DISPENSE DI ECONOMIA AZIENDALE Classi prime dell'Istituto Tecnico Commerciale "Eugenio Pantaleo" Torre del Greco a cura dei docenti del Dipartimento di Economia Aziendale
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PREMESSA
Q
ueste dispense sono state realizzate dai docenti del Dipartimento di Economia Aziendale dell'ITCG "E.Pantaleo" di Torre del Greco e sono state approvate dal Collegio dei Docenti.
Esse sono state sviluppate partendo dai nuclei fondanti della disciplina ed hanno come riferimento le Linee Guida del primo biennio degli Istituti Tecnici - Settore Economico, emananti con Decreto del Presidente della Repubblica nel 2010. Sono, inoltre, strutturate in aderenza al modello di certificazione delle competenze, al termine del primo biennio, e articolato per "Assi Culturali". Le tematiche trattate sono articolate in moduli che ciascun docente, partendo dall'analisi dei bisogni dei propri alunni, può ampliare, personalizzare, ridurre. Le esercitazioni proposte per ogni modulo non vogliono essere esaustive ma sono solo spunti per i docenti che, nell'esercizio della libertà di insegnamento, potranno adattare, ampliare o proporne di diverse. I moduli possono essere consultati e studiati sia in "formato elettronico" sia in formato cartaceo. All'interno dei vari moduli sono inseriti, altresÏ, dei riquadri, intitolati "Cittadinanza Attiva". Tali competenze, anche se non sono valutate direttamente, contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento della disciplina e sono indispensabili per un efficace inserimento per un efficace inserimento nella società . Il Dirigente Scolastico e i docenti del dipartimento confidano che questa iniziativa, fortemente innovativa, del nostro Istituto possa trovare il favore degli studenti e delle famiglie.
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MODULO A
La Cassetta degli Attrezzi
Assi culturali coinvolti Matematico
Sistema di misure; equivalenze; proporzioni e calcoli percentuali; calcoli sopra cento e sotto cento; riparti Caro studente, quello che stai incominciando a studiare è una delle materie caratterizzanti del corso di studi che hai scelto. Qualcuno dice che è una disciplina difficile. In realtà come giustamente dice lo psicologo americano John Norley, "tutte le cose sono difficili prima di diventare facili". La verità è che tutti noi, ad un certo punto della nostra vita, ci siamo sentiti imbranati in qualcosa in cui oggi siamo dei veri e propri campioni. Da neonati eravamo dei perfetti imbranati quando si trattava di mettere un piede di fronte all’altro; in prima elementare leggevamo come dei veri e propri imbranati e magari oggi ci sentiamo imbranati in qualcosa che domani ci sembrerà dannatamente semplice. Perciò anche in questa nuova avventura, passo dopo passo, con l'aiuto dei tuoi insegnanti ma soprattutto grazie alla tua motivazione potrai raggiungere obiettivi che in questo momento possono apparirti impossibili. Nel suo saggio Fuoriclasse, il sociologo canadese Malcolm Gladwell sostiene che chiunque può diventare un fuoriclasse realizzando 10.000 ore di pratica. Questo naturalmente varia a seconda della disciplina che si sta praticando, ma il concetto di per sé è molto affascinante. Viviamo in una società che esalta il talento naturale e la fortuna: pensa soltanto a quanti soldi sono buttati al vento nei giochi d’azzardo (soprattutto in questo periodo di crisi) o a come sono osannati i giocatori di calcio, che rispetto ad altri sportivi di resistenza (trail runners, maratoneti, etc.) sono delle schiappe malefiche. Allo stesso tempo, questa società che ci vuole far credere che il successo debba essere facile, immediato e privo di ostacoli, tende a minimizzare o addirittura mettere in cattiva luce chi ha saputo realizzarsi grazie alla determinazione e al duro lavoro, magari partendo da condizioni considerate svantaggiate. La verità è che se non abbiamo avuto il dono di un talento naturale, se siamo nati in condizioni di apparente svantaggio, se siamo appena dei dilettanti, beh… abbiamo ancora un’arma molto potente dalla nostra parte: la pratica. Ma la pratica non è facile. Fare pratica significa smettere di procrastinare (cioè di rinviare). Fare pratica significa accettare la frustrazione dell’essere inizialmente degli imbranati. Fare pratica significa affrontare la paura della sconfitta e del fallimento. Fare pratica significa rinunciare al piacere immediato, in cambio di una più grande felicità futura. Fare pratica significa mettersi in gioco. Adesso. Se sei disposto ad allenarti ogni giorno, senza soste, senza scuse, senza frigne, credi veramente di poter essere sconfitto? E se anche sarai sconfitto… una volta, due volte, dieci volte! Dopo aver imparato a dare il 100% (e oltre) per i tuoi obiettivi, credi veramente che ti arrenderai? E se anche sarai costretto ad arrenderti, credi veramente di aver fallito?
L'economia aziendale studia le aziende di produzione con una particolare attenzione alle problematiche di carattere gestionale. L'attività gestionale dell'imprenditore si basa soprattutto su una serie di scelte ed operazioni che richiedono l'esecuzione calcoli computistici. Alcuni di questi calcoli sono stati già trattati nel corso della scuola secondaria di primo grado. Nel primo biennio dell'Istituto Tecnico Commerciale vengono ripresi ed approfonditi.
A1. SISTEMI DI MISURE Il sistema più utilizzato è detto Sistema Metrico Decimale. Per ogni unità di misura vengono utilizzati MULTIPLI e SOTTOMULTIPLI. Il passaggio da una unità di misura ad un multiplo (o sottomultiplo) è effettuato con l'utilizzo delle cosiddette EQUIVALENZE (forse ricorderai di averle già incontrate fin dalla scuola primaria). Fare le equivalenze significa trasformare un'unità di misura in un'altra, in modo tale che si equivalgano. Nella pratica significa trasformare un'unità di misura grande in una più piccola, o viceversa. Le equivalenze più comuni vengono fatte sulla scala di misura della capacità (i litri), delle lunghezze (i metri) e dei pesi (i chilogrammi). Nello specifico ripeteremo come un litro in ettolitro, un metro in un centimetro, un grammo in un chilo e così via... Se immaginiamo queste unità di misura posizionate su una scala, noi potremo effettuare equivalenze in salita (dal valore più piccolo al più grande) o in discesa (dal valore più grande a quello più piccolo). 3
Le scale di misura sono le seguenti:
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equivalenza in discesa
: ogni cifra corrisponde a un Quindi se vogliamo effettuare un' valore al quale vanno aggiunti tanti zeri quanti sono i posti di cui ci siamo spostati. Esempio di equivalenza in discesa: 3 Km = X m? Da chilometri a metri ti devi spostare di tre posti verso destra sulla scala (hm, dam e m) e quindi devi moltiplicare per 1.000 e aggiungere tre zeri. 3 Km = 3000 m
un'equivalenza in salita
Se invece vogliamo effettuare : ogni cifra corrisponde a un valore, ma questa volta gli zeri anticipano la cifra e si aggiunge una virgola prima di arrivare alla misura richiesta. Esempio di equivalenza in salita: 12.000 dl = X hl? da decilitri a ettolitri, devi togliere tre zeri perchĂŠ da dl ad hl Ci sono 3 posti (litri, decalitri, ettolitri) quindi, andando verso sinistra e dividendo, ottieni: 12.000 dl = 12 hl
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Esegui le seguenti equivalenze :
4,6 Kg = dag 9000 g = hg 2,7 hg = g 5,47 g = Kg 36 hg = g 3000 Kg = Mg 89 dag = dg 6 Mg = Kg 470 g = dag 7000 g = Kg 540 dg = g 55 Kg = dag
1006 cm = dam 5,13 Km = m 20,46 dm = mm 0,87 Km = m 43,17 Km = cm 9,18 dam = cm 0,17 hm = dam 6 dam = cm 2 dm = m 5 Km = m 400 cm = dm 12 m = mm
hl 700 cl = dal 6 hl = ml 650 cl = dl 50 hl = l 20 dl = l 700 l = hl 0,17 hl = dl 14 dal = l 4800 ml = dal 1329 ml = l 58 hl = cl 500 cl = dl
Sistemi di misure complesse Il sistema metrico decimale, come abbiamo visto, è fondato su unità di misure legate ai propri multipli e ai propri sottomultipli da rapporti di uno a dieci, uno a cento e uno a mille. Per questa ragione è estremamente facile passare da una unità di misura ad una di ordine superiore o inferiore. Tuttavia, accanto al sistema metrico decimale, oggi largamente diffuso, esistono ancora dei sistemi di misure complesse, cioè dei sistemi di misure nei quali il rapporto tra e unità di misura e i loro multipli e sottomultipli non è di uno a dieci, uno a cento e uno a mille, ma è diverso e cambia in modo differente al variare delle grandezze. Sono un esempio di misure complesse le misure inglesi (yard, gallons, ecc.). In questo corso, tuttavia, le misure inglesi non verranno trattate. Quello che invece ci interessa è la conversione del tempo. Infatti la misura del tempo non avviene secondo modalità decimali : in un anno ci sono 365 giorni, in un giorno 24 ore, in un ora 60 minuti e via dicendo. •
Operazioni con i numeri complessi (tempo) a) Trasformazione di numeri complessi in unità di ordine inferiore Es. Trasformare in giorni 1 anno, 3 mesi e 10 giorni (per semplicità si considerano i mesi tutti di 30 giorni)
Si opera nel seguente modo : 1 anno x 365 gg (°) = 3 mesi x 30 gg = 10 gg =
Tot.
(°) gg è l'abbreviazione di "giorni" 365 90 10 465 gg
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b) Trasformazione di unità di ordine inferiore in numeri complessi Es. Trasformare 465 gg (per semplicità si considerano i mesi tutti di 30 giorni) Si opera nel seguente modo : gg 465 gg 100
365 1 anno
gg 100 30 gg 10 3 mesi RESTO
RESTO
La risposta è dunque : 1 anno - 3 mesi - 10 gg c) Decimalizzazione del tempo Es. Decimalizziamo 1 anno, 4 mesi e 5 gg (per semplicità si considerano i mesi tutti di 30 giorni) Si opera nel seguente modo : 1 + 4 + 5 = 1 + 0,33 + 0,01 = 1,34 anni 12 365 Esegui le seguenti operazioni su numeri complessi :
1.Trasforma i seguenti numeri complessi in unità di ordine inferiore : 2 anni, 7 mesi e 25 gg = gg 3 anni, 5 mesi e 18 gg = gg 1 anno, 7 mesi, 22 gg = gg 2.Trasforma i seguenti numeri complessi in unità di ordine inferiore: 380 gg - 550 gg - 391 gg 3.Decimalizza i seguenti numeri complessi: 2 anni, 5 mesi, 11 gg = anni 3 anni, 8 mesi, 9 gg = anni 1 anno, 4 mesi 23 gg = anni Imparare a studiare con la tecnica della piramide “Imparare significa crescere, e le nostre menti, a differenza dei nostri corpi continuano a crescere fintantoché continuiamo a vivere”- Mortimer J. Adler. Qualsiasi testo, libro ed in generale contenuto informativo ha una precisa struttura, che richiama le piramidi degli antichi egizi, la possiamo definire la piramide dello studio: Nella piramide dello studio possiamo individuare 4 tipologie di informazioni: • I concetti chiave. Sono in cima alla piramide e rappresentano in assoluto le informazioni più importanti da studiare e memorizzare. Generalmente sono pochi e facilmente individuabili. Se non sei in grado di ricordarli difficilmente otterrai la sufficienza. • I concetti secondari. Vengono subito dopo i concetti chiave e servono generalmente ad approfondirli, aggiungendo elementi rilevanti ma non essenziali per la loro comprensione. Questi concetti vanno studiati con attenzione, perché servono a dare corpo e sostanza ai concetti chiave. • Le informazioni di contorno. Arricchiscono la trattazione dei diversi argomenti; in alcuni casi sono esempi o casi di studio che servono a fissare meglio i concetti chiave ed i concetti secondari.
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Il rumore di fondo. Sono informazioni duplicate, ripetizioni o semplici giri di parole. Fanno “volume” e non servono ad una cippa lippa! Motivo per cui sono sul gradino più basso della nostra piramide. Che si tratti di studio, lavoro o passione, sappi che qualsiasi contenuto informativo segue, bene o male, questa struttura. Anzi, più la struttura è messa in evidenza dall’autore più ti sarà facile lo studio e l’apprendimento.
