risorse naturali dell’abruzzo
gruppo_6 Mauro Roveri 740459 Alessandra Tagliabue 740718 Paola Valsesia 740792
RISORSE NATURALI DELL’ABRUZZO ABTRACT PARTE 1: Tema e Obiettivi cap.1: Risorsa Naturale 1.1 Le diverse risorse naturali 1.2 Le risorse materiali e immateriali cap.2: Struttura e obiettivi cap.3: Rielaborazione dati PARTE 2: Risorse naturali materiali dell’abruzzo cap.4: Risorse Energetiche 4.1 Combustibili fossili _giacimenti _petrolio e gas cap.5: Risorse Ambientali 5.1 Geomorfologia _altimetrie 5.2 Acqua _fiumi _portata d’acqua _laghi _Fucino 5.3 Vegetazione _prati e pascoli _boschi _agricoltura 5.4 Animali
cap.6: Risorse Naturalistiche 6.1 Parchi e riserve naturali _Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga _Parco Nazionale della Majella _Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
cap.7: Risorse Minerarie 7.1 Rocce PARTE 3: Borghi cap.8: Borghi _Pescocostanzo _Serramonacesca _Barrea _Calascio _Morino Vecchio _Castelvecchio Calvisio _Serra _Castelbasso _Corvara Conclusioni
APPENDICE: Inteviste _Santo Stefano di Sessanio _Castelvecchio Calvisio _Castel del Monte _Vallenquina _Serra _Castelbasso
PARTE 1
TEMA E OBIETTIVI
22 STRUTTURA E OBIETTIVI STRUTTURA E OBIETTIVI
3 RIELABORAZIONE DATI
PARTE 2
RISORSE NATURALI MATERIALI
4 RISORSE ENERGETICHE
Le risorse energetiche si differenziano in primarie, tra le quali la piÚ importante è il sole e secondarie, come il vento e i combustibili fossili.
GIACIMENTI
PETROLIO E GAS
5 RISORSE AMBIENTALI
Le risorse ambientali si suddividono in rinnovabili, come l’acqua e la vegetazione, ed esauribili come il suolo. Il paesaggio, invece, più che una risorsa vera e propria si può considerare una “condizione” che può subire variazioni.
GEOMORFOLOGIA
5.2 ACQUA L’idrografia dipende oltre che dal regime delle piogge e dal manto nevoso, dalla discordanza fra il reticolo idrografico e l’orografia.
Gran parte dei corsi d’acqua dell’Abruzzo confluiscono nel Mare Adriatico e si possono suddividere in tre categorie: - i torrenti subappenninici (Sinello), che appartengono alla fascia collinare argillosa, hanno regime irregolare e scarsa portata; - i fiumi preappenninici (Saline, Tordino e Foro), che hanno origine da sorgenti dei calcari dell’arco esterno appenninico; - i fiumi appenninici (Vomano, Aterno-Pescara, Sangro e Liri), che sono i più lunghi e sono abbondantemente alimentati da sorgenti che sgorgano alla base dei massicci interni, il loro regime è più regolare e la portata è maggiore. I fiumi abruzzesi, benchè numerosi non hanno particoalre lunghezza o abbondanza di acque; solo il fiume Aterno-Pescara e il Sangro superano i 100 km. Anche i laghi e i bacini d’acqua sono scarsi e di modesta ampiezza. Fino a un secolo fa c’era il Lago del Fucino, che si estendeva per 155 kmq; fu prosciugato ed adattato all’ agricoltura nella seconda metà del secolo scorso. Ora è il Lago di Scanno, di forma ellittica, il maggior lago naturale che però non raggiunge 1 Kmq di superficie. Gli altri laghi sono minuscoli specchi d’acqua per lo più di natura carsica. Il Lago di Campotosto è il più grande lago artificiale in Abruzzo; altri laghi artificiali sono il Lago di Bomba e il Lago di Barrea.
MARE ADRIATICO
FIUMI
PORTATA D’ACQUA
LAGHI
5.3 VEGETAZIONE La varietà geologica, morfologica, altimetrica e climatica dell’Abruzzo trova corrispondenza nel paesaggio vegetale. Per questo è opportuno dividere il paesaggio abruzzese in 4 zone: fascia costiera e collinare subappennina, valli interne e conche intermontane di media e bassa altitudine, regione montuosa interna e alte vette.
