Eccidio di Collegno e Grugliasco il 28 e 30 aprile - La storia illustrata

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24 aprile 1945 - «Aldo dice 26 x 1» Ossia: «il 26 aprile, alle ore Una attaccare e occupare il capoluogo». Questo è il messaggio in codice che Radio Londra trasmise per ordinare ai partigiani di scendere dai monti per liberare Torino. Faceva parte del «Piano 27»


Dalle montagne della Valle Di Susa, piĂš precisamente dalla borgata CittĂ di San Giorio, scende in pianura anche la brigata partigiana in cui operava un cappellano militare di nome don Mario Caustico


Si sposta verso Villarbasse – Rivalta e, dopo 30 ore di marcia, verso la sera del 27 aprile, la brigata si attesta presso la cascina «Quaglia» … di Grugliasco, in attesa di raggiungere l’aeronautica di Torino


Il 26 aprile il comando Piazza di Torino, di fronte al timore che i tedeschi attestati nella zona di Rivoli intendessero scendere da cors Francia per entrare in città…

…chiede alla Divisione Monferrato di rinforzare il presidio all’aeronautica, già occupato dai partigiani, con l’ausilio dei lavoratori


Il suo nome di battaglia è «DON ALBERTO»

…è cappellano militare e comandante di distaccamento della 48 Divisione Garibaldi - 41° Brigata «Carlo Carli» (successivamente 106° Brigata «Giorgio Valino», divisione «Rinaldo Baratta») operante in Valle di Susa


Nella zona tra Alpignano e Rivoli sono ancora concentrati 5.000 tedeschi che, dopo aver disarmato tutti i partigiani, dichiarano che per loro la guerra non è ancora finita

Il 27 e 28 aprile, Rivoli è ancora il punto di aggregazione dei tedeschi - provenienti dalle Valli Susa e Chisone - che, non potendo entrare in Torino, percorrono Corso Francia immettendosi in Collegno verso la Valle di Lanzo e, quindi, l’Autostrada Torino - Milano


28 aprile 1945: Mentre anche i comuni ad ovest di Torino stavano per essere liberati dagli ultimi rimasugli di tedeschi ancora in zona, questi, giunti in Borgata Savonera di Collegno, ebbero uno scontro a fuoco con un nucleo di sappisti

I sappisti facevano parte delle SAP, ovvero Squadre di Azione Patriottica, formazioni di circa quindici-venti uomini ciascuna, nate per espandere la partecipazione popolare alla lotta

Convinti che il Parroco di Savonera, Don Sapino, collaborasse con i partigiani, e ne nascondesse qualcuno nei pressi della parrocchia, i tedeschi in fuga, giustiziarono il sacerdote con un colpo di pistola alla tempia, sotto il campanile della chiesa.



GRUGLIASCO era allora un piccolo comune agricolo di 5.300 abitanti, posto ad ovest della periferia di Torino

Domenica 29 aprile, alle ore 10,00 circa, il C.L.N. (comitato di liberazione nazionale) di Grugliasco prende possesso del municipio e nomina alla carica di Sindaco il comunista Pietro Crosetto che dichiara ufficialmente la liberazione del paese.


COLLEGNO era allora un piccolo comune agricolo di 6.500 abitanti, limitrofo a Grugliasco, posto anch’esso ad ovest della periferia di Torino

Anche a Collegno, domenica 29 aprile, il C.L.N. locale, insediandosi in municipio, nomina alla carica di sindaco il comunista Dante Torello che, come primo atto ufficiale comunica al Prefetto di Torino, la liberazione del paese


Quel giorno, per la prima volta, anche se ognuno piange su danni e lutti prodotti dalla guerra appena conclusa, la gente invade le strade per festeggiare la liberazione di quelle comunitĂ


Tutta l’area sud e sud-ovest di Torino è ancora invasa dalle truppe tedesche che non possono attraversare il capoluogo per dirigersi a nord, verso l’autostrada TO– MI, poiché la città era ormai in mano ai partigiani.


