Les Chiens Courante

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La rivista ufficiale di razza del Club Italiano Bleu de Gascogne – Gascon Saintongeois – Ariégeois – Bruno del Giura – Griffon Vendéen – Fauve de Bretagne – Porcelaine (Club riconosciuto dall’E.N.C.I.) n. 37 OTTOBRE 2012 Direttore responsabile Gabriella Brioschi Comitato di Redazione Giancarlo Raimondi Mauro Uggeri Leonello Zaniboni

È un periodico quadrimestrale edito dalla Edizioni Idea Donna Via Milano, 39 20090 Cesano Boscone (Mi) Registrato presso il tribunale di Milano il 26/05/03 con il n° 344 Redazione e grafica Magia Studio Redazionale snc - Novara info@magiastudio.it www.magiastudio.it Stampa DE-SI Trecate (Novara)

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Sede del Club Club Italiano Bleu de Gascogne Cascina Comuna, 1 28064 Carpignano Sesia (No) Telefono e fax 0321/824241 Presidente Giancarlo Raimondi Vice Presidenti Gianni Bastoni Mauro Uggeri Leonello Zaniboni Segretario Rag. Angelo Cornetti Consiglieri Onorari Ermanno Forni Antonio Pirotta Giulio Brustia Giovanni Frandini Consiglieri Enrico Peretti Carlo Brusa Biagio Costamagna Mauro Pasquinucci Floriano Cocilova Vilmo Mora Giuseppe Dodino Davide Raimondi Dott. Gianercole Mentasti Probiviri Effettivi Avv. Rosita Fezzi Flavio Munafò Roberto Pro Supplente Mauro Bigio Revisori dei conti Claudio Brolli Gaetano Zoccali

Commissione Tecnica Biagio Costamagna Davide Raimondi Giancarlo Raimondi Mauro Pasquinucci Mauro Uggeri Marco Barbanera Giuseppe Dodino

Le tessere possono essere richieste direttamente ai responsabili del tesseramento. In alternativa ci si può rivolgere anche alla segreteria del Club tramite l’invio di un vaglia postale di 25.00 € intestato a: Club Italiano Bleu De Gascogne Cascina Comuna 1 - 28064 Carpignano Sesia (No) In questo caso è indispensabile indicare oltre ai dati anagrafici e all’indirizzo dell’interessato anche il codice fiscale, la data e il luogo di nascita. La segreteria del Club provvederà all’invio della tessera e delle riviste. In mancanza anche solo di una parte dei dati sopra citati la tessera non potrà essere convalidata. I soci delle sezioni che non hanno versato la quota associativa entro il 31 marzo non ricevono la rivista del Club.

Responsabili Tesseramento Uggeri Mauro - Via Bassa - 25018 Montichiari (Bs) Bordiga Fermo - Via A. Moro 40 - 25086 Rezzato (Bs) Forni Ermanno - Via Marconi 182 - 27050 Cervesina (Pv) Peretti Enrico - Via Torino 4/e- 10055 Condove (To) Bigio Mauro - Via Pascoli 207 - 18038 Sanremo (Im) Brusa Carlo - Via Borgo 62 - 27020 Marcignago (Pv) Bastoni Gianni - Via Matteotti 33 - 46010 Gazzuolo (Mn) Zaniboni Leonello - Via Alberici 33 - 42024 Castelnuovo S. (Re) Mora Vilmo - Via Cervino 26 - 41100 Modena Pasquinucci Mauro - Via Galimberti 33 - 56025 Pontedera (Pi) Cocilova Floriano - Fraz. Moscosi 38 - 62011 Cingoli (Mc) Costamagna Biagio - Corso Einaudi 16/a - 12062 Cherasco (Cn) Farmetani Danilo - Via Castellina 180 - 53040 Sinalunga (Si) Barbanera Marco - Podere Saltarello - 06060 Città d. Pieve (Pg) Dodino Giuseppe - Via Rive 2/2 - 17040 Quiliano (Sv) Raimondi Davide - Casc. Comuna 1 - 28064 Carpignano S. (no) Padiglioni Agnese - Vocabolo Casabianca 97 - 06056 Massa Martana (Pg) Azara Martino - Località Monticanaglia Box 100 - 07021 Arzachena (Ot)


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n grazie grande grande! Mi sento in dovere di un particolare ringraziamento a nome del Consiglio e mio personale ai Soci per la grande annata trascorsa con i nostri cani insieme al Club. Questi Cinofili che hanno contribuito ancora una volta al successo delle nostre attività, presenziando in ogni parte d’Italia, sono stati encomiabili e il merito dell’ottima qualità delle nostre razze passa principalmente dal loro impegno, dimostrato in anni di grandi successi. Le centinaia di sportivi che hanno seguito questa annata piena di alta qualità, hanno potuto evidenziare ovunque, la trasparenza della gestione, la competenza di chi giudica e i cani che ottimamente rappresentano il Club. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito al successo organizzativo, come Marco Barbanera, Gianni Bastoni, Vilmo Mora, Leonello Zaniboni, Mauro Pasquinucci, Graziano Bartaloni, Mauro Uggeri titolare del Bandiasso, Biagio Costamagna, Ferruccio Boveri, Alessandro Favo, Floriano Cocilova, Gilberto Rossato, Gianfranco Gemignani, Emiliano Pericoli, i fratelli Lui, Martino Azara, Nicola Di Nucci, i Sigg. Nelli Riccardo e Ottavio Lucifero titolari della riserva di Rocchette-Punta Ala, a Piero Totti, all’onnipresente Mirco e molti altri anche se nell’anonimato, hanno portato al successo ogni attività del Club. Ai Responsabili del tesseramento, riportati sulla rivista, essenziali nella gestione, per mantenere i contatti con i Soci e con la segreteria centrale. Un grazie ai Giudici che con la loro competenza sono partecipi di questo miglioramento e a chi ci ha ospitato, alle Provincie, agli ATC, alle Aziende Faunistiche, ai Gestori dei recinti da cinghiale che hanno offerto i loro magnifici terreni con animali selvatici di ottima qualità, a Silvia, la nostra ottima Segretaria, molto competente e che a volte deve sopportare concorrenti un po’ distratti, (ma queste disattenzioni non dovranno più succedere). Una menzione particolare ai Commissari di ring e agli Accompagnatori delle batterie delle prove, molto positivi ed essenziali per l’ottima riuscita di ogni attività. E noi della segreteria per essere perfetti... miglioreremo ancora! La segreteria

Regolamenti

Alla fine del Campionato Italiano su cinghiale di Castiglione della Pescaia 2013, parteciperanno le migliori 5 mute classificate al Campionato Sociale di Orvieto e le migliori 3 di Layatico. Una sola muta per proprietario. Alle semifinali del Campionato Italiano su lepre di Volta Mantovana 2013, parteciperanno tutte le mute qualificate eccellente o 1° molto buono nelle prove di lavoro, nell’anno in corso, antecedenti alla data delle semifinali. Alla finale parteciperanno le migliori cinque mute di proprietari diversi: le prime classificate di ogni batteria ed eventualmente le migliori seconde. Alle Coppe Europa su lepre e su cinghiale saranno ammesse solamente le mute che hanno partecipato al rispettivo Campionato Sociale del Club.

Convocazione assemblea - Sabato 5 gennaio 2013 CLUB ITALIANO BLEU DE GASCOGNE - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano Sesia (Novara) – Tel. e Fax 0321 – 824241 AvvISO DI CONvOCAzIONE Tutti i soci sono convocati in Assemblea Generale per il giorno Sabato 5 gennaio 2013 alle ore 9.00 in prima convocazione qualora l’assemblea andasse deserta, Il campione del mondo Erold,1, Porcelaine della essa si terrà in seconda convocazione lo stesso giorno alle ore 11.00 a Carpignano Sesia (novara) Cascina Comuna per deliberare il seguente ordine del giorno: Segugio Europa, vince il “Best in show” in Gallura. 1. Relazione del presidente; 2. Approvazione Bilancio 2012 e previsioni 2013; 3. Attività 2013; 4. nomina Presidente del seggio e di due scrutatori; 5. Varie ed eventuali. Tutti i soci in regola con il tesseramento possono partecipare di persona o delegare un altro socio per il loto voto. Ogni socio può portare n. 3 voti per delega. DELEGA Io sottoscritto _______________________________________ delego il Sig. ________________________________________________ a votare per me all’Assemblea Generale del Club Italiano Bleu de Gascogne del 5 gennaio 2013 a Carpignano Sesia (no). Firma ______________________________________________________ Le deleghe dovranno pervenire entro le ore 20.00 del 4 gennaio 2013 presso la Segreteria del Club.

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La caccia al tempo dei reali L

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La caccia dei Gonzaga a Mantova, dei Medici a Firenze, dei Borboni a napoli è stata in certi periodi molto simile a quella della Vénerie francese, ma i territori italiani in generale, non erano, nemmeno a quel tempo, di elezione per questa forma di caccia. Infatti la Vénerie non è mai stata una moda ritualizzata come in Francia. Ad una eccezione, presso il reame di Piemonte e Sardegna che, sotto la dinastia dei Savoia, illustra con fasto, dal XVII° al XVIII° secolo, una Vénerie che fu la copia conforme alla venerie francese, linea dinastica molto vicina e persino confinante. I Savoia costruirono importanti dimore di caccia: Castellamonte, Juvara, Alfieri, Racconigi, Stupinigi, Venaria, rivaleggianti con quelle francesi: Fontainebleau, Saint Germain, Versailles, Rambouillet, Compiègne, Saint-Cloud, Marly, Chambord, per un totale di circa 150.000 ettari cacciabili. nello stesso periodo, i principi piemontesi organizzarono i boschi con strade sterrate, punti di ritrovo e di bivacco, degni del massiccio dell’Ile di Francia. Le fastose dimore e i loro parchi di caccia, conservano ancora oggi, per gli amatori dell’arte e della storia cinegetica, un interesse considerevole. Dal XVI° secolo, tutta la pianura piemontese, da Vercelli al Po, dalle Alpi alle colline torinesi, fu un immenso solo dominio, ordinato attorno a dei castelli che i Savoia costruirono principalmente per la caccia. La dinastia sabauda ne nutriva una passione atavica e molti suoi principi furono famosi per questa nobile arte: Amedeo VII detto il conte rosso (1360-1391), Filiberto il cacciatore (1465-1482), Filiberto il bello (1480-1504), e molti altri come Carlo-Emanuele II e Vittorio Amedeo II, costruiranno a loro gusto per la caccia, per i cani e i cavalli, Venaria Reale e Stupinigi. Tra Torino e i primi contrafforti delle Alpi, che compone uno spettacolare decoro come un teatro, il territorio di Venaria reale, come quello di Stupinigi, acquistato dal duca Carlo-Emanuele II di Savoia, fu luogo di piacere, simbolo di grandezza e potere. nel prolungamento

dei giardini, del parco e tutta la proprietà permetterà all’equipaggio reale di cacciare fino ai confini con le Alpi. Stupinigi illustra il più imponente esempio delle dimore di caccia della dinastia dei Savoia. I quattro grandi quadri che nel castello fanno bella mostra sulle storie di caccia, costituiscono un documento appassionante sulla Vénerie reale. nulla è immaginato. Dai personaggi ai paesaggi, dai costumi ai cavalli e ai cani. È stato descritto l’equipaggio reale e il rituale di una caccia con la muta di segugi nel Piemonte del XVIII° secolo. nel regno di Piemonte e Sardegna, solo il re possedeva un equipaggio per cacciare il cervo. Roberto di Salnove, autore di un eccezionale trattato sulla Vénerie reale francese, fu scudiero e seguì in Italia madame reale, Cristina di Francia sposa a Torino, prima di divenire Luogotenente e poi Comandante della Vénerie reale, per la caccia al lupo alla Corte di Francia. Scrisse che la Vénerie dei Savoia del XVI° e nel XVII° secolo era la stessa praticata nel rispetto delle forme francesi. Salnove ha cacciato con i Savoia dal 1626 al 1637, dirigendo le loro cacce. Come lui stesso ha descritto nei primi 5 capitoli del suo libro, nel trattato consacrato al cervo, nei quali abbondano i dettagli sul modo di cacciarlo e inseguirlo in Piemonte, in tutte le stagioni dell’anno. Il territorio di caccia, (non è come il milione di ettari delle Landes), era reso difficile per i molti fiumi che l’animale inseguito superava nella sua fuga, mettendo in grande difficoltà cavalli e

La caccia dei Savoia.

Una delle lettere intercorse tra Casa Savoia e Valentino Delapierre.


Un disegno ritrovato nell’archivio di Valentino Delepierre. cani. In media le cacce duravano quattro ore. L’organizzazione era: duecento uomini con duecento cavalli e dai cento ai centoquaranta cani. Calcolato l’equipaggio sul modello francese: un Grand Veneur, un primo piqueur, un secondo piqueur, quattro piqueur semplici, diciassette valenti di cani, sette valenti di limiere, un veterinario, alcuni suonatori di tromba, un gran numero di palafrenieri, guardie, cuochi e aiutanti vari. Tutti in uniforme, in funzione del rango e dei compiti nell’equipaggio. Questo tipo di caccia si interruppe a causa delle guerre che dispersero le mute e distrussero i selvatici. Ricostruì l’equipaggio

Carlo Alberto, presso il castello di Racconigi, dove visse la sua giovinezza, ma la Vénerie comincia a declinare sotto il regno di Vittorio Emanuele II detto il re cacciatore, che preferiva la caccia con il fucile e particolarmente la caccia in alta montagna. La proprietà della Mandria a Venaria reale, vasto parco di 4000 ettari cinti di mura, (il secondo in Europa dopo Chambord), illustra questa metamorfosi e la definitiva fine della storia a Stupinigi come alto luogo cinegetico, come illustra una pittura, nella quale il primo re d’Italia vive borghesemente con i suoi cani, a dimostrazione che la sua caccia era un’altra, preferendo

camosci e stambecchi cacciati con il fucile, come è confermato dall’enorme collezione di trofei. Abbiamo avuto la possibilità di acquisire un’enorme ed accurata raccolta di lettere tra l’Avv. e Cav della Corona, Valentino Delapierre, proprietario di un’immensa estensione in Valle d’Aosta, che comprendeva le valli di Valsavaranche, Val Clavalitè, Val d’Ayas e Val di Gressoney. Di questo grandissimo cacciatore abbiamo ottenuto tutte le documentazioni da suo nipote Riccardo Tercinod che ha recuperato il diario riportante la sua storia che è la storia del Gran Paradiso prima e appena dopo la costituzione del Parco. I suoi anni di caccia e lui viveva solo per questo, vanno dall’età di 10 anni, dal 1873 al 1941, morì nel 1942. Il diario, da lui scritto a mano, riporta anche le catture da lui stesso effettuate in quei monti, per un totale di: 640 camosci, 1426 marmotte, 43 lepri, 17 fagiani di monte, 13 pernici, 6 volpi, 5 falchetti, 41 ermellini, 1 aquila reale, il tutto senza aver mai posseduto un cane. Questo diario riporta le catture giornaliere, divise per anni, il tipo di animale, il punto preciso della valle dove è avvenuta la caccia e la cattura. Durante le guerre ha perso qualche stagione. nei documenti notiamo altresì che le lettere intercorse con la Casa Reale furono molte e per parecchi anni, durante i quali avvennero concessioni di caccia e la cessione di battute agli stambecchi (animali che lui personalmente non gradiva cacciare e non ha mai cacciato). Valentino Delapierre abitava a Torino in Via Reggio n° 6, non si sposò mai e il nipote afferma di non aver mai saputo l’origine delle sue fortune. Di certo le Valli non le ereditò da alcuno perché più volte affermò di averne acquistato una da ben 19 proprietari diversi. non risulta se esercitò l’attività di avvocato. Risiedeva a Gressoney in località Edelboden da agosto fino a quando gli era possibile cacciare, ma lo faceva abitualmente anche sulla neve, procedendo con le racchette fino a gennaio. nelle Valli possedeva molti rifugi e bivacchi dove poteva alloggiare per alcune notti. Si faceva accompagnare almeno da un portatore che doveva camminare sempre in silenzio dietro di lui. nella sua riserva possedeva importanti alpeggi come quelli di Salza, Rhos, Sicken, Treyen, e Cortlis. G.R.

