BioGuida 7 - Inverno 2004/05

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Dedicato a Cocky, Billy e Lulù

BioGuida ITINERARI DELLO SPIRITO n° 7 inverno 2004 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica Aut. Reg. Trib. Trieste n° 1067 26/03/03. Editore: PPBì - BioComunicazione di Pierpaolo Bon Via Denza 4, 34124 Trieste. Tel/Fax 040.302110 - info@bioguida.net Abbonamenti: www.bioguida.net - www.bioguida.com Pubblicità: PPBì - Tel. 040.302110 Cell. 338.8852117 - ppbi@bioguida.net Fotocomposizione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste Stampa: Artigraficheriva, Trieste Stampato su carta ecologica Fedrigoni Free-Life La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. Direttore responsabile: Mariangela Valentini marivalentini@libero.it Elenchi associazioni: Nicoletta Nacrezia - Cell. 347.7704556 I nomi di questo numero: Roberta Benini, medico veterinario, esperta di medicine alternative e cucine non convenzionali. Stefano Cattinelli, medico veterinario, esperto in omeopatia, floriterapia, kinesiologia applicata. Luigi Caricato, giornalista, esperto oleologo, direttore del settimanale www.luigicaricato.net Maurizio Di Leo, erborista, floriterapeuta. Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Paolo Loss, cantante lirico, insegnante di canto gregoriano e vocalità. Sara Monticone, studiosa di storia dell’arte e storia degli erbari. Maurizio Pelos, geometra, esperto in bioedilizia e bio-arredamento. Stefano Stefani, coordinatore ed insegnante nella Scuola di Medicina Tradizionale Occidentale (Spagiria), studioso e insegnante di Canto Armonico. Marco Vittori, geologo, naturopata, insegnante di Medicina Tradizionale Occidentale (Spagiria ). Enzo Ziglio, esperto di ottica, di esercizi per la vista e cromoterapia. Vision Coach© e naturopata. Manuela Zippo, biologa. Disegni e immagini: Manuela Frisone, Moreno Tomasetig (quando non diversamente specificato). In copertina: Nicoletta Costa Tratto da: “Notte di Natale in Via della Sogliola n° 3” - Fabbri Editori

in questo numero La via della scienza: Odori d’autunno

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Vortici emozionali

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La voce: guida alla consapevolezza

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I Dosha ayurvedici Craniosacrale

La via interiore:

Spagiria

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12

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22

La cannella

58

Ringraziare il dolore

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48

La via delle piante

La via del cibo: L’olio in tavola

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44

La via degli animali

La via delle origini: Storia degli erbari

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I rimedi del dr. Bach

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Noni miracoloso

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La via della terra I luoghi: I luoghi della Bioguida

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30

Intervista al diavolo della casa

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EDITORIALE

Nessuna cosa è dove la parola manca

I

più antichi documenti scritti nell’ Asia orientale alternano continuamente. Non essendovi nulla risalgono al XIII secolo a.C. Tra il XIII ed il VI di immutabile, i nomi, che servono a fissare il sec a.C. nascono le scuole di Confucio e Lao senso di una nozione, vanno tutti eliminati poiTzu. Il nome con cui il fondatore della dottrina ché, in un mondo senza permanenza, il conteconfuciana è conosciuta in Occidente è dovuto nuto delle nozioni non è né costante né immutaai missionari cattolici del XVII secolo che latiniz- bile. Perciò sono termini giusti quelli che esprizarono K’ung fu tzu in Confucio (551-479 a.C.) mono il costante divenire, la perpetua mutevoed il suo insegnamento, esclusivamente orale, è lezza, l’esatto contrario di quanto si prefiggevastato raccolto dai suoi no i confuciani. Il sapere discepoli in quattro libri. stesso non è strumento Il pensiero confuciano di perfezionamento non si eleva a metafisimorale, al contrario: sagche ma si raccoglie gio è chi sa senza studiaattorno ad un’etica pratire. Il carattere non antroca: determinare il Tao pocentrico del taoismo dell’uomo conforme al è, allo stesso tempo, l’aTao del cielo e che nella spetto più caratterizzandinastia Chou raggiunte del suo pensiero ed geva, a suo avviso, il antitetico a quello delmassimo equilibrio. Di l’Occidente. Il tao è eterqui la dottrina della retno ed innominabile, tificazione dei nomi principio del cielo e secondo cui “un sovradella terra, è al di là di no è un sovrano, un ogni determinazione Disegno di Nicoletta Costa suddito è un suddito, un possibile nell’orizzonte padre è un padre, un degli umani, è il wu per figlio è un figlio”. Se ognuno si adegua al proprio antonomasia. Non essendo determinabile, l’uonome e ruolo, l’ordine cosmico è perfettamente mo non può avere cognizione del tao ma solo conforme alle regole del Tien, il Cielo. dei principi ancestrali del cosmo (Ying e Yang ) e Contemporaneo al movimento confuciano e in la felicità è possibile lì dove egli assecondi l’eterpolemica con esso, a partire dal VI secolo a.C. si no fluire delle dualità dell’esistenza, umana e sviluppa in Cina il movimento taosista che la tra- naturale (uscendo dal Tao l’uomo nasce, tornandizione fa risalire a Lao Tzu. Partito in tarda età do al Tao l’uomo muore). Il taoismo è l’elaborazione più distante dalla metafisica occidentale per un viaggio senza ritorno, egli giunse agli estremi confini della Cina, dove fu invitato dal che invece nutre le sue fondamenta proprio sul guardiano della dogana a fissare graficamente la possesso della terra e della natura da parte degli sintesi della sua dottrina. Nacque così il libro uomini e, soprattutto, sulla negazione sistematidelle “cinquemila parole”. L’ideogramma Tao ca di differenti modalità di pensiero. Punto da cui è obbligatorio ripartire per una filosofia delvuol dire via, termine con cui non si intende l’avvenire. qualcosa di immutabile, costante e permanente Il direttore responsabile quanto la perpetua mutevolezza in cui l’essere Yu ed il non essere Wu, la vita e la morte, si Mariangela Valentini 2



LA VIA DELLA SCIENZA

Odori d’autunno, sentori d’inverno di Enzo Ziglio

nizzati sul movimento della terra, influenza direttamente le correnti vitali di alcuni organi. Gli organi chiave, o coppie d’organo, cambiano ad ogni stagione: di volta in volta viene stimolato un diverso organo di senso con un nuovo elemento dominante. Corrispondenza fra stagioni, coppie d’organo, organo di senso ed elemento:

“Adesso che la neve scende lieve e ricopre i tetti delle città, i campi della periferia e della campagna con democratica sofficità: ricordi gli odori lievi della primavera? Le fragranze saporose dei frutti maturi nella tarda estate? Gli odori aspri e forti dell’autunno? Ora che siamo in inverno e l’aria si è fatta frizzante, l’ultimo odore che sentiamo in natura, è quello del cielo prima di una nevicata”.

Estate: Cuore - Intestino tenue Vista Fine Estate: Stomaco - Milza Pancreas Gusto Autunno: Polmone - Colon Olfatto Inverno: Rene - Vescica Udito Primavera: Fegato - Vescica Biliare Tatto

N

ell’emisfero boreale l’Autunno è la stagione, compresa fra il 23 settembre ed il 21 dicembre, durante la quale si raccolgono castagne e funghi, si vendemmia e si affina l’olfatto. Quando, in attesa della prima neve, camminiamo lontano dalla città e ci inoltriamo nei boschi o per i viottoli dei campi, siamo inebriati, incuriositi e talvolta anche disgustati dai molteplici odori che percepiamo. Quanti odori nell’aria: il primo muschio, le foglie secche fradice di pioggia, l’aria stessa più greve d’umidità che ne trasporta di più lontani. Gli odori stimolano immagini fantastiche che ci inducono alla riflessione/meditazione e ci sentiamo avvolti dal colore bianco, somma di tutti i colori presenti in questa stagione. Nel rispetto della legge dell’alternanza che regola il flusso vitale all’interno del nostro corpo (contrazione - distensione, inspirazione - espirazione, diastole - sistole) ecco che, dopo l’esplosione energetica donataci dall’estate, arriva il giusto tempo della riflessione, dell’inizio di tutte quelle attività che gratificano ed aiutano a mettere in contatto con il proprio io. Ognuno, in funzione della propria sensibilità, vive questa stagione in modo diverso. Se per alcuni è un periodo sinonimo di benessere, altri avvertono una perdita di vitalità. Il corpo è in continua interazione con l’ambiente. L’orologio biologico stagionale, che permette all’organismo di adattarsi a quanto lo circonda, modulato dai ritmi circadiani, sincro-

Fuoco Terra Metallo Acqua Legno

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, MTC, la qualità della salute in autunno dipende dall’equilibrio della coppia dei meridiani più attivi durante questo periodo dell’anno: i Polmoni ed il Colon. In sinergia con altri settori dell’organismo, questi meridiani governano il senso dell’olfatto ed il sistema immunitario, linfatico ed ormonale. L’antico medico cinese possedeva nozioni anatomiche più imprecise rispetto agli standard della medicina occidentale, ma era detentore di nozioni molto sofisticate rispetto alla fisiologia degli organi, in base alla sua esperienza, derivata da un diverso modo di pensare rispetto a quello occidentale. Il pensiero cinese si sviluppa, infatti, per similitudini ed immagini, mentre quello occidentale è logico e consequenziale. I Polmoni e il Colon sono gli organi più importanti della famiglia chiave dell’autunno, ma ad essi sono collegati anche i seni nasali, l’ipotalamo, il sistema linfatico, la laringe, il seno, il corpo erettile, il corpo vaginale ed i muscoli. I polmoni forniscono l’ossigeno necessario ai processi metabolici ed assolvono anche il compito di eliminare i rifiuti gasso4


LA VIA DELLA SCIENZA

si; sono anche “simbolo dell’interpretazione della condotta dei giudici e degli amministratori”. Il colon oltre al suo ruolo metabolico di eliminazione dei rifiuti solidi, esprime la facoltà dell’ organizzazione; è “come il funzionario che propaganda il corretto modo di vivere e genera evoluzione e cambiamento”. I seni nasali filtrano le sostanze inalate, prima che gli odori siano captati dai bulbi olfattivi, e sono in rapporto, a loro volta, con l’ipotalamo; le narici, essendo orientate verso il basso, permettono di sentire l’odore della terra e della realtà. L’ipotalamo ha un ruolo fondamentale nell’equilibrio ormonale; è in rapporto con il rinencefalo, il cervello più arcaico che capta gli stimoli olfattivi e ne regola le secrezioni ormonali sessuali. La laringe è una caratteristica essenziale dell’uomo, infatti, durante la pubertà, la voce del fanciullo si modifica esprimendo un timbro più profondo; è simbolo di virilità. Il seno, caratteristico della donna, è simbolo della femminilità; la sua formazione, durante l’adolescenza, è il risultato di una grandiosa trasformazione ormonale. Il corpo erettile e il corpo vaginale, sono i centri di incontro della sessualità maschile e femminile e

permettono di riconoscere il proprio ruolo sessuale. I muscoli sono i primi attori del movimento, permettono al corpo di spostarsi nello spazio ed esprimono qualità diverse come la forza, lo scatto, la tonicità, l’elasticità e la coordinazione. La famiglia polmoni-colon, attivando una migliore ventilazione, favorisce anche un’intuizione più conforme alla sensibilità sia maschile che femminile. Per la Medicina Tradizionale Cinese l’autunno corrisponde all’elemento Metallo, collegato alla famiglia polmoni-colon, che deve in questa stagione migliorare la ventilazione, perché il metabolismo faciliti la massima eliminazione dei rifiuti, solidi e gassosi. Parallelamente si ristabilisce l’equilibrio psichico, poiché trattenere i rifiuti è di solito rapportabile ad un comportamento perfezionista, anche sino all’ossessione. La deviazione delle correnti vitali implica un eccesso o un difetto energetico. Le correnti vitali possono essere paragonate all’acqua nel letto di un fiume: quando scorre placida, essa è apportatrice di salute e benessere per le campagne confinanti; quando è irruente, corrode gli argini e fa stare tutti col fiato sospeso, per la minaccia di un’esondazione;


LA VIA DELLA SCIENZA

quando è troppo lenta, ristagna e forma paludi. Così possono essere le nostre emozioni, placide ed equilibrate oppure irruenti o stagnanti. Nel percorso della vita si incontrano diverse situazioni, che affrontiamo secondo la nostra personalità. L’esperienza è costituita dalle informazioni che, selezionate dai cinque sensi, vengono comunicate direttamente al cervello, dove prendono due strade, una conscia ed una inconscia. Coscientemente impariamo a gestire le situazioni senza subire influenze esterne, a riconoscere la realtà in tutti gli aspetti e ad esprimerci nella totale libertà. Nell’inconscio perdiamo la purezza dei cinque sensi, travisiamo la realtà e ,talvolta, restiamo schiavi del passato, mentre la sofferenza cresce proporzionalmente alla distanza tra l’essere e l’apparire ed alla perdita della vera libertà personale. Queste due strade, conscio e inconscio, influenzano le correnti vitali che scorrono lungo i meridiani. Quando essi sono aperti, gli organi sono in pienezza e otteniamo il benessere, mentre quando sono chiusi, gli organi sono sofferenti e possono portare alla malattia. La sofferenza della coppia polmoni-colon è legata alla ricerca ossessiva dell’ideale, al perfezionismo, all’immagine distorta di sé e della realtà. La persona non è soddisfatta della propria vita ed ha tendenza a proiettare un’immagine sul mondo esterno per cercare di migliorarlo, costruendo facilmente progetti campati in aria ma, quando si rende conto dell’errore o semplicemente che quella realtà è diversa, sprofonda in un senso di inadeguatezza. L’idealista, sovente, si identifica con il gruppo del quale è dipendente, con un atteggiamento inflessibile, “da fanatico”, che porta all’esclusione: divide il prossimo in quelli che fanno parte del gruppo e “gli altri”. Questo è l’atteggiamento tipico dell’adepto di un’ideologia, del seguace di un idolo, di un uomo politico o di un guru, che può essere fanatico, estremista ed esaltato, di tutti coloro che si credono detentori della “verità”. Anche a livello di coppia accade questo fenomeno di proiezione. Si pone il partner su un piedistallo, se ne esaltano le virtù, o si cerca di cambiarlo e conformarlo secondo l’immagine che si desidera. Questa proiezione del desiderio di cambiamento bloccherà completamente il partner, impedendogli di

evolversi, di cambiare e di vivere. Nel futuro questo atteggiamento porterà sicuramente ad una delusione ed il tempo potrà solo peggiorare i rapporti interpersonali della coppia. In sintesi, la coppia polmoni-colon disarmonica genera l’idealizzazione della vita, il vivere nell’immagine e nella dimensione dell’apparire, la cieca adesione a gruppi ed il sentire le emozioni con entusiasmo o delusione esagerati. L’apertura della coppia polmoni-colon invece permette alle persone di ritrovare la fede in se stessi, negli altri e nella vita. Questo fatto consente di procedere in ogni situazione, guidati dall’ispirazione. Vivere nell’ispirazione aiuta a creare un’organizzazione armoniosa delle cose che assumono una loro configurazione in modo naturale. Quando la coppia è aperta, i muri crollano, la visione limitata della vita, chiusa nel suo ideale, prigioniera di uno stereotipo, decade. Scompare il sentimento di fallimento e la persona realizza semplicemente di aver sbagliato atteggiamento o di aver mal riposto la sua fiducia negli altri. Chi ha la coppia polmoni-colon sempre aperta non è mai deluso. Nei rapporti di coppia la pressione che si esercitava su uno dei due partner scompare, si permette all’altro di accedere alla sua libertà d’espressione, alla sua esistenza, senza più l’obbligo di rientrare nel modello ideale. In sintesi, quando la coppia polmoni-colon è aperta, abbiamo fiducia in noi stessi e negli altri, siamo aperti a nuovi orizzonti, siamo consapevoli della realtà, ci adattiamo ai cambiamenti e alla fluidità dell’ispirazione. Bisogna comunque ricordare sempre che, se da un lato abbiamo l’apertura, la coscienza e la creazione, dall’altro vi sono la chiusura e la distruzione di sé e degli altri. Se siamo coscienti di ciò potremo collocarci in una dimensione di libertà, poiché la parola dominante della coppia polmoni-colon chiusa è Ideale, ma il suo contrario è Fede.

“Ma ormai ci stiamo incamminando a lunghi passi nella stagione invernale, la stagione dell’Udito, elemento Acqua. Durante le tue passeggiate lungo i viottoli di campagna o lungo i sentieri di montagna, quelli poco battuti, impara ad affinare l’udito ed a cogliere il suono dell’inverno”. 6



LA VIA DELLA SCIENZA

I Dosha: stelle del corpo e della mente a cura del Centro Lakshmi

disturbi di varia natura, fino ad arrivare a vere e proprie malattie. A seconda del Dosha interessato, e quindi degli elementi che lo compongono, i disturbi saranno diversi. Conoscendo che cosa li aumenta e cosa li diminuisce è possibile correre ai riparie ristabilire l’equilibrio.

