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la Repubblica MARTEDÌ 20 NOVEMBRE 2012

BOLOGNA

SPORT

■ XII

Il futuro del Bfc

Granarolo, primi sì dal Credito sportivo Oggi il Cda di Bologna 2010: l’aumento di capitale e i nodi di gennaio La squadra

SIMONE MONARI IL MERCATO di gennaio, la posizione del dg Zanzi, il bilancio da approvare, l’assemblea dei soci da convocare entro un mese, il centro tecnico da costruire a Granarolo, la posizione di Massimo Zanetti. Si annunciano tanti gli argomenti del Cda di Bologna 2010, la cassaforte del club, in programma stamattina dalle 9 a Casteldebole. Mancheranno il vice presidente Pavignani e la famiglia Romani, sponsor col marchio Cir-Serenissima. IL MERCATO Il successo sul Palermo ha rasserenato gli animi. Restano gli scontenti, naturalmente. Ma sono minoranza. Perché da qualche mese Guaraldi ha la maggioranza assoluta con circa il 51%. Ieri in una nota i tifosi del Centro Bologna Clubs hanno ribadito l’esigenza di inserire un direttore sportivo e chiesto un aumento di capitale. Che possa essere assunto un ds è molto difficile, che alcuni soci siano delusi dall’operato di Zanzi è noto. L’uscita di Massimo Zanetti, però, sembra averli compattati, per quanto economicamente il quadro non sia esaltante e molti, ormai, ne siano consapevoli.

Taider, polso rotto: dovrà operarsi Dai rossoblù arriva un libro di ricette

Albano Guaraldi

Positivo il summit tra il presidente e i funzionari della banca dello sport L’OMBRA DI ZANETTI Alla sede di Rastignano della Segafredo continuano ad arrivare mail di incoraggiamento da parte dei tifosi, ma rimane per il momento la situazione di stallo. Quanti soldi Guaraldi è disposto a mettere sul piatto? Il patron, in caso di aumento di capitale da 5 mi-

PIOVE sul bagnato per Saphir Taider. Il francese, che resta il giocatore più falloso della Serie A (commette 4,1 scorrettezze per gara) è stato espulso domenica contro il Palermo per doppia ammonizione e salterà la Sampdoria per squalifica. In partita aveva riportato una distorsione al polso sinistro: gli esami di ieri hanno rivelato una frattura dell’osso scafoide. Sarà sottoposto a intervento di stabilizzazione, poi dovrà riposare alcuni giorni. «Tornerà dopo la squalifica», fa sapere la società. Oggi pomeriggio la squadra si ritrova a Casteldebole, dove parlerà Antonsson e, prima, verrà presentato il libro “Calcio e cucina nel cuore, Bologna in pentola”, curato da Elsa Mazzolini e Mirko Gadignani, con la partecipazione di tutto il Bfc. Su e-bay è in vendita all’asta la fascia di capitano usata da Alino Diamanti contro il Torino: il ricavato in beneficenza, nel solco dell’iniziativa lanciata in passato da Marco Di Vaio. lioni, da lui stesso annunciato, dovrebbe garantirne poco più di 2.5. Mentre a Zanetti, col 22%, ne toccherebbe in teoria 1,1. Ma Zanetti non ci starà. Di dare altri soldi a una società in cui comanda e continuerebbe a comandare Guaraldi non ha alcuna intenzione. L’ha detto chiaramente. Non gli basterebbe a scalare il club neppure

sottoscriverne 5, se anche Guaraldi e gli altri soci dovessero rinunciare alla loro prelazione. Per prendere il timone dovrebbe metterne poco più di 10, dopo i 4 versati due anni fa (a meno che non rastrelli quote di minoranza dai soci, ipotesi che lui stesso ha scartato). Ma per farlo ha bisogno dell’ok del Cda. Da qui la situazione

di stallo. Stamattina Zanetti non ci sarà: da presidente e consigliere si dimise il 21 gennaio 2011. Potrà andare all’assemblea dei soci ed anzi quello sarebbe il teatro adatto per far sentire la sua voce. LA PARTITA DEL CENTRO TECNICO La vicenda dei terreni che il Bologna ha comprato al socio Rimondi per 1.6 milioni sarà sottoposta ai consiglieri. Cui sarà anche spiegato che l’incontro di qualche giorno fa tra Guaraldi e i dirigenti del Credito sportivo ha dato esiti positivi. Sono arrivati i