ATTRAVERSARE TORINO, GIA’ OCCUPATA DALLE FORZE DI LIBERAZIONE, ERA EVIDENTEMENTE, TROPPO PERICOLOSO

L’UNICA POSSIBILITA’ PER DIRIGERSI VERSO NORD ERA QUELLA DI TRANSITARE ATTRAVERSO I COMUNI POSTI AD OVEST DI TORINO


Don Caustico, ormai attestatosi con la sua brigata all’aeronautica, venuto a conoscenza del possibile transito, ad ovest di Torino, di una colonna tedesca di circa 35.000 uomini in ritirata, si offrì di recarsi a Rivalta, dove, nel castello, s’era allocato il comando tedesco, per trattare il loro transito pacifico Dopo l’intervento di Don Caustico, presso il comando tedesco di Rivalta, a Beinasco avviene uno scontro a fuoco con i sappisti locali


Verso l’imbrunire di quella domenica 29 aprile, Manfredo Manferdini, capo dei volontari della libertà locale, ebbe l’incarico dal Comando Piazza di Torino di procurare sistemazione e viveri per una formazione partigiana, di circa 50 uomini, in arrivo per vigilare sul transito pacifico della colonna tedesca in ritirata. Tali alloggiamenti vennero destinati presso le scuole femminili di via c. Spanna

Il contingente partigiano destinato a Grugliasco per vigilare sul pacifico transito della colonna tedesca, era guidato dal comandante «Piero Piero» della Divisione Matteotti, proveniente dal comando attestato all’aeronautica


Dopo la sua missione Don Caustico si allontanò ma, saputo dello scontro a fuoco a Beinasco, ritornò a Rivalta…

…i tedeschi arrestarono lui e la sua scorta obbligandolo ad anticipare la colonna militare tedesca - in marcia verso Grugliasco - con una bandiera bianca in mano


La colonna in ritirata, alle prime ombre della sera, raggiunge le prime case di Grugliasco, sia chi arriva da Corso Francia che da Strada del Doirone


Da una relazione dei sappisti A. Alemanno, E. Bergatto e V. Massari, si evince quanto segue: “…alle ore 21 del 29 aprile, l’avanguardia tedesca ebbe uno scontro a fuoco con reparti partigiani «formazione piero piero», Divisione Matteotti e sappisti, in territorio grugliaschese, in cui il nemico riportò serie perdite, compreso un ufficiale e due automezzi. Don Caustico riuscì, nella confusione, a dileguarsi, ma non per salvare se stesso”


… era infatti corso alla «Casa del popolo», dove un gruppo di volontari, non certo tutti devoti alla sua fede, s’erano attardati ad uscire. Dopo averli avvisati del pericolo incombente, si fermò con loro.


Alle ore 21 circa, un contingente della colonna tedesca entra dal lato sud del paese, percorrendo via Principe Amedeo, oggi via Generale Perotti


All’incrocio tra piazza Umberto I° e via Spanna, sul marciapiede della manifattura spazzole, l’avanguardia della colonna spara contro i volontari della libertà, capeggiati da Manfredo Manferdini. Gli uomini della «Divisione Matteotti» non useranno mai le aule della scuola femminile appena sistemate per i loro alloggiamenti


I primi morti della sera sono Aldo Rossi e Domenico Quenda, abbattuti nei pressi della chiesa di via Torino (oggi via Lupo) dove rimarranno fino al giorno successivo. Rossi si getta - o viene gettato dalla Torre Civica. Sulla testa di Quenda passerono le ruote di un carro rendendolo irriconoscibile anche a sua sorella


Notte tempo, sotto minaccia, fratel Koop, frate marista, fu costretto a condurre i tedeschi in municipio, al fine di prelevare il segretario comunale e il custode, poichè per la loro funzione pubblica, erano le persone piĂš idonee all’individuazione e al riconoscimento di partigiani locali


Il segretario Vaglienti e il messo-custode Scoffone, prelevati dai loro alloggi nel municipio per essere interrogati sul riconoscimento di partigiani, non sveleranno alcun nome.


‌verso le due di notte, i tedeschi fanno irruzione nel convento dei fratelli Maristi - nell’attuale piazza Matteotti - che fu sede del presidio militare germanico: in tale operazione catturano tre sappisti grugliaschesi appartenenti all’azione cattolica: Francesco Cravero, Lorenzo Bongiovanni e Celestino Marengo


I tedeschi, a notte avanzata, dopo aver sfondato la porta della ÂŤCasa del popoloÂť, con furore e violenza, attaccarono i presenti che, a luce spenta, fingevano di dormire


‌con la testa del giovane De Santis infransero i vetri dei quadri appesi ai muri fino a farlo svenire, mentre qualcuno rimaneva a terra privo di sensi, preso a ceffoni e calci nel basso ventre tali da farli contorcere dal dolore.


