RASSEGNA STAMPA DEL 15 APRILE 2019

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Belluno

Lunedì 15 Aprile 2019 www.gazzettino.it

«Favorevole alla ferrovia ma non a nuovi valichi» `Dorfmann

ribadisce la sua posizione sullo sbocco a nord GRANDE VIABILITÀ BELLUNO Ferrovia o autostra-

GELATO DA PASSEGGIO: ora anche i laboratori artigianali potranno avere a disposizione tavolini e sedie per i clienti

Tavoli e sedie ammessi nelle gelaterie artigianali Il Consiglio di Stato chiude la questione `L’Ascom: «Chiunque abbia un’attività relativa al consumo sul posto del prodotto deve essere trattato allo stesso modo» `

LA DECISIONE Il Consiglio di Stato è dalla parte degli artigiani del settore alimentare. Tavoli e sedie potrebbero, infatti, ora essere ammessi all’esterno di gelaterie artigiane o pizzerie al taglio. La sentenza supera il divieto per i laboratori artigiani di mettere a disposizione dei propri clienti tavoli e sedie per consumare sul posto i prodotti venduti.

servizio offerto, potrebbe creare qualche problema di concorrenza tra aziende che hanno la stessa tipologia di prodotti ma che sono poi regolate da normative diverse solo perché una garantisce il servizio al tavolo con propri dipendenti e l’altra no. Sulla questione è intervenuta l’Associazione dei commercian-

LA SVOLTA Una disposizione che, se da un lato non può che far piacere al mondo del gelato, settore che caratterizza il Bellunese, dall’altro apre spinose questioni tra i commercianti, che devono sottostare ad obblighi di legge (come le autorizzazioni necessarie per l’inizio dell’attività, sottostare alle caratteristiche dei locali fino alla necessità di disporre di servizi igienici per i clienti. ). Ma ancora, se da una parte rende possibile un miglioramento del

IL PRESIDENTE DOGLIONI: «SERVE LA LOGICA, DEVE ESSERCI UNA LEGGE UGUALE PER TUTTI»

ti di Belluno. Il presidente Paolo Doglioni suggerisce la logica: «Deve esserci una legge uguale per tutti per chi effettua la somministrazione di alimenti». Il direttore dell’Ascom Luca Dal Poz è cauto: «Come tutte le sentenze, prima di commentarle vanno lette. Qui evidentemente si parla di somministrazione non assistita – precisa Da Poz -. Secondo la mia opinione dovrebbe vigere il pensiero: a parità di attività, parità di trattamento, dispiace se si creano sperequazioni. Per un pubblico esercente c’è un carico fiscale, un carico contributivo, ci sono una serie di imposte da pagare. Chiunque faccia un’attività uguale dovrebbe essere trattato nello stesso modo». La tematica andrebbe sviluppata a livello nazionale «sicuramente andrebbero fatte delle contromisure e delle controproposte», chiude il direttore dell’Ascom.

LA PRONUNCIA La sentenza è ora definitiva, l’ha emessa il Consiglio di Stato

il 21 marzo scorso, pubblicata lo scorso 8 aprile. Un atto che arriva da un ricorso in appello proposto da un’azienda di Roma. In essa viene ribadito che, in assenza di un vero e proprio servizio al tavolo da parte di personale impiegato nel locale, il mero consumo in loco del prodotto acquistato, sia pure servendosi materialmente di suppellettili ed arredi – anche dedicati – presenti nei locali dell’attività (tavoli e sedie) non si configura come attività di somministrazione.

PRESA DI POSIZIONE Sulla questione è intervenuta la Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio. «La recente sentenza del Consiglio di Stato – dice Giancarlo Deidda, vice presidente di Fipe – scava un solco profondo tra interpretazione delle norme e realtà, ma soprattutto rischia di accelerare il già avanzato processo di dequalificazione dell’offerta commerciale nei centri storici di molte città in Italia». Federica Fant

