ilcds-stadio_24.10.2012

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GIOVEDI 8 NOVEMBRE IL DI VAIO-DAY BOLOGNA - « Vi porterò sempre nel mio cuore» aveva scritto sulla maglietta Marco Di Vaio, nel giorno del suo addio al DallAra. Lappuntamento è vicino, anche se cè stato un cambiamento di programma. Dunque: il Bologna giocherà contro il Montreal Impact di Di Vaio (e di Nesta) giovedì 8 novembre a Casteldebole. Non più alle 15.30, ma alle 18.30. Il motivo? Permettere a più tifosi possibili - in un giorno lavorativo - di riabbracciare il capitano di tante battaglie.

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IERI A CASTELDEBOLE SQUADRA DAVANTI ALLA TIVÙ PER CORREGGERE GLI ERRORI Trequarti dora di ripasso, il reparto difensivo sotto osservazione. Così Pioli cerca la soluzione

BOLOGNA - Ora vi siedete qui, mettetevi comodi. Poi ha chiesto di spegnere la luce. Ha preso il telecomando. E ha acceso la tivù. Va in onda il Bologna Horror Picture Show. Ha usato molto il tasto del replay. Avete visto dovè lerrore? Cagliari, ma non solo. Il dvd che ieri pomeriggio Stefano Pioli ha mostrato alla squadra riunita nella sala conferenze è una compilation degli errori che il Bologna ha commesso in queste prime otto giornate di campionato. Vedete qui? Avete sbagliato tutti. Non ha avuto bisogno di urlare, il tecnico del Bologna. Voce ferma, concetti chiari. E ha richiesto la massima attenzione di tutti i giocatori. Mica come qualche giorno fa, quando Gimenez si è reso protagonista di un episodio poco piacevole, quando ha risposto in malo modo al tecnico che lo aveva richiamato per la scarsa attenzione dimostrata. ieri il « Bologna Horror Picture Show» è andato in onda dalle 14.40 alle 15.25: tre quarti dora di ripasso, prima di un allenamento diretto con modi insolitamente duri (molte le urla). « Gli errori individuali stanno pesando - spiegava ieri Pioli - basta analizzare i gol che abbiamo preso. Sono undici, e mai in inferiorità numerica. Tutte le volte eravamo sempre in superiorità...». Lo dice con molto rammarico, eppure si sforza di cercare luscita dalla crisi. Errori individuali. Quelli ha analizzato ieri Pioli. Cagliari, ma non solo. Anche lo spaesamento dimostrato a Firenze, con Jovetic libero di colpire alla distanza di un sospiro da Agliardi. E più indietro - saltando il 4-0 rifilato al Catania, unica partita chiusa senza subire gol - ecco il concentrato di errori di Siena. Errori di reparto e individuali: luscita di Perez dalla sua zona, il pallone perso, Natali e Antonsson tagliati fuori da una finta. Ancora, la fragilità dimostrata sui calci piazzati (Pescara, ma pure i due gol del Chievo). Insomma, materiale su cui riflettere ce nera abbastanza. Errori da cancellare pure. « Stiamo pagando tutto», sosteneva amaro Pioli. Che però non snatura le sue convinzioni. Dallinizio della stagione il tecnico alterna i due moduli difensivi, la difesa a tre e a quattro, ma evita di caricare il modulo di troppe responsabilità. E in fondo - al di là della maggiore impressione di solidità che la difesa a quattro restituisce agli occhi di chi guarda - ha pure ragione. I gol subiti dal Bologna sono - almeno per la metà - evitabili. Non necessariamente questo è un aspetto che induce allottimismo, ma da qualche parte bisogna pur prendere la rincorsa e Pioli ieri lha presa piazzando i giocatori davanti allo schermo. E spegnete la luce, sperando che nessuno abbia paura del buio.

