ISTAT_100714

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ISTAT


ISTAT

Laboratorio di progettazione degli interni 2 Professori: Gennaro Postiglione, Lorenzo Bini, Agostino Petrillo Tutors: Michela Bassanelli, Marco Di Nallo, Marco Lampugnani, Elena Naldi

Chiara Cicciarella Silvia Medici


ISTAT LA TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO ABRUZZESE METODO OBIETTIVI RIFERIMENTI PARTE 1: Demografia 1.1 andamento demografico 1.2 bilancio demografico 1.3 fasce d’età 1.4 indice di vecchiaia 1.5 indice di dipendenza strutturale 1.6 occupati 1.7 presenza di stranieri e provenienza 1.9 densità popolazione 1.10 conclusioni PARTE 2: Economia 2.1 andamento PIL per settori 2.2 spesa media mensile per famiglia 2.3 andamento imprese, unità locali, numero di addetti 2.4 distribuzione delle unità locali nelle province 2.5 settori produttivi 2.6 agricoltura 2.7 industria 2.8 commercio 2.9 turismo: parchi, località balneari, località sciistiche 2.10 poli attrattori 2.11 import-export 2.12 conclusioni PARTE. 3: Patrimonio edilizio 3.1 densità edificato 3.2 costruzioni occupate CONCLUSIONI GENERALI


METODO Al fine di eseguiere un’indagine il più oggettiva possibile, i dati sono stati recuperati da fonti attendibili, quali l’ Istat (istituto nazionale di statistica) e il Sistan (sistema statistico nazionale). Inoltre, per procedere in modo ordinato la strategia adottata è stata quella di raccogliere i dati suddividendoli nelle tre categorie: demografia, economia e patrimonio edilizio. Per ognuno dei campi elencati si è proceduto in tre fasi. La prima , la più lunga e meccanica, è stata la raccolta dei dati e la loro catalogazione. Quest’ultima in particolare, è stata organizzata attraverso una gerarchizzazione degli argomenti, partendo da un’analisi regionale, a una provinciale, per poi arrivare a una riguardante i comuni e i singoli borghi. In questo modo si è ottenuta una visione completa, da una scala più globale a una più specifica, capace di cogliere le peculiarità tipiche del territorio Abruzzese. Terminata la prima fase, si è proceduto con la seconda: la selezione dei dati e la loro tabellizzazione eseguita secondo una specifica logica. Quest’ultima, infatti, prevedeva la raccolta di dati riguardanti un determinato argomento, analizzato in un periodo storico prestabilito, per poi approfondirlo per l’ultimo anno preso in riferimento. In questo modo si è ottenuta una raccolta di dati organizzata per località e arco temporale che ha permesso di mettere a confronto più dati, così da ottenere un quadro chiaro e sintetico sull’Abruzzo Nella terza e ultima fase, individuate le conclusioni, si è passati poi a darne una rapprentazione grafica al fine di rendere la lettura dei dati più immediata e chiara evitando così di ricorrere a un semplice elenco di numeri.