O

gni uomo è la combinazione dei Tridosha che forniscono la nostra costituzione fisica, mentale ed emozionale. La predominanza di un Dosha rispetto all’altro è stabilita al momento del concepimento, in funzione di quelli presenti in quel momento nei genitori (che possono essere in equilibrio oppure no, o essere influenzati dall’esterno), del cibo assunto in gravidanza dalla madre, da come questa viene condotta, dal proprio Karma. Tutto ciò che esiste, dal più piccolo atomo all’universo nel suo intero, compie queste tre azioni, segue questi tre principi, compresi gli uomini. I Dosha sono dati dai cinque elementi e attraverso il cibo, l’aria che respiriamo e le nostre esperienze, li portano all’interno del nostro corpo. Vata è il movimento, il lavoro, il respiro, la vita stessa. Pita è l’ alimento . È nutrire il corpo e la mente, le emozioni, l’anima. Kapa è il riposo. È fare pausa tra un movimento e l’altro, tra un giorno ed il seguente, tra l’inspirazione e l’espirazione, tra due battiti del cuore, tra due vite. È necessaria la diversa percentuale di ognuno di essi data dalla nostra costituzione, la Prakruti. Per determinarla rispondere a semplici domande su noi stessi: la somma delle preferenze tra il Vata, Pita e Kapa costituirà la nostra costituzione. Bisogna ricordare che “niente è giusto, niente è sbagliato”, in quanto siamo ciò che siamo e tutti diversi. Secondo l’Ayurveda non può esistere uno stereotipo di persona, un modello da seguire, ma la sola cosa importante è mantenere il proprio equilibrio e quindi preservare la propria salute Cosa succede se uno dei nostri Dosha va fuori equilibrio? È intuibile che si notino

Vata in eccesso: aumenta il gas nel corpo, che provoca disturbi intestinali. Si ha pelle secca, colorito spento, magrezza, crampi muscolari, desiderio di calore, insonnia, debolezza, tremore, scarso tono muscolare, dolori articolari ed ossei, diminuzione dei tessuti nervosi, mancanza di comprensione, perdita di memoria, confusione, agitazione, paura, ansia, insoddisfazione, mancanza di fiducia in se stessi, vertigini, ronzio alle orecchie. Che cosa aumenta Vata? Cereali, legumi, verdura fresca, melanzane, cipolla. Gusto pungente, astringente, amaro, salato. Tutto ciò che è secco, freddo, leggero, debole. Tempo freddo, nuvoloso, vento. Stagione secca e fredda. Gli impegni, parlare tanto, digiunare, troppo eccessivo esercizio, correre, nuotare, svegliarsi durante la notte, andare a dormire tardi, avere pesi e preoccupazioni sulle spalle, camminare e viaggiare molto, sopprimere i desideri, paura, tristezza, avidità. Che cosa diminuisce Vata? Cibi pesanti, oleosi, liquidi, frutta secca, semi, olio, burro, spezie carminative. Gusto: dolce, aspro, salato. Tutto ciò che è pesante, caldo, forte. Tempo caldo, secco. L’estate. La meditazione per calmare la mente e dare la stabilità. Pita in eccesso: occhi e pelle giallastri, sensazione di calore (corpo e mente) e desiderio di fresco, poco sonno, carenza di forza e organi deboli, vertigini e svenimenti, urina gialla, sonnolenza, abbondante sudorazione, bru8


LA VIA DELLA SCIENZA

ciori, gusto amaro e aspro in bocca, rabbia, collera. Si è disordinati, l’appetito e la digestione sono anormali, possono esserci: colite, gastrite, ulcera, pelle delicata ed arrossata, perdita di capelli ed incanutimento precoce, problemi alla vista. Che cosa aumenta Pita? Cibi grassi (tranne ghee e olio di cocco), legumi, lenticchie, frutti aspri, yogurt, uova, formaggio e latticini, carne, crostacei, sale, cibi pesanti, caffè, alcool. Gusto pungente, aspro, salato, astringente. Tutto ciò che è caldo e leggero. L’estate, la pioggia. Rabbia, avidità, paura, sforzo, digiuno, fame. Che cosa diminuisce Pita? Cibi freschi, frutta e vegetali, cereali, aglio, cannella, zafferano e tutte le spezie rinfrescanti e digestive. Gusto aspro, salato, pungente. Tutto ciò che è fresco e pesante. La stagione fredda, la notte. Tranquillità, stabilità, dolcezza.

Kapa in eccesso: Porta freddo, sonno eccessivo, carenza di movimento, pigrizia, obesità,

flaccidità, pallore, ritenzione idrica, stitichezza, tosse con muco, nausea, ottusità, testardaggine, indolenza, asma, allergie, sinusite. Si è possessivi, ci si aggrappa alle persone, si mangia troppo. Che cosa aumenta Kapa? Verdure cotte, grano, frumento, sesamo, frutta dolce e molto acquosa, datteri, cocco, frutta secca, latticini, dolci, carne. Gusto: dolce, aspro, salato. Tutto ciò che è freddo e umido. La stagione fredda e umida. Dormire durante il giorno, pigrizia e mancanza di esercizio, nutrimento, bere durante la notte (l’acqua viene immagazzinata e non trasformata). Che cosa diminuisce Kapa? Cibi caldi e leggeri, verdure crude e pungenti (es. il ravanello), tutte le spezie, pollo e tacchino, pesce magro, miele. Gusto amaro, pungente, astringente. Il caldo e il secco. La stagione calda e secca. Movimento, attività fisica e mentale, diete, massaggio.

Centro Benessere Ayurveda

Lakshmi I benefici della scienza Ayurvedica attraverso le tecniche del massaggio L’Ayurveda, antica scienza indiana, è un sistema di medicina olistica adatta a chiunque desideri ritrovare o mantenere il proprio equilibrio psicofisico. I nostri Trattamenti e Massaggi Ayurvedici (Abyangam) ristabiliscono l’armonia tra corpo, mente ed anima, attraverso un approccio olistico di nutrimento, fortificazione e rilassamento. Serenella, Cristiana e Siro sono operatori diplomati “Abyangam” (Massaggio Ayurvedico) e “Nidan e Chikitsa” (Diagnosi e Terapia Ayurvedica).

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LA VIA DELLA SCIENZA

VATA Corporatura sottile e insolitamente alta o bassa. Postura storta. Leggero, ossa piccole, articolazioni sporgenti. Mani secche, ruvide, screpolate. Se ingrassa, è intorno alla vita. Carnagione scura (relativamente alla famiglia), si abbronza facilmente. Capelli e peli corporei scarsi o sovrabbondanti, tendenti a essere scuri, secchi grossi e arricciati. Occhi scuri e mobili, si notano poco. Instabili, asciutti, pruriginosi, scuri, stretti, sclera tendente al grigio o all’azzurro. Ciglia ruvide, secche, scarse. Denti storti, irregolari o sporgenti, grandi, sensibili al caldo e al freddo, possibile il bisogno di cure ortodontiche. Peso scarso. Muscolatura poco sviluppata. Articolazioni rigide, doloranti, malferme, scricchiolanti. Prominenti e ben visibili. Digestione irregolare. Appetito variabile, irregolare. Sete variabile. Sistema nervoso instabile. Se è malato: disturbi nervosi, probabili dolori acuti. Memoria veloce, debole, dimentica facilmente, buona memoria a breve termine. Concentrazione breve instabile. Parla veloce, chiacchierone, eccitante. Difficoltà a decidere, cambia idea facilmente. Natura dinamica, avventurosa, sincera, vivace, filosofica. Può essere pauroso, riservato, ansioso, vile, nervoso, dinamico, comunicativo, flessibile.

PITA

KAPA

Corporatura media. Postura Eretta.

Corporatura grande. Postura Stabile.

Struttura ossea media.

Struttura ossea pesante.

Mani rossicce, trasudano Se si ingrassa, il grasso si deposita uniformemente. Pelle chiara, rossiccia, al sole si scotta facilmente, sono comuni le lentiggini e i nei. Capelli sottili, struttura fine deboli, tendenti a ingrigire e a cadere.

Mani morbide, ben sviluppate. Tende ad ingrassare soprattutto sul sedere e sulle cosce. Carnagione pallida, lucida. Si abbronza uniformemente.

Occhi verde chiaro, grigio, ambra o azzurro. Collerici, penetranti, arrossati, delicati, giallastri, marrone. Ciglia sottili, morbide, scarse. Denti regolari e di media grandezza. Giallastri.

Occhi umettati, lucidi, sporgenti, a volte blu, spesso color cioccolato. Tendenza ad avere gli occhi gonfi. Lunghe, spesse, scure. Denti grossi, forti regolari, belli, brillanti. Bianchi.

Peso giusto. Normale. Muscolatura delicata. Articolazioni calde, gonfie, brucianti. Deboli, delicate. Digestione buona. Appetito buono, non sopporta la fame. Sete eccessiva. Sistema nervoso irritabile. Se si ammala: febbre, probabili eruzioni cutanee o infiammazioni. Buona memoria acuta, chiara a breve e a lungo termine. Concentrazione stabile.

Peso elevato. Muscolatura ben sviluppata. Articolazioni flessibili, forti, ben formate, dolenti, edematose, gonfie. Digestione lenta. Appetito lento, stabile, sopporta la fame. Sete scarsa. Apatia. Se si ammala: gonfiori, ritenzione di liquidi, muco, congestione. Lento ad imparare, ma una volta imparato non dimentica più. Memoria lenta, stabile, ottima, prolungata. Concentrazione stabile. Lento, stabile, piacevole, costante. Ci mette tempo a prendere decisioni, poi non le abbandona. Natura statica, sincera, ama la verità. Sperimenta apatia, indifferenza. Può essere trascurato. Ha attaccamento. Avido. Desideroso. Armonioso. Devoto. Paziente

Veloce, acuto, offensivo, caldo, impressionante. Prende decisioni rapidamente, vede le cose chiaramente. Natura dubbiosa, fanatica, egoista, buon comportamento. Sperimenta odio. Può essere vendicativo, irritabile, manipolatore, rabbioso, percettivo. Si prende cura delle cose. Tollerante.

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Quantità moderata di capelli e peli corporei. Robusti lucidi, morbidi, belli, oleosi.


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LA VIA DELLE ORIGINI

Breve storia degli erbari di Sara Monticone

F

in dai tempi più antichi gli uomini hanno utilizzato la natura in modo consapevole, ben sapendo che ogni sostentamento provenisse dalla Terra. Più di diecimila anni fa, infatti, hanno iniziato una selezione tra piante “buone” e piante “dannose”, ad addomesticare gli animali e a unire alla conoscenza pratica il credo in potenze soprannaturali. I riti, la religione e la magia andavano di pari passo per proteggerli dalla nascita alla morte del corpo, ed oltre. In tutte le culture la conoscenza del mondo e dell’uomo non può essere disgiunta dalla presenza e volontà divina, essendo creazioni dell’Onnipotente sottoposte alle Sue leggi. Le testimonianze più complete sulla medicina farmacologica nell’antichità provengono dal mondo greco anche se la storia degli erbari è molto più antica. In generale un erbario si distingue da un trattato botanico scientifico per il fatto che le sue mire sono essenzialmente pratiche: è una farmacopea cioè una lista descrittiva di droghe. I trattati non sono tutti uguali. In essi le informazioni che vengono date ed il modo in cui vengono date possono variare: dove raccogliere le piante, come farlo e quando; le piante sono descritte e ne vengono spiegati l’uso e la preparazione, la somministrazione e le controindicazioni. Molti sono gli studiosi che se ne sono occupati, e la letteratura in merito si è sviluppata oramai da una cinquantina di anni, pur mancando ancora una analisi sistematica di tutti i manoscritti esistenti, lavoro di dimensioni ciclopiche che alcuni studiosi hanno iniziato a fare. Gli erbari sono un genere letterario che ha radici antichissime: già duemila anni prima di Cristo esistevano papiri appartenenti alla tradizione egiziana e, prima ancora, gli Assiro-Babilonesi hanno lasciato le loro testimonianze su tavolette d’argilla, seguiti dalla tradizione greca e da

Mandragora masculka, femina etc (Mandragora officinarum, L., et al; Mandrakes).

quella giudaica. Non possiamo disgiungere la storia degli erbari dalla storia della medicina cui bisogna aggiungere quella della religione, soprattutto alle origini, quando l’uomo era incapace di dominare gli eventi morbosi. La valle del Nilo e la “Siria tra i fiumi”, com’è chiamata la Mesopotamia nell’Antico Testamento, furono entrambe terre feconde di sapienza medica. Più di mille anni intercorrono dal 2800 al 1700 a.C., dall’età di Imothep, creatore della prima architettura egiziana in pietra, all’età di Hammurabi, il re babilonese a cui è legato il primo grande codice legislativo-deontologico. In Mesopotamia la medicina era praticata da sacerdoti-medici ed era quindi di tipo teurgico, come nella medicina ebraica. Nella Bibbia e nei poemi Omerici è la divinità che invia la 12


LA VIA DELLE ORIGINI

malattia ed è sempre la divinità che porta la guarigione. Grazie al mondo greco (VI sec. a.C. in poi) e ad Ippocrate (V sec. a.C), sarà la curiosità verso il mondo e la volontà di conoscere la natura degli eventi attraverso l’osservazione a portare la medicina verso il pensiero razionale. Nel IV sec. a.C. Diocle di Caristo viene considerato il più antico scrittore di un’opera botanica che avrebbe influenzato gli scritti naturalistici di Aristotele e che, a sua volta, ha studiato le piante sotto un aspetto filosofico per tentare di carpirne il significato essenziale. Il trattato di Diocle è stato fonte di informazione per tutti gli studiosi che sono venuti dopo di lui, anche se la sua opera è conosciuta solo attraverso brevi citazioni. Così fu per Teofrasto, medico di Ereso e discepolo di Aristotele, che nel III sec. compilò una serie di nove libri, l’Historia plantarum, una vera e propria classificazione delle specie vegetali; particolarmente interessanti risultano per la storia della botanica alcuni paragrafi del nono libro della sua Historia. Nel II sec. a.C. Nicandro di Colofone scrisse due poemi sui veleni vegetali e sui loro antidoti,

la Theriaca e la Alexipharmaca, quasi sicuramente illustrati. Ma fu nel I sec. a.C. che visse Crateuas, rizotomo (raccoglitore di radici) e medico di Mitridate VI Eupatore (120-63 a.C.) re del Ponto. Crateuas ebbe molto successo come medico ma fu Mitridate a passare alla storia a causa della sua passione per i veleni ed i loro antidoti. Famosa è la creazione di una panacea, che porta il suo nome e che lo avrebbe dovuto proteggere da ogni veleno. Grandissimo medico fu Galeno, nato a Pergamo nel 131, ma vissuto a Roma alla corte di Marco Aurelio, dove morì nel 210 d.C., autore di libri che riguardano idrolati ed elisir, tendente ad associare diverse specie medicinali dosate accuratamente, da cui il nome di preparati “galenici”, famosi ancora ai nostri giorni. Fino a quel momento non sono sopravvissuti erbari illustrati a noi noti, e i frammenti di rotoli miniati greci rimasti sembrano veramente pochi e del tutto insignificanti dal punto di vista artistico. Molti frammenti riguardano per lo più interessi di tipo scientifico, con illustrazioni piuttosto rozze, tanto che, non fosse per il fatto che


LA VIA DELLE ORIGINI

cui fu prodotto nel 512 d.C.: è uno dei momenti più alti nella storia degli erbari illustrati. Giuliana Anicia era figlia di Anicio Olybrio, Imperatore d’Occidente nel 472 e questo libro vuole rendere onore alla principessa, futura imperatrice. Le illustrazioni all’interno del codice variano molto, alcune sono naturalistiche e probabilmente sono quelle copiate da documenti più antichi. Questo erbario è molto importante perchè contiene undici illustrazioni che furono copiate direttamente dal testo di Crateuas, le illustrazioni di qualità migliore, tutte della stessa mano e nello stesso stile. Dioscoride parla con rispetto di Crateuas, infatti il suo erbario fu uno dei primi ad avere disegni di piante seguiti da una breve discussione scientifica e furono sicuramente illustrati. I disegni rimanenti sono molto eterogenei, più rigidi e formali e, nell’insieme, sarebbero da assegnare a mani diverse. Un contemporaneo di Dioscoride, ma meno importante, è un autore romano, Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), che scrisse quella famoSenationes (Nasturtium officinale, R. Br., Watercress), Serpentaria (Arum dracunculus, L., Dragonwort).

rappresentano un gruppo omogeneo, non avrebbe nemmeno senso introdurli nella storia dell’arte. Di un gruppo più tardo fa parte il più antico e noto erbario figurato della tradizione occidentale, il Papiro Johnson del IV sec. d.C. rinvenuto in Egitto nel 1904, in realtà un frammento che mostra con chiarezza l’immagine di due piante, il symphyton e il phlomos, accompagnate da una breve descrizione in greco che, rispetto ai papiri del II sec., sono più grandi e disegnate in modo più dettagliato. Uno degli erbari più illustri è il De Materia Medica di Dioscoride, medico militare al tempo di Nerone (I sec. d.C.), frutto del lavoro sui campi militari romani. Il De materia medica è suddiviso in cinque libri che trattano le piante medicinali, un sesto libro viene considerato apocrifo ed è dedicato ai veleni. Il primo esempio illustrato del De Materia Medica appartiene alla Biblioteca Nazionale di Vienna ed è conosciuto come Codice di Giuliana Anicia , dal nome della principessa di Costantinopoli per

Mayorana (Origanum marjorana, L., Sweet Marjoram).

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LA VIA DELLE ORIGINI

sissima Naturalis Historia i cui ultimi diciassette libri sono dedicati alle piante, alle pietre e agli animali. Plinio scrive che, per prima cosa, gli autori degli erbari disegnavano a colori le piante in modo che fossero ‘somiglianti’ e solo dopo scrivevano il testo nella parte sottostante. Nel V sec. d.C. visse l’autore di un trattato che ebbe enorme fortuna nel Medioevo, accanto a quello di Dioscoride: egli viene identificato come Pseudo-Apuleio per differenziarlo dall’Apuleio autore dell’Asino d’oro (II sec.). Sono poche le opere che, come testo illustrato, hanno avuto grandissima fortuna nella storia della botanica farmaceutica: sostanzialmente il Dioscoride e lo Pseudo Apuleio, che presenta elementi magici e una concezione medicoalchemica della medicina. L’erbario di Dioscoride costituì la più diffusa fonte del sapere botanico nel corso di tutto il Medioevo, fino agli inizi dell’età moderna e si diffuse attraverso due stesure testuali, una alfabetica, nella quale le piante erano appunto ordinate in ordine alfabetico, l’altra non-alfabetica, in cinque libri con una divisione del mate-

riale per affinità. Ciascuna parte diede origine ad uno specifico albero genealogico di manoscritti, grande e complesso. Nel VI sec. viene tradotto dal greco al latino il testo di Dioscoride e ne risultano due versioni, la lombardus e la vulgaris ; nello stesso periodo viene tradotta anche l’opera di Galeno sui semplici. Il testo di Dioscoride subì pesanti interpolazioni con altri testi minori, come l’Herbae foeminae, attribuito allo stesso Dioscoride ed il Liber medicine ex animalibus di Sesto Placito Papirense. Nel VI sec. l’erbario di Apuleio si diffuse in tre archetipi e, la maggioranza delle copie sopravvissute, risale a periodi in cui c’è stato un forte interesse per gli autori classici, cioè fino al XVI sec., anche se in questo periodo in Italia cominciano a prevalere gli studi diretti sulla natura. Il Dioscoride fu particolarmente apprezzato e studiato in ambito arabo divenendo, dopo Galeno, il medico a cui si fa fa riferimento più spesso. Già a partire dal IX sec. non mancarono medici arabi che coltivarono la farmacologia (tutte le più importanti opere arabe verranno tradotte a Salerno e a Montecassino): i commenti eruditi


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più originali sono di Abu Ali-ibn-Sina o Avicenna (980-1037), medico famoso per il suo grande senso clinico e direttore dell’ospedale di Baghdad. Enorme importanza hanno le sue opere di logica, metafisica e medicina, il Qanun (Canone) e lo Shifa (Terapia). I suoi scritti arrivano in Europa grazie alla politica di apertura del Califfato di Cordova ed è nella Spagna araba dell’anno 1000 che vengono espressi i più alti livelli culturali del tempo. La farmacologia araba in Andalusia raggiunse il suo punto più alto con al-Ghafiki e con Ibn alBaytarsia attraverso la conoscenza del testo di Dioscoride e lo studio dal vero delle specie botaniche. In Italia Meridionale sono confluite varie correnti di pensiero, punto di incontro i monasteri benedettini, dove verso la seconda metà dell’XI sec. gli antichi erbari venivano ricopiati proponendo una riduttiva schematizzazione dell’immagine della pianta.

