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Anno IX - n. 04 Novembre/Dicembre 2017 giornale d’informazione, attualità e cultura
La Ragazza ALL’INTERNO Automobile Club Catania e la sicurezza stradale pagina 2 SaperexGuidare e Nazionale Attori e Cantanti, denominatore comune la sicurezza stradale pagina 3 Cellulare al volante, pericolo costante pagina 4
L’attore catanese Jacopo Cavallaro, talento e impegno pagina 5 Medicine alternative: Microbioma. A cura del Dott. D. Dell'Aria pagina 6 Animali: parola d’ordine rispetto pagina 7
Il mondo del lavoro verso l’era digitale. Dove stiamo andando? pagina 12 SOS rifiuti nel mondo pagina 15
Nazionale Attori e Cantanti
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Automobile Club Catania e la sicurezza stradale
L
di Tiziana Campo
a mobilità sicura è un obiettivo perseguibile su tre fronti: l’auto, il conducente e l’infrastruttura stradale. Sulla sicurezza dei veicoli sono stati compiuti passi da gigante dall’industria automobilistica, come sottolinea il direttore dell’Automobile Club di Catania Carlo Sorbello: «Il progresso tecnologico rende le auto sempre più sicure, con dispositivi di sicurezza attivi e passivi in grado di evitare gli incidenti o quantomeno di ridurne al massimo gli effetti. Nell’ultimo periodo è stata accelerata l’adozione di sistemi di guida assistita che hanno notevolmente incrementato la sicurezza e il comfort degli spostamenti, gettando le basi per l’evoluzione della guida autonoma che presto rivoluzionerà la mobilità quotidiana». Direttore Sorbello, quali strategie sarebbe opportuno mettere in campo per arginare il fenomeno dell’incremento di incidenti causati da anziani? «Il numero dei conducenti morti o feriti over 65, rispetto al totale degli incidenti in Italia, è salito dall’8,1% del 2010 all’11% del 2016.
L’Editoriale
Di fronte ai recenti casi di cronaca con tragici incidenti che vedono protagonisti gli anziani al volante, risulta ancora più evidente l’importanza dei sistemi di guida assistita (dispositivi di frenata automatica, sistemi di mantenimento della traiettoria, ecc.) per la sicurezza degli spostamenti degli anziani, ovviamente in abbinamento a rigorosi controlli periodici che garantiscano l’idoneo stato psicofisico dei conducenti. Non sarebbe infatti giusto vietare tout court la guida agli anziani, limitando pesantemente la loro libertà ed autonomia». Quali le aree di intervento da affrontare con priorità in tema di sicurezza stradale? «Tutti i conducenti dovrebbero seguire un percorso di formazione continua per aggiornarsi sulle più corrette tecniche di guida, imparando a sfruttare al meglio i più moderni sistemi di sicurezza attiva e passiva di cui sono dotate le nostre automobili: in una frenata di emergenza, anche il più datato Abs richiede una serie di manovre diverse rispetto a un veicolo che ne è sprovvisto. I corsi di guida sicura proposti dall’Aci nei centri di avanguardia come quelli di Vallelunga vicino Roma e Lainate, alle porte di Milano – il cui
know how è replicabile sul territorio – dovrebbero essere obbligatori per tutti i neopatentati: con una simile misura l’Austria ha ridotto di oltre il 33% l’incidentalità giovanile. Oltre alla formazione serve anche una maggiore responsabilizzazione dei conducenti. Aci è impegnato da sempre nella sensibilizzazione sui valori della sicurezza stradale: l’ultima campagna #mollastotelefono e #guardalastrada di Aci ha raggiunto con efficacia milioni di italiani, allertandoli sui pericoli della distrazione al volante che è la prima causa di incidente. Le infrastrutture stradali devono infine essere al centro di un continuo programma di ammodernamento che non deve esaurirsi nella sola attività di manutenzione, troppo spesso inadeguata soprattutto nei centri urbani, dove si concentra la maggior parte degli incidenti. Le risorse per l’innalzamento degli standard di sicurezza delle strade sono già disponibili: per legge i proventi delle multe devono essere destinati al miglioramento della mobilità, ma ciò non sempre accade. Aci ha fortemente condiviso il recente intervento del ministro dell’Interno Marco Minniti e del suo dicastero che ha agito su due fronti: il più efficace contrasto dei cattivi comportamenti alla
Automobile Club d’Italia guida, come l'uso indiscriminato dello smartphone, e l’ottimizzazione dell'uso degli autovelox, partendo dalla sicurezza degli utenti della strada e non dalle necessità delle casse dei Comuni. Proprio sugli autovelox – continua Sorbello - è opportuno chiarire la loro grande utilità come strumento di controllo e di prevenzione, più che di repressione. Servono a far rallentare, non ad affibbiare multe. Il loro risultato deve essere la sicurezza, non i verbali. Se si fanno multe vuol dire che si è fallito e che la sicurezza su quella strada non c'è. Gli automobilisti sono stanchi di essere tartassati. Se l'autovelox è nascosto non va bene: deve essere ben visibile e in un punto oggettivamente pericoloso, al fine di far rallentare i veicoli e prevenire gli incidenti. Tutta la Federazione Aci si sta adoperando in un raffronto continuo con le istituzioni nazionali e le Amministrazioni locali per arrivare a un patto tra automobilisti, Autorità e Forze dell’Ordine per un insieme equilibrato ed armonico di misure finalizzate a una mobilità più responsabile e sostenibile».
