ilcds-stadio_27.10.2012

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SCOCCA LORA DI GABBIADINI Pioli ha deciso: giocherà titolare contro lInter. E la sua grande chance

di Claudio Beneforti BOLOGNA - Lora di Manolo Gabbiadini. A meno di ripensamenti, Stefano Pioli farà capire fin da oggi di pensare al suo impiego accanto a Gilardino e davanti a Diamanti, e anche se non lo farà capire, magari per non dare vantaggi allInter, la sua idea è questa e non a caso sta lavorando su questa soluzione da martedì, e cioè dal giorno in cui il Bologna ha ripreso il lavoro dopo la domenica amara di Cagliari. Perché proprio contro lInter Pioli ha deciso di imboccare questa strada? Facile, perché Pioli ritiene che i vantaggi dellattaccante in più siano superiori agli svantaggi, anche se poi sarà il campo a dover Manolo Gabbiadini, 20 anni, dire quella che è la verità assoluta. E evidente cerca spazio e potrebbe che lallenatore del Bologna farà un discorso debuttare dal primo minuto chiaro ai suoi tre attaccanti, perché solo domani pomeriggio nella sfida Il tecnico lancia i nel caso in cui al DallAra contro lInter (Getty tre davanti avessero Images) pensando di latteggiamento giusto il riproporre una Bologna finirebbe per specie di tridente non correre troppo rischi nella fase di non possesso palla. come lanno scorso Come daltra parte succedeva nel campionato passato quando in campo andavano Diamanti, Ramirez e Di Vaio: allora lavorando tanto, i tre sapevano assicurare i giusti equilibri al Bologna anche quando il pallone lo giocavano gli avversari, e dovranno fare altrettanto i tre uomini di attacco di oggi, altrimenti Pioli sarà costretto a rivisitare quella che ora come ora sembra anche una scelta lungimirante.

GILARDINO DOPO DENIS - Inutile nascondere che il ragazzo che la Juventus ha prelevato in estate dallAtalanta e che poi ha girato al Bologna con la formula del prestito secco era arrivato sotto le due torri per trovare quegli spazi che a Bergamo gli erano mancati per la presenza di Denis. Già il suo arrivo era stato complicato, considerati i problemi legati allo sbarco allAtalanta come contropartita tecnica di James Troisi, a un certo punto il Bologna aveva anche pensato di buttarsi su Longo dellInter, non riuscendo a chiudere loperazione per il mancato arrivo del transfert dellala australiana, ma alla fine aveva preferito aspettarlo, credendo fortemente nelle sue qualità e ritenendolo lattaccante giusto per quelle che erano le idee tattiche di Pioli. Invece poi è successo che Floccari ha voltato le spalle al Bologna e che Zanzi si è buttato su Gilardino, con la conseguenza che sia per Gabbiadini che per Acquafresca si sono chiuse tante porte. Morale: fuggito da Denis, Gabbiadini si è ritrovato davanti Gilardino e in quei momenti ha capito che sarebbe cambiato poco rispetto al campionato passato, primo punto, e che avrebbe rischiato di perdere unaltra annata, secondo punto.

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LA SVOLTA - E lo aveva capito anche la Juventus, che per la metà di Gabbiadini aveva versato nelle casse dellAtalanta sui 5,5 milioni (o meglio 3,5 milioni più la metà di Troisi, valutato 2 milioni). Già dopo lacquisto di Gilardino quelli della Juventus avevano evidenziato al Bologna il loro disappunto, poi è stato il direttore sportivo dei bianconeri Fabio Paratici (braccio destro di Marotta) a far sapere a Zanzi che a gennaio la Juventus avrebbe ripreso Gabiadini, considerato che nel Bologna non stava trovando posto. Va detto che Gabbiadini ci ha sempre dato dentro e che quando è stato impiegato ha sempre fatto quanto meno il suo, ma è chiaro che i risultati della squadra e anche linfortunio capitato ad Acquafresca gli hanno consentito di avere unopportunità importante, che per niente al mondo a questo punto può sprecare. Gabbiadini è una prima punta come Gilardino, è vero, ma è anche un attaccante che ha gamba, forza e la capacità di assicurare quegli strappi dei quali il Bologna ha bisogno. Ecco il motivo per il quale Gabbiadini (più di Acquafresca) può anche giocare con Gilardino, a patto che gli lavori soprattutto alle spalle e che in area di rigore non faccia gli stessi suoi movimenti.

