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Anno XCII - N. 9 NOVEMBRE 2014
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“L’Angelo in Famiglia” - Pubb. mens. - Sped. abb. post. - 50% Bergamo
Direzione ed Amministrazione: Società Editrice SS. Alessandro Ambrogio Bassiano - Bergamo - Viale Papa Giovanni XXIII, 18 - Tel. 035 212344
Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano ma sono ovunque noi siamo. S. Agostino
Al di là delle cose
Al di là delle cose
C
arissimi,
novembre, con gli alberi che pian piano ingialliscono e giorno dopo giorno si spogliano del loro vestito, mi parla, più di ogni altro mese, delle realtà umane e terrene che prima invecchiano e poi finiscono. Quando, poi, in una notte serena contemplo il cielo trapuntato di
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stelle, non riesco a sottrarmi alla sensazione dell’immensità del creato e della vita che da ogni dove pulsa sopra di me e, nello stesso tempo, faccio esperienza della mia piccolezza e dei limiti del mio vivere. Dice un filosofo (non ricordo più chi, si tratta di una reminiscenza del non molto amato liceo classi-
co) che il mondo in cui viviamo è l’unica realtà che possiamo conoscere, ma che essa ci rimanda a un «al di là» e a un «Altro» che non possiamo analizzare, ma che è impossibile eliminare dall’orizzonte della mente e del cuore umano. Impossibile, dico, a meno che mettere tutto nelle mani del “Caso”: che tristezza
chi fa la professione di fede nel “Caso”!!! Noi cristiani questo «al di là», questo «Altro», lo chiamiamo Dio: l’Amore infinito che ci ha chiamato alla vita e che ci tiene in vita, la pienezza di misericordia e di tenerezza, di cui spesso parla Papa Francesco. Dio chiama tutti alla comunione con lui. Per questo ha mandato suo Figlio a farsi uomo, limitato come noi; Gesù, nel suo volto d’uomo, che guarda e parla, sorride e piange, ci chiama e ci attende, ci fa vedere il volto invisibile e indescrivibile del Padre. Per farci comprendere l’Amore del Padre, Gesù ha scelto di morire sulla croce. Ma il Padre l’ha richiamato alla vita nuova e gloriosa costituendolo Signore, in grado di attirare tutti alla vita eterna. Il Risorto è ora «al di là» del nostro mondo, quell’«al di là» dove ci attende tutti. Certamente quando sentiamo parlare della morte, il nostro cuore si agita e ha paura, perché nessuno è mai venuto dall’«al di là» a raccontarci come là si vive.
Ma la fede ci dice che l’«al di là» non è un baratro vuoto e oscuro, ma è Colui che ha detto: Io sono la vita e la luce del mondo; è la casa paterna dove già si trovano i nostri cari. Egli non solo ci attira a sé, ma dà significato, orientamento e pienezza alla nostra vita, perché colloca i nostri pensieri e progetti, attività e desideri, sofferenze e speranze, sull’orizzonte del regno di Dio e li iscrive nell’eternità. Nella città celeste «non ci sarà più né lutto né pianto», si legge nell’Apocalisse. Vivremo invece, come dice sant’Agostino, nell’«insaziabile sazietà» della visione di Dio, in quella comunione che sarà la nostra inesauribile felicità sempre più vera e nuova. Non giudichiamo chi, sentendo questi discorsi, incrocia le dita e fa gli scongiuri. Grazie a Dio, la fede ci sostiene e ci rincuora, perché sappiamo che il nostro Fratello maggiore, il Primogenito della nostra stirpe, dopo essere passato per la porta stretta della morte, è rientrato nell’infinito di
Dio dove attende che arriviamo anche noi, quando sarà la nostra ora, per stare sempre con lui e con chi ci ha preceduto. L’attesa di quel giorno può farci paura, ma non ci abbatte, perché sappiamo che chi crede in Gesù e a lui si affida, vive già fin d’ora in Dio. “La fede - ha detto Papa Benedetto - è decidere di stare con il Signore per vivere con lui”. E quando verrà la nostra ora, basterà aprire gli occhi e lo vedremo come egli è, vedremo finalmente il volto paterno di Dio. Questa consolante certezza non possiamo tenerla solo per noi! Occorre impegnarci a farla conoscere ai nostri fratelli e sorelle che non la conoscono o l’hanno perduta per strada, soprattutto a quelli che soffrono e non sanno che il dolore di oggi è parte della gioia del domani nell’«al di là», in Dio. Questa è la missione cui tutti siamo chiamati. Questa è la nuova evangelizzazione. Con affetto Il Vostro Parroco, Don Luigi
Generosità sulle CAMPANE
(dal 15 settembre al 15 ottobre)
Anche in questo mese diverse campanelle, che formano la grande campana disegnata sul cartellone esposto sulla porta dell’entrata principale della chiesa, si sono colorate di verde, segno che la vostra generosità continua a rendersi concreta nonostante i tempi certamente non facili che stiamo vivendo. Ogni campanella colorata corrisponde ad una offerta di € 50,00. Le offerte che vengono date secondo questa motivazione si possono mettere nel bussolotto in fondo alla chiesa o dare direttamente al Parroco. NN. 50,00; NN. 30,00; NN. 50,00; NN. 100,00; NN. 150,00; NN. 20,00; NN. 10,00; NN. 50,00; nel bussolotto 345,00. GRAZIE! Il Signore ricompensi la vostra generosità 3
Roma
Pellegrinaggio a Q
uando me lo hanno proposto non potevo crederci: a Roma in udienza dal Papa! È un’esperienza che non avevo ancora vissuto, anche se mi era già capitato tanti anni fa di partecipare ad una celebrazione eucaristica in Piazza San Pietro, ma in quell’occasione c’eravamo solo noi di Azione Cattolica. In questo caso, invece, davanti alla Basilica, circondati dal colonnato del Bernini, ci sarebbero stati pellegrini da tutto il mondo. È stata grande l’attesa ma ancor più significativo il fatto che avrei vissuto quest’incontro con il Santo Padre insieme alla comunità: catechisti e volontari impegnati nei più diversi servizi in ambito parrocchiale, accompagnati dal bravissimo don Davide (che si è rivelato una guida che personalmente ho molto apprezzato nella scoperta e comprensione delle ricchezze presenti nella Basilica di San Pietro) e dalla superlativa Giuliana, che non ha mai nascosto il suo sorriso nonostante abbia avuto il suo bel daffare a tenere a 4
bada un gregge di quasi 50 pecorelle (tace cò, tate crape) in mezzo al caos della capitale. Per spezzare la lunga trasferta in pullman il viaggio di andata è stato interrotto all’altezza di Firenze, dove abbiamo fatto una sosta per visitare la Certosa di Firenze: accompagnati da Sisto, uno spiritosissimo monaco benedettino cistercense, abbiamo scoperto la realtà della clausura certosina, che certamente “attira” per pro-
vare l’esperienza di qualche giorno di silenzio e meditazione, ma altrettanto “spaventa” se proposta come stile di vita. Per nulla affaticata dalle ore trascorse sul pullman (o forse rinfrancata dall’acqua gelata che scorreva dai rubinetti delle camere, perché il servizio “acqua calda” è stato attivato solo il giorno successivo), dopo cena una piccola comitiva di gorlesi è andata in avanscoperta di Piazza San Pietro by night e, nonostante cellulari con mappe al seguito, è riuscita nell’impresa di farsi un paio di km in più del dovuto all’andata e di scroccare un passaggio gratuito all’azienda tranviaria romana al ritorno (peccato collettivo che sconteremo con qualche turno di servizio in più in Parrocchia). Ed eccoci al gran giorno dell’udienza: Piazza San Pietro di mattino presto è già piena con largo anticipo, Giove pluvio ci fa compagnia e tra i pellegrini in coda per i controlli si intravede qualche giovane coppia in abiti nuziali, perché il Papa li desidera
incontrare e ringraziare insieme a loro il Signore per il dono del Sacramento del Matrimonio. L’udienza in sé non è durata molto - il Papa ci ha raccontato del suo recente viaggio pastorale in Albania - ma è l’atmosfera di Chiesa che si è respirata nella Piazza che mi ha davvero colpito: la presenza di comunità e di gruppi provenienti da tutto il mondo (sono stati presentati e nominati tutti, anche la Parrocchia della Natività di Maria Vergine in Gorle!) mi ha fatto davvero sentire parte di una famiglia più grande, che si stringe intorno al proprio Pastore in terra. Il tradizionale “circuito” in Piazza con la “papa-mobile” è stata poi l’occasione per qualcuno dei nostri di salutarlo da vicino. Nel pomeriggio abbiamo fatto il giro delle tre “basiliche papali” (o “patriarcali”), e cioè San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura, mentre la sera è stata l’occasione per fare un tour di Roma by night, approfittando del pullman che, essendo stato a riposo per tutta la mattinata, ha potuto gironzolare la sera (approfitto di questo inciso per ringraziare l’ottimo Stefano, il nostro autista che si è abilmente districato per le vie di Roma). E per fortuna avevamo il pullman a