Gino Mansani, uno dei sopravvissuti all’eccidio, racconta parlando di Don Caustico: “scovata una bandiera rossa, i tedeschi la lanciavano con scherno e disprezzo sul volto del sacerdote, lasciandola cadere a terra … egli, con aria di sfida, la raccoglieva ponendosela sulla spalla”.


Grugliasco rimase nelle mani tedesche tutta la notte; durante il rastrellamento vennero perpetrati furti e soprusi infami, da soldati avvinazzati


Man mano che la soldataglia germanica, con la collaborazione degli ultimi fascisti locali, individuava partigiani o sospetti tali, li riuniva in piazza Umberto I° per proseguire con le sevizie e indurli a parlare


Tra i frati maristi c’è fratel Raimondo Koop che, grazie alla sua conoscenza della lingua tedesca, cercò spesso di mediare con i soldati la liberazione dei prigionieri. Ma inutilmente…..anzi….


E’ QUASI L’ALBA DEL 30 APRILE, LA PIAZZA E’ GREMITA DI PRIGIONIERI IN CONDIZIONI DEPLOREVOLI, TUMEFATTI E STRACCIATI


LA SUPERIORITA’ NUMERICA DI FORZE, INDUCEVA I TEDESCHI A PRENDERE, SEMPRE DI PIU’, IL SOPRAVVENTO SUI PARTIGIANI E CIVILI CATTURATI DURANTE LA NOTTE


Ed è proprio all’alba del 30 aprile che in via Giustetti, all’altezza, tra il Borgis e l’attuale via Arduino, durante un tentativo di fuga, vengono barbaramente uccisi il segretario comunale Francesco Vaglienti e il partigiano Antonio Coletti


QUANDO TUTTO AVREBBE DOVUTO FINIRE, NESSUNO IMMAGINAVA CHE, INVECE, IL PEGGIO SAREBBE DOVUTO ANCORA ARRIVARE

Alle 4,30 tutti gli ostaggi, tumefatti dalle botte, vengono portati sulla piazza del paese dove restarono, legati e doloranti, fino alle 7,30, con le braccia sopra la testa che più non si reggevano, con i pantaloni sbottonati e cadenti e, le percosse che continuavano: “Sono cose che non si possono dimenticare” racconta Gino Mansani


INTANTO L’INTERMINABILE COLONNA PROCEDE LA SUA MARCIA VERSO COLLEGNO


Nella confinante Collegno, in corso Francia, intorno alle 6 del mattino del 30 aprile - mentre le truppe tedesche continuano a transitare verso nord - si verifica uno scontro a fuoco in cui muore il partigiano Alfredo Pollino. Subito dopo, nella via San Massimo, muore Bruno Filippi, del raggruppamento ÂŤPiero PieroÂť


…intanto, all’altezza della «casa ex GIL», che già funge da «centro di detenzione» presidiato da partigiani, si consuma un altro scontro a fuoco con i sappisti di guardia. In tale circostanza perde la vita il custode dell’edificio medesimo, Vittorio Sassi


Dopo il ritrovamento, all’interno dell’edificio ex GIL, di un graduato tedesco morto, la rabbia dei militi s’inasprisce e uccidono il giovane Bargiacchi Aldo che s’era nascosto nel locale caldaia dell’edificio


La reazione nemica agli attacchi, infierisce anche sulla popolazione civile: muoiono così l’operaia ventenne Maria Cordero, uccisa nella sua abitazione e, con lei, Angiolina Follo. Poco più tardi verrà ucciso anche l’operaio Carlo Zani mentre, impaurito dagli spari, chiudeva la finestra di casa.


Sempre a Collegno, per strada, davanti alla stessa casa di Zani, viene ucciso il sappista Severino Follo


L’ufficiale che guidava il contingente tedesco avrebbe voluto fucilare sul posto i 33 partigiani catturati in tale occasione: vennero invece condotti a Grugliasco per unirli ai prigionieri catturati durante la notte


E’ probabile che in orari diversi, tra le 8 e le 10,30, tutti i rastrellati durante la notte nei due comuni, siano stati incolonnati e condotti in tre punti, fuori dal centro storico di Grugliasco: San Giacomo (attuale piazza Papa Giovanni XXIII), San Firmino (tra via Rivalta e via G. Perotti) e contrada La luce (attuale via Olevano)


Alcune testimonianze asseriscono che l’esecuzione avvenne alle ore 10 circa, altre sostengono che siano avvenute almeno due ore prima. Si ha cosÏ motivo di ritenere che le tre esecuzioni siano avvenute in orari diversi.


