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Corriere del Veneto Mercoledì 5 Giugno 2019
PD
Rovigo
NUMERI UTILI Municipio Questura Prefettura
rovigo@corriereveneto.it
Verso il ballottaggio
di Nicola Chiarini
04252061 0425202518 0425428511
VigiliUrbani Carabinieri Polstrada Servizioveterinario
0425204611 042529381 0425426611 3495836327
CroceRossa Capitaneriadiporto Acquedotto Ulss18
0425361388 0426387055 0425363711 04253931
Ulss19 Emergenzainfanzia Radiotaxi TaxiRovigo
0426940111 114 042523900 0425 1812
FARMACIE SanBortolo
042524466
Gaffeo chiama i voti della Menon Gambardella: torni a fare politica Folla al confronto tra gli sfidanti: fanno gola i consensi della candidata civica ritirata
❞
Consvipo Gaffeo: sia vera agenzia di sviluppo Gambardella: ha un ruolo utile
❞
Rifiuti Gaffeo: studieremo le carte Gambardella: nominiamo l’ad, è buon risultato
❞
Giunta Gaffeo: ho carta bianca, decido io Gambardella: scelte su merito e risultato elettorale
ROVIGO Circa 500 persone al Sa-
lone del Grano per il confronto tra Monica Gambardella (Lega, Fi, Fd’I, Monica Gambardella Sindaco, Obiettivo Rovigo, Forza Rovigo) ed Edoardo Gaffeo (Pd, Coalizione civica/Forum dei cittadini, Con Gaffeo Sindaco) che, domenica, si giocheranno al ballottaggio la carica di sindaco. La candidata del centrodestra, 54 anni e caposervizio territoriale della Protezione civile, al primo turno ha ricevuto 10.616 voti (38,17%). Risultato che le vale un vantaggio di 3.546 schede sull’alfiere del centrosinistra, 51 enne docente di Economia politica a Trento, che può contare su 7.070 preferenze, equivalenti al 25,42%. A porre le domande giornalisti di tutte le testate locali. Si parte dall’eredità di 6.394 voti, pari al 22,99% lasciata dalla civica Silvia Menon, che, dopo aver sfiorato il ballottaggio, ha lasciato libertà di orientamento ai propri elettori, ritirandosi. «È sempre stata all’opposizione del centrodestra — ragiona Gaffeo — I suoi sostenitori chiedono discontinuità e maggiore competenza. La nostra proposta ha queste caratteristiche». Gambardella non ci sta, però, a impersonare la continuità con i sindaci Bruno Piva e Massimo Bergamin, entrambi caduti anzitempo. «Ammiro Menon — premette la candidata — prenderemo il buono del suo programma. La chiamerò chiedendole che torni in politica, per fare opposizione costruttiva». Entrando nel merito delle azioni amministrative, si parte dalle politiche fiscali locali. «Necessaria l’attenzione al lavoro — sostiene Gambardella — proseguire il confronto con le associazioni di categoria per concertare incentivi, facendo leva sulle opportunità di Regione ed Europa. Utile il ruolo del Consvipo». Gaffeo rilancia: «Interventi da mirare bene. Le leve fiscali comunali sono limitate, ma importanti. Valutare la domanda locale, per capire come portare le persone in centro storico, in collegamento con traffico e rigenerazione urbana. Formazione e dotazione
Faccia a faccia Edoardo Gaffeo e Monica Gambardella in un affollato Salone del Grano (Biasioli)
infrastrutturale prioritarie. Consvipo sia vera agenzia per lo sviluppo». Dibattito acceso su «Ecoambiente», la società di gestione dei rifiuti. «C’è una responsabilità politica nel rapporto tra Pubblica amministrazione e società pubbliche di servizi — rilancia Gaffeo — dovremo ve-
La campagna elettorale
Zaia in città per il centrodestra Polemica Conchi-Ecoambiente ROVIGO Per le ultime ore di campagna elettorale Luca Zaia torna a sostenere Monica Gambardella. Ieri pomeriggio il presidente della Regione, accompagnato dal consigliere regionale e comunale Cristiano Corazzari e dal neoeletto parlamentare europeo Gianantonio Da Re, ha incontrato i sostenitori in piazza Matteotti per invitare a votare la candidata del centrodestra al ballottaggio di domenica. «I cittadini sono intelligenti e faranno le dovute considerazioni — ha detto Zaia — Ritengo che al primo turno si votino i partiti, al secondo le persone. Gambardella è del popolo e in mezzo al popolo. Chi finora l’ha sostenuta continui a credere nella sfida e vada a votare, fino all’ultimo ogni preferenza può essere quella decisiva». Una sfida che Gambardella si è detta pronta ad affrontare. «Oggi abbiamo la Regione e l’Europa vicini ai cittadini — ha sottolineato la candidata — S0no una persona
diversa dagli altri, sono come voi e voglio portare avanti i nostri valori. Impegno e determinazione mi hanno sempre contraddistinta. Non ho mai mollato e mai mollerò». Prima di arrivare in piazza Zaia ha visitato la frazione di Boara Polesine. Ed è proprio questa tappa ad aver sollevato polemiche. «Stamattina alle 6 (ieri, Ndr) tre dipendenti di Ecoambiente hanno pulito per bene la piazza di Boara — ha denunciato l’ex candidato sindaco civico Ezio Conchi — Non lo facevano dal gennaio dell’anno scorso. Arriva Zaia, una coincidenza? Anche Mussolini, per impressionare, faceva volare gli stessi aerei più volte». Risponde la società che gestisce rifiuti e pulizia strade. «Lo spazzamento manuale e lo svuotamento dei cestini viene effettuato tutte le settimane — si legge in una nota — La concomitanza dell’arrivo di Zaia è casuale». Marco Baroncini © RIPRODUZIONE RISERVATA
dere le carte e discutere con i sindaci della Provincia per assicurare servizi di qualità a prezzi accettabili». Per Gambardella non bisogna dimenticare che la riorganizzazione «è stata adottata da tutti i Comuni del territorio, col controllo analogo degli amministratori su cosa e come va conferito. Rovigo nomina l’amministratore delegato, non è poco. Dobbiamo recuperare sulla differenziata». Altra questione calda, la programmazione edilizia. «La crisi ha fatto fallire molte ditte — rileva Gambardella — ciò ha bloccato diversi piani di recupero. Importante la riqualificazione energetica». Gaffeo sostiene serva una revisione dei processi in Comune. «Importante la digitalizzazione, per verificare l’avanzamento delle pratiche, incentivando i dipendenti. I Piruea, Piani integrati di riqualificazione urbanistica, sono stati pensati in altra epoca, va valutato se hanno ancora senso». E poi i «vuoti urbani» come ex Silvestri, ex Genio civile, ex Questura, «Maddalena» oltre al maxi-debito delle piscine. «Serve un piano complessivo — continua Gaffeo — anche con social housing e co-housing. Su “Baldetti”, l’amministrazione Bergamin ha rigettato la soluzione promossa dal commissario Ventrice. Serve trattativa seria». Gambardella ribatte: «Non creiamo altri vuoti in centro. Lavoriamo perché il Tribunale rimanga. Investiamo perché gli spazi siano a supporto del territorio, tra formazione, cultura, sport. Cerchiamo intese con privati». E sulle piscine: «Questione seria, ma non siamo più a rischio default, con gli stanziamenti inseriti in bilancio. Speriamo l’arbitrato porti a pagare il meno possibile». Infine, i criteri per formare la giunta. «Sceglierò per merito, competenza, risultato delle urne — argomenta Gambardella — centrali coesione e coralità». Gaffeo: «Ho carta bianca dagli alleati, decido io. Sarà formata da 7 assessori, non 8 e quattro dalla società civile e gli altri tre dalle liste, tutti senza esperienze amministrative precedenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ma a giudizio per quella semplice
Anni di sofferenza per una donna
L’ex presidente del Calcio Rovigo Francesco Scerra, imprenditore di origini calabresi residente a Ferrara, non ha commesso bancarotta per distrazione quando guidava della società biancazzurra. Ieri Scerra (avvocato Luca Previati) è stato prosciolto in udienza preliminare dall’accusa di aver distratto beni della società di calcio, fallita a inizio 2013, per circa 18.000 euro. Scerra è stato invece rinviato a giudizio per non aver dichiarato il fallimento (bancarotta semplice), ma il reato si prescrive a breve. Scerra era diventato presidente nella stagione di Serie D 2000-2001, quella della retrocessione in Eccellenza.
ROVIGO Per il Pm avrebbe reso per anni la vita lavorativa di una sua dipendente un inferno, molestandola anche sessualmente. Mirco Del Vecchio, 41enne del Bolognese ed ex gestore del punto-vendita rodigino di una catena nazionale in quanto licenziato dopo questa vicenda, ieri rinviato a giudizio per i reati di stalking, aggravato per l’abuso delle relazioni d’ufficio e violenza sessuale (ipotesi lieve). Il processo tra due settimane. Secondo l’accusa Del Vecchio dal settembre 2014 fino a dicembre 2015 avrebbe umiliato la dipendente dicendole che non era brava come le colleghe e aggiungendo: «Se fossi più carina sarebbe tutto diverso». Dal maggio 2016 fino a
Scerra,expresidenteRovigoCalcio proscioltodallabancarottapiùgrave ROVIGO
Durante il suo mandato i biancazzurri tornarono in C2, dopo 56 anni, nella stagione 2005-2006 con Valentino Parlato come allenatore. Dopo la retrocessione in D, a fine stagione 2010-2011 la squadra non venne iscritta al successivo campionato per problemi finanziari, esclusa anche dai campionati regionali. Analoga sorte l’impresa di Scerra, la «Tps Group» di Occhiobello fallita nel luglio 2011. La Srl, nata negli Anni ‘70, produceva segnaletica stradale, sistemi di sicurezza e vendeva materiale antinfortunistico, arrivando ad avere 40 dipendenti. Antonio Andreotti © RIPRODUZIONE RISERVATA
Appelli finali
«Presenza Cristiana»: scelta in libertà Ance agli eletti: date lavoro qui Libertà di coscienza per il voto al ballottaggio. «Presenza Cristiana», la lista civica dell’ex assessore Antonio Saccardin candidato sindaco in solitaria raccogliendo l’1,3 per cento dei voti, lascia ufficialmente liberi i propri elettori di scegliere se sostenere Edoardo Gaffeo (centrosinistra) o Monica Gambardella (centrodestra). «Abbiamo sempre cercato la via dell’unità — dichiara il leader del movimento civico, l’ex assessore comunale ai Lavori pubblici Antonio Gianni Saccardin — Ma quella volontà è venuta meno, salvo il ripensamento arrivato fuori tempo massimo. Abbiamo atteso notizie per gli apparentamenti, ma senza novità. Diamo piena libertà di scelta a chi ci ha sostenuto. Resto a disposizione fuori dal consiglio comunale, anche per il nuovo assessore che mi succederà». Interviene anche l’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili di Confindustria che chiede ad entrambi i candidati al ballottaggio «attenzione alle gare di appalto utilizzando correttamente le norme per valorizzare competenze e capacità delle imprese locali». E continuano, in una nota: «Chi verrà chiamato a governare la nostra città dev’essere consapevole di assumersi una grande responsabilità Fallire significherebbe condannare la popolazione a una condizione peggiore di quella attuale, aumentando l’emarginazione del Polesine e allargando la forbice economica e sociale rispetto alle altre province del Veneto. Una situazione inaccettabile». M. B. ROVIGO
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Stalking e molestie sulla dipendente Manager licenziato e ora a giudizio
Portò la squadra in C2 Francesco Scerra, imprenditore
gennaio 2017, poi, l’ex direttore del punto vendita avrebbe chiesto con insistenza alla donna di avere rapporti sessuali con lui, mandandole foto su WhatsApp e minacciandola se lei non avesse accettato. Sempre in quel periodo poi, a ottobre e novembre 2016, Del Vecchio avrebbe messo le mani addosso alla dipendente cercando di baciarla, toccandole le gambe e cingendole la vita. La donna aveva denunciato vedendo riconosciute le sue ragioni anche dal punto di vista lavorativo: la catena commerciale ha licenziato il manager. A. A. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Abusi Prima le umiliazioni, poi le richieste di rapporti sessuali e i palpeggiamenti
MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 LA NUOVA
VENEZIA
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carabinieri tutela del patrimonio
I due falsi quadri attribuiti a Mancini reciperati dai carabinieri e che sul mercato possono valere 300mnila euro. Un momento della conferenza stampa a Palazzo Ducale presente mil comandante provinciale dei carabinieri Claudio Lunardo, la sovrintendente per Venezia Emanuela Carpani e il comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Christian Costantini. Le Procuratie Nuove dove ha sede il Ntpc
Calano i furti di opere d’arte Le chiese i luoghi più colpiti Lo scorso anno recuperati beni per un valore superiore ai tre milioni di euro Nell’ultima operazione dei militari scoperti e sequestrati due falsi Mancini
Carlo Mion I furti di opere d’arte, lo scorso anno, sono diminuiti in Veneto e nella nostra provincia. Una diminuzione legata all’attività di prevenzione e formazione che i carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale svolgono sul territorio anche con i loro colleghi delle stazioni. Un lavoro molto importante soprattutto nei paesi e ville di campagne dove ci sono piccoli tesori disseminati in chiese e ville spesso chiuse. «Venezia mi preoccupa meno di Mestre
o di altre realtà di terraferma - spiega il Tenente Colonnello Christian Costantini, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Venezia -. In centro storico c’è sicuramente molta più attenzione da parte di tutti nel stare attenti alle opere d’arte che caratterizzano in maniera unica la città. E questa è la prima e migliore forma di prevenzione che può essere fatta per tutelare il nostro immenso patrimonio culturale. Tutti ne dobbiamo essere responsabili. Spesso però nei centri minori si sta meno attenti ai veni che piccole chiese
o ville di campagna ospitano. Posso dire che sono stati importanti anche i corsi di formazione che abbiano organizzato e svolto con la sovrintendente ai beni culturali, l’architetto Emanuela Carpani, per formare il personale dei Musei contro i furti». Corsi svolti dopo il clamoroso furto commesso a Palazzo Ducale, nel gennaio del 2018. Il Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale lo scorso anno ha arrestato complessivamente 34 persone e denunciate 1.195, recuperati oltre 56.434 beni culturali, tra oggetti antiquariali, ar-
gli artigiani della cna esclusi dall’incontro per la zona economica speciale
«Confindustria non doveva andare da sola dal ministro» «Dopo il deludente incontro col ministro Lezzi sull’istituzione di una Zona economica speciale pure a Venezia non possiamo rassegnarci» dice Giancarlo Burigatto, presidente della Cna di Venezia, che critica, però, anche Confindustria di Venezia e Rovigo. «All’indomani della marcia indietro del ministro Lezzi» dice Burigatto «sulla richiesta di istituire una Zes per l'Area metropolitana di
Venezia e Rovigo, le associazioni imprenditoriali e un nutrito gruppo di Sindaci avevano organizzato una protesta che avrebbe dovuto aver luogo a Roma lunedì scorso davanti al ministero. Quella protesta purtroppo è stata sospesa, e Confindustria è andata da sola ad incontrare il ministro». «A nostro avviso non doveva andare così» sottolinea il presidente della Cna «le istanze del territorio
dovevano essere portate avanti insieme. Non sapremo mai se l'azione si sarebbe rivelata più efficace con la presenza di tutti. Era ovvio che il ministro avrebbe ribadito ciò che aveva già fatto trapelare: qualcuno poteva illudersi che cosi non sarebbe stato?» «Le azioni eclatanti conclude Burigatto «servono proprio a cercare di spostare le posizioni. Come del resto insegnano le lotte sindacali.
chivistici, librari, archeologici e paleontologici nonché opere false. Il tutto per un valore che sul mercato supera i tre milioni di euro. In Veneto c’è stato una significativa diminuzione del fenomeno dei furti di opere d’arte che sono passati da 27 a 19 (-30%). I luoghi più colpiti risultano essere le abitazioni private e gli edifici di culto. Sotto il profilo preventivo è stata ulteriormente intensificata l’attività di controllo alle aree archeologiche (+11% monitoraggi), delle aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali (+16%),
Alla luce di questo "nulla di fatto" tutto ora si fa più difficile. E rinviare tutto alla successiva programmazione UE 2020 – 2026 e a un ”Piano organico per tutto il Nord Italia“, oltre a far perdere anni, significa probabilmente non fare più nulla. Ai Sindaci, alle altre Associazioni, alla Regione e ai Sindacati io dico che non dobbiamo rassegnarci, ma insistere, ancora con nuove azioni comuni». Sull’incontro di lunedì tra il presidente di Confindustria Venezia e Rovigo, Vincenzo Marinese e il ministro Lezzi interviene anche la consigliera regionale del Pd, Alessandra Moretti : «il Nord si conferma l’ultima delle preoccupazioni di questo Governo» dice «sulla Zona economica
controlli ad esercizi antiquariali e gallerie d’arte (+77%) e controlli a mercati e fiere antiquariali (+192%). Questi ultimi luoghi rimangono quelli dove avvengono i maggiori recuperi di opere trafugate. Una delle ultime operazioni ha portato al sequestro di un dipinto olio su tela “Gitana” di A.Mancinì della fine del XIX secolo e un dipinto su carta “Il Veggente” sempre di Mancini. Dagli accertamenti è emerso che i due lavori fossero stati attribuiti falsamente all’artista. I quadri intercettati all’Ufficio Esportazione di Venezia, avevano un valore sul mercato di 300mila euro. Il proprietario che li aveva acquistati, sarebbe estraneo alla falsificazione. I dipinti erano destinati all’estero. I dati relativi all’attività sono stati presentati ieri a Palazzo Ducale alla presenza del comandante provinciale dei carabinieri Claudio Lunardo, e del soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio di Venezia e Laguna, Emanuela Carpani. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
speciale per Venezia e Rovigo la ministra Lezzi ha preso in giro tutti, i risultati dell’incontro sono stati assolutamente deludenti». «Con l’economia sostanzialmente ferma, anche a causa delle scellerate politiche dell’esecutivo gialloverde, la Zes può essere un’opportunità impor-
Per la consigliera Alessandra Moretti il Governo «prende in giro il Nord» tante per dare nuovo slancio a investimenti e occupazione » sostiene Alessandra Moretti «È una richiesta che arriva da un intero territorio e coin-
l’anniversario
Mezzo secolo di vita per i carabinieri a tutela dell’arte Le origini del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale risalgono al 3 maggio 1969, quindi quest0anno sono cinquant’anni di vita. Il Comando Generale dell’Arma decise di costituire, presso il Ministero della Pubblica Istruzione e d’intesa con questo, il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico. L’intendimento era quello di fronteggiare, con efficacia di strumenti ed interventi mirati, l’allarmante fenomeno della depauperazione del più grande museo al mondo: il Belpaese. L’Italia fu così la prima nazione al mondo a dotarsi di una polizia specializzato nello specifico settore, anticipando peraltro di un anno la raccomandazione della Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco), di Parigi che raccomandava la protezzione dei patrimoni nazionali.
volge sia istituzioni che imprenditori. Secondo uno studio, la creazione della Zes potrebbe far nascere 26.600 nuovi posti di lavoro. La ministra anziché incoraggiare questa strada preferisce rinviare all’autunno, senza un progetto ad hoc, ma all’interno di un programma complessivo per il Centro Nord». «È una presa in giro » rincara la Moretti « anche perché difficilmente l’esecutivo Conte sopravviverà all’estate e così i tempi sono destinati ad allungarsi all’infinito. Infrastrutture, costo del lavoro, tasse, autonomia e adesso la Zona economica speciale: il Nord è stato tradito su tutta la linea dal Governo Salvini-Di Maio». — G.Fav.
VENEZIA E MESTRE
Corriere del Veneto Mercoledì 5 Giugno 2019
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Scuola
La Capitanio verso la Fism Mediazione del Comune
L
a soluzione potrebbe arrivare da un passaggio di consegne. La scuola materna «Beata Bartolomea Capitanio» di Venezia, che sembrava destinata a chiudere a fine anno, potrebbe «salvarsi». La speranza è emersa ieri durante un incontro tra le operatrici dell’istituto e l’assessore all’Istruzione Paolo Romor. A lanciare un’ancora di salvezza è stata la Fism, la Federazione italiana scuole materne, che potrebbe prendere in gestione la struttura già dal prossimo anno. «Stiamo seguendo con attenzione la difficile situazione nella quale si è venuta a trovare la scuola dell’Infanzia Capitanio — spiega Stefano Cecchin, presidente regionale Fism — e stiamo esplorando varie ipotesi per dare continuità al servizio di educazione e di istruzione dei bambini. Le famiglie devono essere rassicurate che i loro bambini verranno accolti e tutti ci stiamo impegnando per questo». La situazione economica dell’attuale gestore, l’ente morale Cif (Centro italiano femminile), non lasciava spazio ad altre possibilità: le rette non coprono le spese e i contributi non sono sufficienti per tenere aperto. Alla luce di questi dati il Cif aveva dato forfait già qualche settimana fa alle insegnanti, avvisando che avrebbe potuto pagarle solo fino a fine maggio e poi di conseguenza ai genitori di una sessantina di bambini. E ancora incerto, sempre in gestione al Cif, sembra il futuro dell’Istituto tecnico paritario per il turismo collegato al Seminario, dal cui destino dipenderà anche quello di una settantina di studenti che frequentano la scuola superiore. La scuola materna Beata Bartolomea Capitanio dal punto di vista della didattica è sempre stato un fiore all’occhiello del centro storico con classi bilingue ed una programmazione che prevedeva anche per i piccoli studenti visite a musei e a fattorie didattiche. Tant’è che per diversi anni la lista d’attesta era stata anche molto lunga per le tante iscrizioni. Nel caso in cui la Fism non fosse in grado di subentrare all’attuale gestione, il Comune di Venezia accoglierà nelle vicine scuole comunali i piccoli alunni. Ma questa per tutti rimane solo l’ultima spiaggia. Alice D’Este © RIPRODUZIONE RISERVATA
NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina
0412385648 0412385668 0412385653
Burano MuraroS.Erasmo CavallinoTreporti Ca’Savio
0412385659 0412385661 0412385678
MestreeMarghera FavaroVeneto MarconQuarto d’Altino
0412385631 0412385639 0412385642
FARMACIE Dell'Orso Pellestrina Excelsior
01412960470 3355396721 0415261587
SanPoloAllaCollonna S.Albano AlleCatene ComunaleGaribaldi
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VE
0415223527 041730048 041922072 0415350422
Accusatodimafiavuolel’exTar LaRegionebloccalavendita Federico Semenzato tra i soci di Segim. L’azienda aveva offerto 10 milioni. Atti in Procura
L’offerta d’acquisto di 10,1 milioni di euro arriva da un’impresa tra i cui soci ce n’è uno da tre mesi in carcere con l’accusa di riciclaggio di denaro per conto della ‘ndrangheta. E la Regione sospende l’asta per la vendita di Palazzo Gussoni Grimani a Cannaregio, sede del Tar Veneto. Il socio detenuto è Federico Semenzato, imprenditore mestrino che lo scorso 12 marzo è stato arrestato con l’accusa di aver riciclato per conto del clan Grande Aracri di Cutro 1,6 milioni di euro. Mentre le forze dell’ordine arrestavano l’uomo, lo stesso giorno in Regione gli uffici aprivano il plico con l’offerta da 10 milioni e 130 mila euro per il cinquecentesco palazzo sul Canal Grande inviato il 25 febbraio dalla Segim Srl di Venezia. Che è l’immobiliare di famiglia dei Semenzato, società partecipata dalla madre e dai fratelli dell’imprenditore e che di recente ha acquisito all’asta per 1 milione e 90 mila euro il palazzo in piazza Ferretto di fonte al Duomo di Mestre, quello che ospitava fino a qualche mese far lo store Sisley. La Segim srl con sede in via Pepe è partecipata da madre e fratelli dell’indagato e non risulta coinvolta nell’inchiesta sui fiancheggiatori della ‘ndrangheta. Lo sono le altre aziende di fatto gestite da Federico Semenzato, la Sogeco — che effettua lavori per conto delle Ferrovie — e la Segea, che ha per business la gestione degli alberghi di Palazzo Giovannelli a Venezia e di Villa Pace a Preganziol. «Allora, a me queste operazioni servono per il cash. Sono una società che gira 50 milioni l’anno e non posso andare a sputtanarmi», diceva Federico Semenzato una sera ad un gruppo di imprenditori veneti, spiegando il sistema di riciclaggio e il trucco per non finire nei guai. Ma era intercettato. Oggi è ancora in carcere a Bologna. Il gruppo di famiglia ha di-
VENEZIA
Palazzo Gussoni
La vicenda
Il grande immobile a Cannaregio vicino alla fermata Ca’ d’Oro da anni è la sede del Tar del Veneto. La Regione lo vuole vendere
● La Segim Srl ha presentato un offerta di 10.1 milioni di euro per Palazzo Gussoni Grimani, ora sede del Tar ● L’aggiudicazione però è stata fermata dalla Regione proprietaria del bene perché tra i soci dell’azienda c’è Federico Semenzato, attualmente in carcere con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a fatture false e riciclaggio ● Scoperto l’assetto societario dopo verifiche degli uffici, la Regione ha girato tutto alla Procura della Repubblica di Venezia. Ora la questione è nelle mani del procuratore Bruno Cherchi, che guida anche il pool di magistrati che si occupano di antimafia
versificato da tempo gli investimenti e la Segim aveva da mesi messo gli occhi su palazzo Gussoni Grimani, che la Regione lo scorso anno ha inserito nel piano delle alienazioni. L’accordo prevede che il Tar resti lì fino al 2021, fin quando non sarà restaurato l’ex convento di Santo Stefano a Sant’Angelo, designato come futura sede di giudici e uffici della giustizia amministrativa e per il quale è il corso la progettazione definitiva ed esecutiva del restauro. Insomma, chiunque compri, deve sapere che per due anni non potrà mettere neanche un chiodo nel bellissimo, istoriato, affrescato e malmesso edificio di Cannaregio. Altra precisazione: la Commissione ministeriale per il Patrimonio culturale del Veneto ha autorizzato la vendita solo a patto che il palazzo non diventi un albergo: può essere invece sede di uffici, sedi di rappresentanza, residenze di lusso. La prima offerta la Segim l’aveva fatta lo scorso 14 dicembre: 9,6 milioni di euro, ritenuta incongrua dalla Regione e bocciata. La seconda da 10,1 milioni inviata a febbraio e
aperta nel fatale giorno dell’arresto è stata ritenuta congrua su base tecnica ed è stata presa come base d’asta per la gara pubblicata ieri mattina sul Bur. Ma l’annuncio della gara è arrivato alla pubblicazione per una sorta di moto di inerzia burocratica delle pratiche perché in realtà qualche giorno fa Palazzo Balbi ha bloccato la
La polemica
«Ludoteche a rischio» Il Comune rassicura
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e voci si rincorrono e i sindacati lanciano una «protesta preventiva», non volendo credere alle rassicurazioni della giunta. Preoccupa il futuro delle ludoteche comunali, che a settembre potrebbero ritrovarsi senza personale; in le strutture di Castello e Carpenedo, proprio quest’ultima questo pomeriggio sarà teatro di una manifestazione organizzata da Diccap. «Paure ingiustificate – chiarisce l’assessore Paolo Romor – abbiamo presente la situazione e rimedieremo per tempo, ma voglio rassicurare le famiglie: non ci saranno chiusure». (gi.co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
procedura. «Da una verifica degli uffici è emerso pochi giorni fa che all’interno della compagine societaria che ha avanzato la proposta di acquisto c’è una persona detenuta con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a fatture false e riciclaggio — spiegano dalla Regione — Immediatamente abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di Venezia come procedere e, in attesa di indicazioni, è stata sospesa la procedura». A volere un interlocuzione con la Procura è stato il governatore Luca Zaia, che il 21 maggio aveva portato in giunta la delibera per l’asta sulla base dell’offerta di Segim, proprio mentre la società acquisiva il palazzo in piazza Ferretto. Segim non ha un sito, un numero di telefono, non ci sono indicazioni pubbliche su soci e amministratori e questa opacità alla fine ha giocato contro. Venuto fuori l’assetto societario dopo verifiche degli uffici, la Regione ha girato tutto alla Procura. Ora la questione è nelle mani del procuratore Bruno Cherchi. Monica Zicchiero © RIPRODUZIONE RISERVATA
SequestratifalsiManciniprontiad«espatriare» Operazione dei carabinieri. Nel 2018 furti d’arte in calo, recuperate opere per tre milioni VENEZIA Un dipinto raffigurante San Giovannino, attribuito a un pittore che ha vissuto tra il 12esimo e il 13esimo secolo, due pagine miniate smembrate dall’antifonario del 14esimo secolo rubato prima degli anni Novanta dall’Archivio di Stato, documenti storici di pregio. Queste sono solo alcune delle preziose opere recuperate nell’ultimo anno dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia che proprio alcuni giorni fa hanno chiuso una nuova indagine, scoprendo due dipinti falsi attribuiti al pittore Antonio Mancini. Un olio su tela dal titolo «Gitana» e un altro su carta, «Il Veggente», entrambi con la firma del pittore. Opere che, in originale, sono state realizzate alla fine del 19esimo secolo. A
trovarle è stato il personale dell’ufficio esportazioni della soprintendenza beni culturali di Venezia. Gli esperti si sono accorti che in quei due dipinti che stavano per essere trasferiti all’estero da un privato
c’era qualcosa di strano e hanno informato i carabinieri, guidati dal maggiore Christian Costantini, comandante del nucleo Tutela patrimonio culturale. Fatte tutte le verifiche sui dipinti, gli investigatori
hanno scoperto che si trattava di falsi e per questo sequestrati. . Riproduzioni fedelissime agli originali che una volta rivendute all’estero avrebbero fruttato circa 300 mila euro. «Il mercato dei falsi è molto fiorente — spiega il maggiore Costantini —. Quando si acquistano opere d’arte è importante seguire un decalogo dal sito dell’Arma. Non si fanno affari oggi per domani, bisogna comprare a prezzo di mercato altrimenti c’è qualcosa che non va». Casi come questo, insieme a furti e recuperi di beni rubati, se ne affrontano parecchi. Nell’ultimo anno, a livello nazionale, sono state arrestate 34 persone e 1.195 denunciate. I beni recuperati sono 56.434 tra oggetti antiquariali, archivistici, archeologici e falsi. In Veneto, «sia-
mo soddisfatti dei risultati», dice il comandante provinciale dei carabinieri, Claudio Lunardo. I furti di opere d’arte sono calati del 29 per cento. Nel 2018 sono stati 19 (nel 2017 erano stati 27). Venezia si dimostra una città molto attenta. Nell’ultimo anno i militari hanno recuperato 198 opere del valore di tre milioni. «La prevenzione — spiega Emanuela Carpani, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio — è fondamentale per tutelare il patrimonio». Sono stati intensificati i controlli nelle aree archeologiche, tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali, nelle gallerie d’arte e negli esercizi antiquariali, in mercati e fiere. E. Bir. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Portogruaro
Mercoledì 5 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Bonus-spiaggia, c’è chi dice no La deputata Sara Moretto: «È solo un’offerta lancio `La replica dell’Ulss 4: «È un servizio alle famiglie: che distoglie dai veri problemi della sanità locale» mare gratis anche per chi non può permetterselo» `
L’uomo e la natura un rapporto incrinato PORTOGRUARO
PORTOGRUARO «Siamo di fronte ad un’altra “offerta lancio” che dovrebbe distogliere l’attenzione dai problemi seri della sanità del Veneto Orientale». La deputata portogruarese del Pd, Sara Moretto, commenta così il progetto presentato ieri mattina, a Palazzo Balbi, “Vieni a partorire nel Veneto Orientale e ti regaliamo il mare”, nato dalla collaborazione tra Ulss 4 e Unionmare Veneto con il contributo della Banca San Biagio del Veneto Orientale.