A2. PROPORZIONALITA' DIRETTA ED INVERSA. IL "3 SEMPLICE" Grandezze direttamente e inversamente proporzionali Se consideriamo due grandezze variabili dipendenti come peso di mele (x) e costo relativo (y),osserviamo che al raddoppiare, triplicare, dimezzare.... della prima grandezza anche la seconda raddoppierà, triplicherà, dimezzerà... 1 Kg.............2 € 2 Kg.............4 € 3 Kg.............6 € 0,5 Kg.........1 € Se facciamo il rapporto fra il costo(y) e il relativo peso(x) vedremo che questo è sempre costante e si indica con K . 2 /1 = 2
4 /2 = 2
6/3=2
1/ 0,5 = 2
Come si può vedere il rapporto tra le due grandezze è sempre 2 ed è detto costante di proporzionalità diretta. costo/ peso = 2
Due grandezze sono tra loro direttamente proporzionali se il rapporto tra la variabile dipendente Y e la variabile indipendente X è una costante. Se invece consideriamo altre due grandezze dipendenti, come il numero di operai utilizzato per realizzare una certa opera (X) e il tempo occorrente per realizzarla (Y) vediamo che se la prima diventa il doppio, triplo...., l'altra diventerà un mezzo, un terzo... dell'altra. 20 operai.............12 gg 40 operai.............6 gg 10 operai.............24 gg
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Se facciamo il prodotto fra il numero di operai(y) e il tempo occorrente per la realizzazione dell'opera (x) vedremo che questo è sempre costante e si indica con K . 20x12 = 240
40x6=240
10x24 =240
Come si può vedere il prodotto tra le due grandezze è sempre 240 ed è detto costante di proporzionalità inversa. n° di operai x tempo di lavoro = 240
xy = K
Due grandezze sono tra loro inversamente proporzionali se il prodotto tra la variabile dipendente Y e la variabile indipendente X è una costante. RISOLUZIONE DI PROBLEMI DI PROPORZIONALITA' Date due grandezze direttamente o inversamente proporzionali, il problema della ricerca del quarto termine proporzionale, essendone noti tre, prende il nome di problema del Tre semplice. La regola pratica adottata per risolvere questo tipo di problemi prende il nome di REGOLA DEL TRE SEMPLICE. Il miglior modo per comprendere come utilizzare la regola è quello di spiegarlo attraverso degli esempi: Esempio n.1 Una partita di 36 tonnellate di una certa merce ha un costo di 5.400 € . Qual'è il costo di 84 tonnellate ? 1°Step - Individuiamo le grandezze in gioco E' facile individuare che esse sono : il peso della merce
il costo in €uro
2° Step - Ci chiediamo : Si tratta di grandezze direttamente o inversamente proporzionali ? Non è difficile capire che si tratta di grandezze direttamente proporzionali perchè al raddoppiare della quantità (peso) della merce raddoppierà anche il costo, al triplicarsi della quantità il costo triplicherà e via dicendo. 3° Step - Soluzione del problema Costruiamo una tabellina a 2 colonne nel seguente modo : Quantità della merce
Costo della merce
36
5.400
84
x
(tonnellate)
(€uro)
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Scriviamo la seguente proporzione e risolviamola:
36 : 84 = 5.400 : x x = 5.400 x 84 = 12.600 € 36 Verifichiamo se il rapporto tra la variabile dipendente Y e la variabile indipendente X è una costante. 12.600/84 = 150
5.400/36 = 150
Esempio n.2 Un automobilista, viaggiando alla velocità media di 60 km all'ora, percorre la distanza tra due città in 4 ore. Se nel viaggio di ritorno percorre lo stesso tragitto alla velocità media di 80 km l'ora, quante ore impiegherà? 1°Step - Individuiamo le grandezze in gioco E' facile individuare che esse sono : la velocità
il tempo di percorrenza
2° Step - Ci chiediamo : Si tratta di grandezze direttamente o inversamente proporzionali ? Non è difficile capire che si tratta di grandezze inversamente proporzionali perchè al raddoppiare della velocità il tempo di percorrenza si dimezzerà, al triplicarsi della velocità il tempo di percorrenza si ridurrà ad un terzo e via dicendo. 3° Step - Soluzione del problema Costruiamo una tabellina a 2 colonne nel seguente modo : Velocità
Tempo
60
x
80
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(km/h)
(ore)
Scriviamo la seguente proporzione e risolviamola:
60 : 80 = x : 4 x = 60 x 4 = 3 ore 80 10
Verifichiamo se il prodotto tra la variabile dipendente Y e la variabile indipendente X è una costante. 60x4 = 240
80x3 = 240 Esercizi sul tre semplice: 1. 2. 3. 4. 5. 6.
Un'impresa edile ha 15 operai e prevede di finire un lavoro in 45 giorni. Dovendo l'impresa ultimare il lavoro in 27 giorni, quanti operai dovrà assumere? Con 96 m di stoffa si possono confezionare 32 abiti. Quanti metri di stoffa servono per confezionare 100 abiti? Un libro di 400 pagine contiene in media in ogni pagina 27 righe. Nella ristampa del libro l’editore cambiando il formato della pagina fa rientrare più righe. Dal nuovo formato il libro risulta ora di 360 pagine. Da quante righe è formata una pagina nel nuovo formato? Anna-Maria ha speso 90,00 euro per acquistare 12 m di stoffa. Quanto avrebbe speso in più per acquistare 36 m della stessa stoffa? Per recarsi in Portogallo Chiara, Paola, Giacomo e Giovanni hanno impiegato in camper da Verona 8 giorni, viaggiando 4 ore il giorno. Quante ore dovrebbe viaggiare al giorno per fare il viaggio in 6 giorni? Giovanni lavorando 20 giorni, ha riscosso 900 euro. Se volesse percepire 450 euro in più, quanti giorni dovrebbe lavorare alle stesse condizioni?
Un metodo di studio efficace (“Più studiamo e più scopriamo la nostra ignoranza.”- Percy Bysshe Shelley). Prova per un momento ad immaginare questa scena: “il compito o l'interrogazione di economia aziendale si avvicina, invece della solita ansia, sei pervaso da una totale serenità: sai esattamente cosa devi fare, come devi farlo e quando devi farlo. Non c’è materia o professore che possa spaventarti. Hai sempre avuto ottimi voti ed ogni ora che dedichi allo studio è estremamente produttiva. Insomma, hai dalla tua parte un alleato invincibile per superare qualsiasi ostacolo negli studi. Il suo nome è Metodo… Metodo di Studio.” Ok, se questa immagine si avvicina molto alla tua realtà, non ha senso perdere altro tempocontinua così. Ma… se la tua realtà è un tantino diversa… quello che segue è esattamente quello che stavi cercando: ecco un metodo di studio efficace in 3 punti per superare brillantemente le tue "prove scolastiche". 1. Le lezioni 2. Lo studio 3. La prova 1. Le lezioni Cominciamo con il primo punto. Degli altri due ne parleremo più avanti. Un metodo di studio efficace si inizia ad applicare molto prima del giorno del compito o dell'interrogazione: per la precisione, lo si inizia ad applicare durante le lezioni. Se speravi in un metodo di studio che ti permettesse di "perdere tempo e divertirti" bellamente, mi spiace deluderti di nuovo: questo che stai per leggere non fa per te! Se al contrario, hai deciso di affrontare il tuo percorso di studi con serietà, ecco i punti chiave da tenere a mente nel periodo delle lezioni: • Segui le lezioni ed evita le assenze. Accetta i limiti che ti pongono i genitori, arriva puntualmente a scuola e segui le lezioni con attenzione. • Impara a prendere appunti efficacemente. Alzarsi la mattina per andare a scuola non basta, devi fare un passettino in più: accendi il cervello. Ormai hai abbandonato il caldo abbraccio del piumone, perché vanificare questo “enorme” sacrificio?! Metti a frutto il tempo che passi nei banchi di scuola. Il modo migliore per farlo? Impara a prendere appunti in modo efficace. Per questo chiedi aiuto e consigli ai tuoi insegnanti...non aver paura perchè sono lì per questo ! • Liberati dai dubbi. Non importa che tu riesca a memorizzare immediatamente tutto ciò che viene detto, ma è fondamentale che alla fine della lezione tu non abbia dubbi sugli argomenti trattati. Approfitta delle lezioni in aula, chiedi spiegazioni ai tuoi professori e ai tuoi compagni per chiarire tempestivamente qualsiasi dubbio. Non avere paura di fare la figura del fesso: fidati, tutti hanno dei dubbi, ma solo le persone intelligenti hanno il coraggio di chiarirseli.
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A3. CALCOLO PERCENTUALE
Si tratta di una particolare applicazione del calcolo proporzionale. Il calcolo percentuale è sicuramente uno dei calcoli maggiormente utilizzato quotidianamente in ogni parte del mondo. Uomini di affari, imprenditori, studenti, scommettitori e semplici casalinghe ricorrono a questa formula per risolvere i loro problemi. In molti la usano ma pochi però sanno che alla base di questo calcolo esiste una formula matematica che tecnicamente viene definita “equazione di primo grado”,basata sulla risoluzione di un problema di "tre semplice diretto". Si tratta di impostare la proporzione individuando i termini noti ed il termine incognito (indicato con la x).
La proporzione fondamentale del calcolo percentuale è la seguente :
100 : r = S : P
Le grandezze che la compongono sono le seguenti :
r = ragione percentuale • Esprime quante unità di una certa grandezza corrispondono a 100 unità di un'altra grandezza. Ad esempio, se in un acquisto di una certa merce ottengo uno sconto di 5 € per ogni 100 € di spesa, si dice che lo sconto è il 5% del costo). S = valore globale o quantità originaria a cui si applica la percentuale • Nei problemi commerciali può essere costituito da grandezze monetarie (costi, ricavi, utili, sconti, provvigioni, ....), da misure di peso (peso lordo, peso netto, tara, cali,...), ecc.. P = Percento totale • Nei problemi commerciali può essere costituito da grandezze monetarie (costi, ricavi, utili, sconti, provvigioni, ....), da misure di peso (peso lordo, peso netto, tara, cali,...), ecc..
QUANDO L'INCOGNITA E' LA "P" SI PARLA DI PROBLEMA PERCENTUALE DIRETTO. QUANDO L'INCOGNITA E' LA "r" O LA "S" SI PARLA DI PROBLEMA PERCENTUALE INVERSO.
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Esempio n.1 - Problema percentuale diretto Su una partita di merce del costo di 3.800 € il fornitore ci concede uno sconto del 6%. A quanto ammonta lo sconto ? 1°Step - Scriviamo la proporzione fondamentale del calcolo percentuale
100 : r = S : P Si tratta di individuare gli elementi della proporzione. La "r" è facilmente individuabile in quanto esprime quante unità di una certa grandezza corrispondono a 100 unità di un'altra grandezza. Nel nostro caso 6 € di sconto per ogni 100 € di costo della merce ed è rappresentata con la notazione 6%. Il problema maggiore è quello di distinguere tra la S (valore globale su cui applicare la percentuale) e la P(Percento totale). Generalmente il Percento totale è minore del Valore globale. Pertanto, nel nostro chiaro, è chiaro che lo sconto che il fornitore ci concede è inferiore al costo della merce. 2°Step - Sostituiamo i valori nella proporzione fondamentale del calcolo percentuale Perciò, ricapitolando, avremo :
r=6
S = 3.800
P=x
100 : 6 = 3.800 : x e svolgendo :
x = 6 x 3.800 = 228 € 100 Esempio n.2 - Problema percentuale inverso Un rappresentante durante l'ultimo trimestre di un certo anno ha promosso vendite per € 36.000, percependo una provvigione pari ad € 2.880. Determiniamo la misura percentuale della provvigione. 1°Step - Scriviamo la proporzione fondamentale del calcolo percentuale
100 : r = S : P Si tratta di individuare gli elementi della proporzione. La richiesta della traccia è quella di individuare la misura percentuale della provvigione, cioè di determinare la ragione percentuale applicata. 13
Il problema maggiore è quello di distinguere tra la S (valore globale su cui applicare la percentuale) e la P(Percento totale). Generalmente il Percento totale è minore del Valore globale. Pertanto, nel nostro chiaro, è chiaro che la provvigione è inferiore all'ammontare delle vendite. 2°Step - Sostituiamo i valori nella proporzione fondamentale del calcolo percentuale Perciò, ricapitolando, avremo :
r=x
S = 36.000
P = 2.880
100 : x = 36.000 : 2.880 e svolgendo :
x = 100 x 2.880 = 8% 36.000 Esempio n.3 - Problema percentuale inverso Durante il trasporto una merce ha subito un calo di peso del 3% rispetto al peso originario. Qual'è il peso d'origine della merce sapendo che il calo è di 25,5 kg.? 1°Step - Scriviamo la proporzione fondamentale del calcolo percentuale
100 : r = S : P Si tratta di individuare gli elementi della proporzione. La ragione percentuale è immediatamente individuabile ed è pari al 3%. Il problema maggiore è quello di distinguere tra la S (valore globale su cui applicare la percentuale) e la P(Percento totale). Generalmente il Percento totale è minore del Valore globale. Pertanto, nel nostro chiaro, è chiaro che il calo di peso è inferiore al peso originario della merce. 2°Step - Sostituiamo i valori nella proporzione fondamentale del calcolo percentuale Perciò, ricapitolando, avremo :
r=3
S=x
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P = 25,5
100 : 3 = x : 25,5 e svolgendo :
x = 100 x 25,5 = 850 kg 3 Nella risoluzione di problemi commerciali legati al calcolo proporzionale e percentuali incontrerai alcuni termini relativi a concetti che, probabilmente, hai già appreso nei tuoi studi precedenti. Ad ogni modo qui di seguito viene riportato un breve glossario. PESO LORDO = Peso netto + tara
è il peso del contenitore e della merce in essa contenuta;
PESO NETTO = Peso lordo - tara
è il peso della sola merce;
TARA = Peso lordo - Peso netto
è il peso del contenitore.
Relazioni tra Peso Lordo, Peso Netto e Tara
PESO LORDO = PESO NETTO + TARA. PESO NETTO = PESO LORDO – TARA TARA = PESO LORDO – PESO NETTO
CALO
Durante il trasporto e le operazioni di carico e scarico alcuni tipi di merce subiscono un calo di peso (si pensi ad esempio ai cali di peso subiti da granaglie, cereali, ecc.)
