RASSEGNA STAMPA DEL 6 MAGGIO 2019

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AGROALIMENTARE

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L'ARENA

Lunedì 6 Maggio 2019

Apienutrizione conunostudio dellaRegione

Uno studio sulla nutrizione delle api, per scongiurare che negli alimenti complementari in commercio, siano presenti tracce di sostanze tossiche. A promuover-

lo, la Regione Veneto, con uno stanziamento di 50mila euro, ed Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che svolgeranno un’attività di osserva-

zione dei mangimi utilizzati negli alveari durante i periodi invernali, per aiutare la sopravvivenza delle colonie. Su indicazione della Consulta regionale per

ILPROGETTO. IlGruppo operativoperl’innovazione sta identificandonuovi approccidi difesa

Lottaallacimice asiatica Icosti per leaziende Ilmonitoraggiodell’insetto incampo pertrovarestrategie didifesaattiva epassiva come l’impiegodiretimultifunzionali Attilio Febi

Nuovi e interessanti risultati sul fronte della lotta alla cimice asiatica (Halyomorpha Halys), il pericoloso insetto che dal 2014 causa gravi danni agli agricoltori veronesi, in particolare sui frutteti, ha determinato costi aggiuntivi per la difesa attiva e passiva, nonché perdite di prodotto di entità variabile, a seconda delle zone, con importanti ricadute economiche sulle singole aziende e sull’intero territorio. Il progetto ha permesso innanzitutto di conoscere con esattezza la biologia e l’ecologia dell’insetto e del suo adattamento al territorio veronese. Per affrontare questa grave minaccia, tecnici, ricercatori ed imprese agricole si sono riunite in un Gruppo operativo per l’innovazione (Goi), e hanno avviato nel 2016 un progetto triennale, denominato Halys, per identificare nuovi approcci di difesa contro un organismo altamente nocivo, che provoca di-

sagio anche ai cittadini. È stato costituito un gruppo di esperti di alto livello tecnico-scientifico con il coinvolgimento dell’Università di Padova e del Servizio Fitosanitario regionale. Si tratta di un pool creato per fornire strumenti efficaci e affidabili a tecnici e agricoltori, per approntare un monitoraggio in campo della cimice asiatica e applicare strategie di difesa sostenibile da questo insetto esotico, limitando l’impiego di prodotti chimici. Il progetto ha permesso di conoscere la biologia dell’insetto e del suo adattamento al territorio, evidenziando che il picco delle presenze in uscita dallo svezzamento degli adulti si verifica tra aprile e metà maggio e si registrano due generazioni complete sovrapposte. Sotto il profilo della difesa è stata dimostrata l’utilità di tecniche di prevenzione fisica con l’impiego di reti multifunzionali, che rappresentano uno degli strumenti più performanti per proteggere le produzioni frutticole dalla

Campodisoia rovinatodalla cimiceasiatica

cimice asiatica, laddove applicate correttamente, vale a dire con copertura tempestiva dopo la fioritura. Il progetto ha inoltre mostrato il contributo offerto da alcuni predatori naturali presenti nel nostro ambiente, in grado di combattere efficacemente soprattutto gli stadi giovanili della cimice asiatica. Nel triennio della sperimentazione sono state valutate anche alcune trappole a ferormoni che hanno evidenziato una buona capacità di attrazione nei confronti di tutti gli stadi di sviluppo di questo insetto. La ricerca ha anche provveduto a saggiare diversi formulati insetticidi per valu-

tare l’attività contro uova, forme giovanili ed adulti di Halyomorpha Halys. I prodotti più attivi sono risultati quelli appartenenti alle classi degli organofosfati, piretroidi e neonicotinoidi; l’efficacia è basata principalmente sull’attività di contatto. Tra i prodotti testati ad oggi non è stata osservata una marcata azione ovicida, mentre più soddisfacenti sono le performance nei confronti degli stadi giovanili, anche per i prodotti biologici. In Cina vi è stato un equilibrio attraverso la diffusione massiva di un antagonista naturale, la Vespa samuray. • © RIPRODUZIONERISERVATA

l’apicoltura – che dà rappresentanza ad un settore da oltre 60 mila alveari, per una produzione di circa 1.500 tonnellate di miele - i fondi veneti a sostegno del

patrimonio apistico, saranno indirizzati a valutare le caratteristiche dei mangimi sul mercato utilizzati alla fine della stagione attiva. Va.Za.

ZOOTECNIA. Quattro bandi regionali

Inarrivo i fondi perlabiodiversità epergliallevatori Finalizzatialrecupero dirazze autoctonearischio diestinzione Una delibera, la numero 376 del 2 aprile, per l’apertura di quattro bandi da 26,75 milioni. L’ha approvata la Giunta veneta in attuazione al Piano di sviluppo rurale 2014-2020. Una delle misure riguarda la tutela della biodiversità e il sostegno agli «allevatori custodi», finalizzate a recupero e conservazione di razze autoctone che rischiano di estinguersi. «La diversità genetica animale è una risorsa che deve essere preservata per le generazioni future. Le dinamiche di mercato hanno spinto e spingono ancora gli agricoltori a scegliere le razze più produttive, standardizzate, omogenee e a stretta base genetica», ha riferito ai colleghi di Giunta l’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan. «Gli allevatori possono però svolgere il ruolo di custodi della biodiversità a condizione che sia garantita loro una ragionevole redditività». Ecco spiegate quindi le ragioni del bando che stanzia 750mila euro per gli allevatori, cui è affidato il compito di preservare per cinque anni la diversità genetica degli animali. Le razze da preservare sono bovine (Burlina, Rendena, Grigio Alpina), equine

(Norica, Caitpr, Maremmana, Cavallo del Delta), ovine (Alpagota, Lamon, Brogna, Vicentina o Foza). L’attenzione viene anche estesa agli avicoli (Pollo, Polverara, Pepoi, Robusta Lionata, Robusta Maculata, Ermellinata di Rovigo, Padovana, Millefiori di Lonigo; Faraona Camosciata, Anatra Mignon e Germanata veneta; Tacchino Ermellinato di Rovigo e Comune bronzato; Oca Padovana). I beneficiari della misura sono operatori del primario, associazioni di agricoltori, enti pubblici che conducono aziende agricole. Il bando scade il 15 maggio; stesso termine per gli altri interventi finanziati. Uno per la «Gestione attiva di infrastrutture verdi», formazioni lineari arboreo-arbustive da utilizzare come fasce tampone e siepi con connessa area erbacea di rispetto e boschetti naturalistici (4 milioni). Un altro per la «Tutela ed incremento degli habitat seminaturali» (2 milioni), compresa la possibile conversione a prato di superfici seminative. Il maggiore plafond di risorse è per le indennità compensative per chi coltiva in zona montana (20 milioni). • Va.Za.

LucaBerti,Jako Wine

me bottiglie». Destinate, specifica Berti, a un target d’élite raggiunto anche attraverso un notevole lavoro di marketing e promozione sui social network. «Niente enoteche né grande distribuzione, ma ristoranti e hotel di lusso per un pubblico in grado di apprezzare un prodotto così ricercato». Testimonial di Jako Wine è Severino Barzan, storico patron dell’Antica Bottega del Vino, ora di proprietà delle Famiglie dell’Amarone. • F.L.

ENOLOGIA. Una produzionedi settemilabottiglie destinateahotel e ristoranti dilusso

JakoWinetra ValpolicellaeOltrepò DuerossiveronesiIgp duetipologiedi Pinotnero edue dibollicineper il targetdi élite diLucaBerti ACURADELLA REDAZIONE ECONOMIA economia@larena.it

Sei vini diversi, settemila bottiglie destinate a pochi hotel e ristoranti di lusso che si trovano a Londra, Miami, Milano, Roma. «Qualità ed esclusività», sono queste le caratte-

ristiche di Jako Wine, spiega il fondatore e proprietario, Luca Berti, già alla guida di Aerologistik, la società veronese che si occupa di logistica e gestione magazzino per conto terzi. «Ho voluto dare forma a una mia passione», racconta Berti, «rispondendo alla domanda di un preciso target di potenziali clienti che nel tempo ho potuto in-

contrare girando diversi Paesi attraverso la mia azienda». Berti ha quindi affittato vigneti nell’Oltrepò Pavese con le cui uve vengono prodotti due diversi Pinot nero, altri in Valpolicella per la produzione di due rossi veronesi Igp e a Sona dove nascono le uve per due diverse Bollicine. «Il progetto è iniziato alcuni anni fa, quando ho affittato i

primi vigneti dalle cantine», puntualizza l’imprenditore, spiegando che «l’azienda ha un enologo di riferimento che determina la densità del grappolo e programma lo sviluppo dell’acino per ottenere le uve perfette per le nostre etichette: il vino buono nasce nella vite. La prima nostra vendemmia è del 2015 e quest’anno presentiamo le pri-

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LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 LA TRIBUNA

PRIMO PIANO

I danni del maltempo

Pioggia e vento sferzano la Marca Piave e Sile osservati speciali A Sant’Andrea di Barbarana comitiva bloccata nel B&B Un grosso tiglio crollato sul sagrato a Montebelluna Marco Filippi TREVISO. Pioggia, raffiche di vento e neve hanno flagellato la Marca nella giornata di ieri. Dall’alba fino a metà pomeriggio i vigili del fuoco hanno portato a termine una trentina di interventi in tutta la provincia. Prevalentemente per rami, alberi e pali della Telecom pericolanti o sradicati. Si è verificato anche qualche smottamento. La neve, caduta sul Grappa, in Cansiglio e sui rilievi pedemontani, ha costretto anche la Stradale ad intervenire a causa di automobili sprovviste di catene. Nel frattempo la Regione Veneto ha proclamato lo stato di attenzione per il Piave e il Sile fino alle 8 di stamattina. Le previsioni dicono poi che tra oggi e domani si allenterà, temporaneamente, sulla Marca la morsa del maltempo. INTRAPPOLATI IN UN B&B

Tra gli interventi di ieri, una piccola comitiva che doveva partecipare a una cerimonia religiosa è rimasta “intrappolata” in un B&B a Sant’Andrea di Barbarana, nel comune di Ponte di Piave, a causa di un salice di grosso fusto sradicato dal vento e finito di traverso alla strada, via Partisioni. Sul posto sono dovuti intervenire i vigili del fuoco del distaccamento di Motta che hanno tagliato l’albero per far passare le au-

to della comitiva. Le radici hanno anche danneggiato la strada. L’intervento è durato tre ore. Sul posto anche il sindaco del paese che ha disposto il posizionamento di cartelli per evidenziare l’eventuale pericolo della strada dissestata. RAMI E PALI PERICOLANTI

Pioggia, neve e vento hanno imperversato sulla Marca in particolare dalla prima mattinata. Gli effetti sono stati diversi. I pompieri volontari di Gaiarine hanno effettuato due interventi nella zona

Una trentina di interventi da parte dei vigili del fuoco per taglio piante dell’Opitergino per i pali in legno della Telecom abbattuti da qualche forte raffica di vento. Nel Vittoriese invece i vigili del fuoco sono stati chiamati, poco dopo mezzogiorno, in località Crosetta per liberare da un grosso ramo caduto sulla Provinciale 422 del Cansiglio, che ostruiva il passaggio delle automobili. Il ramo era stato abbattuto dal peso della neve, caduta in abbondanza, nella notte e in mattinata. Secondo alcune stime oltre una decina di centimetri di neve hanno imbiancato la zona Vittoriese del Cansiglio, cogliendo di sorpresa

sarmede

Si rompe l’acquedotto molte famiglie a secco SARMEDE. A causa di una precedente frana che si è rimessa in movimento, l’acquedotto che sale a Montaner si è rotto e la popolosa frazione della pedemontana del Cansiglio è rimasta senz’acqua per tutto il pomeriggio di ieri. L’emergenza è scattata verso mezzogiorno. Il sindaco Larry Pizzol si è subito mobilitato e i tecnici che sono arrivati per un sopralluogo hanno trovato che era saltata la condotta dell’acqua in Via Cellina, a Sar-

mede, là dove nel corso di passate precipitazioni si era verificato un pesante smottamento. La frana si è rimessa in movimento da domenica scorsa, dopo le abbondanti nevicate e piogge dell’inizio settimana. Ieri, con l’imperversare della pioggia, la colata di fango ha di nuovo ripreso vigore ed è saltato l’acquedotto. Grave il disagio, numerose sono le famiglie di anziani. Ieri sera è stato individuato il guasto e i tecnici hanno provveduto ad installare

anche molti automobilisti, che avevano già provveduto a fare il cambio gomme stagionale. Per questo motivo, i vigili del fuoco hanno chiesto un intervento della Polstrada e di altre forze dell’ordine per impedire che alcuni automobilisti si avventurassero sul Cansiglio senza le necessarie attrezzature. Qualche piccolo smottamento di sassi e rocce è stato segnalato nella zona Pedemontana. GIÙ IL TIGLIO DEL DUOMO

Un altro intervento è avvenuto in centro a Montebelluna. Un grosso tiglio, che si ergeva sul sagrato di Montebelluna, s’è spezzato a causa del maltempo. I vigili del fuoco del distaccamento montebellunese, sono intervenuti, poco dopo le 14, per mettere in sicurezza l’area e tagliare la pianta. Un altro grosso albero è piombato in mezzo alla strada che porta al monte Barbaria, poco prima del tornante sopra Balcon, nella zona di Valdobbiadene. Anche in questo caso è stato necessario l’intervento delle squadre dei volontari della Protezione civile per spostare il grosso fusto e tagliarlo in modo da riattivare la viabilità. Segnalati in giornata qualche allagamento. Numerosi anche gli incidenti dovuti ad un mix di velocità e strade bagnate. Fortunatamente nessuno con conseguenze gravi per gli occupanti. —

un by-pass. Il sindaco Pizzol ha provveduto a tenere sotto stretto controllo le diverse frane del paese, una delle quali riguarda la strada provinciale, vicino al Comune con Fregona. Preoccupazione per i movimenti franosi anche in quest’ultimo paese. La sindaca Laura Buso e il suo vice Giacomo De Luca hanno monitorato per tutta la giornata la frana che già nel recente passato si era segnalata all’incrocio tra la strada del Cansiglio e quella rurale per Cadolten. «La pioggia delle ultime ore – fa sapere De Luca – ci ha dato qualche preoccupazione di troppo, perché abbiamo riscontrato dei movimenti pericolosi nel corpo delle smottamento». — F.D.M.

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LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 IL MATTINO

PROVINCIA

Le elezioni comunali al seGGio

Agli scrutatori verrà pagato un compenso di 121 euro PADOVA. Vanno notificate 1

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Una selezione di contrassegni presentati alle elezioni comunali dai candidati della Lega e del centrodestra. Il filo conduttore è rappresentato dal Leone di San Marco

Pioggia di Leoni ruggenti nei contrassegni leghisti

Stefano Di Lallo mescola Alberto da Giussano con le sei stelle per l’autonomia del Veneto

co è rappresentato dal contrassegno (numero 9) che accompagna la corsa del candidato sindaco alla testa della lista civica “Legnaro-Di Lallo Sindaco-Autonomia per il Veneto”. Orbene, la parola “Legnaro” propone in un carattere più marcato le quattro lettere che suggeriscono il termine “LEGA”. Nella parte alta del cerchio brillano sei stelle (non cinque!), con una sintesi che nemmeno la maggioranza gialloverde del governo nazionale avrebbe potuto immaginare. Al centro del disegno spunta l’Alberto da Giussano che però tiene lo scudo a sinistra. E nello scudo non appare un leone ma (forse) un cavallo. Nella fascia sottostante la scritta “Autonomia per il Veneto”. Un leone di San Marco ruggisce anche nel contrassegno di Tiziano Franzolin, che si mette in gioco a Bagnoli di Sopra al comando della lista civica Obiettivo Bagnoli. Non manca neppure un hashtag: #ildoveredicambiare. Martina Rocchio, candidato sindaco di Curtarolo, mette in evidenza (numero 6) il suo nome e rimpicciolisce il simbolo della Liga. Un altro leone impreziosce il simbolo di “Noi con la gente”, che a Terrassa Padovana vede in corsa Modesto Lazzarin. — Claudio Baccarin

turno varrà come un ballottaggio: il primo fa luce sulle modalità per la raccolta delle sottoscrizioni; il secondo offre le istruzioni ai candidati. Già bello ricco si presenta anche il sito del Comune di Monselice. I link al momento propongono i manifesti di convocazione dei comizi elettorali; il manifesto per il voto a domicilio; l’avviso per la nomina degli scrutatori (con priorità per i disoccupati, i cassintegrati e gli studenti lavoratori); il voto dei cittadini dell’Unione Europea; l’iscrizione alle liste aggiunte dei cittadini dell’Unione Europea. Nell’home page del Comune di Ponte San Nicolò, dove campeggiano gli avvisi per il trattamento antilarva-

le e per la lotta alla zanzara tigre, figura - in tema di elezioni - solo l’avviso per il voto assistito. Di voto domiciliare si parla anche nel sito del Comune di San Martino di Lupari. I programmi dei candidati sindaci Fabio Miotti (lista civica Uniamo San Giorgio) e Nicola Pettenuzzo (lista civica San Giorgio per Te) campeggiano in apertura del sito del Comune di San Giorgio in Bosco. Va detto per inciso che Pettenuzzo ha scelto per il suo contrassegno il simbolo della “Lega Salvini Premier” e non quello della Liga con il Leòn. Il Comune di San Giorgio delle Pertiche dà l’esatta ubicazione degli spazi sui tabelloni elettorali. — C.BAC.

