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Osservatorio
LA DOMANDA DELLA SETTIMANA Quanta fiducia prova nel presidente della Repubblica: Carlo Azeglio Ciampi (2000-2005), Giorgio Napolitano (20062014), Sergio Mattarella (2015-2019)?
Nordest
Mercoledì 24 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Pagina a cura di Adriano Favaro
COM’È CAMBIATA LA FIDUCIA NEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Quanta fiducia prova nelle seguenti personalità? Il Presidente della Repubblica (Valori percentuali di quanti esprimono molta o abbastanza fiducia Serie Storica Nord Est)
IL PRESIDENTE E LE GENERAZIONI
LE DIVISIONI DELLA POLITICA
Valori percentuali di quanti esprimono molta o abbastanza fiducia in base alla classe d’età Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Valori percentuali di quanti esprimono molta o abbastanza fiducia in base all’orientamento politico Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
18-24 anni
Carlo Azeglio Ciampi Giorgio Napolitano
69
25-34 anni
Sergio Mattarella
55
35-44 anni
77 78
73 65 64
82 79
58
61
71
66
62 49
51
58
63
45
45-54 anni
55
55-64 anni
Pd
94 95
80
TUTTI Nord est
69
Più Europa CD Forza Italia Fratelli d’Italia
67
65 e più anni
‘00 ‘05 ‘06 ‘07 ‘08 ‘09 ‘10 ‘11 ‘12 ‘13 ‘14 ‘15 ‘16 ‘17 ‘18 2019
Liberi e Uguali
L’intervista
63
60 64
Lega
46
M5S
47
Altri partiti Incerti, reticenti TUTTI Nord est
54 67 63
Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Marzo 2019 (Base: 1000 casi)
IL SONDAGGIO el novembre scorso, Sergio Mattarella è stato a Redipuglia (centenario della fine del Grande Guerra) e a Verona (inaugurazione dell’anno accademico). A dicembre, si è recato a Trento, nella triste ricorrenza delle esequie del giornalista Antonio Megalizzi. A marzo, lo abbiamo visto a Longarone, per essere vicino al Bellunese colpito dalla tempesta Vaia e ricordare la tragedia del Vajont. Domani, sarà a Vittorio Veneto, a celebrare il 25 Aprile, Anniversario della Liberazione. La presenza assidua del Presidente della Repubblica - che come recita l’art. 87 della Costituzione “rappresenta l’unità nazionale” - non può essere casuale nel territorio di una Provincia Autonoma, una Regione a Statuto Speciale e un’altra che sta maggiormente rivendicando l’autonomia. Ma secondo i dati raccolti da Demos per l’Osservatorio sul Nord Est, oggi è il 63% dei rispondenti a riporre molta o abbastanza fiducia in Mattarella (+5 punti percentuali rispetto ad un anno fa).
N
IL CONFRONTO Nel corso del tempo, il consenso verso la figura del Capo dello Stato ha mostrato degli andamenti peculiari, che riflettono solo in parte le condizioni politiche esterne. Eletto con voti bipartisan, Ciampi gode, tra il 2000 e il 2005, di un gradimento molto ampio (77-78%). Nel 2006, Napolitano diventa Presidente con i soli voti del centrosinistra e par-
In ripresa il consenso per il Quirinale: dopo il crollo di 20 punti, gradimento al 63% Mattarella piace nel Pd, meno in Lega e M5s. Ciampi al 78%, Napolitano in altalena
Capo dello Stato, la fiducia torna a crescere a Nordest te in difficoltà: tra il 2006 e il 2007, la fiducia che raccoglie è pari al 64-65%. Le sue frequenti visite, però, mutano gli umori dell’opinione pubblica nordestina. Così, nel 2009 la fiducia balza al 73%, valore che sale all’82% nel 2010 e si mantiene stabile nel
2011 (79%). Tuttavia, durante il suo secondo mandato, Napolitano erode progressivamente il consenso costruito negli anni, chiudendo, nel 2014, con un gradimento del 49%. Il suo successore viene inizialmente accolto positivamente dai nordestini (71%),
ma la distanza tra Mattarella e quest’area si fa presto larga: nel 2016, il valore scende al 62%, e si riduce ulteriormente nel 2017 (51%). Nel 2018, qualcosa cambia e osserviamo un incremento del sostegno al Presidente (58%), confermato dall’ulteriore cresci-
Nota informativa L’Osservatorio sul Nordest è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 18-21 marzo 2019 e le interviste sono state realizzate con tecnica Cati, Cami, Cawi da Demetra. Il campione, di 1000 persone (rifiuti/sostituzioni: 6.704), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d’età (margine massimo di errore 3.10% con Cawi) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento,
in base al titolo di studio. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all’unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più. Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l’analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra. L’Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti. Documento completo su www.agcom.it
ta registrata quest’anno (63%). Maggiore presenza sul territorio e un Governo più vicino agli orientamenti dell’area sembrano restituirgli fiducia. Il gradimento verso il Capo dello Stato, però, sembra essere influenzato dagli orientamenti politici. Mattarella raccoglie un consenso quasi unanime tra chi guarda al Pd o a +Eu-Cd (94-95%), ma ampio è anche quello proveniente dagli elettori di LeU (69%) o da chi è incerto (67%). Non si discostano dal valore medio i sostenitori di Forza Italia (60%) e FdI (64%), mentre chi guarda ai partiti minori si ferma al 54%. Tuttavia, è tra i sostenitori di Lega (46%) e M5s (47%) che la fiducia verso il Presidente della Repubblica scende in maniera più consistente, collocandosi sotto la soglia della maggioranza assoluta. Natascia Porcellato © RIPRODUZIONE RISERVATA
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«Rispettoso degli equilibri di tutti i poteri» rofessore universitario, rettore a Ca’ Foscari, sindaco di Venezia, ministro dei Lavori Pubblici durante il Governo Prodi, presidente della commissione Trasporti al Parlamento Europeo, presidente dell’Autorità Portuale di Venezia. Questo l’intenso passato professionale e politico di Paolo Costa. Ieri da protagonista, oggi da osservatore della scena politica nazionale ed internazionale guarda al presidente Sergio Mattarella come ad «un uomo in grado di tenere in equilibrio l’espressione di tutti i poteri dello Stato in modo rispettoso».
P
Partito con un ampio consenso a Nordest, Mattarella sembra non aver fatto breccia nei due anni successivi. «All’inizio rappresentava una novità, quindi una fonte di speranza. Poi, invece, come accade per tutti, i giudizi tendono a raffreddarsi. Specialmente rispetto ad uno come lui che pur essendo un eccellente custode della Costituzione, parla poco e non è invadente». La fiducia torna a crescere. «La “risalita” è la conseguenza di una presa di coscienza collettiva di quanto il nostro presidente della Repubblica sia una persona di grande spessore, abile gestore della crisi di Governo. Sergio Mattarella rappresenta l’unica certezza nel panorama politico nazionale in una prospettiva futura di grandi incertezze». Tra i giovani la stima nei confronti del Presidente è piuttosto elevata. «Non mi stupisco. Perché Mattarella è un europeista convinto. E le nuove generazioni hanno evidentemente compreso come non ci sia spazio per i sovranismi. E che l’unico futuro possibile risieda proprio nella costruzione di un’Europa in grado di regge il confronto e il dialogo a livello internazionale». Annamaria Bacchin © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Mercoledì 24 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Il 25 Aprile LA VISITA VITTORIO VENETO (TREVISO) La consueta deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria a Roma è un gesto doveroso e, dunque, immancabile anche quest’anno nell’agenda del Quirinale. Ma il vero 25 Aprile per Sergio Mattarella sarà nella città della Vittoria: a sei settimane dal tributo alle vittime del Vajont, infatti, domani il presidente della Repubblica tornerà in Veneto. «Vuole rimediare al dispetto del mancato omaggio al centenario della Grande Guerra», attacca Gianantonio Da Re, che della località trevigiana è stato sindaco e adesso è in corsa per le Europee, con la Lega di cui è segretario nathional. «Ma quale sgarbo, siamo onorati di essere stati scelti proprio per l’anniversario della Liberazione», ribatte Roberto Tonon, primo cittadino uscente e non ricandidato del Partito Democratico. Fra un mese si vota pure per le Comunali e inevitabilmente l’ombra delle urne si allunga sulla visita presidenziale, che comunque per il capo dello Stato sarà un viaggio nella memoria anche familiare, visto che suo papà (e ministro) Bernardo arrivò qui ben tre volte.
Mattarella in Veneto ma è scontro politico Domani il capo dello Stato a Vittorio, `Da Re (Lega): «Rimedia al dispetto» dov’era mancato lo scorso 4 novembre Il sindaco dem: «Onorati della scelta» `
pre in coincidenza con la Giornata dell’unità nazionale, come documentato dalle pagine del giornale inviate dallo storico locale Ido Da Ros allo stesso presidente Mattarella, che l’ha ringraziato con una lettera scritta di proprio pugno e divulgata proprio in prossimità di questo evento: «Gentile signore, la ringrazio molto per la sua lettera del mese scorso e del cortesissimo invio delle copie de Il Gazzettino sulle presenze di mio padre a Vittorio Veneto per il 4 novembre negli anni Cinquanta e Sessanta: per me rappresentano un bel ricordo.
IL RICORDO Accadde nel 1954, nel 1957 e nel 1962, da titolare ora dei Trasporti e ora delle Poste, ma sem-
La lite gialloverde
IL PRESIDENTE RICEVERÀ IN DONO LE FOTOGRAFIE DEL PADRE BERNARDO, CHE DA MINISTRO FU OSPITE DELLA CITTÀ PER BEN TRE VOLTE
Anche il 25 aprile diventa occasione di lite tra i gialloverdi. Il vicepremier Luigi Di Maio (nella foto) attacca, senza fare nomi, il pari grado leghista Matteo Salvini: «Leggo che qualcuno oggi arriva persino a negare il 25 aprile, il giorno della Liberazione. Lo trovo grave. È curioso che coloro che oggi negano il 25 aprile siano gli stessi che però hanno aderito al congresso di Verona, passeggiando mano per la mano con gli
Come avrà saputo, quest’anno ho ricordato quel Centenario a Trieste, insieme alla Festa delle Forze Armate. Verrò comunque in altra occasione nella sua bella città».
LA POLEMICA L’occasione è dunque arrivata, ma con annessa polemica, scatenata dal leghista Da Re che pure ha sempre onorato la ricorrenza del 25 Aprile, inteso come anniversario della Liberazione (e non come giorno di San Marco, tema invece rivendicato dalla “Asenblèa Veneta” con un volantino). «Mio padre era partigiano – sotto-
LIGA VENETA Il segretario Toni Da Re
Di Maio contro Salvini: grave negare questa festa antiabortisti». Il ministro dell’Interno infatti sarà a Corleone in Sicilia, «perché la Liberazione che ora serve al Paese è quella dalla mafia». Il M5s parteciperà in massa con Di Maio alle celebrazioni della Comunità ebraica di Roma. E governatori leghisti bilanciano l’assenza del loro leader: oltre a Luca Zaia, a Vittorio Veneto con Mattarella, Attilio Fontana celebrerà a Varese, mentre Massimiliano Fedriga sarà alla Risiera di San Sabba a Trieste.
E
EPOPEA MINORITARIA E comunque, l’epopea partigiana fu tutt’altro che maggioritaria. Anzi, non fu affatto un fenomeno di massa, come ormai è chiaro a tutti gli studiosi, la Resistenza italiana. Mentre nel suo piccolo - i paradossi della storia! - sembra quasi un’organizzazione di massa l’attuale Anpi con i suoi 130mila tesserati. E così questa - che come in tutti i 25 aprile sta giocando da protagonista in queste ore e tiene alta la guardia contro il «ritorno del fascismo» nelle celebrazioni e nei picchetti - è un’associazione di partigiani senza partigiani ma partigiana. Ossia che fa politica. Non rappresenta più, per
L’ASSOCIAZIONE CONTA 130MILA TESSERATI TRA GIOVANISSIMI, “REDUCI” DEL ‘68 E POCHI COMBATTENTI DI 75 ANNI FA
IL PROGRAMMA L’aereo presidenziale dovrebbe atterrare a Istrana, dopodiché Mattarella salirà in elicottero e in auto. Il programma prevede alle 11 l’alzabandiera in piazza del Popolo e alle 11.30 la cerimonia al Teatro Da Ponte, dove il capo dello Stato parlerà dopo i saluti del sindaco Tonon e del governatore Luca Zaia, nonché gli interventi della storica Giulia Albanese e della staffetta partigiana Francesca Meneghin. In forse la visita al Museo della Battaglia, certo invece il dono della città: le foto di papà Bernardo a Vittorio Veneto. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
traccia del ritorno del Duce. Chissà se l’ha vergata una ragazzino dell’Anpi quella scritta comparsa di recente su un muro del Prenestino: «Monogamy is the new fascism».
segue dalla prima pagina
la cifra delle vecchie glorie, fatalmente, col passare del tempo s’assottiglia sempre di più. In un andamento opposto a quello che accadde dopo la Liberazione, quando si trattò di riscuotere la pensione da partigiano. I 250mila del post 25 aprile del ‘45 sarebbero lievitati a 650mila, sempre stime dell’Archivio centrale di Stato, nel momento di avanzare la richiesta di riconoscimento (in gran parte non documentate) come combattente della Resistenza anti-fascista nelle brigate Garibaldi, nel Corpo dei volontari della libertà e affini. Se si veniva annoverati nelle liste dei miliziani, si conquistava una paghetta non indifferente: tra le mille e le cinquemila lire.
linea il segretario nazionale della Liga Veneta – e da sindaco di tutti ho sempre indossato la fascia tricolore. Ma non posso dimenticare che la città ha vissuto come uno schiaffo la mancata visita di Mattarella alla chiusura delle celebrazioni per i cent’anni della prima guerra mondiale. Ora il presidente corregge il tiro e per questo io ci sarò, ma spero abbia capito che Vittorio Veneto era ben più importante di Trieste per commemorare il 4 novembre». Una lettura che indigna il dem Tonon, oggi alle prese con gli ultimi sopralluoghi insieme al cerimoniale del Quirinale. «Il presidente Mattarella non deve farsi perdonare proprio un bel nulla – sbotta il sindaco – e siamo casomai noi che dobbiamo ringraziarlo per questa prima volta di un capo dello Stato a Vittorio Veneto per il 25 Aprile. Certo, la nostra è la città della Grande Guerra, ma non dimentichiamo che è anche Medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza. Per le iniziative del centenario abbiamo scelto il motto “Quando scoppia la pace”, ma la vera pace è arrivata non nel 1918 bensì nel 1945».