I dubbi dei soci sul mercato di Zanzi. I tifosi: “Serve un ds”. La strategia di Zanetti primi sì dalla banca dello sport, pronta a finanziare il progetto. Non è ancora chiaro in che termini, ma per il presidente è di sicuro una buona notizia. «Se il Credito sportivo non ci aiuterà - aveva detto una settimana fa - non costruiremo nulla». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CAPITALE

Il punto

Bologna 2010 ha un capitale di 18 milioni e il 95,7% del Bologna Fc. Le associazioni con 800 mila euro hanno il 4,3%


la Repubblica

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MARTEDÌ 20 NOVEMBRE 2012

BOLOGNA

PER SAPERNE DI PIÙ www.bolognafc.it www.virtus.it

■ XIII

Basket

L’ad fa il punto dopo la batosta della Virtus a Reggio. “Non darò multe, ho visto impegno. E molte colpe le ho io”

Sabatini: “Finelli non lo cambio mai e con gli americani aspetto due partite” FRANCESCO FORNI

UN GOL OGNI DUE GARE Alberto Gilardino fin qui ha segnato 6 gol in 12 partite con la maglia del Bologna: 4 al Dall’Ara, 2 in trasferta. Due le doppiette

L’AUMENTO

IL CASO ZANETTI

IL MERCATO

“È già deliberato, mancano solo i versamenti, sono 5 milioni”, dice Guaraldi. Altri soci obiettano: “Mero accordo verbale”

In un’intervista a Repubblica ha invitato il Cda a valutare la necessità di una svolta: “Io ci sono ma voglio il 51%”

Il Cda deve anche ipotizzare un budgt e valutare gli interventi sulla finestra di gennaio per rinforzare la rosa di Pioli

ALTRE due settimane. Sabatini fa buon viso a pessimo gioco e cerca, dopo la mediocre prova di Reggio, di scacciare i cattivi pensieri sulla Virtus, sempre lesti a materializzarsi quando gira male. «Qualcuno, vedendo la squadra andare così male m’ha chiesto se pago i giocatori. Certo che li paghiamo, non è questo il problema». Parla, l’ad bianconero, il giorno dopo e le domande che scavano tra i dubbi sgorgano facili: le facce di qualcuno, ecco un altro tema, non erano granchè propositive, a disfatta in corso. «Stiamo andando male, i ragazzi lo sentono e sono nervosi. Ma questa è una Virtus fatta da brava gente, nessuno rideva. Ora abbiamo due partite in casa, non facili, con Roma e Pesaro, dopo quelle ci guarderemo negli occhi e tireremo le somme. Adesso non taglio nessuno, non c’è l’intenzione e non sarebbe utile». La fiducia è a tempo, per alcuni giocatori. E per il coach? «Finelli non lo cambio mai, anzi se vuole rinnoviamo subito. Sia chiara una cosa: se a qualcuno non va bene l’allenatore, sappia che qui

“Mi hanno chiesto se paghiamo i giocatori. Tutto regolare. Ed ora li porto fuori a cena” “Dopo Caserta ero furente e volevo tagliare Minard. E così li ho messi in allarme tutti e tre”

LA DISTENSIONE Claudio Sabatini, amministratore delegato della Virtus

la porta in uscita è eventualmente aperta per i giocatori, non per il coach». Nella burrasca brancolano i tre americani, al di sotto del decoro per rendimento. La Virtus impigliata nelle paludi, senza slanci, ultima negli assist e penultima nei liberi, lo deve molto a loro. Manca il collante, e forse pure la serenità, anche se Sabatini non è d’accordo. «Porterò la squadra a cena fuori, ce n’è bisogno. Ma

questo non è un cattivo gruppo. Se devo valutare il tasso di talento il mio voto sta tra il 6 e il 7, ma le buoni stagioni si completano con gente capace di giocare assieme. E le conferme le ho avute. I veterani mi hanno detto di non aver mai giocato con tre americani tanto seri e anch’io li ritengo ragazzi a posto. Poi è chiaro che i giovanissimi, i tre mori e i nostri italiani esperti devono giocare

