_cds-stadio_01.11.2012

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Ancora Pogba Bologna beffato Quagliarella porta avanti la Juve, un gran tiro di Taider fa tremare Alessio. Nel recupero ci pensa lex dello United di Antonio Barillà TORINO - Un gol di Pogba al tramonto del match consegna alla Juve tre punti ormai insperati: staccato il Napoli che scivola a Bergamo, tenuta a -4 l'Inter prossima avversaria. Si danna il Bologna, alla quarta sconfitta di fila, giunto a un passettino dall'impresa: passata in svantaggio per mano di Quagliarella, arpiona il pari con Taider che sfrutta una gaffe di De Ceglie, e resiste quando Alessio rinnega il turn-over schierando Giovinco, Asamoah, Vucinic. Al secondo di recupero, però, Agliardi va in bambola e il francesino colora la sua partita più bella.

NOVITA' - Conte rivolta la formazione: cinque novità rispetto a Catania. In difesa preserva Chiellini e innesta Caceres, affida le fasce a Isla e De Ceglie, sceglie Giaccherini per sostituire Vidal e Quagliarella per dare respiro a Vucinic. Considerando le conferme di Pogba - Vidal è squalificato - e di Bendtner, dell'undici tipo resistono quattro uomini. Pioli, per la prima volta, modella il 3-4-1-2 e pennella di bianconero il Bologna: rilancia Sorensen in difesa, rinnova la fiducia a Gabbiadini in attacco, accantona Garics e Krhin per gli ex Motta e Pazienza.

PALO - Il trequartista è Kone, in realtà incollato a Pirlo: la mossa è studiata per prosciugare la fonte primaria del gioco bianconero, ma la Juve attinge ad altre risorse e aggira le tagliole disseminate attorno al regista: più dei lanci calibrati da Bonucci (risicati, in verità) e delle proiezioni offensive degli esterni (minime: De Ceglie, in particolare, è involuto) funzionano gli inserimenti di Giaccherini e Pogba. L'azzurro griffa il primo pericolo, costringendo Agliardi alla respinta, e stordisce quando sguscia veloce, tanto da indurre al giallo Pazienza; il ragazzo venuto dallo United, ispiratissimo, indovina finte e slalom, distribuisce palloni d'oro, segna di testa quando però il gioco è fermo e colpisce il palo con un sinistro a girare bellissimo.

STOP - Il Bologna finisce spesso schiacciato, ma non appare mai tremebondo, né è tentato da una difesa strenua che non appartiene al suo vocabolario. Semplicemente, subisce la forza d'urto di una Juve decisa, non solo organizzata, trascinata da seconde linee (di lusso) che scalpitano per sfruttare l'occasione. Motta (non in palla) e Morleo ripiegano moltissimo, allungando a cinque la linea difensiva, e anche i mediani sono assorbiti dal controllo: pochissime le distese offensive, e ogni volta si mette in luce Gabbiadini: fa centro ma - come già accaduto a Pogba - il gioco è fermo, poi manda fuori dopo uno stop di petto elegante.

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FATICA - Resta impresso anche un tiro di Kone, murato. Il resto è tutto Juventus. Attivo Bendtner, che costringe Agliardi a un intervento complicato ma cerca soprattutto sponde e percussioni, a volte confuso ma di sicuro generoso, più distaccato Quagliarella che centellina linventiva e racchiude lincisività in spunti isolatissimi. Proprio lui, però, trova il varco buono in apertura di ripresa, allontanando la sensazione - non inedita - di una Juve valida ma sterile, brava a sviluppare gioco però incapace di tradurlo in rete. Troppa fatica, finché Quaglia non sbroglia, irrompendo da due passi su un tocco aereo del piccolo Giaccherini.

ASSIST - Lillusione, però, dura meno dun quarto dora perché De Ceglie completa la serataccia con un disimpegno grossolano e sbilenco che finisce per armare Taider: il destro è violento, chirurgico, e Buffon non può farci niente. Pesano maledettamente, adesso, le palle gol dilapidate. Si allunga lombra di un pari che avvicina lInter, attesa sabato a Torino. Alessio cerca così nuove-vecchie soluzioni: dentro Giovinco, Asamoah e Vucinic. Il ghanese elettrizza la sinistra e le due punte affiancano Bendtner in un tridente coraggioso, appiglio abituale in situazioni demergenza. I pericoli, in effetti, fioccano, il Bologna è in tensione, Gilardino non aggancia un contropiede da brividi ma la pressione è tutta bianconera. E alla fine paga, perché pagano i cambi effettuati: Asamoah e Vucinic minacciano Agliardi, Giovinco - con la complicità del portiere - trova lassist che Pogba, grandissimo, manda in rete.

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JUVENTUS-BOLOGNA 2-1 JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6; Caceres 6 Bonucci 6 Barzagli 6; Isla 5,5 (30' st Vucinic 6,5) Giaccherini 6,5 Pirlo 6 Pogba 8 De Ceglie 4 (28' st Asamoah 6); Quagliarella 6,5 (27' st Giovinco 6,5) Bendtner 6. A disp.: Storari, Rubinho, Lucio, Chiellini, Lichtsteiner, Asamoah, Marrone, Padoin, Pepe, Matri, Vucinic. All.: Alessio (Conte squalificato) 6,5 Falli commessi: 12 BOLOGNA (3-5-2): Agliardi 4,5; Sorensen 5 Antonsson 5 Cherubin 5,5; Motta 5 (21' st Pulzetti 5,5) Taider 6,5 Pazienza 5 (21' st Krhin 5,5) Morleo 5,5; Kone 5,5; Gabbiadini 6 (43' st Paponi sv) Gilardino 6. A disp.: Stojanovic, Lombardi, Radakovic, Guarente, Carvalho, Garics, Abero, Riverola, Pasquato. All.: Pioli 6 Falli commessi: 17 ARBITRO: Romeo di Verona 6,5 Guardalinee: Barbirati e Padovan Arbitri d'area: Celi e Russo Quarto uomo: Viazzi MARCATORI: 8' st Quagliarella (J), 26' st Taider (B), 47' st Pogba (J) ASSIST: Giaccherini (J), Giovinco (J) AMMONITI: Pazienza (B) e Pirlo (J) per gioco falloso NOTE: spettatori 38.895 (710 ospiti) per un incasso di 1.274.773 euro (paganti 10.578 per un incasso di 402.905 euro, abbonati 27.427 per una quota di 871.868 euro) Angoli 10-5 per la Juve. Rec: pt 1, st 3'

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di Ettore

Intorcia

Pogba e Gabbiadini segnano a gioco già fermo. Il 2-1 è ok ROMA - Romeo ha gli occhi di tutta lItalia puntati addosso ma Juve-Bologna non si rivela poi così difficile da gestire.

PRIMO TEMPO - Il pallone finisce in rete due volte, ma non si può parlare di gol annullati in quanto Romeo aveva già interrotto il gioco. Al 13 Pogba, prima di infilare Agliardi, commette fallo su Motta, evidente il movimento del suo braccio; al 17 Gabbiadini raccoglie a centro area e conclude dopo una sponda?? di Gilardino che in realtà aveva toccato la palla di mano nel contrasto aereo con Barzagli.

SECONDO TEMPO - Subito un fallo tattico di Pirlo a centrocampo su Kone: giusto il giallo, il regista bianconero interrompe una ripartenza del Bologna. Gol di Quagliarella (8): sul lancio di Pogba cè la sponda di testa di Giaccherini che è in posizione regolare e serve allattaccante il pallone dell1-0. In pieno recupero, siamo al 47, il raddoppio della Juve: questa volta Pogba (nellimmagine Sky) fa centro e può sorridere, sul cross dalla sinistra di Giovinco è in posizione regolare.

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LA PARTITA DELL ARBITRO L incubo di Gervasoni non colpisce Romeo Qualche fischio allinizio, poi direzione pulita e regolare Dall'inviato

Furio Zara TORINO - Solo come può essere solo un arbitro dopo che la sua categoria - sai la novità - è finita nel mirino, il dead referee walking Andrea Romeo arbitra con la scimmia di Gervasoni sulle spalle la più insidiosa delle sue 79 partite in serie A. L'ombra lunga degli errori del suo collega in Catania-Juventus fa lo precede, come un lugubre uccello del malaugurio nella notte ebbene sì - di Halloween, perché anche il calendario se vuole sa essere malvagio. Eppure: gli andrà di lusso. La conferma è che nessuno si ricorderà di questo suo arbitraggio.

