi nervosi. Avendo le caratteristiche dell’aria sarà freddo, leggero, secco, ruvido, sottile, chiaro, mobile, veloce, asciutto. In autunno si alza il vento e l’aria si raffredda: è l’inizio della stagione Vata, che avrà il suo culmine con i mesi più freddi (gennaio-febbraio). Infatti freddo, cielo nuvoloso, vento lo aumentano. L’alimentazione più adatta a contrastare questo aumento prevederà cibi pesanti, oleosi, liquidi, frutta

Il regime di vita secondo l’Ayurveda Per mantenere in equilibrio la propria costituzione (Prakruti) si deve seguire un giusto regime di vita e quindi la giusta routine. Bisogna fare attenzione al nostro atteggiamento e alla reazione del nostro corpo ai cambiamenti di ciò che ci circonda: giorno e notte, freddo e caldo, stagioni, principi morali, diversità di alimentazione, ecc. Conoscendo la nostra Prakruti e l’equilibrio dei nostri Dosha, dobbiamo imparare a conoscere ciò che interrompe que8


LA VIA DELLA SCIENZA

sto equilibrio per seguire il nostro ritmo biologico, e quindi per mantenerci in buona salute. Naturalmente i comportamenti da adottare saranno a livello fisico, a livello mentale, energetico, dell’intelletto e dell’anima.

SWASTAVRUTA - REGIME DI VITA SWA STHA VRUTA SWASTAVRUTA

= SE’ = STABILITA’ = COMPORTAMENTI = AUTO-STABILITÀ

È l’insieme dei comportamenti verso se stessi e gli altri che favoriscono il mantenimento della salute di Corpo e Anima, e dell’Auto-Stabilità. Il regime della vita è l’insieme delle abitudini che scandiscono il nostro tempo, quello che facciamo e come lo facciamo. Secondo l’Ayurveda ogni malattia ha origine da un regime di vita sbagliato, ed in essa vengono indicate le pratiche più opportune per ristabilire e

mantenere l’equilibrio, seguendo i principi dei Dosha e basandosi sulla costituzione individuale. Per ottenere l’auto-stabilità si deve vivere la vita come un rito, celebrandola, cosicché il livello di consapevolezza aumenti. Il rito ci avvicina a Dio dando valore alla nostra vita: esso non è altro che l’azione di dare attenzione e consapevolezza superiori al nostro agire. Celebrando ogni giorno il rito della vita la nostra anima è con Dio, perciò ogni cosa acquisisce un sapore divino. “Come è il microcosmo, così è il macrocosmo; com’è l’atomo, così è l’universo; com’è la mente umana, così è la mente cosmica; com’è il corpo umano, così è il corpo cosmico”. Charaka

Regime giornaliero moderato 1. PRIMO MATTINO: 2.00 - 6.00 predomina VATA Ogni mattina, appena alzati (circa alle 5.30/6.00), evacuare, lavare i denti e tutta la cavità orale usando un dentifricio astringente e

Centro Benessere Ayurveda

Lakshmi

I benefici della scienza Ayurvedica attraverso le tecniche del massaggio L’Ayurveda, antica scienza indiana, è un sistema di medicina olistica adatta a chiunque desideri ritrovare o mantenere il proprio equilibrio psicofisico. I nostri Trattamenti e Massaggi Ayurvedici (Abyangam) ristabiliscono l’armonia tra corpo, mente ed anima, attraverso un approccio olistico di nutrimento, fortificazione e rilassamento. Serenella, Cristiana e Siro sono operatori diplomati “Abyangam” (Massaggio Ayurvedico) e “Nidan e Chikitsa” (Diagnosi e Terapia Ayurvedica).

Centro Benessere Ayurveda Lakshmi Trieste, Via Milano 35. Tel. 040.362320 centrolakshmi@supereva.it


LA VIA DELLA SCIENZA

Cenare tardi disturba il sonno: la digestione consuma gli enzimi per il recupero energetico che avviene nel sonno profondo. La cena deve avvenire 4 ore prima di mezzanotte per non sprecare tali enzimi. Alle 22.00 circa bisognerebbe coricarsi in quanto il calore di Pita provoca un buon sonno.

amaro per aiutare ad eliminare muco e tossine Pulire la lingua e applicare l’olio ai cinque sensi. Bere una tazza di acqua tiepida o tisana Niragada. Fare un breve massaggio applicando l’olio su tutto il corpo e in particolare su testa, palme delle mani e pianta dei piedi. Dopo mezz’ora fare la doccia.

Regime settimanale

2. MATTINO: 6.00 - 10.00 predomina KAPA Eseguire una pratica spirituale: pregare, meditare, fare Yoga, ecc. Dopo circa un’ora da quando ci si è alzati, e almeno mezz’ora dopo aver assunto la Niragada, fare una colazione leggera, ma completa (Kapa è meglio che non mangi perché in questo periodo tende ad accumulare). Svolgere i propri doveri: lavoro, studio, ecc.

Un giorno alla settimana (domenica) deve essere dedicato a se stessi e alla propria famiglia. È bene riposare, curare la propria salute applicando un olio rinfrescante sulla testa (Pita) per evitare disturbi neurologici, visitare il Tempio, la Chiesa o comunque dedicarsi ad una pratica spirituale. Svagarsi con passeggiate all’aria aperta, vedere amici e parenti, parlare con i famigliari per discutere le esigenze di ognuno e condividere le esperienze.

3. MEZZOGIORNO: 10.00 - 14.00 predomina PITA A mezzogiorno assumere il pasto principale sempre con gioia. La secrezione degli enzimi aumenta e si digerisce velocemente, così si accumula energia.

Regime mensile Il ciclo lunare che definisce lo scorrere dei mesi influenza Vata. Con la luna piena c’è la massima influenza, e quindi sono probabili i disturbi legati a Vata: instabilità, disturbi mentali, contrazioni, ecc. Bisogna perciò seguire una dieta leggera anti Vata e fare pratica spirituale. Con la luna nuova, invece, l’energia lunare è minima e quella solare massima e quindi i disturbi provocati sono Pita: disturbi digestivi, infiammazioni, rabbia, ecc. Per allevare tali problemi occorre fare un digiuno completo.

4. POMERIGGIO: 14.00 - 18.00 predomina VATA Svolgere le attività principali ed importanti. 5. SERA: 18.00 - 22.00 predomina KAPA Alla sera cenare tenendosi leggeri e stare in famiglia. Si è stanchi e si desidera rilassarsi. Non addormentarsi subito dopo cena per poter digerire, ma comunque non andare a letto troppo tardi. Prima di dormire applicare Netra Tailam negli occhi e non impegnarsi intellettualmente ed emozionalmente, non leggere o vedere cose violente per non disturbare il sonno.

Regime stagionale L’anno è la nostra misura principale dello scorrere del tempo ed è suddiviso in stagioni. Come abbiamo visto ogni stagione è governata da un Dosha, quindi sarà appropriato mantenere un preciso regime di vita. Se i regimi vengono seguiti per pochi giorni in una stagione, manterranno il loro effetto solo per alcuni giorni, se vengono seguiti stagionalmente lo mantengono per diversi mesi.

6. NOTTE: 22.00 - 02.00 predomina PITA Aumentano gli enzimi che aiutano a rigenerare il corpo, si riposa. 10


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LA VIA DELLA TERRA

Un sonno da gourmet di Maurizio Pelos

lampada fluorescente (l’abajour sul vostro comodino) può impedire la secrezione della melatonina. Si ipotizza inoltre che anche qualsiasi segnale elettromagnetico prodotto da apparecchiature quali radiosveglie, caricatori di telefoni e televisori possano inibire un regolare svolgimento relativo al ciclo sonno/veglia. Se dunque la terra compie una rotazione completa attorno ogni 24 ore potremmo aspettarci che il ciclo sonno/veglia quotidiano sia anch’esso pari a 24 ore, ma non è così. Quando una persona viene isolata in una camera o in una grotta in modo da non avere alcun contatto con il mondo esterno per quanto concerne il ciclo giorno/notte, si constata un fenomeno curioso: il soggetto non va a dormire necessariamente ogni 24 ore, l’intervallo di tempo tra sonno e veglia aumenta progressivamente fino ad arrivare a superare le 30 ore. L’esercizio e l’esposizione alla luce solare abbreviano il ciclo sonno/veglia. Nella società odierna molti vivono molte ore senza esporsi alla luce solare e pochi fanno attività fisiche impegnative. Siamo esposti alla luce artificiale sia sul lavoro che in casa. Non dobbiamo meravigliarci quindi che ci siano difficoltà quando si vuole dormire e nella maggior parte dei casi si va a letto tardi alla sera e ci si sveglia più tardi al mattino e tenere la mente impegnata la sera scrivendo o giocando al computer, esaspera questo problema. Esiste una condizione patologica di insonnia in cui la fase del sonno è ritardata e le persone affette da questo tipo di insonnia hanno un ciclo sonno/veglia di oltre 26 ore. Chi è molto sveglio alla sera e ha difficoltà ad addormentarsi, e poi il mattino si alza a fatica potrebbe avere questo problema. Al contrario, chi ha sonno presto alla sera e si sveglia naturalmente di buon’ora al mattino ha un ciclo più breve di 24 ore. Per riportare un ciclo alle 24 ore è necessaria un’esposizione quotidiana ad una luce intensa e l’ora dell’esposizione è dunque molto importante. Se ci esponiamo alla luce

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i sono molti metodi naturali per rimettersi in forza e affrontare la giornata con ottimismo: una relazione armoniosa, la meditazione, l’esercizio fisico, il training autogeno. Ma il migliore, e anche il più ovvio, è naturalmente un buon riposo notturno. Dormire dolce dormire... chi dorme non piglia pesci... il buon giorno si vede dal mattino... ogni bella mattina inizia dalla sera: molti i detti popolari che accompagnano il sonno. E’ un dato fisiologico: dormire serve a recuperare energie ed è particolarmente utile e necessario in questi tempi, frenetici e sempre più stressanti per il nostro organismo.

La scienza del sonno Quasi tutti gli organismi viventi, hanno una specie di orologio interno che controlla i ritmi naturali e che si è sviluppato come adattamento alla vita sul nostro pianeta. Poiché la terra ruota sul proprio asse una volta ogni 24 ore, con circa 12 ore di luce e 12 ore di oscurità, gli organismi hanno prodotto sostanze chimiche per potersi adattare meglio al numero diverso di ore di luce nelle varie stagioni. Questa funzione, estremamente importante, viene svolta dalla ghiandola pineale (o epifisi) e influisce sul funzionamento del nostro sistema immunitario e sulla secrezione degli ormoni, traduce le informazioni ambientali, come la quantità di luce e la temperatura, in segnali che vengono trasmessi ad altre parti del cervello e del corpo attraverso la secrezione ciclica del suo ormone principale, la melatonina. La produzione di questa importante sostanza avviene in assenza di luce, poichè se la luce raggiunge la ghiandola pineale ne impedisce la sua formazione ed anche una luce a bassissima intensità, come quella prodotta da una 12


LA VIA DELLA TERRA

Immagine tratta da “Gift Exclusive” 01/04

mattutina, il ciclo viene abbreviato, se ad una luce intensa ma di sera o di notte, ritardiamo l’inizio del sonno e prolunghiamo il ciclo oltre le 24,5 ore. Di conseguenza, se avete un ciclo lungo e lo volete abbreviare, esponetevi alla luce esterna per almeno 20 minuti quando vi svegliate. Se invece avete un ciclo breve e volete andare a dormire più tardi, esponetevi a una luce intensa a tarda sera.

percepisce ancora gli stimoli ambientali. Onde theta: questa fase corrisponde alla transizione dallo stato di veglia a quello del sonno e dura da un minuto a qualche minuto. Fusi del sonno e complessi K: l’attività metabolica, la pressione sanguigna e la frequenza del battito cardiaco diminuiscono, ma la persona può essere facilmente svegliata ed è sensibile ai rumori. Onde delta: questa fase è quella del sonno a onde lente, il soggetto può essere svegliato solo da una forte stimolazione ed in questa fase, la temperatura corporea, la frequenza del battito cardiaco e la pressione sanguigna presentano valori più bassi in assoluto. Questo è il sonno ristoratore, la fase in cui le

Le fasi del sonno I ricercatori hanno individuato le seguenti fasi: onde alfa, il soggetto ha la sensazione di fluttuare, ha gli occhi chiusi e i muscoli rilassati, 13


LA VIA DELLA TERRA

questi influssi riguardano la salute fisica e psichica. Per il Feng Shui, l’arte tradizionale cinese che si prefigge di armonizzare le energie degli oggetti e delle case con quelle degli esseri umani, tali influssi agiscono su tutti i campi della vita di una persona. Nel 90% dei casi la stanza da letto viene purtroppo degradata ad ampliamento del soggiorno. Si mettono lo stesso tipo di mobili, televisori ed impianti stereo, senza dare grande peso agli influssi negativi che producono. Una buona camera da letto invece deve trasmettere calore e tranquillità perché, come di è detto, anche durante il sonno, assimiliamo gli influssi dell’ambiente che ci circonda, determinanti per la qualità del riposo notturno. Un gran peso hanno rumori, odori e sensazioni date dai colori, ma anche i campi magnetici dei quali coscientemente da svegli non ci accorgiamo.

cellule si “riparano” e “ringiovaniscono” ed è anche la fase in cui si manifestano fenomeni come parlare nel sonno, sonnambulismo e enuresi. Nella fase REM si verifica un movimento rapido degli occhi (Rapid Eye Movement), i muscoli sono rilassati ma il ritmo delle onde cerebrali aumenta e c’è maggior afflusso di sangue al cervello, la pressione sanguigna e frequenza del battito cardiaco aumentano e sono più variabili. Si ritiene che questa fase sia importante per la salute psicologica, per l’apprendimento e per il consolidamento della memoria. In particolare la fase di onde delta ristora di più, dura più a lungo nei bambini, diminuisce con la pubertà e si abbrevia progressivamente dopo i 30 anni. Nella terza età questa fase ristoratrice dura poco ed è anche per questo che gli anziani tendono ad essere più stanchi durante la giornata. Nella fase REM invece si sogna. La maggior parte delle persone sogna da quattro a cinque volte ogni notte a intervalli di un’ora e mezza circa: il primo sogno avviene un’ora e mezza da quando ci siamo addormentati e dura solo qualche minuto, il secondo avviene a circa tre ore da quando ci si addormenta e dura una decina di minuti per cui i sogni durano sempre più a lungo durante l’arco della nottata. Il periodo dei sogni più duraturi è quello del mattino e può durare fino a 45 minuti.