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I VANTAGGI DELLE DUE PUNTE Con Manolo più qualità in campo e Diamanti torna sulla trequarti BOLOGNA - Quali sono i vantaggi dellattaccante in più, in questo caso dellimpiego di Manolo Gabbiadini accanto a Gilardino, con Diamanti alle loro spalle? Prima di tutto perché il Bologna ha bisogno di ragazzi di qualità, che sappiano giocare bene a calcio e Gabbiadini ha queste caratteristiche. E poco importa se lavversario di domani è lInter, considerato che è sempre una questione di atteggiamento: se hai i concetti giusti nella testa non conta il numero delle punte, se non li hai puoi giocare anche con un solo attaccante ma finisci per soffrire ugualmente. Andiamo avanti, altro punto. Aggiungendo un uomo allattacco, allatto pratico Pioli consentirà a Diamanti di essere marcato 8 volte su 10 da un centrocampista e non da un difensore, visto che i centrali difensivi saranno chiamati a seguire i due attaccanti del Bologna. E ciò permetterà a Alino Diamanti (Ansa) Diamanti di tornare a sterzare e di saltare luomo con più facilità, e di conseguenza di creare anche la maggioranza numerica. Va sottolineato come Diamanti avesse determinato da secondo attaccante o da trequartista dietro a Gilardino sia contro il Milan che contro la Roma, ma anche come nelle ultime partite ha evidenziato le sue difficoltà, e forse nasce anche da ciò la decisione di Pioli di consentirgli di tornare a fare il trequartista dietro alle due punte, sapendo bene che tanto non si risparmierà nella fase passiva. Altro vantaggio: Gilardino sarà marcato da un solo difensore e non da due, e questo gli permetterà di essere ancora più pericoloso dentro larea di rigore, a patto che Gabbiadini non faccia gli stessi percorsi di Gila. Senza dimenticare che anche Gabbiadini in area di rigore ci sa stare, essendo forte sia di piede che di testa. E ancora: dovendo marcare due attaccanti e non uno anche i difensori avversari si stancano di più, considerato anche che Gabbiadini ha forza nelle gambe e con la sua capacità di strappare può ribaltare bene lazione. E quando dietro sei stanco, rischi di perdere anche un po di lucidità, con Gilardino che potrebbe approfittarne.

c. ben.