SCONTO
RICARICO
COSTO
Configurazioni di costo
RICAVO
UTILE (o guadagno)
Lo sconto di cui si parla è il cosiddetto sconto mercantile. E' quello che applicano, ad esempio, i negozianti nei periodi dei saldi. Nel prosieguo degli studi incontrerai altri tipi di sconto. La percentuale di ricarico è la maggiorazione che l’impresa applica al prezzo di acquisto per determinare il prezzo di vendita. In pratica è il guadagno dell’imprenditore. E' la somma spesa per l'acquisto di determinati beni. Quando, ad esempio, un' impresa acquista delle merci potrà considerare diversi elementi di spesa che esso comprende: si hanno, cioè, varie nozioni o configurazioni del costo della merce. COSTO D'ORIGINE = è dato dal solo costo delle merci + Costi accessori d'acquisto (trasporto, assicurazione della merce, ecc.) COSTO PRIMO + Spese di magazzinaggio e costi amministrativi e di vendita (spese telefoniche, spese di pubblicità, provvigioni, ecc.) COSTO COMPLESSIVO Il ricavo si consegue quando l'imprese vende e deve provvedere a coprire i costi di acquisto e fornire un adeguato guadagno. Perciò, il ricavo è definibile come somma di spesa e guadagno, quindi RICAVO = SPESA + GUADAGNO E' dato dalla differenza tra RICAVI e COSTI. Cioè : UTILE = RICAVI - COSTI
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PROBLEMI DI SOPRACENTO E SOTTOCENTO In molti problemi commerciali la somma percentuale ottenuta (la "P") deve sommarsi o sottrarsi alla grandezza base (la "S"). Consideriamo, ad esempio, la relazione già vista :
PESO LORDO = PESO NETTO + TARA Esempio n.1 : Supponiamo di voler conoscere il peso lordo di una certa merce il cui peso netto è di 200 kg e sapendo che la tara è il 5% del peso netto. In tal caso l'incognita è rappresentata dalla somma del peso netto + la tara (cioè il peso lordo). Possiamo riscrivere la proporzione fondamentale del calcolo percentuale nella forma seguente:
100 : (100+r) = S : (S+P) Risulta chiaro che l'incognita è il peso lordo, cioè il peso netto + la tara, cioè (S+P). Perciò avremo : (100+r) = (100+5)= 105 S = 200 (S+P) = x Sostituendo e svolgendo avremo :
100 : 105 = 200 : x x= 105x200 = 210 kg (peso lordo) 100 Ora, invece,consideriamo la seguente relazione già vista :
PESO NETTO = PESO LORDO - TARA Supponiamo di voler conoscere il peso netto di una certa merce il cui peso lordo è di 250 kg , sapendo che la tara è il 3% del peso lordo. In tal caso l'incognita è rappresentata dalla differenza tra peso lordo e la tara (cioè il peso netto). Possiamo riscrivere la proporzione fondamentale del calcolo percentuale nella forma seguente:
100 : (100-r) = S : (S-P) Risulta chiaro che l'incognita è il peso netto, cioè il peso lordo - la tara, cioè (S-P). 16
Perciò avremo : (100-r) = (100-3)= 97 S = 250 (S-P) = x Sostituendo e svolgendo avremo :
100 : 97 = 250 : x x= 97x250 = 252,5 kg (peso netto) 100 Gli esempi fin qui considerati avevano come incognita la somma o la differenza. E se invece, conoscendo la somma (o la differenza) (S+P o S-P) volessimo conoscere la l'importo originario (S) o la ragione percentuale applicata (r), come dovremmo procedere ? Come di consueto partiamo da alcuni esempi Esempio n.2 - Problema di sopracento inverso Il prezzo di vendita di una certa merce è di 1.960 €. Sapendo che sul costo di acquisto era stato applicato un ricarico del 40%, calcoliamo il costo d'acquisto. Chiediamoci quali sono i termini noti. In realtà noi sappiamo che dopo aver applicato il ricarico del 40% il prezzo della merce è di 1.960. Quindi conosciamo la somma del Costo d'acquisto + il ricarico (S+P) e vogliamo sapere il Costo d'acquisto (S). Cioè abbiamo:
100 : (100+r) = S : (S+P) (100+r) = (100+40)= 140 S=x (S+P) = 1.960 Sostituendo e svolgendo avremo :
100 : 140 = x : 1.960 x= 100x1.960 = 1.400 € (costo d'acquisto) 140
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Esempio n.3 - Problema di sopracento inverso Un litro di benzina nel 2012 costava 1,52 €; considerando che oggi il costo è di 1,65 € per litro, quale è stato l'aumento percentuale subito dal costo della benzina ? Chiediamoci quali sono i termini noti. In realtà noi conosciamo il costo di un litro di benzina prima dell'aumento (S) ed il costo dopo l'aumento (S+P). Cioè abbiamo:
100 : (100+r) = S : (S+P) (100+r) = x S = 1,52 (S+P) = 1,65 Sostituendo e svolgendo avremo :
100 : x = 1,52 : 1,65 x= 100x1,65 = 108,55 % 1,52 Quindi il costo della benzina è aumentato dell'8,55% (108,55 - 100) Esempio n.4 - Problema di sottocento inverso Il costo di acquisto di una certa merce è di 2.280 €. Sapendo che sul prezzo di listino il fornitore aveva applicato uno sconto mercantile del 5%, qual'era il prezzo di listino ? Chiediamoci quali sono i termini noti. In realtà noi sappiamo che dopo aver applicato lo sconto del 5% il costo della merce è di 2.280. Quindi conosciamo la somma del Prezzo di listino - lo sconto (S-P) e vogliamo sapere il Prezzo di listino (S). Cioè abbiamo:
100 : (100-r) = S : (S-P) (100-r) = (100-5)= 95 S=x (S-P) = 2.280 Sostituendo e svolgendo avremo :
100 : 95 = x : 2.280 18
x= 100x2.280 = 2.400 € (prezzo di listino) 95 Esempio n.5 - Problema di sopracento inverso Il prezzo di listino di un'autovettura era di 12.400 €. Sapendo che, in seguito ad una promozione, abbiamo pagato 10.500 €, quale è stata la percentuale di sconto praticata dalla concessionaria ? Chiediamoci quali sono i termini noti. In realtà noi conosciamo il prezzo di listino dell'autovettura (S) ed il prezzo scontato, effettivamente pagato (S-P). Cioè abbiamo:
100 : (100-r) = S : (S-P) (100-r) = x S = 12.400 (S-P) = 10.500 Sostituendo e svolgendo avremo :
100 : x = 12.400 : 10.500 x= 100x10.500 = 84,68 % 12.400 Quindi lo sconto praticato dalla concessionaria è del 15,32% (100 - 84,68)
UN'APPLICAZIONE PRATICA DEL CALCOLO PERCENTUALE : L'IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO (IVA) Che cosa è L'IVA è una imposta con diverse aliquote (percentuali) , che grava sulla cessione di beni e servizi effettuata da imprenditori, artisti e professionisti abituali, sul territorio dello Stato. La natura di tale imposta assume rilievo di entrata fiscale quando il bene o servizio viene acquistato a titolo definitivo, cioè dal cosiddetto consumatore finale. Lo Stato stabilisce le percentuali IVA (sono dette ALIQUOTE). Attualmente l'aliquota normale (o ordinaria) è del 22%. Per certi beni indicati dallo Stato in apposite tabelle le aliquote IVA sono ridotte (10%) o "super ridotte" (4%). L'importo sul quale viene applicata l'aliquota IVA è detto BASE IMPONIBILE .
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Calcolo dell'IVA Su una certa merce l'aliquota IVA applicata è del 22%. Sapendo che la base imponibile è di 1.350 € determinare la somma totale. PRIMO PROCEDIMENTO 100 : r = S : P
SECONDO PROCEDIMENTO: utilizzo del sopracento 100 : (100+r) = S : (S+P)
r = 22 S = 1.350 P=x
(100 + r) = (100 + 22) = 122 S = 1.350 (S+P) = x
100 : 22 = 1.350 : x ; x = 22 x 1.350 = 297 € 100
100 : 122 = 1.350 : x
; x= 122 x 1.350 = 1.647 € 100
Somma pagata = 1.350 + 297 = 1.647 € Scorporo dell'IVA Si tratta di una tipica applicazione del sopracento in cui l'incognita è la "S". Esempio : Una certa merce ha un prezzo di 1.210 € comprensivo di IVA del 10%. Calcoliamo la base imponibile e l'IVA.
Come al solito chiediamoci quali sono i termini noti. In realtà noi sappiamo che dopo aver sommato l'IVA del 10% che il prezzo della merce è di 1.210 €. Quindi conosciamo la somma della Base imponibile + IVA (S+P) e vogliamo conoscere la Base Imponibile (S). Cioè abbiamo:
100 : (100+r) = S : (S+P) (100+r) = (100+10)= 110 S=x (S+P) = 1.210 Sostituendo e svolgendo avremo :
100 : 110 = x : 1.210 x= 100x1.210 = 1.100 € (base imponibile) 110 Conseguentemente l'IVA sarà pari a : (1.210 - 1.100) = 110 € (IVA)
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Esercizi sul calcolo percentuale:
1) Un rappresentante riceve un compenso pari al 7% degli affari conclusi. Calcolare l'ammontare degli affari conclusi sapendo che egli ha ricevuto un compenso di 3.059 euro. 2) Un commerciante ha acquistato una merce del peso di 180 chilogrammi al prezzo unitario di 7,50 euro. Le spese di trasporto sostenute ammontano all'8% del prezzo della merce. Calcolare la spesa totale. 3) Un commerciante ha venduto una merce che ha un prezzo di listino di 1.230 euro, concedendo una riduzione del 5%. Calcolare la somma effettivamente riscossa dal commerciante. 4) 5.490 euro è un prezzo comprensivo di IVA al 22%. A quanto ammonta il prezzo al netto dell'IVA? 5) 7.280 euro è un prezzo comprensivo di IVA al 4%. A quanto ammonta l'IVA? 6) Una certa merce, scontata al 20%, costa 640 euro. Quanto costa la stessa merce senza l'applicazione dello sconto? 7) Un prestatore di lavoro occasionale ha diritto ad una somma lorda pari a 4.000 euro. A quanto ammonta il netto percepito, considerando una ritenuta fiscale del 20%? 8) Un prestatore di lavoro occasionale ha diritto ad una somma netta di ritenuta fiscale del 20%, pari a 1.840 euro. A quanto ammonta il corrispondente lordo?
2. Lo studio Seguire attivamente le lezioni è importante, ma un metodo di studio che si rispetti ti darà i migliori frutti nelle settimane di preparazione che precedono la sessione di esami. Ecco allora alcuni consigli pratici per organizzare al meglio il tuo periodo di studio. • Organizza il tuo studio. Un metodo di studio per essere efficace deve avere innanzitutto… metodo! Un metodo è un insieme di regole che ti permettono di affrontare qualsiasi situazione con la certezza di ottenere il miglior risultato possibile. Ecco alcune delle “regole” che si sono dimostrate particolarmente utili per organizzare i miei studi: o Stabilisci in anticipo quanto tempo dedicherai allo studio della disciplina. Tieni conto che l'anno scolastico è di almeno 200 giorni e che quindi si articola in circa 30 settimana. Considera che per il primo biennio alla studio domestico dell'Economia Aziendale dovresti dedicare non meno di 1,5/ 2 ore a settimana, per un totale di ore che va dalle 45 alle 60 ore annue. o Il materiale di studio. Ok, hai stabilito per quanto tempo studiare, quando iniziare e quando finire… ma… cosa devi studiare ora?! Ogni disciplina è un caso particolare: nel caso dell'economia aziendale potrai utilizzare queste dispense più altri materiali per esercitazioni e/o eventuali approfondimenti che ti saranno forniti dal docente. E' inoltre fondamentale avere dei buoni appunti che avrei preso durante le lezioni in classe. L'economia aziendale è una disciplina teorico-pratica per la quale dovrai sia apprendere concetti sia saper operare. Non importa ricordare ogni singolo dettaglio… lascia da parte il perfezionismo e concetrati sui concetti chiave: se avrai fatto delle buone mappe concettuali, i dettagli emergeranno da soli al momento giusto. E soprattutto, nel lavoro domestico, esegui sempre gli esercizi che ti vengono assegnati. Non aver paura di sbagliare perchè "sbagliando si impara". o La memorizzazione.Naturalmente il miglior metodo per memorizzare un concetto è comprenderlo, ma se hai seguito il metodo questo problema dovresti averlo già affrontato durante le lezioni. Quello che devi fare nel periodo di studio è adottare delle tecniche di memorizzazione che si adattino al tuo stile di apprendimento.
