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CATANIA - via Zia Lisa, 253 • Tel. 095 57 45 13 www.salvasrl.it Anno VIII - n. 04 Dicembre 2016 - Gennaio 2017 giornale d’informazione, attualità e cultura
ALL’INTERNO Aci-Istat: incidenti stradali. In aumento vittime e feriti gravi pagina 2
SaperexGuidare: «Si ritorni a fare prevenzione» pagina 3
Belpaese, addio: boom di italiani emigrati all’estero pagina 4 Maurizio Nicolosi: un catanese tra cinema, tv e teatro pagina 5
Medicine alternative: Il Cuore. A cura del Dott. D. Dell'Aria pagina 6
Bebè a bordo: dal 2017 nuove norme sui seggiolini auto pagina 7
Il disegno infantile: cosa comunicano i bambini? pagina 11
50° rapporto Censis: la società italiana al 2016 pagina 13
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Aci-Istat: incidenti stradali. In aumento vittime e feriti gravi. Motociclisti e pedoni categorie più a rischio di Tiziana Campo
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umentano le vittime della strada, rallenta il calo di incidenti e feriti. È quanto emerso dal workshop “Incidentalità stradale: strumenti innovativi nella misurazione e valorizzazione di nuove fonti per l’analisi del fenomeno”, svoltosi a Roma da Istat e Aci il 7 Novembre 2016, nel corso del quale sono stati resi noti i dati definitivi degli incidenti stradali, dopo quelli provvisori anticipati nel luglio scorso. «Nel 2015, per la prima volta dal 2001, è tornato a crescere il numero delle vittime (+1.4%), a fronte di una flessione dell’1,4% degli incidenti e
L’Editoriale
dell’1,7% dei feriti – afferma il direttore dell’Automobile Club Catania Carlo Sorbello - in aumento anche i feriti gravi: quasi 16mila contro i 15mila del 2014 (+6,4%). In totale nel 2015 in Italia si sono verificati 174.539 incidenti con lesioni a persone (478 in media ogni giorno), che hanno provocato 3.428 decessi (9,3/giorno) e 246.920 feriti
(676/giorno). Rilevante l’aumento della mortalità nei grandi Comuni: +8,6%, nel complesso, il numero delle vittime nell’abitato. Motociclisti (773, +9,8%) e pedoni (602, +4,1%) le categorie con il maggior numero di vittime; in calo, invece, le vittime tra automobilisti (1.468, -1,5%), ciclomotoristi (105, -6,3%) e ciclisti (251, -8,1%) - continua -
Automobile Club d’Italia guida distratta, velocità elevata e mancato rispetto della distanza di sicurezza (nel complesso il 38,9% dei casi), i comportamenti errati più frequenti. Eccesso di velocità, mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e uso di telefono cellulare alla guida, le violazioni al Codice della Strada più sanzionate».
Incidenti, morti, feriti e indicatori per tipo di strada - Comune di Catania - Anno 2015 TIPO DI STRADA
Strada urbana Altra strada entro l'abitato Provinciale, regionale o statale fuori dall'abitato Autostrada Altra strada fuori dall'abitato Totale
Incidenti Morti Feriti Tasso mortalità Indice gravità 1.108 15 1.507 13,54 9,86 36 2 57 55,56 33,90 7 0 21 0,00 0,00 38 0 70 0,00 0,00 1 0 1 0,00 0,00 1.190 17 1.656 14,29 10,16 FONTE ACI-ISTAT
di Tiziana Campo
Quando la povertà dà i numeri
Ammontano a 4 milioni e 102mila le persone che in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta ossia il 6,8% dell'intera popolazione del Paese. Queste le cifre elaborate dal "Rapporto sulla povertà in Italia" dell’Istat. L’incremento del tasso di povertà non si arresta dal 2012. Le disuguaglianze sociali non sembrano appianarsi. Lo conferma anche l’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nell’ultimo aggiornamento sulle disuguaglianze di reddito in Italia, per cui un bambino su 5 e un lavoratore su 9 risultano indigenti, pari al 17,7%. Risulta, inoltre, povero il 16% dei giovani tra i 18-25 anni, il 13% degli adulti; l'11,5% dei lavoratori e il 9,3% degli anziani. Dati allarmanti certo, ma a ben rifletterci sono solo cifre senza sentimento, che sembrano ripetersi negli anni come una costante. Sono solo numeri aridi che non rendono giustizia ai poveri reali, a coloro che lottano per sopravvivere a giornate svuotate di ogni contenuto. Sono solo percentuali spoglie, che si susseguono come una cantilena negli anni, servendo solo a riempire le pagine dei giornali. Non hanno altro scopo se non quello di permettere a
politici, statisti e opinionisti di turno di sciorinare consigli e soluzioni. «Molti parlano dei poveri, ma pochi parlano con i poveri», ammoniva Madre Teresa di Calcutta. E viene il dubbio che abbia ragione il sociaologo Zygmunt Bauman quando afferma che «lo Stato non dedica più le sue attenzioni alla povertà con lo scopo primario e fondamentale di tenere in buone condizioni i poveri, ma con quello di sorvegliarli e di evitare che facciano danni o che creino problemi, controllandoli, osservandoli e disciplinandoli». Nessun reale rimedio: i poveri esistono, restano, resteranno e aumenteranno. Dormiranno in giacigli di fortuna, si affideranno alla bontà d’animo di chi in qualunque modo cercherà di alleviarne le sofferenze. E un bambino su 5, e poi forse nel futuro 1 su tre, continuerà a non capire perché a lui non toccano giocattoli, case riscaldate, vestitini nuovi o giornate al parco giochi. Non capirà perché i super eroi non vengono a salvarlo, perché papà e mamma inveiscono contro il mondo. Ma nessuno di quelli che “contano” e che per professione vomitano parole agghindati in giacca e cravatta e con facce d’occasione cercherà davvero di cambiare le cose, perché se è vero che la povertà è stata creata dall’uomo, viene il dubbio che a qualcuno forse la povertà conviene.
