il_cds-stadio_30.10.2012

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DIAMANTI SQUALIFICATO SALTA LA JUVE

Alino non cè: rebus per Pioli Gabbiadini verso la conferma BOLOGNA - Chi sostituirà Alessandro Diamanti domani sera contro la Juventus? Ieri Stefano Pioli ha fatto sostenere alla sua squadra solo un allenamento leggero, rimandando a oggi anche le prove tattiche in vista della trasferta di Torino contro la Juventus, ma a meno di clamorose sorprese il posto dello squalificato Diamanti sarà preso da un attaccante e non da un trequartista. Anche perché Pioli avrebbe a disposizione solo Pasquato e non sembra che questa idea stia trovando spazio nella testa del tecnico rossoblù. La soluzione più probabile sembra quella legata alla conferma di Gabbiadini accanto a Gilardino, anche perché contro lInter i due si sono cercati sempre e qualche volta si sono anche trovati. Almeno in partenza Pioli dovrebbe buttarsi su questa strada, anche se a giochi avviati (anche alla luce di quello che sarà il risultato strada facendo) potrebbe decidere di togliere Gilardino, che sarà fondamentale nella partita successiva contro lUdinese. E vero che nel precedente trittico di impegni Gilardino ha giocato sempre, ma è anche vero che chiedergli di restare di nuovo in campo per tre partite intere potrebbe essere un rischio che va valutato fino in fondo. Come dire: non è escluso che venga riproposto a partita in corso anche Daniele Paponi, considerato che sia Robert Acquafresca che Henry Gimenez sono infortunati e ne avranno ancora per altre tre settimane. Se a Torino il Bologna potrebbe giocare solo con una punta e magari con Kone alle sue spalle? La sensazione è che Pioli possa eventualmente proporla nel corso della gara, anche perché sa bene che difendersi a oltranza in casa della Juve vorrebbe dire sconfitta sicura.

c. ben.

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ECCO PERCHÉ A PIOLI SERVONO 4 ACQUISTI Le mosse di gennaio in attesa di Perez e Portanova

di Claudio Beneforti BOLOGNA - Ci vogliono i gol, certo, ha tutte le ragioni del mondo Albano Guaraldi, ma se il presidente del Bologna pensa che basti avere Alberto Gilardino per farli commette un grosso errore, perché se a Gilardino non dai i palloni giusti vai poco lontano. Ora come ora in questo Bologna cè soprattutto (ma si può dire anche solo) un giocatore che può metterlo nelle condizioni di far male agli avversari e questo giocatore è Alessandro Diamanti. Troppo poco. Primo perché quando non è al meglio delle condizioni fisiche o avverte addosso tante pressioni, Diamanti finisce per non determinare come sa e come GILA A SECCO DA TRE al Bologna servirebbe, e oggi attraversa PARTITE Alberto Gilardino proprio uno di questi momenti. Secondo cerca di sfuggire alla perché ormai gli allenatori avversari hanno marcatura di Juan Jesus, ma capito che basta rendere difficile la vita a non è affatto semplice. Il Diamanti per rendersi sufficientemente bella centravanti del Bologna (5 gol la vita. Avete ascoltato cosa ha detto finora) è a secco da tre partite Stramaccioni alla fine di Bologna-Inter? Ha (Getty Images) detto che pensava alla marcatura di Mudingayi su Diamanti da martedì, sapendo bene quanto il fantasista sia importante per il Bologna. E se questo pensiero alberga nella testa delllallenatore dellInter figuratevi se non troverà posto anche in quella di un allenatore chiamato a lottare per la salvezza. Dove vogliano arrivare? Che a gennaio il Bologna dovrà a tutti i costi regalare a Pioli un attaccante o un trequartista che da una parte alleggerisca Diamanti dal peso di dover a tutti i costi costruire con continuità giocate vincenti e da unaltra che consenta allo stesso Pioli di imboccare unaltra strada per arrivare al gol. Lanno passato il tecnico rossoblù ce laveva ed era intitolata a Gaston Ramirez, che nonostante abbia portato nelle casse 14 milioni di euro non è stato sostituito. Come daltra parte non sono stati sostituiti Gillet, Raggi e Mudingayi, o se preferite sono stati sostituiti in peggio. Se a ciò aggiungete che luomo chiamato a sostituire Portanova, e cioè Natali, si è fatto male in ritiro e una volta rientrato ha giocato così così una manciata di partite prima di rompersi un crociato, e che si è fatto male anche Perez dopo un avvio di campionato condito di digiuni e squalifiche, si può dare una chiave di lettura reale a quella che è lattuale classifica del Bologna. Ecco un altro motivo per il quale alla riapertura del mercato di gennaio dovrà per forza diventare protagonista se vorrà vivere una seconda parte del campionato abbastanza serena, perché inutile nascondere che lattuale squadra sta per certi versi disorientando anche Pioli, che non è riuscito ancora a darle unidentità e a farle trovare la quadratura del cerchio. Ora, che Pioli possa anche aver sbagliato qualcosa ci sta, ma abbiamo la sensazione che questo Bologna comunque lo giri, lo giri male. Non avendo nè qualità nè personalità.

