io volo blu ma tu paghi

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ESCLUSIVO

LA CASTA CON LE ALI

IO VOLO BLU

MA PAGHI TU Sono pi• di trenta gli aerei a disposizione del governo. Sempre pronti per trasferte e capricci di ministri e sottosegretari. E ora arrivano anche due super-elicotteri scelti dal premier. Per una spesa di 50 milioni DI GIANLUCA DI FEO

I

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tratto • stato abilmente nascosto nei bilanci, come accade per tutta la contabilitˆ dei jet di Stato diventati il privilegio supremo della politica. Potersi imbarcare sugli aerei blu • lo status symbol numero uno, con la corsa di ministri e sottosegretari a prenotare decolli illimitati. Nel 2010 lo stormo che

si occupa delle trasferte governative ha bruciato quasi 8.500 ore di volo, segnando un nuovo record dello spreco di denaro pubblico: • come se ci fosse stato un velivolo sempre in cielo, notte e giorno, senza sosta per un intero anno. Un viaggio ininterrotto lungo 365 giorni: quanto basta per andare su Marte e torna-

E Tremonti copia il rigore di Prodi Cinque righe dÕoro: ognuna vale quasi dieci milioni di euro. Tanto potrebbe fare risparmiare in un anno la stretta sui voli di Stato chiesta da Giulio Tremonti con il documento sui tagli ai costi della politica presentato la scorsa settimana. Il nuovo regolamento • semplicissimo: hanno diritto agli aerei blu soltanto il capo dello Stato, i presidenti delle Camere e il premier. Ogni eccezione deve essere Çspecificatamente autorizzataÈ e - cosa che farˆ da deterrente sui politici - Çresa pubblicaÈ. Si salvano solo le missioni segrete per ragioni di Stato. Il ministro dellÕEconomia ha schierato una contraerea micidiale, capace di bloccare i decolli da Ciampino. Ma il suo diktat si limita a imitare quello voluto da Romano

Prodi nel 2006. Il capo del governo di centrosinistra preferiva Eurostar e Alitalia agli stormi vip. E dopo lo scandalo per la gita con lÕAirbus al Gran Premio di Monza impose un ferreo controllo delle trasferte alate. Tutti i ministri dovevano presentare una richiesta scritta al sottosegretario Micheli. E dopo un paio di mesi si cominci˜ a ipotizzare la vendita di alcuni Falcon, diventati inutili. Nel 2008 si chiese di abbattere le ore di volo dalle 6.500 dellÕultimo bilancio berlusconiano ampiamente sforato - a sole 3 mila con una spesa complessiva di 9 milioni. Ma la vittoria del centrodestra rimise tutti i jet in pista, con un decreto di Silvio che invent˜ gli aerei delle libertˆ: chiunque pu˜ volare a scrocco, basta che lo voglia il premier.

Foto: A. Scattolon - A3

l regalo potrebbe venire consegnato a fine settembre, giusto in tempo per festeggiare il suo settantacinquesimo compleanno: un dono coi fiocchi, degno dellÕanniversario speciale. Anche perchŽ a pagarlo saranno tutti gli italiani, che hanno contribuito ad acquistare il nuovo elicottero presidenziale di Silvio Berlusconi. Alla faccia dei tagli e del rigore, sulla pista di Ciampino atterrerˆ uno sfavillante Agusta-Westland Aw-139 con interni in pelle e optional hitech: la nuova ammiraglia del trasporto di Stato. Un gioiello potente, silenzioso, sicuro e lussuoso che offre a cinque passeggeri il meglio del meglio, dallÕaria condizionata agli schermi al plasma. E il Papi One non resterˆ solo: confermando la passione del Cavaliere per le gemelle emersa dallÕinchiesta sul bunga bunga, nel giro di qualche mese sarˆ raggiunto da una seconda fuoriserie dei cieli. Un altro Aw-139, con lo stesso sfarzo e qualche poltrona in pi• per addolcire le trasferte di governo con lo staff di consiglieri (e spesso segretarie molto particolari). La coppia di macchine dovrebbe costare intorno ai 50 milioni di euro, ma il con-

Silvio Berlusconi sbarca da un aereo di Stato a Ciampino

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UN FALCON 900 DELLÕAERONAUTICA MILITARE. A FIANCO: UN PIAGGIO P180 E, SOPRA, LÕAIRBUS PRESIDENZIALE AL TERMINAL RISERVATO DI CIAMPINO. A SINISTRA: LÕINTERNO DELLÕELICOTTERO AGUSTA AW139 VIP CHE VERRË USATO DAL PREMIER; IL MINISTRO DELLA DIFESA IGNAZIO LA RUSSA

