ilcds-stadio_12.11.2012

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DIAMANTI: IO E GILA TROPPO SOLI «E una squadra di bravi ragazzi, serve cattiveria. E qualche idea per lattacco»

Dall'inviato

Furio Zara TORINO - «Lì davanti siamo soli» . E abbandonati. «Io e Gilardino ci siamo trovati da soli a fronteggiare anche sette-otto avversari» . Con due frasi Alino Diamanti fa centro. E individua uno dei problemi-chiave del Bologna. L'attacco spuntato. E lasciato in un atollo, a Stefano Pioli discute a fine marcire di solitudine. «Ci serve più assistenza partita con larbitro Andrea offensiva» . E' una constatazione. E' un invito a Gervasoni, il Bologna non Pioli perché cambi qualcosa. E' anche un vince dal 30 settembre e non messaggio ai compagni. Alino Diamanti non ci conquista punti fuori casa sta. E infatti poco dopo dirà: «In questa squadra dallormai famosa partita ci sono troppi bravi ragazzi, e invece servono più dellOlimpico contro la Roma figli di put...» . Non sarà elegante, ma è chiaro. che finì 3-2: era il 16 settembre «In queste situazioni devi sputare il sangue (ansa) «In certe situazioni per la maglia che devi sputare indossi» . ieri non è sangue per la andata così. Diamanti lo sa. Ed è per questo che, per la maglia. Io parlo da prima volta in questa stagione, parla da «capitano», e lo capitano: basta ribadirà più volte nel corso dell'intervista in zona mista. «Io con gli errori» parlo da capitano e non do colpe a nessuno, ma dico che qui manchiamo di esperienza. E non è vero che uno a vent'anni non ha esperienza. Prendete il gol: è frutto di una disattenzione, l'ennesima che ci capita durante questo campionato, e a disattenzioni di questo tipo non devono più succedere, se sbagli quelle cose lì significa che non sei attaccato alla maglia, qui non servono i bravi ragazzi, ma i figli di put....». E questo l'abbiamo capito.

LA RABBIA - E' un fiume in piena, Diamanti. Anche ieri ha lottato, è stato probabilmente il migliore del Bologna, ma non è mai riuscito ad essere veramente pericoloso. Eccola la frustrazione del capitano. Che parla per se. Ma anche per Gilardino. Discorso simile, quello di Gila. Non segna ormai da sei partite. Sono tante. Gli ultimi guizzi vincenti risalgono al 30 settembre, quando rifilò una doppietta nel 4-0 al Catania e festeggiò i gol n. 4 e 5 con il Bologna. Da allora si è fermato. Non ha più fatto gol. Di più: non è mai stato messo in condizione di farlo. Anche ieri, solo una girata nel finale, un pallone sporco su cui si è avventato Gila in semirovesciata: la traiettoria però è uscita di un metro abbondante. Nulla è migliorato con l'ingresso in campo di Gabbiadini a metà ripresa. Solo una presenza più assidua dei rossoblù sulla trequarti granata. Ma zero occasioni da rete. Il problema è (anche) quello del centrocampo. Troppi portatori di palla. Taider, Guarente, lo stesso Perez. Nessuno che si prenda la responsabilità di un lancio. Io la do a te, tu la dai a me. E via così. Tutto in orizzontale. Un fraseggio inutile. Manca il centrocampista che abbia lo «strappo» per verticalizzare. L'ha fatto Kone per un po', poi la condizione non l'ha più assistito e Pioli ha fatto scelte diverse. Al di là del modulo mancano gli uomini d'attacco. Acquafresca, che poteva essere una soluzione, è ancora infortunato. Gimenez pure. Diamanti ieri ha sollevato, per la prima volta, un aspetto cruciale. «Lì

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davanti io e Gilardino siamo soli» . E abbandonati al loro destino. Pioli dovrà trovare qualche soluzione valida. Dovrà cioè cercare di mettere nella condizione di tirare in porta i suoi unici due giocatori con il gol addosso. Quelli che in questo momento se ne stanno da soli, naufraghi nel mare, e non si vedono scialuppe di salvataggio all'orizzonte.

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TORINO-BOLOGNA 1-0 TORINO (4-2-4): Gillet 6; Darmian 6,5, Glik 6,5, Rodriguez 6,5, D'Ambrosio 7; Basha 7 (28' st Brighi sv), Gazzi 6,5; Cerci 7, Bianchi 5 (19' st Meggiorini 5,5), Sansone 6, Vives 5 (1' st Santana 6,5). A disp. Gomis, Di Cesare, Sgrigna, Masiello, Agostini, Verdi, Birsa. All. Ventura 6,5 FALLI COMMESSI: 13 BOLOGNA (5-3-1-1): Agliardi 5,5; Garics 5, Antonsson 5 (28' st Gabbiadini sv), Sorensen 6, Cherubin 5, Pulzetti 5 (1' st Motta 5,5); Guarente 5,5, Perez 5,5 (13' st Krhin 5,5), Taider 5; Diamanti 6; Gilardino 5,5. A disp. Curci, Lombardi, Abero, Paponi, Riverola, Pazienza, Radakovic, Kone, Pasquato. Pioli 5 FALLI COMMESSI: 15 Alessandro Diamanti ARBITRO: Gervasoni di Mantova 6 controllato da Alessandro Guardalinee: Posado e Bianco Gazzi (Getty) Arbitri d'area: Peruzzo e Roca Quarto uomo: La Rocca MARCATORI: 20' st D'ambrosio (T) ASSIST: Santana (T) AMMONITI: Garics (B), Pulzetti (B), Perez (B), Gazzi (T), Sorensen (B) e Motta (B) per gioco falloso; Darmian (T) per simulazione. NOTE: spettatori 13.723 per un incasso di 213.100 euro (5.184 paganti per un incasso di 98.585 euro, 8.539 abbonati per una quota di 114.515 euro) Angoli 6-3 per il Torino. Recupero: pt 1', st 3'

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5 sconfitte con un gol di scarto

Quinta sconfitta rossoblÚ per un gol di scarto in questa stagione. Tutto è cominciato a Siena alla quinta giornata: 0-1. E proseguito a Firenze alla settima (0-1) , a Cagliari allottava (0-1), a Torino contro la Juventus alla decima (1-2) e infine ieri pomeriggio, sempre 0-1, sempre un gol di scarto a Torino.

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8 i ko stagionali del Bologna

Nessuna squadra ha perso in serie A il numero di volte che ha perduto il Bologna. La squadra di Pioli con il kappaò di ieri ha raggiunto le otto volte in cui è uscita dal campo senza alcun punto. Fino a domenica era appaioto in questa classifica al Chievo che ieri però ha pareggiato contro lUdinese

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LA PARTITA Il Toro fa poco, il Bologna niente

di Antonio Barillà TORINO - Punto e a capo, quinta sconfitta in sei gare: il Bologna s'arrende al Toro, che non vinceva in casa dal primo settembre, e lo fa con una prestazione arrendevole che diffonde presagi negativi. Zero tiri nello specchio, giusto un paio d'uscite di Gillet: bastano questi dati per fotografare la partita e smentire Pioli che difende la squadra.

STANDARD - Sostiente, l'allenatore emiliano, che la differenza sta nel gol di D'Ambrosio, che la fame sui due fronti era identica e l'atteggiamento non rinunciatario. Sarà, ma già al "pronti via" cambiano i numeri che sintetizzano il modulo: centrocampo a cinque? Per favore... La linea lunga è difensiva e tre rossoblù sono in mediana. Paradossalmente, il primo tentativo è di Diamanti (botta fuori), ma tutto finisce qui e il resto è marca Toro. Ora, intendiamoci, non si assiste ad alcun assedio, ma da una gara molto tattica, sostanzialmente equilibrata nel possesso, emergono solo guizzi granata: Basha, preferito a Brighi, e Gazzi che l'affianca in mediana, impostano con intelligenza senza mai mollare l'interdizione, mentre Cerci fa quel che gli pare a destra, incontrando Pulzetti che sembra finito lì per caso. Non funziona Vives, ma è un particolare: dall'altra parte, sotto gli standard, sono quasi tutti.