da? Il dibattito resta alto, con posizioni assolutamente diverse tra le varie forze politiche. In un quadro di equilibri spesso fragili, l’eurodeputato Herbert Dorfmann, altoatesino che in Europa rappresenta anche il collegio di cui fa parte Belluno, ci tiene a ribadire di essere assolutamente favorevole allo sviluppo ferroviario, ma senza creare però nuovi valichi, perché troppo costosi e perché, comunque, l’Italia è già ben servita. «Sono convinto - dice - che il trasporto merci sarà sempre più destinato a spostarsi dalla gomma alla rotaia, soprattutto per le lunghe percorrenze. La mia perplessità riguarda invece - prosegue l’europarlamentare - la realizzazione di un nuovo valico ferroviario, come quello già in fase di realizzazione al Brennero: la galleria di base del Brennero, grande valico per l’Europa e già esistente, costa 9 miliardi di euro, e non avrebbe senso realizzare un’altra grande opera così costosa a un centinaio di chilometri di distanza». Sul fronte del prolungamento della A27, Dorfmann si dice favorevole al tracciato attraverso Santo Stefano e il traforo del monte Cavallino con

sbocco a Lienz. Chiaro che servirà prima un’intesa con l’Ostirol, quella che il governatore veneto Luca Zaia starebbe cercando di trovare in queste ore prima della chiusura del bando europeo che mette a disposizione 100 milioni di euro per la progettazione di grandi opere di collegamento transalpino con l’obiettivo di agganciare anche le aree più marginali, come Belluno. La perplessità, in uno scenario europeo, resta invece quella di collegare Lienz con Monaco chiudendo così il cerchio dello storico tracciato che parte da Venezia. «Altrimenti - dice - il problema che vive oggi Belluno sarà solo spostato a Lienz». Il termine per accedere al bando europeo scadrà il 24 aprile. La Regione Veneto, sul fronte di un possibile collegamento autostradale, ripensato come un corridoio tecnologico che raggrupperà tutti i sottoservizi, dovrà prima trovare un accordo con l’Ostirol. Sul fronte ferroviario il Pd ricorda che ci sono a disposizione 400 milioni per la progettazione della Calalzo-Cortina con la prospettiva di agganciare poi Dobbiaco. L.M.

L’EURODEPUTATO ALTOATESINO CHIAMA IN CAUSA GLI ALTI COSTI DI UNA SIMILE INFRASTRUTTURA

Un corso rivolto agli allevatori per curare le mucche zoppe IL CASO BELLUNO Tempi di vacche ma-

gre è sinonimo di tempi di crisi. Nei giorni in cui è difficile mettere a segno un guadagno, per chi si occupa di allevamento, l’obiettivo è di far quadrare i conti, cercando di ridurre i costi di gestione della stalla, per non essere costretto a chiudere i battenti. In questo contesto nasce l’iniziativa dei giovani di Confagricoltura Belluno, che hanno promosso un corso di mascalcia per prevenire e curare le zoppie nelle vacche da latte, un fenomeno in continuo aumento anche nel Bellunese che causa malessere e stress negli animali, generando importanti perdite economiche.

Il corso, tenuto da Stefano De Rossi, veterinario alimentarista del Consorzio agrario di Treviso e Belluno e da Michele Sforni, veterinario podologo, analizza il legame tra alimentazione e zoppie e sviluppa i temi delle patologie podali sia a livello teorico che nella pratica. Il primo corso, che si è sviluppato nell’arco di due giornate, ha previsto anche un pomeriggio di formazione in stalla nell’azienda agricola di Giacomo Frigimelica, dove i giovani agricoltori hanno potuto vedere da vicino quando, come e con quali prodotti fasciare le zampe e in quali casi applicare una soletta. «I problemi podali rappresentano la terza causa di soppressione delle vacche da latte» hanno spiegato i relatori.

Patriarca e vescovi in visita al monastero di Vedana DIOCESI BELLUNO I vescovi del Trivene-

to, riuniti nei giorni scorsi a Col Comuna di Santa Giustina in occasione della Conferenza episcopale del Triveneto, lunedì hanno fatto visita alla Certosa di Vedana, da poco tempo di nuovo abitata ed utilizzata come monastero. Qui, arrivati di buon mattino, hanno celebrato la messa alla presenza delle nove monache ospitate dalla struttura e di qualche laico. La celebrazione è stata presieduta dal patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia che ha avuto al proprio fianco dal vescovo di Belluno-Feltre monsignor Renato Marangoni che ha fatto gli

onori di casa; con loro anche tutti gli altri vescovi e arcivescovi che stanno partecipando all’assemblea. Un’atmosfera particolare. E particolare è stato anche l’evento. Perché mai prima d’ora la Certosa, la cui storia risale almeno fino al 1456, aveva ospitato tanti prelati assieme. Le prime ad essere emozionate per l’eccezionalità della visita erano proprio