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L’informazione! I

l giornale di una Società specializzata deve parlare di razze, non per come la pensa chi lo mette insieme, ma divulgare le tecniche di utilizzo sui vari animali selvatici di competenza, i risultati di esposizioni e prove, eventuali problemi riscontrati in qualche razza e magari alcuni consigli per come risolverli, se ne è capace, oppure per non fare danni, si dovrà dedicare ad altro. Occorre qualche idea (possibilmente esatta) per come allevare al meglio, evidenziare particolari soggetti importanti. Un po’ di storia è indispensabile per sapere come e perché le razze hanno certe caratteristiche, conoscere la loro provenienza e il perché sono state ricercate e fissate certe particolarità.

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Deve essere ben chiaro il passato per un buon presente e un ottimo futuro. Tali notizie si possono trovare sulla rivista del Club e forse anche altrove, ma non sempre sono ben copiate per strane convenienze, oppure si leggono idee personali che poco o nulla hanno a che vedere con il passato e il presente, oppure vengono non inspiegabilmente incensati personaggi vari, con obbiettivi diversi da quelli cinofili. Un tempo non esistevano riviste per i segugi esteri, con l’avvento del Club, tutti i giornali del settore, forse per “stare alla moda”, sono pieni di foto e notizie riguardanti le nostre razze: un successo previsto, ma non pensavamo proprio così grande… meglio così! Purtroppo c’è anche l’altra faccia della medaglia, infatti tanta gente scrive, ma purtroppo non sa cosa, perché la materia è ben conosciuta da pochissimi e i tanti arrivati degli ultimi anni avrebbero più bisogno di ascoltare e leggere meglio. noi, dopo 40 anni di esperienza diretta, siamo ancora qui per carpire qualche sfumatura. Questi esimi personaggi che vivono di pettegolezzi, curiosano di fatti non di loro competenza e divulgano notizie non vere, noi li lasciamo ai loro problemi, siamo al di fuori e al di sopra di queste stupidaggini. Saranno ripagati per quello che meritano, lo sanno bene

che il tempo è galantuomo, paga il giusto al tempo opportuno. noi lavoriamo solamente per il bene di tutte le nostre razze, perché le amiamo e lo abbiamo sempre dimostrato, perciò siamo consapevoli di divulgare esatte notizie su di esse con la concreta e fondata presunzione di conoscerle, senza incensare inutili personaggi mitologici o attuali, ma i veri cultori delle razze che hanno contribuito e contribuiscono al loro successo, senza falsi obbiettivi. Gli scritti di come rinsanguare o consigli per immettere cani strani o addirittura bastardi, sotto il falso nome di ritempra, sarà meglio vengano cestinati sul nascere. Sarebbe una vergogna! Queste operazioni si facevano 50 o 100 anni fà, ora non più. La cinofilia ha cambiato faccia, non servono rinsanguamenti con bastardi, ora le razze sono forti, ben fissate e hanno al loro interno un numero considerevole di individui in grado di garantire un ottimo presente e un sicuro avvenire. Chi ha di questi problemi probabilmente non è capace di allevare oppure non guarda con giusto occhio il mondo attorno. Se fosse seguito quello scellerato obbiettivo, si creerebbe un danno irreversibile e se questa è una pratica qualche volta usata nella grande vènerie francese, lo è per scopi diversi da quelli cinofili, effettuati su pochi esemplari, in allevamenti con centinaia di individui, dove lo scarto è ingente e la ritempra si rende necessaria quasi solamente per evitare l’abbassamento di taglia. Per razze che mediamente sono al di sopra dei 70 cm al garrese, l’abbassamento di taglia è sempre stato un problema. non esistono razze da seguita di taglia superiore ai chien d’ordre e la consanguineità fissa il tipo e importanti caratteri, ma crea abbassamento. Occorre notare che gli equipaggi con centinaia di cani, presentano alle loro feste in esposizione, un massimo di una decina di soggetti mediamente poco più della metà raggiunge l’eccellente e molti sono senza pedigree. Spero che questo concetto sia chiaro. noi questa

strada non la dobbiamo percorrere, questi sistemi non fanno per le nostre razze, ripeto: non ne hanno bisogno! Occorrerebbero 50 anni per togliere certe tare, qualcuna datata la stiamo perdendo, principalmente portata dalla Francia con importazioni commerciali che ben poco hanno di cinofilo e abbastanza azzardate, non è il caso di immetterne delle nuove. Chi la pensa diversamente, lo farà a suo rischio, imboccherà una strada senza uscita, senza futuro e capirà troppo tardi la propria follia. Di chi è il merito del successo del Petit Bleu de Gascogne in Italia, dell’Ariégeois, del Gascon Saintongeois, del Porcelaine, del Bruno del Giura, del Briquet Griffon Vendéen, del Griffon Bleu de Gascogne e di ogni altra razza estera presente in Italia da decenni? Di certo non di chi ha incrociato con bastardi oppure di chi consiglia questa operazione, meno ancora di chi ha fatto delle apparizioni curando maggiormente la propria immagine. Il merito è esclusivamente di chi ha offerto un miglioramento alla razza, con continuità, con una identità spesso senza clamori, con serietà, anni di allevamento con ottimi e costanti risultati, oppure acquistando soggetti da allevatori seri, non da commercianti, ma da coloro che mantengono un’ottima morfologia in parallelo con il lavoro, mettendo insieme una giusta omogeneità coerente con la razza, che allevano effettivamente e personalmente nel loro allevamento. Molti invece raccontano barzellette e qualcuno pure le vende! Il Club le informazioni esatte le regala e gratuitamente se le fà anche copiare, ma non sempre questa traslazione è effettuata in modo corretto. Abbiamo visto pubblicati standard sbagliati, foto di cani inguardabili, strumentalizzati o incensati proprietari che invece dei meriti hanno fatto dei danni e molte altre idee che se ascoltate porterebbero fuori strada, o meglio, fuori razza! È importante tenere sempre alta la guardia, e non inseguire fantasmi. P.S.


L’artificializzazione del cinghiale e della sua caccia

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Marzi con i suoi Griffon Bleu de Gascogne.

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a caccia è e deve essere naturale, con i cacciatori che sono i primi ecologisti. La caccia è l’interfaccia della natura e della cultura, è la fase tra il contemplare e l’appropriarsi del selvatico, il vivere tra la tensione e l’amore che conserva, con il desiderio di prendere. Dalle sue origini, il cacciatore ha utilizzato dei sistemi tecnici tra i più sofisticati del suo tempo: pietre, lance, archi, trappole, fucili, cannocchiali….), sempre in miglioramento per ovviare alle difese degli animali selvatici, minimizzare i rischi, guadagnare in efficacia e recentemente per limitare il sovraffollamento animale. non essendo più un’attività vitale per l’alimentazione e la difesa, la caccia consiste alla fine, di catturare il selvatico ed elogiarne la sua cattura. Il primo valore è l’arte cinegetica, ritenuta un’etica, vuol dire una limitazione volontaria del persistente utilizzo della tecnologia, significa l’utilizzo del solo cane o mute di cani

per cacciare un animale selvatico. Ma la modernità non comprende più la caccia, almeno nelle sue forme originali, ponendo un grave problema anche di legittimità. Lo stesso cacciatore fa’ di tutto per una contro-pubblicità: sulle riviste cinofile vediamo spesso grandi quantità di selvaggina catturata o ammazzata in qualche modo, trofei di ogni genere, anche di animali particolarmente importanti, messi bene in mostra, in precarie condizioni, il che significa senza il rispetto dello stesso animale che ci fa esistere come cacciatori. nello stesso tempo si sviluppa tutto un immaginario sociale certamente poco favorevole al nostro ideale. Le stesse riviste vantano anche il merito di un cacciatore che, in condizioni perfino estreme, abbatte un particolare selvatico sulle lontane alte montagne asiatiche o americane… mentre stava pascolando. Il progresso tecnico genera il suo antidoto: la nostalgia primitiva. Gli avversari del cacciatore (forse giustamente?), propensi per il

non intervento, soprattutto laddove l’ecosistema è ancora integro e dove le popolazioni di erbivori controllati dai predatori si autoregolano in base all’abbondanza di catture da millenni. Ci sono dei limiti che regolano l’obbligatorietà dai divieti, autentici o creati dal buon senso. Penso che non è prematuro parlare di caccia artificializzata, perchè si può e si deve effettuare in rapporto al tipo di animale, tenendo in buon conto dove esso vive e che il senso di una caccia sportiva nel vero e più completo senso della parola, possa prevalere sull’istinto di predazione. Gli eccessi, con le cause che possono produrre questi fatti eccezionali, perché non diventino abbastanza frequenti, occorre una rieducazione venatoria globale, non solamente per noi cacciatori, ma anche per coloro che considerano la caccia un flagello e per coloro che istituzionalmente sono chiamati alla gestione. Tornando alla nostra vocazione di cacciatori… il


territorio è, nella maggior parte dei casi dove si caccia, composto da una natura secondaria, inframmezzata da attività agricole e forestali, non sovrastate dall’urbanizzazione. Il risultato è che la fauna predilige prevalentemente le bordure dei boschi confinanti con culture di cereali e altri succulenti prodotti agricoli.

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Quando le pressioni economiche aumentano, certi accorgimenti devono essere messi in opera per conciliare la presenza di specie selvatiche e la produzione agricola. Si interviene solitamente con raccolti a perdere, coltivazioni per alimentare il tipo di selvaggina in loco, piantagioni per far diminuire la pressione sui raccolti. Ma tutto sarà relativo, difficile da gestire e insufficiente per ristabilire l’equilibrio già compromesso. Questi sono metodi di gestione che dovranno tener conto del tipo di fauna, le diverse età delle varie popolazioni, la ripartizione delle stesse e le capacità di accoglienza del progetto in atto. È assurdo semplificare e perciò rendere fragile un progetto approssimativo se procede con tentativi tardivi, con la speranza di restaurare artificialmente un rapporto fauna-natura quando si interviene con problemi già in atto. Occorrono perciò interventi rapidi e forti, ma quelli tardivi sono i più inefficaci e controproducenti. Sovente troviamo purtroppo degli amministratori pubblici che considerano la fauna selvatica come una contraente inutile o un problema e non come un componente importante dell’ecosistema forestale. L’alimentazione della fauna selvatica consiste con l’apporto complementare di alimenti come granaglia, foraggi, piante acquose, granulati vari, ecc… questa pratica corrente in Europa è sfruttata da anni in molti paesi, principalmente per far diminuire i danni all’agricoltura. Tutto questo è stato pensato quale finalità per indirizzare i selvatici verso territori non coltivati o a meno densità agricola. Da palliativi e dissuasivi, divengono invece attrattivi. Gli animali si spostano dai luoghi naturali che avevano scelto nella loro evoluzione, per concentrarsi con un sovraffollamento nei pressi dei luoghi di pasturazione provocando danni anche superiori agli alberi e al sottobosco, aumentando i rischi sanitari. Risulta una certa dipendenza dell’animale che perde una parte del suo carattere selvatico e le sue difese naturali. Infine, non legittima più l’attività cinegetica, causa

la modifica della gestione per l’inutilizzo delle risorse completamente naturali. Questa pratica crea particolarmente al cinghiale, una deregolazione del ciclo sessuale, modifica i tempi del suo accrescimento e minaccia la sua integrità biologica. Smettere però drasticamente le pasturazioni comporta da subito una valanga di danni alle coltivazioni, conviene dunque limitarsi progressivamente, con prodotti vegetali non trasformati, di origine locale, solamente nei periodi di vulnerabilità delle colture agricole, ma non sempre facile da individuare perfettamente. La pratica impone giorni fissi di pasturazione, con una precisa quantità per ettaro in base alla densità della popolazione selvatica, oggetto dell’intervento. La programmazione dell’alimentazione e la proliferazione della selvaggina, marciano sovente di pari passo, le nascite viaggiano in base alla quantità di alimenti o gli alimenti dovranno essere quantificati in funzione delle nascite. non si deve ignorare al giorno d’oggi che la densità non solo è modificata nei luoghi di pasturazione, ma incide anche sul carattere degli stessi animali, i quali sopporteranno meno gli sbalzi di temperatura, il cambio di clima, saranno di umore cattivo per proteggere il loro più ristretto areale e di conseguenza più esposti ai loro stessi predatori. Tra questi predatori, inseriamo, oltre al lupo e la lince, anche l’uomo che sfrutta le pasturazioni per eliminare gli animali non cacciati, ma con un’operazione malcelata di selezione. Siamo ormai di fronte a un processo di equilibrio artificiale anche all’interno di parchi e zone di divieto, per un contenimento più o meno previsto da un ipotetico censimento, così il foraggiamento continua tutto l’anno e i casi di sottodensità sono rari, ma gli scopi a favore degli stessi Ente-Parco, superano di gran lunga quelli relativi alla buona gestione. Il cinghiale è l’animale sempre in prima linea e la distruzione irrazionale degli elementi che compongono i branchi sempre più affollati, porta alla modifica sostanziale del giusto equilibrio nelle fasce di età. Si trovano sempre più femmine troppo piccole di peso in funzione all’età, pochi i maschi adulti e poche le femmine adulte mature capobranco, con il risultato che troppi animali subadulti, vagano sbandati ovunque e sono proprio questi la causa dei maggiori danni. Il bel gioco del potere, che denota una totale confusione