Sapienti mix dei candidati sindaci tra l’iconografia della Liga e quella salviniana A Massanzago e a Campodoro corrono le “biciclette” con Fratelli d’Italia PADOVA. Paese che vai, con-

trassegno del Carroccio che trovi. Se sulla scheda delle Europee gli elettori troveranno il simbolo “Lega Salvini Premier”, caratterizzato da un Alberto da Giussano provvisto di scudo con il Leone di San Marco, che ha spopolato alle Politiche del 4 marzo 2018, nel voto per i Comuni padovani i candidati sindaci leghisti si sono sbizzarriti, rimescolando i simboli del pantheon salviniano. Il più fedele alla tradizione è Fernando Bonaldo, candidato sindaco di Villa del Conte, che verrà presentato domani sera, alle 20.30, al “Fuori Tema”. Il simbolo (numero 7) è quello della Liga Veneta con il Leòn e l’indicazione “Salvini” (però senza la specificazione “Premier”. Ivette Baggio, candidata sindaco della Lega a Tombo-

lo, ha invece modificato al volo il suo contrassegno. Nella versione originaria, esibita prima della presentazione delle liste, il termine “Salvini” era stato tolto per far posto a “Ivette Baggio sindaco”; in quella ufficiale (numero 3) è stato recuperato il cognome del ministro dell’Interno, con un ulteriore cerchio in cui campeggiano le indicazioni “Tombolo-Onara” e “Ivette Baggio sindaco”. Puntano invece sulla “bicicletta” i simboli dei candidati del centrodestra di Massanzago (Filippo Bovo) e di Campodoro (Gianfranco Vezzaro). Per Bovo (numero 1) gli emblemi di Liga Veneta (a sinistra) e di Fratelli d’Italia (a destra) sono appaiati e della stessa grandezza; per Vezzaro (numero 5) l’emblema con la Meloni va a sinistra, quello con Salvini va a

destra, ma in questo caso il diametro leghista è decisamente più grande. Alberto Stefani, ventiseienne deputato della Lega, è in corsa per fare anche il sindaco di Borgoricco. Nel suo contrassegno (numero 2), che cita anche Sant’Eufemia e San Michele delle Badesse, straripa il cognome del candidato e intanto fa capolino, in basso a sinistra, un Leòn. Il simbolo della Liga è in primo piano nel contrassegno di Andrea Gumiero, che guida la Civica per Camposampiero (numero 4). Una fascia tricolore ribadisce la svolta nazionale dell’ex Lega Nord nell’emblema (numero 8) esibito da Donatello Magagnato che, sostenuto anche da Fratelli d’Italia, punta alla fascia di Pontelongo. Ma il vero capolavoro grafi-

la consultazione nei siti comunali

Già on line i programmi a Selvazzano Il portale di Cadoneghe è una miniera Mappa dei tabelloni a San Giorgio P. SELVAZZANO. I programmi

elettorali dei quattro candidati sindaci (Antonio Francon, Antonio Santamaria, Giovanna Rossi e Vincenzo Vozza) sono già on line. C’è il promemoria per i candidati alle elezioni Amministrative del 26 maggio e non mancano, a cura dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, le “Prime note sulle nuove disposizioni della legge Spaz-

zacorrotti”. Il sito del Comune di Selvazzano Dentro, che propone pure le indicazioni per il rinnovo della tessera elettorale, si è ben attrezzato per affrontare l’appuntamento delle Comunali del 26 maggio. Restando tra le amministrazioni con più di 15 mila abitanti, ancor più chiaro il sito del Comune di Cadoneghe, che offre nove link prov-

visti di un’icona chiarificatrice: Elezioni Trasparenti; Elezioni Europee; Elezioni Comunali; Orari Apertura Servizi Elettorali; Risultati Elezioni on-line; Trasporto gratuito (ai seggi); Tessera elettorale; Voto assistito o domiciliare: Seggi elettorali. Due sono i link presenti nell’home page del Comune di Rubano, dove i candidati sindaci sono due e il primo

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A LEGNARO UN EMBLEMA CHE STRIZZA L’OCCHIO AL GOVERNO GIALLOVERDE

entro sabato 11 maggio le nomine agli scrutatori che saranno chiamati, domenica 26 maggio, a prestare servizio nei seggi per le elezioni Europee e per quelle Amministrative (nel Padovano si scelgono cinquantasei sindaci e si rinnovano altrettanti consigli comunali). Per i presidenti di seggio (nominati dal presidente della Corte d’appello competente per territorio), trattandosi di elezioni Europee, il compenso è fissato in 120 euro, che saranno maggiorati di 37 euro nei Comuni in cui si vota anche per il sindaco. Per gli scrutatori il compenso è invece di 96 euro, che diventeranno 121 (ovvero 25 euro in più) laddove si rinnovi anche il consiglio comunale. Si può accedere al voto esibendo la tessera elettorale. Chi non l’avesse ricevuta o l’avesse esaurita, può richiederla all’ufficio elettorale comunale, che dovrà rimanere aperto venerdì 24 e sabato 25 maggio (dalle 9 alle 18), domenica 26 maggio (dalle 7 alle 23). —

Voto a Domicilio

Scade oggi il termine per fare la domanda PADOVA. Scade oggi il ter-

mine per richiedere il voto a domicilio. Gli elettori affetti da grave infermità, che si trovino in dipendenza vitale da apparecchiature elettromedicali, e gli elettori affetti da infermità tali da impedirne il trasporto con l’ausilio dei servizi organizzati dal Comune, hanno infatti la possibilità di esprimere il voto all’interno delle mura domestiche. La domanda, corredata da un certificato medico dell’Usl non anteriore al 45° giorno antecedente la data della votazione, e dalla copia della tessera elettorale, va presentata al Comune di residenza. Gli elettori che necessitano dell’assistenza di un altro elettore per esprimere il proprio voto, hanno invece la possibilità di richiedere al Comune di residenza di provvedere all’annotazione permanente del diritto al voto assistito, mediante l’apposizione di un timbro sulla tessera elettorale. Anche i detenuti aventi diritto al voto possono votare nei luoghi di reclusione o di custodia preventiva. —


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ATTUALITÀ

LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Maggioranza ai ferri corti

Salvini agli alleati «Adesso basta tappatevi la bocca È l’ultimo avviso» Giorgetti: «Rompere sulla Tav era l’occasione buona» Verso lo scontro decisivo sulle questioni economiche Amedeo La Mattina ROMA. Cosa succederà merco-

ledì al Consiglio dei ministri è uno spartito già scritto. Il premier Conte e Di Maio tirano dritti, non mollano: il sottosegretario Siri dovrà dimettersi. I 5 Stelle sanno che su questa vicenda Salvini non può aprire una crisi di governo, anzi lo sfidano a intestarsi la fine dell’esperienza gialloverde su un caso giudiziario, su quella che loro considerano una questione di poltrone. Il leader della Lega non ha alcuna intenzione di

Il leader leghista: «Il problema vero è il rischio di tirare a campare a parole» commettere questo errore. «Il problema non è avere un sottosegretario in più o in meno, ma il rischio di tirare a campare per altri quattro anni con le chiacchiere». La rottura ci sarà, non su Siri. Non è questo il tema giusto. Il ministro dell’Interno attende di capire se gli alleati continueranno a fare le barricate sull’autonomia regionale, sulla flat tax, sulle procedure che servono a rilanciare le opere pubbliche, sulla revisione degli studi di settore. «Ridurre le tasse per le famiglie e le imprese è una questione di adesso e va affronta-

ta subito, non l’anno prossimo», afferma Salvini che non è disposto a rinviare, tergiversare, bloccare l’economia. «Non sono più disposto a fare sconti a nessuno», è il mantra del ministro dell’Interno. Giorgetti lo ha detto in maniera chiara. Lo ripete a tutti gli interlocutori con i quali ha avuto modo di parlare di recente: «Se avessimo rotto sulla Tav, avrebbe avuto un senso, la Lega avrebbe preso il 40 per cento. Il problema non è Siri. Ma al prossimo giro Salvini rompe davvero su un terreno che gli conviene. Ha imparato la lezione della Tav». Bisogna tenere i nervi saldi, non reagire in maniera scomposta alle provocazioni. Anche perché, dopo le dimissioni di Siri, ci potrebbero essere altri casi in cui i 5 Stelle alzeranno la «bandiera giacobina» del giustizialismo. Alla fine del mese arriverà la sentenza per il viceministro alle Infrastrutture Rixi e se venisse condannato c’è già chi, come il ministro del Sud Barbara Lezzi, annuncia che verranno chieste le sue dimissioni. Al Mit non rimarrebbe nessuno della Lega, aprendo un problema molto pesante perchè da quel ministero guidato da Danilo Toninelli passa tutto ciò che dovrà sbloccare i cantieri e dare impulso ai lavori pubblici. Saranno le questioni economiche lo spartiacque che scriverà la parola fine sul governo Conte. Salvini non ha

l’inchiesta di report

Altra grana per Siri Mutuo a San Marino sotto i riflettori Un immobile acquistato con una operazione segnalata come sospetta alla Uif (l’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia) dal notaio che ha redatto il rogito. Al centro della compravendita c’è Armando Siri, il sottosegretario al centro della bufera politico-giudiziaria che minaccia la tenuta del governo: il 31 gennaio 2019 Siri compra a Bresso, piccolo Comune a nord di Milano, una palazzina con sette appartamenti, più un negozio, un laboratorio e alcune cantine, bene che viene intestato alla figlia 24enne. Costo: 585mila euro. Il denaro per coprire la spesa arriva da un mutuo accesso presso la Banca Agricola Commerciale di San Marino e viene depositato su un conto corrente dedicato all’operazione aperto dal notaio. Perché dunque il notaio, Paolo De Martinis, segnala la compravendita? La vicenda è ricostruita in una inchiesta di Report, in onda stasera su Rai3. Spiega il conduttore Sigfrido Ranucci: «Siri ha un immobile pignorato nel 2011 e nel 2017 ha dichiarato 25mila euro di reddito. Ci siamo chiesti con quali garanzie è stato erogato questo mutuo».

fiducia nel premier, non lo considera più superpartes. È stufo degli insulti che arrivano dagli alleati. «Gli amici dell’M5S pesino le parole. Se dall’opposizione insulti e critiche sono ovvie, da chi dovrebbe essere alleato no. La mia parola è una – dice il ministro dell’Interno – e questo governo va avanti cinque anni, basta che la smettano di chiacchierare. Mi dicono “tiri fuori le palle”? Ricevo buste con proietti-

li per il mio impegno contro la mafia. A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l’ultimo avviso». Di Maio non frena, anzi provoca l’alleato. Gli dice che non ha alcuna intenzione di tapparsi la bocca di fronte alla corruzione. «Il tema è semplice: Siri poteva fare un passo indietro e chiedo che lo faccia prima del Consiglio dei ministri. Ma perché dobbiamo arrivare a questo pun-

FRANCESCO JORI

L’OPINIONE

Immigrazione, accoglienza e la mangiatoia delle urne chede elettorali, non persone. Lo scontro in atto sui fondi per l’accoglienza mette impietosamente a nudo cosa rappresentano gli immigrati per chi governa questo Paese: pedine senza volto, da utilizzare sulla scacchiera dei consensi; cavalcando, anzi prima ancora stimolando, le reazioni istintive di una parte dell’opinione pubblica. A loro volta indotte da cifre distorte se non addirittura inventate; e da una propagan-

S

to?», chiede il leader dei 5Stelle che poi allontana ancora l’approvazione dell’autonomia regionale. Un tema, questo, che per la Lega è davvero dirimente. «Io dico non facciamo in fretta e non facciamo pasticci. Non voglio creare una scuola o una sanità di serie e di serie B. La coesione nazionale – spiega Di Maio – deve essere al centro di questo progetto, prendiamoci qualche settimana in più e facciamo que-

da becera che mescola in un unico calderone chi arriva in Italia, bollandolo con un’immagine che va dallo spensierato turista all’incallito criminale. E insinuando che chi accoglie lo faccia non per servizio ma per lucro. In questo ciarpame verbale, nessuno riesce a battere un Salvini che subordina sistematicamente il suo ruolo istituzionale di ministro dell’Interno alla vocazione di esternatore seriale a prescindere: fino al proclama di “fi-

ne della mangiatoia” con il taglio da 35 a 22 euro dei contributi pro capite per l’assistenza ai profughi. Stupisce che una simile sparata arrivi dal leader di un partito che si è indebitamente appropriato di 49 milioni di soldi pubblici, e per giunta ha ottenuto di restituirli in comodissime mini-rate spalmate su un arco di ben 76 anni. Ma sconcerta soprattutto la becera accusa che, evocando qualche singolo caso deviato e facendone un andazzo diffuso,

ignora la fondamentale opera svolta da anni da tante realtà del mondo cattolico e laico, oltretutto sostituendosi a compiti che spetterebbero allo Stato. Non da oggi né da ieri: è dai primissimi tempi dell’arrivo di immigrati in Italia che il volontariato si prodiga nei corsi di italiano, nella prima accoglienza, nel trovare un alloggio, nel garantire un sostegno economico, nel farsi carico delle emergenze, nell’accompagnamento al lavoro. E continua a farlo.

È un impegno sostenuto in prima persona anche da tanti amministratori, compresi quelli del Carroccio, che nella pratica quotidiana hanno scelto la strada del servizio non delle polemiche: non a caso due realtà da sempre leghiste come Treviso e Vicenza sono state indicate da Caritas tra le più accoglienti in Italia. E se al posto dei muscoli Salvini esibisse il cervello, dovrebbe dare atto che senza la dedizione quasi sempre gratuita di migliaia di volontari

di ogni fede politica, le istituzioni si troverebbero ogni giorno folle di disperati sotto le loro finestre. Sarebbe forse il caso di prendere atto che da sempre l’Italia, quale che fosse la maggioranza di governo, ha tenuto e tiene sull’immigrazione un atteggiamento ambiguo, furbastro e di basso profilo, tamponando (male) i problemi anziché affrontarli per ciò che sono. Molto più comodo fare gli smargiassi su qualche decina di profughi bloccati su una nave: la rendita elettorale è garantita. Pure l’urna, in fondo, può diventare una mangiatoia. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


ATTUALITÀ

LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

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Maggioranza ai ferri corti il movimento 5 stelle

Di Maio: «Se salta il banco la Lega risponderà ai mercati» Il capo dei grillini in tv: «In caso di spaccatura su Siri non chiederemo la crisi» Per i 5S il cerino deve rimanere in mano al Carroccio: con il rischio spread

Federico Capurso

Il vicepremier, ministro dell’Interno e segretario della Lega Matteo Salvini, durante un comizio svoltosi ieri a Latina

sto progetto seriamente». I leghisti non ci stanno. Dicono che l’autonomia è ferma da mesi e i 5 Stelle vogliono anche che passi attraverso il voto decisivo del Parlamento, cambiando gli accordi che le Regioni come il Veneto e la Lombardia hanno preso con il governo. L’ultimo avviso di Salvini, confidano nel Carroccio, non è un colpo sparato a salve. Il redde rationem vero sta arrivando e non sarà su Siri

ma su argomenti forti, economici, essenziali per l’economia del Paese. Ma c’è anche un altro aspetto che nella Lega comincia essere valutato. Si attende di vedere il risultato delle Europee: se dovesse superare il 30%, Salvini potrebbe avere la tentazione di andare al voto anticipato. Non è detto che continuando a stare con i 5 Stelle questa percentuale rimanga altrettanto alta. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ROMA. Più delle convenienze politiche, più della lussuria di potere e del contratto di governo, è la paura dei «mercati» ad allontanare la crisi da palazzo Chigi. «Non reggeremmo l’urto», ripetono in queste ore a Matteo Salvini e a Luigi Di Maio i loro uomini di fiducia, mentre i due – ostinati – schermagliano intorno al destino del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione. Di Maio, a differenza dell’alleato, è però convinto di avere una strada in discesa di fronte. Qualora le dimissioni volontarie di Siri dovessero tardare, mercoledì in Consiglio dei ministri il premier Giuseppe Conte proporrà il “licenziamento” del sottosegretario. I 5 Stelle hanno la maggioranza in Cdm e potrebbero quindi forzare. Certo, si augurano di non arrivare a tanto. Ma se non ci fossero alternative, «se si spaccasse il Cdm su Siri – sottolinea Di Maio ospite a “1/2 ora in più” – non chiederemo noi la crisi di governo». Il cerino deve rimanere in mano a Salvini – ragiona in privato il capo politico del Movimento – e «dovrà essere lui a prendersi la responsabilità di far saltare il banco, con tutte le conseguenze che ci saranno sui mercati». Il fantasma dello spread ha già fatto capolino nelle ultime settimane. È tornato a livelli di guardia – come hanno notato gli esperti economici del governo – nei giorni che hanno preceduto il giudizio sui nostri conti dell’agenzia Standard & Poor’s. Se prima o dopo le Europee si aprisse una crisi – con la pausa estiva alle porte e una manovra a dir poco complicata sulla quale

Il ministro dello Sviluppo e capo politico dei Cinquestelle Luigi Di Maio

lavorare in autunno – gli effetti sui conti pubblici sarebbero più che negativi. «Non ci vogliamo neanche pensare», commentano dal ministero dell’Economia. Lo scenario non piace al potente sottosegretario di palazzo Chigi, Giancarlo Giorgetti, vicino al presidente della Bce Mario Draghi e uomo di raccordo della Lega con i grandi fondi di investimento che detengono il debito pubblico italiano. A poco servirebbero i suoi tentativi di sedare i mercati, le sue rassicurazioni a Pimco, BlackRock, Norges bank, ai fondi di Dubai, Singapore, cinesi e sauditi, come aveva fatto a cavallo tra novembre e dicembre, nell’ipote-

si di una crisi di governo una volta scavallato il 2019. In attesa della primavera e dei tempi tecnici per intervenire con la costruzione di una nuova maggioranza o, nel caso, tornare al voto. «Ma ora siamo troppo in là – ragiona Di Maio con i suoi colonnelli –, non ci sono le condizioni. È un gioco che la Lega non può più fare». Ecco perché Di Maio è convinto che Siri si dimetterà prima del Consiglio dei ministri di mercoledì. E partendo da questa convinzione, continua a mordere le caviglie dell’alleato. Nei confronti dei migranti «fa il forte con i deboli, ma questo è il momento di avere davvero coraggio», punge il grillino. Salvini, senza

troppi giri di parole, viene prima accostato alla «casta», poi invitato a «tirar fuori le palle» e dare il ben servito al suo sottosegretario. «Tappatevi la bocca», ringhia il segretario del Carroccio. Ma Di Maio cerca ancora di infilzarlo: «Con la corruzione non ci si tappa la bocca. Si chiede alle persone di mettersi in panchina». Ormai siamo alle provocazioni quotidiane, agli insulti, alle minacce. E l’unica forza in grado di tenere insieme le due anime di questo governo – per assurdo – sembra essere la paura dei mercati. Quegli stessi mercati che chi professa il cambiamento diceva di odiare. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ASSOCIAZIONE NAZIONALI ALPINI Un secolo di storia Un viaggio nel tempo per celebrare i cent'anni dell'Associazione Nazionale Alpini, nata all'indomani di Vittorio Veneto per onorare gli elementi costituitivi di questo corpo da montagna: senso del dovere, attaccamento alle tradizioni, orgoglio degli emblemi che lo caratterizzano, spirito di corpo, solidarietà fra commilitoni. A SOLI € 9,90 In edicola con

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PRIMO PIANO

LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Le anomalie del meteo

le fotogragie

Rive imbiancate sul lungolago di Auronzo La neve è scesa copiosa in provincia. Rive imbiancate per il lago ad Auronzo (foto a sinistra), sopra un’immagine di Falcade sotto la neve (foto di Amperito Vasquez) e di un albero abbattuto dal vento a Ponte (Foto Follin). In alto a destra volontari della protezione civile di Belluno all’opera in Nevegal per togliere le piante cadute, e il Cansiglio sopo la nevicata.

Il Bellunese è ripiombato nell’inverno tra bufere di neve e vento fortissimo Più di venti gli interventi da parte dei vigili del fuoco in tutto il territorio soprattutto per le piante cadute sulle strade Paola Dall’Anese BELLUNO. La provincia di Belluno, come da previsioni, ieri si è svegliata sotto una coltre bianca di neve. Sembrava un’immagine natalizia, invece era primaera inoltrata, Il maltempo ha imperversato per l’intera giornata, abbattendo alberi, creando disagi sulle strade e riportando la colonnina di mercurio sotto lo zero in moltissime zone. Il vento forte e la bufera di neve (sopra i 600 metri) e di pioggia hanno battuto il territorio montano, mobilitando decine di volontari della protezione civile, vigili del fuoco, forze dell’ordine e personale di Veneto strade e Anas. La situazione critica del Bellunese e di tutto il Veneto ha costretto il governatore Luca Zaia ad avviare l’istruttoria per lo stato di emergenza per i danni subiti dai comuni colpiti dal maltempo. Resta fino a stamattina lo stato di attenzione. NEVE

Alle 16 erano caduti 181 centimetri sui Monti alti di Ornella (2.227 metri di altitudine), 171 centimetri di neve

sul monte Piana (2.262 metri), 168 a Ra Valles (2.592 metri) 142 sul Col dei Baldi e 104 centimetri a Casera Doana (1887 metri). Trenta centimetri di neve fresca si sono registrati anche a Faverghera, 99 a Cima Pradazzo, 74 a Malga Losch, 87 a Casera Coltrondo e 50 centimetri a Casera Palantina. Sull’altopiano del Cansiglio in alcune zone sono caduti dai 20 ai 60 centimetri di neve. GLI INTERVENTI

Oltre venti dalla mezzanotte di sabato a ieri pomeriggio gli interventi dei vigili del fuoco in tutta la provincia, soprattutto per il taglio delle piante cadute sulle strade a causa del vento e della neve. Alberi sono cadute a Ponte nelle Alpi, Limana, Santo Stefano di Cadore, Feltre, Quero Vas, Vigo di Cadore, Cesiomaggiore, Gosaldo, Comelico Superiore, San Pietro di Cadore e Lorenzago. In poche parole, nessuna zona della provincia è stata risparmiata. Per la caduta delle piante e l’appesantimento dei cavi elettrici dovuti alla neve, si sono registrati dei black out soprattutto in Alpago: a Tam-

bre e in Cansiglio. Corrente che è stata ripristinata in poche ore da Enel. Problemi di collegamento telefonico si sono registrati in alcune aree della provincia come Sovramonte e il San Boldo. In Cansiglio il vento forte ha abbattuto diverse piante, molte già ammalorate dalla tempesta Vaia. Molti gli interventi dei vigili del fuoco, dei volontari della protezione civile e degli uomini della Provincia per

li di neve sulla strada è stata chiusa anche la sp 619 di Vigo di Cadore dal rifugio Tenente Fabbro al confine con la provincia di Udine. Dalle 5 di domenica, inoltre, tutto il personale di Veneto Strade è rimasto impegnato a pulire le strade dalla neve grazie all’ausilio degli spazzaneve e a mettere in sicurezza le vie dalle cadute di alberi. STATO DI ATTENZIONE

mettere in sicurezza le strade.

