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MARTEDÌ 16 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
il futuro della montagna
Categorie e sindacati da Zaia «Lo sbocco a nord è vitale» Consegnato un dossier che sottolinea l’importanza del prolungamento dell’A27 Il governatore: «Noi d’accordo, ma bisogna fare i conti con i costi e l’ambiente»
Francesco Dal Mas BELLUNO. «Senza lo sbocco a
nord la montagna è destinata a morire». L’allarme è lanciato da categorie economiche e sindacati bellunesi tramite un documento consegnato ieri pomeriggio da Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, nelle mani del governatore Luca Zaia. Un appello a favore di una provincia che annaspa, di un’economia montana che ha bisogno di una valida alternativa all’isolamento per tornare a splendere come in passato. Il dossier parla del prolungamento della Venezia-Monaco, da Pian di Vedoia a Lienz, in Austria. La direzione sarebbe quella del monte Cavallino, in Comelico. Gli imprenditori si appellano al bando europeo che rende disponibili cento milioni di euro per la progettazione di grandi opere nell'ambito del-
confartigianato
mezzo miliardo per la Provincia di Bolzano. «È evidente che teniamo aperti entrambi i dossier», prosegue Zaia, «ma dobbiamo fare i conti con il tema delle risorse finanziarie e quello della compatibilità ambientale. Il contesto nel quale ci muoviamo è delicatissimo. Siamo a ridosso delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità, un valore aggiunto che speriamo ci valga anche l’assegnazione delle Olimpiadi. Non possiamo che essere molto cauti. Nulla comunque ci impedisce di approfondire la conoscenza del dossier». E da qui l’incontro con la presidente Berton. La Regione Veneto, attraverso un gruppo di tecnici coordinati Giovanni Campeol, ha studiato un tracciato autostradale che sia anche un corridoio tecnologico per l’energia, le reti informatiche, l’acqua, il gas, la telefonia ed altri sottoservizi, che verrebbero eliminati in superfice, garantendo la bonifica del territorio. NO AMBIENTALISTA
I viadotti autostradali all’altezza di Fadalto
la strategia Eusalp per lo sviluppo della macro regione alpina. Incombe la data ultima del 24 aprile. «La Regione è sempre stata favorevole allo sbocco a
Nord», dice il presidente Zaia, «e io personalmente, già da presidente della Provincia di Treviso ho promosso specifiche iniziative per completare l’arteria. Ciò detto,
dobbiamo essere realisti». E il realismo sono i costi. L’autostrada avrebbe un esborso di 8 miliardi, il collegamento ferroviario di un miliardo circa per il Veneto e di
Ma già in queste ore si sono fatte avanti le associazioni ambientaliste Italia Nostra sez. di Belluno, Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore, Cipra Italia, Wwf O.A. Terre del Piave, Mountain Wilderness Italia, Ecoistituto del Veneto Alex Langer, Gruppo Promotore Parco del Cadore, Libera Cadore presidio Barbara Rizzo. «Il prolungamento dell’A27 non è una soluzione adeguata ai problemi del Nord-Est. Le grandi in-
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frastrutture trasportistiche sono costose, energivore e impattanti, anche quelle definite dai promotori “ecosostenibili”», scrivono. «Innumerevoli studi dimostrano che in fase di progetto i vantaggi di queste grandi opere sono sempre sovrastimati rispetto alla realtà dopo la costruzione, con frequenti fallimenti e grande spreco di denaro pubblico». Le associazioni ricordano poi che la Convenzione delle Alpi impegna gli stati aderenti a non realizzare nuove grandi arterie stradali a cavallo delle Alpi e che nell’autunno del 2016 l’Europa ha rigettato la proposta di questa infrastruttura. Non solo, nel 2017 a Kartisch, è stato firmato da amministratori, Associazioni, e cittadini dell’Osttirol, della Pusteria e dell’alto Bellunese un Memorandum contro i progetti A27-Alemagna e Cavallino, che ribadisce con decisione e motiva la contrarietà alla grande opera. «Riflettano i sostenitori del prolungamento dell’A27», concludono gli ambientalisti, «che con l’apertura del tunnel ferroviario del Brennero il traffico pesante che ora viaggia sull’A22, e non solo quello, dovrà venire giocoforza trasferito su rotaia. Costruire un nuovo valico autostradale per sottrarre passaggi al nuovo tunnel ferroviario sarebbe fuori dal tempo, contraddittorio e del tutto insostenibile». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
(quelle prossime alla pensione) nel 2017 erano 14.203, mentre i possibili sostituti, quelli tra i 20 e i 25 anni, erano 11.400. E la situazione è ancora più grave se guardiamo alla fascia 15-19 anni, ferma a 9.300 unità».
spopolamento
Alternanza scuola-lavoro oggi alle 17.30 un convegno
LA FUGA ALL’ESTERO
Calando gli attivi, l’economia in provincia va giocoforza in difficoltà, aprendo le porte al fenomeno della fuga all’estero. Anche questo fenomeno sottrae numeri vitali alla scuola bellunesi: se nel 2014, infatti, gli iscritti all’Aire tra 0 e 17 anni erano stati 6.327, a fine 2018 erano cinquecento in più.
