BioGuida 9 - Estate 2005

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BioGuida ITINERARI DELLO SPIRITO n° 9 estate 2005 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica Aut. Reg. Trib. Trieste n° 1067 26/03/03 Editore: PPBì - BioComunicazione di Pierpaolo Bon Sede: Via F. Denza 4, 34124 Trieste Tel. 040.302110 - info@bioguida.net Uffici: Via G. Mazzini 30, 34121 Trieste Tel/Fax 040.639289 - ppbi@bioguida.net Abbonamenti e Associazioni: www.bioguida.net - www.bioguida.com 040.639289 - 338.8852117 - 347.7704556 Pubblicità e Marketing: 040.639289 - 338.8852117 - 320.2717405 Fotocomposizione: Luglio Fotocomposizioni, Trieste Stampa: Artigraficheriva, Trieste Stampato su carta ecologica Fedrigoni Free-Life La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte.

in questo numero La via della scienza: La stagione nelle mani L’acqua nei cristalli La nutripuntura

Gli incontri:

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Disegni e immagini: Manuela Frisone, Moreno Tomasetig, Qing Yue (quando non diversamente specificato). In copertina: Qing Yue (www.qingyue.it) “Flying Horses”. In allegato: opuscoli informativi DINE srl, La Maiolica, Ananda Edizioni.

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I luoghi della BioGuida 28 ...

Parole e musica:

Fiori di Bach itinerari dell’anima ........................................................

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Direttore responsabile: Mariangela Valentini I nomi di questo numero: Giorgio Benedetti, musicoterapeuta. Paolo Baiocchi, medico psichiatra e psicoterapeuta. Cristina Cuomo, esperta di Nutripuntura, studiosa del sistema nervoso centrale e dell’equilibrio cellulare. Jacopo Fo, scrittore, attore, fondatore della Libera Università di Alcatraz. Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Lucia Lorenzi, psicologa e psicoterapeuta. Paolo Loss, cantante lirico, insegnante di canto gregoriano e vocalità. Sara Monticone, studiosa di storia dell’arte e storia degli erbari. Gianluigi Pol, imprenditore e ricercatore olistico. Walter Sebastiani, sportivo estremo, pranic healer, ricercatore abilitato all’insegnamento del metodo CreativPower®. Enzo Ziglio, esperto di ottica, di esercizi per la vista e cromoterapia. Vision Coach© e naturopata. Manuela Zippo, biologa.

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I luoghi:

La via delle piante:

seconda parte

Terapia cranio-sacrale

La via interiore:

CD Libri

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La via delle origini:

Creatività e intelligenza universale Ridere e giocare La funzione esistenziale di registrazione Voce gioia dell’animo

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Medicina e alchimia Burro “Ghi”

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La via del cibo: Aroma di cardamomo

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EDITORIALE

“Il cielo e la terra sono inumani; trattano diecimila esseri come cani di paglia” Lao-Tzu, Tao Te Ching

La Terra senza il male I

l sacrificio degli animali segna da sempre la radice stessa dell’umanità. L’armonia spezzata tra l’uomo e la terra, la natura e la “civiltà”. Non c’è storia di uomini che non passi da questa sordida infrazione: la violenza sistematica e consacrata degli animali, in nome di questi o quelli dei. Non importa quali divinità ed in quali tempi e templi. Sempre la BioGuida ha raccontato di uomini e animali, del loro fatale stare assieme nel destino del mondo, delle amicizie possibili, della fatale complicità che li ha accompagnati e li accomuna tutt’ora in tempi di pace e guerra, salute e malattia. Non c’è prospettiva di spiritualità senza partire dal nostro corpo scriveva F. Nietzsche - che è anima profonda dei nostri pensieri ed azioni. Non può esistere un progetto di speranza e di alleanza tra uomo e animale senza la “nostra” indignazione dinnanzi alla crudeltà che fatalmente e consapevolmente sembra costringere, da tempi antichissimi, gli uni agli altri e mai il contrario se non in situazioni di ferinità e dunque di bisogno primordiale. Ma a differenza di tutti gli esseri che popolano la terra, solo l’uomo pensa e molti dei suoi pensieri raccontano proprio l’estraneità alle tracce della terra. L’uomo dell’Occidente, in particolare, ha scandito la sua storia in nome della

volontà di potenza (il suo pensiero stesso: cumprendere, rappresenta e significa questa volontà di possesso rispetto all’Oriente, dove pensare coincide col wu-wei, lasciare andare). Sopraggiunge l’estate, l’ocra dei tramonti e degli abbandoni. Crediamo che occorra soffermarsi su queste abitudini nefaste della nostra esistenza nella natura per tornare a festeggiare l’ipotesi di una terra senza il male.

In Bulgaria tutt’oggi esiste la tradizione del "richane na kuche": protagonista un cane che viene legato a due funi, appeso, poi fatto ruotare su se stesso finché non defeca dalla paura e lo stress delle urla della gente. Secondo la tradizione (antichissima nel paese di Brodilovo) si dà in questo modo il benvenuto alla primavera, che fa sperare in prosperità e salute nel corso del resto dell’anno, proporzionalmente alla quantità di feci emesse dal cane terrorizzato e martoriato. (Immagini tratte da www.oipa.org) Le immagini furtive del “rituale” dei cani volanti, celebrato in onore della primavera e di un “buon raccolto”, sia d’auspicio per una pausa di riflessione che ci spinga a ricominciare da rinnovati itinerari dello spirito.

Il direttore responsabile Mariangela Valentini 2



LA VIA DELLA SCIENZA

La stagione nelle mani di Enzo Ziglio

dell’organismo disintossicare la coppia principe del polo metabolico. Come un principe che si sente troppo importante e potrebbe muovere guerra all’imperatore, così l’attività metabolica di questa coppia deve essere guidata dal polo cerebrale, che ne limita e ne contiene l’espansione. La relazione armoniosa tra questi due poli, metabolico e cerebrale, attiverà allora una vera azione dinamica, sia sul piano fisico che su quello emozionale. La primavera è in relazione con il senso del tatto. In questo periodo è importante sostenere la famiglia Fegato-Vescica biliare sia per assorbire e assimilare che per eliminare gli elementi materiali necessari alla vita. Questa famiglia è composta da: • Il Fegato regola il funzionamento del polo metabolico, permette di elaborare tutti gli elementi nutritivi necessari alle cellule A.T.P. e nutre tutto l’organismo attraverso informazioni umorali. Svolgendo questa funzione è in comunicazione con tutti gli organi meridiani, il cui funzionamento può ripercuotersi sull’equilibrio funzionale del fegato. Se le correnti vitali del Fegato subiscono alterazioni, si possono avere: - in un contesto emozionale: un fegato iperfunzionante si manifesta con emozioni dominate dalla collera. Il “Fegatoso” perde facilmente il controllo, ha un temperamento collerico, impulsivo, irritabile o eccessivo, smisurato oppure virulento, veemente, impetuoso, aggressivo, battagliero, attaccabrighe, brutale, violento, focoso, turbolento e ribelle. Quando il Fegato è invece ipofunzionante, l’individuo è sempre di cattivo umore, taciturno, spesso depresso, autodistruttivo con tendenza al suicidio. - in un contesto fisico: in tutte le patologie epatiche si ha disequilibrio generale con conseguente affaticamento fisico e psichico. In questi casi è utile un’azione depurativa e disintossicante, per aiutare la digestione.

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a linfa che scorre nella natura per iniziare un nuovo ciclo di vita è il simbolo della primavera, la stagione della rinascita e del risveglio. Il movimento di energia che si attiva parallelamente in tutti i tessuti è legato alla maggiore luminosità e il maggiore tepore stagionale causa anche un’iperattività in tutte le funzioni vitali e una maggior produzione di ormoni, come quelli che scandiscono i ritmi del sonno e del risveglio e quelli che regolano la riproduzione. Ognuno, in funzione della sua sensibilità, vive questa stagione in modo diverso. Alcuni sono in forma e vivono un periodo di benessere, per altri invece la primavera risveglia piccoli disturbi stagionali e una perdita di vitalità che aumenta progressivamente ogni anno. Il “Mal di Primavera” è il frutto dell’incapacità del proprio orologio biologico di sincronizzarsi, giorno dopo giorno, con il passaggio graduale dal grigiore e dal freddo delle giornate invernali alla luminosità e al tepore di quelle primaverili. Ecco allora senso di spossatezza e di stanchezza muscolare e faticosi risvegli al mattino. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese (MTC) ogni stagione sensibilizza uno dei cinque sensi, considerato come elemento integrante della famiglia-chiave della stagione e sollecita una famiglia di organi, composta dai due capi famiglia dai quali dipende l’equilibrio di tutte le correnti vitali. L’organismo interagisce con l’ambiente che lo circonda. Il ciclo delle stagioni influenza direttamente le correnti vitali di alcuni organi, di volta in volta diversi, che diventano più sensibili in funzione del periodo dell’anno. La qualità della salute durante questo periodo, riflette la capacità di autoregolazione dei settori più sollecitati dalla primavera: il fegato e la vescica biliare. È vitale per l’equilibrio generale 4


LA VIA DELLA SCIENZA

• La Vescica biliare è un drenante generale e svolge una funzione di eliminazione. Regola l’emulsione dei grassi e la disintossicazione del sangue, grazie al metabolismo dei pigmenti biliari. Se le correnti vitali della vescica biliare subiscono alterazioni, si possono manifestare: - in un contesto emozionale: nel “Bilioso” cattivo sangue, la vescica biliare è ipofunzionante e il soggetto è pieno di amarezza e rancore. Quando invece è iperfunzionante le emozioni sono forti e l’uomo appare astioso, vendicativo, acido, bisbetico, stizzoso, brontolone, arcigno, scontroso, intrattabile, ostinato e noioso. - in un contesto fisico: i disturbi della vescica biliare portano ad un sovraccarico di tossine nel sangue con stanchezza fisica, emicranie, cefalee e congestioni temporali. • La Pelle definisce la forma ed il limite dell’individuo. Nel suo insieme costituisce il senso del tatto. Rappresenta un perimetro, una frontiera tra il mondo interiore e quello esterno. Assume la funzione di organo emuntore, quando esso è troppo sollecitato nel suo lavoro di eliminazio-

ne. Se le correnti vitali della pelle subiscono alterazioni, si possono manifestare: - in un contesto emozionale: perdita di contatto con gli altri, sentirsi a disagio nella propria pelle o tendenza a mettersi al posto degli altri. - in un contesto fisico: tutte le malattie della pelle, come mancanza d’elasticità, d’idratazione, oppure pelle troppo grassa e acne. • I Capelli risentono dell’influenza degli ormoni sessuali. Insieme alla pelle partecipano al senso del tatto. L’organismo distribuisce lo zolfo di preferenza nei capelli (circa il 4%), quindi nei polmoni, nella vescica, nella pelle e nelle ossa. Lo zolfo è un oligoelemento che ha funzione desensibilizzante delle manifestazioni allergiche, sinergizzante catalitico in molti processi enzimatici del fegato e della bile, contrasta la caduta dei capelli determina unghie fragili, espressione del fegato nella MTC. Se le correnti vitali dei capelli subiscono alterazioni, si possono manifestare: - in un contesto emozionale: ci sono problemi di identità profonda oppure quando ci si sente a disagio nella propria pelle.


LA VIA DELLA SCIENZA

- in un contesto fisico: tutti gli squilibri dei capelli e del cuoio capelluto: capelli seborroici, capelli grassi o capelli secchi. • Il Vaso Concezione è complementare al Vaso Governatore, non è associato ad alcun organo, ma svolge una funzione importante. Collega in complemento la parte alta del corpo, polo cefalico, con la parte bassa, polo sessuale. Facilita la comunicazione fra queste due estremità del corpo e, grazie a questi due Vasi, l’individuo può orientarsi nelle tre dimensioni dello spazio: alto-basso, davanti-dietro, destra-sinistra. Il ruolo del Vaso Concezione è di stimolare a “concepire” la propria vita, nell’equilibrio dei cinque sensi. Se le correnti vitali del Vaso Concezione subiscono alterazioni, si possono manifestare: - in un contesto emozionale: mancanza di brio, stato di confusione spaziale. - in un contesto fisico: difficoltà nel generare, o nel vivere una gravidanza armoniosa, diminuzione dell’udito e dell’olfatto; squilibrio della postura e delle difese immunitarie. • Il Vaso Governatore è complementare al Vaso Concezione e partecipa all’orientamento nello spazio. Controlla e dirige il vigore in ogni azione, permettendo all’individuo di “governare” la sua vita. Se le correnti vitali del Vaso Governatore subiscono alterazioni, si possono manifestare: - in un contesto emozionale: individuo disorientato, fuori fase, depresso che perde il contatto con gli altri, deficit di creatività, di reattività, di controllo. - in un contesto fisico: sonnolenza, problemi di lateralità e di postura. • Il Maestro del Cuore è complementare al Triplice Riscaldatore e non è associato a nessun organo. Sostiene il ruolo di guida che svolge il polo cefalico - corteccia cerebrale su tutti gli organi, sintonizzandolo sulla sensibilità femminile. Favorisce l’equilibrio della sessualità propria della donna e dell’uomo. Se le correnti vitali del Maestro del Cuore subiscono alterazioni, si possono manifestare: - in un contesto emozionale: temperamento apatico.

- in un contesto fisico: disturbi allergici ed al sistema nervoso vegetativo, squilibrio nervoso, perdita di sensibilità, indebolimento della vista, pelle e capelli troppo secchi, anelasticità osteoarticolare e del gomito. • Il Triplice Riscaldatore è complementare al Maestro del Cuore e non è associato ad alcun organo. Regola gli eccessi dovuti a un’ipereccitabilità neurovegetativa. Conferisce calore e vita garantendo l’equilibrio neuro-sensitivo. Se le correnti vitali del Triplice Riscaldatore subiscono alterazioni, si possono manifestare: - in un contesto emozionale: temperamento apatico, carenza di femminilità o di mascolinità. - in un contesto fisico: congestioni, ematomi, sovraccarico di tossine nel sangue, cefalee, emicranie, sinusiti, congestione della retina, emorroidi, perdita di sensibilità, afonia, disfonia, elasticità della pelle, capelli grassi, dolore al gomito e alla spalla. La storia, fino a pochi decenni fa, ha sempre differenziato il corpo e lo psichismo dell’uomo e della donna attribuendogli valori propri e distinti, universalmente descritti nelle leggende degli dei. La nutripuntura dinamizza gli organi, il sistema che li regola, stimola i meridiani, i loro circuiti di comunicazione, rispettando l’equilibrio naturale dell’individuo in quanto maschio e femmina. Nel rispetto di questa filosofia di lettura del corpo sono i cinque nutrimenti specifici per l’uomo e altrettanti per la donna. Il Maestro del Cuore e il Triplice Riscaldatore sono sia maschili che femminili. Gli altri nutrimenti propri dell’uomo sono: l’espressione sessuale maschile, il pene, il vettore della virilità, la laringe, la voce e la prostata. Nella donna invece sono: l’espressione sessuale femminile, la vagina, il vettore della femminilità, il seno e l’utero. In un’era dominata dalle ambizioni materiali, la specie umana è in costante stato di guerra, alla conquista a tutti i costi dei vertici, per cui i momenti di rilassamento sono rari. La rabbia e la collera nei confronti di se stessi o degli altri sono la conseguenza dello stress crescente, alimentato dal desiderio di beni sempre più 6


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numerosi e consistenti. L’incapacità di stabilire un contatto con i propri sentimenti e di esprimere le proprie energie è indice di uno squilibrio nel circolo funzionale della coppia Fegato/Vescica Biliare. Quando la coppia Fegato/Vescica Biliare è chiusa, l’energia non scorre più liberamente, le possibili conseguenze vanno dalla tensione alla contrazione che si possono manifestare con la frustrazione o l’aggressività, mentre la depressione e la letargia si possono manifestare nell’alimentazione esagerata, nello shopping “consolatorio”. Eccessi di rabbia o di stress sono manifestazioni della chiusura della coppia Fegato/Vescica Biliare. Al contrario, quando l’energia vitale scorre liberamente nella coppia e tutti gli organi ad essa collegati vengono nutriti in maniera armoniosa, la persona diventa attiva, dinamica, tollerante, flessibile, ciò grazie ad uno spazio interiore rilassato. Esercitando un miglior controllo dei propri impulsi, si vivono con maggior consapevolezza i propri e gli altrui limiti, esprimendo un comportamento coerente.

Quando la coppia Maestro del Cuore/Triplice Riscaldatore (complementare a Fegato/Vescica Biliare) è chiusa, si manifesta con problemi alla pelle e un temperamento intellettuale - quando è iperfunzionale, se ipofunzionale i riflessi rallentano, siamo pervasi da una sensazione di abbattimento con tendenza alla depressione, alla passività, all’inerzia. Stimolare le correnti vitali della coppia Maestro del Cuore/Triplice Riscaldatore favorisce un’espressione più profonda della propria polarità, maschile o femminile, con la sensazione di star bene nella “propria” pelle, sentendoci più vivaci, più tonici, pieni di vigore e ricchi di vitalità. Quando tutte le coppie sono aperte, l’energia scorre libera lungo tutti i meridiani e non si ha bisogno di dimostrare nulla. Anzi siamo liberi di esprimere l’Amore, l’Umiltà, la Fede e l’Allegria che scorre in noi e si manifesta attraverso i sensi, liberi da costrizioni emozionali, liberi di espandersi in tutte le nostre fibre e fuori dal corpo, avvolgendo tutte le persone che ci circondano.