e incapacità di gestione, favorisce la degenerazione dell’ambiente, così viene persa la biodiversità vegetale e animale, aumentano i conflitti sociali e lavorando con l’obbiettivo su una sola specie animale, vengono dimenticate tutte le altre che non hanno un impatto economico-sociale come il cinghiale. È cancellata o quasi la presenza di altri mammiferi come la lepre, ma anche la rarefazione di altre specie da sempre oggetto di caccia, ma la situazione non cambia anche per le specie protette e non per cause venatorie. Alla fine chi veramente finanzia tutto questo piccolo mondo, si ritrova una caccia nevrotica di uomini e animali, proprio completamente artificiale. non si può e non si deve istituire zone di divieto e proteggere animali in parchi, oasi e varie altre zone nel periodo di caccia, farli (passivamente?) entrare con un affollamento scellerato, persino pasturarli perché ivi rimangano, vietare al cacciatore di entrare per cacciarli, o meglio perseguitarlo se vi si avvicina, per poi effettuare quei massacri per pochi intimi che spesso sono alla vista di tutti. non è il cacciatore che paga diritti e subisce divieti in ogni parte d’Italia? Il cinghiale è l’animale di cui stiamo parlando e tra poco ci saranno, o ci sono già, altri animali che fanno danni meno appariscenti, ma non meno gravi. Si può ovviare alla ricerca delle responsabilità, occorre però confrontarsi sui problemi e trovare la via giusta per risolverli tra tutte le parti sociali interessate: amministrazioni, tecnici, mondo agricolo, mondo venatorio, ma con la presenza dei diretti interessati e questi non dovranno essere scelti sempre tra i pochi intimi. non è più il tempo di barare, occorre prevenire con una politica gestionale giusta, trasparente e futuristica. Tutti hanno il diritto di esistere, senza danneggiare il prossimo e senza imbrogli. Il sistema di un bilanciamento c’è, deve essere trovato e attuato con molto buon senso. non è giusto rovinare o penalizzare una risorsa per il bene di pochi. non parliamo poi del sistema di macellazione, sarebbe opportuno che gli organi preposti facciano i sopralluoghi e i controlli necessari e indispensabili. Si possono portare ad un macello pubblico o privato animali interi, ammazzati da ore? Sollecito gli organi di protezione animale e civile perché devono vedere di persona e relazionare agli organi competenti. G. R.


Il Club Italiano Bleu de Gascogne Gascon Saintongeois, Ariégeois, Bruno del Giura, Griffon Vendéen, Fauve de Bretagne, Porcelaine

Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (No) Fax 0321.824241 ENTE NAZIONALE DELLA CINOFILIA

CAMPIONATI SOCIALI:

Cinghiale: Orvieto 22-23-24 febbraio 2013 - Hotel Orvieto Lepre: Bagnolo S.Vito (Mn) 16-17 marzo 2013 - Agrit. L’albero del latte Le iscrizioni sono accettate se corredate dai dati completi dei cani, dalla quota d’iscrizione effettuata tramite vaglia ordinario o in assegno bancario inviato alla segreteria e il tutto intestato al Club. Non sono accettate altre intestazioni. Tutta la documentazione dovrà pervenire completa ENTRO E NON OLTRE 15 giorni prima di ogni manifestazione. Vige Regolamento enci e Regolamento campionati Sociali

SCHEDA DI ISCRIZIONE RADUNO NAZIONALE CAC DI: Razza Nome del cane Colore mc. Numero ROI/RSR nato il Padre Madre Allevatore Sig. Proprietario Sig. Nome e indirizzo del proprietario

sesso

Tel. TESSERA SOCIO CLUB 2013 N. Data Firma

Campioni Libera soggetti di almeno 15 mesi Lavoro soggetti di almeno 15 mesi (Località Data qualifica almeno M.B.

 € 22,00  € 22,00  € 22,00

Giovani soggetti da 9 a 18 mesi Jonior soggetti da 6 a 9 mesi Dal 7° cane in poi, per ogni muta iscritta, l’iscrizione è di € 10,00 a soggetto.

 € 22,00  € 22,00

)

SCHEDA DI ISCRIZIONE COPPIE-MUTE CAMPIONATO SOCIALE SU DATA

LOCALITA’

Nome e indirizzo proprietario Tel. Nome dei cani:

Razza: ROI/RSR

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QUOTA DI ISCRIZIONE: Campionato sociale su cinghiale Campionato sociale su lepre

€ 120,00 muta / € 50,00 singolo / € 80,00 coppia € 60,00 coppia-muta / € 35,00 singolo


Programmi 2013

Importante! I dati dei cani iscritti alle prove e ai raduni dovranno essere inviati completi, compreso i numeri di microchip e con i dati del proprietario. Le iscrizioni dovranno pervenire alla segreteria almeno 10 giorni prima della manifestazione interessata, 15 per i Campionati Sociali e per le Coppe Europa. Per i Campionati Sociali, il pagamento dovrà essere effettuato all’atto dell’iscrizione e la copia inviata via fax. In altro caso le iscrizioni saranno cestinate senza preavviso!

Prove di lavoro Gennaio 4 (Località da assegnare) – Brevetto cane da limiere – Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 05-06 – Carpignano S. (NO) CAC-CACIT DOC su lepre – Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 - 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

Febbraio

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01-02-03 – Sezzadio (AL) CAC – CACIT DOC su lepre – Selezione Campionato Italiano FIDASC - Club Italiano Bleu de Gascogne Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 09-10 – Sezzadio (AL) CAC – CACIT DOC su lepre – Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

Campionato Sociale su lepre – cat. Singoli-Coppie-Mute – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 23-24 – volta Mantovana (MN) – CAC-CACIT su lepre – Semifinali e finale Campionato Italiano su lepre 2013 – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

Aprile 5-6 –Torre Bormida – 7° Campionato Sociale – CACCACIT su cinghiale – Singoli e Coppie – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 13-14 – Castiglione della Pescaia (Gr) – CAC-CACIT su cinghiale cat. mute – Finale Campionato Italiano 2013 – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

14-15-16-17 - Lajatico (PI) CAC su cinghiale c/o Pasquinucci Mauro tel. 3358091639 e Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

19-20-21 – Torre Bormida (CN) – CAC –CACIT su cinghiale – 4° Coppa Europa su cinghiale per Club cat. mute – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1- 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

16-17 – Boretto (RE) CAC su lepre – c/o Zaniboni Leonello tel. 338.8702077 e Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

24-25 Torre Bormida (CN) –- CAC-CACIT su lepre – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

22-23 – Orvieto – 7° Campionato Sociale – CAC-CACIT su cinghiale – cat. Mute – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

Maggio

27-28 – Nonantola (MO) CAC su lepre c/o Mora Vilmo tel.3476436830 e Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

Marzo 1-2-3 – Sezzadio (AL) CAC-CACIT DOC su lepre – Selezione Campionato Italiano FIDASC – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 8-9-10 – Olbia-Tempio – Campionato Sociale sardo – CAC su lepre Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 8-9 – Olbia-Tempio – Campionato Sociale sardo – CAC su cinghiale – Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 16-17– Bagnolo S. vito (MN) – CAC-CACIT su lepre – 7°

3-4-5 – Macerata – CAC-CACIT DOC su lepre – 4° Coppa Europa su lepre per Club e 3° Trofeo Silvano Sorichetti – c/o Cocilova Floriano – Cingoli (Macerata) – tel. 339.2192998 e Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 9-10-11-12 – San Casciano dei Bagni (SI) – CAC su cinghiale – Coppa Italia 2013 su cinghiale – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 9-10 – San Casciano dei Bagni (SI) Brevetto cane da limiere – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 18 (Località da assegnare) – Brevetto cane da limiere – Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 25-26 Sezzadio (AL) - Campionato Italiano 2013 - CAC su minilepre – Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241


Raduni nazionali con CAC

Comitato organizzatore: Gruppo Cinofilo Orvietano – Orvieto Scalo - Terni

24 Febbraio - Orvieto – Raduno naz. CAC - razze del Club - 7° Campionato Sociale su cinghiale - cat. mute - Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 10 Marzo – Olbia-Tempio - Raduno naz. CAC – Campionato Sociale sardo - c/o Azara Martino tel. 3452362718 e Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 16 Marzo – Bagnolo S. vito (MN) – Raduno naz. CAC - razze del Club – 7° Campionato Sociale su lepre - Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 7 Aprile - Torre Bormida (CN) - CAC - razze del Club – 7° Campionato Sociale su cinghiale - cat. singoli e coppie - Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 11 Maggio – San Casciano dei Bagni (SI) Raduno naz. CAC - Coppa Italia 2012 - Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 23 Giugno – Porano (Terni) Raduno naz. CAC razze del Club.

30 Giugno - Nonantola (MO) Raduno naz. CAC – c/o Mora Vilmo tel.3476436830 e Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 20 Luglio – Sezzadio (AL) Raduno naz. CAC – 17° Gran Premio “Il Bandiasso” - Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 16 febbraio - Lajatico (PI) Raduno naz. CAC - Pasquinucci Mauro tel. 3358091639 e Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 13 aprile – Castiglione della Pescaia (Gr) –Raduno naz. CAC – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 20 aprile – Cortemilia - (CN) – Raduno naz. CAC – Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1- 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 4 maggio – Macerata – Raduno naz. CAC – c/o Cocilova Floriano – Cingoli (Macerata) – tel. 339.2192998 e Club Italiano Bleu de Gascogne – Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241 13 luglio - Carpignano S. (NO) Raduno naz. CAC - Club Italiano Bleu de Gascogne - Cascina Comuna 1 – 28064 Carpignano S. (nO) tel e fax 0321.824241

Porcelaine C

ome per tutte le vecchie razze francesi, in alcune parti le documentazioni riguardanti la loro nascita sono frammentarie e in qualche caso, come in questo, sono un enigma. Di certo questa razza non è nata in Svizzera, anche se alcuni scritti ne sembrerebbero orientati. Tra tutti gli scrittori cinegetici di quel tempo, solamente il marchese de Foudras afferma che sessanta cani di questo tipo, sono stati importati dal conte de Choiseul dalla svizzera nel 1779, per cacciare la lepre con la gendarmeria de Luneville e da questi cani risulta essere attribuito il successo storico della razza, a tal punto che Luigi XVI° ne chiede una coppia al conte. In più, secondo Max Siber, i segugi a mantello bianco e bianco-arancio furono i più rinomati in tutta la Svizzera. (Però la Svizzera possiede una propria razza bianco-arancio e aggiungo che l’eventuale importazione di elementi bianco-arancio da quel paese non ne determina l’appropriazione e la Francia ne possedeva già molte e ben affermate per il suo sistema di utilizzo). Lui stesso li designa come “chiens courants suisses communs”

della forma più pura che è costituita dai cani Porcelaine, ma allevati in Francia e denominati ugualmente de Franc-Comté e cani svizzeri. Altro dettaglio singolare, il marchese de Foudras scrive che dei piqueur erano venuti dalla Svizzera proprio per condurre questi cani, confermato anche dal dr. Von Bonstetten, esperto di quel tempo. Altri scrittori affermano invece l’impossibilità della provenienza svizzera di questi cani, perché non risulta esserci mai stata in nessun periodo in questo paese, una muta così numerosa e non c’era in Svizzera la cultura dell’utilizzo di mute numerose. Dopo aver offerto le probabilità riguardanti la provenienza e le origini di questi cani, possiamo però affermare che la brillante muta dei gendarmi di Lunéville ha fatto veramente storia. Prima dello scioglimento di questa guarnigione nel 1784, l’allevamento di questi cani fu effettuato presso l’abbazia di Cluny. Si può invece pensare che una muta dalla Svizzera possa essere veramente giunta, anche se non così numerosa e soggetti di questo gruppo incrociati con cani francesi del posto, abbiano

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Erold Campione del Mondo.


con certezza la provenienza e la loro origine. Gli storici lo nominano come un discendente dei cani bianchi del re, che erano cani provenienti dalla Vandea, a pelo raso bianco-arancio.