bene assieme, non a compartimenti stagni». Saranno tutti buoni e bravi, professionisti esemplari, ma il rendimento latita. «A Caserta siamo stati indegni, a Reggio abbiamo giocato male. E’ diverso, la squadra era nervosa perché non è riuscita a fare quel che voleva. Frustrata, ma non rinunciataria. E con Imbrò, Gaddefors e Moraschini si sono visti sprazzi di energia e voglia. Sono anche quelli che hanno meno pressione, non possiamo sperare di andare avanti solo con loro». Si insisterà coi tre mori, e Sabatini ci mette la faccia. «La sconfitta di Reggio è per la maggior parte colpa mia. Ho agito da dilettante. La settimana scorsa, dopo il ritorno insonne da Caserta, ero furente e ho chiamato l’agente di Minard chiedendo di sciogliere il contratto. Il giorno dopo mi ero già pentito, ma ho messo Ricky sotto una pressione inutile e magari anche gli altri due chissà cosa avranno pensato. Sono stato io a tagliar loro le gambe. E i malati domenica hanno risposto col corpo, non con la testa. Ci sono ancora: niente multe o penitenze. Si devono solo mettere a giocare». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LA GAZZETTA DELLO SPORT

MARTEDÌ 20 NOVEMBRE 2012

PARMA - Il ritorno dell’attaccante e il traguardo gialloblù

Palladino, il millesimo goleador: «Un segno del destino» GUGLIELMO LONGHI MILANO

Bologna ANDREA TOSI BOLOGNA

Curci e Taider k.o. Ritorna Zanetti? Oggi il Cda: l’ex presidente insiste per un rientro al timone del club Il ritorno alla vittoria sul Palermo ha lasciato comunque qualche scoria nel Bologna con due infortunati da recuperare. Il portiere Gianluca Curci ha abbandonato il campo per un risentimento muscolare alla coscia destra, lo stesso problema che lo aveva tenuto fuori un mese dopo il successo sul Catania, la cui entità sarà valutata nelle prossime ore. Saphir Taider, espulso e dunque non disponibile a Genova, ha riportato una frattura allo scafoide sinistro che sarà trattato con un intervento di stabilizzazione seguito da un breve periodo di convalescenza: tornerà disponibile dopo la gara contro la Samp. Zanetti Intanto stamane i soci di Bologna 2010,

la cassaforte del BFC, si riuniscono in un CdA che ha nell’ordine del giorno il progetto di bilancio individuale della società controllante del club rossoblù. E’ probabile che alla voce varie ed eventuali venga discussa la questione riguardante il socio ed ex presidente Massimo Zanetti che la scorsa settimana ha lanciato messaggi molto forti sulle sue condizioni per tornare alla guida del Bologna. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il portiere Gianluca Curci, 27 anni, romano ANSA

Palermo FABRIZIO VITALE PALERMO

Zamparini: «Gasperini starà qui tanti anni» Il patron blinda il tecnico, ma il derby col Catania può cambiare lo scenario Gasperini non si tocca. Dopo le rassicurazioni di domenica il presidente Zamparini ha ribadito il concetto anche ieri. «Gasperini starà con me tanti anni, è un ottimo allenatore — ha affermato — Il Palermo fino a quando non ha preso il gol di Gilardino è stato in partita. Lo Monaco è qui per sistemare le cose, e per il gioco di Gasperini servono due esterni di qualità». Prima del mercato c’è il derby di sabato sera che può, comunque, rappresentare un pericolo. Già in passato la sfida col Catania è costata la panchina. Mangia, Cosmi e Zenga ne sanno qualcosa. Capitano Il Palermo sarà chiamato a ricompattar-

si dopo la batosta di Bologna, che ha lasciato il segno anche per le scelte di Gasperini che non potrà contare sui tre espulsi Ujkani, Barreto e Labrin. Tre espulsioni che, con le sostituzioni, hanno generato anche il balletto della fascia di capitano vestita da 4 giocatori diversi (Donati, Brienza, Barreto e Benussi). Fascia che ritroverà il legittimo proprietario nel derby: rientrerà Fabrizio Miccoli, assente contro Samp e Bologna. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Un segno del destino»: lo definisce così, il millesimo gol in A del Parma. Raffaele Palladino (foto Ap) ha scelto il numero giusto per tornare e dimostrare di essere vivo. Una prodezza nel finale della partita di Udine, un pallonetto simile a quello firmato da Di Natale: anche questo, volendo, un segno del destino. «Ora sto bene e punto agiocare con più continuità», spiega Palladino. Che arriva da una serie di problemi muscolari che l’hanno frenato nella scorsa stagione (solo 5 presenze) e

in questa (due mesi di stop dopo la Fiorentina). «Sono pronto, voglio ripagare la fiducia di chi ha puntato su di me». Nel 2008 Palladino ha lasciato la Juve perché voleva giocare di più, anche se aveva fatto 8 gol in 28 partite con Deschamps, 4 in 25 con Ranieri. Non poco. «Una scelta di vita e poi nel 4-4-2 non mi trovavo », dice adesso e fa capire di non avere rimpianti anche se forse, restando in bianconero, la sua carriera avrebbe potuto svoltare. Ma al cuore non si comanda e neppure a