seguito, perché nel bel mezzo di una piccola passeggiata in Campidoglio, la notte si è rapidamente illuminata di lampi e tuoni e si è dovuti quindi rientrare in albergo. Anche il terzo giorno di pellegrinaggio la sveglia è suonata molto presto, perché non potevamo certo mancare all’appuntamento della celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro: l’altare davanti alla tomba di San Giovanni XXIII era “prenotato” (parola brutta, ma è la verità) per le ore 7,30 ed anche l’esperienza di una Messa davanti alle spoglie del nostro caro Papa bergamasco è stato un momento molto bello ed intenso di Chiesa. Ancor più significativo poi, il fatto che don Davide abbia concelebrato con Mons. Malvestiti, attuale Vescovo di Lodi (freschissimo di nomina), ma originario di Marne, quindi anche lui de Berghem. Il cronometro di Giuliana ha poi concesso un po’ di tempo libero che qualcuno ha dedicato allo shopping, mentre altri ne hanno approfittato per una visita guidata (da don Davide, davvero bravo!) nella Basilica di San Pietro, che ci ha aiutato a leggere i “messaggi” delle opere d’arte presenti nella Basilica. Il “serpentone” dei gorlesi si è quindi allungato per le
vie di Roma, toccando Via della Conciliazione, Castel Sant’Angelo, Piazza Navona, Palazzo Madama, Montecitorio, Palazzo Chigi, Via dei Condotti, fino ad arrivare alla “barcaccia”, e cioè alla fontana ai piedi della celebre scalinata di Trinità dei Monti. E il meteo? Si stava fregando le mani, pregustando l’acquazzone che di lì a poco avrebbe “battezzato” la comitiva che stava tornando sui propri passi per raggiungere il pullman vicino a Castel Sant’Angelo. Ma non credo sia certo la pioggia il ricordo principale di questo pellegrinaggio, bensì il clima di “grande famiglia” che penso tutti abbiamo respirato, sia in udienza, sia durante la celebrazione in San Pietro; nel nostro piccolo abbiamo fatto comunità condividendo anche il Rosario sul pullman e faticando insieme per raggiungere le mete degli incontri e delle visite (un plauso a chi aveva qualche annetto in più nelle gambe). Ringrazio quindi - a nome di tutti - don Davide e Giuliana che hanno pensato e realizzato questo momento comunitario, che ricorda a tutti quanto sia bello “essere Chiesa”. Un pellegrino - Fabio Maffeis 5
NOTIZIE da PADRE BENIGNO 22 ottobre 2014
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o terminato da pochi giorni gli esercizi spirituali con i sacerdoti della diocesi, per poter cominciare bene l’anno Pastorale. Ce li ha predicati mons. Abraham Kome vescovo di Bafang, sui consigli evangelici che ci configurano a Cristo. È stata una esperienza interessante sia per il messaggio che per la convivenza con i sacerdoti locali. È cominciato nel frattempo l’ottobre missionario. Lo celebriamo anche qui e impegniamo la nostra gente, sia al centro che nei villaggi, a pregare e a cercare di avvicinare a Cristo tutti i loro vicini. Le CEB (Comunità Ecclesiali di Base) nei quartieri devono essere luce, sale e fermento di vangelo. Faremo anche noi la raccolta di offerte che poi le opere pontificali (OOPPMM) distribuiranno alle chiese più in
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difficoltà nel mondo: “nessuno è così povero che non possa donare niente; e nessuno è così ricco che non possa ricevere niente”... non solo in beni materiali evidentemente. La diocesi impegna tutte le Parrocchie a rinnovare ogni anno il progetto pastorale parrocchiale, perché si metta in rilievo le priorità su cui intendiamo lavorare, per far avanzare la comunità. Anche quest’anno puntiamo sulle CEB, sui giovani e sulle famiglie; questo ultimo impegno in armonia con il sinodo dei vescovi, dedicato alla famiglia. A questo aggiungeremo un impegno sostanziale pratico-economico per la festa dei raccolti, in vista della futura chiesa parrocchiale che non abbiamo ancora. Ieri ero con Collins, il diacono camerunese che abbiamo con noi per due anni, per lanciare le attività dei giovani nella cappella Djinga. Abbiamo costituito un’equipe per la coordinazione dei gruppi giovanili (corale giovani, lettori della liturgia, accoliti per le celebrazioni, servizio di accoglienza) e altri al di fuori del gruppi. L’equipe è guidata da Caroline, una ragazza simpatica che lavora già, ma che è anche attiva nella comunità. Abbiamo innanzitutto cercato di vagliare i bisogni reali dei giovani della zona per vedere poi come rispondervi. Dato che buona par-
te di loro sono studenti (e questo è una buona cosa anche se i titoli di studio non sono una garanzia di un futuro lavoro...!) come previsto ci stiamo preparando a mettere in funzione la biblioteca. Si tratta ora di scegliere i giorni e le ore in cui meglio possono profittare di questa struttura. Per il terreno di gioco invece dovremo contenderlo alle mamme che già lo lavorano per coltivarlo e non sarà facile. Le proiezioni esigono la corrente elettrica che non siamo ancora riusciti ad avere, ma arriverà. C’è in vista anche un ‘progetto acqua’ per valorizzare una sorgente sulla collina non troppo lontana. Il serbatoio di raccolta è fatto, ma si tratta ora di mettere i tubi, in collaborazione con la popolazione. Si desidera anche alcune fontane per la gente. I tempi per questo progetto rischiano di essere ancora più lunghi, anche per i pochi mezzi che abbiamo. Come vedete le prospettive e le speranze sono sempre grandi, mentre le realizzazioni sono ridotte. L’essenziale è di poter lavorare in pace e in armonia, lontani, per ora, dai grandi problemi e inquietudini che scuotono oggi l’Africa e il mondo intero. Cordialissimi saluti e auguri a voi tutti di buon “ottobre missionario” P. Benigno
NOTIZIE da
SUOR CHERUBINA Primavera, 16 settembre 2014 Carissimo Parroco e comunità, ringrazio di cuore per il gesto di fraternità che avete compiuto per la chiesa in Brasile: ciò mi richiama alla mente il passo biblico degli At. A. la Chiesa Primitiva degli apostoli dove Paolo implorava ed esortava aiuto e soccorso per le necessità delle chiese povere... GRAZIE a nome di tanti che sono senza dignità e a nome dei miei amici. Ciò che doniamo o riceviamo sono piccole gocce di rugiada che non estinguono la sete, ma che, se ben accolte, lasciano trasparire come in un poliedro la gamma di qualità e quantità di luce nella sua policromia di colori. Così è la Carità: piccola cosa insignificante per gli affamati e insoddisfatti dei beni materiali ma che danno una gioia che... è suono, è calore, è fragranza di sapori, è gusto
di vita, è ebbrezza di cose grandi che lasciano il desiderio implacabile di DIO. Come missionaria ho accumulato avventure che a volte sembrano pagine di Vangelo concreto rivissuto nei nostri tempi, oppure paure, insicurezze che ti disarmano, ti provocano, ti giocano nel caos o nel vortice di tunnel senza spiraglio di uscita, ma... l’ultima parola è sempre e solo di Dio. Ho imparato molto, tacendo, ascoltando e collocandomi in gioco come un bambino che gli è sufficiente giocare: vincere o per-
dere non è di sua conta, lui entra solo in gioco. Il missionario è uno tra molti volti che si riconosce nel sorriso di uno che riprende a vivere, sognare ed essere uomo di pace, lì incontra il TUTTO. Grazie per l’attenzione a questo scritto: in dicembre rientrerò in Italia per alcune settimane e avrò così l’opportunità per conoscerLa personalmente. Unita nella preghiera, a presto: buon mese missionario. Suor Cherubina
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NOTIZIE dall’ ARMENIA...