VOUCHER GRATUITO L’azienda sanitaria ha deciso di mettere a disposizione delle mamme che partoriranno nei due punti nascita del territorio, San Donà di Piave e Portogruaro, anche un voucher per usufruire gratuitamente, per due settimane, di un ombrellone e due lettini negli stabilimenti balneari di Bibione, Caorle, Eraclea e Jesolo. Un bonus-ombrellone per le neo mamme, valido anche per tutta la stagione estiva 2020, che più di qualcuno ha considerato uno spot privo di significato, che banalizza e sminuisce i servizi offerti nei due Punti nascita. «Mentre si infittisce il mistero sull’ospedale nuovo, unico o su due sedi, mentre il Punto nascita di Portogruaro prova a riprendersi dopo una serie di scelte che lo hanno penalizzato, - ha commentato Moretto - ci si inventa l’offerta 3x2. Le future mamme che cercano stabilità, sicurezza, accoglienza si trovano invece il biglietto per l’ombrellone. La nascita di un bambino è un evento di gioia straordinaria ma serio e delicato. Non giochiamo con queste cose». Per il direttore generale dell’Ulss 4 Veneto Orientale, Carlo Bramezza, il bonus ombrellone va inteso come un servizio alle famiglie del territorio, perché «offre la possibilità a tutte le neomamme, anche a chi non avesse disponibilità economica, di usufruire gratuitamente dei benefici del sole e del mare in uno stabilimento balneare del nostro litorale. Siamo consapevoli – ha aggiunto - che la no-
LE CRITICHE DEL PD: «LE DONNE CHIEDONO STABILITA’ E SICUREZZA E NON BIGLIETTI PER L’OMBRELLONE»
ASSEGNO PER LE NEO MAMME Il simbolico assegno presentato ieri ufficialmente dall’Ulss 4
stra iniziativa è solo un piccolo aiuto a sostegno della natalità e delle famiglie, siamo fiduciosi che possa svilupparsi ed estendersi a tutto il litorale veneto». «Il beach-pass per le neo-mamme - ha dichiarato ieri l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin - è una ulteriore iniziativa che conferma e avvalora la dimensione inclusiva e sociale del turismo sulle nostre spiagge e, in particolare, la vocazione dell’Ulss del Veneto orientale, che ha la sua ragion d’essere proprio nella specificità del territorio, primo arenile d’Italia, e nella sua forte attrattività turistica. Con questo nuovo progetto, che arricchisce i servizi sanitari e di accoglienza già messi in campo da anni dal litorale veneto nei confronti delle persone con difficoltà motorie o con disabilità, le spiagge di Jesolo, Caorle, Eraclea e Bibione si dimostrano inclusive e a misura di famiglia, non solo per i turisti ma anche per i propri residenti». Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA
Caorle
Valori rientrati nella norma, si torna a fare il bagno Revocato il divieto: si torna a fare il bagno da Falconera a Duna Verde. L’Arpav ha comunicato gli esiti dei nuovi campionamenti eseguiti domenica in 15 punti dell’arenile di Caorle, tutti con valori entro i parametri anche per quanto riguarda la concentrazione batterica: il sindaco Luciano Striuli ha quindi revocato l’ordinanza con la quale venerdì pomeriggio era stato imposto lo stop alla balneazione dalla spiaggia di Duna Verde a quella di Falconera. «Sapevamo che i parametri sarebbero immediatamente rientrati nei limiti di legge – commenta il primo cittadino – perché le nostre acque sono pulite, come testimoniano le numerose bandiere blu che Caorle ha conseguito nel corso degli
anni». L’ordinanza temporanea emanata dal sindaco era frutto dei dati emersi in seguito ai campionamenti eseguiti nella stessa giornata da Arpav Veneto che avevano accertato la presenza di un’inusuale concentrazione batterica in 12 dei 15 punti di campionamento posti lungo il litorale di Caorle. Solamente la spiaggia della
Brussa si era salvata perchè i campioni raccolti nei tre punti di prelievo posti al largo di Vallevecchia erano risultati a norma. L’insolita presenza di batteri era dovuta alle piene dei fiumi (lungo la costa di Caorle sfociano il Livenza e il Nicesolo) che, ingrossati dalle piogge di maggio, avevano scaricato in mare acque non depurate. Proprio ieri il circolo Legambiente Pascutto Geretto Veneto Orientale ha denunciato il problema degli scarsi investimenti eseguiti nella fascia pedemontana, nella linea delle risorgive trevigiane e nel Basso Friuli sul ciclo delle acque, con conseguenti ricadute negative sulle località del Veneto Orientale che, invece, molto hanno fatto per garantire un’adeguata depurazione. Riccardo Coppo
Un monologo teatrale con protagonista un australopiteco che riflette sulle sorti dell’umanità con accento critico, a volte ironico, esponendo eventi scientificamente certi e valutazioni personali, fino a far emergere le contraddizioni e le criticità della nostra specie, ed in particolare del nostro rapporto con la natura e l’ambiente. L’iniziativa, presentata ieri al foyer della Magnolia del teatro “Russolo”, è promossa da Asvo spa. Lo spettacolo “Evoluzione. Riflessioni postume di un australopiteco”, ideato da Achab Group, rete di comunicazione ambientale, è in programma il 19 giugno, alle 21, al “Russolo”. La parte introduttiva racconta da dove veniamo, chi siamo, come l’ambiente ci ha forgiati. La seconda parte descrive il nostro attuale rapporto con l’ambiente, i danni che stiamo facendo, le criticità che dovremo affrontare. La parte finale affronta il tema delle responsabilità, della consapevolezza come elemento distintivo della nostra specie e delinea gli scenari futuri a cui andiamo incontro. La conclusione è aperta, lascia il pubblico sospeso tra due esiti possibili: uno positivo, l’altro negativo. Ingresso è libero fino ad esaurimento posti; è possibile prenotare al sito www.evoluzione.eventbrite.it. Alla presentazione dell’evento era presente, oltre al presidente di Asvo, Luca Michelutto, anche il sindaco Senatore, che ha espresso soddisfazione per la collaborazione con Asvo dato l’obiettivo comune di attenzione, salvaguardia e ripristino del territorio. «L’auspicio – ha detto - è che queste azioni di sensibilizzazione spingano i cittadini a sentire il dovere di conservare l’ambiente, a vantaggio non solo della bellezza del territorio ma soprattutto del futuro delle nuove generazioni». «Evoluzione – ha aggiunto Paolo Silingardi, presidente di Achab Group e autore del testo - non intende dare consigli ma innescare delle riflessioni sulle dinamiche evolutive e sulla reazione della natura alle nostre azioni». Ad interpretare l’australopiteco sul palco sarà Saverio Bari, che ha curato l’adattamento del testo e la regia. T.Inf.
Elezioni 2020, Tollon ribadisce l’altolà alla Senatore PORTOGRUARO «Ad oggi non ci sono le condizioni per riproporre una candidatura di Maria Teresa Senatore nel 2020; il nostro partito ha il dovere di avanzare un suo candidato». Il segretario provinciale della Lega, Luca Tollon, traccia il quadro dei risultati delle ultime amministrative nel Portogruarese e lancia la sfida per il rinnovo della carica n.1 a Portogruaro, ribadendo l’alltolà alla sindaca attuale. «C’è grande soddisfazione per il risultato della Lega - osserva Tollon - non solo per le europee, consultazione che ha visto il nostro partito ottenere in Veneto il 49,88 per cento, con ottime percentuali anche
nei Comuni del Portogruarese, ma soprattutto per quello per le amministrative con la riconferma di Odorico e Gasparotto a Concordia Sagittaria e Gruaro e la vittoria di Luvison ad Annone Veneto. A Cinto Caomaggiore sapevamo che contro Falcomer la competizione sarebbe stata difficile». Archiviata la tornata, l’obiettivo della Lega è ora quello di organizzare le truppe in vista delle regionali del 2020, con i militanti pronti a sostenere il terzo mandato del presidente Zaia, mentre grande attenzione verrà posta nell’individuazione di candidato e quadro delle alleanze per le le amministrative di Portogruaro. «Dobbiamo ascoltare i nostri iscritti - continua Tollon molti chiedono un segnale di di-
scontinuità. Useremo i mesi estivi per fare il punto della situazione».
RAPPORTO LOGORATO Intanto l’assessore Geronazzo, referente locale di Forza Italia, avrebbe chiesto un incontro, assieme al sindaco Senatore, al vicegovernatore Forcolin ed allo stato maggiore leghista per cercare di rinsaldare un
«NOI PARLIAMO CON TUTTI MA STAVOLTA IL SENTIERO È STRETTO I NOSTRI ELETTORI CI CHIEDONO UN SEGNO DI DISCONTINUITÀ»
SEGRETARIO LEGA Luca Tollon
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rapporto che si è logorato negli ultimi anni, a causa di alcune decisioni prese dalla prima cittadina che non sarebbero state sottoposte al vaglio dei consiglieri della Lega. «A fronte dei numeri ottenuti dalla Lega conclude Tollon - a Portogruaro è impensabile per qualsiasi candidato del centrodestra arrivare al ballottaggio senza il nostro appoggio. E’ quindi prevedibile che il sindaco e gli esponenti politici a lui vicini cercheranno di chiudere un accordo con noi. Noi abbiamo sempre parlato con tutti, ma il sentiero in questo caso è assai stretto e sono convinto che il nostro elettorato non capirebbe una decisione di questo tipo». T.Inf. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La presentazione dello show
AL RUSSOLO IL MONOLOGO “RIFLESSIONI POSTUME DI UN AUSTRALOPITECO” LA NOSTRA SPECIE STA DISTRUGGENDO LA TERRA
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MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Pranzo nel Vicentino, il segretario sollecita un salto di qualità ai vertici Zaia, Fontana e Marcato concordi nell’affidare l’incarico al capogruppo
Lega, Salvini ai colonnelli: «In Veneto boom di voti ma il partito va rifondato» Sarà Finco il commissario IL RETROSCENA
Filippo Tosatto
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tore annuisce. In mattinata, prima dell’inaugurazione, la coppia ha confabulato per mezz’ora al riparo da orecchie indiscrete. Forse il vicepremier ha ventilato nuovamente l’ incarico di commissario a Bruxelles (raccogliendo in tal caso un garbato rifiuto), certo si è discusso dell’agenda di governo (il “mantra” autonomia-grandi opere-sicurezza) e del riassetto al vertice lighista dopo il congedo del segretario Gianantonio Da Re, approdato all’europarlamento. IL CONSIGLIO FEDERALE
La lunga stagione congressuale avrà inizio con la scelta dei commissari destinati a traghettare la vecchia Lega nordista al nuovo soggetto tricolore. «Li nomineremo dopo i ballottaggi», ha precisato Salvini, anticipando l’imminente consiglio federale, convocato lunedì in via Bellerio. L’identikit del favorito è quello del bassanese Nicola Ignazio Finco, il capogruppo in consiglio regionale che vanta il gradimento di Zaia e del “bulldog” Roberto Marcato nonché l’influente amicizia del ministro Lorenzo Fontana, cementata ai tempi della militanza nei Giovani Padani. Le immancabili linguacce obiettano che non è esattamente uno stakanovista (al coordinamento in aula provvede la speaker Silvia Rizzotto) e che il suo mandato commissariale nella litigiosa federazione di Verona non ha prodotto granché. Ma il dado sembra ormai tratto, né le ipotesi al-
n pranzo veloce in trattoria, a Breganze: Matteo Salvini, Luca Zaia, Erika Stefani, Roberto Ciambetti, Mara Bizzotto e lo stato maggiore del partito vicentino. Reduci dal nastro bollente della Pedemontana, ringalluzziti dal boom europeo che ha proiettato la Lega veneta al 50%. Ma il Capitano frena l’euforia: «Ragazzi, qui è andata bene nonostante il partito, abbiamo un’organizzazione debole, la crescita elettorale ci impone maggiori responsabilità e una capacità di rappresentanza diversa dal passato». Al suo fianco, il governa-
Nicola Ignazio Finco, 35 anni, bassanese, capogruppo in Regione
agenzia entrate
dopo il taglio del nastro, il pd va all’attacco: spot del carroccio
ternative - la recordwoman di preferenze Bizzotto, il sindaco trevigiano Mario Conte e il dinamico parlamentare Dimitri Coin - sembrano realmente praticabili.
IN BREVE
LA PANDA E LA FERRARI
«Finalmente ambulanze e mezzi di soccorso non pagheranno più il pedaggio autostradale mentre svolgono le loro attività. Una scelta di buonsenso quella del governo, che privilegia la salute dei cittadini e, al tempo stesso, elimina inutili balzelli». Parole della senatrice leghista Sonia Fregolent.
Ma c’è un altro versante che investe il futuro immediato del Carroccio, balzato in pochi anni da minoranza ribelle ad asso pigliatutto che amministra l’intero Nord e, aldilà
C’è un picco di richieste d’iscrizione al partito ma molti ras locali frenano i tesseramenti della convulsa alleanza gialloverde, si candida ad azionista di maggioranza del Paese. Il radicamento sul territorio è tuttora garantito da una vecchia guardia instancabile nella militanza ma obiettivamente limitata nel bagaglio politico. Nuova linfa potrebbe giungere dal picco di richieste d’iscrizione che in svariate sezioni vedono professionisti e partite Iva e in evidenza rispetto al tradizionale bacino popolare; ma la campagna di tesseramento è stata congelata e molti ras locali (timorosi della concorrenza) tendono a scoraggiare più che a favorire le nuove adesioni. Un atteggiamento che fa inviperire il Matteo in felpa: «Abbiamo per le mani una Ferrari, non guidatela come una Panda», la battuta di congedo. Assai più che un consiglio amicale. —
Il mercato immobiliare cresce del 10% a 54.477 rogiti VENEZIA. Continua a crescere il mercato delle abitazioni in Veneto. Nel 2018, le transazioni sono aumentate del 10% sul 2017 confermando il trend positivo iniziato nel 2014. I contratti di compravendita sono 54.477 mentre sul fronte delle quotazioni si registra un calo (-0,5% sul 2017) con un valore medio di 1.912 €/mq nei capoluoghi e di 1.262 €/mq per gli altri comuni: questo è quanto emerge dal report dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Il testa alla classifica c’è Padova che detiene il 17,2% dei contratti seguita da Treviso (16,1%) e Vicenza (15,1%). Esaminando il dettaglio emerge che la maggior frequenza di scambi immobiliari residenziali si verifica nell’area metropolitana tra Padova, Treviso e Venezia e poi nelle zone del litorale da Caorle a Sottomarina e nelle aree tra Verona e la riviera del Garda, al top per l’offerta turistica. La città di Venezia conferma il suo primato assoluto con il valore medio più alto nei rogiti notarili: con 2.597 euro al metro quadro distanzia significativamente tutti gli altri, con quotazioni ancora inferiori ai 2 mila euro. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il commissario: la bonifica delle discariche comporta un aumento dei costi La benedizione del casello della Pedemontana con i big della Lega. A destra il commissario Marco Corsini
Corsini: «Pedemontana giusto che siano i veneti a pagarla con i pedaggi» BREGANZE. «Ma quale inaugurazione spot. Zaia ha voluto mandare un messaggio preciso: la Pedemontana è uscita dal libro dei sogni e può essere utilizzata dal traffico. Dal Veneto arriva un segnale di fiducia al Paese, abituato a festeggiare solo la posa della prima pietra. Qui siamo quasi al traguardo, con oltre il 60% dell’opera realizzata». Marco Corsini, avvocato generale dello Stato, è il commissario straordinario che ha rimesso in equilibrio i conti della Spv con il terzo atto convenzionale e la mo-
difica del project financing con il consorzio Sis di Dogliani. Tanto per riassumere, i 95 chilometri da Montecchio a Spresiano costeranno 2,3 miliardi di euro per le opere (oltre 3 con l’Iva) che diventano 12 nell’arco di 39 anni se si sommano il canone di disponibilità di 153 milioni, gli interessi e le spese di manutenzione. La Regione conta di incassarne altrettanti grazie ai pedaggi degli automobilisti con il punto di equilibrio fissato in 27 mila transiti al giorno. Il Pd, che con i governi Let-
ta, Renzi e Gentiloni ha garantito 670 milioni, non ha partecipato alla cerimonia disertata anche dai 5 Stelle, ma critica la parata della Lega con il capogruppo in consiglio regionale Stefano Fracasso. «Che si cominci a vedere la fine dell’interminabile cantiere della costosissima e impattante opera, frutto delle scelte faraoniche del duo Galan-Zaia, è certamente un fatto positivo. Considerato che i veneti la pagheranno due volte, con i pedaggi che sono il doppio della A4 Brescia Padova e con i debi-
ti a carico del bilancio della Regione, la sobrietà sarebbe stata più consona». Per quei 7 chilometri le auto di classe A verseranno 1,10 euro, quelle di classe B 1,2 mentre per i camion si va da 1,5 a 2,4 fino a 2,8 euro. «Il ministro Salvini ha voluto mostrare i muscoli, ma il Veneto non è una palestra di body building, e i conti alla fine li pagheranno i cittadini e l’ambiente», conclude Fracasso. Il ministro degli Interni, tanto per non perdere tempo, dopo aver tagliato il nastro del casello Spv a Breganze è andato in piazza Valdagno a sostenere il candidato sindaco Alessandro Burtini per il ballottaggio di domenica contro Giancarlo Acerbi del Pd. In che veste: da segretario o da vicepremier? La polemica infuria. L’avvocato Marco Corsini non entra nella contesa. «Sono soddisfattissimo perché abbiamo trasformato il project
In autostrada Stop al pedaggio per le ambulanze
Libro al Ferro-Fini Dialogo tra un giudice ed una studentessa Presentato al Ferro Fini, alla presenza di studenti e insegnanti, il libro «Arance Rosse. Dialogo tra un magistrato e una studentessa», del giornalista Gianluca Prestigiacomo, che immagina un colloquio tra Alice Grassi (figlia dell’imprenditore Libero, assassinato dalla magia) e un giudice .
Consiglio regionale Barison aderisce al gruppo Veneti Uniti Dopo l’addio a Fratelli d’Italia, il consigliere regionale Massimiliano Barison ha aderito al gruppo Veneti Uniti guidato da Pietro Dalla Libera.
con grande equilibrio e ora purtroppo dovremo tirare le somme e calcolare i costi della bonifica delle discariche: ne abbiamo ripulite una decina e il consorzio Sis ci presenterà il conto», spiega Corsini. E l’incursione del ministro dell’Ambiente Costa? Il commissario sorride, allarga le braccia, posa per la foto di gruppo con l’ingegner Elisabetta Pellegrini e dice: «Nel governo ci sono spinte e controspinte, oggi prevale la nostra. La cosa fondamentale è aver bonificato il territorio. Dogliani ha subito un sacrificio importante quando abbiamo rinegoziato la convenzione, consapevole che quello era il prezzo da pagare per completare la Spv. Non ha mai chiesto la revisione dei prezzi e non penso che ci saranno costi aggiuntivi: è ovvio che il project costa più di un appalto ma se lo Stato non ha i soldi per le infrastrutture è bene che si rivolga ai privati e accetti le condizioni del mercato. Quando sento dire che la Pedemontana la pagano i veneti rispondo: mi sembra giusto che sia così. E la Siracusa-Caltanissetta ovviamente la devono pagare i siciliani». Tutto a posto? Marco Corsini, che a Venezia con il sindaco Paolo Costa ha fatto rinascere la Fenice, non ama polemizzare perché il suo obiettivo è risolvere i problemi. «Ho sbloccato sia la Fenice che il parco San Giuliano a Mestre e ora anche la Pedemontana, che è un modello replicabile. Spero che il governo ne prenda atto. E decida in fretta di salvare Venezia dall’incubo delle grandi navi con lo scavo del canale Vittorio Emanuele».— Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 MESSAGGERO VENETO
REGIONE
il progetto
I migranti regolari saranno rimpatriati e aiutati a lavorare Dall’Europa un contributo di 20 milioni di euro (5 per il Fvg) L’assessore Roberti: «Noi capofila per le altre regioni»
Alessandro Cesare UDINE. I migranti regolari pre-
senti sul territorio del Friuli Venezia Giulia potranno beneficiare di un contributo economico non solo per fare ritorno in patria, ma anche per avviare nel luogo d’origine un’attività imprenditoriale. L’annuncio è dell’assessore alla Sicu-
L’OPINIONE
rezza, Pierpaolo Roberti, che anticipa come la Regione sarà capofila di un progetto destinato a diventare di esempio per le altre regioni italiane. «Il nostro Paese ha ricevuto un contributo di 20 milioni di euro dall’Europa per un progetto di rimpatri, e grazie all’attenzione del ministero dell’Interno, partner dell’iniziativa, nei confronti del Friuli Vene-
zia Giulia, ben 5 milioni di euro saranno destinati al nostro territorio». Il piano è ancora in una fase embrionale e quindi l’assessore non è in grado di ipotizzare quante persone potrebbero usufruire dell’incentivo e soprattutto, di quanto potrebbe essere speso per il rimpatrio di un singolo migrante. «Abbiamo appena avuto le prime riunioni tecniche – infor-
ma Roberti – il progetto è tutto da costruire. L’obiettivo è arrivare entro quindici giorni alla definizione di tutti i particolari, dando così il via alla fase della sperimentazione vera e propria, in modo da valutare se i fondi a disposizione siano sufficienti o vadano integrati. L’idea del ministero – sottolinea ancora l’assessore – è di fare del Friuli Venezia Giulia una “regione laboratorio” per verificare l’efficacia dell’iniziativa e poterla esportare altrove». L’assessore Roberti ha illustrato ieri il Protocollo d’intesa tra Regione e ministero, insieme al Capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, il prefetto Michele Di Bari, e alla sua vice, il prefetto Daniela Parisi, ai quattro prefetti del Fvg. L’iniziativa si rivolge a quei migranti regolari che non hanno trovato in Italia quando sperato (lavoro e casa su tutto) e quindi sono pronti a tornare nel proprio Paese di provenienza per realizzarsi. Grazie all’innovativa collaborazione con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e con Microcredito, che
sono gli altri due partner del progetto, queste persone saranno aiutate nell’avvio di attività lavorative o imprenditoriali in patria. «È chiaro che reintrodurre un migrante in Pakistan può avere un costo diverso da farlo in Kosovo – evidenzia Roberti – ma, come già detto, queste valutazioni saranno approfondite nei prossimi giorni al ter-
serracchiani
L’ex presidente chiede coerenza citando la Zilli «M’aspetto che l’assessore alle Finanze scriva una lettera di fuoco a Salvini e gli dica che “si sta toccando il fondo e che non si può anche solo pensare di rimpatriare volontariamente persone che non hanno alcun diritto a stare qui”». Citando l’assessore Zilli, così parla l’ex presidente del Fvg Serracchiani nel chiedere coerenza sui rimpatri.
mine di ulteriori tavoli tecnici. Dopo aver rafforzato i controlli sui confini, lavoriamo per dare risposte agli immigrati regolari che sono giunti nel nostro Paese pensando di trovare l’America e invece vivono in condizioni difficili, prima che si crei un problema sociale grave. Con questo progetto, che amplia le possibilità già messe in campo dalla Regione in tale ambito – prosegue – offriamo loro la possibilità di tornare in patria e di iniziare una nuova vita piuttosto che vivere a carico dei servizi sociali dei Comuni». L’assessore Roberti conclude così: «La rilevanza dell’iniziativa è data non soltanto dal forte impatto economico, ma anche dalla rete di comunicazione messa in campo dal volontariato, che gode di contatti in tutto il mondo e può quindi predisporre progetti concreti che favoriscano il rientro di queste persone. In tale modo si valorizzano i rapporti economici tra l’Italia e i Paesi d’origine dei migranti, con un auspicato ritorno positivo anche per il nostro territorio». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
GIOVANNI BELLAROSA
DAL 6 AL 19 GIUGNO 2019
Dalle Europee lezione sull’Autonomia ogliere dopo le elezioni europee un aspetto di natura istituzionale, al di fuori degli schieramenti politici, è impresa rischiosa. È possibile estrapolare almeno un’indicazione forte dalla vittoria della Lega e dal successo riscosso soprattutto, ma non solo, nelle regioni del nord. Il segnale chiaro è che ha vinto il partito che invoca la riforma dello Stato attraverso la maggiore autonomia prevista dall’articolo 116 della Costituzione e risulta sconfitta la resistenza del partner di governo e di coloro che, in sintonia, hanno da sempre ostacolato la riforma. La speciale forza di questo segnale sta nel fatto che il progetto non nasce nelle stanze dove gli strateghi della politica elaborano a tavolino i programmi elettorali ma scaturisce dalla volontà popolare formalmente espressa in due referendum. Troppo spesso si è ignorato o sottaciuto che la nostra Costituzione non prevede uno Stato accentrato, sul modello napoleonico, che alla fine ha portato al totalitarismo fascista, ma disegna uno Stato leggero, articolato sui territori, che incoraggia le Regioni più dinamiche ma garantisce nel contempo il riequilibrio a favore di quelle sfavorite attraverso la “perequazione”, pure essa garantita costituzionalmente (articolo 119). Anche Il Friuli Venezia Giulia si avvantaggerà se Lombardia e Veneto riusciranno a vedersi riconosciuto dal Parlamento il loro progetto grazie all’esito delle elezioni. Certo andranno smussate le punte, le rivendicazioni eccessive; altrettanto certamente non avrà cittadinanza la richiesta, massimalista, di trattenere tutte le imposte: il finanziamento delle funzioni trasferite sarà infatti a saldo zero, pari alla spesa che lo Stato già sosteneva per gestirle. Queste premesse ser-
C
vono a sottolineare che, dopo le elezioni, pure noi abbiamo davanti un’occasione favorevole per riconquistare poteri e competenze esclusive dell’autonomia speciale, soprattutto quelle primarie per governare meglio le nostre comunità, sciogliendo i tanti vincoli e le duplicazioni strutturali, di uffici periferici e connesse funzioni statali, imposte e mantenute ingiustificatamente. Un primo importante risultato è stato già raggiunto con la rinegoziazione delle intese finanziarie del febbraio scorso, che ha attenuato il peso del preesistente contributo alla finanza pubblica. Molto altro resta però ancora da fare e in fretta, cominciando con il dare significato e peso a quel “sistema regionale integrato”, ribadito nell’intesa suaccennata, in base al quale spetta solo alla Regione la responsabilità, ma con essa la regia del governo del territorio cioè dell’amministrazione locale. Si prospetta così la concreta possibilità di colmare il vuoto istituzionale che attualmente ci priva di un moderno Ente di raccordo tra Comuni e Regione. Anche per questo bisogna riacquisire, rivendicandola, la competenza primaria della Regione su una materia essenziale che, nonostante le norme della fine degli anni novanta, è stata poi erosa tanto da riportare il sistema locale sotto una disciplina di stretta osservanza centralista. Gli strumenti ci sono a cominciare dalla ulteriore attuazione dello Statuto che va riletto in una prospettiva che riconquisti il patrimonio delle competenze differenziate sin qui perdute. Si tratta ora di cogliere anche lo slancio autonomista delle vicine regioni del nord per rinvigorire, all’interno del nostro sistema, la consapevolezza del ruolo costituzionale differenziato che lo Statuto speciale ci assegna. —
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Primo Piano
Mercoledì 5 Giugno 2019 www.gazzettino.it
La tregua armata
Di Maio-Salvini: svolta su governo e Sblocca-cantieri Il leader M5S telefona all’alleato dopo `Le priorità: Flat tax e autonomia la tensione, poi sale al Colle: si va avanti Buffagni avverte: no a un’Italia divisa `
LA GIORNATA ROMA Il vicepremier e leader dei 5Stelle Luigi Di Maio ha telefonato al segretario della Lega Matteo Salvini invitandolo a sedersi attorno a un a un tavolo con l’obiettivo di evitare la crisi del governo. Dopo settimane di gelo e il capovolgimento elettorale delle europee del 26 maggio è la prima volta che i due si parlano davvero. È la «premessa» per andare avanti, plaude il premier Giuseppe Conte. Di sicuro permette di sbloccare l’impasse su due decreti il “Crescita” e lo “Sblocca cantieri”, che stanno per scadere. Si sigla una difficile mediazione, nella tarda serata di ieri ancora oggetto delle ultime limature, sulla sospensione di alcune norme del codice degli appalti. Sulla proposta della Lega si è sfiorata la crisi. I due vicepremier si vedranno «nelle prossime 48 ore», poi venerdì con il premier e in Consiglio dei ministri. Tuttavia la crisi non è ancora sventata. La deadline l’ha fissata Salvini: 15 giorni per capire se ci sono i margini per proseguire. Bisogna fare chiarezza e mettere al riparo i conti pubblici, sollecita il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, preoccupato per l’andamento dell’economia ma anche dalla necessità per il governo di indicare una figura autorevole alla Commissione europea. Il capo dello Stato lo ha detto - a quanto hanno riferito fonti parlamentari - a Di Maio, in un colloquio al Quirinale, intorno alle 12. Il vicepremier lo ha rassicurato: il M5s vuole andare
LE NOVITÀ ROMA Per ora c’è solo l’intesa politica, mentre il testo tecnico arriverà - forse - nella mattinata di oggi. Dunque anche coloro che si confrontano tutti i giorni con le regole degli appalti - come i costruttori dell’Ance - attendono di capire quale potrà essere il nuovo assetto delle regole e che possibilità ci sono di arrivare davvero ad uno sblocco dei cantieri. In base a quanto si può ricostruire dalle dichiarazioni dei due partiti, sembra che la Lega abbia ottenuto - in tre casi su cinque - il via libera alla propria proposta di sospendere per un periodo di due anni il Codice degli appalti.