BELLUNO. “Giovani e azien-
de: le strade per l’inserimento lavorativo, il ruolo della scuola, i bonus per le aziende”: su questo tema i giovani imprenditori di Confartigianato Belluno organizzano un convegno oggi alle 17. 30 nella sala riunioni di piazzale Resistenza 8. «L’appuntamento», dichiara Martino Fullin, presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Belluno, «intende offrire alle aziende tutte le informazioni su modalità agevolate di ingresso dei giovani nelle imprese, anche durante il periodo degli studi, in un’ottica di investimento futuro nella manodopera». Proprio in questi giorni la Camera di commercio di Treviso Belluno ha aperto un bando a sostegno delle aziende che ospitano ragazzi in alternanza scuola lavoro e che per le micro e piccole imprese prevede particolari incentivi. «Da un questionario che abbiamo somministrato ai nostri associati», prosegue il presidente Fullin, «risulta infatti che, benché l’alternanza scuola lavoro sia conosciuta e utilizzata, pochi sono, invece, gli accessi ai contributi previsti da Camera di commercio e da Ebav». —
GIÙ LE MANI DALLE SCUOLE
Sempre meno studenti nelle scuole bellunesi: l’emorragia proseguirà anche nei prossimi anni
Studenti, il calo proseguirà «Ma sarebbe un errore chiudere le piccole scuole» Il sociologo Diego Cason interpreta i “numeri” bellunesi «Servono politiche calibrate per le terre alte altrimenti sarebbe la fine» BELLUNO. Calo delle nascite,
crisi economica con conseguente fuga dei giovani bellunesi all’estero e blocco del flusso migratorio. Sono i tre fattori che incidono negativamente sul mondo della scuola, ma
anche sul tessuto economico provinciale. Se il prossimo anno ci sarà un calo di 524 iscritti nei vari istituti bellunesi rispetto al 2018/2019, negli anni a seguire la situazione sarà ben peggiore. L’emorragia di studenti non si fermerà, anzi, aumenterà a vista d’occhio. SEMPRE MENO GIOVANI
I numeri parlano chiaro. Osservando le varie classi di età, si può notare che a fine 2017
in provincia i bambini da zero a tre anni erano 4.013 e 4.427 quelli da tre a cinque anni. Visto che i primi andranno a sostituire i secondi, il calcolo è semplice: nel giro di tre anni le prime classi elementari perderanno almeno 400 alunni, in poche parole dalle 13 alle 15 classi. Ma ci sono altri numeri che testimoniano il calo demografico delle nuove generazioni bellunesi: i nuovi nati nel 2000 sono stati
1.871, nel 2017 appena 1.282; il saldo naturale, ovvero la differenza tra nuovi nati e morti) nel 2010 era negativo di 716 unità, mentre nel 2017 è arrivato a -1.331. «Il problema è strutturale e serio», avverte il sociologo Cason, «si ripropone puntualmente da 25 anni e va a incidere non solo sulla scuola, ma anche sul tessuto economico locale». CALANO GLI “ATTIVI”
«Dal 2000 al 2017», dice Cason, «abbiamo perso qualcosa come 13 mila persone attive, ovvero residenti che, salvo impedimenti temporanei, sono in grado di svolgere un’attività lavorativa. E basta fare un confronto tra classi di età, per capire come l’emorragia sia tutt’altro che terminata: le persone tra i 60 e i 64 anni
«La fuga», prosegue Cason, «riguarda soprattutto i territori periferici, come possono essere Soverzene, il Feltrino occidentale, Vallada, Cibiana e un po’ tutto il Centro Cadore. Territori in cui lo spopolamento mette a rischio il futuro dei servizi basilari. Territori dove gli adulti sono costretti a muoversi verso altri paesi per lavorare e dove gli elementi di coesione sociale sono sempre minori. Ecco, in questi paesi la scuola svolge un ruolo determinante. La chiusura dei piccoli istituti decreterebbe la fine della montagna, con le famiglie costrette a spostarsi a valle in cerca di servizi e luoghi dove lasciare i propri figli mentre i genitori sono al lavoro». «Servono politiche sempre più calibrate sulle esigenze delle popolazioni montane», concude Cason. «Tagliare servizi perché in montagna sono più costosi non è lungimirante ed è su questo che i nostri politici sono chiamati a combattere». —
VENETO ECONOMIA
MARTEDÌ 16 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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Crac delle ex Popolari/L’odissea dei risarcimenti
Banche, sui rimborsi l’ultimo pasticcio Di Maio: «Tutto pronto». Ma il Consiglio dei ministri di giovedì si tiene in Calabria: i risparmiatori preparano una manifestazione Nicola Brillo VENEZIA. «Mi dicevano da Roma che i decreti sblocca cantieri e crescita dovrebbero andare in Gazzetta». È il vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio, parlando a Dubai con la stampa, a dare il via libera al decreto che «aveva bisogno di limature, in particolare quella che riguarda i risparmiatori». Sui rimborsi, ha ribadito il vicepremier, «non si fanno norme senza il consenso con i risparmiatori. C’è un rallentamento perché io ho imposto che non si metta nessuna norma in Gaz-
zetta Ufficiale se non è concordata» con le rappresentanze dei risparmiatori. E ha annunciato interlocuzioni tra la presidenza del Consiglio e le associazioni dei risparmiatori. Ad essere stata contattata ieri nel tardo pomeriggio da un funzionario del ministero è stata l’associazione Noi che credevamo nella Popolare di Vicenza, ma si è trattato di un primo colloquio. «Per ora non siamo stati contattati – ha commentato l’avvocato Andrea Arman, presidente dell’associazione don Torta – ma siamo a disposizione per collaborare con il ministero».
Nella mattinata di ieri l'associazione Ezzelino da Onara aveva espresso rammarico perché il prossimo 18 aprile, data prevista dai comitati dei risparmiatori traditi per una manifestazione a Roma, sia stato convocato un consiglio dei ministri in Calabria. «È gravissimo che il governo del cambiamento non decida e rinvii ancora una volta un Fondo che doveva alleviare e salvare le vittime innocenti del risparmio espropriato», ha dichiarato Patrizio Miatello. «Prima truffati dalle banche - prosegue l'associazione veneta - e ora da una politica che prende e perde tempo
Risparmiatori in piazza
Il parlamentare veneto di Forza Italia annuncia la partecipazione alla protesta di piazza «Tria non può avallare un’operazione illegale, ne dovrebbe rispondere personalmente»
Brunetta: «Gioco al massacro alle spalle degli ex azionisti» L’INTERVISTA
a normativa così come la vogliono i grillini è impossibile da scrivere: non possono essere risarciti alla stessa maniera investitori professionali e piccoli risparmiatori. Siamo difronte ad una tragedia, un'ulteriore presa in giro a fini elettorali». L’onorevole forzista Renato Brunetta attacca il governo gialloverde sul Fondo per gli indennizzi ai risparmiatori. «Ci troviamo nella più totale impasse, il governo ha imbrogliato i risparmiatori già imbrogliati dalle banche, ha fatto credere loro che la colpa era di Tria, mentre è della loro dabbenaggine». Onorevole Brunetta, il braccio di ferro tra il ministro Tria e le forze che sostengo-
