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Anno VIII - n. 01 Gennaio 2016
giornale d’informazione, attualità e cultura
ALL’INTERNO Incidenti stradali: nasce www.lis.aci.it PAGINA 2
Bruno Torrisi: «Il mio impegno nella Nazionale di calcio Attori e Cantanti» PAGINA 3 Violenza sul lavoro: il mobbing PAGINA 4
Medicine alternative: Fegato organo “officina” PAGINA 6 Il cantautore Simone Lo Porto PAGINA 7
Animali: parola d’ordine rispetto
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Classifica “Qualità della vita” del Sole 24 Ore: Italia tagliata in due PAGINA 13 Emozioni: terreno di incontro tra corpo e mente PAGINA 14
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Gennaio 2016
Incidenti stradali: nasce www.lis.aci.it Il direttore Automobile Club Catania Sorbello presenta il nuovo portale di Tiziana Campo
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asce www.lis.aci.it il nuovo portale realizzato dall’Aci, liberamente accessibile a tutti gli utenti, dedicato alla consultazione dei dati annuali relativi agli incidenti stradali e alla loro localizzazione sulla rete viaria principale. «Nel nuovo portale sono contenute due tipologie di dati – spiega il direttore dell’Automobile Club di Catania Carlo Sorbello - i dati statistici degli incidenti stradali consultabili a livello di unità amministrativa (Italia, Regioni, Province) e i focus delle statistiche sulla rete viaria principale, cioè su autostrade (comprese tangenziali, raccordi, diramazioni e trafori), strade di interesse nazionale e tutte le strade regionali e provincia-
L’Editoriale
li precedentemente gestite dall’Anas. È possibile effettuare la navigazione su due livelli distinti: un primo livello “macro” con dati aggregati riferiti a tutti gli incidenti stradali rilevati e un secondo livello, riferito alla localizzazione, che riguarda invece gli incidenti avvenuti solo su una parte della rete stradale». Le tavole consultabili e corredate di grafici a livello generale sono le seguenti: • incidenti totali, incidenti mortali, morti e feriti • veicoli coinvolti per categoria macro (autovetture, veicoli merci, autobus, ciclomotori, motocicli, biciclette, altro) • persone coinvolte per classe di età, sesso ed esito (morte o ferite) • persone coinvolte per ruolo (conducenti, trasportati, pedoni), clasdi Tiziana Campo
se di età ed esito (morti o feriti o incolumi) • incidenti, incidenti mortali, morti e feriti per categoria di strada (autostrada, strade extraurbane principali, strade extraurbane secondarie, strade urbane, altro) «Nella sezione dedicata alla localizzazione per ogni chilometro di ciascuna strada presa in esame è riportato il numero di incidenti, incidenti mortali, morti e feriti registrato nell’anno di riferimento e nei due anni precedenti; in relazione solo all’ultimo anno, invece, è riportato il numero di incidenti che coinvolgono veicoli per trasporto merci (VCI) e di quelli che coinvolgono veicoli a due ruote a motore (2R), con una suddivisione del numero di incidenti per tipologia – continua Sorbello - inoltre, per ciascuna strada e solo a livello provinciale, è possibile accedere alle
Automobile Club d’Italia distribuzioni degli incidenti secondo le seguenti variabili: comune, mese, giorno della settimana, ora, tipologia del luogo di accadimento dell’incidente, tipologia incidente». A corredo dei dati, per ciascuna strada, sono infine calcolati i seguenti indicatori: • incidenti per chilometro = incidenti / estesa chilometrica della strada selezionata • indice di mortalità = (morti / incidenti) * 100 • indice di gravità = [morti /(morti + feriti)] * 100 • rischio di incidente, cioè il rapporto tra incidenti per chilometro in differenti ambiti territoriali • rischio di mortalità, cioè il rapporto tra tassi di mortalità in differenti ambiti territoriali.
Il meraviglioso mondo di Peppa Pig: una lezione di civiltà Peppa Pig, il cartone animato britannico, distribuito in 180 paesi, che dal 2004 è diventato fenomeno sociale ed economico. Peppa è paladina di valori fondamentali come gli affetti familiari, l’amicizia, il rispetto per la natura, la scuola. Guardare Peppa Pig con gli occhi di un adulto e analizzarlo dal punto di vista socio economico consente di trarre importanti spunti. Nel paese di Peppa, il padre ha un lavoro dalle nove alle 17 in punto. La mamma lavora al computer da casa, cosa che le consente di prendersi cura della sua famiglia. Hanno una bella auto di proprietà, la casa di proprietà, comoda e confortevole, con il giardinetto. Possono permettersi di fare vacanze: una volta volano in Italia tutti e 4, una volta noleggiano un bel camper giallo e sovente fanno gite fuori porta. Visitano musei e vivono in un paesino di grande fermento, dove spesso vengono organizzate fiere, luna park e iniziative di aggregazione. Spesso si muovono con i mezzi pubblici e si recano nei curatissimi giardini pubblici che pullulano di
papere e giochi per i bambini, puliti e sicuri. I nonni Pig vivono anch’essi in una bella casetta in cima a una collina, in maniera dignitosa; coltivano il loro orticello e nonno Pig può dedicarsi alla sua passione: guidare la sua barchetta e portare con sé spesso i nipotini. Se nella strada si crea una buca, il signor Toro la sistema in un baleno, con il suo team di operai. Se gli abitanti del mondo di Peppa hanno un malanno, il dottor Orso Bruno risponde immediatamente al cellulare e visita a destinazione, con scrupolo. Nel paese di Peppa se nel tetto della scuola c'è una piccola infiltrazione d'acqua, in un batter d'occhio viene riparata grazie ai fondi raccolti organizzando una corsetta di beneficenza, senza appalti, burocrazia, Comuni e mazzette. Insomma pare evidente che nel paese dei porci si sta molto meglio che a Catania e nella stragrande maggioranza delle città del Belpaese. Forse questo è il segreto del suo successo, forse perché come cantava Cenerentola “I sogni son desideri chiusi in fondo al cuore […] Non disperare del presente, ma credi fermamente che il sogno realtà diverrà”.