IL MECCANISMO In cambio il Movimento Cinque Stelle ottiene un punto almeno simbolico su un tema qualificante, ovvero la soglia per il subappalto che viene portata al 40 per cento: non ci sarà quindi la piena liberalizzazione di questo meccanismo. E resta il limite del 30 per cento nel caso delle offerte economicamente più vantaggiose, in
avanti e anche Salvini dice di voler proseguire, ha spiegato Di Maio riferendo della telefonata col leader della Lega. I pentastellati continuano a sospettare che il leghista voglia in realtà far saltare tutto ma il tentativo di ricucire è in corso. E potrebbe passare - spiegano da entrambi i partiti - da un rimpasto di governo che rimetta in discussione gli incarichi di ministri come Giulia Grillo o Danilo
Toninelli. La situazione è più che precaria e la preoccupazione che trapela dal Colle è tutta puntata sui conti pubblici. È atteso a ore da Bruxelles l’avvio della procedura d’infrazione ai danni dell’Italia: Conte e Tria apriranno una trattativa assai difficile. «Non possiamo andare lì col cappello in mano», li pungola Salvini. Ma per trattare e poi per affrontare una manovra d’autunno assai
La dissidente
Ma Nugnes: «Io voterò no al decreto e non sarò l’unica tra noi 5Stelle» «Avrei votato, seppur con difficoltà il sub-emendamento del M5S, ma questo no: non se ne parla. E non sarò l’unica del M5S a esprimere parere contrario al Dl crescita, anche se il governo dovesse mettere la fiducia». La senatrice Paola Nugnes si prepara a un’altra battaglia: «Stiamo forzando i regolamenti e la nostra natura - dicesconfessando anche il ruolo dell’Anac sugli appalti. Ormai Di Maio e il M5S sono ricattati della Lega e, pur di rimanere
attaccati alla poltrona, sono pronti a tutto. D’altronde il gruppo dirigente è tutto al secondo mandato». Nugnes dice che dopo un «anno si è chiuso un ciclo» e che «il M5S è morto». Anzi, spiega, quando tutto sarà finito «faremo la fine di Alfano e di Ncd». Per Nugnes c’è una soluzione: «Rompere con questo governo e provare un accordo con il Pd, tutti sono migliori della Lega». S. Can. © RIPRODUZIONE RISERVATA
difficile il presidente del Consiglio, come ricorda Di Maio, ha posto come condizione imprescindibile la «coesione» del governo. Si capirà davvero se le condizioni ci sono entro fine giugno e comunque - osservano in casa M5s - non prima dei ballottaggi che vedono Salvini superimpegnato. Le priorità della nuova agenda dovrebbero essere la flat tax e le Autonomie regionali. S queste ultime il braccio destro di Di Maio, Stefano Buffagni, ha ribadito la contrarietà del Movimento a dividere l’Italia. Sul versante delle Regioni si segnala un incontro fra salvini e il presidente del Veneto Zaia. Intanto, però, è Di Maio definendosi «non orgoglioso» - a fare il primo passo e imboccare il percorso auspicato da Conte.
LA CRISI
VICEPREMIER Luigi Di Maio e Matteo Salvini (foto ANSA)
IN MATTINATA L’AVVERTIMENTO DEL CAPO LEGHISTA: SE TRA 15 GIORNI ANCORA RINVII, ALLORA C’È UN PROBLEMA
Nella notte tra lunedì e martedì si era sfiorata la rottura: dopo la forzatura leghista sul codice degli appalti, nel M5s circolava il timore che Conte annullasse la visita in Vietnam e salisse al Colle per dimettersi. Le parole in mattinata sono di fuoco: il ministro M5s Danilo Toninelli accusa la Lega di voler far cadere il governo, il sottosegretario leghista Guglielmo Picchi twitta «andiamo a votare». Il «superemendamento» di Salvini per sospendere il codice degli appalti ri-
CONTE: RITORNO AL DIALOGO BUONA PREMESSA GIORGETTI: COME NELLA SCHERMA L’ARBITRO È IMPORTANTE
Un nuovo Albo dei commissari di gara
Ritorna in vigore l’appalto integrato
Le misure L’affidamento in subappalto
La stazione unica appaltante
Era uno dei punti più contestati anche per i possibili rischi sulla trasparenza: alla fine per l’affidamento di lavori in subappalto resterà la soglia quantitativa del 40 per cento, mentre la Lega avrebbe cancellato ogni limite
Il primo punto sul quale il Carroccio ottiene la sospensione del Codice degli appalti riguarda l’obbligo per i Comuni non capoluogo di rivolgersi alla stazione unica appaltante: fino al 2020 sarà quindi possibile fare le gare senza questo vincolo
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Accolta la richiesta del Carroccio anche su un’altra novità prevista dal Codice degli appalti ma non ancora entrata in vigore (anche a seguito dei rinvii disposti dalla stessa Anac): la costituzione dell’Albo dei commissari di gara
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Il Codice degli appalti aveva cancellato il cosiddetto appalto integrato, permettendo di fatto legare solo in presenza del progetto esecutivo. Con la sospensione questa opzione resta praticabile almeno fino al 2020
La Lega incassa la sospensione del Codice per 2 anni, M5S tiene duro sul subappalto modo che l’elemento prezzo sia bilanciato con altri fattori quali la sicurezza. Più in generale c’è l’impegno politico a tener conto del lavoro svolto dalla commissione parlamentare. La linea portata avanti dal Carroccio in queste ore si basava sul rinvio alle direttive europee per tutte le situazioni non coperte da regolamentazione specifica, proprio a seguito della sospensione del Codice. Ma come fa notare la stessa Ance, si tratterebbe di un meccanismo di difficile attuazione, visto che in vari casi la normativa comunitaria non è direttamente applicabi-
le (perché rinvia a sua volta alle leggi nazionali).
LO SLITTAMENTO In ogni caso i punti sui quali il Carroccio ha ottenuto la sospen-
CONFERMATA LA SOGLIA DEI SUBAPPALTI AL 40% CHE IMPEDISCE LA PIENA LIBERALIZZAZIONE
sione del Codice degli appalti per due anni (punti che i pentastellati hanno presentato come tutto sommato irrilevanti anche perché inapplicati) sono tre. Il primo è relativo alla possibilità che i Comuni avranno - fino al 2020 - di procedere a fare le gare senza rivolgersi alla stazione unica appaltante. Quindi in questo caso scatta la sospensione dell’obbligo. Altro punto che verrà sospeso è la costituzione dell’albo dei commissari. Anche su questo aspetto, come ha spiegato il capogruppo a Palazzo Madama Stefano Patuanelli, lo slittamento in avanti non
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schia - avverte Conte da Torino di «creare il caos» e far decadere l’intero decreto, che include misure per i terremotati. La telefonata di Di Maio a Salvini apre la mediazione sulla norma Salva Roma nel decreto Crescita, che diventerà una più ampia Salva Comuni, e sul codice degli appalti. La Lega rinuncia alla sospensione di due anni del codice e ottiene che sia applicata all’albo dei commissari Anac, all’obbligo per i Comuni non capoluogo di rivolgersi alla stazione unica appaltante e all’appalto integrato. M5s incassa la soglia per il subappalto al 40% (la Lega proponeva il 100%) e la salvaguardia degli obblighi di sicurezza. In serata si lavora ancora per limare alcune norme, perché il M5S teme che allargare la casistica a cui poter applicare l’uso delle procedure negoziate senza bando di gara ripristini nei fatti la sospensione chiesta dalla Lega. Se il patto reggerà, se la tregua armata terrà, si vedrà nei prossimi giorni. Sul decreto Crescita alla Camera già si annuncia il voto di fiducia. Diodato Pirone
avrebbe particolari effetti pratici perché questa novità era comunque destinata a non essere attuata per un certo periodo di tempo. Infine c’è la proroga sempre fino al 2020 della possibilità di ri-
RESTA ANCHE IL LIMITE DEL 30% SULLE OFFERTE PIÙ VANTAGGIOSE CHE VENGONO QUINDI BILANCIATE DAL FATTORE SICUREZZA
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correre all’appalto integrato. Sarà decisiva la concreta stesura del testo per capire se il nuovo complesso di norme permetterà di evitare una situazione simile a quella che si creò nel 2016, con l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti: l’alto grado di incertezza normativa e la mancata preparazione in particolare del personale degli enti locali ebbero l’effetto (in parte superato negli ultimi mesi) di rallentare i lavori pubblici un po’ un tutta Italia.
I PRINCIPI «Il testo su cui abbiamo trovato l’equilibrio - ha detto a questo proposito Patuanelli - non crea nessuna norma interpretabile; introduce alcuni principi che riteniamo importanti per contribuire a velocizzare le procedure che portano a individuare un contraente della stazione appaltante, mantenendo però un controllo e le necessarie verifiche e i necessari pesi e contrappesi rispetto al tema che in questo Paese c’è della infiltrazione o comunque della corruzione». L. Ci. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Mercoledì 5 Giugno 2019
Il viaggio
Adrian sul blog
Il video profetico di Celentano
di Emilio Randon
CHIOGGIA È come se a Chioggia, alunno povero della venezianità, sempre all’ultimo banco sempre in deficit di profitto, avessero offerto una grosso barattolo di Nutella turistica: certo che sì hanno detto tutti, Venezia non vuole le grandi navi passeggeri? Le prendiamo noi. L’alunno povero ma non scemo si è anche fatto la domanda: e dove sta la fregatura? La fregatura è che Venezia ti molla le navi e si tiene i passeggeri. Anzi, no, alla fine non ti molla proprio niente, si tiene tutto, navi e quel che ci sta sopra, solo che invece di farle passare per il canale della Giudecca, le instrada via canale Vittorio Emanuele fino a Marghera e poi, da lì, a Venezia. Non va bene neanche questo? C’è la soluzione al Lido. Chioggia - terza nei propositi emersi in questi giorni s’ingolosisce ma non ci crede. Basta un giro al porto tra i camalli e i pescatori: «Lavoro qua da 40 anni ed è da 40 anni che ne sento parlare, sono troppo vecchio per credere a Babbo Natale». «Figurati se Venezia si leva il pane di bocca per noi» dice l’ex comandante di battello. «Venezia sta bene, faccia star bene anche noi» che è un altro modo di dirlo amaro e irridente. L’illusione di un porto turistico dormiva ignara da decenni, a svegliarla improvvisamente è stato l’incidente accaduto sabato scorso alla Giudecca. Via da Venezia le navi, ovunque e purchessia ma non in piazza San Marco. L’alunno povero si mostra interessato. Ne parla nei bar e sulle banchine ma lo fa come fosse ad una partita a tresette, senza punti, senza posta e, per di più, a carte truccate. Il sindaco Alessandro Ferro, grillino, data un’occhiata alle sue, ha subito esultato: «Favorevole sì, certo, è una opportunità per lo sviluppo e per il lavoro della città». Ieri era così contento da dimenticare i magri risultati ottenuti dal Movimento Cinque Stelle alle Europee. Anche se nega: «Consolarmi di che? Qui siamo oltre il 15 per cento, oltre la media del nord Italia». La Lega ha preso il 50 per cento. Grosse navi e lussuose, un milione e mezzo di passeggeri all’anno, questa la cifra da scaricare, «scendessero anche solo per un caffè - dice l’oste - qualche soldo resta». «Boutade offensiva e improponibile – corregge Giorgio
VENEZIA Sono passati quattro anni dallo scontro a distanza con il sindaco Luigi Brugnaro sulle grandi navi. Nel 2015, a poche settimane dalla sua elezioni, Brugnaro aveva fermato la mostra a Palazzo Ducale del fotografo Gianni Berengo Gardin, che aveva come tema le crociere a Venezia, con le grandi navi che apparivano come mostri nella laguna. Il che aveva scatenato la reazione di Adriano Celentano. Ora, a due giorni dalla sfiorata tragedia, ecco una nuova presa di posizione del molleggiato.
Il post
E Chioggia non aspetta i giganti del mare «Venezia se li terrà»
Ma il sindaco ci spera: «Così va via il deposito Gpl» Bellomo dell’Ascot, l’associazione degli operatori turistici - non siamo accattoni. A me, come a tutti, vien da dire di sì, poi appena ci penso mi vengono i dubbi».
Vacanza cancellata
E quasi 2 mila passeggeri scelgono di stare a bordo
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on c’è stato nessun «fuggi fuggi», anzi. Sono stati solo 392 i passeggeri della Msc Opera che hanno deciso di «abbandonare la nave», mentre gli altri 1868 restano a bordo. La compagnia, dopo l’incidente, ha infatti annullato la crociera, in attesa delle verifiche della procura, lasciando però due scelte ai clienti: tornare a casa spesati o restare a bordo fino alla prossima partenza. In ogni caso Msc rimborserà il costo della crociera, anche se le associazioni di consumatori sono già partite all’attacco chiedendo anche un indennizzo per la vacanza saltata. Ma i clienti hanno deciso per gran parte di godere dell’intrattenimento a bordo, rimasto regolare. (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
● L’editoriale Nordest-Europa, mercati aperti per crescere
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SEGUE DALLA PRIMA
nfatti, la progressiva apertura delle economie è stata la scelta vincente dell’Europa unita sin dagli anni Cinquanta del secolo scorso con la costituzione, prima, della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca) e, poi, della Comunità economica europea (Cee) e di Euratom: senza queste tre istituzioni comunitarie non avremmo, oggigiorno,
Allora, siccome di niente si parla, vien da chiedersi dov’è la ciccia. La ciccia c’è e si chiama impianto di stoccaggio del gas liquido della Socogas, tre bomboloni di 10 mila metri cubi di gas piazzati a cento metri dal centro storico e dal porto, non ancora innescati ma praticamente finiti. Non visibili, interrati in una specie di casamatta, si sviluppano per un «equivalente volumetrico pari al campanile del Duomo, veramente non pensavamo venisse fuori una cosa del genere, anche chi era possibilista sull’impianto si è ricreduto. L’intera Chioggia è stata imbrogliata» spiega Roberto Rossi, responsabile del comitato «No Gpl». I bomboloni assieme alle navi non ci possono stare. E siccome ai chioggiotti quei bomboloni stanno sul gozzo, la possibilità di fare uno scambio e liberarsi dell’ingombro è parsa subito una opportunità. Alle grandi navi Chioggia non crede – non crede che Venezia le molli -
l’Unione europea (Ue) a Ventotto (Ventisette dopo la Brexit). E non avremmo un Nord-Est, che è formato dal Triveneto e dall’EmiliaRomagna, capace di svolgere un ruolo importante nell’industria europea. Perché il mercato unico – coronato nel caso dell’Italia e di altri Diciotto paesi dalla moneta comune, l’euro - è vantaggioso per le imprese? Anzi, è un vero e proprio motore della crescita? Resta celebre lo studio sui «costi della non Europa» (barriere fisiche, tecniche, fiscali) che fece predisporre l’allora presidente della Commissione europea, Jacques Delors, quando alla metà degli anni Ottanta lanciò il programma di completamento del mercato unico. Sono due i meccanismi economici che entrano in gioco. Il primo è l’effetto generato da una maggior dimensione del mercato (effetto scala): l’unificazione di un numero crescente di economie europee - le sei degli
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Il pescatore Ne sento parlare da 40 anni, sono troppo vecchio per credere ancora a Babbo Natale
crede alla possibilità di levarsi quella bomba piazzata a due passi dal centro. È la cosiddetta «proposta indecente», impalatabile per quelli del No Gpl, discutibile secondo il sindaco pentastellato per il quale agli armatori delle grandi navi toccherebbe di scavare il canale fino al pescaggio adeguato, attrezzare la marittima ma, soprattutto, pagare la Socogas affinché faccia fagotto e traslochi da qualche altra parte. Zucchi Senior, il padrone della Socogas è un signore di 90 anni che sa far di conto. Subito ha fatto sapere il suo: 35 milioni di euro per sloggiare, i 25 che gli è costato più 10 per il disturbo. Una risata insomma. Eppure i costi potrebbero essere ripartiti anche in un modo diverso, lascia intendere il sindaco, «sull’uno e sull’altro», dove l’uno potrebbe essere il ministero e l’altro non sa chi. Gli incontri ci sono stati, a Roma e in loco, il ministro dei trasporti Toninelli ha incoraggiato. E così tutto torna a posto, con la passione discutitoria dei chioggiotti e questa surreale riproposizione di una Val di Susa a parti invertite, un Tav marittimo in cui sono i grillini a dire sì (ma non solo loro) e i leader leghisti a dire no. Il presidente Luca Zaia ha parlato, Roma locuta est: le navi ce le teniamo a Venezia, dove e come vedremo poi. Il gas resta a Chioggia.
inizi, poi nove, e così via fino allo storico allargamento a Est - permette l’accesso a un mercato più ampio creando così le condizioni per l’aumento delle dimensioni delle imprese e, da qui, un miglioramento della loro efficienza. Il secondo è l’effetto generato dall’integrazione dei mercati dei fattori produttivi (effetto crescita): le «quattro libertà» di cui sopra si diceva, che consentono un aumento del tasso di accumulazione di quei fattori. L’Italia, ci dice il recentissimo «Rapporto 2019 - Dove va l’industria italiana» del Centro Studi Confindustria, resta saldamente nella Top10 della manifattura mondiale: è il settimo Paese per valore aggiunto e il nono per export. Ora, i giganteschi flussi commerciali e le ondate di investimenti diretti esteri (Ide) che attraversano l’Italia e, soprattutto, le sue regioni leader si spiegano essenzialmente in virtù della
Sul suo sito l’istrionico attore e cantante ha pubblicato un’anticipazione di un episodio del suo cartoon «Adrian» non ancora andato in onda in cui una nave da crociera va a sbattere contro Palazzo Ducale. Il post s’intitola: «Un motivo per cui i governi dovrebbero cadere». E aggiunge: «Mi auguro che, dopo questo grave incidente, chi deve decidere decida in fretta e con il coraggio dell’onestà».
La clip
Nella clip di 53 secondi inediti e «profetici» una gigantesca nave da crociera attraversa la Giudecca, sfiora appena una piccola imbarcazione e poi si abbatte sulla banchina di piazza San Marco, mettendo in fuga tanti turisti che salutavano sventolando tante bandierine. La nave finisce con il distruggere una colonna e la facciata di Palazzo Ducale, lasciando macerie e fiamme. In sottofondo la voce rotta dal pianto di una donna fa un’amara riflessione: «Non c’è colpa ad amare, non c’è colpa ad amare un ragazzo che amava la vita, i prodigi della natura, quella natura che voi avete piegato, distrutto». Le ultime cinque puntate di «Adrian» sono attese su Canale 5 il prossimo autunno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nostra appartenenza all’Ue e all’Eurozona. In una parola, a ciò che Mario Draghi, parlando alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa nel dicembre scorso, ha definito «i benefici attuali di “un mercato, una moneta”». Il presidente della Banca centrale europea così proseguiva: «Al riparo dello scudo dell’euro il commercio intra-Ue ha accelerato, salendo dal 13% in rapporto al Pil nel 1992 al 20% oggi. Gli Ide nell’area Ue sono ugualmente aumentati, e nel caso italiano questi investimenti di origine Ue sono aumentati del 36% tra il 1992 e il 2010». Quando le imprese vivono e crescono in economie così aperte come lo sono l’Europa, l’Italia e – al suo interno – il Veneto e l’EmiliaRomagna, rinchiudersi al proprio interno è l’unica scelta da non fare. Più che un grave errore, un errore fatale. E qui più che altrove. Franco Mosconi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Portogruaro
Mercoledì 5 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Bonus-spiaggia, c’è chi dice no La deputata Sara Moretto: «È solo un’offerta lancio `La replica dell’Ulss 4: «È un servizio alle famiglie: che distoglie dai veri problemi della sanità locale» mare gratis anche per chi non può permetterselo» `
L’uomo e la natura un rapporto incrinato PORTOGRUARO
PORTOGRUARO «Siamo di fronte ad un’altra “offerta lancio” che dovrebbe distogliere l’attenzione dai problemi seri della sanità del Veneto Orientale». La deputata portogruarese del Pd, Sara Moretto, commenta così il progetto presentato ieri mattina, a Palazzo Balbi, “Vieni a partorire nel Veneto Orientale e ti regaliamo il mare”, nato dalla collaborazione tra Ulss 4 e Unionmare Veneto con il contributo della Banca San Biagio del Veneto Orientale.
VOUCHER GRATUITO L’azienda sanitaria ha deciso di mettere a disposizione delle mamme che partoriranno nei due punti nascita del territorio, San Donà di Piave e Portogruaro, anche un voucher per usufruire gratuitamente, per due settimane, di un ombrellone e due lettini negli stabilimenti balneari di Bibione, Caorle, Eraclea e Jesolo. Un bonus-ombrellone per le neo mamme, valido anche per tutta la stagione estiva 2020, che più di qualcuno ha considerato uno spot privo di significato, che banalizza e sminuisce i servizi offerti nei due Punti nascita. «Mentre si infittisce il mistero sull’ospedale nuovo, unico o su due sedi, mentre il Punto nascita di Portogruaro prova a riprendersi dopo una serie di scelte che lo hanno penalizzato, - ha commentato Moretto - ci si inventa l’offerta 3x2. Le future mamme che cercano stabilità, sicurezza, accoglienza si trovano invece il biglietto per l’ombrellone. La nascita di un bambino è un evento di gioia straordinaria ma serio e delicato. Non giochiamo con queste cose». Per il direttore generale dell’Ulss 4 Veneto Orientale, Carlo Bramezza, il bonus ombrellone va inteso come un servizio alle famiglie del territorio, perché «offre la possibilità a tutte le neomamme, anche a chi non avesse disponibilità economica, di usufruire gratuitamente dei benefici del sole e del mare in uno stabilimento balneare del nostro litorale. Siamo consapevoli – ha aggiunto - che la no-
LE CRITICHE DEL PD: «LE DONNE CHIEDONO STABILITA’ E SICUREZZA E NON BIGLIETTI PER L’OMBRELLONE»
ASSEGNO PER LE NEO MAMME Il simbolico assegno presentato ieri ufficialmente dall’Ulss 4
stra iniziativa è solo un piccolo aiuto a sostegno della natalità e delle famiglie, siamo fiduciosi che possa svilupparsi ed estendersi a tutto il litorale veneto». «Il beach-pass per le neo-mamme - ha dichiarato ieri l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin - è una ulteriore iniziativa che conferma e avvalora la dimensione inclusiva e sociale del turismo sulle nostre spiagge e, in particolare, la vocazione dell’Ulss del Veneto orientale, che ha la sua ragion d’essere proprio nella specificità del territorio, primo arenile d’Italia, e nella sua forte attrattività turistica. Con questo nuovo progetto, che arricchisce i servizi sanitari e di accoglienza già messi in campo da anni dal litorale veneto nei confronti delle persone con difficoltà motorie o con disabilità, le spiagge di Jesolo, Caorle, Eraclea e Bibione si dimostrano inclusive e a misura di famiglia, non solo per i turisti ma anche per i propri residenti». Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA
Caorle
Valori rientrati nella norma, si torna a fare il bagno Revocato il divieto: si torna a fare il bagno da Falconera a Duna Verde. L’Arpav ha comunicato gli esiti dei nuovi campionamenti eseguiti domenica in 15 punti dell’arenile di Caorle, tutti con valori entro i parametri anche per quanto riguarda la concentrazione batterica: il sindaco Luciano Striuli ha quindi revocato l’ordinanza con la quale venerdì pomeriggio era stato imposto lo stop alla balneazione dalla spiaggia di Duna Verde a quella di Falconera. «Sapevamo che i parametri sarebbero immediatamente rientrati nei limiti di legge – commenta il primo cittadino – perché le nostre acque sono pulite, come testimoniano le numerose bandiere blu che Caorle ha conseguito nel corso degli
anni». L’ordinanza temporanea emanata dal sindaco era frutto dei dati emersi in seguito ai campionamenti eseguiti nella stessa giornata da Arpav Veneto che avevano accertato la presenza di un’inusuale concentrazione batterica in 12 dei 15 punti di campionamento posti lungo il litorale di Caorle. Solamente la spiaggia della
Brussa si era salvata perchè i campioni raccolti nei tre punti di prelievo posti al largo di Vallevecchia erano risultati a norma. L’insolita presenza di batteri era dovuta alle piene dei fiumi (lungo la costa di Caorle sfociano il Livenza e il Nicesolo) che, ingrossati dalle piogge di maggio, avevano scaricato in mare acque non depurate. Proprio ieri il circolo Legambiente Pascutto Geretto Veneto Orientale ha denunciato il problema degli scarsi investimenti eseguiti nella fascia pedemontana, nella linea delle risorgive trevigiane e nel Basso Friuli sul ciclo delle acque, con conseguenti ricadute negative sulle località del Veneto Orientale che, invece, molto hanno fatto per garantire un’adeguata depurazione. Riccardo Coppo
Un monologo teatrale con protagonista un australopiteco che riflette sulle sorti dell’umanità con accento critico, a volte ironico, esponendo eventi scientificamente certi e valutazioni personali, fino a far emergere le contraddizioni e le criticità della nostra specie, ed in particolare del nostro rapporto con la natura e l’ambiente. L’iniziativa, presentata ieri al foyer della Magnolia del teatro “Russolo”, è promossa da Asvo spa. Lo spettacolo “Evoluzione. Riflessioni postume di un australopiteco”, ideato da Achab Group, rete di comunicazione ambientale, è in programma il 19 giugno, alle 21, al “Russolo”. La parte introduttiva racconta da dove veniamo, chi siamo, come l’ambiente ci ha forgiati. La seconda parte descrive il nostro attuale rapporto con l’ambiente, i danni che stiamo facendo, le criticità che dovremo affrontare. La parte finale affronta il tema delle responsabilità, della consapevolezza come elemento distintivo della nostra specie e delinea gli scenari futuri a cui andiamo incontro. La conclusione è aperta, lascia il pubblico sospeso tra due esiti possibili: uno positivo, l’altro negativo. Ingresso è libero fino ad esaurimento posti; è possibile prenotare al sito www.evoluzione.eventbrite.it. Alla presentazione dell’evento era presente, oltre al presidente di Asvo, Luca Michelutto, anche il sindaco Senatore, che ha espresso soddisfazione per la collaborazione con Asvo dato l’obiettivo comune di attenzione, salvaguardia e ripristino del territorio. «L’auspicio – ha detto - è che queste azioni di sensibilizzazione spingano i cittadini a sentire il dovere di conservare l’ambiente, a vantaggio non solo della bellezza del territorio ma soprattutto del futuro delle nuove generazioni». «Evoluzione – ha aggiunto Paolo Silingardi, presidente di Achab Group e autore del testo - non intende dare consigli ma innescare delle riflessioni sulle dinamiche evolutive e sulla reazione della natura alle nostre azioni». Ad interpretare l’australopiteco sul palco sarà Saverio Bari, che ha curato l’adattamento del testo e la regia. T.Inf.
Elezioni 2020, Tollon ribadisce l’altolà alla Senatore PORTOGRUARO «Ad oggi non ci sono le condizioni per riproporre una candidatura di Maria Teresa Senatore nel 2020; il nostro partito ha il dovere di avanzare un suo candidato». Il segretario provinciale della Lega, Luca Tollon, traccia il quadro dei risultati delle ultime amministrative nel Portogruarese e lancia la sfida per il rinnovo della carica n.1 a Portogruaro, ribadendo l’alltolà alla sindaca attuale. «C’è grande soddisfazione per il risultato della Lega - osserva Tollon - non solo per le europee, consultazione che ha visto il nostro partito ottenere in Veneto il 49,88 per cento, con ottime percentuali anche
nei Comuni del Portogruarese, ma soprattutto per quello per le amministrative con la riconferma di Odorico e Gasparotto a Concordia Sagittaria e Gruaro e la vittoria di Luvison ad Annone Veneto. A Cinto Caomaggiore sapevamo che contro Falcomer la competizione sarebbe stata difficile». Archiviata la tornata, l’obiettivo della Lega è ora quello di organizzare le truppe in vista delle regionali del 2020, con i militanti pronti a sostenere il terzo mandato del presidente Zaia, mentre grande attenzione verrà posta nell’individuazione di candidato e quadro delle alleanze per le le amministrative di Portogruaro. «Dobbiamo ascoltare i nostri iscritti - continua Tollon molti chiedono un segnale di di-
scontinuità. Useremo i mesi estivi per fare il punto della situazione».
RAPPORTO LOGORATO Intanto l’assessore Geronazzo, referente locale di Forza Italia, avrebbe chiesto un incontro, assieme al sindaco Senatore, al vicegovernatore Forcolin ed allo stato maggiore leghista per cercare di rinsaldare un
«NOI PARLIAMO CON TUTTI MA STAVOLTA IL SENTIERO È STRETTO I NOSTRI ELETTORI CI CHIEDONO UN SEGNO DI DISCONTINUITÀ»
SEGRETARIO LEGA Luca Tollon
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rapporto che si è logorato negli ultimi anni, a causa di alcune decisioni prese dalla prima cittadina che non sarebbero state sottoposte al vaglio dei consiglieri della Lega. «A fronte dei numeri ottenuti dalla Lega conclude Tollon - a Portogruaro è impensabile per qualsiasi candidato del centrodestra arrivare al ballottaggio senza il nostro appoggio. E’ quindi prevedibile che il sindaco e gli esponenti politici a lui vicini cercheranno di chiudere un accordo con noi. Noi abbiamo sempre parlato con tutti, ma il sentiero in questo caso è assai stretto e sono convinto che il nostro elettorato non capirebbe una decisione di questo tipo». T.Inf. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La presentazione dello show
AL RUSSOLO IL MONOLOGO “RIFLESSIONI POSTUME DI UN AUSTRALOPITECO” LA NOSTRA SPECIE STA DISTRUGGENDO LA TERRA
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Topi rosicchiano la fibra: salta la linea web Aziende pubbliche, banche, Poste, negozi, ditte private: tutti in mezza provincia di Belluno restano senza web. La colpa? Dei topi che hanno rosicchiato la fibra ottica.