I Porcelaine di Rossato. dato inizio ad una trasformazione progressiva, per giungere al tipo attuale. Dopo quel tempo le notizie divengono più precise e Paul Daubigné, celebre cinofilo e grande scrittore cinologo, apporta nei suoi articoli un certo numero di dettagli sulla storia di

La sovrapposizione delle tacche arancio sulla pigmentazione delle tacche nere della pelle, gli dona, ancora sul fondo bianco del pelo, questo effetto di trasparenza, non di fragilità, ma di robustezza e vigore

una buona linea. Lui stesso crea una bella muta per godersi ottime cacciate tra il 1865 e il 1896. Più il cerchio di allevatori si allarga, più la razza incorre in qualche trasformazione e migliora la struttura grazie all’infusione di sangue inglese. Appare un tipo con meno giogaia, con più solidità nelle gambe, una buona linea dorsale, attenuando le pesantezze inflitte da sangue artois e normanno. I cani esposti a Parigi nel 1884 (parliamo di cento anni dopo), sotto il nome di cani Porcelaine, avevano già subito gli effetti benefici del giudizioso incrocio con gli Harrier di Sommerset. La femmina Cybèle ne era una delle migliori rappresentanti. Da altre alleanze, ad esempio con cani Billy, rileviamo che questi hanno partecipato al miglioramento e alla struttura attuale, donando più endurance, ma con maggiore struttura e un comportamento da cane di grande taglia, aggiustando il timbro di voce, ma con questa ritempra, sarà abbastanza riservata sulla pastura e nell’accostamento. Questi hanno reso

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più elegante questo cane e gli hanno fatto guadagnare in salute, in forza, vigore e resistenza. Altre versioni: nel 1844 viene chiamato “Briquet Franc Comtois”, razza de Porcelaine detta “de Lunéville” e annoverato tra le razze francesi. non risulta che gli svizzeri

ne abbiano rivendicato la paternità, in nessun periodo. Prima della rivoluzione francese, presso l’Abbazia de Luxeuil e di Cluny, c’erano dei cani di media taglia bianco-arancio, ma non si sapeva

Il Club del Porcelaine, è stato creato nel 1971 in Francia, per merito di M. Hublot du Rivault e di Mme Daillant. Da allora, il capitano Canouet e M. Jullia raggrupparono gli allevatori di questa razza. All’esposizione speciale di Cahors nel 1972, erano presenti una quindicina di soggetti. Da questo periodo sono andati sempre in crescendo, stabilizzando le nascite attorno ai trecento cuccioli all’anno, con una presenza media alla nazionale di allevamento di circa trecentocinquanta elementi. Il suo ottimo olfatto, supportato da un giusto equilibrio psichico, gli permette grandi prestazioni. Il mantello prevalentemente di colore bianco, talvolta con macchie arancio, gli dona eleganza e popolarità. La voce da urleur è potente con note medie, generalmente carillonanti e melodiche, è percettibile da lontano. Le sue ottime qualità di cane da lepre, gli permettono anche di ben cacciare tutti gli animali, eccelle anche al capriolo (in Francia), al cinghiale e quest’ultimo è la sua vera seconda passione. Sul fermo si dimostra coraggioso senza essere incosciente. È pure un buon accostatore e questa sua predisposizione lo rende cane completo. Senza dubbio le sue origini sono di cane di paese, di un briquet, ma i miglioramenti nel corso degli anni gli donano grande distinzione e oggi dimostra di essere una delle migliori razze francesi di media taglia. Dopo è

Ottaviani con i Porcelaine.


nato il Club Italiano e questa è la storia che conosciamo oggi. Conformazione: Testa secca e finemente scolpita, piuttosto allungata nel suo insieme. Cranio largo, senza eccessi, alla sommità tra le orecchie. Protuberanza occipitale arrotondata, fronte piatta solco mediano marcato senza esagerazioni. Orecchie fini, ben accartocciate, terminano abbastanza a punta, della lunghezza del muso. La loro attaccatura non deve mai superare la linea dell’occhio. Le moschettature arancio sulle orecchie sono una caratteristica di razza. Pelo raso, fine, chiuso e brillante senza peli superflui. Il garrese è pronunciato, dorso largo e dritto, rene largo e muscoloso, senza eccessi di lunghezza. Groppa un po’ obliqua, le anche ben aperte e leggermente sporgenti. Tronco molto vicino al quadrato. La coda è robusta all’attaccatura, bene affilata

all’estremità, di lunghezza media, portata leggermente ricurva, giammai rivolta sulla schiena. Membra anteriori abbastanza lunghe, secche, ma senza eccesso di finezza, con appiombi regolari. nel posteriore le cosce sono ben discese, muscoli molto apparenti e secchi, garretti robusti e abbastanza corti. Taglia:55-58 per i maschi, 53-56 per le femmine, con una tolleranza di un centimetro in più e in meno per soggetti molto tipici. Attitudini: Fine di naso, con voce sonora di tonalità da urleur medio, non troppo grave, né troppo leggera, ma abbastanza allungata, melodica, ben francese, con delle modulazioni caratteristiche chiare e ben marcate di diverse tonalità a seconda delle pause determinate dalla caccia. Cane rustico, specialista in montagna, rapido, galoppatore molto resistente. Con un giusto spirito di iniziativa, si esprime

Porcelaine a S. Casciano.

Porcelaine a S. Casciano.

meglio in mute non eccessivamente numerose. Tenace, con ottimo fondo, insegue con passione e insistenza l’animale di caccia. Alcuni equipaggi lo usano in mute discretamente numerose per cacciare la lepre a forzare, ma non è ben adatto per questo scopo, infatti manca di un po’ di tenuta per forzare regolarmente una lepre, è più un inseguitore che un prenditore. Sa accostare con metodo e stile. Senza dubbio le sue origini sono di cane paesano, con una ordinaria e non ben definita costruzione e colore, ma nel tempo non ha mai cessato di migliorare e di perfezionarsi. Al giorno d’oggi è un fiore all’occhiello tra le razze francesi di media taglia. Contrariamente alla prima impressione, che può far pensare ad una sua fragilità, il Porcelaine è un cane rustico, capace di adattarsi al biotopo e a tutti i climi. Soffre il freddo o il caldo non più di altre razze simili. Anche se si ammuta bene, sa cacciare individualmente con intelligenza e con ottima iniziativa. I difetti maggiormente notati sono: depigmentazioni, groppa avallata, appiombi non corretti, eccessivo stop, giogaia e teste troppo importanti. Lo standard ha oltre 100 anni e non è mai stato modificato, ma eventualmente meglio precisato. Importata una coppia di Porcelaine negli anni 70 da Rocco Cassani di Pavia, che io sappia, sono stati, a mio avviso, i primi soggetti giunti in Italia con pedigree che ne attestava razza e provenienza. Per anni rimasero nell’anonimato, infatti questo cinofilo possedeva già dei Petit Bleu e questi a quel tempo, molto più famosi dei primi, ne oscurarono la presenza. Dopo circa vent’anni ne giunsero un buon numero per merito soprattutto di Mauro Uggeri. In pochi anni da qualche nascita annuale, in Italia divennero decine, mantenendo una media superiore ai cento cuccioli all’anno. La razza decollò anche qualitativamente, imponendosi con buona frequenza alle prove di lavoro e alle esposizioni, raggiungendo nel 2011 il titolo di Campione del Mondo a Parigi, con Erold di Mauro Uggeri. Molti altri appassionati hanno soggetti di elevata qualità, sia nella caccia alla lepre come in quella al cinghiale: Gilberto Rossato, Luca Ottaviani, i fratelli Marinacci, Balestrazzi e Gianni Bertolani, tanto per nominare i proprietari delle mute maggiormente titolate alle prove e alle esposizioni più importanti. G. R.

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Lepre di fine stagione L

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e cacce alla lepre di fine stagione sono le più belle, le più difficili, le più tecniche, dunque le più valorizzanti, infatti questo animale è più raro e più furbo. L’importanza della conoscenza della natura e di questa cultura che è un’arte del vivere, per una caccia autentica per cacciatori autentici. Al di là del piacere della presa, la qualità dell’animale cacciato, dona gloria al cacciatore del monte e del piano. Lo scrittore cinegetico Alfred d’Houdetot (1799-1869), grande cacciatore e autore del “Chasseur rustico”, consigliava di cacciare la lepre a fine stagione, nel rigore dell’inverno e la speranza di una bella cattura dopo una bella cacciata, sarà di grande onore al cacciatore che la pratica. nulla è più bello del piacere di esibire una lepre presa a fine stagione con la solennità della circostanza dovuta e il selvatico sarà celebrato come il migliore dei trofei. Le difficoltà inerenti alla ricerca di un animale così difficile, coltiva l’arte di questa caccia vera che necessita di una perfetta conoscenza del territorio e delle abitudini di un selvatico divenuto sempre più astuto. Occorrono dei segugi fini di naso, molto equilibrati e non frettolosi. La caccia alla lepre non permette improvvisazione, ma uno studio delle abitudini che non saranno cambiate da una generazione leporide all’altra, ma leggermente modificate per esigenze di sopravvivenza in funzione della caccia in atto e per la modifica delle stagioni. In azione di caccia, l’accostamento deve essere effettuato in funzione alla qualità dell’usta lasciata sul terreno che potrà essere irregolare, perciò occorreranno segugi equilibrati, ubbidienti, con il tartufo incollato

al suolo, perché la lepre non lascia che una debole emanazione. Poco importa la razza dei cani impiegati, ma questi non dovranno vivere del solo piacere dell’emanazione e nemmeno dovranno essere troppo sottomessi al loro conduttore, ma procedere sicuri del loro olfatto, dell’intelligenza donata da madre natura e sviluppata dall’esperienza. Questo selvatico si distingue per la sua straordinaria facoltà di nascondersi, nella sua immobilità che non è una

da un cacciatore di lupi, come era lui stesso, questo discorso prende un significato di una particolare importanza. Per la caccia alla lepre occorre intelligenza, astuzia e buoni cani, senza offrire nulla al caso. La sua fuga è quando meno te la aspetti, sempre improvvisa e rapida, stacca subito i suoi inseguitori con repentini cambi di velocità e direzione. Preferisce itinerari dove può sviluppare il massimo della sua velocità e come per tutti gli animali,

manifestazione di poltroneria, ma al contrario, un riflesso calcolato di difesa passiva che deve essere interpretato come uno stratagemma basato sul mimetismo. Il conte Boisrot, nato nel 1758 a Montlucon, deputato all’assemblea legislativa nel 1791, luogotenente della louverterie e autore nel 1908 del trattato sull’arte di cacciare con il segugio, considera la caccia alla lepre la più fine e la più difficile di tutte. Aggiungeva anche: “un ottimo cacciatore di lepri sarà necessariamente un eccellente cacciatore di tutti gli altri animali selvatici che saranno tutti meno astuti, anche se più resistenti”. Formulato

compreso i cani, con il petto stretto, è molto veloce, ma poco resistente. Consapevole del suo lato debole, trova rapidamente anche un secondo luogo di rifugio per nascondersi e rifiatare. Incalzata, riparte e non disdegna di ripassare dagli stessi sentieri battuti in precedenza per rientrare verso il covo iniziale anche dopo un’ora circa. I segugi con questi passaggi ripetuti possono essere tratti in inganno e se il gioco dell’animale selvatico funziona, la lepre sarà buona per un altro giorno, anche se nello stesso posto per alcuni giorni si guarderà bene dal rimettersi. Mauro Uggeri


Campionati Sociali A

bbiamo avuto degli incontri con la dirigenza Sips riguardanti l’organizzazione del Campionato Sociale per mute su cinghiale da effettuarsi a Orvieto. Le varie proposte hanno portato alla probabile possibilità di poterlo organizzare insieme. I cani delle razze di nostra competenza saranno giudicati da Esperti Giudici chiamati dal Club, come del resto le batterie delle prove. Questo impegno è un tentativo per verificare se poter fare qualcosa insieme per l’esclusivo bene delle razze e faremo quanto possibile per organizzare un grande Campionato. Le iscrizioni, con i relativi pagamenti, dovranno essere inviate alla Segreteria

del Club e sarà nostra cura preparare il catalogo per tutti. La Sede della manifestazione sarà sempre a Orvieto Scalo per le prove di venerdì e sabato, mentre il Raduno sarà a Porano la domenica mattina. Il Campionato Sociale su cinghiale categoria coppie e singoli sarà invece a Cuneo, gestito dal Club in collaborazione con i Segugisti delle Langhe, solo per le nostre razze. Per quanto riguarda il Campionato Sociale su lepre, solo per le nostre razze, sarà a Bagnolo S. Vito (Mn), nello stesso giorno per singoli, coppie e mute. Ci ritroveremo in molti come al solito, con l’ottima qualità dei nostri ausiliari e sarà, come sempre, un grande successo.

Programmi Campionati Sociali Norme generali Le iscrizioni sono chiuse inderogabilmente per i Campionati Sociali 15 giorni prima e non si possono sostituire cani in prova e in raduno, pena il totale annullamento delle qualifiche. Il catalogo non può essere modificato, ma possono essere corretti eventuali errori di iscrizione se effettuati dall’organizzazione. Si ricorda che l’Enci obbliga tutti gli organizzatori delle manifestazioni di tenere a disposizione per un anno tutte le iscrizioni effettuate via fax o per lettera. Le iscrizioni, come previsto dall’Enci, non saranno mai accettate sul posto di gara. I cani con meno di 12 mesi e superiori agli 8 anni possono partecipare ai Campionati Sociali, ma anche se ottengono le qualifiche necessarie, non possono essere proclamati Campioni Sociali. Le iscrizioni pervenute incomplete o incomprensibili e/o non accompagnate dall’importo previsto, saranno cestinate senza preavviso. La quota di iscrizione dovrà sempre essere intestata al Club e verrà considerata valida solamente quando l’importo sarà giunto alla segreteria al seguente indirizzo, tramite vaglia postale intestato a: CLUB ITALIANO BLEU DE GASCOGNE - CASCINA COMUNA 1 – 28064 CARPIGNANO SESIA (NO) TEL E FAX 0321.824241 Verranno accettati pagamenti solamente se intestati al Club. Per quanto non contemplato, vigono i regolamenti Enci.

Il titolo di Campione Sociale sarà assegnato ai soggetti che avranno totalizzato un minimo di 15 punti sommando i seguenti coefficienti: ESPOSIZIOnE + LAVORO in base alla seguente tabella:

ESPOSIZIONE 1° Eccellente CAC e Riserva CAC 1° Eccellente Eccellente Molto Buono

punti 12 punti 10 punti 9 punti 6

PROVA DI LAVORO Eccellente CAC 1a Riserva CAC – 2a Riserva CAC Eccellente Molto Buono

punti 12 punti 10 punti 9 punti 6

Regolamento Campionati Sociali 1. 2. 3. 4. 5.

Al Campionato Sociale possono partecipare tutti i Soci in possesso della tessera valida per l’anno in corso. Possono conseguire il titolo di Campione Sociale i soggetti con età minima di 12 mesi e non oltre gli 8 anni compiuti, regolarmente iscritti al Libro genealogico EnCI o riconosciuto FCI. Solo per i soggetti iscritti in prova di lavoro in classe muta, si potrà sostituire un solo cane previa iscrizione del cane di riserva sulla scheda all’atto dell’iscrizione. Ogni soggetto può concorrere nell’anno in un solo Campionato Sociale e in una sola categoria. Per quanto non menzionato, vigono i Regolamenti EnCI.