OBIETTIVI

Questo lavoro si fonda sull’intento di comprendere le cause di abbandono dei borghi abruzzesi, attraverso una approfondita indagine del territorio e delle sue trasformazioni. Tale indagine si è svolta attraverso una raccolta di dati volta a descrivere in modo oggettivo aspetti quali l’andamento demografico, l’economia e il patrimonio edilizio a più scale territoriali, da quella più ampia, la regionale, alla più piccola dei borghi. Una volta resa la descrizione sintetica dei dati, questa diventa strumento per individuare i fattori che hanno portato al sempre più diffuso fenomeno dell’abbandono dei borghi storici. Per ciascuna categoria sono stati poi individuati dei “sotto”- obiettivi che ci permettessero, in modo specifico e con gli adeguati supporti - tabelle, schemi grafici - di leggere in maniera chiara i dati raccolti, avendo come fine ultimo l’individuazione delle potenzialità e delle problematiche su cui intervenire. Demografia L’obiettivo è individuare il cambiamento della distribuzione della popolazione attraverso una rielaborazione di dati tramite l’infografica. Questi ultimi permetteranno di avere una lettura chiara e immediata della dinamica demografica e risalire al periodo storico specifico in cui si sono verificati i principali fenomeni di spopolamento. L’indagine demografica non si fermerà solo all’aspetto quantitativo ma andrà ad analizzare i vari aspetti caratteristici della popolazione ( indice di vecchiaia, indice di dipendenza strutturale, pendolarismo, occupazione, presenta di stranieri), al fine di individuare le cause del fenomeno. Economia L’analisi di dati economici ci permette di individuare i settori maggiormente attivi, la loro localizzazione sia a livello regionale sia a livello comunale e l’influenza di questi sulle aree circostanti. Inoltre questa indagine ci permette di individuare i prodotti e i settori di punta dell’Abruzzo. La ricerca indaga principalmente sui settori dell’agricoltura, dell’industria, dei servizi e del commercio. Patrimonio edilizio L’analisi del patrimonio edilizio è mirata a individuare la quantità di edificato e sopratutto quello non utilizzato cercando di capire le cause che hanno portato al non utilizzo. Questo è utile per capire se questi edifici possono essere rifunzionalizzati.


RIFERIMENTI www.densitydesign.org www.visualcomplexity.com http://feltron.com



PARTE 1


DEMOGRAFIA


ANDAMENTO DEMOGRAFCIO

1334675 1106266 858424

abruzzo 60

309131

282473

ab/kmq

l’aquila

260

319209

ab/kmq

pescara

128409

396497

151

297246

ab/kmq

chieti

152

309838

teramo 1971 1981 1991 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2009

1961

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951

150296

ab/kmq


BILANCIO DEMOGRAFICO 1.323.987

Popolazione al 1° Gennaio 2008

+ + + +

11743 29207 12182 1691

nati iscritti da altri comuni iscritti dall’estero altri iscritti

-

13720 27349 1773 1293

morti canc. per altri comuni canc. per l’estero altri cancellati

+ 54823

- 44135

1.334.675

Popolazione al 31° Dicembre 2008


FASCE D’ETA’

13,5%

65,3%

13,3%

21,2%

65,3%

21,4%

15,4%

67%

17,3%

13,1%

65,7%

21,4%

Percentuali delle fasce d’età in Italia e succesivamente in Abruzzo. La prima fascia d’età va dai 0 ai 14 anni; la seconda dai 15 ai 64 anni e la terza dai 65 a 100 anni e oltre. (istat 2009)


INDICE DI VECCHIAIA

157

161

118

162

2009

161

2007

2001

151

156

2005

140

2003

132

1999

117

1997

1993

109

125

1995

162 E’ il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella tra i 0–14 anni, moltiplicato per 100. Questo indice esprime il grado di invecchiamento della popolazione. 100 esprime il valore di equilibrio tra anziani e giovani, all’aumentare di questo valore gli anziani prevalgono sui giovani. Molti comuni dell’abruzzo hanno un indice di vecchiaia elevato che fa presupporre una totale assenza di future generazioni e di conseguenza una “morte” del comune. (istat 2009)


INDICE DI DIPENDENZA STRUTTURALE +

53

+

53

+

49

+

fasce d’età 0 - 14 14 - 64 65 +

52

L’indice di dipendenza strutturale è il rapporto tra la popolazione in età non attiva (0 -14 e 65+) e la popolazione in età attiva (15-64). L’indice di dipendenza dà un’idea del rapporto tra la popolazione che “sostiene” (ovvero la popolazione tra i 15 - 64 anni) e la popolazione che deve essere “sostenuta” (giovanissimi e anziani). Valori oltre i 100 mostrano una situazione in cui gli “inattivi” prevalgono sulla potenziale classe lavoratrice. L’indice per l’Abruzzo è 52, un pò più alto del Mezzogiorno (49). (istat 2009)


OCCUPAZIONE 1.262.397 ab. nel 2001 in abruzzo

58% l’aquila

industria altri servizi

46,6% teramo

3% 58% 38%

17,4%

13,6%

59% agricoltura

14,1%

occupati

13,9%

59%

76,4% pescara

4% 63% 33%

chieti 3% 59% 38%

5% 61% 33%

L’analisi occupazionale ha individuato che il 59% della popolazione totale risulta occupata. Specificando i dati per le quattro province si evince che la provincia di Chieti, con il 76,4% detiene la percentuale di occupati più alta. Inoltre la percentuale riscontrata nelle 4 province, è stata ulteriormente suddivisa nei settori dell’industria, agricoltura e altri servizi.