Bergodi allo sprint per il dopo Stroppa

Gasperini, che l’aveva allenato nella Primavera della Juve e l’ha poi chiamato al Genoa. Il presente è soltanto Parma, dove «non sono ancora riuscito a dimostrare quanto valgo. Spero di farlo presto». La duttilità tattica gioca suo favore: può giocare a destra o a sinistra nel tridente di Donadoni. «Essere entrato nella storia di questa squadra mi ha dato una forza incredibile». Ovvio: il gol numero mille è qualcosa che non si può dimenticare. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sampdoria FILIPPO GRIMALDI GENOVA

Ciro l’alchimista: così si è ripreso Ieri colloquio con Colomba, la società offre un accordo solo fino a giugno. Marino indietro la sua panchina Pescara ORLANDO D’ANGELO PESCARA

Non è bastato un lunedì di passione per trovare il sostituto di Giovanni Stroppa. Il Pescara volta pagina dopo le dimissioni del tecnico nel dopo partita di Siena e sfoglia una margherita sempre più piccola. I petali rimasti sono due: Franco Colomba e Cristiano Bergodi (nella foto). Pasquale Marino è indietro: l’ex catanese vorrebbe un contratto fino a giugno 2014, ma il presidente Sebastiani è stato chiaro: «Cerchiamo un tecnico che accetti l’incarico fino a giugno, a fine stagione vogliamo le mani libere per prendere una decisione con serenità». Franco Colomba ieri pomeriggio è arrivato in città ed ha incontrato il d.s. Daniele Delli Carri e il dirigente Piero Di Luzio in una location, tenuta top secret, lontana dalla sede sociale e dal quartier generale del presidente, in pieno centro. L’ex allenatore del Parma ha accettato la proposta annuale, ha parlato di questioni tecniche, ma non ha trovato l’accordo economico. Troppo alta la sua richiesta secondo la società. «Abbiamo parlato a lungo, ci risentiremo nelle prossime ore. Il contratto fino a giugno? Non ci sono ostacoli particolari», ha detto ieri pomeriggio Colomba. La palla è passata al presidente e ai suoi soci, che aspettano nel frattempo il colloquio fissato questa mattina a Roma tra Delli Carri e Cristiano Bergodi. Le azioni dell’ex difensore di Pescara e Lazio riprendono quota, ma tutto ruota attorno alla chiacchierata di oggi: «I nomi sono questi tre – ha aggiunto ieri Sebastiani –, ma non abbiamo fretta di scegliere perché non vogliamo sbagliare». Domenica sera la società aveva contattato anche Walter Novellino e Giuseppe Papadopulo, ma entrambi non

Genoa ALESSIO DA RONCH GENOVA

Preziosi: «Delneri parte del progetto» Il numero uno: «A gennaio almeno 4 colpi. I contestatori? Ci stanno»

rientrano nell’identikit del prossimo allenatore. Non fa parte dei candidati l’abruzzese Marco Giampaolo. Il momento della verità si avvicina, entro questa sera il Delfino avrà una nuova guida tecnica. Oggi intanto la squadra riprenderà gli allenamenti agli ordini di Antonio Di Battista, responsabile tecnico delle giovanili. Sarà il primo giorno di lavoro del dopo Stroppa. L’ormai ex tecnico ha gettato la spugna dopo aver constatato di non avere più presa sullo spogliatoio (nel chiuso dei corridoi del Franchi ha fatto riferimento a tre, quattro giocatori che non hanno smesso di seguirlo). «Il suo addio lo vivo con tristezza e dispiacere – chiude il presidente – perché perdiamo un bravo allenatore e una persona eccezionale. A Siena, mentre io insistevo per convincerlo ad andare avanti, mi ha detto: "Lascio per il bene della tua squadra". Un gesto rarissimo di questi tempi in cui nessuno lascia contratti per strada. Sono sicuro che Stroppa diventerà un tecnico importante. Adesso, i nostri giocatori non hanno più alibi: o si mettono tutti in testa che bisognerà allinearsi e lottare su ogni pallone o a gennaio in tanti andranno via. Sono pronto a stravolgere la squadra». La lista della spesa? Donadel, Uvini e Vargas del Napoli, Cabral del Basilea, Medo del Partizan Belgrado, Rodriguez del Wanderers Montevideo. E un sogno: Immobile. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CAMBI QUINTO STAGIONALE