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Il coniglio I

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l coniglio si può trovare in ogni tipo di terreno, infatti ha uno spirito di adattamento superiore alla lepre. Preferisce alloggiare alla periferia di grandi boschi, in prossimità dei coltivi, dove il cibo è più abbondante e più facile da reperire. Personaggio letterario sia come animale che come selvatico. Di una fecondità ragguardevole, però la sua maggiore o minore presenza è legata alla mixomatosi, ma al giorno d’oggi in molte zone è diminuita la sua pericolosità per l’utilizzo di animali liberati già vaccinati. I maschi e le femmine, coma per la lepre, si assomigliano molto, c’è una piccola differenza nella testa che nelle femmine è leggermente più piccola. Un coniglio raggiunge il chilo e mezzo, è grigio su tutto il corpo, bianco nel ventre e sotto la coda. Le orecchie sono più corte della testa. Preferisce la comunità anche all’interno di paesi o grandi cascinali. Scava buche persino molto profonde con diverse uscite, per sfuggire ai predatori e per alloggiare i piccoli. Le sue nidiate sono generalmente da quattro a sei piccoli depositati all’interno di una folta peluria che la femmina si è preventivamente strappata. I parti sono da quattro a sei per ogni anno. La sua caccia sarebbe abbastanza semplice se non avesse tutti quei buchi e anfratti del terreno dove trova scampo abbastanza facilmente e spesso molto rapidamente. È un animale molto adatto per iniziare i cuccioli. La sua caccia occupa territori abbastanza ristretti e ogni ora del giorno è propizia. Un tempo era utilizzato il furetto per farlo uscire dalle buche, ora proibito.

Caccia al coniglio È naturale, per un appassionato cacciatore di conigli, sfruttare le prime settimane di caccia, anche per l’impazienza di ritornare subito sul terreno con i cani. La temperatura all’inizio della stagione venatoria non sarà favorevole e la sua aspettativa verrà premiata solamente dopo le prime gelate di novembre perché è da quel momento che le seguite saranno sicure e ben vocalizzate. Infatti è quello il miglior periodo per cacciare il coniglio. Per chi caccia con cani da ferma o da cerca, l’apertura potrà essere favorevole, ma per animali giovani e poco astuti, pertanto potranno essere reperiti anche nei prati, in terreni poco accidentati o nei pomeriggi quando i selvatici prediligono prendere il sole. Ma la caccia regina, evidentemente con i segugi a gamba corta in piccole mute, accompagnate da due o tre fucili, sarà dinamica, pressante, avvincente e durare molto tempo anche sullo stesso animale. Per praticare questa nobile arte, sarà necessario che la traccia sia buona e dopo le prime gelate, perciò a stagione inoltrata, le condizioni climatiche divengono favorevoli. In realtà, perché l’emanazione sia buona, la differenza di temperatura e di igronometria tra l’aria e il suolo dovranno essere le più vicine possibile. A volte occorrerà essere nel cuore dell’inverno per poter assistere a delle seguite lunghe e persistenti. Per gli appassionati del sud Italia, come del sud della Francia dove per tradizione e per presenza di animali questa caccia è più in voga, i migliori mesi sono incontestabilmente quelli di novembre e dicembre. Sotto altre latitudini le gelate arrivano più


precocemente, anche alla metà di ottobre, ma in zone dove la caccia al coniglio è poco praticata perchè questi animali sono meno numerosi. Il coniglio predilige zone molto boscate e con macchia molto basa, oppure di pianura o di bassa collina con coltivazioni varie, dove può trovare ottimi nascondigli anche in inverno e soprattutto dove non nevica o molto poco. Durante abbondanti nevicate, le popolazioni di questo piccolo animale subiscono perdite ingenti, vengono più che decimate. Perciò al nord è scarsa la sua presenza, oppure si nota sulle coste del mare, dove la vegetazione è molto fitta con clima mite. nell’Italia del nord è vagamente presente in qualche zona, soprattutto lungo il corso di qualche fiume, ma è sempre poco numeroso. Dopo tutte le esperienze che abbiamo raccolto dai cacciatori specialisti su questa specie, i consensi sono quasi all’unanimità per una caccia di qualità solamente nei mesi invernali. In realtà, con il sole che non riscalda quasi più, migliore è la traccia. Il coniglio a fine stagione è la caccia per eccellenza del segugio e ancora meglio sono i pomeriggi per una minore umidità. Occorre però rispettare le popolazioni per la caccia futura, pertanto sarà importante fermarsi in tempo e lasciare sul territorio i riproduttori necessari che rigenereranno la specie per l’anno successivo. È facile comprendere che una sana gestione consiste nel concentrare i prelevamenti durante la caccia su popolazioni molto numerose e di fermarli su quelle più scarse. Eventuali immissioni per ripopolamento o per spostamenti di animali saranno effettuati esclusivamente per soggetti perfettamente sani o nell’incertezza, sarà meglio non immetterne e lasciare le popolazioni come sono, per non creare problemi maggiori. La salute di questo piccolo selvatico è legata a un filo molto gracile e sarà meglio che l’intervento dell’uomo non lo spezzi con interventi errati. Pepito Svarzeguti

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La

Lepre è

I

n questi ultimi anni, purtroppo a causa di gestioni non sempre eccellenti, in alcune zone la lepre è leggermente in declino, mentre dove ci sono capacità professionali di ottimo livello, mantiene sempre un’ottima presenza. Soprattutto in collina e in montagna, numericamente è più in ribasso, in compenso è migliorata la qualità della sua caccia, infatti c’è una selezione sempre una più rigorosa riguardo i cani utilizzati. Un tempo era solamente il fine che interessava: la lepre nel carniere. Il come importava poco. Una migliore cultura, le prove di lavoro e un sempre maggiore interesse verso il segugio di pura razza, ha portato un’attenzione sempre maggiore verso la bellezza e il piacere di questa caccia e soprattutto dove la lepre è meno numerosa, troviamo i migliori segugi. Con questa tendenza, è molto migliorato il patrimonio canino. Quattro o cinque segugi sono sufficienti per effettuare ottime cacciate. Questi, più che non nelle

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per lo specialista

cacce ad altri animali, devono essere fini di naso, attaccati alla pista, capaci di accostare, scovare e inseguire solamente la lepre. Segugi generici su diversi animali selvatici, oggigiorno sono inutilizzabili, soprattutto in collina e in montagna. Se per il cacciatore con il cane da ferma, l’apertura è forse l’unica occasione per incarnierare una lepre, per il segugista il suo primo giorno continua per tutta la stagione. Se il cane da ferma è polivalente, infatti può fermare il fagiano, la lepre, la beccaccia e quanti altri animali del piano, del bosco o delle paludi, il segugio è il sommo specialista della caccia. Sceglie lui stesso o per mezzo di un preciso e rigoroso addestramento, un solo animale e sarà quella la sua caccia per tutta la vita. Potranno intercorrere lievi errori di percorso, ma sarà richiamato e si metterà in breve a disposizione con sempre maggiore correttezza, ben inteso che anche il suo conduttore lo sia. La caccia alla lepre è la massima

espressione di tecnica e spettacolo, ma occorrono segugi corretti che ignorino volpi, caprioli, cinghiali e quanti altri animali possono trovarsi sul percorso nella sua giornata caccia. La cultura del segugista nella caccia alla lepre è un’arte che viene contrariata dai numeri che i leprari anche con cani che nulla hanno del segugio fanno il primo giorno di caccia. Però, durante la stagione, quegli pseudo cacciatori poche altre possibilità avranno per dimostrare quanto sia deprimente trucidare una lepre senza averla ben cacciata. Questo prezioso patrimonio che è la lepre, quando durante la stagione di caccia diviene più rara, quando per scovarla occorre fare accostamenti sempre più lunghi e le cacciate sempre più spettacolari, esiste un solo cane: il segugio. Scovare e rilanciare sempre lo stesso animale è un’arte che appartiene solamente al segugista con i suoi ausiliari e non ad annusatori d’aria. Pepito Svarzeguti

Lepre il mattino, coniglio e minilepre (silvilago floridanus), di pomeriggio

A

bitualmente e senza condizioni climatiche particolari, la pista della lepre, del coniglio e della minilepre è migliore il mattino e permette un lavoro completo ai segugi impegnati su questi diversi animali. Successivamente, con il trascorrere delle ore, essa perde di qualità, per divenire ancora buona nel pomeriggio inoltrato. Giudicando in Francia da molti anni su coniglio, ho notato che le mute sciolte dopo le 15, sono sovente avvantaggiate, in questo orario la pastura della notte è meno buona, ma è più facile scovare e inseguire meglio l’animale dall’odorato così leggero. La caccia a questo piccolo selvatico, nelle prime ore della giornata, appena dopo che si è alimentato, è più difficile perché

preferisce imbucarsi o infilarsi nei suoi nascondigli più fitti, piuttosto di correre. Il coniglio preferisce il meteo favorevole ed è attaccato al conforto termico, tempo calmo e sole. non ama il vento, nemmeno le forti piogge e il grande freddo. Quando l’atmosfera si riscalda dopo una forte gelata mattutina, il coniglio esce dal terreno e si accovaccia al sole. A questo punto, se lanciato, le seguite sono più lunghe, più rapide e le occasioni di tiro più numerose. La minilepre non fa’ buchi nel terreno, se ne trova può entrarci, ma se rimane sul terreno, come capita quasi sempre, la sua caccia con la forte umidità è difficile e mina la resistenza dei segugi. nel pomeriggio anche per questo piccolo animaletto la sua caccia è molto migliore, con

seguite spettacolari e sarà piacevole il lavoro dei piccoli segugi. A differenza di questi animali, la lepre non si muove quasi mai durante la giornata. Rimane nel suo covo, per uscire solamente al crepuscolo o a notte quasi inoltrata. Questo avviene soprattutto dove la densità di questi animali non è elevata. Perciò sarà il mattino il momento migliore per la sua caccia e dove i segugi avranno più possibilità di sviluppare il meglio delle loro qualità. La pista sarà migliore il mattino, perchè l’odore lasciato dall’animale nella notte o nel primo mattino volatilizzerà con più le ore passano. Questa è la caccia con il segugio, indipendentemente dalla razza o dalla taglia prescelta. Mauro Uggeri


Cinghiale: dove vai? Q

uesti scritti hanno un valore per sensibilizzare le Regioni, le Provincie e gli stessi ATC, perchè un giorno possano riconoscere il cinghiale come una risorsa e non come il grande nemico da distruggere, per gestirlo in modo corretto, con la coscienza di rispettarne anche la sua caccia. Questi organi dovranno comprendere che tutte le sinergie usate per il controllo o la distruzione di questo animale, sono completamente sponsorizzate dai cacciatori. Con il fagiano e la lepre in forte diminuzione e i loro costi di gestione e di reintroduzione altissimi, questo maiale selvatico, con la speranza che tale rimanga, è una delle poche risorse rimaste allo stato puro e venatoriamente, selvatico vero. Diversamente potrà diventare come quei polli ruspanti che vediamo fare bella mostra di se stessi nei prati o lungo le strade in pieno traffico o in mezzo ai paesi, oppure come le lepri nate in gabbia che selvatiche non saranno mai anche se gestite con molti stratagemmi e tutti questi animali di selvatico avranno solamente riservato lo spazio sul tesserino di caccia. Tutti gli animali e notoriamente particolarmente il cinghiale, è conosciuto

per il suo olfatto molto fine, sensibile ai gusti e agli odori. negli ultimi anni sono stati elaborati degli aromi artificiali, stimolatori di appetito o sessuali, complementari ai prodotti agricoli. Purtroppo ancora oggi, non è stato ancora elaborato o scoperto il sistema per garantire a tutto il popolo interessato a questo animale la perfezione, o almeno una oculata gestione. In questo mondo dove tutto è perfettibile, in molti casi proprio per questo gli errori sono effettuati per incapacità o per varie opportunità. Per prima cosa mi domando il perché da un ATC all’altro o da una provincia all’altra, i sistemi utilizzati per il suo foraggiamento e per il contenimento sono così diversi. I veri tecnici non sono così sprovveduti da indicare sistemi cosi strani, oppure, come è molto probabile, non sono ascoltati. Perché dar da mangiare alle popolazioni di cinghiali, quando sono in grado di procurarsene da sole? Il fornire granella secca funziona finché non c’è quella fresca, poi gli animali mangiano quella fresca attaccata alla pianta. Pasturare ed eliminarli: quale delle due azioni è sbagliata? Direi entrambe! Sommando tutte queste

situazioni, evidenziamo che si è orientati, per volontà o per ignoranza, a portare il cinghiale verso l’annientamento, per essere convogliato volutamente verso mangiatoie ben fornite con prodotti che poco hanno in comune con ciò che potrebbe procurarsi da solo, perciò cresce a dismisura nel numero e nel peso, per poi essere decimato con vari sistemi che nulla hanno in comune con la caccia e quei pochi rimasti sono bestie erranti senza una vera identità selvatica. Questo sarebbe il futuro della caccia? Chi è contro questa, chiamiamola ancora caccia, sarebbe meglio che andasse a vedere cosa capita nei parchi o nelle zone di ripopolamento per rendersi conto se la gestione è corretta e se c’è il rispetto dell’animale. Le zone di divieto di caccia possono essere di tre tipi: la prima per ripopolamento, la seconda per salvaguardare l’ambiente e la terza per la salvaguardia di particolari specie di selvatici. Il cinghiale non fà parte di questa serie descritta, perciò, con i dovuti limiti e controlli, chiedo il motivo del perché non si può cacciare all’interno di queste zone. G. R.

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Cani da cinghiale e le differenze di utilizzo L

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a caccia al cinghiale è certamente al giorno d’oggi quella che mobilita il più grande numero di cani e appassiona sempre molti cacciatori. I motivi sono molteplici, prima di tutto questo è un selvatico vero, in espansione e in buon numero. La sua caccia è favorita dalla situazione di altri animali che sono in diminuzione. In più, per la sua mole, porta grandi emozioni ai cacciatori, siano essi conduttori dei cani o postaioli. normalmente si caccia con il segugio ed è l’unica tecnicamente valida per vari motivi. Il primo è per il piacere di cacciare con cani specialisti che con la loro voce danno soddisfazione ai canai e alle poste nella stessa misura. La seconda che il segugio è il cane più equilibrato e riflessivo negli abbai a fermo, salvaguardando la sua incolumità da vero specialista in ogni situazione. Il segugio è cane completo, dalla ricerca della passata, all’accostamento, all’abbaio a fermo e per la successiva seguita. Le tradizioni di caccia dal nord al sud sono molto diverse, come le razze impiegate e in questo paesaggio cinegetico molto diverso, il ruolo dei segugi è comunque molto importante. Il tipo di cane utilizzato è in funzione al territorio, al numero dei componenti la squadra e alle abitudini locali. non è da sottovalutare anche il numero dei cinghiali presenti sul territorio, se effettuano o meno dei grandi spostamenti, senza eludere grandi soddisfazioni. Le razze di segugi sono molte, di taglie molto diverse e con varie caratteristiche possedute, li rendono perfetti specialisti in ogni occasione, per ogni tipo di territorio.

Zeppoloni con i suoi Griffon Bleu de Gascogne da cinghiale.