PROVENIENZA STRANIERI

68,3 % 7,3% 0,2%

1,9% 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

13,2%

10,9%

5,2%


romania albania macedonia marocco cina ucraina polonia bulgaria senegal kosovo serbia tunisia brasile regno unito moldovia germania russia nigeria filippine francia grecia argentina venezuela india rep.dominicana cuba pakistan bangladesh colombia perĂš lituania stati uniti slovacchia spagna algeria rep. ceca bosnia iran egitto eritrea croazia etiopia belgio ungaria svizzera montenegro sri lanka bielorussia ecuador paesi bassi israele canada uzbekistan giappone libano lettonia australia portogallo turchia bolivia austria camerun cile

romania albania

macedonia ucraina

polonia bulgaria Kosovo

marocco senegal

cina

tunisia nigeria egitto

india

brasile

giappone

venezuela

filippine

australia samoa

rep.dominicana

nuova zelanda EUR OPA

AFRIC A

L’AQUILA

OCEANIA

TE R AMO

28% 30%

argentina

ASIA

PESC AR A

18%

AMERIC A

CHIE TI

24% ABRUZZO


DENSITĂ POPOLAZIONE

51

comuni con popolazione maggiore ai 5001 abitanti

200

comuni con popolazione dai 501 ai 5000 abitanti

54

comuni con popolazione inferiore ai 500 abitanti


CONSIDERAZIONI

La densità di popolazione, anche se è aumentata negli ultimi decenni, è ben al di sotto della media nazionale. Nel 2009 ci sono stati, infatti, 124,4 abitanti per km quadrato in Abruzzo, a fronte di una media nazionale di 200,2 ab/Kmq. A livello di provincia, la situazione è molto varia: la Provincia di Pescara è la provincia più densamente popolata (260,1 abitanti per km quadrato nel 2008), mentre, all’altro estremo, L’Aquila è la meno densamente popolata (61,3 abitanti per km quadrato nel 2008), anche se ha la più grande area provinciale. Dopo decenni di emigrazione dalla regione (principalmente dal 1961), dal 1980 è cominciata l’immigrazione dai paesi del terzo mondo. L’incremento demografico è dovuto al saldo migratorio positivo, in quanto dal 1991 sono state registrate più morti che nascite (ad eccezione per il 1999, quando il loro numero era pari). Lo squilibrio demografico è più grave tra le aree montuose dell’interno e le aree della fascia costiera. La più grande provincia, L’Aquila, si trova interamente all’interno e ha la più bassa densità di popolazione. Il movimento della popolazione d’Abruzzo dai monti al mare, a seguito di una forte industrializzazione, ha portato alla quasi completa urbanizzazione della fascia costiera e al quasi totale svuotamento delle zone interne montuose (eccezione fatta per i grandi centri come L’Aquila, Avezzano e Sulmona). Nel 2009 i nati sono stati 11.402, i morti 14.597 con un saldo naturale di -3.195 . Le famiglie contano in media 2,48 componenti. Il 31 dicembre 2008 su una popolazione di 1.334.675 abitanti si contavano 69.641 stranieri (5,2%). Rispetto a questi dati gli immigrati provengono principalmente da Romania, Albania, Macedonia, Marocco, Cina, Ucraina, Polonia e Bulgaria. Su un totale 305 comuni abruzzesi 54 di questi, situati per lo più in zone montane e lontane da “poli”, hanno un popolazione inferiore ai 500 abitanti. Le cause dell’abbandono di questi paesini sono, principalmente, la mancanza di servizi di prima necessità, mancanza di lavoro e la troppa distanza che li separa dalle città attive. I pochi abitanti che popolano i borghi sono per lo più anziani.