«L
no il governo quanto è destinato a durare? «Non si tratta di un braccio di ferro, è solamente propaganda. Tria non può, come chiedono i Cinque stelle, essere chiamato ad avallare un’operazione illegale, altrimenti dovrebbe poi risponderne sul piano personale. E’ un gioco al massacro sulle spalle dei risparmiatori». Secondo lei nel carteggio con Bruxelles c’è la spiegazione di quanto sta accadendo? «Con l’onorevole Pierantonio Zanettin da metà dicembre con interrogazioni ed interpellanze chiediamo di vedere il carteggio con l’Europa, ma ci è stato negato. Siamo certi che ci sono almeno quattro lettere della Commissione europea, due a dicembre e due a gennaio, nelle quali si segnalava che la norma come si stava
Il deputato veneziano di Forza Italia Renato Brunetta
venice terminal passeggeri
Vtp: Spagna eletto presidente utile d’esercizio di 4,3 milioni VENEZIA. L’assemblea degli azionisti di Vtp spa, la società che gestisce il terminal passeggeri di Santa Marta dove approdano le navi da crociera controllata con una maggioranza indiretta dalla Regione Veneto, ha nominato ieri nuovo presidente Fabrizio Spagna – in sostituzione di Gianni Mion che mantiene la carica di direttore generale. Approvato anche il bilancio consuntivo 2018 è chiuso positi-
vamente con un utile netto di 4.378.000 euro, interamente distribuito ai soci azionisti del Venice Terminal passeggeri. Sul nome di Fabrizio Spagna – che già è presidente di Veneto Sviluppo spa – c’è stata una totale convergenza di tutti gli azionisti di Vtp: Apvs che ha il 39% delle azioni (che a sua volta compartecipata al 51 % dalla società della Regione, Veneto Sviluppo
e al 48 % dalla società Venezia Investimenti di cui fanno parte tre grandi compagnie crocieristiche come Costa, Msc e Royal Caribbean); Save spa di Enrico Marchi con il 22, 18 % ; Finpax spa (passata di recente sotto il controllo di Venezia Investimenti) anch’essa con il 22,8% delle azioni e la Camera di Commercio con il 2,64%. Il bilancio approvato ieri è stato chiuso con un incremen-
to si delle navi da crociera approdate al terminal di Santa Marta. Il 2018, infatti, tra crociere marittime e fluviali e aliscafi, si è chiuso con 1.680.599 passeggeri movimenti (nel 2017 erano stati 1.546.337) per complessivi 993 approdi dei quali 502 hanno riguardato le navi da crociera, a fronte dei 918 approdi totali del 2017 dei quali 466 riguardavano navi da crociera. E’ evidente, quindi, che anche nel bilancio del 2018 le crociere hanno continuano a rappresentare il segmento trainante con uno share del 93%, seguito da aliscafi (6%) e navi fluviali (1%). L’anno scorso i passeggeri movimentati sono stati 1.560.579, con una variazione positiva del 9% (+ 132.767 unità), men-
in continuazione». Critico anche il Codacons Veneto (pres. Franco Conte): «Alle bugie non c’è mai fine: il decreto Crescita annunciato dal governo è slittato a maggio e con esso le norme che dovevano rendere operativi gli indennizzi ai risparmiatori, con i rimborsi che vengono ancora rinviati alle calende greche». «Sono passati altri 7 giorni dall’8 aprile, data in cui il presidente Conte e il ministro Tria hanno illustrato la proposta per i rimborsi dei risparmiatori traditi, su cui è stato assicurato che il ministero dell’Economia abbia raggiunto un accor-
do con la Commissione Europea», dichiara Emilio Viafora (Federconsumatori). A movimentare la giornata aveva pensato, nella mattinata di ieri, il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini che ha nuovamente attaccato il ministro dell’Economia Tria: «Per me la partita doveva già essere chiusa. Però non faccio il ministro dell'Economia e il presidente del Consiglio, mi risultano gli ultimi contatti in queste ore, spero siano stati risolutivi – ha spiegato il leader leghista -. Noi abbiamo messo lì i soldi e spero siano fatte le regole per distribuirli». —
configurando non poteva essere accettata». Qual è la vostra proposta di legge per aiutare i risparmiatori? «Bisogna rispettare le regole europee, dotando il fondo delle risorse necessarie. Le regole europee sono le basi del diritto internazionale: quindi un giudice o arbitro che separi i piccoli azionisti dagli investitori, poi si può procedere agli indennizzi». Alcune associazioni di risparmiatori lamentando che il fondo è stato ridotto. Il sottosegretario Bitonci ha spiegato che la riduzione si deve ad una misura contabile. Lei da che parte sta? «Le carte dicono che le risorse sono dimezzate, non so se perché pensano di non spendere l’intera somma entro l’anno o utilizzate per altri fini. Le spiegazioni date non sono convincenti. Ad oggi per tabulas noi abbiamo che il miliardo e mezzo non c’è più. Il ristoro non c’è stato, e di rinvio in rinvio siamo alla farsa». I decreti attuativi del fondo per gli indennizzi dovevano essere inseriti nel Decreto crescita. Quanto si dovrà aspettare? «La revisione delle norme doveva essere inserito nel Decreto crescita, ma si sono perse le tracce anche di questo. Qualcuno dice che dovremo atten-
dere fino a dopo le elezioni europee. Questa situazione fa il pari con l’autonomia. Dopo tutte le affermazioni di Salvini e del povero Zaia di settimana in settimana si rimandano i decreti, da novembre siamo arrivati ad aprile e si sono perse le tracce anche di questo». La maggioranza delle associazioni dei risparmiatori saranno nei prossimi giorni a Roma per manifestare. Voi ci sarete? «Ci uniamo alle loro richieste di giustizia e annunciamo il nostro pieno sostegno alla manifestazione, da loro organizzata, avente l’intento di difendere i loro diritti e la tutela del loro risparmio tradito». Lei dice che questo è l’8 settembre di Conte. Prevede a quando l’arrivo del 25 aprile? «Il potere è un collante spaventoso per tenere questi scappati di casa incollati alle loro poltrone. Sono tutti test che gli italiani fanno, credo che le prossime elezioni europee porteranno delle novità: il Movimento non andrà oltre il 20%, ma anche la Lega dovrà pagare il prezzo di questi comportamenti, che hanno portato l’Italia in recessione, isolata a livello internazionale come non era mai successo della storia repubblicana». — Nicola Brillo
le nomine
Cattolica conferma Bedoni presidente e Minali capoazienda MILANO. Il Cda di Cattolica Assicurazioni ha attribuito le cariche sociali, confermando Paolo Bedoni alla presidenza e Alberto Minali amministratore delegato. I vice presidenti sono Aldo Poli (vicario) e Barbara Blasevich mentre Alessandro Lai è segretario del consiglio. Bedoni presiederà il comitato per le nomine e quello per il governo societario, Bettina Campedelli il comitato controllo e rischi, Chiara dè Stefani il comitato remunerazione e Luigi Castelletti il comitato parti correlate.