Contrada «LA LUCE» (attuale via Olevano)


Don Caustico cerca di confortare i suoi compagni di sventura, prima dell’esecuzione


Come ultima perfidia nei confronti di Don Caustico gli venne ordinato di scavarsi la fossa

SAN VICINO all’omonima L’OMONIMA CAPPELLA San GIACOMO Giacomo ((vicino cappella DELL’ATTUALE dell’attuale PIAZZA PAPA GIOVANNI XXIII) piazza Papa Giovanni XXIII)


Soltanto due persone riuscirono a sopravvivere: Gino Mansani perchè fingendosi morto, sgattaiolò tra la segala riuscendo a farsi notare da una donna che assistette alle esecuzioni dalla sua abitazione di via Toti che lo salvò; anche Giovanni Facchin riuscì a salvarsi con lo stesso stratagemma


Tiziano Lanza si muove ancora, ma morirĂ dopo essere stato soccorso e giunto in ospedale


Don Caustico incoraggiò e diede la sua benedizione sino all’ultimo respiro


Tra gli abitanti di Collegno e Grugliasco, ognuno aveva, tra quei morti, un parente, forse un figlio o un marito‌. Un amico o anche solo un conoscente


In realtà, i martiri del 29–30 aprile sono 67, dall’elenco mancava il nome del sappista Angelo Bertino, anche se lo stesso appariva nei certificati ufficiali. Il 68° venne considerato il giovane Romano Dellera


Romano Dellera aveva appena tredici anni, prelevato a Collegno il 30 aprile da un automezzo tedesco, fu trovato morto, l’indomani, vicino al cimitero di Rivoli


Solo nel tardo pomeriggio, Benedetto Alfredo (detto Canun), segretario del Partito Comunista locale - con altri volontari e un camioncino prestato dal Cotonificio Leuman di Collegno camuffato da «croce rossa» - riuscì, con difficoltà, a recuperare i corpi martorizzati


La composizione delle salme e i rispettivi riconoscimenti venero svolti al piano terra del Municipio. Il compito più macabro e triste toccò al medico condotto Basilio De Camillis e al parroco di Grugliasco, don Perino

Si può immaginare lo straziante riconoscimento delle salme da parte dei parenti, in particolare delle madri, alcune delle quali trovarono tra i morti ben due figli

Manferdini raccontò pianti disperati, grida, nomi invocati, tanto fu la ferocia degli aguzzini: la madre del giovane Stuardo trovò gli occhi di suo figlio nel taschino della camicia


ERANO 29, FURONO CONDOTTI, IN CORTEO, NEL CORTILE DELLA EX GIL DI COLLEGNO. DURANTE IL TRAGITTO LA GENTE L’IMPRECAVA BENCHE’ FOSSERO, IN QUEL MOMENTO, INOFFENSIVI. QUEGLI UOMINI RAPPRESENTAVANO, PERO’, TUTTE LE NEFANDEZZE DI VENT’ANNI DI DITTATURA FASCISTA, DI GUERRE, DI LUTTI, DI COLLABORAZIONI E COMPLICITA’ DELLA TRACOTANZA DEGLI INVASORI. FURONO TUTTI PASSATI PER LE ARMI