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NESSUNO AVEVA PREVISTO LA TEMPESTA PERFETTA di Bruno Bartolozzi

La tempesta perfetta è arrivata a Bologna prima che da altre parti. Il collettivo rossoblù, costruito da Zanzi e Guaraldi e poi accettato da Pioli, è stato scosso da tre perturbazioni che hanno scagliato al penultimo posto la squadra che lo scorso anno aveva raggiunto 51 punti. Cerchiamo di capire cosa è successo. Per farlo torniamo allestate, quando solo qualche nuvola preoccupava i metereologi di Casteldebole. Il Bologna, durante la famigerata rivoluzione estiva, aveva deciso di cambiare volto alla squadra. La difesa veniva smantellata: via Gillet, via Raggi. Mentre si stentava a predisporre una sostituzione allaltezza per Portanova: allorizzonte cera già il rischio squalifica. Poi la soluzione: Natali. Ma, rispetto a tre assenze importanti, larrivo di una prima riserva già nei primi giorni non sembrò un gran riparo. Soprattutto perchè il portiere (Curci) e altri difensori acquisiti o promossi nel farraginoso ritiro sembravano tutti una scommessa. Coraggiosa, da applaudire. Ma sempre una scommessa. A centrocampo stesso refrain: via Mudingayi, conferma per Perez, appeso ad un rinnovo faticosissimo e lungo, ed altre scommesse, come Guarente. La prima tempesta si abbatte su Perez: acciacchi, crisi di rendimento, forse dovuti anche a quel contratto che resta lontano, poi un altro infortunio. E così il Bologna si ritrova senza anima e continuità a centrocampo, il reparto che nello scorso anno sembrava insuperabile. Arriva poi un altro uragano a due lingue: piomba simultaneamente alla tempesta Perez: linfortunio di Natali e il debole sconto alla squalifica di Portanova. Risultato: anche la difesa viene scoperchiata. Se a questo si aggiunge il temporale delle quattro partite dove il Bologna ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato, ecco si spiegano i rovesci. Sì, può capitare anche la stagione fortunata. E tutto va bene. Poi ci sono stagioni come queste. E allora capisci che non eri attrezzato per metterti in salvo. Perchè hai puntato più che altro sul bel tempo. E invece è piovuto. Sul bagnato.