Il Centro funzionale decentrato della Regione Veneto ha dichiarato lo stato di attenzione e l’allerta gialla per criticità idrogeologica dell’area di Alto e basso Piave fino alle 8 di stamattina. «Inoltre non si esclude la possibilità di innesco di fenomeni franosi superficiali sui versanti e di colate rapide nelle zone dell’alto e basso Piave».

LA VIABILITÀ

LE PREVISIONI

Per tutta la giornata di ieri e fino a stamani Veneto Strade ha chiuso la strada regionale 48 delle Dolomiti dal Passo Pordoi a località ponte Vauz e dal pian di Falzarego fino al Passo Falzarego. Chiuso anche i passi Giau, Fedaia, Valparola. Per il forte vento che crea notevoli accumu-

La nuvolosità andrà diradandosi a partire dal pomeriggio di oggi, pur rimanendo piuttosto fresco il clima. Domani il tempo migliorerà, portando sole e aria tersa con venti deboli. Le temperature saranno ancora basse per la stagione. —

La zona dell’Alpago colpita da diversi black out, in serata corrente riattivata

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alpago

Controllate a vista le frane sopra l’A27 e sull’abitato di Borsoi ALPAGO. «Le precipitazioni copiose hanno innescato vecchie frane, ma se ne sono manifestate anche di nuove», spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin. Il riferimento è alla frana di Borsoi in località Tambre «che resta costantemente monitorata». Per ora come precisa il referente di Veneto Strade a Sedico, Michele Artusato, «la frana si sta muovendo piano, non ci sono rischi e la strada sottostante resta percorribile». Sotto controllo anche la frana sopra l’autostrada A27, che si è palesata nella giornata di sabato. «Dalle 22 di sabato», sottolinea ancora l’assessore, «è stato predisposto un presidio a vista con torre faro. In ca-

so di movimenti, il traffico verrà deviato a doppio senso di circolazione nella carreggiata più a valle. L’autostrada al momento resta aperta in entrambi i sensi». Dall’assessore Bottacin, infine, arriva l’appello ai cittadini a «rimanere in posizione di sicurezza rispetto a tali movimenti franosi e a segnalare eventuali nuovi fenomeni rilevati». Con la caduta di neve fresca al suolo e il forte vento, resta alto anche il rischio valanghe. Ed è su questo che si concentra ancora infine Gianpaolo Bottacin: «Visto il rischio valanghe è necessario non esporsi a tali rischi e a segnalare eventuali distacchi». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

P.D.A.


XI

Portogruaro

Lunedì 6 Maggio 2019 www.gazzettino.it

«Bcc, un’aggregazione per lo sviluppo» I dirigenti della Banca San Biagio ai 250 soci presenti al Russolo `Il direttore Canciani: «Le filiali in provincia di Venezia «Nessun taglio di dipendenti e sedi, anzi nuove prospettive» continuerebbero a fare riferimento a Fossalta di Portogruaro» `

PORTOGRUARO Nessun taglio di dipendenti, salvaguardia delle attuali filiali e servizi più efficaci e tempestivi. Queste le rassicurazioni fornite dai dirigenti della Banca San Biagio Veneto orientale agli oltre 250 soci dell’istituto di credito cooperativo che hanno partecipato, ieri mattina, al teatro Russolo, all’incontro informativo sull’ipotesi di fusione per incorporazione con la Banca di credito cooperativo delle Prealpi di Tarzo (Treviso).

PRESIDENTE E SOCI Sul palco il presidente della banca, Luca De Luca, il direttore Vittorio Canciani Battain, e due soci storici, Dino Pavan e Giovanni Lenarduzzi. A moderare la tavola rotonda, che è servita a fare chiarezza su alcuni nodi cruciali dell’operazione, il capo dell’edizione di Venezia Mestre de Il Gazzettino, Tiziano Graziottin. Tanti i punti toccati durante l’incontro. A cominciare dal futuro del personale (la San Biagio conta 123 dipendenti, la Banca Prealpi 334, ndr) e delle 61 filiali. «Non ci saranno tagli né di personale né di sedi», ha

L’ISTITUTO DI CREDITO DEL VENETO ORIENTALE PROGETTA ANCHE LA NUOVA SEDE SABATO 18 IL VERDETTO DELL’ASSEMBLEA

rassicurato il direttore Canciani. «Anzi, nel Trevigiano si ipotizza la realizzazione di tre nuove filiali. Quelle collocate nelle province di Venezia, Pordenone e Udine faranno riferimento a Fossalta di Portogruaro, sede decentrata che potrà gestire servizi per l’intero ambito. Anche sotto l’aspetto del personale, ha aggiunto - ci potrebbe essere presto un’espansione».

rezionali e rafforzare la presenza sul territorio, che verrà portato avanti indipendentemente dal processo di fusione.

LA NUOVA SEDE Alla platea è stato mostrato un rendering della nuova sede che verrebbe realizzata in una porzione del fabbricato esistente, che copre una superficie di oltre 6 mila metri quadrati. Ci saranno spazi per ospitare una settantina di dipendenti, sale per riunioni e attività di formazione. Nell’area esterna verrà creato un parcheggio da 80 posti auto. «La situazione di soci e clienti – ha concluso il direttore

LE RAGIONI DELLA SCELTA Canciani ha spiegato che in questi mesi si è lavorato sull’ipotesi di fusione con la Bcc di Tarzo non solo per la sua solidità economica ma anche per la sua complementarietà a livello territoriale, con territori di riferimento che non si sovrappongono. Tra i nodi affrontati anche quello della composizione del Consiglio di amministrazione: alla San Biagio sono stati riservati, in base alle dimensioni dei due istituti, solo 3 posti sui 13 complessivi. Una situazione comunque provvisoria che potrà modificarsi dopo il primo triennio dal rinnovo della cariche, che dovrà rispettare il rapporto di 3 a 10, in programma il prossimo anno. Nel 2023, quindi, non ci sarà più alcun vincolo e i 9754 soci della San Biagio (la Prealpi ne ha 9122) potranno così incidere sulla composizione del Cda. Confermata anche la volontà di realizzare la nuova sede direzionale lungo la statale 14, nel vecchio complesso di Mio Dino Arredamenti, acquisito all’asta da un fallimento. Un progetto, per razionalizzare le attività di-

Canciani – evolverà in meglio. Con questa aggregazione il processo decisionale non sarà complicato o burocratizzato ma anzi i tempi delle risposte alle istanze saranno ancora più celeri e la banca vedrà salvaguardata la sua autonomia». La decisione finale sulla “fusione per incorporazione nella Banca di credito cooperativo delle Prealpi della Banca San Biagio del Veneto orientale” verrà deliberata dall’assemblea dei soci in programma il prossimo sabato 18 maggio, alle 15.30, al padiglione 8 e 9 della Fiera di Pordenone. Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Portogruaro

Addio a Liverani, lutto nell’Anpi PORTOGRUARO

INCONTRO CON I SOCI Due immagini dell’incontro di ieri mattina al teatro Russolo di Portogruaro Foto Vinicio Scortegagna

Si è spenta ieri Maria Grazia Liverani, presidente dell’Anpi di Portogruaro. A dare la triste notizia è stato lo stesso vice, Sergio Amurri, in occasione della assemblea annuale. «Comunico con profondo dolore che, purtroppo, in queste ore è venuta a mancare Maria Grazia Liverani, presidente dell’Anpi, sezione Dino Moro di Portogruaro - ha esordito il vicepresidente Amurri - Esprimo profondo cordoglio alla famiglia ricordando il prezioso impegno profuso nella gestione di tutte le attività programmate dall’Anpi». La presidente Liverani è stata ri-

Mario e Hatsuko con Andrea,

cordata ampiamente ieri, in concomitanza con la assemblea annuale. La cerimonia funebre di Maria Grazia Liverani, si terrà all’Iitis “Da Vinci”, di via Galilei 1, domani alle 15. (m.cor)

ANPI Maria Grazia Liverani

Si è spento

Anastasia e Emma partecipano con dolore alla perdita del caro amico

Tito Treviso, 5 maggio 2019

Umberto Omodei Salè Lo piangono la moglie Gemma, la figlia Sara con Luca, il figlio Enrico, il fratello Salvatore ed i parenti tutti.

Marina Magrini Micio e Babi Sammartini, Marina e Francesco Parisi Grimani, Vittorio e Alessandra Arduini, Gherardo e Giovanna Scapinelli, ricordano,con infinito affetto, Marina, amica di tutta la vita. Venezia, 5 maggio 2019

10.00 - 12.30 e 14.30 - 17.00

Marina Magrini

800.893.426

Olga e Margherita Visentini salutano con immenso affetto l’amica di sempre Venezia, 5 maggio 2019

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I funerali si svolgeranno martedì 7 maggio alle ore 15.30 nel Duomo di Serravalle (Vittorio Veneto) Vittorio Veneto, 6 maggio 2019


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Nordest

«INAUGURAZIONI SANITARIE, SPOT PER IL VOTO» Il consigliere regionale Graziano Azzalin (Pd) attacca il governatore Luca Zaia: «Anziché tagliare nastri, accetti un vero confronto sui problemi degli ospedali».

Lunedì 6 Maggio 2019 www.gazzettino.it

Fi: «Autonomia, schiaffi pure da Lezzi» L’altolà del ministro per il Sud riaccende il dibattito sullo stallo `Forse mercoledì l’incontro a Palazzo Chigi tra Conte e Stefani Bernini: «Salvini accetta di tutto per tenere in piedi il governo» Di Maio: «Ok all’intesa, ma senza scuola e sanità di serie A e B» `

serie A e di serie B». Cruciale si annuncia dunque il colloquio tra Conte e Stefani, che potrebbe svolgersi mercoledì prima del probabile Consiglio dei ministri, quando il premier è atteso a Palazzo Chigi per un altro incontro, mentre oggi trascorrerà la giornata a Milano e giovedì partirà per la Romania.

LA TRATTATIVA VENEZIA Potrebbe tenersi mercoledì l’atteso faccia a faccia sull’autonomia differenziata tra il premier Giuseppe Conte e il ministro Erika Stefani. Nel frattempo si prospettano dunque altri due giorni ad alta tensione all’interno dell’esecutivo gialloverde, già alle prese con il caso Siri, anche alla luce dell’intervista alla pentastellata Barbara Lezzi, che da titolare del Sud ha mandato un altolà alla collega leghista degli Affari Regionali: «No agli spot, se ne parla dopo le Europee». Toni talmente perentori da stuzzicare Forza Italia.

I NODI

L’IRONIA È infatti improntato all’ironia il commento di Anna Maria Bernini, capogruppo di Fi al Senato: «Perfino la ministra Lezzi si è messa a sparare ultimatum, dicendo che l’autonomia è tutta da rivedere e intimando a Salvini di occuparsi più di Viminale che di comizi. Ecco: è sempre più difficile capire perché la Lega, pur di tenere in piedi un governo che sta di fatto seppellendo i capisaldi della sua politica, accetta di prendere schiaffi perfino dalla Lezzi». L’azzurra ne fa una questione di tenuta dell’alleanza governativa: «Salvini è stato messo sotto assedio dagli alleati di governo. Ormai i capitoli di accusa si moltiplicano, dalla questione morale per il caso Siri alla insufficiente gestione del dossier sicurezza. Ma se questa può essere derubricata con qualche sforzo a fisiologica dialettica nella maggioranza, è sul programma che la Lega ha scritto nel contratto che i conti non tornano proprio più: Conte ieri (sabato, ndr.) ha fatto chiaramente capire che la flat tax non è all’ordine del giorno, così come l’autonomia regionale».

COLLEGHE Da sinistra la pentastellata Barbara Lezzi e la leghista Erika Stefani al giuramento dell’esecutivo al Quirinale un anno fa

mato di voler andare avanti, «perché quando prendo un impegno lo porto a termine», ma aveva anche ribadito che occorre «garan-

tire la coesione nazionale, garantire livelli essenziali di prestazione a tutti e evitare che questa riforma contribuisca ad aumenta-

re il divario tra Nord e Sud». Parole riecheggiate ieri nella dichiarazione del vicepremier Luigi Di Maio a “1/2 h in più” su Rai3:

«L’autonomia per me va bene per Lombardia e Veneto, ma non può portare ad una scuola di serie A e di serie B, ad una sanità di

Nel Trevigiano

I motociclisti sfidano la pioggia e donano 28.660 euro per il Veneto in ginocchio CIMADOLMO (TREVISO) Neanche la pioggia e il freddo fermano la solidarietà per il Veneto messo in ginocchio dalla tempesta Vaia. Un rombo di motori, in aiuto delle aree e delle popolazioni colpite dal disastro dello scorso 29 ottobre, ha scosso ieri l’edizione numero 44 della Mostra dell’asparago bianco di Cimadolmo. Padrino dell’evento era il governatore Luca Zaia, raggiunto per l’occasione da un gruppo di motociclisti. Sfidando il maltempo, che ha accompagnato il viaggio di alcuni di loro per tutto il Nord Italia, i biker sono arrivati nella Marca per consegnare al presidente della Regione un

IL PREMIER L’altra sera, per la verità, il presidente del Consiglio aveva affer-

SECONDO INDISCREZIONI POTREBBE ESSERE TOLTO IL PASSAGGIO DELLA SPESA MEDIA NAZIONALE IN ATTESA DEI COSTI STANDARD

assegno da 28.660 euro, da devolvere al conto corrente attivato da Palazzo Balbi. «La rivista Motociclismo, organizzatrice di questa iniziativa di solidarietà, insieme alla Fondazione italiana per le 2 ruote e alle aziende venete del settore – ha riferito lo stesso Zaia – ha organizzato una bellissima asta benefica, mettendo in vendita alcuni pezzi da collezione dei piloti e altri prodotti. Un grazie di cuore a tutti gli organizzatori e a tutti coloro che hanno partecipato in questa grande corsa di solidarietà». Il governatore ha posato in foto con i centauri, mostrando anche il cartello da loro esibito,

in aperta sfida al cielo inclemente: «Non esistono condizioni sfavorevoli ma biker arrendevoli». E quelli giunti nel Trevigiano evidentemente non lo erano affatto. Al di là della beneficenza, è poi continuata la giornata inaugurale della rassegna dedicata all’asparago bianco Igp, il primo ad essere certificato in Europa. Undici i Comuni della zona di produzione: Cimadolmo, Breda di Piave, Fontanelle, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, San Polo di Piave, Santa Lucia di Piave e Vazzola. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ancora una volta i nodi da sciogliere sono due: soldi e funzioni. La pre-intesa presentata a febbraio prevedeva per un anno la continuazione del meccanismo della spesa storica, dopodiché il passaggio temporaneo al criterio della media pro capite italiana (che secondo alcuni analisti sposterebbe però un miliardo dal Sud al Nord), in attesa di definire costi e fabbisogni standard. Ma secondo indiscrezioni del Sole 24 Ore, la fase intermedia sarebbe destinata a cadere, attraverso la revisione del testo che preciserebbe l’assenza di costi aggiuntivi per la finanza pubblica. Si vedrà dunque nei prossimi giorni. Nel frattempo l’intervista al ministro Lezzi, rilanciata dalla stessa esponente del M5s sulla propria pagina Facebook, ha riacceso il dibattito da un capo all’altro dell’Italia. Scrive ad esempio il campano Luigi D’Alessio: «No alla secessione dei ricchi, sì alla solidarietà tra regioni... altro che autonomia». Ribatte il veneto Martino Schiavon Brigante: «Ah quindi decide lei per i milioni di veneti che hanno votato al referendum positivamente per l’autonomia». Non mancano proposte di mediazione, come quella dell’utente Domenico Coviello: «Sarebbe auspicabile scrivere un percorso di autonomia per tutte le regioni incentivando il percorso per chi decide di aderire. Così evitiamo discussioni sulle risorse e diamo una sveglia a quelle regioni che da troppo tempo sono invase da un sonno profondo». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’INTERVISTA ALLA PENTASTELLATA ALIMENTA LE LITI ANCHE SUI SOCIAL DA UN CAPO ALL’ALTRO DELLA PENISOLA

Santino elettorale con Vaia, rabbia trasversale dal Pd al M5s LA POLEMICA VENEZIA Non accenna a placarsi la bufera sul santino della bellunese Ilenia Rento. L’immagine della candidata leghista alle Europee, immortalata con il sorriso (e con il segretario federale Matteo Salvini) davanti alla devastazione causata da Vaia, è inaccettabile per un arco politico che va dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle, tanto più perché accompagnata dallo slogan «Scateniamo la tempesta a Bruxelles!». Ma l’interessata continua a stu-

pirsi: «Non mi aspettavo questo clamore».

LE ACCUSE Dure le accuse del Pd e dei suoi candidati. Dice Achille Variati: «Solo un miserabile potrebbe scherzare con una tragedia e sembra impossibile che questo accada. E invece a quanto pare non c’è limite al peggio. Da sindaco di Vicenza ho vissuto il dramma dell’alluvione e so quanta fatica e quanto sacrificio servono a una comunità per reagire e rialzarsi». Concorda Laura Puppato: «Dentro il cuore e la mente di

questi signori, ora mi è chiaro, c’è spazio solo per la brutalità». Non è meno tenero il M5s, con il deputato Federico D’Incà: «Come si permettono Ilenia Rento e la Lega di usare una disgrazia che ha

LA BELLUNESE RENTO STUPITA DEL CLAMORE: «L’ALLEGORIA È CHIARA, NON STRUMENTALIZZO LE DISGRAZIE» MA LA BUFERA INFURIA 1528c22c-ea30-45e3-8cf8-33c320a3aff1

FOTO E PAROLE A far discutere sono sia l’immagine che lo slogan scelti dalla leghista

messo in ginocchio il Bellunese per la loro campagna elettorale? Mi auguro che ci si ricordi sempre fino a dove debba arrivare la polemica politica e dove i fatti concreti e la serietà».

L’AUTODIFESA Siccome il Carroccio non spende una parola per difenderla, è la stessa Rento a farlo: «L’allegoria “scateniamo la tempesta a Bruxelles” è chiara, non voglio strumentalizzare le disgrazie ma evidenziare come il nostro Paese sia a sovranità limitata». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


Cronaca 9

L'ARENA

Lunedì 6 Maggio 2019

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MaltempoaVerona

IN5ANNILACODIVEHAEROGATO RISARCIMENTIPER110MILIONIDIEURO

Unacoda d’invernoin tutto ilterritorio scaligero

Il Codive negliultimi 5 anniha assicuratolecoltivazioniper1,4miliardi di euro e erogato risarcimenti perpiùdi110milioniafrontedipoco più di 44 milioni di premi a cari-

co degli agricoltori. I soci Codive possono ancora assicurare produzioni, strutture e allevamenti: entro il 31 maggio per le colture permanenti,acicloautunno-primaveri-

le e primaverile, entro il 15 luglio per le colture estive, di secondo raccolto e trapiantate, entro il 31 ottobreperlecoltureacicloautunno-invernaleevivaistiche.