BALLARÒ NEWS - Editore: SaperexGuidare - Giovanni Calì. Direttore Responsabile: Tiziana Campo. Direttore Editoriale: Giovanni Calì. Controllo bozze: Antonella Capizzi. Collaboratori: Marta Prestianni, Laura Muscarà, Laura Monteleone, Marisa Barbaro, Giuseppe Leocata, Luna Sofia Calì. Redazione: V. Fortuna, 24 Catania. Tel. 3394999393 email: giovanni.cali@saperexguidare. it -Pubblicità: tel. 3286925521. Grafica & Impaginazione: Bruno Marchese. Stampa: Italgrafica - Aci S. Antonio (CT). Distribuzione gratuita ai soci ACI di Catania e per tutti i lettori a Catania, nei Comuni dell’hinterland, nelle edicole: Ragusa M. c.so Italia, 111 (CT); Marzà Salvatore v. Bellini, 7/A S. Agata Li Battiati; Edicolandia v. Roma 261, S. G. La Punta; Edicola Palestro V. v.le Europa, S. Gregorio; Edicola Pappalardo p.zza Don Diego 3 Pedara; Edicola Castro, v. Provinciale 56, Acitrezza. Registrazione Tribunale Catania iscr. n°12 del 13/03/2009. Per l’edizione on line: www.ballaronews.it buona lettura. Partner Commerciale
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Bruno Torrisi: «Il mio impegno nella Nazionale di calcio Attori e Cantanti» Saperexguidare: l'attore sul tema della prevenzione e sicurezza stradale
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La Nazionale Attori e Cantanti nasce con l’obbiettivo di realizzare eventi e partite di solidarietà, di beneficenza e di raccolta fondi per la prevenzione e sicurezza stradale. Volti noti della tv, del cinema, della musica e dello spettacolo impegnati a giocare a calcio, soprattutto nei campi di periferia, per veicolare messaggi dalla forte rilevanza sociale. Abbiamo incontrato l'attore Bruno Torrisi, capitano della nazionale, che interviene sul tema della sicurezza e prevenzione stradale e commenta così il suo ruolo di testimonial dell'associazione SaperexGuidare, da anni impegnata a realizzare con l'ausilio di un camper multimediale campagne di prevenzione stradale: «Un caro saluto a tutti i lettori ai quali aggiungo sinceri auguri di un buon 2016. Anche il 2015 è stato un anno funesto per quel che riguarda gli incidenti stradali, per questo mi auguro che questo possa finalmente essere ricordato come l'anno di svolta - per usare un linguaggio appropriato - di retromarcia, di cambio di tendenza, nei confronti di statistiche ormai sempre più allarmanti per numero di morti. Vedo spesso in tv pubblicità governative sulla sicurezza stradale, seguite, subito dopo, da altre pubblicità che incitano a comprare auto sempre più veloci e prestanti e non posso che restare basi-
di Tiziana Campo
to da tanta contraddizione. Dobbiamo cambiare un po' tutti - continua - cittadini e governanti, leggi e produttori di auto. L' auto è e deve restare uno strumento di trasporto sicuro per chi lo guida e per chi lo subisce come pedone. L'auto non è l'espressione della nostra personalità o del nostro status. L'auto inquina, consuma denaro e petrolio, è una potenziale arma contro di noi e contro gli altri, bisognerebbe usarla soltanto se
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Nazionale Attori e Cantanti strettamente indispensabile. Per questo occorre rivedere le leggi che regolano le pubblicità che incitano all'alta velocità e all'uso futile del mezzo di trasporto. Noi dal canto nostro possiamo fare tanto col nostro buon senso, senza aspettare che qualcuno ci sanzioni, cercando di rispettare le regole stradali con maggiore impegno, limitando la velocità, usando le cinture o il casco, astenendoci dal guidare se abbiamo bevuto un po' di troppo. Per questo ho accettato di rappresentare come testimonial l'associazione SaperexGuidare, non per fare sterili paternali ai guidatori, ma per ricordare a tutti che la vita è un dono prezioso che non vale la pena perderla per strada. Partecipo anche in veste di capitano della Nazionale calcio Attori e Cantanti alle manifestazioni sportive organizzate per sensibilizzare i più giovani alla guida sicura. Non nascondo che dietro l'impegno sociale c'è tanta voglia di divertirsi: partecipare alle partite di solidarietà è motivo di svago e di incontro piacevole con il pubblico e con i colleghi». Poi uno scoop per i fans: «A tutti i fans rivelo che molto probabilmente ci sarà anche una nona edizione di Squadra Antimafia. Noi nel frattempo stiamo preparando l'ottava serie che vedrà tanti nuovi attori cimentarsi nelle fitte trame del poliziesco più amato dagli italiani. A presto e continuate a seguirci in tv e nei campi di calcio». «Sono molto contento di avere Bruno Torrisi come testimonial. Con grande disponibilità ed entusiasmo ha aderito ai nostri progetti di prevenzione e sicurezza stradale, dandoci maggiore visibilità - puntualizza Giovanni Calì presidente dell'associazione SaperexGuidare e direttore sportivo della nazionale Attori e Cantanti - la sua notorietà ci permette di raggiungere un pubblico più vasto sul territorio nazionale veicolando messaggi di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale. Ringrazio anche Giuseppe Castiglia, testimonial storico che ci ha dato grande visibilità a livello regionale, e tutti gli artisti della nazionale che con grande entusiasmo partecipano numerosi alle partite di solidarietà con finalità sociali».