SERENO - L'arbitro si offre al freddo della notte torinese in maniche corte, entra in campo sorridendo - la serenità è prima di tutto una conquista - scherza con i capitani, Buffon e Gilardino, al momento di scegliere il campo e la battuta d'inizio. Fischia, e da quel momento inizia il conto alla rovescia. Quando commetterà il primo errore? Quando fischierà un fuorigioco che non c'è? Quando la combinerà talmente grossa da scatenare l'ennesimo putiferio? I minuti passano, la partita scorre, e Romeo sta, come d'autunno sugli alberi le foglie. Ma non cade. E' questa la notizia. Il primo tempo fila via liscio. Guadagna i primi fischi quando rimpalla un passaggio di Giaccherini, interrompendo così l'azione offensiva della Juve. Li ha messi in conto, sa che non gli verrà perdonato niente. Estrae il primo cartellino giallo dopo otto minuti: Pazienza, nel senso del giocatore. Alla fine gli ammoniti saranno tre: oltre a Pazienza, giallo anche per Pirlo e Motta. Scelte corrette, senza esitazioni.

EPISODI - Romeo entra in scena - eccolo finalmente - quando fischia su un calcio d'angolo di Pirlo. Vede Pogba che tira la maglietta di Motta. Il fischio arriva prima che Pogba segni di testa. Non si tratta di gol annullato. Vede bene, glielo conferma la mancanza di proteste. Poco dopo è protagonista nell'area opposta. Altro fischio, anche stavolta prima che il tiro finisca in rete. Interrompe il gioco quando Gilardino - in contrasto aereo con Barzagli - colpisce la palla con la mano servendo Gabbiadini. Il tiro dell'attaccante rossoblù avviene a gioco fermo. Il gol non vale, anzi: non è neppure gol. Giudice di porta e guardalinee lo assistono con giudizio. Nella ripresa assiste al dominio della Juve, che schiaccia il Bologna e lo colpisce con Quagliarella. Non serve la moviola. Il gol è regolare. Suo malgrado Romeo si conferma arbitro casalingo. Per dire: l'anno scorso, con lui a dirigere, la squadra di casa ha vinto 14 volte su 18 e solo una volta la vittoria è andata alla squadra ospite. Negli ultimi venti minuti, dopo il gol del pareggio del Bologna, la partita prende un altro respiro, più frenetico e ansioso. Romeo entra nella centrifuga ma ne esce pulito, esente da errori. Segna Pogba al secondo dei tre minuti di recupero. Tutto regolare. Potrebbe pure essere altrove. Non ha sbandato, ha gestito la gara con autorevolezza. Non era facile. Il passato a nome Gervasoni gli alitava sul collo il fiato della

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maledizione. Vince la Juve, perde il Bologna, Romeo promosso. Riuscire ad evitare le streghe nella notte di Halloween è il suo personale successo.

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Battuto il Bologna in casa dopo pi첫 di tre anni

Da due campionati il Bologna non perdeva contro la Juventus: 2-0 a Torino per i rossobl첫 e 0-0 in casa nel 2010/11, 1-1 a Torino e 0-0 a Bologna lanno scorso. I bianconeri non battevano il Bologna dal 21 febbraio 2010 (2-1 al DallAra), in casa addirittura dal 14 marzo 2009 (4-1).

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Pioli: Bologna ora dobbiamo essere forti Il tecnico non rischia, ma deve ribaltare la situazione: «Manca poco per fare risultato, lo so...» Dall'inviato

Furio Zara TORINO - Trafitto al cuore da una pugnalata dei suoi quando pensava ormai di averla scampata, Stefano Pioli assiste al suicidio del Bologna e nulla può fare, se non sfoderare suo malgrado la faccia di uno che in un film dell'orrore ha appena aperto la porta e ha visto quello che si aspettava: una nefandezza. Quarta sconfitta consecutiva, la più dolorosa, perché maturata in un modo che fa male e punisce oltremisura i demeriti di un Bologna che aveva cercato, fino al momento del suicidio, di uscire da una crisi che ora si fa pesante. Pioli non rischia. Non ora. L'Udinese è all'orizzonte: domenica, al Dall'Ara, alle 15. Quello sarà il giorno della verità, quella la partita che potrà dare futuro al Bologna. In alto, il pallone ha appena FIDUCIA - Ha tre giorni di tempo per rialzare una superato Buffon: è il gol di squadra decisamente modesta che ieri sera ha Taider, quello della grande evidenziato i soliti limiti. E a chi gli chiede se si illusione. Qui sopra, tutto lo sente in discussione, Pioli risponde così: « Io sconforto di Stefano Pioli lavoro per cercare di migliorare la squadra e per (LaPresse) far finire questa striscia negativa». E' una situazione abbastanza inedita, per Pioli. Un filotto così brutto l'aveva già avuto a Salerno, in serie B, al primo anno da professionista in panchina. Il ricordo gli strappa l'unico sorriso - seppur a denti stretti della serata. « Quell'anno ne ho perse sei di fila, pensate un po'... Non lo so neanche io come ho evitato l'esonero, però ci salvammo alla grande. Sono convinto che possa andare così anche quest'anno. E' una situazione delicata, ma il campionato è lungo e abbiamo le possibilità per tirarci fuori dai guai».

PRESSIONE - La pressione c'è, è inevitabile. E' zavorra che pesa sulle spalle cadenti del Bologna. Anche stavolta, per Pioli, è mancato poco così. « Ci manca poco per fare risultato, lo so, lo dico ogni volta ma è proprio così». Eppure: troppe volte zero non vuol dire uno. Ma Pioli non si abbatte. « Il pari sarebbe stato molto importante per il morale, ma avrebbe cambiato poco. Ho visto i miei giocatori nello spogliatoio: erano molto abbattuti, nessuno aveva voglia di parlare. E' logico che contro l'Udinese avvertiremo la pressione di questa classifica così deficitaria, ma dobbiamo essere forti e superarla». E al di là dell'analisi della gara, è una frase di Pioli a disegnare perfettamente la situazione del Bologna. « Siamo qui, in questa situazione, per colpe nostre».

ERRORI - E dire che Pioli era la bestia nera della Juve. In serie A, contro i bianconeri,

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non aveva mai perso. Due pareggi con il Chievo nella stagione 2010-11, un pari anche l'anno scorso, a Bologna (all'andata allo Juventus Stadium c'era Bisoli in panchina e fu 1-1). Non vuole parlare dei singoli, fa un'unica concessione quando elogia la prestazione di Sørensen. « Ha fatto bene da centrale». Laconico, ma vale come una mezza promozione. « Sappiamo benissimo quali sono le situazioni che ci penalizzano, dobbiamo migliorarle. E' chiaro che la Juve poteva fare gol anche prima del recupero, ma dobbiamo restare in partita fino alla fine... mannaggia, mancava davvero poco. In questo momento c'è delusione e rimpianto. è normale che sia così. Malgrado le prestazioni, stiamo pagando tanto: questa è la verità. E' in queste situazioni che bisogna crescere. Dobbiamo essere noi a far girare il vento. Domenica contro l'Udinese bisogna vincere, non c'è altro da dire». Ora, togliete al Siena la penalizzazione dei 6 punti e misurate la classifica con i punti effettivamente conquistati (9 per i toscani). Ebbene, il Bologna è miseramente ultimo, con i suoi 7 punticini. E' il punto più basso della gestione di Pioli. Ora ha tre giorni per ridare a questa squadra una identità, tre giorni per far capire a tutti che domenica contro l'Udinese il Bologna si gioca tutto. Manca poco, continua a ripetere Pioli. Il problema è che quel poco che manca si allontana ogni partita un po' di più della partita precedente. Quattro sconfitte consecutive non pregiudicano nulla, ma la classifica è una ferita da rimarginare.