A CHE SERVE?
CELEBRAZIONI Il capo dello Stato Sergio Mattarella sull’Altare della Patria a Roma e una sfilata dei partigiani
Lo strano caso della nuova Anpi: “partigianeria” senza più partigiani mancanza di materia prima, l’esercito (esiguo) dei combattenti di 75 anni fa e potrebbe o dovrebbe chiamarsi altrimenti: come uno dei tanti partitini a sinistra del Pd. Gli aderenti sono per lo più nella fascia tra i 35 e i 65 anni, e gli altri sono ragazzi di vent’anni. Che s’iscrivono all’Anpi, perché «ora e sempre Resistenza!» e perché - secondo la teoria di Umberto Eco, giudicata assurda anche da molti suoi amici esiste il «fascismo eterno», l’ur-fascismo, e dunque questa costante antropologico-politica deve avere eternamente qualcuno che la contrasta. Chi finanzia l’Anpi? Le entrate delle donazioni del 5 per mille, e secondo i dati relativi al 2013 tramite questo canale sono arrivati nelle casse dell’associazione oltre 218mila euro (non tantissimi ma neanche pochi) e la cifra continua più o meno una ad aggirarsi su questo standard. A questi soldi vanno aggiunti quelli che tutte le
associazioni combattentistiche e partigiane ricevono dal ministero della Difesa. La somma per l’Anpi è la più alta ed è cresciuta nel corso del tempo: fino a quota 108mila all’anno. E poi c’è il tesseramento: 15 euro a testa. E si distribuiscono tessere ad honorem: hai un lontano cugino di cui in famiglia si narra che abbia sacramentato contro un nazifascista? Meriti una tessera onoraria. Hai un amico che si è distinto in qualche impresa lassù in montagna? Lui non c’è più, perché magari caduto combattendo, e la tessera spetta a te.
L’EVOLUZIONE DI OGGI: PARTITO-SENTINELLA CONTRO OGNI DEVIAZIONE DALL’ANTIFASCISMO MILITANTE
UN PARTITO Come partito politico, l’Anpi s’è schierata contro il referendum costituzionale voluto, e perduto, da Renzi. Fa da sentinella a ogni sbandamento del Pd dalla retta via dell’anti-fascismo militante sempre e comunque. Gioca di sponda con la Cgil e con i movimenti ieri in lotta contro Berlusconi e ora in guerra contro Salvini (molti tesserati nuovi all’indomani delle elezioni del 4 marzo e a Milano quasi 500 iscritti in più da allora). Si autodefinisce «una casa comune che difende diritti e Costituzione» e soltanto a Roma e provincia nel 2018 sono sorte 10 nuove sezioni Anpi. Che non è più il dopolavoro dei vecchietti di un tempo, dove ci si raccontava storie o leggende delle proprie peripezie con il mitra in mano («Quella che volta che mi si parla davanti un nazista dagli occhi di ghiaccio, e io... bum, bum bum ... l’ho steso con il mio mitra»), ma luogo da cui si vede in ogni cosa la
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LA VITTORIA I partigiani nel 1945
LA CAMPAGNA CONTRO RENZI E IL SUO REFERENDUM IL GIOCO DI SPONDA CON LA CGIL E I MOVIMENTI
Dunque serve a combattere il fascismo, l’Anpi? No, perché il fascismo non c’è più. Serve a riunire gli antichi partigiani? No, perché non ci sono più. Serve a tenere vivo il ricordo? No, perché all’uopo ci sono gli storici. Più che altro serve come motore, un po’ da giovani e un po’ da canuti ex sessantottini, della dilatazione lessicale del termine fascismo. Che è una tendenza davvero senza età ed è quella che faceva scrivere a George Orwell non certo un reazionario destrorso - sul settimanale Tribune nel 1946: «La parola fascismo ha perso ogni significato e designa semplicemente qualcosa di indesiderabile». E così, è fascista il padre che punisce, il professore che boccia, lo studente che bulleggia, il vigile che multa, l’arbitro che non è imparziale. Gente di questo genere - se ne faccia una ragione! non avrà mai la tessera dell’Anpi. Cioè di questa associazione presieduta da Carla Federica Nespolo, ex parlamentare del Pci, la quale nacque (ma non c’entra con la canzone di Lucio Dalla) il 4 marzo del ‘43. Nel mitico 25 aprile del ‘45 aveva poco più di due anni, ma magari già faceva la Resistenza. Mario Ajello © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLEDÌ 24 APRILE 2019 LA TRIBUNA
TREVISO
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il caso
Telecamera nascosta, licenziato il direttore Poste Italiane hanno già concluso il procedimento interno decidendo di cacciare il massimo dirigente di una filiale Marco Filippi Dopo la sospensione, arriva il licenziamento. Piove sul bagnato per il direttore di una filiale della Marca di Poste Italiane, finito sotto inchiesta dalla procura per aver piazzato una microtelecamera nel bagno dell’ufficio. Dopo la sospensione immediata, decisa all’indomani della scoperta della microtelecamera, Poste Italiane ha deciso di licenziare il direttore. La decisione è arrivata a fine marzo. Lo ha reso noto Poste Italiane, spiegando che la sospensione risale al 26 febbraio, giorno successivo alla scoperta del-
la microtelecamera, mentre il licenziamento è stato deciso il 28 marzo, al termine del procedimento interno. Altri particolari non filtrano da Poste Italiane anche perché si tratta di un fatto “molto delicato”. Dunque, risale a fine febbraio il caso scoppiato in un ufficio postale della Marca. A scoprire la microtelecamera, posizionata all’interno della cassetta igienizzante del bagno dell’ufficio, è stato uno dei dipendenti che s’era accorto dell’anomala presenza di una piccola sfera, grande come la punta di una penna biro, collegata ad un cavetto e dotata di scheda di memoria e batte-
ria. Il giovane dipendente delle Poste aveva subito segnalato il caso alle forze dell’ordine, che erano intervenute sul posto per sequestrare la microtelecamera e denunciare chi l’aveva posizionata. È stato lo stesso direttore ad ammettere che la microtelecamera l’aveva posizionata lui. Secondo indiscrezioni, nell’immediatezza, l’uomo, ultracinquantenne, si sarebbe giustificato dicendo che voleva controllare se le donne delle pulizie facevano bene il loro lavoro, dal momento che nutriva qualche dubbio. Ciò non gli ha evitato una denuncia a piede libero ed un’inchiesta penale, coordi-
nata dal sostituto procuratore Giulio Caprarola, che ipotizza l’accusa di interferenze illecite nella vita privata. Un reato previsto dal codice penale e che punisce «chiunque, mediante l'uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata altrui». Un reato che, in caso la responsabilità venga accertata dall’inchiesta penale, è punito con la reclusione fino a quattro anni. Contestualmente all’inchiesta, il direttore è stato sospeso da Poste, ed ora, al termine del procedimento disciplinare interno, licenziato.— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
la posizione di anaao-assomed
comitato all’attacco
I sindacati bocciano i medici dalla Romania «Gli specialisti ci sono»
«L’aeroporto è incompatibile con il territorio»
«Carenza di specialisti? I medici veneti per tamponare le carenze in corsia ci sono, non serve reperire professionisti all’estero». Il sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed del Veneto contesta la scelta di Regione e Usl 2, pronte a trovare un accordo con l’Università di Timisoara per creare in Romania una decina di posti per specializzandi italiani, senza escludere l’invio di colleghi romeni in Italia. «Siamo vicini a creare un percorso per i nostri giovani connazionali laureati che non riescono ad accedere alla specialistica nel nostro Paese. Abbiamo un aggancio in Romania e c’è la disponibilità a sviluppare questa collaborazione» ha spiegato pochi giorni fa il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi, mentre la Quinta Commissione sta lavorando a un accordo per riconoscere in Italia il percorso accademico effettuato in Romania e consentire l’esercizio della professione in modo regolare. Ma il sindacato scoraggia la “campagna acquisti” all’estero: «In Veneto ci sono circa 500 specializzandi dell’ultimo anno, più altri 90 finanziati con borse di studio regionali. Considerando anche il nuovo anno accademico 2019/2020, i futuri specialisti sono 900, un numero considerevole che andrà a lavorare nel Sistema sanitario regionale. Quindi non si capisce perché vengano spese tutte le energie sull’ingaggio di medici “esteri”» dice Adriano Benazzato, segretario regionale Anaao. L’ipotesi era già stata presa in considerazione la scorsa estate dall’Usl 2 senza successo con l’intento di reperire gi-
necologi in Polonia e Romania, ora è tornata alla ribalta. L’azienda sanitaria di Marca, insieme a alla Regione e alle Università di Padova e Timisoara, ha annunciato di essere al lavoro su un protocollo per riconoscere il percorso di specialistica all’estero. «Prima i veneti. Sbaglio o era lo slogan di Zaia e della Lega? » si domanda il Benazzato dell’Anaao, puntando il dito contro la strategia promossa dalle aziende sanitarie e da palazzo Balbi. «A mio giudizio fanno “ammuina”» prosegue Benazzato «perché vogliono che la situazione si deteriori sempre più per giustificare, o meglio confezionare, un alibi spendibile mediaticamente per la popolazione, per poter continuare il processo di privatizzazione della sanità pubblica in corso in Veneto e nel resto d’Italia». — Valentina Calzavara
la protesta
I rappresentanti dei cittadini di Treviso e Quinto bocciano l’ok di Roma all’ampliamento del Canova: «Non ci sono spazi disponibili attorno»
«L'ok di Roma allo sviluppo del Canova? Mette in ginocchio il diritto di vivere in un ambiente salubre e sicuro». Rompe così il silenzio, tramite una nota, il comitato di cittadini di Treviso e Quinto che da anni si batte contro l'ampliamento dello scalo aeroportuale di Treviso. «Riteniamo scandaloso concepire un’infrastruttura ambientalmente impattante in un contesto geograficamente molto limitato: un aeroporto non è un giocattolo, ha bisogno di spazi ampi che a Treviso non sono disponibili» scrivono dal comitato presieduto da Giulio Corradetti, «L’infrastruttura è ritenuta
una risorsa indispensabile per consentire lo sviluppo del territorio ma tale opportunità dovrebbe garantire una sostenibilità intesa come “beneficio per le persone e per gli ecosistemi”. L’occupazione ed i benefici vanno garantiti in una realtà compatibile con il territorio, cosa che a Treviso non è, per di più all'interno di un parco naturale mai considerato». E dal comitato arriva un attacco alla commissione Via regionale. «Da informazioni di stampa risulta abbia concesso il parere positivo, non vincolante, escludendo la città di Treviso dai sorvoli: ciò dimostra il completo servilismo delle istituzioni verso i rappresentanti politici di turno, in palese contrasto con la normativa ministeriale» aggiungono dal comitato, «siamo delusi, in particolare di fronte al sorprendente silen-
il precedente
Una microspia nell’ufficio dei vigili urbani C’è un precedente simile e si riallaccia alla vicenda del "corvo" all’interno del comando dei vigili urbani di Treviso, scoppiata alcuni anni fa e che vide come protagonista un vigile a cui era stato contestato il reato di interferenza illecita nella vita privata. Il reato era stato commesso attraverso una "cimice" piazzata all'interno degli uffici del comando di via Castello d'Amore. Ma per
capire la vicenda bisogna partire dall'estate del 2012, da una lettera anonima inviata a questore e prefetto firmata "56 agenti di polizia municipale". Nella missiva il vigile in questione era stato accusato di aver sparato in aria a scopo intimidatorio per metter in fuga due uomini che si erano intrufolati all'interno di una discarica. Un gesto estraneo a qualsiasi protocollo. Un'accusa che, secondo la denuncia, avrebbe fatto scattare nel vigile accusato il desiderio di saperne di più. Come? Piazzando una "cimice" in uno degli uffici del comando. Da quella vicenda il vigile fu assolto con formula piena ma il “corvo” rimase libero. —
L’entrata principale dell’aeroporto Canova
zio di tutte le autorità preposte, mai intervenute per contrastare tale scempio. Noi continueremo nella nostra azione di contrasto e vigilanza. La diatriba tra Quinto e Treviso? Dimostra ancora la realtà: l'aeroporto è assolutamente incompatibile con il territorio». A sostenere di fatto le azioni del comitato si unisce Andrea Zanoni, consigliere Pd in regione. «L'aumento dei
voli sul Canova tradisce Greta Thumberg e i milioni di giovani scesi in piazza contro il cambiamento climatico: il trasporto aereo è infatti tra i principali responsabili delle emissioni di CO2» dice Zanoni, «la sostanziale "assoluzione" di Save è imbarazzante. A parole tutti a fianco di Greta e della sua battaglia, nei fatti l’ennesimo tradimento». — A.B.V.
la nuova nomina
ente provincia
«Più assunzioni e risorse nelle Usl» Sit-in il 3 maggio
Antonello Roccoberton è il viceprefetto vicario
Sette milioni di avanzo per ridurre il debito
Sindacati in campo contro una sanità «da codice rosso che taglia i posti letto e non assume». Venerdì 3 maggio alle 8 i presidi dei lavoratori di comparto e dirigenza all'ingresso del Ca' Foncello, nella sala radiologia del San Giacomo e nella sala portello dell'ospedale di Conegliano. La mobilitazione coinvolge Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil,Fvm, Uil Fpl coordinamento nazionale e regionale, Anpo-Ascoti-Fials-Medici e Fp Cgil. —
Antonello Roccoberton è il nuovo viceprefetto vicario della prefettura di Treviso. Arriva da Padova e prende il posto di Pietro Signoriello, recentemente nominato Prefetto di Vicenza. Originario di Rovigo, 58 anni, laureato in giurisprudenza, è entrato nella carriera prefettizia nel marzo 1989 ed assegnato alla prefettura di Belluno. Successivamente ha accumulato diverse esperienze nelle prefetture venete. —
Il consiglio provinciale ha approvato il rendiconto della gestione per l’esercizio 2018 e la variazione di bilancio. Sulla proposta è stato acquisto il parere favorevole, espresso all’unanimità, dell’assemblea dei sindaci. L’esercizio 2018 si chiude con un avanzo di amministrazione di 7 milioni di euro che viene destinato alla riduzione del debito, allo scopo dichiarato da tutti i sindaci di liberare risorse per il prossimo
Antonello Roccoberton
anno, per dare risposte alle aspettative dei comuni, in particolare per gli interventi sulla viabilità provinciale e sull’edilizia scolastica. «La Provincia – ha dichiarato il presidente Stefano Marcon – sta ripartendo. Stiamo gettando le basi per poter finalmente programmare i prossimi anni, dopo aver subito tagli indiscriminati che ci hanno costretto a versare allo Stato, dal 2013 al 2018, ben 158 milioni di euro». —
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REGIONE
MERCOLEDÌ 24 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
Il restyling delle schede ospedaliere Più lievi i tagli a posti letto e primari Ospedali: Venezia, Chioggia e Castelfranco-Montebelluna restano“spoke”. Abano: pronto soccorso finanziato “a funzione” neti, Castelfranco mantiene le sue 165 - ed estende un “tentacolo” verso il Veneto Orientale, con l’annunciata apertura di ambulatori a Portogruaro nell’intento di frenare la fuga dei malati verso il polo friulano d’eccellenza di Aviano. Restando in zona, San Donà consolida le specialità di Anestesia rianimazione e Terapia del dolore, a Portogruaro è creata l’unità operativa di Medicina trasfusionale e al trittico ospedaliero Jesolo-Caorle-Cavallino è riservato un punto di primo intervento h24.