GLI ALTI PRELATI ERANO IN ASSEMBLEA A COL COMANO SONO STATI RICEVUTI DAL CANTO DELLE NOVE MONACHE

VISITA STORICA I vescovi col patriarca Moraglia assieme alle monache

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le monache che hanno accolto gli ospiti sulla porta del monastero cantando nella melodia gregoriana il Benedictus qui venit; è seguita la celebrazione della messa in stile quaresimale, certo, ma accompagnata ed arricchita dalla solennità garantita proprio dal canto gregoriano eseguito dalle medesime monache. E all’inizio dell’omelia il Patriarca ha sottolineato la «variegata presenza del popolo di Dio - così ha detto – rappresentata sia da ministri ordinati, cioè dai vescovi, sia dalle rappresentanti di coloro che hanno scelto la vita religiosa, cioè le monache, e anche da una discreta presenza di laici». Alla celebrazione hanno infatti partecipato anche alcune persone che era-

no venute a sapere della particolare presenza dei vescovi. E il patriarca ha aggiunto in tono scherzoso: «Speriamo che, tra tante vocazioni, non manchi quella alla santità!». Alla fine della celebrazione, le monache - provenienti, oltre che dall’Italia, anche da altri tre Paesi, ed in particolare dall’Ecuador, dalla Croazia e dal Messico - hanno compiuto la loro preghiera di prostrazione di fronte ai vescovi; a seguire un piccolo momento conviviale, una veloce colazione. A conclusione della visita, i vescovi sono rientrati a Col Cumano, eletto come sede di incontro e lavoro, per affrontare i temi inserito nell’agenda assembelare. Giovanni Santin


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Provincia

Lunedì 15 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Assume donna incinta «Sei un grande uomo» ` La scelta di Pistollato ga serie di donne che hanno vi-

fa il giro d’Italia: «Mi citano a esempio» MOGLIANO

PRESENTAZIONE ALL’OSTERIA RIGHETTO Da destra Raffaele Baratto, Massimo Candura, Mauro Dal Zilio, Stefania Sartori, Vincenzo Dal Zilio

Lega e civiche con Sartori «Io sulla rotta di Dal Zilio» Consigliera uscente e madre di due figli ` Aeroporto tema caldo dopo il voto: «Qui si è lavorato bene, continueremo» «Il nostro esperto resterà l’ex sindaco» `

QUINTO C’è Stefania Sartori per il post Dal Zilio. È lei, come anticipato dal Gazzettino, la candidata sindaco del centrodestra che correrà alle elezioni del 26 maggio con il sostegno di Lega, Forza Italia e del blocco civico che da sempre accompagna Mauro Dal Zilio, primo cittadino uscente arrivato alla fine del secondo mandato. La lista si chiamerà Stefania Sartori Sindaco e avrà il simbolo del Carroccio e quello della componente civica. La presentazione è andata in scena ieri mattina nella locanda Righetto. Sartori, leghista 54enne, sposata con Roberto Cazziola, 2 figli, impegnata nell’azienda di famiglia “La gerla”, ditta di cereali per l’allevamento, è consigliere di maggioranza e in Provincia con delega alle Pari opportunità.

CONTINUITÀ Si lancia alla conquista dello scranno più alto del municipio nel segno di Dal Zilio, che qualcuno vede come vicesindaco di pectore. Lui si è detto pronto per la delega all’aeroporto. Se il centrodestra riconquisterà il Comune, andrà così. «L’obiettivo è continuare la buona amministrazione di Dal Zilio. Sono orgogliosa di aver lavorato con lui - spiega Sartori, che si è presentata ricordando il suocero, Gianni Cazziola, un’istituzione per Quinto, morto giovedì scorso –. Ho deciso di candidarmi per dare continuità ai progetti: tanti sono stati fatti, tanti sono da sviluppare. Sono determinata a portare avanti questo tipo di amministrazione». In caso di vittoria, la candidata del centrodestra si troverà a dover affrontare temi spinosi come il traffico che paralizza la Noalese e la questione della diffi-

cile convivenza con gli aerei che passano a bassissima quota sopra le case. «Abbiamo già chi si occuperà dell’aeroporto: Mauro Dal Zilio ha gestito bene questa partita per tanti anni – dice Sartori -. Porteremo avanti la battaglia per i nostri cittadini. Ma non perché l’aeroporto non serva e non ci debba essere. Bensì perché rispetti il territorio di Quinto».