di Tiziana Campo
La strage delle donne
I fatti di cronaca puntano l’attenzione sulla preoccupante impennata di aggressività e violenza nei confronti del gentil sesso. Una vera e propria strage, che secondo i dati Istat conta oltre 100 donne ogni anno uccise da uomini. Uomini che odiano le donne, che le stuprano, le maltrattano fisicamente e psicologicamente, le uccidono, le sfregiano, le perseguitano senza tregua. Sempre secondo l'Istituto nazionale di statistica, ammontano a 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia, le donne assassinate e ben 7 milioni quelle abusate in qualche modo, mentre il 16,1% ha subito stalking nel corso della vita. Gruppi, associazioni si muovono per smuovere le coscienze. Contro la violenza sulle donne le panchine, le scarpe diventano rosse. Le istituzioni invece arrossiscono su recenti fatti di cronaca a danno di donne. Dopo la
denuncia – caduta nel vuoto - della mamma di Noemi Durini, la quindicenne di Specchia uccisa dal fidanzato 17enne reo confesso, il ministro della Giustizia Orlando ha avviato tramite l'ispettorato accertamenti preliminari per i minorenni di Lecce e il Csm ha aperto un fascicolo sulla Procura, per valutare eventuali errori o ritardi. In un recente caso di stupro avvenuto nella nostra città ai danni di una dottoressa di guardia medica, la vittima ha dichiarato: «La solidarietà espressa dai colleghi è la più sincera che ci possa essere, perché siete consapevoli che tutti sareste potuti essere al mio posto. Nessuno sconto, invece, per le Istituzioni, a cui solo una cosa posso dire: io sono stata violentata anche da voi» (fonte La Repubblica.it Palermo). E se per la scrittrice francese Simone de Beauvoir «nessuno, di fronte alle donne, è più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità», è certamente vero che l’indifferenza e l’inerzia sono complici altrettanto disdicevoli.
BALLARÒ NEWS - Editore: SaperexGuidare - Giovanni Calì. Direttore Responsabile: Tiziana Campo. Direttore Editoriale: Giovanni Calì. Controllo bozze: Antonella Capizzi. Collaboratori: Marta Prestianni, Laura Muscarà, Laura Monteleone, Marisa Barbaro, Giuseppe Leocata, Luna Sofia Calì. Redazione: V. Fortuna, 24 Catania. Tel. 3394999393 email: giovanni.cali@saperexguidare. it -Pubblicità: tel. 3286925521. Grafica & Impaginazione: Bruno Marchese. Stampa: Italgrafica - Aci S. Antonio (CT). Distribuzione gratuita ai soci ACI di Catania e per tutti i lettori a Catania, nei Comuni dell’hinterland, nelle edicole: Edicola Sambataro, Corso Italia, 124; Marzà Salvatore v. Bellini, 7/A S. Agata Li Battiati; Edicolandia v. Roma 261, S. G. La Punta; Edicola Palestro V. v.le Europa, S. Gregorio; Edicola Pappalardo C.so Ara di Giove, 54 Pedara; Edicola Sciuto Corso Europa,14 Trecastagni; Edicola Castro, v. Provinciale 56, Acitrezza. Registrazione Tribunale Catania iscr. n°12 del 13/03/2009. Per l’edizione on line: www.ballaronews.it buona lettura.
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SaperexGuidare e Nazionale Attori e Cantanti, denominatore comune la sicurezza stradale
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di Tiziana Campo
a sicurezza stradale non è uno slogan, è una priorità su cui puntare. Ancora troppo allarmanti i dati riguardanti gli incidenti stradali e scarsa l’attenzione da parte delle istituzioni rispetto a questo tema. Occorre una volontà di attuazione reale di strategie e campagne che vadano nella univoca direzione della prevenzione, educazione e sensibilizzazione in tema di sicurezza stradale», così Giovanni Calì, presidente nazionale dell’Associazione SaperexGuidare, da anni impegnata in campagne in ambito di sicurezza stradale. «Da oltre 20 anni ci occupiamo di campagne per sensibilizzare sull’importanza dell’uso dei dispositivi di sicurezza e del rispetto del codice della strada – continua - mostriamo crash test, con l’ausilio del nostro camper multimediale, per evidenziare le disastrose conseguenze in caso di mancato uso del casco, delle cinture o in caso di comportamenti errati alla guida. Il riscontro che abbiamo da chi partecipa è davvero stimolante per noi. Le nostre campagne colpiscono nel segno, creando spesso anche stupore, nel senso che non si immaginano, nella maggior parte dei casi, le conseguenze di comportamenti non consoni alle regole imposte dal codice della strada. Ciò che più sciocca è il sottovalutare l’inutilizzo dei seggiolini in auto per i bambini, che in caso
di incidenti stradali ha conseguenze fatali proprio sui piccoli. E questa risposta ci sprona ad andare sempre avanti, anche sfidando l‘indifferenza delle istituzioni e di chi invece avrebbe proprio il ruolo di “capo” del comune senso civico». Nel senso di una ulteriore sensibilizzazione è nata la nazionale Attori e cantanti (di cui Giovanni Calì è direttore sportivo), con l’intento di veicolare messaggi sulla sicurezza stradale grazie a personaggi amati dal grande pubblico. «Ormai da 9 anni la nostra nazionale è impegnata sul campo in partite di calcio finalizzate alla raccolta fondi per finanziare campagne di sicurezza stradale e per sostenere
strutture ospedaliere. Questo perché emergenza incidenti e sanità sono strettamente connesse. Dopo il successo del Gol per la vita che si è svolto lo scorso 12 maggio al Torre del Grifo Village e che ha visto Attori e Cantanti scontrarsi con il sorriso contro le stelle siciliane, con la partecipazione straordinaria del campione Totò Schillaci, il 17 giugno la squadra che vede come suo testimonial l’attore Bruno Torrisi - famoso questore della seguitissima serie Squadra antimafia - è stata impegnata a Latina con grande riscontro di pubblico». E gli impegni continueranno perché la prevenzione e sicurezza stradale non bastano mai. Per essere sempre aggiornati su tutti gli eventi: www.nazionaleattoriecantanti.it
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Cellulare al volante, pericolo costante di Laura Muscarà
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vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all'articolo 138, comma 11, e di polizia, nonché per i conducenti dei veicoli adibiti ai servizi delle strade, delle autostrade ed al trasporto di persone in conto terzi. È consentito l'uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l'uso delle mani)», così il secondo comma dell’articolo 173 del Codice della strada. Uno studio condotto da ricercatori dell’Università dello Utah, pubblicato sulla rivista americana Human Factors, ha dimostrato quanto sensibilmente vengano rallentati i riflessi quando si guida parlando al cellulare. Il tempo necessario per frenare - viene dimostrato dalla ricerca - aumenta del 18%; si ha scarsa fluidità al volante e si è più inclini a un ritmo di guida non armonico, con variazioni continue della velocità. Si evidenzia inoltre una preoccupante riduzione dell’attenzione, con conseguenze incremento nell’esposizione a tamponamenti o incidenti.