Filippo Tosatto VENEZIA. “Ammorbiditi” i tagli
a posti letto e primariati; revocato il declassamento di una serie di poli ospedalieri tra il Veneziano e la Marca; programmata la “transizione” del Sant’Antonio destinato a confluire nell’Azienda di Padova; sancito lo sbarco dell’Istituto oncologico a Portogruaro. L’emendamento di maggioranza
Lo Iov aprirà ambulatori a Portoguraro per frenare la fuga dei pazienti in Friuli alle schede ospedaliere 2019-2023, presentato in mattinata alla commissione sanità dall’assessore del Veneto Manuela Lanzarin, modifica così la manovra originaria nell’obiettivo di accogliere, in parte almeno, le istanze espresse dai soggetti portatori d’interesse - direttori delle Ulss, rettori universitari, sindacati di medici e infermieri, sindaci - convocati in audizione dal presidente leghista Fabrizio Boron. LA RIVINCITA DI DOLO
I passaggi salienti prevedono la classificazione come “spoke” degli ospedali di Venezia, Chioggia e Villafranca di Verona (rischiavano la retrocessione) nonché il ripristino del cosiddetto “spoke a due gambe” rappresentato da Montebelluna e Castelfranco; quest’ultima, in particolare, recupera 15 posti letto di chirurgia generale (a gestione montebellunese) e 5 di chirurgia vascolare gestiti da Treviso. Nella Ulss2
IL VERSANTE BELLUNESE
Èquipe al lavoro in sala operatoria: tra le specialità che scarseggiano negli ospedali veneti, con disagi crescenti, la chirurgia figura ai primi posti
della Marca sono due le apicalità ripristinate: Radiologia a Oderzo, Direzione medica a Vittorio Veneto. Altro punto sensibile, quello del Civile a Venezia: il declassamento previsto dalla normativa nazionale sarà scongiurato - attraverso una modifica legislativa già approntata (e ora all’attenzione dei commissari) ispirata alla specificità del caso lagunare, caratterizzato da ingenti flussi turistici. Nella provincia veneziana, dopo le vivaci proteste che hanno coinvolto gli amministratori locali, è Dolo a battere un colpo: con la “conquista” delle unità di Ostetricia e ginecologia ed Anestesia e Rianimazione, con i 25 posti letto
destinati a Recupero e riabilitazione funzionale. DA BORON E MANTOAN
Illustrata poi l’attesa “scheda di transizione” per il Sant’Antonio di Padova avviato alla fusione con il Giustiniani, contraltare cittadino del nascente policlinico di alte specialità che avrà vocazione veneta e nazionale; prevede la sostanziale salvaguardia di degenze e apicalità e la confluenza finale dell’ospedale urbano nell’Azienda universitaria. Ancora, nel Padovano, è confermata la revoca dello status di presidio al Policlinico-Casa di cura di Abano Terme; tale qualifica vale una tassazione ridotta del
50% alla proprietà ma esige un ventaglio di prestazioni cliniche, ambulatoriali e territoriali: secondo il direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan, tali condizioni non risultano pienamente rispettate né giustificano i conseguenti benefici fiscali («Rischiamo di ritrovarci la Guardia di Finanza... »); «Abbiamoripristinato i 35 posti letto ortopedici e stabilito che il pronto soccorso sarà finanziato “a funzione”, cioè in base all’attività effettivamente svolta», fa sapere Boron «è una scelta tecnica che coniuga funzionalità del servizio sanitario e correttezza amministrativa». Nell’ambito della 6 Euganea da segnala-
le grandi infrastrutture
Holding delle autostrade c’è l’apertura dell’Anas Simonini a Zaia: mi piace Tra Salvini e Toninelli polemica a distanza su Valdastico Nord Il leghista: prima si fa meglio è Il titolare del Mit: «Manca ancora un tracciato condiviso» TREVISO. L’holding autostra-
dale del Nordest? «Io ci credo», replica senza esitazioni Massimo Simonini, il nuovo amministratore delegato dell’Anas. I tempi? «Stiamo lavorando, vedremo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, come la si può costruire». Anas c’è e ci sarà, assicura l’ad a margine del sopralluogo al ponte sul Piave di Susegana, in fase finale di
ristrutturazione: «È il primo manufatto che realizziamo con la Regione e potrebbe essere davvero un ottimo inizio». Certo è che il governatore Luca Zaia gli stende il tappeto rosso: «Con quest’Anas si dialoga, si lavora bene e si vedono i risultati. Vogliamo mettere in cantiere quella che è l’idea mia da sempre, creare questa holding non solo del Veneto ma del Nordest ed estenderla a tutto quello che è mobilità . Del resto, abbiamo già un’esperienza assieme simile: quella di Cav, un’azienda che funziona e produce utili che vengono reinvestiti in Veneto» .
Sorriso d’intesa da parte di Simonini, è il momento di fare il punto su altre infrastrutture. Da Trento, Matteo Salvini esorta il collega Arturo Toninelli a salire in Trentino Alto Adige per rendersi conto delle urgenze: «Per quanto riguarda l’A22 e la Valdastico prima si fa e meglio è, in entrambi i fronti», scandisce il capo della Lega «questo vale anche per l’alta velocità Brescia-Verona-Vicenza-Padova che fortunatamente abbiamo tirato fuori dal pantano del ministero delle Infrastrutture e vale per tante altre infrastrutture. Prima si scava e si costruisce, meglio è. Me-
Massimo Simonini è l’ad di Anas
glio si viaggia, meglio è. Non vorrei che il litigio tra Roma, Trento e Bolzano durasse settimane e mesi anche perché alcuni lavori sono già finanziati e ci sono gli operai pronti a cominciare a lavorare» . Zaia coglie la palla al balzo: «La Valdastico Nord la vogliamo. Abbiamo già individuato il tracciato e siamo allo studio progettuale, speriamo si faccia altrettanto dall’altra parte, c’è bisogno
Sant’Antonio mantiene la dotazione di medici e degenze ma a breve confluirà nell’Azienda re anche l’Unità di Medicina trasfusionale «aggiunta» a Camposampiero e la “restituzione” dei 25 posti letto psichiatrici a Schiavonia. NEL VENETO ORIENTALE
Un capitolo rilevante riguarda lo Iov; l’istituto oncologico consolida la sua organizzazione bifronte -alle 120 degenze di Padova se ne aggiungono 25 destinate a pazienti extrave-
di un nuovo sbocco in direzione nord» ; incluso il proseguimento dell’A27 verso Monaco? «Il dossier è aperto», risponde, ma i tempi non sono maturi e ci vorrebbero 8 miliardi. Per quanto riguarda Valdastico nord, precisano al Mit, manca tuttora un’ipotesi di tracciato condivisa dai territori; «Per la Brescia-Verona il procedimento è invece andato avanti senza interruzioni e l’analisi costi benefici servirà a migliorarla, con meno sprechi e più sostenibilità» , fa sapere Toninelli. Sulla concessione in house dell’A22, aggiunge, il ministero ha sbloccato un dossier arenato da cinque anni, proponendo una soluzione innovativa, frutto di un lungo lavoro anche in sede europea: «Adesso, dagli amministratori locali, soci della concessionaria e in buona parte leghisti, ci attendiamo piena collaborazione per finalizzare il risultato. Con il loro via libera la questione sarebbe già risolta da tempo ma confidiamo che ci si arriverà a breve». — Francesco Dal Mas
Il versante bellunese non riserva particolari sorprese; se all’ospedale di Feltre sono assegnati 30 posti addizionali “extraregione” per il Primiero, nulla cambia nel l’Agordino che lamenta criticità nell’emergenza-urgenza, soprattutto in fascia notturna: «L’esperienza dimostra come la soluzione più efficace sia l’elisoccorso capace di assicurare trasporti rapidi a Belluno, Feltre e Treviso», è la conclusione di Mantoan. ANAAO E BALBI LITIGANO
Tant’è. Il voto finale in commissione è previsto il 30 aprile, poi le schede approderanno in aula e non si escludono nuovi ritocchi. Nel frattempo, si infiamma la polemica tra Anaao Assomed e Palazzo Balbi. «Assumere medici in pensione o cercarli all’estero è una provocazione concepita da Zaia in chiave autonomista», punge Carlo Palermo, leader dei amici bianchi; «Parole che dimostrano profonda ignoranza della realtà veneta, basta con la difesa miope delle rendite di posizione», ribatte Lanzarin.— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
pedemontana
Ricorso al Tar Veneto contro il tunnel di Malo VICENZA. L’annullamento della variante della galleria di Pedemontana Veneta tra Malo e Castelgomberto, nel Vicentino, nonché del progetto “Lotto 1 tratta C” con la modifica delle fasi di scavo della galleria naturale di Malo: è l’obiettivo del ricorso presentato al Tar del Lazio dall’associazione Covepa (Coordinamento veneto pedemontana alternativa) e da altri 40 ricorrenti, contro il ministero dell’Ambiente, la commissione tecnica di Via (Valutazione impatto ambientale), il consorzio Sis concessionario dell’opera, la società di gestione Superstrada Pedemontana Veneta spa e la Regione. Un’azione legale che i rappresentanti di Covepa illustreranno lunedì 29 aprile alla Camera dei deputati, insieme ad alcuni tra i ricorrenti ed alla parlamentare Sara Cunial. —
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ALBIGNASEGO - SELVAZZANO
MERCOLEDÌ 24 APRILE 2019 IL MATTINO
per Grande Veneto Martina Mazzucato e per la civica Prima Selvazzano Serenella Raccanello. Nel Polo civico Enoch Soranzo sarà il capolista di Selvazzano Viva, Bruno Saponaro di Selvazzano Nuova-Lista Saponaro, Giacomo Rodighiero di Selvazzano In Rete e la forzista Mara Lazzaro di Forza Selvazzano. La consigliera comunale uscente dei Dem Rossella Dalla Stella sarà a capo della lista del Pd e Marco Destro di Selvazzano Civica. I possibili candidati consiglieri sono massimo 16 per lista. Questo significa che in totale saranno circa 160.
selvazzano al voto
Quattro in corsa per la fascia tricolore La carica dei 160 per il Consiglio
GLI ASSENTI
Il polo civico sostiene Rossi come successore di Soranzo Francon a centrodestra, Santamaria con i dem, Vozza outsider Gianni Biasetto
cadoneghe
SELVAZZANO. A tre giorni dalla
Oggi in Municipio Schiavo presenta la squadra del Pd
cessore Giovanna Rossi. LE LISTE
presentazione dei candidanti, dei simboli e dei programmi delle liste per le elezioni del 26 maggio per il rinnovo del Consiglio comunale e l’elezione del sindaco, a Selvazzano (il più importante comune della provincia che va al voto), il quadro sembra essere ben delineato. Non sarà in corsa, nella veste di candidato sindaco, il primo cittadino uscente Enoch Soranzo che ha esaurito i due mandati a disposizione. Soranzo sarà comunque della partita, come coordinatore della formazione che propone come suo suc-
Il sindaco uscente di Cadoneghe, Michele Schiavo, presenta stasera alle 21 in sala consiliare la lista del Partito democratico, che sostiene la sua candidatura. Schiavo potrà contare anche sul sostegno di un’altra lista, “Cadoneghe unisce”, che si presenterà ufficialmente il prossimo 3 maggio, anch’essa alle 21 in sala consiliare.
