SCIENZA
La spedizione “Asini e Scienziati”
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Sulle orme di Paolo Lioy Accompagnati da due asine coraggiose, un gruppo di storici e ricercatori di Vicenza ha ripercorso la route che l’archeologo vicentino Paolo Lioy affrontò nel 1879 per studiare la Lessinia. Dalla Val d’Illasi al Ponte di Veja, per una vera e propria spedizione in vecchio stile.
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ue asini, uno scienziato, un geologo, un cronista e una guida alpina. Sulle spalle gli zaini, contenenti scatole e scatoline per fossili e insetti, picconi e martelli per rompere le rocce, bussole e carte topografiche per orientarsi. Quattro giorni di cammino, da San Giovanni Ilarione al Ponte di Veja, attraversando prati, luoghi e sentieri della sempre eterna Lessinia. Era il 1879 quando Paolo Lioy, naturalista, archeologo e politico di primo piano nella Vicenza della seconda metà dell’Ottocento, intraprese questa speciale spedizione. Lo scopo era quello di visitare le importanti località fossilifere della Valdalpone, oltre che raccogliere materiale naturalistico, lungo
un percorso che lo portò a visitare la Pesciara di Bolca, cima della Zevola, Podesteria, Erbezzo per concludersi allo spettacolare ponte naturale di Veja. E poi giù da contrada Bellori, partendo da lì per raggiungere Verona, solo dopo due ore di carrozza. Una vicenda curiosa, ma pur sempre accaduta sulle nostre montagne. Un aneddoto che ha ispirato un gruppo di scienziati, storici e ricercatori vicentini che, in occasione del centenario della morte del celebre personaggio, dal 2 al 6 settembre 2011, ha seguito le sue orme e realizzato un film documentario, presentato lo scorso 15 marzo a Vicenza. Oggi come più di cent’anni fa, due asine, Agata e Natalina, hanno accompagnato i nove escursionisti, alleggerendo il trasporto dei materiali più pesanti. Da qui Sviluppi futuri dell’escursione del 2011 Il materiale raccolto nel corso della spedizione entrerà a il logo della spedizione, “Asifar parte della collezione del Museo Naturalistico Archeoni & scienziati”, che si basa logico di Vicenza, mentre il documentario verrà presentato su una divertente somiglianin eventi e serate divulgative organizzate nei comuni interessati dal percorso. Ma non finisce qui. L’itinerario verrà za tra i due protagonisti del infatti riproposto al pubblico come trekking turistico, con progetto.«Entrambi sono cul’affiancamento di una guida storico-naturalista e la compariosi, pazienti e ostinatamente gnia di due asini muniti di basti per il trasporto dei viveri e dei bagagli. Il percorso è stato inoltre riconosciuto dal WWF scrutano il mondo che li circome “Campo avventura”. Maggiori informazioni in merito conda. Come l’asino esplora ai progetti e ai sviluppi futuri del progetto “Asini & scienziati” in continuazione il territorio sono disponibili al sito www.cooperativabiosphaera.it in cui vive, così lo scienziato
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Giornalepantheon aprile 2012
La spedizione “Asini e Scienziati”
Paolo Lioy in un dipinto d’epoca
di Jessica Ballarin
scruta con occhio curioso l’orizzonte della propria conoscenza». E il viaggio di questi asini e scienziati, dalle valli alle cime della Lessinia, ha permesso di riscoprire un paesaggio ricco di storia, natura e tradizioni. Luoghi, malghe e contrade che sembrano essere rimaste immutate nel corso inesorabile del tempo e il cui aspetto poco si allontana dalle descrizioni contenute nelle pagine del diario dell’escursione storica del Lioy. «A differenza di quella bassa, la parte alta della Lessinia è ancora ricca di fascino, lontana dal degrado che lo sviluppo urbanistico porta con sé» spiega Antonio Dal Lago, conservatore del museo Naturalistico Archeologico di Vicenza e organizzatore della spedizione. «Nell’attraversare prati e sentieri, abbiamo potuto rivivere le emozioni del piccolo gruppo del 1879. Certo, il paesaggio è in parte mutato rispetto ad allora. Il Lioy parlava di una vasta varietà di orti e coltivazioni. Oggi, resiste solo qualche piccolo orticello, mentre prevalgono i prati, i pascoli e qualche vigneto». Quasi un ritorno a un ambiente più naturale e selvaggio, ora che agricoltura e allevamento non sono più le principali attività di sussistenza degli
abitanti di queste zone. Se ancora resistono le contrade di allora, abitate per lo più da persone anziane, lo stesso non si può dire per altri luoghi e tradizioni, che cento anni di storia e innovazioni hanno inevitabilmente mutato. Tra le righe dell’antico diario, viva era, per esempio, l’immagine della notte trascorsa dal gruppo nell’osteria di Podesteria, oggi rifugio aperto solo nel periodo estivo. L’oste ospitale, i malghesi e cacciatori che giocavano alla morra, bevevano e gridavano, riempivano la vita della montagna di fine Ottocento. Per non parlare poi dell’abbondanza di pascoli, soprattutto in estate, quando si
raggiungevano i 9000 capi di bestiame. Il diario contiene inoltre alcune preziose considerazioni sulla produzione di formaggio dell’epoca: “15.000 grassi d’estate e 20.000 magri invernali”. «Durante la nostra escursione abbiamo ovviamente notato come le mucche da latte siano molto meno numerose di quelle da carne, che richiedono minori attenzioni e non si alimentano solo al pascolo ma anche con mangimi. Ecco perché accanto alle malghe sono apparsi silos metallici». Per una flora e una fauna che si mostrano in tutta la loro bellezza e straordinarietà anche ad un secolo di distanza, nella Lessinia, come nel resto del mondo, sembrano essere soprattutto gli uomini e le loro abitudini ad essere cambiati. Chissà cosa penserebbe il Lioy se scoprisse che gli escursionisti di oggi hanno dovuto in parte modificare il loro percorso per poter ricercare antichi sentieri lontani dalle trafficate strade asfaltate, mentre lui, con stupore, elogiava «la nuova strada carrozzabile che da Erbezzo discende a Lugo in Valpantena, strada meravigliosa, per bellezza e comodità».
I protagonisti di oggi e di ieri
L’escursione del 2011 è stata organizzata dalle cooperative Biosphaera s.c. di S. Vito di Leguzzano e I Berici s.c.s .di Arcugnano, in collaborazione con il Museo Naturalistico-Archeologico di Vicenza. Alla spedizione hanno partecipato: Antonio Dal Lago, coordinatore scientifico del progetto; Enrico Gleria, geografo, cronista ufficiale del gruppo; Ermanno Quaggiotto, appassionato paleontologo; Roberto Battiston, conservatore dei musei di Valstagna; Massimo Marchiori e Michele Ferretto, operatori della cooperativa “Biosphaera”; Martino Dal Lago, della cooperativa “I Berici”; Paolo Bernardi e Antonio Ricossa, che si sono occupati delle riprese video e audio. Ben più piccolo il gruppo originario del 1879, composto da: Paolo Lioy; Antonio De Gregorio, geologo; Scipione Cainer, segretario del CAI di Vicenza; Giovanni Meneguzzo, guida alpina.
Un momento di analisi del percorso
Selleria Campara
Selleria Campara - Via Lessinia, 6 - 37030 Velo Veronese (VR) - Italy Tel./Fax +39 045 6519056 - Cell. 347 9115904 - info@selleriacampara.it Orari: 8.00/13.00 - 16.00/19.30 - DOMENICA APERTO TUTTO IL GIORNO Chiuso il pomeriggio di lunedì e mercoledì.