Qualche suggerimento La stanza da letto dovrebbe essere collocata nella parte più a nord della casa, negli ambienti più freschi, perché i campi elettromagnetici tendono ad espandersi verso sud. Il letto deve essere quindi con la testa rivolta a nord (se ci corichiamo secondo la linea sudnord la pressione arteriosa è più bassa per la presenza di ferro nel nostro sangue che segue il flusso magnetico naturale). Evitare inoltre letti con strutture in metallo o parti metalliche nei materassi (molle) perché hanno influssi magnetici negativi sul nostro organismo, che è composto prevalentemente da protoni, ed evitare di tenere apparecchiature elettriche che danneggiano l’ipofisi. Evitare o coprire gli specchi presenti nella stanza (gli specchi riflettono i fotoni che sono particelle che veicolano l’energia elettromagnetica enfatizzandone gli effetti). Usare materiali naturali ed ecologici (pitture, pavimentazioni, tessuti) per la realizzazione o ristrutturazione della stanza (i materiali sintetici producono cariche elettrostatiche, la ionizzazione dell’aria, attirano la polvere e rilasciano sostanze tossiche). Tinteggiare le pareti con

Dormire bene Dormire bene, nelle condizioni più favorevoli, nel luogo più propizio è fondamentale per molti aspetti della propria vita. In primo luogo per la salute, ma anche per la felicità coniugale, per i rapporti con gli altri, persino per il lavoro, anche perché dormiamo per quasi un terzo della nostra vita. E per questo è essenziale forma e posizione del letto e della camera da letto perché, a seconda di come è fatta, influenza positivamente o negativamente la nostra esistenza. Per la bioarchitettura, la scienza moderna che cerca di costruire abitazioni in armonia con le leggi naturali e quindi la fisiologia umana, 14


LA VIA DELLA TERRA

colori “freddi” ed “espansivi”, con toni dal verde all’azzurro che favoriscono il rilassamento e raffrescano l’ambiente favorendo il sonno. E ancora dei suggerimenti per dormire bene: al mattino esporsi alla luce, facendo una passeggiata ed esercizio fisico; un bagno caldo alla sera innalza la temperatura del corpo che diminuisce immediatamente al momento di coricarsi, favorendo così il sonno; evitare di assumere caffeina dopo cena in qualsiasi forma, poichè stimola i centri della vigilanza del cervello e può causare insonnia; il consumo di alcol alla sera può favorire il sonno che però risulta spesso interrotto e leggero (l’alcol inibisce la secrezione di melatonina e sopprime la fase delta); limitare l’assunzione di liquidi a tarda sera che potrebbe costringere ad andare in bagno durante la notte; evitare pasti troppo pesanti che potrebbero interferire con il sonno; cessare qualsiasi attività mentale molto impegnativa almeno un’ora prima di coricarsi; andare a letto solo quando si è assonnati ed evitare di usare il letto per guardare la televisione, mangiare, leggere o giocare con il computer.

nano. Poco a poco la calma scenderà nelle altre parti del vostro corpo, fino a che sarete completamente distesi; continuate ad ascoltare il vostro respiro, calmo, lento, tranquillo, ritmico. Immaginate un grande schermo che prende tutto il vostro campo visivo e che assume i colori dell’arcobaleno, uno alla volta: rosso e il vostro corpo si rilassa totalmente, arancio e le vostre emozioni si liberano completamente, giallo e la vostra mente si svuota fino in fondo, verde e arriva pace e tranquillità, blu che vi riempie di amore, indaco e vi sentite in contatto con la vostra interiorità, violetto e siete in contatto con la vostra spiritualità. Ora immaginate di essere in un posto molto bello, dove vi sentite perfettamente a vostro agio, calmi rilassati e ripetetevi mentalmente che dormirete un sonno molto profondo e ristoratore e che vi sveglierete bene. Lasciatevi scivolare dolcemente nel sonno e se avete ancora difficoltà continuate ad ascoltare il ritmo lento del vostro respiro. Se tutto questo non aiuta il vostro sonno... beh ci sono ancora le pecore da contare!

Un esercizio per addormentarsi

Bibliografia: Ray Sahelia, Melatonina, ed. Tecniche Nuove. Giovanni Iannuzzo, Bioritmi, ambiente e salute, ed. Red. David Yannick, Feng shui. La casa in armonia col cosmo, ed. Amrita. Web: http://www.units.it/~brain

Nel vostro letto pronti per dormire, chiudete gli occhi e ascoltate il vostro respiro, sentitelo entrare in voi e uscire con ritmo calmo, lento e tranquillo, mentre tutte le tensioni si allonta-


LA VIA DELLA SCIENZA

La preparazione spagirica Parte Seconda di Marco Vittori e Stefano Stefani

Il metodo per spremitura è molto semplice da capire, basta strizzare la buccia di un agrume per vedere uscire l’olio suddetto. Il metodo in “corrente di vapore” prevede invece una strumentazione più complessa. Il secondo passaggio avviene per fermentazione della pianta residua (cfr. Elixir e fermentati). Il terzo passaggio prevede il recupero dei residui della pianta dopo la fermentazione e la loro calcinazione. Si riduce così la pianta in cenere che, procedendo con il calore, produce un sale solubile (carbonato di potassio) e un residuo insolubile. Dopo aver sciolto la cenere ottenuta in molta acqua distillata si procede all’evaporazione fino alla cristallizzazione dei sali. Anche questa operazione (calcinazione e liscivia) vanno ripetute più volte, fino ad ottenere un Sale bianchissimo. Si può, quindi, procedere alla ricongiunzione e dinamizzazione spagirica(1) che può avvenire in vari modi. In generale si usa un “circolatore” in vetro, composto di una cucurbita e capitello cieco. Si pongono nella cucurbita l’olio essenziale, l’alcool e i sali lisciviati e dopo aver posto il capitello chiuso ermeticamente si riscalda leggermente. I vapori si levano lentamente

C

oncludiamo, con questa seconda parte, il lungo articolo sui modi di manipolare le piante che la Natura ci elargisce e che la tradizione antica ci tramanda. Per tutto quanto si andrà esponendo vale la medesima accortezza di tenere conto, il più possibile, dell’armonia del Cielo e della Terra nel preparare la forma farmaceutica, anche nel momento della sua somministrazione.

Le quintessenze spagiriche La Quintessenza Spagirica si ottiene canonicamente attraverso complicati passaggi che prevedono la divisione della pianta in tre parti e un seguito complesso di purificazioni con grande scarto di materiale e di tempo. Nella norma si prevedono invece tre passaggi:

• estrazione dell’olio essenziale • preparazione dello spirito • dinamizzazione con i sali Il primo passaggio prevede l’estrazione degli oli essenziali che può avvenire in corrente di vapore o per spremitura a freddo. NOTE

(1) La circolazione è un metodo che imita l’evaporazione e la condensazione, sottoforma di pioggia o rugiada, dell’acqua sulla Terra. Chiedete ad un vecchio contadino quale sia la differenza tra un ortaggio cresciuto con l’acqua di pioggia e l’acqua dell’irrigazione!

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LA VIA DELLA SCIENZA

dalla cucurbita, si espandono nel capitello per condensare in una contrazione quando incontrano le pareti. Il vapore ridiviene liquido e ridiscende lungo le pareti o da un gocciolatore raccolto da una gronda. Questa circolazione, come anche altre, partecipa fortemente nell’esaltazione delle proprietà biofisiche del rimedio.

Le acque salate Il sale è analogico al Sole, infatti il primo preserva dalla corruzione del corpo, il secondo conserva la vita, stimolandola. Il sale è il fulcro delle strutture cristalline chimiche e biochimiche, il Sole è il fulcro della vivificazione, senza entrambi la vita non potrebbe esistere. Il sale può avere tre manifestazioni: una fissa, una volatile e una essenziale. Altrettanto il sole che esercita una “forza volatile” come l’irraggiamento e una “forza fissa” che è rappresentata dalla gravità e che come dice il nome, è greve, sinonimo anche di pesante, denso. L’essenzialità del Sole ci è donata dalla luce Lunare, come l’essenzialità del sale è data dalla digestione e dalla cozione a caldo.

sanitaria dott.ssa Anna

Del Pup il piacere di stare bene

I modi di preparazione di un sale Vi sono molte maniere di estrarre un sale, la scelta determinerà le caratteristiche del risultato. Oltre alla maniera consueta di estrarre il sale tramite la calcinazione, che è priva però della possibilità di estrarre i delicati sali organici, esiste un altro metodo. Questo consiste nel circolare e distillare continuamente dell’alcool distillato della pianta. Alla fine un sale simile a zucchero di colore bianco giacerà sul fondo. Disciolto in acqua, filtrato e ricristallizzato. Infine, col terzo metodo, ridotte in poltiglia piante in un mortaio, se ne estrae il succo. Questo viene sobbollito come facevano le nostre bisnonne sulla cucina economica, quando preparavano i minestroni di verdure. In questo caso, l’evaporazione, con una continua eliminazione delle parti più spesse (frustoli, frammenti vegetali) si spinge fino a ottenere un liquido della consistenza del miele. Si lascia evaporare a temperatura ambiente, si lascerà asciugare, si triturerà e si chiuderà in un vaso a tenuta. Si può utilizzare un pizzico la polvere messa in un bicchiere di acqua calda per i vari usi della pianta stessa.

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LA VIA DELLA SCIENZA

Oleoliti

le l’olio. Poi si calcina il residuo strizzato fino ad ottenere una cenere candida, che a caldo viene aggiunta all’olio filtrato, agitato e messo a dimora al buio per un periodo sufficiente all’unificazione e purificazione dell’individuo olio-pianta, circa qualche mese. Non ci stanchiamo di richiamare l’attenzione al fatto di rispettare i tempi spagiricamente corretti per un buon risultato.

La preparazione degli oleoliti prevede la messa in infusione della pianta in olio. L’olio più utilizzato è quello di ricino , che già di per sé offre caratteristiche curative, quali: essere antisettico, disinfettante, antimicotico e calmante nel caso di dermatiti. Il ricino, risulta anche presso gli Egizi, tra gli oli, il più utilizzato per la sua stabilità. Per le preparazioni degli oleoliti si seguono le medesime modalità previste per i macerati in alcool. La differenza rispetto alle preparazioni in alcool è nell’attenzione che si ha nell’evitare di porre la pianta umida di rugiada, per non determinare formazioni di muffe e/o l’imputridimento del preparato. Per questo motivo si preferisce raccogliere la pianta o nella seconda ora dell’archetipo che ci interessa, per esempio al sabato, non all’alba, ma nel primo pomeriggio. Un’altra soluzione, che si può adottare con piante che mantengano a lungo la vitalità, una volta colte, è quella di lasciarle asciugare qualche ora in ambiente fresco e ventilato, non toccato dai raggi del sole diretti. Se analizzassimo il contenuto di sostanze vegetali, conosciute come principi attivi, in un oleolito troveremmo che esse sono certamente trascurabili rispetto agli oggettivi effetti dei medesimi nell’uso terapeutico. La giustificazione a tale efficacia è dovuta alla capacità dell’olio di portare in sé principi “sottili” (Arcana). Tali principi (potenzialità) vengono poi “trasmessi” attraverso la cute a tutto l’organismo. La preparazione dell’oleolito, esponendolo ai raggi solari dall’alba al tramonto, permette di fondere i magnetismi della pianta con quello dell’olio stesso, magnetismi a cui, naturalmente si aggiunge quello proprio del Sole estivo. L’operazione di esposizione si effettua per una o più cicli lunari. Alla fine si filtra, si strizza la pianta per recuperare, il più possibi-

Enflourage Si tratta di un metodo un tempo ampiamente usato presso la cultura contadina che prevedeva, anziché l’uso dei grassi di origine vegetale, quello dei grassi animali come la sugna di verro, grasso dei reni di toro, utilizzato per estrarre profumi molto delicati come la rosa bulgara o il gelsomino, oppure, per preparare unguenti contenenti piante aromatiche che venivano spalmate sul petto o sopra le narici sia per curare patologie infettive, sia per proteggersi efficacemente da possibili contagi. Il metodo, conosciuto già dagli egizi, consiste nella fusione del grasso depurato da sangue e da altre impurità, che veniva purificato con l’allume di rocca tramite una robusta ebollizione che durava una quindicina di minuti. Le quantità di allume era di circa il 15% per cento che veniva mescolato in una soluzione del 70% di grasso di verro e il rimanente di grasso estratto dalle reni di toro. Attraverso una lunga e difficile operazione, portando via la schiuma (che è già un grasso con una buona purezza), si aggiunge al grasso medesimo, una volta rifuso, dell’acqua di fiori d’arancio e di rosa, nella quantità di circa il 3% ciascuno. Si schiuma nuovamente e, una volta rifuso, il grasso così trattato, si aggiunge del benzoino in quantità di circa lo 0,3%. Di nuovo raffreddato il grasso così ottenuto viene conservato in contenitori chiusi. Così preparato si potrà allora procedere all’Enflourage vero 18


LA VIA DELLA SCIENZA

e proprio che consiste nel versare il grasso in contenitori dal fondo di vetro con un telaio in legno, come cornice, alto meno di 10 centimetri. Si fonde il grasso, per balneum o altra fonte non diretta di calore, e si aggiunge una certa quantità di fiori che vengono lasciati così per circa quarantotto ore, per permettere l’assorbimento del grasso delle sostanze odorose. La miscela così ottenuta viene sciolta in alcool per tre volte, con parti di questo a scalare (tre parti la prima volta, due la seconda e una la terza), allo scopo di portare in soluzione le sostanze eteree (che sono oli) dei fiori in presenza di un debole calore. Gli estratti alcolici vengono riuniti e raffreddati per fare precipitare le parti insolubili (le cere e le resine più grossolane). Si filtra e si distilla sotto vuoto, a bassa temperatura, e si ottengono così i profumi. Il metodo, oggi abbandonato, sicuramente laborioso e lungo, permette di ottenere una resa impensabile con il metodo a corrente di vapore, sicuramente più veloce ed economico, specie perché trovare, oggi, il grasso di verro e di toro risulta un’impresa assai ardua. Naturalmente comprendiamo come un’estrazione con un solvente chimico di sintesi “sbaragli” in termini di convenienza per costi e per tempo

impiegato, ma sicuramente non potrà mai “infondere” quegli aspetti magnetici ormai perduti e sacrificati sull’altare del profitto.

Saponi molli e saponi duri Come ci riferisce uno dei maestri della spagiria, Angelo Angelini, non troviamo riferimenti espliciti sull’esistenza dei saponi presso gli egizi. In realtà dal papiro di Ebers si parla del trattamento di olio con carbonati sodici (natron) a caldo. Tali sali con gli alluminati erano presenti in laghi salati situati nei deserti egizi. In realtà gli egizi utilizzavano anche i sali provenienti dalla calcinazione delle piante, che, notoriamente sono prevalentemente formati da carbonato di potassio e elementi in tracce, definiti oligoelementi. L’utilizzo dell’una e dell’altra pianta portano a definire in maniera miratale proprietà terapeutiche dei saponi stessi. Inoltre in questi venivano aggiunti sostanze come: miele, estratti d’erbe acque distillate che potenziavano ulteriormente le loro peculiarità terapeutiche. L’uso era prevalentemente a livello cutaneo, anche se vi sono riferimenti ad un uso orale. L’utilizzo dei saponi veniva ad appoggiare i medicamenti somministati per


LA VIA DELLA SCIENZA

zioni della chimica farmaceutica. L’efficacia di detti preparati dipende ovviamente dalla qualità, non solo in senso della purezza dei costituenti, ma soprattutto dalla loro vitalità. Gli empiastri sono parte della tradizione più antica delle preparazioni medicamentose. Le operazioni lunghe, difficoltose e “sporche” che uno spagirista deve compiere vengono ripagate dall’efficacia delle medesime che nulla hanno in comune con i moderni coctails chimici in quanto a potere curativo. Pomate e empiastri consistono nella mescolanza con olii vegetali o grassi animali di sostanze in polvere sia vegetale sia di origine minerale. Per le preparazioni rimandiamo a quanto detto per la preparazione degli oleoliti, dei saponi e nel paragrafo dedicato all’enflourage.

bocca. I saponi venivano o applicati lungo i meridiani che si decideva di utilizzare e/o in corrispondenza dell’organo malato. Come grassi venivano usati, oltre a quelli vegetali, anche grassi di origine animale quale quello del toro, del verro suddetto. La distinzione tra saponi molli e duri è ampiamente descritta anche da Plinio. Le liscivie possono essere carbonatiche o caustiche. Queste ultime si ottengono trattando i carbonati di sodio o potassio con calce in soluzione liquida secondo ben determinate proporzioni. Il carbonato di potassio si può ottenere sia dalla calcinazione vegetale sia dal sudiciume della lana dei montoni e, come già detto, dalle acque ipersaline dei laghi salati. Con questo sistema si possono avere sali provenienti dai tre regni: vegetale, animale e minerale. Quest’ulteriore connotazione si viene a specializzare la peculiarità archetipale del preparato. Nella preparazione dei saponi molli che avviene con l’uso della potassa, senza entrare nella particolare operatività che è ampiamente descritta da Angelini, la massa ottenuta chimicamente non separata è da considerarsi come una classica miscela da impasto. Viceversa i saponi duri sono preparati a partire dalla soda. Le differenze sono che il sapone potassico è molto più solubile di quello sodico: le proprietà del primo risultano molto più “dolci” di quello a base di soda. La preparazione dei saponi prevede tre fasi: la prima è quella della miscelazione degli alcali con le sostanze grasse; la seconda è la chiarificazione o la saturazione completa delle materie grasse a mezzo degli alcali in presenza di eccesso d’acqua; infine, nella terza fase, l’eliminazione dell’acqua in eccesso attraverso la cottura, che, tra l’altro, permette di ottenere la giusta consistenza del sapone stesso.