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A4. I RIPARTI
I riparti sono delle operazioni matematiche che permettono la ripartizione di valori proporzionalmente a degli elementi dati. Un tipico esempio di questi problemi può essere il seguente : Esempio n.1: Due persone decidono di fondare una società insieme. La prima (Socio A) apporta un capitale di 35.000 euro e la seconda (Socio B) apparta un capitale di 65.000 euro. A fine anno la società ha realizzato un utile di 92.500 euro. Quale somma spetta a ciascun socio? In pratica dovremo dividere la somma di 92.500 € in modo direttamente proporzionale agli apporti di capitale. E' chiaro che il Socio B, avendo versato più del Socio A, avrà diritto ad una quota di utile maggiore. PROBLEMA DI RIPARTO SEMPLICE DIRETTO Si procede nel seguente modo : 1°Step - Si determina il coefficiente di riparto coeff. di riparto =
92.500 = 92.500 = 0,925 (35.000 + 65.000) 100.000
2°Step - Il coefficiente di riparto ottenuto si moltiplica per ciascuno degli elementi del denominatore: SOCIO A = 0,925 x 35.000 = 32.375 (utile spettante al socio A) SOCIO B = 0,925 x 55.000 = 60.125 (utile spettante al socio B) 92.500 (UTILE TOTALE) Esempio n.2: Al termine di un certo anno un commercialista vuole suddividere un premio di 2.500 € tra le sue tre segretarie in misura inversa alle giornate di assenza. Le assenze delle tre segretarie sono le seguenti: Adriana 5 giorni, Beatrice 5 giorni, Claudia 10 giorni. In pratica dovremo dividere la somma di 2.500 € in modo inversamente proporzionale alle giornate di assenza. E' chiaro che Adriana e Beatrice, avendo meno assenze, percepiranno un premio superiore a Claudia. PROBLEMA DI RIPARTO SEMPLICE INVERSO Si procede nel seguente modo : 1°Step - Si determina il coefficiente di riparto coeff. di riparto =
2.500 1 + 1 + 1 5 5 10
= 5.000
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2°Step - Il coefficiente di riparto ottenuto si moltiplica per ciascuno degli elementi del denominatore: ADRIANA = 5.000 x 1 = 1.000 € 5 BEATRICE = 5.000 x 1 = 1.000 € 5 CLAUDIA = 5.000 x 1 = 500 € 10 2.500 € (PREMIO TOTALE) Alcune volte il riparto avviene in base a più elementi. Un tipico esempio può essere il seguente : Esempio n. 3 : Tre muratori per costruire un muro, hanno lavorato rispettivamente: il primo 5 giorni per 8 ore al giorno, il secondo 6 giorni per 6 ore al giorno, il terzo 4 giorni per 7 ore al giorno. Se per il lavoro eseguito essi hanno ricevuto 1.040 euro come dovranno ripartirseli tra loro? In pratica dovremo dividere il compenso di 1.040 € in modo direttamente proporzionale a due elementi per ciascun muratore : i giorni e le ore. PROBLEMA DI RIPARTO COMPOSTO DIRETTO Si procede nel seguente modo : 1°Step - Si determina il coefficiente di riparto coeff. di riparto =
1.040 (5x8) + (6x6) + (4x7)
=
1.040 = 10 40 + 36 + 28
2°Step - Il coefficiente di riparto ottenuto si moltiplica per ciascuno degli elementi del denominatore: MURATORE A = 10 x 40 = 400 (compenso) MURATORE B = 10 x 36 = 360 (compenso) MURATORE C = 10 x 28 = 280 (compenso) 1.040 (COMPENSO TOTALE)
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Esercizi di fine modulo su calcolo percentuale e riparti proporzionali: 1. Un commerciante acquista 80 cassette di merce del peso lordo di kg 15 ciascuna, tara 2% sul peso lordo, al prezzo di 3,00 euro il kg netto. A destino la merce presenta difetti di qualità per cui il commerciante ottiene un abbuono del 20% sulla somma da pagare. Calcolare: il peso dell’imballaggio e il peso netto della merce acquistata; l’importo dell’abbuono ottenuto e la somma corrisposta a saldo. 2. Un’impresa acquista q 120 di merce al prezzo di 2,50 euro il kg, alle seguenti modalità di pagamento: – 50% anticipato, con riduzione del 10%; – 50% a due mesi dalla consegna, con penalità del 12%. Determinare: gli importi della riduzione ottenuta e della penalità corrisposta; il costo sostenuto per l’intera partita di merce. 3. Un’impresa emette una fattura di vendita in cui compare un importo per IVA di 250,00 euro, pari al 20% dell’imponibile. Calcolare l’importo della base imponibile e del totale della fattura. 4. Un commerciante acquista in febbraio n. 50 televisori marca XY. L’importo della fattura ricevuta è pari a 50.000,00 euro, mentre la somma corrisposta a saldo risulta di 47.500,00 euro. Determinare la percentuale della riduzione ottenuta. Il commerciante vende i televisori in due riprese: – n. 30 nel mese di marzo a 1.300,00 euro ciascuno; – n. 20 nel mese di aprile a 1.320,00 euro ciascuno. Determinare: la percentuale della riduzione ottenuta nell’acquisto; la percentuale delle quantità vendute nei mesi di marzo e aprile; la percentuale del guadagno ottenuto in relazione alla somma corrisposta a saldo dell’acquisto. 5. Il prezzo di vendita di un prodotto è pari a 52,00 euro. Sapendo che l’impresa vende n. 500 unità del prodotto, concedendo una riduzione del 2%, determinare: il prezzo di acquisto considerando un guadagno del 30% sul prezzo di acquisto stesso; la somma riscossa. (Risolvere con sopracento e sottocento) 6. Si acquistano t 30,60 lorde di merce al prezzo di 2,80 euro il kg netto, tara 2% del peso netto. Determinare: la somma spesa sapendo che si ottiene uno sconto del 10% + 5%; la percentuale di sconto complessivamente ottenuta. (Risolvere con sopracento e sottocento) 24
7. Un commerciante acquista una partita di merce spendendo complessivamente 19.334,40 euro. L’acquisto è stato effettuato alle seguenti condizioni: – prezzo d’acquisto 2,50 euro il kg netto, con imballaggio gratuito pari al 4% del peso lordo; – si è ottenuto un ribasso del 5% sul prezzo di acquisto; – si sono sostenute spese di trasporto pari al 6% del prezzo scontato. Determinare il peso lordo in tonnellate della merce acquistata. 8. In un’impresa il costo di magazzino relativo a due diversi tipi di merce ammonta a 6.220,00 euro. Avendo le due merci lo stesso prezzo di acquisto, si decide di ripartire il costo di magazzinaggio in proporzione alle quantità conservate. Determinare il costo di magazzino attribuibile a ogni partita di merce sapendo che le quantità sono di t 10, per la merce A, e t 15, per la merce B. 9. In data 1° gennaio si è costituita una società con capitale di 120.000,00 euro, sottoscritto per il 50% dal socio Giani, per il 30% dal socio Monti e per il 20% dal socio Papi. Mentre i primi due soci versano le loro quote al momento della costituzione, il socio Papi versa 10.000,00 euro in data 1° marzo e il rimanente in data 1° giugno. Alla fine dell’anno la società consegue un utile di 18.900,00 euro da ripartire tra i soci in proporzione alle quote di capitale e al tempo trascorso dal loro versamento. Determinare la quota di utile spettante a ciascun socio. 10. Un’impresa decide di ripartire un premio di produzione di 22.000,00 euro fra tre dipendenti in ragione inversa ai loro giorni di assenza, che sono rispettivamente 8 per Forti, 12 per Conti e 15 per Verdi. Determinare la somma spettante a ciascun dipendente. 11. In un’impresa industriale si effettuano le due produzioni Alfa e Beta, di cui si conosce: Costi delle materie prime Costi della manodopera Funzionamento delle macchine
ALFA euro 30.600,00 euro 25.200,00 ore 120
BETA euro 43.200,00 euro 31.500,00 ore 96
L’impresa ha inoltre sostenuto i seguenti costi comuni alle due produzioni: – materie sussidiarie: 5.756,40 euro; – forza motrice: 3.024,00 euro; – costi per il personale addetto alla sorveglianza: 6.237,00 euro. Calcolare le quote di costi comuni attribuibili alle singole produzioni sapendo che: i costi delle materie sussidiarie sono ripartiti in base ai costi delle materie prime; i costi per la forza motrice sono ripartiti in base alle ore di funzionamento delle macchine; i costi di sorveglianza sono ripartiti in base ai costi della manodopera. Determinare successivamente i prezzi di vendita, sapendo che sulla produzione Alfa il guadagno è del 30% del costo totale, mentre il guadagno relativo alla produzione Beta risulta del 20% del prezzo di vendita. 25
L'Attività Economica
MODULO B
L
Assi culturali coinvolti Linguaggi
’economia aziendale è una disciplina che studia l’azienda. In particolare l’economia aziendale studia i meccanismi di gestione, organizzazione e rilevazione dell’azienda. Il primo studioso che pose la sua attenzione su questa materia fù Gino Zappa, che nel 1902 definì l’azienda come un centro di operazioni economiche istituita per il soddisfacimento dei bisogni umani e destinata a durare.
In generale dunque l’economia aziendale studia: 1. 2. 3. 4.
l’attività economica delle aziende; i tipi di aziende; le aree di gestione, organizzazione e rilevazione; le varie combinazioni economiche produttive.
I bisogni e le loro classificazioni I bisogni sono un disagio fisico-psichico (una "mancanza"), individuale o collettivo, che induce un soggetto ad agire al fine di rimuoverlo. Essi possono essere classificati secondo l’importanza e secondo il numero dei soggetti che lo avvertono.
Secondo l’importanza
• • •
bisogni primari: essenziali per la sopravvivenza (es. fame, sete); bisogni secondari di conforto: se soddisfatti rendono più confortevole la vita; bisogni secondari voluttuari: sono tipici di uno stile lussuoso di vita.
Secondo i soggetti
• •
bisogni individuali: interessano le singole persone; bisogni collettivi: interessano un pluralità di persone.
Le caratteristiche dei bisogni sono: • • • •
quantitativamente illimitati (non è possibile stabilire un numero preciso di bisogni che ha un uomo); variabili (i bisogni cambiano nel tempo e nello spazio. Certamente i bisogni dell'uomo dell'età della pietra non sono gli stessi dell'uomo moderni - I bisogni di un uomo che vive nell'Africa Saharana non sono gli stessi di un europeo); temporaneamente saziabili (si dice anche che i bisogni sono "risorgenti". Infatti, ad esempio, dopo aver soddisfatto il bisogno di mangiare dopo un certo tempo si ripresenta); complementari (spesso i bisogni non si presentano in modo isolato ma vanno soddisfatti contemporaneamente ad altri. Ad esempio il bisogno di viaggiare in auto si accompagna al bisogno di carburante). 26
I beni, i servizi e la loro utilità Per soddisfare i bisogni l'uomo utilizza beni o servizi. Un bene è dunque un oggetto che è utile per il soddisfacimento dei bisogni umani. Innanzitutto i beni si distinguono in NON ECONOMICI e ECONOMICI. I primi sono disponibili in natura in misura illimitata (ad esempio l'aria che respiriamo); i secondi sono disponibili in quantità limitata ed ottenibili solo in cambio di un "sacrificio" (ad esempio il pagamento di un prezzo). I beni si classificano in vario modo: beni di consumo: soddisfano direttamente un bisogno (es. automobili, elettrodomestici, ecc.) beni strumentali (o di produzione): si utilizzano per produrre altri beni (es. macchinari, impianti,ecc.);
• 1. rispetto all’utilizzo
•
• 2. rispetto alla durata
beni durevoli:possono essere utilizzati più volte (ad esempio una giacca); beni non durevoli: possono essere utilizzati una sola volta (ad esempio il cibo);
•
• 3. rispetto al rapporto reciproco
• 4.rispetto a chi acquista
•
•
beni complementari:vengono usati contemporaneamente per soddisfare un unico bisogno (ad esempio l'automobile e la benzina); beni succedanei: sono adatti a soddisfare lo stesso bisogno (ad esempio il burro e la margarina per la produzione di un dolce.
beni individuali (sono beni privati ed il consumo degli stessi ne riduce la disponibilità per gli altri. Si pensi ad esempio ad un appartamento o ad un giardino privato) a differenza dei primi; beni collettivi (sono destinati alla collettività nel senso che non è possibile escludere dal godimento degli stessi nessuno. Pensa ad un faro,non tutti lo sfrutteranno ma tutti possono farlo,idem per l'illuminazione pubblica....)
I servizi sono prestazioni offerte da soggetti singoli o da imprese che sono erogate al consumatore nel momento stesso in cui sono prodotte. (Esempi: il trasporto, l'illuminazione, l'istruzione, la telefonia, ecc.). I SERVIZIANNO SONO IMMATERIALI E NON IMMAGAZZINABILI.
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L'attività economica e le sue fasi L’attività economica è l’attività svolta dall’uomo per ottenere i mezzi necessari (beni e servizi) a soddisfare i suoi innumerevoli bisogni. Nell’attività economica possiamo distinguere quattro fasi: 1. la produzione; 2. lo scambio; 3. il consumo; 4. il risparmio. 1. LA PRODUZIONE L’attività di produzione si concretizza nell’accrescimento di utilità delle risorse disponibili in un dato momento. Nel concetto di produzione in senso economico possiamo pertanto comprendere: • la produzione fisica di beni e la prestazione di servizi o Si parla in questo caso di PRODUZIONE DIRETTA (è l'attività svolta dalle industrie meccaniche, tessili, chimiche, ecc. e dagli artigiani)
• il trasferimento di beni nello spazio e il trasferimento di beni nel tempo o Si parla in questo caso di PRODUZIONE INDIRETTA (è
l'attività svolta dalle aziende che operano nel campo del commercio e dei servizi)
3. La prova
Nonostante tutti i tuoi sforzi: le lezioni seguite una ad una, le mappe concettuali e le innumerevoli ore di studio, arriva il giorno della prova e fallisci miseramente! Cos’è che non ha funzionato?! Perché il metodo di studio non ha funzionato?! La realtà è che sei stato tu a non funzionare e non il tuo metodo. Ma non preoccuparti, per ogni problema esiste una soluzione. Il giorno dell’esame entrano spesso in gioco fattori irrazionali: un’agitazione ingiustificata, la paura del fallimento o l’incapacità di comunicare efficacemente durante una prova orale. Ognuno di noi ha le sue aree di miglioramento, ma posso garantirti che esistono metodi pratici per superare ognuno di questi ostacoli. Tutto quello di cui avrai bisogno per completare il tuo metodo di studio a prova di bomba è individuare la tua area di miglioramento e seguire questi 3 semplici passi: (1) pratica, (2) pratica, (3) pratica. Ma bando alle chiacchiere, ecco alcune tecniche pratiche per superare le principali paure legate al fatidico giorno della prova: • Ritrova la serenità con un respiro. Le tecniche di respirazione sono tra le più efficaci per combattere l’ansia da prova. Respira profondamente. • Arriva all’esame pieno di energia. Mente e corpo sono indissolubilmente legati: se mangi male e non fai attività sportiva, o dormi poco e male, non ne risente solo il tuo corpo, ma anche la tua mente e di conseguenza le tue performance scolastiche. • Supera la paura del fallimento. Viviamo in una società che ha demonizzato il fallimento, ecco perché siamo così terrorizzati dall’idea dell’insuccesso. Ma come ti sentiresti se ti dicessi che è impossibile fallire? Che qualsiasi cosa accada sarai infallibile? Che addirittura il fallimento è necessario per raggiungere il tuo successo? Non ne sei convinto?! La storia di grandi scienziati , imprenditori ed atleti è costellata da fallimenti prima del raggiungimento del successo. • Impara a parlare in pubblico. Che si tratti di una folla sterminata o del tuo arcigno prof., parlare in pubblico può essere terrorizzante.
Sei uno studente e vai in blocco ogni volta che devi sostenere una prova orale? Spesso è un problema di autostima. Sai qual è il segreto per affrontare qualsiasi orale sempre sicuro di te stesso? Avere la certezza di esserti preparato al meglio. Per farlo devi adottare un metodo di studio davvero efficace che, come abbiamo detto prevede Organizzazione, Memorizzazione e Apprendimento.