La zona Subappenninica è in gran parte coltivata perciò sono pochi i residui di vegetazione spontanea. La costa presenta piante tipiche dei litorali arenosi. Penetrando verso l’interno, le colline sono coltivate e la vegetazione spontanea è ridottissima. Il tipo di bosco più caratteristico è il querceto di roverella; oltre i 1000-1100 m la pianta prevalente diventa il cerro. La vegetazione mediterranea è ampiamente rappresentata nelle coste tirreniche mentre è sporadica nella fascia costiera adriatica. Poichè le valli più aperte e i grandi bacini intermontani sono prevalentemente coltivati, la vegetazione spontanea è limitata alle fasce intorno alle conche. Le conche di media altitudine (1200-1400 m) vengono utilizzate come pascoli, costituiti soprattutto da graminacee. La caratteristica più interessante delle montagna d’Abruzzo sono le foreste. Nei boschi submontani si mescolano roverella e cerro. La cerreta, che può scendere anche a 600-700 m, si spinge fino ai 1300-1400 m e a questa altezza lascia il posto alla faggeta. La faggeta, prevalentemente ad alto fusto, forma un bosco denso e ombroso. Ad altitudini meno elevate si mescolano alberi caduciformi. Interessante è la presenza dell’ abete bianco anche se notevolmente ridotta a causa del largo uso fatto dall’uomo. Ad un’altitudine di 1500-1600 m la foresta tipica di tutto l’Appennino abruzzese è una mescolanza di faggio e abete. Oltre all’ abete bianco in Abruzzo sono presenti boschi di conifere. Particolare è il pino nero di Villetta Barrea, che cresce in valli interne ben esposte al sole. Al di sopra dei 1600 m resta comunque il faggio a dominare la foresta aquilana. Le vette abruzzesi superano i 2000 m e presentano una vegetazione caratteristica dell’alta montagna Al di sopra delle foreste prevale la vegetazione erbacea detta “prateria pseudoalpina”. In queste praterie prevalgono graminacee e molte leguminose. In alcune cime, sul substrato roccioso, si formano associazioni erbacee discontinue che rappresentano i veri pascoli appenninici di altitudine. Nelle cime più alte, ai pascoli si sostituiscono le praterie.
BOSCHI
PRATI E PASCOLI
AGRICOLTURA
VITE
OLIVO
5.4 ANIMALI
6 RISORSE NATURALISTICHE
7 RISORSE MINERARIE
Le risorse minerarie sono rocce e minerali. Esse compongono la crosta terrestre e sono esauribili.
7.1 ROCCE
PARTE 3
BORGHI
8 BORGHI Nello Nell Ne llllo o st stud studio udio ud io d del el ffen fenomeno enom en omen om eno en o de dell dell’abbandono llll’a ’abb ’a bban bb ando an dono do no d dei ei b bor borghi, orgh or ghi,i, aabb gh abbiamo bbia bb iamo ia mo d dec deciso ecis ec iso is o di aana analizzare nalililizz na zzar zz are ar e tr traa tu tutt tutti tti i 56 b tt bor borghi orgh or ghii gh presi pres pr esii in e es esa esame, same sa me, qu me quel quelli ellili iin el n cu cuii sp spic spicca icca ic ca llaa pr prep preponderanza epon ep onde on dera de ranz ra nzaa di u nz una na d del delle elle el le rris risorse isor is orse or se n natur naturali urali st ur studia studiate iate ia te nei cap capitoli apit ap itol it oli ol precedenti. prec pr eced ec eden ed enti en ti.. ti
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CASTELVECCHIO CALVISIO
CONCLUSIONI
APPENDICE
INTERVISTE
CASTELVECCHIO CALVISIO
“Oggi i campi sono tutti secchi, qui manca l’acqua, i campi sono asciutti, non è come gli altri paesi che hanno la conduttura di acqua e annaffiano. In passato, vivevano di mucche, cavalli, pecore, asini e fino poco tempo fa di maiali. Chi aveva la mucca faceva il latte per il paese. Ci sono le mulattiere che percorrevano per raccogliere le olive. Si coltivava legumi, cicerchia e lenticchie, [...].”
“Vengono coltivati i legumi, tra cui la cicerchia che è più grande di una lenticchia, ma più piccola di un cece, [...] Sagra della Cicerchia. Sono coltivati principalmente olivi, vigne e fichi, siamo al limite del clima mediterraneo. Terreno sassoso, pietra calcarea. La pastorizia una volta era florida soprattutto grazie alla lana. Alla fine dell’ottocento, inizi novecento arriva la lana dall’Australia. C’è poca acqua, ma il paese è prettamente agricolo.”
“Ho gli ulivi, faccio l’olio, prima avevo la vigna. Qui si coltivano grano, patate, zafferano e lenticchie. Ci saranno 1000 pecore, niente capre, ma ci sono muli, asini, cavalli, mucche e polli.”
“C’era un mulino sotto il Municipio, dove si facevano le farine, col grano, orzo. Una volta era un giardino, oggi i terreni non li cura più nessuno [...], noi avevamo la vigna, il mulo, le pecore, le mucche, facevamo il pecorino e la ricotta [...].”
“Ci stavano i conigli, le mucche, le pecore, le galline, le capre, i tacchini. Erano allevate da noi. Si vendevano gli agnelli, li mangiavano, era un commercio. Non tutti avevano le bestie. In centro paese è pieno di cantine, ci tenevano patate, olio, vino, maiali, uva, tutto quello che serviva per mangiare [...]. Cinque fontanelle ci stanno in paese. Però l’acqua, chi c’aveva il pozzo in casa beveva, si lavava e si puliva, chi no, prendeva la conca, se la metteva in testa e andava in campagna a prendere l’acqua [...].”
“Prima coltivavo mais, granturco, ma le hanno distrutte i cinghiali, [...] raccolta delle olive a novembre, la vigna non c’è l’ho più. Nel 1961 avevamo cavalli, mucche e pecore, ora solo polli e galline, anche perchè le aziende sono lontane. Facciamo la Sagra della Cicerchia, la prima domenica di agosto, la cicerchia la mangiano anche i cinghiali, vengono coltivate le lenticchie. Prima c’era la neve, il ghiacciaio a Campo Imperatore; nel 1929 la prima fontana del paese, l’acqua di Rionna che veniva dal Gran Sasso.”