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Violenza sul lavoro: il mobbing
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os’è il mobbing? L’avvocato Lino Greco su “Guida al Lavoro n.1 1/99 - Il Sole 24 Ore” lo ha definito «aggressione sistematica posta in essere dal datore di lavoro o da un suo preposto o superiore gerarchico o anche da colleghi e compagni di lavoro, con chiari intenti discriminatori protési a emarginare progressivamente nell’ambiente di lavoro, per ragioni di concorrenza, gelosia, invidia e quant’altro di simile è possibile ipotizzare a causa dell’ambiente di lavoro e durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Dall’aggressione patita scaturiscono sindromi, a volte gravi, di natura ansioso-depressiva i cui sviluppi ed effetti sono spesso imprevedibili e portano a conseguenze disastrose per la salute del soggetto (anoressia, bulimia, compromissione dei rapporti personali e familiari) con frequente rinuncia o perdita del posto di lavoro». Causa danni alla persona colpita ma anche al gruppo, all’impresa e al mondo del lavoro. Il fenomeno colpisce uomini e donne e spesso rimane sommerso come la base di un iceberg, in una società in crisi, dove sembra essersi perduto il senso dell’uomo, del lavoro e della solidarietà. Si attua attraverso alcune azioni/attività (H. Leymann), oggetto di verifica anche da parte dell’ente assicuratore (Inail): «La dirigenza non dà al lavoratore la possibilità di comunicare, questo viene zittito, gli si fanno attacchi verbali. I colleghi non comunicano più con il lavoratore o la dirigenza proibisce esplicitamente di comunicare con lui, lo si isola in stanza lontana dagli altri. Si mettono in giro voci sul conto della vittima o azioni di messa in ridicolo, derisione circa un suo eventuale handicap o la appartenenza etnica o il modo muoversi o di comunicare ecc. Non gli viene assegnato alcun compito o solo compiti insignificanti o incarichi di lavoro pericolosi. Gli si fanno minacce di lesioni fisiche, molestie sessuali». Il medico competente aziendale, in proposito, deve agire sia con un approccio di gruppo con le altre figure della prevenzione (responsabile servizio prevenzione protezione e rappresentanti lavoratori sicurezza) e le figure aziendali (datore di lavoro, dirigenti e preposti), sia con
di Giuseppe Leocata Medico del Lavoro - giuleo1956@gmail.com
un approccio individuale attraverso il contatto con i singoli lavoratori anche in occasione di una attenta sorveglianza sanitaria individuale. Gli organismi di vigilanza delle Asl devono acquisire la capacità di lettura delle realtà lavorative e di intervento in queste anche in termini di organizzazione e di psicologia del lavoro, con procedure condivise e non soltanto di polizia giudiziaria, coordinandosi a livello locale e nazionale, per l’attuazione di scelte operative comuni. Non basta acquisire il Documento di Valutazione dei Rischi in azienda sullo “stress lavoro-correlato”, questo è altro dal mobbing. Le direzioni aziendali e le figure che si occupano di gestione delle risorse umane sono in genere in grado di affrontare le problematiche connesse con la poca competenza di un lavoratore o con il suo rendimento insufficiente; quando entrano nella sfera individuale e relazionale degli individui e nella dimensione psicologica dei rapporti di lavoro e devono prendere in considerazione il fattore umano, non sanno come muoversi e commettono grossi errori, nel migliore dei casi per poca conoscenza della problematica e del come affrontarla. In caso di conflitti a diversi livelli, l’azienda deve intervenire. Questi degenerano quando il
sistema organizzato si rifiuta di occuparsene e non vuole e/o non riesce a trovare soluzioni dignitose. In occasione di accertamenti presso centri specialistici di medicina del lavoro, va consultato il lavoratore interessato, prima della possibile denuncia di sospetta malattia professionale, per non causargli un danno maggiore di quello della sofferenza già subita. Bisogna tenere poi conto che ogni lavoratore purtroppo è da solo a lavoro e anche in casa (anche i familiari si allontanano dal mobbizzato). Se il lavoratore, esaurite le energie, si dimette volontariamente, il percorso giudiziario è in salita almeno dal punto di vista legale e psicologico.Inoltre, il comportamento vessatorio è difficile da eliminare anche nel caso di una sentenza favorevole al lavoratore. Questo non può ritornare nella “tana del lupo” anche se ha vinto la battaglia; sarebbe un suicidio. Il giudice non può fare più nulla e in genere lo sconsiglia anche all’inizio del procedimento; nel nostro sistema giuridico non si può andare in giudizio una seconda volta per la stessa ragione. In caso di licenziamento discriminatorio o per rappresaglia sindacale, anche il Jobs Act prevede obbligo di reintegro, ma non bisogna dimenticare che poi si può essere confinati e isolati fino a quando non si crolla. La prova / dimostrazione delle avvenute avversatività lavorative sono a carico del lavoratore e, se non c’è una prova ritenuta giuridicamente valida, non può partire la tutela legale. Il lavoratore deve trovare avvocati e medici legali che non pensino al loro successo in udienza ma al dopo e a che cosa ne sarà della persona assistita. Si consiglia al lavoratore di trasferirsi o di cambiare lavoro prima di avviare il procedimento giudiziario. La strada della “denuncia formale” va percorsa in caso di mancata soluzione della situazione critica e soltanto dopo il fallimento della ”Richiesta di convocazione formale della Commissione di Conciliazione”, tentativo obbligatorio di conciliazione ex art.410 Codice Procedura Civile”, modificato da D.Lgs.80/98. Andare in giudizio, al di là della conclusione del processo, è una sconfitta per tutti : per il lavoratore (senzaltro di più), per l’impresa, per la società e il suo modello culturale.
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Pane: quale farina scegliere? Il titolare della Briciola Scarpignato spiega le diverse caratteristiche delle farine di Tiziana Campo
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l pane è il re della tavola e tutto il resto è solo la corte che lo circonda. «Le nazioni sono la minestra, la carne, le verdure, l’insalata, ma è il pane che è il re», diceva lo scrittore Louis Bromfield. Ma non c’è buon pane senza una buona farina. «Oggi possiamo notare che la maggior parte delle persone è alla ricerca di un pane il più genuino possibile o talvolta è obbligata a comprare una determinata tipologia di pane. Perché? La risposta è semplicissima e sta nel fatto che, a causa della scarsa qualità delle farine, la gente è arrivata al punto di essere intollerante o addirittura di sviluppare alcune tipologie di malattie. La ricerca della genuinità coinvolge ormai sempre più persone e inizia proprio dal pane». Così Salvatore Scarpignato, titolare, insieme al padre, dell’azienda che opera nel settore della produzione di pane e prodotti di panetteria freschi “La Briciola”, a Trecastagni in via Luigi Capuana 49. «Il pane è un prodotto alimentare di vecchissima data, ottenuto dall’impasto di farina, di cereali e acqua – continua - esistono vari tipi di farine in base al tipo di grano e alla maci-
natura. Potrei stare ore e ore a parlare di farine, ma mi soffermo su quelle principali che si stanno commercializzando in questo momento. La farina a cui noi occidentali ci riferiamo è quella di frumento, che si distingue in: grano duro, tenero, semola, semola rimacinata, tipo 0, 1, 2 e 00, a seconda della varietà del grano e della macinatura. In antichità era molto usata la farina di semola, la 0 o la 1, ma negli ultimi anni ha preso il sopravvento la farina 00, una
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farina molto utilizzata in pasticceria e nelle lavorazioni di alcuni tipi di pane, come il cosiddetto "pane bianco". Questa farina – spiega Scarpignato - è una delle più utilizzate perché ha una resa maggiore. Tutto ciò avvantaggia il produttore ma non il consumatore, perché a causa dell'alto livello di raffinazione vengono eliminate alcune parti del chicco di grano che sono le più nutrienti e preziose per il nostro organismo,come la crusca e il germe di grano contenenti moltissime fibre e vitamine. Altro aspetto negativo di questa farina è che alcuni mulini aggiungono prodotti chimici per mantenere intatta più a lungo la farina e per darle un colore più bianco e candido».