Dalla pianura alla montagna, con territori più o meno boscosi, adatti a piccole o grandi squadre. Il segugio è prima per lo spettacolo, per una caccia di classe, poi per il carniere. Le altre razze impiegate sono solamente per il carniere. C’è una differenza sostanziale tra i due sistemi. I terrier in generale non cercano l’abbaio a fermo, ma il contatto fisico con il cinghiale, non essendo accostatori e nemmeno inseguitori, infatti nati per la caccia in tana, confermano la loro attitudine anche su animali di altro tipo e per questo, il cinghiale con una forza diversa da quella della volpe, infligge sovente enormi danni fisici a questi cani. Altre razze provenienti dall’est Europa, nate e selezionate solamente per scacciare ogni tipo di animale selvatico, continuano a fare il loro mestiere anche in questo caso, ma non accostando e non inseguendo. La scelta per questo tipo di cane, vincolata a piccole cacce in territori ristretti, è più una ricerca di raggiungere lo scopo per prendere un cinghiale che per una vera caccia. Chi ha scelto il chilo di carne a svantaggio della bella caccia, ha optato per questi ultimi tipi di cane

che come lo slovenscki kopov caccia quasi solamente a vista, molestando alacremente la bestia nera, mentre l’alpenlaendische dachsbracke utilizza una tecnica simile a quella di un bassotto. Il bassotto ha però il vantaggio di segnalare con la voce piccoli tratti di accostamento, ma di limitata autonomia. Questi cani hanno il solo vantaggio di ritornare presto dal conduttore e di essere disponibili per altre piccole cacce. Tutte queste razze che non hanno le caratteristiche del vero segugio, non riusciranno mai a spingere fuori da grandi boschi o dalle macchie maremmane come lo fanno abitualmente i veri specialisti per questa caccia. E’ da ricordare a tutti i cacciatori da cinghiale che per prima cosa deve esserci il rispetto dell’animale e poi di un’etica venatoria che si possa considerare tale, tutto questo passa solamente dal modo di cacciare e dal tipo di cane utilizzato, il che significa dell’utilizzo di un sistema sportivo e leale, bello e dimostrabile in ogni luogo, questo lo è solo con il segugio e con il cane accostatore. È il cane che differenzia lo sportivo dall’affamato. G. R.


Poitevin R

azza fondata nel 1692 dal Marchese Francois de Larrye, per cacciare il lupo, ebbe da subito ottimi apprezzamenti e grande fama, ma venne decimata durante la rivoluzione francese. Trascorso circa mezzo secolo, dopo un’accurata raccolta di questo materiale canino che era rimasto è rinata la razza più importante e maestosa di prima, per merito di eminenti cinofili del Poitou. (Il popolo del Poitou è molto evoluto già in tempi remoti, discendente dai normanni e dai vichinghi, cugini dei longobardi). Questa ora è la più seducente razza da seguita in assoluto. nel suo standard leggiamo tra l’altro: elegante e distinto! Qualità sorprendenti per un cane de vénerie e di lavoro per eccellenza. Le attitudini sono ben amalgamate nella sua indole e nella impeccabile costruzione. Cane leggero con una linea inferiore rilevata, coscia piatta, ma con un’ottima ossatura. La testa è leggera, stretta e allungata con muso affilato, le labbra coprono giustamente la mandibola e danno la forma al profilo inferiore del muso, donando grande espressività. Questa leggerezza non esclude una costruzione atletica, in una silhouette ben armoniosa con una possente muscolatura. Testa allungata senza eccessi, cranio abbastanza piatto, cresta occipitale visibile. Pelo fine che copre bene la pelle liscia senza lordure. Assenza di giogaia. Orecchio attaccato appena sotto la linea dell’occhio, leggermente accartocciato, fine e di media lunghezza. Occhio grande, bruno o nero, sguardo molto espressivo. Tartufo nero e assenza di depigmentazioni, testicoli dal bianco al nero. Piede di lupo, perciò chiuso e allungato, molto resistente. Spalla abbastanza dritta, rialzata e ben aderente al corpo. Appiombi dritti, petto molto profondo e proporzionalmente più alto che largo. Garretti bassi, leggermente angolati, metacarpi bene in appiombo. La sua costruzione è per un soggetto galoppatore molto rapido. È la razza di chien d’ordre più anziana, poi rifondata alla fine del XIX° secolo dal conte Emile de la

Particolare della testa di un Poitevin.

Besge, celebre veneur del Poitou. È stata selezionata per vincere la robusta vegetazione della regione che porta il suo nome. Anche la caccia al lupo esigeva dei cani fini di naso, cacciatori molto resistenti e di eccellente endurance. Secondo il suo fondatore, questi cani erano stati scelti per un ottimo olfatto, grande accostamento, la bella voce da urleur molto armoniosa. Rapidi, molto appassionati alla caccia, corretti e raramente lasciavano la pista giusta. I Poitevins attuali, conservano ancora tutte queste qualità. La razza è stata costruita e selezionata tra i cani delle mute dei MM. Larrye, Ceris e Montemboeuf del Poitou, queste discendevano dai famosi cani bianchi del re e dai mitici cani normanni. Il capitale dei Poitevins è presente nella maggior parte degli equipaggi che cacciano a forzare il capriolo e il cervo, ma l’animale di preferenza per le caratteristiche e il carattere di questo cane, è il cinghiale.

Qualche equipaggio caccia anche la lepre sempre à courre. È la razza di grande taglia più numerosa, di maggiore qualità, meglio fissata tra tutte quelle della grande vènerie. Le mute di referenza per la razza, con il maggior numero di cani in tipo, sono: Castelroussin, Amboise, Aunis Poitou, Brissac, Banassat, Colletot, Vouzeron, des Loges, Montardillères, Parence, Chouan e Piqu’Avant Bourgogne. Una menzione particolare è per il Vautrait de Banassat (che riportiamo in copertina), dei MM. Renè e Rémi Klebot, proprietari di un Equipaggio con oltre 300 Poitevin adulti di grande tipo e magnificamente dressati, probabilmente il migliore al mondo. La razza in Francia è mantenuta perfettamente stabile in alcune migliaia di esemplari nati ogni anno. La taglia è dai cm. 62 a 72 per i maschi, dai 60 e 70 per le femmine. Pelo corto e brillante di colore bianco-arancio o tricolore a mantello nero. Il colore bianco-nero è difetto da eliminazione.

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Regolamento sanitario

Per poter viaggiare con i propri cani occorre prepararsi per tempo L

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a caccia, le prove di lavoro, le esposizioni o le vacanze, molte sono le occasioni per viaggiare con i propri cani. Il passaggio di un animale alle frontiere è però sottomesso a un certo numero di regole. In qualche paese, l’entrata è persino molto rigorosa. Si raccomanda pertanto di preparare la documentazione necessaria e i relativi vaccini qualche mese prima. In più, i regolamenti sanitari sono in continua evoluzione, in Europa come negli altri continenti, dipende anche dalla situazione delle malattie infettive rilevate in quel periodo. Infatti i regolamenti emanati, portano normative generali, alle quali comunque è indispensabile sottostare. Dal 3 luglio 2004, le condizioni relative alle disposizioni degli animali da compagnia sono regolamentate dalla CE 998/2003 del Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Europa del 26 maggio 2003. Questo stabilisce le condizioni di polizia sanitaria applicabili allo spostamento degli animali da compagnia negli stati membri e di provenienza da paesi terzi. Questi accordi tengono conto anche dello stato sanitario delle popolazioni di animali domestici e selvatici del mondo. A titolo di esempio, un rapporto de l’OIE, l’Organizzazione

Les blanc et orange.

mondiale della sanità animale, datata 4 agosto 2010, avvisa della rabbia su delle volpi, riscontrata nella repubblica iugoslava della Macedonia. Questo implica una buona copertura vaccinale contro questa malattia per la Macedonia stessa, per tutti i paesi confinanti e per chi la dovrà attraversare. Qualche paese esigente richiede anche il trattamento contro l’Echinococco. Prima di preparare un viaggio all’estero, occorre informarsi presso l’ASL per le regole dello stato presso il quale ci si dovrà recare ed eventualmente anche di quelli che saranno attraversati. Rimane comunque l’obbligo di trasportare i cani su mezzi autorizzati mantenendo le disposizioni emanate per il benessere animale. Un cane nella macchina non dovrà essere libero di scorazzare all’interno della vettura stessa, ma di avere un proprio angolo dove potrà muoversi senza poter disturbare chi guida. Sono accorgimenti donati dal buon senso e dalle normative riguardanti la gestione stessa degli animali. Per quanto riguarda l’Italia, tutti i cani dovranno obbligatoriamente essere identificati con l’immissione del microchip, il quale riporta i dati anagrafici dello stesso

cane e del suo proprietario. Tutti i cani importati lo dovranno possedere già dalla provenienza. in caso di cambio di proprietà, occorre fare il passaggio anche dell’intestatario del microchip. Sono regole che garantiscono l’ottima proprietà degli animali, riguardano la garanzia della loro salute, al riparo da malattie infettive e garantiscono una eventuale corretta importazione. Un viaggio all’interno dell’Unione europea, già dal 3 luglio 2004, il cane deve possedere un passaporto europeo per animale da compagnia che rimpiazza il tradizionale carnet di sanità. È rilasciato esclusivamente dal veterinario. Esso contiene la descrizione dell’animale, il nome e l’indirizzo del proprietario, il numero identificativo tramite la pulce elettronica e fornisce la prova che l’animale è ben vaccinato contro la rabbia. Questo passaporto può contenere delle registrazioni di altre vaccinazioni comprese quelle che sono obbligatorie o normali immunizzazioni. Tutto sembra complesso per trasportare i cani, ma le regole sono molto chiare e di facile applicazione, con la garanzia di una giusta tutela e di una migliore salute per i nostri cani e per noi stessi.


I Briquet Griffon Vendéen di Divano in Coppa Europa di cinghiale.

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Radiocollari P

er prima cosa vorrei evidenziare e raccomandare a tutti gli utilizzatori di collari di ricerca che questi ottimi apparati sono molto utili e sovente indispensabili per recuperare i cani, ma non è un prodotto con il quale dobbiamo esagerare con il suo utilizzo. Il collare e il rilevatore di ricerca servono per sapere dove è ogni singolo cane e non per localizzare i cinghiali. Il continuo e assiduo utilizzo durante l’intera giornata di caccia, comporta il farci trovare sempre accanto ai cani durante l’azione di caccia, ma ad avere elementi sempre meno autonomi e non in grado di fare un solo accenno di rientro al termine dell’azione. L’autonomia nell’azione e il rientro, sono qualità innate, caratteristiche primarie e proprie del segugio, perché si possa considerare tale. Fargli perdere queste caratteristiche è sbagliato, è andare contro natura, è il far perdere, pure in modo involontario ma reale, una particolarità fissata in anni di selezione, di allevamento, dove madre natura ha prodotto quella differenza

che c’è tra il segugio e generici cani da caccia. È importante e piacevole sapere dove è e cosa sta facendo la muta e ogni singolo soggetto, ma se questa informazione la teniamo come pura conoscenza sarà molto meglio e non utilizzarla per essere onnipresenti nell’azione venatoria. Un conto è il sapere, un altro è l’errato utilizzo o l’abuso. Questo vantaggio sulla natura che ha prodotto la tecnologia non è da utilizzare per semplificarne le azioni venatorie e nemmeno per accorciarle, ma per meglio gustarle. Accorciare o penalizzare una bella azione di caccia, non è da cacciatori, non è da cinofili. Mai limitare un piacere, in caso occorre gestirlo al meglio, con maggiore tranquillità. Le grandi possibilità di queste apparecchiature non hanno modificato le abitudini degli animali selvatici, ma possono modificare il sistema di caccia e le qualità dei cani che li cacciano. Sarebbe un grave errore, come lo è stato il sottovalutare l’impatto ambientale causato dall’arrivo di animali

selvatici non autoctoni o stabilizzati in aree non idonee. Come lo sono state le coltivazioni intensive o l’eccessivo e indiscriminato disboscamento. All’inizio tutto questo ha creato benessere, ma poco dopo ha prodotto un’infinità di problemi e in molte occasioni non risolvibili. Questi esempi richiamati e portati all’estremo, devono servire per evitare eccessi, come nel caso sopra accennato. Tutto ciò che è eccessivo in natura, molto presto comporta il sorgere di grandi problemi, come nel caso del segugio che con più è naturale, maggiore è la semplicità e la rusticità del suo utilizzo, meglio è il suo impatto con la natura, con gli animali selvatici e con l’uomo. La risposta del cane è sempre positiva se sono salvaguardate le caratteristiche e rispettati gli equilibri. Madre natura ha prodotto da sempre qualità e antidoti al massimo della loro semplicità. Facciamone buon uso e non un cattivo gioco. G. R.


Coppa Europa CAC-CACIT - Mute su cinghiale Torre Bormida – Cuneo 5-6-7 aprile

n

on ci sono parole a sufficienza per descrivere il grande successo che è stato per questa Coppa Europa su cinghiale effettuata in provincia di Cuneo. Voluta dal nostro Consigliere Biagio Costamagna, dal nostro Socio, l’onnipresente Ferruccio Boveri, voluta dai segugisti delle Langhe con il Presidente Favo Massimo, dal Presidente dell’ATC, da tutta la dirigenza del Club e da tutti gli sportivi cinghialai delle Langhe. Uno spettacolo di organizzazione, in zone fantastiche, con accompagnatori al massimo dell’eccellenza per sportività e altruismo. Una meraviglia di mute fantastiche! numerosi gli spettatori che in qualche occasione e ne chiediamo la comprensione, è stata loro in parte penalizzata la visione dei cani durante la prova, ma il grande affollamento, se non era in qualche modo un po’ gestito, portava l’impossibilità all’organizzazione, ai giudici e ai concorrenti di muoversi. La presenza di numerosi tipi di animali, non ha penalizzato le mute e i concorrenti oltre il normale. Le 12 mute presenti hanno dato una grande dimostrazione

delle loro indiscusse qualità, di un ottimo addestramento, di grande selezione, per un allevamento in generale ottimamente in salute. Infatti 10 mute su 12 hanno scovato cinghiali. Il miglioramento e il grande momento delle nostre razze è dimostrato dai risultati. nelle massime manifestazioni e in tutti i Campionati degli ultimi anni le vedono protagoniste assolute e vincenti. Gli ultimi anni del Campionato Fidasc ha visto vincitori: il primo anno Barbanera con Ariégeois, successivamente e di seguito, Pro-Mafucci con Ariégeois, Moscatelli 2 volte con gli Ariégeois e quest’anno natali con i Briquet griffon Vendeen, secondi gli Ariégeois di Alcidi. Per la Coppa Italia FIDC è quasi la stessa cosa, come lo è per la Coppa Europa. Grande è il merito degli allevatori, ma anche del Club con perfette indicazioni allevatoriali, ma anche organizzatore delle massime manifestazioni, palcoscenico perfetto per i migliori cani. Più razze del Club si alternano ai vertici, segno indelebile che tutte godono di ottima salute, che sono gestite equamente e rappresentano il meglio del segugismo attuale.