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Taider: Ma è ancora lunga «La classifica ci preoccupa, ma anche qui siamo usciti a testa alta. Non meritavamo quel gol nel recupero» Dall'inviato

Furio Zara TORINO - Il Bologna Horror Show ha dato il meglio di se nel secondo dei tre minuti di recupero: dolcetto o scherzetto? Scherzetto, gol della Juve, Bologna nell'incubo un'altra volta, come tutte le altre volte. E così Saphir Taider ha poco da festeggiare, nonostante il primo gol in serie A. Il francesino con la cresta scolpita e orgogliosa, si presenta in zona mista e cerca di dare un senso a una sconfitta che un senso non ce l'ha. Gli sventolano sotto il naso la classifica della serie A. Impietosa, ebbene sì. «Non è bella - dice il francesino - è una classifica che preoccupa, però la stagione è ancora lunga. Saphir Taider esulta: il suo Siamo usciti a testa alta anche qui, sul campo primo gol in serie A ha della capolista. Peccato per il gol preso nel recupero, non lo pareggiato i conti con la meritavamo» . Non c'è Juventus (Ansa) . Ma la serata «Ora incontriamo tempo per recriminare. di Torino non è finita bene per lUdinese, ed è una Domenica si gioca suo Bologna, e il francesino partita che non ancora. C'è l'Udinese, alla fine non festeggiava più possiamo sbagliare Taider spiega perché Bisogna vincere» non si può più fallire. «Quella contro l'Udinese è una partita che non possiamo sbagliare. Bisogna vincere e basta. Noi siamo fiduciosi, durante la settimana lavoriamo bene, abbiamo fiducia nel nostro allenatore: ci mancano soltanto i punti» . A centrocampo ieri sera c'è stato un duello tutto francese. Taider da una parte, Pogba dall'altra. Forse, il futuro della nazionale dei galletti. «Pogba lo conoscevo, è uno in gamba. La nazionale? Io penso solo a lavorare e a migliorare ogni giorno...».

DIFESA CHOC - Continua il momento nero della difesa del Bologna: sono sedici i gol subiti nelle dieci partite fin qui disputate, cinque nelle ultime due uscite (erano contro le prime due in classifica ma non può essere un alibi). Cambiano gli uomini (ieri per la prima volta Sørensen ha giocato da titolare), ma non cambia la sostanza. La paura, oltre a limiti evidenti, attanaglia un reparto che non riesce più a vedere la luce. Subire due gol praticamente dentro l'area piccola del portiere non è impresa da tutti i giorni. Archimede Morleo ha lo sguardo basso e poca voglia di parlare. «La classifica è preoccupante - ammette - ma un pareggio stasera avrebbe cambiato poco. Ci avrebbe dato più fiducia, questo sì. Siamo usciti a testa alta, questo ci deve far riflettere. Significa che abbiamo tenuto testa alla Juventus prima in classifica, significa che possiamo giocarcela con tutti. Ma bisogna cominciare a fare punti. Ora pensiamo soltanto all'Udinese, è una partita che dobbiamo vincere a tutti i costi».

CENTRO TECNICO - Il Bologna ha perso a Torino, ma ha strappato una vittoria a

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Granarolo, se questo può risollevare il morale. Ieri infatti è arrivato anche il primo ok da parte della conferenza dei servizi al nuovo centro tecnico del Bologna Calcio a Granarolo. Il progetto preliminare è stato approvato all'unanimità. La struttura, su 22 ettari di terreno, sorgerà su un'area agricola, nel paese a nord-est del capoluogo. E' solo il primo passo. Ora ci sono 30 giorni di tempo per pubblicare la documentazione e altri 30 per presentare obiezioni. Il 19 novembre se ne discuterà nel consiglio comunale del paese. Soddisfatto il presidente del Bologna Albano Guaraldi, che in serata ha raggiunto Torino e ha immediatamente e giustamente cambiato umore: «Al di là delle polemiche che sono nate su una presunta speculazione, abbiamo vinto questa partita grazie alla trasparenza: se quindici enti hanno dato l'ok evidentemente hanno visto l'onestà che in modo tendenzioso qualcuno non ha voluto riconoscere. Agisco come presidente del Bologna e non come amministratore della Futura Costruzioni, che peraltro non è la mia unica azienda e che non ha ancora ottenuto alcun vantaggio da questo progetto».

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UNA GIOVANE STELLA IN PRIMAVERA Tutti vogliono il baby Capello

BOLOGNA - E' la stella della Primavera rossoblù: ma se il suo futuro sia a Bologna è ancora tutto da vedere. Il soggetto in questione è Alessandro Capello, attaccante nato a Bologna il 12 dicembre 1995, già convocato da Alberigo Evani nella selezione azzurra Under 18. Non è solo uno dei più promettenti prospetti del Bologna, ma pure dell'intero panorama italiano: e, in quanto tale, ha già gli occhi addosso dei principali club italiani ed europei. La stagione passata, nelle fila degli allievi rossoblù ha realizzato 19 gol in 24 partite giocando da punta. Quest'anno è passato di categoria e il tecnico Baldini gli ha ritagliato il ruolo di trequartista che Trequartista, 17 gli calza a pennello. anni a dicembre: Capello è tra i più United e City lo piccoli (di età) ma seguono, ma ci continua a giocare alla sono anche grande: 4 reti in 8 gare, Dortmund e condite da 4 assist, Chelsea personalità, giocate ad effetto. Numeri che gli sono valsi diversi interessamenti.

Alessandro Capello, 17 anni il 12 dicembre, durante Bologna-Milan Primavera (Schicchi)

IN FILA LE BIG D'EUROPA - Il suo nome corre veloce di bocca in bocca e la fila delle pretendenti si allunga di mese in mese. Nell'ultimo periodo, Manchester City e Manchester United hanno accreditato i rispettivi osservatori per le gare della Primavera rossoblù, ricevendo referenze più che interessanti sul ragazzo. Ma non basta. Alla lista delle pretendenti, di recente, si sono aggiunte pure il Borussia Dortmund e il Chelsea. Quest'ultimo club, nel 2007, ha già strappato al Bologna Fabio Borini. Potrebbe riprovarci con Capello, che con l'ex rossoblù attualmente al Liverpool ha un punto di contatto: il procuratore, Marco De Marchi. Che il ragazzo piaccia, e molto, a mezza Europa, non è un segreto a Casteldebole. Anche se Massimo Tarantino, responsabile del settore giovanile del Bologna, morde il freno: « E' vero, c'è molta curiosità attorno ad Alessandro, se ne parla molto. Ma ancora non c'è nulla di concreto ».

ANCHE JUVE E MILAN SUL RAGAZZO - In realtà, nel recente passato, c'è stato chi non si è limitato solo a parlare. La Juventus ha già provato a strapparlo al Bologna lo scorso gennaio, chiedendolo come contropartita tecnica nell'affare Sørensen: nulla da fare, il Bologna rifiutò e l'operazione si fece con la compartecipazione di Taider. Intanto, dall'8 settembre, Capello ha pure gli occhi addosso del Milan, dopo la doppietta rifilata alla Primavera rossonera, nella terza giornata di campionato: « E' proprio bravo quel Capello, davvero interessante », sancì a fine partita Ariedo Braida,

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giunto al Kennedy di San Lazzaro per vedere con i propri occhi Niang, ma rapito dal talento del numero 10 rossoblù.

CONTRATTO FINO AL 2015 - Lo vogliono in tanti e pure in fretta: consapevoli che, qualora l'attaccante dovesse esordire in serie A, il il club farebbe lievitare il valore del suo cartellino. Il Bologna saprà resistere a nuovi assalti, che si prospettano imminenti? Di sicuro ne ha l'interesse. E può pure permetterselo. Scottato dall'esperienza Borini (l'attaccante non aveva contratto da professionista e fu strappato dal Chelsea praticamente a costo zero), il club rossoblù ha blindato Capello con un contratto che scadrà nel giugno 2015 e firmato nel dicembre 2011: giusto un mese prima che la Juventus bussasse alla porta.

Infopress

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Bologna-gol nelle ultime 11 gare a Torino

Il Bologna ha sempre segnato almeno un gol nelle ultime 11 partite disputate sul campo della Juventus, per un totale di 12 reti allattivo, compresa quella di Taider. Lultimo digiuno rossobl첫 a Torino risale al 14 gennaio 2001, quando la Juventus si impose per 1-0 sul Bologna.