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uesta ennesima avventura in Armenia ha avuto un grande successo, testimoniato dalla grande mole di lavoro svolto alle cocenti temperature che sono arrivate a toccare i 40°C, e coronato grazie anche all’umanità delle persone che credono nell’operato dei volontari in Armenia; basta poco per ottenere un mare di aiuti, che hanno consentito l’acquisto dei caloriferi elettrici del
valore di oltre 2.000 Euro, dei farmaci o dell’acqua: i cittadini di Gorle e la Parrocchia sono sempre molto vicini ai sani, validi e onesti Alpini! Quest’anno facevano parte della spedizione Sandro Fenili, Angelo Milesi, Sergio Valota, Roberto Curnis, il sottoscritto e le infermiere Bianca, Teresina e Francesca. Abbiamo ospitato quattro lavora-
tori della società Suardi di Predore che sono in Armenia per lavoro da diverso tempo: sono loro che fanno arrivare le medicine che servono per il funzionamento dei due istituti di Spitak e Jerevan! Il 5 settembre si sono tenute grandi celebrazioni per l’anniversario della morte della beata Madre Teresa; è stata l’occasione per riunirci tutti, insieme con le Sisters per ricordare tutti i benefattori che ci permettono di procedere con le nostre opere. Le Sisters sono aumentate di numero ed ora insegnano il catechismo ai ragazzi ospiti; l’affluenza è piuttosto buona ed a questi alunni è offerto anche un pasto. Alla mia età penso a quanto di bello abbia fatto in Armenia negli anni: una preghiera a Dio, perché mi prenda per mano, lo segua senza resistenza, sostenendo sempre l’urto con tutte le mie forze, e ovunque io sia posso cercare di irradiare un po’ di vero amore. Un grande ringraziamento va a Luisa, sono stato fortunato a vivere con lei 55 anni di matrimonio, ho avuto e continua ad avere una dedizione pazzesca nei miei confronti, come anche i miei figli e nipoti. La mia alpinità, quel tipo di sangue che alimenta la mia vita, può far luce al mio desiderio di collaborare alla costruzione di un mondo più umano. Termino augurando a tutti un mare di felicità. Alpino Piero Merelli
Gentile Rev.mo Don Gherardi Luigi, noi Missionarie della Carità in Armenia desideriamo ringraziarvi per il Vostro aiuto verso i più poveri tra i poveri che serviamo qui. Possa il Signore benedire Voi e i Vostri cari e preghiamo anche per tutti i Vostri cari defunti. Pregate per noi, Vi assicuriamo le nostre preghiere attraverso Maria Nostra Madre. Le Suore di Madre Teresa - Spitak
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Raccontiamoci …
Raccontiamoci … Raccontiamoci … per conoscerci SUOR GIUSEPPINA MORA
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ncontriamo Suor Giuseppina Mora durante una breve pausa estiva nella nostra comunità. Impossibile non immaginare dove la si possa trovare: è proprio lì, in Chiesa, davanti al suo “Signore”. Ne approfittiamo perché ci racconti della sua vita e come è nata la sua vocazione alla vita religiosa. Con grande umiltà e timidezza acconsente e dalla Casa delle Suore Sacramentine di Colognola dove attualmente risiede ci manda uno scritto che condensa la sua vita e il suo itinerario spirituale.
In breve diamo qualche dettaglio e poi spazio a quanto ha scritto Giuseppina, nata a Gorle in via Piave e ultima dei 7 figli di CASLINI MARIA e di GIUSEPPE MORA. E come fiore raro, nato e sbocciato tra le buone radici della nostra gente, matura nel tempo il desiderio di dedicare la propria vita al Signore e al servizio dei fratelli. Il 22 settembre 1956 lascia la casa paterna per entrare nella Casa Madre dalle Suore Sacramentine di Via S.Antonino. Il 22 agosto 1964 pronuncia i voti perpetui.
Suor Giuseppina è la prima da destra (28/11/1954)
LA MIA VITA
Sono nata a Gorle, in provincia di Bergamo, il 10 luglio 1933, da una famiglia contadina. Mio nonno lavorava un po’ di terra vicino al fiume Serio. Papà andava a lavorare a Bergamo come manovale sulle strade. La famiglia era composta da papà, mamma, nonno e sette fratelli: 3 maschi e 4 femmine. I maschi aiutavano il nonno a coltivare la terra, le sorelle andavano a lavorare a Ranica nella filatura Zopfi. Dopo una decina d’anni, mio papà prese in affitto altra terra e, pur rimanendo a Gorle, dovemmo fare il trasloco nella cascina vicino al Serio, chiamata “crotta”.
Enrico, Bettina, Suor Giuseppina, Albina e Giovanni 9
Suor Giuseppina in udienza da Papa Giovanni Paolo II (sorelle e fratelli)
Le mie sorelle, una alla volta si sposarono, rimasi sola ad aiutare la mamma nelle faccende domestiche. In seguito fui mandata da un sarto per imparare a cucire. Ero contenta perché cominciavo ad ordinare il semplice abbigliamento dei miei fratelli.
Dopo il matrimonio delle mie sorelle la famiglia fu rallegrata dai nipotini che amavo tanto. Mia mamma, pensando al mio futuro, diceva alle sue amiche: “Questa aspetta il principe azzurro”! Mi piaceva vestirmi bene, anche perché la sartoria che frequen-
Con le sorelle Albina, Gemma, Suor Giuseppina e in piedi Bettina 10
tavo era rinomata per la bravura del sarto e dei clienti. Frequentavo l’oratorio e l’Azione Cattolica con altre amiche. Ci fu proposto un corso di Esercizi spirituali in Villa Santa Maria ad Alzano. Quell’esperienza mi aiutò ad impegnarmi di più nella vita cristiana: aggiunsi alla messa domenicale la messa quotidiana, dedicai maggior tempo alla preghiera e alla meditazione. Da questo maggior impegno spirituale nacque le decisione di farmi suora per essere tutta di Dio. Si trattava poi di scegliere l’Istituto. L’esposizione di Gesù esposto all’adorazione nei giorni delle Quarantore mi attirava molto. Inoltre con mia zia partecipai alla Vestizione di un gruppo di Suore Sacramentine. Questa esperienza mi portò alla decisione di entrare in questo Istituto. Affidai la comunicazione di tale decisione alla zia Genoveffa, perché non avevo il coraggio di parlare personalmente a mia mamma, sapendo che avrebbe molto sofferto. L’ultimo giorno della mia permanenza in famiglia, durante il pranzo nessuno parlò: i miei fratelli, uno alla volta, si allontanarono in silenzio, mentre mio papà si diresse in campagna. Fui accompagnata in Casa Madre da una mia sorella e dalla zia. Fui accolta da Madre Maestra, che mi portò in Chiesa, dove diedi sfogo alle lacrime. Trascorsi serenamente otto anni a Bergamo per la formazione religiosa e professionale, frequentando l’Istituto Magistrale retto dalle stesse Suore Sacramentine.