IL MODELLO «“C’è chi mi vorrebbe archivia-

ANCHE FORZA ITALIA NEL CENTRODESTRA CHE PUNTA ALLA CONFERMA AL TIMONE DEL MUNICIPIO

re. Ma dovrà mettersi il cuore in pace – precisa Dal Zilio -. Per Quinto l’okay della commissione Via all’ampliamento dello scalo rappresenta una vittoria, pur in una sconfitta più generale: dai 22.911 voli dell’anno scorso si passerà a 20mila». Ieri c’erano anche i candidati sindaci del centrodestra di Paese, Zero Branco e Morgano: Katia Uberti, Elisabetta Bortoletto e Daniele Rostirolla. Assieme ai parlamentari Massimo Candura e Raffaele Baratto, il presidente della Provincia, Stefano Marcon, l’ex sottosegretario Gianpaolo Dozzo e l’assessore regionale Federico Caner. «Dal Zilio ha dimostrato di avere gli attributi in battaglie importanti come quella sugli extracomunitari - gli rende merito quest’ultimo – tanto che alla fine è stato anche ribattezzato come il sindaco ammazza-prefetti». Mauro Favaro

Tre liste in corsa per Lorenzetto ` La candidata sindaco

del centrosinistra trova l’appoggio delle civiche PAESE Una politica e due civiche legate al mondo del volontariato e dell’ambientalismo. Sono tre le liste che sosterranno la corsa verso il municipio di Rosella Lorenzetto, candidata sindaco del centrosinistra. La formazione di natura politica si chiama Paese Democratico. Nel logo, in piccolo, ci sarà anche il simbolo del Pd. I capilista sono stati ufficializzati: Anna Foffani, segretario comunale del partito, e Giovanni Cattarozzi, entrambi consiglieri comunali uscenti. Poi c’è il mondo del volontariato. Quello più vicino a Lorenzetto, già assessore al Sociale nella giunta Mardegan. I candidati provenienti a vario titolo dal terzo settore hanno trovato posto proprio nella civica personale della candidata: Rosella Lorenzetto Sindaco. I capilista sono Alessia Crespan e Lucio Benussi, volontario attivo in diver-

LA SQUADRA Tutti i candidati della lista di Rosella Lorenzetto

se associazioni di Paese, tra cui la Pro Loco. La terza e ultima lista si chiama Ambiente Sostenibile. Il nome dice già tutto. Il centrosinistra punta molto sulla difesa del territorio in un comune che è in cima alla classifica provinciale, se non addirittura regionale, per numero di cave, ex cave e discariche. I capilista sono Gianquinto Mardegan,

medico di famiglia di Paese, e Leonella Grespan, una delle anime del gruppo Petizione cava Campagnole. Questa ultima, in particolare, è stata tra i primi a scendere in strada per puntare il dito sul maxi sequestro di 200mila tonnellate di materiale che non sarebbe stato bonificato stivato negli anni dalla Cosmo Ambiente di Noale nella

cava di proprietà della ditta Canzian in via Vecelli a Padernello, che la giunta Pietrobon puntava a riconvertire parzialmente dando il via libera alla costruzione di una nuova zona industriale da 80mila metri quadrati. «Paese Democratico nasce dall’attività politica del circolo di Paese – spiegano dalla coalizione di centrosinistra – Rosella Lorenzetto Sindaco è la lista dedicata al tema del sociale, della famiglia, al volontariato e all’associazionismo. Ambiente Sostenibile è frutto delle grandi battaglie che i cittadini. con la fatica di migliaia di firme raccolte in questi anni, hanno combattuto per difendere il territorio di Paese. Queste due civiche sono espressione e frutto del percorso partecipato avviato da mesi nelle frazioni insieme ai cittadini». Lorenzetto lo ha ribadito anche venerdì sera a Postioma: «Gli incontri frazionali sono il lievito da cui è nato il nostro programma e, ancor prima, terreno fertile per ricostruire la nostra comunità – tira le fila – un paese non è solamente un posto dove le persone vivono, ma un luogo in cui si creano relazioni». M.F.