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L’acqua specchio della mente di Giorgio Benedetti e Gianluigi Pol

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osì è scritto sul retro dell’opera “Messaggi dall’acqua” che esprime perfettamente ciò che il libro illustra con una serie di eccezionali fotografie. L’autore, Masaru Emoto, ha avuto l’ispirazione che si potessero fotografare i cristalli nascosti nell’acqua congelata dopo l’incontro con l’americano Lee H. Lorenzen e i suoi studi sulla “microclustered water”. Un’altra grande intuizione è stata quella proveniente da un libro in cui, da una serie di fotografie di fiocchi di neve, si giungeva ad affermare come non si fosse mai riusciti a trovarne due completamente identici. Da qui l’idea: fotografare l’acqua dopo averla congelata e cristallizzata, in modo da studiarne il comportamento. Con un microscopio montato su una macchina fotografica, Emoto decise di iniziare gli esperimenti: le ricerche durarono diverse settimane e, con molta pazienza, fu possibile riuscire a fotografare il primo cristallo d’acqua. La prima serie delle sue fotografie proveniva da acque presenti in natura: fiumi, laghi, sorgenti e ghiacciai, raccolte da lui stesso e da amici in giro per il mondo. Alcune formavano bellissime strutture geometriche, simili a fiocchi di neve; altre creavano forme non armoniche e persino brutte. Quale acqua preferireste trovare in natura e nel vostro bicchiere? Entusiasmato dal fatto

che l’acqua sembrava veramente mostrare nella sua struttura la differenza fra acqua buona, non inquinata, ed acqua oppressa da sostanze chimiche e maltrattata dall’uomo, Masaru Emoto si mise a fotografare le acque di acquedotti di tutto il mondo. Nelle grandi città, dove l’acqua è fortemente carica di sostanze chimiche provenienti da detersivi, saponi, cosmetici, scarichi industriali, non si formano bei cristalli ma strutture amorfe che comunicano la mancanza di chiarezza e bellezza presenti invece in acque incontaminate. Chiunque può “sentire” il malessere di queste acque fotografate nelle città di Londra, Parigi, Roma, Milano, Tokyo e Acquedotto di Londra molti altri luoghi con accumulo di inquinamento e stress psicofisico. È interessante poi notare come l’acqua di rubinetto di Buenos Aires e di altre grandi città sudamericane, pure ad alto grado di inquinamento chimico, riesca a formare comunque cristalli abbastanza armonici: sembra che lo stress e l’umore degli abitanti possano influenzare la cristallizzazione dell’acqua ben più delle sostanze tossiche presenti in essa. L’acqua ama ascoltare la musica? Attraverso il lavoro geniale di Masaru Emoto, l’acqua ci offre un’occasione di riflessione per accettare e capire che, secondo la fisica quantistica, in natura tutto è oscillazione ed informazione. In base alla vibrazione e alle informazioni ricevute, l’acqua ci mostra una bella

Sorgente Sanbu-ichi

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forma geometrica oppure un obbrobrio. Per approfondire lo studio di questo effetto, Emoto ha avuto l’ispirazione di fare ascoltare all’acqua della musi“Variazioni Goldberg” di Bach ca per poi studiarne la reazione. Con l’acqua distillata che, in fotografia, appare come un esagono semplice senza diramazioni (cioè priva di informazioni memorizzate), ha riempito un flaconcino posto tra due altoparlanti che riproducevano vari brani musicali. Quindi congelata e fotografata secondo il processo usuale. Facile immaginare la soddisfazione e la gioia quando il team del dott. Emoto sviluppò le prime fotografie: ogni goccia d’acqua rispose “individualmente” alla musica ascoltata, ponendosi sempre in correlazione alle vibrazioni ed alle informazioni musicali ricevute. L’acqua ama leggere le parole? Il passo seguente è consistito nell’analizzare le reazioni dell’acqua esposta a immagini e parole scritte in caratteri giapponesi su etichette poste sulle bottiglie. In questi espe-

rimenti, Emoto ha esposto l’acqua distillata a parole come amore, gratitudine, grazie, e così via. Poi ha confrontato l’acqua con parole quali stupido, diavolo, ti ucciderò… La parola scritta è un simbolo visibile dei pensieri e dei sentimenti ed è perciò carica di vibrazione e informazione. L’unica differenza rispetto alla musica è il fatto che le vibrazioni e le informazioni contenute nelle lettere e nelle immagini sono basate su frequenze non udibili. Il pensiero abita in un regno di frequenze più alte della parola, abbassando la frequenza, esso diventa parola e, se la parola è investita di melodia e ritmo, diventa canzone o musica. Non a caso in quasi tutte le religioni l’intelligenza chiamata “Dio” crea la materia tramite il suono, il verbo, la parola. La parola originaria, muovendosi verso la materia, abbassa la frequenza e diventa forma. Nella lettera è forma astratta, nel corpo biologico si trasforma in vita. Le informazioni contenute nella parola creativa (crea-vita) creano appunto la forma materializzata: il corpo.

Grazie in giapponese

L’acqua ascolta pensieri ed emozioni? Dopo aver rilevato numerosi messaggi e prove dall’acqua sulla sua ottima capacità di memorizzare e rispecchiare informazioni, Masaru Emoto ha tentato un esperimento a


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distanza. Ha posto un flaconcino con acqua “scadente” sulla scrivania del suo ufficio invitando 500 amici in tutto il Giappone ad inviare telepaticamente, ad un preciso momento prefissato, il loro ”chi” (energia vitale) all’acqua sulla scrivania. Osservando la fotografia del cristallo d’acqua prima e dopo l’esperimento possiamo comprendere perché è possibile guarire le persone a distanza, riuscendo ad inviare energia positiva, forte e coerente.

presenti sulla Terra. Dopo aver constatato gli effetti della preghiera sull’acqua, Masaru Emoto dedica attualmente molto lavoro per la diffusione della pace nel mondo. Nel 2003 ha proclamato il 25 luglio come “giorno dell’acqua” invitando tutti ad offrire un pensiero di pace e di amore all’acqua: un bicchiere d’acqua sul tavolo, l’acqua di un ruscello, di un lago, del mare, al quale da soli o in gruppo si inviano pensieri e sentimenti. In quel giorno Emoto, con alcune centinaia di persone, si è recato al lago Genezareth in Israele: dal momento che L’acqua ascolta la preghiera? In un altro esperimento Masaru Emoto è riuscito tutti e due i popoli, Palestinesi e Israeliani, a riunire 300 persone all’alba sul bordo del lago bevono e usano l’acqua del Giordano, l’idea di giapponese Biwa, un sito inviarvi pace e amore ha molto inquinato che in significato mandare estate emana cattivi l’informazione ad odori a causa di un’alga entrambe le popolazioni (per maggiori notizie: sulla sua superficie. In un www.thank-water.net ). rituale con il fuoco, inviando invocazioni Nel 2004 ha deciso di all’acqua del lago al sorfar raccogliere quasi 250 gere del sole, il gruppo è acque in tutto il mondo e riuscito a purificarlo. portarle in Liechtenstein, (Laboratorio Hado Life Qualche tempo dopo, sul giornale locale è Europe, Eschen - Liechtenstein - www.hado-lifeapparso un articolo che diceva: “quest’anno le europe.com ) dove esiste alghe sono diminuite un laboratorio europeo per la ricerca sui messagmoltissimo e, in confrongi dell’acqua. In un rituato agli altri anni, le proteAcqua trattata col “chi” di 500 persone le, fra meditazioni e ste telefoniche per i cattivi odori provenienti dal lago sono state pochis- invocazioni, tali acque sono state mischiate in sime. È un bene che ci siano meno alghe ma un grande bacino. In seguito ognuno degli oltre siamo preoccupati perché non ne conosciamo 200 presenti ha riempito un contenitore di la ragione”. Dopo 6 mesi, purtroppo, le alghe e acqua così caricata e l’ha riportata al luogo i cattivi odori sono riapparsi. Questo episodio dove l’aveva prelevata originariamente, in ha spinto Emoto ad esclamare che se, anziché modo che le informazioni mescolate si diffon300 persone si fosse stati in 30.000, forse la dessero ubiquamente. Anche questo nel nome guarigione del lago Biwa sarebbe stata duratura. della pace e come simbolo di unione fra i popoli e i luoghi della Terra. Mandare “amore e gratitudine” all’acqua Conoscere e rispettare l’acqua significa cono- Per ulteriori informazioni sui libri di M. Emoto e scere e rispettare noi stessi e le leggi vitali che sul suo lavoro: ci governano. L’acqua è il simbolo dei senti- Bridge sas, Via Rialto 13, 35122 Padova. Tel. menti. La spoliazione e l’inquinamento del- 049.651808, info@ergoshop.it www.ergoshop.it. l’ambiente rispecchiano una disarmonia nei Foto tratte da: “I messaggi dell’acqua”, rapporti con noi stessi e le altre forme di vita M. Emoto, 2002 HADO Publishing. 10


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La Nutripuntura di Cristina Cuomo

della Nutripuntura. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, ogni stagione stimola l’attività di una coppia di organi permettendo così all’organismo di adattarsi armoniosamente ai cambiamenti dell’ambiente. L’autunno sollecita l’attività dei polmoni e del colon, l’inverno quella dei reni e della vescica, la primavera il fegato e la vescica biliare, l’estate il cuore e l’intestino tenue, senza dimenticare la quinta stagione, la fine dell’estate, durante la quale lo stomaco, la milza ed il pancreas sono al massimo della loro attività ( si veda schema). Se ogni individuo ha le sue debolezze, costituzionali o acquisite, queste si accentuano di preferenza nel periodo dell’anno in cui un organo già fragile viene sollecitato dai cambiamenti climatici. “Grazie ad una Nutripuntura specifica per ogni stagione è possibile non solo sostenere l’organo-bersaglio, ma migliorarne nel tempo la funzionalità”, assicura Antonio Dell’Aglio, medico odontoiatra olistico di Bari, specialista in Nutripuntura. “Molti tra i miei pazienti, amici e familiari hanno ottenuto benefici enormi utilizzando la Nutripuntura stagionale. Dopo aver identificato i circuiti da sostenere, il terapista consiglia i nutrimenti più adatti al paziente che può fare ‘sedute di Nutripuntura’ stando comodamente a casa o al lavoro. Sono infatti delle compresse da masticare che attivano alcuni punti precisi situati sui meridiani d’agopuntura”.

L’

obiettivo della Nutripuntura è di favorire la circolazione delle correnti vitali, sostenere la salute ed evitare la malattia. Un approccio basato sulle conoscenze millenarie dell’agopuntura che sposa la Medicina Tradizionale Cinese con le più recenti scoperte in biologia cellulare. La Nutripuntura, nata in Francia negli anni 80, è un mezzo innovativo che si propone di rafforzare le correnti vitali dell’organismo attivando le sue capacità di autoregolazione. Il suo obiettivo è quello di mantenere l’individuo in uno stato di salute ottimale attraverso una “manutenzione stagionale” o occasionale dell’organismo. Pur avendo obiettivi comuni con l’agopuntura, la Nutripuntura si distingue per la sua originalità e utilizza, al posto degli aghi, mezzi meno invasivi e indolori. Si serve infatti di nutrimenti endocellulari, una gamma di prodotti a base di oligoelementi, la cui sinergia, attiva proprio come gli aghi con l’ agopuntura, la circolazione d’informazioni elettromagnetiche indispensabili alla vita cellulare. Quest’equilibrio permette ad ogni cellula di attingere nella corrente circolatoria gli elementi di cui ha bisogno per il suo metabolismo, senza rischi di carenze nutrizionali. Dinamizzare la salute al ritmo delle stagioni Se il corpo è un mezzo incredibilmente sofisticato che ci permette di agire, di muoverci e di arricchire la nostra banca dati di migliaia d’informazioni, perché non occuparsi regolarmente della sua manutenzione, mettendo in fase i suoi ritmi con quelli scanditi dalla natura? L’assetto neuro-ormonale, le funzioni ghiandolari e le esigenze nutrizionali di ogni individuo si modificano in funzione degli stimoli climatici che determinano l’accrescimento o la diminuzione dell’attività di alcuni neuromediatori, considerati parole chiave del linguaggio cellulare. Mantenere l’equilibrio dei ritmi biologici, sincronizzati sull’alternanza delle stagioni, è l’obiettivo principale

38 nutrimenti (“nutri”) per attivare il flusso elettromagnetico dei meridiani Ad ogni nutrimento endocellulare è stato assegnato un numero (38 in tutto) per distinguere la sua azione sui diversi circuiti del corpo nel quale scorrono le informazioni elettromagnetiche che governano i suoi “programmi”. In Nutripuntura infatti il corpo è concepito come un’insieme costituito da un hardware (tessuti e patrimonio genetico) e da un software (i programmi che si registrano in memoria in funzione delle esperienze e del comportamento di ognuno). La Nutripuntura si occupa unicamente del software, favorendo la circolazione delle informazioni che atti12


LA VIA DELLA SCIENZA

vano le correnti vitali dell’organismo. Un approccio rivoluzionario? In un certo senso, ma con basi molto solide: quelle millenarie della tradizione orientale che concepisce l’organismo umano come una fitta rete di circuiti elettromagnetici: i meridiani, dalla cui attività dipende il nostro benessere. In effetti per attivare la maggior parte delle reazioni cellulari, c’è bisogno di ioni metallici: la respirazione, la trasmissione dell’influsso nervoso, la contrazione muscolare, il metabolismo nel suo insieme, dipendono dalla presenza di queste sostanze. Molte ricerche hanno infatti concluso che la presenza di un oligoelemento permetta la circolazione d’informazioni indispensabili all’equilibrio elettromagnetico dell’organismo, come farebbero gli aghi di un agopuntore. Alcuni oligoelementi possono dunque considerarsi come “catalizzatori d’onda”, la cui presenza favorisce il passaggio d’informazioni elettromagnetiche. In un certo modo gli oligoelementi gestiscono la relazione che si stabilisce tra l’organismo e l’ambiente. Individuo e ambiente Le ricerche fatte in Nutripuntura, si sono focalizzate sui ritmi biologici e sull’impatto dell’ambiente sull’organismo, cercando di potenziare i settori, di volta in volta diversi, sollecitati da ogni stagione. In effetti la circolazione della correnti vitali è legata all’oscillazione cellulare dell’organismo che, condizionato dal ritmo stagionale, è sintonizzato sul sistema planetario che lo circonda. Le informazioni veicolate dai complementi

sanitaria dott.ssa Anna

Del Pup il piacere di stare bene

utilizzati in Nutripuntura (i nutrimenti endocellulari) raggiungono selettivamente i circuiti più sollecitati dall’ambiente, o che presentano già squilibri funzionali, aumentando la vitalità dell’organismo, necessaria all’equilibrio dei bioritmi. Il loro studio sottolinea la relazione imprescindibile che esiste tra individuo e ambiente, l’interazione costante tra interno ed esterno che annulla in un certo modo i limiti, il perimetro del corpo umano, considerando il luogo in cui vive come parte integrante del suo equilibrio. In Nutripuntura l’organismo umano è considerato come un sistema aperto, in dinamica costante con l’ambiente con il quale interagisce riprogrammando continuamente i suoi cicli. Recenti ricerche sulla fisiologia umana hanno messo in evidenza che i fattori ambientali avrebbero un ruolo determinante nei processi metabolici, addirittura superiore rispetto a quelli biologici e genetici. Infatti non è possibile valutare l’attività psicofisica di un’individuo senza prendere in considerazione il mondo che lo circonda e soprattutto la qualità e la quantità di stimoli che gli fornisce. In realtà l’equilibrio di ogni forma vivente dipende in gran parte dal tipo di contesto che la circonda. È evidente che un neonato, se isolato e privato delle induzioni indispensabili alla sua maturazione psicomotoria, non potrà attivare il processo d’apprendimento necessario per costruire il suo sistema nervoso centrale. Impulsi gustativi, olfattivi, tattili, uditivi e visivi, insieme ad un’attività muscolare importante, partecipano dunque alla

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LA VIA DELLA SCIENZA

sua evoluzione: sono impulsi vitali, fondamentali per la sua maturazione psicofisica. Un essere umano non si nutre infatti solo di alimenti ma anche di parole, musica, profumi, colori, forme, relazioni e del contatto che stabilisce con l’ambiente. L’equilibrio dei 5 sensi è dunque primordiale per poter ricevere informazioni corrette dal mondo esterno, in quanto lo squilibrio di uno di essi può deformare le impressioni che capta. “Affinare i nostri sensi è oggi possibile, grazie ad una Nutripuntura specifica da utilizzare sia quando si presenta uno squilibrio momentaneo (un deficit olfattivo per esempio), o anche preventivamente. Inoltre, dinamizzando il gusto per esempio, si avrà un effetto positivo sulla digestione, sulla salute delle gengive e sull’atteggiamento della persona, che sarà spontaneamente meno autoritaria e dominante. La Nutripuntura stagionale sostiene le correnti vitali dell’organismo, favorendo l’equilibrio psico-neuro-endocrino-immunitario dell’individuo. Il risultato sarà una salute più stabile e una diminuzione dei disturbi stagionali che si presentano ciclicamente ogni anno”, racconta Marta Buganza, medico odontoiatra a Verona, specialista in Nutripuntura.

hanno deviato dal loro percorso naturale, sostenendo l’attività elettromagnetica dei circuiti più indeboliti. Un’azione che, in questo caso, complementa efficacemente l’azione dei farmaci tradizionali. Grazie alla sinergia dei suoi componenti, le preparazioni utilizzate migliorano gli scambi e la comunicazione cellulare, indispensabile all’equilibrio psicofisico dell’individuo. In effetti, secondo i principi della medicina cinese, i nutrimenti endocellulari, sostenendo la circolazione delle correnti vitali dell’organismo, stimolano parallelamente la sfera psichica dell’individuo e dunque il suo comportamento. Molti operatori della salute hanno infatti osservato che dinamizzando le correnti vitali di un settore in deficit funzionale, come il meridiano del polmone per esempio, l’individuo ritrova non solo una migliore dinamica respiratoria ma anche più fiducia in se stesso e un comportamento più tollerante. “Si può utilizzare la Nutripuntura per far fronte ai disturbi più diversi”, afferma Fabio Burigana, medico omeopata di Trieste e specialista in Nutripuntura, “Per sostenere un surmenage intellettuale (molto frequente durante la proparazione di esami) uno stress postoperatorio, uno stato depressivo, uno choc emotivo, o durante un periodo delicato come l’adolescenza. Alcuni miei pazienti hanno superato i problemi di intolleranze alimentari grazie ad una Nutripuntura specifica che ha permesso all’organismo d’integrare le informazioni molecolari fino ad allora ‘rifiutate’. In realtà non si tratta di eliminare i fattori che provocano un’intolleranza ma di risolvere il ‘conflitto molecolare’ che scatenano nell’organismo”, conclude entusiasta.