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NEL 2010 RAGGIUNTO IL RECORD DI 8.500 ORE DI VOLO. é COME SE CI FOSSE STATO UN AEREO IN CIELO, NOTTE E GIORNO, PER LÕINTERO LÕANNO valore commerciale delle ore di volo - ossia quello che si pagherebbe per noleggiare gli stessi aerei da una compagnia privata - • di oltre 100 milioni di euro lÕanno. Ma sullÕamministrazione pubblica pesano soltanto carburante, ricambi e manutenzione per un totale che dovrebbe comunque superare i 60 milioni. LÕultima tabella ufficiale risale al 2001: indicava in 5.300 euro lÕonere per ogni ora dellÕAirbus presidenziale e in 1.600 quella del pi• piccolo Falcon, allÕepoca per˜ il costo del carburante era molto pi• basso. Il problema • che i politici viaggiano doppiamente a sbafo: non solo non tirano fuori un soldo, ma alla fine non lo fa nemmeno Palazzo Chigi e il conto resta sul groppone dellÕAeronautica. Non si tratta di cifre secondarie: lo studio della Fondazione Icsa, il pi• importante think tank italiano di questioni strategiche, mostra un debito di ben 250 milioni di euro. LÕanalisi presentata dal generale Leonardo Tricarico, ex comandan-

te dellÕaviazione ed ex consigliere di Berlusconi, evidenzia come in un decennio la presidenza del Consiglio si sia lasciata alle spalle una montagna di quattrini anticipati dai militari per le trasferte ufficiali e le gite dellÕesecutivo. Solo lo scorso anno lÕAeronautica si • accollata 25 milioni di euro per i viaggi a scrocco; nel 2009 sono stati 23 milioni e nel 2008 altri 20, quasi tutti sborsati dopo il ritorno di Silvio al potere. Il primato risale al vecchio esecutivo del Cavaliere, con i 30 milioni regalati nel 2004 per i decolli frenetici della campagna elettorale delle Europee che videro il trionfo del centrodestra. Ma queste somme rappresentano soltanto una parte dello sperpero alimentato dagli habituŽ dei voli blu: sono lÕextra dellÕextra. Ogni dicembre la Difesa preventiva uno stanziamento molto frugale per lÕanno successivo, assecondando i buoni propositi di Giulio Tremonti: per il 2011 sono stati ipotizzati 4 milioni. Una cifra beffarda, che basta appena per qual-

Foto: D. Scudieri - Imagoeconomica, P. Tre - A3

re indietro. Un paragone ridicolo? Anche i nostri politici spesso ordinano missioni assurde: ÇPer due volte un membro dellÕesecutivo ha preteso un jet che lo portasse da Milano Linate a Milano Malpensa. Il Falcon • partito da Roma Ciampino, • atterrato a Linate per caricare lÕautoritˆ e ha compiuto la trasferta di cinque minuti per poi rientrare nella capitale. Una spesa senza senso solo per assecondare i capricci di un ministroÈ, racconta a ÒlÕEspressoÓ un alto ufficiale dellÕAeronautica. La rotta pi• gettonata resta la RomaMilano, coperta da Alitalia, dalle low cost e dai Frecciarossa in tutti gli orari: ma il terminal riservatissimo di Ciampino offre vantaggi unici. Si pu˜ arrivare con lÕauto blu fino alla scaletta del jet, senza mai staccarsi dal telefonino, senza check in, code o altre incombenze dei normali mortali: comoditˆ a cui nessun politico rinuncerebbe. Il generale Vincenzo Camporini, fino a pochi mesi fa comandante in capo delle forze armate ed ex numero uno dellÕaviazione militare (vedi intervista a pag. 35), allarga le braccia: ÇNoi non possiamo dire di no alle richieste del governo: voli del genere non sono illegittimi, ma di sicuro appaiono inopportuni in un momento di crisi come questoÈ. La manovra che riesce meglio ai ministri • proprio quella che ogni weekend li fa atterrare accanto a casa. Mentre il costo di questi sfizi dÕalta quota resta un mistero, protetto dai burocrati di casta. Il