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tre gli scali registrati sono stati 502, pari ad un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente (+36 approdi). Un andamento in linea con il ritorno alla crescita del Mediterraneo dopo un 2017 segnato da una contrazione di operatività (-4,2%1) dovuta sia alla crescente competizione di mercati emergenti sia alla delicata situazione geopolitica creatasi in Turchia dopo gli attentati del 2016. Nonostante i positivi risultati, Vtp fa presente il «persistere di vincoli dimensionali che non consentono al primo porto di imbarco e sbarco dell’Adriatico e del Mediterraneo Orientale di esprimere in pieno il proprio potenziale infrastrutturale e organizzativo». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Nordest
«STRAGE DI UCCELLI SELVATICI SULLA PEDEMONTANA» I volatili si schiantano contro le barriere trasparenti della superstrada Pedemontana. «Una strage», denuncia Andrea Zanoni (Pd). Intervenuti anche i carabinieri forestali
Martedì 16 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Europee, Salvini aggiunge due veneti Dopo la rivolta dei leghisti inserita in lista anche la bellunese `Zaia “pompiere”: «Aspettiamo le decisioni del segretario» Rento. Testa a testa tra la veneziana Conte e il giovane Sorato Da Re sotto accusa, contrattacca: «Non vedo Maradona in giro» `
LE ELEZIONI VENEZIA Due veneti in più. È questa la soluzione partorita in via Bellerio per placare gli animi dei leghisti, arrabbiati per la formazione di una lista per le elezioni Europee del 26 maggio che valorizza solo la parlamentare vicentina uscente Mara Bizzotto e il segretario nathional, cioè veneto, Gianantonio Da Re. Raccontano che Matteo Salvini non abbia gradito i mugugni arrivati da Venezia, ma che alla fine si sia convinto ad aumentare i candidati veneti da 4 a 6. Solo che, tolti Da Re e Bizzotto, tutti gli altri, compresi i due innesti - in ballo l’ex rugbista assessore di Pianiga e commissario dei Giovani Padani veneti Piergiovanni Sorato, la consigliera comunale di Caorle Rosanna Conte, la presidente dell’Ater di Belluno Ilenia Rento - sono esordienti, con pochissima gavetta alle spalle e questo non fa che alimentare i mugugni. Per due motivi: candidare a Bruxelles volti noti solo nel paese di origine, non solo favorisce i più conosciuti Da Re e Bizzotto, ma rischia anche di ridurre la pattuglia dei veneti eletti a vantaggio di altre regioni; in secondo luogo perché non mandando in Europa consiglieri e assessori regionali che stanno tra il Balbi e il Ferro Fini in alcuni casi addirittura da 20 anni, il problema si porrà alle Regionali del 2020, tra un anno esatto. Ossia: che classe dirigente vuol fare crescere la Lega? Di yes-men nominati al Parlamento o catapultati a Bruxelles? E chi ha contatti e consensi in territorio veneto deve restare vita natural durante in Veneto?
IL POMPIERE Il governatore Luca Zaia ieri ha vestito i panni del pompiere: «Matteo Salvini è il segretario del partito ed è quindi il garante di tutta l’operazione. Non mi risulta che i posti fissati per il Veneto siano quattro. Per ora sono solo notizie giornalistiche. So quanta at-
I DEM PADOVA «No all’autonomia che crea italiani di serie A e di serie B per quel che riguarda, sanità, scuola e welfare». A dirlo è stato ieri mattina il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti che, dalla sede regionale del Pd a Padova, ha fatto partire la sua campagna a sostegno dei candidati alle elezioni europee.
IL SOSTEGNO Nello specifico, ieri Zingaretti ha lanciato la candidatura alle Europee dell’ex sindaco di Vicenza Achille Variati. «Non è affatto un caso che il mio giro d’Italia inizi da Padova – ha esordio il governatore del Lazio – alla guida della la città, infatti, troviamo un esempio di buon governo con un centrosinistra aperto, innovativo ed inclusivo, con un sindaco eccellente come Sergio Giordani». Ha poi aggiunto: «Sono qui anche per sostenere un candidato come Variati che è l’espressione di un
In corsa
VICENTINA Mara Bizzotto
TREVIGIANO Gianantonio Da Re LEADER Il governatore del Veneto Luca Zaia e il segretario federale della Lega Matteo Salvini
PADOVANA Paola Ghidoni
VENEZIANA Rosanna Conte
VERONESE Paolo Borchia
tenzione e sensibilità abbia Salvini nei confronti del Veneto e quindi immagino che, come al solito, ci saranno dei criteri di proporzionalità rispetto a territori, abitanti, rappresentatività. Prima di parlare di numeri si abbia la pazienza di aspettare le decisioni finali del segretario». Mentre Zaia parlava con i cronisti, in via Bellerio si lavorava di matita e gomma da cancellare: confermati i 5 dell’Emilia Romagna, i 2 del Friuli Venezia Giulia (Marco Dreosto, consigliere comunale a Spilimbergo e Elena Lizzi, già assessore a Buja e in Provincia di Udine) e il
candidato del Trentino Alto Adige, confermato ovviamente Salvini capolista, i posti per il Veneto salivano da 4 a 6, per un totale di 15 candidati.
LA SFIDA Stanco di sentirsi accusare di aver pensato solo alla propria posizione, il segretario del Carroccio veneto Toni Da Re ieri ha sfidato i “regionali” che, a suo dire, avrebbero alimentato le polemiche. Nell’elenco partito dal Veneto per la formazione della liste c’erano infatti anche i consiglieri/assessori Roberto Ciambetti,
IL SEGRETARIO NATIONAL: «NON È VERO CHE NON VOGLIO CONCORRENTI, I VOTI IO LI PRENDO E AVREI PREFERITO RESTARE QUA»
BELLUNESE Ilaria Rento
Federico Caner, Luciano Sandonà, Fabiano Barbisan. Tutti depennati così come era stato fatto per la Lombardia, dove si rischiavano problemi di equilibri in giunta e consiglio. «Sono arrabbiati? Si arrabbino con chi di dovere. Si qualifichino e lo dicano a Salvini», ha tuonato Da Re. E ancora: «Si lamentano che la lista non è qualificata? E quelli che parlano invece lo sono? Un disciplinare per il “qualificato” c’è? Potrei capire se avessi davanti un Maradona. La verità è che a lamentarsi sono gli stessi dell’anno scorso per le Politiche. Le proposte son arrivate dalle segreterie provinciali, se la prendano con quelle che peraltro sono quasi tutte commissariate». Ma le scelte chi le ha fatte? «Milano. E non mi si venga a dire robe come “Da Re ha fatto liste deboli per non avere concorrenti”. Da Re i voti i ciape in stess». Domanda: Da Re è soddisfatto di queste scelte? «Personalmente sì. Paola Ghidoni è una commercialista, la prima dei non eletti a Padova alle Politiche. Il veronese Paolo Borchia da dieci anni vive a Bruxelles e sa tutto della “macchina” europea. Mara Bizzotto è uscente, in gamba, conosciutissima. Quanto a me non mi giudico, dico che avrei preferito fare il segretario».