Quale farina bisogna scegliere allora? Il titolare della Briciola non ha dubbi: «Secondo me non esiste una farina migliore o peggiore, però dobbiamo entrare tutti nell'ottica che è meglio mangiare il più genuino possibile, eliminando quindi i cibi raffinati. Il mio consiglio è prediligere i pani integrali come il tumminia, segale, farro, avena, mais, kamut e molti altri, in modo da avere un prodotto qualitativamente migliore, sano, puro e genuino. Ognuna di queste farine ha caratteristiche diverse: un tipo contiene più fibre, un altro proteine; una varietà di farina è più digeribile o contiene meno glutine». Insomma una farina per tutti i gusti e tutte le esigenze, con un’unica parola d’ordine: genuinità.
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Medicine Alternative Rubrica informativa che tende a fare luce sulle medicine alternative e a dare qualche indicazione sulle terapie naturali.
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Fegato organo “officina”
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l nostro organismo è certamente la più complessa macchina esistente sulla terra. Mantenerla perfettamente operativa può essere semplice seguendo alcune regole: • alimentare l’organismo con una scelta coscienziosa del cibo e nello stesso tempo mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato; • “sgomberare” il campo da eventuali agenti nocivi. Certamente le cose non sono di così facile attuazione poiché il mondo attorno a noi è minacciato sempre più da tossine e inquinanti di ogni tipo (chimici-magnetici-nucleari ecc.), per cui risulta molto difficile evitare di entrarvi in contatto . Possiamo modificare il nostro stile di vita iniziando con una buona dieta che limiti la quantità di inquinanti (un po’ più “bio” per usare un termine in voga), agire per quanto possibile sulla qualità della nostra giornata e dei nostri pensieri ma, molto importante, possiamo agire anche disintossicandoci dalle tossine già presenti nel nostro organismo. Il fegato “organo officina” per la medicina cinese è l’organo centrale del processo di disintossicazione e tra-
mite un intricato sistema di reazioni chimiche ricicla le tossine trasformandole in sostanze non nocive ed eliminabili con sicurezza. A questo punto è doveroso un rapido sguardo alle molteplici funzioni del fegato, organo insostituibile e laboratorio chimico per eccellenza: • produzione e secrezione della bile indispensabile per la digestione dei grassi; • formazione di glucosio dal glicogeno; • formazione di glucosio da aminoacidi da acido lattico e da glicerolo; • demolizione dell’insulina e di altri ormoni; • metabolismo di lipidi e delle proteine; • sintesi di colesterolo e trigliceridi; • produzione dei fattori di coagulazione del sangue (fibrinogeno e trombina); • conversione dell’ammoniaca in urea;
• demolizione di sostanze tossiche. Un sovraccarico di sostanze tossiche può indurre uno stato di fatica cronica o in generale un cattivo stato di salute dato che le tossine influenzano il modo in cui pensiamo e come ci sentiamo. La disintossicazione nel fegato agisce in due fasi principali: - Fase 1: converte o modifica le tossine in sostanze intermedie processate dalla fase seguente; - Fase 2: eliminazione tramite intestino e feci. Se la fase 2 non funziona a dovere o se sono presenti tossine in eccesso può accadere che le sostanze diventino più tossiche di quelle originarie ed il risultato è una eccessiva produzione di radicali liberi con un procedimento che si auto alimenta, causando danni in primo luogo alle cellule epatiche stesse, se non adeguatamente protette. Drenaggio del fegato: Rimedi omeopatici: Chelidonim-Berberis-LycopodiumCalocinthis. Rimedi fitoterapici (risultano essere i più efficaci per l’eubiosi del fegato): carciofo, cardo mariano, tarassaco, boldo, crisantemo americano, ortosifon, marrubbio, rosmarino, rabarbaro, bardana Un pratico ed efficace consiglio: recatevi presso una erboristeria qualificata (le erbe debbono essere buone e fresche), fate preparare un mix di: tarassaco, ortica, bardana, finocchio, gramigna, cardo, eventuale malva carciofo. Portate 1 litro d’acqua a ebollizione e fate sobbollire 3 cucchiai del mix per 10 minuti, raffreddare e bere nell’arco della giornata. Per la prima settimana ripetere a giorni alterni, proseguire con una volta la settimana per il mese successivo e in seguito sarebbe buona norma ripetere una volta al mese, magari con un piccolo digiuno.
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Il cantautore Simone Lo Porto: «Il suono vagabondo e libero mio modello di vita» Parole di Simone Lo Porto, cantautore milanese figlio di genitori siciliani, amante dei viaggi, che ha cominciato il suo percorso artistico nel 2001 insieme ad alcuni amici cantautori, suonando nei festival, nelle piazze e sulle spiagge di Francia e Spagna. «Nel 2003, al Logic Studio di Milano - racconta - firmo un contratto discografico con i fratelli La Bionda per la produzione del singolo e del videoclip “La panda non la vendo”, distribuito da Sony Music. Nell’ottobre del 2007 esce “La valle dell’utopia”, un disco autoprodotto registrato in
di Tiziana Campo
«L
a musica mi ha sempre affascinato per la sua natura nomade. Ho preso come modello di vita il suono, libero vagabondo che si propaga nell’aria. Desideravo non dover fare un mestiere che m’inchiodasse a una sedia. Ho preferito il sedile di bus o di un treno, dove fuori dal finestrino il paesaggio scorre srotolandosi in immagini. Prospettive lineari si trasformano in versi, brandelli di conversazioni diventano canzoni».