Melliti Metodo molto in voga presso i musulmani, fu ampiamente descritto dal filosofo Avicenna. Si tratta di macerare la pianta fresca o secca nel miele. È un metodo molto efficace, sopratutto per la lavorazione delle piante essenzifere; abbisogna di una buona quantità e qualità di miele, magari il medesimo della pianta che poniamo in macerazione. La pianta deve essere asciutta, per evitare putrefazioni e muffe. Articoli di approfondimento tratti dalla rivista Kemi-Hathor (Milano): Enoliti, Elisir e Vini Medicali, Giuseppe M. S. Jerace (n° 42 K.H) Gli Oleoliti, Angelo Angelini (n° 51 K.H). I Saponi - Saponi Molli, A. Angelini (n° 52-53 K.H). Delle Tinture, A. Angelini (n° 56 K.H.) Gli strumenti Spagirici, A. Angelini (n°56 K.H.) I Melliti, A. Angelini (n° 67 K.H). Olii, Pomate ed Empiastri, A. Angelini ( n° 70 K.H). I Decotti Egizi, A. Angelini (n° 70 K.H.)

Pomate ed empiastri Pomate e empiastri costituiscono un altro capitolo della medicina tradizionale, purtroppo abbandonati nella loro preparazione tradizionale, a favore di più remunerative prepara-

Immagini tratte da: www.esonet.org (incisioni di apparati alchemici e distillatori dai Lavori del Geber, Londra 1678) 20


I LUOGHI

I Luoghi della Bioguida: percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

FRIULI VENEZIA-GIULIA TRIESTE L’ARNIA

Lunedì 27 settembre ore 18,00 nell’ambito del Laboratorio Percorsi di Salute e di Pace conferenza della scrittrice Graziella Atzori dal titolo: “Quattro Strade verso la Felicità”

Corso di Riflessologia a cura del riflessologo Zhao Ning Jun Il corso si svolgerà in due week end: sabato 23 e domenica 24 ottobre sabato 30 e domenica 31 ottobre Corso di Meditazione e Scrittura Creativa a cura di Graziella Atzori

Libera Associazione per la Ricerca in Naturopatia, Igienismo e Autoterapie Piazza Goldoni 5, Trieste Tel./fax: 040/660805, e-mail: larniats@libero.it Mercoledì 15 settembre ore 18,30 Festa di apertura delle attività de l’Arnia Ingresso libero Lunedì 20 settembre ore 18,00 nell’ambito del Laboratorio Percorsi di Salute e di Pace: conferenza della scrittrice Graziella Atzori dal titolo: “Che cos’è la Felicità?”

Centro Buddista Tibetano Sakya via Marconi 34, Trieste Tel. 040/571048 Delfino Blu via Geppa 4, Trieste Tel. 338/8144318 Espande Trieste Trieste: 040/575648 - 380/7385996 Udine: 0432/44772 - 348/7404470 www.espande.it


I LUOGHI

ACTIS

Associazione Culturale Teatro Immagine Suono Via Corti 3/A, Trieste Tel. 040/3480225 actis1@libero.it L’ACTIS è presente nel mondo della ricerca artistica dal teatro alla danza e nella ricerca del benessere, sia nella formazione che nelle manifestazioni Il Giardino - Shiatsu Via Torbandena 1, Trieste. Tel. 040 366568 www.shiatsuilgiardino.it Associazione Reiki Amore Universale, Centro per il Massaggio Riflesso del Piede Via Gorizia 18, Trieste (zona Gretta) Cell. 333/4502314 (Marco) marco.master81@libero.it Reiki... la via del cuore Via Marconi 14, Trieste. Tel. 040/660991

Associazione Int. Swamateh a Trieste e a Ronchi dei Legionari Tel. 0481/776597, 333/7229821 www.swamateh.org YOGA INTEGRALE e IL DRAGO D’ORO Via San Maurizio 9/F, Trieste Tel. 040/365558, cell. 320/0975010 www.transetaoista.it (vedi articolo a pag.42) Zeleni Center Vrpholje (Kozina), Slovenia Tel. 339/7248645, zelenicenter@hotmail.com

Vuoi essere inserito nella rubrica “I Luoghi”? Invia i tuoi dati a: info@bioguida.net - fax 040/302110 I dati raccolti sono stati individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art.13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore.


I LUOGHI

Qing Feng Wushu Scuola di Arti Marziali Cinesi Tel. 347/6475956 qingfengwushu@libero.it IL PERCORSO DELL’ABBONDANZA ovvero La ricchezza Materiale La ricchezza Sentimentale La ricchezza Interiore Un percorso iniziatico che insegna a trasformare il desiderio in realtà q Il livello materiale permette di ottenere l’affluenza e il benessere economico q Il livello sentimentale permette di accostarsi all’amore manifesto e ad accoglierlo q Il livello interiore permette di comprendere il significato della gratitudine, della conoscenza e quindi della “grazia” e come queste siano disgiunte da ogni manifestazione esteriore. A molti sfugge il significato di abbondanza, perché di fatto siamo rasseganti a vivere nella ristrettezza; abbiamo imparato a nostre spese a porre limiti costanti a ogni area della nostra vita, apprendendo l’arte del compromesso con l’universo, e a vivere l’abbondanza in modo selettivo, per cui se “va bene da una parte” ci si accontenta e non si chiede di più. Intraprendere il sentiero dell’abbondanza equivale a risvegliare il principio del piacere, riconoscerlo e accettarlo.

L’abbondanza infinita valica per definizione i limiti del conosciuto, attingendo direttamente alla fonte, al principio supremo da cui scaturisce ogni forma materiale, ogni pensiero, ogni manifestazione energetica nella sua forma più sottile. I Siddha, (maestri ascesi del Tamil Nadu) hanno individuato alcune tecniche ora svelate in Occidente da Sri Guruji, un maestro illuminato che appartiene a tale corrente, mettendo in luce la dinamica del principio creativo e la modalità per creare la propria realtà. Di fatto il processo creativo è un susseguirsi costante di fenomeni che fanno capo a leggi universali di cui è importante essere consapevoli poiché permettono di governare la propria energia anziché esserne governati: q L’universo è costituito da energia q Il pensiero precede la forma: l’intenzione attrae l’oggetto, l’attenzione lo mantiene in essere q L’energia è magnetica: la qualità di un oggetto o evento ne attrae un’altra similare La legge dell’irradiazione e attrazione: ciò che si semina ritorna (anche il pensiero) Conferenze e workshop tenuti da Fiorenza Bidoli, iniziata personalmente da Sri Guruji Terapeuta di Cromopuntura del Mandel Institut – Floriterapeuta della Scuola Australiana “Living Essences” Per informazioni: cell. 338 5957833


I LUOGHI

Associazione “IZANAMI”

Scuola di Shiatsu e Istituto di Ricerca sulle Medicine Non Convenzionali e Biodiscipline La Scuola è riconosciuta a livello nazionale dalla Federazione Italiana Shiatsu SETTEMBRE: Inizio corso di Shiatsu di 1° livello Inizio corso di Shiatsu di 2° livello OTTOBRE: Corso di massaggio AN-MA con olii balsamici: Shiatsu 1° livello - seconda chiamata introduzione allo Shiatsu NOVEMBRE: “La Terapia del Soffio” PROSSIME INIZIATIVE: Shiatsu e Moxa per problemi ginecologici, gravidanza e parto Per operatori Shiatsu, Medici, Ostetriche

Shiatsu Advanced Trainer Per operatori Shiatsu 2° livello sulle tecniche di sblocco dei 3 cancelli Le maschere (Comunicazione Verbale e Fisica) La Moxibustione Per operatori Shiatsu Izanami, via del Coroneo 5, Trieste (presso lo Studio Medico Rachidia) Tel. 040/660898, www.izanami.it

Maria Perlangeli

Operatrice in Tecniche Bioenergetiche: Attivazione della Sensibilità Psichica Attivazione dei Talenti Artistici Colin (comunicazione con gli esseri di luce) I Tiranni (sciogliere le catene dentro di noi) Presso: Izanami - Tel. 040/660898


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I LUOGHI

GORIZIA

ALABATH via Duca D’Aosta 45, Monfalcone (GO) Tel. 0481/43164 Organizza il ciclo di conferenze: “La vita un viaggio, la meta la conoscenza”

Associazione Culturale ALETHEIA Via San Giacomo 34, Monfalcone (GO) Tel. 333/2858588

1 ottobre: ”Fiori australiani per il benessere emozionale e fisico”, dott. Erica Savioli 8 ottobre: ”I disturbi psicologici della donna: terapie e rimedi naturali”, dott. Cristina Orel 15 ottobre: ”Donna: maternità e aborto, aspetti psicologici e psicopatologici” dott. Barbara Blaseotto 22 ottobre: ”Costellazioni familiari” dott. Alessandro D’Orlando 29 ottobre: ”Alimentazione: diete e intolleranze alimentari a confronto”, dott. Luciano Rizzo 5 novembre: ”L’acqua fonte di vita e di salute”, dott. D. Tessarotto 11 novembre: ”L’energia segreta dei cristalli” Fufi Sonnino 19 novembre: ”Guarire gli animali Guarire se stessi”, dott. Stefano Cattinelli 26 novembre: ”One Brain: un approccio facile ed efficace alla gestione dello stress”, Mario Pontinelli 3 dicembre: ”La società cambia: cambia anche la coppia?”, dott. Milena Milone 9 dicembre: ”L’uomo che vive dei suoi sogni: romanzo sull’attacco di panico”, dott. Roberto Pagnanelli

ISENRO’ Istituto Superiore Europeo di Naturopatia e Reflessologia Olistica Via Duca D’Aosta 50, Gorizia Tel. 0481/536232, isenro@email.it Cellulare: 340/2914048 Organizza il Corso di Formazione:

“Prevenzione e terapia multidisciplinare delle malattie del comportamento e delle malattie cronico-degenarative” Docenti: prof. Renato De Magistris, prof. Pietro Scognamiglio, dr. Raffaele Cascone, dr. Enrico Brun, prof. Leila Nicoletti Inizio sabato 25 / domenica 26 settembre Durata: 7 week-end presso la sede di Latisana (UD). L’ultimo week-end e gli esami saranno tenuti presso l’Ordine dei Medici di Napoli CALICANTO DUEMILA Via Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO) Tel. 0481/475545 Organizza presso la Sala del Consiglio Comunale di Ronchi dei Legionari (GO), con inizio alle ore 20.30, le conferenze: 23 settembre: “Il cuore nelle mani attraverso lo Shiatsu”, Donatella Boldrin 30 settembre: “Autostima nella Coppia” Gianfranco Vendruscolo

(Presso la Casa Albergo di Via Crociera Monfalcone - GO, inizio alle ore 20.30)

Om Shanti Via dei Grabizio 7, Gorizia Tel. 0481/21138, cell. 347/7195065 omshantih@libero.it

Per maggiori informazioni e per il calendario completo delle conferenze dei mesi di ottobre e novembre: tel. 0481/ 475545 - 0481/411658

Associazione Internazionale Swamateh A Ronchi dei Legionari e a Trieste Tel. 0481/776597, 333/7229821 www.swamateh.org 26


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I LUOGHI

Centro Studi Discipline Energetiche Orientali Scuola di formazione Shiatsu

CORSO SHIATSU BASE

INIZIO 23-24 OTTOBRE 2004 I corsi base sono creati per misurare l’attitudine dei partecipanti a questa disciplina e per valutare l’opportunità all’iscrizione alla scuola professionale. Il corso essenzialmente pratico, si articola in 40 ore, e fornisce gli elementi necessari per consentire di effettuare un trattamento Shiatsu generale, migliorando la vitalità e lo stato di salute della persona che lo riceve. Portando l’attenzione agli esercizi sul respiro e rilassamento, andremo a consolidare e fluidificare lo scorrimento dell’energia dentro di noi. Analizzeremo le caratteristiche generali della

pressione Shiatsu: uso del peso; perpendicolarità; pressione, uso del respiro e lo sviluppo di una postura corretta da assumere per potersi muovere correttamente durante il trattamento. Si utilizzeranno tecniche che prevedono l’uso del palmo della mano e del pollice sulla persona da trattare, studiando le sequenze di trattamento in posizione prona e supina, che sono quelle più semplici e di più vasto impiego . L’insegnamento si fonda sulla pratica ripetuta e controllata: mostra le tecniche trattando gli allievi che sono poi invitati a ripetere quanto visto, lavorando a coppie.