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I FATTORI DELLA PRODUZIONE Per produrre sono necessari alcuni fattori detti fattori produttivi. Essi sono le risorse naturali, il lavoro e il capitale. Le risorse naturali Il "fattore natura" è l'insieme della terra e delle risorse naturali preesistenti all'attività dell'uomo, intrasferibili e irriproducibili, di cui l'uomo può disporre senza che vi abbia concorso la sua opera. Si definisce rendita la remunerazione spettante al proprietario dei beni naturali impiegati in una qualche unità produttiva. I beni naturali sono stati però in gran parte modificati dall'uomo per essere resi più funzionali; gli agricoltori hanno investito sulla terra capitali e lavoro per un suo più redditizio sfruttamento e analoghi investimenti sono stati fatti su beni naturali destinati ad altre attività produttive (estrazione di minerali). Il lavoro E' l'attività dell'uomo, fisica o mentale, volta alla produzione. Tradizionalmente viene fatta distinzione fra lavoro manuale, che è quello esecutivo di operazioni materiali, e lavoro intellettuale, che è quello adibito all'amministrazione, al comando, al controllo. Tale divisione, basata sulla prevalenza dell'impegno manuale o intellettuale nella prestazione, porta a distinguere tra loro operai, impiegati e classe dirigente, ed è legata non solo al diverso tipo di preparazione professionale fra le categorie di lavoratori, ma anche a un diverso sistema di retribuzione. Sono chiamati salari le retribuzioni degli operai e stipendi quelle degli impiegati e dei dirigenti. Un' altra distinzione del lavoro è quella fra lavoro subordinato (o dipendente) e lavoro dipendente; nel primo caso il lavoratore da le sue prestazioni nel rispetto delle modalità tecniche e organizzative dell'impresa, e riceve in cambio la retribuzione pagata dal datore di lavoro. Nel secondo caso il lavoratore è più libero nelle proprie scelte però non ha le garanzie di una retribuzione periodica fissa, al pari dell’ imprenditore egli subisce il rischio delle proprie iniziative. Ad esempio sono lavoratori autonomi avvocati, commercialisti, architetti, ecc.. Il loro compenso è detto onorario. Un'altra categoria di lavoratori autonomi è costituita dai cosiddetti "ausiliari del commercio". Si tratta degli agenti e rappresentanti di commercio. Il loro compenso è commisurato alle vendite da loro promosse e viene detto provvigione. Il capitale E' un bene materiale prodotto in precedenti attività, risparmiato e destinato al reimpiego in cicli produttivi futuri; il capitale può presentarsi sotto la forma di denaro (Capitale Monetario) e sotto quella di mezzo tecnico (Capitale Reale). I beni del Capitale Reale si distinguono in mobili e immobili. Sono immobili il suolo e tutti quei beni naturalmente o artificialmente incorporati al suolo (sorgenti, corsi d’acqua, fabbricati, impianti,ecc.), sono mobili tutti i beni che possono essere trasportati. Da un punto di vista economico il Capitale Reale si distingue in beni del Capitale Fisso quelli cioè che possono servire ad un uso ripetuto, conservando immutata la loro utilità o perdendola gradualmente; sono beni del Capitale Circolante quelli la cui utilità si esaurisce in un solo atto produttivo.
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I capitali fissi, con l’uso continuato nel processo produttivo e con il trascorrere del tempo, si logorano fisicamente, oppure diventano economicamente vecchi, cioè tecnicamente superati ( il fenomeno di invecchiamento si chiama obsolescenza). L’organizzazione E' l’attività volta al coordinamento dei fattori produttivi; con la sola presenza dei fattori natura, lavoro, capitale non si perviene ad alcun risultato, se essi non vengono combinati fra loro in modo opportuno e se la loro combinazione non viene messa in movimento. L’organizzazione è attuata dall’imprenditore, che prime costituisce e poi gestisce l’impresa. La finalità economica dell’iniziativa imprenditoriale è esplicitata nella stessa definizione giuridica di imprenditore “ chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi” . E’ imprenditore chi, attraverso combinazioni sempre diverse di risorse naturali, capitali e forze lavoro, produce nuovi beni, realizza nuovi metodi di produzione, trova nuovi mercati, scopre nuove fonti di approvvigionamento di materie prime, aspetta il momento più opportuno per immettere il bene nel mercato. Le decisioni che deve prendere sono tante e diverse, in funzione di queste decisioni egli si assume un rischio, che è ciò che caratterizza la sua figura. Si chiama profitto il compenso che spetta all’imprenditore per le sue capacità di organizzazione e gestione dell’azienda e per la sua volontà di affrontare rischio e incertezza. Il profitto non è un compenso sicuro, poiché il risultato dell’impresa potrebbe essere addirittura una perdita in caso di scelte sbagliate. L’imprenditore deve sempre remunerare tutti i fattori della produzione, e il profitto è quanto gli rimane del ricavo dopo che ha pagato tutte le spese. L'importanza delle infrastrutture nello sviluppo economico-sociale di un Paese In economia, con il termine infrastruttura si definisce la rete di beni e servizi che, pur non operando direttamente sul sistema produttivo, è fondamentale per lo sviluppo socio-economico del Paese mediando i rapporti tra le parti. Strade, Ferrovie, Impianti elettrici e di telecomunicazione, ecc., delineano i servizi primari, ovvero quella serie di infrastrutture che devono presentare un'elevata accessibilità a basso costo per consentire al Paese di crescere. Alle infrastrutture prettamente economiche si aggiungono le infrastrutture di base che permettono allo Stato di espletare le sue funzioni e le infrastrutture sociali (scuole, centri sociali, parchi,ecc.), atte a garantire i servizi fondamentali al cittadino. Interessante notare come anche queste ultime contribuiscano allo sviluppo economico, innestando un aumento di consapevolezza e lo spirito imprenditoriale nei cittadini stessi.
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I SETTORI PRODUTTIVI La Produzione può essere distinta in tre grandi categorie chiamate SETTORI PRODUTTIVI SETTORE PRIMARIO:Comprende l’agricoltura, l’allevamento degli animali, la silvicoltura e le attività estrattive . Viene definito primario perché è il primo tipo di produzione che l’uomo ha sviluppato, poiché da questo si ricavano quei beni necessari alla soddisfazione dei bisogni primari. SETTORE SECONDARIO: Comprende tutte le attività relative all’industria. Questo settore nasce e si sviluppa grazie alla tecnologia, che ha permesso l’introduzione delle macchine nella produzione. Nell’industria si utilizzano strumenti sempre più potenti, in grado di realizzare grandi quantità di prodotti in serie. SETTORE TERZIARIO : Comprende la produzione dei servizi e le attività commerciali. Nelle società economicamente più sviluppate, cioè più ricche, questo è il settore che occupa più lavoratori per una serie di motivi: a) dove c’è maggior benessere gli individui, per loro comodità, utilizzano sempre più spesso le prestazioni degli altri per soddisfare i propri bisogni. b) è cresciuto l’impegno dello Stato nell’offerta dei servizi pubblici a tutta la
collettività. c) l’aumento della produzione di beni e la possibilità di scambiarli in tutto il mondo fa aumentare le attività legate al commercio. d) lo sviluppo della tecnologia più recente, che riguarda soprattutto i computer e le telecomunicazioni, ha creato nuovi bisogni e nuove professioni. Questo settore particolare si è sviluppato così tanto da poter essere considerato come un quarto settore produttivo ed è, infatti, chiamato Terziario Avanzato. Lavoriamo con le mappe : qui di seguito è rappresentata una mappa riassuntiva del settore primario italiano. Dalla mappa scrivi una breve relazione illustrativa (massimo 15 righi). Successivamente prova, con l'aiuto dei tuoi insegnanti e con una ricerca sul web a tracciare una mappa simile per il settore secondario e terziario.
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2. LO SCAMBIO Mediante lo scambio si attuano i trasferimenti di beni a titolo oneroso. Nell’antichità lo scambio veniva effettuato tra beni diversi dalla moneta (baratto), col tempo è stato sostituito con lo scambio basato sulla moneta; questo perché diventò più difficile stabilire un equo scambio di merci di diverso tipo. Con il sistema dello scambio monetario si stabilisce il rapporto di scambio (prezzo) che c’è tra il bene acquistato e la moneta. Il prezzo dipende dalla qualità, dall’utilità e dalla rarità . Il prezzo perciò è definito come la quantità di moneta scambiata per una certa quantità di beni in un certo istante e luogo. Il mercato Il mercato è un luogo fisico o economico in cui avviene in cui avviene l’incontro tra domanda e offerta. Alla base del mercato c’è lo scambio che può essere: ● in natura (baratto); ● con moneta (merce accettata da tutti come mezzo di pagamento); ● con credito di scambio monetario (differente nel tempo: ad esempio oggi ti consegno una certa merce ed il pagamento avverrà tra un mese). Il mercato può essere mondiale, locale, nazionale. Sotto il punto di vista del bene trattato si distinguono due tipi di mercato: ● il mercato delle merci: ha per oggetto case, terreni, prodotti agricoli, moneta; ● il mercato del lavoro ha per oggetto il lavoro umano. Possiamo avere vari regimi di mercato: 1. mercato in regime di libera concorrenza: la domanda (cioè la richiesta di beni e servizi) è esercitata da un grande numero di consumatori e l’offerta da un grande numero di produttori. In tal modo si ha competizione tra gli imprenditori: coloro che soddisferanno gran parte della domanda ottenendo profitti conquisteranno il mercato, gli altri saranno, invece, esclusi. I consumatori a loro volta sono in competizione tra loro per accaparrarsi i beni di qualità a prezzo più favorevole. Da ciò si può affermare che in un sistema economico di libera concorrenza migliora l’efficienza delle imprese e il benessere sociale. Dove c’è una concorrenza perfetta c’è un mercato perfetto nel quale vale la legge di Jevons: per uno stesso bene in un certo momento esiste un solo prezzo. Perché si verifichi il mercato concorrenziale occorre che: o sia aperto a tutti dove ci sono molti produttori e consumatori liberi di fare la propria domanda e offerta e nessuno di essi può influenzare il prezzo che si forma sul mercato; o sia trasparente cioè quando sia produttori che consumatori sono a conoscenza di tutto ciò che si vende e a quali prezzi; o non ci devono essere preferenze nel senso che i consumatori agiscono in base al principio edonistico (massimo utile col minimo mezzo) senza lasciarsi condizionare da fattori esterni; o omogeneo nel senso che i beni trattati sono confrontabili per consentire al consumatore di valutare il rapporto qualità/prezzo. 2. monopolio: è una forma di mercato dove il potere economico è nelle mani di una sola persona; 3. oligopolio: il potere si concentra solo nelle mani di poche persone. 32
3. IL CONSUMO Lo scopo finale dell’attività delle imprese è la produzione di beni di consumo, utilizzabili dalle persone per soddisfare i bisogni presenti, i desideri, i gusti (un’automobile, un vestito, un libro, uno spettacolo televisivo, un formaggio, ecc.): si consuma una casa abitandola, un abito indossandolo, un libro leggendolo. Ognuno di noi è consumatore nella misura in cui utilizza beni economici. Come vedremo più avanti il consumo è una prerogativa soprattutto delle famiglie che offrono il lavoro alle imprese e alla Pubblica Amministrazione, ottenendo in cambio un reddito. 4. IL RISPARMIO
Ma non tutto il reddito che le famiglie hanno avuto in cambio della loro attività viene subito “consumato” per acquistare beni e servizi: una parte viene messa da parte, viene accantonata, viene sottratta al consumo immediato e questa parte costituisce il risparmio. I motivi per cui si risparmia possono essere molti e diversi: si risparmia per poter disporre di una certa disponibilità economica in vecchiaia o per avere denaro per pagare eventuali spese mediche o per lasciare dei mezzi ai propri familiari; si risparmia anche in vista di particolari necessità future, come un matrimonio, l’acquisto di una casa, l’educazione dei figli, ecc. La propensione al risparmio esprime la capacità di prevenire imprevisti economici e di fronteggiarli. Il risparmio così concepito è detto risparmio monetario. Le famiglie depositano i propri risparmi soprattutto presso le banche che in cambio danno un compenso detto interesse . 5. L'INVESTIMENTO
Quando si decide di acquistare, utilizzando quanto in precedenza risparmiato, beni destinati a durare nel tempo e che serviranno alla produzione di beni di consumo, e comunque in vista del soddisfacimento di bisogni futuri, si effettua un investimento. Così, ad esempio, possiamo dire che chi decide di acquistare una casa compie due decisioni: una decisione di risparmio, in quanto decide di non consumare parte del proprio reddito, e simultaneamente .... una decisione di investimento, in quanto decide di acquistare un bene produttivo di reddito (perchè potrebbe utilizzare la casa acquistata per darla in affitto ad altri). Quando, come nell'esempio acquistiamo di un bene fruttifero, nel linguaggio comune viene spesso qualificato come un
“investimento”. L’attitudine all’investimento ispira una condotta mirata alla crescita della produzione: la produzione non aumenta, se non si investe nella misura adeguata. Infatti gran parte dei risparmi depositati presso le banche servono a finanziare le imprese per nuovi investimenti. Solo con nuovi investimenti si crea nuova ricchezza, si creano posti di lavoro e si combatte la povertà e la disoccupazione. 33
I soggetti dell'attività economica Ma quali sono i protagonisti dell'attività economica e quali sono le relazioni che intercorrono tra di loro ? Le famiglie Costituiscono le unità di consumo e la loro attività è principalmente basata sul reperimento dei beni necessari e i servizi per soddisfare i bisogni delle persone che le compongono. Esse hanno una relazione con le imprese in quanto forniscono il lavoro in cambio di una retribuzione (stipendi e salari) che rientra a sua volta alle imprese con il pagamento che le famiglie sostengono per acquistare i beni e i servizi ceduti dalle imprese stesse. Tra famiglie e imprese troviamo flussi reali (trasferimenti di beni e servizi) e flussi monetari tra loro correlati. Rappresentiamo graficamente tali flussi per comprendere meglio:
Le imprese Sono le cosiddette unità di produzione, esse hanno un ruolo centrale nella produzione e nel fornire beni e servizi ai consumatori per soddisfare i bisogni e ottenere ricchezza. L'attività delle imprese si articola in tre momenti: Acquisizione dei fattori produttivi (risorse naturali, lavoro, capitale, ed energia): al momento dell'acquisizione dei fattori produttivi le imprese effettuano INVESTIMENTI sostenendo COSTI; Trasformazione materiale o fisico-tecnica di beni in altri beni (con incremento di utilità>>>occorre in tal senso considerare anche le imprese di produzione indiretta); Cessione della produzione e dei servizi: al momento della cessione dei beni o della prestazione dei servizi le imprese effettuano DISINVESTIMENTI realizzando RICAVI. o L'obiettivo delle imprese è di massimizzare la differenza tra i ricavi ed i costi (MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO).
