ISTAT 240610_parte II

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19846 37348348 784639840125 24354963246672 53620847219736203720834 4386591298732470782346092 3874992366431764016470836476 737491649183404084308236040832 933487034703864032650821360835603873 3294760347’12793601927640192769276 932469093124081237489236458932830280 13289785376319846914361803470862036063 3129746239856845082630826305486021340024572914673 1328743764528602456032864081260586438146329260924717 12478632876571075602756021765028735608126508712607865 98246387154786129460281650182650862106506508205621070121 12487862976972365917032979217’74124512756106570645683736518 982364871254865438672365912759751976519759761237969732674645 632374723685423861726387127692716754726197342189791784385471063 73624658765197451965430153048543651061986401645061253283587168743 543287361986419864985128536532543751238404604767216356539465475 76487642071607853601608743607816542646023773873864376375378647634 48632082356081672408367328973210987123647054624863781643760167822 12478603856876235481260837460785687251846107841704738421634569549 48762408376015671639624475626562764036450736071134234345499643976522 623456125048125046107634716736473254201683718973891337104701723676740562 3612475 6324591265402\04638912740763475608662387164379217416320836446382465786230 3268540821540822470862018568234508271364726348652143548251856862147867823568210673012001 54629563919287640217864072164078126073560506827317864276021456149738654736743167526767625 71286306420734896476524763378387586327623412921801274208976562137048709728747369429344399 2837640912767465793261794367036457120673401620461274892346127567264920643926439026976992 324187612364453124756846712650937643427675675647603278927373967569012987297124786 48763745823746684582364763219827421248765487684638684230610260103727364738 38645082644389745928635074382970126740367564365367207398017246370456 67345003479456307561563706120917302870839278472893756576320753873 672389723464703647327623572607634767236923672 3276506036106 83254082718093781746521763598486478364735372 67321673 823764723692137468793261896987657627 28374 732664 3287461823764589321564 374 3278491286589123687637 83746832548346 3645764


ISTAT LA TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO ABRUZZESE METODO OBIETTIVI RIFERIMENTI

PARTE 1: Demografia 1.1 andamento demografico 1.2 bilancio demografico 1.3 fasce d’età 1.4 indice di vecchiaia 1.5 indice di dipendenza strutturale 1.6 occupati 1.7 presenza di stranieri e provenienza

PARTE 2: Economia 2.1 andamento PIL per settori 2.2 spesa media mensile per famiglia 2.3 andamento imprese, unità locali, numero di addetti 2.4 distribuzione delle unità locali nelle province 2.5 settori produttivi 2.6 poli attrattori 2.7 import-export 2.8 considerazioni

PARTE. 3: Patrimonio edilizio 3.1 densità edificato 3.2 costruzioni occupate

CONCLUSIONI



METODO

Al fine di eseguiere un’indagine il più oggettiva possibile, i dati sono stati recuperati da fonti attendibili, quali l’ Istat (istituto nazionale di statistica) e il Sistan (sistema statistico nazionale). Inoltre, per procedere in modo ordinato la strategia adottata è stata quella di raccogliere i dati suddividendoli nelle tre categorie: demografia, economia e patrimonio edilizio. Per ognuno dei campi elencati si è proceduto in tre fasi. La prima , la più lunga e meccanica, è stata la raccolta dei dati e la loro catalogazione. Quest’ultima in particolare, è stata organizzata attraverso una gerarchizzazione degli argomenti, partendo da un’analisi regionale, a una provinciale, per poi arrivare a una riguardante i comuni e i singoli borghi. In questo modo si è ottenuta una visione completa, da una scala più globale a una più specifica, capace di cogliere le peculiarità tipiche del territorio Abruzzese. Terminata la prima fase, si è proceduto con la seconda: la selezione dei dati e la loro tabellizzazione eseguita secondo una specifica logica. Quest’ultima, infatti, prevedeva la raccolta di dati riguardanti un determinato argomento, analizzato in un periodo storico prestabilito, per poi approfondirlo per l’ultimo anno preso in riferimento. In questo modo si è ottenuta una raccolta di dati organizzata per località e arco temporale che ha permesso di mettere a confronto più dati, così da ottenere un quadro chiaro e sintetico sull’Abruzzo Nella terza e ultima fase, individuate le conclusioni, si è passati poi a darne una rapprentazione grafica al fine di rendere la lettura dei dati più immediata e chiara evitando così di ricorrere a un semplice elenco di numeri.