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I L P O R T I E R E Agliardi e Curci il dualismo dovrà dare certezze altrimenti si cambia BOLOGNA - Una squadra si riconosce anche dal numero uno che ha, Federico Agliardi è un grande professionista, un ragazzo estremamente serio e un buon portiere ma non dimentichiamoci che nel campionato passato era il secondo di Gillet e soprattutto che il Bologna aveva portato sotto le due torri Curci ritenendolo il nuovo titolare e non per fargli fare la panchina ad Agliardi. Perché è vero che Zanzi lo ha pagato zero euro ma è altrettanto vero che lingaggio del portiere che viene dalla Roma è importante, da numero uno e non da numero dodici, tanto per intenderci. Fin qua Curci è stato solo infortunato, si era fatto male nel corso del ritiro della Roma, poi si è di nuovo fatto male in Croazia e successivamente nella partita interna contro il Catania, e allora bisognerà vedere quelle che saranno le sue condizioni fisiche perché in serie A non si possono avere in panchina due ragazzi come il Bologna ha a oggi, e cioè Lombardi e Stojanovic. Il discorso è uno solo: se Zanzi e Pioli ritengono che Curci possa tornare a essere quel portiere affidabile che era a Siena e che dal punto di vista fisico i suoi problemi siano solo un ricordo, ecco che il Bologna potrebbe anche andare avanti così, in caso contrario dovrà andare sul mercato anche per il portiere, cancellando finalmente lerrore commesso in estate quando lasciò partire per un pugno di euro Gillet. Che, guai a dimenticarlo, aveva ancora tre anni di contratto e che di conseguenza a Bologna poteva anche restare per un paio di mesi con un po di amarezza addosso per non aver potuto riabbracciare il suo vecchio allenatore Ventura e per aver perso quei 100 mila euro in più che il Torino gli assicurava rispetto al Bologna.

c. ben.

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IL CENTROCAMPISTA Krhin la speranza si aspetta Perez Taider e Pazienza finora deludenti BOLOGNA - Anche nelle domeniche in cui Diamanti, Ramirez e Di Vaio facevano fatica a determinare, ci pensavano dietro Mudingayi e Perez a salvare la baracca del Bologna in mezzo al campo e a consentire alla difesa di lavorare palloni già sufficientemente gestiti. Ora, Mudingayi non cè più e quanto fosse importante lo abbiamo visto anche domenica, quando da giocatore dellInter si è messo su Diamanti facendogli avvertire su ogni pallone la sua presenza, e fin qua è praticamente mancato anche il centrocampista uruguaiano. Che dopo aver giocato male un paio di partite, si stava ritrovando, poi è accaduto che si è fatto male contro il Catania, lasciando di nuovo il Bologna in affanno. Sì, perché Pazienza ha dato poco dal giorno del suo arrivo a oggi, perché Taider è un ragazzo di ventanni e non si poteva pretendere che fosse già estremamente affidabile, perché da Pulzetti e Kone ti puoi aspettare solo corsa e quantità e perché non bisogna mai dimenticare che Guarente ha alle spalle un grave infortunio che lo ha costretto a vivere ai margini del pallone per tanti mesi. Morale: le sofferenze del Bologna nascono soprattutto in quella zona di campo, perché i centrocampisti non garantiscono un sufficiente lavoro di filtro nella fase passiva del gioco e al tempo stesso non sono costruttivi in quella attiva. Sta per tornare Perez, ma bisognerà vedere quale Perez tornerà, è tornato Krhin, e se il ragazzo sloveno si sarà messo del tutto alle spalle lintervento al crociato, sarà un ritorno importante per la qualità e le geometrie che sa regalare, ma se Pioli deciderà soprattutto di giocare con un centrocampo a tre servirà un altro centrocampista dai piedi buoni, capace anche di inserirsi.

c. ben.

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I L D I F E N S O R E Manca Portanova (tornerà a dicembre) e pure Antonnson non è più lo stesso BOLOGNA - Che al Bologna manchi terribilmente Daniele Portanova lo hanno capito anche quelli che lanno passato erano critici nei suoi confronti, ma la verità è che al Bologna sta mancando anche Andrea Raggi, che da centrale di destra della difesa a tre è davvero un difensore importante. Va detto che lassenza di Portanova è diventata ancora più pesante dopo gli infortuni capitati a Natali, che il Bologna aveva acquistato sapendo di non poter contare almeno fino a Natale sul giocatore romano. Portanova e Natali sono gli unici difensori del Bologna a saper comandare il reparto e ad avere addosso dosi massicce di personalità, e senza di loro anche quelli che via via sono andati in campo hanno finito per risentirne. Tanto per fare un esempio vi chiediamo se questo Antonsson vi sembra lo stesso del campionato passato? No, non è lo stesso, basta guardare quello che ha combinato prima a Cagliari e poi domenica contro lInter per rendersene conto. A Cagliari ha in pratica servito un assist per il gol di Nainggolan, rinviando centralmente il pallone nei pressi del limite dellarea, contro lInter ha fatto saltare per due volte indisturbato Ranocchia: la prima volta ci può anche stare, ma la seconda non esiste, anche perché certi doni i difensori delle altre squadre non li hanno fatti e forse mai li faranno a Gilardino. Portanova rientrerà a metà dicembre e fino ad allora Pioli dovrà fare di necessità, virtù, cercando di tirare fuori il meglio da tutti, ma a gennaio servirà un altro difensore, soprattutto se il tecnico rossoblù entrerà nellordine di idee di costruire la difesa a tre e se nel frattempo Sørensen e Carvalho non saranno riusciti a convincerlo che è opportuno prenderli in considerazione.

c. ben.