LA TERNA Ma chi sono i due innesti aggiuntivi? Inizialmente dovevano essere Sorato e Conte, solo che entrambi sono veneziani e questo, lasciando scoperte Belluno e Rovigo, avrebbe creato problemi. Così è entrata in ballo la presidente dell’Ater di Belluno Ilenia Rento, 41 anni, mentre tra Sorato e Conte è stato un’altalena tutto il giorno, con la seconda data per favorita. Quanto a Stefano Baraldo dei Giovani Padani di Padova, a stopparlo è stata la giovinezza: non ha ancora 25 anni, età minima per candidarsi in Europa. Magari, chissà, si rifarà l’anno prossimo alle Regionali. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
PORDENONESE Marco Dreosto
UDINESE Elena Lizzi PARTITO DEMOCRATICO Nicola Zingaretti con Achille Variati e il segretario veneto Alessandro Bisato
Zingaretti, da Padova via al giro d’Italia «Sì all’autonomia, ma temo non ci sarà» radicamento solido su territorio, una caratteristica fondamentale per far bene a Bruxelles». Al riguardo lo stesso Variati ha voluto togliersi un sassolino: «La mia vita politica è stata interamente dedicata al territorio. Sono stato per 15 anni sindaco di Vicenza e poi, in Regione, sono stato il principale avversario di Galan. Lo stesso Galan che ora, chi gli è stato accanto in passato, finge di non avere mai conosciuto». Zingaretti ha spiegato di essere partito dal Veneto anche per un altro motivo: «Sono voluto partire dal Veneto
anche per un altro motivo. Si tratta di una regione che più di altre sta soffrendo per l’assoluta inerzia sul fronte economico da parte di questo governo»
CONTRO IL GOVERNO Il leader dem non ha nascosto tutta la sua perplessità rispetto alle richieste di autonomia che, in questi mesi, sono arrivate da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. «Dietro la parola autonomia ci sono dei progetti molto diversi tra di loro – ha scandito il segretario –. Dico sì di fronte all’autono-
mia che semplifica e permette di essere più competitivi nel mondo, no a quella che mette in discussione diritti universali riconosciuti dalla Costituzione come la scuola, la sanità o il welfare. Temo, però, che non ci sarà comunque nulla perché si tratta di una promessa, l’ennesima, che blocca questo Paese». Zingaretti ha poi premuto nuovamente l’acceleratore contro la politica economica del governo gialloverde: «Salvini e la Lega sostengono i nazionalisti europei, ma questi per loro definizione sono contro i nostri inte-
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ressi perché difendono solo la loro nazione. Noi abbiamo la necessità di un’Europa che aiuti i Paesi membri, non abbiamo bisogno di
IL LEADER DEL PD LANCIA LA CORSA DI VARIATI A BRUXELLES: «È L’ESPRESSIONE DI UN RADICAMENTO SOLIDO SUL TERRITORIO»
alleanze che servono solo per catturare voti, ma sono contro le nostre imprese, i nostri cittadini e che ci hanno lasciati soli nella gestione del problema dell’immigrazione». La soluzione secondo il leader dem? «Il nostro Paese ce la può fare, deve solo riaccendere i motori produttivi e per farlo servono delle politiche economiche, l’esatto opposto di quello che sta accadendo adesso. Bisogna sbloccare una situazione economica e sociale molto pericolosa. Anche qui in Veneto da quando c’è questo governo ci sono segnali tutti negativi per economia: -1500 imprese nel 2018. Nel Def si ammette che il debito pubblico del Paese salirà al 132% nel 2019 sapendo che dentro ci sono voci di bilancio che non saranno mai realizzate come i 18 miliardi di euro per dismissioni patrimoniali: anche se vendono piazza San Marco, il Colosseo e il Duomo di Milano non ci arriveranno mai a quelle cifre». Alberto Rodighiero © RIPRODUZIONE RISERVATA
XI
IL PRIMO CITTADINO GIOVEDÌ PORTERÀ LE RICHIESTE DEI CITTADINI ALLA COMMISSIONE REGIONALE SANITÀ
Castelfranco
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Il sindaco: «I posti letto di chirurgia per sempre»
Riunione alle 11 per il Piano Casa bufera sull’orario
Il governatore ha assicurato il servizio Marcon insiste: «Resti staccato dallo Iov»
Il comitato Città futura contro la cementificazione legata al Piano casa regionale è stato invitato in municipio per prender parte a una commissione consiliare, ma è bufera sull’orario. «Siamo stati convocati domani mattina alle 11 – spiega Paolo Comelato dal comitato – lavoriamo tutti a quell’ora e credo che anche i consiglieri e gli assessori abbiano difficoltà nel prendervi parte per il medesimo motivo. Questa è l’ennesima presa in giro su una questione che sta marciando male a livello regionale e che l’amministrazione sta seguendo». La richiesta di riunire una commissione ad hoc per discutere degli effetti del Piano casa era stata portata avanti dalle minoranze in consiglio comunale e, da parte dei membri del comitato, era stato in più occasioni cercato un confronto con l’amministrazione, ultimo tra tutti quello durante l’incontro col quartiere Avenale. Il Comune ha invitato i componenti più attivi del comitato attorno al tavolo della commissione consiliare urbanistica, edilizia privata e sviluppo del territorio, domani alle 11, per discutere sulla petizione diffusa dal Comitato con oggetto “Tutela dei quartieri di Castelfranco e mitigazione delle opere derivanti dal Piano Casa”.
` Comitato spiazzato
dall’invito del Comune «Noi siamo al lavoro» CASTELFRANCO
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CASTELFRANCO «Il governatore Luca Zaia, recependo le indicazioni che arrivano dal territorio, ha aperto alla costituzione di un nucleo di chirurgia dell’Usl, indipendente dallo Iov, all’interno dell’ospedale di Castelfranco. E sicuramente dovrà restare stabile anche dopo il decollo delle attività dell’Istituto oncologico veneto». Sono le parole di Stefano Marcon, sindaco della città del Giorgione.