Miss sfregiata a una gamba fa causa: «Non posso più sfilare» Paola Turci con lo sfregio alla guancia continua a cantare, una modella sfila con un braccio artificiale: trasformare i propri difetti in virtù è sintomo di carattere. (utente: In vino veritas)
Mercoledì 5 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Il commento
Un accordo solido e vero o è meglio andare al voto Marco Gervasoni
segue dalla prima pagina
(...) rapporti di forza; anche se quelli parlamentari, che fanno i 5Stelle di gran lunga prevalenti, non sono cambiati. Altra logica vorrebbe che Salvini facesse cadere il governo e capitalizzasse il risultato delle recenti elezioni. Purtroppo però non sempre, anzi quasi mai, i processi politici seguono una logica cartesiana, perché devono tenere conto del concreto e della contingenza, e anche di resistenze solidissime. Quello che frena Salvini è il timore di affrontare una campagna elettorale con la procedura d’infrazione europea probabile, e poi la necessità di ricostruire un’alleanza anche con Berlusconi, che il leader leghista non desidera. Senza contare altri due fattori: la volontà di moltissimi deputati, soprattutto appartenenti al Movimento 5Stelle ma non solo, di mantenere il loro scranno, che li spingerebbe ad appoggiare altri governi, in cui il peso di Salvini rischierebbe di essere inferiore. E poi
un dato storico: chi ha provocato la caduta di un governo ne ha sempre pagato un prezzo alle urne, anche quando queste si sono concesse diverso tempo dopo. Non c’è dubbio quindi che la resistenza del concreto, e anche degli interessi materiali, favorisca Di Maio, che invece non ha ovviamente nessuna intenzione di recarsi al voto, anche perché, giusta la regola dei due mandati, non potrebbe neppure essere candidato. Tanto è vero che ieri egli ha proposto un sostanziale nuovo governo, in cui i ministeri importanti siano assegnati alla Lega. Un regalo? Mica tanto: all’onore di aumentare di ministeri, Salvini si troverebbe a dover rispondere dell’onere di una manovra finanziaria che si annuncia pesantissima. Dati questi rapporti di forza, si prevede allora che si continui così, con questi stop and go ma anche con la paralisi degli ultimi mesi? Se questo fosse l’intento, sarebbe una pessima soluzione. Il Paese ha bisogno di molto, ma soprattutto di uno choc produttivo, di crescita, di
aprire cantieri, di far crescere gli investimenti attraverso la riduzione della leva fiscale. Si tratta di interventi che richiedono un governo minimamente coeso sugli obiettivi da raggiungere. Quindi o Salvini e Di Maio raggiungono un nuovo accordo solido, e magari si mettono a stilare un nuovo contratto, che ovviamente tenga in considerazione il risultato del 26 maggio. Oppure è meglio che si vada al voto, senza avanzare considerazioni, pure dotate di fondamento, sulla campagna elettorale estiva e sul fatto che mai si è votato in settembre. In tutto questo, chi pensasse che Conte possa svolgere da potere di sblocco si illude. La nostra Costituzione concede magri poteri al presidente del Consiglio, primus inter pares, tanto che anche premier legittimati dal voto, come Berlusconi e Prodi, quando sono entrati nella stanza dei bottoni si sono accorti che molti non funzionavano. Figuriamoci per un presidente del Consiglio che non ha truppe, non dispone di voti, è stato scelto come garante e mediatore di un contratto che nel frattempo le cose hanno portato ad essere carta straccia. Che il premier ora si spinga verso retoriche quasi golliste, dopo che le Europee hanno premiato il partito a cui lui è meno vicino, è piuttosto un segno di debolezza che di forza. E, a volte, la debolezza spinge a compiere azioni che producono l’esatto opposto degli effetti desiderati. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’Osservatorio
I tre fronti per la concretezza della responsabilità sociale Vladi Finotto* on sorprende che i nordestini dimostrino attenzione verso la responsabilità sociale d’impresa: nella terra dei distretti in cui le relazioni sociali e i beni comuni territoriali – la fiducia, la cultura, il paesaggio – sono stati l’innesco del fare impresa, verrebbe da pensare che la responsabilità sia questione di Dna. Non si può che essere felici che il nesso tra impresa e comunità che ha segnato la storia di molto capitalismo nordestino, da Marzotto alla miriade di piccoli imprenditori che hanno dato molto ai propri territori e alle loro genti, sia diventato comune sentire. Esistono molte storie, tuttavia, a fare da controcanto. Le vicende delle banche venete o dei Pfas sono gli esempi più eclatanti di un divario tra una retorica virtuosa e dei comportamenti ben poco coerenti. La sfida per il nostro territorio e la sua economia sta nell’eliminare questo scarto. Tre sono i fronti su
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La vignetta
La fotonotizia
Ubriaco alle nozze, Cage divorzia dopo 3 mesi Nicolas Cage ha divorziato da Erika Koike, la donna che aveva sposato a marzo a Las Vegas, matrimonio per il quale aveva chiesto l’annullamento solo quattro giorni dopo aver detto sì. Tra le cause della richiesta di divorzio, riporta People, il fatto che sia Cage che Koike fossero “troppo ubriachi” per comprendere l’importanza del passo e la scoperta che la neosposa aveva un’altra relazione.
cui concentrarsi. Il primo è il ripensare il modelli di business delle imprese: la responsabilità sociale non deve essere auto-limitazione (non danneggiare) ma deve diventare motore di generazione del valore, elemento che caratterizza in modo chiaro prodotti e servizi offerti dalle imprese. Il progetto Bumobee della Regione Veneto e dell’Università Ca’ Foscari che accompagna le piccole imprese verso la certificazione di società “benefit” rappresenta un importante passo in questa direzione. Un secondo fronte è costituito dalla geografia della responsabilità. L’outsourcing e la delocalizzazione delle attività produttive hanno moltiplicato le richieste di aiuto da chi, nel nordest, è rimasto spiazzato dalla globalizzazione: disoccupati, imprenditori costretti a chiudere, città svuotate di economia. Alle richieste di aiuto molte imprese hanno risposto sponsorizzando e sostenendo iniziative a favore delle comunità locali. Le nostre però imprese giocano su uno scacchiere globale e nel gestire processi produttivi e forza lavoro altrove devono mostrare la stessa sensibilità mostrata a casa. La responsabilità è tale a tutto tondo, in tutto il mondo. Il terzo e ultimo fronte è quello in cui si pongono i semi per lo sviluppo futuro e sostenibile nel tempo dei territori e delle comunità. Il futuro del Nordest è legato al tornare a essere attrattivo per i nostri giovani più talentosi, oggi sempre più orientati a cercare altrove ciò che non sembrano più trovare a casa, e cominciare a esserlo per quelli stranieri. Si tratta di dare vita a spazi pubblici e ambienti organizzativi in grado di soddisfare, celebrare e valorizzare i millennial, dare loro orizzonti soddisfacenti ed entusiasmanti di vita e lavoro. Su questi tre fronti il Nordest può dare concretezza a una responsabilità che rischia di rimanere, altrimenti, retorica che prima o poi una crisi smaschererà con tutte le ripercussioni negative, anche economiche, del caso. *Docente management ed economia aziendale Ca’ Foscari
L’intervento
Grandi Navi, Marghera è l’unica soluzione possibile e più concreta Pier Paolo Baretta a ormai molti anni, da quando, cioè, la loro aumentata dimensione ha reso evidente a tutti che non si poteva più consentire il transito delle grandi navi nel delicato tratto del bacino di San Marco e del canale della Giudecca, ci siamo, come ben sappiamo, divisi sulla soluzione ambientalmente compatibile che salvasse questa importante attività economica. Personalmente sostengo da tempo la soluzione Marghera, nella versione prospettata dal progetto di D’Agostino. Definitiva, cioè, e senza passaggi intermedi o transitori, senza scavo di nuovi
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canali. Mi è sembrata - e mi sembra tutt’ora - la soluzione più concreta, in equilibrio tra la salvaguardia della città e la tutela del business e del lavoro collegato a questo specifico traffico marittimo. La costruzione, in progressione, del terminal alla fine del canale Brentelle consente, intanto, un utilizzo immediato di quegli spazi, riqualificando una area tutt’ora degradata. Il tempo trascorso tra la formulazione di questa proposta ed oggi è tale che saremmo già a buon punto nella realizzazione della nuova area portuale passeggeri. La Marittima, che è stata, in questi anni, oggetto di importanti
investimenti, può assolvere benissimo al duplice compito di porto turistico per imbarcazioni private di un certo rilievo e traffico di medie dimensioni, nonché di un’importante area convegnistico culturale, d’intesa con Biennale e le altre istituzioni Veneziane (la disgraziata sorte del padiglione “Acque” fa riflettere sulla assenza di una strategia progettuale di ampio respiro). Come sappiamo non è l’unico progetto in campo, ma non sono molti: quello più radicale Duferco De Piccoli, che colloca il terminal alla bocca di porto del Lido e quello
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“transitorio” (?) dello scavo del canale Vittorio Emanuele. Mentre sostenevo (e sostengo) la soluzione Marghera ho però anteposto alle mie opinioni la esigenza di decidere. Qualsiasi fosse la decisone. Tant’è che negli anni nei quali sono stato al Governo mi sono battuto per far convocare il Comitatone, che finalmente si riunì nel novembre del 2017 e scelse la soluzione di compromesso. E a tale mi attengo. Ma, essendo evidente che le divisioni erano così forti che avrebbero continuato a bloccare la applicazione di quella scelta, ho più volte sostenuto pubblicamente e direttamente coi Ministri competenti a decidere che fino a che non si fosse presa la drastica decisione di firmare l’ordinanza che impedisce alle navi il passaggio per San Marco e Giudecca, saremo rimasti in un vergognoso stallo. Così è stato. Dopo domenica, però, gli indugi, già colpevoli, diventano insostenibili. Si riunisca con urgenza il Comitatone e si
confermi la decisione presa o si definisca, in maniera ultimativa, quale strada intraprendere, ma al tempo stesso, si blocchi ad una data certa il passaggio. Solo una decisione drastica in tal senso indurrà a fare il passo successivo. Lo dico soprattutto a favore di chi, come me, è tutt’ora convinto che Venezia debba conservare la caratteristica di porto di partenza e di arrivo anche di queste grandi navi. Infatti, dopo domenica, c’è un salto di qualità emotivo del tutto comprensibile nella opinione pubblica. Tant’è che se fino ad oggi si confrontavano le due concezioni: “fuori dal bacino di San Marco” e “fuori dalla laguna”, nei titoli e nelle cronache dei media mondiali di questi giorni prevale di gran lunga quest’ultima affermazione. Dove, per “fuori dalla Laguna” si mette nel conto non tanto il Lido, ma fuori da Venezia, cioè altrove... e se si continua a non decidere, sarà inesorabilmente così. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
GIORNO&NOTTE il convegno a longarone
Il ghiacciaio della Marmolada? Per Mercalli ha gli anni contati Il noto meteorologo ha parlato dei cambiamenti climatici al convegno di Ance «Il mondo è in fiamme, con picchi di 32° sull’Artico e ciò causa i disastri»
Enrico De Col LONGARONE. Cambiamenti climatici e costruzione in montagna al centro di un convegno organizzato dall’Associazione dei giovani imprenditori edili Ance Veneto. Sul palco le puntuali analisi e proposte del meteorologo Luca Mercalli e qualche spunto di autorità e aziende. L’iniziativa, denominata “Sos montagna”, è stata sostenuta anche da Confindustria Belluno Dolomiti all’interno del ciclo di incontri regionale proposto da Ance Giovani, che vuole riflettere sulle trasformazioni e punti di forza del territorio veneto. «Sfatiamo subito le bufale sui cambiamenti climatici», spiega Mercalli, «sono ormai oltre 100 anni che la scienza dice che sono causati dall’azione umana e quindi è ora di finirla di cavalcare l’ignoranza e far perdere tempo per le soluzioni, pensando solo a interessi economici come purtroppo fu nel caso Vajont. Il 2018 è stato uno degli anni più caldi della storia, tanto che tra pochi anni il ghiaccio alpino non ci sarà più. Stimo che in circa trent’anni il ghiacciaio della Marmolada sarà spacciato. È vero che il mese di maggio è stato freddo da noi, ma non facciamo provincialismo climatico e guardiamo alla scala globale: il resto del mondo è “in fiamme” con picchi di 32 gradi sull’Artico. Questi squilibri poi si riversano anche in
Un forum sul clima per concludere il Corso bellunese di cultura in ecologia L’APPUNTAMENTO
opo la Conferenza sul cambiamento climatico organizzata nel dicembre 2018 dalle Nazioni Unite a Katowice, in Polonia, qualcosa sembra cambiato nell’opinione pubblica mondiale. Ciò grazie alla determinazione della sedicenne attivista Greta Thunberg, che senza alcuna remora ha puntato il dito sulle responsabilità di politici e amministratori, facendo risvegliare la coscienza ecologista in larghi strati della popolazione, soprattutto giovanile. In Italia poi a tale inversione di rotta hanno contribuito non poco i devastanti effetti della tempesta Vaia nel Triveneto, che ci impongono di dare risposte rapide a un problema ormai indilazionabile, in particolare sulle terre alte. Nella nostra provincia il tema era stato preliminarmente inquadrato nel convegno del’8 febbraio 2019 “La tempesta Vaia: disastro o opportunità per le foreste del Nord-Est?”. Ora ecco la sua naturale continuazione, ovvero il 55° Corso di Cultura in Ecologia incentrato sui cambiamenti climatici, in corso a San Vito e Borca di Cadore, che si concluderà domani alle 17.30 con un forum aperto al pubblico a Belluno in sala Bianchi. L’iniziativa è frutto della collaborazione tra Centro studi per l’ambiente alpino-Università di Padova, Comune di Belluno, Fondazione Angelini, Dolomiti Con-
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Il ghiacciaio della Marmolada
montagna: dal maggio freddo a Vaia». Le soluzioni? «Rispettare gli esempi del passato ma stare attenti alle previsioni
«Il 2018 uno degli anni più caldi della storia, il ghiaccio alpino poco a poco sparirà» del futuro con adeguate progettazioni. Sulle Alpi per fortuna sono nate le migliori tecniche di costruzione nel segno del risparmio energetico, come le case “clima”, anche nel campo del restau-
dosoledo
Manuele Carbogno presenta “Io sono Natura” sabato all’Algudnei COMELICO SUPERIORE. Un poeta che si immerge nel paesaggio e in esso cammina con lo spirito in pace, ma pronto a ogni passo a farsi sopraffare dalla meraviglia, a sentirsi affondare le radici dentro la terra, a innalzare le fronde al cielo. Così si presenta Manuele Carbogno, nelle cui liriche si avverte nitido il desiderio primordiale di immedesi-
Ospiti illustri domani nel capoluogo Appuntamento alle 17,30 in sala Bianchi
La copertina del libro
ro, che permettono un risparmio di un decimo, producendo un circolo virtuoso che fa guadagnare territorio e imprese. Con l’aumento delle temperature in futuro anche i paesi montani, oggi in preda allo spopolamento, potrebbero tornare meta do ripopolamento che quindi una nuova occasione di sviluppo». Interventi anche di Giovanni Prearo di Anche giovani Veneto e Antonio Olivotto di Ance e dell’assessore regionale all’ambiente e protezione civile Gianpaolo Bottacin. «Dopo Vaia il plauso anche all’intervento rapido del-
le imprese», ha detto l’assessore, «il Governo stavolta c’è stato è ha già stanziato un miliardo di euro in tre anni e sta arrivando anche il fondo di solidarietà europeo con 270 milioni. Bisogna mitigare al massimo il rischio e questo lo sta facendo la Regione dove la strada della prevenzione sta portando risultati. Abbiamo un sistema di previsione all’avanguardia e un modello di gestione del territorio che ci invidiano in tutta Italia». Infine, il segretario delle Regole di Ampezzo, Stefano Lorenzi, che ha sollecitato la Regione a fare di più sulle politiche forestali. —
marsi, e forse anche di celarsi, nella Natura, con cui ha un legame indiscusso e fortissimo. Il suo è un viaggio profondo alla scoperta di se stesso e del proprio valore vitale, della bellezza della vita sussurrata fuori dai ritmi frenetici cui siamo costretti dalla società. Ed il viatico scelto per siffatta esplorazione dentro e fuori di sé è fatto da un accostamento di lemmi in sequenza, spesso preziosi, arcaici, raffinatissimi, in grado di creare assonanze e scomporre al contempo parametri all’apparenza tradizionali. Carbogno presenterà con Orazio Longo il suo libro “Io sono Natura”, edito re-
centemente da Giovane Holden Edizioni (pag. 40, euro 9), sabato alle 21 al Museo Algudnei presso il Palazzo della Regola di Dosoledo. Allieteranno la serata gli attori Alessandro Zandonella Maiucco e Giorgia Sonego, con le musiche di Lorenzo Tonon al pianoforte, Enrico Giubbarelli e il suo violino e Giuseppe Verardo al violoncello. Va ricordato che Manuele Carbogno nell’autunno del 2009 fu tra i primi giovani ad aderire al laboratorio di teatro ideato da Claudio Michelazzi a Costalissoio e poi alla ben nota compagnia, battezzata, con felice gioco di parole, “I Comelianti”. — W. M.
temporanee, Comune di S. Vito e Provincia di Belluno. Verranno presentate quattro diverse prospettive sul tema, ad iniziare da quella proposta da Francesco Rech dell’Arpav, grande esperto del clima, che discuterà in particolare sulle evidenze climatiche sperimentali. Poi l’architetto Simone Sfriso, dello Studio Tam associati, illustrerà forme di architettura sostenibili, che possano essere parte di un processo volto a garantire un maggiore equilibrio ambientale e sociale. Il filosofo Telmo Pievani, dell’Università di Padova, rifletterà su come l’uomo si
Il filosofo Pievani rifletterà sul rapporto tra uomo e crisi ambientali possa porre davanti alle crisi ambientali, certo non inedite nella storia naturale, ma mai verificatesi con tali velocità e intensità. Secondo studi recenti, la mente dell’Homo sapiens è poco predisposta ad affrontare problemi come questo, che richiedono uno sguardo globale e una visione lungimirante, e ciò rende quindi la situazione ancora più critica. Chiuderà la serie di interventi la prof. Marinella Davide della Cà Foscari di Venezia, che fornirà una panoramica della dimensione economica dei cambiamenti climatici . Dalle 19 alle 19.45 la discussione. — Walter Musizza
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Il meteo e la nostra salute: incontro dello Spi Cgil BELLUNO. “Clima, allevamen-
ti intensivi, salute”: è il titolo dell’iniziativa voluta e organizzata dallo Spi Cgil del Veneto su un tema di grande attualità come quello del cambiamento climatico. Si tratta di un ciclo di conferenze che prenderà avvio domani alle 16.30, nella sala Muccin del centro Giovanni XXIII. «Sentiamo la nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente in cui viviamo e l’impronta che quotidiana-
mente lasciamo con i nostri usuali gesti», ha sottolineato Maria Rita Gentilin, segretaria Spi Cgil di Belluno, «tutti dobbiamo essere uniti nel rispetto del clima, dell’aria, dell’acqua del sole». Si comincia così con gli interventi di alcuni medici ed esperti in materia come Marcello Malacarne, medico veterinario Usl 1, Giorgio Mondin, tecnico di prevenzione Usl 1, Guido Mattera, di Federconsumatori Belluno. —
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Primo Piano
Mercoledì 5 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Grandi navi, le polemiche CROCIERE MESTRE Un ministro dei Trasporti che chiama a Roma tutte le istituzioni veneziane e venete per mostrare una lettera che avrebbe inviato al presidente del Porto per chiedergli lumi su Chioggia e le bocche di Malamocco e Lido; lo stesso ministro che ora sembra tornare a bocciare sia Marghera sia il canale Vittorio Emanuele III senza, però, documentare queste bocciature lascia basite le istituzioni veneziane. «Toninelli “sembra” sempre ma non si capisce mai. Anch’io risponderò sembra quando finalmente ci dirà qualcosa» ha sbottato ieri mattina il sindaco Luigi Brugnaro mentre guardava le ruspe che demolivano il vecchio mercato fisso di Mestre per ricostruirlo nuovo. Adesso il ministro dei Trasporti dice che il progetto per spostare le grandi navi a Marghera non esiste. «E invece c’è eccome, e deve passare per il canale Vittorio Emanuele III, l’ha ripubblicato giusto oggi (ieri per chi legge ndr.) un giornale locale, e quel progetto l’ha scelto il Comitatone del 7 novembre 2017, l’unico fatto finora perché Toninelli di Comitatoni non ne ha convocato uno, eppure è il luogo dove si prendono davvero le decisioni».
ASPETTARE IL DISASTRO Brugnaro ieri mattina era sereno ma allo stesso tempo parecchio arrabbiato perché «per fortuna stavolta non ci sono stati morti, ma non possiamo stare ad aspettare che accada il disastro, servono intanto le soluzioni immediate, dobbiamo spostare le navi». E, invece, per il sindaco di Venezia il ministro dei Trasporti e il suo Movimento 5 Stelle «bloccano tutte le procedure burocratiche già messe in piedi, poi le fanno rifare e alla fine se ne vengono fuori con un “ah non ce l’hai fatta”. E non ce l’ho fatta no, se tu mi blocchi. È un partito a tempo: succede qualcosa, scattano quelli con le bandiere e i cartelli, come per i tornelli, stessa cosa. Dopodiché aumentano sempre la posta: ieri ho sentito il prof. Luigi D’Alpaos, la massima autorità in materia di ingegneria idraulica, dire che non solo le navi da crociera ma anche quelle commerciali devono uscire dalla laguna. Questa è la gente che stiamo ascoltando da 20 anni, che sta rovinando il
IL MINISTRO VENEZIA Nessuno scavo in laguna si farà senza conoscere esattamente il tipo di fanghi. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ieri a Torino con il premier Giuseppe Conte per il “Clean air dialogue”. Logicamente, dopo l’incidente di domenica della Msc Opera, era inevitabile parlando con i giornalisti che l’accento non cadesse su Venezia e sulle grandi navi.
Brugnaro: «Toninelli fa solo confusione» Il sindaco arrabbiato per le ultime dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture «Questi bloccano tutte le procedure in piedi, idee pessime e senza una logica» `
Paese. La libertà totale di esprimere le proprie opinioni, come la libertà dell’artista di dipingere le navi, del fotografo di riprenderle come Berengo. È normale ed è abbastanza logico, basta che non facciano i santi. Berengo ci ha guadagnato con quelle foto e non ha devoluto niente al Comune. E’ un lavoro, ci sta, ma non vorrei che denunciare diventasse un lavoro, perché noi, invece, il problema vogliamo e dobbiamo risolverlo. E noi abbiamo indicato più volte qual è la soluzione». Vale a dire il canale Nord di Porto Marghera, che a Toninelli proprio non va giù. «Bè, se Toninelli vuole trasferire anche Porto Marghera lo dica ai lavoratori, se ne prenda la responsabilità. Ma attenzione che questo è il modo per deindustrializzare il Paese: prima non si decide, poi si fa confusione. Non ha un progetto, ora dice Chioggia, o Malamocco, o ancora Lido. Sono idee pessime senza una logica, tutte ipotesi che son anni che diciamo che non si possono fare
«ANCHE LA ZES E’ FERMA AL PALO ALCUNI DICASTERI ANDREBBERO SPOSTATI ALTRIMENTI NON SE NE ESCE»
per una serie di motivazioni che sono state studiate ed elencate. Fintanto, però, che questo genio fa i progetti che un domani, se sarà ancora lui ministro, capirà che non si realizzano, risolviamo almeno l’emergenza. E invece non ce la fa, e tutta la struttura ministeriale credo sia abbastanza scoraggiata quando si ha un ministro così».
LA SCURE DEI COSTI-BENEFICI
LA “MSC OPERA” IN MARITTIMA La nave, dopo l’incidente di domenica mattina, è già stata riparata ed è pronta per partire non appena le autorità daranno il via libera; a fianco il sindaco Luigi Brugnaro
Il ministro dell’Ambiente: «Nuovi scavi nei canali solo dopo le analisi sui fanghi»
stra direzione generale».
LA DECISIONE CONDIVISA
AMBIENTE ED ECONOMIA
In ogni caso, anche Costa ha garantito che il 30 giugno è la data limite entro la quale una decisione sulle grandi navi verrà presa, spiegando anche che il Governo non intende passare sulla te-
Finora è emerso che il sito ex cantiere del Mose a Santa Maria del Mare è stato ritenuto un pochino più indietro rispetto ad un’ipotesi Lido San Nicolò (a ridosso della diga foranea) oppure
FANGHI INQUINATI Una draga in azione sui canali portuali per il mantenimento della profondità. Nella foto cerchiata, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa
I FANGHI Costa ha fatto capire che se si dovrà scavare il canale Vittorio Emanuele (circa 600mila metri cubi di fanghi) bisognerà prima sapere quanto sono inquinati. Per analogia, dovrebbero esserlo molto, visto che i fanghi scavati nei canali portuali, come ricorda l’urbanista ed esponente ambientalista Stefano Boato, presentavano concentrazioni elevate di elementi come cromo, bromo e mercurio.
sta della città e del territorio. «Ribadisco quello che ha detto Toninelli - ha continuato - con molta serenità entro il mese di giugno vedrà la luce la proposta che il governo farà. Ma l’importante non sarà quale proposta, ma il fatto che queste siano condivise con il territorio. Altrimenti si fa una proposta contro qualcuno, mentre le proposte si fanno insieme. E questo “qualcuno” è la Regione Veneto, il Comune di Venezia e i Comuni rivieraschi». Questa frase, quindi, dovrebbe mettere al riparo da eventuali colpi di teatro governativi. I siti su cui si stanno facendo approfondimenti sono stati individuati dal ministro Toninelli e dai suoi tecnici senza fare riferimento ai criteri finora ritenuti fondamentali dal Mit, vale a dire l’accessibilità da terra oltre che l’accessibilità nautica e i la facilità di collegamento.
VOGLIO SAPERE «A me - ha detto il ministro - interessa sapere che cosa significa scavare i fanghi, che tipo di fanghi sono e dove sarebbero collocati in via transitoria o definitiva. È un tecnicismo al quale sta lavorando la no-
LA DECISIONE CHE ARRIVERÀ ENTRO IL 30 GIUGNO SARÀ CONDIVISA CON IL TERRITORIO NON CONTRO»
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Bastassero le crociere, non c’è un settore dove non sia intervenuta la scure dei “costi benefici”: «Passi l’avere idee diverse, qui però non ci sono idee. Stanno seduti lì ad aspettare, ciondolare, a fare sta cosa dei costi benefici, che, per carità, tutti condividiamo: è una bella frase, è giusto controllare. Ma poi bisogna decidere. E invece è passato un anno e non puoi dirmi che non sapevi niente. Sulle crociere, e pure sul Mose. Dov’è il Mose? Boh, domandalo a Toninelli. E le bonifiche, dove sono le bonifiche? Domandalo al ministro dell’Ambiente. Dove sono finiti questi personaggi? È un anno che governano, sono stati votati con una cultura ambientalista perché si voleva cambiare ma hanno insabbiato tutto». Pure la Zes è finita sotto la sabbia. «Hanno fatto un incontro a Roma e il presidente di Confindustria l’ho sentito molto amareggiato, questi non aprono un bel niente. Secondo me alcuni dicasteri vanno proprio spostati, spostate le persone, scelgano loro, altrimenti con questo Governo non se ne esce». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA
utilizzando le banchine del porto di Chioggia. Entrambe le soluzioni contengono criticità: un porto al Lido significherebbe rovinare una delle spiagge più prestigiose al mondo, poiché è pacifico che con le navi davanti difficilmente la gente sarebbe invitata a fare il bagno. A Chioggia bisogna invece fare i conti con i bassi fondali (si calcolano circa 6 milioni di metri cubi di fanghi da scavare), con la scarsa lunghezza delle banchine e la presenza di un deposito enorme di Gpl. «La salvaguardia dell’ambiente - è ritornato il ministro - è il tema che mi sta più cuore. Voglio sapere se i fanghi La questione dei fanghi da scavare, ad esempio: sono caratterizzati? La loro eventuale rimozione può provocare problemi alla laguna? Questi i problemi tecnici che ho sottoposto a Ispra e alla Regione. Dobbiamo -ha concluso Costa salvaguardare l’ambiente ma non deprimere per questo l’economia. Secondo me le due cose possono collimare e stiamo lavorando tutti assieme per arrivare ad una proposta condivisa con il territorio». Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE ATTUALITÀ
Mercoledì 5 Giugno 2019 Corriere del Veneto
Salvaguardia I fronti aperti
«Crociere, Mose, Marghera va cambiato qualche ministro»
● Il designer Nuvolari: «Aereivietati sopraVenezia Elenavi?»
Il sindaco attacca Toninelli: non decide mai, con lui conseguenze devastanti «Queste persone stanno rovinando il Paese. Passino le idee diverse, ma qui le idee non ci sono proprio. Ci sono le grandi navi, ma anche il Mose, sempre responsabilità del ministro alle Infrastrutture Toninelli. Poi ci sono le bonifiche, che stanno in capo al ministero dell’Ambiente. È un anno che governano, non possono più dire che non sanno niente. Alcuni dicasteri vanno spostati, vanno cambiate le persone: le scelgano loro, ma restando così non se ne esce». Il sindaco Luigi Brugnaro, non si risparmia. Per lui Danilo Toninelli si è solo trincerato dietro a un «non parere», una strategia che rischia di avere conseguenze devastanti. Il ministro ha bocciato Marghera e sembra anche il Vittorio Emanuele. «Ha detto bene: sembra. Toninelli «sembra» sempre, ma non decide mai. Stiamo aspettando che ci dica lui qualcosa. Ha detto che non c’è un progetto, ma quale? Bisogna passare per il Vittorio Emanuele, c’è già il canale. Fermando l’iter avranno la scusa per dire che non ce l’abbiamo fatta. È un partito che funziona a tempo: succede qualcosa, scattano gli attivisti con le bandiere e dietro la troupe televisiva già pronta. Era la stessa storia con i tornelli per l’accesso alla città». VENEZIA
In commissione di Alberto Zorzi
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Zona speciale Anche sulla Zes non c’è alcuna apertura, è stato rimandato il problema
Le proteste e le ipotesi alternative però si ripetono da tanto tempo. «Sì ma alzano sempre la posta: ho sentito il professor D’Alpaos, ha detto che non solo le navi da crociera ma anche quelle commerciali, dirette a Porto Marghera, devono uscire dalla laguna. Questa è la gente che stiamo ascoltando da vent’anni». Sul tema si sono espressi in tanti, non solo tecnici o politici.