SOFFIO - La difesa regge, il centrocampo si disunisce: è anche merito del pressing torinista che impone raddoppi e tackle, demolendo ancora di più la costruzione. Taider, in particolare, non mette a disposizione quella qualità che risulterebbe preziosa per ribattere, così la squadra finisce per allungarsi, isolando Diamanti e Gilardino. Il trequartista, generoso, ripiega a cercare palloni, ma non può da solo cambiare il destino, perciò in area granata si sonnecchia mentre dall'altra parte si sommano insidie: Agliardi vola su Sansone dopo una deviazione da brividi di Cherubin, Bianchi viene prima anticipato d'un soffio e poi spedisce alto da buona posizione.

SINTESI - Custodito il pari per metà gara, Pioli sottrae Pulzetti alla contesa. Motta va meglio (in verità non ci vuol molto), ma si rivela più efficace il cambio di Ventura: fuori Vives e dentro Santana, si moltiplicano velocità e inventiva. Si dirà: poteva schierarlo prima, in realtà l'argentino non ha i novanta nelle gambe. Un supporto per Cerci, che resta attivo ma non trova più autostrade, e una risorsa in più per le offensive granata. Non casualmente il vantaggio sboccia da un cross di Santana, con D'Ambrosio che infila Agliardi di testa. Antonsson è bruciato, Motta non alza scudi, persino il portiere potrebbe far meglio: quasi una sintesi della mollezza rossoblù. Adesso c'è Krhin, che mette un po' d'ordine ma non accende il gioco: il Toro continua a spingere affidandosi a Meggiorini (entrato al posto d'un Bianchi spuntato), poi piano piano s'arriccia a protezione del vantaggio. Troppo importante dopo tre sconfitte interne, due di fila nelle ultime giornate: comprensibile che si contragga, rinunciando a dipanare gioco.

POSSESSO - Il Bologna, però, non ne approfitta. Nonostante innesti Gabbiadini per Antonsson, modellando il 4-3-1-2, cementa il possesso ma non confeziona occasioni. S'annotano un'altra bordata fuori di Diamanti, una discesa caparbia di Sorensen bloccata e una girata debole di Gila, mentre un erroraccio di Garics scatena il contropiede granata con Cerci che crossa e Meggiorini che dilapida, in realtà in

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posizione di off side. Finisce qui, e la classifica rossoblù è tremenda: penultimo posto, e solo perché il Siena aveva l'handicap.

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Pioli sereno «Il Bologna si salverà» La panchina del tecnico non è a rischio «E al DallAra che mi aspetto la svolta» Dall'inviato

Furio Zara TORINO - Risalendo come un salmone controcorrente le ripide di una classifica impietosa, sorvolando sulle miserie di una partita che il Bologna si è visto portare via da sotto il naso e poi non ha fatto niente per vincere, sfoderando dal repertorio il sorriso più convincente possibile; Stefano Pioli scavalca la realtà come il sublime Edwin Moses saltava gli ostacoli e promette: « Questa squadra si salverà ». Se fosse un film, è in questo preciso istante che il dolby surround avrebbe ragione di esistere. « Ci salveremo perché abbiamo i valori per salvarci ». Sipario, sigla. E dietro il sipario, Pioli ha parlato con il presidente Guaraldi e il dg Zanzi. E' la prassi. « Lo facciamo sempre: ci siamo detti di guardare avanti ». Dunque: Pioli non rischia la panchina. « Non c'era felicità, è ovvio, ma abbiamo cercato di analizzare la «Troppi passaggi gara e ci siamo detti sbagliati, troppi che dobbiamo pensare Sopra, il momento cruciale del errori tecnici. Ora al Palermo ». match: è il gol realizzato da dobbiamo solo DAmbrosio che infligge al guardare avanti» Bologna una nuova sconfitta. L'ERRORE - « Per i rossoblù la situazione di L'abbiamo persa lì ». Lì, nell'abbaglio generale, classifica si fa sempre più storditi e confusi come sempre. Torino-Bologna delicata (LaPresse) 1-0, D'Ambrosio, e va da se che si tratta di una sentenza. « La differenza l'ha fatta il gol ». E' la quarta sconfitta di misura per il Bologna, e sempre in trasferta. 1-0 a Siena, Firenze, Cagliari e Torino. E' un pessimo segnale. Si tratta di partite che il Bologna poteva chiudere facendo punti. Invece non è mai successo. Ripetiamo: è un pessimo segnale. « Solo una palla inattiva poteva sbloccare la gara ». E' successo esattamente quello. Ma il Toro almeno ha provato a fare la partita, il Bologna invece si è appoggiato addosso alla squadra avversaria. Del resto, l'ha detto anche Diamanti: « Io e Gilardino lì davanti eravamo troppo soli ». Pioli è d'accordo. « Ha ragione, oggi (ieri, ndr) è successo proprio questo: troppi passaggi sbagliati, troppi errori tecnici... ».

LA PARTITA - Pioli si oppone al 4-2-4 del Toro con un 3-5-2 dove i compiti chiave li hanno Pulzetti (che sta su Cerci) e Garics (che fronteggia Vives). Cioè: se li annulliamo sulle fasce il più del lavoro è fatto. Funziona? Mmm. Di qua sì, di là no. Garics sgonfia Vivas. Cerci invece scappa spesso via a Pulzetti e proprio dalla destra del Toro nascono i maggiori pericoli per la retroguardia rossoblù. Pulzetti dopo una

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decina di minuti è condizionato da una botta alla caviglia, dopo trentaquattro minuti si becca il giallo e all'intervallo esce: al suo posto entra Motta. Sarà proprio Motta a «dimenticare» D'Ambrosio sul gol. « Volevamo essere più propositivi. Non credo che il Toro abbia avuto più intensità di noi - analizza Pioli - all'inizio ci siamo contrapposti bene, abbiamo anche recuperato tanti palloni ma li abbiamo gestiti male. Ripeto: abbiamo sbagliato i passaggi semplici ».

FATTORE DALL'ARA - Ha perso la prima delle sette finali che - nella testa di Pioli dovevano segnare il cammino del Bologna fino al 22 dicembre, fino cioè alla pausa di Natale. E se il tecnico continua a dirsi convinto della salvezza del Bologna, prova anche ad individuare quello che sarà il luogo dove questa salvezza si concretizzerà. Il Dall'Ara. Eccolo, Pioli: « Dobbiamo ancora lavorare tanto, ma ripeto: sono sicuro che questa squadra si salverà. E dico di più: il nostro futuro sarà condizionato dai risultati casalinghi, è al Dall'Ara che mi aspetto la svolta ». Non dovrà aspettare molto per capire se i suoi giocatori la pensano allo stesso modo. Domenica prossima al Dall'Ara c'è Bologna-Palermo e chissà se a Pioli, nella baraonda di dubbi e pensieri di ieri, sarà venuto in mente che la Storia fa strani giri e ogni tanto ci mette davanti al nostro passato. Sarà il Palermo, infatti, a dire qualcosa di più non solo sul futuro del Bologna ma anche su quello di Pioli. Proprio quel Palermo che - nell'estate del 2011 - Pioli guidò soltanto in precampionato, senza avere la soddisfazione di debuttare in campionato. L'esonero di Zamparini fu cancellato - un mese e mezzo dopo - dalla chiamata di Guaraldi. Ma questa è un'altra storia.

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Cherubin in affanno Diamanti ci prova Cerci domina Pulzetti C E R C I PULZETTI di Antonio Barillà TORINO

GILLET 6 - Un paio di pugni a palloni vaganti e nulla più: l'atteggiamento rinunciatario del Bologna gli concede un pomeriggio di relax.

DARMIAN 6,5 - Diligente sulla fascia di pertinenza.

GLIK 6,5 - Prestazione limpida, buona concentrazione.

RODRIGUEZ 6,5 - Al cospetto di Gilardino, mostra personalità e mestiere.

D'AMBROSIO 7 - Spinge con frequenza, il gol completa una prestazione grintosa.

BASHA 7 - Prezioso a metà campo: difende con forza e ricuce il gioco.

GAZZI 6,5 - Solito combattente, non fa mancare lanci interessanti.

CERCI 7 - Sgroppate, dribbling e cross: padrone della fascia destra finché (non) lo contrasta Pulzetti, propositivo anche nella ripresa.

BIANCHI 5 - Sciupa gli spunti di Cerci con percussioni cieche e tiri malcalibrati.

MEGGIORINI (19' ST) 5,5 - Spreca di testa in solitudine, quando però la bandierina è alzata.

SANSONE 6 - Ci mette cuore, cerca insistentemente il dialogo, costringe Agliardi a un

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intervento complicato.

VIVES 5 - Solo sfumature di grigio: opportunamente, la sua partita dura un tempo.