BALLARÒ NEWS - Editore: SaperexGuidare - Giovanni Calì. Direttore Responsabile: Tiziana Campo. Direttore Editoriale: Giovanni Calì. Controllo bozze: Antonella Capizzi. Collaboratori: Marta Prestianni, Laura Muscarà, Laura Monteleone, Marisa Barbaro, Giuseppe Leocata, Luna Sofia Calì. Redazione: V. Fortuna, 24 Catania. Tel. 3394999393 email: giovanni.cali@saperexguidare. it -Pubblicità: tel. 3286925521. Grafica & Impaginazione: Bruno Marchese. Stampa: Italgrafica - Aci S. Antonio (CT). Distribuzione gratuita ai soci ACI di Catania e per tutti i lettori a Catania, nei Comuni dell’hinterland, nelle edicole: Ragusa M. C.so Italia, 111 (CT); Marzà Salvatore v. Bellini, 7/A S. Agata Li Battiati; Edicolandia v. Roma 261, S. G. La Punta; Edicola Palestro V. v.le Europa, S. Gregorio; Edicola Pappalardo C.so Ara di Giove, 54 Pedara; Edicola Sciuto Corso Europa,14 Trecastagni; Edicola Castro, v. Provinciale 56, Acitrezza. Registrazione Tribunale Catania iscr. n°12 del 13/03/2009. Per l’edizione on line: www.ballaronews.it buona lettura.
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Incidenti stradali in aumento
Il presidente di SaperexGuidare Calì: «Si ritorni a fare prevenzione»
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di Tiziana Campo
el 2015 il numero degli incidenti stradali è tornato ad aumentare, dopo che negli ultimi 15 anni si era segnalata una diminuzione. È un dato allarmante, perché gli incidenti stradali rappresentano una vera e propria piaga sociale. È prioritario, pertanto, individuare continue e nuove strategie di prevenzione che consentano, a breve, medio e lungo termine, di porre un argine a questo fenomeno. «Da anni sono impegnato a portare avanti campagne di prevenzione sul tema», commenta Giovanni Calì, presidente nazionale dell’associazione SaperexGuidare, volta dal 1989 alla prevenzione e sensibilizzazione - di adulti, giovani e giovanissimi - in materia di sicurezza stradale. L’associazione, nata a Catania, si è affermata come solida realtà su scala nazionale. Lo scopo fondamentale di questo progetto è promuovere l'utilizzo costante dei sistemi di sicurezza come norma di prevenzione della traumatologia della strada. Per mezzo di un camper multimediale, al cui interno vi sono delle postazioni-computer, vengono mostrati, con l’ausilio di una piattaforma informatica, filmati inerenti a crash test, per far vedere quello che può accadere se non si indossano i dispositivi di sicurezza (cinture e casco). «Ho pensato di occuparmi di sicurezza stradale perché è un campo sul quale si investe davvero poco, ma che merita la massima attenzione - spiega il presidente Calì - troppo spesso si sottovaluta l’importanza dei dispositivi di sicurezza, troppo spesso si contravviene alle norme del codice della strada. Il nostro intento non è quello di fare una prevenzione spicciola, ma d’impatto, che sensibilizzi gli automobilisti, proprio mostrando le pesanti conseguenze a cui si va incontro contravvenendo alle norme. Svolgiamo anche giornate di prevenzione e sensibilizzazione interamente dedicate alle scuole, ma non ci rivolgiamo solo agli studenti – continua - il nostro messaggio è rivolto principalmente agli adulti, i primi
che violano costantemente tutte le norme del codice della strada. Per questa ragione, realizziamo posti di blocco speciali insieme alla Polizia Municipale, nel corso dei quali vengono fermati adulti che guidano senza casco o cintura e, solo per quella giornata, in luogo della multa, vengono invitati all’interno del camper per vedere le conseguenze del mancato utilizzo dei dispositivi di sicurezza». Le istituzioni sostengono la prevenzione? «Nel Nuovo codice della strada, l’art. 208 SPONSOR UFFICIALE I nfortunistica centro S tradale
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intitolato “Proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie” al comma 2 prevede che tali proventi siano destinati anche “per il finanziamento delle attività connesse all'attuazione del Piano Nazionale della sicurezza stradale, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale, nella misura del 80 per cento del totale annuo, definito a norma dell'articolo 2, lettera x), della legge 13 giugno 1991, n. 190, per studi, ricerche e propaganda ai fini della sicurezza stradale […]”. Eppure – continua Calì – nonostante questa norma, le istituzioni sono quasi del tutto disinteressate rispetto all’attuazione di campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale. E approfitto per lanciare un appello a tal proposito, perché si ritorni a considerare la prevenzione una soluzione tangibile per concorrere ad arginare questa emergenza». E si può sensibilizzare anche in modo allegro e simpatico, per questo è nata la Nazionale Attori e Cantanti – di cui Calì è direttore sportivo - proprio con l’obiettivo di realizzare eventi e partite di solidarietà, di beneficenza e di raccolta fondi per la prevenzione e sicurezza stradale. Volti noti della tv, del cinema, della musica e dello spettacolo impegnati a giocare a calcio, soprattutto nei campi di periferia, per veicolare messaggi dalla forte rilevanza sociale, con un’unica regola divertimento e impegno sociale.