PARTE 2


ECONOMIA


PIL

1.381.586 mln euro in Italia nel 2007

agricoltura

industria

65,2%

7,1%

25,3%

18,3%

2,4%

abruzzo

costruzioni

servizi


ANDAMENTO ECONOMICO 1995 - 2006 (milioni di euro)

Negli corso degli anni, l’Abruzzo ha scavalcato molte regioni italiane ed oggi ha il PIL procapite piÚ alto del Mezzogiorno. PIL pro capite abruzzo: 19.723 mln euro. (istat 2009) PIL pro capite mezzogiorno: 16.119 mln euro. (istat 2009)

servizi

16.457

10.330

6.386

industria

4.020

1.786

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

601

1998

675

1997

agricoltura

1996

1.169

1995

costruzioni


SPESA MEDIA MENSILE

2796 €

2539 € 1854 €

531 €

€ 470

236 €

ti sp or

unic

er gi a

azion

san

ità

tem

po

en

amento

d. ttro

-ele

bili mo

abbigli

tra

€ 129

189 €

307 €

alim

91 €

ni

i

72 €

5€ 12

tar en

23 € tabacchi 25 € istruzione 52 € co m

2254 €

altri be

abitazioni

lib

ero

i


32 mila 28 mila 24 mila 20 mila

ANDAMENTO SETTORI

16 mia 12 mila 8 mila 4 mila 0 mila

imprese

32 mila 28 mila 24 mila 20 mila 16 mia 12 mila 8 mila 4 mila 0 mila

unitĂ locali

100 mila 90 mila 80 mila 60 mila 40 mila 20 mila 0 mila

1971 numero addetti

1981 1991 2001


UNITA’ LOCALI u.l 96.915

AGRICOLTURA 1,1%

(istat 2001)

15,1% AQ 19,6% TE 37,1% PE 28,2% CH

INDUSTRIA 13,3%

17,3% AQ 21,4% TE 31,4% PE 29,9% CH

COSTRUZIONI 12,7%

24,7% AQ 21,4% TE 27,3% PE 26,6% CH

SERVIZI 72,9%

22,2% AQ 26,8% TE 23,2% PE 27,8% CH


SETTORI PRODUTTIVI

L’AQUILA

0,6% 0,01%

57%

0,2% 10,3% 0,3% 14,4% 31,9% 8,6% 3,8%

100% estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra 15% industria del legno e dei prodotti in legno

2,4% 16,3% 0,33% 4,9% 6,0%

81% 82% attività legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi 79%

57% 45%

commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attività ausiliare delle assicurazioni

74%

servizi di lavanderia, saloni di bellezza

0,7% 0,8%

66%

attività connesse all’agricoltura

0,1%

85% 14%

estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra industrie conciarie e prodotti in cuoio

63% 76% 73% 68%

commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attività ausiliare delle assicurazioni

14,4% 0,3%

80% 83%

attività legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi

3,5% 7,0%

74%

servizi di lavanderia, saloni di bellezza

16,6% 0,9% 13,9% 29,5% 7,4% 3,4% 2,1%

TERAMO

46%

silvicoltura e utilizzazione di aree forestali


PESCARA

0,37% 0,37%

69%

attività connesse all’agricoltura

0,1% 11,1% 0,1% 10,8% 34% 4,7% 4,3%

87% 19%

estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra industrie alimentari e delle bevande

51%

commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attività ausiliare delle assicurazioni

2,7% 19% 0,5% 4,9% 6,9%

45% 62% attività legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi 68% 75%

servizi di lavanderia, saloni di bellezza

0,7% 0,2%

90%

attività connesse all’agricoltura

0,1%

67% 23%

estrazioni di ghiaia, sabbia, argilla e pietra industrie alimentari e delle bevande

63% 84% 67% 77%

commercio al dettaglio di beni personali bar e ristoranti trasporti terrestri non ferroviari attività ausiliare delle assicurazioni