SANTANA (1' ST) 6,5 - Porta vivacità, ha il merito di innescare D'Ambrosio

VENTURA (ALL.) 6,5 - Senza la penalizzazione, avrebbe un punto più del Milan: può bastare? BOLOGNA

AGLIARDI 5,5 - Qualche intervento puntuale e nessun errore blu: troppe incertezze, però, in particolare nelle uscite.

GARICS 5 - E' volenteroso nel presidio, ma costruisce argini deboli. La spinta è ridotta ai minimi termini

ANTONSSON 5 - Sorpreso (ma non è il solo) al momento del vantaggio granata.

SORENSEN 6 - E' il più solido tra i difensori emiliani. Nel finale s'avventura anche a cercar fortuna.

CHERUBIN 5 - Costretto al raddoppio di marcatura, finisce spesso in affanno.

PULZETTI 5 - Lascia affondare Cerci a piacimento, viene sostituito a metà di una partita nerissima.

MOTTA (1' ST) 5,5 - Se la cava meglio, però non basta: diventa complice quando D'Ambrosio griffa l'uno a zero.

GUARENTE 5,5 - Si sbatte inutilmente per rattoppare i buchi che si aprono. Impegno apprezzabile, lucidità a sprazzi.

PEREZ 5,5 - Assorbito dal lavoro di contenimento, che esegue con sufficiente decisione, lascia tracce impercettibili in fase di costruzione.

KRHIN (13' ST) 5,5 - Aggiunge qualche geometria, però il Bologna continua a subìre.

TAIDER 5 - Finisce spesso ai margini del gioco: non si ricorda una verticalizzazione o un passaggio smarcante. 15 of 271


DIAMANTI 6 - Attraversa il canyon che lo separa dal centrocampo per sopperire ai foraggiamenti avari e catturare personalmente qualche buon pallone. E' anche l'unico a cercare la porta, seppur attraverso conclusioni distanti e imperfette.

GILARDINO 5,5 - Una girata debole e un paio d'iniziative murate: si vede poco, per onestà è servito pochissimo.

PIOLI (ALL.) 5 - Lui non condivide il giudizio, ma la squadra appare rinunciataria, slegata e molle. E la classifica - quello non può negarlo - diventa sempre più preoccupante. L'ARBITRO

GERVASONI 6 - La gara non è complessa: la conduce in fondo senza particolari problemi.

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Una sola gara senza subire gol. Imbattuto è solo Curci (per 47)

In una sola occasione in questo campionato il Bologna non ha subito gol: contro il Catania. Quattro gol e zero problemi per il reparto arretrato. Era il 30 settembre, una giornata che, però, in questo triste autunno rossoblù, verrà ricordata pr i tanti infortuni. Nelle altre undici occasioni Agliardi ha sempre subito almeno una rete. E poi, forse è solo una coincidenza, il Bologna ha un portiere che non ha mai subito gol in questa stagione: è Curci, imbattuto in quei 47 minuti iniziali contro il Catania. Poi si fece male e venne sostituito

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Terzo infortunio per Diego Perez quasi un record

Tre infortuni per Diego Perez: quasi un record da parte delluruguaiano che è rimasto fuori squadra per 40 giorni in seguito al problema muscolare accusato al quadricipite sinistro nella gara contro il Catania del 30 settembre. Poi il nuovo incredibile stop, durante il riscaldamento nella partita contro lUdinese (in questa occasione a soffrire è stato il gracile destro). Rimesso in piedi a tempo di record, ieri a Torino si è fatto male ad una spalla, contrattura.

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IL BOLOGNA È TUTTO IN BILICO Pioli confermato, ma siamo di fronte ad unaltra gara verità: quella col Palermo

Dall'inviato

Furio Zara TORINO - Parafrasando Obama: il peggio deve ancora venire. Il Bologna che ieri è tornato col treno Freccia Rossa da Torino a Milano e poi dopo il cambio da Milano a Bologna, ha provato Rolando Bianchi preso a l'ebbrezza dell'alta velocità, dopo una partita tenaglia dai difensori del giocata con la marcia bassa, in seconda, Bologna Ma non è servito grattando sulla frizione e maledicendo il destino molto, la squadra rossoblù ha cinico e baro. Binario morto quello del Bologna, perso per un nuovo errore troppo facile ma non vale. Gilardino che difensivo (LaPresse) accontenta un tifoso e gli firma l'autografo, Taider con le cuffie perso in chissà quali suoni, Agliardi che alla stazione di Milano ha bisogno di aria e anziché restare nella sala vip come i compagni preferisce mischiarsi tra i viaggiatori, giusto per fare due passi e smaltire la tensione post-partita. E ancora: Pioli con il tablet che riguarda le azioni della partita e le commenta con il suo Ritorno da Torino staff, il presidente Guaraldi che si apparta e telefona. Così il in treno, a Milano si Bologna, di ritorno da Torino. Ci sono stati viaggi migliori. cambia. Pioli rivede sul tablet la partita Agliardi cerca aria IL CROLLO - Il Bologna oggi è una società esposta, come fuori certi sentieri: basta un niente per scivolare giù. Guaraldi conferma Pioli, ma vede alzarsi il livello dell'acqua attorno. Le alternative non vengono prese in considerazione. Graverebbero troppo dal punto di vista economico e in fondo nessuno in società - non Guaraldi e neppure Zanzi - è convinto che cambiare sia una valida soluzione. Il problema va cercato a ritroso: la squadra è stata costruita male. La qualità media rispetto all'anno scorso è inferiore. Infortuni (Perez) e squalifiche (Portanova), pur pesanti, costituiscono un alibi solo per i deboli. Ieri ha perso l'ottava partita stagionale, su dodici disputate. Nessuno in serie A ha fatto peggio. Sono cinque sconfitte nelle ultime sei partite. Crisi nera. Di risultati. E di gioco, inutile nascondersi. Guaraldi, Zanzi e Pioli hanno avuto un breve colloquio a caldo, nella zona che collega gli spogliatoi alla sala stampa. Si va avanti così. Bologna-Palermo diventa la partita della verità. Ma quando in una stagione cominciano ad esserci troppe partite della verità significa che butta male. Poco prima il presidente, scuro in volto, aveva le scale della tribuna stampa dell'Olimpico. Un paio di metri dietro, il fratello; più in là, il socio Rimondi. Nessuna dichiarazione del pres: sta diventando una costante. Nessun dirigente che cerchi di analizzare, spiegare, individuare una soluzione. Nessun dirigente che si offra al confronto: siamo alle solite, perché stupirsi? Sono i giocatori ad uscire allo scoperto. Come ha fatto Diamanti (potete leggerlo nell'articolo dedicatogli).

L'IRA - Mentre allo stadio Olimpico, nella curva riservata ai tifosi del Bologna, veniva esposto lo striscione «Guaraldi vattene» , sul web si scatenava l'ira dei tifosi. Ed era strano leggere su Facebook certe dichiarazioni di un ex giocatore rossoblù, Stefano Torrisi solitamente pacato. Il suo è un attacco a Guaraldi in piena regola, sintetizza il pensiero di una parte dei tifosi.. «E' inutile,ci vuole passione,voglia di far bene e

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serietà....Gazzoni,che era ricco,e tifoso,si mise nelle mani di seri professionisti come Ulivieri, Oriali, Buso, Mazzone, Cinquini, Guidolin...per un decennio ci fu una stabilità societaria che garantiva già in partenza che le cose sarebbero state fatte bene....Regalate il Bologna a Zanetti e toglietevi tutti dai cog.....». E' stata la giornata delle parole forti, a fare da cornice al Bologna più debole degli ultimi anni.

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SETTIMANA DURA Domani si riprende il lavoro a Casteldebole Cosa faranno i tifosi?

TORINO - Oggi riposo. Si riprende martedì. Allenamento pomeridiano. A Casteldebole potrebbero radumarsi i tifosi del Bologna, la cui rabbia, ieri, si è autoincanalata sul web. Non è affatto esclusa l'ennesima contestazione a Guaraldi e alla società. Intanto lo staff di Pioli sta già preparando le fasi salienti del filmato della partita di Torino. La squadra sarà costretta a rivedere ancora una volta i propri errori. Sembra la scena di «Arancia Meccanica», con il protagonista legato ad occhi sbarrati di fronte alle malvagità del mondo. Ma va così. Pioli riparte da (poche) certezze. Sørensen al centro della difesa, per esempio. Perez, ma solo se la spalla sarà ok (oggi gli esami). Diamanti. E Gilardino. Se è vero come è vero che il tecnico non l'ha mai sostituito nelle sue nove partite da titolare, significa che si fida di lui ciecamente. E che non ha molte altre alternative. Acquafresca è ancora in ritardo, il recupero dall'infortunio è più lungo del previsto. Difficile che sia disponibile per lo spareggio contro il Palermo. Sulle fasce Pioli confida nel recupero di Morleo, costretto a saltare la sfida con i granata per un problema muscolare. Capitolo diffidati: a Diamanti, Taider e Kone si è aggiunto anche Pulzetti.

fu.za.