UNEVENTO STORICO. Solounavolta negliultimicinquant’anniunagiornatacosìfredda

EZaiaavvial’istruttoria per lo stato d’emergenza Nevecopiosasotto gli 800metri.A Giazzaregistrati 35centimetri Oggiil tempomigliora, da mercoledì arrivaun altropeggioramento

seguireancheperscarsa visibilità.Un’orad’inferno cheha provocato disastri ancheallecoltivazioni

Ilmessaggio dell’assessore

Nevicateabassaquota «Evitateiviaggiinauto» Sonodecinegli uomini delle struttureregionalial lavoro in tuttoilVeneto per affrontare leconseguenze del maltempo chesièabbattuta sututtoil territorioregionale.«Come previstodai bollettini della RegionedelVeneto– spiega l’Assessoreregionale alla ProtezioneCivile, Gianpaolo Bottacin–il nostro territorio è statocolpito daun’ondatadi maltempocon fortevento, nevicatea bassaquota e precipitazioniintensedi caratterepiovosoinpianura. Durantelanotte ci sonostati variproblemi nelveroneseper

UNANOTTE

LaProtezione Civilein azione grandine,vento eallagamenti. In modoparticolarequestoè accadutonellazona diPeschierae limitrofe,dove gli interventidi VigilidelFuocoei volontaridella ProtezioneCivilesi stanno

concludendo».Alcuni fiumidel veroneseedelvicentino hanno superatola primasogliaesono ancoraincrescita.Dalle22 diieriè statopredisposto unpresidio a vistadel fenomenofranoso sopra l'A27.«Nelle localitàmontane di tuttoilVeneto, vistele intense precipitazioninevose,si invitanoi cittadinia mettersiinviaggio solo incasodiestrema necessità».Gli spazzanevesono ancorainazione. «VigilidelFuocoeProtezione Civilestannoprovvedendo alla rimozionedellepiante, ma invitiamola popolazione, oltreche anon mettersiinviaggio, a non sostareinprossimità dialberio altrestrutturechepotrebbero cadere».«Stiamo monitorandola situazioneinparticolare del BacchiglioneedelGuà– chiude l’Assessoreregionale –le previsionicidicono chedovrebbe smetteredipiovere mail vento dovrebbepersistere ancorafino a oggi».

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Ondata di maltempo, il governatore del Veneto Luca Zaia ha disposto che gli uffici regionali avviino l’istruttoria per la dichiarazione dello stato di emergenza in seguito ai danni causati dalle violente perturbazioni che da ieri imperversano sul territorio. Questo in attesa del censimento dei danni che sarà fatto dai sindaci dei Comuni colpiti. Il decreto sarà firmato dallo stesso Zaia nelle prossime ore. Intanto quello di ieri può già essere definito un evento storico. Sia per la quantità di pioggia caduta e per le temperature registrate in pieno giorno, sia per la neve sulle alture. All’ora di pranzo a Verona città c’erano poco più di 10 gradi un valore che nella prima decade di maggio ha pochissimi precedenti. E nel corso del pomeriggio la temperatura non è riuscita a portarsi oltre gli 11 gradi per scendere a otto dopo le 16. Negli ultimi 50 anni una giornata tanto fredda in maggio era capitata solo nel 2013 (il giorno 24), e in parte nel 1991 e nel 1978. PIOGGIA MONSONICA. Enor-

me ma comunque non record è stata la quantità d’acqua caduta in particolare sull’area pedemontana della provincia: tra il basso Garda e la città son scesi circa 70 millimetri d'acqua, 50 dei quali tra mezzanotte e le 6 del mattino (la media dell’intero maggio è di 82 millimetri), con raffiche di vento a più di 60 chilometri orari. L’Est veronese ha sperimentato anche la grandine come nel caso eccezionale di Caldiero, che ha visto accumuli fino a 20 centimetri di ghiaccio. LANEVE. A fare notizia è stata

soprattutto la neve, caduta in grande quantità già oltre i mille metri con accumuli vicini al mezzo metro a San Giorgio o alle Fittanze, dove il ven-

to ha raggiunto i 100 chilometri orari. In passato leggere nevicate al di sotto dei 1.500 metri si sono verificate anche in giugno, ma tanta neve come quella di ieri in maggio non era mai stata osservata, per lo meno negli ultimi 40 anni. In più la neve è scesa copiosamente anche al di sotto degli 800 metri come nel caso di Giazza (35 centimetri al suolo). Ancora più bassa la quota neve del Baldo con accumuli già oltre i 600 metri. LEPREVISIONI. Da oggi il tem-

po migliorerà lentamente anche se non si vede alcuna stabilizzazione duratura. Manca e mancherà un’area di alta pressione in grado di arginare le velleità delle correnti fredde nordatlantiche se non polari che avranno buon gioco nel raggiungere il Mediterraneo. Ci aspetta comunque una tregua di circa tre giorni, ma per mercoledì sera è in agguato un peggioramento. Oggi il tempo migliorerà lentamente con progressive schiarite e con un certo recupero termico; previsti fino a 16 gradi nel pomeriggio. Tempo migliore domani nonostante il freddo della mattinata con minime fino a 4-5 gradi in aperta campagna e sotto lo zero nelle vallate lessiniche oltre i mille metri. Il sole porterà però il termometro sui 18-19 gradi. Mercoledì pioverà soprattutto in serata e nella notte su giovedì, quando il tempo migliorerà però abbastanza in fretta, con una giornata in parte soleggiata e con termometro di nuovo sui 20 gradi. Tempo buono, infine, è previsto venerdì. Episodi di maltempo invernale in questo mese non mancano: nella terza decade del maggio del 2013 sul Baldo e sui Lessini cadde neve abbondante già oltre i mille metri quota e a Verona il giorno 24 la massima fu di appena 11 gradi. • AL. AZZ.

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IlGovernatore delVeneto Luca Zaia

TraSonae Lugagnano

Alberiabbattuti aSanGiorgioinSalici Nelterritorio diSona, i problemipiùsignificativi sono statiregistrati nellefrazioni di SanGiorgioinSalici, dovesono caduticirca trentacentimetri digrandine, enellecampagne diLugagnano.ASanGiorgio in Saliciil maltempohacolpito le coltureagricolepresentiin diversearee,compresii vigneti inlocalitàFinco enellazona del cimitero.InviaDei Cipressi sonosaltati alcuni chiusini, a causadellatroppaacqua entratain pochiminuti.A Lugagnano,peril forte vento,è cadutoun alberoinvia Capitello,fra Mancalacqua e Canova.PiazzettaBrigata Alpinisi èallagata acausa delle fogliecheavevanotappato le

caditoie.Nessundannoregistrato manumerosi disagiper gli abitanti.Cisono stati poi problemi dighiaiae terrasulla strada all’incrociotra viaMatteotti evia SanQuirico a Sona, enellezone StaffaloeFinco a SanGiorgioin Salici.Nella mattinatadiieri, poliziamunicipaleeoperai sono intervenutiper risolverele problematichepiùurgenti, il sindacoGianluigiMazzi e l’assessoreallemanutenzioni RobertoMerzi hanno fatto sopralluoghia Lugagnano,mentre aSan GiorgioinSalici laconta dei dannièstata fatta dal consigliere diminoranzaMaurizio Moletta, chehaancheripristinato personalmenteunodei chiusini saltati. F.V.

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D’INFERNO

Violenti acquazzoni temporaliebufere daEsta Ovest Ilmaltempocheha martoriato l’altranotte Veronae provincia halasciatoil segnoinmolti paesi,dall’Estveronese dovela grandinehadanneggiato i vignetidiSoave e Colognola sopratutto,alLagodi Garda con lebarche sbattutesul moloche hannoriportato gravi dannio i localidel lungolago che dovrannoessereriparati prima dellastagione estiva. Non è mancatoil «solito» allagamento alsottopasso diSan Giovanni LupatotosullaTranspolesana

SOAVE. Il maltempo che ha martoriato Verona e la sua provincia l’altra notte non ha risparmiato la zona dell’Est Veronese. Nella foto di Alberto Tonellolagrandine aimarginidel vignetoBalestriValda a Soave

SAN GIOVANNI LUPATOTO. Ancora una volta per l’abbondante pioggia cadutaèstatochiusoilsottopassodiSanGiovanniLupatotosullaTranspolesana,come si vedenella fotodiNicola Pasotto

TORRIDELBENACO.Ilsindaco diTorridelBenaco,StefanoNicotra,nella foto di Luigi Pecora, con la tuta della Protezione Civile, al lavoro sul lungolagoper mettere insicurezza lapiattaformadiun ristorante


LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 LA TRIBUNA

PROVINCIA

festa a cimadolmo

Asparago Igp, mostra da record pienone di espositori e pubblico Il presidente Zaia: «Prodotto di eccellenza che affonda le origini nella storia» Un team di motociclisti consegna 28.660 euro per aiutare i paesi del Bellunese CIMADOLMO. Festa dell’asparago sotto il diluvio. Con qualche preoccupazione da parte dei coltivatori, per questa ed altre produzioni. «Vorrei tanto benedire non con l’acqua, bensì con il sole, altrimenti di asparagi ne vedremo pochi» ha infatti chiosato don Abramo Pietrobon, il parroco, prima di aspergere la folla riunita al pattinodromo. È stato il presidente della Regione, Luca Zaia, ad inaugurare la 44esima Mostra dell’asparago bianco Igp, organizzata dal Consorzio che dal 2000 tutela questa eccellenza del territorio.

sulle strade di marca

Raffica di incidenti Quattro feriti all’ospedale

I PREMIATI

LA TRADIZIONE

«La coltivazione dell’asparago nei paesi attraversati dall’alveo del Piave è una tradizione radicata profondamente nella storia e nella cultura di queste zone, che risale all’alto Medioevo – ha ricordato il governatore - il clima, il terreno reso fertile dal limo lasciato dal corso del Piave, l’abbondanza di acqua hanno permes-

ri da tutti gli 11 Comuni della zona di produzione (Cimadolmo, Breda di Piave, Fontanelle, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, San Polo di Piave, Santa Lucia di Piave e Vazzola). L’asparago, come ha fatto memoria Zaia, è uno dei 350 prodotti tipici del Veneto, che danno un fatturato di 6 miliardi, grazie alla presenza di 160 mila aziende. Da qui la necessità che queste nicchie siano protette e valorizzate. Ci sono state anche le premiazioni dei diversi concorsi.

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Un momento della festa di inaugurazione della mostra nello stand della Pro loco

so all’asparago bianco di Cimadolmo di diventare il primo asparago certificato in Europa (2002)». Hanno partecipato la festa inaugurale anche il presidente della Provincia, Stefano Marcon, il sindaco di Cimadolmo Giovanni Ministe-

ri (tra l’altro unico candidato alle prossime elezioni, per cui Zaia ha invitato i suoi concittadini a recarsi alle urne), la baby sindaca, Eva, i responsabili della Pro Loco e dell’ Unpli. Cornice musicale della banda e delle majorettes di Nervesa

della Battaglia. CENTO ESPOSITORI

È stata ricordata nella circostanza Graziella Lucchetta, che era il motore del volontariato. Alla mostra partecipano circa un centinaio di esposito-

Nell’ordine Flavio Petterle, Luciano Narder e l’azienda La Negrisia per l’asparago di Cimadolmo; la società agricola Nardellotto per l’asparago di Badoere; Aronne Basso per il “Miglior verde”. Nel concorso dei vini sono risultati premiati per il Raboso o l’incrocio Manzoni Carlo Colmagro, Italo Cescon, Antonio Facchin, la cantina Pizzolato, Giorgio Bonotto, ma i migliori Raboso e Manzoni sono risultati quelli di Giorgio Cecchetto, mentre Antonio Facchin ha primeggiato nel Raboso Malanotte. La festa, nonostante il maltempo, è stata duplice, perché si è abbinato il raduno motociclistico di un gruppo di riders che che hanno consegnato pubblicamente al governatore del Veneto il ricavato dell’asta benefica organizzata per solidarietà con le comunità colpite dalla tempesta Vaia: 28.660 euro. — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

L’incidente di Loria (foto VdF) LORIA. È di due persone ferite, madre di 49 anni e figlio di 16, il bilancio dell’incidente stradale avvenuto sabato sera, poco prima delle 23.30, in via Montello ad Asolo, lungo la Provinciale 248.Dopo aver perso aderenza sulla strada, l’auto è finita contro una pianta. Entrambi i feriti sono stati trasportati, in un’ambulanza del 118 di Crespano all’ospedale di Montebelluna. Altri incidenti non gravi a Maserada, dove una giovane è finita con l’auto nel fossato, e anche a Loria, dove una Corvette è finita contro il muro di una casa in via Loria. Il ferito è finito all’ospedale. —

Vittorio Veneto

Studente pedala con la bici rubata Denunciato VITTORIO VENETO. Pedalava in sella ad una bicicletta da cinquemila euro, rubata tempo fa ad una squadra ciclistica. Ma ai carabinieri della compagnia di Vittorio Veneto quel particolare non è passato inosservato tanto che nella giornata di sabato hanno bloccato il ciclista e l’hanno poi denunciato per ricettazione. Nei guai è così finito S.L., 18 anni, uno studente vittoriese. Il giovane, con precedenti di polizia alle spalle, nella mattinata di sabato è stato bloccato dai carabinieri mentre pedalava in sella ad una bicicletta con telaio in fibra di carbonio, una Ktm da corsa del valore di circa cinquemila euro, rubata lo scorso 28 aprile ai danni della compagine ciclistica del Team Brilla di San Biagio di Callalta. Il giovane è stato sorpreso dai militari mentre percorreva Piazza Medaglie d’Oro proprio in sella alla bicicletta rubata, tanto che è scattato subito il sequestro. La costosa bicicletta da competizione è stata poi consegnata ai responsabili della società ciclistica. — M.FIL.

Alice De Bortoli impegnata nel firmacopie del libro “Il sogno continua” ispirato al programma di RaiDue. A destra i selfie dei protagonisti del programma e i fans

Sono accorsi in centinaia per abbracciare i protagonisti del reality show Gettonatissimo il firmacopie con la webstar trevigiana di 15 anni

Al Conè tutti pazzi per Alice e per i compagni del Collegio In coda dal mattino per i pass L’EVENTO

e regole del reality show “Il Collegio” fanno vivere adolescenti contemporanei per quattro settimane in un convitto con regole e tecnologie degli Anni Sessanta. Regole perentorie ci sono state però

L

anche ieri a Conegliano presso il centro commerciale Conè dove i fan, in maggioranza ragazzi e ragazze, potevano farsi autografare la coppia personale del libro “Il sogno continua” dagli autori collegiali: Esteban Frigerio, Matias Caviglia, Elia Gumiero e soprattutto Alice De Bortoli, la padrona di casa. Alice,

15 anni studentessa liceale, è infatti di Casale sul Sile, ed è stata la star del pomeriggio di ieri al Conè. Infatti, oltre ad essere stata il personaggio di punta del programma è una delle più promettenti influencer del momento. Alice è seguitissima sui social tanto da contare quasi un milione di followers su Insta-

gram. Ieri per gli autografi e le foto le regole erano rigorose: potevano accedere al palco per farsi dedicare il libro, con un pass prioritario, i fan in possesso di una copia acquistata al Conè. Poi è toccato anche a quanti avevano comprato il libro da altre parti. Sul palco solo i fotografi ufficiali potevano fare foto dei fan con i Collegiali. Le foto saranno scaricabili dai contati social del Conè da martedì. Queste regole, necessarie per gestire centinaia di persone, non hanno però scoraggiato i fan e soprattutto le fan venute a vedere da vicino Alice e gli altri collegiali presentati sul palco da Matteo Altieri. Ieri c’è stato chi è venuto al Conè alle 10.30 per avere il primo pass per l’evento che è iniziato puntualmente alle 17. Alice De Bortoli era la più attesa. Tra le tante fan in coda c’era anche Sofia, una ragazzina trevigiana. Ad ac-

compagnarla c’era suo padre, Francesco: «Sofia vuole soprattutto incontrare Alice, che ammira molto. Ha seguito la trasmissione, ma non sogna di partecipare alla prossima edizione del Collegio: non vuole disconnettersi per quattro settimane». Alle 17 è salito sul palco Matteo Altieri con la “divisa” di House of Talent assieme ad una ragazza vestita allo stesso modo. Dieci minuti di attesa ed arrivano le star vestite sempre da House of Talent. Un po’ di dialogo con i fan scatenati, mentre i cellulari da sotto il palco scattano foto a tutto spiano, poi si parte con gli autografi. Sono già aperte le selezioni per la prossima edizione del Collegio. Sofia non vuole esserci altri invece sì. Quattro settimane senza internet valgono la pena se portano alla fama. — Gino Zangrando BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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TREVISO

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I conti della sanità

Liste d’attesa, l’Usl chiede aiuto ai privati Comprati 11 milioni di euro di prestazioni Il dg Benazzi ha appena chiesto alla Regione altri 200 mila euro di extra-budget per il 2019 per la medicina riabilitativa Fabiana Pesci TREVISO. Da una parte i medi-

ci, motore della sanità pubblica, che sono sempre di meno. Dall’altra l’innegabile aumento delle esigenze di salute di una popolazione che diventa sempre più vecchia. Il binomio anziani-malati (per lo più cronici) è agilmente comprensibile. In mezzo ci sono le liste d’attesa. Giammai un direttore generale può veder allungare i tempi per ottenere una visita. La pena? Il licenziamento da parte del presidente della Regione Luca Zaia, sensibilissimo alla questione. Ecco il quadretto della sanità, per nulla confortante. Che fare? Ogni anno mamma Regione stacca assegni a sei zeri per comprare ai privati prestazioni da erogare per conto delle Usl. Nella Marca il conto del triennio 2018/2020 sfiora gli 11 milioni di euro. E non bastano ancora. È di pochi giorni fa la delibera del dg Francesco Benazzi che assegna altri 200 mila euro (tecnicamente si chiama extra-budget, concordato con la Regione)al poliambulatorio Marca Trevigiana per garantire le prestazioni di Medicina Fisica e Riabilitazione. Ad aprire i cordoni della borsa è il Crite, la commissione regionale per l’Investimento in Tecnologia ed Edilizia. Come nel 2018, ha detto «sì»: «L’azienda Usl 2 ha motivato la richiesta di extra budget con riferimento alla branca di Medicina fisica riabilitativa e al proprio territorio», si legge nella delibera regionale, «l’emersione di criticità nel contenimento dei tempi di attesa a fronte di un numero di prestazioni erogate per mille abitanti inferiore alla media regionale». Stessa musica una manciata di settimane fa: «Considerato il fabbisogno complessivo di prestazioni ambulato-