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GLI SVANTAGGI DELLE DUE PUNTE Il rischio è linferiorità numerica nella zona chiave: a centrocampo BOLOGNA - E ora andiamo a vedere quelli che sono i rischi dellimpiego del terzo uomo di attacco, perché è chiaro che quando il pallone lo giocano gli altri il pericolo che la squadra perda equilibri e distanze cresce. Con un centrocampista in meno è evidente che il Bologna sarà chiamato a soffrire di più, perché i tre centrocampisti rossoblù dovranno lavorare tanto anche sugli esterni dellInter. Non solo: nel caso in cui gli attaccanti non dessero una mano nella fase passiva del gioco, i centrocampisti finirebbero per trovarsi sempre in inferiorità numerica e di conseguenza, a quel punto, arriverebbe anche troppa roba dalle parti dei difensori. Ecco il motivo per il quale Pioli si raccomanderà con i suoi tre uomini di attacco di abbassarsi sempre quando il pallone lo giocherà lInter, perché almeno due tra Gabbiadini, Michele Pazienza (Getty I.) Gilardino e Diamanti dovranno per forza dare una mano ai compagni nella fase di non possesso, perché se ciò non accadesse lInter farebbe una passeggiata domani al DallAra. Ora bisognerà anche vedere se lInter giocherà con Cassano, Palacio e Milito come è successo domenica passata contro il Catania oppure se Stramaccioni impiegherà Alvarez al posto di Cassano o di Palacio, ma indipendentemente da quelle che saranno le scelte dellallenatore nerazzurro il Bologna dovrà costruire una partita di grandi sacrifici, di grandi corse e rincorse, altrimenti saranno guai contro giocatori che hanno un tasso tecnico superiore. Lo scorso anno, e Pioli lo ha sottolineato più di una volta, il Bologna ha potuto permettersi il lusso di giocare con tre uomini di attacco (e cioè Diamanti, Ramirez e Di Vaio) solo perchè tutti e tre hanno sempre fatto un grande lavoro sugli avversari, anche se alle loro spalle cerano due autentiche dighe come Perez e Mudingayi. Pensate come e quanto dovranno lavorare ora Gilardino, Gabbiadini e lo stesso Diamanti contro lInter (e anche in seguito se questa soluzione sarà riproposta), non avendo neanche alle spalle questi due grandi incontristi (Mudi sarà un avversario, Perez dovrebbe rientrare tra una settimana, dieci giorni).

c. ben.

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1 1 1 Minuti giocati da subentrante

Manolo Gabbiadini si è alzato dalla panchina sei volte (su un totale di 8 partite), lultima a Cagliari. In totale ha giocato 111 minuti, ovviamente tutti da subentrante. Lattaccante rossoblÚ ha tirato in porta 5 volte (3 nello specchio), ha subito 3 falli (4 quelli fatti) e ha a carico una ammonizione

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6 I gol in carriera tra A (1) e B (5)

Manolo Gabbiadini ha segnato un solo gol in serie A. Lanno scorso durante Atalanta-Bologna. Il suo gol ha aperto le marcature di una partita che poi è finita 2-0 per i bergamaschi. In serie B invece, nella stagione 1010-11, ha vestito la maglia del Cittadella andando a segno in cinque occasioni

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1 Partita con la nazionale A

Lattaccante del Bologna ha già avuto, a soli ventanni, il privilegio del debutto con la maglia della nazionale maggiore del ct Prandelli. E successo in Svizzera, allo Stade de Suisse di Berna, il 15 agosto del 2012, quando durante Italia-Inghilterra (1-2) è entrato nel secondo tempo

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1 0 I gol segnati con lUnder 21

Il 17 novembre del 2010 Gabbiadini ha esordito con lUnder 21 (Italia-Turchia 2-1). Il 29 marzo 2011 ha realizzato il suo primo gol in amichevole contro la Germania. Finora le presenze sono state 16: 10 gol (tra cui una tripletta contro il Liechtenstein e una doppietta contro lUngheria)

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5 , 5 Milioni pagati dalla Juventus per la metĂ

La scorsa estate il Bologna ha rilevato Manolo Gabbiadini in prestito secco dalla Juventus, che a sua volta aveva pagato la compartecipazione 5,5 milioni, comprensivi dei 3,5 di valutazione dellattaccante piÚ i 2 con cui è stato valutato James Troisi, ala australiana in forza allAtalanta

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la Repubblica SABATO 27 OTTOBRE 2012

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Domani Bologna-Inter

La società

Anche i tifosi all’assemblea degli azionisti

Chiuso il bilancio il passivo del Bfc è di 6 milioni

Il giorno di Gabbiadini e la riscossa di una tuta blu

ha atteso l’infortunio di Acquafresca per lanciare Gabbiadini. Eppure fin qui le cose migliori le aveva fatte intravedere proprio quest’ultimo e con 153 minuti in meno del collega a disposizione. Da lui il Bologna vuole rapidità, dribbling, spazi aperti per Gilardino. Cercherà ispirazione e ricordi dall’idolo dell’adolescenza, Cristiano Doni, che ora è lontano e nominarlo è un tabù. Non per lui: «Resta il mio modello calcistico a prescindere da quello che è successo fuori dal campo», disse Gabbiadini presentandosi qui. Finalmente è giunta l’ora di dimostrarlo.