«Libertà totale di esprimere le proprie opinioni, come l’ha avuta Banksy con la sua performance o il fotografo Berengo Gardin. Basta che non facciano i santi: Gardin con la sua mostra ha guadagnato soldi e non ha devoluto nulla alla città». Perché il ministro Toninelli vuole spostare le navi da Venezia? «Guardi, se il ministro vuole trasferire tutta Porto Marghera venga a dirlo lui ai lavo-
ratori. Però attenzione questo è il modo per de-industrializzare il Paese. Prima si evita di decidere, poi si fa confusione, ma il ministro è lui: si assuma le sue responsabilità. Per fortuna non ci sono stati dei morti questa volta...» Pare che l'ipotesi più accredita sia il terminal a Chioggia. «Dice Chioggia, ma ha detto anche Lido e Malamocco, sono idee pessime, senza una logica. Io ho cercato di non polemizzare, ma sono anni che ripetiamo come queste non siano alternative percorribili. Abbiamo proposto una soluzione immediata, nell’attesa dei suoi progetti che un domani, se sarà ancora ministro, vedrà che non si possono fare. Ma non ce la fa, e tutta la struttura dietro di lui credo sia scoraggiata dovendo seguire un ministro del genere. Noi facciamo quello che possiamo, ma sono temi nazionali. Al plurale? «C’è anche il Mose, sempre responsabilità di Toninelli. Che fine ha fatto? Ci sono i soldi delle bonifiche per Porto Marghera, che aspettiamo dal ministero dell’Ambiente. Dove sono finiti? Hanno insabbiato tutto. Anche sulla Zes non c’è alcuna apertura. Bisogna cambiare alcune persone, o non se ne esce». Giacomo Costa
La girandola continua e ora tornano le tinte fosche sull’emendamento Mose. Ieri la Ragioneria dello Stato ha ribadito le sue perplessità sulla copertura economica del testo che prevede la nomina di un commissario «sblocca cantieri», l’avvio del trasferimento dei 265 milioni di euro di legge speciale e la creazione di una «struttura pubblica» per la gestione e la manutenzione delle dighe mobili. Ed è proprio quest’ultimo punto su cui il ministero dell’Economia ha manifestato più di qualche riserva. Il Mose, secondo le stime, costerà dagli 80 ai 100 milioni di euro: tanti, troppi soldi, che già avevano creato uno scontro politico tra Roma e il Veneto e ora rischiano di far saltare l’emendamento o di farlo passare «a metà». Per ora la commissione Bilancio l’ha accantonato, oggi è un altro giorno. Inizialmente infatti i tecnici del ministero delle Infrastrutture avevano ipotizzato che
● Il sindaco Luigi Brugnaro ha di recente polemizzato più volte con il ministro Danilo Toninelli, non solo sulle grandi navi ● C’è infatti il tema del Mose e il sindaco, con il governatore Luca Zaia, ha detto «no» all’ipotesi del ministero che anche Regione e Comune pagassero una quota parte dei costi di gestione e manutenzione delle dighe ● Brugnaro attende risposte anche su bonifiche e zona economica speciale
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Il testo «sblocca-dighe» accantonato al Senato «Non ci sono i soldi» Stop del ministero, oggi il voto. Resta il commissario
VENEZIA
I nodi
tutti i soggetti membri della «struttura pubblica» avrebbero dovuto mettere un «chip», come al tavolo da poker per giocare: 15 milioni a testa i quattro ministeri e la Regione Veneto, 10 milioni Comune e
Città metropolitana e 5 milioni il Porto. Il governatore Luca Zaia e il sindaco Luigi Brugnaro sono subito saltati sulla sedia, contestando l’ipotesi di dover pagare la manutenzione del Mose di tasca propria,
anche se solo in parte e anche se si era pensato a un’integrazione ad hoc del contributo di sbarco per i turisti. A quel punto il ministero aveva prima riscritto il testo senza più citare la struttura, poi aveva
Il colpo a Fusina
Cantiere nautico «ripulito» dei motori La banda in azione con un furgone
S
ono entrati quando i cantieri erano chiusi e, in poco tempo, hanno ripulito le barche presenti in rimessaggio, portando via senza troppe cerimonie i motori fuoribordo su cui riuscivano a mettere le mani. Li hanno caricati a bordo di un furgone, un mezzo commerciale bianco come se ne vedono a decine, poi si sono volatilizzati. Una banda di ladri ha fatto razzia in un cantiere di tappezzerie nautiche a Fusina, mettendo in scena un colpo che poco ha a che fare con i piccoli furti che da oltre un anno interessano i «barchini»
ormeggiati sulle rive di Mestre. In questo caso i delinquenti sembrano essersi bene organizzati, il metodo tradisce un’impronta «professionale» e il mezzo pronto per la refurtiva e la fuga allontana l’ipotesi di una semplice bravata. Ancora da definire l’entità esatta dei danni, che potrebbe essere formalizzata oggi in una denuncia alle autorità. Non sarebbe comunque la prima impresa della banda, che già nei mesi scorsi ha colpito altre strutture della terraferma, sempre a caccia di motori nautici. (gi.co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
accolto le modifiche chieste da Palazzo Balbi e Ca’ Farsetti, esplicitando che tutti i costi sarebbero stati «a carico dello Stato». Ora però quella parte torna a rischio per le osservazioni della Ragioneria. Ieri tutti gli emendamenti al decreto «sblocca cantieri» – che già sta facendo litigare Lega e M5s – sono passati al vaglio della commissione Bilancio del Senato, che ha rinviato la discussione a oggi, quando il decreto arriverà anche in aula per il voto finale. E tra questi c’era anche quello del Mose, che alla fine era stato presentato con la firma dei relatori e non del governo, ma che è stato accantonato. I 5 stelle credono molto nei commissari e dunque vorrebbero salvare quella parte. «Secondo noi si trova una soluzione però stiamo facendo gli ultimi approfondimenti del caso», ha dichiarato il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia durante i lavori della commissione Bilancio. La nuova figura avrebbe un ruolo di stazione appaltante e potrebbe usufruire delle strutture del Provveditorato. Resta poi da capire come si relazionerà con gli amministratori nominati dall’Anac alla guida del Consorzio Venezia Nuova. L’altra questione aperta sulla «struttura» è quella dei debiti, visto che la prima formulazione pareva prevedere che passassero allo Stato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA «Noto che se devo prendere un volo mi fanno buttare la bottiglietta d’acqua perché viene considerata un rischio. Se invece salgo su una nave da crociera, non viene contemplata la possibilità che vada in plancia e minacci qualcuno». Tra l’ironico e lo sbigottito, Carlo Nuvolari, designer navale tra i più noti al mondo con il suo studio Nuvolari-Lenard, abita a Venezia e di barche se ne intende, avendo disegnato yacht e super yacht che solcano gli oceani. «Gli aerei non possono sorvolare Venezia — prosegue — perché potrebbe succedere un dirottamento o un guasto tecnico, invece non si è mai ipotizzato che possa accadere alle grandi navi. Ora l’ipotesi è diventata realtà». Nuvolari non entra nel groviglio delle polemiche politiche, ma fa notare che in altre parti del mondo i terminal navali sono lontani dal centro città. «Prendiamo Miami, li le crociere non attraccano nel cuore cittadino, hanno un approdo più lontano e nessuno protesta. Diciamo che qui abbiamo un po’ viziato i turisti» commenta sarcasticamente. «Personalmente lavoro per il bello e non vedo transitare belle cose per il canale della Giudecca — continua —. Sono hotel galleggianti che nulla hanno a che fare con lo skyline di Venezia». D’altronde, «è da tempo che le navi hanno abdicato al design e per la maggior parte sono proprio brutte», ma al di là del fattore estetico «ora si è instaurata una consapevo-lezza diversa, perché il rischio del guasto tecnico esiste». E mentre in città si ripete che è stata solo questione di fortuna se l’incidente di domenica non ha avuto gravi conse-guenze, Nuvolari sottoli-nea che «l’imbarcazione fluviale che è stata investi-ta non è affatto di piccole dimensioni, ma una vera e propria nave fluviale». Adesso, però, è il momento di trovare una soluzio-ne. «L’industria crocieri-stica è consolidata e per forza di cose bisogna farla lavorare, ma questo non significa transitare per Venezia. Le grandi navi possono andare a Marghe-ra, mentre le più piccole possono essere accettate, com’è sempre stato. È impensabile avere l’attuale concentrazione senza parlare degli altri fattori di rischio come l’inquina-mento». Fiorella Girardo
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Cultura & Spettacoli
Mercoledì 5 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Esce il romanzo del rodigino Signorini Una storia che guarda al cuore del Veneto strizzando l’occhio alle trame di Buzzati
Mattia e le Stelle minori IL LIBRO attesa è finita. In un’intervista a “Il Gazzettino”, Mattia Signorini aveva annunciato la pubblicazione del suo nuovo romanzo. “Stelle minori” uscirà domani per Feltrinelli. E sabato, a Rovigo, ci sarà la prima presentazione ufficiale, in piazza Garibaldi alle 18 (in caso di maltempo in Pescheria Nuova). Un vero e proprio evento “off” di Rovigoracconta, che avrà come protagonista proprio l’ideatore di quel festival che, negli ultimi sei anni, ha fatto parlare del capoluogo polesano a livello nazionale. In “Stelle minori” il lettore abituale ritroverà tanti spunti comuni ai romanzi precedenti di Signorini: c’è lo scontro con la morte come in “Lontano da ogni cosa” e c’è l’incontro di tre ani-
L’
STELLE MINORI di Mattia Signorini Feltrinelli 16.50 euro
me come in “Ora”. Il protagonista (e voce narrante) è Zeno, trentenne che, poco prima di sposarsi, decide di fare, in un bilancio esistenziale, i conti col passato. C’è poi Nicola Sceriman, il professore di Zeno, morto nove anni prima in un tragico incidente. E c’è Agata, che all’epoca era la ragazza di Zeno e che, ora, ha qualcosa di importante da comunicare. Solo i due giovani, infatti, conoscono la verità sulla morte di Sceriman.
IN CERCA DI IDENTITÀ Il libro (che inizia, ad un funerale, come un giallo, ma che vira verso tutt’altro genere) è una continua riflessione su realtà e apparenza, sul fatto che “la percezione che hanno gli altri di noi finisce per influenzare i nostri gesti e le nostre azioni”: «Da qualche anno – spiega Signorini - siamo in un momento cruciale che riguarda le nostre identità. È difficile comprendere chi siamo, perché la realtà è filtrata da strumenti come i social, che ci portano a mostrarci sempre perfetti, belli e forti. Ma, se terremo sempre le nostre debolezze dentro, finiremo col distruggerci». L’ha forse capito Agata, l’unica a credere che, anche nelle relazioni affettive odierne, prima o poi ci debba essere una fine: «La spin-
Il saggio
La Regione celebra gli emigrati in Brasile
SCRITTORE Mattia Signorini è anche l’ideatore del festival letteraro “RovigoRacconta”
Cinema
Il programma dell’Asolo Film Festival Tra gli ospiti l’attrice Valeria Golino Prenderà il via il prossimo 20 giugno, per concludersi quattro giorni dopo, la 37/a edizione di Asolo Film Festival, rassegna dedicata ai rapporti tra il cinema e le arti visive. Il titolo scelto per quest’anno è «Il cinematografo mi fa paura. Dall’inquietudine di Eleonora Duse (1916) alla post internet art (2019). Fascinazione dell’immagine in movimento», un percorso attraverso il quale, nell’intenzione degli organizzatori, si intende indagare «lo stordimento che lo spettatore contemporaneo vive nell’era della smaterializzazione dei dispositivi e dell’esperienza poliforme che va oltre l’ambiente della sala».
I film giunti da 45 paesi sono circa 500, 50 le opere in concorso di cui 11 anteprime nazionali, tre internazionali e 16 mondiali, proposte che saranno affiancate a eventi collaterali, da conferenze a installazioni video, da videoclip a confronti con registi e critici d’arte fino a DJ-set con artisti e performer. L’evento speciale che apre ufficialmente Asolo Art Film Festival 2019 è l’inedita sonorizzazione dal vivo del film Cenere (1916, di Febo Mari), l’unico film interpretato da Eleonora Duse. Il premio Duse alla carriera sarà infine quest’anno assegnato all’attrice e produttrice Valeria Golino (nella foto). © RIPRODUZIONE RISERVATA
ta sociale odierna – prosegue l’autore - dice che l’obiettivo è solo quello di sposarsi e fare dei figli. Cioè, anche se non ce ne accorgiamo, noi cerchiamo di percorrere binari tracciati da altri. Agata vuole provare ad essere più autentica».
SCERIMAN Fondamentale, nella storia, è il personaggio di Sceriman, scrittore di successo la cui carriera si ferma nel momento di massimo splendore. Viene in mente il Jep Gambardella di Sorrentino: «In realtà pensavo a Salinger, che nel libro cito esplicitamente e con il quale gli stessi protagonisti identificano scherzosamente Sceriman. Un uomo che, con la sua luce, ha oscurato le “stelle minori”, cioè i suoi alunni. Ho voluto parlare anche del nostro rapporto con i maestri, di quel momento in cui dobbiamo decidere di crescere staccandoci da loro». In una storia che incomincia dal Veneto (a Padova) non poteva mancare un grande come Dino Buzzati: «È l’autore italiano che più mi ha formato – conclude - Il suo deserto è una metafora delle catene che ci circondano e della nostra voglia di liberarcene». Marcello Bardini © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il premio Berto si rinnova guardando ai giovani autori LETTERATURA è un grande mondo di parole, storie, pagine nel cassetto, al Sud. Ispirazioni e talenti che spesso faticano a trovare una propria luce che oggi il premio Berto vuol far emergere grazie al coraggio di piccole case editrici indipendenti. Ieri a Milano si è riunita la giuria del premio Berto. Cercando di seguire il solco dell’eredità dello scrittore, penna scomoda, amata dai lettori e digerita a fatica dall’intellighenzia dell’Italia del Dopoguerra, la giuria presieduta da Ernesto Ferrero, scrittore, critico, consulente editoriale e direttore del Salone del libro di Torino dal 1998 al 2016 e composta da Cristina Benussi, Università di Trieste, Giuseppe Lupo, Università del Sacro Cuore Milano e scrittore, Laura Pariani, scrittrice, e Stefano Salis, critico e giornalista del Sole 24 Ore ha scelto Jonathan Bazzi, con “Febbre”; Alice Cappagli, con “Niente caffè per Spinoza”; Alessio Forgione, con “Napoli mon amour”; Francesca Maccani, con “Fiori senza destino”; Lorenzo Moretto, con “Una volta la-
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dro, sempre ladro”.
I PROTAGONISTI Sono cinque opere prime che raccontano storie dure e surreali, calate, spesso, in un Sud dove la difficoltà del vivere non uccide però i sogni. «Cinque romanzi che nella diversità dei loro linguaggi rappresentano altrettante prospettive della nuova narrativa italiana - commenta Ferrero - Cinque autori che ci forniscono una mappa aggiornata delle tensioni, dei drammi e delle aperture che scuotono la società contemporanea, attraverso scritture che cercano di restituire la parola alla sua necessità e integrità». Jonathan Bazzi (Febbre, Fandango Libri) racconta coraggiosamente in stile rap la fatica di un riscatto nella periferia di una
SCELTI I 5 FINALISTI PER L’EDIZIONE 2019 IL VINCITORE SARÀ PROCLAMATO IL 29 GIUGNO A MOGLIANO VENETO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GIURIA Da destra il presidente Ernesto Ferrero; Cristina Benussi e Giuseppe Lupo e i libri dell’edizione 2019
destino, SEM) intreccia storie durissime di minori che ha raccolto in una scuola del quartiere Cep a Palermo; Lorenzo Moretto (Una volta ladro, sempre ladro, Minimum Fax) narra una drammatica vicenda familiare che è anche un episodio di malagiustizia nell’Italia di Tangentopoli.
grande metropoli; Alice Cappagli (Niente caffè per Spinoza, Einaudi) ci propone una frizzante sit-com all’italiana, con una precaria che diventa badante-lettrice di un anziano professore di filosofia. Poi Alessio Forgione (Napoli mon amour, NN Editore) dà la parola a un tenero “giovane Holden” napoletano, eterno disoccupato che coltiva il mito letterario di Raffaele La Capria; Francesca Maccani (Fiori senza
LA FINALE
Padova
Dalla Terra alla Luna, le giornate della Scienza Il 2019 si caratterizza per due grandi anniversari legati alla curiosità dell’uomo: i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e i 50 anni dallo sbarco sulla Luna. Ed è intorno a questi due grandi momenti nella storia dell’umanità che ruota la seconda edizione del Cicap Fest, il Festival della scienza e della curiosità, a Padova dal 13 al 15 settembre prossimi. “Comunicare la bellezza, la forza, l’importanza
La comunità italiana è la protagonista dei documenti riportati nel volume “L’Emigrazione italiana nel Rio Grande Do Sul Brasiliano (1875-1914). Fonti diplomatiche” di Gianpaolo Romanato - Vania Beatriz Merlotti Heredia (Consiglio Regionale del Veneto. Longo Editore Ravenna). Il libro riporta fonti diplomatiche sull’emigrazione, riproposte integralmente come testimonianza diretta e drammatica di una pagina di eroismi e sofferenze. La presentazione del volume si è tenuta a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale. Migliaia di veneti emigrarono in Brasile per trovare cibo, lavoro e libertà, rispondendo a una precisa richiesta di questo Paese che voleva fosse popolato di Comunità bianche, ma la vita non fu facile. Le caratteristiche di queste comunità erano rappresentate dalla coesione familiare ,che era punto di forza, dall’attaccamento alla religione e dall’«etica del lavoro». La capacità lavorativa del Brasile italiano è diventata una straordinaria risorsa per il Paese” ha sottolineato Romanato, sorretta da spirito imprenditoriale, autonomia, capacità innovativa e senso del rischio che hanno arricchito L’ economia nazionale”. Il libro riporta 27 relazioni dei Consoli riguardanti lo stato più meridionale del Brasile, nel periodo compreso tra il 1876 e il 1914. La presentazione è stata preceduta dalla proiezione di un filmato relativo alla città di Caxia Du Sol. (m.t.s)
della scienza - ha detto ieri presentandolo il magnifico rettore Rosario Rizzuto - è un impegno sociale a difesa della vita, della salute e dei diritti”. Promosso dal Cicap, in collaborazione con l’Università, il Comune e la Provincia di Padova, con il riconoscimento del Miur, il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Fondazione Antonveneta, il
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Cicap Fest quest’anno si intitola “Dalla Terra alla Luna” ed è dedicato al lungo viaggio della curiosità umana: da Leonardo da Vinci alla conquista dello spazio. Coinvolti alcuni tra i più bei nomi della divulgazione, della scienza e del panorama culturale italiano e internazionale, tra i quali il giornalista e fondatore del Cicap, Piero Angela. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La finale si terrà il 29 giugno a Mogliano. Al vincitore un premio in denaro di 5000 euro. Ecco che dopo aver scoperto nomi come Paolo Maurensig, Antonia Arslan, Elena Stancarelli, Paola Capriolo e Francesco Targhetta oggi il Berto cerca di intercettare nuove sensibilità. E seleziona un romanzo al ritmo di rap, una insolita badante lettrice, un giovane Holden in salsa partenopea che coltiva il mito letterario di Raffaele La Capria, ma anche le storie durissime dei minori del Cep di Palermo e un caso di malasanità che intreccia Tangentopoli. Che ritmo ha oggi il cuore della letteratura? A cosa si appassionano i giovani autori? Il premio da sempre cerca di rispondere a queste domande. E arriva a spingersi nelle piccole case editrici. A voler cercare vocazioni e coraggio. Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Pranzo nel Vicentino, il segretario sollecita un salto di qualità ai vertici Zaia, Fontana e Marcato concordi nell’affidare l’incarico al capogruppo
Lega, Salvini ai colonnelli: «In Veneto boom di voti ma il partito va rifondato» Sarà Finco il commissario IL RETROSCENA
Filippo Tosatto
U
tore annuisce. In mattinata, prima dell’inaugurazione, la coppia ha confabulato per mezz’ora al riparo da orecchie indiscrete. Forse il vicepremier ha ventilato nuovamente l’ incarico di commissario a Bruxelles (raccogliendo in tal caso un garbato rifiuto), certo si è discusso dell’agenda di governo (il “mantra” autonomia-grandi opere-sicurezza) e del riassetto al vertice lighista dopo il congedo del segretario Gianantonio Da Re, approdato all’europarlamento. IL CONSIGLIO FEDERALE
La lunga stagione congressuale avrà inizio con la scelta dei commissari destinati a traghettare la vecchia Lega nordista al nuovo soggetto tricolore. «Li nomineremo dopo i ballottaggi», ha precisato Salvini, anticipando l’imminente consiglio federale, convocato lunedì in via Bellerio. L’identikit del favorito è quello del bassanese Nicola Ignazio Finco, il capogruppo in consiglio regionale che vanta il gradimento di Zaia e del “bulldog” Roberto Marcato nonché l’influente amicizia del ministro Lorenzo Fontana, cementata ai tempi della militanza nei Giovani Padani. Le immancabili linguacce obiettano che non è esattamente uno stakanovista (al coordinamento in aula provvede la speaker Silvia Rizzotto) e che il suo mandato commissariale nella litigiosa federazione di Verona non ha prodotto granché. Ma il dado sembra ormai tratto, né le ipotesi al-
n pranzo veloce in trattoria, a Breganze: Matteo Salvini, Luca Zaia, Erika Stefani, Roberto Ciambetti, Mara Bizzotto e lo stato maggiore del partito vicentino. Reduci dal nastro bollente della Pedemontana, ringalluzziti dal boom europeo che ha proiettato la Lega veneta al 50%. Ma il Capitano frena l’euforia: «Ragazzi, qui è andata bene nonostante il partito, abbiamo un’organizzazione debole, la crescita elettorale ci impone maggiori responsabilità e una capacità di rappresentanza diversa dal passato». Al suo fianco, il governa-
Nicola Ignazio Finco, 35 anni, bassanese, capogruppo in Regione
agenzia entrate
dopo il taglio del nastro, il pd va all’attacco: spot del carroccio
ternative - la recordwoman di preferenze Bizzotto, il sindaco trevigiano Mario Conte e il dinamico parlamentare Dimitri Coin - sembrano realmente praticabili.
IN BREVE
LA PANDA E LA FERRARI
«Finalmente ambulanze e mezzi di soccorso non pagheranno più il pedaggio autostradale mentre svolgono le loro attività. Una scelta di buonsenso quella del governo, che privilegia la salute dei cittadini e, al tempo stesso, elimina inutili balzelli». Parole della senatrice leghista Sonia Fregolent.
Ma c’è un altro versante che investe il futuro immediato del Carroccio, balzato in pochi anni da minoranza ribelle ad asso pigliatutto che amministra l’intero Nord e, aldilà
C’è un picco di richieste d’iscrizione al partito ma molti ras locali frenano i tesseramenti della convulsa alleanza gialloverde, si candida ad azionista di maggioranza del Paese. Il radicamento sul territorio è tuttora garantito da una vecchia guardia instancabile nella militanza ma obiettivamente limitata nel bagaglio politico. Nuova linfa potrebbe giungere dal picco di richieste d’iscrizione che in svariate sezioni vedono professionisti e partite Iva e in evidenza rispetto al tradizionale bacino popolare; ma la campagna di tesseramento è stata congelata e molti ras locali (timorosi della concorrenza) tendono a scoraggiare più che a favorire le nuove adesioni. Un atteggiamento che fa inviperire il Matteo in felpa: «Abbiamo per le mani una Ferrari, non guidatela come una Panda», la battuta di congedo. Assai più che un consiglio amicale. —
Il mercato immobiliare cresce del 10% a 54.477 rogiti VENEZIA. Continua a crescere il mercato delle abitazioni in Veneto. Nel 2018, le transazioni sono aumentate del 10% sul 2017 confermando il trend positivo iniziato nel 2014. I contratti di compravendita sono 54.477 mentre sul fronte delle quotazioni si registra un calo (-0,5% sul 2017) con un valore medio di 1.912 €/mq nei capoluoghi e di 1.262 €/mq per gli altri comuni: questo è quanto emerge dal report dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Il testa alla classifica c’è Padova che detiene il 17,2% dei contratti seguita da Treviso (16,1%) e Vicenza (15,1%). Esaminando il dettaglio emerge che la maggior frequenza di scambi immobiliari residenziali si verifica nell’area metropolitana tra Padova, Treviso e Venezia e poi nelle zone del litorale da Caorle a Sottomarina e nelle aree tra Verona e la riviera del Garda, al top per l’offerta turistica. La città di Venezia conferma il suo primato assoluto con il valore medio più alto nei rogiti notarili: con 2.597 euro al metro quadro distanzia significativamente tutti gli altri, con quotazioni ancora inferiori ai 2 mila euro. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il commissario: la bonifica delle discariche comporta un aumento dei costi La benedizione del casello della Pedemontana con i big della Lega. A destra il commissario Marco Corsini
Corsini: «Pedemontana giusto che siano i veneti a pagarla con i pedaggi» BREGANZE. «Ma quale inaugurazione spot. Zaia ha voluto mandare un messaggio preciso: la Pedemontana è uscita dal libro dei sogni e può essere utilizzata dal traffico. Dal Veneto arriva un segnale di fiducia al Paese, abituato a festeggiare solo la posa della prima pietra. Qui siamo quasi al traguardo, con oltre il 60% dell’opera realizzata». Marco Corsini, avvocato generale dello Stato, è il commissario straordinario che ha rimesso in equilibrio i conti della Spv con il terzo atto convenzionale e la mo-
difica del project financing con il consorzio Sis di Dogliani. Tanto per riassumere, i 95 chilometri da Montecchio a Spresiano costeranno 2,3 miliardi di euro per le opere (oltre 3 con l’Iva) che diventano 12 nell’arco di 39 anni se si sommano il canone di disponibilità di 153 milioni, gli interessi e le spese di manutenzione. La Regione conta di incassarne altrettanti grazie ai pedaggi degli automobilisti con il punto di equilibrio fissato in 27 mila transiti al giorno. Il Pd, che con i governi Let-
ta, Renzi e Gentiloni ha garantito 670 milioni, non ha partecipato alla cerimonia disertata anche dai 5 Stelle, ma critica la parata della Lega con il capogruppo in consiglio regionale Stefano Fracasso. «Che si cominci a vedere la fine dell’interminabile cantiere della costosissima e impattante opera, frutto delle scelte faraoniche del duo Galan-Zaia, è certamente un fatto positivo. Considerato che i veneti la pagheranno due volte, con i pedaggi che sono il doppio della A4 Brescia Padova e con i debi-
ti a carico del bilancio della Regione, la sobrietà sarebbe stata più consona». Per quei 7 chilometri le auto di classe A verseranno 1,10 euro, quelle di classe B 1,2 mentre per i camion si va da 1,5 a 2,4 fino a 2,8 euro. «Il ministro Salvini ha voluto mostrare i muscoli, ma il Veneto non è una palestra di body building, e i conti alla fine li pagheranno i cittadini e l’ambiente», conclude Fracasso. Il ministro degli Interni, tanto per non perdere tempo, dopo aver tagliato il nastro del casello Spv a Breganze è andato in piazza Valdagno a sostenere il candidato sindaco Alessandro Burtini per il ballottaggio di domenica contro Giancarlo Acerbi del Pd. In che veste: da segretario o da vicepremier? La polemica infuria. L’avvocato Marco Corsini non entra nella contesa. «Sono soddisfattissimo perché abbiamo trasformato il project
In autostrada Stop al pedaggio per le ambulanze
Libro al Ferro-Fini Dialogo tra un giudice ed una studentessa Presentato al Ferro Fini, alla presenza di studenti e insegnanti, il libro «Arance Rosse. Dialogo tra un magistrato e una studentessa», del giornalista Gianluca Prestigiacomo, che immagina un colloquio tra Alice Grassi (figlia dell’imprenditore Libero, assassinato dalla magia) e un giudice .
Consiglio regionale Barison aderisce al gruppo Veneti Uniti Dopo l’addio a Fratelli d’Italia, il consigliere regionale Massimiliano Barison ha aderito al gruppo Veneti Uniti guidato da Pietro Dalla Libera.
con grande equilibrio e ora purtroppo dovremo tirare le somme e calcolare i costi della bonifica delle discariche: ne abbiamo ripulite una decina e il consorzio Sis ci presenterà il conto», spiega Corsini. E l’incursione del ministro dell’Ambiente Costa? Il commissario sorride, allarga le braccia, posa per la foto di gruppo con l’ingegner Elisabetta Pellegrini e dice: «Nel governo ci sono spinte e controspinte, oggi prevale la nostra. La cosa fondamentale è aver bonificato il territorio. Dogliani ha subito un sacrificio importante quando abbiamo rinegoziato la convenzione, consapevole che quello era il prezzo da pagare per completare la Spv. Non ha mai chiesto la revisione dei prezzi e non penso che ci saranno costi aggiuntivi: è ovvio che il project costa più di un appalto ma se lo Stato non ha i soldi per le infrastrutture è bene che si rivolga ai privati e accetti le condizioni del mercato. Quando sento dire che la Pedemontana la pagano i veneti rispondo: mi sembra giusto che sia così. E la Siracusa-Caltanissetta ovviamente la devono pagare i siciliani». Tutto a posto? Marco Corsini, che a Venezia con il sindaco Paolo Costa ha fatto rinascere la Fenice, non ama polemizzare perché il suo obiettivo è risolvere i problemi. «Ho sbloccato sia la Fenice che il parco San Giuliano a Mestre e ora anche la Pedemontana, che è un modello replicabile. Spero che il governo ne prenda atto. E decida in fretta di salvare Venezia dall’incubo delle grandi navi con lo scavo del canale Vittorio Emanuele».— Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Nordest
Mercoledì 5 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Non c’è solo la mafia I carabinieri: attenti alle truffe ad anziani L’Arma festeggia a Padova i 205 anni dalla fondazione «Al primo posto la difesa del tessuto economico del Nordest» `
IL BILANCIO PADOVA La parola d’ordine, alla vigilia della cerimonia per i 205 anni della fondazione dell’Arma, è “sicurezza”. E i dati parlano chiaro, con un calo consistente dei reati predatori che registrano una diminuzione tra il 15 e il 20 per cento in tutte le province venete. In particolare, le rapine a banche e uffici postali si possono ormai considerare in via d’estinzione. Quel che più impensierisce, nel caso, i carabinieri, sono le sempre più consistenti infiltrazioni mafiose nella regione. Tanto che in marzo l’operazione “Camaleonte” ha svelato come il Veneto fosse la lavatrice dei soldi sporchi della cosca della ‘ndrangheta “Grande Aracri”. A fare il punto della situazione, in occasione dell’anniversario della fondazione dell’Arma, che verrà festeggiato da tutti i comandi provinciali veneti oggi pomeriggio, alle 19, a Padova in Prato della Valle, è il comandante della Legione Veneto generale Giuseppe La Gala. «Al primo posto per noi - assicura - c’è la difesa del tessuto economico del Nordest, dove i carabinieri hanno recentemente sgominato nelle diverse province, pericolose bande di criminalità organizzata radicate al territorio regionale ma legate alle mafie tradizionali». Ma l’Arma spinge anche sulla sua caratteristica storica, ovvero la vicinanza ai cittadini, con una sempre più consistente «attenzione alle categorie sociali più deboli». Come gli anziani, vittime di truffe e raggiri, o bambini e donne, che sconta-
REATI “PREDATORI” IN DIMINUZIONE DAL 15 AL 20% IL GENERALE LA GALA: «SGOMINATE PERICOLOSE BANDE CRIMINALI»
no sulla loro pelle le violenze e i maltrattamenti in famiglia. E proprio per rimarcare questa vicinanza ai cittadini, i carabinieri escono dalle mura della caserma e festeggiano l’anniversario della loro fondazione tra la gente: «Abbiamo deciso, dopo molti anni, di tornare a celebrare il 5 giugno in Prato della Valle, perché anche i cittadini possano partecipare all’evento. Quale luogo migliore per permettere alla gente e ai turisti di vivere in prima persona uno degli appuntamenti più importanti dell’anno per i carabinieri?», ha evidenziato La Gala. E, sempre per questo motivo, è stata inaugurata anche la mostra: «Storia, ricordi e tradizioni» al Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea di Padova, al Piano Nobile dello storico bar Pedrocchi. Il taglio del nastro è stato affidato al comandante Interregionale carabinieri Vittorio Veneto, generale Enzo Bernardini. I vertici dell’Arma hanno sottolineato la fedeltà dei carabinieri al proprio compito di protezione della cittadinanza, che si esplica quotidianamente con un capillare lavoro di controllo e prevenzione. La Gala ha voluto ricordare anche «il sacrificio di Antonino Modica, l’appuntato in servizio ad Arquà Polesine, morto per salvare la vita a un camionista in Transpolesana». Il comandante della Legione ha quindi evidenziato come in Veneto si noti una generale diminuzione dei reati, in particolare dei crimini violenti e delle rapine, oltre che dei furti e dei reati contro il patrimonio. «Alle attività tradizionali si affianca poi il grande lavoro portato avanti negli ultimi anni nella lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata, che nei mesi recenti ha portato a risultati eccellenti. Parlo dell’operazione Camaleonte tra Padova e Venezia e dell’operazione Maestrale di Verona». Marina Lucchin © RIPRODUZIONE RISERVATA
CARABINIERI La presentazione della cerimonia per i 205 anni dell’Arma e la mostra aperta al caffè Pedrocchi a Padova (foto NUOVE
I numeri
93% I Comuni “coperti” dalla presenza delle caserme dell’Arma
80%
TECNICHE)
I reati commessi che vengono denunciati ai carabinieri in Veneto
I DATI VENEZIA Ci sono le due mariegole ovvero l’insieme delle regole, delle Scuole Grandi di San Giovanni Evangelista e di Santa Maria di Valverde della Misericordia, con le loro preziose miniature - recuperate sul finire dell’anno scorso dalla Public Library di Boston, dov’erano arrivate al termine di un peregrinare iniziato con un furto nei primi anni della Seconda Guerra mondiale. E ci sono “Gitana” e “Il veggente”, due falsi (con tanto di firma) di Antonio Mancini, pittore romano attivo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, dal valore di 300mila euro, bloccati da una segnalazione dell’Ufficio Esportazioni di Venezia mentre erano in rampa di lancio verso l’estero. È un bilancio positivo quello del 2018 dei carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, i militari dell’Arma che da cinquant’anni si occupano del mercato nero dell’arte, delle violazioni al paesaggio e del recupero di opere antiche trafugate nel tempo. Nel corso del 2018 infatti sono state recuperate circa 200 opere (tra falsi e furti) per un valore di 3 milioni di euro: 65 le persone denunciate per contraffazione, violazione delle norme sul paesaggio (i vincoli, ndr) e reati archeologici. «Quello dell’arte - spiega il comandante
Ritrovate a Boston opere d’arte rubate a Venezia 80 anni fa
MERCATO NERO Tra opere rubate e contraffatte (FOTOATTUALITÀ)
provinciale dei carabinieri di Venezia, il colonnello Claudio Lonardo - è il terzo mercato nero dopo droga e armi». «Non sempre i numeri - ha aggiunto la Sovrintendente ai beni culturali di Venezia, Emanuela Carpani - anche eccellenti come in questo caso, rendono idea del grande lavo-
Medici, via libera a 90 borse di studio LA DELIBERA VENEZIA Sono 90 i contratti di specializzazione medica aggiuntivi deliberati ieri, per l’anno accademico 2018-2019, dalla giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin. Le borse di studio finanziate da Palazzo Balbi con
FINANZIATE DALLA REGIONE PER I GIOVANI SPECIALIZZANDI SI SOMMANO ALLE 400 STATALI
9.795.000 euro - si sommano alle circa 400 assegnate con finanziamento statale dal ministero dell’Università e saranno destinate a giovani medici specializzandi che dovranno essere residenti in Veneto da almeno tre anni consecutivi. «Alla carenza di medici rispondiamo con un atto che va oltre la contingenza e le necessità immediate – dice l’assessore Lanzarin – Si tratta di un vero e proprio investimento sul futuro della nostra sanità. I medici, infatti, non solo si formeranno presso le scuole presenti nella nostra regione ma avranno anche l’obbligo di ruotare nel loro percorso professionale nelle strutture delle aziende sanitarie e, in particolare, presso gli ospedali Hub e Spoke del Veneto. Il numero dei
IN CORSIA Prima a lezione all’Università e poi al lavoro negli ospedali veneti
posti, nel rispetto della quota complessiva, avverrà limitatamente a quelle specializzazioni per le quali presso il sistema sanitario regionale si è verificata una più significativa carenza di professionisti». L’assessore ha ricordato che in Veneto mancano all’appello circa 1300 medici. La giunta, sempre ieri e per lo stesso anno accademico 2018-2019, ha deliberato anche l’attivazione di tre borse di studio della Scuola di specializzazione in Farmacia ospedaliera dell’Università di Padova. Un’iniziativa mantenuta da alcuni anni per ovviare alla mancanza di professionisti, che coinvolgerà coloro che vi accederanno con un contratto simile a quello dei medici specializzandi.