Natali con i suoi Briquet Gr.V.

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Bruno del Giura, la muta Campione d’Europa su cinghiale di Sargenti e Pantalla.

I Petit Gascon Saint. di Trombi.

I Porcelaine di Uggeri prima della prova in Coppa Europa su cinghiale.

Gli Ariégeois di Primavera e Brunelli.

Gli Ariégeois di Tobaldi.


1° Sargenti-Pantalla razza: Bruno del Giura Ecc. punti 173 2° Brunelli Valentino razza: Ariégeois Mb punti 151 3° Greco Mauro razza: Ariégeois 4° Primavera Maurizio razza: Ariégeois 5° Divano Mauro razza: Briquet gr. Vendeen 6° natali Andrea razza: Briquet gr. Vendeen 7° Trombi Enrico razza: Petit Gascon Saintongeois 8° Pettinelli Angelo razza: Ariégeois 9° Segugio Europa razza: Porcelaine Tobaldi Franco razza: Ariégeois Rovere razza: Porcelaine Miglior soggetto assoluto: NORD – Ariégeois - propr. Brunelli valentino

Pettinelli con i suoi Ariégeois.

3a Coppa Europa CAC-CACIT - Mute su lepre Muccia - Macerata 30 aprile 1 maggio 1° Montersino Cristian 2° natali Andrea 3° Martani Massimo 4° Rapis Battista

razza: Segugio Italiano pelo raso razza: Ariégeois razza: Petit Bleu de Gascogne razza : Segugio italiano pelo forte

Miglior soggetto assoluto: 2° Miglior soggetto assoluto: 3° Miglior soggetto assoluto:

InDIO - Segugio Italiano pelo raso BOnnI – Ariégeois BELEn – Petit bleu de Gascogne

propr. Montersino Cristian propr. natali Andrea propr. Martani Massimo

2° Trofeo Silvano Sorichetti Muccia - Macerata – 29 aprile 1 maggio 1° Coppari Maurizio 2° Segugio Europa 3° Montersino Cristian 4° nardi Franco 5° Tarabelli Giampiero

razza: Segugio Italiano pelo raso razza: Petit Gascon Saintongeois razza: Segugio Italiano pelo forte razza: Segugio italiano pelo raso razza: Segugio italiano pelo raso

La muta vincitrice del Trofeo Sorichetti 2012.

Miglior soggetto assoluto: PEPE – Segugio italiano pelo raso – propr. Nardi

I Petit Bleu de Gascogne di Martani e Roversi.

I premiati del Club.. La muta di Montersino vincitrice della Coppa Europa 2012.

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Coppa Italia 2012 su cinghiale – San Casciano (SI) 10-13 maggio 2012 1° Moscatelli Fabio 2° Segugio Europa 3° Calzuola Alfio 4° Sargenti Claudio 5° Trombi Enrico 6° Pampaglini Simone 7° Zeppoloni Paolo 8° Marzi Massimiliano 9° Alcidi Alessio 10° Guerrini Stefano 11° Guerrini Simone 12° Antolini Simone

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razza: Briquet Griffon vendéen razza: Petit Bleu de Gascogne razza: Petit Gascon Saintongeois razza: Bruno del Giura razza: Petit Gascon Saintongeois razza: Petit Bleu de Gascogne razza: Griffon Bleu de Gascogne razza: Griffon Bleu de Gascogne razza: Ariégeois razza: Ariégeois razza: Porcelaine razza: Briquet Griffon Vendéen

Gascon Saintongeois.

Ecc. p. 169.50 Ecc. p. 162.14 Ecc. p. 162.50 Mb. p. 158.57 Mb. p. 158.33 Mb. p. 157.50 Mb. p. 155,00 Mb. p. 151.00

Griffon Bleu de Gascogne.

quota expo 7.00 quota expo 9.35 quota expo 8.86 quota expo 8.28 quota expo 7.33 quota expo 8,00 quota expo 8.00 quota expo 6.00

tot. 176.50 tot. 171.49 tot. 171.36 tot. 166.85 tot. 166.16 tot. 165.50 tot. 163.00 tot. 157.00

I primi 5 classificati in Coppa Italia che Moscatelli vince con i Briquet Griffon Vendéen.

Raduno S. Casciano (SI) 12 maggio Ring d’onore Migliori Coppie 1° Porcelaine 2° Ariégeois 3° Petit Gascon Saintongeois

propr. Segugio Europa propr. Alcidi Alessio propr. Calzuola Alfio

Migliori Gruppi 1° Bruno del Giura 2° Porcelaine 3° Griffon Bleu de Gascogne

propr. Sargenti Claudio propr. Ottaviani Luca propr. Spaccini Claudio

Bis 1° ALI’ -Briquet Griffon Vendeen 2° EUROPE – Porcelaine 3° ZAC - Ariégeois

propr. natali Andrea propr. Segugio Europa propr. Alcidi Alessio

Le migliori coppie premiate dal Giudice Biasiolo.

Briquet Griffon Vendéen.

Petit Bleu de Gascogne.


Campionato Italiano 2012 Castiglione della Pescaia (GR) 14-15 aprile - CAC-CACIT su cinghiale –

Segugio Europa con i Petit Bleu de Gascogne.

33 Ringraziare chi ha messo a disposizione le stupende zone di Punta Ala e Rocchette: il Dott. Ottavio Lucifero e il Sig. Riccardo nelli è il minimo che possiamo fare. Gli stupendi areali di questa riserva sono noti non solamente in Italia e poterli usufruire per le finali del nostro Campionato è uno spettacolo offerto al Club e ai suoi Soci. Ottima la presenza di cinghiali. Tutti i finalisti hanno scovato, il massimo. Un grazie a Mirco, Piero, Emiliano e Gianfranco per l’impegno offerto nell’accompagnare i concorrenti e per l’organizzazione nel recupero dei cani. Campione Italiano Ariégeois 2° Petit Bleu de Gascogne 3° Griffon Bleu de Gascogne 4° Petit Bleu de Gascogne 5° Bruno del Giura 6° Porcelaine 7° Petit Gascon Saintongeois 8° Bruno del Giura

Propr. Moscatelli Fabio Propr. Segugio Europa Propr. Corghi Floriano Propr. Pampaglini Luciano Propr. Galeotti Simone Propr. Ottaviani Luca Propr. Calzuola Alfio Propr. Sargenti Claudio

Premiati i campioni italiani 2012 su cinghiale.

I Bruno del Giura di Galeotti .

Gianfranco Gemignani alla sciolta di una muta.

Corghi con i Griffon Bleu.


Campionato Italiano 2012 Bagnolo San vito (MN) 17-18 aprile - CAC-CACIT su lepre – Campione Italiano: Ariégeois 2° Petit Gascon Saintongeois 3° Petit Bleu de Gascogne 4° Ariégeois 5° Petit Bleu de Gascogne -

Propr. Ripamonti Angela Propr. Segugio Europa Propr. Martani Massimo Propr. Bastoni – Gonfaletti Propr. Treccani Ivano

Un ringraziamento particolare al Presidente dell’ATC di Bagnolo per la disponibilità delle zone e per gli eccezionali

34

La muta Campione d’Italia su lepre di Ripamonti.

accompagnatori messi in campo: competenti e molto altruisti. Al Presidente del Club di Mantova e a tutta la Sezione per l’impegno offerto in ogni momento. La presenza di lepri è al limite massimo, ma come diceva un vecchio saggio: godiamoci l’abbondanza, perché la carestia è sempre in agguato e non è molto piacevole. Ottima è la logistica, perciò in queste zone per il 2013 faremo il Campionato Sociale.

I finalisti del campionato italiano su lepre 2012.

Il Club per l’Emilia a Nonantola Quando abbiamo avuto la triste notizia, la mattina del 20 maggio, che una parte dell’Emilia era in ginocchio e dopo di quel giorno, altri giorni nefasti ne sono seguiti, con una terra che non smetteva di tremare, portatrice di disastri, morte e paura, abbiamo avuto l’impressione di essere stati tutti feriti. Io sono nato vicino a quelle terre, ho frequentato e frequento sempre quei luoghi che mi hanno regalato momenti importanti di sport, successivamente di ottime giornate di caccia e grandi amici, forse ho sentito più di altri questo dramma. La piazza di Pico della Mirandola era una delle mie preferite, ora è una desolazione… Mora Vilmo, nostro grande alfiere di Modena, Presidente della locale Sezione provinciale, Consigliere nazionale del Club, ha sempre avuto ottimismo, lo ha distribuito a tutti perché a nonantola dovevamo andare..., anche

Bartaloni con i suoi P. Gascon S.

se nella sua casa si sono rotti piatti e bicchieri e ha trascorso qualche nottata sotto le stelle, la speranza mai è venuta meno: il Raduno lo dovevamo fare e lo abbiamo fatto! Un grazie particolare a nicola Di nucci per l’impegno che offre ogni anno per questo successo. Siamo stati presenti con la Dirigenza del Club quasi al completo, con i nostri Soci dell’Umbria, della Liguria, del Veneto, Piemonte, Lombardia, Toscana e l’Emilia Romagna stessa, con i migliori cani per una festa che potesse spostare per qualche momento il pensiero dalle macerie a qualcosa di meno triste e più piacevole. Soprattutto presente Modena, come ovunque c’è cinofilia di serie A, che con i suoi migliori cinofili amanti del Petit Bleu de Gascogne ha fatto scuola: Botti, Mora, Di nucci, Beggi, tanto per citare i più presenti, hanno fatto

Callegarin giudica il Petit Gascon S. di Lattore.


Griffon Nivernais dei f.lli Lui, miglior gruppo a Nonantola. notare e apprezzare la loro provincia segugistica con grandi successi ripetuti ininterrottamente per oltre trent’anni in Italia e all’estero. Per arrivare a nonantola ho percorso la strada del Brennero che và da nogara a Modena come infinite altre volte, passando da Poggiorusco, Mirandola, Cavezzo, San Prospero… ecc ecc… ho avuto un colpo al cuore! Quello che abbiamo visto in televisione è nulla di fronte a tanta desolazione, ma prendendo spunto dal coraggio degli stessi emiliani, abbiamo portato la nostra solidarietà e il

I migliori assoluti a Nonantola con i Giudici. nostro piccolo contributo pure economico per aiutare anche psicologicamente questo grandioso popolo ferito, ma mai vinto. In quel magnifico luogo del Campazzo in nonantola siamo stati accolti dagli stessi emiliani, come meglio non sarebbe possibile, con il sorriso sulle labbra e tanto altruismo. Un esempio ineguagliabile. Grazie Emilia, coraggio e arrivederci! In questa occasione il Club, per partecipare alla ricostruzione, ha offerto circa 350 euro. Giancarlo Raimondi

35 Nonantola 2012.

Orietta Zilli giudica un Porcelaine a Nonantola.

Raduno Naz. CAC razze da seguita Nonantola 24 giugno 2012 Giudici: Dott.ssa Orietta Zilli – Sig.ra Salinas Luisa – Sig. Callegarin Lionel (F). Coppie 1° Griffon nivernais 2° Petit Bleu de Gascogne 3° Ariégeois

propr. Lui Graziano propr. Beggi Mauro propr. Ripamonti Angela

Gruppi 1° Griffon nivernais 2° Petit Gascon Saintongeois 3° Porcelaine

propr. Lui Graziano propr. Segugio Europa propr. Rossato Gilberto

BIS 1° Egor - Petit Gascon Saint. 2° Europe - Porcelaine 3° Teo da nogara – Ariégeois 4° Lantaka Ferdinando - Beagle

propr. Segugio Europa propr. Segugio Europa propr. Raimondi Davide propr. Fruzzetti Vittoriana

Petit Bleu de Gasc.

Petit Bleu de Gasc.


16° Gran Premio “Il Bandiasso” 14-15 luglio 2012 Prova di lavoro CAC-CACIT DOC su lepre nel firmamento segugistico d’Italia, da 16 anni è questa la migliore manifestazione di eccellenza in assoluto. Due prove di lavoro CAC-CACIT DOC su lepre e nell’inframezzo un magnifico raduno, non ha paragone. Ogni cane viene giudicato da tre giudici specialisti diversi, in muta e individualmente. La somma dei punti porta a una classifica dei singoli soggetti e delle loro mute composte di sei elementi. Molti sono stati i vincitori nei Albo d’oro: 2008: Segugi Italiani pelo raso 2009: Griffon Bleu de Gascogne 2010: Ariégeois 2011: Segugi Italiani pelo raso 2012: Petit Gascon Saintongeois

diversi anni, di razza italiana e di razza francese. Le migliori mute d’Italia, si sono alternate ai vertici di questo Gran Premio. nonostante che la stagione di mezza estate non sia propizia per il segugio, l’Azienda è quanto di meglio può offrire per qualità e varietà di terreni, con ottima presenza di diversi tipi di animali selvatici ed infine c’è l’ospitalità ai massimi livelli. Uggeri Mauro ne è l’ideatore e il profeta.

propr. Montersino Cristian propr. Corghi Floriano propr. Raimondi Davide propr. Regis Armando propr. Segugio Europa

Giudici: Sigg. D’Aquaro Francesco – Mozzi Giuseppe – Zani Gastone – Dodino Giuseppe

Mute Migliore Muta assoluta:

36

Petit Gascon Saintongeois 2° Griffon Bleu de Gascogne 3° Segugi Italiani pelo raso 4° Segugi Italiani pelo raso 5° Petit Bleu de Gascogne 6° Segugi Italiani pelo forte 7° Ariégeois 8° Segugi Italiani pelo forte 9° Ariégeois

Propr. Segugio Europa propr. Corghi Floriano propr. Cravero Giuseppe propr. Pedretti Battista propr. Comparin Omar propr. Montersino Cristian propr. natali Andrea propr. Torta Giorgio propr. Moscatelli – Sforna

punti 311.83 punti 297.66 punti 178.66 punti 168.16 punti 161.66 punti 158.33

I migliori di razza e il BIS al Bandiasso

Migliori soggetti assoluti: 1° Faia- Petit Gascon Saintongeois propr. Segugio Europa 2° Calie - Griffon Bleu de Gascogne propr. Corghi Floriano 3° Tito - Segugio Italiano pelo raso propr. Cravero Giuseppe 4° Ted di Pedretti Battista 5° Atos di Comparin Omar 6° Sara di Montersino Cristian

il Bandiasso è anche questo

Raduno Naz. CAC per razze da seguita Sezzadio (AL) 14 luglio 2012 Giudici: Sigg. Salinas Luisa – Mozzi Giuseppe – Biasiolo Giuliano

La Segugio Europa premiata per la migliore muta e il miglior soggetto

Migliori Coppie 1° Porcelaine 2° Griffon Bleu de Gascogne 3° Segugi Italiani pelo raso

propr. Segugio Europa propr. Corghi Floriano propr. Cravero Giuseppe

Migliori Gruppi 1° Segugi Italiani pelo raso 2° Petit Bleu de Gascogne 3° Petit Gascon Saintongeois

propr. Cravero Giuseppe propr. Comparin Omar propr. Segugio Europa

BIS 1° Atos – Petit Bleu de Gascogne propr. Comparin Omar 2° Alba – Segugio It. Pelo raso propr. Pedretti Battista 3° Azon – Petit Gascon Saint. propr. Pasquinucci Mauro

Natali e Moscatelli con gli Arégeois


Perché ...