Nazionale Attori e Cantanti
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Belpaese, addio: boom di italiani emigrati all’estero
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ollotutto.com, italiansinfuga.it, pensioneallestero.it, bulgariasoloandata.com, vadovia.it, viviallestero.com.: sono solo alcuni dei moltissimi siti che danno consigli e suggerimenti per lasciare il nostro Paese e trasferirsi altrove, specialmente in uno dei tanti paradisi low cost, come vengono definiti. Secondo il Rapporto Italiani nel mondo 2016, nel 2015 hanno lasciato l’Italia oltre 100mila connazionali. “Al 1 gennaio 2016 gli iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all'estero) sono 4.811.163, il 7,9% dei 60.665.551 residenti in Italia. La differenza, rispetto al 2014, è di 174.516 unità. La variazione – nell’ultimo anno del 3,7% – sottolinea il trend in continuo incremento del fenomeno non solo nell’arco di un tempo, ma anche nell’intervallo da un anno all’altro. A livello continentale, oltre la metà dei cittadini italiani (+2,5 milioni) risiede in Europa (53,8%), mentre oltre 1,9 milioni vive in America (40,6%) soprattutto in quella centro-meridionale (32,5%).
di Laura Muscarà In valore assoluto, le variazioni più consistenti si registrano, rispettivamente, in Argentina (+28.982), in Brasile (+20.427), nel Regno Unito (+18.706), in Germania (+18.674), in Svizzera (+14.496), in Francia (+11.358), negli Stati Uniti (+6.683) e in Spagna (+6.520). Il 50,8% dei cittadini italiani iscritti all’Aire è di origine meridionale (Sud: 1.602.196 e Isole: 842.850), il 33,8% è di origine settentrionale (Nord Ovest: 817.412 e Nord Est: 806.613) e, infine, il 15,4% è originario del Centro Italia (742.092). La Lombardia, con 20.088 partenze, è la prima regione in valore assoluto seguita da una importante novità, ovvero il balzo in avanti del Veneto (10.374) che fa scendere la Sicilia (9.823) alla terza posizione – era la seconda nel 2015 – seguita dal Lazio (8.436), dal Piemonte (8.199) e dall’Emilia Romagna (7.644). A livello provinciale, tra i primi dieci territori provinciali, sette sono del Sud Italia. Ad esclusione della Provincia di Roma, in prima posizione, seguono
infatti Cosenza, Agrigento, Salerno, Napoli, Milano, Catania, Palermo, Treviso e Torino” (fonte Rapporto Italiani nel mondo 2016). Dal 2006 al 2016 la mobilità italiana è aumentata del 54,9% passando da poco più di 3 milioni di iscritti a oltre 4,8 milioni. “Su 107.529 espatriati nell’anno 2015, i maschi sono oltre 60 mila (56,1%). La fascia 18-34 anni è la più rappresentativa (36,7%), seguita dai 35-49 anni (25,8%). I minori sono il 20,7%, mentre il 6,2% ha più di 65 anni”. Le donne – di cittadinanza italiana, con passaporto italiano e diritto di voto – residenti fuori dei confini nazionali al 1° gennaio 2016, sono 2.312.309, il 48,1% a livello nazionale (+84.345 unità rispetto al 2015)” (fonte Rapporto Italiani nel mondo 2016). E come si legge nella prefazione del Rapporto Italiani nel mondo 2016: “La mobilità è una risorsa, ma diventa dannosa se è a senso unico, quando cioè è una emorragia di talento e competenza da un unico posto e non è corrisposta da una forza di attrazione che spinge al rientro. Solo con il giusto equilibrio tra partenze e rientri avviene la “circolazione”, che è l’espressione migliore della mobilità in quanto sottende tutte le positività che derivano da un’esperienza in un luogo altro e dal contatto con un mondo diverso”.
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Maurizio Nicolosi: un catanese tra cinema, tv e teatro
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di Tiziana Campo
a mia è una famiglia numerosa: ho 7 fratelli e una sorella. Con loro, fin da piccolo, andavo quasi ogni giorno a vedere le pellicole. Amavo il cinema, ma il mio interesse principale era il calcio: giocavo nella squadra giovanile del Catania con ottimi risultati. Un giorno un mio amico, Nicola Conticello, mi disse che avevo la faccia da cinema e piano piano mi convinse a entrare in quel mondo che vedevo solo da fuori». Così si racconta Maurizio Nicolosi, catanese doc e attore da mezzo secolo, il cui debutto fu nel 1994, ne “Le buttane” diretto da Aurelio Grimaldi. Un percorso cinematografico il suo fatto di film importanti e impegnati tra cui, per citarne solo alcuni: “Ginostra” per la regia di Manuel Pradal; “La lupa” (di Gabriele Lavia); “Tra due mondi” con Michele Placido per la regia di Fabio Conversi; “Vipera” di Sergio Citti, con Harvey Keitel e Giancarlo Giannini; “Salvatore – Questa è la vita”; “L'uomo di vetro” di Stefano Incerti. Il curriculum di Maurizio Nicolosi è arricchito anche da cortometraggi e produzioni televisive come “La Piovra”, con Michele Placido, a partire del 1997 e numerose fiction poliziesche come “Il capo dei capi” (nel 2007), “Squadra antimafia – Palermo oggi” (2009), “Un caso di coscienza 5” e “Il Giudice Mastrangelo”. Tante le sue interpretazioni a teatro tra cui “Il giorno della Civetta” in cui ha per 4 anni interpretato il ruolo di Parrineddu e “A ciscuno il suo”, entrambi tratti da romanzi di Sciascia con la regia di Fabrizio Catalano. Una carriera quella di Maurizio Nicolosi mai improvvisata: «Quando mi resi conto che quella della recitazione era la strada che volevo intraprendere, mi misi immediatamente a studiare – afferma - ancora oggi, a 50 anni, continuo a perfezionarmi. Solo con una preparazione approfondita si può avere conoscenza di ciò che si fa. La mia è una professione molto particolare: molti sono i bravi attori poco popolari e, tanti quelli molto noti al pubblico ma poco preparati, in quanto costruiti ad hoc da uffici stampa, riviste, giornali – continua – io preferisco rimanere terrestre e splendere non di luce riflessa, rimanendo piuttosto me stesso. Ancora oggi non dimentico l’insegnamento di mio padre: “Tutto
quello che fai da grande lo impari da bambino”. E io da piccolo ho assorbito e rubato ai miei genitori e fratelli il meglio di loro e ancora oggi cerco di essere una spugna nella vita e nella mia professione, perché ciò che conta è imparare giorno per giorno da tutti e non sentirsi mai arrivato». A cosa ti stai dedicando attualmente? «Sto lavorando a uno spettacolo teatrale “Un seculu di storia sutta i peri”, regia di Emanuela Pistone. È una ricerca popolare, un recital di testi di Martoglio, Buttitta, Pippo Fava, Guastella, Pitre, Maria Campagna e Carmelo Vassallo con Domenico Gennaro, Puccio Castrogiovanni, Eleonora Bordonaro, e con musiche dal vivo da brani di Rosa Balistreri. Amo il teatro per l’immediatezza con il pubblico, per il gioco di squadra con i colleghi e per l’adrenalina pulita che mi regala: ogni sera vivo sempre l’emozione del debutto».