Come utilizzare la Nutripuntura? L’originalità della Nutripuntura, che la distingue dall’omeo“patia” o dall’organo“terapia”, è che la sua azione non è contro un sintomo o una patologia, ma in favore delle correnti che regolano la salute dell’organismo. Favorendo il flusso di un meridiano, permette di rinforzare in qualsiasi momento un settore in difficoltà, senza dover attendere un segnale d’allarme (patologia) da parte dell’organismo: agisce preventivamente, a sostegno della vita cellulare. Se l’organismo manifesta già un disturbo, o ha già innescato un processo degenerativo (es: un’ulcera) l’approccio resta lo stesso: “nutrire” le correnti vitali che

Modulare le proprie emozioni Se si vuole prendere in mano la propria salute si può anche iniziare a regolare le proprie emozioni, risultato di un’attività armoniosa o squilibrata degli organi. Un approccio più che preventivo in 14


LA VIA DELLA SCIENZA

quanto permette di individuare nel comportamento un segnale preliminare capace di produrre, alla lunga, un disordine organico. Risalendo alla causa del problema, si accede al linguaggio del corpo. “Oggi, grazie alle ricerche fatte in Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia ( PNEI ), nessuno contesta più la relazione che esiste tra corpo e psiche così come la relazione tra comportamento e funzionalità organica. Lo studio di tale relazione ha permesso ai ricercatori in Nutripuntura di definire profili comportamentali ben precisi, legati alla dinamica psicosomatica dei meridiani, che permettono agli organi di comunicare tra loro. Una persona è egocentrica e narcisistica quando presenta uno squilibrio del meridiano-cuore, o indecisa e incapace di scegliere se il meridiano-intestino tenue è bloccato. Sarà pessimista e scettica a causa di un deficit del meridiano-polmone, aggressiva e violenta se il suo meridiano-fegato è congestionato. È l’organo che influenza la psiche o viceversa? È necessario riflettere sulla sinergia tra il comportamento e la funzionalità organica, senza dimenticare che la salute dipende in gran parte dal modo in cui ognuno gestisce il suo corpo, dal suo atteggiamento e dalla capacità di trattare e integrare ogni esperienza a livello cognitivo. “Credo sia fondamentale sostenere l’organismo ottimizzando la circolazione delle correnti vitali che regolano la vita cellulare. Il metabolismo dipende da sottili equilibri biochimici che solo il corpo sa gestire. Lasciamogli dunque questo compito, preoccupandoci però che sia in condizione di svolgerlo correttamente ”, sostiene Gianfranco Caron, medico ginecologo a Roma e specialista in Nutripuntura. “Nella mia esperienza ho notato che piccoli disturbi (cistiti, vaginiti) sono spesso scatenati da un avvenimento che è stato somatizzato. Le donne, più ricettive alle sensazioni, fanno spontaneamente il collegamento tra l’apparizione di un disturbo e uno choc emotivo, un avvenimento, un conflitto mal gestito. Sbloccare la causa, andare a monte del problema, invece di compensarne le conseguenze, permette di risolvere durevolmente i fastidi ricorrenti. Questi, ripercuotendosi su altri settori dell’organismo, possono diventare col tempo fonte di squilibri e generare patologie molto comples-

se. Un disturbo non si produce in qualche ora, ci vuole del tempo prima che una funzione perda la sua capacità d’autoregolazione. Non ci ammaliamo per caso ma sono le nostre abitudini che preparano il terreno favorevole alla manifestazione di una malattia. Come diceva Pasteur: il microbo non è niente, il terreno è tutto”. Salute… al maschile o femminile? Parlando di salute, spesso ci si dimentica che questo capitale appartiene a un corpo sessuato, quello di un uomo o di una donna, la cui dinamica non è proprio la stessa! Le correnti che alimentano un corpo femminile sono infatti impregnate di frequenze diverse da quelle maschili, legate a una secrezione ormonale e un’energia sessuale che scorre in organi particolari. L’utero ad esempio è un organo con funzioni ben diverse da quelle della prostata, così come la vagina, interna e concava, non ha la stessa dinamica del pene, esterno e convesso. Per questa ragione la Nutripuntura si serve di “nutri” specifici, capaci di sostenere l’equilibrio della sessualità e periodi difficili come l’adolescenza o la menopausa. Abbiamo tutti diritto alla salute ma il benessere è il risultato di un lavoro preventivo da svolgere quotidianamente: a tavola, innanzitutto, ma anche modulando il proprio comportamento e le proprie azioni. Ognuno di noi ha un corpo unico, un patrimonio prezioso, il cui potenziale va preservato con i mezzi migliori per proteggere la salute. Cristina Cuomo (cristinacuomo@hotmail.com), diplomata in “Nutrition et Diététique Humaine”, “Physiologie du Sport” all’Università di Medicina di Nizza e in “Presse et information Médicale” all’Università di Medicina di Parigi-Bobigny, svolge in Francia attività di ricerca sul ruolo del movimento sulla maturazione del sistema nervoso centrale e sull’equilibrio cellulare. Ricercatrice in Nutripuntura, ha realizzato questo articolo in collaborazione con i medici dell’Associazione AMINE (Associazione Medica Internazionale di Nutripuntura Europea). Per avere ulteriori informazioni sulla Nutripuntura e sui corsi di formazione visitate il sito www.amine.it o contattate direttamente la sede italiana di AMINE (Dr. Dell’Aglio) al tel. 080 55 63 637 .

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LA VIA DELLE PIANTE

I fiori di Bach come itinerari dell’anima Seconda parte di Lucia Lorenzi

Ciò che contraddistingue la polarità è che quando una parte vuole andare a destra, l’altra vuole andare a sinistra, come evidenzia Scleranthus. Questo fiore vive l’eterno conflitto della dualità e ben evidenzia l’aggrovigliarsi dell’anima che nasce dalla difficoltà di integrare i diversi aspetti che caratterizzano la vita. La scelta è il dramma di Scleranthus e si manifesta nel vissuto di un nulla vertiginoso che ti costringe a ritornare sempre alla posizione di partenza per evitare il senso di lacerazione interiore. La sua possibilità evolutiva è di riconoscere un centro di autoriferimento; di uscire dall’intelligenza del pensiero, per entrare nell’intelligenza del cuore, che permette di riconoscere e sostenere la priorità nella direzione. Di fatto, spesso, ci identifichiamo con quella parte della nostra personalità che definiremo socialmente accettabile e tendiamo a occultare l’altra che tende così a venire negata come accade in Agrimony e Crab Apple. In altre parole scegliamo la parte luminosa e neghiamo l’ombra o viceversa ci identifichiamo con l’ombra e perdiamo il contatto con il nostro potenziale luminoso. Agrimony, esprime la necessità di mantenere l’armonia ad ogni costo, occultando la rabbia e il dolore dietro una maschera di forzata allegria. L’ansia, la tensione nervosa e il bisogno di compensazione attraverso cibo o sostanze eccitanti, sarà il prezzo da pagare per chi “si rode dentro” pur di evitare l’esplosione dei conflitti. Il suo potenziale trasformativo, sta nella differenziazione dall’altro e nella possibilità di mantenere la componente solare pur manifestando i propri bisogni. Crab Apple, il grande purificatore, tende all’ordine e alla perfezione e percepisce qualunque “difetto” di natura fisica, psichica o spirituale, come parte estranea da eliminare. La sua possibilità evolutiva sta nella possibilità di integrare con amorevolezza l’imperfezione come unicità dell’essere. Dubbi, paure, sensi di colpa per citare solo alcuni stati d’animo, ci fanno

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l cammino verso l’armonia scaturisce da una tensione dinamica tra gli aspetti opposti presenti nella nostra personalità. A questo proposito troviamo un riferimento interessante nel mito dove scopriamo che Armonia è figlia di Venere e Marte cioè amore e guerra. La parola “Armonia” deriva dal greco e significa “connettere”. Questo ci fa supporre che l’armonia non sia un punto di partenza, ma un punto d’arrivo. Alla base di ogni dinamismo psichico troviamo infatti una tensione tra elementi opposti: autonomia e dipendenza, forza e vulnerabilità, ragione e intuizione, rigidità e flessibilità, intransigenza e trasgressione, mitezza e aggressività e così via. La difficoltà a coniugare queste istanze della personalità, porta l’individuo ad assestarsi su posizioni unilaterali, alla ricerca di una verità assoluta rassicurante che tende a negare qualunque opposizione. Le parti negate, dal canto loro, continueranno a manifestarsi come zona d’ombra. La relazione dialettica tra gli opposti può permettere di giungere a una sintesi . Per esprimere la propria personalità in maniera armonica dunque è necessario “connettere” in maniera equilibrata la nostra polarità maschile e femminile intesa simbolicamente come tendenza all’accoglienza o all’azione; in altri termini a ben coniugare i nostri impulsi amorevoli e aggressivi. Nella vita quotidiana la situazione diviene particolarmente difficile quando gli aspetti che vogliamo manifestare, sono contradditori, cioè quando le nostre polarità sono molto esasperate. Ciò può creare sofferenza e profonda lacerazione; d’altra parte la tensione creativa verso la ricerca di una nuova unità a partire da queste spinte interiori è, in ultima analisi, anche il presupposto della trasformazione evolutiva verso la libertà. 16


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perdere il contatto con noi stessi; pensiamo allora di inquietudine, un’ansia colma di presagio, in cui a Gentian, Aspen e Pine. Gentian introduce il la parte oscura interiore, si amplifica senza venir dubbio, lo scetticismo, la perdita di fiducia che riconosciuta e accettata con consapevolezza. La porta allo scoraggiamento. Di fronte a un intoppo possibilità evolutiva di Aspen sta nell’affidarsi al o a una sconfitta anche piccola, precipita nella vento del cambiamento nella serena accettazione visione pessimistica che conferma la delusione nei del proprio destino. L’ansia è il primo stadio delconfronti della vita e guarda con sarcasmo alla l’incontro con l’ombra, cioè con gli aspetti più possibilità di cambiamento. Il suo movimento evo- oscuri della nostra personalità che invece di ricolutivo sta nella possibilità di un passaggio del testi- noscere e trasformare, spesso tendiamo semplicemone dal pessimismo della ragione al cuore, nello mente ad occultare. Continuando a negare i sperimentare una volontà ottimistica, che conserva segnali spesso molto evidenti a una attenta osserla fiducia e mantiene la continuità anche nei vazione, l’ansia sparisce, ma le forze che dovrebmomenti difficili. bero essere incanalate verso la soluzione del proPine traduce la difficoltà ad affermare le proprie blema per l’impossibilità di trovare una direzione istanze più profonde e si manifesta nella rinuncia, in questo senso, o per l’assommarsi di altri problenell’abnegazione e mi , si dirigono contro spesso nell’espiazione. di noi come un booÈ sempre pronto merang. Così cominall’autocritica e soffre ciamo a sentirci standi non aver fatto abbachi o giù di morale, stanza. Il senso di poiché spesso la stancolpa è la sua naturale chezza è un segnale manifestazione che lo che ci informa dell’ porta a ritirarsi dal pro“inversione di polacesso di autoaffermarità” delle nostre forze, zione, poiché la colpa una sorta di zavorra trattiene, impedisce e prodotta dall’esubero crea alibi all’immobilidi energie stagnanti smo. Pine può uscire che non trovano una dalla trappola del direzione. Altre volte senso di colpa, solo lungo il cammino di C. Monet, “I papaveri”, Parigi Louvre. riconoscendo la ricerca giungiamo al responsabilità di cui deve farsi carico, che signifi- limite delle nostre risorse. Oak, Olive, Centaury ci ca accettare la possibilità di sbagliare e sostituire segnalano i nostri limiti. Oppure viene meno il l’amore compassionevole al giudizio e alla disap- nostro senso della fiducia e della speranza e provazione. Naturalmente, le parti che cerchiamo magari si altera il ritmo dei pensieri o del sonno. di negare prima o poi trovano il modo per espri- Siamo nel mondo di Elm, Gentian e Gorse. Se mersi e i modi possono essere molti. L’inquietudi- guardiamo al tema della stanchezza, incontriamo ne, l’ansia, l’insoddisfazione sono i primi segnali Oak, l’infaticabile sgobbone, che si accolla comdi queste parti negate che premono da qualche piti e responsabilità senza sentirne il peso finchè, parte per emergere: potremo individuare ancora giunto al limite, schianta producendo una crisi Agrimony e Aspen, per citare alcuni rimedi florea- depressiva o un’equivalente sul piano del crollo li legati a questi temi. Mentre Agrimony come fisico. Essendo un sostegno per tutti, Oak si abbiamo visto, sperimenta nell’ansia la necessità dimentica di sé, non riesce a fermarsi e perde la di incontrare le parti aggressive o melanconiche leggerezza. La sua possibilità evolutiva sta nel represse, Aspen testimonia quella paura inspiega- coniugare attività e passività, accoglienza e sostebile che ci afferra quando la vita incombe e ci gno, maschile e femminile per poter continuare ritroviamo di fronte al nostro destino. È una sorta ad essere davvero un grande punto di riferimento. 17


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Il crollo di Olive invece, risulta evidente quando ogni impegno, lieve o gravoso, diviene insostenibile poiché si è raggiunto il limite. L’abnegazione e il sacrificio eccessivo di sé hanno portato all’esaurimento totale delle forze. Olive deve imparare a dosare meglio le energie evitando di spremere fino all’ultima goccia, le proprie risorse psicofisiche. Centaury tende ad anticipare i bisogni degli altri e a sovraccaricarsi per incapacità di dire “no”. Questa costante sottovalutazione può portarlo a divenire “zerbino” in presenza di personalità autoritarie e ad accumulare stanchezza e rabbia amara per l’incapacità di salvaguardare i suoi diritti. Ciò che Centaury deve imparare per esprimere al meglio il suo innato potenziale di “servizio” agli altri, è di riconoscere il proprio valore e i propri limiti. Elm tenderà a collassare per eccesso di responsabilità, poiché non sa prendersi il giusto spazio del respiro e giunto al limite delle forze perderà la fiducia di poter realizzare il proprio compito nella vita. Sia che non riusciamo a trovare una direzione per i nostri intenti, sia che gli sforzi siano eccessivi o mal gestiti, possiamo cadere in un vissuto depressivo unito al timore di affrontare la vita, che ci possono portare, attraverso un ritiro progressivo, a evitare il confronto con il mondo. La paura che pervade entrambi questi movimenti dell’anima può trovare la sua espressione nei cosiddetti stati di panico, che testimoniano la condizione di smarrimento totale di fronte al proprio interiore “voglio-non voglio” e alla difficoltà di creare un centro direzionale dentro di sé: avremo così una sorta di confusione nel movimento di “attacco-fuga”, dove parti della personalità sembrano lottare per emergere in contrasto con altre parti tendenti a ritirarsi e a chiedere protezione. Questo tema è in relazione al simbolismo di Rock Rose, utilizzato da Bach per affrontare situazioni di emergenza caratterizzate da una paura paralizzante. È fiore dalla forte segnatura solare, legato alla possibilità di attingere alle risorse spirituali, trasformando il blocco in apertura. Quando perdiamo il contatto con la percezione della nostra profonda unità, quando tacciono gli Dei dentro di noi, cioè perdiamo il contatto con il nostro Io Superiore, allora parlano i sintomi e il corpo diviene palcoscenico del linguaggio della psiche.

Siamo con Sweet Chestnut nella fase della buia notte dell’anima. Qui si intrecciano morte e rinascita e, pur sapendo che in fondo al tunnel c’è la luce, si sperimenta l’esperienza della mancanza di una via d’uscita. Indietro non si può tornare e si ignora la lunghezza del percorso nel buio. È il momento della “capriola trasformativa” carica di angoscia, solitudine e desolazione. Poi, oltre il buio, la luce. Se il terapeuta ha percorso il proprio cammino di conoscenza interiore, imparando a riconoscere in sé la manifestazione di questi processi, potrà aiutare la persona che si trova in difficoltà a riconoscere le forze in gioco, il movimento archetipico che chiede di manifestarsi, i simboli attraverso cui si esprime, permettendole di individuare le interferenze che impediscono l’espressione della vocazione individuale. In questo senso la malattia può essere letta come una possibilità di cambiamento, un punto di partenza che segnala attraverso i sintomi che abbiamo smarrito la strada di casa. Walnut e Wild Oat, a seconda delle situazioni, potranno sostenere questo cammino. Mentre Wild Oat può aiutare l’anima disorientata a riconoscere la propria direzione, Walnut ci accompagna nel cambiamento, permettendoci di cogliere le leggi che reggono le svolte della nostra vita. E così, quando la foresta si fa buia e intricata e ci sembra di aver perso la strada di casa, potremo chiederci: “Da dove vengo? Dove sto andando? Qual’è l’errore che in questa situazione mi impedisce di evolvere?” e pian piano riconoscere quali sono le “parti dimenticate” e, in che modo, attraverso il disagio, cercano di manifestarsi. Ogniqualvolta ci si ritrova a ripercorrere questi sentieri dell’anima, si prova una profonda gratitudine per il dott. Bach, per il suo meraviglioso viaggio e per la grazia armoniosa dei fiori la cui conoscenza ci ha permesso di fare un po’ di luce sul nostro cammino.

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LA VIA INTERIORE

La creatività, ispirazione dell’intelligenza universale di Walter Sebastiani

voltura e semplicità, si immergono in profondità e istante dopo istante diventano un tutt’uno con ciò che stanno facendo. Tutti i bambini portano in sé il dono della creatività poiché razionalità e logica non si sono ancora imposte come valenze dominanti, perciò la loro mente è ancora libera, non rinchiusa cioè in strutture e schemi vincolanti. Essi SONO, semplicemente – e come tali sono aperti nei confronti di tutto ciò che incontrano senz’ombra di pregiudizio. Soltanto in seguito al processo di socializzazione essi perdono contatto con la loro sorgente creativa e con essa la capacità di pensare per immagini e di agire intuitivamente. Ciò li allontana dalla varietà e ricchezza delle esperienze psicofisiche portandoli nella dimensione del “sapere a tutti i costi”, dove ogni verità va accettata per assunto senza possibilità di confronto con l’esperienza personale, unica e basilare portatrice di conoscenza. Ciò non significa ovviamente che il sapere debba necessariamente scaturire dalla nostra natura fisica, ma bensì che questa non può essere disgiunta da quella psichica senza evitare che la mente elabori in senso speculativo e si rifugi nei circoli viziosi delle illusioni. “Mens sana in corpore sano” sostenevano i latini, il rapporto mente-corpo è quindi indissolubile, così come lo è l’idea con l’esperienza fisica. Ma se l’idea non è trasportata nel mondo fisico essa perde di valore poiché non genera alcuna innovazione, non potrà esservi cioè nessun cambiamento al di là del tentativo di migliorare ciò che già esiste. Ciononostante, per ripulire la mente dai suoi schemi mentali non è strettamente necessario ripartire dall’esperienza fisica, non siamo obbli-

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a creatività nasce da una dimensione superiore, da una sorgente originaria da sempre connaturata all’uomo, dalla quale scaturisce e scorre senza fine. Per tuffarci in questa dimensione dobbiamo solamente essere disposti ad abbandonarci, restare in silenzio ed aprirci. L’impronta socioculturale del nostro tempo ha tuttavia fortemente assecondato la componente razionale al punto da motivarne il sopravvento sulla componente istintiva ed intuitiva. Questo squilibrio evolutivo ha contribuito a generare disarmonia ed un progresso tecnologico spesso in disaccordo con l’ambiente e le reali necessità dell’uomo; esso infatti si è venuto a trovare sempre più discosto dalla sua condizione naturale e dalla vera qualità di vita, finendo per vacillare in una realtà in cui mancanza di ispirazione ed estro creativo hanno causato la crisi di orientamento di quest’epoca. Il pensiero creativo può dunque rifiorire soltanto se gli emisferi cerebrali – quello sinistro, razionale analitico e quello destro, immaginifico intuitivo – ritornano a lavorare in sincronia, ma questa condizione, che in via di principio persegue una legge cosmica basata su canoni di perfezione, ordine ed armonia, si realizza di norma secondo una progressione molto lenta e discontinua.