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L ATTACCANTE Diamanti è solo Non si può sempre sperare nellle giocate di Gilardino BOLOGNA - Alessandro Diamanti è solo, o ci pensa lui a fare gioco e a mettere Gilardino nelle condizioni di essere pericoloso, o per il Bologna è buio pesto. E questa considerazione non è tanto figlia di quello che è successo domenica contro lInter quanto delle partite precedenti. Perché è da un po di tempo che Diamanti sta facendo fatica, forse avvertendo anche la pressione di dover determinare a tutti i costi. Prima di domenica, Diamanti era stato impiegato da seconda punta ed era stato meno Diamanti, contro lInter è stato impiegato da trequartista ed è stato ugualmente meno Diamanti. Tutta colpa di Mudingayi, che non lo ha perso di vista neanche un attimo? Che Mudi ci abbia messo del suo è sicuro, quando ti viene addosso uno così ti fa male per forza, ma il punto è che in questo momento Diamanti non riesce a essere quello dellanno passato. Nonostante si danni lanima su ogni pallone, nonostante non abbandoni mai la squadra neanche nella fase passiva del gioco. Diamanti crescerà, è destinato a crescere e a tornare quello del campionato scorso, ma alla riapertura del mercato di gennaio il Bologna sarà chiamato ad aggiungere un altro attaccante (o un trequartista) a Gilardino, a Diamanti e a Gabbiadini (o ad Acquafresca). Perché il Bologna di oggi è troppo scontato e prevedibile, in pratica basta fermare Diamanti per disinnescare anche Gilardino. Che anche contro lInter è stato raggiunto dentro larea di rigore da palloni più per i difensori che per gli attaccanti. Zanzi e Pioli stanno pensando a quale può essere la soluzione giusta, considerato anche il rapporto qualità-prezzo, a oggi sembra favorito lo sbarco di una seconda punta (e non di un trequartista).

c. ben.

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Perez prenota lUdinese Pioli torna alla difesa a 3 di Claudio Beneforti BOLOGNA - Oggi è un giorno importante per Diego Perez e per il Bologna. Il centrocampista uruguaiano sarà sottoposto ad una ecografia, e se tutto andrà come sperano fortemente i sanitari del Bologna Perez potrà riunirsi da subito al gruppo, regalando un sorriso anche a Stefano Pioli, che ha bisogno della forza fisica, del mestiere e anche della personalità di Perez come laria, considerati gli affanni con i quali sta convivendo da tempo il centrocampo del Bologna. Se lecografia consentisse a Perez di Oggi ecografia per forzare non vorrebbe luruguaiano: se è dire che il tutto ok può centrocampista tornare anche potrebbe già essere domenica Domani impiegato a Torino sera contro la Juve contro la Juventus, il tecnico cambia anche se forse Pioli modulo e rilancia sarebbe tentato dal Sørensen farlo almeno per uno spezzone di partita, ma di sicuro potrebbe essere a disposizione dellallenatore rossoblù per domenica prossima, quando al DallAra sbarcherà lUdinese. Cè da dire che se dipendesse da Perez già luruguaiano si metterebbe in campo sia a Torino che contro Marco Motta e Federick lUdinese, ma sia il dottor Nanni che il dottor Sørensen (foto a sinistra La Sisca si prenderanno tutte le cautele possibili, Presse e Schicchi) e Diego anche perché Perez non è nuovo a ricadute e Perez (Ansa) sapendo che un nuovo infortunio significherebbe perderlo per più di un mese. E questo è un rischio che il Bologna non può assolutamente correre, visto quanto è pesata la sua assenza dal Catania a oggi. Se ci sono notizie sul rinnovo del suo contratto? I capi rossoblù non fanno trapelare neanche un sussurro su questo tema, e quando chiedi qualcosa ti rispondono che il procuratore di Perez è pieno di impegni, fatto sta che questa storia va avanti da mesi e non è escluso che prosegua per altri mesi. Magari fino a giugno, quando Perez a quel punto lascerebbe il Bologna a parametro zero. Anche perché non va dimenticato che il centrocampista uruguaiano è nel mirino dellAtletico Madrid, che già lo avrebbe voluto anche lanno passato.