villafranca padovana
La Lega candida Dorio manager di Trenitalia ex assessore ai Trasporti VILLAFRANCA PADOVANA. A
pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste elettorali, a Villafranca Padovana, dove non era ancora uscito allo scoperto nessun candidato, il primo a scoprire le sue carte è Fausto Dorio, che si pone alla guida di una compagine formata dalla Lega (partito di cui lui è segretario locale e nel direttivo nazionale) insieme ad alcune civiche confluite in un’unica compagine. Tra queste anche “Uniamo Villafranca”
Fausto Dorio
A meno di sorprese dell’ultima ora saranno dieci le liste in corsa per il rinnovo del parlamentino locale. Sono tutte liste civiche tranne quella del Partito Democratico che si presenta con il simbolo del partito del segretario Nicola Zingaretti. Quattro sono dichiaratamente di centrodestra e sostengono il candidato sindaco di fede leghista Antonio Francon. Si tratta di Lega Salvini, Fratelli d’Italia, Grande Veneto e Prima Selvazzano. Quattro anche le liste del “Polo civico” che ha come candidata ad occupare la poltrona che dopo il 26 maggio la-
del consigliere comunale Roberto Muraro. Tutti uniti per contrastare il candidato (chiunque esso sia) alla successione del sindaco uscente Luciano Salvò (la “sua” civica “Vivi Villafranca” presenterà il proprio candidato venerdì sera). Fausto Dorio, 58 anni, responsabile della programmazione integrata di Trenitalia per il Veneto, è già stato in amministrazione: dal 2004 e per i cinque anni successivi ha ricoperto l’incarico di assessore alle Attività produttive, Trasporti e Identità veneta con il sindaco Beatrice Piovan. «Saremo l’unica lista ad avere dei contatti diretti con la Regione e il Governo» dichiara Dorio, «grazie alla presenza della Lega. Potremmo quindi proporre ai cittadini qualcosa di concreto, cercando di far arrivare a Villafranca risorse per realiz-
In alto da sinistra Giovanna Rossi (Civiche) e Antonio Francon (Lega) Sotto da sinistra Antonio Santamaria (Pd) e Vincenzo Vozza (Civica)
scerà libera Soranzo, l’assessore Giovanna Rossi. Sono: Selvazzano Viva, Selvazzano Nuova-Lista Saponaro, Selvazzano InRete e Forza Selvazzano. Le altre due sono quella del Partito Democratico con candidato il segretario del circolo locale Antonio Santamaria e Selvazzano Civica, lista di centrosinistra di taglio progressista e ambientalista
zarle. Occorre tornare a rendere vivo il paese, stimolando le attività imprenditoriali e commerciali, modernizzando le scuole, supportando le realtà di volontariato. I cittadini non hanno bisogno delle promesse di opere faraoniche, ma di essere ascoltati e di ottenere risposte ai loro bisogni». Il candidato farà la sua prima uscita ufficiale sabato alle 15 alla trattoria Il Campanile a Ronchi, frazione in cui abita. Saranno presenti numerosi esponenti della Lega, a partire dal ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, agli onorevoli Arianna Lazzarin e Adolfo Zordan, ad assessori e consiglieri regionali. Il 2 maggio, al bar Dai Grandi a Taggì di Sopra, arriverà invece il governatore del Veneto, Luca Zaia. — Cristina Salvato
che sostiene il giovane Vincenzo Vozza come candidato sindaco. I CAPILISTA
Ogni schieramento ha scelto di inserire al primo posto dell’elenco dei candidati consiglieri il “cavallo” migliore. Per la Lega Salvini il capolista sarà Giuseppe Piovan, per Fratelli d’Italia Eleonora Tiozzo,
Rispetto al 2014, quando Enoch Soranzo si riconfermò al primo turno con il 58, 35% dei voti, mancano all’appello: Cittadini per Selvazzano, lo schieramento che faceva capo a Boris Sartori e che in questa tornata ha dichiarato si sostenere il Polo civico senza una propria lista, Dentro Selvazzano del candidato Riccardo Dainese che 5 anni fa aveva fatto corsa con il Partito Democratico e sopratutto il M5S che con l’allora candidato sindaco Ulderica Mennella aveva raccolto un pregevole 10%. Mennella, candidata alle Europee per il Movimento di Luigi Di Maio nella Circoscrizione Nord Est, in una nota i giorni scorsi ha evidenziato la difficoltà per il M5S di mettere insieme una lista di candidati per le amministrative nel comune di Selvazzano, dove quasi tutti si sono orientati su schieramenti civici. —
ponte san nicolò
“Coalizione” rinuncia a presentare la lista PONTE SAN NICOLÒ. Niente quarta lista. “Coalizione Civica per Ponte San Nicolò”, proposta a sinistra del Pd che in questi mesi si è mossa per offrire il suo progetto per il Comune, ha annunciato che non correrà alle prossime amministrative. «Abbiamo cercato di tenere unito il centrosinistra», spiega il consigliere di minoranza uscente e volto della Coalizione Hussein Bazzi, «non è stato possibile fare un’alleanza con il Pd, sia per divergenze sui metodi, sia per alcuni punti programmatici». La scelta, per Bazzi,
si era ridotta a correre con una lista autonoma o a non correre affatto: «Per senso di responsabilità non ci presenteremo: dividendo il centrosinistra favoriremmo le altre liste». Non è però una “benedizione” ai democratici e alla loro front-runner Filippa Renna: «L’assemblea non si è pronunciata a favore e a sostegno di un candidato delle liste presentate e lascia la libera scelta ai suoi componenti e simpatizzanti: valuteremo programmi e candidati sindaco». — Andrea Canton
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Attualità
LA TRAGEDIA VENEZIA Era considerata la regina incontrastata dei matrimoni a Venezia e una delle wedding planner per l’Italia più quotate a livello internazionale. Bella donna, sempre curata ed elegante, con un sorriso che sapeva conquistare tutti, Eleonora Rioda, è stata trovata senza vita nella sua abitazione alla Giudecca. In quell’isola era cresciuta e aveva continuato a mantenere la residenza nonostante gli impegni la portassero frequentemente in giro per l’Italia e altri Paesi.
Mercoledì 24 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Suicida l’organizzatrice dei matrimoni di lusso Eleonora Rioda, ideatrice di “Venice First” `Nella città lagunare ha curato le nozze trovata morta nella sua casa a Venezia di Morata e organizzato feste a molti attori `
Con i personaggi famosi
IL SORRISO SPENTO Aveva 35 anni, un cagnolino e tante cose ancora da dire e da fare. Dietro quel sorriso e quell’affabilità si celava però una fragilità di cui nessuno era consapevole e che l’ha portata a togliersi la vita. Non si sa se abbia lasciato una lettera o un altro tipo di messaggio. La notizia del decesso, avvenuto presumibilmente il giorno di Pasqua, ha fatto rapidamente il giro della città, dove era molto conosciuta a livello professionale, ma dove aveva anche molti amici. Amici che però stentano a parlare, con la voce rotta dall’emozione e dalla tristezza e non si capacitano per l’accaduto.
LA CARRIERA
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CLIENTI VIP Attraverso la sua organizzazione, Venice First, formata esclusivamente da donne, ha realizzato alcune tra le feste nuziali più belle e anche moltissimi eventi come celebrazioni di compleanni, anniversari o eventi aziendali, artistici e mondani e persino vacanze su misura. Nel suo portafoglio clienti figurano aziende importanti nel mondo del lusso e nomi come Tom Cruise, Owen Wilson, Denzel Washington, Angelina Jolie, Tom Hanks, Robert De Niro, Robert Downey Jr,Steven Spiel-
IL TRAGICO GESTO APPARENTEMENTE INSPIEGABILE: AVEVA 35 ANNI E VIVEVA DA SOLA CON IL SUO CANE
cui nulla era stato lasciato al caso: rose bianche ovunque, una tensostruttura in giardino di 600 metri quadrati e un clima da favola come i due avevano chiesto. Data la notorietà dei personaggi e la giornata a dir poco torrida, erano state previste persino delle lattine di acqua minerale personalizzate con i nomi degli sposi da distribuire tra i circa 200 curiosi assiepati sulla fondamenta del Redentore, sull’isola della Giudecca. Al Marriott aveva organizzato anche un grandioso e costosissimo matrimonio indiano tra Riya Khilnani e Ashwin Grover, che portò a Venezia molti divi di Bollywood. Nel suo curriculum non manca poi il matrimonio ebraico, che si è svolto tra la Scuola Spagnola del Ghetto, l’hotel Cipriani e la Peggy Guggenheim collection. E anche un matrimonio tra due giovani uomini americani.
IL PARTY DI MORATA Nel 2017 Eleonora Rioda ha organizzato con le sue collabo-
ratrici quello che era stato definito il matrimonio dell’anno: quello tra la modella mestrina Alice Campello e il calciatore del Real Madrid (ex Juve) Alvaro Morata. Una celebrazione che si è svolta nella basilica del Redentore e poi al Marriott Isola delle Rose di Sacca Sessola in
AL LAVORO Elonora in una foto dal suo profilo Facebook mentre cura gli ultimi dettagli di una cena
Roma
ATTORI Con George Clooney
Indossa un crocifisso, marocchino lo accoltella
MILIARDARI Il suo staff su Vogue India
ROMA Accoltellato alla gola per il crocefisso che portava al collo. «Cattolico di m...» e giù la stilettata con un coltello da cucina dalla lama lunga più di 10 centimetri. Samuel, senzatetto georgiano di 44 anni, perde sangue, si tampona la ferita con una mano, barcolla, vede una pattuglia di polizia la avvicina e chiede aiuto: «Quell’uomo mi ha aggredito, mi ha scambiato per un italiano», e indica un marocchino di 37 anni,
STAZIONE TERMINI Il luogo del ferimento
Mohammed Rarhdo un altro clochard che frequenta la stazione Termini e che, alla vista degli agenti prova a dileguarsi e a disfarsi dell’arma. Inutilmente: viene arrestato in via Cavour e portato in commissariato. Anche il coltello viene preso. Il marocchino finisce a Regina Coeli con l’accusa di tentato omicidio con l’aggravante dell’odio religioso che il pm gli contesta proprio per quella frase che avrebbe pronunciato.
Il mondo del lusso e dell’esclusività ha fatto parte di Eleonora Rioda fin dall’inizio della sua carriera lavorativa. L’esordio era stato con la Abercrombie & Kent, noto tour operator di lusso sviluppando una certa sensibilità per i clienti più esigenti. Esperienza continuata con Dmc Holland, una delle più grandi agenzie “incoming” (si occupano dell’arrivo, della sistemazione dei turisti e delle loro attività) in qualità di account manager. Infine, nel 2009 decise il salto di qualità, intuendo che Venezia sarebbe stata una meta sempre più richiesta a livello internazionale da una clientela d’élite. Ha così fondato Venice First, che in breve tempo si è fatta una solida reputazione sul campo, tanto da essere citata su Vogue India nel ristrettissimo numero dei wedding planner di tendenza a livello mondiale, e poi sulle riviste Elle e Brides. Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA
SOS SUICIDI SONO ATTIVI ALCUNI NUMERI VERDI A CUI CHIUNQUE PUÒ RIVOLGERSI PER AVERE SUPPORTO E AIUTO PSICOLOGICO: TELEFONO AMICO 199.284.284 TELEFONO AZZURRO 1.96.96 PROGETTO INOLTRE 800.334.343 DE LEO FUND 800 168 678
Medici romeni, il sindacato protesta La Regione Veneto: portateci italiani SANITÀ
L’ex manager
VENEZIA Dopo il Veneto anche la Toscana trova una soluzione tampone per superare la carenza di medici. E tanto basta per riaccendere la polemica con il sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed. In Toscana si è optato per l’assunzione di medici senza nessuna specializzazione con contratti di formazione lavoro per tappare i buchi nei pronto soccorso. Una soluzione che si aggiunge a quelle già avanzate dal Veneto che ha scelto di assumere i medici in pensione o di chiamare camici bianchi dalla Romania. Al punto che Anaao-Assomed parla di «nascita di sanità low cost». Sulle scelte di Veneto e Toscana è duro il commento del segretario nazionale dell’Associazione medici e dirigenti Carlo Palermo: «Un giovane laureato in Medicina senza specializzazione assunto in pronto soc-
La Cassazione conferma 2 anni e 4 mesi a Brentan VENEZIA Resta la condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione a carico di Lino Brentan. Il ricorso presentato dall’ex amministratore delegato della concessionaria autostradale Venezia-Padova è stato giudicato inammissibile dalla Cassazione, che ha anche condannato il 70enne al pagamento delle spese processuali e al versamento di 2.000 euro alla cassa delle ammende. Accusato di corruzione, per aver favorito appalti e consulenze ad alcune imprese in cambio di tangenti calcolate tra il 5% e il 10% dell’importo dei lavori, Brentan aveva impugnato la sentenza della Corte d’Appello di Venezia, che gli aveva contestato l’aggravante riservata al pubblico ufficiale.
corso con contratto libero professionale avrà scarsa protezione contrattuale, nessuna copertura previdenziale e dovrà pagarsi da solo l’assicurazione: i rischi sono tutti a suo carico. Le Regioni si stanno muovendo al risparmio». Il sindacato denuncia inoltre che nell’organizzazione della Sanità «non c’è un pensiero comune, manca la programmazione e si produce disparità».