Trevigiani al Cup di Borgo Cavalli in attesa del proprio turno per prenotare una visita e a destra il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi

riali rilevato nei relativi distretti, il Crite ha espresso parere favorevole all’assegnazione della quota di extra budget di 200 mila euro per l’anno 2019 alla branca di Medicina fisica e riabilitazione, in considerazione della peculiarità delle prestazioni di tale branca, che possono esser espletate in più sedute distribuite temporalmente anche tra due anni solari». La commissione ha risposto picche alla richiesta di soldi in più per Tac, radiografie e via dicendo. Impossibile il confronto diretto con il triennio precedente, quando ancora le Usl erano separate. Di certo, a onor del vero, l’unione delle 3 Usl ha portato a una razionalizzazione dei costi. Benazzi ha anche rimodulato per il 2019 il budget assegnato ad alcuni erogatori privati per

conto dell’Usl: a Salute e Cultura (che nel triennio porta a casa 508 mila euro) vanno 2480 euro per l’Endocrinologia, 110 mila euro per l’Ostetricia e Ginecologia, 7500 per l’Urologia, 379.520 per la Gastroenterologia, 8500 per la Reumatologia. Questa assegnazione riguarda il distretto 2 (Treviso Nord). Poi c’è la partita del distretto 3 (Pieve di Soligo): al Blue Medical center Srl (che nel triennio ottiene 1.630.892 euro) viene rimodulata l’erogazione di prestazioni, 500 mila euro solo per la diagnostica per immagini, 375 mila per la Cardiologia, 104 mila per la Chirurgia vascolare, 198 mila per l’Oculistica, 87 mila per Ortopedia e Traumatologia, 181 mila per Ostetricia e Ginecologia, altrettanti per la Gastroenterologia. —

Firmato il cambio di casacca in 110 passeranno allo Iov

Come annunciato, ecco il cambio di casacca di un manipolo di dipendenti del presidio sanitario castellano: se ne vanno una cinquantina di dirigenti e una sessantina di dipendenti del com-

Quanto sono pagati tutti i centri accreditati TREVISO. Un affare da 11 mi-

lioni di euro, suddivisi in 3 anni. Ecco, suddivisi per distretti, chi sono gli erogatori privati accreditati dell’Usl 2. Lo ha deliberato la Regione Veneto con il documento 2166 del 29 dicembre 2017. Ogni anno (l’ultima modifica è recentissima) questo budget viene rimodulato a seconda delle esigenze di salute dei cittadini. L’Usl 2 ha dovuto pure chiedere un finanziamento extra di 200 mila euro. Distretto 1: Gra-

nitari.

siglato l’accordo

Una cinquantina di dirigenti e una sessantina di dipendenti saranno ceduti allo Iov I fondi sono stati incrementati di 230 mila euro rispetto

la lista

parto. Pochi giorni fa è stato siglato l’accordo per la cessione del personale dell’Usl 2 allo Iov di Castelfranco. I professionisti dell’azienda sanitaria trevigiana che passano in capo all’Istituto Oncologico Veneto (Iov) sono in tutto 110, una decina di unità in più rispetto alla previsione iniziale. BUDGET PIÙ RICCO

Il budget è stato incrementa-

to di 230 mila euro e «contestualmente l’Usl di Marca riduce di pari valore il proprio limite di spesa» ma senza «spese a carico del bilancio aziendale» visto che il San Giacomo non erogherà più direttamente i servizi afferiti allo Iov. I trasferimenti riguardano 44 dirigenti medici, 3 dirigenti sanitari e 63 figure del comparto rappresentate da infermieri, tecnici e operatori socio sa-

I DETTAGLI DEL PIANO

Definito anche l’aspetto economico dello spostamento di organico all’interno della cessione del ramo d’azienda che vede lo Iov occupare due piani del San Giacomo, assorbendo i reparti di Anatomia patologica, Anestesia e rianimazione, Gastroenterologia, Urologia e Medicina nucleare. Dal primo luglio 2019 l’ulteriore trasloco delle unità di Oncologia, Ematologia, Chirurgia senologica e del blocco operatorio sotto il controllo dello Iov e l’annuncio di un nuovo aggiustamento degli stanziamenti economici che verranno decisi con gli stessi criteri che hanno gui-

zia Biscaro (Oculistica, 67.730 euro), Codess sanità Srl (Medicina fisica e riabilitativa 419.969 euro), Alberto Locarno Srl Ponte di Piave (Odontostomatologia, 40 mila euro); Distretto 2: Centro di Radiologia Srl (429.803 euro), Studio Radiologico di Mogliano Veneto (313.422 euro), Centro di Fisiokinesiterapia Srl (1.082.684 euro), Centro di Fisiokinesiterapia Srl Unimedica(327.347 euro), Salute e Cultura (508 mila eu-

dato il trasloco dei primi cinque reparti. I FONDI

Per consentire il passaggio dei primi 110 professionisti dall’Usl di Marca allo Iov sono stati incrementati di 230 mila euro i fondi rispetto al budget stabilito lo scorso gennaio e inizialmente tarato su 100 camici bianchi. «I fondi sono stati quantificati in base al valore della quota media calcolata sulla base dei fondi aziendali della dotazione organica riferita all’anno 2018» si legge nell’accordo tra Usl 2 e Iov. Complessivamente, le quote da trasferire ammontano a 361 mila euro per il comparto, 950 mila euro per la dirigenza medica e 46 mila

ro), Alberto Locarno Srl Treviso (Odontostomatologia 280 mila euro), Alberto Locarno Srl Mogliano (Odontostomatologia 130 mila euro); Distretto 3: Blue Medical Center srl ( Radiologia 500 mila euro, Cardiologia 375.946, Chirurgia vascolare 72.750, Oculistica 218.446, Ortopedia e Traumatologia 100 mila euro, Ostetricia e Ginecologia 181.875, Gastroenterologia 181.875), Gvdr Poliambulatorio Marca Trevigiana (Medicina fisica riabilitativa, 20 mila euro). Distretto 4: Laura Medici (Dermosifilopatia, 76 mila euro), Centro diagnostico Castellano (Radiologia, 3.838.000, Dermosifilopatia 40 mila), Centro medico di Fisioterapia Srl, 400 mila euro. —

per la dirigenza sanitaria. NUOVO INCONTRO

Queste le modalità del trasferimento firmate dal direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi e dal numero uno dello Iov Giorgio Roberti. Un nuovo incontro sarà fissato prima dell’estate per definire le spese per l’assegnazione di Oncologia, Ematologia, Breast Unit e gruppo operatorio dal presidio ospedaliero di Castelfranco allo Iov. A seguire il passaggio di attività, funzioni, mezzi e dotazioni tra l’Usl di Marca e l’Istituto oncologico è l’Azienda Zero, la centrale unica di coordinamento della Regione. — Valentina Calzavara


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LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 LA TRIBUNA

TREVISO

Treviso Corso del Popolo, 42 Centralino0422/417.611 Fax 0422/579.212 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 0422/575611

La protesta contro le schede della Regione

Mille in piazza per l’ospedale «Fermate il taglio dei posti letto» A Castelfranco folla contro il ridimensionamento dei reparti I medici in rivolta: «Malessere per le scelte di Venezia» Davide Nordio Oltre mille persone in piazza Giorgione, sotto una pioggia battente, per dire no al ridimensionamento dell’ospedale di Castelfranco: risultato al di sopra di ogni aspettativa per il comitato “Difendiamo il nostro ospedale”. Una protesta contro il futuro tracciato dalle schede ospedaliere della Regione per la sanità trevigiana, per i suoi ospedali generalisti, per il ruolo dello Iov. E, in questo caso, per l’ospedale di Castelfranco.

tagliati, continua a non convincere: lo dice anche il segretario provinciale della Cgil Mauro Visentin, intervenendo dal palco: «Non sappiamo se esistono queste convergenze tra Iov e Usl 2 che invece da più parti si dice che ci siano. Rimane invece la preoccupazione per quello che nei fatti è attualmente un disservizio». Un esempio: ora dopo l’arrivo della Gastroenterologia in gestione allo Iov una semplice colonscopia non si fa più a Castelfranco, ma si viene dirottati a Montebelluna o a Treviso. IL MALESSERE DEI MEDICI

LA PROTESTA DAL PALCO

Regista della manifestazione Alberto Genesin che da tre anni con il comitato sta sostenendo che i tagli all’ospedale castellano saranno deleteri per il territorio. E che non c’entra nulla l’arrivo dello Iov, anzi: «Non siamo mai stati contrari a questa presenza importante, ma non abbiamo mai capito perché a questo debba corrispondere il quasi dimezzamento dei posti letto dell’ospedale generalista». E il fatto che lo Iov si occuperà di interventi anche non oncologici, quindi sopperendo ai reparti

«Iov e ospedale sono realtà distinte – spiega il dottor Francesco Lombardo dell’Anaao, l’associazione dei medici ospedalieri – nel caso della Gastroenterologia l’80-90 per cento degli interventi non sono oncologici. C’è un generale malessere tra i medici del Veneto su quanto sta avvenendo nella sanità: ma finora non siamo mai stati convocati dai “tecnici” della Regione per avere il nostro punto di vista. Nel caso di Castelfranco stiamo perdendo attrattività e questo è l’effetto di un ospedale depotenziato e delle incertezze per

l’attacco del pd

«Si sta aprendo la strada alla privatizzazione dei servizi al cittadino» «C’è l’impressione che si stia perseguendo da anni un disegno sotterraneo della Lega che mira alla progressiva privatizzazione della sanità. Vuol dire che sotto ci sono interessi economici molto, molto ingenti». A margine della manifestazione in piazza Giorgione a Castelfranco, ieri pomeriggio, è la segretaria cittadina del Pd, Teresa Spali-

viero, un passato importante nella sanità castellana e regionale, a sottolineare questo aspetto in relazione alla rivoluzione che sta avvenendo nella sanità veneta, «e Castelfranco è al centro di questo sistema». La questione era emersa anche nell’ultimo consiglio comunale dove la consigliera di opposizione Tiziana Milani aveva osservato che in

il futuro» . il comitato

IL COMITATO

La principale incertezza è se lo Iov arriverà nella città di Giorgione per restarci oppure solo in attesa che si completi l’ospedale di Padova. Ancora una volta il comitato definisce contraddittorie le dichiarazioni del presidente della V commissione regionale Sanità Fabrizio Boron. «Due anni fa colpì il fatto che mille persone si ritrovarono con il governatore Zaia per una fiaccolata sul Montello sul tema dell’immigrazione» dichiara Genesin – oggi lo stesso risultato lo ha ottenuto un comitato di cittadini, coordinato da dei ragazzi, senza nessun intervento politico, in una domenica fredda e sotto una pioggia che non ha dato tregua. Se ci siamo riusciti, questo deve dare la misura dell’importanza del tema dell’ospedale di Castelfranco. Ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione che questo comitato rappresenti molto di più di cittadini di Castelfranco di quanto il sindaco Stefano Marcon abbia fatto fino ad oggi. Per questo ora la Regione deve convocarci e ascoltarci». —

città stanno crescendo le proposte di sanità privata per rispondere alle esigenze dei cittadini non trovano risposte adeguate in quella pubblica. «Quello di Castelfranco non può e non deve diventare un “ospedaletto” – aggiunge il capogruppo Pd Sebastiano Sartoretto – è ora che chi governa questa città e questa regione la smetta di dire bugie ai cittadini. La verità è che con le nuove schede si sta declassando l’ospedale, privandolo di servizi essenziali, in cambio del nulla. È ora che ci venga detto in maniera definitiva che intenzioni ha la Regione sullo Iov ma al di là di queste, che ci venga detto con quali finanzia-

Discussione di due ore sotto la pioggia I partecipanti sono rimasti per due ore sotto la pioggia. Sul palco di Piazza Giorgione a Castelfranco (a sinistra) il comitato “Difendiamo il nostro ospedale” e il segretario Cgil Mauro Visentin.

menti si andranno a realizzare i programmi per Castelfranco». Sartoretto bacchetta pesantemente la maggioranza leghista che guida la città: «L’epilogo delle schede ospedaliere dimostra che la Lega di Castelfranco conta meno di nulla: non sono riusciti a farsi ascoltare e anziché reagire hanno preferito obbedire, evidentemente a protezione delle loro personali carriere politiche, anziché a difesa degli interessi della città». Temi molto sentiti dalla popolazione che ieri, nonostante un clima proibitivo, è rimasta in piazza Giorgione per due ore a discutere del futuro della sanità. — D.N.


PRIMO PIANO

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I danni del maltempo sulle prealpi

Auto bloccate sulla neve blackout e alberi abbattuti Venti centimetri di coltre bianca in Cansiglio e sul Monte Cesen, rifugi isolati All’opera pompieri e Protezione civile. L’Enel fornisce generatori d’emergenza Francesco Dal Mas

le immaGiNi

Decine di interventi dei vigili del fuoco È stata una domenica che ha impegnato i vigili del fuoco di Treviso in decine di interventi. Nella foto 1) i volontari e i pompieri in azione sul Monte Cesen, nella 2) l’albero che è caduto sul sagrato del Duomo di Montebelluna. Problemi in tutta la Marca: una foto della nevicata intensa sul Cansiglio 4), mentre la foto 5) indica, nel riquadro rosso, lo smottamento che da un paio di giorni incombe sull’autostrada A27 nel tratto più a nord del Fadalto, frana che viene costantemente monitorata anche dalla Regione.

VITTORIO VENETO. Prealpi di nuovo imbiancate. Sull’altopiano del Cansiglio, dove il 28 aprile la precipitazione aveva raggiunto il mezzo metro, sciogliendosi nei giorni successivi, ieri sono caduti circa 20 centimetri di coltre bianca, sull’erba ritornata verde. La neve secca e le raffiche di vento – quasi una terza’tempesta Vaia’– hanno però abbattuto numerosi alberi, anche sulla strada provinciale di accesso, per cui sono dovuti intervenire i vigili del fuoco, i volontari della Protezione civile e gli uomini della Provincia. Gli automobilisti per salire sono stati costretti a rimettere le catene da neve. «Purtroppo – avverte Alex Gava dall’Agriturismo Val Menera – una seconda domenica con le prenotazioni saltate». L’improvviso peggioramento delle condizioni meteo, previsto, ma non in queste proporzioni, ha provocato ancora una volta il black out delle linee elettriche e telefoniche. «Bisogna pertanto ringraziare l’Enel – afferma Daniele Dal Mas del Comitato Valsalega– perché ha messo a disposizione una decina di generatori di energia elettrica a favore di famiglie ed attività rimaste senza corrente elettrica dopo i danni derivanti già dalle precipitazioni nevose di domenica scorsa. Ma sono urgenti interventi di disboscamento vicino alle linee della corrente e della telefonia, altrimenti ad ogni avvisaglia di maltempo si rischia di ri-

Protezione civile e pompieri all’opera ieri per liberare dagli arbusti la strada del Cansiglio

manere isolati». Mirco Breda della malga Lissandri, sulla piana, con più di un centinaio di capi di bestiame, è preoccupato «per i pascoli che le avverse condizioni meteo hanno reso

A Valdobbiadene attivati gli spalaneve Linee telefoniche fuori uso a Cison impraticabili». Intanto a Valdobbiadene, dopo la pioggia intensa e la grandine dei giorni scorsi, è arrivata la neve, abbondante sul Cesen, accompagnata da raffiche di

l’auTOsTrada resTa aperTa

Installata la torre faro per monitorare la frana che incombe sull’A27 VITTORIO VENETO. L’autostrada

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A27 non è stata chiusa, come si temeva, a causa della frana in movimento da un versante della montagna dopo il Fadalto, sopra il paese di Santa Croce al Lago. Dalle ore 22 di sabato notte, però, è attivo un presidio a vista che si avvale di una torre con faro per tenere sott’occhio eventuali movimenti. Di notte, quindi, il bosco che potrebbe colare fino

ad arrivare sulla corsia sud dell’A27, è illuminato a giorno e dei tecnici lo attenzionano, minuto dopo minuto. «In caso di movimenti – fa sapere l’assessore alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin - il traffico verrà deviato a doppio senso di circolazione nella carreggiata più a valle, in direzione di marcia nord. Al momento l’autostrada è comunque aperta in entrambi i

vento che hanno schiantato numerose piante; a Valdobbiadene è arrivata anche la neve fuori stagione con forti raffiche di vento. Il sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese, ha invitato i suoi cittadini ad evitare di salire in montagna. Come riferisce il primo cittadino che è stato in quota con i volontari dell’Avab, la neve è caduto fino a 600 metri, ma si è subito sciolta; dai mille metri in su, invece, è rimasta. «Abbiamo attivato lo spalaneve per ripulire le strade – prosegue Fregonese –. Purtroppo, la bufera di neve ha sorpreso delle persone che si trovavano a mangiare a “Balcon” e il titolare

della struttura ha dovuto accompagnare le stesse al ristorante “Stella Alpina” di Pianezze, dove la situazione era decisamente meno preoccupante». Il Rifugio Posa Puner, sopra Miane, è rimasto isolato per tutta la giornata di ieri. Disagi poi sono stati segnalati per neve e per piante cadute sulle rampe del passo San Boldo, in comune di Cison. «Le linee telefoniche della Tim non funzionano e anche questo è un disagio» ha fatto sapere il vicesindaco Loris Perenzin. Problemi anche sul Pian de le femene, sopra il territorio del Comune di Revine. –

sensi». L’ispezione da parte di tecnici svoltasi sabato sera aveva rilevato la superficialità del fenomeno franoso. Il geologo della Regione aveva rimandato a ieri un nuovo controllo per riscontrare eventuali movimenti. Le precipitazioni – fa sapere l’assessore Bottacin – non sono state di dimensione tale da creare nuovi problemi, per cui domenica la circolazione non è stata interrotta ed eventuali decisioni saranno prese nei prossimi giorni. È evidente, in ogni caso, che lo smottamento esige un intervento di messa in sicurezza. Si tratta, nella sostanza, di quanto è accaduto dall’altra parte del Fadalto, sul versante nord del Pizzoc e del Millifret, dove una colata di detriti, il 28 giugno 2017, è

precipitata a valle invadendo la statale Alemagna e la sottostante ferrovia. «Questi fenomeni ci preoccupano – ha ammesso ieri il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia – perché ormai si ripetono ad ogni emergenza meteo». Qualora la frana più recente venga rimessa in movimento dalle precipitazione delle ultime ore, l’autostrada non verrebbe comunque bloccata, neppure soltanto nella corsia sud, ma per un tratto il traffico sarebbe deviato sulla carreggiata nord. Sul posto, infatti, sono stati previsti passaggi appositi, tra le diverse corsie di marcia, proprio tenendo conto che la fragilità dei versanti avrebbe potuto creare problemi. — F.D.M.

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LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 IL MATTINO

PADOVA da oggi a domenica

Una settimana dedicata a scienza e tecnologia nel nome di Galileo

Una protesta di Legambiente contro il consumo di suolo e nella foto piccola a destra Sergio Lironi

Sergio Lironi (Legambiente) contro l’aumento del suolo consumabile «Non era un atto dovuto, ora bisogna stralciare i piani non realizzati»

«Niente stop al cemento Così in città ci sarà un 5 per cento in più» L’INTERVISTA

na decisione grave. Che non era assolutamente un atto dovuto. A questo punto servirà un lavoro molto serio sulla variante al Pat, ma qualsiasi successiva amministrazione potrà poi modificarlo». È amareggiato ma puntuale il commento di Sergio Lironi, architetto e presidente onorario di Legambiente Padova, sul decreto della Regione che ha portato da 39 a 262 gli ettari di suolo consumabile a Padova da qui al 2050.