OBIETTIVI

Questo lavoro si fonda sull’intento di comprendere le cause di abbandono dei borghi abruzzesi, attraverso una approfondita indagine del territorio e delle sue trasformazioni. Tale indagine si è svolta attraverso una raccolta di dati volta a descrivere in modo oggettivo aspetti quali l’andamento demografico, l’economia e il patrimonio edilizio a più scale territoriali, da quella più ampia, la regionale, alla più piccola dei borghi. Una volta resa la descrizione sintetica dei dati, questa diventa strumento per individuare i fattori che hanno portato al sempre più diffuso fenomeno dell’abbandono dei borghi storici. Per ciascuna categoria sono stati poi individuati dei “sotto”- obiettivi che ci permettessero, in modo specifico e con gli adeguati supporti - tabelle, schemi grafici - di leggere in maniera chiara i dati raccolti, avendo come fine ultimo l’individuazione delle potenzialità e delle problematiche su cui intervenire. Demografia L’obiettivo è individuare il cambiamento della distribuzione della popolazione attraverso una rielaborazione di dati tramite l’infografica. Questi ultimi permetteranno di avere una lettura chiara e immediata della dinamica demografica e risalire al periodo storico specifico in cui si sono verificati i principali fenomeni di spopolamento. L’indagine demografica non si fermerà solo all’aspetto quantitativo ma andrà ad analizzare i vari aspetti caratteristici della popolazione ( indice di vecchiaia, indice di dipendenza strutturale, pendolarismo, occupazione, presenta di stranieri), al fine di individuare le cause del fenomeno. Economia L’analisi di dati economici ci permette di individuare i settori maggiormente attivi, la loro localizzazione sia a livello regionale sia a livello comunale e l’influenza di questi sulle aree circostanti. Inoltre questa indagine ci permette di individuare i prodotti e i settori di punta dell’Abruzzo. La ricerca indaga principalmente sui settori dell’agricoltura, dell’industria, dei servizi e del commercio. Patrimonio edilizio L’analisi del patrimonio edilizio è mirata a individuare la quantità di edificato e sopratutto quello non utilizzato cercando di capire le cause che hanno portato al non utilizzo. Questo è utile per capire se questi edifici possono essere rifunzionalizzati.


RIFERIMENTI www.densitydesign.org www.visualcomplexity.com http://feltron.com



PARTE 1


DEMOGRAFIA


ANDAMENTO DEMOGRAFCIO

1334675 1106266 858424

abruzzo 60

309131 282473

ab/kmq

l’aquila

260

319209

ab/kmq

pescara

128409

396497

151

297246

ab/kmq

chieti

152

309838

ab/kmq 150296

1961

1971 1981 1991 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2009

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951

teramo


BILANCIO DEMOGRAFICO 1.323.987

Popolazione al 1° Gennaio 2008

+ + + +

11743 29207 12182 1691

nati iscritti da altri comuni iscritti dall’estero altri iscritti

-

13720 27349 1773 1293

morti canc. per altri comuni canc. per l’estero altri cancellati

+ 54823

- 44135

1.334.675

Popolazione al 31° Dicembre 2008 P


FASCE D’ETA’

13,5%

65,3%

13,3%

21,2%

65,3%

21,4%

15,4%

67%

17,3%

13,1%

65,7%

21,4%

Percentuali delle fasce d’età in Italia e succesivamente in Abruzzo. La prima fascia d’età va dai 0 ai 14 anni; la seconda dai 15 ai 64 anni e la terza dai 65 a 100 anni e oltre. (istat 2009)


INDICE DI VECCHIAIA

157

161

118

162

2009

161

2007

151

156

2005

140

2003

132

2001

1997

1995

1993

109

117 125

1999

162 E’ il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella tra i 0–14 anni, moltiplicato per 100. Questo indice esprime il grado di invecchiamento della popolazione. 100 esprime il valore di equilibrio tra anziani e giovani, all’aumentare di questo valore gli anziani prevalgono sui giovani. Molti comuni dell’abruzzo hanno un indice di vecchiaia elevato che fa presupporre una totale assenza di future generazioni e di conseguenza una “morte” del comune. (istat 2009)