Come giudichi la tv di adesso? «Molti prodotti non sono più di qualità: prima si girava senza fretta, con tempi di “maturazione” adeguati. Oggi vengono girate scene in pochi minuti a discapito della qualità». Una persona a cui ti ispiri? «Turi Ferro, icona del teatro, del cinema e dello spettacolo in generale, un esempio che ha fatto della qualità un modus operandi» Un sogno nel tuo cassetto? «Mi piacerebbe aiutare i tanti giovani registi talentuosi ad affermarsi, in modo da offrire al pubblico prodotti nuovi e qualitativamente degni». Cosa suggerisci a chi vorrebbe diventare attore? «Di studiare, in primis per sé stessi, perché non si può costruire un palazzo di dieci piani senza solide fondamenta». Restando nell’ambito della recitazione, la tua Catania, nella quale ti sei di nuovo trasferito, è una fucina di talenti? «Decisamente sì, c’è moltissimo fermento. Peccato che manchi poi chi produca». Il calcio nel tuo passato, ma anche nel tuo presente visto che giochi nella Nazionale Attori e Cantanti? «Questa mia partecipazione è un bel modo per fare solidarietà, per sensibilizzare la gente sul tema della sicurezza stradale, in modo goliardico, tornando ragazzini sul rettangolo di gioco. E per quanto concerne la sicurezza stradale ciò che conta è non fare mai guidare il nostro direttore sportivo Giovanni Calì», conclude scherzosamente.
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Medicine Alternative Rubrica informativa che tende a fare luce sulle medicine alternative e a dare qualche indicazione sulle terapie naturali
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Il cuore
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ercherò in questo articolo, che parla di problemi dell’apparato cardiovascolare, di invitare il lettore a riflettere un po’ di più sulla genesi delle patologie e non limitarsi alla semplice diagnosi e conseguente terapia della medicina tradizionale. Ogni individuo ha una costituzione psicologica propria e interagisce in modo soggettivo alle sollecitazioni ambientali; così i fattori emotivi giocano un ruolo importante nel delineare il rischio di malattie cardiocircolatorie. Per alcuni il moto affettivo è un pericolo per cui ci si impone un autocontrollo eccessivo che non permette il naturale fluire delle emozioni; così sentimenti come l’ostilità, la rabbia, l’amore non sono accettati dal soggetto che ha ristretto il nutrimento vitale del proprio cuore, costringendo le proprie emozioni, per natura destinate al movimento, al fluire, a passare invece attraverso restringimenti (angina dal latino angor, “soffocamento”, ma anche ”angoscia”, “affanno”, “afflizione”). Così l’ipertensione appare come “controllo” o, meglio, “ipercontrollo” per non farsi sopraffare dalla paura di lasciarsi andare, di commuoversi, di lasciar emergere emozioni, di contattare l’interiorità. L’ipertensione diviene espressione di negazione di desideri rimossi, di rabbie, d’incapacità di esprimere e vivere emozioni e pensieri e di trasformarli in azioni. Generalmente, nel considerare le patologie, come quelle cardiache, la medicina ufficiale si concentra solo sull’organo specifico, focalizzandosi esclusivamente sui sintomi evidenti. Secondo la visione olistica delle medicine complementari è necessario, per un saggio trattamento del paziente, osservare, valutare e ascoltare la persona nella sua interezza, considerandone anche lo stile di vita e il modo in cui si pone in relazione con gli altri, con il mondo e con sé stessa. I farmaci, pur nella loro indiscutibile efficacia per alcuni aspetti, possono sopprimere i sintomi, ma, se non si interviene sulle reali cause, se non si attua un cambiamento, talvolta radicale, non si ottiene la soluzione del problema. I problemi di cuore, così come altri disturbi, vanno oltre la fisica e, se ci si limita a trattare
solo fisicamente le patologie cardiache, si rischia di fallire o, comunque, di risolvere solo parzialmente. Numerose indagini hanno dimostrato come le risposte delle persone a quesiti sulla loro qualità della vita e felicità riflettano incredibilmente la salute del loro cuore. Questo a testimonianza del fatto che le componenti mentali e spirituali giocano un forte ruolo anche sui disturbi cardiaci. Un cuore sano richiede che siano in salute mente, corpo e spirito. Per tutta la mitologia, la rappresentazione del cuore umano va oltre quella di organo che pompa il sangue. Il cuore è un organo sacro con cui quasi tutte le tradizioni identificano il centro metaforico dell’affettività e il cardine della spiritualità. Nella Medicina Tradizionale Cinese gli organi fisici sono in stretta correlazione con gli stati emotivi. In quest’ottica i disturbi cardiaci possono essere legati a depressione, rabbia soppressa, nervosismo incontrollato, senso di disperazione, insonnia, perenne irrequietezza. Appare allora evidente come il primo approccio per la guarigione dei problemi cardiaci implichi anche il guardare dentro sé stessi, comprendere, accettare e affrontare i propri problemi emotivi e imparare ad ascoltarsi e ad amarsi. L’idea che emozioni, sentimenti, contesti sociali possano contribuire all’insorgenza di malattie cardiache ha infatti radici antiche. Da secoli, per la tradizione popolare cuore ed emozioni sono imprescindibili.