A Montecassino, Costantino l’Africano aveva tradotto dall’arabo le più importanti opere mediche arabe e, attraverso l’espansione della cultura islamica in Spagna ed in Sicilia, vi fu in seguito la fioritura della grande scuola medica laica di Salerno del XII sec, continuata poi da Federico II. Famosa ed interessante è un’opera sui semplici le cui varie stesure testuali oggi sono note come De simplici medicina, Tractatus de herbis, Secreta Salernitana o Circa instans dall’incipit dell’opera. I Tacuina sanitatis sono testi riguardanti l’igiene alimentare e derivano dall’operetta di Ibn Botlan, un medico arabo vissuto nell’XI sec.; la traduzione latina del Taqwin di Botlan è probabilmente stata realizzata in Sicilia nella seconda metà del XII sec. ma i Tacuina appartengono al mondo lombardo del XIII sec. A partire dal XIV e XV sec. furono eseguiti in Italia numerosi manoscritti in un latino che tendeva al volgare o in volgare: in essi confluiscono diverse tradizioni testuali e figurative con frequenti contaminazioni di carattere magico, religioso ed alchemico. Verso il XV ed il XVI sec., parallelamente all’invenzione della stampa, ci sono due erbari straordinari per qualità di esecuzione che preannunciano nuovi atteggiamenti nella raffigurazione botanica: l’Erbario Carrarese, ora alla British Library di Londra, che figurava nella biblioteca del celebre naturalista Ulisse Aldrovandi ed il Liber de simplicibus di Benedetto Rinio conservato alla Biblioteca Marciana di Venezia. Nell’Erbario Carrarese è inserito un breve trattato di botanica del medico arabo Serapione il Giovane vissuto in Spagna nel IX sec. Quest’opera è stata eseguita a Padova, centro importantissimo per la sua Università, e le piante sembrano il risultato di un nuovo approccio al mondo naturale. Il codice Rinio invece fu redatto dal medico di Conegliano Niccolò Roccabonella, mentre i disegni spettano all’artista veneziano Andrea Amadio. L’avvento della stampa nella seconda metà del XVI secolo ha apportato un cambiamento enorme nel mondo dei libri: la nuova tecnica porta infatti le incisioni al posto dei disegni dei manoscritti, pur essendoci un periodo di coesistenza.

Hyppuris (Equisetum arvense, L., Field Horsetail), De homine sive de muliere experimenta etc.

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Inizialmente, con l’uso della tecniche tipografiche permette xilografia, l’illustrazione botadi migliorare la qualità dei nica fa un passo indietro, poidisegni a stampa. La xilografia ché la nuova tecnica ha bisoviene sostituita dall’acquaforgno di essere sviluppata e si te, più accurata e fine, creannota la differenza con l’armodo immagini singole e comniosa evoluzione degli erbari poste, spesso artisticamente manoscritti contemporanei. La molto belle. Questo permette perdita del colore della xilodi offrire al pubblico, che grafia viene supplita talvolta dimostra sempre maggior da una colorazione manuale. interesse, opere come il De Materia Medica, di cui comI nuovi erbari a stampa si pare una prima edizione latiallontanano dal quel realismo na nel 1478 ed un’altra consiche ormai da decenni aveva derata ‘editio princeps’ nel avuto finalmente la libertà di 1499, che costituisce uno dei esprimersi. Ma già nella punti di partenza della pubseconda metà del XVI sec. blicazione a stampa di questo con i primi erbari illustrati a tipo di opere. È oramai nata stampa si è testimoni della l’illustrazione scientifica nascita di un nuovo metodo ‘moderna’ delle specie botascientifico e sperimentale Auripigmentum (Extracting Orpiment). niche. nelle “vivae iconae”: lo studio delle specie botaniche dal vivo. La prima illustrazione botanica ‘moderna’ Bibliografia: Storia della medicina e bioetica - L.R. Angeletti, Milano 1992. si riscontra nell’Herbarum vivae eicones di Otto The Herbal in Antiquity - C. Singer in journal of Hellenic Studies, Brunfel’s pubblicato a Strasburgo nel 1530-36: 47, 1927. L’Arte lunga - Giorgio Cosmacini, Roma-Bari 1997. le piante furono disegnate dal vivo da Hans In foliis folia - Ernesto Milano, Modena 1994. Weyditz, un artista che aveva stretti rapporti con Enciclopedia dell’Arte Medievale - S. Toresella, L. T. Tomasi. il Dhürer. Seguirà l’erbario di Leonard Fuchs, Illustrations in Rolls and Codex - K. Weitzmann, Princeton 1970. A short History of Medicine - C. Singer, E. Ashworth Underwood, De historia stirpium , apparso a Basilea nel Oxford 1962. 1542, rapidamente replicato in edizioni di La tradizione europea degli erbari miniati e la scuola veneta - G. Canova, Modena 1988. dimensioni minori per lo studio universitario. Mariani Medieval Medical Miniature - Peter Murray Jones, Londra 1984. Alla fine del XV sec. il perfezionamento delle Herbarium - E.M. Cappelletti, Padova 1993.


LA VIA DEL CIBO

L’olio in tavola di Luigi Caricato

liquido di frittura più indicato, non solo sul piano salutistico, in quanto più resistente alle alte temperature e al prolungamento delle stesse nel tempo, e perciò più stabile, ma anche su quello propriamente edonistico, favorendo tra l’altro fritture migliori, conferendo la giusta croccantezza e doratura ai cibi. Il problema semmai è un altro, consiste nella scarsa attitudine a praticare una frittura corretta. Per poter friggere bene un alimento occorre acquisire una conoscenza minima ed essenziale delle tecniche di frittura. I cibi, per esempio, debbono essere posti nell’olio a una temperatura elevata, in modo da evitare che rimangano imbevuti del grasso di cottura. Le temperature varieranno a loro volta in base alla consistenza, al tipo e alla forma dell’alimento. Importante è poi il ricorso a recipienti idonei per forma e dimensione, come pure è fondamentale il momento in cui si lascia immergere il cibo, senza che questo debordi ai lati del contenitore. La giusta temperatura di frittura cambia inoltre in funzione del cibo e deve essere mantenuta il più possibile costante. Lo stesso cibo dovrà essere riposto in padella nella quantità giusta, ma deve essere pure asciutto e a temperatura ambiente, in modo che non si scenda mai al di sotto della temperatura ottimale, perché altrimenti si registrerebbe una rottura delle fibre quanto mai deleteria per la salute e la bontà stessa del fritto al palato. I consigli sarebbero infiniti, a dimostrazione che la frittura è una pratica complessa, richiedendo al solito grande preparazione, anche in ragione del fatto che i rischi per la salute sono altissimi, qualora si sbagliasse tipo di olio e modalità di preparazione. Anche gli abbinamenti sono determinanti, perché sbagliando si incorre in risultati che raramente premiano il buon esito finale dei piatti. Proviamo a fare degli esempi, pensando a extra vergini prodotti nel territorio giuliano, quelli riconducibili alla recente denominazione di origine protetta a nome “Tergeste” (in corso di certificazione e prossimamente sul mercato). Gli

C

osa accade quando la bontà di un olio extra vergine di oliva si sperimenta in cucina? La risposta è scontata, anche perché i risultati si vedono nella loro immediatezza. Anzi, si percepiscono soprattutto al gusto e all’olfatto, costituendo un’evidenza talmente tangibile che non si può in alcun modo negare o cercare di sminuire. Con un buon olio extra vergine di oliva ogni cibo viene infatti nobilitato e reso più appetibile. Recenti studi in materia di dietoterapia hanno messo in luce il suo ruolo di stimolatore dell’appetito, utile per fronteggiare l’inappetenza di anziani e ammalati. E non solo, l’olio che si ricava dalle olive, ch’è a tutti gli effetti da considerare alimento e condimento insieme, è qualcosa di ineguagliabile anche per un’altra ragione, dovuta alla sua alta digeribilità, di gran lunga superiore a quella di qualsiasi altro grasso alimentare. Non è poco. Partendo dunque da una simile premessa, si comprende quanto sia importante conoscere bene il prodotto che si intende utilizzare, proprio con l’intento di impiegarlo al meglio, valorizzandone al massimo grado le proprietà che lo contraddistinguono. Proviamo intanto a sfatare uno degli errori più ricorrenti, che consiste nel ritenere ingiustamente inadatto l’olio di oliva nei processi di cottura che prevedano trattamenti termici piuttosto spinti. Non è vero, si tratta invece del 18


LA VIA DEL CIBO

cucina e dalla voglia di sperimentare. Di solito con oli dal fruttato tenue si associano volentieri cibi delicati e meno sapidi; contrariamente, con oli dal fruttato intenso, si individuano subito gli alimenti più strutturati e dai sapori più marcati e netti. La carne di cacciagione incontra per esempio più volentieri un olio amaro e piccante, le cui caratteristiche vengono in parte smussate dal cibo, mentre un olio delicato si perderebbe, svanendo quasi del tutto. Si tratta perciò di saper cogliere i giusti equilibri, optando per soluzioni che si dimostrino di volta in volta azzeccate. Su una mozzarella, provate a versare un filo d’olio dal fruttato di media intensità, ne viene fuori un tocco di elegante sapidità. Versare dell’olio amaro invece non gioverebbe, come neppure avrebbe alcun senso ricorrere a oli estremamente tenui e senza personalità. Ecco, l’olio giuliano ha la fortuna di esprimere la giusta via di mezzo, essendo un extra vergine classificabile come fruttato medio, si presta per questo a molteplici impieghi. È delicato e insieme sapido, è fine e insieme ricco di note fruttate; non è mai eccessivamente amaro e neppure piccante, ma non per questo appare smodatamente dolce e senza brio: è l’olio giusto sia in cucina, da utilizzare in cottura, sia a tavola, per i condimenti a crudo. È ideale perfino nella dieta, in quanto è sufficiente versarne poco per conferire ai cibi quella necessaria impronta di gusto e fragranza. Per via dell’alto potere condente che possiede, se ne versa poco, quindi si risparmia perfino sul prezzo, avendo peraltro gli oli giuliani un ottimo rapporto prezzo-rendimento. Inoltre, assumendo in questo modo meno grassi, il benessere generale dell’organismo ne trae ampio giovamento e piacere. Non è poco, d’altra parte, in tempi in cui si teme di utilizzare i grassi in eccesso, soprattutto quando poi c’è il vantaggio di utilizzare i grassi più giusti, quelli fisiologicamente più vicini e utili al nostro organismo. Va ricordato infatti quanto è già assodato: il profilo compositivo di un extra vergine di alta qualità corrisponde a quello del latte materno. Poste tali premesse, non resta che augurare buon appetito: con l’olio giusto, s’intende. (www.luigicaricato.net)

oli che qui si ricavano sono extra vergini dalle note fruttate ed eleganti, sono armoniosi e ben equilibrati nell’amaro e nel piccante, sono sapidi e ugualmente delicati, di grande finezza all’olfatto e al gusto, piacevoli nell’insieme perché morbidi e vellutati. Ebbene, di fronte a caratteristiche così eccelse, è un vero peccato svilire tali qualità, abbinando l’olio a cibi che non ne valorizzano e nemmeno ne esaltano appieno il sapore e i profumi di cui sono veicolo. Occorre dunque individuare le pietanze giuste, ma non è necessaria una grande conoscenza dell’arte gastronomica; di solito la strada è facile e già ben delineata quando si ricorre alla cucina del territorio, da sempre la più appropriata nell’interpretare al meglio i prodotti della terra. È il caso della celebre minestra triestina denominata “Jota”. Quale migliore condimento se non l’olio da olive Bianchera-Belica, quello che si va ricavando negli oliveti della zona con grande maestria? Gli ingredienti per la “Jota” non sono pochi, eccoli: crauti, fagioli secchi, pancetta affumicata, carne di maiale, cotenna, farina bianca, patate, aglio, foglie di alloro e una spruzzata di sale e pepe, oltre, naturalmente, al gustoso Extra vergine. Il gusto senz’altro ne guadagna. Nell’area triestina l’olio si apre a molteplici impieghi, diventando tra l’altro elemento fondamentale e catalizzante nei molti piatti di pesce, ma anche nelle svariate tipologie di minestre e zuppe, come pure nella preparazione dei dolci, come i molto apprezzati “crostoli” di carnevale. L’abbinamento olio-cibo va comunque al di là delle preparazioni culinarie della zona, in quanto le caratteristiche organolettiche che contraddistinguono gli extra vergini giuliani esprimono una notevole versatilità. Provo a elencare alcune delle tante possibili espressioni: su insalate di mare, minestre di verdure, creme di legumi, frittate di lumache, carciofi e patate soffritti, pappardelle al sugo di lepre, pesci al forno con salsa di pomodoro, rane in sughetto verde, arrosti di pesce, carni bianche ai ferri e via e via elencando. Ciò che importa sapere è che gli abbinamenti non seguono sempre regole fisse e immutabili, dipende molto dal genio creativo di chi sta in 19


LA VIA DEL CIBO

La cannella, regina delle spezie di Manuela Zippo

anno di età e dopo questo raccolto si attende altri tre anni prima di procedere al successivo. Esso è effettuato durante il periodo delle piogge, poiché in tale stagione la separazione della corteccia dal fusto avviene più agevolmente. La cannella è preferibile acquistarla in bastoncini, sia per evitare contraffazioni che per mantenere il suo aroma. La polvere perde il profumo molto in fretta. La cannella è originaria dalla Sri Lanka e si è diffusa poi in altri paesi dando origine a differenziazioni di specie. Si trova oggi in India, Madagascar, Birmania, Africa e Giamaica, anche se la migliore qualità resta sempre quella dell’isola di Ceylon. Nell’isola la cannella cresce rigogliosa e al tempo della sua scoperta da parte dei portoghesi veniva utilizzata dagli indigeni come una sorta di “droga” da fumare o per preparare oli profumati e come “specie aromatica di lusso” da offrire nei templi durante le grandi feste religiose. La cannella dà un olio essenziale di natura calda, yang scarsamente volatile e marcatamente di base che ha proprietà digestive, stimolanti, ma anche antibatteriche e antimicotiche. Ottimo da usare nelle giornate fredde proprio perché emana calore e quindi da massaggiare o diffondere nell’ambiente. Il suo aroma speziato crea atmosfere afrodisiache avvolgenti e coinvolgenti dove trova rifugio chi desidera essere cullato e protetto. E se possiamo anche gustare una fetta di strudel di mele aromatizzato con questa spezia, bevendo del vin brulè, il gioco è fatto! ...Naturalmente accanto ad un fuoco scoppiettante,

Profumo di garofano, colore di cannella, io vengo da lontano per vedere Gabriella. (Ritornello della zona del cacao)

L

a Cannella, spezia regina del calore, racchiude in sé l’energia del sole di Ceylon (Sri Lanka) che si sprigiona in queste sere fredde d’inverno da una tazza di vino caldo. Non c’è cucina dove non sia riposta una manciata di cannella o i bastoncini di corteccia aromatica, tanto profumati da essere utilizzati a scopo ornamentale in molti orpelli natalizi. Consacrata al sole, la si considerava pianta divina al pari dell’incenso, della mirra ed altri aromi rituali. Fu usata come profumo fin dai tempi del Vecchio Testamento, Mosè la usava come ingrediente nell’olio per la consacrazione, nel tabernacolo. Il cinnamomo (come veniva chiamata nell’ antichità) venne adottato anche a Roma dove l’imperatore Vespasiano ne portò delle corone per adornarne i templi sul Campidoglio. Il nome cinnamomo deriva dall’arabo “kinnamon” che significa profumo, mentre cannella deriva dal latino “canna” per la forma che aveva questa spezia quando giungeva dai paesi d’origine. La spezia è costituita dalla corteccia secca dell’albero Cinnamomum zeylanicum. Si presenta in sottili stecche giallo-brune, chiare e arrotolate su se stesse. L’albero è un sempreverde con foglie profumate e fiori gialli. Il taglio dei rametti avviene alla fine del terzo 20


LA VIA DEL CIBO

mentre fuori una soffice nevicata smorza i rumori della città… o qualcuno sta posteggiando la sua slitta!

Vin Brulè Ingredienti: 1 litro di vino rosso, 8 chiodi di garofano, 1 bastoncino di cannella, 8 cucchiai di zucchero, 8 foglie di alloro, 1 scorza di limone (la parte gialla). Far caramellare lo zucchero in una casseruola, aggiungere il vino e far bollire finchè lo zucchero è sciolto. Aggiungere le spezie, filtrare e servire caldissimo.

Impastare farina, 1 cucchiaio di zucchero, due di burro, sale e acqua tiepida. Fare riposare per 1 ora; quindi spianarla sottilmente e coprirla con uno strato di sottili fette di mele spruzzate con il limone. Spargere le uvette i pinoli il pangrattato rosolato nel burro rimasto, spolverare le spezie e aggiungere la buccia del limone grattugiata e il resto dello zucchero. Arrotolare la sfoglia e appoggiarla sulla piastra unta del forno. Spennellare la superficie del rotolo con del latte e mettere in forno preriscaldato a 220° per circa 20 minuti. Appena pronto, fatelo intiepidire e cospargetelo di zucchero a velo.

Strudel di mele (“struccolo de pomi” triestino) Ingredienti: g 300 di farina, g 100 di zucchero, g 150 di burro, 1Kg di mele, g 100 di uva sultanina, g 40 di pinoli pangrattato q.b. 1 limone, chiodi di garofano e noce moscata in polvere, 1 stecca di cannella macinata, due cucchiai di latte, due cucchiai di zucchero a velo, sale.

Bibliografia: Gabriella garofano e cannella, J. Amado, ed. Einaudi. Manuale professionale di aromotecnica, AA.VV., ed. Zuccari. Spezie, M.A, Webb, ed. Idealibri. Florari, A. Cattabiani, ed. Mondatori. Le vie delle spezie, E. Riva, ed. GV.