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buona parte in Brasile. L’album, curato artisticamente da Gianluca Mancini, viene presentato nei circuiti Mondadori e Fnac, ottenendo ottime recensioni. Nello stesso anno vinco a New York il primo premio del concorso internazionale di Bettina Werner “Music Competition in the Name of Salt”. Nel 2008, mi stabilisco sull’isola di Florianopolis, mi esibisco in piccoli teatri riscuotendo consensi fra il pubblico Brasiliano. Nel 2010 il brano Il Girasole è incluso nella compilation “Putumayo presents Italia”. Le riprese del videoclip sono girate in diversi paesi del Sud America. Rientrato in Italia, partecipo al progetto “Nati a Sud” prendendo parte al concerto di fine anno 2012 in piazza Università, a Catania. Nel 2016 è pronto il mio secondo album “Un viaggio nel magico”. Undici canzoni in quattro lingue con arrangiamenti che prendono forma dall’incontro con il produttore artistico Luca Galeano. Il disco è stato registrato interamente in Sicilia. E dalla Sicilia intendo ripartire».
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Animali: parola d’ordine rispetto di Marta Prestianni
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li animali hanno propri diritti e dignità come te stesso. È un ammonimento che suona quasi sovversivo. Facciamoci allora sovversivi: contro ignoranza, indifferenza, crudeltà», ammonisce la scrittrice francese Marguerite Yourcenar. Quello del rispetto verso gli animali è un tema molto sentito. E seppur negli ultimi tempi siano stati fatti passi avanti, ancora troppi sono i maltrattamenti subiti. Sempre più numerosi sono gli appelli volti alla loro tutela lanciati attraverso i mass media, le inchieste e i social. Gli italiani sono, del resto, per la maggior parte amanti degli animali. Dal rapporto Assalco-Zoomark 2015 sull’alimentazione e la cura degli animali da compagnia emerge infatti che gli animali d’affezione nel Belpaese (pet) sono circa 60 milioni. Gli italiani amano i pet, se
ne prendono cura con sempre maggiore attenzione, scegliendo con cura i loro alimenti e prediligendo la qualità; si approcciano a loro considerandoli veri e propri membri della famiglia; scelgono il veterinario di fiducia con grande scrupolo, come si fa per la scelta del pediatra. Quello degli animali è un comparto che crea un indotto economico davvero notevole e in crescita. Sempre secondo il rapporto Assalco-Zoomark, in
come ogni ambito, professionalità, aggiornamento costante ed esperienza. Il negozio di animali non può essere solo un deposito a cui attingere per acquistare quello che occorre senza discernimento. Deve invece rappresentare un punto di riferimento in cui trovare risposte a dubbi, ottenere consigli, trovare il meglio per ogni evenienza. Gli animali non possono mai essere visti come un goloso business. Sono semplicemente esseri senzienti che richiedono rispetto, da chi decide di tenerne uno come compagno di vita e da chi decide di fare della cura degli animali il proprio mestiere.
Italia il giro d’affari del mercato dei prodotti per l’alimentazione degli animali da compagnia (cane e gatto) ammonta a 1 milione e 830 mila euro che si somma a quello per gli altri animali da compagnia (roditori, tartarughe, pesci e uccelli), ammontante a circa 18 milioni di euro. Questo crescente business ha determinato un boom di negozi per animali. Ma non tutti i negozi per animali sono uguali. Questo settore richiede,
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Gennaio 2016
“Noi, gli uomini di Falcone”: presentato il libro denuncia del Gen. Angiolo Pellegrini di Simona Pulvirenti
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n una stanza del carcere di massima sicurezza dell'Asinara, in Sardegna, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino passarono insieme per ben 29 giorni. Era l’estate del 1985, ed il trasferimento arrivò improvvisamente dopo una soffiata sui preparativi di un attentato di Cosa Nostra ai due giudici impegnati nella stesura dell’ordinanza del primo maxi processo alla mafia. All’interno di quella stanza Gianluca Barbagallo ha immaginato i magistrati-eroi raccontare ad un’ideale platea la storia della mafia. Così, ripercorrendo quasi 150 anni di storia italiana, Barbagallo ha scritto uno spettacolo multimediale forte e intenso, “Giovanni e Paolo, storia di due eroi moderni”, messo in scena abilmente con Nicola Diodati, l’uno nei panni di Borsellino, l’altro di Falcone, e rappresentato sabato scorso all’interno dell’evento organizzato all’Auditorium Carlo Alberto Dalla Chiesa di San Gregorio, dal Comitato spontaneo antimafia Livatino Saetta Costa e fortemente voluto dal suo presidente onorario avv. Corrado Labisi, per presentare il libro del generale Angiolo Pellegrini Noi, gli uomini di Facone. La guerra che ci impedirono di vincere. Uno spettacolo che ha fatto da prologo ad una serata dedicata interamente alla legalità, svolta alla presenza di autorità civili, militari ed accademiche, che ha registrato il tutto esaurito, e nella quale il Comitato, rappresentato dal presidente, prof. Attilio Cavallaro e dal presidente onorario, avv. Corrado Labisi, ha come sempre dato spazio alla riflessione e al dibattito sui temi dell’antimafia e della
giustizia sociale. Assente l’ex colonnello dei ROS Angelo Jannone - autore con Giovanni Falcone delle indagini sul patrimonio di Totò Riina, per due anni infiltrato all'estero in organizzazioni di narcotrafficanti colombiani legati a camorristi - che ha inviato una lettera al caro amico avv. Labsi per esprimere il suo rammarico per non aver potuto presenziare ad un evento di così grande spessore morale. A testimoniare una stagione sanguinosa e incancellabile, il generale Pellegrini, comandante della sezione antimafia di Palermo dal 1981 al 1985. Come uomo di fiducia del pool e più stretto collaboratore di Giovanni Falcone, Pellegrini ha portato a termine le più importanti indagini nei confronti di Cosa Nostra, raccontate per la prima volta nel libro “Noi, uomini di Falcone”, che è una denuncia contro chi ha protetto la mafia durante gli anni del maxiprocesso. «Non è solo un libro, ma un pezzo di storia che non va dimenticata – ha commentato l’avv. Labisi – attraverso queste pagine, piene di commozione e significato, riusciamo ad entrare in quella maledetta stagione delle stragi e a rendere onore a coloro che hanno contribuito a fare la storia della lotta alla mafia. La mafia si cela anche dietro i colletti bianche e la maschera dell’antimafia, ed è per questo che il Comitato Livatino Saetta ha