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Questa difesa non ha più alibi «Siamo distratti» Dall'inviato

Furio Zara TORINO - Se il Bologna in questa stagione è riuscito a mantenere una sola volta in dodici partite la propria porta imbattuta (30 settembre: 4-0 al Catania), un motivo ci sarà, ebbene sì, e alla fine quel motivo è apparso ieri pomeriggio in tutta la sua nuda evidenza. Calcio d'angolo per il Toro e la difesa del Bologna fa quello che Pioli aveva scongiurato alla vigilia: trema come un budino. «Noi non tremiamo» , aveva detto sabato il tecnico. Però ci squagliamo. I L SOLITO GOL - Cross lungo di Sansone, «abbiamo perso una marcatura» , dirà Pioli sconsolato, quello che si capisce è che Motta perde di vista D'Ambrosio (gli dà le spalle), mentre un metro più in là Antonsson è su Frederik Sørensen, 20 anni, Rodriguez. Colpo di testa del granata, Agliardi impegnato nel controllo di nulla può come nulla ha potuto in svariate circostanze in questa Mario Santana, 31 anni (Getty) stagione di fragilità «E stata persa una uscite allo scoperto. marcatura» dice «Abbiamo sbagliato qualcosa - cercherà di spiegare Pioli. Sørensen: Sørensen a fine gara - siamo stati disattenti». Aridaje. Come «Abbiamo se la disattenzione fosse un alibi. Capita troppo spesso. E' sbagliato qualcosa, capitato domenica scorsa contro l'Udinese (Abero che perde siamo stati la marcatura di Di Natale), e prima ancora sempre a Torino, disattenti». Spalla però allo Juventus Stadium e di fronte c'era la Juve. Anche contusa, forse un quella volta, una disattenzione nel finale: palla avvelenata in nuovo stop per mezzo all'area, tutti fermi, marcature che saltano come petardi avanzati il primo dell'anno e Pogba che si inchina e fa Diego Perez gol, grazie ragazzi. Dopo dodici giornate il Bologna ricade sui soliti errori. Rivedere il gol segnato ieri da D'Ambrosio somiglia ad un deja-vu. Dove l'abbiamo già visto? Ranocchia, Bologna-Inter, stessa posizione, solo la parabola fu diversa.

FRAGILITA' - Al di là degli errori dei singoli (che pure ci sono), è tutto il reparto difesivo a non regalare mai un paio di partite decenti di fila. Le scelte di ieri non hanno premiato il Bologna. Scoperto sulle fasce, il reparto si è ancora una volta fatto del male da solo. E' per questo che Pioli attende con ansia il rientro di Portanova, fissato per lunedì 16 dicembre contro il Napoli, a meno che il suo legale non riesca a vincere il ricorso e a portare il fine-pena alla settimana prima, concedendo quindi al suo assistito di giocare Bologna-Lazio. Ma a Portanova non può essere data la responsabilità del salvataggio della squadra. Non dimentichiamo che saranno sei i mesi passati ai box. In ogni caso, la beata gioventù di Sørensen rende il ragazzo ottimista: «Io non ho paura. Abbiamo perso la prima finale, ma ora ne abbiamo altre sei» . In matematica ci siamo, a patto di non incorrere nei soliti errori. «Il Torino non ha fatto molto più di noi 41 of 271


continua il difensore danese - ma ha concretizzato l'unica occasione da rete che ha avuto». Va detto per onestà di cronaca: il Bologna non è riuscito a fare neppure quello.

PEREZ - Contusione alla spalla sinistra per l'uruguaiano. Non gliene va dritta una. Verrà valutato nei prossimi giorni. Rischia di saltare la partita con il Palermo, domenica prossima al Dall'Ara. Stagione maledetta, per Diego. Ieri a Torino rientrava dopo quaranta giorni di assenza. Domenica scorsa si era infortunato durante il riscaldamento: contrattura al gracile della coscia destra. Fiuu, pericolo scampato. Era reduce dall'infortunio alla coscia sinistra. Ieri Pioli contava molto sulla sua capacità di tenere collegati i reparti. Il tentativo è durato poco più di un tempo. Poi El Ruso si è arreso. Perez si è fatto male al 13'st, rincorrendo Santana, che gli era sfuggito sulla fascia. Fa fallo, cade, si fa male alla spalla sinistra. Si rialza dolorante, viene ammonito, esce ed al suo posto entra Krhin. Martedì, alla ripresa degli allenamenti, lo staff medico del Bologna dovrà fare i conti con un altro infortunato. E' Pulzetti. Lui è uscito per un problema alla caviglia destra. Pioli spera almeno di riavere Morleo, uscito pure lui per un guaio muscolare domenica scorsa contro lUdinese. Nell'infermeria del Bologna si usa così: c'è il turn over.

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E UNA SQUADRA CHE VALE QUELLA DI SCOGLIO E R A D I C E di Gianfranco Civolani

E adesso cosaltro, di più o di meno, si può dire? A questo punto, vogliamo ripetere per lennesima volta che la squadra rossoblù è inguardabile e impresentabile? Vogliamo ricordare in eterno che le cessioni di Gillet, Mudingayi e Ramirez hanno prodotto il disastro di oggidì? E i tifosi tutti, anzichè fare striscioni al di là del bene e del male (cioè anche in B, ma con Pioli), è necessario che si pongano due domande. La prima: questo Bologna merita di essere la squadra che ha conquistato meno punti in A? E qui è facile rispondere sì, lo merita. Poi, la seconda: una squadra, pur disossata da una società bollettaria, è da coda delle code? A questo quesito, invece, si possono dare risposte più articolate, perchè essere squadra da salvezza affannosa e problematica è conto. Tuttaltra cosa è remare dietro a tutte, perdendo sistematicamente i confronti diretti. A Torino si ripete la solita storiaccia e, magari, pure si esagera: non cè stato un solo tiro nello specchio della porta. Il solito gol beccato e un portiere che prima o poi combina un guaio. Ma allora cosa si può e si deve fare? Pioli dice che, intanto, non bisogna guardare la classifica. Una dichiarazione banale e - detto senza offesa - anche poco responsabile. Ma occorre cominciare a realizzare punti pesanti, che puoi fare con i gol di Gilardino e Diamanti, perchè tutti gli altri giocatori del Bologna il gol addosso non ce lhanno e mai lhanno avuto. Anche perchè, ormai, i 18 gol di Di Vaio e Ramirez li hai persi per strada, per sempre. Ci sarebbe, poi, una terza domanda: per quale ragioni è stato preso un giocatore come Abero, se poi non lo fai giocare nemmeno quando Morleo è assente? E perchè fra Pazienza e Guarente, di due non se ne fa uno? Ma basta così. In settimana sentiremo riecheggiare la solita e triste sinfonia, ovvero guai se non si fanno i 3 punti nella partita della vita. E 8 punti in 12 gare (una media orrenza di 0,50 con proiezione finale di 19 punti!), costituiscono il peggio del peggio nella storia del Bologna, se togliamo la stagione 1990-91, con Scoglio prima e Radice poi, che partorì una ignobile retrocessione. E, infine, Pioli. Se ogni giocatore dà il peggio di sè, di chi è la colpa? Pioli superbravissimo lanno passato e supercolpevole in questo scorcio di stagione. Almeno in questo, siamo tutti daccordo o no?

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LA GAZZETTA DELLO SPORT

LUNEDÌ 12 NOVEMBRE 2012

SERIE A 12a GIORNATA le Pagelle

TIFOSI CONTRO A GENOVA

È contestazione Ciro: «Non lascio»

L’argentino Paulo Dybala, 19 anni giovedì, abbracciato da Brienza ANSA

Doppio Dybala Samp caos: con Ferrara record di k.o. Risorge il Palermo: 7a sconfitta di fila per i doriani, ma il tecnico farà il derby PALERMO SAMPDORIA

2 0

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Dybala al 7’ e al 26’ s.t.