DIFESA A TRE - Lo capiremo meglio oggi, quando Pioli comincerà a preparare sul piano tattico la partita di Torino contro la Juventus, ma considerate quelle che sono le sue idee, considerato quello Chance per Krhin che è lassetto tattico della Juventus e anche come si sono ha fatto bene con messe le altre squadre che lhanno affrontata non è escluso che possa essere riproposta la difesa a tre. E se così fosse, bisognerebbe capire chi giocherebbe accanto ad Antonsson 59 of 194


e Cherubin come centrale di destra. Toccherebbe forse a Carvalho, che prese il posto di Antonsson allinizio del secondo tempo contro il Catania? Toccherebbe a Sørensen, che è ancora in compartecipazione tra Bologna e Juventus? A un giorno da Juventus-Bologna il danese sembra in vantaggio sul brasiliano, ma non è escluso che a partita avviata anche quello che tra i due partirà dalla panchina finirà per trovare spazio per consentire di tirare il fiato a uno tra Antonsson e Cherubin. Andiamo avanti, passiamo agli esterni. Per quanto riguarda il lato destro Motta è in vantaggio su Garics, mentre sul lato sinistro si contendono il posto Morleo e Abero. Che potrebbe anche essere impiegato dal primo minuto, soprattutto nel caso in cui Morleo avesse ancora addosso un po di stanchezza dopo limpegno contro lInter. Chiudiamo con il centrocampo: dopo aver detto che dovrebbe essere a 5, come centrale potrebbe essere impiegato di nuovo Michele Pazienza, un altro ex bianconero, e come mezzale Pulzetti e Kone sembrano in vantaggio su Taider e Guarente. Nel corso della partita (e se accadesse invece dal primo minuto?) troverà spazio anche Renè Krhin, che domenica passata contro lInter ha giocato una ventina di minuti di qualità, dimostrando di essersi messo alle spalle sia dal punto di vista fisico che mentale lintervento al legamento crociato di un ginocchio. lInter e ora può partire titolare con la Juventus

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I L M O T I V O La tendenza è negativa ma il vero campionato inizia dopo la Juventus di Gianfranco Civolani Tutto regolare e secondo copione. Il Bologna parte benone, ma il portiere dellInter non si sporca mai le mani. E fatalmente lInter sulle palle inattive e sulle ripartenze dilaga perchè il Bologna - appunto secondo copione e secondo la logica elementare di un assetto tattico molto opinabile - offre il petto ad un avversari più forte, leggi un centrocampo rossoblu incapace di fare filtro per una difesa che non può essere quella dellanno passato se Gillet, Portanova e Contro Udinese, Raggi non ci sono più. Torino, Palermo Il modulo con due Samp, Atalanta... attaccanti più un bisogna fare punti trequartista non è per la salvezza giudicabile perchè probabilmente è il modulo migliore per affrontare la concorrenza, Pazienza colpisce di testa ma non le squadre più forti e granitiche e dunque cercando di anticipare troppo superiori in lungo ed in largo. E adesso il lintervento di Palacio. Il Bologna sarebbe ultimo (cè con il Chievo il Bologna dopo la sconfitta confronto diretto a sfavore) se la zavorra che rimediata domenica contro appesantisce il Siena non scongiurasse appunto lInter, domani sera sarà ancora una classifica più umiliante ed avvilente. in campo per affrontare la E tutto ciò nel momento in cui un Bologna privo Juventus a Torino (Ansa) di Diamanti deve affrontare lincontenibile Juve. Ci si chiede: il rientro di Perez e Portanova di quanto potrà semmai migliorare una squadra così tanto disossata al mercato? E quali giocatori di un certo valore potranno arrivare a gennaio se non ci sono soldi e se tra laltro non ci sono nemmeno idee? E arriviamo a Pioli: annaspa e arranca senza riuscire a trovare la chiave del problema e questo perchè molti dei suoi giocatori balbettano ed i gol - degli altri - fioccano ripetutamente senza grandi speranze di invertire una tendenza molto allarmante. E se Gilardino, Gabbiadini e Diamanti non fanno gol, quali sono le alternative? Il buon Cherubin che di gol ne fa uno allanno o il Taider ed il Pazienza ancora a secco o il Portanova che non cè? Juve a parte (e vada pure come vada) il Bologna deve ancora incontrare Udinese, Genoa, Palermo, Torino, Sampdoria, Atalanta e Parma. Contro queste squadre bisogna fare punti, molti punti. E il buon Cherubin non dica che la classifica non bisogna guardarla mai. No, bisogna stamparsela sui muri e nella memoria perchè la classifica dice che il Bologna in nove partite ha fatto sette punti alla media di 0,77 a gara e con proiezione finale di punti 29, ovvero un grido di dolore e si salvi chi può.