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Principali classificazioni delle imprese L’impresa può essere pubblica o privata. L’ impresa pubblica nasce per soddisfare i bisogni collettivi. Offre beni e servizi di interesse pubblico, assicurano la sopravvivenza di industrie di interesse strategico e impediscono la formazione di monopoli privati. Può di vario tipo: o imprese gestite direttamente dallo Stato come amministrazioni; o imprese che operano su concessione dello Stato; o imprese a partecipazione statale, formalmente identiche alle private; Le principali aziende pubbliche sono le ferrovie dello stato, l’amministrazione poste e telecomunicazioni, l’ANAS…. Le imprese private hanno come scopo il massimo profitto. Le imprese si classificano anche in base alla dimensione: o piccole ; o medio-grandi. In base all’attività economica si dividono in: o commerciali: svolgono professionalmente produzione di beni e intermediazione per il commercio di merci, attività assicurative e bancarie, attività dei trasporti e di tipo ausiliario, ecc.; o agricole:esercitano attività che mirano a coltivare il fondo, alla selvicoltura,allevamento del bestiame, attività casearia, alla trasformazione o all’alienazione dei prodotti agricoli, ecc. Lo Stato
L’apparato statale è un entità unitaria, i funzionari dello Stato agiscono a suo nome e le loro azioni vengono imputate allo Stato. E’ un ente o persona giuridica ha la capacità giuridica ( può essere titolare di diritti e doveri verso i cittadini o altri stati) e la capacità di agire ( può compiere atti giuridici che hanno effetti giuridici nei confronti dei cittadini o altri stati). Poiché è un’entità impersonale non può agire direttamente ma agisce attraverso organi, formati da persone fisiche che agiscono in nome e per conto dello stato; questi sono: organi monocratici: formati da una sola persona fisica che può agire da sola in nome dello Stato (presidente della repubblica, presidente del consiglio, prefetto, pretore); organi collegiali: formati da più persone fisiche che esprimono congiuntamente la volontà dell’organo (camera dei deputati, consiglio dei ministri, corte costituzionale, tribunale); organi complessi: formati da più organi (governo ,presidente del consiglio, ministri ,consiglio dei ministri). Il potere politico è esercitato anche da persone giuridiche pubbliche: • territoriali: regioni, province, comuni • enti pubblici non territoriali: Banca d’Italia, INPS. Lo Stato ha il ruolo di stabilire regole e condizioni ambientali favorevoli in modo che sia le imprese che le famiglie possano espandersi e svolgere la propria attività. Lo Stato è aiutato da Comuni, Province, Regioni ecc. Si tratta della Pubblica amministrazione che deve fornire servizi pubblici (costruzioni di strade, 35
istruzione, ecc). I mezzi finanziari che servono allo Stato derivano dai tributi e dai prestiti che riceve dai cittadini, dalle imprese, dalle banche, ecc.. Oltre ai servizi pubblici lo Stato può intervenire anche come imprenditore gestendo, sotto forma di monopolio (mercato senza concorrenza), le attività produttive oppure affianco alle imprese private come socio (imprese a partecipazione statale). Il Resto del Mondo Il resto del mondo è rappresentato dalle istituzioni internazionali (es. ONU) ed altri Stati con i quali l’impresa intraprende rapporti economici. FLUSSI MONETARI E REALI TRA FAMIGLIE - STATO - IMPRESE
Nel linguaggio comune di tutti i giorni utilizziamo indifferentemente il termine imposta, tassa e contributo. In realtà questi termini non sono sinonimi, ma indicano concetti differenti. IMPOSTA : è la ricchezza che viene prelevata ai cittadini (naturalmente se in possesso di un reddito)
dall’ente pubblico per le prestazioni di servizi generali erogati, pertanto non è correlata ad una specifica prestazione. Lo Stato, infatti, sostiene delle spese per offrire servizi, quali: infrastrutture, pubblica istruzione, politiche della famiglia, assistenza sanitaria, difesa e così via, e l’imposta è lo strumento attraverso il quale i cittadini partecipano a tali spese. Un tipico esempio d’imposta è l’IVA - Imposta valore aggiunto - (imposta indiretta gravante sui consumi).
TASSA : viene pagata come controprestazione di un determinato servizio reso da un ente pubblico. Di conseguenza il servizio erogato è espressamente richiesto dal cittadino. Ad esempio quando andiamo in ospedale per una visita paghiamo il ticket, in cambio infatti otteniamo una prestazione sanitaria. CONTRIBUTO : è il prelievo coattivo di ricchezza a carico di determinati soggetti, per il fatto che costoro traggono un vantaggio, diretto o indiretto, da determinati servizi pubblici, anche senza che essi li abbiano richiesti. Ad esempio se l’Ente pubblico provvede a costruire una strada in grado di aumentare il valore dei beni ad essa adiacenti può richiedere ai proprietari di tali beni un contributo, obbligatorio, per la costruzione della strada stessa.
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MODULO C
Assi culturali coinvolti Linguaggi
L'Azienda
Azienda. Classificazioni. I soggetti. L'organizzazione. La gestione. Cenni su patrimonio e risultato economico della gestione. Il concetto di azienda e le relative tipologie L' azienda è definita come un istituto economico destinato a durare nel tempo. Gli elementi costitutivi dell’azienda sono: • un' organizzazione stabile; • un insieme di persone; • un complesso di beni economici; • un fine da raggiungere; • un insieme ordinato e sistematico di operazioni poste in essere per realizzare il fine aziendale. L’azienda può essere considerata come un sistema Il sistema-azienda presenta le seguenti caratteristiche: • è un sistema aperto: in quanto per vivere deve intrattenere continue relazioni di scambio con l’ambiente in cui opera; • è un sistema di tipo socio-tecnico: perché è formato da persone (elemento sociale) e da una organizzazione tecnica costituita da impianti, attrezzature e tecnologie produttive (mezzi tecnici); • è un sistema finalizzato: perché tende ad un obiettivo generale: il soddisfacimento di bisogni umani; • è un sistema dinamico: muta continuamente le proprie condizioni di equilibrio nel corso del tempo; • è un sistema autoregolato: i risultati ottenuti con le decisioni prese nel passato forniscono utili indicazioni per correggere l’attività futura (feedback); • è un sistema economico. Mappe concettuali: il miglior metodo per orientarsi nello studio (“Da qualche parte c’è una mappa che spiega come poter fare ogni cosa.”- Ben Stein- Commentatore Politico ed Economico americano)Prepararsi per un esame, per un compito in classe, per una interrogazione o affrontare un nuovo progetto, è un po’ come esplorare un territorio sconosciuto: hai bisogno di una mappa, una mappa concettuale. Cosa sono le mappe concettuali ? “Le mappe concettuali sono uno strumento grafico per rappresentare informazione e conoscenza, teorizzato da Joseph Novak, negli anni ’70. Servono per rappresentare in un grafico le proprie conoscenze intorno ad un argomento e mirano a contribuire alla realizzazione di apprendimento significativo, in grado cioè di modificare davvero le strutture cognitive del soggetto e contrapposto all’apprendimento meccanico, che si fonda sull’acquisizione mnemonica.” (Fonte Wikipedia) Ehhh?! Forse la spiegazione di Wikipedia è un tantino tecnica, vediamo se riesco a spiegarti le mappe concettuali in modo semplice e con esempi pratici. Una mappa concettuale non è altro che uno schema grafico attraverso cui sintetizzare e memorizzare una nuova materia di studio. Ogni mappa concettuale è costituita da 2 principali elementi: • I nodi concettuali. Sono i concetti chiave della materia che stai studiando e sono rappresentati da un’etichetta che ne identifica il significato. • le relazioni associative. Sono le frecce che collegano i nodi concettuali e sono dotate anche esse di un’etichetta che spiega il collegamento tra i diversi concetti chiave. Semplici vero? Vediamo allora come questo strumento può aiutarti a migliorare nello studio. Come utilizzare le mappe concettuali per i tuoi esami
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Lo psicologo canadese Endel Tulving, grazie ai suoi studi, dimostrò scientificamente l’efficacia delle mappe concettuali. Nel corso di uno dei suoi esperimenti, il dott. Tulving diede a due gruppi di studenti 100 schede con delle parole stampate su una facciata, chiedendo ad un gruppo di memorizzare le parole e all’altro di organizzarle secondo criteri logici. Al termine dell’esperimento, il gruppo che si era limitato ad organizzare logicamente le schede ottenne gli stessi risultati del gruppo che si era sforzato di memorizzare le 100 parole. Quando sei coinvolto attivamente nell’organizzare il tuo materiale di studio in una mappa concettuale, stai creando delle associazioni nel tuo cervello che ti permettono di imprimere gli argomenti nella tua memoria, senza doverti sforzare di ricordare. La prossima volta che devi studiare un nuovo argomento, prova a seguire questi 6 semplici passi: 1. Scrivi l’oggetto principale del tuo studio (es. l'attività economica) al centro di una pagina e racchiudilo in un cerchio. 2. Intorno all’oggetto principale scrivi le idee associate o le sotto idee che ti vengono in mente e circondale con un cerchio. 3. Disegna le linee che collegano queste idee a quella centrale. 4. Scrivi degli esempi, dei riferimenti o dei ragionamenti legati alle sotto idee e collegali. 5. Non ricercare la perfezione, lascia che la parte intuitiva del tuo cervello decida per te, scrivi tutto quello che ti viene in mente e collegalo al resto. 6. Utilizza la mappa concettuale per ripetere gli argomenti che stai studiando. In questo modo dimezzerai il tuo tempo di studio, riuscendo a memorizzare molti più concetti.
Immagine tratta da MindNode
La classificazione delle aziende Le aziende si classificano in base: al fine che intendono raggiungere; al luogo in cui operano; alla natura giuridica del soggetto; alle dimensioni. •
Secondo il fine che intendono raggiungere le aziende si dividono in:
Aziende di produzione: attuano un’attività di produzione e sono caratterizzate dallo scopo del lucro. Esse sono chiamate anche imprese. Le aziende di produzione, a loro volta, si distinguono in aziende di produzione diretta e aziende di produzione indiretta. Le aziende di produzione diretta sono quelle che, partendo dalle materie prime, attuano un processo di trasformazione delle stesse, in modo da ottenere dei beni che saranno poi venduti sul mercato. Si tratta, in pratica, delle imprese industriali. Le aziende di produzione indiretta sono quelle che non attuano un processo di trasformazione materiale dei beni, ma accrescono l’utilità e l’attitudine a soddisfare i bisogni di beni preesistenti. 38
Come abbiamo già detto le aziende di produzione sono definite come imprese e si dividono in: o imprese mercantili: svolgono un' attività commerciale; o imprese industriali: acquistano materie prime le trasformano e vendono il prodotto finito (case automobilistiche); o imprese agrarie: svolgono processi di produzione per i beni alimentari; o imprese bancarie: accumulano investimenti e erogano prestiti; o imprese di assicurazione; o imprese di trasporto; o ...................................
famiglia) .
Aziende di erogazione: sono quelle che hanno come scopo il diretto soddisfacimento dei bisogni dei loro membri. Sono aziende di erogazione le famiglie, lo Stato, i Comuni, le Regioni, le associazioni e le fondazioni. Le aziende di erogazione attuano processi di consumo della ricchezza per provvedere direttamente al soddisfacimento di bisogni umani (tipico esempio di azienda di erogazione è la
In base alla natura del soggetto giuridico distinguiamo: o aziende private: cui soggetto giuridico è sottoposto alle norme di diritto privato; o aziende pubbliche: il cui soggetto giuridico è sottoposto alle norme di diritto pubblico (es. Stato, Regioni, aziende gestite da enti pubblici ecc.). Le aziende private, a loro volta, possono essere: o individuali: hanno per soggetto giuridico una singola persona fisica; o collettive: hanno per soggetto giuridico una pluralità di persone fisiche o una persona giuridica. Si tratta principalmente delle società. In base al luogo dove le aziende svolgono la loro attività, possiamo avere : o indivise : svolgono la loro attività in un solo luogo; o divise : si tratta di unità economiche che non operano in un solo luogo. Per questa ragione, l’azienda è organizzata in una serie di rami tra loro distinti e dotati di un certo grado di autonomia. E’ il caso delle banche che operano su tutto il territorio nazionale attraverso una serie di filiali. Oppure è il caso delle grandi supermercati che si avvalgono di succursali sparse in tutte le città. Ognuna delle filiali, delle succursali e delle sedi delle aziende divise operano con quel tanto di autonomia necessaria per poter svolgere in modo proficuo la propria attività, ma sono al tempo stesso parte di unica unità: l’azienda divisa. Per soggetto giuridico si intende la persona fisica o la persona giuridica che assume gli obblighi e i diritti derivanti dall’esercizio dell’impresa. Soggetto economico, invece, è quella persona o quel gruppo di persone che concretamente è in grado di assumere le decisioni inerenti l’impresa. Nelle imprese individuali soggetto economico e giuridico coincidono. La distinzione, invece, assume particolare importanza nelle società di capitali dove la società è una persona giuridica del tutto distinta dai soci ed è dunque il soggetto giuridico che assume gli obblighi e i diritti derivanti dall’esercizio dell’attività. Il soggetto economico, invece, è costituito dall’assemblea dei soci che assume le decisioni relative alla vita dell’impresa e, ancor di più, da quel gruppo di soci che, per effetto delle quote possedute o di particolari accordi, è in grado di influenzare tali decisioni. 39
I soggetti Le persone costituiscono uno degli elementi fondamentali che caratterizzano l'attività aziendale. Possiamo distinguere tali soggetti in: • • • •
investitori (proprietari, soci, azionisti) e, quindi, portatori di capitale di rischio; amministratori che possono coincidere con i proprietari oppure essere legati all'azienda da un rapporto di lavoro. lavoratori subordinati o dipendenti; lavoratori autonomi.