Unione segugisti delle langhe Q

uando un gruppo di amici mi chiese se ero interessato a costituire un gruppo cinofilo in langa, mi posi un sacco dubbi e li sommersi in un sacco di domande, perplessità,… sinceramente, quasi li convinsi del mio disinteresse. Ma, fa parte del mio carattere, ponderare anche troppo le scelte. Oggi, a distanza di appena sei mesi da quegli incontri e quelle chiacchierate informali, mi trovo nella condizione di poter dire a ragion veduta, di essere orgoglioso non solo di far parte di questo sodalizio, ma di esserne il presidente. La sera del primo incontro “allargato”, voluto per tastare l’interesse alla cosa, mi trovai di fronte un centinaio di persone, entusiaste della possibilità di dare un nome e una bandiera a una loro grande passione, ad anni di impegno profusi per la voglia di mettere in competizione i loro segugi, di manifestazioni nate e fatte crescere in ricordo di amici. Così che si è creato il primo consiglio direttivo composto da tredici segugisti di Langa, con vice presidenti Mauro Greco, conosciuto cinofilo a livello internazionale, e Mauro Lequio, appassionato lepraiolo e canettiere ufficiale durante le battute invernali alla volpe. In un tempo a dir poco da record l’unione si è trovata a contare oltre 300 associati e le manifestazioni organizzate hanno riscontrato interesse e partecipazione. Proprio nel corso di queste è maturata la piena volontà ad impegnarmi nel migliore dei modi e a far si che questa avventura continui a crescere. Ho scoperto che la Langa è ricca di tanti giovani appassionati cinofili e per giovani intendo ragazzi che non superano i 30 anni e altri che non arrivano neppure ai 20. Giovani risoluti nell’addestramento dei loro segugi che dimostrano una passione disinteressata nelle competizioni ma allo stesso tempo, consci e disposti a lavorare per migliorare le proprie mute in favore degli standard di razza, giovani che ci possono fare credere che la cinofilia e la caccia, a dispetto di cosa vorrebbero molti, avrà un futuro e delle migliorie. Nel frattempo è nata questa importante collaborazione con il Club,

37 un partner molto importante, al quale noi tutti crediamo per capacità, qualità, esperienza cinofila e certamente sarà fatto il meglio per la cinofilia segugistica. A fronte di tutto questo mi auguro di essere all’altezza del compito e di poter ricambiare della fiducia accordatami. Massimo Favo

PRIMA ESPOSIZIONE CINOFILA RAZZE DA SEGUITA

“Segugisti delle Langhe” Domenica 17 giugno sono stati ben 97 i soggetti in gara alla prima esposizione organizzata dall’Unione, ospitati dal comune di Gorzegno in un ampia area molto adatta per questo tipo di evento, dalla Pro Loco e dal Gruppo Alpini locale che si sono prodigati ai fornelli.

Primi classificati cat. GruPPi sEGuGi italiaNi a PElO rasO 1° FOX Carbone Giuliano 2° PATO Regis Armando 3° FARUK Serafino Mario sEGuGi italiaNi PElO fOrtE 1° ROCKY Rizzoglio Franceso 2° REA Ratto Luciano 3° Lea Rizzoglio Franceso BriQuEt GriffON VENDEEN 1° ANUK Parusso Erik 2° RINGO Bruno Gino 3° DUCA Parusso Erik

ariÉGEOis 1° TUONO Montanato Giuseppe 2° ZARA Fenoglio Michele 3° BRINA Ferrero Andrea POrcElaiNE 1° BIANCA Paroldo Mirko 2° NINA Paroldo Mirko 3° VIKY Paroldo Mirko POsaVatZ 1° ARIA Ratto Luciano GraND BlEu DE GascOGNE 1° DORA Moretti Mirko DacHsBracKE 1° SIRIA Grillo Giacomo PEtit GascON saitONGEOs 1° PIPPO Giamello Oreste GriffON fauVE DE BrEtaGNE 1° JAKI Robaldo Fabio


sEGuGiO DEll’ istria PElO rasO 1° REX Boveri Fabio 2° GRUM Boveri Fabio riNG D’ONOrE cOPPiE 1° ARIÉGEOIS Pansi Davide 2° S.I.P.R Carbone Giuliano 3° B.G.V. Parusso Erik GruPPi 1° B.G.V. 2° S.I.P.R 3° ARIÉGEOIS BEst iN sHOW 1° FOX 2° TUONO 3° DUCA

sEcONDO trOfEO rEciNtO “luPriN” PEr caNi Da sEGuita su ciNGHialE

Parusso Erik Regis Armando Montanaro-Ferrero

S.I.P.R ARIÉGEOIS B.G.V.

Carbone Giuliano Montanaro Giuseppe Parusso Erik

miGliOr sOGGEttO italiaNO: FOX S.I.P.R Carbone Giuliano miGliOr sOGGEttO EstErO: TUONO ARIÉGEOIS Montanaro Giuseppe

PROVA SOCIALE SU LEPRE

Coppie e mute 38

Sabato 28 luglio, nella suggestiva cornice che offre l’area verde di Pezzolo Valle Uzzone (CN), si sono ritrovati numerosi appassionati che sfidando la canicola della mattinata estiva, hanno messo in discussione i loro segugi sulle tracce della lepre. Un ambiente collinare caratterizzato da ampi prati, stoppie, terrazze incolte, ma anche ottimi boschi di castagni e pini, si sono dimostrati habitat idonei alla verifica. La giornata è stata caratterizzata da un caldo afoso, accompagnato da una leggera brezza tiepida e persino una piccola spruzzata di pioggia prima delle sciolte, ha offerto il massimo delle difficoltà ai 24 concorrenti e perciò alcuni non sono riusciti a giungere allo scovo. Decisamente buona la presenza di lepri che hanno offerto la possibilità ad alcuni, di ottime prestazioni e la prospettiva di rivederli in un periodo

Esposizione cinofila segugisti delle langhe.

più clemente. I concorrenti, i giudici e gli accompagnatori hanno proseguito il dialogo nel verde della Valle Uzzone, presso i tavoli della Pro Loco di Pezzolo Valle Uzzone in un ottimo pranzetto e una calda accoglienza. Nella categoria coppie è stato assegnato un solo premio, un Buono 143,00, assegnato a Oberto Gioacchino di Moncalieri (TO), con una coppia di Segugi Italiani pelo raso, non nuovo ad affermazioni in Alta Langa. Nelle mute ha vinto un giovane concorrente: Gallo Massimo con Segugi Italiani pelo raso nero focato Ecc. 172,00, con un lavoro da manuale. Al secondo posto Ferrero MB punti 152,00 e al terzo Aloa MB 150,8.

categoria singoli 1°) Bil Beagle Harrier 2°) Tilio Petit bleu de Gascogne 3°) Brina Segugio Maremmano 4°) Sadam Ariégeois 5°) Bonny Segugio Maremmano 6°) Marta Petit bleu de Gascogne 7°) Fluk Segugio it. pelo raso 8°) Roky Segugio it. pelo raso 9°) Orange Ariégeois 10°) Amir Ariégeois 11°) Diana Segugio Maremmano 12°) Eco Briquet griff. Vendeen

ecc. 169.00 ecc. 166.00 ecc. 165.00 ecc. 163.00 ecc. 163.00 ecc. 162.00 ecc. 162.00 ecc. 162.00 ecc. 161.00 ecc. 160.00 ecc. 160.00 mb. 159.00

propr. Parusso Erik propr. Pollero Stefano propr. Scarzello Valerio propr. Troia Bruno propr. Ranieri Giuseppe propr. Pollero Stefano propr. Boveri Ferruccio propr. Boveri Ferruccio propr. Ferrero Andrea propr. Troia Bruno propr. Gallesio Gianluca propr. Negro Bruno

miglior soggetto in esposizione: Stella – Briquet griff. Vendeen – propr. Galvagno Ai primi tre classificati delle razze tutelate dal Club, l’Unione Segugisti delle Langhe offre l’iscrizione omaggio al prossimo Campionato Sociale che si svolgerà a Torre Bormida in data 5-6-7 aprile 2013 e sono i seguenti: Tilio Sadam Marta

Petit bleu de Gascogne Ariégeois Petit bleu de Gascogne

propr. Pollero Stefano propr. Troia Bruno propr. Pollero Stefano

1° trOfEO “ rEciNtO luPriN” PEr caNi Da sEGuita su ciNGHialE classE Di Eta’ fiNO ai 24 mEsi Si è svolta in tre giorni presso il recinto di addestramento “ Luprin” di Niella Belbo la prima verifica zootecnica categoria coppie e singoli per cani fino ai 24 mesi. La competizione a carattere sociale ha riscontrato un notevole successo, dal 25 al 27 maggio sono stati 28 i concorrenti che si sono confrontati, arrivati dal Piemonte e dalla Liguria hanno potuto mettere in gioco i primi passi dei loro cuccioloni in una realtà a tratti parecchio difficoltosa dovuta dalle temperature al di sopra della media stagionale. Nella categoria singoli il podio è stato presieduto da Raimondi Davide razza Basset Fauve de Bretagne punti 163 Ecc. , 2° Bruno Troia, razza Ariégeois 159,00 MB, mentre per le coppie il primo posto l’ha conquistato Barbiero Armando con Ariégeois 159,00 MB. caNi cON il miGliOr PuNtEGGiO: Kaid, razza Basset Fauve de Bretagne di Raimondi, punti 165 Ecc. - 2° Petit Bleu de Gascogne, Marta, propr. Pollero 163,00 ECC


categoria singoli 1° Raimondi 2° Pollero 3° Troia 4° Greco 5° Robaldo 6° Greco 7° Resio 8° Biasini 9° Riverditi 10° Rosso

Basset Fauve de Bretagne Petit Blueu de Gascogne Ariégeois Ariégeois Ariégeois Ariégeois Segugio Maremmano Petit Blueu de Gascogne B.G.V. Ariégeois

categoria coppie 1° Barbiero 2° Succi 3° Ferrero 4° Greco 5° Ponzone 6° Gonella 7° Favole 8° Rizzo

Ariégeois Petit Bleu D.G. Ariégeois Ariégeois Ariégeois x b.g.v. x

CORSO PER CONDUTTORE

cane da limiere

L’Unione Segugisti delle Langhe, in collaborazione con ATC CN 5, organizza per la primavera 2013, con data da stabilire, un CORSO PER CONDUTTORI CANI DA LIMIERE con rilascio dell’attestato. Il corso sarà composto da 5 LEZIONI TEORICHE che si svolgeranno di sera presso la sede dell’ATC 5 a Gorzegno (CN), e prevederanno: Sistema di addestramento e di utilizzo del cane limiere, tipologia di razze, conoscenza delle armi, conoscenza delle leggi e una PROVA PRATICA, che si svolgerà in una mattinata. L’ESAME sarà composto da 30 quiz a risposta multipla (5 errori massimo per essere ammessi all’orale). Per info e prenotazione : segugisti.langhe@libero.it, 335-6970089.

In In località località Luprin Luprin aa Niella, Niella, sul sul versante versante destro destro del del Belbo, Belbo, totalmente totalmente immerso immerso nel nel bosco bosco di di castagni castagni ee pini pini èè stato stato costruito costruito un un recinto recinto per per l’addestramento di cani giovani da l’addestramento di cani giovani da seguita seguita su su cinghiale. cinghiale. IlIl territorio territorio di di 11 11 ettari ettari èè ideale ideale per per la la formazione formazione dei dei cani cani giovani giovani in in quanto quanto molto molto promiscuo: promiscuo: al al sottobosco sottobosco ftto ftto formato formato da da rovi rovi ee cespugli cespugli si si alternano alternano zone zone più più visibili visibili ee libere libere solcate solcate da da piccoli piccoli rigagnoli. rigagnoli. Vicino Vicino al al recinto recinto èè attrezzata attrezzata anche anche una una piccola piccola area area pic-nic pic-nic con con barbecue barbecue ecc… ecc… con con annesso annesso parcheggio. parcheggio.

39

Il più giovane dei premiati, Greco Riccardo, con Vento

L’accesso è consentito solamente ai cani giovani ed i conduttori devono essere in possesso della tessera associativa, il prezzo della quota oraria è di € 25,00. Per le prenotazioni, l’emissione della tessera, l’acquisto di tagliandi d’ingresso o qualsiasi altra informazione rivolgersi ai seguenti numeri: º UFFICIO ATC CN5 0173/821319 º FABRIZIO RIVERDITI 335-1244792 (Frequenza radio del recinto 433.30, altre frequenze 10) oppure visitare l’apposita area sul sito internet www.atccn5.it

COME ARRIVARE Il recinto si trova in località Luprin a Niella Belbo, facilmente raggiungibile dal centro comunale tramite l’accesso dalla strada Niella Belbo – Bossolasco.

Questo giornale “Les Chiens Courants”, ai Soci Segugisti delle Langhe, è offerto dall’Associazione Segugisti delle Langhe e dal Club.


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