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Ha fatto il giro d’Italia la notizia dell’assunzione dell’impiegata 28enne che ha rivelato al proprio datore di lavoro di essere incinta pochi mesi prima della scadenza del contratto a tempo determinato. Nelle ultime ore Riccardo Pistollato, 36enne titolare di AgriCenter, azienda di articoli per il giardinaggio, l’orto e prodotti per l’agricoltura di Mogliano, è stato ricoperto di complimenti e attestati di stima. Uno su tutti: «Sei un grande uomo», gli ha scritto Alessandra Giraldo, trevigiana responsabile di Progetti Educativi, realtà che si occupa di elaborare, sviluppare e svolgere progetti di educazione rivolti ai bambini, ai ragazzi e alle famiglie. Le altre reazioni sono sulla stessa linea.

UN ESEMPIO Il gesto del 36enne è diventato un esempio universale. «Mi hanno chiamato da tutte le parti – rivela l’imprenditore – anche sui social sono stato subissato di commenti. Alcuni, come sempre, sono negativi. Ma la stragrande maggioranza sottolinea la bontà della scelta. E questo è l’importante. Sono contento di aver trasmesso un messaggio positivo con il mio comportamento». Ma c’è anche il rovescio della medaglia. Quanto fatto da Pistollato dovrebbe essere la normalità. Se l’atto viene applaudito come più unico che raro, evidentemente le cose non funzionano normalmente così. A confermarlo, se ce ne fosse bisogno, ci sono pure i commenti sui social network di persone che hanno vissuto esperienze opposte: una lun-

sto spezzarsi il sogno del rinnovo di un contratto a termine, subito dopo aver comunicato ai propri datori di lavoro di essere in dolce attesa. Chissà che il gesto del 36enne non possa contribuire a scardinare questo modo di procedere. Anche perché lui non si è fermato qui.

LA PROMOZIONE Una volta rientrata dalla maternità, nello scorso dicembre, la giovane impiegata si è vista anche aumentare di livello. «Se si dà onestà, si riceve indietro onestà – ha spiegato Pistollato – spesso gli imprenditori vengono dipinti come approfittatori che pensano a fare soldi sulle spalle dei dipendenti. Non è così. Solamente creando una squadra e responsabilizzando i propri collaboratori è possibile lavorare assieme per un obiettivo comune, in modo da stare bene tutti”. «Spero di essere un buon esempio – ha concluso – su queste questioni si sentono spesso brutte notizie. Ma non funziona dappertutto allo stesso modo. Se non si vede il dipendente come un semplice lavoratore fine a sé stesso, è possibile ricevere qualcosa in cambio che consente di creare una vera squadra. Vale nelle piccole e medie imprese, ma, pur a settori, dovrebbe essere lo stesso anche in quelle grandi». (mf)

IMPRENDITORE Riccardo Pistollato

“Usato sicuro” per Ministeri «Ricandido tutti gli uscenti» CIMADOLMO La squadra che in questi 5 anni ha sostenuto il sindaco Giovanni Ministeri si ripresenta compatta, con lui, alle amministrative del 26 maggio. Lo ha confermato lo stesso Ministeri , ieri in piazza Martiri, annunciando che scenderà in campo. Così gli attuali consiglieri Chiara Lovat, Andrea Mina, Rossano Cadamuro, Francesco Truccolo, Marianna Casonato, Monica Citron saranno nella lista Lega-Ministeri sindaco. «Ci saranno anche delle persone nuove - ha aggiunto Ministeri -. C’è bisogno di competenze specifiche visti tutti i programmi che abbiamo intenzione di sviluppare». Il sindaco uscente, se sarà riconfermato, punta a portare nelle casse comunali le risorse che arrivano dai fondi europei. «Il lavoro da fare è tanto dice -. Penso alla nuova scuola