Per gli alchimisti il centro del cuore è il crogiuolo interiore dell’uomo, il luogo che fornisce il calore necessario al compimento della grande opera. Il cuore è femminile e maschile insieme: è oscuro e cavo al suo interno (elemento femminile), ma è anche calore, colore rosso, simbolo del fuoco (elemento maschile). In astrologia cuore, sole e segno del leone sono connessi, il cuore è un riflesso dei fenomeni cosmici di contrazione ed espansione di involuzione ed evoluzione, dove si conserva la luce divina. Tornando sulla terra è indubbio il refrain: alimentazione varia ed equilibrata, stile di vita moderato, esercizio fisico regolare, adeguato al proprio stato, controllo regolare della pressione e dei valori ematici, colesterolo glicemia trigliceridi, niente fumo, peso regolare, evitare stress psicofisici adottando anche tecniche e pratiche di rilassamento come training antogeno, yoga, meditazione ecc. I RIMEDI FITOTERAPICI • BIANCOSPINO: pianta principe per il cuore con attività antitrombotica, anti sclerosante, vasodilatatrice delle coronarie • CARDIACA: abbassa la pressione, regola le aritmie ed è un blando sedativo • FUMARIA: controlla le alterazioni del battito cardiaco soprattutto da labilità del sistema nervoso • ARANCIO: utile nelle palpitazioni con azione rilassante • LIMONE: tonico venoso antisclerotico e regolatore della pressione arteriosa • OLIVO: è utilizzato nelle ipertensioni di grado modesto con meccanismo di vasodilatazione periferica • MAGNESIO: Molto utilizzato, non solo per la sua attività sul muscolo cardiaco (è fondamentale per la contrazione muscolare in generale) ma anche come regolatore dell’attività elettrica del cuore (nodo seno-atriale), utilizzato in tutti i casi di aritmie. Si raccomanda IL controllo del COLESTEROLO con gli OMEGA 3 e MONOCOLINA e BERBERINA. RIMEDI OMEOPATICI • ACONITUM: ipertensione essenziale, eretismo cardiaco, angina pectoris • CALCIUM FLUORATUM: arteriosclerosi • CRATEGUS: insufficienza coronarica, cuore senile • CACTUS: stenocardia, fitte cardiache, vampate alla testa • GLONOINUM: angina pectoris con ansia, cuore in gola • KALIUM CARBONICUM: aritmia cardiaca, debolezza cardiaca • SECALE CORNUTUM: rilassante la componente muscolare dei vasi sanguigni quindi per tutti gli spasmi delle coronarie • SPIGELIA: insufficienza cardiaca, palpitazioni soprattutto lato sinistro, endocardite • STROPHANTUS: scompenso cardio-circolatorio, tachicardia • VISCUM ALBUM: regolatore della frequenza cardiaca, ipotensivo
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Bebè a bordo: dal 2017 nuove norme sui seggiolini auto di Marta Prestianni n Italia il 60% dei genitori in macchina non usa il seggiolino e gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i minori tra i 5 e i 12 anni. Dati allarmanti, emersi da una ricerca dell’associazione per la tutela dei consumatori Altroconsumo. A partire dall’1 gennaio 2017, saranno introdotte importanti novità volte ad incrementare la sicurezza dei piccoli passeggeri. L’articolo 172 del Codice della Strada recita: “I bambini di statura inferiore a 1,50 m devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini, adeguato al loro peso, di tipo omologato secondo le normative stabilite dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, conformemente ai regolamenti della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite o alle equivalenti direttive comunitarie”. Attualmente, dunque i bambini di altezza inferiore a 150 centimetri devono viaggiare in auto su appositi seggiolini, fin dalla nascita. Inoltre la normativa ancora in vigore consente che per un bambino dai 15 kili di peso si possa utilizzare in macchina la cosiddetta alzatina, vale a dire un rialzo che, poggiato sul sedile, consenta di innalzare di circa 15 cm il bambino, portandolo a un’altezza consona per allacciargli la cintura di sicurezza. A partire dal 1° gennaio 2017 entrerà in
E se la maggiore sicurezza dei piccoli non è sufficiente a convincere quegli automobilisti superficiali della necessità dell’utilizzo corretto di seggiolini e dispositivi di sicurezza, una mano in tal senso la daranno di certo le sanzioni previste: nel caso in cui si faccia viaggiare un bimbo senza seggiolini, una multa dagli 80 ai 323 euro e, in caso di recidiva negli ultimi due anni, la sospensione della patente dai 15 giorni ai 2 mesi.
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vigore la direttiva ECE R44-04, in base alla quale è fatto obbligo di utilizzare per i bambini fino a 125 centimetri d’altezza esclusivamente seggiolini auto, muniti di schienale, su cui la cintura di sicurezza potrà essere meglio posizionata, in modo tale da proteggerli maggiormente anche in caso d’impatto laterale e aumentando così l’incolumità dei più piccoli in auto. Questi seggiolini con schienale potranno essere fissati tramite sistema Isofix o con altro sistema di ancoraggio. Poi nell'estate 2017 verrà introdotta una seconda fase, per la quale i bambini fino ai 150 centimetri dovranno viaggiare su seggiolini con schienale. Dunque stop definitivo ai rialzi.