PALERMO (3-4-2-1) Ujkani; Munoz, Donati, Von Bergen; Morganella, Barreto, Kurtic, Garcia; Ilicic (dal 38’ s.t. Bertolo), Brienza (dal 28’ s.t. Zahavi); Dybala (dal 46’ s.t. Budan). PANCHINA Benussi, Brichetto, Pisano, Viola, Milanovic, Giorgi, Labrin, Rios, Aquino. ALLENATORE Gasperini. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO ALTO 55,6 metri. ESPULSI nessuno. AMMONITI Munoz per gioco scorretto.

SAMPDORIA (4-4-2) Romero; Mustafi, Gastaldello, Rossini (dal 38’ s.t. Juan Antonio), Costa; Munari, Obiang, Maresca, Poulsen (dal 1’ s.t. Estigarribia); Soriano (dal 14’ s.t. Icardi), Eder. PANCHINA Berni, Renan, Castellini, Tissone, De Silvestri, Savic, Falcone. ALLENATORE: Ferrara. CAMBI DI SISTEMA Dal 38’ s.t. 3-4-1-2. BARICENTRO BASSO 51 metri ESPULSI nessuno. AMMONITI Gastaldello per gioco scorretto; Eder per comportamento non regolamentare. ARBITRO Giannoccaro di Lecce. NOTE Spettatori paganti 4.137 incasso 159.953 euro; abbonati 9.286 quota 127.387 euro. Tiri in porta 10-3. Tiri fuori 8-2. In fuorigioco 2-2. Angoli 8-5 . Recuperi p.t. 1’; s.t. 3’.

DAL NOSTRO INVIATO

FRANCESCO CARUSO PALERMO

Ma che bella festa di compleanno. Mancavano giusto le candeline, sostituite da una magnifica doppietta sulla torta verde del Barbera. I primi gol italiani di Paulo Dybala arrivano in coppia. E il 18enne attaccante argentino li dedica teneramente al papà che non c’è più e a se stesso come regalo per i 19 anni che compirà giovedì. A Palermo è nata un’altra stella sudamericana: dopo Pastore, ancora un argentino. Due reti, una più bella dell’altra, che permettono al Palermo di tornare al successo quasi un mese e mezzo dopo la goleada al Chievo (4-1 il 30 settembre). E le reti potevano essere pure 3 se Romero non avesse neutralizzato l’ultimo tentativo della nuova joya (gioiello) dei rosaneri, visto che anche Abel Hernandez ha lo stesso soprannome. Per una

Samp contestata a Genova da circa 50 tifosi, che hanno atteso la squadra all’uscita dall’aeroporto. Applausi di scherno e qualche insulto nei confronti del pullman blucerchiato. La ripresa degli allenamenti in vista del derby è fissata per domani pomeriggio a Bogliasco. Con Ciro Ferrara: «Le responsabilità sono tutte mie — ha detto a fine partita — ma le dimissioni non rientrano nel mio carattere».

le Pagelle di F.C.

BRIENZA ISPIRA MALE ROSSINI OBIANG LEONE PALERMO 7 UJKANI 6 Due sole parate. MUNOZ 6,5 Un intervento provvidenziale in area su Eder. DONATI 6,5 Recuperato in extremis, registra bene la difesa.

stella che sorge, un’altra che si appanna, quella di Ciro Ferrara, il tecnico che ha perso più volte di fila in Serie A e ha messo in bacheca un tristissimo record: 7 sconfitte consecutive come mai nella storia blucerchiata. Un nero primato che sembrava destinato a porre fine all’esperienza genovese dell’ex c.t. dell’Under 21. Ma un po’ a sorpresa il d.s. doriano, Pasquale Sensibile, ha annunciato che Ferrara rimane al suo posto. Anche perché il derby bussa alle porte e il club di Corte Lambruschini evidentemente non vuole prendersi la responsabilità di una brusca inversione a U a pochi giorni dalla partita che vale mezza stagione.

VON BERGEN 6,5 Pochi problemi con Soriano prima e Icardi dopo.

Confusione Rimane il fatto che

DYBALA 7,5 Primi gol italiani e prova molto buona (Budan s.v.).

la Samp vista alla Favorita è una larva di squadra, un’accozzaglia di giocatori confusi. Ferrara abiura al 4-3-3 in favore del 4-4-2 mischiando inutilmente le carte. Il Palermo, privo di Miccoli, trova invece una nuova strada verso la vittoria. Che non è fatta solo dai gol di Dybala, ma è ispirata soprattutto dalle giocate imprevedibili di Brienza, il migliore in campo. Il piccolo e immarcescibile talento di Ischia fa ammattire la difesa blucerchiata spedendo davanti alla porta di Romero ora Ilicic ora il più giovane dei tanti argentini d’Italia. Ed è già un miracolo se la Samp va al riposo sullo 0-0. Un paio di volte sbagliano gli avanti rosanero, qualche altra ci mettono una pezza (e un piede) Gastaldello e lo stesso Romero, ma è evidente che di questo passo il fortino blucerchiato è destinato a capitolare. Accade infatti in avvio di ripresa quando Brienza salta come birilli Mustafi e Gastaldello e porge in area a Dybala che scarica un bolide sotto la traversa. La risposta della Samp non va oltre un paio di punizioni di Eder e Maresca. E i padroni di casa trovano il bis, sempre con Dybala, assistito ancora da Brienza: il diagonale stavolta s’infila sul palo più lontano. Allo scadere il piccolo argentino potrebbe fare tris, direttamente su rinvio di Ujkani, ma stavolta Romero ci arriva. Dalla cenere sampdoriana è risorto il Palermo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

MORGANELLA 6 Usa la fascia un po’ meno del solito.

di G.L.O.

CERCI SCATENATO SANTANA CORRE GILA, CRISI NERA TORINO 6,5 GILLET s.v. Zero tiri in porta, un paio di tuffi per seguire la palla che esce.

Danilo D’Ambrosio, 24 anni, salta di gioia dopo il gol decisivo LAPRESSE

Il Torino vince dopo 40 giorni Bologna: 0 tiri rabbia Diamanti Decisivo il gol di D’Ambrosio. L’azzurro: «Ci vuole più attaccamento alla maglia» TORINO BOLOGNA

BARRETO 7 Difficile contare il numero di palle recuperate.

PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE D’Ambrosio al 20’ s.t.

KURTIC 6 Di fronte a sé ha uno dei doriani più attivi, Obiang: ne esce uno scontro alla pari.

TORINO (4-2-4)

GARCIA 6 Ingaggia un duello con Munari che lo mette in difficoltà. ILICIC 6 Manca un gol facile in avvio, non è in giornata di grazia. (Bertolo s.v.) IL MIGLIORE h 7,5 BRIENZA

Ispiratore prezioso per Ilicic e per Dybala, che approfitta due volte dei suoi assist. ZAHAVI 6 Entra a risultato acquisito e fa il suo.

ALL. GASPERINI 7 Una prestazione convincente.

SAMPDORIA 4 ROMERO 5,5 Qualche responsabilità sul primo gol, che s’infila sul «suo» palo. MUSTAFI 6 Svolge il compitino. GASTALDELLO 6 Provvidenziale in un paio di salvataggi anche se si fa superare sul primo gol. ROSSINI 5 Uno dei peggiori, sbagli a raffica (Juan Antonio s.v.). COSTA 6 Con prudenza prova a mettere la testa fuori dal guscio. IL MIGLIORE h 6,5 MUNARI

Fra i più intraprendenti tenta di movimentare l’azione. OBIANG 6 Lotta senza arrendersi. MARESCA 6 Qualche flebile iniziativa. POULSEN 5 È il fianco debole. ESTIGARRIBIA 6 Meglio del danese ma non sposta gli equilibri. SORIANO 5 Non incide. ICARDI 5,5 Trova la conclusione ma senza impensierire Ujkani. EDER 5,5 Una buona iniziativa in area e un tiro. ALL. FERRARA 5 Mette in campo una squadra senza capo né coda.

ARBITRI GIANNOCCARO 6,5 Nessuna decisione

complicata, svolge bene l’ordinarietà. Vede bene anche sul secondo gol di Dybala, in posizione regolare.

Petrella 6,5-Vuoto 6,5; Guida 6-Abbattista 6.