Come si apprende dalla campagna dell’Aci #MollaStoTelefono, ogni giorno sulle strade perdono la vita nove persone e tre morti su quattro sono causati dalla distrazione alla guida. Le multe per utilizzo dei cellulari alla guida, secondo dati di Polizia e Carabinieri, sono aumentate, nei primi sei mesi del 2017, di oltre il 18% rispetto al 2016. Negli Stati Uniti, risulta che 3500 incidenti sono causati dall’uso degli smartphone alla guida. Mentre si è alla guida, è frequente per la maggior parte degli automobilisti, inviare sms, ricercare numeri nella rubrica, chiac-
chierare al telefono, controllare i social, scattarsi selfie. Uno studio dell’Aci evidenzia che rispondere al telefonino mentre si guida causa una distrazione che dura 2,1 secondi, che tradotto in metri a una velocità di 50 km/h equivale a percorrere circa 30 metri a occhi chiusi. E se la convinzione comune vuole che, mentre si guida, il cellulare del vicino sia sempre il più pericoloso e che questi numeri allarmanti riguardano solo gli altri, basta un secondo di distrazione e a quel punto un messaggio inviato o un selfie scattato potrebbe per ciascuno di noi essere l’ultimo.
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L’attore catanese Jacopo Cavallaro, talento e impegno
«L
e soddisfazioni in questi 10 anni di carriera sono state tante. Dopo “Squadra anti mafia”, arrivò un altro grande ruolo di successo, “Nasca” in “Come un delfino” con Raoul Bova. Poi Catturandi, appena un anno fa, con il personaggio di Giovanni Vitrano e poi le partecipazioni accanto a grandi come Giancarlo Giannini, Franco Nero, Luigi Burruano, Leo Gullotta». Sono alcuni dei ruoli che il giovane attore catanese Jacopo Cavallaro ci presenta. «Sono un siciliano trapiantato a Roma, città meravigliosa, tanto bella quanto amara, capace di darti il massimo e anche di toglierti tutto in un istante, cuore dell'attività cinematografica in Italia – continua - mi sono trasferito quando avevo 18 anni, in occasione del secondo ruolo d'attore che sarei andato a interpretare: Carmine Abate, fratello della protagonista nella serie di successo Squadra anti mafia per Canale Cinque. Carmine è stato il ruolo che mi ha dato l'incipit per trasferirmi qui e continuare la mia carriera. In quanto coprotagonista, mi diede un’enorme visibilità». Il debutto di Jacopo come attore e protagonista avvenne quando a 16 anni interpretò Biagio Schirò da giovane, nel “Capo dei capi”. «Andando a ritroso – racconta Jacopo - per far comprendere come il mio destino sembrava appartenere a un unico disegno divino, qualche mese prima del Capo dei capi ero stato scelto per “L'ultimo dei Corleonesi”, con un ruolo praticamente inesistente (il Bracciante Coraggioso), che il regista Alberto Negrin inventò di sana pianta, il giorno del casting, pur di assegnarmi una parte.
di Tiziana Campo
Se dovessi spiegare il perché della scelta di questo mestiere, risponderei per dare voce alle tante sfaccetture di Jacopo, a volte nascoste da una corazza di timidezza. Il mio essere istrione nasce dalla voglia di mostrarmi al mondo in una realtà unica ed irripetibile». Numerosi i riconoscimenti personali e ultimamente ottimo risultato che sta ottenendo un cortometraggio da Jacopo sceneggiato e interpretato, dal titolo “Colapesce”. Il corto sta riscuotendo successi in tutto il mondo vincendo premi per miglior attore, critica, miglior film, e musiche realizzate dal fratello Mattia Cavallaro, alla sua prima composizione per il cinema. Al teatro invece da qualche anno Jacopo collabora con un altro attore cabarettista catanese, Marco Mazzaglia, «ormai diventata la mia spalla artistica,
con spettacoli da noi realizzati e molto apprezzati da pubblico e critica. L'ultimo lavoro scritto a tre mani con l'attore regista Francesco Russo, dal titolo Due siciliani in paradiso, questa estate ha fatto il pienone in tutte le piazze e i teatri» In tema di progetti futuri racconta Jacopo: «A breve partirò in tour teatrale con lo spettacolo sulla storia di Salvatore Giuliano, l'ultimo brigante della storia moderna, da me scritto. Mentre in tv mi vedrete su canale cinque nei panni di Salvino Madonia, giovane rampollo della mafia che fu il killer del personaggio da cui prende il nome la fiction, Libero Grassi». Non solo attore, ma anche sportivo: Jacopo fa parte della Nazionale Attori e Cantanti, «un’esperienza bella a livello etico, per la raccolta fondi per progetti in tema di sicurezza stradale. Pur non essendo un amante del calcio, mi diverto molto perché ho sempre accanto validi giocatori che sollevano l'andamento della partita. In campo sono soprannominato Forest Gump, perché non faccio altro che correre da una parte all'altra senza mai toccare palla. L'importanza della sicurezza stradale è un tema su cui ciascuno dovrebbe dedicare parte del suo tempo. Si pensa sempre che in macchina si è invincibili perché una struttura di metallo ci protegge, mentre è proprio lì che siamo vulnerabili. I più giovani dovrebbero essere coscienti, ogni volta che salgono in sella al loro motorino, pensando con la testa in maniera attenta e vigile, senza dover per forza apparire stupidi o derisi dagli amici per un casco indossato che gli salverà la vita».