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Animali: parola d’ordine rispetto di Marta Prestianni
«G
li animali hanno propri diritti e dignità come te stesso. È un ammonimento che suona quasi sovversivo. Facciamoci allora sovversivi: contro ignoranza, indifferenza, crudeltà», ammonisce la scrittrice francese Marguerite Yourcenar. Quello del rispetto verso gli animali è un tema molto sentito. E seppur negli ultimi tempi siano stati fatti passi avanti, ancora troppi sono i maltrattamenti subiti. Sempre più numerosi sono gli appelli volti alla loro tutela lanciati attraverso i mass media, le inchieste e i social. Gli italiani sono, del resto, per la maggior parte amanti degli animali. Dal rapporto Assalco-Zoomark 2015 sull’alimentazione e la cura degli animali da compagnia emerge infatti che gli animali d’affezione nel Belpaese (pet) sono circa 60 milioni. Gli italiani amano i pet, se ne prendono cura con sempre mag-
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giore attenzione, scegliendo con cura i loro alimenti e prediligendo la qualità; si approcciano a loro considerandoli veri e propri membri della famiglia; scelgono il veterinario di fiducia con grande scrupolo, come si fa per la scelta del pediatra. Quello degli animali è un comparto che crea un indotto economico davvero notevole e in crescita. Sempre secondo il rapporto Assalco-Zoomark, in Italia il giro
d’affari del mercato dei prodotti per l’alimentazione degli animali da compagnia (cane e gatto) ammonta a 1 milione e 830 mila euro che si somma a quello per gli altri animali da compagnia (roditori, tartarughe, pesci e uccelli), ammontante a circa 18 milioni di euro. Questo crescente business ha determinato un boom di negozi per animali. Ma non tutti i negozi per animali sono uguali. Questo settore richiede, come ogni ambito, professionalità, aggiornamento costante ed esperienza. Il negozio di animali non può essere solo un deposito a cui attingere per acquistare quello che occorre senza discernimento. Deve invece rappresentare un punto di riferimento in cui trovare risposte a dubbi, ottenere consigli, trovare il meglio per ogni evenienza. Gli animali non possono mai essere visti come un goloso business. Sono semplicemente esseri senzienti che richiedono rispetto, da chi decide di tenerne uno come compagno di vita e da chi decide di fare della cura degli animali il proprio mestiere.
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Il disegno infantile: cosa comunicano i bambini?
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Rosetta Mastroeni - Psicologa Apssi ass.apssi@gmail.com
l disegno è certamente l'espressione più autentica e originale della personalità infantile, contrariamente a quanto in genere pensano gli adulti che tendono talvolta a considerarlo come un qualsiasi passatempo del bambino. A seguito di studi sulle forme di intelligenza e i loro correlati cerebrali, sappiamo oggi che il disegno e la pittura sono attività umane innate e spontanee, così come lo sono il parlare, il camminare, il giocare, il cantare e il danzare e che, come per altre attività umane, anche per queste lo sviluppo è regolato dalla maturazione, ma l’affinamento avviene attraverso la pratica e l’esercizio. Nel bambino che traccia dei segni su un foglio o realizza delle macchie di colore si produce una profonda sensazione di appagamento, sensazione che lo stesso bambino non prova quando si limita, per esempio, a guardare delle immagini che corrono sullo schermo di un tablet. Dobbiamo arrivare all’inizio del XX secolo, perché la Psicologia - costituitasi come scienza autonoma - possa servirsi e interessarsi dei disegni infantili come test clinici, congiuntamente all’utilizzo dei test d’intelligenza, nati per individuare i bambini con particolari limiti e ritardi mentali. Inizialmente erano utilizzati per misurare lo sviluppo mentale del bambino, sulla base di una rigorosa procedura di valutazione. Si deve a Karen Machover (1946) il merito di aver studiato il disegno della Persona (Draw a Man) ideato da Florence Goodenough (1926), per conoscere la personalità del bambino e degli adulti, e i relativi conflitti emotivi. Il disegno – che è, al pari del linguaggio, un mezzo di comunicazione – è capace di esprimere, oltre al livello di maturazione, anche i problemi, i sentimenti, le emozioni ed i conflitti del bambino, i propri bisogni, il modo di entrare in relazione con gli altri e di percepire il mondo.
Le emozioni, come ci testimoniano recenti studi delle neuroscienze, rappresentano un aspetto importante della comprensione del mondo: uno strumento indispensabile per entrare in sintonia con gli altri e con noi stessi. Conoscere e comprendere le manifestazioni infantili come il gioco e il disegno, rappresenta oggi ancor di più uno strumento utile per avvicinarci alle emozioni e allo psichismo infantile, permettendo di identificarci con loro e con i loro bisogni, per chiunque a pieno titolo si relazioni con i bambini. Concludendo con una citazione tratta dal Piccolo Principe di Saint-Exupéri: «Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano». L’Associazione Apssi è lieta in invitarVi al seminario di presentazione del Corso dal titolo “Il disegno infantile: cosa comunicano i bambini?” che si terrà a Catania venerdì 20 Gennaio alle ore 15.00. Per iscrizioni contattateci al 3409879182 oppure alla mail ass.apssi@gmail.com
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A lassu ccu saluti! di Giuseppe Leocata - Medico
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ia mamma mi racconta di quando nel dopoguerra i contadini, al sabato finito il lavoro nei campi, si recavano a ritirare la paga dal proprietario terriero e veniva loro offerto un bicchiere di vino rosso; lo bevevano d’un fiato e poi scolavano il bicchiere sulla nuda terra affinchĂŠ anch’essa godesse del loro benessere; poi salutavano il padrone dicendo: “A lassu ccu saluti!â€?. Allora i beni erano pochi, ma c’era piĂš umanitĂ ! Com’è cambiato il concetto dell’essere in salute e come si sono evoluti i servizi sanitari in risposta al bisogno di salute delle persone. “Quando ero ragazzo l’idea che esistesse un bene comune era fondamentale, avevamo appreso questo dalla guerra, l’idea di uno stato sociale per tutti. Poi c’è stato il disastro. Ha prevalso il bene individuale e non è piĂš stato possibile risalire la china. Ora è cosĂŹ, la politica non è piĂš credibile perchĂŠ non si occupa piĂš del socialeâ€? (B. Sorrentini – Radio Popolare Milano – 21.10.16). “SanitĂ pubblica, ma non per tutti. Sono 11 milioni gli italiani che quest’anno hanno dovuto rinunciare a curarsi per motivi economiciâ€? (F. Maietta – Bollettino OMCeOMI n.3-2016). “I ticket che sono arrivati a quote impressionanti. Il costo dei farmaci di fascia C a carico del cittadino (quelli non mutuabili) che aumenta sistema-