LE CRITICHE «Sul fronte veneto le ultime mosse del governatore Zaia dice Palermo - sono una provocazione, una scelta chiaramente legata al progetto dell’Auto-
L’ASSESSORE LANZARIN: «INVECE DI CRITICARE TROVINO I 1300 DOTTORI CHE CI SERVONO». E IN TOSCANA ASSUMONO SENZA SPECIALIZZAZIONE
IN CORSIA La Lombardia ricorre a medici privi di specializzazione per coprire i buchi di organico nei pronto soccorso
nomia». Palermo ha quindi ricordato che in Italia ci sono già 10 mila medici specializzati in attesa di chiamata, e altri 6 mila che stanno frequentando l’ultimo anno di specializzazione: «Stiamo parlando di 16 mila medici pronti per essere assunti negli ospedali con un contratto a tempo indeterminato, ma a cui vengono preferiti pensionati e neo-laureati per non spendere. Così si mortificano dei professionisti e si lasciano nel limbo i camici bianchi già formati mentre gli ospedali affogano». «In Veneto - entra nello spe-
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cifico Adriano Benazzato segretario regionale di Anaao - ci sono 500 specializzandi dell’ultimo anno a cui si sommano altri 90 finanziati con le borse di studio regionali, quindi circa 600 specializzandi che raddoppieranno con gli iscritti al prossimo anno accademico, questo significa che i medici veneti ci sono». Nella polemica si inserisce anche Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici: «Le misure-tampone sono contro ogni logica: anziché risolvere i problemi, li alimentano am-
pliando con medici tappabuchi senza prospettive». Ma la Regione Veneto non ci sta a farsi bacchettare. All’Anaao risponde l’assessore alla Sanità della Regione Manuela Lanzarin: «A Carlo Palermo chiedo di presentarci 1.300 medici, quelli di cui abbiamo bisogno e non si riesce ad assumere perché non partecipano alle chiamate. Sarebbe ora di fare squadra e di cercare le soluzioni tutti assieme, invece che dire di no a tutte quelle che gli altri propongono». r.ian. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLEDÌ 24 APRILE 2019 LA TRIBUNA
CONEGLIANESE
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La grande viabilità
Il governatore Luca Zaia ieri a Ponte della Priula sul la nuova pista ciclabile che permetterà anche ai ciclisti di attraversare il manufatto in sicurezza
lo che è per noi il collegamento fra destra e sinistra Piave, i bravi tecnici dell'Anas hanno sovrapposto sostanzialmente un nuovo ponte in acciaio. Un bellissimo lavoro, figlio di una ingegneria sapiente e rispettosa della storia e dell'ambiente, che ha visto anche la valutazione positiva da parte della Sovrintendenza. Il rispetto per l'ambiente si evidenzia anche nella costruzione di splendide piste ciclopedonali in entrambi i sensi». L’investimento e la professionalità che abbiamo
messo in campo – ha spiegato Simonini – darà presto i suoi frutti a tutto vantaggio dell’intera provincia di Treviso, sia in termini di sicurezza per la circolazione lungo la statale Pontebbana che di rivalutazione, anche estetica, di una infrastruttura di notevole rilevanza storica. Non solo, mi preme anche sottolineare che il progetto di adeguamento e consolidamento di un ponte così imponente, che attraversa un fiume dalle caratteristiche torrentizie come il Piave, ci ha messi alla prova durante la piena dello scorso ottobre. E’ stato un lavoro delicato, quello dell’impresa a cui Anas ha affidato il cantiere. L’importante intervento preparatorio di bonifica bellica dell’area di cantiere ha portato alla luce ben 84 ordigni bellici di varie tipologie richiedendo, con la fase di definizione dei materiali di restauro concordata con la Soprintendenza, un tempo di lavoro di circa 410 giorni. Ulteriori 630 sono stati necessari per i primi interventi di consolidamento delle fondazioni e per realizzare la viabilità provvisoria. Come ha spiegato il coordinatore Anas del Nordest, Claudio De Lorenzo, la ristrutturazione ha comportato l’allargamento complessivo della sede stradale di circa 3,20 metri. — Francesco Dal Mas
vo presidente e col nuovo amministratore delegato. Ma noi siamo ancora in attesa di quei sensori, senza i quali non sappiamo quale sia il grado di tenuta del manufatto, sotto il pe-
so dei 16 mila autoveicoli al giorno che di media lo attraversano». Per Cordiali non ci sono dubbi sulla necessità che il vecchio ponte venga messo in sicurezza. Ma la preferenza dei paesi, a partire da Vidor, è per un nuovo ponte, più a sud di Vidor, che attraversi il Piave in direzione di Covolo, senza che i giganti della strada entrino nelle cittadine. Ci vogliono 50 milioni. La viabilità sarebbe di competenza della Provincia di Treviso, ma il presidente Marcon conferma di non disporre di tante risorse, anche se il Governo sta provvedendo all’ordinaria manutenzione. Non resta, appunto, che l’Anas. Anche Zaia ha fatto capire ieri di crederci. — F.D.M.
Ponte della Priula serve un altro mese Il by pass alternativo sarà smontato Ieri il sopralluogo del governatore Zaia e dei sindaci «Lo inaugureremo con una grande festa popolare» Il tratto carrabile del ponte della Priula, interamente rifatto SUSEGANA. Il ponte del centenario della Grande Guerra, sul fiume Piave, sarà riconsegnato dall’Anas a fine maggio, al più tardi ai primi di giugno. «Lo inaugureremo con una grande festa popolare, perché questo è il ponte dei cittadini, del popolo», ha confermato il governatore Luca Zaia, che sperava di potervi festeggiare il patrono san Marco. Causa maltempo il cantiere deve protrarsi di qualche settimana, ma anche l’ad dell’Anas, Massimo Simonini, ha garantito che
musica e balli ci saranno. Tanto più perché – come ha ricordato ancora Zaia -, lo storico manufatto, al centro di un vivace dibattito sulla sua conservazione, ha mantenuto la propria identità, «che – ha precisato - riveste un’anima di acciaio», l’infrastrutturazione interna delle pile. Il valore complessivo dell’opera, iniziata il 30 maggio di un anno fa, è di 9,3 milioni di euro. Per l’ultimo sopraluogo di ieri mattina, sotto la pioggia, sono intervenuti il presidente Zaia, l’ad Simoni-
ni, l’assessore regionale Elisa De Berti, il presidente della Provincia Stefano Marcon, il sindaco di Nervesa Fabio Vettori e il vicesindaco di Susegana, Alessandro Pettenò. Gli interventi hanno richiesto l’interdizione al traffico sul ponte storico, per cui è stato creato il percorso alternativo nell’alveo del Piave, in parte danneggiato da una piena nei giorni della tempesta Vaia. Il bailey, costato 1,3 mln, verrà smontato, com’era stato garantito, per la sua incompatibilità ambienta-
le, e le rampe di accesso saranno quindi distrutte. Il ponte storico della Priula è una infrastruttura dei primi del Novecento della lunghezza di 430 metri, composta da 20 arcate sostenute da 21 pile che suddividono l’opera in 20 campate. L’investimento complessivo per l’intero corpo degli interventi ammonta ad un totale di circa 9,3 milioni di euro, «Passato e futuro convivono in questo ponte che per il Veneto è identitario - ha dichiarato Zaia –. Alla struttura storica di quel-
il SindACo CoRdiAli
Ma Vidor si sente abbandonata «I sensori che fine hanno fatto?» VIDOR. «L’Anas? Ci sentiamo
un po’ abbandonati, per la verità – dice Albino Cordiali, sindaco di Vidor, delegato provinciale alla viabilità -. I tecnici della società hanno fatto un sopralluogo al nostro ponte in ottobre, sollecitati dal governatore. Avevano assicurato che avrebbero installato dei sensori, ma fino ad oggi non abbiamo visto niente». Ieri mattina, a Ponte della Priula, potrebbe essere scattata l’attesa novità.
Attraversando, sotto la pioggia, il ponte sul Piave, Stefano Marcon ha invitato l’amministratore delegato di Anas, Massimo Simonini, a volgersi verso nord per dirgli che lassù, oltre quelle colline, c’è una situazione analoga a cui porre rimedio. Il ponte di Vidor, appunto. Ne sapeva già qualcosa Claudio de Lorenzo, coordinatore della società per il nordest, che accompagnava Simonini. Bene, costui ha ammesso l’inte-
resse dell’Anas. «Dobbiamo approfondire le verifiche sulle condizioni del ponte», ci ha risposto quando gli abbiamo chiesto se la sua società potrebbe farsi carico della ristrutturazione o addirittura di un nuovo manufatto, come Vidor e Valdobbiadene preferirebbero. «Prenderemo le necessarie decisioni dopo la nuova analisi», ci è stato risposto. In tal senso hanno insistito anche lo stesso Marcon e il presidente Zaia.
Controlli sul ponte di Vidor
«Il fatto è – constata con amarezza il sindaco di Vidor – che da ottobre sono passati 6 mesi e non abbiamo più visto nessuno. E’ vero, la governance dell’Anas è cambiata, col nuo-
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Mercoledì 24 Aprile 2019
Opposizioni all’attacco Pd e Udc chiedono a Toninelli di riferire in parlamento sulla Tav Brescia-Verona. Intanto i comitati ricorrono (di nuovo) al Tar contro la Pedemontana
Le opere ● Tav BresciaVerona Il governo ha commissionato un’analisi costi-benefici i cui risultati non sono mai stati resi noti. Intanto i cantieri sono fermi ● Valdastico Nord Il Trentino non ha ancora dato il via libera al tracciato per contrasti locali sul punto d’innesto sulla A22 ● A22 del Brennero È scontro tra il ministero delle Infrastrutture e le Province autonome sul peso dello Stato all’interno della nuova società di gestione inhouse ● Pedemontana I lavori proseguono, l’opera è completata per oltre il 50%, ma i comitati non mollano la presa e annunciano nuove battaglie giudiziarie
PONTE DELLA PRIULA (TREVISO)
«Con Anas lavoriamo benissimo» assicura il presidente della Regione Luca Zaia. È con gli alleati del Movimento Cinque Stelle che proprio non ci si capisce. O almeno così par di capire dalle dichiarazioni di Matteo Salvini, che anche ieri si è accapigliato col ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli spaziando dalla Valdastico alla A22 del Brennero. Una polemi-
«Autostrade, avanti con la holding» Ma tra Lega e M5s è rissa continua
ZaiaeAnasrilancianoilpianomentreSalvinieToninellilitiganosuA22eValdastico ca continua che prende le mosse dai cantieri ma sembra in realtà andare a parare sul caso di Armando Siri, fedelissimo di Salvini (è l’ideologo della flattax) e sottosegretario di Toninelli a cui il ministro ha appena tolto le deleghe dopo aver saputo del suoi coinvolgimento in un’indagine per corruzione. Un clima politico pessimo, non bastasse il meteo già orribile, che non ha frenato il sopralluogo di Zaia a Ponte della Priula insieme al nuovo amministratore delegato di Anas Massimo Simonini per verificare lo stato di avanzamento dei lavori dello storico ponte che unisce Destra e Sinistra Piave. Un appuntamento utile per tre ragioni. La prima: il cantiere da 9,3 milioni, fondamentale per la logistica di uno dei cuori produttivi del Veneto, procede come da cronoprogramma e sarà aperto tra la fine di maggio e l’inizio di giu-
Il caso di Martina Zambon
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Simonini (Anas) La holding sarebbe la prima nel suo genere in Italia, credo darebbe buoni frutti
gno con una giornata «pedonale» dedicata ai cittadini. «Il ponte mantiene il suo “abito d’epoca” - ha spiegato il governatore - ma ha un’anima tutta nuova in acciaio». E una pista ciclabile per lato. La seconda: Simonini, pur con estrema genericità dovuta probabilmente al recente insediamento, ha dato garanzie sul prosieguo degli interventi per i Mondiali di sci di Cortina del 2021 (a cominciare dalle quattro varianti dei paesi del Cadore per cui si attende il parere della commissione Via), sulla manutenzione straordinaria della Romea (c’è un piano da 230 milioni da realizzare in 5 anni mentre non è ancora chiuso il confronto con Gefip per l’acquisto da parte di Anas del progetto Orte-Mestre, «che ci interessa - ha spiegato Simonini - perché il progetto è già approvato e non è cosa da poco in Italia, dove mediamente ci si
mettono 5 anni»). È stato anche annunciato l’avvio di contatti con Regione, Comune e Provincia per il monitoraggio del Ponte di Vidor, prodromico alla risistemazione. La terza: nonostante il cambio al timone, Anas resta convinta della bontà del progetto lanciato da Zaia di dar vita ad una holding autostradale del Nordest. «Con Anas lavoriamo bene - ha ribadito Zaia - l’esperienza che ci vede fianco a fianco in Cav funziona con reciproca soddisfazione e ritorni notevoli per il territorio, dove vengono reinvestiti tutti gli utili». Conferma Simonini: «Una hol-
Botta e risposta Su A22 e Valdastico gli alleati di governo si rimpallano la responsabilità dello stallo
ding mista tra Anas e gli enti locali sarebbe la prima esperienza di questo tipo in Italia e potrebbe dare buoni frutti, con ottimi riscontri per i cittadini. È un progetto su cui andiamo avanti». Anche se, va detto, al momento al di là delle intenzioni politiche di concreto non c’è alcunché. Manca «il veicolo», che dovrebbe nascere dall’unione di Cav con Autostrade Alto Adriatico, la società creata dal Friuli Venezia Giulia per la gestione in house della A4, e BrennerCorridor, la società creata dalle Province di Trento e Bolzano per identica gestione in house della A22 (Zaia vorrebbe mettere sul piatto pure il prolungamento della A27 fino a Monaco ma qui non si va oltre la suggestione, peraltro la A27 è attualmente gestita dai privati di Autostrade per l’Italia). Proprio la A22, insieme alla Valdastico Nord che per il Ve-
Sblocca cantieri e tangenziali venete Roma spinge il project dimenticato
Intanto Pizzarotti ha fatto ricorso al Tar per le spese di progettazione
VENEZIA Era la punta di diamante del Veneto che correva immaginato dall’allora assessore regionale Renato Chisso, Oggi, però, il Sitave, Sistema delle tangenziali venete è diventato il paradigma, kafkiano, del concetto stesso di project. Una formula un decennio fa ritenuta magica per rilanciare economia e territori e, ora, fonte di imbarazzo per le istituzioni che ne hanno, forse, abusato. A riportare agli onori delle cronache il Sitave è lo sblocca cantieri che inserisce quello che, di fatto, è un raddoppio dell’A4 fra Verona e Padova fra le opere da «far ripartire». Val la pena ricordare che il progetto prevede la creazione di una autostrada parallela all’A4 fra Peschiera (Verona) e Busa di Vigonza (Padova). Centodieci chilometri di cui
77 di nuova costruzione e 33 di ampliamento delle tangenziali esistenti. L’iter approvativo, sul fronte regionale, è completato da tempo. Il progetto, infatti, è adottato dal Piano Regionale dei Trasporti della Regione del 2004. L’opera, che prevede un tracciato a tre corsie per senso di marcia in corrispondenza dei tre capoluoghi e a due nei tratti rimanenti, ha già superato anche la Via, la Valutazione di impatto ambientale. Eppure, la Regione su impulso della giunta Zaia, ha avviato un processo di verifica della sussistenza del preponderante interesse pubblico e la rispondenza alle attuali esigenze di programmazione regionale e sostenibilità economica-finanziaria. Nessuno si azzarda a fare formalmente marcia indietro ma l’opera che vale 2
Traffico Un’immagine della tangenziale est di Verona, uno dei tratti che sarebbero collegati con la «doppia» A4 del Sitave
miliardi e 230 milioni di euro dovrebbe stare ancora in piedi proprio sul piano economicofinanziario e le stime di traffico o i pedaggi ipotizzati 15 anni fa difficilmente reggerebbero una verifica. Prigioniera, comunque, nelle sabbie mo-