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DOPO BOLOGNA-INTER Diamanti deferito per quello che aveva detto su De Marco Dall'inviato TORINO - Capitano oltraggioso. Squalificato e assente contro la Juve, e da ieri pure deferito. Mentre il Bologna stava svolgendo la riunione tecnica prima di trasferirsi allo Juventus Stadium, è arrivata la notizia. E non è stata presa bene dalla società rossoblù. La Procura federale ha deferito alla Disciplinare Alessandro Diamanti. Ecco la motivazione: «...per aver espresso, mediante le dichiarazioni pubblicate su organi di informazione, giudizi e rilievi lesivi della Contro la Juve non persona dell'arbitro cera per squalifica Andrea De Marco Ora questaltro nonchè della sua provvedimento E reputazione, arriverà la multa attribuendogli, altresì, un comportamento improprio, come tale offensivo della dignità dell'intera categoria arbitrale e del suo ruolo nell'ordinamento federale» . Alè. La frittata è fatta. E' stato deferito - per responsabilità oggettiva - anche il Bologna.

LA MULTA - Arriverà la multa sia al giocatore che alla società. Riavvolgiamo il film: le frasi lesive alla dignità dell'arbitro Diamanti le ha Dal 2001 al 2011 al Milan, poi pronunciate nella zona mista del Dall'Ara, domenica pomeriggio, mezzora dopo il fischio laddio. Con la maglia della finale di Bologna-Inter. E meno male che aveva Juve dallo scorso anno a oggi pure premesso: «Ho visto cose brutte in campo, ha ritrovato smalto, classe e cose che non posso dire perché ho ancora voglia qualità. Che evidentemente di giocare a calcio» . La rabbia di Diamanti era non aveva mai perso e che ora scaturita per l'ammonizione, invero piuttosto tutti gli invidiano. Con uno bizzarra, che gli era stata comminata da De come lui, Conte e la Juve, Marco. Aveva semplicemente battuto una possono stare tranquilli punizione, Diamanti. Ma a mezzo metro da lui si era piazzato - irregolarmente - Palacio. De Marco aveva fermato il gioco e ammonito il n.23 rossoblù. Che poi in zona mista si era sfogato così: «L'arbitro mi ha ammonito ingiustamente. Le regole dicono che uno non può stare davanti alla palla. Io ho calciato veloce, De Marco ha ammonito me... Poi mi ha detto di aver sbagliato, ma tanto ti prendono per il cu.. (testuale, ndr, eccola la frase incriminata) e non capiscono la gravità di queste cose» . Il deferimento arriva proprio nella stagione in cui Diamanti era stato promosso capitano, non senza qualche polemicuzza da parte di chi tira la fascia da questa o da quest'altra parte. Il giocatore ha raccontato che, quando ha firmato il rinnovo del contratto, Guaraldi gli aveva promesso che quella fascia sarebbe rimasta sua per cinque anni. Tra un mese abbondante torna disponibile - dopo la squalifica - Daniele Portanova. La fascia è una sola, a quel punto ci saranno però due candidati.

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Gilardino piace Agliardi male Gabbiadini lotta ma non basta Kone contiene Pirlo, ma sbaglia Motta non entra mai in partita Pazienza, prestazione anonima Dallinviato

Furio Zara

Agliardi 4,5 - Benedice il palo sul tiro di Pogba. Nulla può su Quagliarella, che batte a rete da tre metri. Ma fa una frittatona sul 2-1 di Pogba: esco, non esco, esco, non esco. Esce, ma è tardi.

Sørensen 5 - Prima volta da titolare. Qualche colpa ce l'avrà, se la Juve segna due volte nella sua zona. Scusate, ma dov'era? Forse in permesso? In pausa caffè? Saphir Taider, 20 anni, ha segnato il gol del pari (Ansa)

Antonsson 5 - Dopo le ultime prove opache, viene spostato sulla destra. Si fa sfuggire Giaccherini (167 centimetri!!!) e lo lascia libero di colpire di testa per l'1-0 di Quagliarella. Si rifà quando nel finale toglie un gol a Viucinic.

Cherubin 5,5 - Il meno peggio di una difesa che a gennaio andrà rifatta, in attesa del rientro di Portanova.

Motta 5 - Presenza anonima: guarda Giaccherini mentre di testa fa l'assist per l'1-0. Giochicchia, ma non entra mai veramente in partita.

Pulzetti (dal 21'st) 5,5 - Più vivo di Motta, ci mette l'anima, chiude male sull'assist vincente di Giovinco.

Taider 6,5 - Segna il gol del pareggio con una sassata geometrica (palo, gol) e pressochè perfetta. Dinamico, lucido, meriterebbe maggiore assistenza dai compagni di reparto.

Pazienza 5 - Partenza da incubo. Per venti minuti recita da pigmeo: Pogba lo sovrasta. Pioli se ne accorge e inverte la sua posizione con quella di Taider. Suo il primo tiro in porta (anzi no, va fuori) del Bologna, al 4' della ripresa. Un po' tardi, no?

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Krhin (dal 21'st) 5,5 - Entra bene al posto di Pazienza, gli scappa Pogba: amnesia.

Morleo 5,5 - Duello di corsa con Padoin, limita le scorribande: non è proprio serata.

Kone 5,5 - L'ordine di Pioli è: stai su Pirlo. E lui sta, come ape sul miele. Lo contiene, ma non abbastanza. Nel fraseggio sbaglia tanto, ma tanta è anche la generosità.

Gabbiadini 6 - Lotta come un forsennato, assiste nelle giocate Gilardino, è sempre nel vivo della partita, perde pochissimi palloni.

Gilardino 6 - Partita di grande sostanza, si muove su tutto il fronte d'attacco. Gli manca uno come Diamanti: avrebbe bisogno dei suoi rifornimenti. E infatti non tira mai in porta. La sua astinenza dura da quattro partite. Gli ultimi gol risalgono a Bologna-Catania 4-0 del 30 settembre. Una vita fa.

Pioli (all.) 6 - Sceglie il 3-4-1-2, con Kone incollato a Pirlo. Il gol della Juve lo penalizza oltremisura, il pari di Taider è un sollievo. Ma vai a fidarti del Bologna. I suoi gliene combinano un'altra. E' la quarta sconfitta consecutiva. Se non batte l'Udinese rischia. L'arbitro

Romeo 6,5 - Direzione decisa, senza esitazioni. Autorevole, si impone con personalità.

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GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE 2012

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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SERIE A 10 GIORNATA a

Alessio e la paura «Abbiamo rischiato troppo, non va bene» Il vice di Conte: «Dovevamo chiudere la gara prima» Quagliarella onesto: «Siamo stati bravi e fortunati» FRANCESCO BRAMARDO TORINO

Alessio «Ha giocato bene i pri-

mi 20’ poi è diventato lezioso, si è lasciato andare a dei virtuosismi e questo non va bene, deve rimanere concentrato e concreto: può crescere e deve imparare» — le parole di Angelo Alessio. «Giaccherini e Pogba giocavano per la prima volta insieme, si sono comportati benissimo. Il gol arrivato nel finale non è un caso, ci crediamo fino all’ultimo ma abbiamo rischiato troppo in una gara che potevamo chiudere pri-

L’a.d. Marotta: «Quella contro l’Inter sarà una gara come tutte le altre da tre punti»

Un solo pari a Firenze, 28 punti in dieci partite. Arrabbiati? Offesi per l’accerchiamento mediatico del dopo Catania, come denunciato dal presidente Agnelli? Di sicuro la Juve all’arrabbiata ieri sera ha dato prova di carattere, tre punti acciuffati per i capelli, nel recupero. Non c’è stato bisogno per i bianconeri indossare le maschere nella notte di Halloween per far paura a un Bologna che si è scosso in soli cinque minuti nel secondo tempo. Incubo scacciato È stata suffi-

ciente per i bianconeri di metà settimana la voglia di Pogba, la rabbia di Quagliarella, l’applicazione di Giaccherini per scacciare quello che sembrava un incubo, il terzo pareggio in campionato contro il Bologna. Sfatata anche la maledizione dello scorso campionato, di

prima decisivo contro il Napoli poi Bologna anche se Conte-Alessio hanno provveduto nel dopogara a tirare le orecchie al francesino.