Qualche ricetta:


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Le quintessenze spagiriche di Marco Vittori e Stefano Stefani

Il binario dei complementari

L

Date per scontate le conoscenze energetiche della medicina tradizionale occidentale, la prima osservazione energetica sul Binario dei complementari riguarda il fatto che i segni zodiacali (e relativi vasi energetici) vengono considerati alternativamente “Maschili” o “Femminili”.

e quintessenze spagiriche hanno l’azione di potenziare alcuni settori energetici. Considerando le segnature delle piante preparate secondo questo metodo si possono realizzare alcuni composti per facilitare i flussi dell’energia attraverso un preferenziale settore energetico valutato come deficitario.

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Tabella 1 Segni zodiacali

Maschili e Femminili

Vasi energetici Cinesi

Yin e Yang

Ariete Toro Gemelli Cancro Leone Vergine Bilancia Scorpione Sagittario Capricorno Acquario Pesci

Maschile Femminile Maschile Femminile Maschile Femminile Maschile Femminile Maschile Femminile Maschile Femminile

Ministro del Cuore Triplice riscaldatore Polmone Stomaco Cuore Intestino tenue Rene Vescica Fegato Vescica biliare Milza/Pancreas Intestino crasso

Yin Yang Yin Yang Yin Yang Yin Yang Yin Yang Yin Yang

Il confronto con la Medicina Tradizionale Cinese mette in evidenza il fatto che i vasi Maschili della Tradizione Occidentale corrispondono con i Vasi Yin della Tradizione Cinese e viceversa. Del resto era stato fatto osservare come la parte anteriore del corpo umano venga considerata Yin presso le popolazioni orientali e “maschile” presso quello occidentali e viceversa. Tale anomalia nel linguaggio non pregiudica affatto le corrispondenze perfette tra i due sistemi energetici, purché non si confondano mappa e territorio a causa dei significanti e si aderisca invece al significato.

sanitaria dott.ssa Anna

Del Pup il piacere di stare bene

Ci sono alcuni modi di intendere maschile e femminile in senso energetico: 1) Alternativamente maschili e femminili (vedi tabella 1). 2) Maschili da ariete a vergine e femminili da bilancia a pesci, in quanto in questi segni il sole ha maggiore (maschili) o minore (femminili) permanenza sull’orizzonte. 3) Maschili da capricorno a gemelli e femminili da cancro a sagittario, in quanto in questi segni la permanenza del sole sull’orizzonte è in continuo aumento (maschili) o diminuzione (femminili).

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Ne risultano sei tipi di rimedi. Il primo e il secondo sono sintetizzabili come segue: Maschili

Femminili

Arancio amaro

Anice stellato

Cipresso

Lavanda

Eucalipto

Melissa

Ginepro

Menta

Limone

Pino silvestre

Rosmarino

Salvia

La seconda coppia può esser definita “divisione equinoziale” e risulta interessare l’attributo “Caldo” e l’attributo “Freddo”: Caldo

Freddo

Arancio amaro

Melissa

Anice stellato

Pino silvestre

Menta

Ginepro

Lavanda

Rosmarino

Eucalipto

Cipresso

Limone

Salvia Tabella 2

Segni zodiacali

Maschili e Femminili

Vasi energetici Cinesi

Yin e Yang

Ariete Toro Gemelli Cancro Leone Vergine Bilancia Scorpione Sagittario Capricorno Acquario Pesci

Caldo Caldo Caldo Caldo Caldo Caldo Freddo Freddo Freddo Freddo Freddo Freddo

Ministro del Cuore Triplice riscaldatore Polmone Stomaco Cuore Intestino tenue Rene Vescica Fegato Vescica biliare Milza/Pancreas Intestino crasso

Yang Yang Yang Yang Yang Yang Yin Yin Yin Yin Yin Yin

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La terza coppia può esser definita “divisione solstiziale” e risulta interessare l’attributo “Secco” e l’attributo “Umido”:

In sintesi si giunge alla possibilità di interagire con il sistema energetico in vari modi di cui i primi sei riguardano il binario dei comple-

Umido

Secco

Melissa

Arancio amaro

Pino silvestre

Anice stellato

Cipresso

Menta

Lavanda

Ginepro

Eucalipto

Rosmarino

Limone

Salvia Tabella 3

Segni zodiacali Ariete Toro Gemelli Cancro Leone Vergine Bilancia Scorpione Sagittario Capricorno Acquario Pesci

Maschili e Femminili Umido Umido Umido Secco Secco Secco Secco Secco Secco Umido Umido Umido

Vasi energetici Cinesi Ministro del Cuore Triplice riscaldatore Polmone Stomaco Cuore Intestino tenue Rene Vescica Fegato Vescica biliare Milza/Pancreas Intestino crasso

Yin e Yang Yin Yin Yin Yang Yang Yang Yang Yang Yang Yin Yin Yin

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mentari. I segni zodiacali cosiddetti maschili appartengono all’elemento fuoco o all’elemento aria, riassumendo così il concetto di “caldo” essi portano ad attivare energie psichiche di estroversione in maniera decisa. Il rimedio Maschile è adatto in qualsiasi momento per portare energia a tutti i meridiani Yin del sistema energetico Cinese. I segni zodiacali cosiddetti femminili appartengono all’elemento acqua o all’elemento terra, riassumendo così il concetto di “freddo” essi portano ad attivare energie psichiche di introversione in maniera decisa. Il rimedio Femminile è adatto in qualsiasi momento per portare energia a tutti i meridiani Yang del sistema energetico Cinese. Anche i segni zodiacali cosiddetti caldi attivano energie psichiche di estroversione, ma in maniera equilibrata e dolce. Il rimedio Caldo è adatto per portare energia ai seguenti meridiani del sistema energetico Cinese: il ministro del cuore ed il triplice riscaldatore, polmone, stomaco, cuore, intestino tenue. Quattro di questi appartengono alla loggia del fuoco e gli altri due appartengono il primo al metallo e l’altro alla terra. Il rimedio Caldo riassume in realtà tutte le forze zodiacali in cui la durata del semiarco diurno è maggiore rispetto alla durata di quello notturno, conducendo ad una forte qualità di estroversione modulata in tutti i suoi aspetti psichici naturali. Il rimedio Caldo conduce quindi ad esternare il proprio stato interiore e ad acquisire qualità psichiche di estroversione più importanti rispetto al rimedio Maschile, che risulta invece essere più utilizzabile per le qualità energetiche Yin.

I segni zodiacali cosiddetti freddi portano ad attivare energie psichiche di introversione ma in maniera equilibrata e dolce. Il rimedio Freddo è adatto per portare energia ai seguenti meridiani del sistema energetico Cinese: rene, vescica, fegato, vescica biliare, milza/pancreas, intestino crasso. Due di questi appartengono alla loggia dell’acqua, altri due appartengono al legno e gli ultimi uno alla terra e uno al metallo. Il rimedio Freddo riassume in realtà tutte le forze zodiacali in cui la durata del semiarco notturno è maggiore rispetto alla durata di quello diurno conducendo ad una forte qualità di introversione ma modulata in tutti i suoi aspetti psichici naturali. Il rimedio Freddo conduce quindi ad occuparsi di sé stessi ed acquisire qualità psichiche di introversione più importanti rispetto al rimedio Femminile, che risulta invece più utilizzabile per le qualità energetiche Yang. I segni zodiacali cosiddetti umidi attivano energie psichiche di adattabilità. Il rimedio Umido è adatto per portare energia ai seguenti meridiani del sistema energetico Cinese: stomaco, cuore, intestino tenue, rene, vescica, fegato. Il rimedio Umido riassume in realtà tutte le forze zodiacali in cui la durata del semiarco diurno è in continuo incremento (dal solstizio d’inverno al solstizio d’estate) conducendo ad una forte qualità di adattabilità, modulata in tutti i suoi aspetti psichici naturali. Il rimedio Umido conduce quindi a considerare le esigenze altrui in maniera consona e sarebbe quindi utile alle persone che mettono spesso le proprie esigenze al primo posto. I segni zodiacali cosiddetti secchi portano ad

Tabella 4 Maschile Limone Eucalipto Arancio Ginepro Rosmarino Cipresso

Femminile Lavanda Anice Menta Salvia Pino Melissa

Caldo Limone Lavanda Eucalipto Anice Arancio Menta

Freddo Ginepro Salvia Rosmarino Pino Cipresso Melissa 26

Umido Pino Cipresso Melissa Limone Lavanda Eucalipto

Secco Anice Arancio Menta Ginepro Salvia Rosmarino


LA VIA DELLE ORIGINI

attivare energie psichiche di autonomia . Il rimedio Secco è adatto per portare energia ai seguenti meridiani del sistema energetico Cinese: stomaco, cuore, intestino tenue, rene, vescica, fegato. Il rimedio Secco riassume in realtà tutte le forze zodiacali in cui la durata del semiarco diurno è in continua diminuzione (dal solstizio d’estate al solstizio d’inverno) conducendo ad una forte qualità di autonomia modulata in tutti i suoi aspetti psichici naturali. Il rimedio Secco porta quindi a considerare le proprie

esigenze in maniera consona e sarebbe quindi utile alle persone che mettono spesso le esigenze altrui al primo posto. Il limone (pianta del segno dell’Ariete, segno di fuoco, caldo e secco, corrispondente a Ministro del Cuore) è dunque utilizzato per le sue qualità maschili, calde e umide ed è quindi una pianta che porta estroversione ed adattabilità come anche la Lavanda e l’Eucalipto nei relativi segni zodiacali. Tutte le piante si possono dunque leggere in questo modo secondo la tabella che segue.

Tabella 5 Pianta

Elemento zodiacale

Segno zodiacale

Polarità

Attivi

Passivi

Limone Lavanda Eucalipto Anice Arancio Menta Ginepro Salvia Rosmarino Pino Cipresso Melissa

Fuoco Terra Aria Acqua Fuoco Terra Aria Acqua Fuoco Terra Aria Acqua

Ariete Toro Gemelli Cancro Leone Vergine Bilancia Scorpione Sagittario Capricorno Acquario Pesci

Maschile Femminile Maschile Femminile Maschile Femminile Maschile Femminile Maschile Femminile Maschile Femminile

Caldo Caldo Caldo Caldo Caldo Caldo Freddo Freddo Freddo Freddo Freddo Freddo

Umido Umido Umido Secco Secco Secco Secco Secco Secco Umido Umido Umido


LA VIA DELLA SCIENZA

Storia della biodinamica sacrale di Pierpaolo Bon (a cura di I.R.Me.C.)

significato della diversa disposizione delle suture craniche permise a Sutherland di studiare ogni minimo dettaglio delle ossa craniche, scoprendo come le ossa siano collegate tra loro da membrane e che il loro movimento è da queste coordinato. Con la palpazione dei crani dei suoi pazienti cominciò a sentire qualcosa che allora non si poteva spiegare: il cranio si muoveva davvero, indipendentemente dal ritmo cardiaco e respiratorio… Dopo un instancabile lavoro di “percezione” di questi delicatissimi movimenti, giunse alla conclusione che il moto proprio del cervello, le fluttuazioni regolari e ritmiche del liquido cerebrospinale, la mobilità della membrana cerebrospinale durale, delle ossa craniche e dell’osso sacro, fossero i presupposti di questo movimento complesso. Il maggior merito di Sutherland, oltre al conseguente impiego dei principi dell’osteopatia sul cranio, fu la scoperta di un sistema di regolazione per tutto l’organismo, partendo dal movimento ritmico e lento del cranio e del liquido cerebrospinale. La definizione Cranio-Sacrale, pertanto, è oggi la denominazione di un sistema fisiologico del nostro corpo, costituito dalle membrane - meningi che avvolgono il cervello ed il midollo spinale, dal cranio fino all’osso sacro. Tutto il nostro sistema nervoso si muove ma, in particolare, proprio al centro

I

l medico americano Andrew Taylor Still (1828-1917) ideò l’osteopatia alla fine dell’800. Egli sviluppò, in contrasto con la medicina allora esercitata ed insoddisfatto per le prescrizioni di farmaci, salassi ed altri metodi “ufficiali”, un nuovo sistema medico globale che chiamò osteopatia, risultato dei termini “osso” (osteo) e “sofferenza” (pathos). Still riconobbe, tra l’altro, che un flusso sanguigno libero apporta salute, mentre invece disturbi della circolazione locali o generali provocano malattie. Il metodo di cura craniosacrale fu sviluppato da William Gardner Sutherland (1873-1954) all’inizio degli anni Trenta. Quando studiava ancora alla scuola di osteopatia a Kirksville, aveva osservato un cranio scomposto, notando in particolare le superfici di collegamento tra la grande ala dello sfenoide e la squama dell’osso temporale: questo collegamento gli sembrò orientato come le branchie di un pesce, quasi a ricordare la mobilità articolata di un meccanismo respiratorio. Benché tutti i libri di testo sull’anatomia a lui noti dicessero che le suture craniche siano ossificate formando un insieme immobile e statico, non abbandonò l’idea della possibilità dei movimenti nel cranio. La ricerca del 28


I.P.

del cervello, ci sono alcuni spazi vuoti, i ventricoli, in cui viene prodotto il liquido CefaloRachidiano che fuoriesce per circondare gli emisferi cerebrali e il midollo, creando così una circolazione fluida con la maggior parte delle strutture nervose galleggianti in esso. Tale liquido interagisce anche con il movimento delle ossa poiché non solo fluttua ma é soggetto ad una variazione di pressione, dovuta alla suo secrezione ed al conseguente naturale riassorbimento, dando luogo ad un movimento ritmico definito Ritmo CranioSacrale. Il cranio e il sacro, collegati dalle meningi, si muovono insieme in risonanza su tutto il corpo con un meccanismo involontario che però, in quanto generato dal centro del nostro cervello, sembra riflettere le nostre stesse condizioni psico-fisiche generali. Il ritmo Cranio Sacrale é molto lento, con cicli di 3-5 secondi, ed é un potente armonizzatore, rappresentando il nostro spazio di profonda tranquillità. Proprio da qui partono i trattamenti tendenti ad armonizzare, bilanciare e ri-allineare le strutture del corpo. In risposta ai traumi fisici, quali urti e colpi, oppure a stress emotivi, i tessuti corporei si contraggono al punto da rimanere definitivamente bloccati, in talune condizioni di particolare tensione. Gli effetti possono essere fisici, come mal di schiena, emicranie o problemi digestivi, quanto emotivi come ansie e depressione.

Queste limitazioni nel funzionamento del corpo si manifestano anche attraverso il ritmo craniosacrale. Tali limiti, definiti “restrizioni”, sono zone a basso ritmo, generalmente zone dolenti, con cicatrici o traumatizzate. Se il movimento e la mobilità dei tessuti sono ridotti, i liquidi non possono più scorrere liberamente: ne consegue una congestione più o meno sviluppata che può danneggiare anche il sostegno nervoso dei tessuti. I terapisti craniosacrali sono preparati a sentire questi movimenti sottili del corpo umano e possono identificare le aree dove c'è una restrizione o una congestione. Grazie a un intervento minimo sui tessuti corporei, rimuovendo gli ostacoli alla circolazione dei liquidi, è possibile riportare alle normali funzioni il corpo, eliminando o riducendo i disturbi dell’energia vitale. Il trattamento avviene, nella maggioranza dei casi, con il corpo sdraiato su un lettino da massaggio; il corpo é immobile e posizionato nella condizione più confortevole possibile. L’operatore, con le mani allenate ad ascoltare movimenti così leggeri (nell’ordine di alcuni microns), agisce in modo che il Ritmo Craniosacrale si amplifichi e si diffonda. Se si incontra qualche “restrizione”, si utilizza lo stesso movimento del sistema per aiutare le parti bloccate a ritrovare la loro propria motilità, quasi una marea che, agendo sulle proprie onde, si espande e si incanala nella giusta direzione.


I LUOGHI

I Luoghi della Bioguida: percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito L’ARNIA

FRIULI VENEZIA-GIULIA TRIESTE ACTIS

Associazione Culturale Teatro Immagine Suono Via Corti 3/A, Trieste Tel. 040/3480225 actis1@libero.it L’ACTIS è presente nel mondo della ricerca artistica dal teatro alla danza e nella ricerca del benessere, sia nella formazione che nelle manifestazioni. BioDanza - sistema Rolando Toro per bambini e adulti: info 338/4615265. Tai Ji Quan per adulti e Kung Fu per bambini e adulti: info 348/0992261. Reiki: 2° livello Reiki olistico 12/13 febbraio, info 340/5397019. Centro Buddista Tibetano Sakya via Marconi 34, Trieste Tel. 040/571048

Libera Associazione per la Ricerca in Naturopatia, Igienismo e Autoterapie Piazza Goldoni 5, Trieste. Tel./fax: 040/660805, larniats@libero.it Ass. Culturale DELFINO BLU Via Geppa 2, Trieste. Tel. 349 2840064, delfinoblutrieste@libero.it http://fit.supereva.it/delfinoblutrieste/index.html Espande Trieste Trieste: 040/575648 - 380/7385996 Udine: 0432/44772 - 348/7404470 www.espande.it Il Giardino - Shiatsu Via Torbandena 1, Trieste. Tel. 040 366568 www.shiatsuilgiardino.it


I LUOGHI

Associazione “IZANAMI” Scuola di Shiatsu riconosciuta a livello nazionale dalla Federazione Italiana Shiatsu Via del Coroneo 5, Trieste Tel. 040/660898, www.izanami.it

Ass. Reiki Amore Universale Via Gorizia 18, Trieste (zona Gretta) Cell. 333/4502314 (Marco Gallone), marco.master81@libero.it REIKI.. LA VIA DEL CUORE Via Marconi 14, Trieste. Tel. 040/660991. Qing Feng Wushu Scuola di Arti Marziali Cinesi Tel. 347/6475956 qingfengwushu@libero.it

PROSSIME INIZIATIVE: Corso di massaggio AN-MA con oli balsamici (ogni lunedi dal 10 gennaio) Do-In: la via della forza interiore (ogni mercoledì dal 12 gennaio) Yoga integrale metodo Satyananda con la Dott. Manuela Zippo, diplomata alla Scuola di Yoga integrale Kalpa Vriksha Satyananda (da martedì 25 gennaio) La terapia del Soffio Sab 22 e dom 23 gennaio a Varese. Informazioni: Tiziana, cell. 335/7276226. Corso di Shiatsu 1° livello con Rino Cortigiano, sab 29 e dom 30 gennaio a Torchiarolo (Brindisi). Informazioni: Luisa 349/2690825, Stefania 347/0068289, Carmen 320/0924109.