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L A S C O S S A Pioli: Così rinasceremo Il tecnico parla per tutti: «La strada è in salita, ma noi siamo scalatori...» di Furio Zara BOLOGNA - Il busto piegato in avanti, posizione dattacco, ci tiene a quello che sta per dire. Non finge. Lo sguardo teso. Gli occhi, due fessure. Vivi, però. Stefano Pioli - suo malgrado - si prende la scena. E la prima volta da quando siede sulla panchina del Bologna. E una novità assoluta. Ne sente lurgenza, quasi fisica. Il momento lo impone. Il Bologna è in crisi. Lui no. E fiducioso. Serve qualcuno che ci metta la faccia. Ce la mette lui. I giocatori peggiorerebbero la situazione, lo sa. Parla. Più di cinque minuti di monologo. Parte con alcuni slogan. Si è preparato. Sa cosa deve dire, non vuole incepparsi. Svuotato il sacco dei «Mi fido di questo concetti chiave, il gruppo, a 40 punti discorso procede più ci arriviamo... fluido. E più lui. Eccolo, Mercato? Tocca al il vero Pioli. Non si club decidere» gratta la barba, non si massaggia la nuca, non si morde le labbra. Segnali positivi. Lansia non gli appartiene. I gomiti sul tavolo, le mani ferme. Riesce a controllarsi. Ha la piena padronanza di se. La tonalità della voce è appena un po più alta del solito. Incosciamente: vuole farsi sentire anche da chi non lo sta ascoltando in questo momento, i giocatori. Il battito delle palpebre è regolare. Una persona mediamente batte gli occhi una decina di volte al minuto. Se la frequenza aumenta, lemozione è in agguato. Non si fa fregare. Solo una volta arretra con la schiena, piegandola indietro. Gioca in difesa. E quando gli viene fatto notare il saldo negativo della qualità complessiva della squadra rispetto allanno scorso. Replica passando al contrattacco, si sporge avanti, spiega, fa notare, snocciola dati, numeri, statistiche. Laria della sala stampa si riempie di equazioni matematiche, per un attimo si ha tutti lillusione che basti veramente schioccare le dita per risolverla.

SLOGAN E PAROLE - Pronti, via. « E il momento giusto per parlare, io devo metterci la faccia e spiegare la situazione. Sono qui per questo motivo, per mandare un segnale forte, non lavevo mai fatto in passato ». Lo sta facendo ora. Pioli parla per concetti. Sono pensieri chiari, definitivi. Ne abbiamo isolati dieci (potete leggerli in alto). E un Pioli che parla di momenti negativi ma anche di salite e discese, di fiducia, bicchieri mezzi pieni, percorsi di crescita che richiedono tempo. Parla di molto, poi arriva allimmagine del bambù. « Siamo come il bambù, una pianta che appena la 84 of 173


semini non ti dà niente, ma poi esplode ». Sorvola sul fatto che il bambù, che è una pianta tropicale, ha bisogno di un «Sette punti in otto ambiente caldo, umido, decisamente luminoso. Come dire partite sono pochi che il Bologna migliore lo vedremo questaltra primavera, ma il bicchiere io lo campa cavallo. « Sette punti in otto partite sono pochi e vedo sempre chiunque considererebbe il bicchiere mezzo vuoto...Io no ». mezzo pieno» Lui no. Pioli guarda oltre. « Non abbiamo tanto tempo. Lo so io e lo sanno i giocatori ». Ma lo conforta un dato che emerge dalle statistiche che il suo staff gli mette a disposizione settimanalmente. « In almeno sei partite su otto, escludendo Chievo e Fiorentina e pur cambiando sistema di gioco, lavversario di turno non ci ha mai messo sotto. Abbiamo commesso errori, sì, talvolta anche gravi. E sono stati questi errori a pregiudicare il nostro risultato ». Scansa come lortica il paragone con la squadra dellanno scorso. E ha pure ragione. Non si può vivere di continui rimandi, girando sempre le spalle al presente. Il passato va da sè - è una terra straniera. E per Pioli è terra minata. « Le prestazioni ci sono, e i valori di questa squadra pure. Ci manca poco per portare a casa il risultato, ma quel poco non ce lo dà nessuno. Determinazione, cattiveria, più applicazione nel lavoro: ecco cosa voglio dai miei ragazzi». Cede solo in un momeno, ma non cerca alibi. «Senza le assenze di Portanova e Natali avrei dato più continuità alla difesa a tre...». Non si nasconde. Non è da lui. «Neppure io sono esente da colpe. Quando i risultati non vengono si possono imputare colpe anche allallenatore». E a chi gli fa notare che - forse - ha abbozzato troppo in sede estiva di campagna acquisti, ratificando il mercato al risparmio della società e la cessione di tanti (troppi?) elementi pesanti della squadra, Stefano Pioli risponde così. «Io credo che questa sia una squadra che ha tutte le capacità per raggiungere prima possibile i 40 punti. Il mercato di gennaio? Mancano tante partite. E comunque cè una società che farà le sue valutazioni a tempo debito». Quello che doveva dire, lha detto. Pioli ha lanciato un segnale. Scopriremo fin da domenica se il Bologna è pronto a raccoglierlo.