materna che verrà realizzata a fianco delle aule tecniche che sono appena state potenziate con la riconversione della vecchia scuola media. Sarà il primo asilo del suo genere in Europa. Dove i bambini potranno apprendere l’inglese e il tedesco fin da piccolissimi, usufruendo dei laboratori contigui. Tutto ciò senza togliere nulla all’asilo di San Michele». Fra i presenti c’era Sonia Brescacin, consigliere regionale, che si è soffermata in particolare sulla nuova sala operativa della Polizia Locale inaugurata pochi mesi fa. «Una centrale che non ha nulla di invidiare a quella di una grande città. Questa sala - ha concluso Brescacin - è la testimonianza di come in cinque anni si è lavorato interagendo con gli altri comuni». Perchè tale struttura serve a quattro comuni: Cimadolmo, San Polo di Piave, Ormelle e Vazzola. (An.Fr.)

UNITI Il sindaco uscente Giovanni Ministeri e il suo gruppo


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Primo Piano

Lunedì 15 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Verso le Europee LE ELEZIONI VENEZIA Liga veneta in subbuglio per le candidature europee. Per il sorpasso di Bologna: troppo poche le 4 candidature venete contro le 5 dell’Emilia Romagna. Per lo spessore dei nomi decisi in via Bellerio, ritenuti quantomeno “leggerini”. Per il depennamento dei consiglieri regionali, che di fatto blocca il ricambio e la costruzione di una nuova classe dirigente. E perché nelle scelte fatte in via Bellerio sono stati esclusi sia gli uomini del governatore Luca Zaia che del vicesegretario federale, il veronese Lorenzo Fontana. Non si escludono innesti (in ballo Piergiovanni Sorato o Stefano Baraldo dei Giovani Padani e la veneziana di Caorle Rosanna Conte), ma la “questione veneta” rischia di deflagare. Sotto accusa il segretario regionale Gianantonio Da Re e l’eurodeputata uscente Mara Bizzotto, che avrebbero agito per evitare candidati concorrenti di peso, dando di fatto il via libera a una lista che i più moderati definiscono «un pasticcio».

IN CORSA

Lega, rivolta veneta Da Re sotto accusa Partito in subbuglio per l’esclusione dalla lista dei consiglieri regionali «Scelte le terze e quarte file». Giochi aperti per il commissariamento `

to il posto in giunta a Verona, lasciato libero dallo stesso Fontana una volta entrato nel governo gialloverde, ma le dietrologie sulla sua esclusione danno il segno del fermento. Nessuno dei quattro messi in lista, poi, può essere definito zaiano. Ed è il bis dopo le liste delle politiche 2018. Tra i mugugni, non solo il fatto che il Veneto si aspettava almeno 7 candidati e non 4 (6 se sararanno inseriti Sorato e Conte), ma anche la considerazione che la Lombardia si “mangerà” il Veneto quando ci saranno da decidere incarichi a Bruxelles, visto che i “cu-

gini” lombardi hanno piazzato candidature di peso, a partire dal responsabile organizzativo federale, da molti anni “uomo macchina” di Salvini, Alessandro Panza. I più escludono che dietro alla scelta di Bizzotto, Da Re, Ghidoni e Borchia ci sia un “disegno” del “Capitano”: «Da Re e Bizzotto hanno pensato a se stessi», è il commento pressoché generalizzato. I concorrenti potenziali erano i consiglieri regionali Roberto Ciambetti, Federico Caner, Luciano Sandonà, Fabiano Barbisan, tutti depennati. Ma c’è chi non esclude una strategia di Luca Morisi, lo spin doctor di Salvini: candidature “grigie”? perfette per far risaltare la leadership del capo.