Angelo Alessio, 47 anni, braccio destro di Conte LAPRESSE

una Juve con il freno a mano contro le piccole. «Siamo stati bravi a crederci fino alla fine — le parole di Fabio Quagliarella—. È la nostra caratteristica principale, non molliamo mai. Sapevamo che il Bologna era la nostra bestia nera, ci stavano provando fino

al 91’ poi siamo stati bravi e fortunati, ma la fortuna arriva se la cerchi. Il gol? Per un attaccante è fondamentale, di più se vale tre punti». Ora l’Inter. «Nella Juve gli attaccanti girano a turno oggi a me domani a un altro. Sabato sarà una grande partita». Merito di Pogba,

ma. Ora ci godiamo questa vittoria, da domani penseremo all’Inter» — sorride Alessio. «Chi giocherà? Le punte le scegliamo in base all’avversario». Giaccherini gioca poco ma lascia il segno, come l’assist per Quagliarella. «Mancavano Marchisio e Vidal ma credo che chi gioca nella Juve non fa rimpiangere gli assenti, dà sempre il massimo. La Juve è la squadra che gioca il miglior calcio e vince. Il segreto? Lottiamo su tutti i palloni e poi in fondo il Bologna ha trovato il gol con l’unico tiro in porta». Per l’a.d. Beppe Marotta, quella contro l’Inter «sarà una partita come tane altre, una gara con tre punti in palio». © RIPRODUZIONE RISERVATA

4

I NUMERI

49 le partite utili consecutive per la Juventus. La striscia è composta da 32 vittorie e 17 pareggi

5 le vittorie consecutive per i bianconeri. In questa stagione fa meglio solo l’Inter che ha vinto le ultime 6 partite in A di fila

2 le reti di Pogba in campionato, la precedente per il 2-0 sul Napoli il 20 ottobre

1 rete in serie A in 23 presenze per Saphir Taider. Con lui il Bologna è andato a rete in casa della Juventus per la 11ª partita di fila

PRIMAVERA NEXTGEN

Nell’acqua c’è Rugani: 1-1 col City I giovani di Baroni rimontano col gol del difensore (l.b.) Una notizia bruttina, appena meno brutta del campo di Alessandria: la Juventus pareggia 1-1 contro il Manchester City e lascia agli inglesi speranze di qualificazione nel gruppo 2 di NextGen. La Juve ha giocato meglio e attaccato di più, ma il campo — con mezza fascia ridotta a pozzanghera — ha cancellato ogni possibilità di costruire palla a terra. Il City ha segnato per primo: angolo e testa di Mappen-Walters su Magnusson, colpevole qui, bravo per tutta la partita. La Juve ha sprecato con Beltrame (due volte) e Padovan, poi ha sbagliato un rigore con Schiavone. Ma a 6’ dalla fine, l’1-1: tiro di Beltrame deviato sulla traversa e pareggio di testa in mischia di Rugani. Il minimo. JUVENTUS-MAN. CITY 1-1 MARCATORI: Mappen-Walters (M) al 42’ p.t.; Rugani (J) al 39’ s.t. JUVENTUS (3-5-2) Branescu; Rugani, Magnusson, Penna (dal 41’ s.t. Garcia Tena); Mattiello (dal 30’ s.t. Bonatini), Slivka (dal 1’ s.t. Lanini), Schiavone, Kabashi, Gerbaudo (dal 30’ s.t. Ceria); Beltrame (dal 41’ s.t. Bertinetti), Padovan. All. Baroni. CLASSIFICA DEL GRUPPO 2 (dopo 4 turni) Psg* 6; Juventus*, City 5; Fenerbahce 2. (* una gara in meno)

GLI SCONFITTI TAIDER CON LA FACCIA TRISTE: «IL MIO GOL INUTILE. SÌ, LA CLASSIFICA È BRUTTA»

DOPO IL K.O. CON L’INTER

L’ALTRA ITALIANA

Il Bologna è deluso e Pioli traballa «Io in discussione? Non ci penso»

Diamanti deferito per le frasi su De Marco

In Norvegia l’Inter crolla nel finale È 2-1 Rosenborg

La Procura federale della Federcalcio ha deferito alla Disciplinare il capitano e attaccante del Bologna, Alessandro Diamanti, «per aver espresso giudizi e rilievi lesivi della persona dell’arbitro Andrea De Marco, nonché della sua reputazione». Diamanti aveva detto, dopo la gara con l’Inter, che l’arbitro «mi ha preso per il c...». La Procura gli ha attribuito, inoltre, «un comportamento improprio, come tale offensivo della dignità dell’intera categoria arbitrale e del suo ruolo nell’ordinamento federale». Deferito anche il Bologna per responsabilità oggettiva.

Che serata per l’Inter di Bernazzani: gioca bene e ha la possibilità di chiudere la partita però, avanti 1 0 a Trondheim con gol di Garritano, prende due gol tra l’85’ e il 90’ dal Rosenborg. Finisce 2 1, con Mbaye espulso. Questa la formazione dei nerazzurri: Dalle Vedove; Mbaye, Donkor, Pasa, Bandini; Del Piero, Olsen, Acampora (dal 45’ s.t. Tassi); Belloni, Forte (dal 36’ s.t. Bocar), Garritano (dal 37’ s.t. Terrani). LA CLASSIFICA DEL GRUPPO 5 (dopo 3 turni) Rosenborg*, Inter 6; Borussia Dortmund 3; Liverpool 0*. (* una gara in meno)

sione? Entrambe, negli spogliatoi nessuno ha detto una parola, dobbiamo crescere ma stiamo pagando tutto. Non possiamo aspettare che cambi il vento, dobbiamo farlo girare noi. E fare i punti che ci meritiamo. Se mi sento in discussione? Io lavoro per fare in modo che questa striscia negativa finisca».

ALBERTO MAURO TORINO

Taider illude, Pogba condanna. Il Bologna torna a casa a testa alta ma senza punti: la settima sconfitta in dieci partite vuol dire penultimo posto in classifica. «Bastava poco - l’analisi a fine partita di Stefano Pioli -, il pareggio non ci avrebbe cambiato la vita, ma ci avrebbe dato una spinta importante, purtroppo le partite finiscono al 93’. Alla fine torniamo a casa con nulla, ma abbiamo dimostrato spirito, voglia di lottare e di soffrire. C’è più rabbia o delu-

Delusione Taider Deluso anche Taider nonostante il gol. «La mia rete non è servita a nulla, abbiamo dato tutto e volevamo tornare a casa almeno con un punto. La classifica è brutta ma la stagione è ancora lunga».

Stefano Pioli, 47 anni, tecnico del Bologna SPORT IMAGE

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

6

GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE 2012

SERIE A 10a GIORNATA le Pagelle

DI MIRKO GRAZIANO

JUVENTUS BARZAGLI SICURO, DE CEGLIE DISASTRO 6 h8

6

La squadra non va mai in riserva dal punto di vista fisico.

L’allenatore Alessio

Il migliore Pogba

Il massiccio turnover stava costando caro. Troppe seconde linee in campo tolgono personalità e cattiveria alla banda Conte. La vittoria è comunque più che meritata.

Un palo (sinistro a girare dolce dolce), un colpo di testa di poco a lato e il gol partita. Il suo idolo è Vieira: andrà oltre. Fisico, personalità e classe: questo è un campione già fatto.

BOLOGNA PAZIENZA SPAESATO, MOTTA TIMIDO 5,5 h 6,5

5,5

Il pareggio sfugge nel finale: non è uno scandalo.

s.v.

6

6

6,5

6

6

6,5

Buffon

Caceres

Bonucci

Barzagli

Isla

Pirlo

Agliardi

6,5

4,5

6

6,5

6,5

De Ceglie

Bendtner

Non tocca palla per tutta la partita, e sul gol non può farci proprio nulla: il violento diagonale di Taider è fuori dalla portata anche di un marziano.

Giaccherini

Parte fortissimo. Gran pressing e un destro a girare dal limite che impegna Agliardi. A tratti magari un po’ pasticcione, ma è suo l’assist per Quagliarella.

GLI ARBITRI:

Questa volta gioca in mezzo, nella linea a tre. Va di compitino, non commette errori e si limita a non aprire corridoi all’avversario di turno.

Altra occasione sprecata. E stavolta rischia di rovinare la serata a tutto il popolo bianconero: folle il molle rilancio che manda in gol Taider.

A Leo tocca qualche sportellata fuori programma con un Gilardino che non molla nulla. Il duello è duro, leale e alla fine premia entrambi.

Deludente e fuori posizione per quasi un’ora, ma nel momento più caldo tira fuori giocate importanti, dimostrandosi tatticamente ben integrato.

Nessuna novità: il Barza è un professore, controlla in sicurezza la normale amministrazio ne e quando può rilancia addirittura l’azione bianconera.