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IL TRITTICO VISTO DAL TECNICO Cè lInter, parte il ciclo «E noi non ci faremo mettere i piedi in testa» BOLOGNA - « Sì, ora lInter sta facendo molto bene, ma se pensano di venire a Bologna e metterci piedi in testa rimarranno delusi ». Non è solo il proclama dovuto di un allenatore che carica la sua squadra in un momento di crisi, stavolta è qualcosa di più. Quando Stefano Pioli se ne esce con una frase così, lui solitamente molto sobrio e zero spaccone; significa che sta cercando di forzare la situazione, vuole dire che sta cercando di spingere questo Bologna oltre i suoi limiti. E un modo anche questo per farsi forza. Comunque: domenica al DallAra arriva lInter cui Stramaccioni ha dato dopo qualche inciampo - un equilibrio. E la prima volta che Pioli affronta lInter al DallAra. Lanno scorso i nerazzurri scesero a Bologna alla 5ª giornata, 4ª partita di Bisoli in panchina: 1-3, Pazzini, Diamanti su rigore, poi lInter che prese il largo negli ultimi nove minuti con Milito e Lucio. Dopo i nerazzurri Fu la serata che convinse Guaraldi a dare a Bisoli una prova Juventus e dappello, la settimana successiva a Udine in quella che poi Udinese E il si rivelò lultima partita del tecnico sulla panchina del momento che Bologna. Sempre lanno scorso, Pioli ha centrato a San Siro decide la stagione una delle vittorie più eclatanti della stagione: 3-0 per i per tutti quanti rossoblù, che giocavano sul tapis-roulant, doppio Di Vaio e Acquafresca, mentre Ranieri naufragava. E una partita, quella, che non fa testo. Si giocò un venerdì di febbraio, il Bologna stava attraversando il suo magic-moment.

IN SEQUENZA - Altra storia, quella di oggi. Il Bologna di Pioli è atteso da un ciclo che definire terribile è scegliere la via più comoda, ma è la pura verità. LInter domenica al DallAra, la Juventus a Torino il mercoledì del turno infrasettimanale, lUdinese di nuovo in casa. E poi: trasferta a Torino, Palermo in casa, trasferta a Genova per affrontare la Sampdoria. A quel punto, si chiude Novembre. Diciamo che si sono stati calendari migliori. « E sempre un impegno difficile quando affronti tre partite in una settimana », sottolineava ieri Stefano Pioli. E il secondo trittico stagionale per il Bologna. Dal 23 settembre al 30 ha già affrontato in sequenza il Pescara, il Siena e il Catania. Quattro punti, con il colpo di reni e il poker calato per il 4-0 al Catania allultimo dei tre giri di giostra. Stavolta sarà più dura, non fosse altro che per il blasone (e la forza reale soprattutto) delle tre squadre che il Bologna andrà ad affrontare.