avanzato al Capo dello Stato la proposta di non concedere più finanziamenti pubblici alle associazioni antimafia, così che non si possa più parlare di un’antimafia di professione.» A prendere la parola poi il prof. Cavallaro: «Non avevo inizialmente esperienza della mafia. Pensavo che lo scontro fosse tra stato e mafiosi. Ma ho poi scoperto che tra i due non c'è una contrapposizione e che la politica è il terzo livello della mafia. Il libro del generale Pellegrini è un monito per chi vive nelle maglie della malavita. E’ nel ricordo del loro sacrificio che le idee di Falcone e Borsellino continueranno a perdurare e la mafia verrà sconfitta.» L’intervento di Valentina Rosana, studentessa di Scienze Politiche che sul testo di Pellegrini ha redatto una relazione, ha introdotto il dibattito con il Generale, moderato dalla giornalista Simona Pulvirenti. L’omicidio di Rocco Chinnici, quello di Carlo Alberto Dalla Chiesa, il rapporto dei 162, il maxi processo, l’amicizia con Giovanni Falcone: un racconto dentro il racconto, fatto di retroscena e particolari inediti che Pellegrini ha voluto regalare alla memoria dei suoi lettori. «Ho scritto questo libro - ha dichiarato il Generale - soprattutto per lasciare una memoria di Falcone e Borsellino alle nuove generazioni. Anche io
a volte ho avuto paura, ma non mi sono piegato. Gli insegnamenti dei due magistrati e di quanti come loro si sono immolati, continuano nella quotidiana affermazione dei valori della legalità». Presente con la sua testimonianza anche il sindaco di Corleone, Leoluchina Savona, vittima di intimidazioni e diffamazione da parte della mafia. «Sono stata eletta non dalla politica, né dalla mafia, ma dalla gente”, ha spiegato. Sono convinta che il pensare mafioso sia peggiore dell’essere mafioso. La mia è una lotta dura. Sono ritenuta sindaco antimafia, ho rinunciato a tutti i miei privilegi, mi sono trovata ad amministrare una città senza soldi, forse non ho potuto realizzare grandi opere ma ho sempre svolto il mio dovere con onestà e così continuerò a fare nonostante i tentativi da parte di alcuni di denigrarmi. Il calore di questa serata mi da ulteriore coraggio, per proseguire nella strada della legalità da me intrapresa». Un pensiero è andato anche alla nobildonna Antonietta Labisi, antesignana della lotta alla mafia e fondatrice dell’Istituto Medico Psicopedagogico Lucia Mangano di Sant’Agata Li Battiati, struttura d’eccellenza nel settore della neurofisiatria e neuropsicologia, accreditata presso il Parlamento Europeo (Registro Trasparenza n. 054846014854-49 con sede in Rue Fernand Neuray n. 68 – 1050 Bruxelles). Alla fine del dibattito l’intervento del dott. Giuseppe Agosta, figlio del valoroso maresciallo capo dell’Arma dei Carabinieri Alfredo Agosta, ucciso dalla mafia, e la consegna delle pergamene del Premio Livatino Saetta Costa e Premio Speciale Antonietta Labisi agli attori Gianluca Barbagallo e Nicola Diodati, premiati dal sindaco Savona e dal generale Pellegrini, al dott. Rosario Grasso, Presidente 4a sezione Penale del Tribunale di Catania, premiato dall’avv. Salvatore Ragusa del Foro di Catania; al dott. Salvatore Costa, Presidente 1a sezione Penale e della sezione Provvedimenti Speciali Corte d'Appello di Catania, premiato dal colonnella della Guardia di Finanza Giuseppe Pisano, dirigente della DIA di Caltanissetta; al Gen. Carmine Canonico, ex Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Siracusa e al prof. dott. Francesco Patti, docente universitario presso Facoltà di Medicina di Catania, entrambi premiati dal generale Pellegrini; al dott. Carlo Alberto Tregua, editore e direttore del Quotidiano di Sicilia, premiato dal generale Pellegrini; ed infine a Patrizio Cinque, sindaco di Bagheria, per il quale ha ritirato il premio il sindaco di Corleone Leoluchina Savona. Il giorno successivo all’evento il prof. Attilio Cavallaro e l’avv. Corrado Labisi, hanno voluto consegnare personalmente la pergamena alla dott.ssa Elvira Tafuri, sostituto procuratore generale vicario del Tribunale di Catania, e regalare il libro del generale Pellegrini ad alcuni magistrati presso la Procura, impegnati nella lotta alla mafia.
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Gennaio 2016
Sensi di Polpa: il design erotico della nostra quotidianità di Luigi Patitucci Designer, Storico e Critico del Design (Blog “U. design” su www.lasicilia.it)
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erché alcuni oggetti ci attirano più di altri? Perché la voglia di possederli, toccarli e ammirarli? Si tratta di oggetti che possiedono quella intima dote che si chiama ‘pregnanza storica’, e cioè quella caratteristica che proviene da un patrimonio costituito da caratteri formali ereditati, di epoca in epoca, in ogni cultura e a ogni latitudine del pianeta, realizzata attraverso la metabolizzazione resa possibile dalla continua esposizione alla nostra vista di questi strumenti ideati e costruiti dall’uomo o, semplicemente proveniente dalla continua osservazione degli elementi appartenenti al patrimonio naturale dei nostri ecosistemi. Cominciai allora, a rintracciare delle potenziali caratteristiche comuni tra questi oggetti e a raggrupparle sotto una particolare forma: morbido, fluido, sensuale. Bisognava dunque esplicitare la loro intima e segreta matrice erotica. La caratteristica più saliente della nostra specie è riposta tutta nella capacità di poter fabbricare oggetti. Qualche anno addietro, ho scrutato al British Museum una pietra di circa 2 milioni di anni addietro, chiamata “Chopper di Olduvai”, rinvenuta in Tanzania. L’osservazione di quella che rappresentava uno tra i primi meravigliosi utensili da lavoro dei nostri antenati mi ha rivelato questa facoltà, tutta umana, di poter realizzare cose più elaborate di quanto ritenuto necessario. A partire da quel momento, credo che noi umani non siamo stati più capaci di poterci separare da questi oggetti. Certo, mi sarebbe piaciuto poter tenere in mano quella pietra. Si, perché da sempre, in tutte le epoche storiche e in tutte le culture, è stato presente il sogno di realizzare negli oggetti il desiderio. Tuttavia, nella storia del linguaggio economico, la parola desiderio non ha mai avuto una vera e propria rappresentazione; è stato il termine bisogno che ha virtualmente rimpiazzato il suo significato. In passato la realizzazione di un oggetto poco appetibile sul mercato si rendeva impossibile poiché non rispondeva alle finalità perseguite dalle aziende produttrici: fare utile con i grandi numeri e produrre in grande serie.