LA RASSICURAZIONE Alla fine della settimana scorsa il presidente della Regione ha rassicurato tutti sul fatto che la futura parte generalista dell’ospedale di Castelfranco, gestita dall’Usl della Marca, non perderà del tutto il settore della chirurgia, come inizialmente previsto. Verrà mantenuto un nucleo indipendente con 15 posti letto, a servizio in particolare del Pronto soccorso, che conta 40mila accessi all’anno. Il governatore ha specificato che nel momento in cui le sale operatorie dello Iov andranno a regime si valuterà se confermarlo o meno. Ma per Marcon la risposta è già chiara: «Il manteni-
«I NUMERI INDICATI DAL PRESIDENTE DEL VENETO DOVRANNO RIMANERE STABILI ANCHE DOPO IL DECOLLO DI ONCOLOGIA»
mento del servizio di chirurgia dell’Usl, staccato dallo Iov, è condizione imprescindibile – sottolinea – il Pd dice che la condizione imprescindibile è il mantenimento di 50 posti per la chirurgia. Io guardo al servizio. Sono state recepite le indicazioni valutando la necessità di mantenere 15 posti. Se è questo che serve, deve restare stabile».
LA REVISIONE Così a breve dovrebbero essere riviste le schede ospedaliere per quanto riguarda Castelfranco. Quelle uscite nei giorni scorsi di fatto dividono in due l’ospedale lasciando 169 posti letto alla parte generalista, gestita dall’Usl, e facendone passare 165 all’Istituto oncologico veneto, dei quali 107 destinati proprio alla chirurgia. Il centrosinistra ha denunciato che così l’ospedale generalista perde oltre 130 posti. Ma il nodo principale ha riguardato proprio l’azzeramento del settore chirurgico generalista. All’inizio la Regione aveva previsto che fosse la parte dello Iov, con le proprie sale operatorie, a garantire il supporto chirurgico al Pronto soccorso nei casi di emergenza. “In area chirurgica – si legge nelle schede in relazione all’Istituto – vengono garantiti i trattamenti chirurgici urgenti, non oncologici, ai pazienti provenienti dal pronto soccorso”. In realtà non andrà così. La formazione del nucleo indipendente di chirurgia con 15 posti adesso è data per scontata. E giovedì il sindaco sottolineerà davanti alla commissione regionale Sanità, una volta di più, che tale misura non dovrà essere temporanea. Mauro Favaro
Il logo per le fattorie sociali è degli allievi del Rosselli CASTELFRANCO È dell’istituto di grafica e liceo artistico Carlo Rosselli il logo per identificare le fattorie sociali del Veneto. Gli studenti hanno vinto il concorso indetto dalla Regione per trovare un simbolo identificativo da apporre all’entrata di tutte le fattorie sociali del Veneto e, ieri al palazzo Grandi Stazioni di Venezia, hanno ritirato il loro premio: un assegno da 3mila euro, una targa e una bandiera della Regione. Ma la soddisfazione più grande per gli studenti e per il dirigente scolastico Pier Antonio Perazzetta, è arrivata con la consegna ai titolari delle fattorie sociali del Veneto del nuovo logo che diventerà il simbolo identifi-
cativo delle strutture che uniscono amore per la terra ad un forte spirito d’inclusione. Un’immagine semplice in due colori, rosso e verde, quella composta dagli alunni del Rosselli: il profilo di una fattoria che si fonde con quello della terra coltivata il tutto incorniciato da un grande cuore. «Il lavoro grafico degli studenti è stato selezionato tra le 21 scuole concorrenti per la sua immediatezza e semplicità – ha sottolineato alla consegna del premio, l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan – Anche il binomio cromatico utilizzato, il verde per l’agricoltura e il rosso per il cuore e l’azienda solidale, aiuta a rappresentare in modo intuitivo identità e funzioni della “fattoria sociale”». (l.r.)
L’EMERGENZA I 15 posti letto di chirurgia saranno a servizio del Pronto soccorso dell’ospedale; sopra il sindaco Stefano Marcon
Campigo, Fusaro ringrazia CASTELFRANCO Nessun problema nella gestione del cambio di programma nella scuola elementare di Campigo, dopo aver scongiurato l’ipotesi di chiusura, è partita una catena d’informazione tra personale docente, Ata, genitori e amministrazione. Ed è proprio questa catena di sostegno che ieri ha ricevuto, tramite una circolare, il plauso della dirigente scolastica Alessandra Fusaro. «Ho visionato la scuola e devo ringraziare il Comune per il tempestivo intervento domenicale che ha messo in sicurezza l’atrio grazie a una rete antisfondellamento – si legge nella comunicazione – Sono felice di ringraziare
pubblicamente gli amministratori e i tecnici che, ad ogni livello, hanno reso possibile tutto questo in nome del bene collettivo. Un concetto che quando riguarda la scuola, quindi i giovani, acquista un significato reale ed ideale al tempo stesso e rende tangibile quanto già gli illuministi avevano definito felicità universale». Un giro di comunicazioni tra i vari enti ha fatto sì che gli alunni tornassero regolarmente sui propri banchi. «Grazie per averci dato prova che quando la politica risolve i problemi e rende migliore la vita dei cittadini – si legge in chiusura della circolare - dimostra di essere il livello più avanzato della convivenza civile e della costruzione del domani». (l.r.)
verse zone di Castelfranco ma che, aveva raccolto testimonianze di cittadini di tutta la provincia di Treviso che, arrivati nella cittadina del Giorgione per una passeggiata sotto i portici, si erano imbattuti nel banchetto e avevano condiviso con i componenti del comitato presenti, la loro esperienza anche nel cuore di Treviso.