CORSO SHIATSU PROFESSIONALE INIZIO 27-28 NOVEMBRE 2004

Si accede dopo aver frequentato il corso base. Il corso Shiatsu professionale si articola in 600 ore distribuite nell’arco di tre anni. L’insegnamento si basa sulla pratica (sequenze base, trattamenti specifici, etc.), sulla teoria (fondata sulla Medicina Tradizionale Cinese – M.T.C.), su esercizi di stretching dei meridiani. Il tutto verrà trattato via via più approfonditamente nel corso dei 3 anni. Per informazioni ed iscrizioni SoleLuna - Boldrin Donatella Ronchi dei Legionari (GO) Tel. 339 8435858 - www.riyue.it – info@riyue.it

La via del Cuore è così profonda. E’ profonda come gli oceani e senza confini come i Cieli. Quanti davvero lo sanno? (S.W. cap. 78) 28


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I LUOGHI

UDINE

JONATHAN PROJECT Via Canada 8, Udine Tel. 0432/523386

Associazione l’Alba Scuola di Shiatsu, Cranio-Sacrale e Yoga Via J. Augusta Bueriis, Magnano in Riv. (UD) Tel. 340/1456671, www.associazionealba.it info@associazionealba.it

www.jonathan-project.it info@jonathan-project.it

Sabato 25 settembre alle 19.00 in “Villa Muciana“ in P.zza S. Marco, Muzzana del Turgnano. (UD), serata sul tema: UFO Fantasia o Realtà? Relatore sarà il noto ufologo Antonio Chiumiento

L’Albero Magico viale Mazzini 32, Tarcento (UD) Corsi, seminari, conferenze, teatro Tel. 0432/782004 Animali di Città via Ampezzo 33, Udine Tel 0432/486004, adcudine@tin.it

Rakesh OMC Via Costantini 8, Tricesimo Tel. 0432/854031, rakesh.omc@libero.it

La Bioteca Via Villa Glori 41, Udine. Tel. 0432/231143

RICERCHE DI VITA Da oltre quindici anni un percorso di crescita personale e di ricerca interiore che affonda le sue radici nella saggezza degli antichi e nella scientificità del metodo moderno

Il Centro del Cuore Via Leonacco 19, Udine Tel. 0432/482215, 347/2526281 info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it Il Centro di Integrazione Via del Carbone 1, Udine. Tel.0432/21023

Programma delle attività per il Friuli Venezia Giulia (Udine) 3 ottobre: “Attraverso il Fuoco” L’affascinante esperienza della camminata sui carboni ardenti Dal 13 ottobre: “Incontri serali di meditazione” Semplici incontri dedicati a chi vuole conoscere la meditazione 3-5 dicembre: “Intensivo di Illuminazione” Un ritiro di meditazione splendido e coinvolgente alla ricerca dell’Illuminazione 8 dicembre: “La Scienza e l’Arte dell’Alimentazione” Conoscere il valore dei cibi e imparare a nutrirsi con consapevolezza 19-20 febbraio: “Il Mandala della Vita I 32 Quadrati” Un affascinante percorso di studio dei principi della vita. Per ulteriori informazioni o per ricevere il nostro programma completo: 0432/728071 www.ricerchedivita.it ricerchedivita@hotmail.com

Centro Shiatsu-Do Via G. da Udine 26, S. Giorgio di Nogaro (UD) Tel. 0431/621585, 335/6033463 GRUPPO RICERCA METODO FELDENKRAIS Viale Venezia 12, Udine Tel. 328/9580419 (Monia) Tel. 0432/854454 - 347/8188431 (Angela) ISTITUTO PRANIC HEALING ITALIA c/o Healing Center Via Colloredo 148, Pasian di Prato (UD) Tel. 320/2749952 OIPA-Org. Int. Protez. Animali (Laura Pontini) Via Ellero 5/9D Santa Maria La Longa (UD) Tel. 349/2886751, 0432/995452 info@lamentorumeno.com 30


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I LUOGHI

CENTRO “IL DELFINO” Via Pasubio 54 Tarcento (UD) Tel. 0432/783398 Fax 0432/793491 info@il-delfino.it - www.il-delfino.it

Spazio Armonico viale Tricesimo 172, Udine Tel. 0432/470163 spazioarmonico@libero.it Tecniche Arti Orientali (associata al C.R.T. Italia ) Via Biella 92, Udine. Tel. 0432/478149 (Mario Antoldi), www.t-a-o.it info@t-a-o.it

Al mercoledì conferenze a ingresso libero: YOGA CLUB LIBERTAS Udine, Palazzolo dello Stella (UD) e Rivignano (UD) Tel. 0432/547594

22 settembre: Verticalità ed energia tachionica 29 settembre: Danze con i Fiori di Bach 06 ottobre: Presentazione del laboratorio di formazione in riabilitazione muscolare ed articolare 13 ottobre: Come raccontare una fiaba 20 ottobre: La fiaba: esprimere il Tesoro Nascosto che Siamo 27 ottobre: Osteopatia 03 novembre: Aura-Soma 10 novembre: Parto a Domicilio come esperienza dolce per mamma e bambino 17 novembre: Costellazioni Famigliari ed Eolos 24 novembre: Omeopatia

PORDENONE Associazione L’Aurora

Via Piave 17, Versiola di Sesto al Reghena (PN). Tel. 0434/688591 L’associazione propone nel suo piccolo centro, immerso nella quiete della campagna di Sesto Al Reghena (PN), serate a tema con esercizi di respirazione, scioglimento, rilassamento e socializzazione, il giovedì sera dalle 20 alle 22. Il tema di ogni singolo incontro lo puoi trovare sul sito www.bioguida.net o telefonando ai seguenti numeri: 0434/688591, 329/9793351

Vengono inoltre organizzati i seminari:

25-26 settembre: Eolos 02-03 ottobre: Verticalità 1 16-17 ottobre: Danze con i Fiori di Bach e alimentazione 23-24 ottobre: Eolos 30-31 ottobre: Costellazioni Famigliari 13-14 novembre: Aura-Soma 27-28 novembre: Eolos Inizio dei Corsi: 20 settembre: Artegioco 21 settembre: Yoga per Bambini 21 settembre: Yoga per Adulti 22 settembre: Danze con i Fiori di Bach 23 settembre: Laboratorio sperimentazione del Colore 23 settembre: Il Colore dei Desideri

ASS. “IL SOFFIO” Scuola di Shiatsu Via Rotate 10, Pordenone Tel. 347/5102713 338/9075470 Sono aperte le iscrizioni per i Corsi di Shiatsu Triennali Durata del corso: da ottobre a giugno Frequenza: 1 week-end al mese e 1 serata settimanale. Totale: 220 ore teorico-pratiche annuali

Si organizzano anche corsi di preparazione al parto e in coppia, massaggio al bambino e postparto, terapie individuali rivolte al naturale. 32



I LUOGHI

VENEZIA

Ass. Cult. Risveglio Felice Pordenone. Tel. 338/1099227 (Valeria) Tel. 347/2721261 (Adriano)

Accademia di Aikido Via G. Rizzardi 85, Venezia

CENTRO STUDI SYN per l’Educazione Biocentrica Via Francesco Baracca, 12/4 S. Vito al Tagliamento (PN) Tel. 0434/833019, assocsyn@tin.it

Ass. Island of Future Yoga Torcello 6, Venezia. Tel. 041/735080 Centro per lo Studio delle Bioenergie San Polo 1056, Venezia Tel. 349/283 7638, 347/5386600

Osho Pratyahar M.C. Via Casarsa 9, Arzene (PN) Tel. 0434/89714, 340/2840698

Circ. Cult. Diffusione Reiki Via G.Felisati 69, Venezia. Tel. 041/974459

VENETO

Centro Ricerche Tai Chi Italia Campo del Grappa 10, Venezia

PADOVA

VICENZA

Centro Yoga Shakti Via Trieste 26, Padova (PD) Tel. 049/8753903

Area Yoga Via D. Manin 23, Schio (VI) Tel. 0445/512020

CENTRO STUDI SYN per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova Tel. 049/8979333, assocsyn@tin.it

Ass. Cult. Yoga & Ben-Essere Via Stella 9, Verona Tel. 045/8039107

Ass. Cult. Centro Studi Yoga Corso Milano 29, Padova Tel. 049/8762464

Circolo Yoga e Benessere Viale del Progresso 25 - Cavazzale Monticello Conte Otto (VI) Tel. 0444/945266

Laboratorio di Yoga e Cultura Via Rogati 54, Padova Tel. 049/657863

CENTRO STUDI SYN per l’Educazione Biocentrica Via Villa Glori 22, Vicenza Tel. 0444/922682, assocsyn@tin.it

Sepy&A Educazione Prenatale Yoga e Ayurveda Via Eraclea 12, Padova Tel. 049/684187 Scuola Internazionale di Shiatsu Corso Milano 29, Padova Tel. 049/8762464

Centro Studi Shiatsu Naga-Iki Scuola di Medicina Tradizionale Cinese Jiangsu ® Via F. Filzi 11, Olmo di Creazzo (VI) Via Quattro Martiri 10, Arzignano (VI Tel. 0444/676600 jiangsu@albaclick.com

Scuola di Shiatsu Tradizionale Via Monte Sirottolo 16/18, Padova Tel. 049/8685965 seve.maistrello@tin.it

Istituto Yoga Contrà S. Faustino 21, Vicenza Tel. 0444/542642 34


I LUOGHI

LOMBARDIA

Zen D’Occidente - Centro di Vicenza Via De Amicis 11, Vicenza Tel. 0444/569784, 347/4844925

MILANO Accademia Italiana Shiatsu Do Sede Nazionale: Via Settembrini 52, Milano Tel. 02/29404011

TREVISO Centro Culturale Estrada Via Brigata Marche 24, Treviso

ACCADEMIA DI KINESIOLOGIA Via Plinio 1, Milano. Tel. 02/96720346 info@accademiadikinesiologia.it www.accademiadikinesiologia.it

Centro Espande Treviso Via E. Mattei 2, Dosson di Casier (TV) Tel. 0422/490523

Ananda Ashram Via Prandina 25, Milano Tel. 02/2590972

Centro Lama Tzong Khapa Via General Pennella 12, Treviso Tel. 349/3270081, 0422/444711

Ass. Nazionale Insegnanti Yoga Alzaia Naviglio Grande 12, Milano Tel. 02/8361288

Istituto Olistico Viale della Vittoria 307 Vittorio Veneto (TV) Tel 0438/941457 info@istitutolistico.it

Bem Vivir Via dei Tigli 2, Arese (MI) Tel. 02/93580260

OSHO MEDITATION CENTER Via Cavour 7/A, Ponzano Veneto (TV) Tel. 0422/968485, info@oshotreviso.com www.oshotreviso.com

Centro meditaz. Siddha Yoga Viale Monza 129, Milano Tel. 02/26145189

La Sorgente Via Risorgimento 34, Treviso. Tel. 0422/412844

Centro cult. Ray Via Monfalcone 4, Milano Tel. 02/2619070

TRENTINO ALTO-ADIGE

Centro Rondò dei Pini Via Casanova 7, Monza (MI) Tel. 039/320918

Centro Cult. Oasi di Shiatsu Via Celepina 75, Trento. Tel. 046/1982781

Centro Yoga Bhadra Via G. Bruno 11, Milano Tel. 02/347939

Centro Te Hara Via Bonporti 17, Rovereto (TN) Tel. 0464/556772

Centro cult. Yoga Maya Via Jacopo Palma 5, Milano Tel. 02/48704202

Helianthus Via Trieste 12, Levico Terme (TN) Tel. 0461/706677

Centro Yoga Raggio di Sole Via E. Morosini 16, Milano Tel. 02/55016558

Shiatsu Recherche Via Della Roggia 17, Bolzano. Tel. 0471/974727 35


I LUOGHI

Centro Yoga Sadhana Via Toscana 11, Monza. Tel. 039/2003516

Olistica Salus Via S.Martino della Battaglia 14, Milano Tel. 02/58300910

Centro Yoga Satyam Via Don L. Milani 6, Desio (MI) Tel. 0362/303898

Il Piccolo Amrit Via Tagiura 25/26, Milano Tel. 02/48954095

Centro Yoga Satyam Via S. Francesco 10, Seregno (MI) Tel. 0362/328113

Pratica-Mente Via Osti 2, 20122 Milano (MI) Tel. 02/878346 praticamenteit@yahoo.it

Centro Yoga Satyananda Via G. B. Pergolesi 9, Milano Tel. 02/6693896

Sahaja Yoga Milano Via Vetere 9, Milano Tel. 02/8360692

Hara Yoga Dojo Sheegana Via Savona10, Milano Tel.02/89422500 info@harayoga.it

Shambala Shiatsu Via Jean JaurĂŠs 9, Milano Tel. 02/26141690

Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Cascina del Sole 44/46 Novate Milanese (MI). Tel. 02/3541029

Shakti Centro Studi Yoga Alzaia Naviglio Grande 12, Milano Tel. 02/8361042

Majinai Via Caccialepori 18/a, Milano Tel. 02/48709114

SHIATSU E NATURA Via Einstein 4, Monza (MI) Tel. 039/2848533, cell. 338/4030662 b.allegrezza@homegate.it www.zenshiatsu.it

MONASTERO ZEN IL CERCHIO via dei Crollalanza 9, Milano. Tel. 02/8323652 cerchio@monasterozen.it www.monasterozen.it

Shiatsu Xin Via Maiocchi 18, Milano Tel. 02/29510029

Il Mosaico Via G. Romano 11, Milano Tel. 02/58317962

Spazio Vallisa Yoga G. Del Maino 16, Milano Tel. 02/4815105 Shen Ass. Culturale Via Padre G. B. Martini 30, Milano Tel. 02/28510617 La Valle di Ren riequilibrio energetico naturale Via Aristotele 67, Milano. Tel. 02/27080753

OIPA Organizzazione Internazionale Protezione Animali Via Passerini 18, Milano Tel. 02/6427882 www.oipaitalia.com info@oipaitalia.com

Yoga Darsana Path Via A. Banfi 19, Vimercate (MI) Tel. 039/6918222 36


I LUOGHI

BERGAMO

PIEMONTE

Centro Yoga Dalmine Via Don Rocchi 22, Dalmine (BG) Tel. 035/370216

ISTITUTO ITADO Via Goito 12, Torino. Tel. 011/6698482 istituto.itado@tiscalinet.it www.itado.org

Centro Yoga Mandala Via Borgo Palazzo 3, Bergamo (BG) Tel. 035/215395, 333/4576099

ISITUTO DI SHIATSU INTEGRALE Via Alessandria 26/b, Torino Tel. 011/2476380 info@isishiatsu.it www.isisshiatsu.it

BRESCIA

Scuola Italiana Ki Shiatsu C.so Francia 4, Rivoli (TO). Tel. 011/9581463

Accademia Maharishi Sathyananda Via F..lli Ugoni 4, Brescia (BS) Tel. 030/294947

Scuola di Shiatsu Arche’ Via Vanchiglia, 30, Torino. Tel. 011/8178100

Scuola Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Iseo 12, Erbusco (BS) Tel. 030/7702450 Via Brescia 22, Montichiari (BS) Tel. 030/962932 Via Paolo VI 1, Sarezzo (BS) Tel. 030/802438

Sinestesi V.le Beretta ang. Via Piave Casalemonferrato (AL) Tel. 014/2921448

LIGURIA Joytinat Centro Yoga Ayurveda Sede nazionale: Via Balbi 33/29, Genova Tel. 010/2758507 Sedi locali: Milano, Torino, Como, La Spezia, Belluno, Sondrio, Gorizia, Udine, Trieste, Palermo

PAVIA MAHA DEVA Cascina Orologio - Frazione Boschi 2 Travaco’ Siccomario (PV) Tel. 0382/482809

CENTRO MANDALA Viale Pio VII 41/a, Genova Tel. 010/391674, 010/3992979 mandalagenova@tiscalinet.it www.centromandala.it

Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Argonne 6, Pavia. Tel. 0382/29300 Via F.Busca 55, Mezzanino (PV) Tel. 0385/716104

Centro Studi e Ricerche Shiatsu Via XX Settembre 34/12, Genova Tel. 335/8050307

VARESE Il Sole la Via del Respiro Centro Studi Yoga Via Monte Tabor 7, Varese. Tel. 0332/237179

EMILIA ROMAGNA

Il Melograno (emporio naturale) Via Roma 5, Busto Arsizio (VA) Tel. 0331/624516

Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR) Tel. 0525/60296 37


I LUOGHI

TOSCANA

CENTRO NATURA Via degli Albiari 6, Bologna Tel. 051/235643, 051/223331 www.centronatura.it

CENTRO ZEN FIRENZE Via San Domenico 77, Firenze Cell. 339/8826023 centro@zenfirenze.it www.zenfirenze.it

SpazioShiatsu Via Dalmazia 71, Parma Tel. 0521/533831

Findhorn Foundation Isabella Popani isa.popani@spaziosol.it

Istituto Shiatsu Integrato Piazza F.D.Roosevelt 4/F, Bologna Tel. 051/220848

Istituto Maithuna srl Villaggio Upacchi 51, Anghiari (AR) Tel. 0575/749330

Accademia Italiana Medici e Farmacisti Omeopatici P.za Malpighi 7, Bologna Tel. 051/228356

Istituto Europeo di Shiatsu a Milano e Firenze Via Lucignano 39, Montespertoli (FI) Tel. 0571/670 269

La Terra Degli Incantesimi Via Idice 30, San Lazzaro di Savena (BO) Tel. 348/8146621 isabellafonsati@libero.it