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Medicine Alternative Rubrica informativa che tende a fare luce sulle medicine alternative e a dare qualche indicazione sulle terapie naturali
Dott. Domenico Dell’Aria - STUDIO ALCHIMEDICA V.le V. Veneto 267 - Catania • Tel. 095 0922682
Microbioma
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ino a non molto tempo fa i biologi consideravano gli esseri umani autonomi e capaci di autoregolazione interna. Negli ultimi dieci anni si è capito che il corpo umano somiglia più ad un ecosistema complesso, nel quale milioni di batteri e microorganismi coabitano con noi e sono in numero nettamente prevalente al numero delle nostre cellule. Nel loro insieme questa comunità microbica è modernamente chiamata microbioma o microbiota e si è visto che, lungi dall’essere un pericolo, contribuisce attivamente a processi fisiologici fondamentali, dalla digestione alla crescita all’autodifesa. In pratica lo sviluppo della microflora batterica di ogni individuo dipende dal numero e dal tipo di microrganismi con i quali l’individuo interagisce fin dalle prime fasi della crescita e dal suo patrimonio genetico, rendendolo unico. I prodotti genici di tali cellule interagiscono con le cellule umane e, considerato che il microbioma comunica con il sistema immunitario e con il sistema nervoso, ne consegue che l’equilibrio di questo ecosistema risulta essere di fondamentale importanza per garantire condizioni di salute dell’ospite. Appare plausibile, quindi, alla luce delle più recenti ricerche, affermare l’esistenza di un collegamento tra il microbioma e una serie di comportamenti complessi legati al sistema nervoso centrale, quali umori ed emozioni, appetito e ansia, sul rischio di disturbi psichiatrici e neurologici quali depressione, autismo e schizofrenia. Gli studi si stanno concentrando anche sull’influenza che il microbioma potrebbe esercitare in malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson. Questa comunità microbica si mantiene relativamente stabile nel tempo, ciascuna porzione del tratto gastrointestinale è colonizzata da una specifica flora che si adatta alle condizioni microambientali locali. Variazioni qualitative e/o quantitative della sua composizione determinano la comparsa di una condizione di disbiosi intestinale che è il termi-
ne con il quale si usa definire uno stato di cattiva funzionalità intestinale, alla base di moltissime manifestazioni cliniche, dalle coliche infantili dei tre mesi (dovuta spesso al latte vaccino) sino alla celiachia e al morbo di Crohn passando attraverso eczemi, asma, riniti, cefalee, orticarie, cistiti, diarree, colon irritabile, candidosi, allergie, intolleranze alimentari ecc. Infatti una proliferazione di batteri putrefattivi non fisiologici o ancora peggio enteromicosi (candidosi, segno di peggioramento della disbiosi), innescano una catena di reazioni che portano ad alterazione della mucosa intestinale sino alla fenestratura della stessa “leaky gut syndrome“ (sindrome dell’intestino permeabile). Ruolo particolarmente attivo rivestono i cosiddetti conflitti mentali, ovvero la stretta correlazione tra eventi emotivi sociali e l’insorgenza di una iniziale turba dell’apparato intestinale «intestino secondo cervello» (non dimentichiamo i 10 milioni di neuroni nella mucosa intestinale). Già settant’anni fa 2 ricercatori, Stokes e Pillsbury, avevano ipotizzato il coinvolgimento patogenetico tra intestino e stati emotivi capaci di alterare la normale flora batterica. A chi non è mai capitata una gastrite o una colite da ansia o da “collere”. L’evoluzione di alcuni studi in questi anni è arrivata addirittura a collegare : ascendente a problemi in famiglia, trasverso con gli amici, discendente con la società-lavoro. Tornando alla nostra disbiosi, l’insorgenza di questa condizione clinica comporta, in fase inizia-
le, l’incremento delle attività microbiche in senso proteolitico e/o saccarolitico, con conseguente comparsa di fenomeni fermentativi e/o putrefattivi. Il quadro clinico che consegue è caratterizzato da gonfiore addominale-meteorismo-flatulenza-irregolarità dell’alvo, talvolta associati a dolore colitico. L’alterazione dell’integrità della mucosa enterica è modernamente spesso correlata con l'origine delle malattie autoimmuni, pertanto, in vari casi, esse potranno guarire solo con la guarigione del rivestimento del tratto gastrointestinale. Qualunque altro trattamento non può risolvere il problema e serve soltanto a sopprimerne i sintomi. Vediamo come fare a correggere il problema del danno della mucosa intestinale TERAPIA • Arginina 500mg. (precursore) 1cpr. 2-3 die • Hericium fungo rigenerante 150 mg/die • Chorella alga cicatrizzante 150 mg/die • Bifidus bifidum inulina e fos • Eventuale colostro e /o zeolite • Curcuma longa 30 mg/die • Zinco 40mg. 1cpr/ Die Vit D3 e Vit C • Lattoferrina 25 mg. + B Glucani Il mio personale consiglio intanto è quello di usare il buon senso: la vita moderna ci ha allontanato dalle nostre radici e la qualità nutrizionale della nostra alimentazione è andata perdendosi sotto l’effetto di agricoltura intensiva, industrializzazione, metodi di preparazione e conservazione; tornare con attenzione alla scelta di quello che ingeriamo è un primo passo importante. Qualità della vita, nel senso di trovare equilibrio tra il tempo dedicato al lavoro, alla famiglia, al tempo libero (anche modica attività fisica), agli amici. Per quanto alla scelta dei fermenti lattici non sottovalutateli: esistono prodotti e case produttrici molto serie che da anni li studiano e li applicano a tutti i tipi di patologie, dalle gastrointestinali alle psichiatriche con successi terapeutici a volte non presumibili. In genere inizio un ciclo: Prima settimana con Enterococchi Faecium, Saccaromyces Boulardi e Lactobacillus Acidofilus. Seconda settimana con i Bifidobacteri. Terza settimana con Lactobacillus Rhamnosus. Questa procedura già mi garantisce un buon ripristino ed equilibrio delle famiglie batteriche senza competizioni e con il tempo necessario alle colonizzazioni. Poi, da caso a caso, la terapia cambia, per cui consiglio finale è di consultare un bravo specialista.
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Animali: parola d’ordine rispetto di Marta Prestianni
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li animali hanno propri diritti e dignità come te stesso. È un ammonimento che suona quasi sovversivo. Facciamoci allora sovversivi: contro ignoranza, indifferenza, crudeltà», ammonisce la scrittrice francese Marguerite Yourcenar. Quello del rispetto verso gli animali è un tema molto sentito. E seppur negli ultimi tempi siano stati fatti passi avanti, ancora
troppi sono i maltrattamenti subiti. Sempre più numerosi sono gli appelli volti alla loro tutela lanciati attraverso i mass media, le inchieste e i social. Gli italiani sono, del resto, per la maggior parte amanti degli animali. Dal rapporto Assalco-Zoomark sull’alimentazione e la cura degli animali da compagnia emerge infatti che gli animali d’affezione nel Belpaese (pet) sono circa 60 milioni. Gli italiani amano i pet, se ne prendono cura con sempre maggiore attenzione,
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scegliendo con cura i loro alimenti e prediligendo la qualità; si approcciano a loro considerandoli veri e propri membri della famiglia; scelgono il veterinario di fiducia con grande scrupolo, come si fa per la scelta del pediatra. Quello degli animali è un comparto che crea un indotto economico davvero notevole e in crescita. Sempre secondo il rapporto Assalco-Zoomark, in Italia il giro d’affari del mercato dei prodotti per l’alimentazione degli animali da compagnia (cane e gatto) ammonta a 1 milione e 830 mila euro che si somma a quello per gli altri animali da compagnia (roditori, tartarughe, pesci e uccelli), ammontante a circa 18 milioni di euro. Questo crescente business ha determinato un boom di negozi per animali. Ma non tutti i negozi per animali sono uguali. Questo settore richiede, come ogni ambito, professionalità, aggiornamento costante ed esperienza. Il negozio di animali non può essere solo un deposito a cui attingere per acquistare quello che occorre senza discernimento. Deve invece rappresentare un punto di riferimento in cui trovare risposte a dubbi, ottenere consigli, trovare il meglio per ogni evenienza. Gli animali non possono mai essere visti come un goloso business. Sono semplicemente esseri senzienti che richiedono rispetto, da chi decide di tenerne uno come compagno di vita e da chi decide di fare della cura degli animali il proprio mestiere.