I LUOGHI

Associazione Internazionale SWAMATEH A Trieste, cell. 333/7229821, www.swamateh.org YOGA INTEGRALE e IL DRAGO D’ORO Via S. Maurizio 9/F, Trieste. Tel. 040/365558, cell. 320/0975010, www.transetaoista.it

Associazione Culturale ALETHEIA Via San Giacomo 34, Monfalcone (GO) Tel. 333/2858588

Zeleni Center Vrpholje (Kozina), Slovenia. Tel. 339/7248645, zelenicenter@hotmail.com

ISENRO’ Istituto Superiore Europeo di Naturopatia e Reflessologia Olistica Via Duca D’Aosta 50, Gorizia Tel. 0481/536232, isenro@email.it

GORIZIA ALABATH Via Duca D’Aosta 45, Monfalcone (GO). Tel. 0481/43164. OM SHANTI Via dei Grabizio 7, Gorizia. Tel. 0481/21138, cell. 347/7195065, omshantih@libero.it

Piano del Cuore Studio per il benessere Marco e Tatiana propongono soluzioni semplici ai vostri problemi più complessi. Riflessologia Plantare Massaggi Terapeutici Linfodrenaggio Reiki, Cristalli, Cromo, ecc.

CALICANTO DUEMILA Via Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 0481/475545. Per informazioni sul calendario completo delle conferenze e dei convegni: tel. 0481/ 475545, 0481/411658, oppure controllate le date aggiornate su: www.bioguida.net / www.bioguida.com

Associazione Reiki Amore Universale La R.A.U., unica associazione Reiki con identità giuridica, propone corso di 1° livello Reiki Cosmico GRATUITO Previa iscrizione annuale all’ass. di 35 € + spese accessorie 15 € Il costo del libro Reiki, il vortice della vita è di 20 €.

Si riceve su appuntamento: R.M. Marco cell. 333-4502314, Tatiana cell. 333-9285175 - via Gorizia 18, Trieste


ONE BRAIN SYSTEM (KINESIOLOGIA EMOZIONALE) Gestione dello stress, problematiche emozionali, dislessie, intolleranze alimentari e crescita personale sono solo alcuni degli argomenti affrontati da questo sistema. Corsi amatoriali e professionali riconosciuti dalla sede centrale di Burbank, USA. Il Centro Studi e Ricerche Olistiche è una Scuola riconosciuta dall’AKSI (Associazione Kinesiologia Specializzata Italiana). Corsi di primo livello: gennaio 2005. SHIATSU L’antica Arte di sentire con le mani e di ricondurre il corpo al suo naturale stato di equilibrio e benessere. Corsi amatoriali e professionali a tutti i livelli. La Scuola è conforme agli standard di Formazione della Federazione Italiana Shiatsu® (FIS). Il Centro Studi e Ricerche Olistiche è una Scuola riconosciuta ed aderente alla Federazione Italiana Scuole Shiatsu® (FNSS). REIKI USUI Il Reiki delle origini. il contatto con le proprie potenzialità. Energia di miglioramento personale. Il Reiki apporta benessere fisico e serenità mentale. Reiki primo livello: inizio corsi febbraio 2005. KARUNA REIKI L’evoluzione naturale del Reiki Usui. Karuna significa compassione. Corsi a tutti i livelli riconosciuti dall’International Center for Reiki Training di Southfield, USA. JING TAO La via dell’Essenza. Studio del movimento consapevole: ginnastica che si basa sui principi della tradizione cinese uniti alle moderne conoscenze di fisiologia e neurologia occidentali. SEMINARI A TEMA Seminari solitamente monotematici su vari aspetti della ricerca Olistica.


I LUOGHI

Centro Studi Discipline Energetiche Orientali Scuola di formazione Shiatsu

26-27 FEBBRAIO 2005 - WEEK-END DI STUDIO:

“I VISCERI STRAORDINARI – QI HENG ZHI FU” Relatore: Franco Bottallo I Visceri Straordinari sono raramente trattati nei libri di MTC, di Agopuntura e nei testi classici. Sono detti straordinari perché la loro azione non segue e non è riconducibile alle regole che governano gli altri Zang Fu. Non obbediscono alla legge dei 5 Movimenti, non sono soggetti alle 6 Influenze Esterne, non si suddividono secondo lo Yin-Yang, né sono abbinati ad alcun canale specifico, come avviene per gli altri Zang-Fu.

Note sul relatore: Franco Bottallo ha studiato medicina cinese con Nguyen Van Nghi e all’ospedale di Nanchino. Dirige a Milano la scuola di formazione Shiatsu Xin ed opera da 15 anni nel campo dello Shiatsu e della MTC. Ha scritto vari libri.

“ Cervello, midollo, osso, mai, vescica biliare, utero. Questi Sei sono prodotti dl soffio della Terra, tesaurizzano lo Yin e rimandano all’immagine della Terra, ecco perché tesaurizzano senza mai scorrere verso l’esterno. Il loro nome è: Fu Straordinari ” S.W. cap.11

Il week-end di studio è aperto ai terapisti Shiatsu che abbiano completato l’iter scolastico di formazione. Prenotazioni entro e non oltre il 15 gennaio 2005.

CORSO SHIATSU BASE 2-3 APRILE 2005 I corsi base sono creati per misurare l’attitudine dei partecipanti a questa disciplina e per valutare l’opportunità all’iscrizione alla scuola professionale. Il corso essenzialmente pratico, si articola in 20 ore, e fornisce gli elementi necessari per consentire di effettuare un trattamento Shiatsu generale, migliorando la vitalità e lo stato di salute della persona che lo riceve.

CORSO SHIATSU PROFESSIONALE INIZIO AUTUNNO 2005 Si accede dopo aver frequentato il corso base. Il corso Shiatsu professionale si articola in 600 ore distribuite nell’arco di tre anni. L’insegnamento si basa sulla pratica (sequenze base, trattamenti specifici, etc.), sulla teoria (fondata sulla Medicina Tradizionale Cinese - M.T.C.), su esercizi di stretching dei meridiani. Il tutto verrà trattato via via più approfonditamente nel corso dei 3 anni. Per informazioni ed iscrizioni SoleLuna - Boldrin Donatella Ronchi dei Legionari (GO) Trattamenti Shiatsu, Massaggi, Terapia CranioSacrale

Si riceve per appuntamento: tel. 339.8435858, info@riyue.it 34



I LUOGHI

UDINE

CENTRO “IL DELFINO” Via Pasubio 54, Tarcento (UD). Tel. 0432/783398, Fax 0432/793491, info@il-delfino.it - www.il-delfino.it

Associazione L'ALBA Scuola di Shiatsu, Cranio-Sacrale e Yoga Via J.Augusta Bueriis, Magnano in Riviera (UD). Tel. 340/1456671, www.associazionealba.it info@associazionealba.it

Ogni primo lunedì del mese alle ore 20.30 meditazione e danze con Aurora: ingresso libero.

L’Albero Magico Viale Mazzini 32, Tarcento (UD). Corsi, Seminari, Conferenze, Teatro. Tel. 0432/782004.

Al mercoledì conferenze a ingresso libero: 15 dicembre: Ayurveda: la Scienza della Vita 12 gennaio: EMF Balancing Technique, Verticalità ed energia tachionica 19 gennaio: Introduzione tecnica e critica scientifica all’astrologia 26 gennaio: Arteterapia 2 febbraio: Osteopatia 9 febbraio: Aloe vera: la soluzione della Natura 16 febbraio: Parto a domicilio: nascere con amore 23 febbraio: Ayurveda 2 marzo: Danze dei Fiori di Bach ed alimentazione naturale 9 marzo: Aura-Soma

Animali di Città Via Ampezzo 33, Udine. Tel 0432/486004, adcudine@tin.it La Bioteca Via Villa Glori 41, Udine. Tel. 0432/231143. IL CENTRO DEL CUORE Via Leonacco 19, Udine Tel. 0432/482215, 347/2526281 info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it IL CENTRO DI INTEGRAZIONE Via del Carbone 1, Udine. Tel.0432/21023.

Si organizzano corsi di Preparazione al parto e in coppia, Massaggio al bambino e post-parto, percorsi di Arteterapia per bambini e adulti, Yoga per bambini e adulti, Danze dei Fiori di Bach, corso di Ayurveda e massaggi ayurvedici a 2 e 4 mani, Terapie individuali rivolte al naturale. Si organizzano, inoltre, seminari ogni week-end.

OIPA - Org. Int. Protez. Animali (Laura Pontini) Via Ellero 5/9D, S. Maria La Longa (UD). Tel. 349/2886751, 0432/995452, info@lamentorumeno.com GRUPPO RICERCA METODO FELDENKRAIS Viale Venezia 12, Udine. Tel. 328/9580419 (Monia), Tel. 0432/854454 - 347/8188431 (Angela).

JONATHAN PROJECT Via Canada 8, Udine. Tel. 0432/523386.

Istituto Pranic Healing Italia c/o Healing Center Via Colloredo 148, Pasian di Prato (UD). Tel. 320/2749952.

www.jonathan-project.it info@jonathan-project.it

36


I LUOGHI

CENTRO STUDI SYN per l’Educazione Biocentrica Via Francesco Baracca, 12/4 S.Vito al Tagliamento (PN) Tel. 0434/833019, assocsyn@tin.it

RAKESH OMC Via Costantini 8, Tricesimo. Tel. 0432/854031, rakesh.omc@libero.it RICERCHE DI VITA Borgo Tramontins 4, Faedis (UD) Tel. 0432/728071, www.ricerchedivita.it ricerchedivita@hotmail.com

ISTITUTO GESTALT Piazza Risorgimento 1, Pordenone. Tel. 0434/241798, www.istitutogestalt.it info@istitutogestalt.it

Centro Shiatsu-Do Via G. da Udine 26, S. Giorgio di Nogaro (UD). Tel. 0431/621585, 335/6033463.

Osho Pratyahar M.C. Via Casarsa 9, Arzene (PN). Tel. 0434/89714, 340/2840698.

SPAZIO ARMONICO Viale Tricesimo 172, Udine. Tel. 0432/470163, spazioarmonico@libero.it

Ass. Cult. Risveglio Felice Pordenone. Tel. 338/1099227 (Valeria), 347/2721261 (Adriano).

Tecniche Arti Orientali (associata al C.R.T. Italia ) Via Biella 92, Udine. Tel. 0432/478149 (Mario Antoldi), www.t-a-o.it info@t-a-o.it

Ass. TERRAUOMOCIELO Chi Kung e Ginnastiche per la salute Tel. 0434/20389 (Laura Guerra), www.terrauomocielo.it info@terrauomocielo.it

YOGA CLUB LIBERTAS Udine, Palazzolo dello Stella (UD) e Rivignano (UD). Tel. 0432/547594.

VENETO PADOVA CENTRO STUDI SYN per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049/8979333, assocsyn@tin.it

PORDENONE Associazione L’AURORA Via Piave 17, Versiola di Sesto al Reghena (PN). Tel. 0434/688591, 329/9793351.

Centro Studi Yoga Corso Milano 29, Padova. CENTRO YOGA SHAKTI Via Trieste 26, Padova (PD). Tel. 049/8753903.

BIOEDILIZIAITALIA Coordinatore tecnico dott. Gianluigi Pirrera Segreteria organizzativa corsi: Tel./Fax 0434/958100, 347/7607171, corsi@bioediliziaitalia.org www.bioediliziaitalia.org

Laboratorio di Yoga e Cultura Via Rogati 54, Padova. Tel. 049/657863. Ass. Cult. Libera.Mente Via Eustocchio 2/A, Padova. Tel. 049/8808777.

Ass. “IL SOFFIO” Scuola di Shiatsu Via Rotate 10, Pordenone. Tel. 347/5102713, 338/9075470.

Palestra Accademia Wado Ryu Italia Via Savonarola 80, Padova. Tel. 049/8719796. 37


I LUOGHI

Circ. Cult. Diffusione Reiki Via G. Felisati 69, Venezia. Tel. 041/974459

SEPY&A Educazione Prenatale Yoga e Ayurveda Via Eraclea 12, Padova. Tel. 049/684187.

Centro Ricerche Tai Chi Italia Campo del Grappa 10, Venezia.

Scuola di Shiatsu Tradizionale Via Monte Sirottolo 16/18, Padova. Tel. 049/8685965, seve.maistrello@tin.it

Centro Yoga Dharma Via Genova 16, Venezia. Tel. 041/5311954.

TREVISO

VERONA

Centro Culturale Estrada Via Brigata Marche 24, Treviso.

Ass. Cult. Yoga & Ben-Essere Via Stella 9, Verona. Tel. 045/8039107.

Centro Espande Treviso Via E. Mattei 2, Dosson di Casier (TV) Tel. 0422/490523.

Centro Ming Men Corte Convento 28, Verona. Tel. 045/8921109.

Centro Lama Tzong Khapa Via General Pennella 12, Treviso. Tel. 349/3270081, 0422/444711.

Centro Studi e Meditazione Buddista Karma Tegsum Tasci Ling Contrada Morago 6, Mizzole (VR). Tel. 045/988164.

Istituto Olistico V.le della Vittoria 307, Vittorio Veneto (TV). Tel 0438/941457, info@istitutolistico.it

Yoga Rebirthing Il Mosaico Via Zeila 4/D-E, Verona. Tel. 045/972652.

OSHO MEDITATION CENTER Via Cavour 7/A, Ponzano Veneto (TV). Tel. 0422/968485, info@oshotreviso.com www.oshotreviso.com

VICENZA

La Sorgente Via Risorgimento 34, Treviso. Tel. 0422/412844.

Area Yoga Via D. Manin 23, Schio (VI). Tel. 0445/512020.

VENEZIA

Circolo Yoga e Benessere Viale del Progresso 25 - Cavazzale, Monticello Conte Otto (VI). Tel. 0444/945266.

Accademia di Aikido Via G. Rizzardi 85, Venezia. Ass. Island of Future Yoga Torcello 6, Venezia. Tel. 041/735080.

CENTRO STUDI SYN per l’Educazione Biocentrica Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444/922682, assocsyn@tin.it

Centro per lo Studio delle Bioenergie San Polo 1056, Venezia. Tel. 349/283 7638, 347/5386600.

Centro Studi Shiatsu Naga-Iki Via Quattro Martiri 10, Arzignano (VI), Tel. 0444/676600. 38


I LUOGHI

ACCADEMIA DI KINESIOLOGIA Via Plinio 1, Milano. Tel. 02/96720346 info@accademiadikinesiologia.it www.accademiadikinesiologia.it

Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Via S. Massimiliano Kolbe 17, Thiene (VI). Tel. 0445/386017, 0445/386027. Istituto Yoga Contrà S. Faustino 21, Vicenza. Tel. 0444/542642.

Ananda Lombardia Via Parravicini 16 (MM centrale), Milano. Tel. 348/2616102.

Zen D’Occidente - Centro di Vicenza Via De Amicis 11, Vicenza. Tel. 0444/569784, 347/4844925.

Ananda Ashram Via Prandina 25, Milano. Tel. 02/2590972. Ass. Nazionale Insegnanti Yoga Alzaia Naviglio Grande 12, Milano. Tel. 02/8361288.

TRENTINO ALTO-ADIGE Centro Cult. Oasi di Shiatsu Via Celepina 75, Trento. Tel. 046/1982781.

Bem Vivir Via dei Tigli 2, Arese (MI). Tel. 02/93580260.

Centro Te Hara Via Bonporti 17, Rovereto (TN) Tel. 0464/556772.

Centro meditaz. Siddha Yoga Viale Monza 129, Milano. Tel. 02/26145189 . Centro cult. Ray Via Monfalcone 4, Milano. Tel. 02/2619070.

Helianthus Via Trieste 12, Levico Terme (TN). Tel. 0461/706677.

Centro Rondò dei Pini Via Casanova 7, Monza (MI). Tel. 039/320918.

Scuola di Iridologia e Naturopatia LUIGI COSTACURTA dell’Accademia Nazionale di Scienze Igienistiche Naturali “G.Galilei” Largo Nazario Sauro 11, Trento. Tel/Fax: 0461/985102, accademia.gal@iol.it www.scuolairidologiacostacurta.com

Centro Studi “Samael Aun Weor” Gnosis, il cammino spirituale e il percorso dei Grandi Maestri. Corsi gratuiti a MI, TO, BG, BO, GE. Via Aprica 24, Milano. Tel. 340/3215525 (Marina Russino)

Shiatsu Recherche Via Della Roggia 17, Bolzano. Tel. 0471/974727.

Centro Yoga Bhadra Via G. Bruno 11, Milano. Tel. 02/347939. Centro cult. Yoga Maya Via Jacopo Palma 5, Milano. Tel. 02/48704202.

LOMBARDIA MILANO

Centro Yoga Raggio di Sole Via E. Morosini 16, Milano. Tel. 02/55016558.

Accademia Italiana Shiatsu Do Sede Nazionale: Via Settembrini 52, Milano. Tel. 02/29404011.

Centro Yoga Sadhana Via Toscana 11, Monza. Tel. 039/2003516. 39


I LUOGHI

Centro Yoga Satyam Via Don L. Milani 6, Desio (MI). Tel. 0362/303898.

Olistica Salus Via S. Martino della Battaglia 14, Milano. Tel. 02/58300910.

Centro Yoga Satyam Via S. Francesco 10, Seregno (MI). Tel. 0362/328113.

Il Piccolo Amrit Via Tagiura 25/26, Milano. Tel. 02/48954095.

Centro Yoga Satyananda Via G. B. Pergolesi 9, Milano. Tel. 02/6693896 .

Pratica-Mente Via Osti 2, 20122 Milano (MI). Tel. 02/878346, praticamenteit@yahoo.it

Hara Yoga Dojo Sheegana Via Savona10, Milano. Tel.02/89422500 info@harayoga.it

Sahaja Yoga Milano Via Vetere 9, Milano. Tel. 02/8360692. Shambala Shiatsu Via Jean JaurĂŠs 9, Milano. Tel. 02/26141690.

Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Cascina del Sole 44/46, Novate Milanese (MI). Tel. 02/3541029.

Shakti Centro Studi Yoga Alzaia Naviglio Grande 12, Milano. Tel. 02/8361042.

Majinai Via Caccialepori 18/a, Milano. Tel. 02/48709114.

SHIATSU E NATURA Via Einstein 4, Monza (MI). Tel. 039/2848533, cell. 338/4030662, b.allegrezza@homegate.it www.zenshiatsu.it

MONASTERO ZEN IL CERCHIO Via Crollalanza 9, Milano. Tel. 02/8323652 cerchio@monasterozen.it www.monasterozen.it

Shiatsu Xin Via Maiocchi 18, Milano. Tel. 02/29510029. Spazio Vallisa Yoga G. Del Maino 16, Milano. Tel. 02/4815105.

Il Mosaico Via G. Romano 11, Milano. Tel. 02/58317962.