Nel 1962 fui inviata a Roma come insegnante nella Scuola Elementare della borgata di Tiburtino III°. Mi fu affidata una classe di alunni disciplinati e attenti. Trovai nelle consorelle aiuto e collaborazione nei primi anni di insegnamento. In seguito fui trasferita nella borgata di San Basilio, dove rimasi per 18 anni. Quegli anni sono volati, ma il ricordo è vivo; infatti alcuni exalunni già sposati sono in comunicazione con me.
Terminati gli anni di insegnamento, scelsi - in accordo con i Superiori - di venire a Colognola per assistere le suore anziane e ammalate. Mi sono sempre trovata bene nella mia vita, anche se gli anni passano e le forze diminuiscono; ma, forse per questo mi sento più vicina al traguardo, intanto prego per tutti i miei cari, per la Chiesa e per il mondo intero. Suor Giuseppina Mora
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Dio sceglie, Dio chiama e il nostro niente nelle Sue mani genera opere grandi. Nella casa di Colognola, anche se in età avanzata Suor Giuseppina continua ad essere dono, per le consorelle anziane e ammalate, per la sua Chiesa e per tutti noi. Servizio e preghiera vissuti e assaporati come pane quotidiano. A Suor Giuseppina il nostro grazie per la luminosa testimonianza di Fede e di Amore. Rachele
GIORNATA della BUONA STAMPA È arrivato il momento di rinnovare l’abbonamento annuale al Bollettino Parrocchiale (Vita Gorlese, inserto de L’Angelo in Famiglia)! Il 16 Novembre sarà allestito il consueto gazebo fuori dalla chiesa per i rinnovi o le sottoscrizioni di nuovi abbonamenti. La tariffa, anche per l’anno 2015, sarà di 25 Euro. Chi preferisse, può procedere comunque a rinnovare l’abbonamento presso gli incaricati alla distribuzione.
Vi aspettiamo numerosi! La redazione
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aaproposito proposito di esequie, difunerali, esequie, cremazione funerali, cremazione DOTTRINA E PRASSI CRISTIANA
Fede nella risurrezione dei morti Con la morte, separazione dell’anima e del corpo, questo cade nella corruzione, mentre l’anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato. Dio, nella sua onnipotenza, restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai corpi riunendoli alle anime, in forza della risurrezione di Gesù (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 997). Dignità del corpo Divenuto “tempio dello Spirito Santo” attraverso il Battesimo (Cf. l Cor 6, 19), anche il corpo inanimato conserva una sua dignità. I gesti di rispetto e di pietà riservati alla salma di Gesù dopo la sua morte e al momento della sepoltura hanno ispirato lungo i secoli il comportamento dei cristiani nei confronti dei defunti.
I riti funebri e l’attenzione al corpo Il lutto ha sempre comportato segni e precise forme espressive. I riti funebri, mentre esprimono il congedo rituale dalla persona amata, aiutano parenti e conoscenti ad affrontare ed elaborare i loro sentimenti. Essi, inoltre, indicano sempre il fine della vita al quale la persona defunta si è avvicinata. Cimiteri: luogo della memoria... Fin dai primi secoli le tombe degli apostoli e dei martiri sono state contrassegnate con i nomi e i simboli della memoria o della risurrezione. I cimiteri divennero luoghi di culto e di pellegrinaggio, espressione positiva della memoria e del riconoscimento della dignità personale 12
dei defunti, luoghi di annuncio della speranza cristiana nella risurrezione. Mantenere viva la memoria dei defunti e ricordarsi di loro è, per le persone in lutto, una consolazione e un aiuto.
La Chiesa ha sempre privilegiato la sepoltura del corpo dei defunti La Chiesa cattolica ha sempre preferito la sepoltura del corpo dei defunti come forma più idonea a esprimere la pietà dei fedeli verso coloro che sono passati da questo mondo al Padre e a favorire il ricordo e la preghiera di suffragio da parte di familiari e amici. Attraverso la pratica della sepoltura nei cimiteri, la comunità cristiana - facendo memoria della morte, sepoltura e risurrezione del Signore - onora il corpo del cristiano, diventato nel Battesimo ‘tempio dello Spirito Santo’ e destinato alla risurrezione. Simboli, riti e luoghi della sepoltura esprimono dunque la cura e il rispetto dei cristiani per i defunti e soprattutto la fede nella risurrezione dei corpi. La cremazione Al giorno d’oggi la cremazione non suscita più tanta meraviglia, né scandalizza, pur nella diversità di opinione e di scelta. La scelta preferenziale dell’inumazione (cioè della sepoltura) da parte della Chiesa deve essere non solo affermata, ma anche giustificata alla luce della tradizione, della storia e della Parola di Dio, ma senza insostenibili ostracismi colpevolizzanti. In ogni caso, non solo la celebrazione delle esequie, ma anche le forme di sepoltura devono testimoniare la fede in Dio e la speranza nella risurrezione. La potenza della risurrezione oltrepassa ogni limite umano e non è ostacolata dalle modalità di sepoltura. Perciò in assenza di motivazioni contrarie alla fede, la Chiesa non si oppone alla cremazione e accompagna tale scelta con apposite indicazioni liturgiche e pastorali. Per queste ragioni il rituale vuole che le esequie
INDICAZIONI PASTORALI Il Rito esequiale prevede tre momenti: in casa, in chiesa, al cimitero
vengano celebrate prima della cremazione. Quando ciò non è possibile, come nel caso che i resti del defunto vengano da lontano, a giudizio del Vescovo, le esequie, con la messa o nella liturgia della Parola, possono essere celebrate in presenza dell’urna cineraria, usando testi adatti ed evitando aspersione e incensazione. In questo contesto è possibile far comprendere la non opportunità della dispersione delle ceneri, che non permette l’elaborazione del lutto e favorisce la perdita della memoria.