NEL 2018 IL COMANDO PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO HA RECUPERATO BENI PER UN VALORE DI 3 MILIONI DI EURO
ro svolto in difesa dell’arte. Copiare è reato». Un lavoro che dall’analisi dei dati regionali elaborati dal Comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, retto dal tenente colonnello Christian Costantini, sta dando i suoi frutti. I furti di opere d’arte sono scesi dai 27 del 2017 ai 19 del 2018 (-29%): i luoghi più colpiti, le case e le chiese. Diminuzione inversamente proporzionale all’aumento dell’attività di prevenzione nell’attività di controllo alle aree archeologiche (+11%), delle aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali (+16%), nei controlli degli antiquari e delle gallerie d’arte (+77%) e nei controlli a mercati e fiere: +192%. «Sono risultati importati commenta il tenente colonnello Costantini - Le opere rubate in Italia poi finiscono all’estero, dove basta il timbro dell’Ufficio Esportazioni come autentica. Spesso c’è chi compra in buona fede, ma comprare arte a basso costo non è mai un affare, vuol dire che qualcosa non va». I falsi sequestrati vengono poi confiscati, o distrutti, o restituiti al legittimo proprietario con il timbro «falso» sul retro della tela. Tra i falsi recuperati anche alcuni skyphos e crateri dell’età greca venduti in un hotel a Padova e opere originali rubate a Milano e battute all’asta in Veneto. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Veneto orientale Il voucher per prendere il sole
Mare gratis alle neo-mamme, pronti 250 ombrelloni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENEZIA Presentata ieri in Regione l’iniziativa “Vieni a partorire nel Veneto Orientale e ti regaliamo il mare”. Alle neo mamme gli
stabilimenti di Jesolo, Eraclea, Caorle e Bibione offrono 250 abbonamenti ombrellone e due lettini - del valore unitario di circa 300-350 euro.
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Primo Piano
Mercoledì 5 Giugno 2019 www.gazzettino.it
Lo schianto a Venezia
MSC OPERA La nave da crociera e il rimorchiatore dopo lo schianto avvenuto domenica in canale della Giudecca contro la banchina e un battello fluviale
Navi, Toninelli nel mirino E Chioggia si chiama fuori
vocati a Roma per una cosa simile, mentre Regione e Comune peroravano la necessità di provvedere celermente all’allontanamento immediato delle grandi navi dal Bacino di San Marco e allo scavo del canale Vittorio Emanuele. Il ministro ha risposto che la soluzione celere era da ritrovare nei tre progetti, e sul canale Vittorio Emanuele ha solo glissato».
Dopo il veto su Marghera Regione e Comune `Il sindaco 5stelle del secondo porto del Veneto: contro il ministro: «Progetto? Il canale c’è già» «Crociere incompatibili, c’è il maxi-deposito Gpl»
E poi c’è Brugnaro. Che è sbottato quando ha sentito Toninelli dire che non esiste sul tavolo alcuna soluzione con progetto di fattibilità, ma tre opzioni su cui «faremo una consultazione pubblica e toglieremo le mega navi da crociera della Giudecca», senza contare che al ministro non piace l’indicazione di Marghera come terminal per le «supernavi»: «Immaginate una nave da crociera e una petroliera in un unico canale. Io non sto tranquillo». «Il progetto non è quello ufficiale - ha reagito il sindaco - perché loro hanno bloccato la procedura burocratica».
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IL CASO VENEZIA Accerchiato. Qualcun altro, se non altro perché è il ministro dei Trasporti, direbbe “asfaltato”, certo è che il pentastellato Danilo Toninelli ieri sulla questione delle grandi navi in Bacino di San Marco ha rimediato una magra figura. Uno - il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro - gli ha dato quantomeno del distratto: «Ha detto che non c’era il progetto, ma il progetto è di passare sul Vittorio Emanuele, che progetto serve? C’è già il canale». L’altra l’assessore alle Infrastrutture della Regione Veneto, Elisa De Berti l’ha descritto «nel panico» nel bel mezzo di una riunione ministeriale: «Non si è nemmeno seduto davanti a noi per attendere, invece, i tecnici, da solo non sapeva da che parte iniziare». Come se non bastasse, il colpo di grazia è arrivato da Chioggia, comune amministrato dal M5s dove secondo Toninelli potrebbero essere spostate le navi da crociera. Peccato che a Chioggia ci sia un impianto di Gpl: i grattacieli galleggianti non è proprio il caso di piazzarli lì
accanto. «Le due cose sono incompatibili», ha detto il sindaco pentastellato Alessandro Ferro, che preme per lo spostamento del deposito da 9mila metri cubi di gas. Ergo, delle tre ipotesi per le navi da crociera considerate dal ministro - e tutte fuori laguna perché Toninelli non vuole neanche parlare della soluzione Marghera approvata nel Comitatone del 2017 con il sì di Comune e Regione (cioè il percorso Malamocco-Canale Petroli-Vittorio Emanuele) - ne resterebbe una sola: il Lido.
LO SCONTRO Il ministro Danilo Toninelli con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro; e l’assessore regionale Elisa De Berti
IL RETROSCENA È Toninelli a scatenare le polemiche. Di prima mattina il ministro interviene a Radio24 e dice che «il progetto Marghera non è mai esistito», «non c’è nemmeno uno studio di prefattibilità». Poi tira in ballo il governatore del Veneto: «A Zaia dico che abbiamo fatto tanti tavoli e talvolta non è neanche venuto. Io continuerò ad invitarlo». L’assessore regionale Elisa De Berti, cui non difetta la schiettezza, ribatte alle «imbarazzanti» dichiarazioni del ministro: «Di riunioni tecniche, e nell’ag-
L’ASSESSORE DE BERTI: «IN UN ANNO UNA SOLA RIUNIONE LUI È ARRIVATO IN RITARDO ED È ENTRATO NEL PANICO»
gettivo c’è il motivo per cui il presidente aveva delegato me a partecipare, se ne è svolta soltanto una e, a questo punto, vale la pena raccontarne anche il patetico svolgimento, visto che il ministro ha voluto portare a livelli così bassi i rapporti istituzionali, umani, politici e anche tecnici. La riunio-
ne si è tenuta il 19 febbraio al ministero dei Trasporti. Il ministro Toninelli è arrivato con un’ora di ritardo, chiedendoci se avevamo già finito. Alla nostra risposta che stavamo aspettando lui per iniziare è entrato nel panico, non si è nemmeno seduto davanti a noi per attendere, invece, i tecnici facendo intuire che da solo non sapeva da che parte iniziare». E poi? «All’arrivo dei tecnici è arrivato anche l’avvocato Colonna, una componente del suo staff. Quest’ultima ha cominciato a parlare, soltanto lei, tanto che il sindaco Brugnaro ha cominciato sarcasticamente a chiedere chi fosse. In tutta questa situazione imbarazzante il ministro Toninelli si è limitato a darci una lettera puramente tecnica che voleva condividere con noi per mandarla al presidente dell’Autorità di sistema portuale, in cui gli chiedeva di fare uno studio di fattibilità tecnica ed economica sui tre progetti riguardanti Malamocco, Lido e Chioggia, comprendente anche la richiesta di una pagina di approfondimenti. A questo punto il sindaco Brugnaro ha contestato che non aveva senso essere stati con-
IL PROGETTO
IL SILENZIO Toninelli non ha risposto né a De Berti né a Brugnaro, però ha annunciato di riattivare il gruppo di lavoro costituito nel 2017 dalla Capitaneria di porto per «approfondire i rischi del passaggio delle navi da crociera in laguna», visto che le soluzioni alternative al Bacino di San Marco hanno «tempistiche incompatibili» con «l’urgente necessità di mitigare ulteriormente i rischi connessi al transito delle citate unità navali». Il che lascia intendere che potranno esserci restrizioni o, chissà, contingentamenti delle navi. Alda Vanzan (ha collaborato Diego Degan) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Msc Opera, guasto elettrico al centro degli accertamenti `La maggior parte
che ha gestito l’emergenza.
Sul blog Il video profetico di Celentano dei passeggeri ha deciso L’IMPIANTO ELETTRICO L’ipotesi di reato è quella predi rimanere a bordo vista dall’articolo 1123 del Codice L’INCHIESTA VENEZIA Rischia di slittare di qualche giorno l’avvio delle attività peritali, necessarie per accertare le cause ed individuare le eventuali responsabilità in relazione all’incidente che domenica, nel canale della Giudecca, ha coinvolto la Msc Opera. Fino a ieri sera non risultava ancora fissata l’udienza per la nomina dei consulenti tecnici di accusa e difesa, inizialmente ipotizzata per domani, atto di cui si occuperà il pm Giorgio Gava e non la collega di turno, Lucia D’Alessandro,
della navigazione, che punisce il “danneggiamento con pericolo colposo di naufragio”: sono indagati il responsabile della manutenzione di Msc (il cosiddetto Dpa), Giuseppe De Maio, e il comandante della nave, Carmine Siviero, che stava dirigendo le manovre verso la Marittima quando, improvvisamente, i comandi non hanno più risposto e la nave, che aveva accostato leggermente a destra, seguendo la curva del canale, ha travolto un battello fluviale attraccato a San Basilio, in attesa di imbarcare i turisti e salpare. Un guasto al sistema elettrico? Nessuno si sbilancia, in attesa che gli esperti si
mettano al lavoro, analizzando anche i dati della scatola nera, il “Vdr device”. Msc è assistita dagli avvocati Cristiano Alessandri e Sarah Franchini.
RIMORCHIATORE SEQUESTRATO
Ieri Adriano Celentano ha postato sul suo blog (ilmondodiadriano.it) un video “profetico” del suo cartoon “Adrian” in cui si vede una nave da crociera sfondare la riva di San Marco e distruggere il Palazzo Ducale.
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Sotto sequestro è finito anche il rimorchiatore di prua, l’Angelina C, il cui cavo d’acciaio si è spezzato nell’impatto con il battello fluviale: indagato il suo comandante, Andrea Ruaro (avvocatessa Marianna Tassetto) e il collega che era al timone del rimorchiatore di poppa, Giuseppe Adragna (avvocato Marco Vianello). Sotto inchiesta, infine, i due piloti del porto che collaboravano con il comandante della Msc Opera nelle manovre, Vladimiro Tuselli (marito dell’attrice Catherine Spaak) e Stefano Russignan (avvocati Giorgio Borto-
lotto e Francesco Munari). Per tutti l’iscrizione è atto dovuto per consentire la perizia. Fin dal pomeriggio di lunedì sono state recuperate le ancore e le 11 lunghezze di catena (ogni lunghezza è 27 metri), utilizzate per rallentare la corsa di Msc Opera. In un video diffuso sulla pagina Facebook “Veneziamiofuturo” si sentono le grida dell’equipaggio di un ferry. E si vede il primo rimorchiatore che tira verso sinistra per correggere la rotta della nave. Nel frattempo 1.868 passeggeri hanno scelto di restare a bordo della Msc Opera, bloccata a Venezia: soltanto in 392 hanno scelto di rientrare a casa a spese della compagnia. Gianluca Amadori Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967
BELLUNO il post vaia
la novità
Novanta milioni dall’Europa per la difesa idrogeologica
In 33 uffici postali della provincia servizio wi-fi gratuito
La commissione Ue ha accettato la domanda presentata dalle autorità italiane I contributi hanno già una destinazione e saranno impiegati l’anno prossimo
BELLUNO. Connettersi alla
Francesco Dal Mas BELLUNO. Altri 90 milioni per ricostruire le valli martellate dalla tempesta Vaia. Arrivano dall’Europa, che ha destinato all’Italia un budget di 277 milioni, su un bilancio di oltre 6 miliardi di danni presentati dal Governo Conte, sulla base della pianificazione degli interventi presentata dal Dipartimento della Protezione civile. Dunque, il Veneto disporrà in tre anni di un miliardo e 50 milioni del Governo, più questi 90 milioni da Bruxelles. La Commissione Europea ha infatti accettato la domanda presentata dalle autorità italiane e ha proposto la mobilitazione del Fondo di Solidarietà europeo (Fsue). Questo il punto saliente contenuto nella risposta inviata dal commissario per la politica regionale Corina Cretu all’europarlamentare uscente di Fratelli d’Italia Remo Sernagiotto, che due mesi fa – mediante interrogazione – aveva chiesto alla stessa Cretu lumi sull’iter di approvazione del Fondo. Nella risposta della Commissione si legge che «il 20 dicembre 2018 le autorità italiane hanno presentato domanda di assistenza a titolo del Fondo di solidarietà dell’UE (Fsue) per i danni causati dalle condizioni meteorologiche estreme verificatesi fra ottobre e inizio novembre 2018. Soddisfatto l’on. Serna-
rete internet degli uffici postali è facile, veloce e gratuito. Basta registrarsi e comunicare il proprio numero di telefono mobile, al quale verrà inviato un messaggio con le credenziali per l’accesso al wi-fi. Da ieri è possibile farlo direttamente dal proprio smartphone, tablet o portatile anche presso gli uffici postali di Alano di Piave, Alleghe, Arsiè, Auronzo di Cadore, Calalzo, Canale d’Agordo, Cencenighe Agordino, Cesiomaggiore, Comelico Superiore, Danta, Domegge, Falcade, Fonzaso, Gosaldo, La Valle Agordina, Lamon, Lentiai, Livinallongo del Col di Lana, Lorenzago, Lozzo di Cadore, Quero Vas, Rivamonte Agordino, Rocca Pietore, San Gregorio nelle Alpi, San Pietro di Cadore, San Tomaso Agordino, Santo Stefano di Cadore, Seren del Grappa, Sospirolo, Sovramonte, Trichia-
Servizio attivato alle Poste
na, Vodo e Voltago Agordino grazie al servizio wi-fi gratuito di Poste Italiane. Le installazioni del wi-fi fanno parte di un piano più ampio di interventi straordinari per la provincia di Rovigo previsto dal programma dei “dieci impegni” per i Comuni italiani con meno di 5.000 abitanti promosso dall’amministratore delegato, Matteo Del Fante, in occasione dell’incontro con i “Sindaci d’Italia” dello scorso 26 novembre a Roma. —
I danni di Vaia in una valle bellunese
giotto: «Sono felice che, seppure con dei ritardi, si sia arrivati all’approvazione del Fondo, attivazione che avevo sollecitato il 12 novembre scorso, nei giorni immediatamente successivi alla tempesta, in plenaria a Sta-
Bottacin precisa «Non è beneficenza ma è previsto in casi di calamità» sburgo proprio davanti al commissario Cretu. Sono contento che l’Europa abbia lanciato un segnale di forte sostegno, oggi i miei successori qui a Bruxelles e i livelli istituzionali italiani
– Governo e Regione in primis – dovranno vigilare, darsi delle priorità e studiare interventi mirati di ripristino idrogeologico e boschivo. È una grande occasione per mettere mano a un patrimonio immenso e fare programmazione». Soddisfatta pure la Regione Veneto, perché riceverà il 30 per cento circa del fondo. «Non è beneficenza europea», precisa l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin. «In caso da calamità, con danni superiori ai 3 miliardi di euro, l’accesso al Fondo europeo è un diritto. La risposta quantitativa è in base non solo ai danni subiti ma agli interventi di ripristino progettati».
Il Dipartimento della Protezione civile ha provveduto in questo senso e ha trasmesso la pianificazione alla Presidenza del Consiglio che ha quindi provveduto a trasmettere la richiesta a Bruxelles. Bottacin precisa, dunque, che i contributi hanno già una destinazione. E che saranno utilizzati per accrescere la sicurezza idrogeologica del territorio, non solo, quindi, per riparare i danni. I 90 milioni saranno cantierati con ogni probabilità il prossimo anno, perché entro i prossimi sei mesi ci sono già 409 milioni da implementare sulla base di quelli progettati o in corso di progettazione, fino al 30 settembre. —
rinnovato il contratto
Gli occhiali Harley prodotti dalla Marcolin BELLUNO. Gli occhiali dei bi-
kers americani made in Longarone: Marcolin Group e Harley Davidson resteranno insieme almeno fino al 2021. Una delle aziende le aziende leader nel settore dell’eyewear, ha annunciato ieri il rinnovo dell’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione mondiale di occhiali da sole e montature da vista per Harley-Davidson Motor Company. La partnership relativa al-
la realizzazione dell’ eyewear per uomo, donna e kids a marchio Harley-Davidson è stata estesa sino al 31 dicembre 2021. Marcolin Group continuerà a incorporare fedelmente l’heritage del brand in ogni singola montatura prodotta, attraverso richiami iconici agli stessi componenti artigianali che rendono intramontabili le motociclette Harley-Davidson sulle strade di tutto il mondo. —
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LATISANA - LIGNANO
MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 MESSAGGERO VENETO
latisana
lignano
LATISANA. Un lavoro incessan-
te, quotidiano, di verifica e di confronto, per portare a galla un sommerso fatto di violenza e disagio. Qualcosa come 57 interventi alla settimana fra incontri, colloqui e prese in carico. Non pochi casi isolati, ma percentuali importanti che incidono pesantemente sulle comunità locali. E ciò che impressiona è l’escalation di nuovi casi e l’insistenza nei piccoli centri. La relazione 2018 sull’attività dei servizi sociali dell’Ambito di Latisana lascia poco spazio all’immaginazione: 12 Comuni (Carlino, Latisana, Lignano, Marano, Muzzana, Palazzolo, Pocenia, Porpetto, Precenicco, Rivignano Teor, Ronchis e San Giorgio di Nogaro), dove su una popolazione di 7.321 minori emerge che il 5,7% è in carico ai servizi sociali per inadeguatezza da parte dei genitori a svolgere il proprio ruolo (25%), sospetto di maltrattamento e abuso, fisico, psichico e sessuale (18%) e violenza assistita (18%). Una casistica, quest’ultima, che negli ultimi due anni e in particolare nel 2018 ha subito un’impennata. Entrando nel-
lo specifico della micro casistica, nel caso delle famiglie italiane incidono situazioni di conflittualità di coppia e connesse a separazioni e divorzi mentre tra gli stranieri assume rilevanza la diagnosi di difficoltà legate al ciclo evolutivo della famiglia. A guidare la classica dei maltrattamenti sui minori è il Comune di Palazzolo dello Stella (8% dell’intera popolazione), seguito da Pocenia (7,8%) e Marano Lagunare (7,2%), maglie nere da anni alle quali quest’anno si aggiunge Ronchis con un’incidenza dei maltrattamenti sulla popolazione minore pari al 6,9% in crescita rispetto agli ultimi due anni di 4 punti e mezzo. «In particolare – si legge nella relazione del servizio sociale di Ambito - si rileva un aumento del numero delle situazioni che rientra nell’area della tutela e del disagio, a significare una sempre più diffusa criticità nelle relazioni familiari e, in particolare, nel ruolo educativo genitoriale. È indicativo che nel corso del 2018 sono state inviate ben 350 relazione all’autorità giudiziaria». Numeri che lasciano pochi dubbi: «Siamo di fronte a una complessità di casistica che richiede un lavoro “a sistema”,
in rete costante, con ruoli definiti e condivisi – commenta nella relazione, Grazia Portale, responsabile dell’Ambito -. Lavorare a sistema, però, non deve ridursi a un mero passaggio di informazioni, ma comportare un “pensare insieme”, condividendo e integrando punti di vista, bisogni, priorità, funzioni, soluzioni degli operatori ma anche dei minori e delle loro famiglie». —
latisana
Stasera al teatro Odeon il musical dei bambini Appuntamento questa sera, alle 20.30 al teatro Odeon, con il debutto di “Ma che invenzione è questa”, un musical originale interamente ideato, allestito e rappresentato dalle classi terze dalla scuola media di Latisana. Il musical è il risultato di un anno di lavoro e di una collaborazione fra i ragazzi e i loro docenti di musica, arte, tecnologia, educazione fisica e letteratura, per un progetto nato dalla volontà di offrire agli studenti la duplice opportunità di esprimersi attraverso la recitazione e il canto e di cimentarsi con l’affascinate arte del teatro musicale.
lignano
Patto per l’autonomia interroga la Regione sul caso di Riviera Nord
Sempre più violenza sui minori: il 5,7% dei giovani chiede aiuto Paola Mauro
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Nicoletta Simoncello Alcuni ospiti sul catamarano
Spirito di stella: il catamarano per i turisti con disabilità LIGNANO. WoW–Wheels On
Waves è pronto a levare le ancore dalla darsena di Lignano, per portare a bordo de “Lo spirito di Stella” il primo catamarano al mondo completamente privo di barriere architettoniche e, quindi, completamente accessibile a tutti i turisti diversamente abili per alcune uscite nell’alto Adriatico. Il presidente dell’associazione, Andrea Stella, ha incontrato nei giorni scorsi l’assessore regionale alle attività produttive Sergio Bini: l’amministratore ha apprezzato la progettualità messa in campo dall’associazione Onlus a favore di una maggiore accessibilità alle località turistiche. — P.M.
LIGNANO. «Quali sono le azioni che la Regione intende porre in essere rispetto alla tutela della zona nota come Riviera Nord di Sabbiadoro?». In occasione dell’ultima seduta del consiglio regionale, che ha avuto luogo mercoledì, il consigliere Massimo Moretuzzo del gruppo “Patto per l’autonomia”, il partito autonomista attivo in Fvg con l’obiettivo di difendere la specialità regionale e la tutela di tutte le minoranze linguistiche, ha posto questa interrogazione alla giunta regionale. Si tratta, infatti, solo dell’ultima delle numerose questioni emerse a seguito della presentazione (lo scorso 14 maggio) dello studio di fattibilità promosso dalla Pineta mare Lignano, la società proprietaria del polmone verde della riviera friulana che, vestendo parte di Riviera fino alla sponda sinistra del fiume Tagliamento, conta 106 ettari di pineta tutelata come “Sito di importanza comunitaria e protetta”, quindi, con una stringente normativa. «L’interrogazione fa seguito alle notizie rela-
tive alla volontà della proprietà dell’area di realizzare un nuovo villaggio turistico da 4 mila posti letto e ai timori che questa attività comprometta la naturalità della zona e la possibilità di un percorso di tutela che ne garantisca le caratteristiche ambientali e la fruibilità da parte di tutti – ha spiegato il consigliere Moretuzzo -. Questo territorio, che rappresenta un unicum a livello regionale, include l’unico lembo di pineta litoranea spontanea del Fvg ed è riconosciuta come zona speciale di Conservazione dall’Unione Europea». La Regione, «responsabile della gestione delle aree della Rete Natura 2000, di cui appunto fa parte Riviera Nord, ha provveduto a emanare le obbligatorie misure di conservazione costituite da una serie di disposizioni senza arrivare a redigere un Piano di gestione che, seppur non obbligatorio, è auspicabile data la situazione emersa in questi ultimi tempi - ha concluso Moretuzzo -. Chiediamo alla Regione un attento monitoraggio della vicenda e che si faccia parte attiva al fine di garantire la tutela del sito». —
lignano
IN BREVE
Sesso all’alba in spiaggia il video spopola sul web
Lignano Sulla Terrazza a mare la mostra dei bikini
Torviscosa C’è la Torviscosathlon: strade chiuse e divieti
Nella cornice di Terrazza a mare, sabato (alle 19) avrà luogo la vernice della mostra “Cinema e bikini. Italiani al mare: manifesti 1949-1999”, organizzata a Lignano Sabbiadoro in occasione dei 60 anni dell’istituzione del Comune. Selezionati dalla collezione di Enrico Minisini, manifesti, locandine e fotobuste di cinema italiano a soggetto balneare daranno vita all’inedita collezione. La mostra rimarrà aperta al pubblico e visitabile, sempre a ingresso libero, dalle 19 alle 24, fino al 17 luglio.
Centro chiuso, oggi, a Torviscosa per la manifestazione sportiva “Torviscosathlon”. L’amministrazione comunale ha infatti emesso un’ordinanza di chiusura al traffico (dalle 19 alle 22) nelle via Fornelli di Sotto, Arrodola nuova Longarate, strada di Malisana e, in centro, in via Marco Polo, viale Marconi, via Vittorio Veneto, piazzale Marinotti, viale Villa, via Resi Marinotti, via Tagliamento, via Roma, Piazza del Popolo, via Vittorini via Meucci e viale Vecchiutti, dove è anche previsto il divieto di sosta.
LIGNANO. Spiaggia rovente a Li-
gnano. Ma, in questo caso, l’alta temperatura nulla ha a che vedere con l’estate, tra l’altro appena sbocciata. A scatenare la morbosità sulle chat di social e telefinini è stata la (sin troppo esplicita) performance amorosa di una giovane coppia, immortalata dall’immancabile “regista” armato di obiettivo mentre si fa travolgere dalla passione sotto il pontile della Terrazza a mare. Pochi secondi di riprese, con in sottofondo commenti espliciti quanto l’atteggiamento dei due protagonisti, ma sufficien-
ti per trascinarsi dietro condanne e discussioni. Nel video, girato con un telefonino, l’intensità della luce lascerebbe intendere che il rapporto sessuale sia stato consumato all’alba. La polizia locale, intanto, è entrata in possesso del filmato, ma ancora non ha adottato provvedimenti. In caso di identificazione, i due protagonisti potrebbero essere denunciati per atti contrari alla pubblica decenza. Ma nei guai potrebbe finirci anche l’autore del video, che rischia la denuncia per diffamazione. —
latisana
Bandi di gara annullati il centrodestra insorge LATISANA. Due bandi di gara im-
portanti per l’attività amministrativa del Comune di Latisana: la vendita del patrimonio Toniatti e la gestione degli autovelox. Due procedure annullate perché ritenute formalmente errate. «Diventa importante coinvolgere il consiglio comunale in un’analisi della situazione organizzativa dell’ente, della pianta organica e delle convenzioni in atto con altri Comuni. E, soprattutto, conoscere la
Il consigliere Sandro Vignotto
latisana
Tela del ’700 torna a Sabbionera È tornata nella sua sede originale la tela seicentesca realizzata da un pittore veneto e rappresentante il transito di San Giuseppe, ristrutturata a cura del Rotary club Lignano Tagliamento e riconsegnata qualche giorno fa alla parrocchia di Latisana. La tela si trovava in un pessimo stato di conservazione all’interno della chiesa della Beata Vergine di Sabbionera.
procedura che ha portato alla stesura dei due atti ritenuti, poi, formalmente errati tanto da richiederne l’annullamento e quali azioni intenda intraprendere l’amministrazione comunale per evitare il ripetersi di tali situazioni». Sono questi i contenuti di un’interpellanza presenta dai consiglieri Sandro Vignotto (Forza Italia), Carlo Tria (Lega) ed Ezio Simonin (civica “Il Ponte”), con la quale chiedono anche di capire le motivazioni che hanno portato all’annullamento della gara dei velox, atto “sparito” dall’albo pretorio poche ore dopo la sua pubblicazione. «Ben sapendo – concludono – che dovremo aspettare tutta l’estate prima di avere risposta in consiglio comunale». – P.M.
carlino
In arrivo 350 musicisti per il festival delle bande CARLINO. Entra nel vivo ve-
nerdì il programma dei festeggiamenti per il 40º anniversario di rifondazione della Nuova Banda di Carlino: eventi che avranno il clou con il festival internazionale bandistico Città di Carlino di sabato e domenica, coinvolgendo 350 musicisti del Friuli Venezia Giulia, delle Marche e della Slovenia. Si inizia venerdì sera con la cena solidale, il cui ricavato sarà devoluto all’associa-
zione italiana per la lotta alla fibrosi cistica: un segnale, questo, della sensibilità della Nuova Banda di Carlino al mondo giovanile. L’evento, con inizio alle 20, si terrà al parco festeggiamenti parrocchiale di Carlino e vedrà la partecipazione del gruppo rock Pet&Sons. Sabato, poi, alle 19 ci sarà l’atteso festival Città di Carlino, evento musicale di alto livello: a salire sul palco saranno le bande Drustvo Godbenikov
Cerkno e Pihalni Orkester Izola (entrambe slovene), Corpo Bandistico “Mauro Cecchini” di Monte San Pietrangeli (Fermo) e Godbeno Drustvo Prosek (Trieste). Chiuderà la serata il gruppo Rock Cindy & The Rock History. Domenica, invece, protagonisti del festival saranno la Filarmonica Colloredo di Prato, la Società Filarmonica di Mels, la Filarmonica di Pordenone e la Plodar Plech Musick di Sappada. Alle 19.30 chiusura con il concertone finale. Il “palinsesto” dei festeggiamenti culminerà nell’appuntamento autunnale del concorso internazionale per clarinetto Città di Carlino, giunto alla 17ª edizione. — F.A.
MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 IL MATTINO
PADOVA
la mobilitazione nella sanità
«Basta tirare la cinghia In corsia tanti sacrifici e poche gratificazioni» Cgil, Cisl e Uil pronti alla manifestazione di sabato a Roma Da Padova 500 partecipanti: «Più dignità ai lavoratori»
Elena Livieri Saranno almeno 500 i lavoratori della sanità padovana, e oltre mille da tutto il Veneto, che sabato parteciperanno alla manifestazione a Roma sotto le bandiere di Cgil, Cisl e Uil per chiedere al Governo più investimenti. Ieri mattina sulla rampa del monoblocco dell’Azienda ospedaliera si è tenuta l’assemblea generale che oltre a coinvolgere i lavoratori ha catturato l’attenzione e guadagnato la solidarietà di decine di utenti. I NODI
Le questioni sul piatto - dalla carenza di personale ai fondi da rimpinguare - sono ormai note dato che vengono sollevate, dibattute e riproposte da mesi. Evidentemente orfane ancora di adeguate risposte.
ANNIVERSARIO “Le persone che amiamo di giorno sono sempre con noi e alla notte nei nostri sogni” 5-6-2009
5-6-2019
VIRGINIA GUIDOLIN MASIERO Ciao mamma. Padova, 5 giugno 2019
ANNIVERSARIO
Il presidio di Cgil, Cisl e Uil in Azienda ospedaliera
quasi 10 milioni di euro
La Regione finanzia 90 borse di studio per le specialità mediche Come annunciato già qualche settimana fa dall’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, la Regione Veneto ha finanziato 90 borse di studio per le specializzazioni dei medici per l’anno accademico 2018-2019. Fino all’anno scorso la Regione finanziava 45 contratti, ma la grave carenza di camici bianchi ha indotto Palazzo Balbi a incrementare l’investimento. La spesa complessiva è di 9 milioni 795 mila euro. L’operazione conferma l’impegno della Regione che per renderlo ope-
L’assessore regionale Lanzarin
In particolare a tener banco fra i lavoratori dell’Azienda ospedaliera ieri mattina era il piano ferie scattato lunedì e che fino a settembre comporterà una riduzione dei posti letto - almeno 200 - e l’accorpamento di alcuni reparti. Ma a diminuire è anche la forza lavoro, dato che infermieri e operatori socio sanitari in questi mesi godranno delle loro vacanze. Doppi turni, riposi che saltano e straordinari rischiano di essere pane quotidiano in corsia. LA MOBILITAZIONE
«L’assemblea è stata molto partecipata» conferma Alessandra Stivali della Cgil, «si percepisce forte il disorientamento e la paura per le prospettive poco rosee determinate dai carichi di lavoro. Tutti gli operatori della sanità hanno sempre lavorato e continueranno a lavorare per garantire tutti i servizi e la qualità delle prestazioni ma è doveroso assicurare condizioni migliori». «Il tema centrale» rincara Luigi Spada della Uil, «è la dignità dei lavoratori e degli stessi utenti. Oggi abbiamo avvertito forte la solidarietà dei malati e dei loro familiari che si rendono ben conto dei sacrifici che sempre più spesso vengono richiesti a chi opera in corsia. La politica ora deve dare risposte concrete ed è quello che andiamo a chiedere a Roma sabato». «Si è tirata troppo la cinghia» conclude Emiliano Bedon della Cisl, «si chiedono efficienza e qualità ma allora è tempo di riconoscere il valore di questo lavoro». —
rativo è stata costretta a resistere in causa in Corte Costituzionale contro un ricorso del Governo. Le borse di studio vanno ad accrescere sensibilmente le circa 400 assegnate con finanziamento statale dal Miur. I giovani professionisti (che dovranno essere residenti in Veneto da almeno tre anni consecutivi) è previsto si formino nelle scuole di specializzazione delle università venete di Padova e Verona, favorendo la loro permanenza nelle aziende sanitarie della Regione. «Il numero di specializzandi che riusciamo così a sostenere nel percorso formativo è considerevole» sottolinea l’assessore Lanzarin, «e non è un impegno solo di oggi, visto che negli ultimi anni lo abbiamo portato avanti con determinazione. Alla carenza di medici rispondiamo con un atto che va
“il sant’antonio resti all’usl 6”
Proposta di legge del Pd per modificare le schede ospedaliere Tempi certi per la riqualificazione dell’ospedale Giustinianeo e la garanzia che fino ad allora i servizi di cura e di assistenza saranno gestiti dall’Usl 6. È quanto chiedono il consigliere regionale Claudio Sinigaglia, componente della V commissione, e la consigliera comunale Anna Barzon, presidente della VI commissione, entrambi del Pd. Annunciata la presentazione di una proposta di legge che modifica il piano socio-sanitario regionale e i promotori non escludono di avviare sull’argomento una raccolta firme. Sinigaglia e Barzon sono contrari alla scelta della giunta regionale di trasferire la competenza sull’ospedale Sant’Antonio dall’Usl 6 all’Azienda ospedaliera. Le schede ospedaliere vengono licenziate dalla giunta, passano in V commissione per le modifiche e poi tornano in giunta per l’approvazione definitiva. «In quest’ultimo passaggio», dice Sinigaglia, «è successa una cosa molto grave. In commissione erano state decise alcune cose che poi Zaia ha cambiato senza fornire spiegazioni. I posti letto di Psichiatria, ad esempio, passano da 32 a
oltre la contingenza e le necessità immediate. Si tratta di un vero e proprio investimento sul futuro della nostra sanità. I medici, infatti, non solo si formeranno nelle scuole presenti nella nostra regione ma anche avranno l’obbligo di ruotare nel loro percorso professionale nelle strutture delle aziende sanitarie e, in particolare, negli ospedali Hub e Spoke del Veneto». In Veneto mancano all’appello circa 1300 camici bianchi, di cui circa 300 solo a Padova, tra Azienda ospedaliera universitaria, Usl 6 Euganea e Iov. «Si è sempre detto che è non è il momento delle parole ma quello di agire» rileva Lanzarin, «questo provvedimento dimostra l’attenzione e la determinazione con cui la nostra Regione ha affrontato la questione». — E.L.
palestro
arcella
Auto data alle fiamme il movente è passionale
Maltratta l’ex moglie denunciato a 77 anni
Un’Audi A5 date alle fiamme nelle ore della notte, probabilmente per motivi passionali. È successo in via Beltrame, davanti al palazzo al civico 11. L’auto, che appartiene a una donna di 40 anni, era parcheggiata lungo la strada ed è stata parzialmente danneggiata sia nella parte anteriore che in quella posteriore. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e anche
Lui ha 77 anni, lei invece 71. Erano marito e moglie ma da tempo vivono da separati in casa. Avrebbero voluto dividersi, andare ognuno per la sua strada, giunti al termine di un lungo percorso insieme. Tuttavia la situazione economica non consente né all’uno né all’altra di abbandonare la casa in cui hanno vissuto durante il loro matrimonio. Ma nonostante la separazione il settantasettenne continuava a pretendere
FRANCO ZAMBON Chi ti ha amato non ti dimentica. Ciao, mamma e papà Padova, 5 giugno 2019 I.o.f. Allibardi Gianni Via Bonazza, 75 Arcella - Padova Tel. 049/604170
una pattuglia dei carabinieri. Secondo quanto rilevato si sarebbe trattato di un rogo doloso. La donna ha raccontato ai militari di non aver mai ricevuto minacce, ma gli investigatori propendono per un movente di tipo passionale, che significa una storia d’amore finita male o forse mai cominciata. Il veicolo è stato sequestrato, le indagini sono tuttora in corso. —
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dall’ex consorte lavori domestici e pasti pronti a pranzo e a cena. Lei si rifiutava e lui s’imponeva. Una situazione di sopraffazione in una casa dell’Arcella, durata fino al momento in cui lei ha deciso di rivolgersi ai carabinieri di Cadoneghe. L’anziano è stato quindi denunciato per maltrattamenti in famiglia. In casa è stata trovata una pistola regolarmente detenuta, sequestrata a scopo cautelativo. —
20 e nel passaggio viene eliminata anche la dicitura “a gestione dell’Usl 6 Euganea. Padova è stata fortemente penalizzata dalle schede, con l’eliminazione di due ospedali: il Sant’Antonio e quello di Montagnana, che diventa struttura intermedia. All’ospedale Sant’Antonio mancano i primariati di Neurologia, Chirurgia generale, Urologia e Geriatria». Ma quali rischi corre il Sant’Antonio col passaggio all’Azienda ospedaliera? «Che non siano più garantiti», risponde la Barzon, «i servizi sul territorio. Bisogna accelerare i tempi di realizzazione del nuovo ospedale e avere la garanzia che sia l’Usl 6 a gestire i servizi sul territorio». Per questo, la proposta di legge richiama l’accordo Regione-Comune di dicembre per quanto riguarda la riqualificazione dell’ospedale giustinianeo. «Fino alla riqualificazione del nuovo ospedale cittadino di via Giustiniani», prosegue la proposta, «l’Usl 6 esercita le funzioni di prevenzione, di assistenza e cura ospedaliera utilizzando l’ospedale Sant’Antonio». — Madina Fabretto
bassanello
Tunisino alterato placcato dalla polizia
Un frame del video
Ieri nel primo pomeriggio, verso le 14, una pattuglia della Squadra volante ha fermato un tunisino in stato di alterazione in mezzo alla strada, al Bassanello. Si era tolto la maglietta e dava fastidio ai passanti, che hanno segnalato la circostanza alla centrale operativa della Questura. I poliziotti hanno dovuto faticare non poco per riuscire a fermarlo dato che il giovane, a petto nudo, correva da una parte all’altra anche in mezzo alla strada, per non farsi prendere. Alla fine è stato fermato e accompagnato in ospedale, dove i medici l’hanno sedato. La consigliera comunale Elena Cappellini, di Libero Arbitrio, ha postato il video della cattura sul suo profilo Facebook. —
MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 LA TRIBUNA
LETTERE E OPINIONI
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LE LETTERE Quale Europa? Le frontiere dell’autonomia La Repubblica Italiana ha festeggiato i suoi 73 anni, un compleanno che richiama il referendum istituzionale del 1946 e la conquista democratica del suffragio universale. Ma un altro plebiscito fa cronaca in questi giorni, quello che ha consacrato Matteo Salvini quale “premier di fatto”. Eppure si trattava delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. 73 sono infatti non solo gli anni della repubblica ma anche gli europarlamentari che spettano all’Italia appena eletti. Di questi sembra non abbia importato molto, ciò che contava era l’occasione per potere scegliere se era da preferirsi la linea del M5S o quella della Lega o l’alternativa a sinistra. Ma in realtà la sfida sul paniere europeo pareva porsi nei termini
di sovranismo ed europeismo. In attesa di comprendere quali saranno gli equilibri nel Parlamento Europeo, si registra ancora una volta una scarsa strategia europea. A ben pensarci calcolando che l’Italia ha diritto ad esprimere il 10% di europarlamentari, la scelta più ragionevole di un paese che fa sistema all’interno e all’estero sarebbe stata quella di esprimere 73 rappresentanti capaci preparati e tra loro concordi nel portare avanti seriamente attraverso il dialogo con gli altri partner europei gli interessi di un’Italia che ha bisogno di una sostanziale e significativa ripresa economica in un contesto europeo più sereno e coeso. Su di questi rappresentanti probabilmente sarebbe confluito il consenso superiore al 56 per cento.Ma ciò che conta per i partiti non è l’Europa (salvo accorgersene in sede di verifica dei conti pubblici) e a seguito del 34%, oggi la Lega si avvicenda alla guida di fatto
del governo. In questo scenario ci chiediamo quanto siamo distanti dall’autonomia. Se oggi più di 1 votante su 3 sceglie una forza di governo sovranista quale spazio vi sarà per i concetti di autonomia e di federalismo tanto cari a quella che un tempo si chiamava “liga veneta”, poi Lega Nord, e oggi “Lega” o “Salvini premier”? La questione non è soltanto lessicale, ma attiene al concetto sottostante alle parole, l’ideologia che anima una formazione politica e che trae origine da un sistema di valori politici, sociali e religiosi. Rosari a parte, non ci sembra che la classe dirigente che oggi guida il nostro paese esprima un’ideologia né un’identità chiara, né disponga di intelligenze paragonabili a quelle che ai tempi della Costituente, pur nella diversità di vedute e nel particolare contesto storico, sono riuscite a raggiungere una visione comune, che ci ha donato quale patrimonio il no-
stro sistema istituzionale che trova sua espressione e sintesi massima nella Costituzione. La questione federalista-autonomista in Italia è aperta dal 1946, ma mentre all’epoca a decidere era soprattutto il contesto internazionale e lo spettro di un regime comunista; oggi le frontiere dell’autonomia sembrano tutte interne tra leaderismi e competizioni per decidere chi - si sarebbe detto un tempo - “ce l’ha duro”. Alle frontiere dell’autonomia c’è l’arroganza, la dittatura della mediocrità, e l’incapacità: di saper pensare, analizzare e affrontare le questioni per trovarvi soluzione; di assumere responsabilità; di dialogare; di rendersi conto che la minaccia del default e della colonizzazione economica sono vicini. Alle frontiere dell’autonomia c’è l’assenza di una classe dirigente capace di governarla, anche perché quella classe dirigente è già stata tradita come
Lettera aperta ai genitori
Noi educatori senza diritti, ci affidate i bambini ma non siamo nessuno e ci licenziano via mail
M
i chiamo M.S., ho 35 anni, sono italiano e dal 2013 sono un educatore. Avete presente tutti quei servizi pomeridiani che si svolgono nelle scuole per bambini della scuola primaria e ragazzi della scuola secondaria di primo grado? I cosiddetti doposcuola? Oppure, avete presente d’estate, quando portate i vostri figli, ogni mattina alle 07:30 al centro estivo comunale e li riprendete ogni pomeriggio alle 17 o alle 18? Meglio ancora, sapete che i servizi sociali dei vari comuni attivano educative domiciliari presso famiglie in difficoltà per dare un sostegno ai minori in situazioni borderline, servizi che possono durare anni presso una stessa famiglia? Bene, io sono stato educatore presso ognuno di questi servizi e anche di più. Ho conosciuto centinaia di bambini e ragazzi in tutto il territorio del Coneglianese e comuni limitrofi, ho lavorato presso sei o sette scuole, non ricordo, tra elementari e medie, ho seguito un paio di famiglie, ed ho pure accompagnato bimbi in piscina per diversi anni. Ho conosciuto centinaia di coppie di genitori. Ma per conto di chi lo facevo? Non è una novità che tutti questi servizi comunali vengano appaltati a cooperative sociali: appalti a ribasso ovviamente, dove non vengono tenute conto delle professionalità messe in campo, ma questa è un’altra storia. No, la storia che vi voglio raccontare è di come sono stato trattato da queste cooperative e, come me, centinaia di altri educatori. La prima cooperativa che mi ha assunto, nel 2013, mi ha contatto grazie all’Ufficio per l’impiego: mi hanno fatto un contratto a progetto per
un’estate. Alla fine di luglio, scaduto il contratto, sono stato lasciato a casa e poi richiamato ad ottobre per i doposcuola e tutta un’altra serie di servizi sempre con i minori, e lasciato a casa nuovamente l’agosto successivo e così per tre anni di seguito. Le mansioni e le responsabilità che mi furono affidate erano sempre maggiori, e con i minori non si può sgarrare altrimenti le conseguenze, come potete immaginare, sarebbero catastrofiche. L’impegno e la disponibilità che la cooperativa ci chiedeva era superiore al tipo di mansioni per cui eravamo assunti. Tutte le ore di programmazione, le riunioni, i corsi di aggiornamento sulla sicurezza, erano tutte ore non riconosciute e dovute alla cooperativa, pena la minaccia di riduzione dell’orario di lavoro (20 ore settimanali suppergiù), e svariate altre intimidazioni se c’erano lamentele sull’organizzazione dei servizi. Se c’era un problema, o un operatore mancante dovevamo sostanzialmente arrangiarci, e tacere. I più volenterosi non potevano neppure chiedere un aumento delle ore di servizio per riuscire a portare a casa qualche soldo in più. Quello che la cooperativa dà, la cooperativa toglie. Ma intanto la responsabilità dei bambini era nostra. Dopo 36 mesi di servizio, alla scadenza dei termini di legge per le proroghe contrattuali, sono stato chiamato in ufficio dal neo-direttore, un ragazzo poco più che coetaneo, figlio dell’ex presidente della cooperativa, il quale mi comunica che se avessi voluto continuare a lavorare con loro avrei dovuto aprire partita Iva, pagato circa 11 euro l’ora, sobbarcandomi ovviamente la spesa di assicurazioni, contributi Inps e non avendo diritto a indennizzi di ma-
Bambini impegnati in un centro estivo
lattia o a disoccupazione nei periodi non lavorativi. Alla mia richiesta di avere un contratto a tempo indeterminato, mi è stato risposto che mai mi avrebbero assunto a tempo indeterminato a causa di appalti in scadenza, lavoro carente, cambiamenti nel mercato del lavoro, ecc. Mentre dell’esperienza acquisita, dei corsi di formazione fatti, dell’impegno e la disponibilità totale non remunerata, della continuità dei servizi attivati e del buon lavoro svolto in quegli anni non importava a nessuno. Rifiutai, deluso, rammaricato e offeso nella dignità.
«La cooperativa dà e la cooperativa toglie non contano capacità né competenze» Era il 23 dicembre del 2016. Dopo le vacanze di Natale, i bimbi e i ragazzi che seguivo avrebbero avuto un altro educatore al mio posto. Passarono sei mesi di disoccupazione, girando per uffici di lavoro interinale, uffici per l’impiego e cercando di raccattare lavoretti per poter arrotondare e andare avanti, ma nessun spiraglio si aprì.
la fiducia della popolazione. Domenico Piccoli . Associazione Culturale Treviso-Casier
La buona sanità Grazie a tutti per gentilezza e cure
moglie Elena. Lorenzo Cagnin . Monastier
Servizi inefficienti Bollette in ritardo e nessuno a cui dirlo
Un semplice ma immenso grazie a tutto il reparto di Prima Medicina del Ca' Foncello. In particolare ai medici Tartaglia e Marandino, al primario Agostino e a tutto il personale infermieristico, che mi hanno assistito in una lunga settimana di degenza, per un virus che mi aveva atterrato. Grazie per la professionalità, la disponibilità, comprese la pazienza e l'umanità con cui svolgete il vostro lavoro quotidiano in corsia. Questa è la buona sanità di casa nostra che dobbiamo valorizzare e difendere! Grazie col cuore, anche da parte di mia
Ringrazio Poste Italiane per il loro ritardo nella consegna delle bollette giuntemi giusto il giorno di scadenza, costringendomi a correre allo sportello per il pagamento. Non parliamo del servizio allo sportello: due soli aperti (su quattro) con una coda di almeno 10 persone in attesa. Ringrazio anche Enel, bollette con data 08/05 e scadenza il 28/5. Provi a contattarli? Tempo perso, i loro numeri telefonici sono irragiungibili, la posta elettronica inesistente,per i reclami dei clienti solo il fax o via posta ordinaria, senza nessuna sicurezza che poi venga recapitata. Daniele Tinti
Finalmente a giugno 2017 fui contattato da un’altra cooperativa, questa volta del pordenonese, ma con servizi attivi anche nei comuni veneti limitrofi. Cooperativa molto più grossa della precedente, con centinaia di dipendenti e servizi attivi in qualsiasi ambito sociale. Così ricominciai con un nuovo centro estivo, nuovi doposcuola, monte ore sempre esiguo, addirittura inferiore rispetto alla cooperativa precedente, coordinatori all’apparenza affabili, con i quali si poteva discutere, più trasparenza, insomma tutte le migliori premesse. Ma anche qui dopo il termine del primo contratto annuale sono stato lasciato a casa e poi richiamato a settembre 2018. Nel frattempo un po’ di cose erano cambiate: con il decreto dignità le proroghe contrattuali sono state diminuite da 36 a 24 mesi, è entrata in vigore la legge Iorio che impone a tutti gli educatori senza titolo di studio di conseguire il titolo di educatore professionale entro dicembre 2020. Ho una laurea in lettere a indirizzo cinematografico, non sono educatore professionale, ma avrei svolto il corso in tempo per mettermi in regola con le direttive del governo. Inoltre avevo parecchia esperienza accumulata dalla precedente cooperativa. Il nuovo contratto scadrà il 7 giugno 2019, fra qualche giorno. Sono venuto a sapere da terze parti, e non direttamente dal mio coordinatore o dall’ufficio delle risorse umane, che per me non ci sarebbe stato futuro in cooperativa. Ad una settimana dalla scadenza del contratto, io ho dovuto contattare persone e uffici, chiedendo anche un colloquio ufficiale con l’ufficio delle risorse umane che mi è stato negato. Le motivazioni? Sempre le stesse: non sono disponibili posizioni per un contratto a tempo indeterminato, appalti in scadenza, ecc. Estrema delusione. Dignità offesa ancor più che nel primo caso: non hanno voluto neppure guardarmi in faccia, sono stato liquidato tra-
mite posta elettronica. Tutta la mia disponibilità, tutta la fiducia riposta, il lavoro svolto senza un intoppo, risolvendo problemi e aiutando le colleghe a mandare avanti i servizi senza creare scompensi al buon andamento dei doposcuola, la mia disponibilità a sfruttare le mie doti artistiche per fare laboratori con i minori senza chiedere un euro in più. La fiducia che le famiglie hanno riposto in me e nel mio ruolo di educatore. Tutto sparito con una mail. Ora sono di nuovo nella più totale incertezza, non potrò più prendere il titolo di educatore professionale, perché il costo dei corsi senza una convenzione con una cooperativa sono troppo esosi. Questo capitolo della mia vita è concluso. Non è stata violata alcuna legge e non sono l’unico educatore che si troverà in questa situazione, ma sappiate che questi sono gli educatori a cui ogni giorno voi affidate i vostri figli, che li accompagnano nel loro percorso scolastico, che disinfettano e mettono un cerotto quando si sbucciano le ginocchia giocando a pallone, che li fanno divertire e giocare ogni santo giorno per tutto l’anno. Una manciata di educatori, sfruttati, mal pagati e che agli occhi delle loro cooperative non contano nulla. Tutti sostituibili e nessuno indispensabile. La cooperativa dà e la cooperativa toglie, speranze e futuro. Mi appello a voi famiglie che affidate i vostri figli agli educatori, accertatevi di come vengono trattate le persone che hanno la responsabilità di vigilare ed educare i minori. Chiedetevi perché da un giorno all’altro la persona che conosceva così bene vostro figlio e che sapeva rassicurarlo e dargli una mano nei compiti, non c’è più. Fate sentire la vostra voce ai comuni che bandiscono le gare d’appalto e accertatevi che questi educatori vengano trattati con la dignità che meritano, come persone e come lavoratori di un settore difficile e complicato. Grazie per l’attenzione M.S. ex-educatore
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Mercoledì 5 Giugno 2019
Estateinritardo,inegozianti: «Spostateisaldiafineluglio» La vicenda
● Maggio è stato piovoso e freddo, aprile così così. Le imprese del comparto moda rischiano di non avere liquidità per pagare i fornitori (in foto Guido Pomini). ● Così chiedono di posticipare saldi dal primo sabato di luglio alla fine dello stesso mese
più anni e impongono ripensamenti. Soprattutto sollecitano ad affrontare il tema più volte discusso ma mai davvero preso di petto della regolamentazione dei saldi. «Esiste un’indagine in corso di Federmoda nazionale — aggiunge Pomini — secondo la quale, pur con dati ancora provvisori, la maggioranza degli imprenditori di questo settore vedrebbe di buon grado uno spostamento di due o tre settimane della stagione del realizzo. Pochissimi sono quelli che propendono per conservare lo status quo». Anche se per il leader trevigiano sullo
La casa editrice è di estrema destra
sfondo c’è qualcosa di strutturale che con i saldi e le stagioni impazzite ha scarsa parentela. Vale a dire una crisi di fiducia legata alle incertezze politico-governative nazionali. «E’ una situazione che si sta trascinando da almeno tre mesi e che non aiuta nelle scelte nè gli imprenditori nè i consumatori». Nel frattempo si corre ai ripari e, clima o non clima, la scadenza delle fatture dei fornitori è un termine che va rispettato. Per prendere ossigeno, perciò, il consorzio fidi di categoria offre agli operatori veneti la possibilità, almeno,
L’attesa Partito il count down per l’avvio delle svendite estive, previsto il primo sabato di luglio. Ma il caldo è appena arrivato
Specializzandi, la Regione finanzia 90 borse di studio
di rinviare di qualche mese le prevedibili tensioni di liquidità collegate al collasso delle vendite primaverili. «Non sappiamo quanti aderiranno e perciò non abbiamo definito un plafond fisso — spiega Massimo Zanon, presidente di Fidi Impresa e di Confcommercio Veneto — e una stima per capire quanto questo momento sia davvero difficile la potremo avere a fine mese». Posticipare i saldi? «Il buonsenso dice che sarebbe opportuno — aggiunge — ma il buonsenso va a farsi benedire quando sono in campo player con le spalle grosse come le multinazionali delle grande distribuzione. C’è chi gli sconti e i sottocosto li propone tutto l’anno, basta guardare le pubblicità in tv ed è per questo che le volte in cui siamo arrivati ai tavoli di trattativa la quadra non l’abbiamo mai trovata». Scettico su questo, e per ragioni simili, anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Roberto Marcato. «Sono disponibile a parlarne, ascolto volentieri — dichiara — ma i tempi sono cambiati e dobbiamo immaginare un commercio che sia in grado di resistere a variabili come quelle del meteo». Gianni Favero
VENEZIA La giunta Zaia ha finanziato, con 9.795.000 euro, anche per l’anno accademico 2018/2019 le 90 borse di studio per i medici specializzandi, che si aggiungono alle 552 assegnate al Veneto dal Miur. «Alla carenza di camici bianchi rispondiamo con un atto che va oltre la contingenza e le necessità immediate — dice l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin —. E’ un investimento sul futuro della nostra sanità. I medici, infatti, non solo si formeranno nella nostra regione ma anche avranno l’obbligo di ruotare nel loro percorso professionale nei nostri ospedali, in particolare negli Hub e negli Spoke». La giunta regionale, per lo stesso anno accademico 2018-2019, ha deliberato anche l’attivazione di tre borse di studio della Scuola di specializzazione in Farmacia ospedaliera dell’Università di Padova. Un’iniziativa mantenuta da alcuni anni per ovviare alla mancanza di professionisti, che coinvolgerà coloro che vi accederanno con un contratto simile a quello dei medici specializzandi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Alla festa promozione
L’omicidio delle Br narrato in un fumetto Giralucci: «Non andrò alla presentazione»
Il coro nazista dei tifosi dell’Hellas fa scatenare il web «Boicottare Verona»
PADOVA Ancora una volta un fumetto divide la città. Il 14 giugno prossimo verrà presentato in Comune la graphic novel «Brigate Rosso sangue» di Fabio Ragno, che racconta l’assassinio di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci per mano delle Br il 17 giugno del 1974. Il libro è edito da Ferrogallico, casa editrice di estrema destra nota per aver pubblicato «Foiba rossa» fumetto sulla controversa figura di Norma Cossetto. La casa editrice ha avvisato ieri che il libro sarà a Padova il 14 giugno alle 18.30 in sala Anziani, e il 19 giugno nella sala stampa del Senato. Sia a Padova che a Roma non ci sarà Silvia Giralucci, figlia di Graziano, consigliera comunale della lista Lorenzoni Sindaco. «Sapevo che stava per uscire un libro su mio padre, non sono contraria che venga presentato in Comune, ma io non ci sarò, non sono stata invitata, da anni non sono più in contatto con persone che furono vicine a mio padre, tra cui Mario Bortoluzzi (padre di Alberto, esponente di Casapound aggredito in ghetto il 26 aprile scorso), - racconta Giralucci – non ho letto il fumetto ma non mi piace la parola usata: “sacrificio”, che ne genera subito un’altra, e cioè “martire”, mio padre è una vittima, non è un martire, questo ci divide e per questo non sono
VERONA Qualcuno potrebbe chiamarli corsi e ricorsi della storia. E se a Verona c’è una «fede»che in questi giorni sta conoscendo l’apoteosi grazie all’Hellas, ce n’è un‘altra che si nasconde sotto quella bandiera. Una «fede»che sa di apologia e che anche in questi giorni è riuscita a lordare l’immagine di una squadra e di una città. Come successe due anni fa. Ha tempestato il web ieri il video caricato su Youtube che immortala una decina di tifosi gialloblù domenica sera. Il palcoscenico è via Albere. La scenografia è arricchita da alcuni fumogeni. La colonna sonora è agghiacciante: «Siamo una squadra fantastica, fatta a forma di svastica... Che bello è... Allena Rudolf Hess». «Omaggio» al gerarca nazista che aiutò Adolph Hitler a scrivere il «Mein Kampf» che già nell’estate di due anni fa era stata intonata. Allora il palcoscenico fu lo stadio Bentegodi. La scenografia quella della festa della Curva Sud. Quaranta secondi che sono bastati a far dimenticare sul web l’impresa dell’Hellas e a far tornare l’assioma della «Verona nera». «L’Hellas Verona FC, - ha fatto sapere la società prende le distanze e si dissocia da tali comportamenti, che non si sono però verificati all’interno dello stadio Bentegodi, ma a margine dei festeggiamenti per la promozione in Serie A».