«U

Decreto che è arrivato dopo la richiesta di correzione dei dati (trasmessi inizialmente sbagliati) del Comune. Una richiesta avallata da Arturo Lorenzoni, assessore all’urbanistica, nonostante l’assemblea di Coalizione civica avesse votato un dispositivo che invitava la giunta ad approvare una variante al Pat che «recepisse la quantità massima di consumo di suolo assegnata dalla Regione, pari a 39,26 ettari». Lironi, la giunta afferma che era costretta a verificare quei dati e chiedere la correzione. Lei cosa ne pensa? «Non era affatto un atto dovuto. Il problema di Padova è

che ha una quantità enorme di superfici di perequazione che quindi non appaiono come superfici di espansione urbana. Ma che oggi sono tutti terreni ancora agricoli». Perché avevate chiesto, come Legambiente, di attestarsi sui 39 ettari di espansione? «Appunto perché c’è una quantità enorme di piani approvati e mai decollati. E poi se si dà la possibilità di espandersi nessuno investirà più in recupero urbano, che ha un costo maggiore». Lorenzoni assicura che comunque nel nuovo Pat ci saranno criteri molto più strin-

genti sulle aree non edificate. «Sono certo che sarà così. Ma una futura amministrazione potrà modificarli con una semplice variante». E dunque? «Ora servirà un lavoro serio sul Pat. A questo punto bisognerebbe stralciare tutti i piani attuativi non realizzati». È possibile? «Nell’attuale piano degli interventi ci sono 483 ettari disponibili. La giunta dovrà togliere tutti quelli in più rispetto ai 262 concessi dalla Regione. Ma sarebbe corretto eliminare tutti i 483 ettari, congelarli e tenerli come riserva per i prossimi 30 anni». Però qualcuno potrebbe anche obiettare che 262 ettari di suolo consumabile in trent’anni non sono tanti. Lei come risponderebbe? «Il dato di fondo è che corrispondono a quasi un 5% in più rispetto all’urbanizzato attuale. È un’enormità se pensiamo che l’Emilia Romagna, che ha fatto una legge simile al Veneto, ha posto come limite di espansione un 3%, che per Padova corrispondono al massimo a 150 ettari. Padova ha già una quantità enorme di superficie urbanizzata: così vorrebbe dire passare dal 55% al 61%». In questo caso però non si può dare la colpa alla Regione... «Che però non investe sul recupero urbano. La giunta Zaia non ha messo un euro su questo tema. E questa è un’altra delle battaglie che dovrebbe fare la giunta: battere cassa con la Regione». — Claudio Malfitano

la protesta dei commercianti

06/05/2011

06/05/2019

«Negli ultimi 20 anni i panifici sono dimezzati Colpa dei supermercati» Tra Padova e provincia oggi i panifici, cioè quelli che producono pane fresco e non le semplici rivendite, sono 180, di cui 40 in città. Vent’anni fa erano il doppio. In pratica, da quando ci sono i supermercati (con il pane congelato in arrivo dai Paesi dell’Est Europa, in particolare dalla Romania) il numero dei panifici artigianali si è dimezzato. In Italia il primo panificatore a dare l’allarme della proliferazione del pane surgelato è stato il padovano Luca Vecchiato, nel periodo in cui era presidente della Federpanificatori. «Una volta era la bottega artigiana, spesso sotto casa, ad avere il monopolio della produzione e della commercializ-

zazione del pane fresco – sottolinea Vecchiato senior, titolare del panificio omonimo in Piazza dei Frutti e del punto ristoro al Centro San Gaetano – È cambiato tutto da quando sono stati aperti supermercati a iosa e da quando gli imprenditori hanno imparato ad utilizzare il pane congelato che arriva dall’Est Europa. Un prodotto che spesso viene venduto a basso costo perché fa da “specchietto per le allodole” per invogliare i consumatori ad acquistare gli altri generi alimentari. D’altronde un operaio che deve lavorare di notte in Italia costa 35 mila euro all’anno, mentre in Romania meno della metà». Intanto il Gruppo Panificatori Ascom, guidato dal presi-

Ai blocchi di partenza il Galileo Festival, manifestazione ricca di iniziative che raccontano la Padova capitale della scienza. Quella promossa dal Comune e Italypost con il patrocinio dell’Università di Padova, è un intera Settimana della Scienza che da oggi al 12 maggio metterà insieme tutte le istituzioni scientifiche della città, il Premio galileo e il galileo Festival, con un programma ricco di oltre 80 eventi - convegni, approfondimenti e divulgazione che daranno voce a più di 200 relatori nazionali e internazionali. Scienza, innovazione e tecnologia le parole chiave su cui si sviluppa l’iniziativa. IL PROGRAMMA DI OGGI

Undici gli appuntamenti nella scaletta odierna. Dalle 15 alle 16.30 in sala Paladin di Palazzo Moroni si parla di “Batterie e celle a combustibile nel nostro futuro” con Vito di Noto. Alla stessa ora e in replica dalle 16.30 alle 18 Ezio Torassa in sala Anziani sempre di Palazzo Moroni sarà protagonista di “Incontro con le particelle: alla scoperta di un rivelatore di particelle con un visore 3D. Dalle 16.30 alle 18 altro incontro ospitato nella Sala Rossini del Caffè Pedrocchi: “Illusioni ottiche e come gli animali vedono il mondo” sarà il tema di cui parlerà Christian Agrillo. Alle 18 nel Portico dell’Ex-Macello c’è “sperimentando”, attività interattive con Laura Magrinelli e Ariella Metellini. Stesso orario, al Museo delle Scienze a Palazzo Liviano “Padova invisibile:

dente Carlo Quartesan, titolare di un panificio a Ponterotto, lancia una nuova campagna pubblicitaria per sensibilizzare i padovani sulla differenza tra pane fresco e pane congelato. Sulle vetrine dei panifici artigianali è stato affisso un manifesto con il logo in cui sono rappresentati un fornaio con il cappello in testa ed un cesto di pane fragrante. «Se pensi che il pane sia tutto uguale, sappi che la legge consente di chiamare pane fresco solo quello che viene prodotto a partire dall’impasto di acqua e farina fino al pane cotto senza interruzioni e conservazioni che interrompano la lavorazione – è scritto sul manifestino – Guarda con fiducia questo marchio. Il solo che ti garantisce che quello è il pane che viene preparato ogni notte da un vero fornaio, che lavora per prepararlo come una volta senza bisogno di conservanti e surgelazioni. Perché nulla è più buono, più semplice e più naturale del vero pane fresco». — F.PAD.

dalla conoscenza alla divulgazione virtuale della città antica di Patavium”: l’incontro sarò seguito da visite guidate alle collezioni del museo (prenotazione obbligatoria su galileofestival.it). “Dieci anni al planetario: visite guidate al planetario di via Cornaro alle 18.30, 18.50 e 19.10. Gabriele Falciasecca interverrà su “Dalla radio al wi-fi, lo sviluppo delle telecomunicazioni”, incontro ospitato al Musme. Sempre al Musme, alle 21, “The imitation game”, proiezione del film curata da Radiowave Festival (prenotazione su galileofestival.it). Stessa ora in

Venerdì mattina in aula magna del Bo la cerimonia del Premio letterario sala Paladin di Palazzo Moroni “Scie chimiche e altre bufale: come difendersi dalla pseudo scienze nel web” con David Puente. Il programma di tutta la settimana si può vedere sul sito galileofetsival.it IL PREMIO

Sarà svelato venerdì il nome del vincitore del Premio letterario Galileo promosso dal Comune di Padova: in corsa Cristina Cattaneo, Roberto Defez, Pietro Greco, Sadra Savagio e Peter Wadhams. Giovedì alle 20.30 al Centro San Gaetano la presentazione dei finalisti e venerdì alle 10.30 nell’aula magna del Bo la premiazione. —

alla guizza

Il ricordo di don Milani con due testimoni Ci saranno alcuni testimoni diretti della vita e le opere di don Lorenzo Milani questo pomeriggio, alle 16 nella sala di quartiere in via Guasti 12 alla Guizza, per l’incontro organizzato da “Altracittà” a cinquant’anni dalla morte del priore di Barbiana. Paolo Landi era uno degli alunni di don Milani, mentre Viviana Ballini è figlia di Maresco Ballini uno degli alunni di San Donato di Calenzano che seguì Don Milani fino all’ultimo. Assieme a loro ci sarà l’assessore al Sociale Marta Nalin. Analogo incontro si svolgerà stamane nella casa di reclusione Due Palazzi per i detenuti studenti. —


LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

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Il caso

Una tempesta si scatena su Ilenia Rento Il manifesto elettorale della candidata della Lega nord ha suscitato reazioni negative o perplesse anche nel suo movimento Francesco Dal Mas BELLUNO. Tempesta contro Ile-

nia Rento, candidata della Lega alle Europee. Sotto processo il sorriso suo e di chi l’abbraccia nel manifesto elettorale, Matteo Salvini, incorniciati nella drammatica icona della tempesta Vaia, la diga di tronchi schiantati ammassati nella diga sul Piave. Ai più è apparsa una “vergognosa strumentalizzazione”, come si può leggere in numerosi social. Al fotomontaggio, infatti, è associato il motto della campagna elettorale, “Scateniamo la tempesta”. La candidata dice che nelle riproduzioni del manifesto è stato censurato il secondo messaggio che completa il primo: “Aiutaci a portare la voce della montagna in Europa”. Ma, tant’è. Ha sparato per primo uno dei suoi diretti concorrenti, Remo Sernagiotto, di Fdi. «Sì, l’inquisito» ha subito ironizzato qualcuno nel Carroccio bellunese. Il fatto è, però, che a parte le numerose reazioni di parte politica contro Ilenia, neppure nel suo partito tutti hanno compreso la “metafora della tempesta”, come Rento l’ha definita. Anzi, c’è chi si chiede perché la bozza di manifesto, che pur dovrebbe passare per il federale a Milano, non sia stata stoppata. «I social stravolgono qualsiasi messaggio» si scusa il commissario della Lega di Belluno, Giampiero Possamai, «perché Ilenia voleva significare che, come stiamo risorgendo da Vaia, analogo dev’essere l’impegno perché l’Ue ascolti il grido d’allarme delle terre alte». Certo, Possamai non avrebbe utilizzato l’immagine della “diga di schianti”. Neppure probabilmente Luca Zaia, il governatore, che ieri ha commentato: «Le polemiche elettorali le lascio agli altri. Noi siamo determinati a portare avanti i fatti. I fatti della ricostruzione». Ilenia Rento ha 40 anni, abita a Pedavena, è laureata in ingegneria ambientale a Trento

e fa l’insegnante di fisica. La presidenza dell’Ater è il suo unico impegno politica. Sono stati Salvini stesso, e i suoi collaboratori, a lanciarla in gara. Insieme agli altri candidati, Rento è stata fotografata insieme a Salvini su fondo neutro, per poi completare il manifesto elettorale. Numerosi gli incontri che in sede bellunese sono stati fatti al riguardo. Erano stati suggeriti anche alcuni slo-

Sui social, commenti di fuoco contro la scelta della candidata gan ben diversi dalla tempesta. «Cambiare l’Europa per far rinascere la montagna» era un suggerimento. Alla candidata era stato proposto di utilizzare per sfondo un contesto ambientale riconoscibile della provincia. Tipo qualche cima dolomitica. Ma i suoi collaboratori hanno optato per un’immagine simbolo della tempesta, quella appunto della diga di piante, perché la candidata, per farsi conoscere, avrebbe dovuto fare il botto. E il colpo c’è stato, ma l’esplosione ha comportato una deflagrazione. «La foto che ha utilizzato per la sua campagna elettorale è una vergogna. Le ricordo che sono morte delle persone in questa tragedia» si rimprovera via web alla candidata. «È come se qualche babbeo francese posasse dietro Notre Dame e lo slogan recitasse: “incendiamo questo paese”» esemplifica un altro commento. «Questa foto mi ha fatto male nonostante non sia stata colpita nelle sostanze e negli affetti dalla tempesta Vaia, testimonia una bellunese. «Nei fatti la tempesta ha portato solo danni e disastri. È quello che promette di fare per la montagna in Europa? Devastazione? Non troppo furba come iperbole. .. Scelta deprecabile, ricorderanno il suo nome per non scriverlo come preferenza». —

il set

Uno sfondo neutro In alto il set dove Salvini si è fatto fotografare con tutti i candidati alle Europee, lo sfondo è neutro poi ogni candidato ha messo il messaggio che ha voluto. Nel caso di Ilenia Renta, lei ei suoi collaboratori hanno scelto la foto della diga.

si moltiplicano le prese di distanza

Da Italia in Comune, Pd e M5S si alza un coro di indignazione Il cartellone è interpretato come uno sfregio all’immagine più simbolica di fine ottobre Per la sindaca di Auronzo non può che suscitare disgusto BELLUNO. «Sono ancora a ringraziare la Regione e il commissario di ciò che hanno saputo fare per la ricostruzione, ma quel manifesto elettorale con alle spalle il lago Tudaio, l’immagine forse più simbolica della tempesta Vaia, non può che suscitare disgusto». Lo afferma la sindaca di Auronzo, Tatiana Pais Becher, che si dice certa della reazio-

la replica della presidente dell’ater

«Non mi devo scusare di nulla È una strumentalizzazione» PEDAVENA. «Io chiedere scusa? E perché mai?» risponde Ilenia Rento, insegnante, presidente dell’Ater, candidata della Lega al Parlamento Europeo. Perché tanti bellunesi colpiti dalla tempesta Vaia si sentono offesi. «Un attimo. Anch’io sono stata vittima. Rischiavo di morire, insieme ai due miei bambini. Un albero, quella volta, mi è caduto in strada, davanti

all’auto, mentre scendevo verso Feltre. Mi sono salvata per pochi secondi. Con questa esperienza, che vivo come un incubo, come potrei prendermi gioco di chi ha tanto sofferto?». “Scateniamo la tempesta a Bruxelles” non è un messaggio irriguardoso? «No, perché va completato con l’altra parte del messaggio del manifesto, che dice: “Aiutaci a portare la voce della mon-

tagna in Europa”. Voi media lo avete censurato». Nessuna censura. Però la sua strumentalizzazione appare evidente. «La mia strumentalizzazione? Che cosa dice? Quella della sinistra». Il suo messaggio è associato ad una delle immagini simbolo di quell’emergenza: la diga di schianti sul Piave a Santo Stefano. Un’associazione vergognosa, l’hanno

ne popolare, anche dentro la stessa Lega. Si moltiplicano le prese di distanza, a volte anche le critiche molto acide, nei confronti del manifesto della candidata leghista alle Europee. Adis Zatta, assessore di Feltre che ha seguito da vicino l’emergenza Vaia e componente del movimento “Italia in Comune”, dopo aver spiegato quanto è stato fatto nella circostanza, conclude con un post: «Poi ti capita di vedere un manifesto elettorale, in cui due se la ridono rievocando la tempesta con un lago di tronchi abbattuti alle spalle. Come a di-

definita in molti. Non ha proprio intenzione di scusarsi? «Ma perché? Con quei due messaggi io volevo significare che come stiamo rigenerandoci dalla tempesta Vaia, così dobbiamo forzare sull’Europa perché aiuti finalmente le terre alte a rinascere. L’allegoria “scateniamo la tempesta a Bruxelles” è chiara, non voglio strumentalizzare le disgrazie ma evidenziare come il nostro Paese sia a sovranità limitata». Ma perché ha scelto proprio quella foto di un pezzo di montagna che rischia di affogare? «No, quel lago lo stiamo ripulendo. Anzi, lo sta bonificando l’Enel. Da là si parte per rinascere. Io avevo preso in considerazione altre foto, di cime delle nostre Dolomiti o di pez-

re: son capace anche io di emulare questi effetti “disastrosi” se mi date il vostro voto». Zatta, dopo aver riconosciuto al commissario e all’assessorato veneto alla Protezione civile di aver dato delle risposte che tutta Italia ci ha riconosciuto e ammirato, dice di essersi sentito preso in giro per loro da quello che dovrebbe essere il loro capo politico, il loro capitano. «Come si permettono Ilenia Rento e la Lega di usare una disgrazia che ha messo in ginocchio il bellunese per la loro campagna elettorale delle Europee?», interviene an-

zi delle nostre città, ma alla fine ci siamo detti – con i miei collaboratori – che la foto più identificativa della condizione della nostra montagna e dell’impegno per evitarle la morte era proprio quella foto». È solo strumentalizzazione, politica, dunque, quella

La Rento: «Gli attacchi dei 5 Stelle solo perchè è in corso la campagna elettorale» che si è fatta sul suo manifesto con Salvini? «Una indegna strumentalizzazione a fini elettorali, specie della sinistra. Lo dimostra il

che il deputato Federico D’Incà (M5S). «Esiste un limite a tutto: la Lega deve capire che non si possono cercare voti sulla pelle dei veneti. Fino ad oggi abbiamo fatto un ottimo lavoro con il governo, portando un miliardo di euro nei prossimi tre anni per riparare i danni di Vaia in Veneto e in particolare nel bellunese. Mi auguro che ci si ricordi sempre fino a dove debba arrivare la polemica politica e dove i fatti concreti e la serietà». Sono intervenuti anche Laura Puppato e Achille Variati del Pd. «Devo purtroppo constatare che al peggio non c’è mai fine», afferma Puppato. «Dentro il cuore e la mente di questi signori, ora mi è chiaro, c’è spazio solo per la brutalità. La brutalità è il loro ideale, nato dalla violenza verbale, fisica del linguaggio e delle immagini usate quotidianamente da Matteo Salvini». — F.D.M.

fatto che la locandina è stata tagliata omettendo il vero messaggio». Anche il M5S, cioè il vostro alleato, ha protestato. «Solo perché siamo in campagna elettorale. Se questo, in ogni caso, è il dazio da pagare perché i nostri problemi trovino visibilità, ben venga anche questa reazione». Disgusto l’hanno ammesso anche tanti della Lega. «Mi faccia i nomi, io non ho sentito nessuno». I nomi li trova sui social. «I social? Conta la mia parola». Si aspettava questo clamore mediatico? Era quello che cercava? «No, non mi aspettavo questo clamore». — F.D.M.


LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

Popolari, due passaggi prima dell’erogazione dei fondi agli ex soci. Conte (Codacons): «C’è il voto, bisogna fare presto»

Rimborsi, il rebus dei decreti e dell’ok Ue Ma Raduzzi (M5S): «Ormai tempi brevi» Per l’erogazione dei fondi ai risparmiatori truffati si attendono ora i decreti attuativi di competenza del ministero dell’Economia delle Finanze. Nel frattempo il premier Conte sta trattando con l’Unione europea per portare a 200mila euro il limite degli investimenti mobiliari per chiedere il risarcimento diretto. «Abbiamo buoni segnali da Bruxelles, crediamo si possa fare in tempi brevi», assicura il deputato 5 Stelle padovano Raphael Raduzzi, membro delle commissioni Bilancio e Finanze. I decreti attuativi, che dovrebbero arrivare a breve, sono di competenza del ministero e non dovranno passare in Parlamento. «È stato un lavoro intenso – continua Raduzzi - che ha richiesto molto tempo ed energie assieme a tutte le associazioni che per la prima volta sono state ascoltate in tutte le fasi, ma alla fine abbiamo portato a casa un otti-

mo risultato a favore di tanti cittadini veneti che da anni chiedono semplicemente giustizia. Con questo testo consentiamo l’indennizzo diretto al 90% dei truffati». Per gli altri (sopra i 35mila euro di reddito 2018 lordo od oltre 100mila euro da portare a 200mila di beni mobiliari) c’è l’obbligo di dimostrare la truffa davanti ad una commissione presso il Mef. «La norma prevede delle fattispecie di reato già tipizzate – spiega il deputato 5S -. Abbiamo inserito un ampio spettro di truffe: dal misselling all’informazione falsata, per consentire a quanti più truffati possibili di avere giustizia. Con queste modifiche veniamo incontro a tutte le associazioni dei risparmiatori». Negli ultimi giorni si è intensificata la trattativa con il Bruxelles per allargare la platea degli indennizzati e il deputato padovano assicura che il governo è riuscito a far valere le proprie ragione a favore delle centinaia di migliaia di risparmiatori truffati. Raduzzi spiega che l’indennizzo nasce dal fatto che le banche erano vigilate da Consob e

venezia-trieste

i preparativi per l’evento di milano

LO SCENARIO

Nicola Brillo

Il mulo Iroso fotografato prima della morte, nei giorni scorsi, a quarant’anni

L’adunata del Centenario: centomila alpini veneti e lo zoccolo del mulo Iroso Da venerdì a domenica la grande festa annuale L’Ana di Vittorio Veneto porterà una teca con la zampa dell’animale morto da poco TREVISO. Gli alpini veneti in marcia per Milano. Dal 10 al 12 maggio si svolgerà l’Adunata del Centenario. L’Ana, infatti, è stata fondata nel capoluogo lombardo nel luglio 2019. Dalle 12 sezioni della regio-

Banca d’Italia «e hanno palesemente toppato nella vigilanza». «Molte sono state le vicissitudini e le perdite di tempo, ma tutto ha confermato che il nostro progetto era ed è una concreta ancora di salvezza per migliaia di persone e per l'economia del Nordest – commenta Patrizio Miatello, componente della cabina di regia della associazioni -. Attendiamo che il Ministro Tria proceda come da suoi impegni dell'8 aprile 2019 a Palazzo Chigi, alla attuazione del fondo indennizzo risparmiatori. Naturalmente anche se questa legge non lo prevede riteniamo che il 30% sia iniziale (come era previsto nell'articolo 38 del testo di legge approvato alla Camera il 13 dicembre 2018), dato che i veri risparmiatori vittime devono essere tutelati al 100%. Il nostro nuovo sogno e la nostra battaglia futura sarà quella di fare recuperare ai veri risparmiatori il rimanente 70% del loro risparmio espropriato». Anche il Codacons Veneto ritiene che la norma sia pronta a portare un risarcimento a quanti hanno perso tutto nelle ex popolari. «Mi auguro, visto anche l’avvicinarsi delle elezioni europee, che il governo giallo-verde acceleri sull’emanazione dei decreti attuativi – commenta Franco Conte, presidente Codacons Veneto -. Per noi questo deve essere solo un acconto: i truffati devono essere risarciti al 100% di quanto investito e perso».— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Terza corsia dell’A4 il cantiere a Portogruaro TRIESTE. Avanzano i lavori della terza corsia sulla A4 che ora interesseranno anche il nodo di Portogruaro dove la A4 si interconnette con la A28 Portogruaro-Conegliano. L'intervento riguarda il primo sub lotto (Alvisopoli-Portogruaro), del secondo lotto dove, dalla mezzanotte di domani e fino alle 5 di mercoledì 8, sarà chiusa la rampa di collegamento tra la carreggiata in direzione Trieste dell'autostrada A4 e quella in direzione Conegliano della A28. Già da questa sera verranno posizionate in prossimità dell'area di raccordo tra le due autostrade, in direzione Trieste, le barriere di sicurezza. Il cantiere si svilupperà per 6,5 chilometri. In questo tratto il limite massimo di velocità varierà dai 60 agli 80 chilometri orari. Mercoledì il cantiere raggiungerà il nodo di Portogruaro, opera principe del primo sub lotto del secondo lotto. A essere interessata sarà, in questa fase, la prima parte della rampa di decelerazione che collega la A4 (Udine-Trieste) con la A 28 (Pordenone-Conegliano), quella di accelerazione per chi proviene da Portogruaro ed è diretto verso Trieste, è già stata interessata dal restringimento. —

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ne muoveranno almeno 80 mila penne nere, che, se il tempo è promettente, potrebbero diventare 100 mila. Alla presentazione del raduno, nei giorni scorsi, il sindaco Giuseppe Sala e il governatore Attilio Fontana hanno detto di attendersi almeno 500 mila alpini e loro amici. Difficilmente, però, si eguaglierà il record di Treviso – di poco inferiore alle 600 mila presenze – e quello di Trento, l’anno scorso. Anche in que-

sta occasione l’Ana parla comunque veneto, perché trevigiano di Possagno è il presidente nazionale, Sebastiano Favero, e trevigiano di Vittorio Veneto è il coordinatore dell’adunata, il generale Renato Genovese. «Milano ha una conformazione particolare, è una metropoli, e gli alpini sarà difficile persino contarli – ammette quest’ultimo -. Sarebbe un successo portarne 80 mila in sfilata e 400 mila in città, nei tre

giorni dell’appuntamento». I primi partiranno da Treviso fra mercoledì e giovedì, fa sapere il presidente della sezione, Marco Piovesan. La sistemazione per chi ha camper e tenda è il parco di San Siro; la partita Inter-Chievo in programma il 12 è stata posticipata al lunedì. Gli altri avranno a disposizione gli alloggi collettivi (leggi brande) alla fiera di Rho. Nel cuore di Milano, dunque, non ci saranno attendamenti; sono vietati. La sezione Ana di Vittorio Veneto sarà presente con il Reparto Salmerie, che porterà in una teca lo zoccolo anteriore sinistro con la matricola 212 dell’ultimo mulo degli alpini, Iroso, deceduto nei giorni scorsi. Sfileranno gli altri muli del reparto, ma non hanno il foglio matricolare come il “generale Iroso”, come l’aveva pro-

mosso Luca Zaia, il governatore. E a questo riguardo, sia il presidente sezionale Francesco Introvigne che il generale Genovese raccomandano: «Onoriamo pure l’ultimo mulo degli alpini, ma non facciamone un mito, perché era pur sempre un animale; negli stessi giorni è morto il nostro storico segretario, Giacomino Tomasella, che dopo 55 anni di onorato servizio si merita, probabilmente, una stima ben maggiore». Introvigne spera, comunque, di arrivare sabato pomeriggio, con le Salmerie, fino in piazza Duomo. La sfilata si terrà domenica. Sarà presente la ministra della Difesa, Trenta. Ha dato la sua disponibilità anche il vicepresidente Matteo Salvini, per rilanciare la mini naja. Proprio la Trenta, però, aveva detto che la prospettiva era problematica, per motivi anzitutto di costi. «Certo è che a Milano rilanceremo con forza al Paese la sfida del fare – insieme e per questo continuano a sostenere con forza l’idea di un servizio obbligatorio per i giovani, un periodo di qualche mese, gratuito, a favore degli altri, per contribuire ad un’Italia migliore». L’Ana pensa ad almeno 6 mesi di servizio, non strettamente militare, ma in varie discipline, a partire dalla protezione civile, con lo stile, ovviamente, da caserma; la disciplina come piena regola. I veneti hanno già contribuito a scrivere alcune delle più significative pagine del libro verde della solidarietà: 6,23 milioni di euro destinati alla beneficenza e 2,62 milioni di ore di lavoro (per un controvalore di 71 milioni di euro) delle penne nere nel solo 2018. — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Le anomalie del meteo

Il Veneto sferzato da bufere e nubifragi Auto con cinque pescatori nel Mincio, un disperso. Lago di Garda: vento, allagamenti e strade chiuse. Fiumi e frane sotto vigilanza VERONA. È stata una domenica

segnata dall’incubo maltempo. Pioggia, vento e neve in montagna hanno sferzato il Nordest e il Veneto causando danni e disagi. Sono stati centinaia gli interventi dei vigili del fuoco effettuati dall’altra notte fino a ieri. Particolarmente colpita la provincia di Verona, con alberi abbattuti dal vento, prosciugamenti di case allagate, soccorsi ad automobilisti in difficoltà. Sulla Gardesana sono crollati sotto il vento alcuni cipressi, alti fino a 20 metri, e la strada è rimasta temporaneamente interrotta, per permettere la rimozione dei tronchi e la messa in sicurezza della statale. Una violenta grandinata ha colpito l’altra notte Peschiera del Garda, lasciando a terra un manto bianco di 10 centimetri, che sciogliendosi ha provocato allagamenti in tutta la zona. Il versante veronese del lago di Garda, come del resto quello lombardo, è stato a lungo sferzato dal vento con onde altissime che hanno causato danni alle barche ormeggiate.

AUTO NEL FIUME

Cinque persone, tutte di nazionalità romena, ieri mattina alle 7 sono finite con la loro auto nel Mincio nei pressi di Pozzolo nel Mantovano. Quattro sono state salvate, mentre una risulta dispersa. Si tratta di Raul Cristian Lacatusu, 23 anni, residente a Valeggio sul Mincio. Sul posto a lungo al lavoro i sommozzatori dei vigili del fuoco, oltre ad un elicottero, per le ricerche. I cinque erano lì per pescare. Le condizioni del tempo però erano proibitive con pioggia e vento forte. Hanno così deciso di ripararsi in auto. Il conducente si è distratto e non si è accorto che l'auto non aveva la marcia innestata. Così la vettura, lentamente, è scivolata nelle acque del Mincio. Le grida di aiuto sono state sentite da altri pescatori che hanno tratto in salvo solo quattro persone. Un ristorante posizionato su un pontone galleggiante a Peschiera del Garda si è stacca-

to dagli ormeggi, a causa del forte vento, andando alla deriva lungo il Mincio. La Barcaccia, questo il nome del locale, “navigando” senza controllo spinta dalla corrente, è stata seguita sul lungo lago dai Vigili del fuoco, sotto gli occhi stupefatti di molti residenti. È stata infine rallentata da alcune strutture per la pesca, ed è stata così bloccata e messa in sicurezza dai pompieri.

Zaia avvia le pratiche per dichiarare lo stato di emergenza: decreto subito alla firma

peschiera

I vigili del fuoco sono intervenuti l’altra notte per soccorrere alcuni automobilisti rimasti bloccati con le vetture in un vasto tratto allagato sulla statale Transpolesana, nei pressi di San Giovanni Lupatoto. Decine di operazioni sono state svolte anche nelle province di Treviso, Belluno, Venezia, Padova e Vicenza, per la rimozione di piante, anche di alto fusto, cadute sulle strada, cornicioni e strutture rese pericolanti dal vento. Tanti danni materiali e disagi per la circolazione, ma nessuna conseguenza per le persone. FIUMI E FRANE

Alcuni fiumi del Veronese e del Vicentino hanno superato la prima soglia e sono ancora in crescita. Dalle 22 dell’altro ieri è stato predisposto un presidio a vista con torre faro del fenomeno franoso sopra l'autostrada A27. L’autostrada è stata comunque aperta in entrambi i sensi. Dal canto suo il governatore del Veneto Luca Zaia ha disposto che gli uffici regionali avviino l’istruttoria per la dichiarazione dello stato di emergenza. Questo in attesa del censimento dei danni che sarà fatto dai sindaci dei comuni colpiti. Il decreto sarà firmato dallo stesso Zaia nelle prossime ore.— Maurizio Fregoli

Il ristorante alla deriva Un ristorante posizionato su un pontone galleggiante a Peschiera del Garda si è staccato dagli ormeggi, a causa del forte vento, andando alla deriva sul Mincio, che qui si forma dall'incrocio di tre emissari del Garda. Sopra il meteorologo Marco Monai

Marco Monai, direttore del Centro meteorologico dell’Arpa di Teolo «Superato l’apice del brutto tempo, presto temperature in ripresa»

«È stata una perturbazione artica ne arriverà una più temperata» L’INTERVISTA

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a freddo, nevica al Brennero e su gran parte dell’Altopiano di Asiago. Nelle abitazioni sono tornati in funzione caminetti e termosifoni. Sono tornati i cappotti e le sciarpe per ripararsi dal vento gelido che sferza anche la pianura. Ci avviamo alla conclusione della prima decade di maggio, mese che di solito prelude al caldo estivo. Ma che maggio è questo e cosa ci

aspetta? Lo abbiamo chiesto a Marco Monai, direttore del Centro Meteo dell’Arpav di Teolo, sui Colli Euganei. «Sicuramente si tratta di un inizio di primavera anomalo, con temperature sia minime che massime abbondantemente al di sotto della media del periodo, ma peggio di così nelle prossime ore non andremo. Con la giornata di oggi (ieri ndr) dovremmo aver raggiunto l’apice del brutto tempo, dai primi giorni della settimana ci sarà una ripresa dei valori termici».

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In che senso? «Quella che ha investito il nostro Paese negli ultimi giorni era una perturbazione artica. Un vortice depressionario in arrivo dal Nord Europa. Nei prossimi giorni saremo interessati da una nuova perturbazione stavolta però di origine atlantica, quindi più temperata. Questo vuol dire che le temperature, sopratutto di giorno, saranno di sicuro maggiori di quelle di queste ultime ore e ci avvieremo gradualmente verso valori estivi». Dopo un avvio di primavera

tiepido è tornato bruscamente il freddo, un colpo di coda dell’inverno che ci ha trovati impreparati. Non è una stranezza? «Certo. Lo sbalzo termico è stato maggiormente percepito anche perché venivamo da due mesi, marzo e parte di aprile, di caldo anche in questo caso per certi versi inconsueto per il periodo. È una stranezza anche il crollo così marcato delle temperature. Un fenomeno che non succedeva da anni». E questa neve di maggio? «Il colpo di coda dell’inverno ci sta anche se i fenomeni di queste ore per dimensione hanno carattere di eccezionalità. Perturbazioni nevose a maggio e, in alcune aree, anche ai primi di giugno, possono succedere. Sono anomalie che però non registravamo da parecchi anni». — Gianni Biasetto BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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PRIMO PIANO

LUNEDÌ 6 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Le anomalie del meteo

le fotogragie

Rive imbiancate sul lungolago di Auronzo La neve è scesa copiosa in provincia. Rive imbiancate per il lago ad Auronzo (foto a sinistra), sopra un’immagine di Falcade sotto la neve (foto di Amperito Vasquez) e di un albero abbattuto dal vento a Ponte (Foto Follin). In alto a destra volontari della protezione civile di Belluno all’opera in Nevegal per togliere le piante cadute, e il Cansiglio sopo la nevicata.

Il Bellunese è ripiombato nell’inverno tra bufere di neve e vento fortissimo Più di venti gli interventi da parte dei vigili del fuoco in tutto il territorio soprattutto per le piante cadute sulle strade Paola Dall’Anese BELLUNO. La provincia di Belluno, come da previsioni, ieri si è svegliata sotto una coltre bianca di neve. Sembrava un’immagine natalizia, invece era primaera inoltrata, Il maltempo ha imperversato per l’intera giornata, abbattendo alberi, creando disagi sulle strade e riportando la colonnina di mercurio sotto lo zero in moltissime zone. Il vento forte e la bufera di neve (sopra i 600 metri) e di pioggia hanno battuto il territorio montano, mobilitando decine di volontari della protezione civile, vigili del fuoco, forze dell’ordine e personale di Veneto strade e Anas. La situazione critica del Bellunese e di tutto il Veneto ha costretto il governatore Luca Zaia ad avviare l’istruttoria per lo stato di emergenza per i danni subiti dai comuni colpiti dal maltempo. Resta fino a stamattina lo stato di attenzione. NEVE

Alle 16 erano caduti 181 centimetri sui Monti alti di Ornella (2.227 metri di altitudine), 171 centimetri di neve

sul monte Piana (2.262 metri), 168 a Ra Valles (2.592 metri) 142 sul Col dei Baldi e 104 centimetri a Casera Doana (1887 metri). Trenta centimetri di neve fresca si sono registrati anche a Faverghera, 99 a Cima Pradazzo, 74 a Malga Losch, 87 a Casera Coltrondo e 50 centimetri a Casera Palantina. Sull’altopiano del Cansiglio in alcune zone sono caduti dai 20 ai 60 centimetri di neve. GLI INTERVENTI

Oltre venti dalla mezzanotte di sabato a ieri pomeriggio gli interventi dei vigili del fuoco in tutta la provincia, soprattutto per il taglio delle piante cadute sulle strade a causa del vento e della neve. Alberi sono cadute a Ponte nelle Alpi, Limana, Santo Stefano di Cadore, Feltre, Quero Vas, Vigo di Cadore, Cesiomaggiore, Gosaldo, Comelico Superiore, San Pietro di Cadore e Lorenzago. In poche parole, nessuna zona della provincia è stata risparmiata. Per la caduta delle piante e l’appesantimento dei cavi elettrici dovuti alla neve, si sono registrati dei black out soprattutto in Alpago: a Tam-

bre e in Cansiglio. Corrente che è stata ripristinata in poche ore da Enel. Problemi di collegamento telefonico si sono registrati in alcune aree della provincia come Sovramonte e il San Boldo. In Cansiglio il vento forte ha abbattuto diverse piante, molte già ammalorate dalla tempesta Vaia. Molti gli interventi dei vigili del fuoco, dei volontari della protezione civile e degli uomini della Provincia per

li di neve sulla strada è stata chiusa anche la sp 619 di Vigo di Cadore dal rifugio Tenente Fabbro al confine con la provincia di Udine. Dalle 5 di domenica, inoltre, tutto il personale di Veneto Strade è rimasto impegnato a pulire le strade dalla neve grazie all’ausilio degli spazzaneve e a mettere in sicurezza le vie dalle cadute di alberi. STATO DI ATTENZIONE

mettere in sicurezza le strade.

Il Centro funzionale decentrato della Regione Veneto ha dichiarato lo stato di attenzione e l’allerta gialla per criticità idrogeologica dell’area di Alto e basso Piave fino alle 8 di stamattina. «Inoltre non si esclude la possibilità di innesco di fenomeni franosi superficiali sui versanti e di colate rapide nelle zone dell’alto e basso Piave».

LA VIABILITÀ

LE PREVISIONI

Per tutta la giornata di ieri e fino a stamani Veneto Strade ha chiuso la strada regionale 48 delle Dolomiti dal Passo Pordoi a località ponte Vauz e dal pian di Falzarego fino al Passo Falzarego. Chiuso anche i passi Giau, Fedaia, Valparola. Per il forte vento che crea notevoli accumu-

La nuvolosità andrà diradandosi a partire dal pomeriggio di oggi, pur rimanendo piuttosto fresco il clima. Domani il tempo migliorerà, portando sole e aria tersa con venti deboli. Le temperature saranno ancora basse per la stagione. —

La zona dell’Alpago colpita da diversi black out, in serata corrente riattivata

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

alpago

Controllate a vista le frane sopra l’A27 e sull’abitato di Borsoi ALPAGO. «Le precipitazioni copiose hanno innescato vecchie frane, ma se ne sono manifestate anche di nuove», spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin. Il riferimento è alla frana di Borsoi in località Tambre «che resta costantemente monitorata». Per ora come precisa il referente di Veneto Strade a Sedico, Michele Artusato, «la frana si sta muovendo piano, non ci sono rischi e la strada sottostante resta percorribile». Sotto controllo anche la frana sopra l’autostrada A27, che si è palesata nella giornata di sabato. «Dalle 22 di sabato», sottolinea ancora l’assessore, «è stato predisposto un presidio a vista con torre faro. In ca-

so di movimenti, il traffico verrà deviato a doppio senso di circolazione nella carreggiata più a valle. L’autostrada al momento resta aperta in entrambi i sensi». Dall’assessore Bottacin, infine, arriva l’appello ai cittadini a «rimanere in posizione di sicurezza rispetto a tali movimenti franosi e a segnalare eventuali nuovi fenomeni rilevati». Con la caduta di neve fresca al suolo e il forte vento, resta alto anche il rischio valanghe. Ed è su questo che si concentra ancora infine Gianpaolo Bottacin: «Visto il rischio valanghe è necessario non esporsi a tali rischi e a segnalare eventuali distacchi». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

P.D.A.


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Nordest

«INAUGURAZIONI SANITARIE, SPOT PER IL VOTO» Il consigliere regionale Graziano Azzalin (Pd) attacca il governatore Luca Zaia: «Anziché tagliare nastri, accetti un vero confronto sui problemi degli ospedali».

Lunedì 6 Maggio 2019 www.gazzettino.it

Fi: «Autonomia, schiaffi pure da Lezzi» L’altolà del ministro per il Sud riaccende il dibattito sullo stallo `Forse mercoledì l’incontro a Palazzo Chigi tra Conte e Stefani Bernini: «Salvini accetta di tutto per tenere in piedi il governo» Di Maio: «Ok all’intesa, ma senza scuola e sanità di serie A e B» `

serie A e di serie B». Cruciale si annuncia dunque il colloquio tra Conte e Stefani, che potrebbe svolgersi mercoledì prima del probabile Consiglio dei ministri, quando il premier è atteso a Palazzo Chigi per un altro incontro, mentre oggi trascorrerà la giornata a Milano e giovedì partirà per la Romania.