Oggi tale assioma non è più valido, perché le aziende si mostrano sul mercato sempre più come marchi di Global Trading e possiedono caratteristiche strutturali, organizzative e logistiche, che le rendono capaci soddisfare le più sofisticate e folkloristiche esigenze dell’utenza collettiva e individuale. Ma quali sono questi cosiddetti oggetti erotici? Non si tratta dei sex toys, benché afferenti a pieno titolo alla categoria, ma di tutta una costellazione di oggetti, che appartengono allo scenario della nostra quotidianità; oggetti considerati amichevoli, confortanti, piacevoli, capaci di invitarci all’azione semplicemente attraverso il loro uso. Chi è riuscito a resistere alla tentazione di portare alle labbra, almeno per una volta nella vita, una penna Bic o un Chupa o all’uso di uno ipnotico Yo Yo? Per non parlare poi della Vespa, il veicolo, presentatosi nel secondo dopoguerra come mezzo di trasporto individuale, sicuro e a basso costo, e che ancora oggi ci espone alla tentazione di saltarvi su e di ammirarlo, con le sue curve seducenti,con quel vitino da Vespa, appunto, che ne suggerì il nome. E la Fiat 500? Lanciata nel mercato come status symbol,
la vettura ha tutte le carte in regola per farsi mito: le dimensioni minime, i ridotti consumi e la potenziale versatilità, dovuta alla forma morbida e sinuosa che rimanda a un’infantile dimensione disneyana, e che ne fa un oggetto d’affezione. Nel 1959, l’ingegnere Dante Giacosa, a cui si deve la progettazione della vettura, riceve il premio Compasso d’Oro. La produzione della nuova Fiat 500 termina nel 1975, con una cifra che va ben oltre i 3.600.000 pezzi. E la saga continua, con le recenti versioni, che hanno conquistato i favori di una enorme costellazione di utenti in ambito planetario. Analogo discorso per un’altra automobile che ancora oggi conserva il record delle vendite: nel 1934, il designer di automobili Ferdinand Porsche sottopone al nuovo governo del Reich la proposta di un’autovettura rivoluzionaria e indirizzata alle grandi masse di utenza, chiamata “Volkswagen” (People’s Car). Un anno dopo, viene realizzato il primo prototipo. Nel 1938, viene avviata la produzione di serie e l’automobile, che riceve subito notevoli consensi di pubblico, viene ribattezzata dal New York Times, “The Beetle”, “Maggiolino”. Talvolta, questi oggetti sono così integrati nel nostro scenario di vita quotidiana, che abbiamo spesso la sensazione di trovarci davanti a oggetti appartenenti a una non precisata era. È questo il caso, ad esempio, della spilla da balia, del ciuccio, della forbice, della cannuccia, della graffetta, della lampadina, della piccola bottiglia in vetro della Coca Cola. Il pregio, il vantaggio e la virtù di questi oggetti figli dei Sensi di Polpa, sono quelli di situarsi a distanza dalla Fiction Economy, l’economia del desiderio creato ad arte. Davanti a questi oggetti erotici, non siamo affatto padroni del loro destino, siamo posseduti. Ed è proprio questo a renderci felici.
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Gennaio 2016
Classifica “Qualità della vita” del Sole 24 Ore: Italia tagliata in due di Laura Muscarà
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er il 26esimo anno torna la classifica del Sole 24 Ore sulla “Qualità della vita” delle province italiane. Questi gli indicatori, con le rispettive sottocategorie, sui quali è basata la graduatoria dei territori in base a una complessiva misurazione della loro “qualità”: tenore di vita (suddiviso in valore aggiunto pro capite, patrimonio familiare medio, importo medio mensile pensioni, consumi per famiglia, spesa per turismo all'estero, costo casa al metro quadro); servizi e ambiente (che considera disponibilità asili rispetto potenziale utenza (posti ogni 100 bimbi), indice climatico inteso come temperatura massima e temperatura minima, indice Legambiente, indice smaltimento cause civili, definite su 100 sopravvenute o pendenti, copertura banda ultralarga, sanità valutata in base alla percentuale di emigrazione ospedaliera); affari e lavoro (imprese registrate ogni 100 abitanti, impieghi su depositi totali, sofferenze su impieghi totali, quota export su pil, tasso di occupazione (15-64 anni), imprenditorialità giovanile: giovani 18-29 titolari o amministratori di aziende ogni 1000 giovani); ordine pubblico (valutato sulla base di scippi e borseggi ogni 100.000 abitanti, furti in casa ogni 100.000 abitanti, rapine ogni 100.000 abitanti, estorsioni ogni 100.000 abitanti, truffe e frodi informatiche, variazione reati totali 2014/2011); popolazione (densità intesa come numero di abitanti per chilometro quadrato, saldo migratorio, separazioni ogni 10mila coppie coniugate, indice di vecchiaia Istat, numero medio di anni di studio, speranza di vita media); tempo libero (che valuta il numero di librerie su popolazione, il numero di presenze agli spettacoli, la spesa dei turisti stranieri, il numero sale cinematografiche ogni 100mila abitanti, l’indice di sportività e il numero di ristoranti e bar ogni 100mila abitanti). “Nelle venticinque edizioni precedenti i primi posti sono spesso toccati a territori del Nord, con qualche importante segnalazione per alcune
due, dove a un Nord vivido di fermento fa eco un Sud ingessato e statico con opportunità di vivibilità davvero scarse e conseguente sofferenza per la popolazione. Non serviva certo una classifica per stabilirlo, è vero. Ma a volte puntualizzare e ribadire con valide argomentazioni uno stato di fatto è utile.