PER la prima volta dal varo delle associazioni rossoblù ideate da Consorte nel gennaio 2011, i rappresentanti dei tifosi hanno partecipato a un consiglio societario. L’occasione è venuta ieri mattina per l’assemblea dei soci di Bologna 2010, nel cui capitale sono confluiti anche gli 880.710 euro delle sottoscrizioni popolari (487.537 solo dai tifosi di FuturoRossoblù). All’approvazione del bilancio al 30/06/2012, chiuso con i previsti 6 milioni di passivo (dovuti anche al pagamento dei premi personalizzati e dei premi salvezza), hanno partecipato Manuel Gulmanelli per i tifosi, Valentino Di Pisa per i commercianti, Sergio Tagliavini per gli artigiani e il notaio Carlo Vico per i professionisti. «Non ci hanno trattato da intrusi, anzi, c’era un clima caloroso», ha garantito Gulmanelli, che a margine ha anche presentato una serie di richieste di chiarimento sui costi legati al centro tecnico. Presto le quattro associazioni saranno chiamate a eleggere un solo rappresentante, che potrebbe far parte del consiglio d’amministrazione con ruoli più operativi della mera rappresentanza. (luca baccolini)

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Dall’officina dello zio ai 25 mila del Dall’Ara LUCA BACCOLINI CI SONO volute otto giornate e poi il doppio infortunio ad Acquafresca e Gimenez (entrambi fuori un mese) per liberare la strada a Manolo Gabbiadini. Non proprio quella che si definirebbe un’investitura per l’attaccante in prestito dalla Juventus, che domani partirà per la prima volta titolare, al fianco di Gilardino, con la regia offensiva di Diamanti, redivivo trequartista. Fin qui, Pioli l’aveva segmentato in sei spezzoni: centotré minuti in tutto. Terminata l’attesa, non senza il malumore della casa madre che ne auspicava un utilizzo più frequente, Gabbiadini conoscerà il campo in una cornice migliore del suo ultimo cammeo cagliaritano: al Dall’Ara ci saranno almeno 25.000 spettatori, poiché la sola prevendita toccava già ieri 10.000 biglietti, oltre ai 13 mila abbonati. In tribuna d’onore anche alcuni reduci dello scudetto del ‘64 (Fogli, Perani, Pavinato, con un pensiero a Pascutti, operato da poco) per commemorare

Nel ricordo di Haller alcuni “ragazzi” del ’64 in tribuna E il club premia Rossi e Grimaldi SI CAMBIA ANCORA

Helmut Haller nella partita più sua d’ogni altra, contro gli eterni rivali interisti. Prima del via saranno invece premiate Jessica Rossi e Martina Grimaldi, oro e bronzo bolognesissimi all’Olimpiade di Londra. Gabbiadini cercherà il primo gol rossoblù nel mese d’ottobre, lui che l’unica rete in serie A l’aveva trovata proprio contro il Bfc, il 25 marzo scorso vestendo sempre il nerazzurro, ma all’Atalanta. Il sindaco di Bolgore, dov’è cresciuto vicino a Bergamo, s’era raccomandato: «Quando segni urla Bolgore, così tutti si ricorderanno di noi». Pare che nella fretta Manolo ab-

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Contro l’Inter, due punte più Diamanti alle spalle

Manolo Gabbiadini, 21 anni fra un mese, in prestito dalla Juve

bia dimenticato la promessa. Certo, non ha scordato la gavetta da ragazzo di bottega, quando il primo contratto firmato non era nemmeno paragonabile ai 400.000 euro attuali. Per tre anni, dal 2007 al 2010, Gabbiadini era apprendista part-time all’officina degli zii che porta il suo stesso cognome. Ha cominciato appena gli fu possibile, il giorno dopo aver compiuto 16 anni. Doveva risparmiare per comprarsi la Golf una volta maggiorenne. E c’è riuscito. Solo che poi non l’ha più voluta lasciare e pur di rimanere fedele al primo amore, ne ha comprata un’altra nuova anziché cedere alla moda del suv.