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Quando arriva la cicogna Dr.Laura Monteleone Psicologa-Psicoterapeuta
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attesa di un figlio è sempre portatrice di infinite e variegate emozioni, a volte forti e inaspettate. Il sentimento dell’essere genitore si ha nel momento in cui si sa che al mondo arriverà una nuova vita, anche se tutto ha comunque inizio nel momento del concepimento stesso. Ma a livello psicologico un figlio si inserisce già all’interno di una storia che appartiene ai singoli genitori, all’incontro di questi e della costituzione della storia della coppia stessa. Dunque ogni individuo nasce già all’interno di una complessità. Questo aspetto, poco pensato quando si diventa genitori, e ancor meno quando lo si è già da tempo, è invece importante da rivedere per riappropriarsi della propria storia personale di “figlio” e per potersi pensare genitore. Tale funzione rimanda ovviamente ai rapporti tra le generazioni: come si collocano i genitori dentro le proprie storie familiari e come si colloca il nascituro dentro quella particolare fase della storia di coppia. È
anche questa un'altra complessità che determina lo spazio storico in cui è collocato il neonato e la sua immagine relazionale. Un figlio rappresenta il continuum generazionale, la possibilità del prolungamento della propria esistenza e dell’incontro tra due persone, ma anche la possibilità di dare un ‘nuovo senso’ al proprio lavoro, ai propri sacrifici e progetti. Quindi un figlio nasce all’interno di un progetto e “a sua insaputa” è ulteriore foriero di progettualità. Il passaggio alla genitorialità è così la fase in cui la coppia sperimenta lo "status genitoriale", inteso come assunzione di responsabilità non solo biologica, ma soprattutto sociale ed educativa. Le modalità di assunzione
Novembre-Dicembre 2017 della genitorialità definiscono anche la futura fisionomia della famiglia. Con la nascita del primo figlio avviene, infatti, una radicale ridefinizione dei ruoli e un riposizionamento relazionale della coppia stessa. Durante la gravidanza non solo i genitori si preparano alla nascita del bambino, ma l'attesa rappresenta la nascita della donna come madre e dell'uomo come padre. La gravidanza è quindi un periodo ricco di rielaborazione del passato e progettazione per il futuro, un ponte tra passato e futuro. Con il parto e la nascita del bambino, in particolare la madre si trova in un particolare stato psicologico che suscita in lei una sensibilità estremamente acutizzata e una particolare sollecitudine per i bisogni del bambino. In questa fase la madre offrirà al suo bambino un ambiente relazionale
capace di contenimento (holding) essenziale al suo sviluppo, se lei stessa sarà sostenuta psicologicamente e accudita. Durante il periodo post-partum, infatti, la donna tende a regredire psicologicamente, sperimentando un particolare bisogno di sicurezza e protezione. La presenza e collaborazione di un compagno presente e rassicurante a sua volta contribuisce a creare un ambiente relazionale di fiducia e di conferma di affettività, che permetterà di affrontare le inevitabili difficoltà quotidiane con maggiore sicurezza. Nella scelta dei percorsi di preparazione al parto che, oggi, vengono proposti ai neo-genitori, è bene che la coppia valuti anche l’attenzione data proprio agli aspetti psico-emozionali connessi e al sostegno e all'accompagnamento prima della donna e poi della coppia in gravidanza, nel delicato e cruciale passaggio dalla diade alla triade, e quindi optando non solo per quelli che forniscono informazioni “tecniche” sulla fisiologia del travaglio. Su queste basi, il ritorno a casa con il bambino rappresenterà la nascita reale della famiglia e i genitori potranno maturare insieme la necessaria esperienza, realizzando una crescita personale che li porta a conoscersi meglio e ad affrontare la nuova vita a tre. • • • •
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Windsurfschool 360 action: a Catania il windsurf tutto l’anno
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l windsurf è uno sport che sa regalare intense emozioni, a qualsiasi livello si svolga. A Catania sul lungo litorale sabbioso della Plaja, presso il villaggio turistico Le Capannine (viale Kennedy, 93) si trova Windsurfschool 360 action, la scuola di windsurf alle pendici dell’Etna. «Il centro - spiega Marco Prestianni, presidente dell’associazione sportiva “360 action asd” e istruttore di windsurf Vdws – è aperto tutto l’anno perché il windsurf non ha stagioni. Recuperare il mare anche in periodi in cui è poco frequentato è davvero allettante, specialmente in una città dal clima mite come la nostra. Anzi fare windsurf non solo in estate o in giornate invernali sotto al sole, vedendo dal mare l’Etna imbiancata, regala sensazioni uniche». La scuola è riconosciuta da e affiliata a Acsi (Associazione Centri Sportivi Italiani), Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) ed è anche Vdws Watersport center, inclusa cioè nel circuito della Vdws International (Verband Deutscher Watersport Schulen), associazione delle scuole di windsurf e sport nautici, struttura di supporto e di professionalità per tutti gli istruttori e le scuole. In Italia la Vdws annovera più di 80 scuole, mentre a livello internazionale conta oltre 600 centri e ogni anno forma più di 700 istruttori. Il riconoscimento Vdws è da sempre sinonimo di qualità, professionalità, serietà e passione per lo sport e l’insegnamento, e quindi garanzia per il cliente sia nazionale che internazionale.