Dimensioni infantili Durante la prima infanzia i bimbi si nutrono ancora spontaneamente da questa sorgente originaria. Essi vivono la propria realtà con disin20



LA VIA INTERIORE

gati cioè a rimettere le mani sul fuoco per capire che scotta, poiché esistono delle tecniche in grado di ricondurci su un piano di apprendimento intermedio tra la realtà fisica e quella psichica. Questa realtà viene definita piano onirico e costituisce non casualmente un ponte di collegamento tra conscio ed inconscio, tra realtà (o verità) consapevole e realtà inconsapevole. Le persone che riescono ancora ad accedere in modo giocoso a questa dimensione sono effettivamente in grado di attingere da essa, nonostante ciò avvenga in modo inconsapevole cioè non cosciente. Guidati dalla giusta tecnica, invece, questo tipo di apertura può realizzarsi anche in stato di assoluta veglia – su questo livello di coscienza – ripristinando così la capacità di ricevere nuove informazioni secondo un concetto di apprendimento utile e condivisibile nel quotidiano.

sogni notturni, ma anche quelli che si fanno ad occhi aperti o i lampi di genio, siano veicolo e ispirazione per idee originali e utili come la realizzazione di quadri, brani musicali, rappresentazioni plastiche, ma anche per invenzioni o eventi riferiti alla gestione della vita quotidiana. Presupposto fondamentale per l’attivazione dell’intuito e quindi della creatività, è lo sganciarsi dal pensiero rinchiuso negli schemi mentali e dal modello comportamentale “azione-reazione”, tipici della nostra tradizione e cultura. Solamente il giovane di spirito riesce a liberarsi dai condizionamenti, poiché disposto a liberarsi da modelli di pensiero e dogmi inibitori per trovare la via di accesso all’intelligenza universale.

La gioia di creare Assumersi la responsabilità di creare, ascoltare e seguire la propria intuizione, integrare nel quotidiano messaggi e segnali che giornalmente ci raggiungono assegnando loro la giusta importanza ed espressività: tutto ciò costituisce la chiave per accedere liberamente alla nostra sorgente creativa. Naturalmente non ci si deve limitare a restare sul piano della creatività mentale, dobbiamo anche metterla in pratica e attraverso l’azione concreta portarla nella realtà fisica. Solo in questo modo infatti essa assume la giusta rilevanza, creando nel contempo la risonanza necessaria per mantenerci aperti a quella dimensione. La creatività richiede anche coraggio: coraggio di esporsi e di mostrare le proprie conquiste e la propria gioia. La ricompensa si manifesta in una migliorata qualità di vita che, ad opinione di chi sta scrivendo, è l’unico vero indice di sana creatività.

Dimensione onirica Questa dimensione è collegata ai sogni nei quali viviamo esperienze spesso così pregnanti e coinvolgenti da sembrarci reali. Le nostre esperienze oniriche generano da un livello profondo in cui i processi mentali razionali non hanno più alcuna influenza e si definiscono perciò pure in quanto capaci di insinuarsi profondamente nella nostra anima per nutrire il nostro sapere, la nostra creatività e la nostra visione del mondo. Persone particolarmente creative come gli artisti e gli inventori, vedono, sentono e percepiscono a un livello molto più profondo; sono un po’come i bambini, in cui l’accesso a questo piano superiore è ancora aperto e… su questa dimensione, la creatività costituisce la regola non l’eccezione! Quante volte accade che proprio i 22



LA VIA INTERIORE

Ridere e giocare di Jacopo Fo

giocare e ridere i neonati abbandonati. Burattinai, attori e animatori sono entrati nei reparti ospedalieri. Di recente anche in Italia, nel reparto pediatrico dell’ospedale di Padova, si è iniziato a sperimentare la presenza di cuccioli: gli animali hanno un incredibile capacità di indurre al gioco e al riso. Gli effetti positivi di queste medicine a quattro zampe, del resto, non sono una novità. Ad esempio la notevole efficacia dell’ippoterapia nella cura dell’handicap e dei disturbi mentali è stata verificata da decenni di pratica medica. Ma ridere è importante soprattutto perché provoca un particolare stato di coscienza che è di per sé estremamente positivo. Non posso scoppiare a ridere se il mio umore non è disponibile a ciò. Quando guardiamo un comico, e sappiamo che ci farà ridere, entriamo in uno stato emotivo di attesa felice e giocosa. Se non entriamo in questo stato, ridere ci è impossibile. E ogni risata ci induce a calarci sempre più in questo atteggiamento aperto e leggero. In un crescendo di spensieratezza che ci fa arrivare, nei casi migliori, al famoso “fou rire” (riso folle). Durante questa crisi di riso inarrestabile che si autoalimenta, trascendiamo la realtà e arriviamo magicamente a vedere il mondo come una complicatissima, esilarante, barzelletta cosmica. Tutto diventa ragione di burla e di sganasciamento. E ridiamo fino al pianto, fino a sentire i dolori di pancia, i crampi che, finalmente, esaurite le forze, fermano la risata (ah, quant’è bello ridere!). Queste crisi di riso non sono solo fisicamente benefiche. Hanno anche l’effetto di rilassare la mente, sdrammatizzare i pensieri, rendere inconsistenti le paure. Insomma liberano il cervello dalle scorie dei pensieri negativi, lo ripuliscono, lo riordinano. Ridere, è un’esperienza culturale, filosofica. Ti fa cambiare idea sul mondo. E poi quando riusciamo a ridere di qualche cosa che ci fa paura o che ci ha addolorato, siamo già avanti nel processo di cicatrizzazione delle ferite psicologiche che la vita ci lascia. Ridere è un cicatrizzante per l’anima. Vedendo le cose dal punto di vista della risata, scopriamo gli errori della nostra mente. Quando

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i tutti i fattori emotivi che possono contribuire a creare un buono stato di salute, la risata è di certo il più potente. Innanzi tutto è una buona ginnastica. Mentre per piangere impegniamo meno di 20 muscoli, per ridere ne usiamo più di sessanta. Ridere provoca una sollecitazione meccanica della zona delle tempie e ha un’azione galvanizzante sulle funzioni del cervello e di alcune ghiandole. Mobilita il diaframma, tonifica gli intestini, ossigena i polmoni. Provoca l’aumento del ritmo di sintesi delle encefaline, che sono dei mediatori del sistema nervoso centrale. Aziona la secrezione di endorfine e altre sostanze che, oltre a dare una sensazione di benessere, rendono vispe le funzioni cellulari e ringalluzziscono il sistema immunitario (le difese del corpo contro infezioni, virus e altri attacchi esterni). La funzione positiva del ridere sul metabolismo è stata verificata anche osservando che i neonati che ridono molto crescono di più e sono più sani. Si è verificato che il ridere ha un effetto positivo persino sui tumori e le leucemie. Ho letto che fu un giornalista americano, Norman Cousins, a fare la scoperta. Gli avevano diagnosticato una terribile malattia, la spondilo artrite anchilosante. Egli decise di curarsi dedicandosi al ridere e assistendo intensivamente a spettacoli comici, clownistici e cabarettistici, a leggere libri di barzellette, a guardare film esilaranti e a cercare il lato ridicolo in ogni cosa. Dopo sei mesi scoprì d’essere guarito. Fu lui l’inventore della comicoterapia. Da anni ormai in alcuni ospedali americani e francesi si usano le videocassette comiche e i clown come medicine per i malati terminali. A volte il ridere non funziona ma almeno le persone muoiono allegre. Si è anche usato molto il gioco, il contatto emotivo e il ridere con i bambini ricoverati negli ospedali, ottenendo risultati incoraggianti. Ci si è accorti infatti, che l’atmosfera opprimente dei luoghi di cura è un elemento che non facilita certo la guarigione dei piccoli. Persone allegre sono state mandate a far 24


siamo presi da un’ondata di seriosità, ci sentiamo importanti, tronfi, sicuri di noi. Facciamo le cazzate più spaventose e ci cacciamo nei guai. Se sottoponiamo ogni volta al setaccio del ridere i nostri progetti, le nostre ambizioni, le nostre idee, allora avremo uno strumento di valutazione eccezionale. Carlos Castaneda diceva che devo aver paura in tre casi: • Quando sono sicuro di me. • Quando sono sicuro che sono gli altri a sbagliare. • Quando sto facendo una cosa nella quale non c’è niente da ridere. Se rido cambia il mio modo di vedere il mondo, i potenti non sono poi così potenti e gli aggressivi spesso si fanno male da soli. E la morte, sebbene così ineluttabile, non è poi quel grave danno che sembra. In fondo che importa di morire? L’importante è vivere, ridere e far ridere. Nell’immensità di miliardi di miliardi di anni, per un attimo, siamo giunti qui, sul palcoscenico degli eventi. Abbiamo pochi minuti per viverci il nostro show. Che fai? Te ne stai nell’angolo a rimuginare perché prima o poi finirà? Ma vogliamo scherzare? Fare un gran baccano è molto, molto meglio! Ma non è ancora finita. Ridere è uno strumento per ottenere risultati positivi. Ridere spegne il cervello razionale, lo travolge annullando i suoi vincoli emotivi e liberando tutte le energie che abitualmente si consumano pensando. Energie che, mentre ridete, il corpo sfrutta per rigenerarsi. E in quegli attimi privi di autocontrollo razionale, abbiamo una percezione più aperta del nostro essere parte del mondo. Per questo molti Maestri considerano il ridere un atto sacro di empatia con il creato. Il vizio principale, nella mentalità settaria e burocratica di certi religiosi, consiste nella seriosità e nella mancanza di senso dell’umorismo, e quindi dell’elevazione spirituale che l’ilarità comporta. Essi temono lo sganasciarsi perché può mettere in crisi il potere che li sostiene e che è improntato sulla paura e sulla superstizione. L’umorismo per loro è una capacità misteriosa, un terreno sconosciuto e infido. Per questo non vogliono che si rida nei templi. Temono che si rida di loro. Al contrario i veri Maestri hanno riso innanzi tutto di se stessi. Hanno sempre visto il ridere come un gesto sacro. Il primo miracolo di Gesù Cristo fu di trasformare l’acqua in vino perché la gente ballasse e ridesse! Se ci voleva tristi avrebbe distribuito a tutti un bel bicchierozzo di bromuro…


GLI INCONTRI

La terapia cranio-sacrale Q

uesta terapia può essere applicata a molti livelli funzionali, infatti data la sua natura non invasiva, trova applicazione sia come metodo riabilitativo e terapeutico da parte dei medici, sia nell’uso olistico come tecnica del benessere successiva alla diagnosi medica. È un’evoluzione dell’Osteopatia cranica ed agisce principalmente sul meccanismo auto-correttivo del corpo, attraverso il sistema cranio-sacrale: ossa del cranio, colonna vertebrale, osso sacro, sistema delle meningi, sistema temporo-mandibolare, sistema centrale nervoso, midollo spinale, fluido cerebro-spinale. Il Sistema Cranio Sacrale (SCS) è un sistema fisiologico funzionale. Esiste infatti uno stretto legame tra il SCS, il Sistema Nervoso Centrale (SNC), il Sistema Nervoso Autonomo (SNA), il sistema muscoloscheletrico, quello endocrino ed il sistema fasciale di tutto il corpo, ed è formato dalle ossa del cranio, le meningi che avvolgono il cervello e il midollo spinale, il liquido cerebro-spinale, le prime vertebre cervicali, l’osso sacro e il coccige. Il liquido cerebro-spinale ha un ritmo che permette di monitorare le funzioni del SCS, avendo una sua definita frequenza, ampiezza, simmetria e qualità che possono essere valutati con la palpazione. La terapia cranio-sacrale si prende cura del dolore ricercandone la causa e ottimizzando le funzioni di tutti i vari sistemi dell’organismo.

degli operatori (terapisti, medici, personale sanitario, ecc.), sia in Italia che all’estero. Di notevole importanza, ad esempio, il corso che si svolgerà nella sede di Trieste dal 5 all’8 ottobre 2005, ovvero il primo livello di CranioSacral Therapy (CST1).

L’Accademia Cranio-Sacrale L’Accademia opera su tutto il territorio nazionale, collaborando con enti ed aziende pubbliche e private, quali centri benessere, cliniche, associazioni sportive, cliniche veterinarie, gabinetti dentistici, associazioni per famigliari di pazienti lungodegenti, ospedali, scuole pubbliche e private. I corsi dell’Accademia partecipano all’accreditamento ECM (Educazione Continua in Medicina) a cura del Ministero della Salute. Presso l’Accademia, oltre allo staff di docenti, si è formato un nucleo di terapisti e operatori del benessere abilitati nella Tecnica Cranio-Sacrale, che propongono incontri divulgativi attraverso conferenze e corsi introduttivi di un giorno. Fanno capo all’Accademia anche professionisti (medici specializzati o esperti in varie discipline sportive o del benessere) che portano l’applicazione della Cranio-Sacral Therapy alle loro specifiche categorie d’appartenenza: attraverso di loro l’Accademia può così creare corsi dettagliati per soddisfare, dove è possibile, il fabbisogno di utenze particolari. Diego Maggio (D.O. CST-D.) è il Presidente dell’Accademia. È inoltre docente internazionale di Tecnica Cranio-Sacrale. Allievo diretto del dott. John Upledger, è il massimo esponente in Italia per l’insegnamento della Cranio-Sacral Therapy ed è abilitato per la formazione di operatori e docenti. Presso la sede di Trieste esegue, dietro appuntamento, trattamenti osteopatici, CranioSacrali e Somato-Emozionali ad adulti, bambini e donne in gravidanza.

La diffusione del metodo Upledger L’Istituto Upledger America, con il suo fondatore John Upledger (anche presidente onorario dell’Accademia), monitorizza ed approva il lavoro che si svolge in Italia e nel mondo e tutto ciò che concerne l’applicazione del metodo Upledger attraverso i suoi organi ufficiali. In Italia l’Accademia si prende cura di insegnare la metodica attraverso stages progressivi, in concomitanza con applicazioni pratiche supervisionate (es.: Tirocinio Clinico, Trattamento Intensivo e Applicazioni Cliniche), organizzando corsi di Tecnica Cranio-Sacrale e proponendo nuovi corsi evolutivi di varia natura e livello, per lo sviluppo della Tecnica e per la formazione

Un programma flessibile Suddiviso in cinque fasi principali, il programma si articola in una serie di corsi intensivi di 4/5 26


GLI INCONTRI

giorni. È possibile passare da un livello al successivo assecondando il proprio ritmo di apprendimento. L’unica condizione è che trascorra un arco di tempo ragionevole tra un corso e l’altro (solitamente almeno 3 mesi) per poter assorbire e applicare il lavoro pratico, sviluppare ulteriormente le proprie capacità di ascolto attraverso il tocco (palpazione), rivedere gli appunti del corso e leggere i testi consigliati. Ad ogni corso, viene fornita una guida di studio completa dei materiali con ampio spazio per i propri appunti. I libri di testo del dott. Upledger offrono un contesto anatomico, psicologico e di ricerca dettagliato per i corsi e descrivono ciascuna tecnica. Oltre ai corsi e ai testi, il terzo elemento è la pratica. L’Accademia si adopera al meglio per sostenere e incoraggiare lo sviluppo dei partecipanti ad ogni livello, non solo attraverso una rete messa a loro disposizione ma anche offrendo opportunità di lavoro con i vari seminari correlati come: il Tirocinio Clinico, il Trattamento Intensivo e le Applicazioni Cliniche, seguiti e supervisionati da Diego Maggio, in qualità di docente e presidente dell’Accademia Cranio-Sacrale.

Un apprendimento basato sull’esperienza I corsi sono essenzialmente esperienze. Le dimostrazioni e gli esercizi pratici sono supportati da chiare letture illustrate che migliorano il lavoro pratico aiutando a spiegare ciò che viene percepi-

to e ottenuto, oltreché collegando gli elementi dell’esperienza alle loro indicazioni funzionali e sintomatiche. Tutti gli aspetti del programma di ogni corso vengono riuniti in una forma che possa essere immediatamente integrata nella pratica quotidiana. Coloro che desiderino approfondire ulteriormente gli aspetti tecnici, potranno consultare libri di testo e pubblicazioni sulle ricerche condotte. Va tuttavia sottolineato che lo scopo dei corsi è quello di incoraggiare e sostenere il meccanismo auto-correttivo in un approccio oggettivo e umanamente vicino al paziente. Per rendere più gradevole l’esperienza del corso, l’Accademia sceglie strutture confortevoli, piacevoli e ben attrezzate. Ai partecipanti che preferiscano alloggiare sul posto, sono offerte tutte le informazioni necessarie: le sedi dei nostri corsi sono scelte in zone in cui sono disponibili sistemazioni alternative a prezzi contenuti entro una distanza ragionevole. L’Accademia, come sede principale, è situata in una delle zone più prestigiose di Trieste ed è stata ristrutturata in modo da offrire un’ambientazione gradevole e confortevole per il lavoro degli studenti. Una volta completato un corso, ogni studente riceve un Attestato di Partecipazione che lo aiuterà a creare una rete locale o partecipare ad una rete esistente per scambiare informazioni o sviluppare ulteriormente le proprie competenze. Il presidente e gli insegnanti dell’Accademia sono disponibili, telefonicamente o a mezzo posta, qualora sia necessaria una consulenza per singoli casi o argomenti specifici.


