Antologia di racconti sul Catania Calcio

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A cura di ALESSANDRO RUSSO


Progetto grafico Bruno Marchese Disegno di copertina Cetty Emanuele Grazie a calciocatania.com Grazie a: Adriano Cammarata, Alfio Lombardo, Antonio Buemi, Cetty Emanuele, Daniele Sicilia, Domenico Sapienza, Emanuele Rizzo, Filippo Fabio Solarino, Francesco Currò, Franco Zuccalà , Gabriella Rossitto, Giuseppe Cortese, Giuseppe Rapisarda, Graziella Nicolosi, Max Licari, Orazio Esposito, Piero Armenio, Roberto Quartarone, Roberto Ricca, Salvatore Dario Giuffrida, Salvatore Massimo Fazio, Salvo Emanuele, Salvo Giglio, Santino Mirabella, Sergio Nunzio Capizzi, Torquato Tricomi, Tino Vittorio, Vincenzo La Corte.


«Siamo pronti a rompere le ossa ai pisani?» «Ma che dite?» «È vero che Malaman ha lo stiramento inguinale e non può giocare?» «Che ha?» «Che fa domani il Catania?» Salvatore Scalia La punizione. Catania 1976: quattro ragazzi spariti nel nulla Marsilio, 2006

«Bene» fece Rocco e segnò il nome. «Passiamo al centrocampo». «Io davanti alla difesa » e Antonio gonfiò il petto. «Contrasto e smisto. Lascia fare, mi volevano al Catania». Antonio Manzini …e palla al centro (tratto da ‘Il calcio in giallo’) Sellerio, 2016

«La squadra di calcio è ritornata in serie A, e Villa Bellini, ogni domenica, si riempie di famiglie con bambini che si fanno fotografare accanto alla vasca dei cigni. Vicino al cinema Lo Pò, più in là, di fronte alla tabaccheria dei Basile si sentono le prime deflagrazioni sonore di Pippo Pernacchia. Tutto cominciava». Domenico Trischitta Glam City Avagliano, 2014


Š Copyright I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale e parziale di testi, statistiche e immagini di questo volume con qualsiasi mezzo, sono riservati. Geo Edizioni srl Via Ormicello 2, 50053 Empoli (FI) Tel. e fax 0571 924051 internet: www.bibliotecadelcalcio.com e-mail: geoedizioni@bibliotecadelcalcio.com


ÂŤJuventus-Catania, porca puttana! Per dar retta a quel disgraziato di Parola ci vado a mettere questa anomala fissa: 2. Come fa la Juventus a perdere in casa col Catania? Vince giĂ uno a zero, vince [...]Âť Lino Banfi Al bar dello sport Regia di Francesco Massaro, 1983


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Antologia di racconti

sul Catania Calcio A cura di Alessandro Russo



Dedicato a mio padre di MIMMO ALETTA*

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rima cosa: mi chiamo Mimmo e la passione per il Catania mi è stata trasmessa da mio padre che si chiamava Luciano. Seconda cosa: il glorioso “Cibali” lo bazzico dal 1962, da quando cioè avevo tredici anni. Terza cosa: raccontava mia mamma che l’unica volta che mio papà non andò a vedere la partita fu quando, dopo tre figlie femmine, sono venuto al mondo io. Quarta cosa: questo raccontino narra ciò che mi è per davvero capitato domenica cinque gennaio del sessantaquattro quando al “Cibali” stava per poggiare i piedi nientemeno che la Juventus. Come tutte le domeniche, alle undici in punto uscimmo da casa già “pranzati” e con addosso il malumore che trasmetteva mia madre. Mio padre ed io attraversammo velocemente l’ospedale Vittorio Emanuele e, in un batter d’occhio, percorremmo a passo lesto via Carlo Forlanini fin ad arrivare in Piazza Spedini. In quelli anni gli steward erano scelti tra gli ex militari e quella domenica mio padre mi aveva affidato a un suo ex-collega della polizia che prestava servizio in tribuna C, mentre invece mio papà era di turno all’interno alla tribuna A. Essendoci parecchia folla all’ingresso della tribuna C, per 9


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Dedicato a mio padre

calmare gli animi dei tifosi che pressavano l’un contro l’altro, gli addetti tentarono di chiudere una recinzione d’ingresso. Ora non sono in grado di ricordare per bene i dettagli, ma disgraziatamente mi ritrovai con il dito indice della mano destra schiacciato da quel dannato cancello. Il dolore raggiunse le stelle e fui trasportato subito nell’infermeria sotto la tribuna B, dove c’era la sede del Cus Catania. Il dito me lo medicarono con una vistosa fasciatura che arrivava fin al collo, però mi consigliarono di andare subito al pronto soccorso ospedaliero. Come tutte le altre volte, l’appuntamento con mio padre era fissato a fine partita, davanti ai bagni della tribuna A, vicino alla staccionata da dove entravano gli autobus delle due squadre e il taxi della terna arbitrale. Nonostante le dolenti fitte alla mano, stetti seduto in tribuna B (dove peraltro non ero mai stato) e da quella postazione riuscii a seguire l’intero incontro. La partita finì con la nostra vittoria per due a zero, in virtù delle reti dell’attaccante Armando Miranda, che era in prestito proprio dalla Juve e del terzino destro Giampaolo Lampredi. Quando mio papà mi vide in quello stato di forte sofferenza, ci fu da parte sua un poco di amarezza; nel ritornare a casa, ripassammo dal Vittorio Emanuele e lì, al pronto soccorso, mi curarono con l’estrazione dell’unghia dal dito e con un paio di punti di sutura. Avvicinandoci lemme lemme verso la nostra dimora, mi accorsi che mio papà stava incominciando a piangere. Gli domandai il motivo e lui, con voce strozzata, mi rispose che pensava alla “cazziata” che ci avrebbe fatto mia madre. Puntuale giunse poi la sfuriata di mia mamma e il risultato fu che, per due lunghissimi mesi, non fui mandato allo stadio. In quei sessanta giorni, ogni volta che i rossazzurri gioca10


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Dedicato a mio padre

vano in casa, era così strano accorgermi che mio padre era regolarmente di servizio per il lavoro. Ma la sera appena apriva l’uscio di casa, lui mi faceva l’occhiolino e io capivo che era andato allo stadio a veder il Catania. Dopo quello che era successo, dall’anno successivo, mio padre mi comperò l’abbonamento in tribuna C; in questa maniera lui era libero e spensierato di vedersi la partita in santa pace senza il pensiero di farmi entrare o di preoccuparsi oltremodo per me.

* Mimmo Aletta: Sono un tifoso storico del Catania Calcio, attualmente abbonato in Tribuna B e ho saputo di questa raccolta leggendo tempo fa il quotidiano La Sicilia. Faccio i complimenti a chi ha curato questa Antologia e sono molto contento di poterne fare parte, a testimonianza del mio amore per il Catania, che va avanti ininterrottamente sin da ragazzo.

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