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di Tiziana Campo
«Il windsurf è uno sport alla portata di tutti, che si può praticare anche in maniera rilassata. Consente di conciliare mare, natura, attività fisica e divertimento. Ma non va mai improvvisato – puntualizza l’istruttore - capire le nozioni base, le tecniche, le manovre, sotto la guida di un istruttore qualificato, è imprescindibile per poter essere padroni di vento e attrezzatura. Un corso dunque è il passo fondamentale per approcciarsi a questa disciplina. I nostri “scolaretti” sono bambini, donne, uomini e persino “giovanotti” di 75 anni. A fine corso rilasciamo un patentino con validità internazionale, garanzia che l’allievo conosce i basilari e le regole di sicurezza e precedenza. I livelli indicati sul patentino documentano la preparazione del corsista. Le lezioni si svolgono su prenotazione e con attrezzature moderne e nuove, costantemente aggiornate, da quelle scuola per i principianti a quelle più performanti. Il nostro intento è quello di professionalizzare al massimo la nostra scuola, per diventare davvero un centro in cui nulla è lasciato al caso, ma tutto è frutto di un iter all’insegna dell’efficienza e della competenza. Seguiamo tutto l’anno i nostri associati che intraprendono da noi e con noi un percorso che non viene mai interrotto, neanche quando sono in grado di gestirsi in autonomia. Organizziamo infatti trasferte con i soci per praticare il windsurf anche in altri spot
della Sicilia, grigliate post windsurf e attività di pulizia della spiaggia per la sensibilizzazione ambientale, divertendoci e creando così una grande famiglia». Da circa tre anni, inoltre, Windsurfschool 360 action collabora con Seable Disabled Holidays, un tour operator che si occupa di vacanze per disabili. Svariate le attività che vengono svolte. Tra queste il windsurf con gruppi di non vedenti o ipovedenti, anche con problemi motori, per i quali (con il supporto della Vdws che si occupa di fornire licre, gadget, manuali e altro) viene svolta attività di teoria e poi pratica in acqua con l’attenta presenza dello staff di Windsurfschool 360 action. Risultati entusiasmanti: molti dei disabili coinvolti riescono ad assaporare momenti di windsurf in autonomia. E il loro sorriso ripaga la fatica per il difficile lavoro svolto. Questo progetto sociale è la dimostrazione che il mare non ha barriere e il windsurf è per tutti. Info: www.windsurf360.it Telefono: 3476341500 Fb: Windsurfschool Tre e Sessanta
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Il mondo del lavoro verso l’era digitale. Dove stiamo andando?
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di Giuseppe Leocata
’impatto sociale dell’entrata nell’epoca definita ‘Industry 4.0’ è di rilievo notevole e, per restare competitive sul mercato, le aziende puntano sulla digitalizzazione, l’automazione e lo sviluppo professionale dei lavoratori, mirato verso una sempre maggiore creatività, agilità e verso l’attitudine a rimanere sempre aggiornati. Per la piena personalizzazione del prodotto i lavoratori impostano complessi macchinari per ottenere quanto desiderato dal cliente ed essendo le macchine sempre soggette ad errori, bug o altre tipologie di ostacolo alla produzione, l’operaio deve risolvere questi problemi, che il più delle volte riguardano problematiche nate dai sistemi informatici che governano la produzione. La logistica interna allo stabilimento è gestita da robot in grado di sollevare pesi maggiori dell’operaio. Il ruolo del lavoratore rimane quello di impostare il sistema informatico che gestirà poi autonomamente lo stoccaggio del materiale nel modo più efficiente, sulla base di sensori e input che il ciclo produttivo fornisce. Le macchine non rubano il lavoro all’uomo (se non in termini di riduzione di posti di lavoro), ma spostano il centro del lavoro fisico e manuale a un lavoro di creazione e progettazione. Cambiano gli orari e i luoghi di lavoro nel contesto di un sistema di controllo che sta già incidendo sulla vita quotidiana (e non soltanto lavorativa) dei lavoratori. Essendo la produzione gestita
virtualmente, nulla impedisce a un lavoratore di controllarla ‘in remoto’, grazie al proprio computer di casa o al proprio smartphone da un altro luogo (Adapt). In Italia nel 2025 vi sarà una faticosa transizione verso una produzione concentrata sull’“immateriale”, appesantita dai ritardi con cui finora si è investito in scuola, ricerca e formazione, pure manageriale. Robot e software nel 2025 creeranno 13 milioni di nuovi posti di lavoro e ne distruggeranno 22 milioni (M. Perrone). L’automazione cancella non soltanto mansioni manuali, ma anche quelle intellettuali esecutive, con conseguenze inevitabili sullo stato sociale. L’attuale disoccupazione è strutturale ed è destinata a crescere sia per l’effetto di sostituzione del lavoro umano da parte delle macchine, sia per l’effetto della globalizzazione: non produciamo più nei nostri confini, ma compriamo dove si produce a un costo più basso. In Italia ci sono ancora oltre 3 milioni di persone che non hanno un lavoro, non sanno come vivere e come mangiare. In attesa dei nuovi lavori, bisogna redistribuire quelli che già esistono. È inutile pretendere il lavoro per i disoccupati se gli occupati fanno straordinari, sono sempre disponibili anche nel week end e si fermano in ufficio ogni giorno oltre l’orario di lavoro senza essere per questo retribuiti. In Italia lavoriamo 1800 ore all’anno. È la quantità maggiore in Europa. Bisogna redistribuire il lavoro, riducendo gli orari (D. De Masi). L’introduzione massiva dell’automazione deve fare i conti, poi, con la popolazione relativamente anziana del
nostro Paese, non ancora a pieno alfabetizzata nell’informatica; infatti chi è più avanti con gli anni può trovarsi nella situazione di non riuscire a colmare il gap di conoscenza. Siamo all’inizio di un passaggio forse ignoto e senz’altro impervio da attraversare; non sappiamo con certezza in che tempi e in quali modi lo attuerà la nostra società, se la digitalizzazione sarà la ‘terra promessa’; in ogni caso è una scommessa irrinunciabile. Avranno un futuro i mestieri legati al tempo libero e alla cura della persona e le attività impiegatizie superiori, dove si decide e si gestisce. Sono più in pericolo i lavori impiegatizi intermedi, i contabili, i mestieri legati ai trasporti, alla meccanica, al mondo delle costruzioni, grazie al crescente uso di strutture modulari standardizzate. Il cambiamento sarà meno brusco per i servizi sociali, le professioni sanitarie, l’istruzione e i programmatori; soffrirà di più chi svolge funzioni amministrative e chi lavora nei settori della trasformazione alimentare o dell’agricoltura. Si assisterà alla probabile scomparsa della manicure, sostituita da una macchina, alla tenuta dei mestieri legati allo spettacolo e saranno importanti i lavori ad alto contenuto artigianale. Svanirà del tutto l’idea del posto fisso: la vita professionale si snoderà fra almeno 2-3 mestieri diversi. Molti di questi lavori oggi non esistono, mentre alcune professioni (impiegato di banca, postino e operatore di call center) sono destinate a scomparire (Roland Berger Institute). La chiave del futuro sarà l’adattabilità, poiché nel mercato del lavoro globale tutto cambia di continuo. È opportuno, infine, citare qualche altra criticità del processo in corso. Senza una drastica riduzione dell’orario di lavoro non c’è via d’uscita. Le nuove forme di alienazione sono legate alla diffusione delle tecnologie di comunicazione che distruggono legami sociali e che creano singoli individui isolati che pensano di stare al mondo perché sono iperconnessi ogni momento» (T. Perna). Anche nel mondo imprenditoriale qualcuno difende l'interazione tra persone in un ufficio, in un luogo di lavoro comune, perché è nel confronto e nel dialogo che nascono meglio le idee (C. Ratti). Ciò fa ragionare sul lavoro e sulla produttività, ma anche e soprattutto sul lavoro come dignità, responsabilità e partecipazione a una comunità. Per ripensare il lavoro serve una sorta di nuovo "umanesimo industriale" (Fondazione Pirelli) o anche un nuovo "umanesimo digitale", legando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali al rilancio delle relazioni tra le persone; le nuove tecnologie digitali finiscono per essere davvero produttive e per stimolare la creatività solo se usate come facilitatrici di relazioni tra le persone (C. Ratti).