Pundarika LocalitĂ Cordazingoli 18, Riparbella (Pisa) Telefoni di riferimento: cell. 338/6759340 (Erica) tel. 050/694063 (Dino)

Eruppakkattu Jose Via E. Fermi 19, 29100 Piacenza (PC) Tel. 0523/756633

UMBRIA, MARCHE, ABRUZZI

Scuola Italiana Yoga-Shiatsu Via S .Pertini 12, Monteriggioni (SI) Tel. 057/750414

Ananda Assisi Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG) Tel. 0742/81.36.20 Fax 0742/81.35.36

Shiatsu-Ki Via Turr 21, Firenze Tel. 055/5001280

Centro Adhara Via Porta Pescara 20, Chieti Tel. 0871/331606

LAZIO Ass. Cult. Armonia Via Prati Farnesina 29, Roma Tel. 06/3341003

Oki Do Italia Via Nazionale 238/a, Colbordolo (PU) Tel. 0721/495117

Amrita Centro Yoga e Ayurveda Via C. Colombo 436, Roma Tel. 06/5081202

SHIBUMI SHIATSU SCHOOL Via L. Manara 134 San Benedetto del Tronto (AP) Tel. 0735/591071 www.shiatsuschool.it shibumiyang@libero.it

Ananda Marga Yoga Via delle 7 Chiese 120, Roma Tel. 06/55268912 38


Ananda Roma Largo della Gancia 5, Roma Tel. 06/37516057, 06/6292016 Centro di Meditazione Zen “Hui - Neng” Via Giuseppe Di Vittorio 30, Roma Tel. 06/2576139, cell. 338/8658246 Centro Olistico Take Off via L.Perna 51, EUR-Montagnola, Roma Tel. 06/54225603, 347/3706437 Corsi di gruppo per smettere di fumare con l’aiuto della Floriterapia, secondo la metodologia dei GFT: www.floriterapia.com

Centro Yoga Casalpalocco Viale Alessandro Magno 192, Roma Tel. 06/5053097, 333/3417079 Centro Zen L’Arco Piazza Dante 15, Roma. Tel. 06/70497919 Istituto Europeo di Shiatsu V.le Don P.Borghi 200, Roma Tel. 06/5290743 Meiso Shiatsu Via dei Dalmati 37, San Lorenzo, Roma Tel. 06/4451244, 06/4456372 okidoroma@okido.it NATURALANDIA Alimenti e accessori per animali, consulenze di naturopatia. Via delle Giunchiglie 11, Roma Tel 349/2881156 Scuola Keiraku Shiatsu Via Veglia 31, Roma Tel. 06/87189101, 06/8170747


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LA VIA INTERIORE

L’energia dell’accadere Storia e tradizioni del Qi Gong a cura del Drago D’Oro

T

radizionalmente la storia della teoria del Chi e del Qi Gong ha inizio con la medicina cinese dal 2690 al 2590 a.c. Qi Gong significa “lavorare con il Chi” o, attraverso la respirazione, “accumulare il Chi”. In Cina ci sono circa 250 scuole di Qi Gong, ognuna delle quali sottolinea un particolare aspetto, meditativo, respiratorio, energetico. Conosciamo 4 principali scuole: Confuciana, Medica, Buddhista, Taoista. La scuola Longmen o “Porta del Drago” è riconosciuta anche come scuola Taoista del Nord, direttamente o più apertamente derivata dalle tecniche di coltivazione della lunga vita degli asceti taoisti e dalle tecniche dell’antico sciamanesimo. La Scuola Taoista del Nord, nota sotto il nome Quanzhen o “Scuola della Realtà Suprema”, era stata fondata alla fine del periodo Song da Wang Chong Yang (1148-1170) e proponeva una dura disciplina e una rigorosa vita monastica, riunendo sia i principi Buddhisti che Confuciani. Sotto la guida di Qiu Chuji, uno dei sette discepoli più famosi di Wang Chong Yang, la scuola Quanzhen acquistò sempre più potere stabilendo il suo centro nel Tempio delle Nuvole Bianche di Pechino e, più tardi, diventò la Scuola della Porta del Drago o Longmen. Quest’ultima sarebbe stata fondata secondo la tradizione, dallo stesso Qiu-Chuji dopo la morte del suo Maestro Wang Chong Yang, nel 1170. Attualmente il caposcuola di questo Qi Gong Taoista è il Maestro Shen Hongxun, iniziato dal nonno Paterno Bao Tai, ventesimo discendente della Scuola Longmen , a sua volta iniziato dal Maestro Yang-Yuanhe, rapresentante della diciannovesima generazione

della Scuola. Questa pratica veniva trasmessa segretamente di generazione in generazione attraverso i registri genealogici. In questo modo il Maestro Shen è divenuto il ventunesimo discendente, un medico agopuntore che risiede in Belgio e svolge la sua attività in tutta Europa, Italia compresa. Egli ha fondato una sua Scuola, la Taiji Wuxigong, o “pratica delle cinque respirazioni del Polo Supremo”, sembra distaccandosi volutamente dalla antica Scuola di origine, in quanto rivolta esclusivamente a persone esperte di pratiche alchemiche. Oggi la sua Scuola, come la maggior parte delle scuole moderne di Qi Gong, si pone l’obiettivo di rivolgersi a tutti per scopi terapeutici. Tradotto in lingua italiana Qi Gong significa lavorare con il Qi (energia). Nella sua applicazione il Qi libera la pressione tra le vertebre, riattiva e mantiene equilibrate le vibrazioni elettromagnetiche cellulari, risvegliando con una costante pratica le percezioni extrasensoriali. Agisce quindi sui disturbi del sistema digerente, cardiocircolatorio, respiratorio, urogenitale endocrino. Si conoscono 3 tipi di Qi Gong: di prevenzione, di evoluzione interiore, delle arti marziali. Il 42


LA VIA INTERIORE

Qi Gong condotto come metodica di prevenzione e di evoluzione interiore permette ai praticanti di ”lasciare che accada”, “ridere” “aprire il Cuore, il centro cardiaco”, considerando l’esperienza estatica una delle vie di ricerca che trova nella transe il veicolo per il contatto con una coscienza allargata. Questo tipo di Qi Gong permette l’accesso ad uno stato di transe senza perdita di coscienza, in cui ognuno può sperimentare, come un osservatore silenzioso e permissivo, le manifestazioni spontanee che il proprio corpo produce mentre il Qi, l’energia, opera. La transe porta ad uno stato di coscienza allargata che permette al praticante di diventare un osservatore passivo, “consapevole di ciò che è”. In questo stato si possono fare esperienze spirituali profonde o avere ricordi lontanissimi, dove il corpo diventa luogo e scenario di contenuti personali nascosti, di paure e di gioie, di emozioni mai espresse e altrimenti difficilmente manifestabili. La transe porta con sé uno stato di protezione e una sorta di liberazione di ciò che, via via,

accade. Durante i seminari è sufficiente essere permissivi a ciò che avviene, lasciando che il Drago, con la sua intelligenza, ci guidi. Lentamente o rapidamente il primo Dantien viene attivato, dando luogo a svariate manifestazioni spontanee di liberazione, quali saltelli, contorsioni, scuotimenti, risa, pianti, canti, silenzi. Per questo tipo di esperienze, naturalmente, è quanto mai necessaria la guida e la supervisione di un maestro esperto e qualificato, la cui formazione sia dimostrata e certificabile, meglio se direttamente proveniente dai grandi insegnanti viventi, unici nel tramandare correttamente gli antichi metodi.

In Italia, a Trieste, la scuola di Qi Gong Taoista “Il Drago D’Oro” proviene dalla scuola Longmen. Robertho Fato, maestro di Yoga Taoista, Qi Gong e Bioenergia, è stato iniziato dal Maestro Shen Hongxun e nella sua scuola propone una metodica di insegnamento che mantiene integro il corpus del Qigong e Taiji e le 37 posizioni ricevute dal maestro.


LA VIA DEL CIBO

Polvere d’ala di farfalla La Curcuma, dispensatrice di fortune sotterranee di Manuela Zippo

dente grazie alla dottrina della “segnatura” per la quale si riteneva che essa, grazie al suo colore giallo-arancio come quello della bile, fosse vantaggiosa nel trattamento dell’itterizia. Pertanto figurò tra i medicamenti per le affezioni del fegato. Oggi numerosi studi scientifici dimostrano che la curcuma possiede principi attivi che svolgono azione coleretica, colagoga e epatoprotettiva. In India, in antichità, si utilizzava per tingere le fibre tessili. Le donne inoltre la usavano come cosmetico ed era nota per i suoi effetti curativi donando a chi la usava un colorito dorato. Chitra Banerjee Divakaruni cita nel suo libro “La Maga delle spezie”: ”Sollevando il coperchio del contenitore accanto alla porta della bottega, se ne percepisce subito l’odore, anche se ci vuole un attimo prima che il cervello ne registri l’aroma sottile, lievemente amaro come quello della nostra pelle, e quasi altrettanto familiare. Accarezzatene la superficie con la mano, e la serica polvere gialla vi infarinerà il palmo e i polpastrelli. Polvere d’ala di farfalla. Avvicinate la mano al volto. Strofinatevi le gote, la fronte, il mento. Non abbiate timore. Per millenni prima dell’inizio della storia, le spose e le fanciulle che aspiravano a maritarsi hanno fatto lo stesso. Imperfezioni e rughe scompariranno, grasso e segni del tempo saranno spazzati via. Per giorni, in seguito, la pelle brillerà di un pallido bagliore dorato”. La curcuma ha innumerevoli proprietà farmacologiche. Numerosi studi scientifici dimostrano che questa spezia ha effetti salutari sull’apparato digerente, cardiovascolare, affezioni reumatiche e sistema immunitario. Spiccata la sua attività antiossidante. In India oltre che nella cucina è usata per le sue proprietà antinfiammatoria, antiartritica, reumatica e come antibiotico naturale.

L’

estate volge al termine e i colori che ci circondano ci aiutano ad accettare l’approssimarsi dell’autunno. Per qualche mese siamo stati spettatori e fruitori di colori sgargianti. Ci hanno accompagnato il verde smeraldo della vegetazione, l’azzurro brillante del mare, il giallo paglierino del grano e del sole. Ora il paesaggio sfuma dolcemente. Non più colori accecanti, ma colori che avvolgono, che raccolgono nella loro essenza il rigoglio e l’esuberanza estiva e li trasformano nelle calde e morbide tonalità della maturazione e della saggezza autunnale. E quindi profusione di marroni, celesti, sfumature di rossi, giallo ocra e naturalmente arancione. Arancione come il colore del sole che tramonta ad indicare l’inizio del percorso sotterraneo; un altro ciclo si è concluso e un altro sta per iniziare. La spezia che meglio rappresenta questo passaggio è la curcuma, di colore arancio brillante la cui radice ricca di proprietà benefiche si sviluppa nel sottosuolo. La Curcuma longa, è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia dello zenzero ed è coltivata in India, Cina e Indonesia. La spezia si ottiene per polverizzazione delle radici, le quali solitamente vengono importate intere dal paese di origine e poi macinate. Qui vengono bollite, seccate, pelate e macinate per produrre miscele di spezie come il curry, il cui colore giallo-arancio deriva proprio dalla curcuma. Chiamata anche lo zafferano d’Oriente, nella Roma imperiale serviva come tintura conosciuta con il nome “terra merita” e nel Medioevo fu usata per colorare vetrate, alimenti e anche prodotti farmaceutici. Nel sedicesimo secolo divenne celebre in Occi44


LA VIA DEL CIBO

Grazie ai suoi effetti purificanti può esser utilizzata in diete disintossicanti e aggiunta in cottura al riso dona un’aroma sottile e un bel colore dorato. In caso di sintomi da raffreddamento si può versare mezzo cucchiaino di polvere di curcuma in una tazza di acqua bollente e lasciarla riposare per 10 minuti, quindi si aggiungono mezzo cucchiaino di zenzero e miele e si beve l’intruglio più volte al giorno. Anche l’applicazione sui foruncoli antiestetici con curcuma e acqua è utile ma è meglio farlo prima di andare a letto visto il suo colore giallo brillante. Quando l’impasto si essicca si sciacqua con dell’acqua. Nella tradizione ayurvedica la curcuma assume un ruolo molto importante. E’ classificata come amaro e viene consigliata per equilibrare l’eccesso di Kapa. E’ meglio comperarne poca alla volta perché tende a perdere sapore molto in fretta e inoltre per assimilarla meglio è utile assumerla con una base lipidica come la lecitina o altri acidi grassi essenziali durante i pasti.

Una ricetta: Dhal di lenticchie rosse Lavare più volte in acqua fredda 180 g di lenticchie rosse, scolarle, metterle in una casseruola con 9 dl di acqua e portare ad ebollizione. Schiumare la superficie, aggiungere una fetta di zenzero fresco e 1 cucchiaio scarso di curcuma, cuocere per 30 min. quindi regolare di sale. In un padellino scaldare per 1 min. 2 cucchiai di olio di semi o di oliva leggero con 1 cucchiaino di cumino e 2 peperoncini rossi piccanti, privati dei semi e affettati. Versate l’olio speziato nel dhal, lasciare riposare, spremere un succo di limone e servire con riso e yogurt bianco.

Bibliografia: “La maga delle spezie” Chiara Banerjee Divakaruni, Ed Einaudi. “India in cucina” A. Avallone Ed Mondatori. “La via delle spezie” E. Riva, Ed. GVedizione. “Trattato di medicina naturale” Pizzorno Murray, Ed. UTET. “Spezie” M.A.Webb, Ed. Idealibri. “Le Spezie” M.C. Salemi, Ed. Cardini. “Le Erbe della salute” Deepak Chopra, Ed Sperling & Kupfer.