Quagliarella

Primo tempo da dimenticare. Meglio dopo l’intervallo: oltre al gol, due diagonali che costringono Agliardi ad altrettanti interventi di spessore.

E’ ancora alla ricerca della condizione migliore, ma a tratti si è finalmente rivista la gamba giusta. Il rodaggio è quasi completato. (Vucinic 6)

Giovinco

Si getta nella mischia con la mentalità giusta. Va a prendere palla anche lontano da Agliardi, punta sistematica mente l’uomo e regala l’assist del 2 1.

Kone gli «pesta» i piedi fin dalle prime battute, e si capisce che l’avversario è di quelli che danno fastidio. La regia di Andrea resta comunque lucida.

6,5 Asamoah

Subito in partita, impatto devastante. Il ghanese ara l’intera fascia e solo un miracolo di Agliardi gli impedisce di trovare lui il gol partita.

Almeno cinque parate importanti, in particolare le due sui diagonali di Quagliarella e Asamoah. Nella terra di nessuno sul gol partita di Pogba.

5 Pazienza

A tratti spaesato, quasi intontito. Male sia in fase di copertura sia a livello di ripartenze. Travolto da Pogba, sostituito dopo venti minuti della ripresa.

L’allenatore Pioli

Il migliore Kone

Non presenta certo un Bologna indimenticabile: l’assenza di Diamanti è pesante, ma per un’ora abbondante i suoi subiscono e basta. Azzeccati gli inserimenti di Krhin e Pulzetti.

Gara di sacrificio. Sistemato dietro le punte, senza però mai perdere di vista Pirlo. E a lungo il greco tiene fuori dalla partita il Genio, appoggiando comunque l’azione di Gilardino e Gabbiadini.

6 Sorensen

Randella il connazionale Bendtner in ogni zona del campo. Là dietro rimane il più solido anche dopo l’1 0 bianconero. Manca la «spallata» nel finale.

6 Antonsson

6

5

6

Cherubin

Motta

Taider

6

6

Gabbiadini

Khrin

6

Un buon primo tempo, qualche sbandamento dopo l’1 0 di Quagliarella, poi di nuovo in partita, di cuore e fisico. La resa nel finale fa male all’intero reparto.

Là dietro, vale per tutti l’alibi di una diga di centrocampo a lungo con parecchie falle. Di suo, «pennella» due diagonali spettacolari su Bendtner.

5,5

6

Morleo

Gilardino

Dalle sue parti arrivano un po’ troppi cross pericolosi, soprattutto a inizio gara. Cresce alla distanza, ma non accompagna praticamente mai l’azione offensiva.

Palle giocabili praticamente zero, il Gila ha cuore da vendere, e rende commestibile anche la spazzatura. Non tira mai, ma quanto fiato dà ai suoi compagni.

Vale lo stesso discorso fatto per il compagno di reparto. Qualità tecniche e fisiche evidenti, non certo la serata migliore per un attaccante. (Paponi s.v.)

Ottimo salvataggio sotto porta nella fase iniziale della gara. Ma per il resto è poca cosa. Se ne resta timido timido nella sua metà campo: spinta zero.

L’ex interista è un pilastro più solido di Pazienza nel cuore del campo. Non è un caso che con lui il Bologna ritrovi maggiore equilibrio e personalità.

Premiamo il gesto tecnico, il gran gol dal limite, precisione e potenza di livello raffinatissimo. Il resto della gara, infatti, è insufficiente.

Pulzetti

Decisamente meglio di Motta sulla destra, con il suo ingresso almeno si alza leggermente il baricentro emiliano. Forse è pure lui a mandare in tilt De Ceglie.

ROMEO 6 Non sbaglia sugli episodi decisivi, forse un po’ troppo permissivo nella ripresa, quando ignora evidenti falli qua e là. Barbirati 6-Padovan 6,5; Celi 6-Russo 6


IL BOLOGNINO

Bologna.it

Parma.it

l nuovo centro tecnico del Bologna Calcio nascerà a Granarolo. Entusiasmo tra i giocatori: se avranno il latte alle ginocchia almeno sarà di qualità. (federico taddia)

I

Regione low cost maxi tagli ai partiti da 2 milioni a 250mila euro

Tragedia in strada una donna investita muore sul colpo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BOLOGNA.REPUBBLICA.IT

PARMA.REPUBBLICA.IT

BOLOGNA

GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE 2012

bologna.repubblica.it

REDAZIONE DI BOLOGNA Via Santo Stefano, 57 | 40125 | e-mail: segreteria_bologna@repubblica.it | tel. 051/6580111 | fax 051/271466 (Redazione) | CAPO DELLA REDAZIONE GIOVANNI EGIDIO SEGRETERIA DI REDAZIONE tel. 051/6580111 | fax 051/271466 dalle ore 12.00 alle ore 20.00 | PUBBLICITÀ A. MANZONI & C. S.p.A. | Viale Silvani, 2 | 40121 BOLOGNA | tel. 051/5283911 | fax 051/5283912

Passa la riforma del governo. A Bologna rimarrà solo il presidente Draghetti: “Così sarà dura”

Rossoblù, orgoglio e poca fortuna

La Provincia fa le valigie Bologna, beffa crudele da gennaio giunta azzerata Juve all’ultimo tuffo Quagliarella e Taider fanno pari, ma al 92’ sbuca Pogba: 2-1

Il commento

Ora per favore fatemi sapere dove sono nato MICHELE SMARGIASSI ACCORDO con tutto, risparmio, razionalizzazione, per carità, tutto sacrosanto, però, per cortesia, e una volta per tutte, fatemi sapere in che provincia sono nato. Dove sono nato, io lo so. Son cose che una volta avvenute non cambiano più. In un paese dell’Appennino forlivese, che quando ci sono nato io era in provincia di Forlì. Quando ci nacque mia madre, invece, era in provincia di Firenze: il Duce nel 1923 strappò quel lembo di terra alla Toscana per donarlo alla sua Romagna. E già questo fatto, che si può nascere nello stesso posto ma in due regioni diverse, da bambino mi faceva sbellicare. Poi è arrivata la proliferazione delle province, ricordate, la spacciavano per decentramento, orgoglio territoriale, ovviamente era una pietosa scusa per moltiplicare scranni poltrone e seggioline per il personale politico in sovrannumero dei partiti, ma così fu. SEGUE A PAGINA V

D’

È LA fine per l’ente Provincia. A fine anno la giunta di Palazzo Malvezzi cesserà di esistere. Resterà in carica per un anno solo la presidente Beatrice Draghetti assieme al Consiglio. Per tutto il 2013 reggerà l’ordinaria amministrazione potendo scegliere in seno allo stesso Consiglio tre persone a supporto. L’1 gennaio 2014 arriverà la Città metropolitana. VARESI A PAGINA V

La rete di telecomunicazioni regionale

Inchiesta Lepida, primi indagati per abuso d’ufficio SPEZIA A PAGINA VI

Attacco alla Salsi, martedì a Ballarò. E Cancelleri sfida Favia: “Dai i soldi al movimento”

Grillo contro i ribelli bolognesi “La tv è il vostro punto G” Il presidente del centro prenotazioni “Bologna in Regione deve contare di più”

Cup, Moruzzi lancia l’appello “Solo la Borsa può salvarci” NIGRO A PAGINA IX

La consigliera Federica Salsi

L’APPARIZIONE a “Ballarò” di Federica Salsi, consigliera comunale grillina, scatena le ire di Beppe Grillo, che la “scomunica” attraverso il solito blog. «La tv è il vostro punto G, quello che dà l’orgasmo», attacca il guru, mentre un’altra polemica viene accesa da Giancarlo Cancelleri, l’astro nascente del movimento in Sicilia. Questi invita i colleghi emiliani a restituire alla Regione i soldi presi in più, rispetto al loro stipendio. E il bersaglio non può esser che Giovanni Favia, più volte in rotta di collisione con il leader. BIGNAMI A PAGINA VII

Gilardino stacca di testa

SERVIZI ALLE PAGINE II, III E IN NAZ.