Shen Ass. Culturale Via Padre G. B. Martini 30, Milano. Tel. 02/28510617. La Valle di Ren Riequilibrio Energetico Naturale Via Aristotele 67, Milano. Tel. 02/27080753.

OIPA Organizzazione Internazionale Protezione Animali. Via Passerini 18, Milano. Tel. 02/6427882, www.oipaitalia.com info@oipaitalia.com

Yoga Darsana Path Via A.Banfi 19, Vimercate (MI). Tel. 039/6918222. 40


I LUOGHI

BERGAMO

PIEMONTE

Centro Yoga Dalmine Via Don Rocchi 22, Dalmine (BG). Tel. 035/370216.

ISTITUTO ITADO Via Goito 12, Torino. Tel. 011/6698482. istituto.itado@tiscalinet.it www.itado.org

CENTRO YOGA MANDALA Via Borgo Palazzo 3, Bergamo (BG). Tel. 035/215395, 333/4576099.

ISITUTO DI SHIATSU INTEGRALE Via Alessandria 26/b, Torino. Tel. 011/2476380. info@isishiatsu.it www.isisshiatsu.it

BRESCIA

Scuola Italiana Ki Shiatsu C.so Francia 4, Rivoli (TO). Tel. 011/9581463.

Accademia Maharishi Sathyananda Via F.lli Ugoni 4, Brescia (BS). Tel. 030/294947.

Scuola di Shiatsu Arche’ Via Vanchiglia, 30, Torino. Tel. 011/8178100.

Scuola Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Iseo 12, Erbusco (BS). Tel. 030/7702450. Via Brescia 22, Montichiari (BS). Tel. 030/962932. Via Paolo VI 1, Sarezzo (BS). Tel. 030/802438.

Sinestesi V.le Beretta ang.Via Piave, Casalemonferrato (AL). Tel. 014/2921448.

LIGURIA Ass. BIODANZANDO Corsi di Biodanza a Genova, La Spezia, Savona, Acqui Terme. Tel. 010/394134, 339/5459651, www.biodanzando.it biodanzando@virgilio.it

PAVIA Maha Deva Cascina Orologio - Frazione Boschi 2, Travacò Siccomario (PV). Tel. 0382/482809.

JOYTINAT Centro Yoga Ayurveda Sede nazionale: Via Balbi 33/29, Genova. Tel. 010/2758507, www.joytinat.it joytinat@libero.it info@joytinat.it Sedi locali: Milano, Torino, Como, La Spezia, Belluno, Sondrio, Gorizia, Udine, Trieste, Palermo.

Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Argonne 6, Pavia. Tel. 0382/29300. Via F. Busca 55, Mezzanino (PV). Tel. 0385/716104.

VARESE Il Sole la Via del Respiro Centro Studi Yoga Via Monte Tabor 7, Varese. Tel. 0332/237179.

CENTRO MANDALA Viale Pio VII 41/a, Genova. Tel. 010/391674, 010/3992979, mandalagenova@tiscalinet.it www.centromandala.it

Il Melograno (emporio naturale) Via Roma 5, Busto Arsizio (VA). Tel. 0331/624516.

Centro Studi e Ricerche Shiatsu Via XX Settembre 34/12, Genova. Tel. 335/8050307. 41


I LUOGHI

EMILIA ROMAGNA

TOSCANA

Accademia Italiana Medici e Farmacisti Omeopatici P.za Malpighi 7, Bologna. Tel. 051/228356.

CENTRO ZEN FIRENZE Via San Domenico 77, Firenze. Cell. 339/8826023, centro@zenfirenze.it www.zenfirenze.it

Centro Natura Via degli Albiari 6, Bologna. Tel. 051/235643.

Findhorn Foundation Isabella Popani, isa.popani@spaziosol.it

Istituto Shiatsu Integrato Piazza F.D. Roosevelt 4/F, Bologna. Tel. 051/220848.

Istituto Maithuna srl Villaggio Upacchi 51, Anghiari (AR). Tel. 0575/749330.

SpazioShiatsu Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521/533831. La Terra Degli Incantesimi Via Idice 30, S. Lazzaro di Savena (BO). Tel. 348/8146621.

Istituto Europeo di Shiatsu a Milano e Firenze Via Lucignano 39, Montespertoli (FI). Tel. 0571/670 269.

Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525/60296.

Pundarika Loc. Cordazingoli 18, Riparbella (PI) Tel. 338/6759340 (Erica), 050/694063 (Dino).

UMBRIA, MARCHE, ABRUZZI

Scuola Italiana Yoga-Shiatsu Via S. Pertini 12, Monteriggioni (SI). Tel. 057/750414.

Ananda Assisi Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742/813620.

Shiatsu-Ki Via Turr 21, Firenze. Tel. 055/5001280.

Centro Adhara Via Porta Pescara 20, Chieti. Tel. 0871/331606. Oki Do Italia Via Nazionale 238/a, Colbordolo (PU). Tel. 0721/495117.

LAZIO Ass. Cult. Armonia Via Prati Farnesina 29, Roma. Tel. 06/3341003.

SHIBUMI SHIATSU SCHOOL Via L. Manara 134, San Benedetto del Tronto (AP). Tel. 0735/591071, www.shiatsuschool.it shibumiyang@libero.it

Amrita Centro Yoga e Ayurveda Via C. Colombo 436, Roma. Tel. 06/5081202.

ASHRAM JOYTINAT Via Ripa 24, Corinaldo (AN) Tel. 071/679032, www.joytinat.it ashram.corinaldo@libero.it

Ananda Marga Yoga Via delle 7 Chiese 120, Roma. Tel. 06/55268912. 42


Ananda Roma Largo della Gancia 5, Roma. Tel. 06/37516057, 06/6292016. Centro di Meditazione Zen “Hui - Neng” Via Giuseppe Di Vittorio 30, Roma. Tel. 06/2576139, cell. 338/8658246. Centro Yoga Casalpalocco Viale Alessandro Magno 192, Roma. Tel. 06/5053097, 333/3417079. Centro Zen L’Arco Piazza Dante 15, Roma. Tel. 06/70497919. Istituto Europeo di Shiatsu V.le Don P.Borghi 200, Roma. Tel. 06/5290743. Meiso Shiatsu Via dei Dalmati 37, San Lorenzo (Università), Roma. Tel. 06/4451244, 06/4456372. NATURALANDIA Alimenti e accessori per animali, consulenze di naturopatia. Via delle Giunchiglie 11, Roma. Tel 349/2881156. Scuola Keiraku Shiatsu Via Veglia 31, Roma. Tel. 06/87189101, 06/8170747 . Centro Olistico Take Off Via L.Perna 51, EUR-Montagnola, Roma. Tel. 06/54225603, 347/3706437. Corsi di gruppo per smettere di fumare con la Floriterapia: www.floriterapia.com


LA VIA INTERIORE

Vortici emozionali Viaggi verso la consapevolezza a cura del Drago D’Oro

viaggio emozionale, nutrendosi delle sue qualità e del suo colore. Compiuta l’esperienza, si inizia la “risalita” in senso antiorario-sinistrorso e, giunti alla sua sommità, ci si pone in osservazione del turbinio colorato ormai sottostante. Esso è stato creato da noi, ci ha permesso di vivere ed emozionarci senza tuttavia appartenerci, così come non ci appartengono le emozioni corrispondenti: ci congediamo da esso con un saluto ed un sorri-

I

vortici emozionali nascono da un’intuizione di Robertho Fato, nel corso della lettura di uno scritto elaborato da Luisa Baccinello dopo una seduta di chanelling, in cui viene spiegato il meccanismo attraverso il quale ogni nostra emozione crea un vortice, nel quale si può entrare ed uscire direttamente, essendone noi i creatori, con un particolare riferimento alle sensazioni di tristezza e depressione. Dopo la lettura, colpito dalla semplicità della spiegazione, Robertho Fato ha deciso di realizzare un quadro che rappresentasse tali “vortici”, iniziando così un lungo lavoro di ricerca e riflessione sulla quantità e i colori da attribuire a queste forme, fino ad elencare una serie di emozioni, positive e negative, coadiuvandosi della divinazione radiestesica per armonizzarne le intuizioni. Un mattino, nel suo studio, colpito da una raffigurazione dell’Albero della Vita cabalistico appeso alla parete, studiato e praticato da anni, ha ottenuto la risposta su come comporre il quadro: undici vortici emozionali corrispondenti ai dieci Sephiroth e Daath, il Sephirah nascosto. Il risultato complessivo è dato dalle corrispondenze tra l’Albero ed i vortici emozionali. Nella tabella ogni “vortice” ha cinque corrispondenze, da fissare durante la meditazione: il numero, il pianeta, la qualità del Sephirah, il colore, il vortice emozionale. La chiave rimane sempre l’emozione, che può essere di due tipi: “desiderio-pensiero” o mente emozionale, oppure “pensiero-desiderio” o mente creativa. L’emozione può essere creata o rivissuta: in entrambi i casi, si forma il “vortice” colorato corrispondente, che inizia a girare in senso orariodestrorso. Il lavoro di meditazione consiste nel visualizzare e osservare il “vortice”, entrare al suo interno e lentamente scendervi, compiendo un

TABELLA: N°10 (4 elementi) MALKUTH = Regno colore: marrone vortice emozionale: dubbio, ansia N° 9 (Luna) YESOD = Fondamento colore: grigio vortice emozionale: tristezza, depressione N° 8 (Mercurio) HOD = Gloria colore: giallo vortice emozionale: gioia, felicità N° 7 (Venere) NEZACH = Vittoria colore: verde vortice emozionale: salute, benessere N° 6 (Sole) TIPHERETH = Bellezza colore: rosa vortice emozionale: amore N° 5 (Marte) GEBURAH = Severità colore: rosso vortice emozionale: passione, sensualità N° 4 (Giove) CHESED = Misericordia colore: azzurro vortice emozionale: calma, serenità N° 3 (Saturno) BINAH = Comprensione colore: indaco vortice emozionale: determinazione, autostima N° 2 (Nettuno) CHOKMAH = Saggezza colore: arancio vortice emozionale: entusiasmo, energia N° 11 (Urano) DAATH = Conoscenza colore: nero vortice emozionale: paura, panico N° 1 (Plutone) KETHER = Corona colore: bianco, violetto vortice emozionale: luce, spiritualità

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LA VIA INTERIORE

so... Questa esperienza può farci comprendere quanto spesso si sia intessuti da un reticolo di emozioni, ognuna in grado di creare un vortice fluttuante nel cosmo, e ci permette di cogliere, seppure brevemente, uno stato di consapevolezza e di comprensione su come la nostra natura sia influenzata dai nostri pensieri. Questa meditazione può aiutarci, con la dovuta pratica, ad uscire dalle emozioni psicosomatiche “negative” per ri-creare vortici emozionali “positivi”, fino a cambiare lentamente il nostro atteggiamento e la nostra stessa vita, giungendo ad un vero salto di qualità, una consapevolezza più ampia che ci permetta di vivere la realtà nella sua essenza, senza più il bisogno delle mediazioni dei “vortici”. Distaccati, potremo così osservare il nostro inconscio e la nostra personalità per ciò che sono, purificandoci dalle costrizioni, dalle ferite, dai traumi e dai rancori, per poi decidere di nutrirci con qualità più attive quali l’autostima, la volontà, la costanza e il rispetto. La personalità “presente” (posta nel plesso solare) sarà così in grado di unirsi alla personalità “permanente” (posta nel cuore): il cosiddetto Drago d’Oro, l’Ani-

ma, la Pietra filosofale... Una simile realizzazione può portare a cambiare totalmente la qualità della vita, spingendoci a comprendere il funzionamento della “coscienza-pensiero” come un complesso insieme di educazione, conoscenze, cultura ed esperienze che influenzano i meccanismi di elaborazione dei pensieri (positivi o negativi), appesantendo la funzionalità della mente e sottraendo quell’energia che dovrebbe essere indirizzata a cogliere la realtà nella sua essenza, nella “bellezza di ciò che è”. Adoperare la coscienza e la consapevolezza per coglierne la “bellezza” porta alla liberazione della mente e dalla mente (“che mente, pensando di non pensare...”), permette di fluire con l’energia, di sentirsi uniti al Tutto, di essere in grado di esprimere pienamente il proprio potenziale sprituale e creativo. Robertho Fato è Maestro di Yoga e di Qigong Taoista, propone in forma meditativa i “Vortici Emozionali” nei suoi corsi e li approfondisce in seminari. Per informazioni: tel.040/365558, 320/0975010, www.transetaoista.it. Luisa Baccinello è Reiki Master presso l’associazione Aletheia, via San Giacomo 34, Monfalcone (GO), tel. 333/2858588.




LA VIA DEGLI ANIMALI

Ringraziare il dolore

Manuela Frisone

di Stefano Cattinelli

Dolore fisico o dolore emozionale?

Premessa

Per prima cosa cerchiamo di capire perché è così importante affrontare questo tema. Pensiamo per un attimo cosa succede ad un animale che sia in grado di scegliere: un animale che può scegliere significa che ha la possibilità di interagire con l’ambiente esterno e che, quindi, ha la possibilità di trovare il luogo e il momento nel quale morire. Normalmente, in Natura, intendo, questo accade sempre. Quando l’animale sente che la vita lo sta abbandonando, prima che le ultime forze gli vengano meno, istintivamente si allontana dal branco; istintivamente sceglie un luogo e serenamente aspetta che la morte sopravvenga. Agli animali che vivono in appartamento questa ultima opportunità di scelta viene preclusa. Il più delle volte viene preclusa perché fino all’ultimo si spera che l’animale guarisca. Poi, molto spesso accade che la drammatica realtà, con una spallata improvvisa, faccia

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rima o poi, nella nostra vita, esiste un preciso passaggio interiore nel quale si decide il destino del nostro amico animale e, come sempre, la scelta che siamo costretti a fare coinvolge inevitabilmente un altro essere. L’importanza e l’insistenza, da parte mia, nel riflettere su queste questioni sta nel fatto che questo essere si fidi ciecamente della nostra capacità di scelta. A tal punto da affidarci la sua stessa esistenza. In questo articolo cercherò di analizzare più nei dettagli uno dei momenti più importanti del nostro rapporto con l’animale, cioè quello che accade nella nostra interiorità e, di conseguenza, al nostro animale, nel momento in cui si decide il suo destino: il punto di svolta interiore tra l’accanimento terapeutico e l’accettazione della morte, dentro e fuori di noi. 48


LA VIA DEGLI ANIMALI

vacillare e perfino cadere la speranza che si era riposta in quell’ultima cura, in quell’ultimo, bravissimo veterinario. Così, per non far soffrire l’animale, si decide l’eutanasia. Nella mia esperienza pratica, posso dire molto serenamente che il dolore e la sofferenza dell’animale passa inevitabilmente attraverso la nostra non-accettazione della morte e, non accettare questo inevitabile passaggio, provoca un intenso dolore nell’animale. Spiace dirlo, ma è così. Non possiamo pensare che il dolore fisico sia l’unico dolore che l’animale sia in grado di sentire. Sicuramente ognuno avrà avuto modo di cogliere nel suo animale quegli aspetti più peculiari della sua componente emozionale come la gioia, la tristezza, la paura, ecc. Ebbene anche queste parti, che non appartengono strettamente alla parte fisica del loro essere, ma che tuttavia compenetrano e si agganciano all’aspetto corporeo, sono coinvolte nel processo della morte. Per dirla in parole più semplici possiamo paragonare l’animale ad un’arancia. Quando sbucciamo un arancia vediamo che ci sono dei filamenti biancastri che si insinuano tra gli spicchi e che nell’insieme ci danno l’idea che questa polpa biancastra concorra a mantenere la compattezza del frutto. Però i nostri occhi vedono due cose: gli spicchi e la buccia. Allo stesso modo possiamo immaginare che il nostro animale sia formato da tanti spicchi, che sono gli organi come il fegato, l’intestino,

i reni, la pelle, gli occhi, ecc. e da una buccia che è la parte emozionale rappresentata dalla paura, dalla gioia e dalla tristezza che sperimenta ogni giorno. Due cose, separate ma unite, perché se non esiste un’arancia senza buccia o senza spicchi, non esiste un animale senza organi o emozioni. Quando noi diciamo che l’animale soffre, a quale dei due aspetti ci riferiamo: all’aspetto fisico, agli spicchi, o all’aspetto emozionale, alla buccia? Il potenziale dolore che l’animale sperimenterà nel momento della morte, è fisico o emozionale? E se è esclusivamente fisico, perché nessuno chiede mai al veterinario di somministrare al proprio animale un antidolorifico invece dell’eutanasia? Penso che molti di voi abbiano avuto la possibilità di vedere un’animale ferito. In questi anni di attività, in ambulatorio, ho visto di tutto: dai graffi alle ferite profonde, fino ad arrivare alle mutilazioni totali. Ma soprattutto ho visto animali che convivevano con il dolore fisico molto meglio degli uomini. Pochi giorni fa ho curato una gattina che aveva una zampetta completamente schiacciata dall’impatto con una macchina. L’ho pulita, gli ho applicato i rimedi per tentare di recuperare l’impossibile e l’ho fasciata, in attesa di capire il da farsi. Per tutto il tempo lei ha fatto le fusa. Questo fa capire che gli animali hanno una soglia del dolore più alta della nostra, a livello


LA VIA DEGLI ANIMALI

L’uomo e l’animale: lo stesso frutto

fisico. Morsi graffi e ferite non possono produrre dolori talmente intensi da impedire la continuazione della vita, altrimenti gli animali si sarebbero già estinti, perché non hanno la possibilità di interagire tra di loro con modalità terapeutiche. Dunque il dolore fisico viene superato, o meglio, sopportato molto meglio negli animali che negli umani. Mentre scrivo affiora alla memoria il dolore da colica renale che ho dovuto sperimentare parecchi anni fa e subito mi viene di collegarla alle decine e decine di gatti che ho visto in crisi per lo stesso motivo. O, ancora, il paragone tra il dolore che ho provato fratturandomi un braccio e l’osservazione degli animali con arti fratturati mentre mangiano e si comportano normalmente. In assoluto possiamo dunque dire che gli animali sopportano il dolore fisico meglio di noi. Detto questo, dovremmo rivedere completamente i nostri parametri sulla sofferenza animale, soprattutto nel momento in cui si decide che il dolore diventa un criterio per scegliere al posto loro. Ma, allora, le domande che a questo punto sorgono spontanee, sono due. La prima riguarda noi e, cioè, come mai si decida di non voler vivere consapevolmente un’esperienza così importante per il nostro animale (e per noi ovviamente), come la sua morte, adducendo scuse basate su fatti irreali, come il presunto dolore dell’animale? E ancora: se il dolore dell’animale nel momento del trapasso non è fisico, ma emotivo, come interagire a questo livello?