I LUOGHI

I Luoghi della Bioguida: percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito FRIULI VENEZIA-GIULIA

L’ARNIA

TRIESTE ACTIS

Associazione Culturale Teatro Immagine Suono Via Corti 3/A, Trieste Tel. 040/3480225 actis1@libero.it L’ACTIS è presente nel mondo della ricerca artistica dal teatro alla danza e nella ricerca del benessere, sia nella formazione che nelle manifestazioni. ACCADEMIA CRANIO-SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040/3476191. ACCADEMIA CENTAUREA Associazione Italiana Ricerca Rimedia Floreali www.centaurea.it

Libera Associazione per la Ricerca in Naturopatia, Igienismo e Autoterapie Piazza Goldoni 5, Trieste. Tel./fax: 040/660805 larniats@libero.it

Ass. Culturale DELFINO BLU Via Geppa 2, Trieste. Tel. 349 2840064, delfinoblutrieste@libero.it http://fit.supereva.it/delfinoblutrieste/index.html Ass. Cult. Infinita Essenza Dell’Amore Via Mazzini 30, Trieste. Cell. 347/1404116 (Ylenia Harrison) Cell. 328/2160210 (Paola Bernetti) www.infinitaessenzadellamore.it


I LUOGHI

Istituto BERI KRI Corso Italia 7, Trieste. Tel. 348.0967359 info@berikri.org www.berikri.org ISTITUTO GESTALT TRIESTE Scuola di specializzazione in psicoterapia della Gestalt con D.M. del 25/03/04. Via Marconi 14, Trieste. Tel. 040/369777. gestalts@tin.it - www.gestalttrieste.it

I dati raccolti sono stati individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art.13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore.

QING FENG WUSHU Scuola di Arti Marziali Cinesi Tel. 347/6475956 qingfengwushu@libero.it

Centro Buddista Tibetano Sakya Via Marconi 34, Trieste. Tel. 040/571048. Centro Studi e Ricerche Olistiche Via Palestrina 8, Trieste. Tel. 040/382045. ESPANDE Trieste Trieste: 040/575648 - 380/7385996. Udine: 0432/44772 - 348/7404470. www.espande.it Il Giardino - Shiatsu Via Torbandena 1, Trieste. Tel. 040 366568 www.shiatsuilgiardino.it

Maria Perlangeli Operatrice in Tecniche Bioenergetiche: Attivazione della Sensibilità Psichica Attivazione dei Talenti Artistici Colin (comunicazione con gli esseri di luce) I Tiranni (sciogliere le catene dentro di noi) Izanami: Tel. 040/660898

REIKI.. LA VIA DEL CUORE Via Marconi 14, Trieste. Tel. 040/660991. Ass. Reiki Amore Universale c/o Marco Gallone Via Gorizia 18, Trieste (zona Gretta) Cell. 333/4502314 (Marco), marco.master81@libero.it


I LUOGHI

Associazione Internazionale SWAMATEH Nuova sede a Trieste: meditazioni ogni giorno, dal lunedì al venerdì, mattina e pomeriggio. Sala attrezzata per seminari con cucina a disposizione. Tel. 040/350114, 333/7229821, www.swamateh.org YOGA INTEGRALE e IL DRAGO D’ORO Via S. Maurizio 9/F, Trieste. Tel/Fax 040/365558, cell. 320/0975010, www.transetaoista.it Zeleni Center Vrpholje (Kozina), Slovenia. Tel. 339/7248645, zelenicenter@hotmail.com REIKI COME MEDITAZIONE Il Reiki tradizionale di Mikao Usui utilizzato come percorso meditativo di evoluzione e crescita spirituale. Seminari, attivazioni individuali, trattamenti personalizzati. Per aggiornamenti sulle date dei seminari e maggiori informazioni: 040/639289, 338/8852117, reikicm@libero.it

GORIZIA ALABATH Via Duca D’Aosta 45, Monfalcone (GO). Tel. 0481/43164.

ALETHEIA Via S. Giacomo 34, Monfalcone (GO). Tel. 333/2858588. CALICANTO DUEMILA Via Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 0481/475545. ISENRO’ Ist. Sup. Europeo di Naturopatia e Reflessologia Olistica Via Duca D’Aosta 50, Gorizia. Tel. 0481/536232, isenro@email.it OM SHANTI Via dei Grabizio 7, Gorizia. Tel. 0481/21138, cell. 347/7195065, omshantih@libero.it

SoleLuna - Scuola di Shiatsu Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 339/8435858, info@riyue.it


I LUOGHI

UDINE Associazione L’ALBA Scuola di Shiatsu, Cranio-Sacrale e Yoga Via J. Augusta Bueriis, Magnano in Riv. (UD). Tel. 340/1456671, www.associazionealba.it info@associazionealba.it Animali di Città Via Ampezzo 33, Udine. Tel 0432/486004, adcudine@tin.it La Bioteca Via Villa Glori 41, Udine. Tel. 0432/231143. IL CENTRO DEL CUORE Associazione di promozione sociale Via Leonacco 19, Udine Tel. 0432/482215, 347/2526281 info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it IL CENTRO DI INTEGRAZIONE Via del Carbone 1, Udine. Tel.0432/21023.

OIPA - Org. Int. Protez. Animali (Laura Pontini) Via Ellero 5/9D, S. Maria La Longa (UD). Tel. 349/2886751, 0432/995452, info@lamentorumeno.com GRUPPO RICERCA METODO FELDENKRAIS Viale Venezia 12, Udine. Tel. 328/9580419 (Monia), Tel. 0432/854454-347/8188431 (Angela). Istituto Pranic Healing Italia c/o Healing Center Via Colloredo 148, Pasian di Prato (UD). Tel. 320/2749952.

JONATHAN PROJECT Via Canada 8, Udine. Tel. 0432/523386. www.jonathanproject.it info@jonathanproject.it


I LUOGHI

PORDENONE

CENTRO “IL DELFINO” Via Pasubio 54, Tarcento (UD). Informazioni: 3478953288, info@il-delfino.it www.il-delfino.it Si organizzano Corsi di Preparazione al parto e in coppia, Massaggio al bambino e postparto, percorsi di Arteterapia per bambini e adulti, Corso di Ayurveda e massaggi ayurvedici a 2 e 4 mani, terapie individuali rivolte al Naturale, oltre ad altre attività.

Associazione L’AURORA Via Piave 17, Versiola di Sesto al Reghena (PN). Tel. 0434/688591, 329/9793351. BIOEDILIZIAITALIA Coordinatore tecnico dott. Gianluigi Pirrera Segreteria organizzativa corsi: Tel/fax 0434/958100, 347/7607171, corsi@bioediliziaitalia.org www.bioediliziaitalia.org Associazione MIRA Corsi e seminari yoga, attività di sostegno umanitario. Pordenone Via della Ferriera 22. Tel. 347/9455220, associazionemira@libero.it

RAKESH OMC Via Costantini 8, Tricesimo. Tel. 0432/854031, rakesh.omc@libero.it

Ass. “IL SOFFIO” Scuola di Shiatsu Via Rotate 10, Pordenone. Tel. 347/5102713, 338/9075470.

RICERCHE DI VITA Borgo Tramontins 4, Faedis (UD) Tel. 0432/728071, www.ricerchedivita.it ricerchedivita@hotmail.com Centro Shiatsu-Do Via G. da Udine 26, S. Giorgio di Nogaro (UD). Tel. 0431/621585, 335/6033463.

CENTRO STUDI SYN per l’Educazione Biocentrica Via Francesco Baracca, 12/4 S. Vito al Tagliamento (PN) Tel. 0434/833019 assocsyn@tin.it

SPAZIO ARMONICO Viale Tricesimo 172, Udine. Tel. 0432/470163, spazioarmonico@libero.it

ISTITUTO GESTALT Piazza Risorgimento 1, Pordenone. Tel. 0434/241798, www.istitutogestalt.it info@istitutogestalt.it

Tecniche Arti Orientali (associata al C.R.T. Italia) Via Biella 92, Udine. Tel. 0432/478149 (Mario Antoldi), www.t-a-o.it info@t-a-o.it

Osho Pratyahar M.C. Via Casarsa 9, Arzene (PN). Tel. 0434/89714, 340/2840698. Ass. Cult. Risveglio Felice Pordenone. Tel. 338/1099227 (Valeria), 347/2721261 (Adriano).

YOGA CLUB LIBERTAS Udine, Palazzolo dello Stella (UD) e Rivignano (UD). Tel. 0432/547594.

Ass. TERRAUOMOCIELO Chi Kung e Ginnastiche per la salute Tel. 0434/20389 (Laura Guerra), www.terrauomocielo.it info@terrauomocielo.it 32


I LUOGHI

VENETO

Scuola di Shiatsu Tradizionale Via M. Sirottolo 16/18, Padova. Tel. 049/8685965.

PADOVA CENTRO STUDI SYN per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049/8979333, assocsyn@tin.it CENTRO YOGA SHAKTI Via Trieste 26, Padova. Tel. 049/8753903. Laboratorio di Yoga e Cultura Via Rogati 54, Padova. Tel. 049/657863. Ass. Cult. LiberaMente Via Eustocchio 2/A, Padova. Tel. 049/8808777. MAHAMUDRA Istituto di ricerca per lo sviluppo dello spirito Padova - Tel. 348/7621710 segreteria@mahamudra-pd.org info@mahamudra-pd.org www.mahamudra-pd.org. Palestra Accademia Wado Ryu Italia Via Savonarola 80, Padova. Tel. 049/8719796. SEPY&A Educazione Prenatale Yoga e Ayurveda Via Eraclea 12, Padova. Tel. 049/684187.

TREVISO Centro Culturale Estrada Via Brigata Marche 24, Treviso. Centro Espande Treviso Via E. Mattei 2, Dosson di Casier (TV) Tel. 0422/490523. Centro Lama Tzong Khapa Via General Pennella 12, Treviso. Tel. 349/3270081, 0422/444711. Istituto Olistico V.le della Vittoria 307, Vittorio Veneto (TV). Tel 0438/941457, info@istitutolistico.it OSHO MEDITATION CENTER Via Cavour 7/A, Ponzano Veneto (TV). Tel. 0422/968485, info@oshotreviso.com www.oshotreviso.com La Sorgente Via Risorgimento 34, Treviso. Tel. 0422/412844. SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borgo del Grappa (TV). Tel. e Fax 0423/910304, 349/8834096. www.kinesiologiaviva.it - info@kinesiologiaviva.it


I LUOGHI

VENEZIA

CENTRO STUDI SYN per l’Educazione Biocentrica Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444/922682, assocsyn@tin.it

Accademia di Aikido Via G. Rizzardi 85, Venezia. Ass. Island of Future Yoga Torcello 6, Venezia. Tel. 041/735080.

Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Via S. Massimiliano Kolbe 17, Thiene (VI). Tel. 0445/386017, 0445/386027.

Centro per lo Studio delle Bioenergie San Polo 1056, Venezia. Tel. 349/283 7638, 347/5386600.

Istituto Yoga Contrà S. Faustino 21, Vicenza. Tel. 0444/542642.

Circ. Cult. Diffusione Reiki Via G. Felisati 69, Venezia. Tel. 041/974459

Zen D’Occidente - Centro di Vicenza Via De Amicis 11, Vicenza. Tel. 0444/569784, 347/4844925.

Centro Ricerche Tai Chi Italia Campo del Grappa 10, Venezia.

TRENTINO ALTO-ADIGE

Centro Yoga Dharma Via Genova 16, Venezia. Tel. 041/5311954.

Centro Cult. Oasi di Shiatsu Via Celepina 75, Trento. Tel. 046/1982781.

VERONA Centro Te Hara Via Bonporti 17, Rovereto (TN) Tel. 0464/556772.

Ass. Cult. Yoga & Ben-Essere Via Stella 9, Verona. Tel. 045/8039107. Centro Ming Men Corte Convento 28, Verona. Tel. 045/8921109.

CREATIVPOWER Walter Sebastiani Frazione Albes 50, Bressanone (BZ) Tel. 0472/851163, info@creativpower.bz.it www.creativpower.bz.it

Centro Studi e Meditazione Buddista Karma Tegsum Tasci Ling Contrada Morago 6, Mizzole (VR). Tel. 045/988164.

Helianthus Via Trieste 12, Levico Terme (TN). Tel. 0461/706677.

Yoga Rebirthing Il Mosaico Via Zeila 4/D-E, Verona. Tel. 045/972652.

Scuola di Iridologia e Naturopatia LUIGI COSTACURTA dell’Accademia Nazionale di Scienze Igienistiche Naturali “G.Galilei” Largo Nazario Sauro 11, Trento. Tel/Fax: 0461/985102, accademia.gal@iol.it www.scuolairidologiacostacurta.com

VICENZA Area Yoga Via D. Manin 23, Schio (VI). Tel. 0445/512020. Circolo Yoga e Benessere Viale del Progresso 25 Cavazzale, Monticello Conte Otto (VI). Tel. 0444/945266.

Shiatsu Recherche Via Della Roggia 17, Bolzano. Tel. 0471/974727. 34


I LUOGHI

LOMBARDIA

Centro Studi “Samael Aun Weor” Gnosis, il cammino spirituale e il percorso dei Grandi Maestri. Corsi gratuiti a MI, TO, BG, BO, GE. Via Aprica 24, Milano. Tel. 340/3215525 (Marina Russino)

MILANO Accademia Italiana Shiatsu Do Sede Nazionale: Via Settembrini 52, Milano. Tel. 02/29404011.

Centro Yoga Bhadra Via G. Bruno 11, Milano. Tel. 02/347939.

ACCADEMIA DI KINESIOLOGIA Via Plinio 1, Milano. Tel. 02/96720346 info@accademiadikinesiologia.it www.accademiadikinesiologia.it

Centro cult. Yoga Maya Via Jacopo Palma 5, Milano. Tel. 02/48704202.

Ananda Lombardia Via Parravicini 16 (MM centrale), Milano. Tel. 348/2616102.

Centro Yoga Raggio di Sole Via E. Morosini 16, Milano. Tel. 02/55016558. Centro Yoga Sadhana Via Toscana 11, Monza. Tel. 039/2003516.

Ananda Ashram Via Prandina 25, Milano. Tel. 02/2590972.

Centro Yoga Satyam Via Don L. Milani 6, Desio (MI). Tel. 0362/303898.

Associazione Essere Pace (Maestro Ven. Thich Nhat Hanh) Via Tertulliano 30, Milano. info@esserepace.org

Centro Yoga Satyam Via S. Francesco 10, Seregno (MI). Tel. 0362/328113.

Ass. Nazionale Insegnanti Yoga Alzaia Naviglio Grande 12, Milano. Tel. 02/8361288.

Centro Yoga Satyananda Via G. B. Pergolesi 9, Milano. Tel. 02/6693896 .

Bem Vivir Via dei Tigli 2, Arese (MI). Tel. 02/93580260.

Hara Yoga Dojo Sheegana Via Savona10, Milano. Tel.02/89422500 - info@harayoga.it

Centro Italiano Zen Sôtô Via G. Agnesi 18, Milano. Tel/Fax 02/58306763.

Kriya Yoga Maharishi Sathyananda Via Cascina del Sole 44/46, Novate Milanese (MI). Tel. 02/3541029.

Centro meditaz. Siddha Yoga Viale Monza 129, Milano. Tel. 02/26145189 .

Majinai Via Caccialepori 18/a, Milano. Tel. 02/48709114.

Centro cult. Ray Via Monfalcone 4, Milano. Tel. 02/2619070.

MONASTERO ZEN IL CERCHIO Via Crollalanza 9, Milano. Tel. 02/8323652 cerchio@monasterozen.it www.monasterozen.it

Centro Rondò dei Pini Via Casanova 7, Monza (MI). Tel. 039/320918. 35


I LUOGHI

Il Mosaico Via G. Romano 11, Milano. Tel. 02/58317962.

Shen Ass. Culturale Via Padre G.B. Martini 30, Milano. Tel. 02/28510617.

NIRAVA T. DAINOTTO Sciamanesimo, meditazioni sociali, bodywork, terapie naturali: Tel. 338/7926563, 02/48027474 www.altropensiero.com www.laviadeglienergizzatori.com

La Valle di Ren Riequilibrio Energetico Naturale Via Aristotele 67, Milano. Tel. 02/27080753. Yoga Darsana Path Via A. Banfi 19, Vimercate (MI). Tel. 039/6918222.

OIPA Organizzazione Internazionale Protezione Animali. Via Passerini 18, Milano. Tel. 02/6427882, www.oipaitalia.com - info@oipaitalia.com

BERGAMO Centro Yoga Dalmine Via Don Rocchi 22, Dalmine (BG). Tel. 035/370216.

Olistica Salus Via S. Martino della Battaglia 14, Milano. Tel. 02/58300910.

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Sahaja Yoga Milano Via Vetere 9, Milano. Tel. 02/8360692. Shambala Shiatsu Via Jean JaurĂŠs 9, Milano. Tel. 02/26141690.

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Shakti Centro Studi Yoga Alzaia Naviglio Grande 12, Milano. Tel. 02/8361042.