IL COMMISSARIAMENTO

IN BALLO Toni da Re con Matteo Salvini. Sopra, Mara Bizzotto

La lista della Lega nella circoscrizione Nordest a ieri sera dava il seguente rapporto di candidati: 4 del Veneto, 5 Emilia Romagna, 2 Friuli Venezia Giulia, 1 Trentino Alto Adige, più il segretario federale Matteo Salvini capolista. I quattro certi del Veneto sono l’uscente vicentina Mara Bizzotto, il segretario nazionale (cioè regionale) Toni Da Re, la commercialista padovana Paola Ghidini (area Bitonci-Ostellari), il veronese residente a Bruxelles Paolo Borchia. Chi ha cercato di trovare un “papà” per questi candidati è arrivato a concludere che anche l’uomo forte della Lega in Veneto, il vicesegretario federale e ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, ne sarebbe uscito con le ossa malconce, dal momento che al posto di Nicolò Zavarise, in quota appunto Fontana, è stato scelto Borchia. Per Zavarise resta aper-

Al di là dei possibili inserimenti - ma si escludono candidature indipendenti, come ad esempio l’ex forzista vicentina Elena Donazzan e la veronese Cinzia Bonfrisco - si racconta di una Lega in fermento. La prossima partita sarà il commissariamento del partito: una volta candidato, Da Re dovrà lasciare la guida della Liga. Come commissario era stato individuato il capogruppo in consiglio regionale Nicola Finco, con tanto di benedizione del vicesegretario federale Fontana. Tutto da vedere se andrà così. E se verrà coinvolto il governatore Luca Zaia.

L’ULTIMATUM I “buonisti” danno di questa vicenda un’altra lettura. Ossia: visto che il Veneto farà il pieno di voti, inutile allungare la lista, meglio investire sull’Emilia Romagna dove si voterà in contemporanea anche per le Regionali. E poi la prospettiva, se la Lega supererà il 32% e il M5s scenderà sotto il 22%, sono le elezioni politiche ad autunno e a quel punto alcuni dei consiglieri regionali potrebbero correre per Montecitorio e Palazzio Madama. Anche perché non è detto che Salvini non convinca Zaia a diventare commissario europeo. Prospettiva, però, che il governatore ha sempre escluso. Infine, da registrare l’uscita di Marino Finozzi, dimessosi lo scorso giugno da consigliere regionale per andare a coltivare la terra: «Se nelle nuove tessere elettorali ci sarà scritto solo “Salvini premier” - ha detto al Giornale di Vicenza - non rinnoverò la mia iscrizione. Rimarrò nella Lega se continuerà ad esserci la parola “Nord” nel simbolo». Alda Vanzan

SOLUZIONE IN EXTREMIS PER RIMPOLPARE LA PATTUGLIA: IN LIZZA UN “GIOVANE PADANO” E LA VENEZIANA ROSANNA CONTE

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Fratelli d’Italia

Finlandia Avanti la sinistra deludono i populisti HELSINKI La sinistra è avanti, i populisti non sfondano. Sono queste le prime indicazioni provenienti dalle elezioni parlamentari in Finlandia. Dopo il 35% delle schede scrutinate, il partito socialdemocratico ottiene la maggioranza relativa, con il 18,9% delle preferenze: in vantaggio dunque la formazione dell’opposizione, guidata da Antti Rinne, con un guadagno di circa 2,5 punti rispetto ai risultati del 2015. Sotto le aspettative l’estrema destra dei “Veri finlandesi”, che a scrutinio parziale si piazzano soltanto quarti con circa il 15% dei consensi, alle spalle dei partiti di centro-destra. I sondaggi davano la lista populista come seconda forza nel nuovo parlamento. Invece quando lo spoglio ha superato un terzo delle schede, è il partito conservatore a piazzarsi secondo con il 17,2%, in calo di un punto rispetto a quattro anni fa. Il partito del primo ministro Juha Sipila è terzo con il 15,4%, sei punti in meno sul voto precedente.

Meloni sfida Salvini «Rompa con il M5s» TORINO Votare Fratelli d’Italia per «cambiare tutto» in Europa ma anche a Roma, avere una nuova unione «conservatrice e sovranista», ma anche un nuovo governo senza i Cinquestelle. A poco più di un mese dalle Europee, Giorgia Meloni lancia da Torino la sua sfida a Matteo Salvini. Davanti a duemila delegati, Meloni chiude la conferenza programmatica chiedendo apertamente al leader leghista di essere chiaro sulle alleanze «prima e non dopo il voto» e soprattutto di rompere con il M5s, affondando un governo incapace di approvare «una flat tax per tutti». Attacco anche a Fi e Antonio Tajani: «Noi vogliamo cambiare tutto, compreso l’attuale presidente del Parlamento europeo».

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