Centro tecnico, Guaraldi può partire ENRICO MIELE A VIGILIA di Ognissanti porta fortuna a Guaraldi: almeno la prima vittoria, della sua lunga partita doppia, arriva a casa, molto prima di condannarsi a soffrire per l’esito dell’impervia Juve-Bologna. Il patron del Bologna ha incassato ieri, dalla conferenza dei servizi, l’atteso sì per costruire il nuovo centro tecnico a Quarto Inferiore, alle porte della città. All’appello mancano però le cifre del progetto. Tanto che il vicepresidente della Provincia, Giacomo Venturi, sollecitato a fine incontro, ha precisato di «aver chiesto fideiussioni del club a garanzia». SEGUE A PAGINA III

L

Il caso

Il convegno

L’assemblea dello Spi-Cgil al Paladozza: basta rigore a senso unico, serve equità

Sabato in Sala Borsa “Fùtbologia”, dibattiti e proiezioni su un altro calcio

La carica dei 5000 pensionati “Caro Monti, adesso fermati”

Se Mastandrea e Sollier dialogano intorno al pallone

MARCO BETTAZZI

ALBERTO SEBASTIANI

RANO cinquemila, mille solo da Bologna. E per nulla ammorbiditi dal meritato riposo, raggiunto dopo anni di lavoro, hanno gridato contro il governo Monti («bravo soprattutto a tagliare») per dire «basta al rigore a senso unico», che penalizza anziani e lavoratori. Era un PalaDozza pieno quello che ieri ha riunito i pensionati arrivati da tutta l’Emilia-Romagna con 80 pullman per la manifestazione regionale organizzata da Cgil, Cisl e Uil. SEGUE A PAGINA VII

L CALCIO è uno sport più parlato che giocato, diceva Umberto Eco. E se si può chiacchierare di scandali e calciomercato, il pallone serve pure per ragionare d’altro. Ad esempio di storia culturale, sociale, politica, economica. E’ il pensiero alla base di «Fútbologia», la giornata di dibattiti e proiezioni organizzata da Luca di Meo (Wu Ming3) e dal grafico Christiano Presutti sabato all’auditorium Enzo Biagi in Sala Borsa. SEGUE A PAGINA XI

E

L’assemblea al Paladozza

I

Paolo Sollier


la Repubblica

SPORT

GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE 2012

BOLOGNA

■ II

Juventus-Bologna 2-1

Taider illude, Pogba castiga rossoblù dannati all’ultimo assalto La vana rimonta di un gruppo che non è allo sbando SIMONE MONARI TORINO — Perdere così, all’ultimo istante, per una svista collettiva e un errore individuale (di Agliardi che sbaglia il tempo di un’uscita comunque disagevole) non è doloroso, ma lancinante. E l’amarezza è enorme perché il Bologna non aveva affatto demeritato, pur soffrendo come inevitabile da queste parti. Le grandi platee spesso ingannano, e contro i più forti spesso ci si esalta. Dunque è presto per trarre conclusioni, ma di sicuro ieri sera il Bologna è apparso tutto fuorché una squadra allo sbando. L’interpretazione e lo svolgi-

Svista collettiva e uscita goffa di Agliardi: l’amaro episodio ammazza la prova dignitosa mento della gara, per usare due espressioni care a Pioli, sono state azzeccate. Naturalmente si può perdere e si è perso al culmine di 90’ equilibrati, ma la Juve non ci credeva più. Era andata in vantaggio con Quagliarella a inizio ripresa, quello che era stato il peggiore in campo, perché il calcio non è una scienza e spesso basta un attimo per riscrivere un romanzo. Aveva riagguantato il pareggio, il Bologna, per un’altra casualità, un erroraccio di De Ceglie, sul quale però Taider, proprio lui, juventino lo spazio di un mattino, si era avventato come un rapace, sferrando poi un destro esaltante, leggiadro, perfetto. Aveva timbrato due volte in Coppa Italia, il francesino, la prodezza di ieri sera poteva avere un altro peso, una ribalta planetaria, ma è stato tutto inutile. Perché all’ultimo assalto Giovinco ha messo in mezzo un gran bel pallone, e la difesa del Bologna che fin lì aveva retto bene (non sull’1-0, va detto), s’è aperta come il famoso tonno che si tagliava con un grissino. Morleo s’è

arrabbiato, i centrali dov’erano? Mistero. In più Agliardi è uscito male, ma diceva Gianni De Biasi, attuale tecnico dell’Albania, che non è il caso di crocifiggerlo, perché fosse rimasto in porta avrebbe subito gol lo stesso. «Sono casualità del calcio». Appunto. Episodi. Pesantissimi. Poteva essere il quarto anno senza perdere a casa di Madama. Invece è arrivata la quarta sconfitta consecutiva di questo ottobre nerissimo e senza punti. Molte cose sono comunque da salvare. L’atteggiamento, la dedizione, la voglia di uscire da un avvio in palese difficoltà. Nei primi venti minuti c’è stata poca manovra, tanti palloni sprecati e

IL MIGLIORE E IL PEGGIORE Taider ha festeggiato il primo gol in Serie A proprio contro la Juve che l’ha avuto in comproprietà da gennaio a giugno. Male Pazienza (a destra), in difficoltà su Pogba

un senso evidente d’apprensione. Dopo le cose sono sensibilmente migliorate. È cresciuto il fraseggio, soprattutto nello stretto, Kone ha preso le misure a Pirlo. Anche se al 16’ Agliardi è stato salvato dal palo, su un sinistro a parabola di Pogba, decisamente il migliore. Pazienza non lo prendeva mai e infatti Pioli dopo poco più di 20’ gli ha messo addosso il più dinamico Taider. Tre minuti prima del palo, lo stesso Pogba aveva segnato di testa ma dopo aver tirato per il coppino Motta. E al 18’ in gol è andato Gabbiadini, anche lui a gioco fermo per una schiacciata di Gilardino. Pioli ha puntato su Sorensen come centrale e chiesto a Kone di limitare

Pirlo. Il Bologna si è chiuso bene, ha provato più volte a ripartire. Il problema è che molte rifiniture sono state sbagliate e le due punte ne hanno risentito. La ripresa s’è avviata meglio, o almeno così pareva, con un Pazienza rinfrancato, ma poi Taider ha perso Pogba, e la difesa s’è squagliata. Tre tocchi, due al volo, e 1-0 firmato da Quagliarella, il peggiore nel primo tempo. Dalla svista di De Ceglie è scaturita la magia di Taider, nella notte dei francesi (lui e quel mostro di Pogba). Tutto inutile, purtroppo. Ora l’Udinese. Sono sette ko in 10 gare. Ma questa squadra è con il suo tecnico. Almeno adesso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il personaggio

Taider stava per fare il regalo più bello al suo tecnico. E invece Pioli si ritrova con numeri da esonero. Eppure la squadra ha reagito

“Ma non è nostro quel ragazzo francese?” Così Saphir ne ha spaventati quarantamila ACROBATICO

LUCA BACCOLINI TORINO — L’ottobre nero è finito. Senza punti, con due soli gol (di un difensore, Cherubin, e di un mediano, Taider), e sette subiti. Pioli non può fare altro che benedire l’arrivo di novembre, ma già con l’Udinese, dopo 4 ko consecutivi, si giocherà molto del suo futuro a Bologna. Nessuno, in società, l’ha messo in discussione. E a tratti ieri sera il tecnico è sembrato avere di nuovo in pugno la squadra, se non fosse sbucato Pogba dagli inferi. E pensare che un anno fa, era stato Pioli a raddrizzare il timone ad ottobre dopo il disastroso avvio di Bisoli. Si presentò il 16 a Novara, vincendo. Poi, smaltita la prima sconfitta con

Archimede Morleo in volo anticipa Paul Pogba. Il difensore pugliese è alla terza stagione con la maglia del Bologna

la Lazio, infilò altre due vittorie rilanciando una squadra fin lì smarrita. Quest’anno è con i numeri di se stesso che dovrà lottare. Sette sconfitte, benché molte immeritate, su dieci ga-

re, sono un ruolino che ad altri allenatori costò la panchina. Quattro ko filati sancirono la fine di Mihajlovic coi Menarini. Cinque, pochi mesi prima, allontanarono Arrigoni, che in