• Nella casa Visita alla famiglia Molti fedeli, in certe zone la stragrande maggioranza, compiono oggi l’ultimo esodo nelle strutture ospedaliere, in case per anziani o in strutture che accompagnano alla morte, e, soprattutto nelle parrocchie urbane, l’annuncio della morte giunge in parrocchia tramite le agenzie funebri. Con tutto ciò, tenendo presente la diversa situazione urbana e rurale, il rituale italiano ha inserito uno schema di preghiera presso la famiglia, sia che il defunto sia morto in casa, o in altro luogo. Uno schema con acclamazioni, invocazioni bibliche, lettura breve, salmo responsoriale, orazione. La preghiera, secondo il rituale, può essere guidata dal ministro ordinato, ma anche da un laico idoneo. La veglia Sin dalla remota antichità la veglia intorno al defunto è un rito domestico. Per questa ragione, in tempi più recenti essa si è identificata con il semplice e popolare rosario. Opportunamente (e con molta preveggenza pastorale!) il rituale propone
Motivate perplessità di fronte alla prassi di spargere le ceneri in natura La prassi di spargere le ceneri in natura, oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero come, ad esempio, nelle abitazioni private, solleva non poche domande e perplessità. La Chiesa ha molti motivi per essere contraria a simili scelte, che possono sottintendere concezioni panteistiche o naturalistiche. Soprattutto nel caso di spargimento delle ceneri o di sepolture anonime si impedisce la possibilità di esprimere con riferimento a un luogo preciso il dolore personale e comunitario. Inoltre si rende più difficile il ricordo dei morti, estinguendolo anzitempo. Per le generazioni successive la vita di coloro che le hanno precedute scompare senza lasciare tracce. 13
la possibilità di una veglia strutturata come celebrazione della Parola. • Nella chiesa Il rito delle Esequie La forma normale delle esequie prevede la celebrazione dell’Eucaristia che, prima che suffragio - è il caso di ricordarlo - è rendimento di grazie (“Eucaristia”) a Dio per la morte e risurrezione di Cristo che si è compiuta anche nella vita del defunto, per quanto la Grazia di Dio ha operato nella vita del defunto e per quello che per mezzo di lui ha donato alla Chiesa e alla famiglia umana. Nessuno mette in dubbio l’ideale della celebrazione eucaristica durante il rito delle Esequie. La celebrazione, sia con la messa che con la sola liturgia della Parola, si conclude con l’ultima raccomandazione e il commiato. Prima delle esequie, secondo le consuetudini locali, possono essere aggiunte brevi parole di cristiano ricordo nei riguardi del defunto. È opportuno che il testo sia precedentemente concordato col sacerdote che presiede l’Eucaristia e non sia pronunciato dall’ambone. Anche per quanto riguarda eventuali preghiere che i famigliari volessero aggiungere alle preghiere dei fedeli presenti nei libri liturgici, è bene che vengano fatte vedere al celebrante o comunque a un sacerdote. • Al camposanto La processione al cimitero, dove è ancora possibile, è senza dubbio di forte impatto emotivo, se
accompagnata dalla preghiera e dal suono delle campane. Tuttavia, quando viene scelta l’opzione della cremazione, la salma non viene accompagnata al Camposanto. Sarà compito dei parenti avvisare il sacerdote perché assicuri, nel limite delle sue possibilità, la sua presenza nel momento nel quale le ceneri verranno deposte nel loculo. Quanto costa il funerale? Ricordo innanzitutto che la domanda così posta è profondamente sbagliata, così come è sbagliato chiedere quanto costa la Messa! La Parrocchia non è una agenzia funebre, con le quali non ha niente a che fare. Grazie a Dio (e ai sacerdoti che mi hanno preceduto) non ci sono tariffe per quanto riguarda i sacramenti o i sacramentali. Tuttavia è consuetudine che in occasione della celebrazione dei sacramenti o dei sacramentali, e quindi anche dei funerali, si faccia una offerta in considerazione del fatto che la Comunità mette a disposizione luoghi che hanno bisogno di essere puliti, riscaldati, illuminati e strumenti che richiedono una manutenzione. Le persone coinvolte nel servizio alla chiesa lo fanno volontariamente e gratuitamente, ma questo non deve dar adito a pensare che tutto sia dovuto. Ognuno, considerando tutte queste cose, dia con generosità quello che pensa essere giusto. Anche questo è segno concreto di amore verso la propria comunità.
In sintesi, per quanto riguarda la cremazione: 1. La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i propri defunti. 2. La Chiesa, tuttavia, permette la cremazione se tale scelta non mette in dubbio la fede nella risurrezione. 3. La Chiesa è contraria alla prassi di spargere le ceneri in natura oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero, come, ad esempio, nelle abitazioni private. 4. La cremazione deve avvenire dopo la celebrazione del funerale. Qualora, eccezionalmente, accada che la cremazione preceda le esequie, queste possono avere luogo con il permesso del Vescovo Diocesano. 5. Quando si opta per la cremazione la salma non viene accompagnata al Camposanto. 6. È compito dei parenti avvisare il sacerdote quando le ceneri vengono deposte nel loculo per un breve momento di preghiera. È bene avvisare il parroco dell’eventuale cremazione del defunto prima che abbia luogo il funerale.
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NGOLO DELLA POESIA Anche se non ci sei più, continui ad essere nel ricordo di quelli che t’han visto, in quelli che so io, ai quali chiedo un’entrata attraverso i loro occhi, per potermi acquistare la tua presenza. Anche se non sei più qui, continui ad essere con il corpo diviso in altri corpi nei quali riconosco in questo il tuo sguardo, in quello la tua voce, in quell’altro il tuo profilo. Continui a stare qui integro, o quasi; per me eri tutto e tutto era parte di te: la terra, l’aria, gli uccelli, i fiori... come se il mondo fosse un tuo vestito. E ora, mi manca solo una parte di quel vestito, perché continui ad essere l’intero paesaggio che contemplo con l’aria, con la terra, e fiori e uccelli, ma senza carne umana: la sola parte di te che resta assente.
L’ASSENTE (Manuel Altolaguirre)
L’
impossibilità di accettare la fine è il tema di questa poesia di Manuel Altolaguirre (Malaga 1905San Sebastian 1959). Quando muore una persona cara, prima che il dolore esploda in pianto, in una regione inaccessibile della nostra mente, qualcosa ci dice che non è vero. Non è vero che non tornerà più, che ci ha lasciato per sempre, che è scomparsa definitivamente. Lo percepisce il bambino che al funerale chiede se il nonno dorme, e si spaventa vedendo la tristezza sul volto dei presenti. Lo percepiscono i genitori che hanno perso un figlio che per qualche ora sembrano non ragionare e non rendersi conto di quel che è accaduto. Ci vorrà del tempo prima che riescano ad elaborare ed accettare il dolore cristianamente. Nel frattempo, ogni ragazzo che incontrano e che ha una vaga somiglianza con il figlio perduto, gli ricorderà la voce, la pettinatura, il modo di camminare, il modo di incantarsi davanti alle bellezze del creato. Naturalmente l’autore, in questa poesia, ha una visione della morte puramente laica. Noi cristiani, alla luce della fede e della resurrezione di Cristo, crediamo nella continuità della vita dopo la morte. Infatti nel canto liturgico, che solitamente intoniamo ai funerali, proclamiamo: “Io credo risorgerò, questo mio corpo vedrà il Salvatore!”. 15
o i r a Di a n u i d hista c e t a c “Sto costruendo una cattedrale” ‘C
he cosa c’entra l’aquilone con la catechesi?’. Domanda lecita se il nostro primo incontro è iniziato con una presentazione dal titolo ‘Avete mai provato a costruire un aquilone?’, ‘Avete mai provato a farlo volare alto nel cielo?’. Ragazzi stupiti (e per un attimo in silenzio) a cercare di capire il senso del nostro viaggio. Semplice: noi siamo AQUILONI in volo verso la Cresima. È vero che abbiamo ancora 2 anni prima di arrivare a questo importante Sacramento, ma ci serve tempo per comprendere come costruire un aquilone (e quindi come crescere insieme) e come farlo volare sulla Parola di Dio. Oltre al VENTO (che rappresenta lo Spirito Santo che soffia - elemento fondamentale per farci elevare e rimanere alti nel cielo), è necessario avere un TELAIO (formato da 2 stecche che formano una croce - immagine ricorrente che rappresenta il fondamento della nostra vita cristiana), una VELA (che siamo 16