LO SPOGLIATOIO - Pioli stesso sa di giocarsi molto in queste tre partite. Non tanto per la solidità della sua posizione (la società gli ha rinnovato la fiducia, non ce nera bisogno, e giustamente si va avanti con lui), quanto per la capacità che avrà di tenere ben saldo questo gruppo. Al di là delle parole di rito che i calciatori ripetono in coro - « Non ho mai trovato un gruppo così bello come quello di questanno qui a Bologna » va segnalato come in realtà qualche crepa ci sia, non ultimo il procedimento disciplinare preso nei confronti di Gimeneza alla vigilia della trasferta di Cagliari. Lanno scorso non era mai successo, o almeno non aveva mai raggiunto la soglia dellufficialità. Da qualsiasi parte la si voglia vedere, non è un segnale positivo. Cè infine un altro aspetto da considerare per ribadire come questo trittico di partite sia veramente lo spartiacque della stagione del Bologna. Uscire rinfrancati (sotto laspetto dei risultati) significherebbe tornare a respirare aria buona e tornare a lavorare con

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quella serenità che oggi non cè più; uscirne con le ossa rotte invece complicherebbe non soltanto il lavoro di Pioli e il suo rapporto con il gruppo, ma anche le strategie della società. Che si vedrebbe costretta ad agire con lansia addosso anche in sede di quel mercato che una volta si chiamava di riparazione, ed era un termine che spiegava bene le necessità di chi vi operava. Riparare non significa necessariamente migliorare, ma è un modo - più o meno buono - di tappare una falla.

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la Repubblica MERCOLEDÌ 24 OTTOBRE 2012

@

SPORT

BOLOGNA

PER SAPERNE DI PIÙ www.bolognafc.it www.legaduebasket.it

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La crisi rossoblù

“Errori e difetti, eppure il Bologna ha tutto per salvarsi” Pioli: “Ora parlo io: pochi ci hanno dominato e anche l’Inter non creda di metterci i piedi in testa” SIMONE MONARI QUALCUNO ci ha provato a suggerirglielo, ieri pomeriggio, che questo Bologna è decisamente inferiore al precedente, ma Stefano Pioli, nel suo inusuale martedì con la stampa a Casteldebole, s’è sottratto al paragone. «La verità è che si tratta di due squadre completamente diverse. Ma credo pure che questa abbia tutte le possibilità e le capacità di raggiungere il prima possibile l’obiettivo dei 40 punti. Che era poi quello che avevamo anche l’anno scorso». Quando si è presentato, dopo pranzo, Pioli ha zittito il vociare dei cronisti con un perentorio «oggi parlo io». Non era mai suc-

cesso, alla ripresa degli allenamenti. L’ha fatto, quasi accigliato ma mai polemico, per dire che nonostante i 7 punti in 8 gare lui è ottimista. «Voglio che i miei giocatori si concentrino al massimo sul campo, io sono qui per dirvi che vedo il bicchiere mezzo pieno, perché i risultati non stanno rispecchiando le prestazioni. Il nostro non è un corso, ma un percorso di crescita e so bene che non abbiamo tutto il tempo che vorremmo, per cui la classifica bisognerà migliorarla in fretta, ma il mio ottimismo, quello su cui poggio le mie convinzioni, si basa su numeri e statistiche, che nel calcio sono l’unica cosa concreta; mica parlo del vento contrario. Le statistiche dicono che, se si eccet-

Basket

La squadra chiede chiarimenti a Romagnoli. Che entro sabato deciderà

Gli Eagles proclamano lo sciopero ma costano tanto e rischiano la stagione

ROMAGNOLI Ha versato 40mila euro all’asta Fortitudo. Ora, altri 160mila

IL DESTINO degli Eagles si deciderà a ore. Sabato la holding Fortitudo 2011, ovvero Romagnoli e soci, intende depositare presso il curatore fallimentare Lovato i 160mila euro utili a completare l’acquisto del pacchetto, dopo i 40mila versati per l’asta. Per quella data la proprietà dovrà aver scelto la strada. Andare fino al termine della stagione con Biancoblù ed Eagles era il primo intento, ma il milione che serve per finire l’anno alimenta dubbi sul futuro prossimo. Il piano è da completare in fretta e trapelano gli scenari già imbastiti dalla proprietà. A giugno 2013 le due squadre andrebbero su un binario morto per far nascere una società nuova, semprechè gli Eagles proseguano la stagione, previa ridiscussione dei contratti. Impervia invece la partita diplomatica con la Fossa: all’oggi pare dura trattare, dopo le tensioni di martedì al Tribunale. E infine, dopo che Sacrati per due mesi non ha messo un centesimo, da ieri gli Eagles sono in sciopero. «Non c’è un campo per gli allenamenti - recita il comunicato -, manca il necessario, dalle fasciature alle divise all’acqua e anticipiamo pure le spese. Sollecitiamo un chiarimento con la proprietà. In attesa ci riserviamo di sospendere gli allenamenti». (f. fo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