INDICE DI DIPENDENZA STRUTTURALE +

53

+

53

+

49

+

fasce d’età 0 - 14 14 - 64 65 +

52

L’indice di dipendenza strutturale è il rapporto tra la popolazione in età non attiva (0 -14 e 65+) e la popolazione in età attiva (15-64). L’indice di dipendenza dà un’idea del rapporto tra la popolazione che “sostiene” (ovvero la popolazione tra i 15 - 64 anni) e la popolazione che deve essere “sostenuta” (giovanissimi e anziani). Valori oltre i 100 mostrano una situazione in cui gli “inattivi” prevalgono sulla potenziale classe lavoratrice. L’indice per l’Abruzzo è 52, un pò più alto sia del Mezzogiorno che dell’Italia (49). (istat 2009)


OCCUPAZIONE 1.262.397 ab. nel 2001 in abruzzo

59%

58% l’aquila

agricoltura industria altri servizi

46,6% teramo

3% 58% 38%

17,4%

14,1%

13,6%

13,9%

59%

occupati

76,4% pescara

4% 63% 33%

chieti 3% 59% 38%

5% 61% 33%

L’analisi occupazionale ha individuato che il 59% della popolazione totale risulta occupata. Specificando i dati per le quattro province si evince che la provincia di Chieti, con il 76,4% detiene la percentuale di occupati più alta. Inoltre la percentuale riscontrata nelle 4 province, è stata ulteriormente suddivisa nei settori dell’industria, agricoltura e altri servizi.


PROVENIENZA STRANIERI

68,3 % 7,3% 0,2%

1,9% 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2009

13,2%

10,9%

5,2%


romania albania macedonia marocco cina ucraina polonia bulgaria senegal kosovo serbia tunisia brasile regno unito moldovia germania russia nigeria filippine francia grecia argentina venezuela india rep.dominicana cuba pakistan bangladesh colombia perĂš lituania stati uniti slovacchia spagna algeria rep. ceca bosnia iran egitto eritrea croazia etiopia belgio ungaria svizzera montenegro sri lanka bielorussia ecuador paesi bassi israele canada uzbekistan giappone libano lettonia australia portogallo turchia bolivia austria camerun cile

romania albania

macedonia ucraina polonia bulgaria Kosovo

marocco senegal tunisia

cina

nigeria

brasile

india

egitto

australia samoa

filippine

argentina

giappone

venezuela rep.dominicana

nuova zelanda E U R O PA

AFRIC A

L’AQUILA

OCEANIA

TERAMO

ASIA

PESCARA

AMERIC A

CHIE TI

ABRUZZO


PARTE 2


ECONOMIA


PIL 1.381.586 mln euro in Italia nel 2007

agricoltura

1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007

industria

13,4% 15,3% 15,2% 15,2% 15,5% 13,6% 11,8%

65,2%

7,1%

25,3%

18,3%

2,4%

abruzzo

costruzioni

11,2% 11,9% 13,1% 15,3% 15,1% 15,4% 17,8%

servizi

11,7% 13,1% 13,1% 15,1% 14,2% 14,8% 17,9%

11,0% 12,9% 12,6% 14,4% 15,6% 16,6% 17,6%


ANDAMENTO ECONOMICO 1995 - 2006 (milioni di euro)

16.457

servizi

10.330

6.386

industria

4.020

1.786

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

601

1997

675

1996

1.169

1995

costruzioni agricoltura


SPESA MEDIA MENSILE

2796 €

2539 € 1854 €

531 €

72 €

€ 470

236 €

er gi a

d.

ttro

-ele

bili

ni

unic

azion

san

ità

tem

po

en

mo

amento abbigli

altri be

ti

€ 129

189 €

307 €

91 €

5€ 12

alim

e

nt

ari

23 € tabacchi 25 € istruzione 52 € co m

2254 €

tra sp or

abitazioni

lib

ero

i


32 mila 28 mila 24 mila 20 mila

ANDAMENTO SETTORI

16 mia 12 mila 8 mila 4 mila 0 mila

imprese

32 mila 28 mila 24 mila 20 mila 16 mia 12 mila 8 mila 4 mila 0 mila

unitĂ locali

100 mila 90 mila 80 mila 60 mila 40 mila 20 mila 0 mila

1971 numero addetti

1981 1991 2001


UNITA’ LOCALI 96 915

AGRICOLTURA

(istat 2001)