noi - prezioso tessuto che cattura il vento e permette di restare in volo) e un CAVO (che dà stabilità e collega la terra con il cielo). Per volare, il nostro aquilone ha bisogno di un giusto equilibrio tra tutte le parti. Ecco che allora iniziamo il nostro viaggio dalla base, dalle fondamenta, dalla ‘terra’. Dal... costruire una cattedrale. Una cattedrale? Sì, perché questa imponente opera rappresenta la nostra vita edificata con Gesù, secondo i suoi insegnamenti e con l’aiuto dello Spirito. La cattedrale indica grandezza, maestosità, duro
lavoro, tanti sacrifici, ma soprattutto molta progettualità. Tutte le nostre azioni hanno un senso, anche quando ci sembrano inutili e contro corrente. Quello che dobbiamo sforzarci di capire è il progetto che Dio ha in mente per ognuno di noi, scoprire qual è il nostro ruolo nel suo magnifico disegno. Una volta capito il senso, sarà più facile camminare verso l’obiettivo. E, anche se costerà fatica, saremo spinti a raggiungerlo con gioia. Siamo partiti dal bellissimo racconto ‘Il pellegrino e i 3 spaccapietre’. Un pellegrino, in viaggio verso un lontano santuario, incontra 3 spaccapietre che fanno lo stesso-identico-faticoso lavoro: spaccano pietre. Ma con il procedere verso il luogo sacro, cambiano le motivazioni di ognuno di loro. Alla domanda del pellegrino ‘Che cosa fai?’, il primo risponde ‘mi sto ammazzando di fatica’; il secondo ‘lavoro da mattino a sera per mantenere mia moglie e i miei bambini’; il terzo,
con gli occhi feriti dalle schegge di pietra, ma con una strana serenità, risponde ‘sto costruendo una cattedrale’. Come i 3 spaccapietre, anche noi possiamo fare lo stesso lavoro, ma con 3 motivazioni diverse: • ‘mi sto ammazzando di fatica’ vuol dire subire la vita, viverla senza un perché. È l’immagine di una crescita che comporta tantissima fatica e un dispendio di energia senza capirne il senso. • ‘per mantenere mia moglie e i miei figli’: viviamo una vita con qualche perché, abbiamo una
consapevolezza maggiore, rispondiamo alle attese di altri. Vivacchiamo, stimolati da persone a noi vicine. • ‘sto costruendo una cattedrale’: vuol dire vivere la vita da protagonista, sapendo perché viviamo. Stiamo realizzando qualcosa che interpreta il senso della fatica momentanea nell’assunzione di un disegno di cui si intravedono i contorni. Il nostro impegno, quindi, è quello di cambiare punto di vista, mettere a fuoco e capire che ogni nostro gesto, anche il più norma-
le, è in realtà una pietra preziosa di una grande costruzione. La nostra vita è una cattedrale da costruire giorno per giorno con gioia ed entusiasmo, secondo il progetto di Dio. Questo progetto trova il suo compimento in Gesù: lui realizza e indica la vita umanamente riuscita. Noi, da parte nostra, dobbiamo solo ascoltare e mettere in pratica la Parola di Dio. Solo così la nostra casa sarà edificata sulla roccia. E nulla ci potrà scalfire e far vacillare. Paola
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COMUNITÀ: UN CUOR SOLO, UN’ANIMA SOLA Le famiglie 0-6 camminano insieme... Per essere comunità e fare comunione è importante creare occasioni in cui genitori e bimbi possano incontrarsi, conoscersi, condividere esperienze, camminare insieme a Lui. Quest’anno abbiamo quindi pensato ad una proposta nuova... Invitiamo con gioia tutte le famiglie con bambini di età tra 0-6 anni (prima elementare compresa) a partecipare a questi incontri: SABATO 08/11/2014 - ore 19.00 CENA COMUNITARIA in oratorio e presentazione delle proposte dell’anno VENERDÌ 12/12/2014 - dalle 18.15 alle 19.00 IN ATTESA DI SANTA LUCIA... presso la Chiesa Parrocchiale SABATO 10/01/2015 - ore 17.00 MOMENTO DI RIFLESSIONE PER I GENITORI con Don Luigi e Don Davide; nel frattempo i bambini saranno coinvolti con giochi e attività pensati per loro DOMENICA 01/02/2015 Giornata della Vita. I bambini con i loro genitori sono invitati a partecipare alla S. Messa delle ore 11.30 presso la Chiesa Parrocchiale. Memoria del Battesimo, si svolgerà sempre presso la Chiesa Parrocchiale, un breve incontro alle ore 16.00 seguito da una buonissima merenda. DOMENICA 22/03/2015 - ore 11.30 SANTA MESSA. I bambini con i loro genitori sono invitati a partecipare ad una S. Messa organizzata presso la Chiesina dell’oratorio. Nel momento del CREDO ci uniremo alla comunità nella Chiesa Parrocchiale per continuare la liturgia insieme. SABATO 04/04/2015 - ore 15.00 Benedizione delle uova con un momento dedicato ai nostri bambini DOMENICA 31/05/2015 - ore 11.30 Chiusura anno catechistico. Santa Messa presso la Chiesa Parrocchiale e picnic in oratorio Vi aspettiamo numerosi!! Don Luigi, Don Davide e le mamme 0-6
ORARI
delle
CELEBRAZIONI
SANTE MESSE Giorni
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Sabato/prefestivi: ore 18.30 ore 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.30 Giorni feriali: ore 9.00 - 17.30
festivi:
E V E R B n i E L R GO Domenica 28 settembre il Comitato Genitori dell’Istituto Comprensivo di Gorle, in collaborazione con l’Associazione Genitori, ha organizzato la 2a edizione di GO Gorle GO!, una camminata con la scuola in lungo e in largo per le vie del paese. Più di 100 persone hanno percorso circa 5 km a passo libero. Al termine, tra una merenda e un buffet, si è anche svolta la premiazione del concorso fotografico ‘A spasso nella Natura’. Lunedì 29 settembre si è svolta la Riunione di tutti i Gruppi Parrocchiali nella sala Cineteatro Sorriso. Il Parroco ha esposto le finalità del Consiglio Pastorale Parrocchiale e i criteri per la formazione del nuovo Consiglio. Le persone presenti non erano molte, ma c’erano tutti i rappresentanti dei gruppi che si impegnano nelle varie attività della Parrocchia: catechesi, liturgia, carità. È stato dato l’incarico ai diversi gruppi di riunirsi e di scegliere il rappresentante da inserire nel nuovo Consiglio. Domenica 5 ottobre si è ufficialmente aperto l’anno catechistico. Primo appuntamento alla messa delle 11.30 che ha visto la partecipazione di tanti bimbi e genitori. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Parroco insieme al curato. Nell’omelia Don Luigi ha ricordato che i primi catechisti sono i genitori: essi sono i sacerdoti di quella piccola Chiesa chiamata “Chiesa domestica”. In essa insegnano a pregare e a vivere il Vangelo di Gesù; in essa esercitano il loro matrimonio, amandosi e perdonandosi. Nel pomeriggio, dalle 15 alle 17, i ragazzi delle elementari e delle medie, accompagnati dal papà o dalla mamma, sono venuti all’Oratorio per l’iscrizione all’anno catechistico. Alle ore 18, invece, è stata la volta degli adolescenti: tanti studenti delle scuole superiori sono passati per confermare la partecipazione al nuovo percorso serale.
Domenica 12 ottobre la nostra Comunità ha celebrato la Solennità della Dedicazione della Chiesa Parrocchiale. La lapide, che si trova sulla parete a destra dell’entrata centrale, ci ricorda che la prima pietra venne benedetta dal Vescovo mons. Adriano Bernareggi il 28 ottobre 1951; la chiesa venne consacrata dal Vescovo mons. Giuseppe Piazzi il 27 luglio 1955 e il 12 ottobre viene indicata come data per il ricordo annuale di questo evento. Il Parroco di allora era don Emilio Mazza. In settimana era stata collocata, accanto all’altare, una pesantissima pietra, che rimarrà fino al termine dell’anno catechistico. È una pietra angolare e rappresenta simbolicamente Cristo Gesù, “pietra angolare” sulla quale si edifica la Chiesa vivente, Popolo di Dio, formata da tutti coloro che sono stati battezzati nel nome della Santissima Trinità. Sempre Domenica 12 abbiamo avuto il piacere di conoscere Kristian, il seminarista monfortano che è stato affidato alla nostra Parrocchia per una esperienza di vita pastorale parrocchiale. Starà con noi per tutto l’anno catechistico e, in modo particolare, sarà di aiuto nella catechesi dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani e, comunque, nell’ambiente dell’Oratorio.
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Giovedì 16 ottobre il Gruppo Giovani ha invitato Don Ezio Bolis per tenere una riflessione - meditazione sul tema delle Beatitudini dell’evangelista Matteo. All’incontro, aperto a tutta la comunità e tenutosi nell’auditorium dell’Oratorio, hanno partecipato una cinquantina di persone. Come sempre don Ezio è stato capace di spiegare con semplicità, passione e maestria il brano delle Beatitudini, considerato il “Manifesto” del Regno di Dio.
