Mostra itinerante sull'Agricoltura Biologica in Trentino per le scuole primarie e secondarie di primo grado
BIO! Natura Salute Cultura
Testi Massimo Marchiori Michele Ferretto Biosphaera s.c.
Progetto grafico e logo Luca Corradi Biosphaera s.c.
Supervisione Silva Floriani (Con.Solida. s.c.s.)
BIO! Natura Salute Cultura Questo piccolo libro accompagna la mostra BIO! Natura, Salute, Cultura dedicata alle scuole primarie e secondarie di primo grado, con lo scopo di far conoscere il mondo dell'agricoltura biologica e le possibilità che essa offre: possibilità di contribuire al mantenimento di un ambiente rurale sano, in armonia con gli ecosistemi naturali, orientato al miglioramento della salute delle persone e della società in cui esse vivono. Il progetto della mostra si inserisce in una più vasta iniziativa di promozione delle produzioni biologiche attuata a livello nazionale dal Mipaaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) e coordinato a livello locale dalla PAT (Provincia Autonoma di Trento). I partner delle attività previste sono Associazione Trentina Agricoltura Biologica e Biodinamica (ATABIO), Trentino CIPA.AT Servizi srl (T. C. S.), consulente di direzione dott. Giovanni Tecilla e Federazione Trentina della Cooperazione.
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L'agricoltura è un attività economica inventata dall'uomo e lo accompagna nella sua storia ormai da migliaia di anni. Consiste nella domesticazione e coltivazione di specie vegetali a scopo alimentare o di altro tipo. Per farlo, l'uomo interviene a modificare i fattori naturali che regolano lo sviluppo vegetale: • le proprietà fisiche, chimiche e biologiche dei terreni per aumentarne la fertilità o adattarli alle piante che vi si vogliono coltivare • i fattori climatici, quali ad esempio il vento (piantando frangivento) la temperatura (utilizzando serre) o la disponibilità d'acqua (creando forme di irrigazione o drenaggio); pratiche come la scelta del periodo della semina, il trapianto o l'orientamento dei filari intervengono invece sui fattori appena elencati, ma assecondandoli, adattandosi cioè alle condizioni climatiche esistenti in un dato territorio • i fattori biologici intrinseci, che determinano l'anatomia, la biologia e la fisiologia della pianta, attraverso la selezione, il miglioramento genetico, gli innesti, le potature, le biotecnologie • i fattori biologici estrinseci, che determinano le relazioni fra le specie coltivate e le altre piante, animali e microrganismi che popolano l'ecosistema naturale, attraverso le pratiche del diserbo o l'uso di fitofarmaci L'allevamento è invece l'attività economica che fa crescere e riprodurre in cattività animali destinati a diventare cibo, pelli o pellicce o utilizzati a loro volta per lavorare nei campi o per essere commerciati.
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Agricoltura e allevamento hanno entrambe origini molto antiche, anche se l’allevamento, iniziato già 13.000 – 15.000 anni fa con l’addomesticamento del cane, ha probabilmente anticipato l’invenzione dell’agricoltura. L'agricoltura, considerata la "rivoluzione neolitica", si fa risalire a circa 10.000 12.000 anni fa, ma la domesticazione delle piante giudicate più utili rispetto ad altre specie selvatiche che non servivano al sostentamento umano fu un processo lento e graduale, importantissimo, ricco di tentativi ed errori, che iniziò ben prima dell'agricoltura in senso stretto e gettò le basi della rivoluzione agricola. La Mezzaluna Fertile (regione del Medio Oriente a cavallo tra gli attuali stati di Giordania, Egitto, Israele, Palestina, Siria, Iraq, Iran, Libano) spesso indicata come la "culla della civiltà" deve questi appellativi proprio al ritrovamento in essa dei più antichi siti neolitici, testimoni della nascita dell'agricoltura vera e propria, che avvenne lungo le rive fertili di grandi fiumi come il Nilo, il Giordano, il Tigri e l'Eufrate. In essa il clima permetteva la crescita di diversi cereali e legumi selvatici, che diventarono le principali coltivazioni di quel periodo: il farro, l'orzo, il lino, i ceci, i piselli, le lenticchie. Per quanto riguarda l'allevamento, nella stessa regione era possibile trovare almeno quattro delle specie più importanti per tale attività: pecore, capre, maiali e mucche, mentre il cavallo era presente nelle regioni limitrofe. La storia dell'allevamento ci mostra come l'uomo selezionò nel tempo animali facili da accudire e imparò a ricavarne non solo carne, ma anche prodotti secondari come il latte con tutti i suoi derivati e le uova.