L’unico capriccio sarebbe stato dipingere i copricerchi di nero. Ma ha desistito anche in quel caso. Il papà camionista non ha mai smesso di scarrozzarlo in giro, dopo averlo visto nascere a Calcinate, paese bergamasco di 4.000 anime che ha dato i natali anche a Vierchowood e Fabio Volo. Là il calcio era già un affare di famiglia. La sorella Melania, che ha otto anni e parecchi gol in più in carriera, dal 2000 è una calciatrice professionista, una delle migliori in circolazione, nel giro stabile della nazionale femminile. Ama i tatuaggi, lei, e ne ha disegnati tre sul corpo del fratello come portafortuna. Pioli però


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BOLOGNA

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L’intervista

Pianeta Fontolan, ieri oggi e domani “Meglio i bambini di questo calcio qui” In tv con la Ventura: “La mia vita, i miei guai e quei 4 anni bellissimi” SIMONE MONARI «PARLO volentieri, ma ho i bambini in campo che mi aspettano». Garbagnate Milanese, le 4 del pomeriggio. Da una porta dello spogliatoio sbuca Davide Fontolan, il caro FontolinoFontolan che domenica sarà ospite della prima puntata di “Cielo che gol”, la trasmissione del pomeriggio di Simona Ventura in onda sul 26 del digitale terrestre e sul 129 di Sky. «Vado volentieri, ma non amo poi troppo la tv». Neanche il calcio. «Il calcio fa schifo, andrebbe azzerato. E basterebbe eliminare le scommesse, almeno quelle lecite, per evitare di vedere roba finta». Meglio i bambini? «Sicuro. Io ho fondato da poco una società, la Fg Calcio. Solo ragazzi dal 2000 al 2007». Seleziona o prende tutti? «Prendo tutti. Anzi, seleziono i genitori, il problema spesso sono loro, mica i figli. E non ci guadagno un soldo. Solo passione». In tanti lo dicono, smetto e mi occupo dei piccolini. «Sì, ma poi non lo fa nessuno». Mai pensato di diventare dirigente? «Per carità. Me lo propose Gazzo-

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Su Marocchi non cambio idea, però lo saluto se lo vedo a Sky. Buso super, ma eravamo troppo amici con lui... ni una volta, ma a me non è mai fregato nulla». E litigò con Marocchi, pesantemente. «Lui sì che ci teneva e lo disse a Buso». Vi siete mai chiariti? «E perché? Non c’era nulla da chiarire, lui poi al Bologna è tornato, ci sarà un motivo, lo stupido ero io. Ma se lo vedo a Sky lo saluto senza problemi». Con Buso non funzionò. «Era preparato come nessuno. Ma era come un fratello, per noi. E questo non va bene. Me lo disse una volta Scoglio, e se n’è andato anche lui, come Sergio. ‘I giocatori devono temere il tecnico’. Se no un gruppo di venti calciatori mica lo tieni in pugno». Ulivieri e Mazzone. «Diversi: Mazzone ti lasciava più giocare, Ulivieri ti faceva una testa così, c’erano i compiti a casa, comunque gran bel Bologna, ci siamo divertiti e tolti davvero belle soddisfazioni. Ma il massimo in panchina per me è stato Sacchi. Un anno a Parma, indimenticabile. Sul piano del gioco mangiavamo in testa a tutti, infatti il Milan se lo prese in fretta. Gli allenamenti, però, erano massacranti». Smettere è stato difficile? «Ma no, a Cagliari mi mancarono di rispetto, piantai lì, lasciai anche dei soldi. Andai a Montecarlo e mi chiamò subito Spinelli. ‘Venga a Livorno, la passo a prendere lì’. Ho sempre fatto fatica a dire di no alle persone, così staccai la scheda del telefono, la ruppi e ne presi un’altra. Mai più sentito». E con Signori siete ancora in rap-