IL RECUPERO, IL RICONOSCIMENTO E LA STRAZIANTE RICOMPOSIZIONE DELLE SALME NEL SALONE DEL VECCHIO PALAZZO CIVICO CHE, LA NOTTE SUCCESSIVA DI QUEL DANNATO 30 APRILE, TRAricomposizione LA DISPERAZIONE DI PARENTI E del AMICI DELLE Il recupero, il riconoscimento e la straziante delle salme nel salone vecchio VITTIME, CONTINUO PELLEGRINAGGIO CHE tra AVEVA COINVOLTO ANCHE GLI palazzo civico -UN la notte successiva di quel dannato 30 aprile, la disperazione di parenti e amici COMUNI LIMITROFI, PROVOCÒ UN TALE RISENTIMENTO E ODIO TRA delleABITANTI vittime, unDEI continuo pellegrinaggio che aveva coinvolto anche gli abitanti dei comuni limitrofi provocò un tale risentimento e odioGRIDO tra la gente che, al primo grido di rivalsa, si consumò nella LA GENTE CHE AL PRIMO DI RIVALSA, SI CONSUMO NELLA CONFINANTE confinante Collegno ulteriore massacro di 29 (ventinove) persone, fascisti ormai sbandati ed COLLEGNO, UNunULTERIORE MASSACRO DI 29 (VENTINOVE) PERSONE, FASCISTI inoffensivi, qualche giornoIMPRIGIONATI prima, nei locali di fabbrichettaQUALCHE della zona. ORMAI imprigionati SBANDATIe rinchiusi, ED INOFFENSIVI, E una RINCHIUSI, GIORNO PRIMA, NEI LOCALI DI UNA FABBRICHETTA DELLA ZONA. A mente fredda, qualunque vendetta non può che apparire ingiusta e deprecabile, ma non è facile A MENTE FREDDA, QUALUNQUE VENDETTA NON PUÒ CHE APPARIRE INGIUSTA E riuscire ad immedesimarsi al clima che brulicava in quei giorni tra le persone. DEPRECABILE, MA FORSE NON BASTA IMMEDESIMARSI AL CLIMA CHE BRULICAVA IN Carlo QUEIChevallard, GIORNI TRA LE PERSONE. IL PROF. Psichiatrico CARLO CHEVALLARD, E Il prof. primario e storico dell’Ospedale di Grugliasco, PRIMARIO scrisse nel suo STORICO DELL’OSPEDALE PSICHIATRICO GRUGLIASCO, SCRISSE NEL SUO diario, il 6 maggio successivo: “La reazione popolare èDI stata terribile e spietata (….). Non si scatena impunemente implacabile contro un popolo senza che se ne debbano subireTERRIBILE – non appena DIARIO, ILun6 terrore MAGGIO SUCCESSIVO: “LA REAZIONE POPOLARE È STATA gli eventi lo permettano i sanguinosi contraccolpi. I 18 mesi intercorsi dall’8 settembre ’43 al 25 E SPIETATA (….). –NON SI SCATENA IMPUNEMENTE UN TERRORE IMPLACABILE aprile ’45 hannoUN contato assai SENZA più dei venti di fascismo. Le torture e morali CONTRO POPOLO CHEanni SE precedenti NE DEBBANO SUBIRE – NONmateriali APPENA GLI di ogni genere inflitte al disgraziato popolo italiano sono state tali e tante che quando vi è stata la EVENTI LO PERMETTANO – I SANGUINOSI CONTRACCOLPI. I 18 MESI INTERCORSI possibilità di reagire, questo stesso popolo si è scatenato. E’ così che si è verificata una vera e DALL’8 SETTEMBRE AL 25 APRILE HANNO CONTATO ASSAI DEI VENTI propria caccia all’uomo – al ’43 fascista – che non è ’45 stato possibile infrenare in alcun PIÙ modo”. ANNI PRECEDENTI DI FASCISMO. LE TORTURE MATERIALI E MORALI DI OGNI GENERE INFLITTE AL DISGRAZIATO POPOLO ITALIANO SONO STATEma TALI La pietà è certamente un sentimento che va esteso, indistintamente, a tutti morti, nonEsiTANTE può CHE QUANDO È ognuno STATA LA POSSIBILITÀ REAGIRE, QUESTO POPOLO cancellare il progettoVI che di loro affrontava eDIpercorreva quand’era in STESSO vita. SI È SCATENATO. E’ COSÌ CHE SI È VERIFICATA UNA VERA E PROPRIA CACCIA ALL’UOMO – AL FASCISTA – CHE NON È STATO POSSIBILE INFRENARE IN ALCUN MODO. LA PIETÀ È CERTAMENTE UN SENTIMENTO CHE VA ESTESO, INDISTINTAMENTE, A TUTTI MORTI, MA NON SI PUÒ CANCELLARE IL PROGETTO CHE OGNUNO DI LORO


I funerali si svolsero il 2 maggio: la piccola piazza grugliaschese era gremita di gente in un clima di lutto, di disperazione, ma anche di estrema rabbia. In quel clima pesavano i vent’anni di fascismo subiti; i 18 mesi d’invasione germanica che furono anche peggio, poichÊ vollero dire guerra, deportazione, torture


Con Decreto del Presidente della Repubblica del 13 marzo 2006, le città di Grugliasco e di Collegno, il 2 giugno successivo, vennero insignite di Medaglia d’Argento al Merito Civile, in memoria dei loro martiri


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