LA TRATTATIVA VENEZIA Potrebbe tenersi mercoledì l’atteso faccia a faccia sull’autonomia differenziata tra il premier Giuseppe Conte e il ministro Erika Stefani. Nel frattempo si prospettano dunque altri due giorni ad alta tensione all’interno dell’esecutivo gialloverde, già alle prese con il caso Siri, anche alla luce dell’intervista alla pentastellata Barbara Lezzi, che da titolare del Sud ha mandato un altolà alla collega leghista degli Affari Regionali: «No agli spot, se ne parla dopo le Europee». Toni talmente perentori da stuzzicare Forza Italia.

I NODI

L’IRONIA È infatti improntato all’ironia il commento di Anna Maria Bernini, capogruppo di Fi al Senato: «Perfino la ministra Lezzi si è messa a sparare ultimatum, dicendo che l’autonomia è tutta da rivedere e intimando a Salvini di occuparsi più di Viminale che di comizi. Ecco: è sempre più difficile capire perché la Lega, pur di tenere in piedi un governo che sta di fatto seppellendo i capisaldi della sua politica, accetta di prendere schiaffi perfino dalla Lezzi». L’azzurra ne fa una questione di tenuta dell’alleanza governativa: «Salvini è stato messo sotto assedio dagli alleati di governo. Ormai i capitoli di accusa si moltiplicano, dalla questione morale per il caso Siri alla insufficiente gestione del dossier sicurezza. Ma se questa può essere derubricata con qualche sforzo a fisiologica dialettica nella maggioranza, è sul programma che la Lega ha scritto nel contratto che i conti non tornano proprio più: Conte ieri (sabato, ndr.) ha fatto chiaramente capire che la flat tax non è all’ordine del giorno, così come l’autonomia regionale».

COLLEGHE Da sinistra la pentastellata Barbara Lezzi e la leghista Erika Stefani al giuramento dell’esecutivo al Quirinale un anno fa

mato di voler andare avanti, «perché quando prendo un impegno lo porto a termine», ma aveva anche ribadito che occorre «garan-

tire la coesione nazionale, garantire livelli essenziali di prestazione a tutti e evitare che questa riforma contribuisca ad aumenta-

re il divario tra Nord e Sud». Parole riecheggiate ieri nella dichiarazione del vicepremier Luigi Di Maio a “1/2 h in più” su Rai3:

«L’autonomia per me va bene per Lombardia e Veneto, ma non può portare ad una scuola di serie A e di serie B, ad una sanità di

Nel Trevigiano

I motociclisti sfidano la pioggia e donano 28.660 euro per il Veneto in ginocchio CIMADOLMO (TREVISO) Neanche la pioggia e il freddo fermano la solidarietà per il Veneto messo in ginocchio dalla tempesta Vaia. Un rombo di motori, in aiuto delle aree e delle popolazioni colpite dal disastro dello scorso 29 ottobre, ha scosso ieri l’edizione numero 44 della Mostra dell’asparago bianco di Cimadolmo. Padrino dell’evento era il governatore Luca Zaia, raggiunto per l’occasione da un gruppo di motociclisti. Sfidando il maltempo, che ha accompagnato il viaggio di alcuni di loro per tutto il Nord Italia, i biker sono arrivati nella Marca per consegnare al presidente della Regione un

IL PREMIER L’altra sera, per la verità, il presidente del Consiglio aveva affer-

SECONDO INDISCREZIONI POTREBBE ESSERE TOLTO IL PASSAGGIO DELLA SPESA MEDIA NAZIONALE IN ATTESA DEI COSTI STANDARD

assegno da 28.660 euro, da devolvere al conto corrente attivato da Palazzo Balbi. «La rivista Motociclismo, organizzatrice di questa iniziativa di solidarietà, insieme alla Fondazione italiana per le 2 ruote e alle aziende venete del settore – ha riferito lo stesso Zaia – ha organizzato una bellissima asta benefica, mettendo in vendita alcuni pezzi da collezione dei piloti e altri prodotti. Un grazie di cuore a tutti gli organizzatori e a tutti coloro che hanno partecipato in questa grande corsa di solidarietà». Il governatore ha posato in foto con i centauri, mostrando anche il cartello da loro esibito,

in aperta sfida al cielo inclemente: «Non esistono condizioni sfavorevoli ma biker arrendevoli». E quelli giunti nel Trevigiano evidentemente non lo erano affatto. Al di là della beneficenza, è poi continuata la giornata inaugurale della rassegna dedicata all’asparago bianco Igp, il primo ad essere certificato in Europa. Undici i Comuni della zona di produzione: Cimadolmo, Breda di Piave, Fontanelle, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, San Polo di Piave, Santa Lucia di Piave e Vazzola. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ancora una volta i nodi da sciogliere sono due: soldi e funzioni. La pre-intesa presentata a febbraio prevedeva per un anno la continuazione del meccanismo della spesa storica, dopodiché il passaggio temporaneo al criterio della media pro capite italiana (che secondo alcuni analisti sposterebbe però un miliardo dal Sud al Nord), in attesa di definire costi e fabbisogni standard. Ma secondo indiscrezioni del Sole 24 Ore, la fase intermedia sarebbe destinata a cadere, attraverso la revisione del testo che preciserebbe l’assenza di costi aggiuntivi per la finanza pubblica. Si vedrà dunque nei prossimi giorni. Nel frattempo l’intervista al ministro Lezzi, rilanciata dalla stessa esponente del M5s sulla propria pagina Facebook, ha riacceso il dibattito da un capo all’altro dell’Italia. Scrive ad esempio il campano Luigi D’Alessio: «No alla secessione dei ricchi, sì alla solidarietà tra regioni... altro che autonomia». Ribatte il veneto Martino Schiavon Brigante: «Ah quindi decide lei per i milioni di veneti che hanno votato al referendum positivamente per l’autonomia». Non mancano proposte di mediazione, come quella dell’utente Domenico Coviello: «Sarebbe auspicabile scrivere un percorso di autonomia per tutte le regioni incentivando il percorso per chi decide di aderire. Così evitiamo discussioni sulle risorse e diamo una sveglia a quelle regioni che da troppo tempo sono invase da un sonno profondo». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’INTERVISTA ALLA PENTASTELLATA ALIMENTA LE LITI ANCHE SUI SOCIAL DA UN CAPO ALL’ALTRO DELLA PENISOLA

Santino elettorale con Vaia, rabbia trasversale dal Pd al M5s LA POLEMICA VENEZIA Non accenna a placarsi la bufera sul santino della bellunese Ilenia Rento. L’immagine della candidata leghista alle Europee, immortalata con il sorriso (e con il segretario federale Matteo Salvini) davanti alla devastazione causata da Vaia, è inaccettabile per un arco politico che va dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle, tanto più perché accompagnata dallo slogan «Scateniamo la tempesta a Bruxelles!». Ma l’interessata continua a stu-

pirsi: «Non mi aspettavo questo clamore».

LE ACCUSE Dure le accuse del Pd e dei suoi candidati. Dice Achille Variati: «Solo un miserabile potrebbe scherzare con una tragedia e sembra impossibile che questo accada. E invece a quanto pare non c’è limite al peggio. Da sindaco di Vicenza ho vissuto il dramma dell’alluvione e so quanta fatica e quanto sacrificio servono a una comunità per reagire e rialzarsi». Concorda Laura Puppato: «Dentro il cuore e la mente di

questi signori, ora mi è chiaro, c’è spazio solo per la brutalità». Non è meno tenero il M5s, con il deputato Federico D’Incà: «Come si permettono Ilenia Rento e la Lega di usare una disgrazia che ha

LA BELLUNESE RENTO STUPITA DEL CLAMORE: «L’ALLEGORIA È CHIARA, NON STRUMENTALIZZO LE DISGRAZIE» MA LA BUFERA INFURIA 1528c22c-ea30-45e3-8cf8-33c320a3aff1

FOTO E PAROLE A far discutere sono sia l’immagine che lo slogan scelti dalla leghista

messo in ginocchio il Bellunese per la loro campagna elettorale? Mi auguro che ci si ricordi sempre fino a dove debba arrivare la polemica politica e dove i fatti concreti e la serietà».

L’AUTODIFESA Siccome il Carroccio non spende una parola per difenderla, è la stessa Rento a farlo: «L’allegoria “scateniamo la tempesta a Bruxelles” è chiara, non voglio strumentalizzare le disgrazie ma evidenziare come il nostro Paese sia a sovranità limitata». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Attualità

MALTEMPO Un’altra giornata di paura e disagi quella di ieri per il Bellunese, dove è ancora troppo vivo l’incubo della tempesta Vaia del 29 ottobre 2018. Il vento e la neve della perturbazione artica non hanno dato tregua. Era stato previsto nelle ore precedenti tanto da indurre il prefetto Francesco Esposito a ripristinare l’obbligo di pneumatici invernali o catene fino alla mezzanotte di lunedì. Ma non era stato messo in conto un nuovo blackout che ha tenuto al buio il paese di Tambre (300 utenze circa) per quasi tutta la giornata, sollevando le polemiche. Infine ancora una volta in ginocchio a distanza di una sola settimana il Nevegal, con zone isolate. La perturbazione ha colpito tutta la Regione, tanto che il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha avviato l’istruttoria per dichiarare lo stato di emergenza. La situazione è stata monitorata dall’assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin che ha coordinato le centinaia di volontari e operai dei servizi regionali che hanno operato sul campo sgombrando strade, sorvegliando frane. Una ventina gli interventi per i vigili del fuoco bellunesi che hanno operato per rimozioni ostacoli alla circolazione e alberi pericolanti a Cesiomaggiore, Santo Stefano di Cadore, Ponte nelle Alpi, Vas, Quero, Vigo di Cadore, Limana, Feltre, Belluno. Telefono rovente anche per il prefetto Francesco Esposito che ha monitorato la situazione fin dalle prime ore della mattina, quando sono stati chiusi per il vento forte i passi della Val Parola, Giau, Pordoi e il Falzarego, come comunicato da Veneto Strade. A fare paura, oltre alla frana di Borsoi a Tambre, sorvegliata a vista anche lo smottamento che è stato scoperto sabato pomeriggio tra Farra d’Alpago e Ponte nelle Alpi che minaccia la A27. Anche quel movimento franoso è presidiato a vista con torre faro e nel caso di movimenti il traffico sull’autostrada sarà deviato a doppio senso sulla carreggiata più a valle. «Controllata con gli strumenti la frana di Perarolo spiega l’assessore Bottacin -, ma non abbiamo particolari accelerazioni, anche se in questo caso ci mette un po’ di giorni prima di mostrare l’effetto delle precipitazioni». Infine la neve. Tanta, che ha

Lunedì 6 Maggio 2019 www.gazzettino.it

Nordest come in inverno: gelo, frane e 70 cm di neve Dolomiti imbiancate, passi chiusi A Piancavallo un manto da record `

Danni sul Garda, disperso sul Mincio Zaia è pronto allo stato d’emergenza `

dove, tra venerdì sera e ieri, sono caduti una settantina di centimetri di neve. Le foto della stazione turistica imbiancata l’hanno fatta da protagoniste sui social, tra i commenti increduli. «Una nevicata eccezionale, certamente ha affermato il vicesindaco di Danilo Signore - ma non ci siamo fatti trovare impreparati. Ora anche in previsione del Rally di Piancavallo che si svolgerà da venerdì a domenica sarà necessaria un’altra pulizia straordinaria». Una pattuglia della Polizia locale ha tenuto sotto controllo la situazione, mentre è scattato l’obbligo di catene dalla Bornass. Intanto a Pordenone il maltempo ha rovinato la festa del mercato europeo: a causa del vento e della pioggia gli ambulanti sono stati costretti a smontare tende e bancarelle sul più bello, alcune bancarelle sono state colpite soprattutto in piazza XX settembre con danni per migliaia di euro. Una trentina gli interventi dei vigili del fuoco per alberi caduti.

VERONA

mezzogiorno aveva raggiunto gran parte delle regioni centrali, con temperature tornate a valori invernali. In media ci sono 15 gradi in meno rispetto alle medie del periodo che vorrebbero per la prima settimana di maggio almeno 22 gradi in pianura (al Nord) e 20 in Toscana. Addirittura, a Marsala, in Sicilia, un turista tedesco 65enne è morto mentre si accingeva a un’uscita in kitesurf: una raffica di vento forte ha gonfiato la vela che lo ha sollevato, scaraventandolo con violenza contro il parabrezza di un’auto parcheggiata a la riva.

Dei circa 200 interventi eseguiti in tutto il Veneto dai vigili del fuoco la notte scorsa, quasi la metà ha avuto luogo in provincia di Verona per rimuovere alberi abbattuti dal vento, prosciugare case allagate, soccorrere automobilisti in difficoltà. Danni ingenti all’agricoltura. Sulla Gardesana sono crollati alcuni cipressi alti fino a 20 metri e la strada è rimasta interrotta. Bufere di neve sul Baldo e in Lessinia. Una violenta grandinata ha invece colpito Peschiera del Garda lasciando a terra un manto bianco di 10 cm. che sciogliendosi ha provocato allagamenti. Ancora, automobilisti bloccati sulla Transpolesana, nei pressi di San Giovanni Lupatoto. E ieri, sempre a Peschiera, il forte veneto ha sciolto gli ormeggi del ristorante “Baracaccia” posizionato su un pontone galleggiante. Il locale è andato alla deriva spinto dalla corrente lungo il Mincio: la “navigazione” è stata seguita sul lungo lago dai pompieri, sotto gli occhi stupefatti di molti residenti. Alla fine la discesa del ristorante è stata rallentata da alcune strutture per la pesca, quindi la messa in sicurezza. Da ultimo, cinque romeni residenti a Valeggio sul Mincio sono finiti con l’auto nel fiume a Pozzolo, nel mantovano, mentre stavano andando a pesca: quattro salvati, disperso un ragazzo di 24 anni. Olivia Bonetti Susanna Salvador

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ziana, sono state allegate anche le dichiarazioni del testimone.

lonnello Ather Kamal. Ufficiali, alti funzionari e agenti che si sono adoperati per mettere sotto controllo Regeni dopo la denuncia di Mohamed Abdallah, figura di spicco nel sindacato degli ambulanti, che aveva raccontato alle forze di sicurezzae del ricercatore italiano, della sua intenzione di svolgere un dossier per conto dell’università di Cambridge e dei soldi, circa 10 mila sterline, da lui promessi per effettuare la ricerca. Alla nuova rogatoria è arrivato il sostegno del ministro degli Esteri, Moavero.

RITORNO D’INVERNO Nevicate sulle Dolomiti nella prma domenica di maggio: Falcade si è risvegliata imbiancata. Incidenti per il maltempo nel bellunese. In alto un barcone-ristorante alla deriva sul Mincio nel veronese.

anche isolato per alcune ore una frazione sul Nevegal, ovvero Valdart. Le precipitazioni sono da record, se poi si pensa che siamo a maggio decisamente “pazze”: 30 centimetri di neve fresca a Arabba, con 42 centimetri sul Monti Alti Ornella, a 2250 metri, e 40 centimetri sul Falzarego.

PORDENONE Domenica invernale, sferzata incessantemente da vento e pioggia. Le condizioni “più estreme” si sono verificate a Piancavallo

BLACKOUT A TAMBRE, SMOTTAMENTI TRA FARRA D’ALPAGO E PONTE NELLE ALPI. PROTEZIONE CIVILE SEMPRE IN AZIONE

Un morto in Sicilia mentre fa kitesurf

Il maggio più freddo degli ultimi 62 anni Mai così freddo da 62 anni. Era esattamente dal 1957 che sull’Italia non si abbatteva una simile ondata di maltempo in piena primavera. Lo rilevano i meteorologi di 3B Meteo, osservando che l’ultima neve a bassa quota in questa stagione risale al 5 maggio 1957. Allora, spiegano, «l’Italia fu investita da una massa di aria artica che portò nevicate fino a quote basse al Centro Nord e fino a quote di bassa montagna al Sud, nevicò persino a Potenza». Le cose non stanno andando meglio adesso, considerando che «l’irruzione di aria artica sul bacino del Mediterraneo ha

innescato la formazione di un profondo vortice di maltempo che sta agendo soprattutto sulle regioni centro settentrionali». L’ondata di maltempo ha cominciato a rovesciarsi sull’Italia nella serata di sabato, a partire dalle regioni del Nord e già ieri a

Regeni, spunta super-testimone: «Lo credevano una spia inglese» LE INDAGINI ROMA Nuova rogatoria nel caso del rapimento, tortura e omicidio di Giulio Regeni. In dodici punti i pm della Procura di Roma ricostruiscono e mettono a disposizione degli omologhi egiziani il lavoro investigativo degli ultimi sette mesi chiedendo conferme su alcune novità che potrebbero rivelarsi determinanti nell’accertare quanto avvenuto al Cairo tra il 25 gennaio e il 3 febbraio del 2016. In primo luogo il racconto di un supertestimone, che sarebbe stato anche ascoltato a piazzale Clodio, che nell’estate del 2017, avrebbe carpito una sorta di confessione da parte del maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, uno dei cinque appartenenti agli apparati di sicurezza egiziana finito nel registro degli indagati a Roma. Nel corso di un incontro in Africa, l’uomo ha sentito l’indagato affermare che Giulio «era stato preso e picchiato da lui perché so-

Sparatoria a Napoli

Operata la bimba colpita. Sit-in in piazza Figlio di un boss: «La camorra fa schifo» «Forza Noemi» urlano centinaia di persone radunate in piazza Nazionale, dove venerdì la bimba di quattro anni è stata colpita da un proiettile vagante. Al sit-in delle associazioni anticamorra partecipano numerosi familiari di vittime innocenti della criminalità. Con loro anche il figlio di un esponente di spicco di un clan malavitoso, Antonio Piccirillo, che si è pubblicamente dissociato dalle scelte del padre e che non esita a gridare in piazza: «la camorra fa schifo». Lei, la piccola, lotta tra la vita e la morte in ospedale:i medici

sono riusciti a estrarre il proiettile che le ha perforato i polmoni, ma le condizioni restano «estremamente gravi». Senza sosta le indagini sull’agguato: il bersaglio era il pregiudicato Salvatore Nurcaro, 32 anni, considerato vicino ai clan del quartiere San Giovanni a Teduccio, raggiunto da sei proiettili e gravissimo. Alla pista dell’agguato camorristico si affiancano ipotesi di rancori personali. Il ministro Salvini (oggi in Campania): «Non avrò pace finché i responsabili non saranno presi e condannati». © RIPRODUZIONE RISERVATA

MOBILITAZIONE Una manifestazione (tenutasi in marzo) per accertare la verità sulla morte violenta dello studente friulano Giulio Regeni

spettato di essere una spia inglese». Sul punto il riserbo dei magistrati capitolini è massimo ma nella rogatoria inviata venerdì, dopo una lunga telefonata tra i titolari dell’indagine italiana ed egi-

AVREBBE RACCOLTO LA CONFESSIONE DI UN AGENTE DEI SERVIZI EGIZIANI. ALTRA ROGATORIA IN 12 PUNTI DA ROMA

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IL NUOVO DOCUMENTO Comprende anche il lavoro svolto in questi mesi dai carabinieri del Ros e uomini dello Sco. Gli inquirenti italiani chiedono alla magistratura egiziana notizie relative ad una serie di soggetti, una decina di persone appartenenti agli apparati pubblici che gravitavano nell’orbita dei cinque indagati: oltre a Abdelal Sharif, il generale Sabir Tareq, il colonnello Uhsam Helmy, l’assistente Mahmoud Najem e il co-

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