15,1% AQ

1,1% 19,6% TE 37,1% PE 28,2% CH

INDUSTRIA

17,3% AQ

13,3% 21,4% TE 31,4% PE 29,9% CH

COSTRUZIONI

24,7% AQ

12,7% 21,4% TE 27,3% PE 26,6% CH

SERVIZI 72,9%

22,2% AQ 26,8% TE 23,2% PE 27,8% CH


SETTORI PRODUTTIVI

L’AQUILA

0 ,6 6% 0,6% 0 0, 01% 0,01%

57%

0 ,2 2% 0,2% 1 0,3 3% 10,3% 0 ,3 3% 0,3% 1 4,4 4% 14,4% 3 31 1,9 9% 31,9% 8 ,6 6% 8,6% 3 ,8 8% 3,8%

100% estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra 15% industria del legno e dei prodotti in legno

2 ,4 4% 2,4% 1 6,3 3% 16,3% 0 0, 33% 33 0,33% 4 ,9 9% 4,9% 6 ,0 0% 6,0%

81% 82% attività legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi 79%

57% 45%

commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attività ausiliare delle assicurazioni

74%

servizi di lavanderia, saloni di bellezza

0, 0 7% 7% 0,7% 0 0, 8% 8% 0,8%

66%

attività connesse all’agricoltura

0 1% 0, 0,1%

85% 14%

estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra industrie conciarie e prodotti in cuoio

63% 76% 73% 68%

commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attività ausiliare delle assicurazioni

1 4 4% 4, 4% 14,4% 0 0, 3% 3% 0,3%

80% 83%

attività legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi

3, 3 5% 5% 3,5% 7 7, 0% 0% 7,0%

74%

servizi di lavanderia, saloni di bellezza

1 6 6% 6, 6% 16,6% 0 0, 9% 9% 0,9% 1 3 9% 3, 9% 13,9% 2 9 5% 9, 29,5% 7 7, 4% 4% 7,4% 3 4% 3, 4% 3,4% 2 2, 1% 2,1%

TERAMO

46%

silvicoltura e utilizzazione di aree forestali


PESCARA

0,37% 0,37%

69%

attività connesse all’agricoltura

0,1% 11,1% 0,1% 10,8% 34% 4,7% 4,3%

87% 19%

estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra industrie alimentari e delle bevande

51%

commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attività ausiliare delle assicurazioni

2,7% 19% 0,5% 4,9% 6,9%

45% 62% attività legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi 68% 75%

servizi di lavanderia, saloni di bellezza

0,7% 0,2%

90%

attività connesse all’agricoltura

0,1%

67% 23%

estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra industrie alimentari e delle bevande

63% 84% 67% 77%

commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attività ausiliare delle assicurazioni

15,4% 0,4%

83% 77%

attività legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi

4,8% 6,8%

77%

servizi di lavanderia, saloni di bellezza

14,1% 0,1% 12,1% 32,7% 6,2% 3,9% 2,3%

CHIETI

95% 74%


agricoltura, caccia e silvicoltura

pesca, piscicoltura e servizi connessi

estrazioni di minerali

attività manifatturiere

produzione e distribuzione di energia elettrica, gas ed acqua costruzioni

commercio all’ingrosso e al dettaglio

alberghi e ristoranti

trasporti magazzinaggio e comunicazioni

intermediazione monetaria e finanziaria

attività immobiliari e altre attività professionali

istruzione

sanità ed altri servizi sociali

altri servizi pubblici, sociali e personali


POLI ATTRATTORI

350 comuni

7

teramo

poli attrattori pescara l’aquila

chieti

atessa avezzano lanciano

54

comuni con popolazione inferiore ai 500 abitanti


83,1%

70%

6,3%

8,2%

17,4%

8,8%

1,9%

3,7%

0,5%

0,1%

2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 5000

10000

15000

mln di e.