che mese di combustibile. Cos“ a giugno si rifanno i calcoli e si cerca di ripianare le fatture per lo sfrecciare dei politici alati. Che sono pi• veloci dei fondi e si lasciano una scia di euro bruciati oltre tutti i limiti. Nel 2009 ci sono state 1.963 Òmissioni di StatoÓ: pi• di cinque al giorno, includendo sabati e domeniche. Un attivismo impressionante, proseguito nel primo trimestre 2010 con altre 486 spedizioni. Impossibile decifrare quale sia stata la spesa globale: si ritiene che nellÕultimo decennio abbia superato di gran lunga gli 800 milioni. Il governo infatti ha una flotta di velivoli invisibili: come gli stealth che sfuggono ai radar, i voli dellÕera berlusconiana spariscono dai bilanci. Tutte le stime considerano solo il 31¡ stormo di Ciampino, il reparto che ufficialmente ha il monopolio del Òtrasporto di StatoÓ. Ma i dieci tra Falcon e Airbus dello stormo bastano a malapena per soddisfare le brame aviatorie di premier e ministri. Mentre anche i sottosegretari pretendono la loro porzione di nuvole. Come accontentarli? Semplice, si cavalca un altro scandalo. Negli scorsi anni gli esecutivi di destra e sinistra hanno comprato decine di meravigliosi bimotori Piaggio 180, chiamati Òla Ferrari dei cieliÓ: con otto morbide poltrone filano a 700 chilometri allÕora per raggiungere qualunque destinazione dalle Alpi alla Sicilia. Li hanno acquistati per sostenere la fabbrica ligure, che allÕepoca aveva

difficoltˆ finanziarie, ma la fusoliera stretta ed elegante impedisce qualunque impiego operativo: non cÕ• posto per i paracadutisti, lo spazio per gli apparati elettronici • limitato e il vano bagagli angusto. Insomma, servono solamente per portare in giro i Vip. Ed • accaduto lÕincredibile: sono state distribuite ammiraglie volanti a tutti i corpi, dalla Forestale ai Carabinieri, dalla Capitaneria alla Finanza, dai Vigili del Fuoco alla Polizia. Tutti hanno un aeroplano parcheggiato alle porte di Roma per le trasvolate dei grandi capi o dei politici di riferimen-

to. Ignazio La Russa • in ritardo per la partita dellÕInter? CÕ• un Piaggio pronto a partire. Guido Bertolaso deve andare nella sua casa di montagna? Un Piaggio della Protezione civile fa rotta su Bolzano. Giorgia Meloni va a un comizio in Calabra? Ecco il Piaggio per una doppia tappa a Crotone e Reggio. La visita di Stefania Prestigiacomo a Varsavia? Niente Alitalia, meglio il Falcon. Michela Vittoria Brambilla ha un appuntamento a Milano? Subito il bimotore esce dallÕhangar. Roberto Calderoli fa una puntata di tre ore a Cuneo, dove vive la sua compagna? Va con lÕAirbus. Una motivazione uffi-

LÕhangar delle meraviglie Nessun Paese al mondo ha una flotta di Stato cos“ numerosa. Il censimento degli aerei utilizzati per i voli blu • difficile da realizzare. Il 31¡ stormo di Ciampino ha tre Airbus 319 Cj, due dei quali dotati di un salotto presidenziale, una zona notte e un centro di comunicazione. Possono imbarcare fino a 50 passeggeri. LÕautonomia • di oltre 8 mila chilometri. Ognuno • costato circa 60 milioni di euro. Seguono i cinque trireattori Falcon 900 di fabbricazione francese, il top dei jet dÕaffari con 12 poltrone reclinabili. Prezzo? Intorno ai 40 milioni per esemplare. Il che significa nellÕultimo decennio una budget di circa 380 milioni solo per lÕacquisto degli aviogetti destinati al trasporto di Stato. Infine ci sono due vecchi Falcon 50 che si accollano la parte pi• nobile dellÕattivitˆ del 31¡ stormo di Ciampino: i voli per motivi medici e umanitari. Sono pronti a decollare in poche ore per trasportare pazienti e organi destinati ai trapianti: una missione per la quale i piloti sono disposti a qualunque sacrificio. Nel 2009 sono stati impiegati 428 volte, con 1.300 ore dedicate a salvare la vita di tante persone e soprattutto bambini. Le squadriglie di Piaggio P180 sfuggono a tutti i controlli. LÕAeronautica ne ha 15, di cui una decina impiegati per i voli di Stato. Poi ci sono i quattro della Protezione civile; due ciascuno Marina, Esercito e Finanza; uno per Carabinieri, Polizia, Forestale, Capitaneria e Vigili del Fuoco. Oggi un P180 viene venduto a circa 5 milioni di euro. Bastano? No, perchŽ spesso i politici si fanno scarrozzare anche dai cinque Falcon della Cai, la leggendaria compagnia dei servizi segreti di cui pi• volte si • annunciata la liquidazione. Ma che riesce sempre a sopravvivere.