Sabato 18 ottobre la Chiesa Parrocchiale ha ospitato Lucilla Giagnoni con il suo spettacolo teatrale ‘Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia’. Un monologo che ha condotto i numerosi spettatori in un viaggio emozionante, dedicato alle Beatitudini e, in particolare, alla virtù della ‘Misericordia’. Anche questa iniziativa, partita dal Gruppo Giovani, è stata proposta a tutta la Comunità. Lucilla ci ha comunicato la sua riflessione sul tema “Beati i misericordiosi” ed è stata capace, da attrice provetta ed impegnata, di incantare e spronare gli spettatori a vivere nella vita questa “fondamentale” virtù della misericordia. Numeroso il pubblico presente, peccato che parecchi fossero forestieri. Domenica 19 ottobre si è celebrata l’88esima Giornata Missionaria Mondiale. ‘Periferie, cuore della Missione’ è il tema del 2014. Come scrive Papa Francesco nel suo messaggio, “La Giornata Missionaria Mondiale è un momento privilegiato in cui i fedeli dei vari continenti si impegnano con preghiere e gesti concreti di solidarietà a sostegno delle giovani Chiese nei territori di missione. Si tratta di una celebrazione di grazia e di gioia. Di grazia, perché lo Spirito Santo, mandato dal Padre, offre saggezza e fortezza a quanti sono docili alla sua azione. Di gioia, perché Gesù Cristo, Figlio del Padre, inviato per evangelizzare il mondo, sostiene e accompagna la nostra opera missionaria”.
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In tutte le messe della giornata, Gorle ha ospitato le testimonianze di Dario e Stefano, due giovani mandati dal Centro Missionario Diocesano: con i loro racconti e la loro esperienza in terra di missione (Dario nel Mali e Stefano in Perù) hanno permesso di conoscere meglio che cosa accade fuori dal nostro Paese. In occasione di questa giornata, l’altare di Maria Bambina era stato addobbato con segni che illustravano il tema “Periferie, cuore della Missione”: fotografie, testate di giornali e articoli inerenti la povertà materiale e spirituale presente nel mondo. Al centro il legionario con i Vangeli delle domeniche di ottobre, mese dedicato appunto alle Missioni. Domenica 19 ottobre, inoltre, si è svolta la Castagnata. L’Oratorio ha ospitato questo appuntamento annuale, sempre molto partecipato. L’occasione è stata quella di trascorrere insieme qualche ora e gu-
stare queste leccornie di stagione. Ringraziamo tutti coloro che si sono impegnati, in diversi modi, a rendere possibile questa iniziativa. Battesimi Domenica 28 settembre è stato celebrato il battesimo di Davide; sabato 4 ottobre è stata la volta di Selvaggia, mentre domenica 12 Enrico. Preghiamo il Signore perché questi bambini accettino la Parola di Gesù e vivano sempre secondo l’insegnamento del Vangelo. Matrimonio Rosandra e Vincenzo si sono uniti in matrimonio domenica 5 ottobre presso la chiesa di S. Michele al Pozzo Bianco in Città Alta. Preghiamo perché la grazia del sacramento che hanno ricevuto dia loro conforto nelle difficoltà e li custodisca nella fedeltà.
IN RICORDO DEI DEFUNTI “I morti non sono assenti: sono solo nell’altra stanza!” Allora perché non parlare di loro? Non condividerne il ricordo? Dal mese di dicembre avremo a disposizione uno spazio sul bollettino parrocchiale per pubblicare preghiere, dediche e pensieri sui nostri defunti. È dedicato alle famiglie e agli amici che desiderano ricordare la vita, le opere, i piccoli ma importanti gesti divenuti eterni nella memoria. In occasione di anniversari, trigesimi, o quando vorremo commemorare i nostri fratelli che si sono trasferiti nella casa del Signore, basterà consegnare una fotografia del defunto con la data di morte e una eventuale dedica presso la Segreteria dell’Oratorio (da martedì a venerdì dalle 14.30 alle 16.30) entro il giorno 5 del mese precedente la pubblicazione. Sarà possibile, in alternativa, inviare tutto il materiale via mail all’indirizzo bollettino@oratoriogorle.net che confermerà l’avvenuta ricezione. Per un miglior risultato si raccomanda di inviare solo immagini in alta risoluzione (indicativamente 300 dpi). Si richiede un contributo minimo di euro 15,00 per le spese di impaginazione e di stampa.
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“Un cuor solo e un’anima sola”
a r e i h Preg . . . e i l g i m a f nelle a i l g i m in fa
elo ins e C o ad are! repar cominciat rti. p e v à ha i Mo si de e ci iale che gi anti e de i prot s e f c dei S merc randi l mpo Alle g ondo com elle feste che da te teggiare i n s m e l e e f sì gna i Natal television otti per “ i siamo co l i e r d espor nsegna la i e di pro perché no i Gesù? E i l d a o g ! l ! e ir le! E le, quello lla lettura Ce a d t t a o N sp ta e de pone . Ma qual al vero Na ghiera e ” e r e i l p Nata prepararc re della a iglio pigri do m o m quale gelo? an del V
V
ogliamo continuare la bella esperienza incominciata lo scorso anno: quella di riunirci a pregare nelle famiglie in occasione dei tempi forti dell’Avvento e della Quaresima. Lo scorso anno le persone che hanno accolto questo invito sono state 180, distribuite in una quindicina di gruppi, ospitati nelle case messe a disposizione dalle famiglie stesse. Quando? L’incontro avviene al Venerdì alle ore 20,45. Quali Venerdì? Avvento: 28 Novembre - 12 Dicembre - 19 Dicembre Quaresima: 20 Febbraio - 27 Febbraio - 6 Marzo - 13 Marzo - 20 Marzo - 27 Marzo Che cosa si fa insieme? La preghiera è guidata da un partecipante all’incontro aiutato da un librettino che viene settimanalmente consegnato e che riporta il Vangelo della Domenica successiva, seguito da una breve spiegazione, da alcune domande sulle quali riflettere, da alcune preghiere da recitare insieme e termina col chiedere al Signore la sua benedizione sui partecipanti. 22
A chi è rivolta l’iniziativa? L’iniziativa è rivolta a tutte le persone che vogliono prepararsi al Santo Natale e alla Pasqua del Signore, leggendo il Vangelo e pregando insieme. È un incontro molto semplice, che non richiede di essere teologi o maestri. Richiede solo buona volontà e il superamento di quel “timore” dal quale ci lasciamo prendere quando si tratta di cose spirituali e di quella “pigrizia” che ci fa stare volentieri davanti alla televisione. Vorremmo che questa iniziativa si espandesse sempre di più, che raggiungesse sempre più persone. È bello prepararsi insieme al Natale di Gesù, è bello prepararsi insieme alla Pasqua di Risurrezione. Occorre portare qualche cosa? No! Il libricino viene consegnato settimanalmente dalla famiglia che ospita ed è gratuito. Avremmo bisogno ... Di famiglie che mettono a disposizione la propria casa. Anche questo è un servizio alla Comunità. Pensaci! Anche tu che stai leggendo potresti unirti a qualche gruppo per questa iniziativa o formare un gruppo che vuole prepararsi al Natale e alla Pasqua in questo modo ... molto diverso dal solito modo.