1 0

Gillet; Darmian, Glik, Rodriguez, D’Ambrosio; Basha (dal 29’ s.t. Brighi), Gazzi; Cerci, Bianchi (dal 19’ s.t. Meggiorini), Sansone, Vives (dal 1’ s.t. Santana). PANCHINA Gomis, Di Cesare, Masiello, Agostini, Verdi, Birsa, Sgrigna. ALLENATORE Ventura. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 52,2 metri ESPULSI nessuno AMMONITI Gazzi per gioco scorretto, Darmian per comp. non regolamentare

BOLOGNA (5-3-1-1) Agliardi; Garics, Antonsson (dal 29’ s.t. Gabbiadini), Sorensen, Cherubin, Pulzetti (dal 1’ s.t. Motta); Taider, Perez (dal 14’ s.t. Krhin), Guarente; Diamanti; Gilardino. PANCHINA Curci, Lombardi, Radakovic, Riverola, Kone, Abero, Pazienza, Pasquato, Paponi. ALLENATORE Pioli. CAMBI DI SISTEMA 4-3-1-2 dal 29’ s.t. BARICENTRO MEDIO 51,9 metri ESPULSI nessuno. AMMONITI Motta, Sorensen, Perez, Garics e Pulzetti per gioco scorretto ARBITRO Gervasoni di Mantova NOTE paganti 5.184, incasso 98.585 euro, abbonati 8.539, quota 114.515 euro. Tiri in porta 3-0. Tiri fuori 4-8. In fuorigioco 3-5. Angoli 6-3. Recuperi p.t. 1’, s.t. 3’

brosio con Agliardi e Motta non impeccabili. Ma fino a quel momento il Toro aveva faticato molto per buttare giù il muro rossoblù. Sapendo che Pioli avrebbe schierato un centrocampista in più (Guarente) e un attaccante in meno (Gabbiadini), Ventura punta sul 4-2-4 mascherato con un’ala in meno (Santana) e Vives, un mediano, sulla sinistra con il compito di accentrarsi per garantire la parità numerica nella zona chiave. Preoccupazione inutile, perché il Bologna schiera una blindatissima difesa a 5 e stavolta non c’è neppure l’imbarazzo tattico di decidere dove stanno gli esterni in fase di non possesso: stanno in linea con i tre centrali e spingono pochissimo. Il Toro capisce subito che ci sarà da soffrire, si arma di pazienza, comincia a ruminare gioco affidando al folletto Cerci il compito di fare l’apriscatole. Suoi i due assist che l’irriconoscibile Bianchi, più tardi sostituito da Meggiorini, butta alle ortiche; suoi i dribbling che fanno impazzire lo stralunato Pulzetti. Partita incartata. E allora all’inizio del secondo tempo Ventura chiede a Santana, che non ha ancora i 90 minuti nelle gambe, di fare come Cerci dalla parte opposta. Mossa giusta e produttiva.

DAL NOSTRO INVIATO

GUGLIELMO LONGHI TORINO

È il pomeriggio dei digiuni che s’interrompono: quello del Torino che torna a vincere dopo 40 giorni, in casa dopo oltre due mesi. E dei digiuni che continuano: quello del Bologna, all’asciutto dal 30 settembre, da quando (che coincidenza) non segnano Gilardino e Bianchi. E continuando nella metafora calorica: è il Toro che dimostra di avere molta più fame, e per questo viene premiato. Pioli, invece, continua la dieta retrocessione: quinta sconfitta nelle ultime sei gare. Decisive le ali Non è stata una partita che passerà alla storia. Un dato su tutti: il primo tiro in porta (punizione di Sansone) arriva al minuto 20 della ripresa, e subito dopo c’è il gol, cross di Santana da sinistra e colpo di testa di D’Am-

Zero tiri Incassato il gol, Pioli

cambia modulo passando al 4-3-1-2 con Gabbiadini al posto di Antonsson e Diamanti dietro le punte. Mossa giusta ma inutile. La squadra finalmente lascia il fortino e comincia a spingere, ma senza lucidità, restando lontano dall’area dei granata e chiudendo con il poco invidiabile bilancio di zero tiri in porta. Pioli, che dopo la partita ha parlato col presidente Guaraldi e al momento non sembra rischiare, si è detto soddisfatto (!): «La differenza l’ha fatta il gol e comunque la salvezza passa dal Dall’Ara». Sottinteso: si può anche perdere sul campo del Torino, dove in effetti il Bologna non vince da 32 anni. Ma Diamanti, lasciato troppo solo da un centrocampo di velina, è andato giù duro: «Ci vuole più attaccamento alla maglia. E se serve bisogna fare di più i figli di puttana». © RIPRODUZIONE RISERVATA

DARMIAN 6 Presidia la fascia aspettando pericoli che non arrivano. GLIK 6 Gilardino non gli dà molte preoccupazioni. RODRIGUEZ 6 Pomeriggio tranquillo per il vice Ogbonna. D’AMBROSIO 7 Al di là del gol, spinge con continuità. BASHA 6,5 Sostiene con sicurezza il peso del 4 2 4 BRIGHI 6 Entra nel momento più delicato. GAZZI 6 Con Basha forma una coppia affidabile.

h

IL MIGLIORE

7 CERCI

Devastante sulla destra nella prima mezz’ora, si (ri)scatena nell’ultima dopo aver tirato il fiato. BIANCHI 5 Litiga con se stesso, si mangia due occasioni. Capitano depresso. MEGGIORINI 6,5 Un tiro da fuori che per poco non sorprende Agliardi. SANSONE 6 Spalla di Bianchi, fatica a ritagliarsi lo spazio. VIVES 5 Finto esterno o finto centrocampista? Nel dubbio, finge di giocare. SANTANA 6,5 Corsa e creatività: spariglia le carte sulla sinistra. ALL. VENTURA 7 La squadra tira poco, ma l’idea di gioco è ben definita.

BOLOGNA 5 AGLIARDI 5,5 Incerto sul gol, bene in un paio di occasioni. GARICS 5 Non spinge e quando lo fa non lascia tracce. ANTONSSON 6 Come i colleghi di reparto, regge fino al 20’. GABBIADINI 5 Preso il gol, Pioli si affida a lui. Inutile. SORENSEN 6 Vince alla distanza il duello muscolare con Bianchi. CHERUBIN 6 Si occupa in particolare di Sansone. Così e così. PULZETTI 5 Va in totale confusione contro l’esuberanza di Cerci. MOTTA 5 Si perde la marcatura di D’Ambrosio nell’azione dell’1 0. TAIDER 5 Latita ai margini del gioco, si sveglia tardi. PEREZ 5 Torna dopo un mese e mezzo: male. Esce per una botta. KHRIN 5 Ha il compito di tirare su la squadra. Non ci riesce. GUARENTE 5 Il centrocampista in più che doveva fare la differenza. Non pervenuto. IL MIGLIORE h 6,5 DIAMANTI

Lui c’è sempre: quando il Bologna pensa solo a difendersi e quando prova ad attaccare. GILARDINO 5 Solo una girata in area: crisi nerissima. ALL. PIOLI 5 Sceglie un modulo troppo rinunciatario. La squadra, molle e senza idee, non lo aiuta.

ARBITRI GERVASONI 6,5 Partita non proibitiva: vede bene sui cartellini gialli. Non è da calcio di rigore il contrasto tra Bianchi e Sorensen. Posado 6-Bianchi 6; Peruzzo 6-Roca 6.


Preso palpeggiatore

Sisma e solidarietà

Il jazz in mostra

Per aver palpeggiato nel sedere una ragazza romena di 19 anni, cliente di un centro commerciale, un 54enne è stato denunciato sabato dalla polizia. È successo alle 20.10 al centro Borgo di via Marco Emilio Lepido.

“Natale per l'Emilia” nella Bassa modenese. L'occasione è l'Avvento per il quale saranno messe in vendita le ceste con prodotti “di origine terremotata”, provenienti cioè da quelle aziende che sono state danneggiate dal sisma.

“Faces & places” è il titolo dell'esposizione fotografica in mostra al Museo della Storia di Bologna, da mercoledì fino al 6 gennaio, in occasione della settima edizione del “Bologna Jazz Festival”.