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FINORA BERLUSCONI HA USATO UN ELICOTTERO DELLA FININVEST, PAGATO PERñ DA TUTTI I CONTRIBUENTI. ORA LO STATO COMPRA DUE LUSSUOSI AGUSTA

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ve aveva presieduto un vertice sul turismo, a Orio al Serio. Possibile che non esistessero alternative al Falcon dellÕAeronautica? Sugli aerei di linea i ministri si vedono di rado: quasi nessuno rinuncia alla prima classe della flotta di Stato, che offre velivoli splendidi. Quello degli elicotteri invece era un ta-

sto dolente. Il vecchio Sikorsky presidenziale, con sobrie poltrone di pelle e interni di radica, a Silvio non piaceva proprio: troppo rumoroso, senza comfort, niente tv nŽ musica. é in servizio da oltre 25 anni e per quanto il presidente Obama usi lo stesso modello, il nostro premier non cÕ• mai voluto salire: va bene per il papa, come navetta tra il Vaticano e Castel Gandolfo, non per il Papi. E forse quellÕicona della Madonna nel salotto di bordo che veglia sui passeggeri - voluta da Karol Wojtyla - non si addice allÕallegra comitiva femminile che spesso accompagna il Cavaliere. Cos“ Berlusconi • ricorso al Òghe pensi miÓ: ha continuato a volare con il suo elicottero privato, un Agusta Aw139 della flotta Fininvest, spazioso, comodoso e con gadget hi-tech. Il mezzo • del Biscione, ma dal 2008 le spese le ha pagate la presidenza del Consiglio, ossia i cittadini: ogni spostamento • diventato volo di Stato a carico nostro. La questione per˜ • stata affrontata e risolta, in gran segreto. Il governo ha comprato due Aw139 ancora pi• moderni, pi• lussuosi e pi• ricchi di optional di quello del Biscione. Tutto in silenzio, forse per non suscitare le ire di Tremonti. Un

anno fa, il ministro Elio Vito, rispondendo ad alcune interrogazioni parlamentari presentate dopo un articolo de ÒlÕEspressoÓ sullÕaumento del budget per i voli blu, disse sibillinamente: ÇDi quei fondi, 31,3 milioni sono destinati a investimentiÈ. Che significa? Mistero. Il bilancio della Difesa 2011 ha poi magnificato il taglio alle spese per le trasvolate ministeriali: ÇBen 33 milioni in meno, con una riduzione del 90 per centoÈ. Miracolo: la ca-

sta ha deciso di rimanere con i piedi per terra? Assolutamente no. La postilla mimetizzata in un allegato spiega lÕarcano: ÇCÕ• un decremento a seguito del completamento del programma di acquisizione di due elicotteri per il trasporto di StatoÈ. Ecco la risposta: nessuna economia, ma un investimento in benessere del premier. Il prezzo finale dovrebbe essere vicino ai 50 milioni, perchŽ gli elicotteri avranno

Obbediamo, ma che sperpero

Foto: A. Scattolon - A3, V. La Verde - Agf, Frezza La Fata - PMF, C. Laruffa - Agf

ciale poi si trova sempre: che si tratti di ragioni di sicurezza, di un convegno, dellÕinaugurazione di unÕopera o di una premiazione come per la celebre scampagnata al gran premio di Monza di Francesco Rutelli e Clemente Mastella rivelata da ÒlÕEspressoÓ nel 2007. Il solito La Russa us˜ lÕAirbus presidenziale per girare la Toscana, con un surreale balzo alato da Roma a Grosseto, alternando raduni elettorali a rassegne dei reparti. Tutti i baroni volanti hanno una scusa che rende lecito lÕabuso e offre il pretesto per prendere quota. LÕausterity ferrea imposta da Romano Prodi, che nel 2008 aveva azzerato i decolli, • stata immediatamente cancellata da un decreto berlusconiano: a bordo pu˜ salire chiunque, dal menestrello di corte Apicella alle ballerine delle feste di villa Certosa. E oggi si • creata una sorta di distinzione di rango: i ministri usano i jet, ai 40 sottosegretari invece viene concesso il Piaggio. LÕAeronautica ne schiera una quindicina, per due terzi ormai diventati i ÒsupplentiÓ dei voli blu; unÕaltra dozzina viene dagli altri corpi. In pratica tra jet e turboelica ci sono pi• di 30 aerei a disposizione di 64 membri del governo. Tutto top secret: si scopre solo se cÕ• un incidente o un problema. Renato Schifani, presidente del Senato e quindi passeggero di diritto nonchŽ frequent flyer verso la natia Palermo, ha usato lÕAirbus per andare a Mosca, disdegnando il collegamento Alitalia nello stesso orario. O la Brambilla che la scorsa settimana ha dovuto interrompere per unÕemergenza il rientro da Mombasa, do-