LA VIA DEL CIBO

Dall’oliva all’olio, nel nome della qualità L’esempio dell’area di produzione giuliana: la d.o.p. “Tergeste” e la varietà “Bianchera” – un blend, come si dice in gergo – e senza una precisa identità di riferimento? Direi proprio di no. La provenienza incide moltissimo sul prodotto finale, seppure la qualità è possibile ottenerla ovunque. Non c’è regione d’Italia o altro Paese al mondo in cui non si riesca a conseguire la qualità, sia chiaro. L’importante però è farla, possibilmente puntando all’eccellenza e magari tipicizzandola. Ma – accertato il fatto che la qualità è possibile conseguirla ovunque – è altrettanto fondamentale discernere anche cosa sia effettivamente la qualità in relazione a un determinato territorio, perché sono in pochi a conoscerne gli elementi distintivi. Ecco giungere perciò in soccorso la Dop, acronimo di “denominazione di origine protetta”, una istituzione comunitaria che fissa, attraverso uno specifico disciplinare, regole ferree alle quali attenersi. Ciò è fondamentale, lo è anche laddove non è stata ancora istituita una Dop. Il riferimento a uno specifico territorio comporta una connotazione della qualità, un valore aggiunto da assegnare al prodotto, non solo sul piano commerciale. Nel caso dell’area giuliana, in provincia di Trieste, vi sono oliveti che coprono una superficie complessiva di circa ottanta ettari. È una olivicoltura che si può a ragione definire eroica. Le condizioni sono difficili, la paura del gelo incombente, gli oli che si ricavano sono in compenso eccelsi. È un miracolo della natura cui fa seguito l’impeccabile impegno di chi lavora; e proprio qui, in questo lembo di terra a ridosso dell’altipiano Carsico e con uno sbocco

di Luigi Caricato

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a qualità resta sempre l’obiettivo prioritario. Non si può sottovalutare tale proposito nella scelta di un extra vergine. D’altra parte le note di pregio di un prodotto costituiscono la spinta decisiva nell’orientare il consumatore all’acquisto. L’ineguagliabile valenza salutistica e nutrizionale costituiscono l’elemento determinante, quindi anche le percezioni sensoriali all’olfatto e al gusto coinvolgono sul piano emotivo e razionale il momento della scelta; ma non è facile, non è così scontato. L’extra vergine è di per sé un prodotto di “categoria superiore”, come appunto si legge in etichetta per espressa volontà del legislatore, ma non tutti gli extra vergini sono però uguali. Possiamo forse paragonare un prodotto di eccellenza con uno che rientra semplicemente nei parametri minimi di legge? Direi proprio di no. Possiamo forse riporre sullo stesso piano un olio ottenuto in un’area specifica con uno invece prodotto in zone indistinte del Mediterraneo 46


LA VIA DEL CIBO

aperto sul mare, è in fase di concretizzazione la Dop a marchio “Tergeste”. L’extra vergine del territorio ha un proprio quadro di riferimento in quanto perfettamente riconoscibile nei suoi tratti caratterizzanti. E’ sufficiente ripercorrere passo dopo passo l’intero percorso, dalle olive all’olio, per individuare i caratteri specifici e inimitabili. La qualità non nasce qui dal caso, è frutto di una progettualità e di una sapienza antica. “Tergeste” è un rimando all’arte oliandola di una terra di cui i Romani andavano molto fieri per la bontà e finezza degli oli che ne ricavavano. L’olio, sappiamo, lo si ricava dalle olive, ma non tutte le olive sono le stesse in ogni angolo del mondo. E’ di fondamentale importanza che le piante sulle quali fruttificano siano le migliori. Ne esistono di tante varietà, ma alcune “cultivar” sono strettamente legate al territorio. Sono quelle autoctone, in grado di esprimere al meglio le potenzialità intrinseche alla pianta. In provincia di Trieste la cultivar storica di riferimento è la Bianchera, Belica in sloveno; ma vi è un’altra varietà, la Carbona, che pure ha resistito alle ripetute crisi che hanno colpito l’olivicoltura locale, tra cui la terribile e devastante gelata del 1929. In un non lontano passato vi allignavano però altre piante, ora sostituite dalle cultivar di importazione Frantoio, Leccino, Leccio del Corno, Maurino e Pendolino; ma la cultivar regina resta tra tutte la Bianchera, ineguagliabile finora

per le caratteristiche che è in grado di conferire agli oli che si estraggono. Nelle olive c’è dunque racchiusa, in germe, la qualità dell’olio che si ricaverà, ma non è un passaggio immediato. Occorre tanta fatica, e fortuna, affinché gli sforzi di chi coltiva l’olivo non vengano resi vani da agenti esterni, come può essere il caso di condizioni climatiche non sempre favorevoli, con i temuti rischi di gelate, o di possibili attacchi paras-

sitari, o di danni causati da caprioli e uccelli migratori. È una fatica continua, talvolta improba, ma quando l’oliva è pronta per essere raccolta, si viene adeguatamente ricompensati. Occorre però prestare la massima attenzione, perché anche la buona materia prima di partenza può essere vanificata da procedure sbagliate. Per questo è fondamentale riconoscere l’alta professionalità delle aziende.


LA VIA DEL CIBO

L’olio può essere considerato genuino, cioè puro, come la natura lo ha concepito, ma non per questo essere di fatto eccellente, quindi salubre e nutrizionalmente straordinario. La differenza la fa il produttore, chi insomma presta le migliori cure possibili alle olive, non solo coltivando con maestria gli olivi, ma anche praticando la raccolta nei modi e nei tempi più opportuni, per esempio. Con le olive mature non si ottiene un buon olio; c’è invece un momento ideale per la raccolta, che tecnicamente si dice “invaiatura”, e corrisponde al momento in cui l’oliva inizia a scurirsi sulla buccia, ma non ancora all’interno, nella polpa: si può avere una minore resa in olio, ma di una qualità che è però di gran lunga superiore. Basta poco per cambiare ciò ch’è contenuto nel frutto, conservandolo per esempio in modo sbagliato, in sacchi anziché, ben arieggiato, in cassette forate. In altri casi è sufficiente tardare la molitura delle olive, trattenendole oltre le ventiquattro ore. Da quando l’oliva viene raccolta si instaurano infatti inevitabili processi di degradazione ossidativi; per questo è necessario essere tempestivi, proprio con l’obiettivo di preservare al massimo il prezioso contenuto in sostanze pregiate. Anche le tecniche di estrazione in frantoio sono importanti, curando la massima pulizia ed efficacia degli impianti. Vi sono oggi molteplici modi per ricavar l’olio dalle olive, dalle tradizionali macine e presse

ad altri sistemi più moderni e innovativi. Ciò che conta è la professionalità dell’operatore, perché anche in frantoio si possono disperdere le caratteristiche peculiari di un extra vergine, impoverendone il contenuto in componenti naturali o addirittura modificandone le note organolettiche olfattive e gustative. La qualità è dunque l’espressione di una grande professionalità che non si ferma mai, è una manifestazione in continuo divenire, frutto della conoscenza di accurate tecniche di lavorazione in cui si innestano in maniera ideale la tradizione quanto l’innovazione, ma è anche l’esito di una importante voce che in molti casi fa la differenza: il territorio. Dove è mai possibile ottenere infatti un extra vergine da olive Bianchera? Si tratta di una cultivar circoscritta a un’area di produzione ristretta. L’olio che si ricava non è riproducibile altrove con gli stessi esiti. Le caratteristiche all’assaggio sono impareggiabili. Non si può rinunciare a una qualità così esclusiva. Ecco che al riguardo diventa un passaggio culturale importante il riuscire ad accogliere l’idea che non ci si debba semplicemente accontentare di una generica qualità tra le tante. Da consumatori occorre esigere di più, puntando all’eccellenza e a un extra vergine riconoscibile anche attraverso i segni peculiari ed esclusivi del territorio di produzione.

(www.luigicaricato.net)


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LA VIA DELLE PIANTE

I fiori australiani di Erica Savioli

Attualmente White è un terapeuta molto stimato, che pratica ed insegna naturopatia in diversi college australiani. È molto conosciuto in tutto il mondo per aver creato gli Australian Bush Flower Essences, di cui è il porta voce. Egli è grande conoscitore e prescrittore anche dei fiori di Bach e si è basato proprio sugli studi condotti dallo stesso Bach, per arrivare a creare 69 floriterapici specificatamente rispondenti ai disagi del nostro tempo. Questa linea presenta alcune differenze rispetto ai precedenti rimedi floreali europei, che rimangono ancora oggi validi ed efficaci e possono essere utilizzati anche in associazione combinata ai rimedi australiani, a seconda delle necessità. Infatti, Edward Bach aveva affrontato in modo esaustivo gli squilibri emozionali caratteristici della sua epoca, ossia del primo ’900, la società attuale, però, è profondamente cambiata in numerosi aspetti: nelle relazioni e nei ritmi, per esempio, divenuti estremamente frenetici. A questo, inoltre, si aggiungono cambiamenti ambientali come il buco nell’ozono, che rende il sole sempre più nocivo e difficilmente sopportabile, e l’aumento dei campi elettromagnetici, che influenzano negativamente i nostri stati d’animo. Nel creare gli Australian Bush Flowers, Ian White riprende le conoscenze dell’antica cultura erboristica, basata sulla dottrina delle “signature” secondo la quale le caratteristiche di una pianta (colore, forma, ambiente in cui

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tress, difficoltà nelle relazioni, scarsa concentrazione e lucidità, effetti negativi dei campi elettromagnetici, sono problemi che, se ignorati, possono ripercuotersi sul nostro benessere creando disagi e malesseri fisici. Un valido aiuto per affrontare con serenità le incertezze e i disagi della quotidianità arriva dalla floriterapia, ed in particolar modo dagli Australian Bush Flower Essences, o Fiori Australiani. Crescono spontaneamente nel continente australiano ed agiscono a livello emotivo e psicologico, fornendo un sostegno alla consapevolezza ed all’intuito, sostituendo alla paura il coraggio, al rancore l’affetto e all’insicurezza la fiducia nelle proprie capacità. Gli Australian Bush Flowers sono stati pensati e creati, dal dr. Ian White, quasi 60 anni dopo gli studi condotti dal pioniere della floriterapia Edward Bach. Ian White fa parte dell’ultima di cinque generazioni di terapeuti che hanno sempre utilizzato i rimedi naturali. La sua famiglia ha assunto un ruolo fondamentale nella sua formazione anche se gli studi iniziali lo hanno portato ad una laurea in scienze ed in psicologia. Solo alcuni anni dopo, con la necessità di aiutare un amico con seri problemi di salute, ha maturato le prime intuizioni sulle possibilità curative dei fiori australiani nella sua ricerca. 50


LA VIA DELLE PIANTE

gio e chiarezza nell’affrontare le esibizioni pubbliche. OPPRESSION FREE: aiuta a liberarsi dai blocchi emotivi e dalle sensazioni di oppressione emozionale. OTTIMISMO: favorisce la speranza e la fiducia nel futuro eliminando i pensieri negativi. RELATIONSHIP: incoraggia l’espressione dei sentimenti, la comunicazione e la rottura dei condizionamenti familiari. SELF-CONFIDENCE autostima: dona fiducia, autostima e senso di responsabilità e fa emergere le qualità positive di ognuno. SEXUALITY: rinnova la passione, la sessualità e l’interesse all’interno della coppia. SOLARIS: utile in tutti i casi di scottature e quando il caldo è insopportabile. SPIRITUALITY: favorisce la meditazione e il risveglio della spiritualità. STRESS STOP: è utile per il rilassamento e la cura del proprio tempo e del proprio spazio. TRANSITION: è utile a chi deve affrontare grandi cambiamenti. TRAVEL: aiuta ad affrontare i viaggi alleviando le paure connesse ai disagi causati dal fuso orario e dal disorientamento.

cresce, profumo) ne determinano anche le funzioni curative. Un esempio: il Mulla Mulla (nella foto a sinistra) è un fiore che cresce nel clima torrido del deserto ed è utilizzato per meglio sopportare le alte temperature dei periodi estivi o per alleviare le problematiche legate a scottature dovute ad un’eccessiva esposizione al sole; il Grey Spider Flower (il ragno grigio) che proprio per la sua caratteristica forma (nella foto sotto) dà già, a prima vista, una sensazione di repulsione: è infatti indicato per aiutare a superare le paure più profonde tipiche dell’attacco di panico. Le essenze singole necessitano di diluizione e, per i problemi più specifici, possono essere combinate tra loro fino ad un massimo di 4 - 5 fiori: per questo Ian White ha elaborato 17 essenze combinate. Ecco i rimedi più adatti per le problematiche più frequenti:

ADOL: aiuta a fronteggiare le difficoltà degli adolescenti. C O N C E N T R AT I O N : favorisce concentrazione e lucidità , nello studio e nei lavori d’intelletto. ELECTRO: aiuta a ridurre gli effetti nocivi delle radiazioni elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari, dai computers e dai dispositivi elettrici. EMERGENCY: ha un effetto calmante sulla mente, sul fisico e sulle emozioni. ENERGY: per ritrovare energia, forza vitale ed entusiasmo per la vita. EQUILIBRIO DONNA: armonizza gli squilibri emozionali della donna, dalla pubertà alla menopausa, donando calma e stabilità. FLUENT ESPRESSION: aiuta l’espressione di qualsiasi forma creativa. Dona calma, corag-

Oltre alle essenze in gocce e per bocca, esistono preparati in crema o in spray che ne permettono un diverso utilizzo, durante il massaggio o per trattare gli ambienti. I Fiori Australiani sono adatti a tutti, senza limiti di età, e possono essere usati anche per gli animali domestici. Non avendo controindicazioni si possono assumere anche durante una cura medica o con altri rimedi naturali. 51


LA VIA DEGLI ANIMALI

La Civetta e i Quattro Elementi Racconto

di Stefano Cattinelli

Devo fare di tutto per educare la mia anima e il mio spirito, ma aspetterò con calma che le potenze superiori mi giudichino maturo per una certa illuminazione. R. Steiner

Introduzione

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anto tempo fa esistevano su questo pianeta, solo gli animali selvatici. Ad un certo punto della loro storia, una parte di questi animali, sentì interiormente il bisogno di intraprendere un nuovo cammino. Fin dall’inizio, a loro, era stata data la possibilità di manifestare la paura, la rabbia, la gioia e l’amore, ma tutto ciò non era sufficiente; bisognava ”entrare” maggiormente in queste emozioni, bisognava sperimentarne di nuove e scoprirne anche le sfumature. A quell’epoca esisteva sulla Terra un essere che, per sua natura, era in grado di vivere quel mondo emozionale in maniera più completa. A lui era stata data anche la possibilità di guardare le proprie emozioni, e dunque di esplorare la propria interiorità attraverso la ragione. Ecco, dunque, di che cosa avevano bisogno gli animali: di un essere in grado di insegnare loro tutto quello che aveva imparato durante la sua vita, riguardo al suo mondo emozionale, che potesse fungere da maestro, un esempio da poter seguire. Fu così che una parte del regno animale decise di accompagnarlo per il resto della sua esistenza; e fu così che il cane e il gatto entrarono nella sfera emozionale dell’uomo.

Sento che piano piano il mio corpo sta cambiando: la testa si ricopre di piume, gli occhi diventano grandi, le braccia ali, i piedi artigli. Ogni particolare viene ingrandito come al microscopio, ogni dettaglio ingigantito, cellula dopo cellula, piuma dopo piuma. Quando tutto il mio essere è diventato civetta, la mia concentrazione cessa, e aspetto in silenzio ascoltando il battito del mio cuore. Mi appare una scatola, abbastanza robusta, con il coperchio in plastica arancione. Decido di aprilo e sul fondo, vuoto, scorgo un foro che si diparte da un lato della scatola. Il buco è molto piccolo e come civetta non ci entro proprio. Così scelgo di essere formica per poter agilmente incamminarmi dentro il foro; vedo un canale che corre orizzontalmente al buco. Dopo un po’ che cammino rapidamente, il canale si interrompe, sulla volta di un’enorme grotta. Come piccola formica mi devo fermare a guardare di sotto. Decido di trasformarmi in farfalla per poter agevolmente muovermi nella grotta. E’ bellissima, grande e spaziosa. C’è rumore d’acqua sul fondo; non sono le gocce che cadono, ma proprio il rumore di un fiume; eccolo lo vedo, appare per un tratto e poi scompare di nuovo inghiottito nelle viscere della terra. C’è molta calma e silenzio: pace. Mi riaffiora il ricordo dell’esperienza delle grotte delle Fate: un esperienza di Pazienza indimenticabile. La Terra sta aspettando che noi evolviamo, con amore e pazienza. I suoi ritmi sono lentissimi; le stalattiti si formano in millenni. Pazienza... Per alcuni minuti mi lascio avvolgere completamente da questa sensazione. Poi, un po’ per volta, torno nel canale come formichina e fac-

Il seguente racconto è dedicato a quell’altra parte del regno animale, a quella parte che decise di non seguire il cammino evolutivo dell’uomo, ma che rimase a proteggere l’intero pianeta sopra il quale si stava mettendo in scena quel nuovo incontro. 52


LA VIA DEGLI ANIMALI

cio il cammino a ritroso. Arrivo di nuovo nella scatola; vedo che è presente un altro foro sul fondo di una parete; decido di incamminarmi e subito vengo immerso da un liquido che mi avvolge ed ostacola il mio cammino. Mi trasformo in una biscia che agilmente nuota contro corrente. Improvvisamente il tubo finisce e mi trovo in un ampio mare, mi mancano i punti di riferimento. Sperimento l’assenza totale di punti di riferimento. Mi sento come un pesce nel mezzo dell’oceano che nuota senza mai vedere la riva o il fondo del mare. Mi perdo nell’immensità dell’elemento, nella fiducia totale della guida superiore che è il mio unico punto di riferimento. Molto lentamente ritorno nel canale e abbandonandomi al reflusso del liquido, ritorno nella scatola. Non riesco a ricordarmi l’esperienza del terzo canale. Imbocco l’ultimo canale che mi appare evidente sull’ultimo lato della parete. Immediatamente vengo investito da una corrente di aria calda che mi pervade; non c’è un’uscita, o meglio, la fine del canale si perde totalmente nella sensazione animica di calore, di amore ed entusiasmo. E’ un caldo che riscalda il cuore e l’anima, un calore non fisico ma animico. Rimango nella sensazione per alcuni minuti e lentamente ritorno nella scatola. Spontaneamente mi nasce nel centro del petto, nel mio cuore un sentimento di ringraziamento: “Grazie civetta , grazie civetta che vede lontano; grazie, che, con facilità, mi hai guidato dove

non ero mai arrivato.” Piano piano le piume scompaiono, il becco ritorna naso e gli artigli mani; mi ritrovo seduto davanti alla civetta che mi avevano portato tre giorni prima. Era solo stanca e denutrita. Il Rescue Remedy, il rimedio di emergenza che le avevo somministrato in quei giorni, le aveva permesso di accettare più volentieri le necessarie manipolazioni per darle da mangiare. Qualche giorno dopo, dal davanzale di casa, ha preso spontaneamente il volo. Il racconto è liberamente tratto da: I fiori di Bach: come guarire con l’anima delle piante, AA.VV., Macroedizioni.