15,4% 0,4%

83% 77%

attività legali, consulenza in materia fiscale istruzione per gli adulti ed altri servizi

4,8% 6,8%

77%

servizi di lavanderia, saloni di bellezza

14,1% 0,1% 12,1% 32,7% 6,2% 3,9% 2,3%

CHIETI

95% 74%


agricoltura, caccia e silvicoltura

pesca, piscicoltura e servizi connessi

estrazioni di minerali

attività manifatturiere

produzione e distribuzione di energia elettrica, gas ed acqua costruzioni

commercio all’ingrosso e al dettaglio

alberghi e ristoranti trasporti magazzinaggio e comunicazioni

intermediazione monetaria e finanziaria

attività immobiliari e altre attività professionali

istruzione

sanità ed altri servizi sociali

altri servizi pubblici, sociali e personali


AGRICOLTURA

tra i primi produttori nazionali

prodotti tipici


INDUSTRIA

metalmeccanica alimentare del trasporto delle telecomunicazioni chimica del mobile dell’ artigianato tessile


COMMERCIO

istituti di credito servizi commerciali


TURISMO

4

parco nazionale d’abruzzo, lazio e molise

parco nazionale del velino sirente

parco nazionale gran sasso e monti della laga

parco nazionale della majella

parchi


18

localitĂ balneari martinsicuro alba adriatica tortoreto giulianova roseto degli abruzzi pineto silvi montesilvano pescara francavilla al mare ortona san vito chietino rocca san giovanni fossacesia torino di sangro casalbordino vasto Fossacesia Francavilla Al M. Giulianova Martinsicuro Montesilvano Ortona Pescara


9

localitĂ sciistiche gran sasso teramano gran sasso aquilano altopiano delle rocche monti simbruini valle del saggitario alto sangro altopiano delle 5miglia majella chietina majella occidentale


POLI ATTRATTORI

305 comuni

teramo

7

pescara l’aquila

poli attrattori

chieti

atessa avezzano

lanciano

54

comuni con popolazione inferiore ai 500 abitanti


6,3%

83,1%

70%

8,2%

17,4%

8,8%

1,9%

3,7%

2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 5000

10000

15000

mln di e.

0,5%

0,1%

2007 ABRUZZO IMPORT . 4 280mln

4,7%

EXPORT . 7 316mln

AGRICOLTURA

0,4%

0,2%

PESCA

0,3%

MINERALI

0,7%

ALTRI SETTORI

0,1%

95% 0,1%

0,1%

MANUFATTI 98,8%


CONSIDERAZIONI

Dai grafici è riscontrabile che il settore più incisivo sull’economia abruzzese è quello legato ai servizi, tanto da ricoprire il 65% del prodotto interno lordo ed essere dotato del maggior numero di unità locali diffuse su tutto il territorio. Questo risultato rispecchia la realtà abruzzese fortemente legata al turismo, attivo grazie alla varietà morfologica del territorio che presenta sia località balneari, sia località sciistiche, sia grandi parchi di elevata qualità naturalistica: il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; il Parco Nazionale della Majella; il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e il Parco Nazionale del Velino Silente. Nostante l’Abruzzo si distingua per la produzione di particolari specie ortofrutticole (carota, patata) e di uva da vino, il confronto dell’andamento nelle decadi a partire dal 1971 a quello del 2001 evidenza come ci sia stato un calo della presenza di unità locali nel settore primario, a favore di quello secondario e terziario, in cui si registra un costante aumento. La successiva analisi suddivisa nelle tre categorie, imprese, unità locali e numeri degli addetti, consente di notare come non ci sia corrispondenza tra settore con più imprese e settore che necessità di maggior forza lavoro. (vedi manifatturiero, vendita al dettaglio). E’ da sottolineare come, mentre il settore terziario si sviluppa lungo tutta la fascia costiera, ricca di servizi commerciali e di istituti di credito; lo sviluppo industriale si concentra principalmente nella zona del teramese e chetina che presentano rispettivamente, una, un grande numero di piccole e medie aziende nel settore tessile e calzaturiero; e l’altra, diverse sedi di multinazionali. Quanto rilevato si riscontra anche nell’approfondimento riguardante le singole provincie, infatti nonostante per tutte e quattro il settore trainante sia quello legato al commercio all’ingrosso e al dettaglio dei beni legati alla persona, notiamo che Teramo si distingue per l’industria conciaria e dell’abbigliamento; L’Aquila per l’attività edilizie; mentre Pescara e Chieti per l’industria alimentare e per le attività legali e di consulenza. Una volta raccolti i dati e trasferiti sulla mappa territoriale, si vengono ad individuare sette poli attrattori, dotati di servizi, imprese e infrastrutture la cui propulsione influenza anche i comuni circostanti mantenendoli vivi e attivi. La crescita economica della regione indagata, è anche legata al suo commercio con i paesi esteri, in particolare con l’Europa (80%), con i quali scambia principalmente prodotti dell’industria manifatturiera.