LA SORPRESA «Depositando la petizione ci aspettavamo un confronto con l’amministrazione – spiega Comelato – ma non abbiamo ricevuto alcun riscontro fino alla lettera di convocazione della commissione. Bene ma di mattina? Non so neanche cosa dire, siamo riamasti spiazzati, lavoriamo come penso lavorino anche i consiglieri vista anche la poca partecipazione durante il consiglio comunale convocato di mattina per discutere sul tema dell’ospedale. Chi potrà partecipare a questa commissione?». Interrogativo che troverà una risposta solo domani in sala consiliare. «Non abbiamo grandi aspettative – spiega Comelato – soprattutto perché la commissione richiesta dalle minoranze è stata convocata di mattina in un giorno lavorativo e noi ancora non sappiamo se riusciremo ad esserci». Lucia Russo
LA RACCOLTA FIRME Per raccogliere le firme relative alla petizione, il Comitato aveva depositato diversi fogli alla libreria Ubik e, nel periodo di Carnevale, per tre settimane, aveva messo un banchetto sotto i portici di piazza Giorgione. Modus operandi questo che aveva portato alla raccolta di 873 firme di residenti in di-
LA PETIZIONE Il comitato “Città Futura” ha raccolto 873 firme
Albo d’oro degli sportivi L’azienda entra a scuola RIESE Una lista degli sportivi riesini al nuovo ingresso della palestra. Inaugurato nella giornata di domenica il rinnovato ingresso della struttura sportiva al quale, oltre alla targa è stato aggiunto anche un albo d’oro con gli atleti che in questi anni si sono distinti per prestazioni sportive. Ciclisti come Mario Fraccaro, Mario Gazzola, Luigi Trevellin, Matteo Tosatto Gianluca Milani, Dorino Vanzo, Mario Cremasco, Giorgio Fraccaro e Simone Fraccaro ma anche atleti come Simone Zanon e Devis Favaro. Presenti nell’albo anche i dirigenti sportivi Donato Ceriello, Pietro Pigozzo e Luciano Cirotto, scomparso lo scorso anno. «È una fortissima emozio-
ne vedere mio marito nell’albo d’oro degli sportivi di Riese – afferma Domenica Gemin – Luciano è sempre stato mosso da una grande passione, faceva tutto per gli altri senza chiedere nulla in cambio». Sull’albo anche i risultati della “rossa volante”, Francesca Porcellato, atleta paralimpica che vanta nel suo palmares medaglie d’oro europee e mondiali. «Questo è un giorno importante – ha affermato il sindaco Matteo Guidolin prima del taglio del nastro – l’albo d’oro degli sportivi riesini nasce volutamente incompleto affinché questo possa essere un progetto in divenire. L’idea l’abbiamo ripresa dalla nostra città gemella di Guelph in Canada, ci è subito parsa una bella iniziativa e abbiamo voluto proporla anche a Riese». (l.r.)
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e si “prenota” gli studenti FONTE «Non c’è lavoro? Direi di no, le aziende cercano ma non trovano. Per questo ora vengono addirittura nella nostra scuola per “prenotare” gli allievi e far loro colloqui in vista di un’assunzione». Così Andrea Mangano, direttore generale del Centro di formazione (Cfp) Opera Monte Grappa commenta il recente incontro avuto a scuola tra un’azienda e alcuni allievi del terzo anno di autoriparazione. L’azienda è E.Ma.Pri.Ce. spa, che vanta un’esperienza nelle costruzioni da oltre 40 anni, con sedi a Bolzano, Possagno, Castelfranco e Cortina. Presente al Cfp l’amministratore delegato Anna
Daniele, lo staff tecnico e il responsabile risorse umane. «N non esistevano esperienze precedenti con questa azienda, ci riempie d’orgoglio quindi il fatto che abbiano considerato la nostra scuola una eccellenza del settore tanto da voler incontrare direttamente i nostri ragazzi - dice Mangano - Nove di loro faranno un secondo colloquio e le prospettive sono molto buone. La strada che abbiamo intrapreso di promuovere sempre più sinergie con il territorio e le sue aziende sta portando frutti positivi. Gli stage che compiono i ragazzi in contemporanea con la formazione a scuola, permette loro di svolgere esperienze professionali che aprono le porte per la loro futura occupazione».
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MARTEDÌ 16 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
La sfida delle elezioni europee
Lega, 6 veneti in lista Il sorpasso emiliano è evitato ma cresce la rabbia dei bocciati In corsa Bizzotto, Da Re, Ghidoni, Borchia, Sorato, Ferrazzo Polemiche per l’esclusione in blocco dei consiglieri regionali Filippo Tosatto VENEZIA. Il ventilato sorpasso emiliano non c’è stato: «La lista della Lega alle europee comprenderà sei veneti, scelti in totale autonomia dal segretario federale Matteo Salvini», scandisce da Vittorio Veneto il segretario Gianantonio Da Re. Che figura tra i candidati a Nordest accanto a Mara Bizzotto, europarlamentare vicentina uscente; Paola Ghidoni, commercialista e dirigente della sezione di Padova; Paolo Borchia, veronese, funzionario del Carroccio a Bruxelles, stretto collaboratore del ministro Fontana; e una coppia veneziana espressione del Movimento giovanile: Piergiovanni Sorato, architetto di Pianiga e Alice Ferrazzo, militante di San Donà di Piave con laurea in Scienze Politiche. Saranno loro a vedersela con i cinque concorrenti emiliani e romagnoli – a cominciare dagli agguerriti Alessandra Basso (Bologna) ed Emiliano Occhi (Parma) – mentre il Friuli Venezia Giulia schiererà l’abbinata Marco Dreosto-Elena Lizzi e in rappresentanza del Trentino Alto Adige correrà il bolzanino Matteo Gazzini. Capolista, come nelle restanti circoscrizioni del Paese, sarà il “Capitano” in felpa. QUATTRO SEGGI NEL RADAR
Oggi è attesa la presentazione delle liste in via Bellerio e se un ritocco dell’ultima ora non è da escludersi (leggi la mina vagante scaligera Anna
Cinzia Bonfrisco, senatrice ex Psi-Fi-Pdl-Pli. . .) è già evidente il passo da gigante compiuto dall’Emilia e dal Friuli, dove il partito è cresciuto in modo impetuoso ed ora aspira, con buone chance di successo, a conquistare la prima rappresentanza diretta a Strasburgo. I veneti? Mantengono il primato di misura – sebbene gli ultimi sondaggi li accreditino di un boom superiore al 45%, almeno una decina di punti sopra la media nordestina – ma non faranno certo l’en plein: a fronte dei 6-7 seggi alla portata della corazzata salviniana (sono 14 in totale)
Tensioni nella Marca dopo il “niet” a Caner Padova, sfida a distanza tra Bitonci e Marcato