Chi ha avuto modo di leggere i miei precedenti articoli, o il libro Fiori di Bach (ed. Macroedizioni), in cui si cerca di introdurre il lettore ad una più profonda comprensione del regno animale, sa che noi e gli animali siamo legati da un livello di comunicazione che non è di tipo mentale quanto emozionale. Quello che per noi rappresenta il massimo dell’evoluzione su questa Terra, cioè il pensiero, per gli animali è rappresentato dalla componente emozionale: gli animali vivono per sentire. Dobbiamo renderci conto che nel percorso di vita che facciamo con il nostro animale si manifesta una progressiva, e quanto mai rapida, fusione emozionale. L’esempio più diretto è rappresentato da quelle persone che vengono da me e mi dicono “sa, io e la mia gatta ci assomigliamo moltissimo” oppure ”lei fa come me…”. Poiché tra i due, quelli che speriManuela Frisone mentano una maggior varietà di emozioni e sentimenti siamo noi, l’animale si fonderà progressivamente all’interno della nostra “buccia”, diventando come uno di quei filamenti biancastri che rendono il frutto compatto. O meglio, diventeranno un piccolo frutto all’interno del frutto principale. A questo punto sorge un problema: al momento della morte, quale delle due bucce viene coinvolta? Quella del frutto piccolo o quella del frutto grande? Quale componente emozionale prova 50


LA VIA DEGLI ANIMALI

dolore, la mia o la sua? E con l’eutanasia quale dolore tento di eliminare, il mio o il suo? È molto importante che si rifletta su queste cose, perché nel momento del bisogno non possiamo tradire la fiducia che l’animale ha riposto in noi, banalizzando e appiattendo la lunga e profonda esperienza fatta insieme. Abbiamo detto che il dolore che prova l’animale non è di tipo fisico ma emozionale. La sua componente emozionale dunque sente perché, al contrario dei pensieri che servono per ragionare, le emozioni fanno parte del sentire e, poiché negli animali il pensiero non è una delle qualità più spiccate, gli animali non faranno altro che fare quello per il quale sono stati creati: sentire. Cosa percepiscono gli animali in questo momento? Loro stessi e chi gli sta vicino in quel momento. Sentire loro stessi è facile, perché nella loro stessa natura, e ciò prende il nome di istinto e per istinto sono abituati a lasciarsi morire. Tra gli animali non esiste una mano con una siringa contenente un liquido mortale che subentra nel momento del bisogno per evitare le sofferenze. Non esistono scorciatoie per evitare questo passaggio obbligato. Dunque l’istinto, agli animali, dice “ora lasciati andare; lascia che quello che deve avvenire avvenga” . Ho visto molti animali selvatici morire e li ho visti sempre morire in pace con se stessi. Nell’ultimo atto la Natura, soprattutto se ci riferiamo ai carnivori, ai predatori come

il cane e il gatto, non ha previsto il dolore. Allora se l’animale prova dolore e non è dolore fisico, perché come abbiamo visto la soglia del dolore è più alta della nostra, e non è dolore emozionale legato all’evento in sé, perché questo atto, essendo uguale alla nascita e, quindi, rappresentando la fine di un naturale processo, contempla la sofferenza, allora: dove nasce la possibilità di sperimentarla? Non a caso ho fatto l’esempio dell’arancia: l’animale è un piccolo arancio in un altro più grande che siamo noi. Quello più piccolo occupa un posto all’interno del più grande. Occupa un posto fisico. Quando l’animale muore questo posto che occupava da molti anni, rimane vuoto. La separazione di questo piccolo arancio provoca una ferita, che corrisponde al posto occupato precedentemente dall’animale e provoca dolore. Ovviamente il dolore che noi proviamo non è fisico, ma emozionale. Accade, dunque che, prima di arrivare all’evento finale, di solito si passa attraverso una serie di sforzi terapeutici per tentare di guarire il nostro animale. Questi tentativi possono durare qualche giorno o parecchie settimane. Durante questo percorso noi speriamo o, addirittura siamo fermamente convinti, che i farmaci che gli stiamo somministrando svolgeranno il loro compito e l’animale si salverà. Qualche volta questo accade, ovviamente dipende dal problema, altre volte, soprattutto se l’animale è anziano, no.


LA VIA DEGLI ANIMALI

Esattamente qui sta il nocciolo della questio- lacerazione incontenibile. L’animale sente il ne, l’ago dell’intera sofferenza animale, ovve- nostro dolore e lo accetta, come manifestazioro: se decidiamo di far soffrire il nostro anima- ne del nostro vissuto emozionale, ma l’animale, perché non abbiamo compreso quello che le sente anche il nostro sentimento di ringrasta accadendo, o decidiamo di non farlo soffri- ziamento e di questo ha maggiormente bisore, delegando la nostra libertà interiore a qual- gno nel vivere questa transizione. Il dolore lo che farmaco che impedisce alla nostra interio- trattiene, il ringraziamento lo lascia andare. rità di esercitare la funzione per la quale è nata, sperimentare il mondo emozionale. Conclusioni Come sempre esiste una terza via che è la via della sperimentazione cosciente, e cioè sentire Come si fa a capire se questa esperienza è quello che sta accadendo, come fanno gli ani- stata vissuta secondo una sperimentazione cosciente? Se la persona dice: “non prenderò mali e modificare con amore la rotta. mai più un cane (o un gatto), ho sofferto tropDal dolore all’accettazione della morte. Questo ci richiede di fare l’animale che vive po” significa che si è immedesimata per troppo tempo in quecon noi. Ce lo sta posizione; per richiede perché troppo tempo è vuole morire sererimasta fissa sul namente, come la suo dolore e non Natura gli ha inseha sentito quello gnato a fare e perche accadeva ché ha delegato a intorno a sé. noi la scelta del Nella fase terminaluogo e del le di accompagnamomento più mento di un aniopportuno. Il più male verso la delle volte, però morte viene richiequesta opportunità sta una certa velonon gli viene concità di elaboraziocessa, perché ne, una certa duttiessendo parte di lità nel sperimennoi, è legata indisDisegno di Paola Mazzetti tare nuovi passagsolubilmente alle nostre emozioni, alla nostra paura di vivere il gi interiori, perché l’animale aspetta che noi lo dolore, alla scarsa fiducia che abbiamo nel si faccia morire serenamente. donargli il più grande regalo di tutta la sua vita Il tempo e le modalità nelle quali si svolgerà ed alla nostra inadeguatezza nel vivere consa- tale evento dipenderanno esclusivamente da pevolmente quest’evento. La persona deve noi, dalla nostra abilità nel metterci in gioco. Penso che per amore del nostro animale valga sentire, come fanno gli animali, quando non c’è più niente da fare, deve sentire che la pena tentare di vincere quelle piccole resisospendere le terapie è la scelta più consona stenze che ci àncorano a quel modo di essere affinché l’animale possa riacquistare la sua che ci tiene lontani dalla dimensione animale libertà. E per ultimo deve, dentro di sé, trasfor- nella sua completezza. Penso che per conclumare il dolore in ringraziamento. Questo non dere un rapporto d’amore non ci voglia altro che amore e per ringraziare bisogna riconosignifica assolutamente reprimere il dolore: non significa fare finta che non esista o evitare scere. di piangere perché lui, il nostro amico-anima- Per riconoscere bisogna, ancora una volta, le, lo avverte e dentro di sé sperimenta una amare. 52


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PAROLE E MUSICA

a cura di Francesco Giordano

Gandalf

Pia

“PACIFICA”

“COLORS OF A NEW DAWN”

(New World Music)

(Real Music)

P

I

acifica è un’interprete di grande intensità comunicativa. Influenzata ed ispirata dal suo luogo spirituale ideale, l’India, trasmette nelle sue canzoni un forte sapore che proviene da questo paese, sia a livello musicale che lirico. I precedenti “Lord of the Universe” e “Nitai” erano entrambi ispirati dalle divinità indiane e caratterizzati da percussioni orientali. Nel nuovo “Pacifica” si aggiungono sonorità più occidentali: chitarre, tastiere vocali e sintetizzatori che creano atmosfere magiche e multicromatiche. Su tutto però emerge la voce di Pia, delicata e cristallina, profondamente potente e intensa, in grado di catturare l’anima con l’emozione che costituisce il nucleo di ogni canzone del disco. “Pacifica” è un album ricco di atmosfera che evidenzia la forte carica spirituale dell’interprete e che sembra volteggiare con la sua voce fra le spume avvolgenti del mare, superando stili e confini musicali. Al suo fianco le sonorità del pianoforte, della chitarra, dell’udu, dello djembé, della fisarmonica, del violoncello, del flauto e delle percussioni che creano una guida spirituale ed intensa, per un percorso ideale attraverso il tempo e le distanze. “Pacifica” ci svela un mondo di melodie meravigliose che penetrano profondamente nel cuore.

l polistrumentista austriaco Gandalf (alias Heinz Werner Strobel) ha, in principio di carriera, lavorato con diversi complessi rock, prima di approdare alla musica new age. Si alterna con pari disinvoltura alle chitarre, ai sintetizzatori, all’organo, al mellotron, al sitar, alle tampura, al pianoforte a coda, alle percussioni e tastiere elettroniche. Attivo a livello discografico dal 1980, con oltre 20 album alle spalle, torna ora con “Colors of a New Dawn”, nuova ricerca sull’universalità del linguaggio musicale iniziato esplorando le tradizioni etniche attraversando la musica celtica e quella dei nativi americani. Nelle note contenute nel libretto che accompagna il disco, Gandalf esalta la ricchezza della vita e, nella sua musica, troviamo proprio quei colori di una “nuova aurora” a cui fa riferimento in questo nuovo lavoro. Computer e sintetizzatori che dialogano e interagiscono con strumenti acustici per simboleggiare la simbiosi fra antico e moderno, fra sacro e immaginifico, rispecchiando quella fra uomo e natura, sono alla radice del pensiero musicale di Gandalf. Basta ascoltare le melodie di “Colors of a New Dawn” per riempire il cuore di speranza e di propositi positivi: la bellezza della natura e la saggezza degli antichi miti, rivivono nelle melodie di Gandalf, il mago…

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PAROLE E MUSICA

Andreas Vollenweider

“VOX” (Universal)

I

l nuovo millennio non aveva ancora visto una pubblicazione di Andreas Vollenweider; infatti il precedente “Cosmopoly” era del 1999. Musicista che, più di ogni altro, ha saputo dare all’arpa un significato moderno, il cinquantunenne artista svizzero, riformulando le intuizioni del francese Alan Stivell e dell’americana Georgia Kelly, è diventato una delle star “new age” grazie ad una serie di album intelligenti, eterei, ipnotici e immaginifici. Compositore colto, cura nei dettagli le copertine

dei suoi CD da lui personalmente disegnate. Il nuovo “Vox”, uscito in Europa con cinque mesi d’anticipo rispetto al mercato americano e giapponese, vede la sua inconfondibile arpa dialogare con la sua voce (per la prima volta...) nella realizzazione di brani cantati dal forte sapore etnico. I suoi languidi excursus sono temperati o vivacizzati da soffi di synth e picchiettii di percussioni, che si mescolano con le più varie forme di contaminazione etnica, dall’Oriente ai Celti, dalle sonorità arabe a quelle latine, dal rock alla musica classica, dalla musica gitana al jazz. Originale e innovativo, “Vox” restituisce un Andreas Vollenweider desideroso di cambiamenti, in grado di coniugare la sperimentazione con le sue radici più autentiche.


LA VIA DELLE PIANTE

I rimedi del dottor Edward Bach Trentotto fiori che agiscono sull’anima e prevengono le malattie del corpo. di Maurizio Di Leo

sedimentazione dopo un certo periodo di tempo, è comunque del tutto innocua e la si può filtrare se si ritiene necessario farlo.

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quasi settanta anni dalla morte di Edward Bach un vasto pubblico in tutto il mondo sta scoprendo quello che egli, con intuizione e sperimentazione, aveva diffuso come uno dei metodi più strabilianti e con caratteristiche impareggiabili.

I rimedi interferiscono con altre cure mediche? No, perché agiscono a livello mentale e spirituale e non interferiscono con altri metodi di cura del corpo fisico; accelerano l’aspetto psicologico della malattia del soggetto, che è connesso alla vera causa della stessa.

La floriterapia

In che modo il dottor Bach scoprì i Fiori: scientificamente, con esperimenti o che altro? All’inizio è stato ovviamente necessario effettuare ricerche ed alcuni esperimenti su se stesso; la sua conoscenza delle piante, lo studio della natura e, soprattutto, la sua grande sensibilità e intuizione lo portarono alla scoperta dei primi 19 rimedi; proprio in questo periodo egli incominciò inoltre a soffrire di stati di angoscia e di un conseguente disturbo fisico originato dalle pressioni mentali prima di trovare il Rimedio che agisse da antidoto. Il dottor Bach può essere paragonato a Pasteur e ad Hahnemann che, coraggiosamente, furono pionieri nell’approccio alla cura di malattia e affezioni. Nel caso del dottor Bach esiste forse una sottile differenza dato che gli stati mentali non possono essere autoindotti tranne quelli causati da ingestione di veleni o dipendenti da germi; perciò la causa deve avere qualche altra origine,ciò non può derivare altro che da un “livello superiore”. Una volta messo in condizione, egli può trovare la cura.

Questo straordinario personaggio, dotato di una sensibilità rara, sviluppò, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, doti extrasensitive che gli permisero di mettere a punto preziose essenze ricavate da trentotto fiori, che danno ancora oggi un notevole contributo a prevenire e curare buona parte delle malattie dei nostri tempi.

Qual è il fine a cui sono rivolti i rimedi di Bach? Lo scopo di questi fiori di campo è di stabilire un equilibrio tra il Sè Superiore, la mente ed il corpo; quando i turbamenti ritardano il generale sviluppo interiore, questi stati emotivi vengono delicatamente corretti con i fiori adatti, permettendo di progredire opportunamente ed agendo quindi da supplemento al trattamento eventuale già prescritto dal medico. Per quanto tempo si mantengono i rimedi? Almeno 10 anni, a condizione di conservarli in modo idoneo. Li si può tenere in un armadietto, in un luogo fresco e asciutto. Nel caso si formi qualche 56


LA VIA DELLE PIANTE

Il proposito dei Rimedi è appunto di ristabilire il nuovo equilibrio naturale, cosicché ognuno possa percorrere tranquillamente la strada del suo destino.

Come agiscono i rimedi? A questa domanda sono state date molte risposte. S ritiene che la vita sia composta di un’unità tra il Sé Superiore, mente e corpo; quando tutti e tre gli elementi sono in equilibrio, al corpo (creato come una macchina di guarigione perfetta è consentito solo di svolgere correttamente il suo lavoro. È quando subentra la disarmonia che la porta si apre, per consentire l’ingresso di malattie, debolezza, depressione. Alcuni, ciò nonostante, possono ritenere che la loro consapevolezza non si sia sviluppata come quella altrui né che sia qualche cosa che si possa forzare: il progresso interiore dipende dal livello di evoluzione di ciascuno. Tutti abbiamo raggiunto la nostra personale condizione di sviluppo spirituale, e non possiamo procedere oltre finché le nostre

attuali lezioni ed esperienze non saranno state approfondite ed apprese alla perfezione. Non si può pensare ad una migliore risposta di quella che diede il dottor Bach durante una conferenza a Southport nel 1934. Egli disse: ”L’azione di questi Rimedi è di innalzare le nostre vibrazioni e schiudere i nostri canali per ricevere il Sé spirituale; di inondare le nostre Nature della particolare virtù della quale abbiamo necessità, eliminando da noi l’errore che è causa del danno. Come la bella musica o qualsiasi cosa gloriosa, risollevante e fonte d’ispirazione, essi sono in grado di innalzare le nostre reali Nature, riconducendoci più vicini alle nostre anime e, attraverso quell’azione possono portarci la pace e alleviare le nostre sofferenze. Curando, non attaccando la malattia, ma inondando il corpo delle splendide vibrazioni della nostra Natura superiore, in presenza della quale la malattia si dissolve come neve al sole.”

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LA VIA INTERIORE

La voce: guida alla scoperta di sé di Paolo Loss

Nel caso della voce, visto che le componenti del suono risiedono tutte nel nostro corpo, l’idea di non poter cambiare è tanto radicata che a nostra voce rivela costantemente come una proposta di lavorare per trovare una stiamo, anche se vi è l’abitudine a non con- nuova voce, o la nostra vera voce, ci fa sorrisiderarla come un segno profondo della nostra dere. Ma qui, più che altrove, vale il proverbio salute e ad ignorarla. In un articolo preceden- “finché c’è vita c’è speranza”. Perché, nel te, intitolato “La voce momento in cui diciamo nella vita quotidiana”, si di non poter cambiare, accennava al rapporto annunciamo la nostra strettissimo che passa tra morte come già avvenuta. respiro, postura, emozioni Ken Dychtwald, in Psicosoma (pagg.92–93), race voce e si sottolineava il conta la sua esperienza di salto di qualità di vita che potrebbe derivare dalla terapeuta nella seconda metà degli anni settanta, consapevolezza e dai cambiamenti della procon alcuni ultra sessantacinquenni, nell’ambito pria voce con il mondo corporeo ad essa collegadel progetto SAGE (Senior to. Purtroppo le resistenze Actualization and Growth Explorations / Esplorazioai cambiamenti sono ni di Realizzazione e di troppo forti e le abitudini troppo radicate. Crescita degli Anziani) e Di solito si ha un rapporto descrive il risveglio delle con il proprio corpo piutemozioni e la rinascita di tosto strano: per esempio comportamenti, sopiti o si pensa che le nostre dimenticati, attraverso il lavoro sul corpo. La dotqualità (da accettare in La cantante Teresa Lante (Dipinto toressa Laura Bertelè ne Il ogni caso…) siano state di scuola bolognese sec. XVIII) Milano, Museo della Scala ereditate dai nostri avi e linguaggio emozionale dalla fortuna e che, se ci del corpo , descrive i accade qualche contrattempo, questo patrimo- numerosi progressi del lavoro sul corpo e sulla nio sicuramente si deteriorebbe. D’altra parte voce in persone con gravi problemi di scoliosi immaginiamo ancora che, certe nostre doti, progressive, altrimenti condannate ad una vita una volta perse, non possano essere recupera- d’infermità, d’incomunicabilità e di estrema te e che altre, apparentemente mai possedute, sofferenza. Alle sue esperienze si possono non possano essere introdotte nel nostro baga- accostare anche quelle personali, sebbene difglio personale. Frasi come “sono fatto così”, ferenti: ho in continuazione vicino persone “non ho mai fatto questo” , “è nel mio con più di sessanta anni, che non avevano mai destino”, “ormai è troppo tardi”, dovrebbero cantato prima, divenute in grado di trovare nel metterci in allerta: sono un paravento fin trop- loro corpo uno spazio sonoro ed uno slancio po evidente per una decisa volontà di non emotivo insospettabili. Se soltanto sapessimo cambiare alcunchè nella propria vita, perché quante cose ci dice la nostra voce e quante costerebbe troppo sforzo. possibilità sono racchiuse nel nostro corpo!