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STEFANO «STADIO» 28 OTTOBRE 2012

PIOLI

«Stiamo lavorando seriamente Abbiamo valori e alla fine sono ottimista Ci mancano soltanto i punti...»

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la Repubblica MARTEDÌ 30 OTTOBRE 2012

@

SPORT

BOLOGNA

PER SAPERNE DI PIÙ www.bolognafc.it bologna.repubblica.it/sport/

La crisi rossoblù

Pallacanestro

Sabatini: “Meno stranieri, è un ordine”

Dominio Biancoblù così Basket City vara il made in Italy

Pioli, per amore e per forza esonerarlo costa 5 milioni

FRANCESCO FORNI

Zanzi difende il tecnico, Guaraldi si dà lo stipendio SIMONE MONARI

Su bologna.repubblica.it

STRINGERE i denti, serrare le fila. È l’input che arriva da Casteldebole dopo la sconfitta con l’Inter e in attesa, domani sera, di far visita alla Juventus capolista (arbitrerà Romeo di Verona). Per la prima volta da quando è al Bologna, la panchina di Stefano Pioli cigola. «Capisco che in giro lo si dica, fa parte della mentalità italiana», diceva ieri al sito Tuttomercatoweb il dg Roberto Zanzi. «Ma Stefano sta lavorando molto, ci

Dalla D ai Giovanissimi quante news sul nostro sito UNA bussola per navigare nello sport bolognese. Nasce la nuova sezione del sito di Repubblica Bologna, aggiornata con risultati, classifiche e curiosità del calcio minore e giovanile, dalla D ai Giovanissimi. I lettori potranno interagire twittando le foto della propria squadra.

■ IX

Stefano Pioli, sei ko in 9 gare. L’anno scorso il Bfc arrivò nono

SONO ragazzi italiani, fateli giocare perché il basket a Bologna campa con loro. Non è un rigurgito nazionalista, sono i bilanci, come sempre, a indicare la strada. Virtus e Biancoblù, per scelta forzata, danno la precedenza alla carta d’identità e all’anagrafe. Per ora esulta la Biancoblù di Romagnoli, che in attesa di diventare Fortitudo, comanda la classifica di LegaDue, imbattuta e con una quaterna di sorprendenti vittorie, mettendo al tappeto anche la grandi, come Pistoia e Casale Monferrato. Il tutto convivendo col budget più basso di tutto il campionato, partorito durante le sofferenze estive. Solo 330mila euro per i dieci che vanno in campo.