Dicembre 2016 - Gennaio 2017 ticamente e lo chiamano adeguamento all’inflazione. Se richiedi l’intramoenia il posto lo trovi a distanza di poco tempo. L’eliminazione di 180 prestazioni sanitarie è stata la ciliegina sulla torta. Nessuno nega che il sistema sanitario è stato vittima di ruberie e truffe, ma bisogna prevenire e reprimere queste e gli sprechi, non fare continuamente tagli lineariâ€? (L.V. - Metro 4.11.16). “L’ospedale ‘ospitale’ non esiste piĂš, oggi assistiamo a un ospedale ‘officina’: quello che fa lo deve fare in pochi giorni per ottimizzare i costi e l’eventuale follow-up del paziente deve essere fatto in altre sedeâ€? (A. Giambelluca intervista L. Tesio – Bollettino OMCeOMI n.3-2016). “Aumenta la povertĂ sanitaria nel nostro Paese, ovvero il numero di persone e famiglie che non hanno abbastanza risorse a disposizione per acquistare i farmaci da banco necessari o per pagare il ticket, quando c’èâ€? (Oggisalute 14.11.16 - Rapporto 2016 Donare per curare). “Secondo la relazione Commissione europea - Ocse del 2016 nel vecchio continente la speranza di vita è superiore a 80 anni nella maggior parte dei Paesi dell’Ue. Un record sĂŹ, ma depotenziato. Circa 50 milioni di cittadini, infatti, soffrono di diverse malattie croniche e i decessi delle persone in etĂ lavorativa imputabili a tali patologie ‘potenzialmente evitabili’ ammontano a oltre 500 mila/anno, un costo annuo di circa 115 miliardi di euro per le economie europee. E poi ci sono le disparitĂ nell’assistenza sanitaria. Il 27% dei pazienti va al pronto soccorso perchĂŠ non è disponibile un’assistenza sanitaria di baseâ€? (Oggisalute 24.11.16).
Qualche voce comincia a farsi sentire. “Un Paese (un Governo) che consideri la sanitĂ una spesa parte da un assunto sbagliato, e non può che peggiorare la propria azione – e i risultati che da essa discendono – in modo rischioso per tutti. La sanitĂ pubblica è la prima delle prioritĂ â€? (B. Papotto - QuotidianosanitĂ 15.11.16). “Anche chi difende le ragioni del profitto in medicina dovrĂ aprire gli occhi: non è morale accettare che queste prevalgano sul diritto alla tutela della salute (R. Satolli – Bollettino OMCeOMI n.3-2016). Ăˆ necessario, cosĂŹ, che non soltanto singole persone ma gruppi di donne e uomini di buona volontĂ disponibili a mettersi in gioco si muovano subito per ripensare e ricreare un nuovo modello di sanitĂ solidaristica e al servizio dell’Uomo. Un suggerimento per questo percorso ci viene dalle parole di B. Vecchi su “Homo consumensâ€? di Z. Bauman “Non c’è nessun ÂŤprincipio speranzaÂť a cui appellarsi, se non aderendo a quella caratteristica della natura umana che è prendersi cura dell’altro. Ma l’etica della responsabilitĂ esprime la sua potenza politica solo se è un ÂŤfatto collettivoÂť. Di azioni misericordiose è piena la modernitĂ liquida, ma questo non ha cambiato lo stato delle coseâ€?. E chiudo ancora con Ken Loach: “Dov’è la speranza? Penso che sia nella rabbia, in una rabbia costruttiva che potrebbe trasformarsi in un movimentoâ€?.“Un altro mondo è possibile e necessarioâ€?.
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50° rapporto Censis: la società italiana al 2016
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(nel caso dei giovani under 30 il dato sale al 95,9%), oggi il 64,8% degli italiani usa uno smartphone (l'89,4% nel caso dei giovani), per comunicare il 61,3% utilizza Whatsapp (lo fa l'89,4% dei giovani), il 56,2% ha un account su Facebook e il 46,8% guarda Youtube, il 24% utilizza la piattaforma Amazon, l'11,2% Twitter.
A cura della Redazione
l 50esimo rapporto sulla situazione del Paese elaborato dal Censis fa emergere l’immagine di un’Italia rentier che non investe sul futuro. Le aspettative degli italiani continuano a essere negative o piatte. Il 61,4% è convinto che il proprio reddito non aumenterà nei prossimi anni, il 57% ritiene che i figli e i nipoti non vivranno meglio di loro (e lo pensa anche il 60,2% dei benestanti, impauriti dal downsizing generazionale atteso). Rispetto al 2007, dall'inizio della crisi gli italiani hanno accumulato liquidità aggiuntiva per 114,3 miliardi di euro, un valore superiore al Pil di un Paese intero come l'Ungheria. Quasi il 36% degli italiani tiene regolarmente contante in casa per le emergenze o per sentirsi più sicuro. Figli più poveri dei nonni: il ko economico dei giovani. Rispetto alla media della popolazione, oggi le famiglie dei giovani con meno di 35 anni hanno un reddito più basso del 15,1% e una ricchezza inferiore del 41,1%. Nel confronto con venticinque anni fa, i giovani di oggi hanno un reddito del 26,5% più basso di quello dei loro coetanei di allora, mentre
L'amore al tempo delle relazioni fluide.
per gli over 65 anni è invece aumentato del 24,3%. La ricchezza degli attuali millennial è inferiore del 4,3% rispetto a quella dei loro coetanei del 1991. Immersi nella corrente della comunicazione digitale. Tra il 2007 e il 2015 un vero e proprio boom della spesa per acquistare computer (+41,4%) e smartphone (+191,6). Nel 2016 l'utenza del web in Italia è arrivata al 73,7%
Sempre più temporanee, reversibili, asimmetriche, ma autentiche. È in atto una rivoluzione nelle forme di convivenza: oggi in Italia ci sono 4,8 milioni di single non vedovi (+52,2% nel periodo 2003-2015), 1,5 milioni di genitori soli, 1,2 milioni di libere unioni (+108%) con un decollo delle famiglie ricostituite non coniugate (+66,1%), mentre nello stesso arco di tempo diminuiscono le coppie coniugate (-3,2%) e più ancora quelle coniugate con figli (-7,9%). Nell'ultimo anno sono stati 139.611 i bambini nati fuori dal matrimonio (+59,9% in un decennio), molti giovani considerano premesse necessarie al matrimonio o alla convivenza: il 71,9% un lavoro e un reddito stabile, il 49,9% avere risparmi accantonati, il 30,4% avere convissuto per un po' di tempo con la persona scelta, il 27,5% avere portato a termine gli studi.