La persona che dà vita all'azienda, organizza e coordina i fattori produttivi assumendosi i rischi dell'attività e l'imprenditore. Egli predispone le strutture organizzative idonee al raggiungimento degli obiettivi prefissati e investe i suoi capitali nella prospettiva di ottenere risultati economici positivi. E' possibile, però, che, nonostante le previsioni favorevoli, l'attività produca risultati economici negativi. Esiste infatti, in qualsiasi attività economica, un rischio patrimoniale legato al fatto che il capitale investito possa ridursi a causa dei risultati economici negativi dell'attività aziendale. E' imprenditore quella persona (o quel gruppo di persone) che, disponendo di capitali, concepisce e realizza l'azienda, ne organizza e dirige l'attività assumendosi il rischio patrimoniale. L'imprenditore individuale o i soci non sempre amministrano personalmente l'azienda; essi, sempre più frequentemente, affidano tale compito a persone che hanno conoscenze e competenze specializzate, legandone all'impresa con un rapporto di subordinazione. Nasce così la figura del manager. In questa nuova situazione l'imprenditore conserva la titolarità giuridica dell'impresa (continuando così a rischiare il proprio capitale), ma delega le funzioni organizzative e amministrative a "professionisti della gestione", i manager. L'esercizio dell'attività aziendale comporta l'utilizzo di risorse umane, fornite dai lavoratori dipendenti e autonomi. I lavoratori dipendenti (art. 2094 c.c.) sono legati all'impresa da un vincolo di subordinazione, in quanto vi operano stabilmente ricevendo in cambio una retribuzione prestabilita. Essi possono essere distinti in dirigenti, quadri, impiegati e operai; per il lavoro svolto percepiscono una retribuzione, liquidata dall'azienda. Tradizionalmente la retribuzione agli operai che svolgono mansioni prevalentemente manuali è denominata salario. Invece la retribuzione a dirigenti, quadri (es. capi ufficio) e impiegati è denominata stipendio. I lavori autonomi forniscono prestazioni che richiedono conoscenze specialistiche (consulenze, assistenza tecnica, progettazione di lavori, intermediazione, ecc.); sono lavoratori autonomi i commercialisti, gli avvocati, gli agenti do commercio, gli architetti, ecc. Tali soggetti organizzano autonomamente il proprio lavoro; spesso, pur stabilendo con l'azienda un rapporto continuativo, non sono legati ad essa da alcun vincolo di subordinazione. Per il lavoro svolto percepiscono un compenso specifico, concordato con l'imprenditore di volta in volta o periodicamente sulla base di contratti. 40
INTERMEDIARI DEL COMMERCIO Tra i collaboratori autonomi dell'imprenditore rivestono una importanza particolare i cosiddetti intermediari del commercio. Qui di seguito vengono sintetizzate le figure più diffuse. AGENTE DI COMMERCIO: è agente di commercio il soggetto, persona fisica o società, stabilmente incaricato di promuovere la conclusione di contratti in una zona preliminarmente definita per conto di una o più ditte preponenti, salvo approvazione della ditta mandante, (art. 1742 c.c.). Il compenso, rappresentato da una percentuale sugli affari conclusi è detto provvigione. RAPPRESENTANTE DI COMMERCIO: è rappresentante di commercio il soggetto, persona fisica o società, stabilmente incaricato di concludere contratti per conto di una o più ditte preponenti in una zona preliminarmente definita. I contratti conclusi si considerano stipulati direttamente tra il cliente e la ditta mandante (art. 1752 c.c.). Il compenso, rappresentato da una percentuale sugli affari conclusi è detto provvigione. COMMISSIONARIO: è un soggetto che, dietro mandato, acquista o vende beni per conto del committente e in nome proprio (art. 1731 c.c.). Il commissionario: - non è vincolato da obbligo di esclusiva; - non ha una zona definita; - non ha un incarico stabile; - può concedere dilazioni di pagamento (art. 1732 c.c.). Il compenso che percepisce è detto commissione. MEDIATORE: mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare senza essere legato ad alcuna di esse da rapporti di: - collaborazione; - dipendenza; - rappresentanza (art. 1752 c.c.). Ha diritto a percepire la provvigione da ciascuna delle parti e al rimborso delle spese anche se non si è verificata la conclusione del contratto (art. 1755, 1756 c.c.). La provvigione percepita è anche detta senseria. PROPAGANDISTA: è una figura assai frequente nella promozione di prodotti medicinali e editoriali. Se svolge l’attività in regime di autonomia e non è legato da un rapporto di subordinazione il compenso è commisurato agli affari conclusi con il rischio del risultato economico a proprio carico. Potrebbe essere assimilabile alla figura dell’agente di commercio. PROCACCIATORE DI AFFARI: non esiste nel codice civile un riferimento normativo specifico relativo a tale figura. Si differenzia dall’agente o rappresentante di commercio in quanto: - non è vincolato dalla esclusività; - non ha una zona specifica; - non ha stabilità di incarico. VENDITORI DIRETTI: vi rientrano i soggetti che svolgono azione di vendita con qualifiche differenti, come ad esempio: - commesso viaggiatore; - venditore diretto; 41
- ispettori; - capi area. Sono gerarchicamente dipendenti, non hanno rischio di impresa, hanno diritto ad essere rimborsati per le spese sostenute e la loro retribuzione di base non è determinata dai risultati di vendita. AGENTI DI ASSICURAZIONE: hanno un loro Albo e una propria disciplina normativa pur essendo applicabili, ai sensi dell’art. 1753 c.c., le disposizioni relative al contratto di agenzia previste dal codice civile (art. 1742 e segg.). PROMOTORE FINANZIARIO: è stato istituito con la Legge 02 gennaio 1991, n. 1. Successivamente l’evoluzione normativa ha modificato in maniera rilevante l’ambito operativo dei promotori finanziari ed i requisiti per svolgere tale attività. Il promotore finanziario è la persona fisica che, in qualità di dipendente, agente o mandatario, esercita professionalmente l’attività di promozione e di collocamento presso il pubblico di strumenti finanziari e di servizi di investimento in luogo diverso dalla sede, legale o secondaria, del soggetto abilitato per il quale opera. L’attività di promotore finanziario deve essere svolta esclusivamente nell’interesse di un solo soggetto. Per poter esercitare l’attività di promotore finanziario occorre iscriversi, dopo aver superato il previsto esame, all’Albo unico nazionale dei promotori finanziari, istituito presso la CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa). Tecniche per prendere appunti in modo efficace Due tecniche per imparare a prendere appunti in maniera efficace durante una lezione, una riunione di lavoro o… al corso per apprendisti hobbit! Se studi o lavori, prendere appunti in modo efficace può farti risparmiare “tonnellate” di tempo e può permetterti di migliorare i tuoi risultati. Gli studenti spesso sottovalutano quanto sia importante acquisire una metodologia per prendere appunti che sia davvero efficace. Ricorda: “ogni minuto speso bene quando segui la lezione in classe è un minuto risparmiato a casa a studiare“. In questo "inserto" cominciamo con il primo dei metodi proposti. Primo metodo: Il Signore dei Pennarelli “Un simbolo per domarli, un simbolo per trovarli, un simbolo per ghermirli, e nell’oscurità incatenarli.” Il problema degli appunti è che spesso sono un ammasso informe che non abbiamo idea di come gestire: frasi scritte in un italiano approssimativo, abbreviazioni di ogni genere, simboli a dir poco fantasiosi, senza dimenticare gli scarabocchi che facciamo nel momento in cui spegniamo il cervello! Per sistematizzare questa "massa informe" di parole ti bastano 3 simboli e 3 pennarelli. Utilizza un simbolo ed un pennarello di colore differente per marcare queste 3 tipologie di informazioni: • [ ] Un quadratino blu per identificare le attività che devi realizzare o mettere nella tua "to-do list", una volta finita la lezione. • * Un asterisco verde per identificare le informazioni importanti emerse nel corso della lezione. • ? Un punto di domanda rosso per marcare le informazioni che non ti sono chiare e sulle quali vuoi chiedere delle delucidazioni. Per rendere questo metodo ancora più efficace, ti consiglio di utilizzare i simboli sul bordo sinistro del tuo quaderno degli appunti: in questo modo, al termine della lezione, ti basterà una scorsa veloce per individuare immediatamente le informazioni di rilievo. I pennarelli di colore differente non sono poi così indispensabili… ma vuoi mettere la soddisfazione di dare un nome così a questo metodo?! L'organizzazione aziendale:
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Le scelte organizzative Al momento della costituzione di un'azienda è necessario affrontare una serie di problemi riguardanti, in particolare, il tipo di attività da svolgere (industriale, mercantile, di servizi, ecc.), il luogo dove svolgerla, le dimensioni e la forma giuridica da assumere (azienda individuale, società di vario tipo). In funzione di tali decisioni occorre dotare l'azienda delle risorse umane e patrimoniali indispensabili per l'attività produttiva (persone e beni) e coordinarle in modo da assicurarne un razionale impiego in vista del raggiungimento degli scopi per i quali l'azienda è stata istituita. In altre parole, è necessario che essa predisponga, sulla base delle scelte inizialmente operate, la propria struttura. Lo studio dell'assetto organizzativo dell'azienda, quindi, deve necessariamente considerare fattori quali la localizzazione dell'azienda stessa, la dimensione e forma giuridica e l'organizzazione delle risorse umane.
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capitali.
La localizzazione La localizzazione rappresenta un problema particolarmente dedicato in ogni tipo di attività: sia per l'impresa industriale che per quella mercantile, ad esempio, l'ubicazione deve conciliare esigente strettamente operative (come la possibilità di disporre delle materie prime necessarie in tempi brevi o di far pervenire rapidamente le merci ai clienti) con altre di natura economica legate al contenimento dei costi. Tale scelta, quindi, deve essere effettuata in base a elementi che ogni azienda deve valutare in funzione della propria attività e del contesto in cui opera. I fattori più importanti di cui tener conto sono: l'ubicazione dei mercati di approvvigionamento delle materie prime (aziende industriali) o delle merci (aziende mercantili); la possibilità di reperire i fattori produttivi da impiegare in azienda (come ad esempio, la manodopera, l'energia elettrica, ecc.); la presenza di determinare infrastrutture (servizi pubblici, strade, porti, ecc.); la lontananza dai centri abitati, nel caso in cui si tratti di un'azienda che esegue lavorazioni particolari (ad esempio, attività molto rumorose o inquinanti) che suggeriscono o impongono condizioni di isolamento; la possibilità di disporre di ampi spazi per uffici, show room, magazzini, edifici industriali, aree di servizio e di manovra degli automezzi, ecc. La scelta della forma giuridica La forma giuridica dell'azienda è strettamente connessa alla sua dimensione e all'attività prescelta. Attività di dimensioni limitate suggeriscono la costituzione di imprese individuali o di società di persone, dove l'imprenditore o i soci controllano direttamente l'operato dei pochi addetti e gestiscono personalmente i rapporti con la clientela. Se al contrario, l'azienda assume dimensioni rilevanti che richiedono l'impiego di ingenti mezzi finanziari, risulta conveniente l'adozione della forma giuridica di società di
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L'organizzazione L'organizzazione ha lo scopo di stabilire le funzioni e regolare l'attività lavorativa dei soggetti che operano all'azienda, al fine di rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tra i problemi da affrontare nell'organizzazione del personale, assume particolare rilevanza la scelta della struttura organizzativa, ossia dei criteri di divisione del lavoro tra tutte le persone che operano nell'azienda per un ordinato e razionale svolgimento dell'attività. Infatti, è necessario creare una struttura che stabilisca chiaramente i compiti e le responsabilità dei singoli e le relazioni tra loro esistenti. Preliminari alla definizione della struttura organizzativa sono le scelte inerenti i seguenti aspetti: - gli organi tra cui è suddiviso il lavoro; - le funzioni attribuite a tali organi; - le relazioni tra gli organi ("linee di influenza") L'organo è una struttura alla quale è attribuita la responsabilità di svolgere un insieme di compiti. In genere nelle aziende tre livelli di organi sono individuabili: organo volitivo, rappresentato dal soggetto o dai soggetti (imprenditore-proprietario o assemblea dei soci) che danno vita all'azienda e ne fissano gli obiettivi generali, prendendo le decisioni che riguardano le strategie da seguire, cioè le azioni da intraprendere per il raggiungimento del fine aziendale; organo direttivo, costituito da quelle persone che traducono in direttive esecutive le linee comportamentali fissate dall'organo volitivo; nelle società è costituito degli amministratori e dai direttori generali; organo esecutivo, composto da coloro che eseguono materialmente le operazioni aziendali, prestando attività di lavoro dipendente (impiegati, operai, ecc.). Nelle piccole aziende il proprietario può svolgere contemporaneamente funzioni di carattere volitivo, direttivo e anche esecutivo; si realizza, quindi, un accentramento di tutti gli organi in un solo individuo. Questo non viene nelle aziende di maggiori dimensioni, nelle quali si formano strutture organizzative più complesse e si verifica una ripartizione delle funzioni tra più organi. Ogni organo svolge una determinata funzione di cui è considerato responsabile e ha come obiettivo il conseguimento di un risultato parziale derivante dall'esecuzione dei compiti che gli sono affidati. Per creare una struttura organizzativa, funzionante ed efficiente, è anche necessario stabilire le relazioni che collegano questi organi che permettono loro di comunicare. All'interno dell'azienda ognuno deve sapere con sicurezza come e a chi rivolgersi per ciascun compito, chi è la persone autorizzata a emettere ordini e alla quale bisogna rispondere del proprio operato. Tuttavia l'assetto organizzativo aziendale, una volta definito, non è immutabile. Lo studio dell'azienda come sistema in continuo contatto con l'ambiente esterno ha evidenziato la necessità di creare strutture organizzative flessibili, caratterizzate da relazioni non eccessivamente formalizzante.