Al presidente deliberati 250 mila euro. “Ma quei soldi potrei anche non prenderli...” vuole tempo. Abbiamo commesso degli errori e dobbiamo lavorare per non ripeterli». Che Pioli venga discusso dimostra che nel calcio i pericoli sono sempre dietro l’angolo. Il credito di cui l’allenatore gode è ancora buono, per quanto le difficoltà siano evidenti. E come sempre succede quando un tecnico è in difficoltà, la dirigenza si guarda attorno. E la proprietà fa di conto. Venerdì è stato approvato il bilancio. I contratti dello staff tecnico scadono il 30 giugno 2014. Il costo complessivo di Pioli e dei suoi uomini è di 5 milioni e 464 mila euro lordi. Considerato che quattro mesi sono trascorsi, esonerare Pioli peserebbe intorno ai 5 milioni, a fondo perduto. L’allenatore (il settimo più pagato in A stando a una delle classifiche più recenti) quest’anno ha un ingaggio di 1 milione e 674 mila euro, che salirà a 1 milione e 790 mila il prossimo anno. Parliamo sempre di cifre lorde. Poi c’è lo staff, che costa quasi un milione l’anno: il vice Murelli, due preparatori atletici (Osti e Perondi), un preparatore dei portieri (Vinti) e un collaboratore (Lucarelli) che si occupa prevalentemente dello studio delle squadre avversarie. A settembre, per la transazione con Bisoli diretto a Cesena, il club preferì liquidare a lui e al suo staff più dei due terzi delle spettanze per la stagione attuale, risparmiando poco più di 300 mila euro su oltre 1 milione. È ovvio che se il Bologna continuasse a perdere, per Pioli il cammino sarebbe sempre più complicato, ma l’aspetto economico è comunque rilevante, per una società che non naviga nell’oro e che ha chiuso l’ultimo esercizio con una perdita di circa 6,2 milioni. Da quest’anno però è stato deliberato che anche Albano Guaraldi avrà uno stipendio, attorno ai 250 mila euro lordi. Se ne è parlato proprio venerdì mattina. «Finora ho sempre speso dei miei ha detto il presidente ai soci - e comunque prima di tutto viene il club. Magari non li prenderò neanche, quei soldi». I soci non hanno obiettato. «Il presidente lavora tante ore a Casteldebole rivela uno di loro - che il Bologna gli corrisponda uno stipendio mi sembra il minimo, semmai paghiamo troppo certi giocatori...».

La brama di farsi notare e una pallacanestro quasi asfissiante sono state la benzina della Biancoblù, una squadra che gioca contromano: gli stranieri partono dalla panchina, i più alti minutaggi sono per Pecile, Cutolo, Cournooh (nato a Verona da padre Ghanese e mamma italiana) e Verri, che l’anno scorso faceva il cambio negli Eagles di Sacrati. Un veterano e tre peones, con l’aggiunta di Vitali junior dalla Virtus e di Pini da Reggio Emilia. Dei tre stranieri due pesano, ma non vincolano, anzi sembrano accessori. Harris in attacco (14 punti in 21’) e Mosley con rimbalzi e stoppate, ma giocando sempre metà partita, mentre il serbo Drenovac, anche a causa di infortuni, è stato in campo solo 5’ domenica con Pistoia e non pare destinato a diventare un protagonista. I nodi alla lunga arriveranno al pettine, ma per adesso si celebrano nozze felici con i fichi secchi e soprattutto la Biancoblù in campo ha una etichetta, che gli altri faticano a digerire. Discorso diverso, ma non troppo per la Virtus, che dopo le tre vittorie è inciampata due volte, l’ultima pesantemente in Irpinia. Ma anche qui si aggiusterà tutto in casa, parola di Claudio Sabatini, che nella notte del suo 54esimo compleanno s’è sciroppato il ritorno da Avellino in pullman con i suoi ragazzi. «All’inizio ero furente, poi sono stato bene. Il gruppo è questo, non andremo sul mercato perché i giovani, Gaddefors, Imbrò e Moraschini, hanno dimostrato, seppur con alti e bassi tipici della loro età, che è giusto puntare su di loro». Bravi i boys bianconeri, ma anche qui la borsa ha un suo peso, anzi è lo scudetto di Sabatini. «La Federazione premierà chi avrà fatto giocare per più tempo gli italiani. Pesaro adesso è prima, la Virtus è seconda. Noi dobbiamo vincere quella classifica, ci porterebbe circa 250 mila euro importantissimi per le nostre casse. Questo è un ordine, come quando la Ferrari blocca Massa se si avvicina ad Alonso. Quel premio bisogna portarlo a casa, a costo di arrivare penultimi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Andrea Pecile, 32 anni


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