BOLOGNA

LUNEDÌ 12 NOVEMBRE 2012

bologna.repubblica.it

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La protezione civile: in 24 ore sono caduti 200 millimetri d’acqua. E oggi sono annunciate nuove precipitazioni

Maltempo, allerta per il Reno in piena

LETTERE DALLA RIVIERA

LE PREVISIONI meteorologiche, dopo una domenica con il fiato sospeso e gli occhi puntati sui fiumi in piena, non promettono niente di buono. Anche oggi la pioggia continuerà a flagellare la regione, costringendo a tenere alta la guardia. La Protezione civile ha lanciato lo stato d’allarme per i territori attraversati da Enza, Panaro e Secchia, con sette comuni del cratere sismico in allerta. Per il Reno è attivata la fase di preallarme, che interessa Bologna e Cento, Argelato, Castel Maggiore, Castello d’Argile, Pieve di Cento, Sala Bolognese, San Giovanni in Persiceto, Calderara e Casalecchio. «In 24 ore — è il punto fatto ieri al- Resta alta l’allerta meteo

ENRICO FRANCESCHINI

le 17.30 dal direttore, Maurizio Mainetti — sono caduti 200 millimetri di pioggia, con i possibili rischi idrogeologici che questo comporta, con picchi di 40 millimetri in un’ora nell’alto crinale dell’Appennino bolognese», dove i vigili del fuoco hanno garantito decine di interventi e di sopralluoghi. A Modena l’arrivo dell’onda di piena del Secchia — salito alle 18 a 8,82 metri — alle 14.45 ha indotto a chiudere il ponte Alto e il ponte dell’Uccellino. Alle 15.30 è stata sospesa la circolazione in via Curtatona. Nel Reggiano è inaccessibile la pista Gatta-Pianello, la strada che scorre nell’alveo tra le due frazioni montane.

Ieri riunita al Porto la corrente di Tavolazzi. Mercoledì la resa dei conti all’assemblea semestrale cittadina. L’ironia del blogger su Salsi e Favia

Cinque Stelle, l’ora dei ribelli E Grillo bacchetta i “novizi inconsapevoli” di essere ripresi fuorionda SETTIMANA decisiva per la conta all’interno del Movimento 5 Stelle. Ieri al Porto si sono riuniti i ribelli di Valentino Tavolazzi, mercoledì assemblea semestrale cittadina. Federica Salsi torna in tv. Beppe Grillo ironizza sui fuorionda. A PAGINA VII

L’1 a 0 di Torino è l’ottava sconfitta in campionato

Bologna indietro tutta, però avanti con Pioli: “Pensiamo al Palermo” SENZA SPINA DORSALE NÉ VECCHIA NÉ NUOVA

Terremoto, un milione per Bondeno

EMILIO MARRESE

Bossi e Maroni contro Monti in 2mila al corteo della Lega Nord

N CONSIGLIO ai prossimi avversari: con un cross lungo sul secondo palo, al Bologna fate gol pure schierando il nano Bagonghi. La reiterazione di certi errori è scoraggiante. Giocando così, s’era scritto dopo il ko con l’Inter, ci si può salvare. Da allora invece il Bologna ha del tutto smesso di giocare. Dunque, l’auspicio-assioma va ribaltato. SEGUE A PAGINA II

BIGNAMI A PAGINA VII

U

D’Ambrosio esulta per l’1-0 fra gli impietriti difensori rossoblù

SERVIZI ALLE PAGINE II E III

Il caso

Galletti (Udc) dopo l’incontro di Italia Futura: il riscatto civico può partire da Bologna. La Evangelisti: segnale confortante

“C’è bisogno di Montezemolo” CATERINA GIUSBERTI BOLOGNA, come in Italia, c’è bisogno di buone proposte. Io credo che Italia Futura rappresenti l’occasione per fare qualcosa di buono per la nostra città e per il Paese. È un tentativo molto importante di continuare l’esperienza del governo Monti». Gian Luca Galletti, capogruppo Udc alla Camera era tra le cinquecento persone che sabato hanno affollato l’oratorio di Santa Cristina per il debutto bolognese dell’associazione di Luca Cordero di Montezemolo, Italia Futura. «Un segnale confortante», per la critica d’arte Silvia Evangelisti. Sotto le Due Torri gli iscritti sono 850, 2500 in regione. In settimana Italia Futura sbarcherà anche a Modena e Cesena, aspettando quando Montezemolo ufficializzerà la propria offerta politica. SEGUE A PAGINA VII

«A

Salsicce doc all’ippodromo dei ricconi etichetta “denominazione di origine controllata” è un attestato di qualità di un prodotto. Ottenerla non è facile. Non per nulla se ne fregiano il Parmigiano-Reggiano e il prosciutto di Parma, per restare dalle nostre parti, il gorgonzola per citare un altro prodotto italiano, lo champagne per andare all’estero. Nei giorni scorsi un nuovo prodotto straniero ha ricevuto l’ambita designazione: la salsiccia di Newmarket. Quest’ultima è una cittadina a nord-est di Londra, nei pressi di Cambridge, famosa perché vi aprì il primo ippodromo del Regno Unito e da allora diventata la capitale inglese dei cavalli da corsa: sceicchi arabi, petrolieri texani e ricconi da tutto il mondo partecipano alle aste di purosangue che vi si svolgono ogni anno. Cavalli da corsa, aste e sceicchi farebbero presumere una cucina più sofisticata, eppure il piatto più rinomato di Newmarket è appunto la sua “sausage”: confezionata da quelle parti sin dal 1880, vantava tra i suoi estimatori perfino la regina Vittoria, attirata in città, pure lei, dall’ippica. Sono stato qualche volta a Newmarket, perché un amico bolognese, Andrea Branchini, ha fondato proprio lì un’agenzia per il trasporto dei cavalli: mai una volta, tuttavia, che mi abbia portato a mangiare la locale prelibatezza. In attesa di assaggiarla in futuro, chiedo dunque un parere a lui: com’è questa salsiccia inglese a denominazione di origine controllata? “E’ grigio-scura, grossa, moderatamente piccante e piuttosto buona”, risponde. Per la cronaca, è il 50esimo prodotto britannico con il marchio “doc”: a dimostrazione che una cucina non ce l’abbiamo solo noi bolognesi, ma — incredibile eh? — anche gli inglesi.

L’

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Luca Cordero di Montezemolo


la Repubblica

SPORT

LUNEDÌ 12 NOVEMBRE 2012

BOLOGNA

■ II

Torino-Bologna 1-0

“Guardiamo avanti, ci salviamo in casa” Col Toro l’ottavo ko, ma Pioli resiste dopo il summit con Guaraldi e Zanzi SENZA SPINA DORSALE NÉ VECCHIA NÉ NUOVA EMILIO MARRESE (segue dalla prima di cronaca)

D

AVANTI a esibizioni come quella di ieri non possono più esserci argini al pessimismo: il campo conferma la classifica e questa, la peggiore squadra della A, è avviata di questo passo a retrocessione sicura. L’involuzione in atto è rapida quanto sconcertante. I risultati non puntellano certo Pioli, e beato chi è convinto che, cambiandolo, il misero tasso tecnico verrebbe sfruttato meglio. Un terzo di torneo è sufficiente per dire che Guarente e Pazienza in due non fanno Mudi così come Agliardi e Curci non fanno Gillet né Gabbiadini vale Ramirez. Solo una società di incompetenti poteva pensare di poter sostituire così alla leggera la spina dorsale di un anno fa: il resto è contorno, mediocre era e mediocre è rimasto, con tutti quei Kone, Pulzetti eccetera che sono intercambiabili nell’incapacità di incidere. Non fanno loro la differenza. E questo è il risultato, complimenti ai grandi strateghi di Casteldebole: poi mettessero il giardiniere che vogliono, tanto cambia poco finché il Bologna è nelle loro mani. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SIMONE MONARI TORINO — L’effetto è quello del piombo quando cade in acqua. Giù dritto. Il Bologna oggi è questo. La classifica è impietosa. E meno male che il Napoli ha vinto a Genova e l’Udinese ha acciuffato il Chievo. Dopo altri 90’ così, il minimo è avere la faccia spaesata del presidente Guaraldi a fine gara. O quella visibilmente preoccupata di Pioli, scoraggiato negli ultimi minuti dell’ottava sconfitta in 12 gare, la quinta nelle ultime sei. La preoccupazione monta. E la domanda delle cento pistole è in realtà quella che anche un bambino si porrebbe. Pioli è a rischio? La società medita l’esonero? «Non ci pensiamo nemmeno», diceva nel primo pomeriggio uno dei dirigenti rossoblù. E il quadro è rimasto quello anche dopo. «Ho parlato col presidente e col dg Zanzi, come sempre a fine gara», ha spiegato lo stesso Pioli. «Ovvio che non c’era felicità, ma c’è la volontà di guardare avanti e di pensare al Palermo. Credo proprio che la salvezza ce la giocheremo in casa e quindi la sfida di domenica diventa per noi estremamente importante». La prima di sette finali, com’era stata disegnata dal tecnico alla vigilia, sapete tutti com’è finita. Il successo del Torino, che in casa aveva vinto solo col Pescara, è legittimo, non strameritato ma legittimo. E la sconfitta del Bologna non è