Guarire gli Animali guarire Se Stessi domenica 17 ottobre: seminario di 1° livello a cura di Stefano Cattinelli, medico veterinario Informazioni: 349/2840064. Giovedì 14 ottobre Conferenza introduttiva e presentazione del Libro ”I fiori di Bach: come guarire con l’anima delle piante” alle ore 20.30 presso l’associazione Delfino Blu, via della Geppa 2 Trieste.


LA VIA DEGLI ANIMALI

Vivisezione: per il “bene” dell’umanità di Roberta Benini

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er quanto si possano utilizzare sinonimi meno duri, si tratta sempre di vivisezione, di torture inflitte inutilmente ad animali vivi. La normativa a riguardo è molto precisa, parla anche di “benessere degli animali da laboratorio” in un tragico ossimoro. Non solo cavie: cani, gatti, scimmie, un orrore quotidiano che spesso non viene riconosciuto, oppure camuffato da ricerca scientifica, spacciato come insostituibile, per eliminare la sofferenza e la malattia negli esseri “umani”. Purtroppo non è neppure vero, al di là delle convinzioni etiche, nessuno può affermare l’efficacia dei test sugli animali. Le sostanze ad azione farmacologica vengono comunque testate su umani, spesso con devastanti effetti – del resto chi può affermare che il metabolismo di un criceto sia paragonabile a quello di un “umano” – si deve proprio ricordare il talomidone e i bambini tetraplegici, nati da madri che curavano la nausea in gravidanza con quel farmaco? Recentemente un articolo su “British Medical Journal” chiede un’urgente revisione formale delle attuali procedure di ricerca. Ian Roberts della London School of Hygiene and Tropical Medicine ed i suoi colleghi hanno identificato sei caratteristiche degli esperimenti sugli animali pubblicati nella letteratura scientifica che rivelano gravi mancanze nel contributo di queste ricerche nella medicina clinica. Fra queste, gravi errori di pianificazione o la conduzione simultanea di prove su animali e cliniche. Se gli esperimenti sugli animali non forniscono informazioni alla ricerca medica, o se la qualità degli esperimenti è così bassa da rendere inconcludenti i risultati, allora la ricerca è stata condotta senza una reale necessità. Alcuni potenziali difetti della sperimentazione animale sono: utilizzo di specie tanto diverse

dall’uomo, a tal punto che i risultati non siano applicabili su di esso; dosaggi dei farmaci molto diversi da quelli utilizzati per l’uomo; conclusioni deboli generate da piccoli gruppi di sperimentazione; variabilità dei criteri di selezione degli animali; eccessiva differenza nel modo di indurre la malattia o la lesione con quanto accade nell’uomo. Gli scienziati auspicano un programma di ricerca che analizzi i dati già esistenti, per scoprire se effettivamente gli studi sugli animali possano essere applicati agli esseri umani. “Chiediamo soltanto - spiega Roberts - che gli stessi standards applicati nelle ricerche sugli umani vengano applicati alle ricerche sugli animali. Non tolleriamo analisi a caso o potenzialmente distorte per la ricerca su di essi, e, dunque, perché le dovremmo tollerare per la ricerca sugli animali?” (www.evsrl.it/vet.journal/). Uno dei test più utilizzati è il DL50: significa la dose letale per il 50% del numero di cavie, è considerato necessario per ogni prodotto, dai detersivi per piatti ai rossetti. E’ necessario sapere quanto mascara deve ingerire un topo per morire? Quanti casi di avvelenamenti accidentali o tentati suicidi da ingestione di dentifricio si sono visti? Altri test insostenibili sono quelli che valutano le lesioni provocate dalle sostanze in esame 54


LA VIA DEGLI ANIMALI

sulla cute rasata delle cavie o sulle cornee – esempio per gli shampoo – dei conigli. Avete presente il terribile bruciore che si prova quando entra la schiuma negli occhi? Provate ad immaginare di avere le palpebre spalancate da graffe metalliche… Del resto non vengono sperimentate violentemente solo sostanze, ci sono esperimenti che vengono eseguiti anche nelle facoltà universitarie: test orrendi nei quali cuccioli vengono privati di ogni contatto, di luce, di cibo per “osservare” che tipo di adulto ne deriva e usare questi modelli nella psicologia degli esseri umani. Al di là della crudeltà viene da chiedersi: ”allora si suppone che la psiche animale di un cucciolo sia assolutamente o molto simile a quella di un bambino”? Come possiamo sostenere lo sguardo impaurito di un cucciolo, incapace di muoversi, rinchiuso in gabbie studiate per creare situazioni che lo terrorizzano, chi può vedere ogni giorno queste cose e tornare a casa tranquillo, con quali giustificazioni? Non ci sono, purtroppo, abbastanza situazioni di disagio sociale osservabili sul campo, non si vedono abbastanza adulti di esseri umani pericolosi per sé e per gli altri? Non voglio dilungarmi a descrivere le modalità di queste crudeltà, ci sono testi e siti eloquenti ai quali si rimanda: vorrei esortare chi legge a ragionare su ciò che ogni giorno possiamo fare per non essere coinvolti in nessuna sperimentazione. ”Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto l’abitudine ai furgoni dove gli animali agonizzano senza cibo e senz’acqua diretti al macello”. Marguerite Yourcenar Per essere rigorosi, quando sono state scritte queste parole non era ancora in vigore la normativa sul benessere degli animali durante i trasporti anche se continuano i viaggi dell’orrore di animali comunque destinati al macello – ed allora perché non autorizzare e controllare i macelli nel luogo di partenza,

così da trasportare “solo” pezzi di carne? In ogni caso non possiamo rimanere insensibili alla sofferenza. Quando, magari abilmente sollecitati da suadenti pubblicità, stiamo per comperare un qualsiasi prodotto soffermiamoci a leggere l’etichetta. Se non c’è il simbolo con il coniglietto o la dicitura “non testato su animali” state certi che i prodotto finito ed anche i singoli componenti sono stati testati su animali. I prodotti non testati si trovano abbastanza facilmente, anche nella grande distribuzione, basta essere un po’ accorti, cercare e potrete acquistare tutto ciò che serve per voi e per la casa senza partecipare, seppur indirettamente, alla sperimentazione.

Per avere informazioni preziose: www.oipaitalia.com

www.infolav.org.

Anche quando vengono lanciate campagne per raccogliere fondi destinati alla ricerca medica è saggio chiedere se le associazioni richiedenti sostengono poi progetti che prevedono l’uso di animali: http://www.RicercaSenzaAnimali.org è il sito da consultare prima di donare soldi che possono essere utilizzati per far soffrire animali di ogni specie.

Bibliografia: Liberazione animale (2002) di Peter Singer, ed. Il Saggiatore; I diritti degli animali (1990) di Tom Regan, ed. Garzanti; Gli animali e la ricerca (2002) di Stefano Cagno, editori riuniti; Imperatrice nuda (1977) di Hans Ruesch; Diventare come balsami (2004) di Marinella Correggia: un manuale pratico che spiega “cosa fare” nella nostra vita quotidiana, con le nostre scelte di cittadini e “consumatori”, per non nuocere, prevenire e lenire danni agli altri: animali, umani, ambiente. Ed. Sonda. 55


PAROLE E MUSICA rotta del CD, Capitanata si propone di armonizzare la sua musica, evocando con le tastiere elettroniche suoni naturali e di campane, fra i quali si ascoltano i mantra originali di un gruppo di lama tibetani, registrati in un monastero. Ci si rilassa senza annoiarsi: la musica, nella sua serena armonia, invita alla meditazione per riequilibrare l’individuo, guarirlo e riarmonizzarlo, conferendogli energia, calma e determinazione.

a cura di Francesco Giordano

Capitanata

“IL CANTO DEL TIBET LIVE AT VAJRASATTVA MONASTERY”

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ino Capitanata, pittore surreale e favolista, nonchè musicista e compositore dal talento polivalente, si è fatto apprezzare negli anni in molte espressioni dell’arte. Le sue centinaia di tele bianche e l’inseparabile cavalletto sono gli strumenti attraverso i quali l’artista esprime i colori e le visioni della sua anima spirituale. Nel ventennale percorso itinerante le sue opere sono state esposte in gran parte dell’Europa. Il lato musicale dell’artista si è espresso a partire dalla prima metà della scorsa decade: i primi CD “In the Garden of the Heart” e “Salzburg Concert” non potevano non essere dedicati ai maestri della pittura. Capitanata ha poi intrapreso una via musicale spirituale, realizzando sia opere New Age che altre dedicate alla meditazione ayurveda, dove prendono forme e colori melodie elettroniche. Nel recente “Il Canto del Tibet - Live at Vajrasattva Monastery” mantra, sensazioni, suoni e canti si mescolano per risvegliare il suono primario. Secondo la filosofia orientale, il canto e l’ascolto dei mantra hanno la capacità di purificare la coscienza, risvegliandola alla nostra vera natura spirituale. Il termine Mantra deriva da due radici sanscrite, Ma’, che è correlato al pensare e alla creatura pensante che è l’uomo, e Tra, che significa “strumento”: dunque il Mantra è lo strumento della mente. La combinazione di suono, ritmo e risonanza del mantra, produce una modificazione della coscienza che regola il flusso dei pensieri. Il mantra, infatti, significa anche proiezione della mente: è un accorgimento tecnico per regolarla e ci aiuta a difenderci dai pensieri e dai sentimenti, lasciandoli al di fuori di noi in modo che non ci disturbino. Durante i 57 minuti di musica ininter-

CELTIC NOW (Virgin/EMI)

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a musica celtica è diventata patrimonio comune anche in Italia grazie alla forte diffusione avvenuta negli Anni Novanta con l’importante supporto di riviste tematiche e l’attenzione di intelligenti conduttori di programmi radiofonici. In questa raccolta “Celtic Now” apprezziamo, attraverso i 16 brani selezionati, ballate tradizionali alle quali si affiancano forme espressive più vicine al pop o alla new age. I compilatori italiani della Virgin, per realizzare questo disco, hanno attinto al prestigioso catalogo della Narada, una delle etichette leader di musica celtica. In “Celtic Now” ascoltiamo John Whelan, uno dei maestri indiscussi di questo genere, attivo a livello discografico da 17 anni; la deliziosa voce di Mary McLaughlin, che ripropone con delicata armonia la tradizione irlandese; Kim Robertson, autrice con la sua arpa celtica di memorabili album da oltre 20 anni. Vi sono poi lo scozzese Alasdair Fraser, grande conoscitore e fine interprete della più autentica tradizione della sua terra, che ascoltiamo sia da solo che in coppia col polistrumentista Paul Machlis, a sua volta interprete di una new age dalle morbide tinte e, infine, il quartetto americano degli Scartaglen, sempre rispettoso della tradizione irlandese. Un disco nel segno della tradizione e della cultura, specchio fedele di una musica dal fascino sempre sorprendente.

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PAROLE E MUSICA

Vincenzo Zitello

“ET VICE VERSA”

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incenzo Zitello compositore, concertista e noto arpista, inizia giovanissimo studiando strumenti a fiato e a corda come il flauto traverso e la viola, dedicandosi quindi con passione alla tradizione dell’ arpa celtica. Ha collaborato con alcuni celebri artisti italiani (Franco Battiato, Alice, Ivano Fossati) ed il suo primo album “Et Vice Versa”, che risale al 1986 e da poco ristampato, è interamente consacrato all’arpa celtica, strumento introdotto in Italia proprio dallo stesso musicista. La musica di Vincenzo Zitello è un’originale fusione di tutte le armonie, le melodie e i ritmi con cui è entrato in contatto nel corso del suo cammino artistico: il suo percorso musicale ha infatti attraversato la musica speri-

mentale, la cultura celtica, la musica latinoamericana, la musica orientale e quella sacra. Quando nel 1986 uscì “Et Vice Versa”, l’arpa celtica era uno strumento pressochè sconosciuto e un disco basato su quello strumento fu un’operazione commerciale coraggiosa. Quel disco ha aperto le porte alla scoperta della musica celtica in Italia: è un’opera che rappresenta sia la creatività compositiva di Zitello che una forma embrionale di musica d’autore nella tradizione celtica. Gli otto brani di “Et Vice Versa” (due dei quali inediti) raccontano storie musicali vibranti e riflessive, eteree e sanguigne allo stesso tempo, malinconiche e ricche di intensità e gioia di vivere. Oggi, opportunamente ristampato, è un disco attualissimo e, per certi aspetti, ancora innovativo. Le arpe acustiche ed elettriche di Zitello si incontrano e volano attraverso emozioni che creano una sensazione di pace e tranquillità.


PAROLE E MUSICA

a cura di Mariangela Valentini

AA.VV.