2007 ABRUZZO IMPORT .

EXPORT . 7 316mln

4 280mln

4,7%

AGRICOLTURA

0,2%

PESCA

0,3%

MINERALI

95% 0,1%

0,4% 0,1%

0,7%

MANUFATTI 98,8% ALTRI SETTORI

0,1%


CONSIDERAZIONI

Dai grafici è riscontrabile che il settore più incisivo sull’economia abruzzese è quello legato ai servizi, tanto da ricoprire il 65% del prodotto interno lordo ed essere dotato del maggior numero di unità locali diffuse su tutto il territorio. Questo risultato rispecchia la realtà abruzzese fortemente legata al turismo, attivo grazie alla varietà morfologica del territorio che presenta sia località balneari, sia località sciistiche, sia grandi parchi di elevata qualità naturalistica come quello della Maiella e del Gran Sasso. Nostante l’Abruzzo si distingua per la produzione di particolari specie ortofrutticole, il confronto dell’andamento nelle decadi a partire dal 1971 a quello del 2001 evidenza come ci sia stato un calo della presenza di unità locali nel settore primario, a favore di quelli secondario e terziario, in cui si registra un costante aumento. Parallelamente, la specificazione nelle tre categorie, imprese, unità locali e numeri degli addetti, consente di notare come non ci sia corrispondenza tra settore con più imprese e settore che necessità di maggior forza lavoro. (vedi manifatturiero, vendita al dettaglio). Un’ analisi più dettagliata delle singole provincie permette di individuare le attività più specifiche di ognuna di esse. In particolare notiamo come L’Aquila, proprio per le sue peculiarità morfologiche, si differenzi per una maggior produzione di legname e dei suoi derivati. Teramo per la sua attività conciaria; mentre Chieti e Pescara per le attività ristoratorie. Una volta raccolti i dati e trasferiti sulla mappa territoriale, si vengono ad individuare sette poli attrattori, dotati di servizi, imprese e infrastrutture la cui propulsione influenza anche i comuni circostanti mantenendoli vivi e attivi. La crescita economica della regione indagata, è anche legata al suo commercio con i paesi esteri, in particolare con l’Europa (80%), con i quali scambia principalmente prodotti dell’industria manifatturiera.



PARTE 3


PATRIMONIO EDILIZIO


DENSITA’ DELLE ABITAZIONI

350 comuni

35

comuni con densità delle abitazioni maggiore di 100

54

comuni densità delle abitazioni minore di 19


EDIFICATO NON UTILIZZATO

350 comuni

37

comuni con oltre il 60% dell’edificato non utilizzato

221

comuni con il numero di edifici non utilizzati inferiore al 40%


CONCLUSIONI L’Abruzzo, in una prima analisi generale, risulta una delle regioni più sviluppate del meridione , tanto quasi da raggiungere valori simili a quelli delle regioni del nord e centro Italia. Dai dati, infatti, è riscontrabile sia un continuo aumento demografico, sia una crescita constante del PIL : nel 1951 il reddito pro capite era del 53%, nel 1971 del 65% e nel 2006 arriva al 84,4%. Il forte calo di numero di addetti all’agricoltura a favore degli altri rami dimostra che la crescita si è verificata in corrispondenza del passaggio da un’economia basata sull’agricoltura e sulla pastorizia a una basata sull’industria e sul settore terziario. In particolare il settore secondario è organizzato su medie e piccole imprese produttrici di una grande varietà merceologica che va dall’abbigliamento, ai materiali da costriuzione; dalle industrie metalmeccaniche a quelle chimiche. Nonstante questo passaggio economico abbia portato l’Abruzzo ad uscire da una situazione di depressione, l’ articolazione delle industrie risulta spesso inorganica e poco coordinata. La dislocazione delle aree industriali lungo specifici assi , quali quello della val Pescarae del litorale Aprutino, ha incentivato ulteriormente il divario già preesistente all’interno del territorio stesso, rafforzando il movimento interno dall’alto verso il basso e dai villaggi verso le città. Questo fenomeno è riscontrabile dal forte spopolamento delle aree più montane ed interne caratterizzate da una morfologia più complessa e dalla mancanza di servizi e di poli attrattori nelle zone circostanti. I vecchi centri murati, dislocati spesso lungo le pendici degli appennini, in zone difficili da raggiungere, sono stati quindi investiti da questo fenomeno di svuotamento in cui il saldo migratorio è difficilmente compensato dal bilancio naturale attivo. L’.esodo delle forze di lavoro più giovani ha portato queste aree inoltre ad avere un alto tasso di inselinimento tanto da raggiungere valori pari al 600% dell’indice di vecchiaia.


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