Decisioni A confermare che il Genoa va avanti compatto, dopo la sesta sconfitta di fila, c’è la partecipazione del tecnico in ogni decisione. Domenica ha fatto tardi allo stadio, riunito insieme all’amministratore delegato Zarbano e al direttore sportivo Foschi, oltre a una rappresen-

Ferrara decisivo in campo e fuori E la squadra adesso lo ringrazia Da integralista del 4-3-3 (anche se la definizione non gli è mai piaciuta) a perfetto alchimista. La metamorfosi di Ciro Ferrara inizia qui. Il derby numero 105 va in archivio soprattutto con un vincitore. Proprio lui, più furbo di Icardi, più decisivo di Poli. Perché il tecnico ha vinto la sfida prima sul piano dialettico, poi su quello tattico. Nel dopogara ha spostato applausi e lodi sulla squadra, dopo esserne stato il parafulmine sino alla vigilia, in una settimana in cui si è giocato tutto il futuro sampdoriano. Ciro l’inventore Chi l’ha osservato da dentro, rac-

DARCO

tanza della squadra, per impostare il programma di emergenza che, quasi certamente, oggi porterà tutti in ritiro in Lombardia, in vista della sfida contro l’Atalanta. Nei prossimi giorni l’allenatore vedrà Preziosi e, insieme a Foschi, pianificheranno il piano di rafforzamento. «Compreremo — conferma Preziosi — almeno 4 giocatori». Che potrebbero diventare 5: un terzino, un regista, un esterno di centrocampo e un attaccante che possa alternarsi con Immobile e Borriello. In più, se si troverà l’occasione giusta, arriverà pure un difensore centrale. Protesta Preziosi, che oggi verrà giudicato dal-

Gigi Delneri non si tocca. L’allenatore del Genoa resta saldo al comando della nave rossoblù, che imbarca acqua ed è già al di sotto della linea di galleggiamento, ma non cambia rotta: «L’ho scelto con un’idea precisa e resterà sulla panchina finché sarò presidente — spiega Enrico Preziosi —: fa parte del progetto che prevedeva Foschi e che porterà dei rinforzi a gennaio. Andremo avanti così, sicuri di salvarci».

L’allenatore della Sampdoria Ciro Ferrara, 45 LAPRESSE

la Corte d’Appello del tribunale di Genova su sua istanza, per il ricorso contro la pena che lo ha costretto a disertare lo stadio fino a domenica, non riesce a farsi una ragione dei malesseri della squadra, ha trascorso la notte dopo il derby praticamente in bianco e medita la rivincita: «La contestazione nei miei confronti, se civile, ci sta, visti i risultati. E ai tifosi ribadisco che sono pronto a cedere al primo compratore serio che si presenterà. Non mi è piaciuta un’altra cosa, invece: quello striscione offensivo esposto nella Nord doveva essere fatto togliere. L’arbitro avrebbe dovuto interrompere la partita, ma le regole qui vengono fatte rispettare solo quando fanno comodo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

conta che Ferrara non aveva mai perso la sua Samp. Di sicuro, da domenica sera ne è diventato ancor più il simbolo, viste le manifestazioni d’affetto non comuni dei giocatori nei suoi confronti, prima che lui rimettesse la prua verso la sua casa torinese insieme ai figli, venuti al Ferraris a tifare per papà. Alla vigilia ha stupito tutti mostrando la faccia buona (ma non spaccona) di una Samp che tutto avrebbe dovuto fare per vincere, fuorché piangersi addosso. Il resto lo ha fatto davanti alla lavagna. In parte per necessità, con Icardi da solo a reggere il peso dell’attacco, molto per intuito. Poli largo a sinistra, Obiang diga su Kucka e, soprattutto, Munari in pressing forsennato su Tozser. Risultato: centrocampo rossoblù spento. Area tecnica: Sensibile in bilico Il calcio l’ha inven-

tato il diavolo, secondo quel che dice un amico di Ferrara. Più semplicemente, Ciro ha raccontato che ogni tanto nella vita serve anche un po’ di culo. Per uno che rischiava di fare le valigie con la striscia negativa più lunga della storia sampdoriana cucita addosso, il finale è stato ben diverso. La Samp deve risolvere ancora la situazione dell’area tecnica (si continua a parlare di Perinetti o Castagnini come possibili sostituti di Sensibile, in rotta di collisione con Sagramola e la proprietà), ma questo è stato il miglior volano per (ri)pensare al domani con serenità. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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