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La funzione esistenziale di registrazione di Paolo Baiocchi

La Funzione Esistenziale di Registrazione serve a due principali scopi: a) fissare delle strategie comportamentali, cognitive ed emotive di successo, cioè ad imparare b) rinforzare l’autostima cioè la percezione di avere una identità positiva ed un alto livello di energia Come mai alcune persone riescono nel difficile compito di imparare e altre no? L’apprendimento segue delle fasi. Nessun essere umano apprende risorse complesse, come camminare, sciare, suonare un pianoforte, corteggiare un partner, programmare un computer, ecc., in una sola esperienza. Il processo dell’apprendimento è spesso lungo e tortuoso, ricco di errori, insuccessi, frustrazioni e fatica. Per poter apprendere bisogna perseverare per lungo tempo in un determinato campo e compiere esperienze ripetute. Il modo migliore per imparare consiste quindi nel costruire dei rituali di apprendimento. Se una persona vuole veramente imparare ad esempio a sciare deve recarsi con regolarità sui campi da sci, prendere con regolarità un maestro, perseverare per anni in esperienze di sci nelle quali poco a poco apprende delle risorse sempre più complesse fino ad arrivare a quella che tecnicamente si definisce massa critica. Quando una persona ha accumulato centinaia e migliaia di risorse rispetto allo sci e le ha automatizzate e organizzate in modo che funzionino coordinate tra loro come si coordinano gli strumenti di un’orchestra allora si può dire che quella persona, rispetto a quel campo di apprendimento, ha raggiunto la massa critica. Quando una persona è in massa critica rispetto ad un certo campo di apprendimento, come potrebbe essere nel nostro esempio lo sci, ecco che da quel giorno in poi potrà garantire successi ogni qualvolta decida di applicare le sue risorse alle sfide di quello specifico campo. Un maestro di sci non scia bene perché ha “una buona giornata”, al contrario può garantire un

L’

Io umano deve mediare il rapporto con la mente razionale e con il cervello emotivo. Il grande problema è che spesso l’Io esistenziale umano si trova in una condizione di debolezza e incapacità tali da non riuscire a coordinare il lavoro del cervello mentale e di quello emotivo. La conseguenza di ciò consiste nella perdita delle possibilità di controllo e gestione dello sviluppo degli altri due sistemi. Il nostro cervello emotivo infatti, quanto quello razionale, necessitano di molto sostegno e guida per poter maturare e sviluppare la loro forza e questo sostegno e guida possono essere forniti soltanto dall’Io esistenziale. Ma per poter compiere questo difficile compito l’Io deve per primo raggiungere un grado di maturazione sufficiente, il che non avviene sempre. La condizione umana infatti vuole che proprio l’Io sia l’anello debole della catena dei processi del cervello, in quanto da un punto di vista evoluzionistico non può competere con gli altri due sistemi che si originano molti milioni di anni prima. L’Io per potersi sviluppare deve poter evolvere alcune funzioni che gli permettano di sostenere e guidare la razionalità e il cuore. Diventa quindi di fondamentale importanza comprendere come avvenga lo sviluppo delle funzioni dell’Io. Esso si sviluppa quando viene guidato ad un rinforzo da parte di persone che hanno già scoperto questo potere e che ne possono costituire modelli validi di utilizzazione. Nella mia ricerca ho messo a punto un metodo, chiamato Metodo delle Funzioni Esistenziali® che serve appunto a sostenere nelle persone lo sviluppo ed il rinforzo di questa fondamentale parte del Sé umano. Questo modello descrive dieci principali funzioni dell’Io che possono essere riconosciute, attivate e sviluppate dai partecipanti. Una di queste dieci funzioni esistenziali è la funzione di Registrazione. 40


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alto livello di performance anche quando è di cattivo umore e stanco. Si può dire quindi che la massa critica è il segreto per il successo in un qualsiasi campo umano. Per poter arrivare quindi in massa critica nei campi di apprendimento che ci interessano dobbiamo imparare ad imparare. La Funzione Esistenziale di Registrazione permette all’Io umano di compiere una serie fondamentale di operazioni psichiche che sostengono l’apprendimento di risorse. Il grande problema dell’apprendimento consiste nel reggere la fatica degli allenamenti e la frustrazione delle esperienze di successo parziale o franco insuccesso. Le prime fasi sono infatti le più difficoltose e più a rischio di insuccessi, errori e fallimento che di esperienze di successo. Le emozioni sono quindi soprattutto più di fatica, frustrazione, senso di fallimento che di gioia e forza. Come mai alcune persone si paralizzano e altre continuano perseverando fino al raggiungimento della massa critica? Ogni errore e insuccesso porta alla sensazione di avere la testa sotto l’acqua. Invece di respirare con facilità ci si trova in una condizione di difficoltà. Ma alcune persone “annegano” e altre no. La cosa interessante è che tutti e due tengono la testa sott’acqua. La persona che non “annega”, esattamente come l’altra, non è in grado di apprendere immediatamente ad avere successo, e continua a fare errori e fallire, in quanto questo è l’unica cosa che può fare, ma non si demotiva e il suo investimento energetico non crolla. La persona che “annega” al contrario ha un crisi di svalutazione talmente intensa da cadere in ginoc-

chio. La persona che non “annega” ha la testa sott’acqua, ma prende un respiratore collegato a una bombola di ossigeno e continua a camminare con la testa sott’acqua, respirando. Cos’è allora questa bombola di ossigeno? È l’autostima. In quale posto del cervello risiede l’autostima? Nella mente culturale, cioè nell’identità. La persona che ha fallito non entra in una svalutazione rispetto all’identità, mentre la persona che “annega” si. Il primo usa l’identità come ossigeno, dicendosi: “Senti caro, questa volta è andata molto male, hai sbagliato proprio tutto, ma questo non significa che tu non sia in gamba. Hai già dimostrato mille volte quanto sei capace, è solo una fase difficile di apprendimento. Non puoi fare altro che sbagliare in questa fase e tirare dritto. Va tutto bene”. Quello che annega si dirà un qualcosa di assolutamente opposto: “Eccoci qui, siamo arrivati alla resa dei conti.. visto che razza di cretino sei. Aveva ragione tuo padre quando ti diceva che sei un fallito e un buono a nulla. È proprio vero che non vali nulla, questa è la semplice conferma, è meglio che lasci stare e ritorni a fare quello che sai fare e ti tiri via questi sogni dalla testa.” Il primo usa l’identità per confortarsi, il secondo usa l’esperienza di insuccesso per registrare e confermare tutta una serie di idee di autosvalutazione scritte nella propria identità. Risulta interessante notare cosa sia l’identità. L’identità di una persona nasce dalle stimolazioni di tipo culturale ed è la risultante della storia dell’individuo, che a sua volta è influenzata dalla storia della famiglia di appartenenza, del gruppo


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mento, confermanti o disconfermanti, che vengono inviati dagli individui all’interno dei gruppi possono avere molto potere nel definire l’identità. Molto spesso i soggetti competitivi o che vogliono elevare la propria autostima a spese degli altri fanno paragoni poco carini nella definizione dell’ identità. Spesso i messaggi negativi sono inviati in modo subliminale o non verbale e questo rende difficile opporsi ad essi o “intercettarli” per neutralizzarli. I messaggi di squalificazione, disprezzo, svalorizzazione tendono a costruire idee negative sull’identità mediante la comparazione con le mitologie narcisistiche imperanti nella nostra società. Questi miti imperanti presi per il manico diventano utopia ma presi dalla parte della lama diventano giudizio. In questo modo un essere umano, spesso quando è giovane e in formazione, si paragona al mito e scopre di non essere alla sua altezza e questo porta a una valorizzazione di sè. Come si fa allora a costruire una forte sensazione di identità positiva? La chiave fondamentale consiste nel registrare i successi, cioè le esperienze positive. La registrazione infatti avviene in due diversi contenitori, uno biologico e l’altro culturale. La registrazione deve infatti essere compiuta sia nel livello specifico dell’apprendimento, dove una persona vuole fissare una strategia di successo per poterla memorizzare e usare in futuro, che contemporaneamente nel livello dell’identità, dove vengono alimentate le definizioni positive nella propria autopercezione, cioè l’autostima. Un altro fondamentale vantaggio presentato dall’allenamento di questa funzione esistenziale consiste nel fatto che l’individuo si svincola, quanto più apprende ad usarla, dal bisogno di conferme esterne. Per molte persone l’autostima è principalmente collegata o cosa gli altri dicono di lui. Questa modalità di rinforzo dell’autostima è potenzialmente pericolosa, in quanto in un ambiente competitivo o disturbato le persone inviano pochi messaggi di rinforzo dell’identità o addirittura, come accennato prima, possono inviare messaggi opposti. Fritz Perls parlava del passaggio dal sostegno ambientale all’autosostegno. Un bambino ha bisogno di enorme sostegno ambientale, cioè di stimoli, verifiche e soprattutto conferme da parte di fonti autorevoli

microsociale nel quale l’individuo e la famiglia sono inseriti e così via. Gli animali non hanno identità. Nella propria identità una persona definisce cosa sia o non sia, dandosi una connotazione. Esattamente come il volto ci permette di differenziare quella persona da tutte le altre, o le impronte digitali fanno lo stesso per la polizia scientifica, ognuno di noi ha scritto nel livello culturale e mentale una definizione di se stesso che lo porta a discriminare cosa lui sia o non sia. L’identità è al di fuori del tempo. Ad osservare bene si nota che l’identità non è altro che un insieme di idee che ci permettono di capire cosa si può fare e non fare. Nell’identità di un uomo ci sono ad esempio delle definizioni del tipo:

io sono coraggioso io sono bello io sono attraente per le donne io sono brutto io sono debole nei combattimenti tra maschi io sono cattivo io sono buono io sono capace di ragionare e intelligente io sono capace di imparare io ho una salute di ferro io sono cagionevole di salute Se osserviamo attentamente ognuna di queste definizioni o qualsiasi altra definizione riferita all’identità possiamo notare che esse sono estremamente collegate ai comportamenti dell’individuo, in quanto non sono altro che indicazioni di base per sapere se sia per lui possibile o meno entrare ed impegnarsi in delle sfide. Se ad esempio una persona ha una forte convinzione di essere cagionevole di salute di fronte alla sfida “fare un viaggio solitario di un mese in Africa” ci penserà su due volte prima di intraprenderlo. Al contrario una persona che pensa di essere dotata di una salute di ferro avrà più fiducia in se stessa all’idea di approcciare la medesima esperienza. Lo stesso dìcasi rispetto al corteggiamento, ad una prospettiva di carriera o cambio di lavoro, alle relazioni con gli altri ecc. Gli eventi che accadono possono segnare l’identità, così come i messaggi che si ricevono in famiglia e fuori di essa. I messaggi di rispecchia42


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registrare le esperienze positive bisogna notarle e valorizzarle. Molto spesso infatti noi notiamo gli eventi negativi che ci accadono o che produciamo. Le esperienze negative, insuccessi, fallimenti e ferite, sono in grado di attivare rapidamente il nostro cervello emotivo che innesca il processo della memoria a scopo difensivo. Presi come siamo dall’eseguire migliaia di compiti, spesso non notiamo che i grandi successi. Al contrario il principio afferma che è necessario notare i piccoli successi, anche parziali, del nostro quotidiano e valorizzarli. Il secondo principio consiste nel notare la nostra contribuzione nella costruzione dell’esperienza positiva. Molte volte infatti eventi positivi sembra che si presentino alla nostra esperienza per caso, fortuna o per la bontà delle altre persone. Per poter registrare dobbiamo al contrario notare che nella storia con quella determinata persona o nella costruzione di un successo noi abbiamo giocato una parte attiva che è stata costruttiva e positiva. Soltanto se ci riconosciamo questa contribuzione possiamo rinforzare la nostra autostima e costruire un senso forte e positivo di identità. Il terzo principio consiste nell’affermare a noi stessi con determinazione e amore la nostra bravura. Alcune persone sostengono: “sono gli altri che devono dirmi bravo, non devo farlo da solo”. Niente è più sbagliato di questo. Noi abbiamo la responsabilità di definire autonomamente cosa è giusto e sbagliato, cosa e buono e cosa è cattivo, cosa abbiamo fatto bene e cosa male. Questo principio consiste quindi nel darsi segnali di autorinforzo. Il quarto principio consiste nel darsi il permesso di godere del successo e dell’affermazione di autorinforzo. Molte persone non sanno mai fermarsi in un’attività, passando da un compito e da una sfida a quella successiva, sentendo sempre di aver fatto poco. Quest’attitudine non aiuta né a riposare né a ricaricare il nostro conto corrente energetico. Quando ci si permette di godere del successo, il cervello limbico compie la vera e propria registrazione e di fatto costruisce una rete neurale nella quale viene depositata la strategia di successo che sarà poi recuperabile in futuro, quando si ripresenteranno nella nostra esperienza sfide analoghe. Utilizzare nella vita quotidiana alcuni di questi princìpi può migliorarne la qualità.

esterne. Ma quando cresce, se vuole evitare la dipendenza relazionale, deve sempre più maturare una competenza esistenziale, cioè quella di autoconfermarsi e autosostenersi. La responsabilità del mantenimento di un’autostima sana ed alta non dipende più dagli altri ma da se stesso. Se ci rappresentiamo l’autostima come un conto corrente energetico, allora ecco che il titolare e il responsabile di quanta valùta energetica sia nel conto, quanta venga investita o depositata dipende dall’individuo. La tecnica della registrazione permette di fare forti depositi nel conto corrente energetico. È quindi una forma di autoconferma che l’individuo può apprendere ed utilizzare costantemente nel proprio quotidiano per alimentare in se le proprie qualità positive e la propria autostima. I risultati attesi dall’uso della tecnica di registrazione, se effettuata regolarmente, che avviene quando questa competenza esistenziale è stata integrata nella persona ed è divenuta una sorta di atteggiamento ed abitudine di fondo, sono:

1. aumento della percezione delle proprie qualità positive 2. sviluppo ed evoluzione delle capacità stesse 3. percezione globale di se stessi come persone positive, non solo capaci ed efficaci ma anche buone e di valore umano 4. diminuzione dell’attenzione ossessiva ai propri difetti e delle emozioni di colpa, vergogna e inadeguatezza. 5. aumento di motivazione e concentrazione 6. aumento della capacità di memoria 7. aumento della percezione delle altre persone come positive 8. aumento della percezione delle qualità positive degli altri esseri umani 9. diminuzione dell’attenzione ossessiva ai difetti altrui, del giudizio verso altre persone e delle emozioni di fastidio, irritazione, rabbia. Ma come si fa a registrare le esperienze positive? Per poterle apprezzare fino in fondo è necessario sperimentarle con la guida di un operatore esperto, altrimenti si rischia di compiere degli errori che rendono meno valida la tecnica. Il primo principio è molto semplice. Per poter 44



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La voce è la gioia dell’animo di Paolo Loss

Appena nel secolo XIX i monaci benedettini di Solesmes (Francia), dopo studi seri e documentati su più di 3000 codici manoscritti, ridanno l Canto Gregoriano nasce nel secolo VIII, a una veste dignitosa ad un repertorio ormai irriMetz, in Lorena, dall’incontro tra la tradizione conoscibile e forniscono, nei primi anni del liturgico-musicale romana e quella gallicana ‘900, alle comunità cristiane un repertorio, in (francese) a sostegno e ornamento di testi litur- buone edizioni musicali, presto universalmente gici per gran parte di origine biblica. Tuttavia noto e praticato. L’ingresso delle lingue locali anche un’analisi superficiale fa intuire radici nella liturgia, negli anni ’60 del Novecento, ben più profonde, ad esempio nella tradizione spinge il Canto Gregoriano fuori dalle chiese; della preghiera cantata dell’ebraismo e, attra- ma l’amore e la nostalgia di molti per questa verso di essa, nella dimensione sonora dell’o- altissima eredità artistica e storica ne hanno riente religioso. La sua mantenuto vivo il ricordo crescita avviene graduale la pratica, grazie anche mente, nell’ambito di agli studi appassionati di una grande riforma delle tanti ricercatori e alle feste e delle cerimonie esecuzioni di numerosi liturgiche, sotto la spinta cori, a cominciare da del Re dei Franchi, Pipiquelli dei monasteri no, e poi di suo figlio, benedettini. Carlo Magno, con la colI monaci benedettini, laborazione dei dotti sulla base dei loro studi dignitari della loro corte, filologici e semiologici, primo fra tutti il vescovo hanno potuto ricostruire Crodegango di Metz con buona approssimaChiostro monastico. (766 d.C.) ma assieme a Loggetta superiore (sec. XII) Abbazia di S. Stefano, Bologna. zione anche uno stile di lui, possiamo legare canto, divenendone in anche nomi famosi come quelli di Alcuino di breve tempo un modello con cui confrontarsi. York (804 d.C.) e di Paolino d’Aquileia (802 Sulla base dello studio e dell’ascolto di questo d.C.). Il repertorio nei secoli si è allargato e canto gregoriano ricostruito, alcuni studiosi del modificato diventando il canto liturgico univer- fenomeno canto hanno formulato teorie molto sale della Chiesa di lingua latina. La comples- interessanti, Marius Schneider, per quanto sità delle formule melodiche e l’allargamento riguarda l’origine e lo scopo del canto in assoincredibile del numero dei brani e delle forme luto e di quello religioso in particolare: Dom musicali ne ha favorito una precoce decadenza, Joseph Gajard per quanto riguarda lo scopo aggravatasi nei secoli, nonostante i ripetuti ten- della preghiera cantata, Alfred Tomatis per tativi di riforma. Dopo uno sfortunato e malde- quanto riguarda la funzione terapeutica dell’astro intervento di correzione tentato in seguito scolto del canto gregoriano, ripreso e commenalle richieste del concilio di Trento (1542- tato da J. Goldman e Serge Wilfart sul rapporto tra ben cantare gregoriano ed i suoi effetti sulla 1563), le edizioni ufficiali a stampa riportano, al posto delle melodie originali, soltanto stri- salute. minziti moncherini che non hanno più alcun Marius Schneider, musicologo tedesco (1903 – rapporto con gli originali, che non si era più 1982), ha dedicato i suoi studi iniziali alla comparazione tra la polifonia extraeuropea e quella capaci di leggere.