porti? «Del Bologna non sento più nessuno. Mi spiace davvero per Beppe, le scommesse e il resto. Non metto la mano sul fuoco per nessuno, ma non sapeva neanche giocare a briscola. Per me l’hanno incastrato, o si è circondato di brutta gente». Facile, comunque, smarrirsi. Soprattutto da ragazzi. «Non c’è dubbio. Quando hai tanti soldi le donne ti corrono dietro, allora diventa dura. Oppure fai come me, che mi sono sposato presto, a 22 anni, ma poi i casini li ho combinati

lo stesso, mi sono diviso proprio quand’ero a Bologna e avevo già un figlio, Niccolò che ora ha 21 anni ed è il doppio di me. Adesso ho una compagna, la vita va avanti». Cavalli, vino, ne ha fatte di cose. «Di cavalli ne comprai 4-5, quand’ero a Bologna. Però l’ambiente è peggio del calcio. Il vino l’ho fatto nel 2008, portavo in giro quello del centenario dell’Inter. In tutta Italia, in tutti gli Inter club. Bello eh, ma faticoso». Bologna-Inter la vedrà dalla tv. «Dalla Ventura vado con Berti, sia-

mo sempre stati amici, due... stupidi. Terrò per tutt’e due, all’Inter vinsi due Coppe Uefa, ma le soddisfazioni più belle le ottenni a Bologna». Cosa le disse Ulivieri quando la vide arrivare al campo in Lamborghini? «Che se la tenevo non mi avrebbe più fatto giocare. La diedi via dopo 5 giorni. E una volta scommisi con Signori che sarei arrivato alla partita scendendo a centrocampo in deltaplano. ‘Se lo fai, mi disse Cinquini, ti do 60 milioni di multa’. Non lo feci».

DOPPIO EX Davide Fontolan al Bologna dal ‘96 al 2000. All’Inter dal ‘90 al ‘96

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ROSSOBLUES DEDICHIAMO UN PEZZO DI STADIO AD EZIO (VIVENTE) BENTE*

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omani in mezzo a pioggia, ghiaccio e neve i rossoblù affronteranno l’Inter. Ciclo terribile, aspettando Juve e Udinese. Mercoledì sera ricordate di appendere la targhetta “do not disturb” alla porta durante Juve-Bologna, se non vorrete essere interrotti dai bambini sguinzagliati per Halloween in cerca di caramelle. In caso contrario, durante quello specifico match, correte il rischio di spaventarli sul serio. Pioli ha in mente nuovi cambi per questo Bologna che ha come unica costante una timidezza da teenager al primo appuntamento e un centrocampo apatico e asfittico. Bologna-Inter, quella che ci regalò l’ultimo scudetto appena 48 anni fa, Ezio Pascutti non la giocò. Lui e Giacomino Bulgarelli sono, di quel gruppo di campioni, gli unici ad essersi vestiti, in carriera, solo di rossoblù. All’estero succede sovente che piazze, vie e stadi vengano intitolati a persone viventi. In effetti pensare che “sarà felice da lassù” è una consolazione per non averci pensato prima. Credo che Ezio meriti una tribuna tutta sua. O una curva, dei distinti, una porta, magari quella del gol in tuffo. Ne sarebbe felice, da quaggiù, e noi con lui. * Riccardo Rovinetti © RIPRODUZIONE RISERVATA


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