ÇIn una vecchia legislatura i presidenti delle Camere erano entrambi milanesi, ma ogni luned“ mattina lÕAeronautica doveva mandare due aerei per portarli a Roma: uno decollava da Linate alle 7, lÕaltro alle 7.30. I due non gradivano viaggiare insieme e noi non potevamo davvero imporgli di farlo. Certo, cos“ di sicuro non si economizzavano le risorseÈ. Il generale Vincenzo Camporini ormai non si scandalizza pi•: nella sua vita dÕufficiale - prima pilota, poi comandante dellÕAeronautica e infine di tutte le forze armate - ha visto decollare migliaia di voli di Stato. ÇMai per˜ missioni che fossero formalmente illegittime. Quando riceviamo un ordine dalla presidenza del Consiglio noi militari dobbiamo solo obbedire. E anche lÕimbarco di familiari o di altre persone, nel caso di decolli autorizzati, alla fine non rappresenta un aumento di costo. Il problema • soprattutto di opportunitˆ: in un momento di crisi e di tagli ci sono molti voli che lasciano perplessiÈ. Il generale adesso ha presentato il dossier

anche dotazioni speciali di sicurezza. Il primo andrˆ al premier, il secondo servirˆ anche per Benedetto XVI: saranno il Papi One e il Papa One. Ma a guadagnarci sarˆ soprattutto Silvio, che potrˆ vendere lÕelicottero Fininvest: quando nel 2008 • tornato a Palazzo Chigi ha ceduto il suo Airbus personale, visto che quello presidenziale era pi• bello e totalmente gratuito. Tanto a pagare ci pensano i cittadini. ■

COLLOQUIO CON VINCENZO CAMPORINI

della Fondazione Icsa in cui si evidenziano i 250 milioni di euro spesi per queste missioni nellÕultimo decennio e mai pagati da Palazzo Chigi. Çé una situazione molto critica. Ci sono anni in cui allÕAeronautica viene rimborsato solo un quinto dei fondi usati per le trasferte del governo, ma quando viene chiesto di far partire un jet non possiamo dire di no e bisogna trovare le risorse. Cos“ per fare volare i Falcon dei ministri dobbiamo tenere fermi gli aerei che poi vengono chiamati a svolgere missioni operative per la difesa dei confini o in Afghanistan o come in questi mesi in Libia: siamo costretti a rinunciare VINCENZO CAMPORINI. SOPRA, DA DESTRA: GIORGIA MELONI; RENATO SCHIFANI; STEFANIA PRESTIGIACOMO; SILVIO BERLUSCONI ARRIVA IN SARDEGNA SU UN VOLO DI STATO E ALCUNE SUE OSPITI

allÕaddestramento dei piloti o alla manutenzione dei velivoliÈ. Camporini spiega che il carburante • il costo minore: gli aerei devono rispettare le revisioni programmate e hanno sempre un costo. ÇRicordo che dopo le polemiche per la trasferta al Gran Premio di Monza di Rutelli e Mastella, i politici non volevano usare pi• lÕAirbus presidenziale: era troppo vistoso e temevano scandali. Allora tutti chiedevano il pi• piccolo Falcon che non dava nellÕocchio. Ma anche se restavano negli hangar, quegli Airbus erano un costoÈ. Per lÕalto ufficiale per˜ questo • solo un capitolo di una situazione della Difesa che attende una riforma, razionalizzando tutto. ÇE rinunciando alle spese inopportune, soprattutto quando si pu˜ usare un volo Alitalia invece che il jet di StatoÈ. G. D. F. 7 luglio 2011 | lE Õ spresso | 35


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