Diamanti deferito insieme al club per le sue dichiarazioni su De Marco dopo la gara con l’Inter dieci partite ne perse otto, collezionando appena un punto in meno dell’attuale Bologna. Eppure è lo stesso Pioli che passò indenne 5 sconfitte consecutive a Parma all’inizio della stagione 2006-07, il suo debutto in A, riuscendo a reggere fino alla ventitreesima giornata. “Io sono sempre lo stesso”, aveva dichiarato con orgoglio alla vigilia. Ma mai fino ad ora aveva infilato un tunnel così fosco, almeno qui. E nemme-

no la rinascita del suo primo talento lanciato a Bologna, Saphir Taider, è servita a tenerlo a galla. Per venti minuti, a Torino serpeggiava infatti una domanda: “Ma non l’avevamo comprato noi, Taider?”. Il minuto 71 allo Juventus Stadium era stato il momento in cui un ragazzo di vent’anni aveva fatto tremare di paura 40.000 persone. La cresta era appassita dalla pioggia, ma il piede non s’è mai afflosciato. In fondo, in estate era lui il capocannoniere della squadra e Pioli ne aveva predetto un insospettabile futuro da bomber di scorta: due gol in Coppa Italia e cinque nelle amichevoli, più che un indizio, erano già una prova. Lui, il francesino che non conosce vizi e condivide l’appar-

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la Repubblica

@

GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE 2012

BOLOGNA

Il progetto

PER SAPERNE DI PIÙ www.bolognafc.it bologna.repubblica.it/sport/

■ III

Guaraldi canta vittoria via libera al centro sportivo “Operazione trasparente” Ma Venturi chiede garanzie: presenti le fideiussioni

(segue dalla prima di cronaca)

ENRICO MIELE

I

tamento col fratello, a gennaio era stato virtualmente juventino a metà, nell’affare che portò Sorensen a Bologna. E se qui molti tifosi gridarono allo scandalo, a Torino nemmeno s’accorsero di quell’acquisto fantasma, perché Taider non fece mai le valigie. Pioli aveva creduto in lui dopo molte partite opache. E stava per vincere la sua scommessa. Stava anche per perpetuare la leggenda di un Bologna che non perdeva a Torino da tre anni e mezzo. Ora può solo sperare che Diamanti, deferito assieme al Bologna per le frasi sull’arbitro De Marco dopo Bologna-Inter, risollevi la baracca come fece Ramirez nell’ottobre d’oro d’un anno fa.

ILLUSIONE Saphir Taider esulta dopo il gol segnato al 70’, esplodendo un destro angolatissimo sulla respinta maldestra di De Ceglie. E’ l’1-1 rossoblù ma al 92’ Pogba gelerà tutti, di testa

L VIA libera arriva a metà mattinata. Dopo una riunione lampo, tenuta nelle stanze del Comune di Granarolo, gli enti locali danno il previsto lasciapassare al club rossoblù, che avrà così la sua cantera, con dodici campi di calcio sui quali allevare i futuri campioni: «Abbiamo vinto la partita – commenta a caldo il presidente –, e se quindici enti diversi hanno dato il loro parere favorevole avranno visto nel progetto un’onestà che altri, in modo tendenzioso, non vogliono riconoscere». La gioia di Guaraldi ha venature d’ira trattenuta, tanto che all’uscita sembra quasi frenarsi per via delle polemiche che hanno circondato la nascita della cittadella, e che non sembrano affatto destinate a sopirsi. Tutt’altro. Al di là degli allarmi lanciati da grillini e ambientalisti, a tener banco per buona parte della giornata è pure il destino finanziario del club calcistico, nonché dell’azienda del presidente, dopo la pubblicazione su Repubblica dei conti della sua Futura Costruzioni srl (indebitata per oltre 60 milioni). «Io agisco come presidente del Bfc e non come amministratore della Futura», precisa Guaraldi, che passa al contrattacco e nega ogni suo interesse nella vicenda in qualità di costruttore: «Non capisco questa commistione in cui si vogliono per forza trovare speculazioni. La mia società di costruzioni a tutt’oggi non ha tratto alcun beneficio da questo progetto». E quanto ai suoi conti non rosei, la replica è altrettanto secca. «La Futura è solo una delle mie tante aziende». Sono parole che però non bastano a rassicurare i tifosi, che su siti, forum e radio si mostrano preoccupati non solo per le sorti calcistiche del club. Tra centinaia di commenti sul web, c’è chi spera nel ritorno di Massimo Zanetti, tuttora socio “dormiente” del club, e chi chiede solo di evitare la retrocessione in B. In molti post

Il punto

VIA LIBERA La conferenza dei servizi ha dato via libera al progetto del presidente Guaraldi per il centro tecnico rossoblù a Granarolo

Albano Guaraldi ieri mattina nella sede del Comune di Granarolo

La lettera

I LAVORI

A pagare quest’opera invendibile sarà un club già pieno di debiti? NELLA vicenda del centro tecnico prossimo venturo del Bologna c’è qualcosa di non detto. Al netto delle lodi al progetto che provengono da varie parti, anche istituzionali (in primis, la Provincia), la domanda delle cento pistole, domanda peraltro banale, è: chi paga? In altre parole, è un’operazione di patrimonializzazione della società in cui i terreni su cui sorgerà il centro tecnico vengono conferiti al Bologna dal proprietario Guaraldi che aumenta così il capitale societario (tramite il conferimento), o il Bologna compra i terreni, evidentemente sostenendo un costo, da un suo socio? In quest’ultimo caso, il vantaggio è di uno (o di pochi) e il conto lo paga una società (il Bologna) che ha chiuso l’ultimo bilancio con 6,2 milioni di perdita. Si dirà: ma il Bologna acquisisce un immobile. Vero. Si dà però il caso che un immobile di questo tipo non ha mercato, non è rivendibile se non ad una società sportiva; trattasi di una posta attiva di bilancio non monetizzabile. Se dunque fosse vera l’ipotesi di acquisto coi soldi del Bologna, non credo sia il caso che questa società s’accolli un ulteriore, non esiguo, costo non attinente alla gestione sportiva, per una mera operazione di speculazione edilizia al pari di quella di Romilia, giustamente bocciata. Sergio Prampolini © RIPRODUZIONE RISERVATA

Scontato l’ok del consiglio comunale il 19 novembre, nel 2013 si poserà la prima pietra. Interessati 22 ettari, per 12 campi di gioco e vari edifici

LE GARANZIE L’assessore Venturi ha annunciato ieri che il club calcistico dovrà fornire fideiussioni a garanzia dei lavori. “Non si ripeterà ha detto - un nuovo caso PalaDozza”

appare, secca, una domanda: «Dove si pensa di prendere i soldi per pagare i lavori del centro tecnico?», e i retropensieri vanno ad una squadra che potrebbe avere bisogno di rinforzi (dunque di denari per procurarli) al prossimo mercato di gennaio. Ma i dubbi se li pongono anche a Palazzo Malvezzi, tanto che ieri Venturi ha parlato, per la prima volta in pubblico, di fideiussioni richieste al Bologna come garanzia sui lavori. Un modo questo per tutelare gli enti locali dal rischio di un fallimento improvviso della società, che lascerebbe sul groppone dell’amministrazione di Granarolo, e non solo, un centro sportivo di 22 ettari ancora da completare. «Non ci sarà un altro caso PalaDozza – promette Venturi –, questo lo devono sapere tutti». Il doloroso riferimento è ai 6,4 milioni scuciti da Palazzo d’Accursio per il palasport. E il rischio speculazioni? «Non ci sono operazioni immobiliari, abbiamo inserito vincoli ben precisi», conclude il numero due della Provincia. L’altro risultato portato a casa dal vice di Beatrice Draghetti è infatti il vincolo agricolo sui terreni che circondano la futura cittadella (che così non potranno diventare edificabili). Limite che stopperebbe sul nascere le ipotesi di speculazione edilizia sulle aree verdi circostanti (alcune di proprietà dello stesso Guaraldi). Preoccupazioni che lo stesso sindaco di Granarolo, Loretta Lambertini, bolla come «fantasiose suggestioni, ora dobbiamo entrare nel merito del progetto». Nell’attesa, per il via ufficiale ai cantieri manca solo l’ok (scontato) del consiglio comunale di Granarolo: arriverà il 19 novembre. Nel 2013 verrà posata, salvo imprevisti, la prima pietra. Sui costi, Gian Paolo Rimondi, socio del Bfc ed ex proprietario dei terreni a Quarto, spiega: «Non abbiamo ancora parlato delle questione economiche, a breve definiremo il piano. La parte sportiva e centro tecnico sono questioni diverse, la prima non verrà intaccata dalla seconda». Sperando che non accada il contrario. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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