La lettera

Martinelli replica all’ex coach: “A Bologna anticipai la spending review”

Repesa ricorda male, non scappai coi soldi feci una Effe da scudetto e gli diedi 20 punti

MARTINELLI Resse la Effe nel 2006-07, dopo Seragnoli e prima di Sacrati

HO LETTO su “Repubblica” un’intervista a Repesa che riferisce di inesattezze clamorose (falsi?). Mi accuserebbe di aver venduto giocatori, mentre tutti sanno che invece m’opposi, con successo, al “rapimento” di Belinelli da lui stesso fortemente voluto a Roma. Lo stesso Repesa non può ignorare, ed è giusto che nessuno l’ignori, che i big che andarono via (Lorbek, Diawara e Becirovic) esercitarono clausole rescissorie non certo a mia firma, e furono comunque sostituiti con Edney, Thomas, Shumpert e Bluthenthal, tanto che la stampa indicava la Fortitudo come autorevole pretendente allo scudetto. Giova poi ricordare che quando, come acutamente scrisse Valerio Bianchini, ”Repesa porse il capo all’incoronazione sul campo”, ne prese venti abbondanti con la sua Roma. Quanto all’esser andato via coi soldi, devo ricordare che non presi un solo euro dalle casse, avendo ceduto al dottor Sacrati le quote di mia proprietà che avevo personalmente comprato e rivalutato con una spending review ante litteram. Prima che io le rilevassi, le uniche proposte d’acquisto pervenute erano “passive” cioè venivano richiesti soldi al dottor Seragnoli per rilevarla. Cordiali saluti Michele Martinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stefano Pioli, allenatore del Bologna dal 4 ottobre 2011 tuano le trasferte di Verona e Firenze, nessuno ci ha mai messo sotto. Mi riferisco allo sviluppo, all’interpretazione, allo svolgimento della partita, ai tiri fatti, a quelli subìti. E i dati sono anche

superiori all’anno scorso». E allora cosa c’è che non va? Inevitabile domandarselo e domandarglielo. «Ci sono situazioni che ci stanno penalizzando molto, gli errori individuali stan-

no pesando, basta vedere il gol preso a Cagliari. Mi aspetto miglioramenti veloci e tangibili, ma son convinto che ci manchi poco, ovverosia determinazione, aggressività, lucidità. Ma so pure che non è un passaggio facile. Per la mole di gioco che esprimiamo dobbiamo diventare più pericolosi. E sta un po’ mancando l’apporto dei centrocampisti alla manovra offensiva, devono e possono inserirsi di più». Nessun j’accuse, e un velo d’autocritica: «Se i risultati stentano è chiaro che anche il tecnico ha delle responsabilità. Quanto ai confronti col passato ero e sono preparato, ma ricordatevi che la nostra corsa vera iniziò dopo gennaio, prima il cammino era stato

molto altalenante». Anche sul modulo e su alcune scelte, Pioli non ci ha girato attorno: «Avessimo avuto uno fra Portanova o Natali, avremmo insistito più sulla difesa a tre che su quella a quattro, ma non penso che vittorie e sconfitte siano dipese dalle posizioni in campo. Gilardino e Gabbiadini credo proprio che possano coesistere, Diamanti cerco di imbrigliarlo meno che posso». L’attacco perde pezzi, Acquafresca (coscia) e Gimenez (polpaccio) fuori un mese. La chiusura è un messaggio. Ai suoi e all’ambiente. «Se l’Inter crede domenica di venir qui a metterci i piedi in testa, beh, tranquilli, le faremo cambiare idea». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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