“Non siamo felici ma vogliamo proseguire. La differenza stavolta l’ha fatta solo il gol. Col Palermo gara decisiva” molto diversa da altri rovesci sin qui patiti. Errori difensivi chiave nei momenti topici. Agliardi che non dà sicurezza in primis e sull’episodio chiave non convince affatto. Ma attenzione, c’è molto altro. C’è una squadra che non produce nulla, c’è un centrocampo che non assiste minimamente le punte e lo sfogo di Diamanti, che leggete a fianco, è indicativo. Giudicare Gillet e Gilardi-

no è molto difficile. Il primo non è mai stato chiamato in causa, il secondo si sbracciava chiedendo ai compagni di avvicinarsi, di non lasciarlo là, nella morsa granata, come un soldato intrappolato in territorio nemico che alza gli occhi e del suo esercito non vede nessuno. Pioli ha dipinto un quadro meno fosco, ma la sensazione è che dall’estate ad oggi abbia sopravvalutato la squadra e se stesso. Il suo contratto e la mancanza di liquidità del club lo tengono in vita, forse più della riconoscenza che gli si deve. Sulla sua serietà e sulla sua preparazione non è il caso nemmeno per un attimo di dubitare, ma la sua guida, sin qui, è stata di una modestia raggelante. A chi gli chiedeva se ha ancora la

squadra in mano, ha risposto di aver visto «un gruppo vivo, che voleva fare risultato». Probabilmente non ha torto. L’impegno e la dedizione, almeno quelli, ci sono stati. «La differenza l’ha fatta il gol, il Torino non ha avuto più rabbia e più intensità di noi, ha fatto un pochino di più, questo sì, com’era lecito aspettarsi, ma noi ci siamo secondo me contrapposti bene. Purtroppo – e ci ha insistito a lungo – abbiamo sbagliato troppi passaggi, tante palle sono state gestite male. Volevamo essere propositivi, ma tutti quegli errori tecnici ce l’hanno impedito». L’unica speranza, a questo punto, è che abbia ragione lui. Più che al mercato, bisogna pensare a migliorarsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


la Repubblica

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LUNEDÌ 12 NOVEMBRE 2012

BOLOGNA

PER SAPERNE DI PIÙ www.bolognafc.it bologna.repubblica.it/sport/

■ III

DOPPIA G Garics in azione difensiva e Gilardino che salta di testa: ancora pochi i palloni utili per il centravanti rossoblù

Il personaggio

LUCA BACCOLINI

ROSSOBLÙ ABBONATI ALLO 0-1: E’ IL QUARTO D’Ambrosio segna il gol-partita per il Toro: quarto 0-1 rossoblù, dopo Siena, Fiorentina e Cagliari

TORINO — E alla fine, più penetrante d’una radiografia, più spietato d’ogni possibile detrattore, Alessandro Diamanti ha fatto quello che finora nessuno aveva

E Alino striglia i compagni “Io mi gioco la vita, ci vuole più attaccamento” osato, fuori dal segreto degli spogliatoi: ammettere la fibra esilissima d’una squadra che alle penurie tecniche ha aggiunto il più preoccupante sintomo da retrocessione, l’impotenza agonistica. «Io quando indosso la maglia mi

gioco la vita, qui ci vuole attaccamento a questi colori». È stato uno sfogo, e come tale ne vanno capiti i toni impetuosi, debordanti, con una miriade di destinatari che sarebbe esercizio prosaico definire bersagli. Non li chiameremo così, ma stavolta i volti non detti erano tutt’altro che sfocati: «I nuovi arrivati devono seguire Pioli – ha incalzato subito Diamanti, chiamato da Prandelli per Italia-Francia di mercoledì bisogna andare dietro al mister altrimenti si fa difficile per tutti. Lui prepara le partite per-fet-tamen-te (sic, ndr) e bisogna stare attenti ai minimi particolari». Poi un’altra sferzata a tutto il tronco della squadra, reparto per reparto: «Durante le partite si attacca e si difende in undici. Ci siamo difesi bene, tranne sulla disattenzione del gol. Ma quando attacchiamo, lo facciamo male. Io e Gilardino eravamo molto distanti dagli altri e ci siamo ritrovati sempre contro 7-8 giocatori che ci marcavano a uomo. Così è impossibile fare bene. La fase offensiva va fatta con più coraggio e decisione. Ma soprattutto con più uomini». Difficile credere che negli spogliatoi ci sia stato il silenzio descritto da Sorensen, che ha negato persino le parole di Guaraldi

(non certo rimasto muto). Di sicuro, il messaggio feroce e addolorato del capitano non ha risparmiato nessuno. «Ci manca l’esperienza – ha rimarcato Diamanti, con un inevitabile e qui solo tacito riferimento all’emorragia inferta alla rosa passata –, e quando manca l’esperienza si deve andare avanti con l’entusiasmo. Se manca pure l’entusiasmo viene meno l’unica cosa che non ci può mancare in una situazione come la nostra». Uscirne? Sì, ma come? Non resta che la disperata tautologia: «Bisogna uscirne con una vittoria. Per ottenerla c’è da dare tutto col coltello tra i denti, bisogna dare il sangue, se occorre bisogna anche smettere di essere bravi ragazzi e fare più i figli di puttana». Pioli, almeno, non ha perso la fiducia dello spogliatoio: «Non c’è ombra di dubbio che siamo con lui - ancora Diamanti -, oggi doveva finire 0-0; il problema è che non siamo stati capaci nemmeno di fare quello». Un cronista ha accennato la parola proibita, «io di serie B non voglio nemmeno parlare», l’ha troncato Diamanti. Ma la classifica, anche se Pioli ha invitato a non leggerla, è lì a ricordarne i sinistri presagi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le pagelle

Pulzetti pena a sinistra su Cerci e rischia l’espulsione

Agliardi indeciso grave Perez e Guarente spariti AGLIARDI 5.5: la parabola di Santana lo induce in errore. Accenna l’uscita, poi rientra, smarrisce l’orientamento. Il colpo di testa di D’Ambrosio transita sul suo palo. L’indecisione è pesante. Prima, non sempre impeccabile, ma decisivo sul contatto Sansone-Cherubin. Istinto, gran riflesso. Antonsson 6: balla terribilmente solo sulla combinazione Bianchi-Sansone-Bianchi dopo 36’ (28’ st Gabbiadini sv:20’ senza lampi). Sorensen 6: complessivamente sicuro, tiene stretto il reparto. Cherubin 6:qualche titubanza più del danese, qualche rimbrotto di Pioli, anche lui più sicuro su Bianchi che sui tagli di Sansone. Rischia l’autorete dopo 14’, lì è decisivo Agliardi. Garics 6:resterà impresso l’erroraccio nel finale, quando apre il contropiede granata, ma nel complesso, difensivamente, non barcolla. Vives lo impensierisce il giusto, contro Santana è come al saloon, le prende e le dà. Spinge poco, quello è palese. Taider 5.5: dopo il gol è fra i

più vispi. Fino all’ultimo ci prova. Ma prima è deludente, non si inserisce, non appoggia le punte. Perez 5: un’infinità di appoggi sbagliati (14’ st Krhin 5.5: il suo ingresso è disastroso, due palloni ciccati, il rischio dell’imbarcata. Poi prova a far circolare il pallone e non c’è dubbio che in regia sia il meglio a disposizione). Guarente 5: poca corsa, poca incisività, non aiuta le punte. Pulzetti 5: complimenti a Cerci, di sicuro la scelta di piazzarlo lì non ha pagato. Prende un giallo, rischia il secondo (1’ st Motta 5.5: molto meglio, forse anche contro un Cerci meno vispo. Sarebbe sufficiente se sul gol non mostrasse una colpevole titubanza, oltre ad un’incertezza a inizio ripresa). Diamanti 6: assai impreciso anche lui, eppure vivo, a tutto campo, generosissimo. E solo. Gilardino 5.5: non gli riesce la girata del pari. Qualche spunto individuale, qualche fragilità, ma ancora una volta poco servito. (s.mon.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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