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Accademia LIVE DANCE. Marzia Licciardello: «La danza è vita» di Tiziana Campo
«H
ai mai guardato una persona che danza? Cosa accade? Ti sei mai osservato mentre balli? Cosa accade? La danza sembra essere uno dei metodi più profondi per entrare in armonia con sé stessi; mentre danzi, corpo, mente e anima sono in armonia. La danza è una delle cose più spirituali che esistono. Se danzi davvero non puoi pensare; se danzi davvero il corpo viene usato in maniera così profonda che tutta la tua energia diventa fluida» (Osho). La danza crea un legame profondissimo con chi la pratica: «La danza è vita e attraverso i movimenti del nostro corpo riusciamo a trasmettere le nostre emozioni, i nostri sentimenti e il nostro essere», così Marzia Licciardello, ballerina professionista
e insegnante di danza, vincitrice del campionato mondiale del "World Bachata Fusion", finalista ai campionati mondiali “Word Salsa Open" di Porto Rico 2015 e finalista mondiali "Pasos Libres 2016". «Metto in pratica la mia passione presso l'accademia Live Dance, in via Giuseppe Verdi 15 a Mascalucia – afferma - la mia scuola, oltre al caraibico che è il fiore all’occhiello, abbraccia tutte le discipline che appartengono al mondo della danza (moderno, classico, contemporaneo, hip hop, country, acrobatica), concentrandosi su tutte le fasce d'età, dalla propedeutica ai corsi per professionisti. Inoltre – continua - avendo molti agganci con artisti di fama mondiale, organizzo stage aperti a tutti, in modo da ampliare ai diversi stili della danza il bagaglio culturale dei miei
allievi. Viaggio molto per aggiornare anche il mio stile, perché chi fa danza ad alto livello sa che non si smette mai d'imparare; in tal modo, posso offrire sempre qualcosa di nuovo a chi segue i miei corsi». Perché frequentare l’accademia Live Dance? «Consiglio la mia scuola di danza a chi vuole formarsi come ballerino, come persona, e anche a chi vuole approcciarsi a questo bellissimo mondo. Il nome che ho scelto, Live Dance, significa vivere di danza poiché quando rendi quest’ultima protagonista della tua vita, essa diventa parte integrante dei nostri giorni e di noi stessi. Mille scelte e difficoltà, mi hanno portata oggi ad essere qua, lottando ma ballando ogni giorno di più. Grazie danza, protagonista della mia vita», conclude Marzia Licciardello.
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Cutuli carni: qualità certificata, serietà, cortesia e un sorriso
Filetto di suino alle erbe aromatiche Ricetta di Giuseppe Armenio Ingredienti Filetto di maiale intero Vino rosso q.b. 2 Cipolle
Il titolare Giuseppe Armenio: «Da noi il cliente non è un numero in fila da servire
«I
di Tiziana Campo
l momento storico-economico che stiamo vivendo è rappresentativo del disagio che l'uomo stesso vive all'interno di quell'organizzazione sociale che ha inseguito e raggiunto con l'intenzione di vivere bene. Tuttavia la stessa gli si è rivoltata contro, dimostrando che del passato occorre mantenere ben salde le radici. Non puoi evolverti interamente se ti distacchi completamente dalle origini. Oggi il cliente ha motivo di ritornare al piccolo negozietto sotto casa, che nel tempo ha mutato aspetto specializzandosi sempre di più e caratterizzando la propria immagine con prodotti diversi da quelli presenti nella grande distribuzione, per trovare quella cordialità e relazione personale che la sterile organizzazione degli ipermercati non può sempre riservare alla propria clientela». È la riflessione di Giuseppe Armenio, titolare della macelleria “Cutuli carni”, in piazza Manganelli 14-15 a San Giovanni La Punta, un’attività storica che dura da tre generazioni. «Il nostro cliente viene servito con garbo e cortesia, dal momento in cui entra al momento in cui, stringendoci la mano, ci saluta con un arrivederci, appagato dal rapporto umano che si
Olio Salvia Rosmarino Sale e pepe q.b.
Procedimento Mettere il filetto a macerare nel vino per circa 1 ora. In un tegame far rosolare abbondante cipolla con olio; non appena sarà dorata incorporare il filetto di maiale fino a farlo rosolare e sfumare quindi col vino in cui è stato lasciato macerare. Aggiungere le erbe aromatiche, sale e pepe q.b. Continuare la cottura a fuoco lentissimo per circa 1 ora e 1/2. Una variante della ricetta, per gli amanti dei sapori autunnali del bosco, consiste nell'aggiungere al brodo di cottura un misto di funghi, che caratterizzerà maggiormente la pietanza. Servire tagliato a fettine ricoperte dalla salsa di cottura ottenuta. Buon appetito! La bellezza delle cose il più delle volte sta nella semplicità delle stesse.
riesce ancora da noi ad avere, perché non ci sono barrire dettate dal " raggiungimenti di obbiettivi" imposti da un capo reparto – continua - da noi il cliente non è un numero in fila da servire: è quel ragazzo che hai visto crescere e diventare grande o, se già grande, hai visto diventare saggio e di cui conosci parte della vita. Oggi ci scelgono, tra le tante offerte del mercato, perché riusciamo ancora ad assicurare un prodotto di alta qualità certificata e soprattutto serietà, cortesia e un sorriso».
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