Il fumetto «Brigate Rosso Sangue» è il libro sull’omicidio di Giralucci e Mazzola edito da «Ferrogallico»: sarà presentato a Padova
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Con 10 milioni
L’appello di Federmoda. La Regione: «Il commercio deve resistere anche al meteo»
VENEZIA Aprile per un po’ ha funzionato ma maggio è stato piovoso e freddo. Le imprese del comparto moda di Confcommercio rischiano di non avere liquidità per pagare i fornitori nelle prossime scadenze di fine mese e il consorzio Fidi Impresa decide di predisporre in pochi giorni un plafond per finanziamenti da 10mila a 40 mila euro, da rimborsare in 18 mesi al tasso del 3,75% e con rateazione da dicembre. Il tutto mentre il settore ragiona seriamente sull’opportunità di far slittare in avanti di due settimane l’inizio dei saldi, dal primo al terzo sabato di luglio, magari sconfinando in agosto. «Se la bella stagione inizia quando è ora di svendere — osserva Guido Pomini, presidente di Federmoda di Treviso — significa non guadagnare. A meno di rivedere i listini al rialzo con largo anticipo, in modo tale da sterilizzare l’effetto degli sconti nel periodo dei saldi. Ma vuol dire tenere lontano il consumatore fino a quel momento». L’alterazione del ciclo delle stagioni, in pratica, per chi gestisce negozi di abbigliamento non è più un fatto occasionale. Primavere fredde e instabili e caldo estivo che si protrae fino al tardo autunno si ripetono ormai da
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stata invitata, e comunque non sarei andata, il 14 ho il saggio di mio figlio, sono una mamma, questa è la mia priorità». Di diverso avviso Piero Mazzola avvocato 73enne, figlio di Giuseppe: «È la storia della morte di mio padre, non ci metterei dietro la politica, quel fatto mi ha segnato, è giusto se ne parli, non ci sarò il 14 perché ho un impegno, ma a Roma andrò volentieri». Alla presentazione padovana ci saranno il senatore Andrea Ostellari, il consigliere Davide Meneghini (Lista Bitonci Sindaco), il curatore Mario Bortoluzzi, l’autore Fabio Ragno, l’editore Marco Carucci e l’avvocato Marcello Vinci. A Roma, con Ostellari ci sarà il senatore Ignazio La Russa. Roberta Polese © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENETO STRADE S.p.A. Centrale di Committenza per conto di Regione del Veneto Direzione Difesa del Suolo
Il frame Un fermo immagine del video nel quale alcuni tifosi dell’Hellas cantano una canzone di chiare matrice nazista
Lo stesso filo seguito dal sindaco Federico Sboarina, con la differenza che lui dei «cantori» non fa assolutamente cenno. «È il solito copione su Verona - ha commentato -. In una domenica perfetta di grande sport i soliti detrattori puntuali come un orologio si sono attivati per cercare di sporcarne l’immagine. Nel frattempo sempre più persone si innamorano della nostra città e vengono a visitarla». In realtà sul web è già stato lanciato un boicottaggio contro le visite o le vacanze nella «Verona fascista». «Una parte politica attuale ha sdoganato l’estrema destra e non prende posizioni di condanna verso questi episodi», analizza Bruno Carmi. ex presidente della comunità ebraica di Verona. Angiola Petronio © RIPRODUZIONE RISERVATA
ESTRATTO BANDO DI GARA TELEMATICA APP. 1/2019/DDS - LAVORI Si rende noto che Veneto Strade S.p.A., in qualità di Centrale di Committenza, ha indetto una gara a procedura aperta, per l’affidamento dei lavori di laminazione delle piene del fiume Agno Gua’ attraverso l’adeguamento dei bacini demaniali di Trissino e Tezze di Arzignano nei comuni di Trissino e Arzignano (VI). CUP H67B17000280001 - CIG 78975608AD. Importo complessivo dell’appalto è di € 16.478.000,00 compresi € 362.656,96 per oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG8 classifica VII. L’appalto sarà affidato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 95 co. 2 del D.Lgs. 50/2016 in esecuzione al Decreto a contrarre del Direttore della Direzione Difesa del Suolo della Regione del Veneto n. 97 del 05/04/2019. Data di invio del bando alla GUUE: 23/05/2019 e pubblicato sulla GURI n. 62 del 29/05/2019. Le offerte dovranno essere inviate esclusivamente in formato telematico entro e non oltre le ore 12:00 del 08/07/2019 al portale http://venetostrade.acquistitelematici.it. Il bando e la documentazione di gara sono disponibili nel portale http:// venetostrade.acquistitelematici.it Il Direttore Generale Ing. Silvano Vernizzi
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MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 LA NUOVA
PRIMO PIANO
Lo schianto in laguna
Toninelli finisce sotto accusa «Arriverò presto con una soluzione» Il ministro ai trasporti studia un accordo con le Compagnie Meno transiti e tonnellaggi inferiori. L’ipotesi Chioggia Danilo Toninelli
Alberto Vitucci VENEZIA Meno navi in lagu-
na, riduzione del loro tonnellaggio. In attesa del nuovo terminal a Chioggia e di una soluzione «a breve termine» per le navi medio piccole. È questo il quadro in cui si sta muovendo il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Che potrebbe convocare nei prossimi giorni i responsabili della Clia, l’associazione internazionale degli armatori, per negoziare una soluzione. Una quadratura del cerchio sempre più difficile. L’opinione pubblica mondiale, dopo l’incidente di domenica mattina, spinge per una soluzione, e per l’immediato allontanamento delle navi dal bacino San Marco. Toninelli è stato in queste ore attaccato e quasi accerchiato dalle altre forze politiche favorevoli alla soluzione Marghera. Gli alleati della Lega, Forza Italia, il Pd. La Regione di Luca Zaia con l’assessore Elisa De Berti, il sindaco Brugnaro. Ma lui tira dritto. «Quando sono arrivato qui non c’era nemmeno un progetto», dice, «solo ipotesi».
«Verremo presto a Venezia», annuncia, «per confrontare la nostra soluzione con la città». Intanto anche le pressioni aumentano. «La soluzione Marghera è invocata come possibile. Ma definita «pericolosa» da sindacato e ambientalisti, comunque necessita della Valutazione di impatto ambientale. Dunque? Il vertice dell’altra sera a Roma è durato più di tre ore. Hanno partecipato il presi-
Lega, Forza Italia, Pd accusano il governo Per il canale Vittorio Emanuele serve la Via dente dell’Autorità portuale veneziana Pino Musolino, il provveditore Roberto Linetti e in collegamento video l’ammiraglio Piero Pellizzari, comandante della Capitaneria di porto. Ma al vertice erano stati convocati anche i direttori generali del ministero, il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici e i massimi esperti del ministero di Porta Pia. La decisione adesso non può che essere «politica», an-
che se dovrà tener conto di molti vincoli diventati ormai ineludibili. Il primo è che le navi «troppo grandi» non potranno più entrare in laguna come succedeva fino a sabato sera. L’incidente ha dimostrato che la città è vulnerabile, il rischio c’è. Occorre allora trovare soluzioni che non penalizzino il lavoro, come ha suggerito lo stesso ministro per l’Ambiente Sergio Costa. Ma come? Toninelli e con lui i suoi parlamentari e gli ambientalisti, preferiscono le navi «fuori dalla laguna». Fra le tre soluzioni indicate e approfondite dal punto di vista tecnico, il ministro avrebbe scelto Chioggia. Ma i tempi sono lunghi, e a Chioggia mancano infrastrutture di collegamento. Nel frattempo si propone lo scavo del canale Malamocco-Marghera. «Non è un nuovo canale, è lì da quasi un secolo», dice Musolino. Italia Nostra annuncia battaglia: «Preludio all’allargamento del canale dei Petroli, un altro disastro». La soluzione, azzarda qualcuno, potrebbe essere quella di fare arrivare le navi a Marghera e in Marittima in tempi
brevi. Ma soltanto quelle «medio piccole». Se ne parla. E Toninelli si difende. «Non è vero che il progetto Marghera è pronto. È stato approvato nel settembre 2017, ma non è un esecutivo, e da allora non è stato fatto nulla». Per placare l’indignazione del mondo adesso si pensa a una misura «immediata». Potrebbe essere quella, presa in accordo con le stesse compagnie armatrici, nell’occhio del ciclone in questo momento, «di diminuire intanto la pressione sul canale della Giudecca. Riducendo i passaggi. E soprattutto distribuendoli in giorni diversi della settimana In questo fine settimana sono 13 le grandi navi attese in arrivo e partenza alla Stazione Marittima, Un ingirgo che ha causato problemi anche domenica scorsa dopo l’incidente. la prima mossa potrebbe essere proprio questa. Nuovo calendario degli arrivi. E in attesa delle decisioni sul futuro, una riduzione dei tonnellaggi ammessi. Comunque vada, il passaggio davanti a San Marco non potrà più essere quello di domenica scorsa.
la polemica
Furia Brugnaro contro il ministro «Servono risposte, non chiacchiere» MESTRE. «Toninelli “sembra” , Toninelli “forse” , ma non risponde mai, non ce la fa e non si assume le proprie responsabilità». Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, ieri mattina, a margine della demolizione del nuovo mercato coperto di Mestre, è tornato ad accendere i riflettori sulle grandi navi e sull’incidente avvenuto domenica mattina. Soprattutto alla luce del fatto che il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli sembra abbia storto il naso sia in merito alla soluzione Vittorio Emanuele, che Marghera. «Chissà quando ci dirà lui qualcosa» chiarisce il primo cittadino scocciato verso il ministro del Movimento 5
Stelle. «Ha detto che non c’era il progetto, eppure c’è già il canale e un progetto che non è quello ufficiale, perché è stata bloccata la procedura. È un partito che funziona a tempo, succede qualcosa e scattano bandiere e cartelli, c’è la troupe pronta prima ancora che arrivino, sempre gli stessi, e si alza la posta: il professor D’Alpaos ha detto di fermare non solo le navi da crociera, ma anche le commerciali, ecco questa è la gente che ascoltiamo da vent’anni e che sta rovinando il Paese». Si sfoga il sindaco Brugnaro: «Libertà massima di esprimere le proprie opinioni da parte di tutti, come la libertà dell’artista (Banksy), come
Il sindaco Luigi Brugnaro a Mestre ieri mattina
quella del fotografo Berengo Gardin di guadagnare soldi, normale e logico, ma che non facciano i santi: Berengo Gardin non ha devoluto nulla al Comune con il guadagno delle foto delle navi, ma ci sta, ha una sua logica. Quello che diciamo noi è che vogliamo risolvere il problema, tutti lo denunciamo e non vorrei che qualcuno trasformasse in un lavoro la denuncia. Abbiamo più volte detto qual è la soluzione, se Toninelli vuole trasferire anche Porto Marghera lo dica ai lavoratori, ma attenzione che prima uno, dopo l’altro, questo è il modo per deindustrializzare il Paese. Come? Prima non si decide, poi si fa confusione, poi manca il progetto, tutto sembra, tutto forse. Il ministro è lui, si assuma le responsabilità, che sono tutte sue». E ha proposito dell’ipotesi di spostare le grandi navi a Chioggia, Brugnaro replica secco «Sono idee pessime, senza una logica, io ho cercato anche di non polemizzare in questi mesi quando ha det-
to Chioggia, Malamocco e Lido. Ipotesi che sono anni che spieghiamo che non si possono fare. Noi dobbiamo dare una soluzione immediata intanto che questo genio fa i progetti mentre capirà un domani, se sarà ancora lui ministro, che non si realizzano, ma nel frattempo risolviamo almeno l’emergenza. Ma non ce la fa, e tutta la struttura è scoraggiata, perché ci si scoraggia con un ministro così. Noi a casa nostra facciamo quello che possiamo, ma questi sono temi nazionali: Mose, soldi per le bonifiche, è sempre lui, è un anno che governano questi. Chi li ha votati voleva cambiare, ma hanno insabbiato tutto, non si sa dove sono. Qui non ci sono idee, si sta solo seduti a ciondolare. Eppure si deve decidere: dopo un anno non si può dire che non si sapeva nulla». Infine chiude: «Alcuni dicasteri vanno spostati, vanno cambiate le persone, così com’è non se ne esce». — Marta Artico BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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MERCOLEDÌ 5 GIUGNO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
L’incidente in laguna
Msc, ormeggi forzati Vacanza prolungata per duemila ospiti I sei indagati: il comandante Carmine Siviero e l’aiuto Giuseppe De Maio i piloti Tuselli e Russignan e i comandanti dei rimorchiatori Adragna e Ruaro Roberta De Rossi VENEZIA. La Msc Opera ri-
schia di restare ancora a lungo agli ormeggi forzati in Marittima. Dopo aver dovuto annullare la partenza prevista (con troppo ottimismo) per lunedì scorso, la Compagnia ha annunciato la nuova partenza per venerdì 7, per poter raccogliere a Bari i passeggeri lì in attesa d’imbarco e tornare già sabato 8 a Venezia, per poter così ricominciare la sua attività con una nuova crociera verso la Grecia. Programma non impossibile, ma molto difficile. La pm Lucia D’Alessandro, infatti, sta preparando i quesiti da sottoporre al perito della Procura, per poi notificare la data dell’udienza agli avvocati dei sei indagati per gli accertamenti tecnici “irripetibili”: il comandante della nave Carmine Siviero e l’ufficiale responsabile della sicurezza, Giuseppe De Maio; i due piloti del porto a bordo della grande nave al momento dell’incidente Vladimiro Tuselli (già a Trapani, a Venezia da 4 anni) e Stefano Russignan; i due comandanti dei rimorchiatori Andrea Ruaro e Giuseppe Adragna. «I nostri comandanti hanno agito con estrema professionalità», commenta il presidente della Panfido, Davide Calderan, «nel momento dell’avaria della Msc Opera, il rimorchiatore di sinistra ha spinto al massimo evitando che andasse a sbattere contro la città, quello posteriore è riuscito a rallentarne
la corsa: l’impatto sarebbe stato maggiore». Tutti - comandanti e piloti - sono stati iscritti al registro degli indagati come atto dovuto per permettere alle parti di nominare propri consulenti: ipotesi di reato, «danneggiamento con pericolo colposo di naufragio» . Tant’è, al momento ancora nessuna udienza è stata convocata per il conferimento della perizia, accertamento tecnico che certo non si risolverà in poche ore: c’è da ricostruire la dinamica dell’incidente, il perché di quell’interruzione delle comunicazioni tra plancia di comando e sala macchine, seguita al
Intanto a bordo in 1860 fanno la bella vita: crociera saltata, la nave diventa hotel di lusso blocco di uno dei motori e al proseguimento in marcia avanti dell’altro, fino all’impatto. «C’è massima disponibilità da parte della Compagnia a rispondere a qualsiasi esigenza della Procura. Certo, speriamo che l’udienza si possa svolgere giovedì», commenta l’avvocata Sara Franchini, che rappresenta i due ufficiali dell’Opera. «La Procura ha posto sotto sequestro parte del motore e del sistema di propulsione della nave», osserva l’avvocato Giorgio Bortolotto, difensore dei due piloti del porto, «e bisognerà verificare anche l’impianto elettrico: non ba-
stano poche ore. Quello che è accaduto lo ha raccontato il pilota nelle comunicazioni con la Capitaneria, che tutti hanno sentito: una perdita dei comandi e dei contati tra plancia e sala macchine, per un’avaria. Nell’emergenza, hanno tutti dimostrato grandissima professionalità, riuscendo ad evitare il peggio». L’indagine passerà dalle mani della sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia D’Alessandro (che domenica era di turno) a quelle del pubblico ministero Giorgio Gava. Si potrebbero così allungare di molto i tempi di permanenza in città della Msc Opera, in questi giorni trasformata in un lussuoso hotel: 1868 passeggeri hanno, infatti, accolto l’offerta della compagnia che - assicurato a tutti il rimborso della crociera e delle spese - ha anche dato l’opportunità di restare a bordo, con navetta andata e ritorno in piazza San Marco, attività di bordo. Solo in 392 hanno scelto di tornare a casa. Quindi, ormeggi forzati fino a data da destinarsi, anche se tecnicamente la Msc Opera è al momento in grado di salpare ed è stata risolta l’avaria che l’ha mandata a sbattere in un drammatico frontale con il fluviale “River Countness”. Quattro le passeggere ferite: una signora 71enne neozelandese è stata operata in queste ore alla spalla, al Civile. Ancora ricoverata anche una 66enne australiana, per un forte trauma alla schiena e al torace. —
IL BUSINESS
40 mila i passeggeri in arrivo ed in partenza in un solo fine settimana
1,6 mln il numero dei passeggeri totali registrati nel 2018 secondo i dati forniti da Vtp
100 i battelli fluviali, come la River Countness, che sono approdati a Venezia nel corso del 2018. Ventimila i passeggeri stazione marittima
502 le navi che sono approdate a Venezia nel corso del 2018, capaci di portare 1,5 milioni di passeggeri. Il numero è in aumento
5 mila i lavoratori che, secondo gli stessi operatori, sono occupati nel comparto. Per gli ambientalisti, invece, la cifra è più che dimezzata.
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il ministro presto in laguna
Toninelli sceglie Chioggia E studia intesa con gli armatori VENEZIA Meno navi in laguna, riduzione del loro tonnellaggio. In attesa del nuovo terminal a Chioggia e di una soluzione «a breve termine» per le navi medio piccole. È questo il quadro in cui si sta muovendo il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Che potrebbe convocare nei prossimi giorni i responsabili della Clia, l’associazione internazionale degli armatori, per negoziare una soluzione. Una
quadratura del cerchio sempre più difficile. L’opinione pubblica mondiale, dopo l’incidente di domenica mattina, spinge per una soluzione, e per l’immediato allontanamento delle navi dal bacino San Marco. Toninelli è stato in queste ore attaccato e quasi accerchiato dalle altre forze politiche favorevoli alla soluzione Marghera. Gli alleati della Lega, Forza Italia, il Pd. La Regio-
ne di Luca Zaia con l’assessore Elisa De Berti, il sindaco Brugnaro. Ma lui tira dritto. «Quando sono arrivato qui non c’era nemmeno un progetto», dice, «solo ipotesi». «Verremo presto a Venezia», annuncia, «per confrontare la nostra soluzione con la città». Intanto anche le pressioni aumentano. «La soluzione Marghera è invocata come possibile. Ma definita «pericolosa» da sindacato e ambienta-
Il ministro Toninelli
listi, comunque necessita della Valutazione di impatto ambientale. Dunque? Il vertice dell’altra sera a Roma è durato più di tre ore. Hanno partecipato il presidente dell’Autorità portuale vene-
Oggi alle 15 arriva Vision da 78 mila tonnellate VENEZIA. Non si ferma il via vai di navi da crociera e battello fluviale previsto dal calendario degli approdi nella Stazione Marittima – gestita da Vtp spa – messo a punto da mesi e che prevede arrivi e partenze fino al 31 dicembre 2019. Alle 15 di oggi è previsto l’arrivo in Stazione Marittima a Santa Marta della nave da crociera “Vision Of The Seas” della com-
pagnia Royal Caribbean International, costruita nel 1988 e rinnovata nel 2013. Si tratta di una nave da 78 mila tonnellate di stazza lorda, un po’ più grande di Msc Opera (65 mila tonnellate di stazza lorda ) tutt’ora sotto sequestro dopo l’incidente a San Basilio, lunga 279 metri e larga 32, capace di ospitare 2.500 passeggeri e oltre 700 membri d’equipaggio.
ziana Pino Musolino, il provveditore Roberto Linetti e in collegamento video l’ammiraglio Piero Pellizzari, comandante della Capitaneria di porto. Ma al vertice erano stati convocati anche i direttori generali del ministero, il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici e i massimi esperti del ministero di Porta Pia. La decisione adesso non può che essere «politica», anche se dovrà tener conto di molti vincoli diventati ormai ineludibili, Il primo è che le navi «troppo grandi» non potranno più entrare in laguna come succedeva fino a sabato sera. L’incidente ha dimostrato che la città è vulnerabile, il rischio c’è. Occorre allora trovare soluzioni che non penalizzino il lavo-
ro, come ha suggerito lo stesso ministro per l’Ambiente Sergio Costa. Ma come? Toninelli e con lui i suoi parlamentari e gli ambientalisti, preferiscono le navi «fuori dalla laguna». Fra le tre soluzioni indicate e approfondite dal punto di vista tecnico, il ministro avrebbe scelto Chioggia. Ma i tempi sono lunghi, e a Chioggia mancano infrastrutture di collegamento. Nel frattempo si propone lo scavo del canale Malamocco-Marghera. «Non è un nuovo canale, è lì da quasi un secolo», dice Musolino. Italia Nostra annuncia battaglia: «Preludio all’allargamento del canale dei Petroli, un altro disastro». — A.V. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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BRUGNARO IN SOPRALLUOGO
Mestre
«Vorrei ringraziare tutti gli ambulanti che hanno accettato di spostare le loro attività e le imprese al lavoro»
Mercoledì 5 Giugno 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Mercato, l’ora delle ruspe A ottobre la nuova struttura Avviata le demolizione dei chioschi `I nuovi banchi al coperto costeranno installati 26 anni fa a titolo provvisorio 2,9 milioni con serrande anti-intrusione `
ECONOMIA
`La Regione Veneto
ora si appresta a cedere le deleghe CITTÀ METROPOLITANA
MESTRE Era nato 26 anni fa come
provvisorio, perché l’idea delle amministrazioni di allora era costruire un grande mercato fisso nuovo di zecca, poi i soldi sono mancati e il provvisorio di via Fapanni (che era stato trasferito lì dalle vie Allegri e Rondina) è diventato definitivo diventando ogni giorno più decrepito. Tanto che ieri mattina alle nove le ruspe hanno accartocciato senza fatica le strutture ormai abbandonate dai commercianti spostati temporaneamente in piazzetta Coin e via Poerio.
MESTRE La Regione si appresta
finalmente a cedere le deleghe urbanistiche alla Città metropolitana, che potrà avere un ruolo istituzionale più importante sul territorio e andare al di là della vecchia provincia. È stata infatti pubblicata ieri sul Bollettino ufficiale della Regione Veneto la deliberazione della Giunta con la quale si approva l’accordo per la gestione dei poteri, che ora dovrà essere firmato da cedente e subentrante.
L’OPERAZIONE Col sindaco Luigi Brugnaro c’era mezza Giunta (la vicesindaco Colle, l’assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto, alla Mobilità e trasporti Renato Boraso, allo Sviluppo economico Simone Venturini, al Turismo Paola Mar, alla Sicurezza Urbana, Giorgio D’Este) ad assistere alla demolizione che segna anche l’avvio dei lavori di costruzione del nuovo mercato fisso: sorgerà nello stesso posto dove ieri c’è stata la demolizione, tra via Fapanni, piazzetta Coin, via Lazzari e il Marzenego, ma verrà costruito per durare e sarà anche un mercato coperto. Con 2 milioni e 900 mila euro, finanziati dal Patto per lo Sviluppo di Venezia firmato con l’allora premier Matteo Renzi, sorgerà una struttura da 2 mila metri quadrati (100 in meno dello spazio precedente per lasciare le distanze minime dal Marzenego, ma con gli stessi spazi che i commercianti avevano a disposizione). «Voglio evidenziare la concordia con cui tutti stiamo lavorando e ringrazio i commercianti, i dipendenti comunali e i tecnici di Insula che stanno lavorando al progetto anche di sabato e domenica – ha sottolineato il sindaco Brugnaro -. Grazie anche a
Urbanistica I poteri alla Città metropolitana
FINE DELLE POLEMICHE
SMANTELLATI La demolizione dei vecchi chioschi del mercato installati 26 anni fa
tutti gli ambulanti che hanno accettato di spostare il mercato e alle imprese, ai vigili urbani e ai per la pazienza che porAl centro una piazzetta cittadini teranno. Inevitabilmente si deve passare dalle parole ai fatti». con due fontanelle La frase che va per la maggioMESTRE Al centro del mercato re in questi giorni, quasi il motto del mercato temporaneo, è “atverrà creata una piccola tenti al passo”, che i commerpiazza con un’aiuola cianti dicono ai clienti ogni volta sopraelevata che ospiterà che si avvicinano, dato che il due fontanelle, saranno mercato temporaneo è montato realizzati i nuovi servizi su una piattaforma in cemento igienici per gli operatori e realizzata per salvaguardare la anche gli impianti elettrici e sottostante piazza in porfido. idrici, e in generale tutto il Come già annunciato, la nuopiano di calpestio. va struttura sarà coperta con falIl manto di copertura sarà de romboidali prefabbricate in realizzato con pannelli legno lamellare appoggiate su piondulati, per metà opaco e lastri in acciaio; ogni banco avrà per metà traslucido per la medesima visibilità e tutti consentire l’illuminazione manterranno la precedente connaturale e allo stesso tempo figurazione: verranno unificati un’adeguata protezione in blocchi continui e saranno in dall’irraggiamento solare legno lamellare con pannelli codiretto. (e.t.)
Il progetto
lorati con una copertura unitaria che avrà lo scopo di proteggere dalle intemperie, ma anche dalle intrusioni e fungerà da supporto per le saracinesche e per gli impianti.
I TEMPI I tempi? Per fine ottobre il nuovo mercato sarà pronto, e quello temporaneo (costato 490 mila euro, e allestito la scorsa settimana) verrà smontato. Intanto sono iniziati i lavori di sistemazione del nuovo e più grande “centro di conferimento” dei rifiuti gestito da Veritas a servizio del mercato e del centro Le Barche (costo 470 mila euro): i lavori finiranno entro luglio e in quel mese verrà smontato il centro temporaneo relizzato a marzo tra piazza XXVII Ottobre e via Sarpi. Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA
La mancata assegnazione della delega aveva suscitato un sacco di polemiche, in quanto alle Province queste erano state girate senza alcun problema mentre per la Città metropolitana si era dovuta attendere l’approvazione del Piano strategico metropolitano e del Piano territoriale generale. Il sindaco Luigi Brugnaro era stato duramente attaccato dal Pd per via del modo in cui avrebbe gestito il rapporto con la Lega: conflittuale in Comune e “amichevole” in Regione e Città metropolitana. «L’idea della Regione di mantenere per sé competenze fondamentali quali quelle urbanistiche - avevano detto gli esponenti dem - è contro la legge che istituisce la Città metropolitana e soprattutto contro il bene dei nostri cittadini».
na sarebbe stata subordinata all’approvazione del Piano strategico triennale e di quello territoriale generale. Fino ad allora, a esercitare quelle stesse funzioni è stata la Giunta regionale. In molti consiglieri, non solo dell’opposizione, avevano gridato allo scandalo e al boicottaggio del nuovo ente. Per la Regione era solo un invito ad adeguarsi alla normativa.
IL TRASFERIMENTO In base all’accordo allegato alla delibera regionale, il trasferimento delle competenze decorre dal 4 marzo 2019 e entro 30 giorni dovranno essere definiti i procedimenti in essere da trasferire. L’accordo stabilisce anche una mutua collaborazione tra i due enti con l’impegno specifico di mettere a disposizione l’una dell’altra documentazione e competenze. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL TRASFERIMENTO DECORRE DAL 4 MARZO LA MANCATA ASSEGNAZIONE AVEVA SOLLEVATO MOLTE POLEMICHE
L’INGHIPPO Un articolo collegato alla Legge finanziaria 2017 stabiliva infatti che l’attribuzione delle deleghe in materia urbanistica alla Città metropolita-
PALAZZO BALBI La sede della Giunta regionale a Venezia
È morto Franceschin, autonomista e ingegnere Articolo Uno: «Centrosinistra LUTTO MESTRE A Mestre lo conosceva-
no tutti anche se non era un frequentatore degli eventi mondani. Pietro Franceschin (per tutti Piero), mestrino doc come amava definirsi, è morto a 86 anni e di lui Mestre conserva più di una firma sui suoi edifici. È suo, infatti, il progetto del monoblocco Turazza della Casa di riposo Antica Scuola dei Battuti, non quello architettonico ma il progetto ingegneristico dato che, figlio di un ferroviere, si laureò a Padova in ingegneria civile e cominciò la professione agli inizi degli anni Sessanta. Sono parecchi gli angoli in cui si può riconoscere la sua
mano: oltre alla casa di riposo, è suo l’edificio strano, residenziale, commerciale e direzionale tutto in vetro e cemento, che si trova all’angolo tra via Carducci e via Mazzini, dove c’era la pellicceria, e suo ancora è l’edificio direzionale a “L”, tutto vetri e marmo, all’angolo tra via Torre Belfredo e via Giuliani, filiale Unicredit; verso la stazione, invece, ha progettato in via Dante l’edificio direzionale dell’Uepe (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) del ministero della Giustizia. Tutte forme moderne per gli anni in cui sono state realizzate, con l’utilizzo di nuovi materiali e idee innovative che spesso stupivano anche i colleghi più giovani. Ingegnere “atipico, umani-
sta, anticonformista e rivoluzionario”, come lo definivano molti colleghi, è sempre stato schivo da protagonismi e esibizionismi: a 86 anni era ancora in attività e ha continuato a disegnare ed abbozzare le sue idee progettuali anche nei suoi ultimi giorni trascorsi all’ospedale dell’Angelo, dove era ricoverato. È sempre stato innamorato della sua città e non a caso è stato tra i pionieri dell’autonomia amministrativa mestrina da Venezia, e ha sempre lavorato per trasformare la terraferma in una vera città compiuta. I funerali si terranno domani alle 11 nel duomo di San Lorenzo in piazza Ferretto a Mestre. (e.t.) LO SCOMPARSO Piero Franceschin
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unito per sfidare Brugnaro» IL DOPO VOTO MESTRE Un progetto civico
unitario di centrosinistra alternativo a Luigi Brugnaro. È quanto auspica il segretario regionale di Articolo Uno Gabriele Scaramuzza all’indomani del voto per le elezioni europee. «La scelta - scrive di non dividere le forze del Pse e presentare la lista unitaria dei socialisti, a cui ha dato il suo contributo anche Articolo Uno, ha dimostrato la sua bontà reggendo bene l’urto». Soprattutto in città come Torino e Milano, dove la lista Pd- Siamo europei (cui partecipavano anche candidati di Articolo Uno) è risultata il
primo partito. A Venezia però è la Lega ad avare ottenuto per la prima volta il primato a livello comunale. «Questi dati dimostrano - sostiene Scaramuzza che l’unica strada da percorrere è ricostruire un progetto civico e politico capace di costruire l’alternativa alla destra di Brugnaro, partendo da quelle esperienze che in questi mesi sono sorte e che stanno animando il dibattito cittadino costituendo un segnale di vitalità e capacità di elaborazione di un progetto sulla e per la città. Tra le forze politiche non deve prevalere la tentazione di dirigere le associazioni e i comitati ma invece l’ascolto e la disponibilità, per mettere in campo una proposta innovativa».