bili romane, l’opera che ha per proponente la Società delle Tangenziali Lombardo Venete Srl (parte del gruppo Autostrada Brescia Padova) può contare su un progetto preliminare adottato dalla giunta regionale e presentato dall’Ati
(Associazione temporanea d’impresa)costituita da Pizzarotti e Maltauro (partner anche nel lotto della Tav fra Brescia e Verona) e la Mantovani travolta dallo scandalo Mose. Nessuno lo dice apertamente, quindi, ma appare molto improbabile che il governatore Zaia dia il suo placet a una seconda A4 dopo la faticosa risalita sul «raddrizzamento» di quello che era nato come un altro miracoloso project, la Pedemontana. Ripercorrere la stessa via Crucis sembra fuor di discussione. Le aziende, almeno quelle ancora in buona salute, non si tirerebbero certo indietro se l’iter si rimettesse in moto, ma va registrato un ricorso al Tar proprio di Pizzarotti, lo scorso anno, per chiedere al Veneto di rifondere almeno le spese sostenute per la progettazio-
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Il ponte storico della Priula Risale ai primi del Novecento. Lungo 430 metri, negli anni è stato eroso dal Piave e ora è oggetto di un restauro da 9,3 milioni. I lavori sono iniziati il 30 maggio 2018. A lato, Zaia e Simonini durante il sopralluogo di ierI
neto resta un progetto strategico («Noi abbiamo dato l’ok - ha ricordato Zaia - attendiamo il sì dei trentini») è stato al centro ieri di un duro scontro tra Salvini e T0ninelli. Salvini: «Sulla A22 Toninelli non tiri la corda con i territori». Toninelli: «Ho sbloccato un dossier impantanato da 5 anni. Ora aspetto dagli amministratori locali - molti dei quali della Lega - un aiuto per finalizzare il risultato». La Lega: «I ritardi sono esclusivamente frutto delle scelte del Mit, che ha cercato di togliere spazio agli enti locali per dare più peso allo Stato». E sulla Valdastico, Salvini: «Prima la facciamo meglio è: non possiamo perdere altro tempo, come sulla Tav». Toninelli: «Per la Valdastico manca ad oggi un’ipotesi di tracciato condivisa dai territori. Per la Brescia-Verona il procedimento è invece andato avanti senza interruzioni e l’analisi costi benefici servirà a migliorarla, con meno sprechi e più sostenibilità». Un caos in cui l’opposizione, dal Pd tutto all’Udc Antonio De Poli, ha gioco facile nell’affondare la lama («Toninelli riferisca in parlamento, sulla Tav si sta insabbiando la verità») mentre il Covepa annuncia un nuovo ricorso al Tar del Lazio per bloccare il cantiere della Pedemontana. Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
ne. La sentenza è attesa per l’estate. In buona sostanza, la comparsa proprio del Sistema delle tangenziali venete nell’elenco dello sblocca cantieri ha lasciato perplesso più di qualcuno. L’idea di un raddoppio autostradale ha già fatto alzare le barricate, in passato, ad esempio nel Veronese (a ferro e fuoco pure per la Tav di questi tempi). Criticità legate soprattutto ai comuni veronesi di Soave e San Bonifacio. Un caso su tutti: il viadotto che in base al progetto preliminare dovrebbe attraversare Soave. Una storia che ha dell’incredibile visto che proprio la giunta Zaia ha creato un Comitato scientifico per rivedere il lungo elenco di project autostradali lasciato in eredità dall’era Galan. Tolte Via del Mare e Nogara-Mare, le procedure di project veneti sono ferme in istruttoria al Mit, il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, da anni. In caso il dicastero guidato da Toninelli chiudesse positivamente l’istruttoria, la dovrebbe poi trasmettere al Cipe per l’approvazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Mercoledì 24 Aprile 2019
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LE CELEBRAZIONI IL CAPO DELLO STATO A VITTORIO VENETO
Scontro Lega-M5s anche sul 25 Aprile Ma Zaia e Da Re accolgono Mattarella
Prima volta nella Marca. Il sindaco Tonon: «Un onore ricevere la visita del Presidente» La vicenda ● Venticinque aprile, festa della Liberazione, ogni anno sempre più teatro di scontri politici ● Mentre i due vicepremier, e alleati di governo, Salvini e Di Maio litigano a distanza sul valore delle celebrazioni, il Veneto si prepara a festeggiare accogliendo le prime due cariche dello Stato ● Sergio Mattarella sarà a Vittorio Veneto con Luca Zaia, Elisabetta Casellati sarà, invece, a Padova
Il 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo, riesce a far litigare nuovamente, come ormai da copione, gli alleati del Governo giallo-verde. Mentre le due più alte cariche dello Stato parteciperanno alle cerimonie in Veneto, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Vittorio Veneto e la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, a Padova, i vicepremier accendono la polemica a distanza. Il leader leghista Matteo Salvini, infatti, ha detto di non voler contribuire a uno scontro tra «fascisti e comunisti», preferendo trascorrere la giornata di domani a Palermo «con chi lotta contro la mafia, gli uomini della Polizia di Stato». Ma subito Luigi di Maio, vicepremier M5s ha puntato il dito senza troppi giri di parole: «Chi nega il 25 aprile era a Verona con gli antiabortisti». Chiaro riferimento al congresso della famiglia di fine marzo e accusa al collega. Difeso dal sindaco di Verona, Federico Sboarina: «Di Maio è recidivo. Festeggi il 25 Aprile come vuole, ma lasci stare Verona». «Credo sia doveroso per chiunque, in particolare per chi ricopre la carica di ministro e ha giurato sulla Costituzione, ricordare cosa ha rappresentato e cosa rappresenta ancora oggi la guerra di LibeVITTORIO VENETO (TREVISO)
Montebelluna di Andrea Priante
MONTEBELLUNA (TREVISO) Marzio Favero, sindaco di Montebelluna, nella Lega lo conoscono come «il filosofo». È un militante storico del Carroccio, ma sulle (solite) polemiche intorno al 25 Aprile, ha idee diverse da quelle che si respirano nel suo partito. Sindaco, lei parteciperà alle celebrazioni? «Certo, sono tra gli organizzatori della cerimonia e porterò, come da tradizione, il mio saluto. Ho sempre partecipato: i valori della democrazia sono stati conquistati attraverso la sofferenza, è nostro compito onorarli». Non mi dica che intonerà anche «Bella ciao»… «Dopo la deposizione delle corone d’alloro al monumento per i Caduti, la banda di Montebelluna suonerà prima l’inno nazionale e poi “Bella ciao”. A me piace: è divenuta un simbolo della nostra Storia, non vedo perché non si dovrebbe intonare. Francamente, trovo incomprensibili le polemiche: non c’è nulla, nella Festa della Liberazione, che contrasti con i principi
In Veneto Il capo dello Stato Sergio Mattarella e la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati: il primo sarà a Vittorio Veneto, la seconda a Padova
● La parola
MEDAGLIA D’ORO
Nel 1946 Vittorio Veneto è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare per la guerra di Liberazione. Questa la motivazione: «Amore di Patria... risuscita Vittorio Veneto. Per 20 mesi di guerriglia atrocissima, sola ed indoma, organizza, sostiene e alimenta i cittadini compatti nella rivolta contro il duplice servaggio e di cinquemila partigiani che, scolta insonne, lottano sulla sinistra del Piave e sui valichi montani a difesa della dignità d’Italia. Contro la rabbia nemica i volontari della libertà, donando ai vivi l’anima dei morti, confermano fieramente la nobilissima tradizione a conservare la libertà piegando la ferocia e la distruzione. Domata la tracotanza avversaria, costretto alla resa il nemico in ritirata, la città, libera per la tenacia dei figli, consacra all’epopea del nuovo riscatto il suo sacrificio di sangue e di mezzi».
Ilsindacoleghista: «LaLiberazione vasempreonorata EcantoBellaciao» per cui si batte la Lega». In realtà, con un tweet, Salvini ha tracciato la linea: «Il 25 aprile non sarò a sfilare qua o là, fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi. Vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine». Sembra un invito a disertare le cerimonie… «Festeggiare la Liberazione significa ricordare coloro che
razione» afferma il sindaco di Vittorio Veneto, Roberto Tonon. «È un grande onore per tutti noi accogliere il Presidente della Repubblica, siamo orgogliosi che abbia accettato il nostro invito – ha aggiunto -, e mi permetto di pensare che sia dovuto a quanto la nostra città ha dato nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale, per la libertà e la democrazia». Sarà questa, per Mattarella, la prima visita nella Marca e la terza in Veneto: atterrerà domani mattina all’aeroporto militare di Istrana e da lì, intorno alle 11, arriverà in elicottero a Vittorio Veneto; si sposterà in automobile verso piazza del Popolo dove sarà accolto dal sindaco Tonon, dal presidente della Regione,
Il «filosofo» Marzio Favero
lottarono contro fascismo e nazismo, due regimi che, tra le altre cose, portavano avanti l’idea di uno Stato centralista. Esattamente ciò che la Lega ha sempre contrastato. Inoltre la Resistenza ha portato all’entrata in vigore della Costituzione che, va ricordato, è regionalista e autonomista. Rendere omaggio al 25 Aprile significa quindi onorare ciò
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Favero Omaggiare il 25 Aprile è onorare il federalismo per cui è nata la Lega
Scontro tra Anpi e sindaci, polemiche a Verona
Restano le divisioni, Forcolin diserta la piazza VENEZIA «Non parteciperò alle celebrazioni, per motivi personali. Ma ii diktat di Anpi che minaccia i Comuni di non partecipare alle celebrazioni se non si canta “Bella ciao”, mi hanno stancato». Il vicegovernatore Gianluca Forcolin, si allinea così a Matteo Salvini che ha annunciato che non prenderà parte alla Festa della Liberazione. La polemica divide leghisti e Associazione partigiani, con questi ultimi che fanno di «Bella ciao» un simbolo irrinunciabile. A Quarto d’Altino, la canzone non è inserita nella «scaletta». Il sindaco Claudio Grosso la mette così: «Ho riproposto il programma
approvato dall’ex giunta del paese, di centrosinistra. Non capisco perché allora andasse bene e oggi non più. Ad ogni modo ho invitato tutti, anche l’Anpi, e spero partecipi. Per quanto mi riguarda, anche se non è in programma, dopo la cerimonia sono liberi di intonare “Bella ciao”». A Verona, il consigliere Andrea Bacciga chiede di destinare i 5mila euro di contributo pubblico «non a manifestazioni esclusive della Sinistra» ma a convegni storici «che analizzino la guerra civile prima del 25 aprile e gli eccidi avvenuti anche inseguito». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Luca Zaia, e dal presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, e dove è previsto un picchetto d’onore; dopo l’Inno d’Italia e l’alzabandiera, sarà deposta una corona in memoria dei Caduti. Alle 11.30 sarà il Teatro Da Ponte ad ospitare la cerimonia istituzionale, alla presenza di sindaci, autorità civili e militari, che si concluderà con il discorso di commemorazione del Presidente. Il cerimoniale non è ancora definitivo: Mattarella potrebbe decidere di visitare il Museo della Battaglia, memoria della Grande Guerra, prima di rientrare a Roma nel pomeriggio. Ma se Salvini diserta il 25 aprile, l’ex sindaco di Vittorio Veneto Gianantonio Da Re, già segretario provinciale e regionale della Lega, non manca mai alle celebrazioni e non mancherà domani. «Mio padre era un partigiano – sottolinea Da Re - la mia presenza è dovuta soprattutto a motivazioni personali ed affettive, è una festa che appartiene al popolo. Sappiamo bene che si tratta di una ricorrenza talvolta non condivisa, ma ritengo che sia un giorno importante. È il giorno in cui è finita una guerra e in cui è nata la nostra Costituzione che, con pregi e difetti, ha dato a tutti noi la libertà, e a tanti di noi ha consentito di fare politica». Silvia Madiotto © RIPRODUZIONE RISERVATA
per cui noi leghisti siamo nati: il federalismo». Di nuovo Salvini: «Il 25 aprile ci saranno i cortei, i partigiani e i contropartigiani. Siamo nel 2019 e mi interessa poco il derby fascisti-comunisti: mi interessa il futuro del nostro Paese». «La Resistenza raggruppò tante anime politiche: democristiani, socialisti, comunisti, Partito d’Azione, perfino monarchici. E allora, ridurre il 25 Aprile a una festa della Sinistra, come alcuni sembrano voler fare, è un errore prima di tutto storico. I politici, specie a livello nazionale, dovrebbero riflettere sul fatto che, se oggi abbiamo una pluralità di partiti nell’arco costituzionale che hanno il diritto di confrontarsi liberamente, lo dobbiamo anche a chi scelse di dare la vita contro la tirannide, proprio per offrire un futuro migliore al Paese». I rigurgiti dell’estrema destra si fanno sentire sempre più di frequente… «Appunto: sono rigurgiti. Il fascismo fu un grande errore, trascinò gli italiani in una sorta di illusione collettiva. Ma basta ricordare chi si alleò coi nazisti, per dimostrare quanto il regime guidato da Mussolini fosse, per sua natura, criminale». Tornando a Salvini, ha sostenuto che il fascismo fece anche cose buone. Che ne pensa? «Mettiamola così: anche un orologio con le lancette, quando si rompe, segna l’ora giusta due volte al giorno. Ma questo non significa che non sia da buttare». © RIPRODUZIONE RISERVATA
A Venezia Le iniziative
La galassia venetista festeggia San Marco VENEZIA I più temuti sono quelli del Comitato Liberazione Nazionale Veneto: lo scorso anno si sono presentati in divisa tra magliette nere e auricolari che ricordavano da vicino i buttafuori delle discoteche o per qualcuno lo squadrismo. Da Facebook hanno lanciato l’appuntamento in piazza San Marco per le 10.30 ma, si sa, in piazza le manifestazioni politiche sono vietate. I venetisti si preparano a sbarcare in piazza San Marco da ogni angolo del Veneto: sono una galassia di sigle e domani sfileranno in occasione della festa di San Marco. Di veneziano ci sarà il gruppo Wiva San Marco armato come ogni anno del gonfalone, gli altri sono per la maggior parte gruppi di altre province. Dagli scranni della politica è atteso il neonato Partito dei Veneti di cui fa parte il consigliere regionale Antonio Guadagnini, Indipendenza Veneta, il gruppo Chiavegato per fare dei nomi. Il Gruppo di Albert Gardin celebra invece partecipando alla messa del Patriarca in basilica. Nonostante la non più giovane età è atteso Franco Rocchetta, padre fondatore della Liga Veneta. Ci sarà il Comitato 1866, movimento storico-culturale che racconta i giorni del plebiscito del Veneto. Il programma ufficiale per le celebrazioni della Festa della Liberazione e del Santo Patrono prevedono alle 9 l’alzabandiera e la messa solenne alle 10.30. Nel pomeriggio il cartellone prevede una sfilata di 100 figuranti in costume per raccontare la tradizione del boccolo (10.45), seguito dall’esibizione musicale di Armonie Venete e dall’esibizione rievocativa della scuola di arti marziali venete. Si danno appuntamento invece in campo Marin alle 11.30 i membri dell’«Asenblea Veneta» manifestando la solidarietà agli indipendentisti catalani finiti nei guai con la giustizia. Sempre a Campo Manin, ma alle 8.45, la contromanifestazione del Comitato Bandiera Italiana con Iveser e Anpi. L’organizzatore Oliviero Cassarà, dice: «Manin ci ricorda che il tricolore e il gonfalone possono coesistere e per questo abbiamo recuperato l’antica bandiera che distenderemo sotto al monumento». E.Lor.