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col parossismo, ma con europea medievale dedila sobrietà, la sincerità, candosi, poi, allo studio dell’origine delle tradila cortesia e la castità delle sue formule”. A zioni popolari, alla ricoproposito dello scopo struzione delle antiche del canto religioso ed in cosmogonie e alla ricerparticolare del canto greca delle relazioni esistengoriano egli fa alcune ti tra l’architettura mediedovute distinzioni: “Ci vale e la musica. Nella sono canti rituali con sua opera, Il significato gridi di fiere e voci alte, i della musica, egli dedica cui ritmi progressivamenun intero capitolo (pagg. te accelerati creano nel 183 – 204) a Il Canto cantore uno stato di estaGregoriano e la voce si violenta… ce ne sono umana . Fin dall’inizio altri, di pura magia, i prende le mosse da un’ilquali mediante un canto luminante definizione monotono e percotente del Canto Gregoriano: “Il Episodi di vita monastica. pretendono di esercitare canto gregoriano è una Codice sec. XV. Chantilly; Musèe Condé. un’influenza diretta sugli forma di orazione, pertanto la sua essenza non si può cogliere per un dei e sulle forze della natura.” …”Il canto gretramite puramente musicale ma soltanto attra- goriano non ha queste pretese di potenza: chiaverso la pratica stessa dell’orazione. Esso occu- ma Dio addormentato (Exsurge, quare obdorpa un termine medio tra la lettera pronunciata mis Domine? – Destati, perché dormi, o Signodella preghiera e la pura contemplazione misti- re?), però col dovuto rispetto. Sa perfettamente ca, poiché si basa su parole concrete il cui che tutto dipende dalla grazia divina e pertanto non tenta con la sua supplica di esercitare una senso logico sottende in certi casi ed in altri amplifica fino ai confini del pensiero iperlogi- violenza.” co.” Poco più avanti nota: “All’opposto della La sua analisi continua delineando i poteri di musica romantica… il canto gregoriano ha una questo canto misterioso ed a conferma cita l’ocastità ed un carattere (per la concezione musi- pinione di alcuni grandi Padri come S. Agosticale moderna) troppo riservato.” …”La forza no: “vox est enim animi diffusi laetitia” – “la espressiva del Canto Gregoriano non si afferma voce è la gioia di un animo che trabocca”. Per


LA VIA INTERIORE

Atanasio “la salmodia ben cantata infonde una quanto egli pensa del Canto Gregoriano e del forza moralizzatrice straordinaria e questa forza potere terapeutico del suo suono: “Tra i suoni non si comunica soltanto ai cantori ma anche sacri, il canto gregoriano occupa certamente un agli ascoltatori”, Ilario di Poitiers dice che nella posto di prestigio. È uno dei più preziosi fra i salmodia, cioè nel salmo cantato, si compene- canti che portano al sacro… Se è vero che non trano il sapere e l’operare e in fine S. Gregorio esiste un suono sacro di per sé, del gregoriano e S. Basilio considerano la salmodia un’unione tuttavia possiamo dire che è quello che meglio della fede contemplativa e di quell’attiva. prepara l’anima ad aprirsi a Dio. …Durante le Dom Joseph Gajard, musicologo francese e mie sedute di educazione all’ascolto utilizzo monaco benedettino, (1885 – 1972) è stato essenzialmente brani di Mozart e di gregoriano direttore degli studi di paleografia nell’abbazia dell’abbazia di Solesmes. Ho spesso spiegato di Solesmes e dal 1914 ne diresse i cori, scrisse questa mia scelta. Oltre al fatto che vi trovo un numerose pubblicazioni sul ritmo nel canto piacere che si rinnova sempre, sono stato indotgregoriano; collaborò alle to a privilegiare questi due edizioni ufficiali di libri lituruniversi musicali perché i gici con musica. Nel libretto risultati riscontrati durante gli citato in bibliografia e preciesercizi di educazione all’asamente nella conclusione scolto erano notevoli. Lo definisce il canto gregoriano erano rispetto a quelli riporuna preghiera, un modo per tati con altre composizioni andare a Dio e per questo musicali; inoltre la contimotivo, esso deve essere nuità delle risposte agli effeteseguito con molto rispetto ti indotti dai suoni è tale che della tecnica e dello spirito, si conoscono in anticipo le evitando, da una parte, ciò reazioni che gli interventi che può togliere fermezza, provocheranno. Queste due nobiltà e purezza e dall’altra considerazioni mi sono ciò che può renderlo rigido. parse sufficienti a giustificare I due aspetti di arte e preil loro impiego sistematico. ghiera in esso sono intimaQuando il canto gregoriano mente legati per ottenere raggiunge un grado di esesobrietà, robustezza, serecuzione ottimale, come nità, discrezione, perfetto sotto la direzione di Dom J. equilibrio e raggiungere Gajard, maestro del coro Iacopo da Balsamo, sec. XVI. profondità e interiorità. La dell’abbazia di Solesmes, Ascensione. Innario. Bergamo Biblioteca. vita monastica o la vita visnelle sedute di educazione suta con la serenità del monaco ne sono il uditiva, il cui scopo è di accrescere le possibinecessario fondamento. lità di apertura dell’orecchio, dà effetti identici Alfred Tomatis, otorinolaringoiatra francese, è in tutti coloro che lo ascoltano. Il soggetto si un autore noto ai lettori di BioGuida. Egli, come sente immediatamente più tonico e al tempo inventore del metodo che porta il suo nome, ha stesso si raddrizza e ritrova effettivamente la scelto il canto gregoriano, assieme alla musica sua verticalità. Bisognerebbe dunque, conclude di Mozart, come parte fondamentale degli Tomatis, auspicare un ricorso quotidiano al ascolti rieducativi e curativi. Nel libro Ascoltare canto gregoriano, ma sappiamo che un’incoml’universo parlando del suono sacro, dopo aver prensibile decisione della Chiesa ha sospeso definito la sacralità del suono secondo la visio- questa modalità espressiva, così che oggi sono ne degli antichi e dopo aver descritto il frutto rari i luoghi in cui il canto gregoriano rapisce e del canto dell’“Ohm” per gli indiani, ci offre sostiene ancora il fedele nella preghiera. 48


LA VIA INTERIORE

Oggi si registra una vera infatuazione per il gregoriano al di fuori della Chiesa. Questo orientamento è dei più felici, perché il gregoriano è alla portata di tutti coloro che vogliono acquisire un’insospettata energia e desiderano aprirsi alla loro propria dimensione metafisica”. Jonathan Goldman, nel libro citato in bibliografia, ricorda che la musica nelle chiese era stata bandita come strumento di godimento sensuale ed era rientrata come preghiera cantata, fin dagli inizi. Nell’evoluzione del canto, nella liturgia, il secolo VIII° fu certamente il punto più alto nell’uso consapevole di tutte le potenzialità della musica ed è di questo periodo il rifulgere, quasi prodigioso, del canto gregoriano. Una testimonianza ci viene portata a conferma dei benèfici influssi del cantare gregoriano, dal sorgere di problemi di salute nei monaci che, dopo la riforma liturgica degli anni’60, avevano smesso di cantarlo. Sono noti gli studi sull’influsso della musica ed in particolare del canto gregoriano, legati alla ricerca in psico-neuroimmunologia. A proposito di questo argomento è illuminante un articolo del professor Franco Panizzon, apparso nella rivista Medico e bambino nel maggio del 1997, nel quale egli afferma: ”Io non ho argomenti per dire che cantare guarisce; posso dire soltanto che è possibile che cantare guarisca e cercare di spiegare il come”. E, più avanti: “tra tutte le manifestazioni artistiche, la musica è certamente la più antica e primordiale, quella che più è in grado di sciogliere i cuori.” E ancora: “La sensazione di apparte-

nenza (cantando in coro) è rinforzata dal fatto di produrre l’evento assieme ad altri. È qualcosa che nessun altra attività ci può dare”. Per concludere voglio accennare a quanto Serge Wilfart dice, ne “Il canto dell’essere”, a proposito di come cantare il gregoriano (si veda BioGuida, primavera 2005). “Faccio fatica ad immaginare il bravo monaco, agricoltore, costruttore o artigiano del medioevo, cantare il gregoriano con le voci di oggi. Lo si può escludere categoricamente”. “La pratica attuale del canto sacro… mantiene le voci arroccate sugli acuti in modo del tutto innaturale”. “La verità del canto spirituale, sotto questo aspetto, è rappresentata nel mondo cristiano dall’ortodossia che accetta la piena fioritura del corpo nella spiritualità e della spiritualità nel corpo”. Il progetto di chi vuol intraprendere la strada del canto gregoriano deve passare, dunque, attraverso la riconquista della piena espressione corporea attraverso la respirazione profonda, la corretta verticalità e la piena capacità di risuonare con tutto il corpo.

Bibliografia 1 Marius Schneider in Il significato della musica, pagg. 183 e segg. Milano 1981 2 Dom Joseph Gajard L’Arte gregoriana in funzione della preghiera in Il metodo di Solesmes Venezia 1960 3 Tomatis in Ascoltare l’universo, Baldini e Castoldi editori, Milano, 1998 4 J. Goldman in Il potere dei suoni, ed. Il punto d’incontro, Vicenza 1998 5 F. Panizzon Canto e guarigione, in Medico e bambino, 05/1997; pagg. 63-64 6 S. Wilfart in Il Canto dell’Essere, pagg. 91-92 e segg.


PAROLE E MUSICA

a cura di Francesco Giordano

Tony O’Connor

Will Ackerman

“THE RETURNING”

“PRIVATE COLLECTION”

(Universal)

(Studio Horizon)

W

T

illiam Ackerman è uno dei più importanti chitarristi nella storia della musica strumentale acustica, padre a tutti gli effetti della New Age. Come produttore (George Winston, Alex De Grassi, Liz Story) vanta una serie innumerevole di dischi di platino e d’oro, inoltre ha realizzato importanti composizioni per film e televisione. Tecnicamente Ackerman inventa e si serve di accordature particolari utilizzate magari solo per una composizione, ma che testimoniano uno stato d’animo, un modo di comunicare colori, suoni, sapori, ricordi, emozioni del tutto particolari. Will Ackerman ha un modo istintivo di esprimere tutto questo, sempre attento alla linea melodica senza fare riferimento a percorsi tradizionali ma piuttosto riferendosi alle accordature basate su un’ampia gamma dinamica. Il recente “Returning” offre nuove versioni di alcuni pezzi scritti durante 35 anni di carriera, brani che fanno parte dell’animo sensibile di un artista innovatore e autentico portavoce di una musica che genera speranza. Barbara’s Song del 1970, “Processional” del 1973, The Bricklayer’s beaty daughter” del 1975, sono fra le gemme più antiche della vena artistica del chitarrista, mentre “Pictures” del 1998 o “Unconditional” del 1997 si riferiscono a un repertorio più recente in mezzo al quale ritroviamo “Visiting” del 1982 o “Hawk Circle” del 1980 che testimoniano ampiamente la ricchezza espressiva di questo grande chitarrista.

ony O’Connor è uno dei più noti artisti in ambito di musica new age che, nel suo paese natio (l’Australia), vanta una popolarità enorme, paragonabile a quella dei nostri artisti pop più conosciuti. Con oltre tre milioni e mezzo di copie vendute dei suoi album, infatti, è uno dei musicisti del continente australe maggiormente amato e apprezzato dal grande pubblico. Nato e cresciuto in una famiglia di musicisti, a 25 anni si trasferisce con la famiglia sulle colline antistanti Blachall Range: qui O’Connor ha modo di comporre musica per il relax grazie anche al lavoro condotto in tandem con uno psicologo che studia le reazioni della musica sulla psiche dell’uomo. Attivo da quasi vent’anni, la sua ricca discografia si arricchisce ora di un album, “Private Collection”, nel quale l’artista australiano ha selezionato, secondo il suo personale gusto, sette tracce estratte da altrettanti lavori degli ultimi sei anni. Brani come “Chase the Sun”, “Ocean Rise”, “Wishing Star” o “Whispering (A love song)” sono altrettanti acquerelli delicati e particolarmente intensi, rievocanti gli sconfinati paesaggi dell’Australia e dell’immaginazione di ognuno di noi. Avvolgente e tenue come i petali di un fiore sbocciante, quella di O’Connor è una musica che tocca i sentimenti più intimi dell’animo.

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PAROLE E MUSICA

Terry Oldfield

“YOGA HARMONY” (New Earth)

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l flautista e compositore Terry Oldfield è noto non solo per essere uno dei più apprezzati esponenti nel campo della New Age ma anche perché ha firmato numerose colonne sonore per il cinema e la televisione. Fratello di Mike e Sally, ha costruito la sua carriera assecondando la geniale creatività degli Oldfield e imponendosi come vero e proprio pioniere della musica spirituale, grazie a numerosi album di qualità. Frequenti nella sua musica l’utilizzo di strumenti delicati, come le coppe di cristallo, o etnici, come sitar e tampura.

Nella sua discografia, che vanta una ventina di album, ha abbracciato molteplici esperienze musicali: dagli aborigeni australiani al Tibet, dai nativi Americani alla cultura musicale africana, cambogiana e greca. Nell’ultimo “Yoga Harmony”, il suo flauto accompagna l’ascoltatore con l’ausilio di campanelli e tastiere, in un mondo sospeso fra realtà e immaginazione, sicuramente ideale per una sessione di yoga ma anche molto indicato per altre attività terapeutiche. Atmosfere di bellezza, magia e profondità di sentimenti, in grado di esprimere quel senso di meraviglia e rispetto che accompagnano Il viaggio musicale di Terry Oldfield. L’utilizzo di flauti, tastiere e strumenti tipici della cultura legata allo yoga, come sitar tabla e tambura, crea un percorso sviluppantesi attraverso 8 tracce fortemente legate alla cultura orientale.


PAROLE E MUSICA

a cura di Valeria Cerri

cipali tecniche meditative, orientali e occidentali, trattate con rigore scientifico, storico, psicologico e filosofico. Il libro, nel suo complesso, è formato da una serie di pubblicazioni uscite negli anni su importanti riviste scientifiche americane, ora raccolte ed elaborate in un unico lavoro organico. Molto importante, nell’economia dell’opera, il lucido e costante paragone tra psicologia occidentale e orientale, tra modelli di funzionamento mentale e schemi di evoluzione verso la dimensione trascendentale, con particolare riferimento alla psicologia buddista del ”Abhidhamma” e al testo fondamentale di meditazione buddista ”Visudhimagga”, il “Sentiero della Purificazione”.

Swami Kriyananda

Conversazioni con Yogananda (Ananda Edizioni)

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n evento storico nell’editoria spirituale: 461 dialoghi inediti del grande mistico Paramhansa Yogananda. Un tesoro di luce svelato dopo cinquant’anni dal suo discepolo diretto Swami Kriyananda. Egli giunse giovanissimo dal grande Maestro che personalmente lo esortò a prendere nota delle parole da lui pronunciate nelle più svariate circostanze, quando si trovavano da soli o in presenza di altri discepoli e visitatori. Solo dopo avere meditato su queste verità così a lungo, si è sentito pronto a trasmettere la saggezza contenuta nelle 461 conversazioni raccolte in questo libro. I dialoghi rendono Yogananda una figura estremamente viva e reale tracciando un quadro inedito di quest’anima grandissima e rivelando lati inaspettati che nessun libro aveva finora mostrato. Leggere le sue parole significa ricevere consigli per ogni aspetto della nostra vita e attingere ancor più profondamente alle sue vibrazioni, proprio come se fossimo in sua presenza, mentre conversa con noi, pagina dopo pagina.

Thich Nhat Hanh

L’unica nostra arma è la pace (Oscar Mondadori)

L

o scorso aprile Roma ha avuto il privilegio di ospitare un seminario di Thich Nhat Hanh, il venerabile monaco buddhista zen vietnamita, ormai da anni di stanza in Francia, seguito da un camminata consapevole per la pace nel centro storico. Le pagine del libro sono di per sé sufficienti a trasmettere la statura di questo grande maestro vivente, avendo egli modo di trattare i principi buddhisti tradizionali con una modernità, una concretezza e un’applicabilità nella vita quotidiana tali da coinvolgere completamente il lettore. La Pace, concetto attorno a cui si dipana il tema dell’opera e dell’intera vita di Thich Nhat Hanh, viene ad essere lucidamente proposta come la forma più alta e nobile di evoluzione umana, da applicarsi ogni giorno e in ogni attimo, con presenza e consapevolezza, per imparare a risolvere le piccole controversie della nostra esistenza quotidiana, prima ancora di seguire la scia delle grandi manifestazioni socio-politiche.

a cura di Pierpaolo Bon

Daniel Goleman

La forza della meditazione (BUR rcs libri)

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onostante la pessima traduzione del titolo originale (“The Varieties of the Meditative Experience”), che rischia di far passare inosservato il libro tra gli scaffali del settore New Age, il testo di Daniel Goleman (l’autore di “Intelligenza Emotiva”) è, invece, uno straordinario e lucido “manuale” sulle prin52



LA VIA DELLE ORIGINI

Medicina e alchimia di Sara Monticone

N

el mondo degli erbari alchemici ci si rende conto di essere davanti ad un fenomeno assai complesso. Spesso sono stati definiti di carattere popolare, ma non si può escludere che questo tipo di ‘conoscenza’, impregnata di credenze che sconfinano nella magia e nella leggenda, non fosse allargata anche ad altri strati sociali. Certo è che esisteva anche una conoscenza ‘scientifica’ seria che in qualche modo inglobava ‘teorie’ di diversa natura, pseudo-scientifica o di provenienza alchemica, spagirica e magica. Non si può invalidare a priori questo tipo di cultura, anche se non sembrano esistere erbari manoscritti alchemici che dimostrassero di avere la stessa magnificenza delle opere alchemiche vere e proprie, e non significa che alcuni erbari considerati alchemici lo fossero in senso stretto. Tra il XIV e il XVI secolo i medici avevano una grandissima eredità classica a cui fare riferimento ma ferveva il desiderio e il bisogno di avanzare nella ricerca. Un problema non trascurabile era costituito dalla Chiesa cattolica che esercitava un fortissimo controllo sulla pratica medica. Essa si opponeva soprattutto a due categorie di individui: coloro che cercavano di praticare l’arte della medicina

al di fuori dei divieti ecclesiastici, e coloro che la praticavano ma non erano di fede cattolica. Uno dei medici più conosciuti dell’epoca è Pietro Andrea Mattioli che ottenne la laurea all’Università di Padova nel 1523. Dopo aver vissuto e lavorato a Gorizia, si trasferisce nel 1555 in Boemia alla corte di Ferdinando I d’Asburgo, dove viene nominato medico personale del principe Ferdinando, secondogenito dell’imperatore. L’opera del Mattioli fu pubblicata per la prima volta nel 1544, quando viveva a Gorizia ed era ancora poco conosciuto. Mattioli ha il merito di aver scritto un’opera imponente, riassumendo in modo critico tutta la conoscenza farmacologica del suo tempo. I suoi Discorsi sono introdotti da un’epistola indirizzata a Christofano Madruccio, cardinale, vescovo e Principe di Trento e di Priscianone, per chiarire le ragioni del suo lavoro e l’importanza che esso riveste. Egli nomina tutti i suoi più illustri e famosi predecessori oltre a quelli minori, antichi e a lui contemporanei. Mattioli è rispettoso della tradizione ed interpreta i classici in modo razionale, fa ricerca e studia le piante in modo indipendente, tanto che nelle varie edizioni dei Discorsi progrediscono le sue ricerche personali e pertanto si può considerare il lavoro che egli conduce come suo e non come una mera trasmissione dell’opera di Dio-