LA LUCE DELLA SAGGEZZA

I FIORI DI BACH Come guarire l’anima con le piante

(Sperling&Kupfer Editori)

(Macroedizioni)

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Dalai Lama

a via che porta alla saggezza passa attraverso la demolizione di sé stessi, di tutte le certezze, le passioni e le credenze con cui siamo soliti accompagnare la nostra esistenza. E’ questo il messaggio sferzante, ma ricco di senso e profondità, di Tenzin Gyatso, quattordicesimo Dalai Lama, nella sua ultima “lezione di speranza”. Il libro, curato da Alan Wallace, è un commento serrato, ed a tratti assai difficile (per le abitudini intellettuali ed etiche d’Occidente, centrate attorno al senso del possesso ed alla nozione di potere) di un grande classico della tradizione buddista Mahayana dell’VIII secolo e scritto dal saggio indiano Shantideva. Le risposte per il Lama sono chiare ed inequivocabili, nel nono libro del testo analizzato e dedicato alla saggezza trascendentale: i metodi per tendere all’ideale del “bodhisattva”, l’Essere Illuminato, ossia alla saggezza suprema, stanno nella capacità umana di superare l’attaccamento e l’aggressività e di accogliere la vacuità di tutti i fenomeni, la vacuità della vacuità . Per realizzare e raggiungere lo stato di nirvana il cammino è assai arduo, perché vuol dire accettare del corpo, delle sensazioni e di tutti i fenomeni che ci circondano la loro relatività fenomenica, perché tutta la realtà attorno non esiste se non nella percezione che ne ricava la nostra mente e non è, in fondo, che sua denominazione astratta. Il sentiero del risveglio è possibile dunque superando la natura duale delle verità che ci appaiono: le verità apparenti e le verità ultime, ed accettando tutte le illusioni che percorrono il nostro sentire come espressioni della mente. Ma se la mente stessa è un illusione, chi vede cosa? La mente non può percepire sé stessa, come una lama affilata non può tagliare sé stessa.

alle piante in divenire alle anime in divenire. E’ questa la sottile via terapeutica che percorre l’ultima pubblicazione a cura della fiorentina Accademia Centaurea, scritta a più voci e curata da Angelo Fierro, Lucia Lorenzi e Marta Marini. Sono i fiori di Bach, “fiori d’amore e fiori d’intelligenza”, come li definisce con deliziosa ricostruzione storica Michela Pereira nell’introduzione alla pubblicazione, richiamando la conoscenza del mistico catalano Raimondo Lullo, a tesserne i numerosi contributi. I libro si compone di tre parti scandite dal percorso che guidò il dottor Bach nella sua ricerca alla scoperta di questi rimedi floreali. Nella prima sono presentati i “dodici guaritori”, nella seconda i “sette aiutanti”, nella terza i restanti diciannove ed ogni parte è introdotta da alcuni scritti che presentano i percorsi di ricerca sui “fiori” che la Centaurea ha svolto negli ultimi anni in Italia, secondo il principio guida dell’interdisciplinareità, dall’erboristeria all’ostetricia, dalla psichiatria alla musica, dalla medicina umana a quella veterinaria. Una sorta di libro nel libro è costituito dall’intervento del nostro collaboratore, guaritore d’anime e d’animali, Stefano Cattinelli, che descrive con delicata esperienzialità la sua via bachiana nella cura veterinaria. Spesso gli animali anticipano i desideri e le sofferenze emotive e psichiche dei loro padroni e rappresentano, proprio attraverso le loro malattie, un prezioso viatico di guarigione per gli umani ma, accogliere la loro voce dolente e silente è un itinerario raro, perché esige ascolto ed attenzione. L’opera si chiude con un testo di Lucia Lorenzi sul tema della ferita; né è un caso che tutto il libro ruoti attorno alla “Stella di Betlemme”, fiore emblematico e splendente di ogni trauma e ferita dell’esistenza.

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LA VIA DEL CIBO

Sapori... in tavola a cura di Brian Galante

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na ricetta semplice e raffinata: gli gnocchi di zucca. Le dosi dipendono molto dalla zucca che si acquista ed è cosa di primaria importanza sceglierne una di buona qualità, possibilmente Hakkaido, dato che è poco fibrosa e farinosa al punto giusto, ed anche perché per questa ricetta se ne utilizza anche la buccia. La dose è per 5 o 6 persone. Servono circa 500g di zucca Hokkaido. Bisogna pulirla e tagliarla a spicchi grandi, che verranno cotti a vapore. E’ importante salare l’acqua, così la zucca cede meno sostanze nutritive durante la cottura. Per il tempo di preparazione che è variabile, controllare con una forchetta che la zucca sia tenera fino all’interno. Lasciare raffreddare e poi separare la polpa dalla buccia, visto che i due impasti verranno adoperati separatamente. Schiacciare la polpa con una forchetta e sminuzzare la buccia con un frullatore da cucina, aggiungendo un po’ di acqua di cottura per

unire al meglio gli ingredienti. A questo punto, aggiungere la farina, bianca o integrale, a piacere ed impastarla bene alla zucca. Si noterà che la buccia assorbirà molta meno farina rispetto la polpa. La farina si mette poco alla volta, quanto basta per far stare gli gnocchi assieme, l’impasto deve risultare elastico ed in esso va messo il sale ed un pizzico di cannella in polvere, per esaltare il sapore dolce della zucca. Lasciare riposare per poi formare gli gnocchi con un cucchiaio. Per essere sicuri che non si disfino nella cottura, provare a cuocerne uno per tipo, in un pentolino di acqua bollente salata. Alla fine si avrà un bel piatto colorato di gnocchi arancione e verde, ma soprattutto non si sarà buttata una parte importante e gustosa della zucca. Per il condimento servirà una buona qualità di olio d’oliva, uno spicchio d’aglio, un rametto di rosmarino, qualche foglia di salvia e un po’ di gommasio. Dopo avere rosolato l’aglio nell’olio, toglierlo, aggiungere la salvia ed il rosmarino tritati finemente. Condire gli gnocchi e, come tocco finale, una sminuzzata di gommasio… buon appetito!


LA VIA INTERIORE

Le vie dei canti Viaggi nei segreti della voce cantata

I Cantori - Caravaggio, Ginevra, Museo d’Arte e Storia

di Paolo Loss

l’energia del canto per uscire in forma di suono. Qual è il primo e quale l’ultimo impulso che ci spinge a cantare? Suggerisco una strada di ricerca che ci permetta di analizzare le sensazioni che precedono lo sgorgare del canto dalla nostra gola: la percezione di morbidezza del bacino ottenuta dal buon respiro o dall’esercizio fisico; la vibrazione sottile e continua della spina dorsale sollecitata dalla respirazione profonda; ma anche il ritmo di un gesto ripetuto che, ricordando le sensazioni prenatali, voglia rinforzarne l’effetto con il canto. Oppure sono le sensazioni fisiche del momento che

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n un percorso di conoscenza che abbia la voce come oggetto principale di ricerca è di primaria importanza parlare della voce cantata. Tuttavia, parlare del canto è come iniziare un viaggio di cui si conosce il punto di arrivo ma non il punto di partenza e, la strada attraverso la quale avviarsi, in questo caso può sembrare un’intricata foresta... Sappiamo che l’uomo canta ma non sappiamo per quale motivi profondi, né attraverso quali strade, si muova 60


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vanno a snidare un ricordo specifico mettendo ci ascoltiamo e correggiamo il nostro canto sia nel colore della voce che nella melodia che in evidenza il legame tra ritmo e melodia. Certamente una volta trovata la strada del ripetiamo o inventiamo. Ma non tutti cantano a suono è difficile separarsene: chi ha cantato in bocca aperta con parole ben pronunciate; freun coro sa quanto sia difficile staccarsi dalla quentemente ascoltiamo persone che canticabitudine delle prove settimanali e dal piacere chiano a bocca chiusa o fischiettano un motivo. dei concerti; i monaci che del canto hanno Molti hanno paura della loro voce e si vergofatto preghiera non possono smettere di farlo gnano di sentirla o di farla sentire. Nelle varie senza accusare seri disturbi di salute; anche età della vita si canta in modi vari e diversi, e dall’esperienza più banale sappiamo quanto il soprattutto per i motivi più diversi. Tutti cantano canto metta radici profonde nel nostro corpo, all’inizio (anche il pianto e le voci del bambino infatti, quando entrano in testa un motivo o una sono canto), di più se la madre ha cantato e canzonetta, il loro ricordo ci perseguita anche continua a cantare. Prima di parlare tutti hanno per ore. Ma potrebbe portare a felici scoperte cantato nell’evoluzione della specie. Ne danno conferma gli antropologi. anche la ricerca sulla strada Negli animali, dai grilli agli del nostro essere stati animauccelli alle balene, il canto li, prima che uomini, nel percostituisce lo strumento della corso evolutivo; e allora il comunicazione. Nell’uomo, canto (il suono) potrebbe nella strada evolutiva, il canto rivelare in noi il disagio o la attuale è il residuo, ben conpaura del pericolo, oppure il solidato nelle componenti desiderio di occupare uno espressive della comunicaziospazio vitale e tenerlo libero ne pre-verbale. La laringe, da altre presenze, oppure dopo la verticalizzazione ancora l’impulso di segnalare dell’homo sapiens, si è evolula nostra presenza sessuale ad ta nella direzione del parlato; eventuali partners presenti nella zona (ricordate le serele sue dimensioni sono frutto nate o il fischio come elogio di un preciso equilibrio ormodi bellezza?). Perché chiedernale, e la sua crescita si stabisi che cos’è il canto senza lisce durante la maturazione sapere se oggi si canta se, sessuale: identifichiamo la ancora ai nostri giorni, il piamascolinità e la femminilità cere del cantare da soli o in anche dal suono della voce, Hodinobis, codice miniato, compagnia caratterizza le oltre che per tutta una serie di Museo del Duomo, Ferrara. giornate e il lavoro e la fatica? caratteristiche fisiche interne La mia risposta è che oggi si canta molto, ma in ed esterne. La laringe è uno strumento di eccemodo molto disordinato, sia a causa dei model- zionale sensibilità, pronto a modificarsi nel renli di cantanti ai quali ci rifacciamo, imitandoli dere ogni sfumatura di emozione ma anche a senza tenere conto della nostra voce, sia per le flettersi, nell’ascolto, ad ogni suono percepito. pessime condizione respiratorie e di verticalità A questo punto mi chiedo se il canto sia una del nostro stare e quindi del nostro parlare e regressione, un ritorno a qualcosa di primordiacantare. In modo sano, oggi si canta poco. Ma le anche se in una forma molto più evoluta. che cosa avviene veramente, quando cantiamo: Oppure un’azione di contatto con un settore respiriamo e poi ci lasciamo vibrare, modulan- più profondo del nostro essere, per aprire una do la nostra vibrazione sulla base del nostro fonte di energia. Una fonte di cui intuiamo l’epiacere personale o sulla base di quanto abbia- sistenza ma della quale non conosciamo un’almo memorizzato e ricordiamo con piacere. Poi tra strada di utilizzo. Oppure cantiamo per 61


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mersi, per condividere, per dialogare con se stesso, per semplice piacere. Molto frequentemente l’adulto canta in modo spontaneo: facendo la doccia o guidando l’automobile, allo stadio, oppure camminando in gita ma, ancora molto spesso, dopo aver bevuto del vino in compagnia. Ma non a caso, a tutti i livelli sociali, l’adulto si organizza per cantare o da solo o con gli altri. A livello amatoriale, sono migliaia i cori, gia soltanto in Italia, che in gruppi di bambini o di donne o di maschi o misti, si dedicano al canto sotto la guida di un maestro. Nei teatri lirici operano molte centinaia di cori, talvolta anche imponenti, con oltre cento coristi, che fanno del canto corale la loro professione. Accanto a queste attività corali ci sono migliaia se non milioni di persone che si dedicano al canto solistico sia nel campo della musica leggera che di quella lirica. Non posso dimenticare un altro settore di cantanti anche imponente, i monaci e le monache e i fedeli che del canto hanno fatto preghiera. In ogni religione da quella cristiana a quella buddista a quella induista, nelle tribù africane, nei riti voodoo, ecc. Il canto nelle società primitive è il momento della socializzazione, degli avvenimenti importanti; spesso il canto è associato alla danza. Lo stregone e lo sciamano cantano per curare. Mi fermo qui perché un elenco completo, anche solo approssimativo, occuperebbe troppo spazio; mi preme fare un riferimento concreto alla situazione del canto corale in Italia a testimonianza della mia esperienza professionale. Il canto corale ha avuto in Italia, in questi ultimi anni, varie vicissitudini. Una stagione felice nell’immediato dopoguerra, nella quale i cori erano ricomparsi e si erano sviluppati in modo veramente prodigioso, quale momento di liberazione da un’angoscia, sono nati cori di alpini, cori di chiesa, cori di bambini (di quelli nati dal 1946 in poi, al ritorno dei padri a casa), ecc. È di questi favolosi anni la grande ricerca del canto popolare organizzata dalla RAI, della quale restano splendidi reperti, perché non andasse persa un’eredità preziosa di cultura. Ma nel 1964 è apparsa sui giornali una notizia apparentemente sconvolgente: in poco meno di 2 anni erano spariti 3000 cori di

Piffero e tamburo - A. Dürer, Colonia, Wallraff Richartz Museum.

curare le nostre malattie. Andiamo a vedere quando l’uomo canta e per quali motivi lo fa: il bambino ma anche l’adulto cantano con parole o anche semplicemente a bocca chiusa, per sentirsi oppure per farsi sentire. Per ricostruire una situazione di piacere. Per stare in compagnia. Talvolta per sostituire un impulso (a parlare di cose che non possono o non devono essere dette) o per coprire il disagio di un silenzio prolungato. Il canto, in questo caso, è un modo di tenere occupata la laringe. Al bambino si canta la ninna-nanna, oppure canta con gli altri per gioco. L’adolescente canta per manifestare o condividere un’emozione. L’adulto per espri62


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chiesa, a causa della repentina trasformazione della lingua liturgica, dal latino all’italiano, e quindi della impossibilità di utilizzare il repertorio fino ad allora imparato. Questa notizia metteva i lettori dei quotidiani di fronte ad una realtà in trasformazione a dir poco imponente. Si trattava per lo meno di 60.000 (ma c’è chi dice più di 100.000) persone che d’improvviso si trovavano senza un posto dove cantare. Negli anni immediatamente successivi un fenomeno ancor più importante avveniva a causa della diffusione nelle famiglie del televisore: le sere occupate davanti al teleschermo erano più attraenti del ritrovarsi a cantare con gli amici. Nel frattempo il cambiamento delle abitudini di lavoro faceva sparire il canto durante la fatica all’aria aperta o sulla strada del ritorno. Tra le cause della sparizione del cantare in coro in modo spontaneo giudicherei non ultima la trasformazione radicale del genere musicale della canzonetta, dal gusto melodico degli anni ’40 e ’50, alle canzonette dei primi urlatori. Le canzonette diventavano sempre più solistiche e sempre meno corali. Restano forse solo i cori dello stadio e poco altro. Il canto investe la sfera privata per problemi riguardanti la salute, sia fisica che psichica, che approfondiremo, ma investe anche la sfera sociale, perché il cantare comprende il dare ed il ricevere. Non c’è canto senza ascolto, non c’è canto senza dono, e dal dialogo con gli ascoltatori nasce un doppio effetto: vibra il corpo dell’ascoltatore, che gode e si prepara ad

un ascolto migliorato; da questi parte un messaggio verso il cantante, che ne riceve un profondo aiuto. Si apre, in questo modo, un circuito benefico. Che il circuito esista ne dà testimonianza Franco Panizzon in Medico e bambino (05/97) e parla esplicitamente di un circuito del piacere nel quale le endorfine rinforzano sia l’euforia del buon samaritano (o dell’artista) che quella del maratoneta (dell’esercizio fisico). In questo circuito entra l’azione del cantante che dà e riceve piacere. Così arriva una risposta alle numerose domande che ci eravamo posti su qual’è lo scopo del canto: il piacere e, quindi, la crescita individuale e sociale. Se vogliamo trovare una strada del piacere veramente profonda per gli effetti che produce, dobbiamo rivolgerci alla voce e mettere da parte la leggenda che ci siano persone negate per il canto. La strada è aperta: il respiro, la postura e la corretta risonanza sono i passi essenziali, offerti a tutti, per riprendere contatto con questa parte profonda ma sconosciuta di noi stessi.

Bibliografia: Alfred Tomatis, La notte uterina, ed. red, Como Joachim-Ernst Berendt, Il terzo orecchio, ed. red, Como Serge Wilfart, Il canto dell’essere, ed. Servitium, Sotto il Monte, BG Annick de Souzenelle – Jean Mouttapa, Nel cuore del corpo la parola, ed. Servitium, Sotto il Monte, BG.





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