era già prudentemente sfilata). Farà loro compagnia Federico Caner, l’assessore trevigiano al Turismo, che pure non è consigliere e vanta un curriculum (master alla Bocconi incluso) di tutto rispetto; nulla da fare: nella Marca il runner esclusivo sarà Da Re, bersaglio in queste ore di una contestazione sotterranea quanto assordante. Già criticato un anno fa, in occasione delle candidature alle politiche, il veterano è accusato di aver abusato del ruolo blindando la propria casella a scapito dei rivali. Lui rifiuta di alimentare la polemica, limitandosi a richiamare il partito alla «mobilitazione unitaria», ma le chat interne ribollono né il divieto di esternare la protesta (pena severe sanzioni disciplinari) attenua il malcontento. L’ECUMENISMO DI ZAIA
le bandierine con il Leone di San Marco non saranno, ragionevolmente, più di quattro. DA CIAMBETTI A SANDONÀ
Ad accendere gli animi, però, sono le bocciature, in qualche caso eccellenti. Il criterio adottato in ambito nazionale ha escluso dalla competizione i parlamentari e gli amministratori regionali, circostanza che ha affossato sul nascere le speranze di Roberto Ciambetti, il presidente dell’assemblea di Palazzo Ferro-Fini, che resterà a Venezia al pari dei consiglieri Luciano Sandonà e Fabiano Barbisan (la speaker Silvia Rizzotto si
Così a Vicenza gli avversari della Bizzotto denunciano fosche manovre ad excludendum e nel Padovano le anime del movimento sono ormai ai ferri corti. A dispetto di regole e procedure, il prevalere dell’outsider Ghidoni, sostenuta da Massimo Bitonci e Andrea Ostellari, è avvertita come uno schiaffo allo zaiano Sandonà (spalleggiato da alfieri dell’Alta quali Paolo “Fantomas” Tonin, Daniele Canella, Luisa Serato, Luca “Bubu” De Santi) e un altolà al suo influente sponsor Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo e beniamino della base militante; la sensazione, così, è che all’indomani del
Sopra: manifestazione leghista a Pontida; in alto da sinistra, in senso orario, i candidati veneti alle Europee: Mara Bizzotto, Gianantonio Da Re, Paola Ghidoni, Paolo Borchia, Alice Ferrarro e Piergiovanni Sorato
D-day elettorale del 26 maggio – allorché scadrà la segreteria Da Re – si profili un’autentica resa dei conti. Che altro? Se il governatore Luca Zaia ribadisce la fiducia nel vicepremier e ministro («So quanta attenzione e sensibilità abbia Salvini nei confronti del Veneto...» ), sono in molti a malcelare il dispetto, giudicando «iniquo e punitivo» il trattamento riservato alla roccaforte verde. Morale della fiaba? Sbaragliato ogni avversario politico in Veneto, oggi nel partito-pigliatutto è in atto uno scontro di potere a più livelli, i cui esiti, al momento, non sembrano prevedibili. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
schede ospedaliere contestate
Regione e medici in rotta di collisione assemblee nelle Ulss, sciopero in vista Le associazioni dei medici denunciano tagli e carenza di personale insostenibile «La sanità è in codice rosso le promesse non bastano più» VENEZIA. Non si placa la protesta nella sanità pubblica e un folto gruppo di associazioni sindacali di categoria annuncia, per il 3 maggio, assemblee in tutte le Ulss del Veneto, contestando il Piano sociosanitario in viigore e le
schede ospedaliere in discussione in consiglio regionale. «Sanità veneta in codice rosso», l’atto d’accusa all’amministrazione di Luca Zaia, condiviso da Anaao-Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fassid, Cgil e Uil Medici/Funzione pubblica, Anpo. «Non c’è un progetto chiaro di rilancio», affermano in una nota «serve una svolta radicale per salvare il pilastro del nostro welfare, per invertire la
rotta dopo anni di austerità e senza assunzioni, perché la Sanità pubblica è destinata all’estinzione e le promesse non bastano più. La carenza di personale sta determinando il taglio dei servizi e le esternalizzazioni di intere funzioni in molte Ulss del Veneto. Mancano almeno 1300 medici e 3 mila infermieri, tecnici e oss. L’assenza di una vera programmazione sta determinando carichi di lavoro
insostenibili e spesso la rinuncia delle ferie o l’impossibilità di fruire della malattia. Una situazione che si regge ormai solo e soltanto sulla dedizione e sulla professionalità dei lavoratori». Le richieste rivolte dalle organizzazioni al governatore e all’assessore alla sanità Manuela Lanzarin si concentrano in tre punti: «Assunzioni subito e l’apertura di un confronto vero sul piano dei fab-
legge di iniziatiVa popolare
«Lo Stato riconosca la lingua veneta» Al via la raccolta di firme nei Comuni VENEZIA. Fino al 30 settembre
in tutti i Comuni del Veneto è possibile firmare per il «riconoscimento della lingua veneta da parte dello Stato italiano». L’iniziativa, definita «apolitica e apartitica» dai promotori del Comitatolinguaveneta, chiede in sostanza che «alle 12 lingue riconosciute, tra le quali il friulano, il ladino e il sardo, venga aggiunto anche il veneto». La proposta di legge di
bisogni di personale per la dirigenza medica e sanitaria e il comparto che riduca anche i tempi delle procedure»; «La conferma degli attuali posti letto e dell’offerta specialistica per aprire un confronto che salvaguardi la diffusione territoriale della Sanità veneta e che confermi l’attuale risposta di assistenza e cura in assenza di effettiva alternativa»; «Impegni concreti all’utilizzo di risorse regionali per valorizzare i professionisti della sanità in attuazione delle norme contrattuali in materia di coordinamento regionale». In assenza di risposte chiare e concrete, è la conclusione, «la mobilitazione generale dei lavoratori della sanità sarà inevitabile». —
iniziativa popolare «richiede 50 mila firme», precisano i sostenitori della petizione e a tal fine sono stati depositati moduli per la raccolta firma negli uffici anagrafe-elettorale dei municipi. Tra coloro che hanno aderito all’iniziativa, segnalandola sulla propria pagina Facebook, figura il leghista Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale del Veneto. —
l’inaugurazione
Una sezione riabilitativa d’eccellenza curerà i detenuti di Rovigo ROVIGO. Sanità d’avanguardia in carcere: inaugurata a Rovigo la nuova sezione di assistenza intensiva riabilitativa nella casa circondariale. Una struttura dotata di laser terapia, magnetoterapia, elettroterapia, palestra riabilitativa e lettini dedicati, che offrirà cure specializzate sino a 15 detenuti al giorno. «Il carcere è un luogo difficile che all'esterno è poco conosciuto», ha affermato il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone «ma all'interno del sistema penitenzario ci sono realtà di eccellenza, qual è oggi Rovigo».