LA VIA DELLE ORIGINI

scoride. La sua opera divenne uno dei ‘testi sacri’ per farmacisti e speziali sino alla metà del XIX secolo. Dobbiamo tenere presente che l’alchimia era considerata spesso un’arte da eretici, pericolosissima in un periodo in cui l’Inquisizione non ci pensava due volte a intervenire pur di proteggere l’integrità della religione cattolica e dei suoi dogmi. C’è un breve capitolo alla fine del libro in cui illustra le tecniche di distillazione delle erbe e in esso Mattioli descrive gli strumenti adoperati dagli alchimisti per le loro ricerche, tra essi nomina anche il ‘bagno di Maria’ come metodo eccellente se si vuole avere un distillato puro di erbe che non sia indebolito da acqua aggiunta. Dice anche che queste tecniche subiscono continuamente cambiamenti. Egli si dimostra ben informato quando, condannando il metodo alchemico scrive: ”Et questo è il fondamento, che fanno gli alchimisti, perdendosi il tempo, l’opera, et le facultà in pensarsi di rifar con l’arte quello, in cui ha mancato la natura (la quale secondo che ritrovo) non ha mai potuto alcuno artefice del tutto imitare.” Su Maria l’Ebrea ha scritto molto R. Patai (si veda in bibliografia), essendo ella una dei primi grandi alchimisti. Il balneum Mariae è un apparato alchimistico da lei inventato o comunque descritto; consiste in un doppio recipiente, contenete nella parte interna la sostanza che deve essere riscaldata ad una temperatura moderata, e in quella esterna l’acqua. Probabilmente era già conosciuto secoli prima, infatti fu descritto

da Teofrasto e Ippocrate ma poi fu associato e attribuito a Maria a causa di una serie di circostanze. A Maria l’Ebrea si deve anche la descrizione di un alambicco per la distillazione. È chiaro che egli era a conoscenza dei lavori degli alchimisti; nella letteratura alchemica sono pochissimi coloro che, a loro dire, sono riusciti nel compimento della Grande Opera. Nel Sesto Libro, Mattioli ripercorre gli insegnamenti di Dioscoride sui veleni e su come sia possibile rimediare ad essi; all’inizio del libro, nell’indice, c’è la voce quinta essenza theriacale che l’autore tratta come fosse un rimedio come un altro, e ne descrive la preparazione. Esiste un manoscritto conservato alla Bibliothèque Nationale di Parigi che contiene anche i capitoli III-VII del Canone di Avicenna (Qanun di Ibn-Sînâ), scritti in arabo con caratteri ebraici: è un manoscritto ebraico che raccomanda l’uso della quintessenza soprattutto come solvente per gli “antidoti dei veleni”. L’autore di questo manoscritto era un medico-alchimista ebreo vissuto in Spagna nel XIV o XV secolo e che conosceva oltre all’ebraico, il latino, lo spagnolo, l’arabo, il persiano, il turco, ed il sanscrito. Egli ripete spesso che l’aggiunta della quintessenza aumenta l’efficacia delle droghe, intesi come preparati farmaceutici. Nel manoscritto di Parigi l’uomo beve la quintessenza per vomitare il veleno, e anzi sembra che gli venga somministrata la quintessenza assieme ad un po’ di acqua avvelenata, come se, quasi omeopaticamente, si volesse curare dal veleno con il vele-


LA VIA DELLE ORIGINI

no. Mattioli usa questo tipo di rimedio per gli avvelenamenti da morso di animali. Sembra chiaro dunque che, anche Mattioli, fosse a conoscenza di queste pratiche e che le mettesse in uso, ma non le ‘reclamizzasse’ come pratiche alchemiche bensì come terapie ben sperimentate e funzionali. Si ritiene che la sua opera sia frutto di una conoscenza approfondita e ‘scientifica’; ed i compromessi, che egli ha dovuto fare destreggiandosi tra il sapere degli antichi e le osservazioni dirette, sono per così dire compromessi ad ‘alto livello’. È considerato dunque uno studio che dà grande affidabilità, ed è stato per secoli la base della conoscenza farmacologica. I medici cercarono di applicare i metodi e le ricerche dell’ambito alchemico-cabbalistico in campo medico e farmacologico. In definitiva è ciò che anche Mattioli, tra negazione e verità, ha cercato di fare, ed erano le ricerche più avanzate. A questo proposito, basti citare le parole di un famoso studioso di manoscritti alchemici che delinea un profilo dell’alchimia ebraica, estensibili anche alle opere alchemiche ‘serie’ non-ebraiche. Patai scrive: “Gli alchimisti ebrei credettero o no nell’autenticità dell’Arte? ...mi sono posto ripetutamente il problema, giungendo alla convinzione che essi fossero sinceramente persuasi che le ricette che presentavano nei loro trattati come ‘sperimentate e vere’ fossero davvero accurate descrizioni di procedimenti che portavano ai risultati promessi... Anche una riflessione sulla vita , l’opera e il carattere dei pochi autori alchemici sui quali abbiamo informazioni conduce alla stessa conclusione...e per un religioso ebreo scrivere consapevolmente qualcosa di falso sarebbe stata una trasgressione molto grave... e com’è possibile che le migliaia di persone che furono loro clienti- e tra cui si annoverano individui intelligenti, istruiti e dotati di potere e di mezziabbiano continuato a credere che l’oro potesse venire prodotto in alambicchi, storte e crogioli, quando è evidente... che una simile evenienza non rientra nel novero delle cose realizzabili? Qualunque considerazione si faccia, sarà difficile oggi avere una prova tangibile delle tante esperienze in questo campo.

Uno di questi personaggi facoltosi, intelligenti e potenti interessati all’arte dell’alchimia fu il cardinale Richelieu, vissuto in Francia tra XVI e XVII secolo, divenuto primo ministro di re Luigi XIII (1624-1642). Richelieu venne a conoscenza che un certo Vinache si vantava di conoscere nei minimi particolari, pur non sapendo leggere né scrivere, tutti i movimenti necessari per portare a buon termine le operazioni di laboratorio. Lo fece rinchiudere e torturare nella speranza di costringerlo a rivelare i segreti delle trasmutazioni, alla fine l’avvelenò. Il cardinale era interessato all’alchimia e, se lo era abbastanza da assassinare la gente, avrà sicuramente avuto una ricca biblioteca sull’argomento, a lui appartenne infatti un erbario medicinale del 1500, italiano ed ebraico. È il manoscritto Hebreu 1199 della Biblioteca Nazionale di Francia, contiene 130 illustrazioni di piante medicinali, il catalogo che lo descrive non lo definisce alchemico, ma dice che “le manuscrit comporte à la fin des recettes plus détaillées sur l’emploi pharmacetique des végétaux représentés...” (il manoscritto contiene ricette dettagliate sull’uso farmaceutico delle piante rappresentate).

Bibliografia S. FERRI, Il “Dioscoride”, i “Discorsi”, i “Commentari”: gli amici e i nemici, in Pietro Andrea Mattioli. La vita, le opere, Perugia 1997. L’opera di Dioscoride era stata stampata per la prima volta nel 1478 in latino da Pietro Padovano a Colle Val d’Elsa; ma è del 1504 la famosa pubblicazione veneziana in greco di Aldo Manuzio. Seguono altre edizioni: nel 1506 a Firenze quella in latino di Marcello Virgilio Adriani (1464-1537), un medicosemplicista; nel 1516 Hermolao Barbaro (1455-1493) a Venezia stampa la traduzione in latino, e nello stesso anno viene pubblicata a Parigi da parte di Jean Ruell (1474-1537). La prima edizione italiana la si deve a Sebastiano Fausto da Longiano (Forlì), apparsa a Venezia nel 1542. Oltre a Dioscoride, Mattioli studiò i trattati di medicina araba di Albucasis, Serapione, Rhazes, Mesue, Avicenna. Consultò anche gli scienziati contemporanei Manardo, Brunfels, Fuchs, ed altri. P.A. MATTIOLI, “I Discorsi di M. Pietro Andrea Matthioli Medico Sanese, ne i Sei Libri della Materia Medicinale di Pedacio Dioscoride Anazarbeo”, 1557, Anghiari-Sala Bolognese 1993. R.PATAI, Alchimisti Ebrei, Storia e Testi, Genova 1997. S. HUTIN, “La vita quotidiana degli alchimisti”. A.A.V.V. “D’Une Main Forte, Manuscrits hebreux des collection française”, catalogo a cura di M. Garel, Parigi 1991. 56



LA VIA DEL CIBO

Fresco aroma di cardamomo di Manuela Zippo

ni, tanto da non permettere a nessuna macchina di entrarci. È una delle spezie più antiche e più apprezzate del mondo, la più cara dopo lo uale altra spezia riesce a dare immediata- zafferano e la vaniglia. Il primo documento in mente la sensazione di freschezza e allo cui è menzionata è il “Papiro di Ebers” scoperto stesso tempo di calore avvolgente? Il suo profu- in Egitto e risalente al 1550 a. C. Citato nello mo è floreale. Ricorda i chiodi di garofano, il Jayurveda veniva usato in India contro l’obesità, pepe e il pimento ma possiede anche note fre- le affezioni urinarie, le emorroidi e l’itterizia. I sche e resinose. Il consumo immediato è sem- Greci e Romani lo usavano in profumeria e plice. Aprendo il baccello che non pone grosse pare che le donne egizie bruciassero cardamoresistenze ci si ritrova con dei piccoli semi ros- mo ed esponessero poi il corpo al suo fumo sobruni in mano: non resta che portarli alla benefico e fragrante. Ne “Le Mille e una Notte” bocca ed ecco che sprigionano tutta la loro vengono elencate le sue proprietà afrodisiache. forza rinfrescante Nell’antichità veniva dolce-amara. La sonconfuso con il pepe nolenza tipica comtanto che Teofrasto e pagna di un pomerigDioscoride si riferigio di agosto sparisce scono ad una spezia e i pensieri si fanno che chiamano “amònitidi. La stanchezza mom ” che non è si allontana, la mente chiaro che si identifiè vigile e ritorna la chi con cardamomo voglia di agire. Eleto pepe. Anche Mattaria cardamomum, tioli fa notare che dai questo è il suo nome Greci e i Romani veniva definito il latino appartenente Immagine tratta da www.villaserbelloni.it alla famiglia delle “pepe d’India”. Galeno definì questo zingiberacee, è un arbusto che cresce selvatico nelle foreste tropi- seme “odorifero come il nasturzio, ma di quecali delle montagne dell’India. Viene coltivato sto meno caldo”. Oggi il cardamomo trova nello Sri Lanka, in Tailandia e nell’America impiego in India come ingrediente di numerosi Centrale ma il migliore cardamomo viene dalle curry, largamente usato nei dolci e in diverse foreste pluviali del Malabar. Può arrivare ai due bevande. In Europa settentrionale viene utilizmetri di altezza. Assomiglia al giglio e ha infio- zato per aromatizzare pane e dolci. In Italia rescenze azzurre con punte gialle. La spezia viene usato nell’industria liquoristica in particoconsiste nei semi racchiusi nelle capsule verdi lare nella preparazione degli amari. Ma i mago biancastre a seconda della lavorazione e riga- giori consumatori di cardamomo sono gli arabi. te da sottilissimi solchi. Ogni capsula è divisa in Essi ritengono che il cardamomo “rinfreschi il tre logge contenenti ciascuna 5 o 6 semi bruni sangue” e lo utilizzano per fare il qahwa. Esso è dall’odore e dal sapore fortemente aromatici. un caffè molto forte e viene offerto all’ospite Il cardamomo fiorisce da aprile a maggio, men- servito con una caffettiera d’ottone munita di tre le capsule maturano da agosto a febbraio. un lungo becco. Si pestano i chicchi di caffè In India viene raccolto dalle donne, rigorosa- con baccelli di cardamomo. Solitamente le promente a mano, perché i cespugli crescono vici- porzioni sono di 60-70 parti di cardamomo e

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LA VIA DEL CIBO

40-30 di caffè. Si aggiunge il tutto all’acqua calda e si bolle per due minuti. Si filtra e si serve caldo, nero e con zucchero. Ottimo per l’alito cattivo, digestivo lo si consuma anche semplicemente masticandone alcuni semi. Aumenta la concentrazione e la memoria. Lo si può utilizzare quotidianamente con un bicchiere di latte pestandovi dentro uno o due baccelli e facendo sciogliere un cucchiaino di miele.

Sbattete i rossi d’uovo con lo zucchero. Filtrate il latte e aggiungetelo all’uovo e zucchero. Sbattete bene il tutto e scaldate fino a che comincia ad addensarsi. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. Montate l’altra metà della panna, aggiungetevi i semi di cardamomo pestati e versateli nel composto raffreddato di latte e uovo. Mettete nel freezer per due ore. Tiratelo fuori e frullatelo. Rimettetelo in freezer per tutta la notte o almeno per 12 ore.

Alcune ricette rinfrescanti

Put Porrì leggero, fresco 50 g carvi 50 g cardamomo 50 g finocchio 6 gocce di olio di arancio 6 gocce di olio di lemongrass La base può essere fatta di foglie di alloro sminuzzate o petali di rose secche

Gelato al cardamomo 16 capsule di cardamomo verde intere 250 ml di latte intero 350 ml di panna 4 rossi d’uovo 75 g di zucchero a velo Pestate 10 capsule di cardamomo, scaldatele con il latte e metà della panna fin quasi al punto di ebollizione per due minuti. Lasciate raffreddare per 10 minuti. Togliete i semi di cardamomo dalle rimanenti capsule e pestateli.

Bibliografia “La via delle spezie” E. Riva Ed GVedizione “Spezie” M.A.Webb; Ed. Idealibri “Le Spezie” M.C. Salemi; Ed. Nardini.


LA VIA DELLE ORIGINI

“Ghi gruta”, dono prezioso a cura del Centro Lakshmi

mento, ma anche un medicinale. Cosa distingue l’alimento dal medicinale? Prima di tutto l’intenzione con cui viene usato, poi la quantità l burro che noi siamo abituati a consumare è e la posologia. Una cosa non esclude l’altra. formato in parte di acqua (circa 18%) e per il Questo fa sì che lo stesso ghi spalmato sul pane 2% di proteine solide. Il resto è grasso animale. sia una buona merenda, preso a cucchiaini a È questa combinazione che lo rende pesante e digiuno sia un valido aiuto per la gastrite! nocivo alla salute. Il ghi non è altro che burro le Lo si può assumere per via interna o esterna, a cui proteine e l’acqua sono state separate. In seconda del disturbo: è un potente cicatrizzanquesto modo si ottiete e disinfiammante ne un grasso “puro”, sia internamente che privo di colesterolo e per la cute. Via interna: pacifica facilmente digeribile. Pitta. Contro ulcera, In cucina si può utilizzare al posto di gastrite, evacuazione tutti gli altri grassi, frequente e feci poco per qualsiasi uso, formate. Sciogliere anche per friggere: un cucchiaino in un non fa né fumo né po’ d’acqua calda e schizzi e non brucia. bere al mattino a Può essere spalmato digiuno, 20’ prima sul pane, messo nei della colazione. dolci, e perfino sciolCome “pronto socto e usato per condire corso” per bruciori di l’insalata! Non va a stomaco: mezzo cucmale e non è neceschiaino deglutito con sario conservarlo in acqua calda. Assunto P. Cezanne “Natura morta con frutta”. frigorifero. con un’eguale quanLeningrado, Ermitage. Secondo l’Ayurveda tità di miele aiuta la il ghi è un dono prezioso, capace di nutrire vista. Essendo comunque un grasso riduce Vata senza appesantire, ma soprattutto di dare equi- alleviando gonfiori e stitichezza. librio a tutti e tre i Dosha. Essendo perciò un Via esterna: si può lavorare in tre modi: masbuon vettore, la tradizione Ayurvedica prevede saggi; applicazioni, ossia si spalma una quantità di far cuocere assieme al burro varie erbe e spe- moderata di ghi, quindi si copre con una garza zie, solitamente estratto di cumino, piper lon- o lo si lascia all’aria a seconda delle necessità; gum, fieno greco, withania somnifera, ottenen- per impacchi la quantità sarà maggiore e la do così un prodotto particolare: il ghi gruta. È parte viene avvolta con bende o pellicola traun alimento rinfrescante, riequilibrante per tutti sparente; per massaggi leggeri: fa riassorbire e tre i Dosha e in particolare per Pitta e quindi capillari e disinfiammare varici e vene evidenti; per tutti i problemi di pelle, di eruzioni, brucio- per applicazioni: cicatrizza ferite ed abrasioni, contro arrossamenti, eritemi, scottature, anche ri. È più digeribile degli altri grassi e facilita l’as- solari; per infiammazioni cutanee e per impacsorbimento degli altri elementi nutritivi. Come chi: strappi muscolari e contratture, tendinite ed tutti i preparati Ayurvedici non è solo un ali- infiammazioni.

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LA VIA DELLE ORIGINI

Come preparare in casa un ghi da cucina Bisogna far sciogliere mezzo chilo di burro a temperatura medio-alta in un tegame largo e a fondo spesso, mescolando. Se possibile lasciare 7,5cm di spazio sopra il contenuto della pentola. Per ottenere una distribuzione ottimale del calore è meglio spezzettare il burro, così che non si abbia ancora una parte solida e una che già bruci. Quando si forma la caratteristica schiuma bianca in superficie, si abbassa al minimo la temperatura e si lascia sobbollire senza mescolare finché il burro non si separa in tre parti: proteine solide sul fondo, liquido dorato in mezzo (il ghi) e la schiuma che è diventata una crosticina solida. Prima che si raffreddi si elimina la schiuma con un cucchiaio o una schiumarola, poi si filtra il liquido attraverso un tovagliolo cercando di smuovere meno possibile i residui sul fondo. Il procedimento per 500 gr. di burro è di circa un’ora, un’ora e mezza per 1 Kg, 2 ore per 1,5 Kg. Tutto dipende dalla qualità del burro di par-

tenza. Se il burro è stato lavorato bene avrà un bel colore chiaro, gusto dolce e si conserverà a lungo. Se la chiarificazione non è avvenuta bene o a fuoco troppo alto, avrà un colore scuro, gusto forte e potrà ammuffire. Sarà utilizzabile ugualmente, ma la qualità non sarà ottimale. È possibile aromatizzare il ghi in modo da avere piatti più saporiti. Le spezie vengono avvolte in una tela di cotone e immerse nel burro sciolto. Per 1,5 Kg. di burro si possono usare 3 cucchiai di cumino, oppure 2 di pepe in grani, bianco nero o verde. Per ricette particolari uso 25 chiodi di garofano, 2 cucchiai di semi di sesamo e un pezzetto di noce moscata. O ancora 5cm di zenzero tagliati a pezzetti. Naturalmente si può usare la spezia preferita per rendere personale il proprio ghi. In questo modo non si ottiene un vero e proprio ghi gruta, in quanto l’Ayurveda prevede piante medicinali e procedimenti particolari, quasi dei riti, per la sua produzione, ma è comunque possibile avere un ottimo prodotto da cucina che rifletta i nostri gusti e le nostre esigenze!






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