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REGIONE
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Il ritorno in Veneto del capo dello Stato in occasione del Venticinque Aprile
Sergio Mattarella omaggia la Resistenza Il Presidente domani a Vittorio Veneto FRANCESCO DAL MAS
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l presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà domani a Vittorio Veneto per rilanciare i valori fondativi dell’unità d’Italia. La democrazia e la libertà conquistati, a duro prezzo, con la lotta di Liberazione, ma anche con la prima guerra mondiale, di cui Vittorio Veneto ha appena concluso le celebrazioni centenarie. Una città simbolo che ha fatto memoria, l’anno scorso, della tragedia del primo conflitto mondiale, conclusosi a Vittorio Veneto, con il motto: qui è esplosa la pace. Quindi la ‘città santa’, come è stata definita in alcuni raduni delle associazioni combattentistiche, sì della morte, ma anche di una nuova vita, nel segno della pacificazione. Il Capo dello Stato era stato invitato, dal sindaco Roberto Tonon, a concludere quella memoria, in modo propositivo, lo scorso IV Novembre. Il presidente è stato portato, invece, a Trieste. I vittoriesi, reduci da 250 mila presenze tante hanno partecipato ai diversi eventi del 2018 - ci rimasero male. Mattarella l’ha saputo e ha scelto, per venire, una data ancora più impegnativa per la città che è decorata con la medaglia d’oro alla Resistenza. Il 25 aprile, appunto. All’arrivo (ore 11) rendere omaggio ai caduti di tutte le guerre in piazza del Popolo, davanti al monumento di Augusto Murer (all’inaugurazione del quale nel 1968 presenziò l’allora presidente della repubblica Giuseppe Saragat, accompagnato dall’allora presidente della Camera Sandro Pertini), poi Mattarella si recherà al teatro Da Ponte per le commemorazioni della Liberazione, con il benvenuto del sindaco Roberto Tonon, l’intervento del governatore Luca Zaia, della storica Giulia Albanese e dell’ex partigiana Francesca Meneghin. Il discorso conclusivo sarà quello del Presidente. L’evenbto sarà trasmesso in diretta tivù. Mattarella, sarà poi al Museo della Battaglia, dedicato alla I Guerra. Quasi tutti i Capi di Stato, in carica nei decennali del primo conflitto, sono venuti a Vittorio Veneto per ricordare le vittime dell’ “inutile strage”, come la definì Benedetto XV. Per il 25 aprile, invece, ci sono stati Antonio Segni, nel 1951, allora ministro dell’agricoltura (e successivamente al Quirinale), Oscar Luigi Scalfaro, nel 1962, da sottosegretario al ministero dell’Interno (ma ci ritornò da Presidente, e Sandro Pertini, giunto in tre occasioni: nel 1960, nel 1970 e nel 1974, prima che assumesse la presidenza della Repubblica. —
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che domani sarà a Vittorio Veneto per celebrare il 74esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo
LUCA ZAIA*
IL SALUTO DEL GOVERNATORE
Il sacrificio per la Libertà e l’autonomia nella Costituzione
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aro Presidente, nel riceverLa nuovamente a poco tempo dalla Sua ultima visita, colgo una peculiare attenzione verso la nostra Regione e Le do il benvenuto nel giorno della festa della Liberazione che coincide con quella più significativa per l’identità di noi Veneti: la festa del Santo Patrono San Marco. Ci incontriamo a Vittorio Veneto. Un nome che, senza bisogno di aggettivi, parla della nostra vita e - da solo riassume due momenti cruciali della nostra storia nazionale e veneta. In questa città si concluse l’immenso e straziante sacrificio e impegno che accomunò i nostri nonni nella Grande Guerra. Oggi, nell’anniversario della Liberazione, ricordiamo che qui fu scritta una delle pa-
gine più importanti della Resistenza, la cui memoria è affidata per sempre alla Medaglia d’oro al Valor Militare che fregia il gonfalone di questa città. La Resistenza non fu soltanto quella combattuta nelle trincee e nelle montagne, con le armi. In quei tristi anni alla fine della seconda guerra mondiale, in senso più esteso, vi fu anche una resistenza di tutta la popolazione che vide come principali protagoniste le donne. Le madri, le mogli, tutte le donne di casa resistettero. Quelle donne che seppero, di fronte al terrore, a tanta insicurezza e a tanta rovina, tenere unite le famiglie e favorire la solidarietà tra esse, molto spesso riuscendo a vincere e far superare il clima fratricida frutto dei tempi. Donne
che hanno restituito al Veneto figli virtuosi i quali hanno trasformato la Regione in uno dei poli industriali più importanti d’Europa. Guardando oggi a quegli anni, l’impegno delle donne fu il vero motore e la reale garanzia di ripresa nel Dopoguerra. Se la lotta combattuta fu la via e il tributo per la costruzione delle libere istituzioni, quella lotta nascosta e silenziosa delle donne venete non fu secondaria. Fu il terreno, infatti, che mantenendo coesa e solidale la società in tanto sfacelo, consentì di far germogliare proprio dalla famiglia quel modello veneto di impresa che sarà al centro di uno sviluppo economico e sociale unico, senza precedenti storici nella nostra regione. Un modello che ha fatto
del Veneto una delle regioni più virtuose, produttive, solidali (uno veneto su cinque opera nel volontariato). Il modello grazie al quale, oggi, la nostra Regione può aspirare alla sua autonomia nei termini previsti dalla Costituzione repubblicana. Signor Presidente, siamo ospiti di una città Medaglia d’Oro della Resistenza. Altre cinque città venete si sono guadagnate questa decorazione in quel frangente storico (Bassano, Belluno, Treviso, Verona, Vicenza). Vicenza è anche l’unica città italiana ad averla ricevuta due volte, essendone già stata insignita come Venezia e Pieve di Cadore per il valore dimostrato nel secolo precedente. Veneta è anche l’unica università a fregiarsene, quella di Padova. Lo ricordo per sot-
tolineare che i Veneti non sono mai stati estranei a queste vicende storiche. Com’è nel loro modo di essere, hanno dimostrato il loro impegno più con i fatti concreti che con le parole, ma nelle loro corde non c’è mai stata l’indifferenza e l’idea di bastare a sé stessi. Anche oggi, infatti, è la madre di tutte le bugie quella che viene mossa al Veneto, da persone disinformate e spero non in malafede, di volere l’autonomia come una “secessione dei ricchi”. Non è così, signor Presidente. L’autonomia è un desiderio trasversale, è un fatto di popolo. Quasi due milioni e mezzo di veneti hanno votato democraticamente per chiederla, consapevoli che è una vera assunzione di responsabilità, che è lo spartiacque tra il progredire e l’es-
sere conservatori, tra la visione di un paese federale moderno e innovativo e quella di un paese che continua a fondarsi sul centralismo e l’assistenzialismo. Cesare Calamandrei, padre costituente, disse: «Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la Costituzione andate nelle montagne dove caddero i partigiani». Aggiunse, tra l’altro, rivolto ai giovani: «Dietro ogni articolo di questa Costituzione voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, torturati …». Oggi, anniversario di quel lontano 25 aprile, siamo tra quelle montagne e abbiamo la certezza che la nostra aspirazione all’autonomia non è fuori del dettato costituzionale. Siamo di fronte a un passaggio storico irreversibile che nelle forme che saranno stabilite sarà una nuova tappa di crescita per la vita di tutta la Repubblica. *governatore del Veneto
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la riforma dell’autonomia
Ultimatum dei sindacati a Conte «Scuola alle Regioni? Sciopero» Cgil, Cisl e Uil incontrano a Palazzo Chigi il premier Conte e il ministro Bussetti I dubbi di Salvini: il presidente Fico vuole bloccare il grande lavoro sul federalismo Il ministro Marco Bussetti PADOVA. La scuola regionale di Veneto e Lombardia non convince i sindacati, che hanno proclamato lo sciopero generale il 17 maggio: ieri, i leader di Cgil Cisl Uil, Snals e Gilda sono saliti a Palazzo Chigi per un faccia a faccia con il premier Giuseppe Conte e il ministro Marco Bussetti. Due i temi: il rinnovo del contratto di lavoro e la “regionalizzazione” del personale come previsto dalla bozza sull’autonomia solo per il Veneto e la Lombardia. Ipotesi considerata irricevibile perché “minaccia l’unità culturale del Paese”. Il progetto di Zaia e Fontana punta in primis a trasferire i presidi e i “provveditori” dal Miur al Veneto e alla Lombardia e poi a creare delle graduatorie regionali per coprire il turn over. Il ministro Bussetti ha dato il via libera alla bozza, ma il premier Conte è di avviso totalmente opposto, come tutti i ministri del M5S. In mezzo al braccio di ferro c’è il ministro Erika Stefani, più che mai consapevole che su
questa delicata riforma rischia di saltare tutto l’impianto dell’autonomia differenziata. Dubbi palesati anche da Matteo Salvini in un’intervista alla Verità: «L’ autonomia deve arrivare in consiglio dei ministri e il parlamento deve dire la sua senza tenerla bloccata per otto mesi». Ma chi può tirare il freno? «Se c’è qualcuno che vuole impantanare, qualcuno
Sinopoli della Cgil: «Non si può mettere a rischio l’unità culturale del Paese»
Una protesta dei sinadacati della scuola a Mestre
alla Fico, tanto per fare nomi, sappia che non accettiamo giochini su questi temi», dice il vicepremier della Lega Non c’è solo il presidente della Camera a nutrire dei dubbi. Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Cgil scuola, non ha dubbi e rincara la dose: «Il sistema d’ istruzione nazio-
nale è il maggior fattore di coesione culturale e sociale dell’Italia. I progetti di regionalizzazione del governo minano alle basi l’idea di un’istruzione nazionale. Regionalizzare i contratti, gli organici, i salari del personale della scuola, significa attaccare il ruolo unificante dei contratti nazionali di lavoro e la garanzia di uguali diritti per tutte le lavoratrici e i lavoratori, in ogni parte del Paese. I diritti non possono essere un bene limitato alle condizioni di dove si vive e il diritto all'istruzione deve essere garantito in modo uniforme su tutto il territorio nazionale cosa che già oggi avviene a fatica. Soprattutto per questo scioperiamo il 17 maggio, per ricordare al governo che il mondo dell’istruzione e la ricerca hanno bisogno d’ investimenti e di un rilancio complessivo e non di ulteriori divisioni. Il governo si fermi», conclude Sinopoli. A Palazzo Chigi ieri è salita anche Maddalena Gissi, leader della Cisl: «La scuola non
il calendario delle lezioni 2019-2020
Ritorno in classe l’11 settembre Giornate dello sport a febbraio Dopo le vacanze di Carnevale spazio all’attività motoria e agonistica dei ragazzi Il 20 marzo giorno della legalità Termine delle lezioni il 6 giugno VENEZIA. Inizierà mercoledì 11 settembre, nel Veneto, l’anno scolastico 2019-2020 per concludersi sabato 6 giugno. La giunta regionale, infatti, ha approvato il calendario scolastico per le scuole di ogni ordine e grado della Regione, statali e paritarie. Fanno eccezione
le scuole dell’infanzia che apriranno le porte lo stesso giorno ma proseguiranno le lezioni fino al 30 giugno. Oltre alle consuete festività, il calendario del prossimo anno scolastico prevede la sospensione obbligatoria delle lezioni il 2 novembre per il ponte di Ognissanti, dal 23 dicembre al 6 gennaio per le vacanze natalizie, dal 24 al 26 febbraio per le quelle di Carnevale e dal 9 al 14 aprile per le ferie pasquali. Sono previsti, inoltre, il 2 maggio 2020 per il ponte
della festa del Lavoro e il successivo 1 giugno per il ponte della festa nazionale della Repubblica. Alle scuole, a fronte di particolari esigenze o eventi, sono consentite ulteriori sospensioni delle lezioni o modifiche del calendario comunicandolo alla Regione, agli Enti erogatori dei servizi di supporto e alle famiglie, fermo restando l’obbligo di garantire 200 giorni minimi di attività scolastica. Anche in questo calendario, la Regione ha previsto le
Genitori e alunni in una scuola elementare nel Trevigiano
“Giornate dello Sport” che si terranno il 27, 28, 29 febbraio 2020, di seguito alle vacanze di Carnevale. In questa circostanza gli istituti potranno programmare iniziative finalizzate ad approfondire gli aspetti educativi dell’attività sportiva e diffondere la conoscen-
za delle varie discipline praticate nel territorio. Sono previste, inoltre, la Giornata della Legalità per il 20 marzo 2020 e quella della Musica per il precedente 4 marzo. «Le giornate dedicate in calendario sono un contributo ed un’opportunità per l’of-
L’evasione fiscale sfacciata come male molto italiano