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In Italia, la quantità di territorio a tutt'oggi destinata ad uso agricolo (SAU: Superficie Agricola Utilizzata) è di circa 13 milioni di ettari sui circa 300.000 km2 di territorio nazionale (1 ettaro, ha = 10.000 m2, cioè poco meno di un campo da calcio, quindi 13.000.000 x 0,01= 130.000 km2). Osservando le quantità di prodotti agricoli a livello mondiale, al primo posto troviamo la canna da zucchero, seguita da mais, riso, frumento, latte vaccino e patate. Nell'Unione Europea invece primo fra tutti è il frumento, seguito dal latte vaccino, barbabietola da zucchero, orzo e mais. In Italia al primo posto troviamo invece la produzione di latte vaccino, seguito da frumento, quindi uva, barbabietola da zucchero, olive, arance, mele: a livello mondiale siamo il maggiore produttore di uva, seguiti dalla Cina e dagli Stati Uniti e il secondo produttore di olive, preceduti dalla Spagna. Per quanto riguarda l’allevamento, il numero di capi di bestiame in Italia si aggira intorno ai 194 milioni, con circa 160 milioni di individui nel settore avicolo, 9 milioni di suini, 7 milioni di ovini, 6 milioni di bovini, 1 milione di caprini e 150.000 equini. Per approfondire FAO Food and Agricolture Organization of United Nations faostat.fao.org ISTAT Istituto Italiano di Statistica dati.istat.it o censimentoagricoltura.istat.it
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L'IFOAM, la Federazione Internazionale dei Movimenti per l'Agricoltura Biologica, definisce l'agricoltura biologica in questo modo: "Tutti
i sistemi agricoli che promuovono la produzione di alimenti e fibre in modo sano, socialmente, economicamente e dal punto di vista ambientale. Questi sistemi hanno come base della capacità produttiva la fertilità intrinseca del suolo e, nel rispetto della natura, delle piante, degli animali e del paesaggio, ottimizzano tutti questi fattori interdipendenti. L'agricoltura biologica riduce drasticamente l'impiego di input esterni attraverso l'esclusione di fertilizzanti, pesticidi e medicinali chimici di sintesi. Al contrario, utilizza la forza delle leggi naturali per aumentare le rese e la resistenza alle malattie". Secondo il regolamento europeo (n. 834/2007) l'obiettivo dell'agricoltura biologica è quello di stabilire un sistema di gestione sostenibile che: • rispetti i cicli naturali e mantenga la salute dei suoli, delle acque, delle piante, degli animali e l'equilibrio tra essi • contribuisca ad un alto livello di diversità biologica • assicuri l'impiego responsabile dell'energia e delle risorse • rispetti criteri rigorosi in termini di benessere animale • miri ad ottenere prodotti di alta qualità • miri a produrre un ampia varietà di alimenti che rispondano alla domanda dei consumatori L'area totale in conversione o convertita al biologico in Italia è superiore a 1.000.000 ha, con predilezione per la produzione di cereali, olive e uva. Gli operatori del settore sono più di 48.000, fra produttori, preparatori e importatori. Per approfondire SINAB Sistema di Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica www.sinab.it
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I primi agricoltori si accorsero presto che coltivando cereali su uno stesso campo, per diversi anni di seguito, dopo un certo periodo non si otteneva più una produzione soddisfacente. Per loro la soluzione più semplice era quella di cambiare area di coltivazione e spostarsi in un nuovo terreno vergine, per ritrovare la fertilità necessaria. Ma il miglioramento delle tecniche insieme a molti tentativi e fallimenti fecero scoprire la possibilità di "rigenerare" il terreno lasciandolo, per così dire, "a riposo" per una o più stagioni. Nella classica rotazione triennale delle colture, sperimentata già a partire dal Medioevo, in ciascuna area coltivata si alternano un anno grano, una anno legumi e un anno riposo. Il vantaggio della rotazione deriva da alcune caratteristiche principali proprie delle specie coltivate, unite ad altre dovute al processo stesso di avvicendamento: • il ciclo biologico dei parassiti di una certa coltura viene interrotto, perché vengono tolte le piante di cui essi si nutrono • i diversi apparati radicali (fascicolato o fittonante) propri di ciascuna coltura, migliorano la struttura del terreno • la presenza di leguminose, grazie alla simbiosi con i batteri azotofissatori, arricchisce il suolo di elementi nutritivi In generale poi, gli avvicendamenti sono studiati in maniera tale per cui l'arricchimento del suolo dovuto ad una specie sia utile per la specie successiva. Nell'orto, ad esempio, una successione utile potrebbe essere quella tra pomodoro > trifoglio > zucchina > lattuga, con la parte destinata a trifoglio trattata a sovescio. Nel caso in cui un azienda biologica si occupi anche dell’allevamento, la rotazione delle colture che prevede una parte destinata al foraggio, oltre a far riposare il terreno, fornisce anche l'alimento per gli animali.
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BIBLIOGRAFIA Benvenuti Vladimiro, Agricoltura biologica e biodinamica per lo sviluppo sostenibile, Armando Editore, Roma 2010 Covino Daniela, Che cos'è l'agricoltura biologica, Carocci Editore, Roma 2007 Eldredge NIiles (a cura di), La vita sulla Terra. Un enciclopedia della biodiversità, dell'ecologia e dell'evoluzione, Codice edizioni, Torino 2004
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Manuale prodotto nell'ambito della "Settimana del Biologico in Trentino" 2011
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