province del Centro. Nella prima edizione del 1990 la “vincitrice” fu Belluno, mentre nell'edizione 2014 il primo posto è andato a Ravenna. Ma nell'albo d'oro figurano anche – per citarne solo alcune - Aosta, Bologna, Bolzano, Firenze, Parma, Piacenza, Siena, Trento e Trieste” (fonte il Sole 24 Ore). Fanalino di coda sempre gran parte delle città del Sud. La classifica 2015 è dominata da Bolzano, seguita da Milano e da Trento. Ultima Reggio Calabria, penultima Vibo Valentia, seguita da Messina. Già Bolzano aveva ottenuto la prima posizione nel 2012, 2010, 2001 e 1995. Tra le motivazioni che ne fanno la migliore quanto a qualità della vita ci sono l’alto tasso di occupazione (ben il 71% contro una media del 56%) e la cifra relativa ai consumi (oltre 700 euro in più rispetto alla media con un totale di 2660 euro a famiglia). Reggio Calabria è invece ultima, tra gli altri, per bassissima dotazione di asili nido (solo 2% della popolazione) e per il basso patrimonio familiare (193mila euro contro una media di 345mila). Chi conquista le diverse macro-aree? In ordine pubblico si distingue Nuoro, in tempo libero Rimini, quanto ad ambiente e salute Monza e Brianza, in affari e lavoro Prato, nella macro area popolazione Olbia Tempio e in tenore di vita Milano. Catania si piazza in 95esima posizione. Nonostante abbia guadagnato quattro posti dalla graduatoria dello scorso anno e sia giudicata migliore rispetto a Trapani, Palermo e Messina, il capoluogo etneo viene superato da Enna e non decolla dalle posizioni peggiori. Lasciano a desiderare qualità della giustizia ed ecologia. Si piazza peggiore città in Italia, dopo Milano e Napoli quanto a scippi e furti. L’indagine evidenzia insomma un dato già tristemente noto, quello di un’Italia a doppia velocità, letteralmente tagliata in
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Emozioni: terreno di incontro tra corpo e mente Daniela D’Arrigo Psicologa clinica Laura Monteleone Psicologa Psicoterapeuta Presso A.P.S.Si. “Associazione Psicologi per la Salute e la Sicurezza” www.apssi.it ass.apssi@virgilio.it
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utti abbiamo bisogno di emozioni come di cibo. Le emozioni sono manifestazioni naturali di correnti della forza vitale, provocano spostamenti di masse d’energia. Ci permettono di essere consapevoli di ciò che ci sta accadendo e di stare in relazione con gli altri, di essere empatici. Tutti gli stati mentali hanno corrispettive sensazioni corporee a cui si accede tramite le emozioni. «Abbiamo due menti, una che pensa, l’altra che sente. Queste due modalità della conoscenza, così diverse, interagiscono per costruire la nostra vita mentale» (Goleman). Ragionare di emozioni è gettare un ponte fra il mondo della psichiatria e quello della psicologia di matrice corporea. All’interno della prospettiva corporea, l’Analisi Bioenergetica - fondata dallo psicanalista Lowen -propone due concetti basilari: quello di emozione e quello di energia. Le emozioni sono le manifestazioni somato-psichiche percepibili fin dalle più
piccole tensioni muscolari, in accordo con la Medicina Tradizionale Cinese che considera le malattie e le sofferenze fisiche di origine interna originate dallo squilibrio delle emozioni. Il Taoismo, la cui filosofia è alla base dell’energetica cinese, individua 5 emozioni primarie collegandole ai principali organi interni: la gioia al cuore, la collera al fegato, la paura al rene, la tristezza al polmone, il pensiero ansioso alla milza. Comprendere che i malanni fisici dipendono anche da disarmonie psichiche prospetta la possibilità che ritornare in piena salute è nelle nostre mani. Non esistono emozioni negative in sé. Le emozioni, come fonte di energia e di vita, non sono classificabili in positive o negative: ognuna ha la sua funzione nel favorire la vita, ha una propria motivazione, finalità e potenziale di trasformazione. Il corpo rende ben visibili le emozioni nella loro manifestazione attraverso processi energetici prevalentemente di tensioni e contrazioni (muscolari, respiratorie ecc.).
Così la tristezza diventa ansia, la paura diventa stanchezza e così via. Nei confronti delle situazioni stressanti invece che avvertire il proprio disagio sul piano psicologico, le persone alessitimiche tendono a ricorrere a comportamenti inadeguati assumendo alcool, cibo in eccesso, droghe o farmaci oppure accusando disturbi fisici o sviluppando una malattia organica. La presenza di tratti alessitimici viene oggi considerata uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie. In queste forme, sembrerebbe che l’emozione non abbia davvero più voce. L’energia è una realtà impalpabile. Qui risiede il punto di congiunzione tra corpo e mente. Come sostenuto nella prospettiva dell’Analisi Bioenergetica, la struttura del corpo rappresenta la mappa formata dai blocchi energetici e ogni emozione negata si manifesta attraverso tensioni muscolari croniche in cui viene trattenuta l’energia, come quando ci si impedisce di piangere, di arrabbiarsi. Da febbraio presso Apssi Ct (via Martoglio 6) si terrà il ciclo d'incontri "Abbracciamo le emozioni" info ass.apssi@virgilio.it L’identità di ciascuno è costituita da identità corporea, emozionale e razionale. Quando c'è equilibrio tra questi aspetti, la persona riesce a prendere decisioni
facendo valutazioni sulla situazione reale, su ciò che ritiene meglio per sé. L’identità non viene più percepita come integrazione tra emozioni, corpo e pensiero ma elimina il contatto con le proprie emozioni e con le percezioni corporee. Tale processo terapeutico è reso possibile nell’Analisi Bioenergetica poiché, combinando terapia corporea e psicoterapia verbale, pone l’attenzione all’integrazione mente/corpo. Il canale che favorisce la riconnessione con il linguaggio del corpo sta nella specificità dei “movimenti emozionali”, chiamati così perché hanno un immediato legame con un sentimento soggettivamente significativo. Sono tutte quelle posture, movimenti o gesti che producono una risonanza emotiva nella persona. Parlare di consapevolezza corporea significa analizzare una parte profonda del proprio sé e decodificare messaggi impliciti connessi alla propria emotività. Emozione ed energia sono temi che hanno conquistato sempre più spazio nella riflessione medica, psicologica e psichiatrica odierna, consentendo passi in avanti nella ricerca e nello studio dell’uomo, del disagio psicosomatico e dei possibili modi di raggiungere benessere e salute.
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L’importanza di una carrozzeria impeccabile A cura della redazione
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pesso ed erroneamente si ritiene che la manutenzione essenziale in un'auto sia relativa solo al motore. Perché è necessario invece mantenere curata la carrozzeria? «Perché si va incontro a sanzioni stabilite dal codice della strada e perché, in alcuni casi, non si potrebbe neanche circolare per evitare di mettere in pericolo la propria e l’altrui incolumità». Così Francesco Puglisi e Antonino Aiello, titolari della carrozzeria “Puglisi & Aiello”, a San Gregorio di Catania, in Via Catira, angolo Viale Europa.
«Gli interventi immediatamente necessari – puntualizzano - sono la sostituzione di proiettori anteriori e fanali posteriori e
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