PARTE 3


PATRIMONIO EDILIZIO


DENSITA’ DELLE ABITAZIONI

350 comuni

35

comuni con densità delle abitazioni maggiore di 100

54

comuni densità delle abitazioni minore di 19


EDIFICATO NON UTILIZZATO

350 comuni

37

comuni con oltre il 60% dell’edificato non utilizzato

221

comuni con il numero di edifici non utilizzati inferiore al 40%



CONCLUSIONI GENERALI

L’Abruzzo si caratterizza per una densità abitativa relativamente bassa determinata da un territorio prevalentemente montuoso e dalla vasta estensione delle aree protette. Il sistema economico, caratterizzato da una disoccupazione relativamente contenuta, un PIL pro capite crescente e non distante dalla media italiana, si differenzia ormai dalle altre regioni del Mezzogiorno. Dai dati, infatti, è riscontrabile una crescita constante del PIL: nel 1951 il reddito pro capite era del 53%, nel 1971 del 65% e nel 2006 arriva al 84,4%. Le aree interne di montagna sono caratterizzate da una sostanziale marginalità, con un’agricoltura particolarmente estensiva, un tasso di disoccupazione più elevato rispetto alla media regionale, una minore qualificazione professionale degli addetti al ciclo produttico. Un punto di forza è rappresentato dalla presenza di risorse ambientali e naturalistiche di grande valore (fra tutte il Parco Nazionale dell’Abruzzo), che può rappresentare un elemento strategico per lo sviluppo delle aree interne più marginali.. Il forte calo di numero di addetti all’agricoltura a favore degli altri rami dimostra che la crescita si è verificata in corrispondenza del passaggio da un’economia basata sull’agricoltura e sulla pastorizia a una basata sull’industria e sul settore terziario. In particolare il settore secondario è organizzato su medie e piccole imprese produttrici di una grande varietà merceologica che va dall’abbigliamento, ai materiali da costriuzione; dalle industrie metalmeccaniche a quelle chimiche. Nonstante questo passaggio economico abbia portato l’Abruzzo ad uscire da una situazione di depressione, l’ articolazione delle industrie risulta spesso inorganica e poco coordinata. La dislocazione delle aree industriali lungo specifici assi , quali quello della val Pescarae del litorale Aprutino, ha incentivato ulteriormente il divario già preesistente all’interno del territorio stesso, rafforzando il movimento interno dall’alto verso il basso e dai villaggi verso le città. Questo fenomeno è riscontrabile dal forte spopolamento delle aree più montane ed interne caratterizzate da una morfologia più complessa e dalla mancanza di servizi e di poli attrattori nelle zone circostanti. I vecchi centri murati, dislocati spesso lungo le pendici degli appennini, in zone difficili da raggiungere, sono stati quindi investiti da questo fenomeno di svuotamento. Inoltre, l’.esodo delle forze lavoro più giovani ha portato queste aree ad avere un alto tasso di inselinimento tanto da raggiungere valori molto elevati dell’indice di vecchiaia. Ciò fa presupporre una totale assenza di generazioni future e una “morte” del borgo.


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