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Il patrimonio aziendale Come abbiamo già visto uno degli elementi costitutivi di un'azienda è rappresentato dai beni che l'imprenditore ha a disposizione per il raggiungimento delle finalità aziendali. L'insieme dei beni in un certo momento costituisce il patrimonio dell'azienda. Nelle aziende di erogazione (pubblica amministrazione) si usa la denominazione del “patrimonio”; nelle aziende di produzione si usa indifferentemente la denominazione "patrimonio" o “capitale”. Il patrimonio o capitale di un’azienda è costituito da: denaro, crediti, merci, mobili, fabbricati, terreni, ecc. I mobili, fabbricati, terreni permangono a lungo nell’azienda; i rimanenti vengono utilizzati una sola volta nel processo produttivo. Il soggetto aziendale deve avere la piena disponibilità del patrimonio. Per valutare il patrimonio di un azienda, essendo questo mutevole per effetto della gestione, bisogna consideralo “fermo in posa” in un certo momento. Il patrimonio può essere esaminato secondo due aspetti: aspetto qualitativo, aspetto quantitativo. Aspetto qualitativo del patrimonio aziendale Secondo l’aspetto qualitativo, il patrimonio o capitale, è l’insieme dei beni tra loro coordinati a disposizione del soggetto aziendale in un dato istante aventi diversa durata e diverso impiego. Gli elementi del patrimonio considerati nell’aspetto quantitativo possono essere classificati secondo vari modi: capitale fisso: partecipano più volte al processo produttivo (immobili, impianti e macchine ecc,); capitale circolante: partecipano una sola volta al processo produttivo (materie prime, scorte di consumo, combustibile, ecc.).
1) Criterio economico della partecipazione al processo produttivo. Si distinguono beni del:
Immobilizzazioni: beni e diritti che permangono a lungo nell’azienda (immobili, macchine, brevetti ecc.) per cui i mezzi finanziari restano investiti a medio-lungo termine. Disponibilità: beni destinati alla vendita o al rapido consumo (merci, imballaggi, ecc.) in essi il denaro resta investito per tempi brevi di solito non superiori all’anno.
2) Criterio della destinazione economica. Si distinguono in:
Liquidità (denaro in cassa, francobolli, marche da bollo, ecc.). Disponibilità finanziare (crediti, cambiali attive con scadenza entro un anno). Immobilizzazioni finanziarie (crediti, mutui, cambiali attive a medio e lungo termine).
3) Criterio dell’attitudine alla liquidità. Serve per classificare le attività finanziare, cioè quegli elementi del capitale che sono costituiti dal denaro e dai crediti nelle loro varie forme e vanno dalle più liquide alle meno liquide. Sono detti:
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4) Criterio giuridico. Si distinguono in:
5) Criterio della materialità. Si distinguono in:
6) Criterio dell’attività aziendale. Secondo questo criterio si definiscono:
Beni propri (tutti quelle appartenenti al soggetto aziendale). Beni di terzi (tutti quei beni depositati n custodia o in garanzia, ecc.)
Elementi materiali (merci, fabbricati, macchinari, ecc.). Elementi immateriali (brevetti, diritti d’autore, ecc.).
Beni del capitale principale :i beni indispensabili alla svolgimento dell’attività tipica aziendale. Beni accessori :beni estranei all’attività tipica aziendale.
Aspetto quantitativo del patrimonio aziendale Nell’aspetto quantitativo-monetario, il patrimonio o capitale è rappresentato dai valori dei beni a disposizione, in un dato istante, del soggetto aziendale, espressi in moneta di conto. Possono essere classificati secondo:
1) La loro natura.
Si distinguono in:
2) Il segno dei valori. Si distinguono in:
Valori finanziari: sono espressi sempre e solo in moneta (denaro, crediti, cambiali attive/passive, ecc.). Valori economici: possono essere espressi anche in quantità e hanno bisogno di una valutazione (merci, immobili, attrezzature, ecc.). Attività: costituiti dagli elementi del capitale di proprietà (merci, ai mobili, brevetti, crediti, ecc.).Il Totale delle attività è anche detto Patrimonio Lordo. Le attività vengono divise in : Immobilizzazioni e attivo circolante (Magazzino, Crediti, Attività Finanziarie, Disponibilità Liquide). Passività: rappresentate dai debiti contratti dall'azienda (debiti verso fornitori, cambiali passive, mutui passivi, c/c bancari passivi, ecc.). Le passività (debiti) vengono classificati - a seconda della loro scadenza in debiti a breve e a media-lunga scadenza. La differenza tra attività e passività costituisce il PATRIMONIO NETTO.
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LA RAPPRESENTAZIONE DEL PATRIMONIO AZIENDALE Il patrimonio aziendale viene rappresentato in un prospetto a due sezioni. La sezione di sinistra è denominata ATTIVITA' e sono riportati gli investimenti di lungo periodo (nelle immobilizzazioni), quelli di breve periodo (nell'attivo circolante) e le somme liquide non ancora investite, sotto forma di denaro in cassa e conti correnti bancari e postali. Nella sezione di destra sono riportate le PASSIVITA' che rappresentano il modo in cui vengono finanziati gli investimenti (attività). Naturalmente gli investimenti o sono finanziati con il Capitale di proprietà dell'imprenditore (capitale proprio) o con il capitale preso in prestito da terzi (capitale di terzi). A titolo esemplificativo si riporta un esempio di rappresentazione del patrimonio di un' azienda: ATTIVITA' IMMOBILIZZAZIONI Fabbricati Attrezzature Mobili Totale Immobilizzazioni
PASSIVITA' CAPITALE DI TERZI Debiti v/fornitori Debiti v/Stato Mutuo passivo Totale capitale di terzi
500.000 30.000 20.000 550.000
ATTIVO CIRCOLANTE Magazzino Merci Crediti v/clienti Denaro in cassa Banca c/c Totale Attivo circolante
100.000 CAPITALE PROPRIO 40.000 5.000 20.000 165.000
340.000
TOTALE
715.000 TOTALE
715.000
Determinazione del patrimonio lordo e del patrimonio netto
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In un certo momento, i beni presenti in un’impresa sono i seguenti: • fabbricati € 250.000; • impianti € 90.000; • merci in magazzino € 120.000; imballaggi in magazzino € 25.000; crediti v/clienti € 15.000; disponibilità nel c/c bancario € 30.000; disponibilità in cassa € 2.400.
L’impresa si finanzia facendo ricorso alle seguenti fonti di capitale di terzi: mutui passivi € 180.000; debiti v/fornitori € 35.000. Determinare il capitale proprio e rappresentare il patrimonio aziendale come nell'esempio.
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60.000 15.000 300.000 375.000
La gestione aziendale Gestire un’azienda significa compiere una serie di operazioni tra loro collegate che hanno come finalità il raggiungimento dello scopo dell’azienda. Quest’ultimo è normalmente espresso in termini di profitto. Per conseguire un certo profitto, dunque, l’impresa, pone in essere una serie di operazioni (acquisto di merci, assunzione di dipendenti, raccolta di capitali, vendita di merci, ecc..). L’espressione “gestione” è usata, quindi, per indicare l’insieme delle operazioni economiche tra loro coordinate e combinate, compiute dall’impresa al fine di raggiungere i fini aziendali. Una fondamentale distinzione tra i vari fatti di gestione è quella tra: • •
FATTI ESTERNI DI GESTIONE : sono tutti i fatti di gestione che comportano pagamenti o scambi con altri soggetti, come ad esempio l’acquisto di materie prime, la riscossione di un credito, ecc.. FATTI INTERNI DI GESTIONE : sono quelli che si svolgono unicamente all’interno dell’impresa, come ad esempio il passaggio delle materie prime dal magazzino al reparto produzione, la lavorazione delle materie prime per l’ottenimento dei prodotti finiti, la collocazione di tali prodotti nel magazzino, ecc..
Il primo passo è costituito dall'acquisizione dei fattori produttivi (attrezzature, impianti, merci, ecc.). Tale fase è quella degli INVESTIMENTI. Quando si inizia una qualunque attività d'impresa occorrerà innanzitutto prevedere gli investimenti occorrenti per la realizzazione dell'idea imprenditoriale (Business Idea). Il totale delle somme necessarie per realizzare tali investimenti costituirà il cosiddetto fabbisogno finanziario. A questo punto l'imprenditore dovrà considerare le fonti di finanziamento da cui attingere i mezzi necessari per la copertura degli investimenti previsti. Naturalmente il problema della copertura finanziaria degli investimenti non riguarderà solo la fase di avvio dell'attività (start up), ma l'intera vita dell'impresa. E' chiaro che lo scopo dell'imprenditore è quello di fare in modo che quando l'attività funzionerà "a regime" questa sarà in grado di finanziarsi da sola con l'utilizzo di parte delle risorse derivanti dalle vendite (DISINVESTIMENTI) attraverso il cosiddetto AUTOFINANZIAMENTO. Riportiamo qui di seguito una tabella sinottica che chiarisce le modalità di copertura finanziaria degli investimenti. Tipo di finanziamento Capitale proprio
Capitale di terzi
Modalità
Caratteristiche
Conferimenti dell'imprenditore Debiti di funzionamento L'impresa chiede ai fornitori un certo tempo per poter far fronte ai propri impegni e pagare le merci ricevute "a credito". Debiti di finanziamento L'impresa chiede ai finanziatori (es.banche) delle somme di denaro per poter far fronte ai propri impegni e restituire le somme ricevute in prestito
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Soggetto al rischio d'impresa Non ha scadenza Non vi è l'obbligo della remunerazione
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Ha una scadenza C'è l'obbligo della remunerazione (interessi) E' soggetto solo parzialmente al rischio d'impresa.
Il Risultato Economico della Gestione Abbiamo detto che il fine ultimo delle imprese è la realizzazione di un reddito positivo (utile) derivante dalla gestione aziendale. Innanzitutto occorre precisare che mentre il patrimonio si riferisce ad un certo momento, il reddito di una impresa si riferisce ad un periodo preso come riferimento. Il periodo di riferimento più utilizzato è detto periodo amministrativo e nella stragrande maggioranza dei casi corrisponde all'anno solare (dal 1° gennaio al 31 dicembre). La gestione attuata in un periodo amministrativo prende il nome di esercizio. Così avremo l'esercizio 2011,l'esercizio 2012, l'esercizio 2013 e via dicendo. PROCEDIMENTI PER LA DETERMINAZIONE DEL REDDITO D'ESERCIZIO (RISULTATO ECONOMICO) 1° Procedimento : SINTETICO Secondo questo procedimento il reddito (o risultato economico) è l'incremento (o decremento) che subisce il Patrimonio Netto per effetto della gestione. Perciò secondo questo procedimento avremo : REDDITO = Patrimonio Netto a fine anno - Patrimonio Netto a inizio anno Se il risultato di tale differenza è positiva il reddito sarà un Utile, viceversa avremo una Perdita. Esempio : L'impresa individuale di Marco Belli all'inizio di un certo anno presentava un Patrimonio Netto di 120.000. Durante l'esercizio il sig. Belli ha effettuato ulteriori conferimenti (versamenti) per € 8.000 e prelevamenti per esigenze personali di 6.500. Sapendo che al termine dell'esercizio il Patrimonio Netto ha un valore di 150.000 €, determinare il reddito d'esercizio con il procedimento sintetico. Patrimonio netto finale
150.000 €
Patrimonio netto iniziale + Conferimenti - Prelevamenti
120.000 € 8.000 € - 6.500 €
Reddito d'esercizio (UTILE)
121.500 € 28.500 €
2° Procedimento : ANALITICO Secondo questo procedimento il reddito (o risultato economico) è dato dalla differenza tra i ricavi e i costi dell'esercizio. Perciò secondo questo procedimento avremo : REDDITO = RICAVI - COSTI Se il risultato di tale differenza è positiva il reddito sarà un Utile, viceversa avremo una Perdita. (La determinazione del reddito d'esercizio con il procedimento analitico sarà trattata compiutamente nel corso del primo anno del secondo biennio).
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Tecniche per prendere appunti in modo efficace Secondo metodo: Il metodo Cornell Lo giuro! Questo non è uno scherzo, Cornell esiste veramente, ed è una delle più prestigiose Università americane. Il metodo Cornell è stato inventato da Walter Pauk, ed è oggi una delle tecniche più diffuse nei College americani per prendere appunti. Questo metodo prevede che ogni foglio di appunti sia suddiviso in 3 aree: 1) Note Taking Area. (Appunti). L’area centrale. Qui prendi i tuoi appunti come sei abituato scrivendo i concetti più importanti o riassumendo il discorso del professore durante la lezione; 2) Cue Column. (Parole chiave - domande).Questo è lo spazio laterale da lasciare vuoto quando prendi appunti nella Note Taking Area. Subito dopo la lezione, o quando sarai a casa a studiare, sintetizza in questa colonna i concetti principali della lezione: puoi appuntare ciò che vuoi approfondire o ciò che ti sembra più importante. 3) Summaries. (Sommario)Questo spazio in fondo alla pagina serve per sintetizzare in una o due frasi tutto il contenuto della pagina di appunti. Le fasi del metodo Cornell per prendere appunti sono le seguenti: 1) registrare: durante la lettura, scrivi tutto ciò che ti serve; 2) ridurre: fai un sommario nella colonna a sinistra inserendo i punti principali, le parole chiave e le idee che ti vengono in mente. Poi fai un riassunto nella parte orizzontali a fine pagina; 3) ripercorrere: cerca di ripercorrere tutto il discorso utilizzando unicamente la colonna laterale; 4) riflettere: cerca di farti una tua opinione di ciò che stai studiando perché serve per rafforzare la capacità di ricordare; 5) rivedere: rivedi ciò che hai studiato, unisci la fase 3 e 4 ripercorrendo mentalmente il pensiero del libro/professore insieme alle tue personali riflessioni.
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