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Rapporto sul turismo 2017
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A cura della Redazione
nalizziamo i dati e trend del settore turistico sia nel mondo che nel nostro Paese, pubblicando alcuni stralci tratti dal Rapporto sul Turismo 2017, curato da UniCredit in collaborazione con Touring Club Italiano. Il turismo nel mondo e in Italia continua a crescere, nonostante tutto: si tratta di un segnale importante per l’economia e dimostra che il desiderio di viaggiare e conoscere non sta venendo meno. I fattori che hanno remato contro in quest’ultimo periodo sono molteplici: dalla crisi globale al terrorismo, dai fenomeni migratori all’affermazione di nuove forme di protezionismo in alcuni tra i principali Paesi a vocazione turistica. Nel 2016, infatti, la Francia ha subito un calo di arrivi internazionali (-4%) sull’anno precedente, l’Egitto ha perso oltre il 40% dei flussi mentre la Turchia quasi il 30%. Da questa situazione, Cipro, Spagna, Malta e Croazia sembrano aver ricevuto notevoli benefici con tassi di crescita a doppia cifra. Per il 2016 il bilancio dei flussi turistici nel mondo si conferma tutto sommato positivo: rispetto al 2015, infatti, si registra un +3,9% che permette di superare gli 1,2 miliardi di arrivi internazionali. L’Europa resta la destinazione turistica più visitata dai viaggiatori internazionali: con circa 620 milioni di arrivi riceve, infatti, oltre il 50% dei flussi complessivi. Seguono Asia e Pacifico (303 milioni, circa il 25%) e l’America
con 201 milioni di arrivi (16%). Guardando ai Paesi più visitati al mondo, in classifica si conferma al primo posto la Francia con 84,5 milioni di arrivi internazionali, seguita dagli USA (77,5), dalla Spagna (68,2) e della Cina (56,9). L’Italia consolida la quinta posizione (50,7 milioni), prima della Turchia (39,5). Nonostante sia ancora oggi spesso sottovalutato, il turismo risulta un driver decisivo per il nostro Paese. L’Italia è una delle mete più desiderate nell’immaginario collettivo di tanti stranieri e ciò ha una ricaduta economica considerevole: nella classifica dell’Organizzazione Mondiale del Turismo siamo quinti per capacità attrattiva con 50,7 milioni di arrivi internazionali e i dati 2016 del World Travel and Tourism Council certificano che la nostra industria turistica vale
70,2 miliardi di euro (ovvero il 4,2% del Pil) che salgono a 172,8 miliardi di euro (il 10,3% del Pil), se si aggiunge anche tutto l’indotto. Per non parlare degli effetti dal punto di vista occupazionale: sono circa 2,7 milioni, infatti, i lavoratori complessivi. Roma, Milano, Venezia e Firenze sono le destinazioni culturali più visitate del nostro Paese. Le regioni del Centro-Nord e quelle del Sud procedono ancora a doppia velocità. il Veneto è, con oltre 63 milioni, la regione più turistica d’Italia, con dati tre volte superiori a quelli della Campania (19 milioni) e ben quattro volte a quelli della Sicilia (15). La Sicilia si piazza al 9° posto in Italia con un incremento nel periodo 2010-2015 del 7,5%. Come mete predilette dai turisti in Sicilia in testa con il 24,3% si colloca Messina (per il flusso turistico verso Taormina) poi Palermo (20,2%), Trapani (14,9%), Catania (13,6%), Siracusa (9,7%) e Agrigento (8,9%).