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LA VIA INTERIORE

Danzatrici (miniatura dalla “Bibbia di Carlo V”, sec. XIV) - Gerona, Tesoro della Cattedrale

Da dove cominciare… Il primo lavoro da fare è quello di rendersi conto che parliamo in tanti modi e con tante voci, il secondo è quello di ascoltare e riconoscere le nostre molte voci, il terzo di capire quando passiamo da una voce all’altra: abbiamo una voce diversa al mattino, appena alzati, perché la respirazione e i muscoli sono rilassati, parliamo in modo diverso dopo una fatica fisica, perdiamo il controllo della voce nei momenti d’ira o non riusciamo ad esprimerci quando la commozione ci assale e le lacrime sgorgano dai nostri occhi; non riusciamo ad esprimerci ad alta voce davanti ad un temibile superiore; parliamo con voce suadente se dob-

biamo chiedere qualcosa che ci interessa molto. Ma ci sono pure persone che non possono parlare a voce alta e nel farlo diventano afone per lo sforzo, oppure persone che non possono parlare piano, o perché sorde o perché non riescono a superare le rigidità del loro apparato fonatorio e della struttura respiratoria. Anche il fumatore abituale è spettatore, talvolta inconsapevole, di cambiamenti nella sua voce: se si fa attenzione a ciò che succede nella voce del fumatore immediatamente prima dell’accensione di una sigaretta, ci si accorge che sta riducendo la sua respirazione (il suo petto si contrae, le spalle si alzano, il suo incarnato tende al pallore) e sta affrettando il suo parlare, con un evidente sbiancamento

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LA VIA INTERIORE

della voce, con tremolii e balbettii e che, dopo le prime boccate si rilassa, fa dei respiri più profondi, la voce riprende un po’ di colore e di ritmo; anche se il miglioramento ottenuto dura poco, fino ad una “nuova” crisi che necessariamente finirà nell’accensione di una “nuova” sigaretta. Questi sono semplici segnali del corpo del fumatore al suo inconsapevole padrone. Per poter cambiare, ognuno deve saper ascoltare sé stesso nel momento in cui cambia voce, per capire cosa stia facendo e che cosa stia succedendo. Nel corso delle giornate si recitano diversi ruoli con voci diverse: si è mariti/mogli (teneri o arrabbiati), figli/figlie (distratti, interessati, scocciati…), padri/madri (affettuosi o rigidi), direttori o dipendenti, insegnanti o allievi, in ogni caso cambiando ruolo cambia la voce perché il corpo si atteggia in modi differenti per vivere ed esprimere le sue emozioni e le sue identificazioni. Negli ultimi istanti prima di cambiare voce avviene qualcosa nel nostro corpo ed in quei pochi secondi sta chiuso il segreto del rapporto che abbiamo con la nostra voce e le nostre emozioni. Una contrazione muscolare, un cambiamento nella respirazione, uno spostamento nell’equilibrio agiscono immediatamente sulla nostra voce; agli altri, questi cambiamenti risultano spesso inaccettabili, danno l’impressione di maschere vocali e di insincerità; purtroppo noi stessi siamo i primi a non riconoscerci e a nascondere le nostre intenzioni più vere e profonde.

I problemi cronici La nostra voce ci parla della postura, ci dice in quali parti del corpo blocchino il respiro e la risonanza della parola e del canto; e proprio perché la voce risuona o non risuona in tutto il corpo ci dice dove si fermano inconsapevolmente le nostre emozioni e dove riducono il nostro livello di vitalità. Oserei dire che una voce ben analizzata ci manifesta parti di noi che teniamo nascoste: ci rivela la nostra capacità di gioire e di comunicare; manifesta le sofferenze che nascondiamo a livelli profondi. Lavorando sulla voce possiamo sapere se siamo su un cammino di consapevolezza e a che punto siamo del nostro progresso personale o se abbiamo chiuso con qualsiasi discorso di crescita. La nostra postura è la sintesi di tensioni e rilassamenti radicali o occasionali; ma come da un violino prezioso, imbottito di stracci, non esce alcuna nota così stentiamo a far uscire alcun suono dalla nostra gola e dal nostro corpo contratti. Un ascolto attento della nostra voce ci mostrerà come siamo e come risuoniamo; oppure se noi non riusciamo ad ascoltarci sarebbe opportuno farci ascoltare da qualcuno che sappia dire come sta la nostra voce. Le contrazioni più vecchie e più nascoste sono quelle di cui è più difficile rendersi conto. Ci sono due atteggiamenti fisici, tra quelli più evidenti, che influiscono sulla voce in modo drastico: le spalle piegate e la schiena contratta. Le spalle piegate e il petto incassato


LA VIA INTERIORE

riducono la capacità respiratoria nuazione alle condizioni del e impediscono una buona fonacorpo ed alla situazione emotizione. Parlare e cantare saranno va, per proteggersi dal rischio di deboli e senza sostegno: sicuraimprovvisi cedimenti della mente non trasmetteranno emovoce. Anche di queste piccole o zioni positive e convinzioni grandi variazioni dobbiamo salde . La schiena contratta, il essere consci, proprio per non collo accorciato nella parte entrare in situazioni di sofferenposteriore e il mento spinto in za psichica e fisica dalle quali avanti sono segni di un forte irrisarebbe più difficile poi uscire gidimento nel tronco e di un senza un valido aiuto. Aprire bacino squilibrato: parlare e nuova attenzione nei confronti cantare in queste condizioni della propria voce è l’inizio di non potranno trasmettere calore una possibilità di nuova vita; è Puer natus est (lettera iniziale da un e affetto. come muovere i primi passi su Graduale del 1442), Stiftsbibliothek Neustift (Novacella - BZ) Le nostre contratture croniche una strada, tutta da esplorare, ed occasionali, di solito sconoalla fine della quale c’è la prosciute, possono essere messe in evidenza in messa di un nuovo rapporto con sé stessi e con vari modi. Una serie di lezioni del Metodo Fel- gli altri. Riascoltare la nostra voce bambina denkrais può ridare al nostro vecchio corpo con orecchi di adulti per togliere attorno a una possibilità di rinnovamento. Una seduta quell’ inesauribile sorgente di vita che è la con un esperto massaggiatore posturale (ad voce ad ogni inciampo, perché possa sgorgare esempio un massaggiatore del metodo Rolf) liberamente per la nostra salute. può aiutarci a sciogliere le contratture croniche o occasionali. Ma i nostri suoni non rivela- Bibliografia essenziale no solo le rigidità croniche e le posture ormai Arrendersi al corpo, Lowen, Astrolabio, Roma 1994. abituali ma anche le piccole variazioni emoti- La voce, l’ascolto, G. Giuliani, Bulzoni editore, Roma 1990. ve, come un’ preoccupazione improvvisa o Il metodo Feldenkrais (conoscersi attraverso il moviuna stanchezza alla fine della giornata. Lo sa mento), M. Feldenkrais, Red edizioni, Como 1991. bene chi deve parlare per professione, come Rolfing, Ida P. Rolf,edizioni mediterranee, Roma 1996. insegnanti, avvocati, impiegati allo sportello, Psicosoma, Ken Dychtwald, ed. Astrolabio, Roma 1978. ecc. Ed anche chi canta per professione sa Il linguaggio emozionale del corpo, L. Bertelé, Baldini quali attenzioni devono essere rivolte in conti- Castoldi Dalai ed., Milano 2003.


LA VIA DELLA TERRA

Intervista con il diavolo (della casa) - Buongiorno, lei è... Il Diavolo della casa, e questi sono i miei collaboratori: geometri, periti, ingegneri, architetti, costruttori, oltre ai chimici, fisici, medici, ricercatori e... politici. E lei, chi è? - Maurizio Pelos, geometra “pentito” che si occupa di Bioedilizia e Feng Shui. Ah! Un altro illuso che crede di sanare il mondo! Finchè ci saremo noi Diavoli a minare il benessere, non riuscirete nel vostro intento! Come vede annoveriamo fior fiore di tecnici, preparati e convinti tra i nostri aiutanti e, in questi laboratori, verifichiamo la nocività dei prodotti e delle soluzioni impiegate nell’edilizia. - Vedo laboratori attrezzati... Certamente, qui viene impiegata la più alta tecnologia di ricerca. Questo ad esempio è il reparto cementi. Come lei sa, il cemento è il re dei materiali. Bene, grazie ai nostri collaboratori, legislatori in testa, siamo riusciti a soppiantare nel tempo l’utilizzo della calce, legante eterno, antibatterico per eccellenza, eccezionale antimuffa, ottimo regolatore dell’igronomia (assorbe l’umidità degli ambienti e la rilascia gradatamente), con questo prodottino: il cemento. - Certo ma, a parte la rigidità e la freddezza, il cemento è un materiale di provenienza naturale. Il cemento bianco lo è, ma si rapprende troppo presto e bisogna lavorarlo subito. Poi, essendo puro, è anche un pò caro, per cui lo misceliamo con ceneri che ne ritardano la presa e facilitano la sua lavorazione. - Mi scusi signor Diavolo, ma quali ceneri usate? Lei è un gran curioso... comunque usiamo le ceneri di scarto delle lavorazioni di altiforni. - Ma queste ceneri non possono presentare tracce di radioattività? Certo! - Ma in un edificio si usano centinaia o migliaia di chilogrammi di cemento. Appunto. In un edificio costruito con malte di cemento per fare calcestruzzi, fissare mattoni e intonaci, la percentuale di radioattività è ben superiore che all’esterno dello stesso! Ma continuiamo il nostro giro informativo e lasciamo i nostri tecnici del cemento al loro prezioso lavoro… Questo è il reparto cementi arma-

di Maurizio Pelos ...Bisogna avere ancora un caos dentro di sè per generare una stella danzante . “Così parlò Zarathustra” F. Nietzsche.

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ementi armati, reti elettrosaldate, intonaci premiscelati, pitture antimuffe, serramenti in alluminio e PVC, pavimenti laminati, materassi a molle e in lattice... Abbiamo davvero migliorato la qualità e la vivibilità delle nostre case e la qualità della nostra vita? Anche se tutto è più veloce da mettere in opera e più economico, si è certamente meno sani, continuamente afflitti da mal di testa, insonnia, disturbi nervosi e psichici, allergie, gastriti, coliti e nuove malattie croniche e degenerative, spesso causate dall’ambiente che ci circonda. Vi siete mai chiesti perché nelle vecchie case il raccordo tra le pareti e i soffitti sono sempre “arrotondati” (in gergo tecnico “le guscie”)? Probabilmente perché i muratori di allora non erano in grado di fare spigoli diritti, oppure perché le “guscie” venivano realizzate passando una bottiglia bagnata con moto rotatorio sull’intonaco e, conoscendo le abitudini degli operai, ciò giustificava la presenza di una bottiglia in cantiere piena di vino al mattino e vuota alla sera? Niente di tutto questo! La ragione è tecnica: sappiamo che l’aria calda tende a salire verso l’alto e, quando raggiunge il soffitto, si sposta ai lati della stanza per lasciare spazio ad altre particelle di aria calda; in presenza di una “guscia” arrotondata le particelle trovano aiuto nello spostamento creando microvortici che impediscono la formazione di sacche di aria calda/umida con conseguenti formazioni di condense e muffe, tipiche in prossimità di angoli retti (“angoli morti”). È incredibile come si siano potute perdere queste conoscenze basilari sull’arte del costruire… Anzi, è diabolico! E chissà quante “diavolerie” esistono nell’edilizia. Forse per rendersi conto del “malessere” che alberga nelle nostre case, sarebbe meglio chiedere al Diavolo in persona di raccontarci come sia riuscito a convincere gli uomini ad anteporre il profitto al proprio benessere… 62


LA VIA DELLA TERRA

ti (già il nome è una garanzia di malessere!) I nostri ingegneri sono i migliori del campo: qui si progettano e si calcolano le strutture metalliche di grattacieli o di casette. Il ferro permette costruzioni mastodontiche, colossali, gigantesche! Permette all’uomo di dimostrare il suo potere… - Però è anche un materiale freddo ed estremamente rigido, con cui costruire e progettare vere e proprie “gabbie”. Si, gabbie, in cui intrappolare gli uomini. Dove si esclude che possa penetrare il campo elettrico naturale, benefico per gli abitanti e, contemporaneamente, si impedisce a quello artificiale nocivo per l’uomo (elettrico, elettromagnetico e statico), di uscire. Dove la perturbazione magnetica raggiunge il suo massimo e a cui il corpo umano è molto sensibile, a causa della presenza di ferro nel sangue e particelle con cariche magnetiche. Inoltre, queste magnifiche gabbie, in presenza di un forte calore, si sciolgono perdendo la loro capacità di sostegno e afflosciandosi su se stesse… - Lo trovo sconvolgente! No, è tutto perfettamente normale, di routine. Come in quest’altro laboratorio: reparto mattoni. - Non mi dica che riuscite a manipolare anche i mattoni? È argilla naturale. C’è argilla ed argilla. Deve sapere che l’argilla contiene acqua, che può trattenere e veicolare forme di radioattività molto pericolose, quali il gas radon ad esempio. Chiaramente non ci curiamo di verificarne la presenza. Le misceliamo con prodotti sintetici quali polistiroli per creare piccole sacche d’aria e migliorarne le caratteristiche termiche.

- Cuocendo questo impasto di argilla e polistirolo non si creano pericolose combustioni inquinanti? Non si potrebbero usare altri materiali non tossici che, in fase di cottura, non ammorbino l’aria? Uffa! Certo che si potrebbero usare altri materiali! Scaglie di legno, ad esempio, e qualcuno già lo fa (pochi per fortuna), ma il loro costo è più alto e, fintanto che non ci sarà una legge che ne impedisce l’uso, noi useremo i prodotti tossici, facilmente reperibili e a buon prezzo. Anzi, a volte, proprio chi li deve smaltire ci paga per “occultarli”… Come ad esempio succede nel reparto cartongessi. - Cartongesso: cellulosa, gesso, acqua. Ingenuo, illuso! Nel cartongesso possiamo mescolare tutto ciò che dobbiamo nascondere, ci può far risparmiare e magari guadagnare qualche soldo. Le fibre di asbesto, ad esempio: l’amianto tritato e mescolato con gesso e cartone può servire alla bisogna. - Non mi dica che riciclate fibre di amianto per costruire pannelli di cartongesso!?! Ora non più, però lo abbiamo fatto in passato. - Comincio a sentirmi male... È normale: i nostri reparti sono costruiti come le vostre case. Non vuole continuare il giro “turistico” degli altri reparti: pitture, collanti, impianti elettrici, arredi... - Forse un’altra volta, per il momento ho molte cose su cui ragionare. La saluto signor Diavolo…!

Bibliografia: “La cucina del diavolo - Sai cosa mangi” di Gunther Schwab, Macro Edizioni.


LA VIA DELLE PIANTE

I.P.

Noni: frutto di miracoli Altri componenti presenti nel Noni È importante sapere che nel Noni si trova l’intero spettro degli amminoacidi e così pure per gli oligoelementi, soprattutto quando il frutto proviene da piantagioni cresciute sui terreni ricoperti da ceneri vulcaniche. L’apporto di amminoacidi indispensabile per il rinnovo cellulare e dell’intero spettro degli oligoelementi oggi irreperibili nella loro totalità da frutta e verdure, risultano essenziali per il corretto funzionamento di tutti i processi metabolici stimolati dalla xeronina. Molti di essi infatti, senza la presenza degli oligoelementi, risultano enormemente lenti poiché il catalizzatore che li accelera, l’oligoelemento specifico, manca nella nostra dieta. Nel 1993 in Giappone è stato isolato un antrachinone chiamato damnacantale presente nel succo di Noni. La sua proprietà è quella di invertire le cellule precancerose nelle cellule sane e stroncare sul nascere la crescita di cellule degenerative.

di Dario Tessarotto

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a Morinda Citrifoglia è una pianta rampicante indigena delle zone dell’Australia e della Polinesia ed appartiene alla famiglia delle rubiacee. Oggi cresce spontaneamente in altre zone del pianeta, soprattutto nella fascia equatoriale dell’America Centrale, dove presenta piante rigogliose in special modo nei terreni vulcanici.

La Pro-Xeronina Gli studi del dott. Heinicke hanno permesso di riconoscere ed isolare nel 1950 la xeronina, un alcaloide presente in tutte le cellule sane dei microrganismi, delle piante, degli animali e degli esseri umani. Ha un ruolo fondamentale affinché le cellule funzionino a dovere, consentendo alle proteine di eseguire i loro compiti. L’uomo può trovare la xeronina in molti alimenti, ma l’impoverimento dei terreni, dei fertilizzanti e delle eccessive cotture dei cibi fanno sì che oggi non ci sia sufficiente approvvigionamento di questa molecola indispensabile, come sostengono molti ricercatori. La mancanza di xeronina può comportare sintomi di stanchezza, indebolimento e peggioramento dello stato di salute. La peculiarità del Noni consiste nel fornire al nostro organismo la pro-xeronina (il precursore della xeronina), e l’enzima necessario per il suo pieno utilizzo che è la proxeronase. La xeronina non viene trattenuta ed immagazzinata nel nostro corpo, agisce nei processi metabolici e subito dopo viene degradata. Per questa ragione va introdotta frequentemente con il cibo. Grazie al Noni, l’organismo può fare una scorta di pro-xeronina e trasformarla in xeronina ogni volta che ne abbia bisogno.

Effetti del Noni Tra i moltissimi effetti benefici che il Noni può portare al nostro organismo, alcuni risultano confermati da migliaia di anni di storia e da recenti testimonianze: 1. Effetti dolorifici ed antinfiammatori, confermati da Heinicke, poiché la xeronina agisce sulle endorfine del corpo rendendolo insensibile al dolore; 2. Regolazione delle funzioni cellulari e rigenerazione di cellule danneggiate per riportarle alla piena efficienza; 3. Stimolazione della produzione di cellule T nel sistema immunitario e quindi cofattore di eliminazione di varie malattie. Stimolazione dei macrofagi e dei componenti linfociti vitali dei leucociti e dei meccanismi di difesa naturali del nostro corpo; 4. Inibitore della crescita di tumori cancerosi grazie al ruolo del damnacantale. 64




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