Patronale 2014 F E S TA
T
erminata la Festa Patronale, si cerca di ripensare alle situazioni, problemi, alle ansie e le preoccupazioni vissute in quei giorni. L’attività ludica che sta dietro alla solennità liturgica ha offerto anche quest’anno diversi insegnamenti. Non a caso don Luigi ha invitato le famiglie della nostra comunità ad incontrarsi, dialogare e conoscersi mentre consumavano cibi succulenti sotto la tensostruttura. Già a Maggio, quando si è stesa una bozza di programma, si sono introdotti degli appuntamenti per le famiglie come: Il Circo più pic-
colo del Mondo, della musica per rallegrare le serate, le macchine d’epoca e di Formula Uno per attirare adolescenti-giovani e adulti. Tutto era contornato da ricche tombolate. Per garantire un servizio migliore alla comunità sono stati coinvolti adolescenti, giovani, mamme, famiglie e le Associazioni di Gorle. Ognuno ha offerto il proprio contributo in maniera gratuita. Sentiamo il dovere di sottolineare la partecipazione volonterosa e instancabile dei nostri adolescenti nel servire ai tavoli e nello sparecchiare.
Pur in mezzo a tante difficoltà, questo è stato un tempo (29 agosto/8 settembre) che ha permesso di vivere e crescere come in una grande famiglia. Anche se un po’ stanchi, siamo contenti perché oltre all’impegno abbiamo potuto consegnare al Parroco don Luigi un bel gruzzoletto. L’utile scaturito dalla festa, come già anticipato nel libretto che ne riportava il programma, è destinato ad alleggerire il pagamento della rata annuale sui mutui in essere e contratti in occasione della ristrutturazione dell’Oratorio, per la carità locale e missionaria. Ringraziamo la nostra PATRONA che ci ha guidati e continua a vegliare su di noi e su tutta la Comunità. L’appuntamento è per l’anno prossimo 2015. G.L.
L’ORATORIO NEL PALLONE CALCIO A 7 DILETTANTI - GRUPPO C GIRONE E
CALENDARIO 25/26 ott 8/9 nov 15/16 nov 29/30 nov 13/14 dic 7/8 feb
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Or. Gorle - Pognanese Or.Gorle - Bar Pane Vaprio Or.Gorle - Riposo Or.Gorle - Or.Cologno Brina Or.Gorle - Or.Martinengo “B” Or.Gorle - Bar Tasso Zanica
21/22 feb > 7/8 mar > 28/29 mar > 18/19 apr > 2/3 mag >
Or.Gorle Or.Gorle Or.Gorle Or.Gorle Or.Gorle
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Tota Cornici FC Panke 04 Real Pellati Trezzo “C” Arrigoni Formaggi
CLASSIFICA N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13
Squadra Or. Gorle Tota Cornici Real Pellati Trezzo "C" FC Panke 04 Or. Martinengo "B" Air Power Orio al Serio Arrigoni Formaggi Bar Pane Vaprio Bar Tasso Zanica Pognanese Or. Cologno Brina
PU 6 6 3 3 3 3 3 3 3 1 1 0 0
PG 2 2 2 1 2 2 2 2 2 2 2 1 2
PV 2 2 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0
PN 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0
PP 0 0 1 0 1 1 1 1 1 1 1 1 2
RF 8 10 6 4 12 6 7 3 4 6 9 3 3
RS 4 7 4 3 11 5 9 5 6 7 10 4 6
RF-RS +4 +3 +2 +1 +1 +1 -2 -2 -2 -1 -1 -1 -3
PU÷PG 3 3 1,5 3 1,5 1,5 1,5 1,5 1,5 0,5 0,5 0 0
Ultime 5 Partite VV VV VP V P VP V PV PV -P -P P PP 23
LE VITE DEI SANTI Santa Cecilia, 22 novembre C
L’Estasi di santa Cecilia è un dipinto a olio su tavola trasportata su tela (236 × 149 cm) di Raffaello conservato nella Pinacoteca Nazionale di Bologna e databile al 1514 circa. 24
ecilia, nata da una nobile famiglia a Roma, sposò il nobile Valeriano. Si narra che il giorno delle nozze nella casa di Cecilia risuonassero organi e lieti canti ai quali la vergine, accompagnandosi, cantava nel suo cuore: “conserva o Signore immacolati il mio cuore e il mio corpo, affinché non resti confusa”. Da questo particolare è stato tratto il vanto di protettrice dei musicanti. Dopo aver confidato allo sposo il suo voto, egli si convertì al Cristianesimo e nella prima notte di nozze ricevette il battesimo per mano del Pontefice Urbano I. Tornato nella propria casa, Valeriano vide Cecilia prostrata nella preghiera con l’Angelo che da sempre vegliava su di lei e, ormai credente convinto, pregò che anche il fratello Tiburzio ricevesse la stessa grazia e così fu. Valeriano e il fratello furono arrestati poiché contravvennero all’ordine del giudice Almachio di seppellire i cadaveri dei Cristiani e vennero poi decapitati. Cecilia pregò sulla tomba del marito e del cognato e poco dopo venne chiamata davanti al giudice Almachio che ne ordinò la morte per soffocamento nel bagno di casa
LE VITE DEI SANTI Santa Cecilia, 22 novembre sua. Si narra però che “la Santa invece di morire cantava lodi al Signore”. Mutata la pena per asfissia in morte per decapitazione, il carnefice vibrò i tre colpi che aveva a disposizione durante l’esecuzione e, non ancora sopraggiunta la morte, la lasciò nel suo sangue. Fu Papa Urbano I, sua guida spirituale, a renderle la degna sepoltura nelle catacombe di San Callisto. Nell’821 le sue spoglie furono traslate da papa Pasquale I nella Basilica di Santa Cecilia in Trastevere. Nel 1599, durante i restauri della basilica, ordinati dal cardinale Paolo Emilio Sfondrati in occasione dell’imminente Giubileo del 1600, venne ritrovato un sarcofago con il corpo di Cecilia sorprendentemente in un ottimo stato di conservazione. Il cardinale allora commissionò a Stefano Maderno (15661636) una statua che riproducesse quanto più fedelmente l’aspetto e la posizione del corpo di Cecilia così com’era stato ritrovato; questa è la statua che oggi si trova sotto l’altare centrale della chiesa. È quanto mai incerto il motivo per cui Cecilia sarebbe diventata patrona della musica.
In realtà, un esplicito collegamento tra Cecilia e la musica è documentato soltanto a partire dal tardo Medioevo. La spiegazione più plausibile sembra quella di un’errata interpretazione dell’antifona di introduzione della messa nella festa della Santa (e non di un brano della Passio come talvolta si afferma). Il testo di tale canto in latino sarebbe: Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar (“Mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa”). Per dare un senso al testo, tradizionalmente lo si riferiva al banchetto di nozze di Cecilia: mentre gli strumenti musicali suonavano, Cecilia cantava a Dio interiormente. Da qui il passo ad un’interpretazione ancora più travisata era facile: Cecilia cantava a Dio... con l’accompagnamento dell’organo. Si cominciò così, a partire dal XV secolo a raffigurare la Santa con un piccolo organo
portativo a fianco. In realtà i codici più antichi non riportano questa lezione dell’antifona (e neanche quella che inizierebbe con Canentibus, sinonimo di Cantantibus), bensì Candentibus organis, Caecilia virgo... Gli “organi”, quindi, non sarebbero affatto strumenti musicali, ma gli strumenti di tortura, e l’antifona descriverebbe Cecilia che “tra gli strumenti di tortura incandescenti, cantava a Dio nel suo cuore”. L’antifona non si riferirebbe dunque al banchetto di nozze, bensì al momento del martirio. Dedicato alla Santa, nel XIX secolo sorse il cosiddetto Movimento Ceciliano, diffuso in Italia, Francia e Germania. Vi aderirono musicisti, liturgisti e altri studiosi, che intendevano restituire dignità alla musica liturgica sottraendola all’influsso del melodramma e della musica popolare. Sotto il nome di Santa Cecilia sorsero così scuole, associazioni e periodici. Molto famosa a Roma è l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che fu fondata ufficialmente nel 1585 e rappresenta una delle più antiche istituzioni musicali al mondo. 25
NUMERI TELEFONICI Casa Parrocchiale: 035.661194 Segreteria: 035.0770699 Don Davide: 035.663131 Don Carlo: 035.668690 Cineteatro Sorriso: 035.656962
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