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B-ONE: professionalità, prodotti e profitto
«I
l mercato dell’intermediazione assicurativa sta cambiando velocemente, le esigenze dei clienti diventano sempre più sofisticate, continuano a emergere nuovi mercati. Da queste motivazioni - per iniziativa di un team di professionisti con esperienza pluridecennale nel settore dell’intermediazione assicurativa e della finanza internazionale - è nato B-One», spiega Alessandro Reito, con un’esperienza di oltre 17 anni nel settore assicurativo a livello nazionale, prevalentemente core business nella gestione del risparmio (ufficio di Corso Italia 298 a Catania). «B-One è un Broker Wholesale con una profonda capacità di analizzare il mercato e i bisogni dei singoli intermediari/clienti, così da identificare le migliori soluzioni per ottimizzare e amplificare il business del cliente, attraverso un team Specialist - continua - la nostra mission è quella di collocare sui principali mercati assicurativi, nazionali e internazionali, le esigenze di piazzamento degli intermediari/clienti che ci scelgono come Broker Wholesale di fiducia. In tal senso B-One vuole diventare
il primo interlocutore dell’intermediario/cliente, attraverso una costante dimostrazione di capacità e passione per la nostra professione, costruendo relazioni solide, sostenibili, durature». La caratteristica di B-One è una profonda sensibilità nel comprendere i trend di mercato e i nuovi bisogni assicurativi legati all’evolversi della società e delle normative, elaborando e creando soluzioni. «Fra le diverse specializzazioni di B-One – continua Reito- è stato individuato nella Sanità Integrativa la nuova frontiera di sviluppo e il mercato con il maggior tasso di crescita atteso. Per dare un forte segnale della volontà di essere protagonisti nel Welfare, abbiamo
creato una divisione dedicata che offre le più evolute soluzioni per il Welfare familiare/aziendale, in collaborazione con i più importanti Players specializzati del mercato. L’obiettivo che ci siamo posti è ottimizzare la vendita e la fidelizzazione dell’intermediario/ cliente, attraverso un portafoglio prodotti completo e una costante formazione. Il team Specialist affianca costantemente l’intermediario/cliente, fornendo una puntuale consulenza e un piazzamento del rischio sul Player maggiormente competitivo». B-One fonda il proprio approccio con l’intermediario/cliente su tre pilastri fondamentali: professionalità, prodotti e profitto e crede in valori come innovazione, velocità, flessibilità e soddisfazione del cliente. «In apparenza siamo Broker Generalisti – puntualizza Reito - ma ci siamo dotati di una struttura di Divisioni guidate da Broker Specialist che affrontano il mercato assicurativo con la seguente impostazione: divisione Rca, divisione Persone, divisione Professionisti, divisione Imprese, divisione Welfare, divisione Private Insurance. Il nostro core
business rimane la gestione del risparmio e il nostro partener è Sikura Life A.G. che ha sede nel Principato del Liechtenstein, luogo noto per la sua lunga tradizione di continuità politica». La compagnia ha ricevuto l’autorizzazione ad operare dall’Autorità di Vigilanza il 16 Ottobre 2012. La filosofia di Sikura Life si può riassumere su alcuni punti di forza quali: sensibilità per il cliente, trasparenza delle condizioni contrattuali, flessibilità dei prodotti, ricerca costante di opportunità di investimento, costi contenuti. Promise, il prodotto di punta della compagnia, è una polizza a vita intera unit linked, che trasforma le risorse di oggi nella libertà di domani del cliente Sikura Life, qualificata compagnia europea di assicurazione, consente di associare all’investimento i benefici di una polizza assicurativa, con interessanti agevolazioni fiscali e possibilità di pianificazione successoria. La sua ampia flessibilità permette di scegliere la modalità più adatta per accumulare con successo un capitale nel medio-lungo periodo, accantonando risorse economiche esclusivamente in base alle disponibilità e ai bisogni del cliente.
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SOS rifiuti nel mondo
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di Laura Muscarà
i chiama Pacific Trash Vortex ed è un’isola di plastica di dimensioni stimate intorno ai 700000 km quadrati e profonda circa 30 metri, situata nell’Oceano Pacifico, tra le Hawaii e la California; composta per l’esattezza da due grandi masse di rifiuti: una a sud-ovest del Giappone e una a nordovest delle Hawaii. È un’isola di spazzatura, di plastica, circa 3 milioni di tonnellate, riunite insieme per effetto del vortice sudtropicale del nord Pacifico. Quest’isola fu scoperta dal magnate Charles Moore, il 3 luglio del 1997, durante una regata alle Hawaii, quando navigando al di fuori delle rotte, incontrò una zona di alta pressione con venti debolissimi e con un impressionante accumulo di plastica. Gli animali si cibano di questa plastica, con conseguenze anche sull’alterazione della catena alimentare e danni anche per l’uomo, quando finiscono sulle nostre tavole. Secondo Greenpeace, oltre 170 specie si nutrirebbero di rifiuti plastici. Una situazione allarmante anche alla luce di recenti studi per i quali il Pacific Trash Vortex sarebbe visibile anche dallo spazio. Secondo un rapporto della Ellen MacArthur Foundation, se non si agisce in maniera decisa, entro il 2050 la plastica supererà di gran lunga la quantità di pesci in mare.
Non solo il Pacific Trash Vortex, ma sono allarmanti anche i rifiuti sulla terra e quelli nell’aria. E sempre più numerose sono le campagne di sensibilizzazione volte alla riduzione dei rifiuti. Tra queste da 18 al 26 novembre si svolgerà la nona edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (Serr), che quest’anno verterà sul tema “dare una seconda vita agli oggetti”, sia in termini di riutilizzo che di riciclo creativo. Il presupposto di quest’ultima tendenza sarebbe la raccolta differenziata che però secondo il Rapporto elaborato dal Centro Nazionale per il Ciclo dei Rifiuti dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), non sarebbe egualmente virtuosa in tutti i contesti e in Italia varierebbe con picchi differenti da Regione a Regione. Se il Triveneto risulta al top per
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la gestione dei rifiuti e in termini di riciclo; se anche Sardegna, Campania e Marche si collocano in ottima posizione; fanalino di coda invece risultano Sicilia, Basilicata e Calabria. In particolare nella nostra Regione le peggiori province in tema di raccolta differenziata sono Enna, Siracusa, Messina e Ragusa e, in generale, tutte le città della Trinacria si trovano piazzate nelle ultime posizioni, segno che ben poco è fatto in termini di sensibilizzazione ambientale e di reale riduzione e riciclo dei rifiuti. “Nel 2015, la produzione regionale siciliana di rifiuti speciali si attesta a 7,4 milioni di tonnellate, il 5,6% del totale nazionale. Il 94,8% (circa 7 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti non pericolosi e il restante 5,2% (384 mila tonnellate) da rifiuti pericolosi. Le principali tipologie di rifiuti prodotte sono rappresentate dai rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (49,3% della produzione regionale totale) e quelli derivanti dal trattamento dei rifiuti e delle acque reflue (38,5%)” (Fonte Ispra). È evidente che l’ammonimento del filosofo José Ortega y Gasset «io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso», appare solo una frase senza alcun riscontro. E senza andare nel lontano Oceano Pacifico, forse anche la Sicilia, ad eccezione di pochi comuni virtuosi, se continua in questa direzione è destinata a diventare un’enorme isola di spazzatura. Che il “trash” sia con noi.
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