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Gissi, leader della Cisl: non vogliamo docenti e presidi dipendenti di Veneto e Lombardia ta costituzionale, continuerà a svolgere i suoi compiti. Ovvero definire un’azione politica che miri ad assicurare livelli di educazione e istruzione adeguati e servizi di qualità in tutto il Paese. E vigilare sulla sua effettiva attuazione». — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ferta formativa d’ogni istituto che potrà organizzarle in autonomia - sottolinea l’assessore alla Scuola. Per quelle dello sport, come è già avvenuto con successo negli ultimi anni, tramite l’Ufficio scolastico, la Regione stanzierà risorse specifiche. Non si tratta di giorni dedicati al tempo libero in un’ottica ricreativa, infatti, ma di veri e propri giorni di attività educativa imperniati sui valori formativi dello sport. Analogamente non è secondario l’alto valore formativo che ha la giornata della musica sensibilizzando all’attività musicale e coreutica e quella della legalità, occasione pensata per approfondire tematiche che favoriscono l’educazione al rispetto della legalità, appunto, e al senso civico». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
MARIO BERTOLISSI
IL COMMENTO
vvilito è chi si sente «sconfortato, scoraggiato». Io sono avvilito! Ed è avvilente ciò «che umilia, che deprime». È avvilente l’evasione fiscale sfacciata. Mortifica il cittadino costretto, ogni giorno di più, a prendere atto - come mi è accaduto di notare qualche tempo fa - che l’Italia è un Paese che non ha mai conosciuto né vere rivoluzioni né vere riforme. Non a caso, attribuivo la responsabilità di questi esiti negativi alla simonia dello Stato -
si tocca: è importante per il Paese e deve rimanere in un sistema unitario nazionale. Non vogliamo docenti e dirigenti scolastici alle dipendenze delle Regioni né un’invasione della politica che non sta mostrando il meglio di sé in questi tempi. Il 17 maggio sciopereremo anche per dimostrare che la scuola, l'Università e la ricerca non sono d'accordo sull’autonomia differenziata. Lo dimostrano centinaia di migliaia di firme raccolte dalla petizione come i manifesti che hanno ricoperto i maggiori della città di Roma». E il ministro Bussetti che ha dato il via libera alla preintesa con Zaia, Fontana e la Stefani? Non fa dietrofront. Anzi, spiega le ragioni della riforma che punta ad allargare il modello di Trento e Bolzano. «Ciò che posso dire al momento è che la competenza sui programmi e sugli ordinamenti resterà all’amministrazione centrale. Lo Stato, nel rispetto della Car-
ai condoni fiscali -, per il cui tramite l’obbligazione tributaria, che si dice inderogabile, per alcuni diviene flessibile, mentre lo Stato replica la figura di chi è debole con i forti e forte con i deboli. Nella Costituzione c’è tutto. Perché sta scritto che «Tutti sono tenuti a concorrere alla spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva» (articolo 53). Perché ciò lo si deve fare in quanto è richiesto «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale» (articolo 2), attraverso i quali la Repubblica è messa nelle condizioni di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale» (articolo 3). A parte le prestazioni e i servizi normali, erogati a favore di chi contribuisce alla vita in
comune, come si fa ad alleviare la sofferenza di chi è sprovvisto di mezzi? La Costituzione si preoccupa degli indigenti (indigente è chi è «privo dell’indispensabile per vivere») (articolo 32), della donna lavoratrice (articolo 37), di chi è «inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere» (articolo 38), perché a tutti dovrebbe essere assicurata «un’esistenza libera e dignitosa» (articolo 36). Sarà anche vecchia questa Costituzione, ma è attraversa-
ta da grandi valori, che parte della società dimostra di non comprendere, dominata come è - sono le parole di Vittorino Andreoli - dal mito del denaro. «In questi casi il denaro finisce per essere l’idea dominante, in grado di modificare e condizionare persino la meccanica mentale che produce solo pensieri in valuta pregiata, riduce tutto il mondo a cartamoneta, e l’uomo a denaro. Ogni altra caratteristica scompare o viene coperta e si entra decisamente nella fase della malat-
tia». Ho l’impressione che la società sia nettamente divisa tra chi è rispettoso della legge, per un’inclinazione inderogabile, che prescinde addirittura dalle sanzioni; e chi è rapace oltre ogni limite ed ogni decenza. Poi, c’è chi, pur avendo tra le mani il Vangelo, non ha ancora bene compreso che cosa significa «dare a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio». Così, Matteo, 22, 15-22. Poi, ci sarebbe Giacomo, 5, 1-6: «Ora a voi, ricchi»: ma - capisco - il discorso si fa ancor più complicato ed è bene troncarlo. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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la viabilità nel bellunese
Varianti di Cortina e Tai, l’Anas assicura «Per l’autunno tutto sarà sbloccato» Sul proseguimento dell’autostrada A27, Zaia continua a predicare un «cauto realismo» per i costi e l’impatto ambientale Francesco Dal Mas LONGARONE. I vertici Anas sono ancora convinti che il nodo delle quattro varianti sulla statale Alemagna, a Cortina, San Vito, Valle e Tai di Cadore, possa trovare soluzione entro l’anno. «È più avanti la definizione di Cortina e di Tai – afferma l’amministratore delegato Massimo Simonini -, esiste ancora qualche problema per le altre due situazioni, ma riteniamo che per l’autunno si possa sbloccare il tutto». Con il via ai cantieri per quando? «Speriamo qualche cantiere già quest’anno, per Cortina ad esempio, mentre gli altri», afferma Claudio de Lorenzo, coordinatore Anas per il Nordest «scatteranno nei primi mesi del 2020». Mentre, dunque, procede il piano di riqualificazione della 51, una domanda incombe: l’Anas potrebbe essere interessata a proseguire l’autostrada A27? «Non ne sappiamo nulla» risponde Simonini. Sia lui che De Lorenzo erano presenti, ieri mattina a Ponte della Priula, insieme al governatore Luca Zaia e all’assessore Elisa De Berti. «L’A27 è una partita regionale – precisa Zaia -, un dossier che consideriamo aperto, perché c’è la necessità per il Bellunese ed il Veneto orientale di
avere uno sbocco a Nord, ma bisogna avere un cauto realismo. Siamo in un contesto delicato, quello dolomitico, protetto dall’Unesco. Ci sono norme e convenzioni internazionali di cui tener conto e sulle quali sarebbe utile aprire un confronto con gli ambientalisti». Per i bellunesi e i veneti sarebbe già importante poter superare più facilmente il collo di bottiglia di Longarone. È quanto prevedono, si sa, le varianti Anas riguardanti la riqualificazione dell’Alemagna per Cortina 2021. «Stiamo discutendo fin do-
peraltrestrade
L’A22 scoppia? «Non riversate nel Bellunese il problema»
È già una impresa trovare il miliardo che serve per il treno ve può arrivare l’eventuale prolungamento dell’A27» ammette De Lorenzo. «Fino a dove?» gli chiediamo. «Fino alle porte di Longarone o anche dopo?». «No, prima, al momento». Zaia, però, ha evocato la prospettiva che l’asfalto autostradale possa andare oltre. Par di capire, insomma, che il confronto sia aperto. E che, per la verità, non sia di imminente conclusione, per cui il nodo di Longarone difficilmente sarà pronto per i Mondiali di sci. «Noi ce la mettiamo tutta
Luca Zaia con l’amministratore delegato di Anas Massimo Simonini, ieri al Ponte della Priula
perché accada – insiste il governatore -, ma nel 2006 avremo le Olimpiadi». Il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, auspica ovviamente la celerità, ma ammette di rendersi conto anche lui della complessità dell’opera. Ritornando all’A27, la consapevolezza che il costo sia quasi proibitivo c’è tutta nel vertice della Regione. 8 miliardi da Pian di Vedoia a
Monaco non sono bruscolini. Lo ha fatto capire anche ieri Zaia, ma pure l’assessore ai trasporti, Elisa De Berti, che lo accompagnava. Già il miliardo necessario per il collegamento ferroviario tra Calalzo e Cortina è un’impresa trovarlo. Ma Zaia e De Berti temono anche che la proposizione di un’infrastruttura così impegnativa possa dividere, in un momento
tanto delicato, il territorio e le Comunità che vi risiedono. È accaduto, in parte, con il progetto del treno delle Dolomti e l’indecisione se farlo passare per la Val Boite o la Val d’Ansiei. Il Comelico, oggi tutto unito per le piste da sci con la Val Pusteria, resterà tale anche di fronte alla prospettiva di essere attraversato dall’autostrada? —
comelico
Coltrondo, progetto in corso per la galleria Intanto si lavora al paramassi che sarà ultimato dopo l’estate Viene prolungato di cento metri quello attuale per proteggere la 52 Carnica dai sassi SANTO STEFANO DI CADORE.
Eppure si muove. La galleria di Coltrondo non è ferma al palo, tanto meno è stata rimossa e abbandonata, come progetto, in un cassetto. «No, no, andiamo avanti» ha fatto sapere ieri Claudio De Lorenzo, coordinatore Anas del Nordest, a margine di un sopralluogo sul ponte Priula, in comune di Susegana, che è in corso di ristrutturazione. «La progettazione è in corso, ormai da qualche tempo – assicura – e speriamo di poterla presto concludere». Potrebbe essere il prossimo anno o, al più tardi, il 2021, poi
si tratta di avviare la procedura autorizzativa e, nel frattempo, di ritrovare i soldi che due anni fa si decise di passare alla riqualificazione della 51 bis e della 52, per poi fare marcia indietro, nell’autunno scorso. Si tratta di una sessantina di milioni, anzi qualcuno in più. Mostra soddisfazione, evidentemente, la sindaca di Santo Stefano di Cadore, Alessandra Buzzo, che ancora quattro anni fa lanciò la necessità, anzi l’urgenza di mettere in sicurezza l’ingresso in Comelico dal Cadore. Temeva, la sindaca (e per la verità non solo lei) che la costruzione della galleria paramassi, ai piedi del colle franoso, fosse la soluzione alternativa di cui i comeliani dovevano accontentarsi. Ieri si è capito che non è così. De Lorenzo ne ha parlato
I lavori sulla 52 Carnica
in una sede dove c’erano anche l’amministratore delegato di Anas, Massimo Simonini, e il presidente della Regione, Luca Zaia. È stato Zaia, si sa, ad introdurre Coltrondo al vertice delle priorità infrastrutturali del Veneto.
Intanto si è avuto conferma dall’ingegner Gabriella Manginelli, responsabile veneta della stessa Anas, che la galleria paramassi sarà ultimata entro il prossimo autunno. Viene prolungata di oltre un centinaio di metri, in modo da mettere al riparo la 52 dalla caduta di massi ed altro materiali dai versanti molto ripidi, e appunto franosi di Coltrondo. L’Anas vi sta investendo circa 4 milioni di euro e al momento è l’unico cantiere sulle due strade soggette, insieme all’Alemagna, agli ammodernamenti in vista di Cortina 2021. Ma entro l’estate, si è saputo, dovrebbero partire altri lavori, soprattutto sulla 51 bis, quindi tra Pieve di Cadore e Lozzo. «Ovviamente esprimiamo soddisfazione per le rin-
novate assicurazioni – interviene Buzzo – Ci sono già state comunicate le interruzioni del cantiere in agosto, per non creare difficoltà ai turisti. Ma ci è stato garantito che subito dopo si riprenderà con l’ultimo step». La determinazione con cui l’Amministrazione Buzzo sta portando avanti l’impegno per le strade e la sicurezza della mobilità è il punto di forza del suo gruppo nella prossima tornata elettorale. Roger De Bernardi si è candidato sindaco (e al momento è l’unica lista), ma Buzzo continuerà a fare la paladina della sicurezza. «Non sarò soddisfatta – conclude – fino a che non riuscirò a percorrere il tunnel di Coltrondo». Per la fine del prossimo mandato? — F.D.M. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
BELLUNO. «L’autostrada del Brennero scoppia? È comprensibile che le popolazioni della Valle d’Isarco pretendano che il problema venga affrontato di petto, ma la soluzione non sta nel creare, a poca distanza, un altro corridoio di traffico internazionale». Lo afferma Peraltrestrade, comitato interregionale Carnia-Cadore – Pas Dolomiti, che esprime la propria contrarietà al proseguimento dell’A27, perché – come spiega – in un susseguirsi di viadotti e gallerie sventrerebbe la valle del Piave, il Cadore centrale, il Comelico e la Val Digon ancora intatta, per poi attraversare i verdi prati della Lesachtal, arrivare fino a Lienz e fermarsi là, spacciando questo per “l’interesse del territorio”. Il movimento lancia a tutti i bellunesi un interrogativo: come si fa a non rendersi conto che la costruzione di questa autostrada o superstrada veloce, in contrasto con i dettami della UE, interessa solamente i costruttori, i loro amici e gli amici dei loro amici, e che le grandi infrastrutture viarie non portano vantaggi alle aree marginali attraversate, come il Cadore? Far passare un’autostrada per il Cadore-Comelico, ha affermato il sociologo Diego Cason - ricorda Peraltrestrade -, sarebbe come togliere il tappo alla vasca da bagno. «Se oggi la provincia di Belluno soffre di un preoccupante spopolamento, chi rimarrebbe in un territorio devastato dal cemento, dal traffico che produce inquinamento?». Critiche alla tesi di Vivaio Dolomiti che propone una condotta tecnologica dove far passare la corrente elettrica ed altri servizi. «Non possiamo credere che il gruppo che sta portando avanti la lotta contro l’impatto degli elettrodotti, sempre a ridosso delle elezioni europee, proponga questo “incredibile” progetto dell’autostrada tecnologica». — F.D.M.